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FINPART srl
Negozio CONAD
La Gabbiola - Stresa
Progettista
Dr. Arch. Giacomo Prini
RELAZIONE GEOTECNICA
(D.M. 14.01.2008)
Settembre 2017
SOMMARIO
M - SAM2 “Media Superficie di vendita Alimentare” 1
1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE 3
2. PARAMETRIZZAZIONE GEOTECNICA 4
3. CARATTERISTICHE PROGETTUALI 6
6. PRESCRIZIONI GENERALI 21
6.1. SCAVI 21
6.2. IMPERMEABILIZZAZIONI E DRENAGGI 21
7. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 22
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1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
Il D.M. 14/01/08, “Norme tecniche per le costruzioni” con particolare riferimento al Cap. 6, ha introdotto i nuovi
criteri da adottare nella progettazione geotecnica di qualsiasi tipo di intervento.
Al seguente scopo i criteri di progettazione dovranno seguire le parametrizzazioni identificate nella Relazione
Geologica, che fornisce i criteri base per la costruzione del presente elaborato.
L’indagine è stata finalizzata alla definizione delle caratteristiche geotecniche, assunte dalla modellizzazione
geologica ed alla verifica della sicurezza e delle prestazioni in relazione ai relativi stati limite.
Il presente elaborato si configura quindi come elaborato tecnico, atto ad appurare e verificare l’idoneità delle
strutture in progetto rispetto alle caratteristiche geotecniche dei terreni presenti nel sito valutandone la verifica
agli stati limite.
I calcoli sono stati effettuati seguendo i dettami del D.M. 14.01.2008 “Norme tecniche per le costruzioni”.
Normativa di riferimento
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2. PARAMETRIZZAZIONE GEOTECNICA
Nel caso di costruzioni o di interventi di modesta rilevanza, che ricadano in zone ben conosciute dal punto di vista
geotecnico, la progettazione può essere basata sull’esperienza e sulle conoscenze disponibili, ferma restando la
piena responsabilità del progettista su ipotesi e scelte progettuali (cap. 6.2.2. – NTC 2008).
Per le unità geotecniche individuate possono quindi essere assunti i seguenti parametri di riferimento:
γ ϕ c E ν
Unità geotecnica
kg/m3 ° kg/cm2 kg/cm2
1 – Terreno vegetale 1500-1700 15-20 0.00 20 – 80 0.40-0.45
2 - Deposito alluvionale 1700-2100 30 – 40 0.00 250-500 0.28-0.32
Ai fini dell’esecuzione delle verifiche geotecniche l’unità 1 sarà trascurata in quanto oggetto di asportazione
quando presente oppure del tutto assente.
Il valore caratteristico k rappresenta la soglia al di sotto del quale si colloca non più del 5% dei valori desumibili
da una serie teoricamente illimitata di prove
Ad esempio asserire che il peso dell’unità di volume di un terreno è pari a 20 kN/m3, ed insieme dire che esso è il
suo valore caratteristico, vuol dire che esiste una probabilità del 5% che il peso sia inferiore 20 kN/m3.
Per quanto riguarda il calcolo geotecnico esistono due approcci seguiti per la determinazione dei parametri
caratteristici:
• valutazione dei parametri caratteristici in funzione del livello di deformazione previsto per lo stato limite
considerato.
Questo secondo approccio si basa sul presupposto che l’approccio probabilistico non sia adatto a modellare il
reale comportamento del terreno; per esempio, nel caso di stato limite ultimo si dovranno considerare i parametri
di resistenza (angolo di attrito e coesione) relativi alla fase post-critica del materiale, cioè quelli relativi ad elevati
livelli di deformazione.
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Maggiori indicazioni in merito sono fornite dalla circolare esplicativa per l’applicazione delle nuove norme
tecniche per le costruzioni (D.M. 14/01/2008).
In particolare in funzione del volume di terreno coinvolto nello stato limite considerato si possono presentare le
seguenti situazioni:
Nel caso in oggetto, scartato l’approccio probabilistico in assenza di un numero adeguato di dati sperimentali,
tenuto conto che le verifiche geotecniche si riferiscono alla capacità portante delle fondazioni, si ritiene corretto
utilizzare i valori medi definiti dai range di variazione di cui al capitolo precedente.
γ ϕ c E ν
Unità geotecnica
kg/m3 ° kg/cm2 kg/cm2
2 - Deposito alluvionale 1900 35 0.00 375 0.30
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3. CARATTERISTICHE PROGETTUALI
Si riportano di seguito alcuni stralci della relazione dei progettisti al fine di descrivere in modo adeguato le
caratteristiche del progetto:
− 1° livello (seminterrato):
a quota di via M. d’Azeglio ove è prevista la realizzazione di “n. 29 posti auto”, la zona di
“scarico/carico delle merci” idonea al parcheggio dedicato di un “autotreno” e una superficie netta a
“Deposito merci giornaliere” di circa mq. 103,00. L’ingresso al parcheggio è da via Cigala Fulgosi,
l’uscita su via M. d’Azeglio.
− 2° livello (piano terra):
è il piano “Commerciale” con una Superficie di “Vendita” pari a mq. 800,00. Il progetto prevede locali
dedicati al “Servizio” della parte Commerciale per una superficie di circa mq. 388,00
− 3° livello (piano primo):
piano di copertura ove è prevista la realizzazione di “n. 38 posti auto”, apparecchiature per gli
impianti tecnici pensiline per lo stazionamento dei carrelli. Una pensilina a due falde riprenderà
nelle dimensioni e nelle forme l’andamento della copertura esistente. L’accessibilità avviene tramite
rampa a doppio senso di circolazione (mt. 4,60) che collega la quota strada con la quota del 1°
piano.
Il movimento pedonale sarà garantito da n.2 ascensori che collegano i vari piano dell’edificio e da un
camminamento dedicato lungo la rampa di accesso di larghezza pari a 1,20 mt.
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Sezione AA – Longitudinale
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Sezione AA - Trasversale
4. ANALISI DELL’AZIONE SISMICA
Le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto dei diversi stati limite considerati, si
definiscono a partire dalla “pericolosità sismica di base” del sito di costruzione. Essa costituisce l’elemento di
conoscenza primario per la determinazione delle azioni sismiche.
La pericolosità sismica è definita in termini di accelerazione orizzontale massima attesa ag in condizioni di campo
libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale (di categoria A quale definita al § 3.2.2
delle NTC 2008), nonché di ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad essa corrispondente
Se(T), con riferimento a prefissate probabilità di eccedenza PVR, nel periodo di riferimento VR.
Le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR , a
partire dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido orizzontale:
- Stato Limite di Operatività (SLO): a seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso,
includendo gli elementi strutturali, quelli non strutturali, le apparecchiature rilevanti alla sua funzione,
non deve subire danni ed interruzioni d'uso significativi;
- Stato Limite di Danno (SLD): a seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso,includendo gli
elementi strutturali, quelli non strutturali, le apparecchiature rilevanti alla sua funzione, subisce danni tali
da non mettere a rischio gli utenti e da non compromettere significativamente la capacità di resistenza e
di rigidezza nei confronti delle azioni verticali ed orizzontali, mantenendosi immediatamente utilizzabile
pur nell’interruzione d’uso di parte delle apparecchiature.
Mentre SLV e SLC rappresentano due tipi di stato limite ultimo (SLU)
- Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV): a seguito del terremoto la costruzione subisce rotture e
crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e significativi danni dei componenti strutturali cui si
associa una perdita significativa di rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali; la costruzione
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conserva invece una parte della resistenza e rigidezza per azioni verticali e un margine di sicurezza nei
confronti del collasso per azioni sismiche orizzontali;
- Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC): a seguito del terremoto la costruzione subisce gravi
rotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e danni molto gravi dei componenti
strutturali; la costruzione conserva ancora un margine di sicurezza per azioni verticali ed un esiguo
margine di sicurezza nei confronti del collasso per azioni orizzontali
Il rispetto dei vari stati limite viene considerato conseguito dalle NTC :
nei confronti di tutti gli stati limite ultimi (SLU) quando siano soddisfatte le verifiche relative al solo (SLV).
nei confronti di tutti gli stati limite di esercizio (SLE) quando siano rispettate le verifiche relative al solo (SLD);
Le probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR , cui riferirsi per individuare l’azione sismica agente in
ciascuno degli stati limite considerati, sono riportate nella successiva tabella:
Tabella 3.2.I – Probabilità di superamento PVR al variare dello stato limite considerato
Stati Limite PVR: Probabilità di superamento nel periodo di riferimento VR
Stati limite di SLO 81%
esercizio SLD 63%
Stati limite SLV 10%
ultimi SLC 5%
In assenza di tali analisi, per la definizione dell’azione sismica si può fare riferimento a un approccio semplificato,
che si basa sull’individuazione di categorie di sottosuolo di riferimento come riportato nella tabella sottostante (da
NTC 2008):
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La classificazione si effettua in base ai valori della velocità equivalente Vs,30 di propagazione delle onde di taglio
(definita successivamente) entro i primi 30 metri di profondità.
La buona conoscenza dei terreni in oggetto ha permesso un’identificazione indiretta del terreno di sottosuolo,
senza ricorrere ad una indagine diretta specifica.
Le caratteristiche delle unità geologiche prevalenti nell’area di interesse sono tali da potersi riferire
cautelativamente alla categoria C di cui alla tabella precedente (cfr. Relazione Geologica).
Per le categorie di sottosuolo B, C, D ed E i coefficienti SS e CC possono essere calcolati, in funzione dei valori
di F0 e T*C relativi al sottosuolo di categoria A, mediante le espressioni fornite nella tabella che segue, nelle quali
g è l’accelerazione di gravità ed il tempo è espresso in secondi.
Per l’area di progetto è stata considerata come categoria topografica di riferimento la categoria T1 (cfr.
Relazione Geologica).
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• Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per l’ambiente e
senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attività non pericolose per l’ambiente. Ponti, opere
infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in Classe d’uso III o in Classe d’uso IV, reti ferroviarie la cui
interruzione non provochi situazioni di emergenza. Dighe il cui collasso non provochi conseguenze rilevanti.
• Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per
l’ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e reti ferroviarie la cui interruzione
provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le conseguenze di un loro eventuale collasso.
• Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione
della protezione civile in caso di calamità. Industrie con attività particolarmente pericolose per l’ambiente. Reti
viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5 novembre 2001, n. 6792, “Norme funzionali e geometriche per la
costruzione delle strade”, e di tipo C quando appartenenti ad itinerari di collegamento tra capoluoghi di
provincia non altresì serviti da strade di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di importanza critica per il
mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico. Dighe connesse al
funzionamento di acquedotti e a impianti di produzione di energia elettrica.
L’intervento in progetto si riferisce ad opere assimilabili a quelle individuate alla Classe d‘uso di riferimento II.
La Vita Nominale di un’opera strutturale VN è intesa come il numero di anni nel quale la struttura, purché
soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata. La vita
nominale dei diversi tipi di opere è quella riportata nella tabella sottostante e deve essere precisata nei documenti
di progetto:
Per le opere in progetto la Vita Nominale viene considerata pari a quella di un’opera ordinaria, e cioè ≥ 50 anni.
In base alla Vita Nominale (VN) ed alla Classe d’uso dell’opera in oggetto è possibile calcolare il Periodo di
riferimento (VR) per l’Azione Sismica secondo la relazione:
VR = VN ×CU
in cui CU, coefficiente d’uso è definito, al variare della classe d’uso, come mostrato nella seguente tabella:
Pertanto il Periodo di riferimento per le opere in progetto, da adottare nei calcoli agli stati limite, risulta il
seguente:
VR = 50 × 1.0 = 50 anni
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• Ko = βs×(amax/g)
• Kv=±0,5×Ko
Con
• βs coefficiente di riduzione dell’accelerazione massima attesa al sito;
• amax accelerazione orizzontale massima attesa al sito;
• g accelerazione di gravità.
Tutti i fattori presenti nelle precedenti formule dipendono dall’accelerazione massima attesa sul sito di riferimento
rigido e dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio.
amax = SS ST ag
• SS (effetto di amplificazione stratigrafica
• ST (effetto di amplificazione topografica).
Questi valori sono calcolati come funzione del punto in cui si trova il sito oggetto di analisi. Il parametro di entrata
per il calcolo è il tempo di ritorno dell’evento sismico (TR) che è valutato come segue:
TR=-VR/ln(1-PVR)
Con VR vita di riferimento della costruzione e PVR probabilità di superamento, nella vita di riferimento, associata
allo stato limite considerato.
Una delle novità dell’NTC è appunto la stima della pericolosità sismica bastata su una griglia di 10751 punti dove
viene fornita la terna di valori ag, Fo, T*C.
SITO DI RIFERIMENTO
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Dati generali
Descrizione: Stresa
Latitudine: 45.89
Longitudine: 8.53
Tipo opera: 2 - Opere ordinarie
Classe d'uso: Classe II
Vita nominale: 50.0 [anni]
Vita di riferimento: 50.0 [anni]
Categoria sottosuolo: C
Categoria topografica: T1
TR
S.L. ag F0 TC*
Tempo ritorno
Stato limite [m/s²] [-] [sec]
[anni]
S.L.O. 30.0 0.16 2.58 0.16
S.L.D. 50.0 0.2 2.55 0.17
S.L.V. 475.0 0.42 2.66 0.28
S.L.C. 975.0 0.51 2.74 0.3
Come previsto dalla normativa le verifiche sono state eseguite considerando i parametri caratteristici dello SLV
(Stato Limite salvaguardia della Vita).
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Affinché una fondazione possa resistere il carico di progetto con sicurezza nei riguardi della rottura generale, per
tutte le combinazioni di carico relative allo SLU (stato limite ultimo), deve essere soddisfatta la seguente
disuguaglianza:
Vd ≤ Rd
Dove Vd è il carico di progetto allo SLU, normale alla base della fondazione, comprendente anche il peso della
fondazione stessa; mentre Rd è il carico limite di progetto della fondazione nei confronti di carichi normali ,
tenendo conto anche dell’effetto di carichi inclinati o eccentrici.
Nella valutazione analitica del carico limite di progetto Rd si devono considerare le situazioni a breve e a lungo
termine nei terreni a grana fine.
R/A’ = (2 + π) cu sc ic +q
Dove:
A’ = B’ L’ area della fondazione efficace di progetto, intesa, in caso di carico eccentrico, come l’area ridotta al cui
centro viene applicata la risultante del carico.
cu= Coesione non drenata.
q= pressione litostatica totale sul piano di posa.
sc= Fattore di forma
sc = 1 + 0,2 (B’/L’) Per fondazioni rettangolari
sc = 1,2 Per fondazioni quadrate o circolari.
ic : Fattore correttivo per l’inclinazione del carico dovuta ad un carico H.
(
i c = 0,5 1 + 1 − H / A' c u )
Per le condizioni drenate il carico limite di progetto è calcolato come segue.
R/A’ = c’ Nc sc ic + q’ Nq sq iq + 0,5 γ’ B’ Nγ sγ iγ
Dove:
N q = e π tan ϕ ' tan 2 (45 + φ ' / 2)
( )
N c = N q − 1 cot φ '
( )
N γ = 2 N q + 1 tan φ '
Fattori di forma
s q = 1 + (B' / L')senφ' per forma rettangolare
s q = 1 + senφ' per forma quadrata o circolare
s γ = 1 − 0,3(B' / L') per forma rettangolare
s γ = 0,7 per forma quadrata o circolare
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( )( )
s c = s q ⋅ N q − 1 / N q − 1 per forma rettangolare, quadrata o circolare.
CEDIMENTI ELASTICI
I cedimenti di una fondazione rettangolare di dimensioni B×L posta sulla superficie di un semispazio elastico si
possono calcolare in base ad una equazione basata sulla teoria dell'elasticità (Timoshenko e Goodier (1951)):
1− µ2 1 − 2µ
∆H = q B ' I + I I (1)
0 Es 1 1 − µ 2 F
dove:
q0 = Intensità della pressione di contatto
B' = Minima dimensione dell'area reagente,
E e µ = Parametri elastici del terreno.
Ii = Coefficienti di influenza dipendenti da: L'/B', spessore dello strato H, coefficiente di Poisson µ,
profondità del piano di posa D;
I coefficienti I1 e I2 si possono calcolare utilizzando le equazioni fornite da Steinbrenner (1934) (V. Bowles), in
funzione del rapporto L'/B' ed H/B, utilizzando B'=B/2 e L'=L/2 per i coefficienti relativi al centro e B'=B e L'=L
per i coefficienti relativi al bordo.
Il coefficiente di influenza IF deriva dalle equazioni di Fox (1948), che indicano il cedimento si riduce con la
profondità in funzione del coefficiente di Poisson e del rapporto L/B.
1 − 2µ
I =I + I
S 1 1− µ 2
1− µ 2
∆H = q B ' I I
0 E S F
S
Per meglio approssimare i cedimenti si suddivide la base di appoggio in modo che il punto si trovi in
corrispondenza di uno spigolo esterno comune a più rettangoli. In pratica si moltiplica per un fattore pari a 4 per
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il calcolo dei cedimenti al centro e per un fattore pari a 1 per i cedimenti al bordo.
Nel calcolo dei cedimenti si considera una profondità del bulbo delle tensioni pari a 5B, se il substrato roccioso si
trova ad una profondità maggiore.
A tal proposito viene considerato substrato roccioso lo strato che ha un valore di E pari a 10 volte dello strato
soprastante.
Il modulo elastico per terreni stratificati viene calcolato come media pesata dei moduli elastici degli strati
interessati dal cedimento immediato.
Per le nuove strutture in progetto sono state previste diverse tipologie di fondazione:
Nella prima combinazione di calcolo (A1+M1+R3) i valori di carico di progetto vengono corretti utilizzando la
seguente tabella, moltiplicando i carichi permanenti e variabili per i diversi coefficienti parziali.
Tabella 6.2.I – Coefficienti parziali per le azioni o per l’effetto delle azioni
Coefficiente
(A1) (A3
CARICHI EFFETTO Parziale EQU
STR (GEO)
γF (o γE)
Favorevole 0,9 1,0 1,0
Permanenti γG1
Sfavorevole 1,1 1,3 1,0
Pemanenti non Favorevole 0,0 0,0 0,0
γG2
strutturali (1) Sfavorevole 1,5 1,5 1,3
Favorevole 0,0 0,0 0,0
Variabili γQi
Sfavorevole 1,5 1,5 1,3
(1)Nelcaso in cui i carichi permanenti non strutturali (ad es. i carichi pemanenti portati) siano compiutamente definiti, si
potranno adottare gli stessi coefficienti validi per le azioni permanenti.
I carichi in fondazione saranno definiti in fase di progettazione esecutiva delle strutture, per cui nella
presente relazione saranno eseguiti i calcoli delle resistenze di progetto, mentre la verifica della
disuguaglianza:
Vd ≤ Rd (Dove Vd è il carico di progetto allo SLU, normale alla base della fondazione, comprendente anche il
peso della fondazione stessa; mentre Rd è il carico limite di progetto della fondazione nei confronti di carichi
normali, tenendo conto anche dell’effetto di carichi inclinati o eccentrici.)
sarà eseguita a seguito della definizione dei carichi di progetto effettivi, così come la verifica dei
cedimenti.
Nella combinazione di calcolo A1+M1+R3 i coefficienti parziali per i parametri geotecnici sono unitari.
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La Resistenza di Progetto (Rd) viene calcolata considerando il coefficiente parziale γR che nella combinazione
A1+M1+R3, risulta pari a 2.3.
Tabella 6.4.I – Coefficienti parziali γR per le verifiche agli stati limite ultimi di fondazioni superficiali
COEFFICIENTE COEFFICIENTE COEFFICIENTE
VERIFICA PARZIALE PARZIALE PARZIALE
(R1) (R2) (R3)
Capacità portante γR = 1,0 γR = 1,8 γR = 2,3
Scorrimento γR = 1,0 γR = 1,1 γR = 1,1
DATI GENERALI
SISMA
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SISMA
Autore: Brinch - Hansen 1970 (Condizione drenata)
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FONDAZIONE B – Plinto
DATI GENERALI
SISMA
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Le medesime norme (cfr. capitolo 7.11.3.4.2 delle N.T.C.), riportano le circostanze in cui tale verifica può essere
omessa:
Nel caso in oggetto è immediatamente verificabile che non risulta verificata la circostanza di cui al punto
2 in quanto i valori di accelerazione massima attesi al sito risultano pari a:
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6. PRESCRIZIONI GENERALI
6.1. SCAVI
La realizzazione delle opere in progetto comporterà l’esecuzione di scavi che presenteranno altezze massime di
circa 3.5 m.
Poiché l’andamento della topografia del sito definisce un dislivello della medesima entità tra il lato di monte del
fabbricato e quello di valle, ne consegue che le altezze massime di scavo corrisponderanno alla porzione di
monte del fabbricato, mentre verso valle (via Massimo d’Azeglio) il piano finale di scavo corrisponderà all’incirca
con l’attuale piano stradale.
E’ quindi evidente che le problematiche connesse all’esecuzione degli scavi si limiteranno ai settori di intervento
che si svilupperanno in corrispondenza della zona sud-occidentale dell’area in adiacenza alla via Cigala Fulgosi a
Sud e alla via Pubblica a Nord, mentre in corrispondeza della facciata principale (via Principe di Piemonte) le
distanze tra il ciglio dello scavo e la viabilità consentiranno di adottare angoli di scarpa inclinati di tutta sicurezza.
Nei tratti adiacenti alla viabilità pubblica dove saranno previsti fronti di scavo di altezza superiore a 2.5-3.0 m
dovrà invece essere valutata in fase esecutiva la necessità di prevedere opere provvisionali per il sostegno dello
scavo atte a garantire la sicurezza delle infrastrutture limitrofe, ad esempio la realizzazione di una paratia di
micropali affiancati e legati con trave di coronamento in c.a., eventualmente ancorata con tiranti provvisionali.
La progettazione e la definizione dei particolari esecutivi delle eventuali opere provvisionali avverrà comunque
nella fase di progettazione esecutiva delle opere.
Anche nei tratti in cui potrà essere previsto lo scavo libero, la stabilità a breve termine degli scavi potrà essere
però messa in crisi in occasione di eventi meteorici intensi ad opera del dilavamento delle acque, soprattutto
qualora i fronti non siano adeguatamente protetti oppure dalla presenza di terreni rimaneggiati o di qualità
geotecnica inferiore rispetto alle attese, per cui dovranno essere sempre valutate puntualmente le caratteristiche
dei materiali e definite di conseguenza le geometrie di scavo.
I materiali stoccati e i fronti di scavo aperti dovranno essere sempre protetti con teli impermeabili al fine di evitare
che il dilavamento ad opera delle acque meteoriche possa favorire fenomeni erosivi sui cumuli e sui fronti di
scavo con sviluppo di flussi indesiderati di miscele di acqua e detriti verso le aree sottostanti, nonché ridurre le
condizioni di stabilità delle scarpate di scavo.
I materiali provenienti dallo scavo, in previsione del successivo trasporto ex situ, dovranno essere stoccati
temporaneamente a distanze adeguate dai cigli superiori degli scavi stessi evitando di determinare sovraccarichi
che potrebbero minare la stabilità delle pareti di scavo.
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7. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Le verifiche geotecniche effettuate sull’intervento in oggetto, considerando i parametri di riferimento e la categoria
di suolo individuata nella Relazione Geologica hanno permesso di verificare le opere utilizzando il metodo degli
stati limite, così come previsto dal D.M. 14/01/2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni).
Dalle elaborazioni effettuate è emerso che le opere di fondazione, in relazione alle caratteristiche dei terreni, alle
caratteristiche sismiche dell’areale, alla classe d’uso ed alle caratteristiche topografiche locali risultano
dimensionate in modo da garantire la salubrità e la sicurezza delle strutture.
Per quanto attiene alle prescrizioni generali, con particolare riferimento alla gestione delle operazioni di scavo e
alle opere di drenaggio e impermeabilizzazione, si rinvia al capitolo precedente.
In fase di progettazione esecutiva, anche a seguito dell’esecuzione degli interventi di approntamento dell’area
(pulizia, taglio vegetazionale), si procederà all’esecuzione degli approfondimenti geognostici necessari per la
validazione delle verifiche preliminari effettuate nella presente Relazione Geotecnica e saranno anche eseguite le
verifiche relative ai cedimenti in funzione degli effettivi carichi di esercizio delle strutture.
I lavori dovranno comunque essere eseguiti a regola d’arte, secondo quanto previsto dal progetto e nel pieno
rispetto delle prescrizioni del D.M. 14/01/08.
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