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1. Generalit
1.1 Quadro normativo
1.2 Finalit delle indagini geotecniche
1.3 Articolazione delle indagini
1.4 Estensione delle indagini
1.5 Mezzi e programmazione delle indagini
1.6 Rappresentazione dei risultati
5. Prove in sito
5.1 Prove penetrometriche
5.1.1 Prove
penetrometriche dinamiche (SPT e DPT)
5.1.2 Prove
penetrometriche statiche (CPT e CPTU)
5.2 Prove scissometriche
5.3 Prove pressiometriche
5.4 Prove di carico su piastra
5.5 Prove dilatometriche
5.6 Prove geofisiche (manca)
7. Monitoraggio
7.1 Misure in sito
7.2 Misure di spostamento
7.3 Misure di forza
Testi consigliati
Ampi accenni al tema delle indagini e delle misure geotecniche sono contenuti
in alcuni testi di carattere generale:
LANCELLOTTA, R. (199X). Geotecnica, McGraw-Hill
VIGGIANI, C. (199X) Fondazioni, Hevelius
Testi pi specifici sullargomento sono invece:
CLAYTON, C.R.I., SIMONS, N.E. & MATTHEWS M.C. (1982). Site Investigation.
Granada Publishing
DUNNICLIFF (1988), Geotechnical instrumentation for monitoring field
performance,
FLORA, A. (1996) Introduzione alle indagini geotecniche. Dalle norme alle
esperienze. Argomenti di Ingegneria Geotecnica, Hevelius
HANNA, T.H. (1973) Foundation Instrumentation. Trans Tech Publications
HVORSLEV, M.J. (1949). Subsurface exploration and sampling of soils for civil
engineering purposes, Waterways Experiment Stations.
JAMIOLKOWSKI, M., LADD, C.C., GERMAINE, J.T., LANCELLOTTA, R. (1985). New
Developments in field and laboratory testing of soils. Theme Lecture,
Proc. XI ICSMFE, S.Francisco, Balkema, 1, 57-153.
LAMBE, T.W. (1951) Soil testing for engineers. John Wiley & sons
ROBB, A.D. (1982) Site investigation. ICE Works Construction Guides, Thomas
Telford.
TANZINI, M. (2002). L'indagine geotecnica, Dario Flaccovio Editore
WELTMAN A.J., HEAD J.M. (1983). Site Investigation Manual. CIRIA, London
1. Generalit
1.1Quadro normativo
La prescrizione fondamentale in materia di indagini contenuta nella normativa
italiana, e cio il D.M. 11.03.88 Norme tecniche riguardanti le indagini sui
terreni e sulle rocce, la stabilit dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri
generali e le prescrizioni per la progettazione, esecuzione e collaudo delle
opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione, stabilisce che:
"[] la progettazione deve essere sempre basata sulla caratterizzazione
geotecnica dei terreni di fondazione, ottenuta a mezzo di rilievi, indagini e
prove. "
Si noti che, diversamente da quanto accade in altri Paesi della Comunit
Europea, le indicazioni sulle indagini geotecniche in Italia sono fornite sotto
forma di Decreto Legge ed hanno, quindi, valore cogente. Tuttavia, le
disposizioni della normativa italiana sono relativamente flessibili mentre si
insiste sulla stretta relazione esistente fra il programma degli accertamenti e
delle prove geotecniche, i criteri di progetto e le modalit esecutive; al
progettista lasciata, in sostanza, larga autonomia nella scelta dellampiezza
e del grado di approfondimento delle indagini.
Un complesso di raccomandazioni pi specifiche contenuto nelle
raccomandazioni pubblicate dallAssociazione Geotecnica Italiana:
AGI (1977) Raccomandazioni sulla programmazione ed esecuzione delle
indagini geotecniche
Nelle normative tecniche di molti Paesi europei sono contenute indicazioni e
raccomandazioni per l'esecuzione delle indagini geotecniche. In Inghilterra,
ad esempio, sono adottati (senza valore di legge) i British Standards, BS:5930
per le indagini in sito e BS:1377 per le indagini in laboratorio; in Germania i
DIN, in Francia gli AFNOR.
Il quadro normativo generale in fase di trasformazione e le diverse
normative nazionali dei Paesi membri dovrebbero infine essere superate
attraverso l'introduzione degli Eurocodici. Le norme relative alla
progettazione geotecnica sono contenute nellEurocodice 7 (EN(V)1997), di
concezione alquanto diversa rispetto alla normativa italiana (DM 11.03.88). In
origine il complesso di norme raggruppate nellEC7 era suddiviso in tre parti:
1 - Norme generali, 2 - Progettazione assistita da prove di laboratorio e
3 - Progettazione assistita da prove in sito. Di recente, si deciso di unificare
le parti 2 e 3 in un unico documento: EC7 Progettazione geotecnica. Parte 2:
Indagini e prove. Di queste due parti solo la prima stata completata ed in
vigore con lo status di pre-norma dal 1994. Essa si affianca alle norme vigenti
nei diversi Paesi membri della Comunit Europea e sar a breve soggetta a
revisione finale, dopodich diventer norma unica di riferimento. La parte 1
dellEC7 contiene le indicazioni generali che il progettista deve rispettare, e
definisce i meccanismi critici da considerare ed il modo in cui si deve
affrontare il progetto. Tra altre novit, quali il progetto agli stati limite, la
definizione di valori caratteristici delle azioni e delle resistenze, lintroduzione
di coefficienti di sicurezza parziali, la parte 1 degli Eurocodici definisce anche
le categorie geotecniche, come segue:
- Categoria 1. Strutture di modeste dimensioni per le quali sia possibile
garantire il rispetto dei requisiti fondamentali definiti dallEurocodice sulla
base dellesperienza e di indagini geotecniche di tipo qualitativo: case
semplici a 1/2 piani con carico massimo di 250 kN per pilastro e di 100 kN
per metro di parete, muri ed opere di sostegno con altezza di ritenuta non
superiore a 2 m, piccoli scavi per opere di drenaggio, messa in opera di
tubazioni interrate e simili;
- Categoria 2. Tipi convenzionali di strutture e fondazioni che non presentino
rischi notevoli per situazioni geotecniche o carichi eccezionali: fondazioni
superficiali, fondazioni su pali, opere di sostegno, scavi, pile e spalle di
ponti, rilevati, sistemi di ancoraggio, gallerie in roccia dura non fratturata
senza requisiti di impermeabilit e simili;
- Categoria 3. Tutte le strutture (o parti di struttura) non contemplate nelle
due categorie precedenti, cio strutture non usuali, o di notevoli dimensioni,
che debbano essere costruite su terreni particolarmente difficili o in zone
altamente sismiche: dighe, scavi a molti livelli sotterranei, edifici con
carichi eccezionali, grandi ponti, gallerie e simili.
Nella parte 1 dellEurocodice, invece, non ci sono indicazioni su come trattare
i dati provenienti dalle prove di laboratorio o in sito. A questo argomento sar
dedicata la parte 2 dellEC7: EN(V) 1997-2 EC7: Geotechnical design Part 2
Ground investigation and testing, che dovr fornire i requisiti essenziali delle
apparecchiature e delle procedure di prova, i requisiti essenziali per la
presentazione dei risultati, le procedure di interpretazione dei parametri
ricavati dalle prove, ed alcuni esempi su come ricavare da questi i parametri
di progetto.
Si occupano, infine, di indagini e misure geotecniche numerosi comitati
tecnici dell'International Society for Soil Mechanics and Geotechnical
Engineering (ISSMGE): TC10: Geophysical testing in Geotechnical
engineering; TC11: Ground properties from in-situ testing; TC29: Laboratory
stress strain strength testing of geomaterials.
2.2Perforazioni di sondaggio
Con il termine "sondaggio" si indica una perforazione del terreno effettuata a
scopo di indagine utilizzando una macchina denominata "sonda".
Le principali finalit dei sondaggi sono:
(a) il riconoscimento della stratigrafia;
(b)il prelievo di campioni indisturbati per la determinazione delle
caratteristiche fisiche e meccaniche;
(c) il raggiungimento di una determinata profondit alla quale condurre prove
in sito
(d) l'installazione di strumenti di misura (assestimetri, inclinometri,
piezometri)
Si distingue tra:
(a) perforazioni a distruzione, con lo scopo di raggiungere una determinata
profondit, sono eseguite con strumenti (e.g.: scalpelli, triconi) che
disgregano il terreno
(b) perforazioni con carotaggio continuo che consentono il riconoscimento dei
litotipi presenti mediante il recupero di colonne di terreno dette carote
Il diametro dei fori di sondaggio varia tra 15 e 30 cm; con i sondaggi
possibile raggiungere profondit superiori a 100 m.
I sondaggi a carotaggio continuo possono ancora essere divisi in sondaggi:
(a) geognostici consentono la definizione del profilo stratigrafico e delle
condizioni idrauliche nel sottosuolo; i campioni che sono prelevati con i
normali utensili di perforazione sono delle classi Q1 e Q2 (vedi seguito)
(b) geotecnici oltre alle informazioni riguardanti il profilo stratigrafico
prevedono il prelievo di campioni indisturbati per prove di laboratorio
(classe Q4 e Q5) e/o l'esecuzione di prove in sito (prove penetrometriche
dinamiche SPT, scissometriche, ecc.)
A seconda delle tecniche di perforazione si distingue infine in sondaggi a
percussione e sondaggi a rotazione.
2.2.1 Perforazioni a percussione
La tecnica consiste nella disgregazione del terreno per mezzo dell'azione
battente di un utensile di perforazione sollevato da un argano mediante funi e
lasciato cadere al fondo del foro, vedi Figura 9.
Questo tipo di perforazione usato quasi esclusivamente per
l'attraversamento di terreni non coesivi a grana grossa. La profondit ed il
diametro del foro dipendono dal tipo di utensile utilizzato, dalla energia durto
e dal tipo di terreno attraversato. Il sostegno delle pareti del foro affidato
ad un tubo metallico di rivestimento.
Gli utensili impiegati sono:
(a) curetta o "sonda a valvola", tubo pesante di grosso spessore, dotato di
tagliente all'estremit inferiore e di valvola a sportello per la
ritenzione del detrito, vedi Figura 10. Per facilitare il
riempimento della curetta e l'avanzamento della perforazione il
foro mantenuto pieno d'acqua.
(b) scalpello per perforazione a distruzione nell'attraversamento di strati
lapidei, vedi Figura 11. L'estrazione del detrito viene eseguita
mediante benna (Figura 12) o curetta.
Il diametro usuale dei fori di 200-400 mm; le lunghezze massime
raggiungibili sono di 50-60 m
I vantaggi dei sondaggi a percussione sono il loro basso costo e la semplicit
di esecuzione. Gli svantaggi risiedono nel disturbo arrecato al terreno in
posto (in terreni incoerenti processi di sifonamento a fondo foro prodotti
durante la fase di estrazione della curetta, vedi Figura 13) che rende
impossibile il prelievo di campioni di buona qualit a fondo foro. Poich la
perforazione eseguita in presenza dacqua, immessa nel foro o proveniente
dalla falda, i materiali estratti sono dilavati, con perdita della frazione fina. Il
materiale estratto dal foro, inoltre, risulta completamente rimaneggiato, il che
rende difficile ricavare indicazioni anche solo sulla presenza e sulla posizione
di eventuali contatti stratigrafici.
2.2.2 Perforazioni a rotazione
La disgregazione del materiale affidata ad un utensile di perforazione che
soggetto ad un movimento combinato di rotazione e traslazione (avanzamento)
trasmesso dall'equipaggio mobile (mandrino) della sonda mediante una
batteria di aste, vedi Figura 14.
Gli utensili impiegati sono:
(a) perforazione a distruzione
scalpelli
a lame
scalpelli
a rulli
(bi- etri- coni) 50 150 mm vedi
Figure
15e16
trivelle
(b) perforazione con carotaggio continuo
carotiere
semplice
carotiere
a doppia
parete
80 110 mm
carotierewire- line
Con l'eccezione della perforazione con trivelle, l'estrazione del detrito di
perforazione, contemporanea alla fase di perforazione vera e propria,
affidata alla circolazione di fluidi (acqua o fango bentonitico), immessi nel foro
attraverso le aste (circolazione diretta) o lungo le pareti (circolazione inversa),
che svolgono anche le importanti funzioni di raffreddamento dell'utensile di
scavo e di sostegno delle pareti del foro. La perforazione senza circolazione di
fluido (a secco) possibile solo per brevi tratti e provoca un forte
essiccamento del terreno per effetto del riscaldamento prodotto dalla
rotazione della corona.
Lutensile di perforazione pi semplice consiste in un tubo di acciaio
(carotiere) la cui estremit inferiore munita di una corona tagliente
provvista di elementi di metallo duro. Nella perforazione con carotaggio
continuo il fluido di circolazione disturba il campione di terreno prelevato
all'interno del carotiere (carota) che pertanto non pu essere utilizzato per
l'esecuzione di prove meccaniche di laboratorio.
Una manovra consiste nel procedere con la perforazione fino a riempire di
terreno il carotiere (generalmente della lunghezza di qualche metro) e
riportarlo quindi in superficie; necessario adattare la tecnica di perforazione
alla natura del terreno mediante una scelta appropriata del tubo carotiere e
della corona, della velocit di rotazione e della spinta della portata e pressione
del fluido di circolazione.
Il carotiere semplice (vedi Figura 17) d risultati soddisfacenti in terreni
coesivi consistenti
Talvolta per ridurre il disturbo arrecato alla carota viene impiegato a secco,
cio senza circolazione di fluidi. Il riscaldamento prodotto per attrito
sull'utensile tagliente disturba comunque le caratteristiche fisico-meccaniche
del materiale. Inoltre l'attrito tra la parete interna del carotiere e la superficie
esterna della carota provoca in quest'ultima una sollecitazione di torsione che
produce notevoli distorsioni del materiale
Il carotiere a doppia parete (vedi Figure 18 e 19) fornisce risultati
soddisfacenti in quasi tutti i tipi di terreno con la sola eccezione dei terreni
incoerenti a grana grossa.
Le azioni di disturbo esercitate dal fluido di circolazione e dal movimento
rotatorio dell'utensile sono ridotte al minimo grazie alla presenza del tubo
interno che ruota liberamente rispetto alla parete esterna ed isola il materiale
dal fluido di circolazione. Le azioni di disturbo sono ancora significative in
corrispondenza della corona tagliente perch in genere la scarpa del tubo
interno arretrata rispetto a quella della parete esterna. In casi particolari
(terreni coesivi molto teneri) possibile utilizzare carotieri doppi con scarpa
interna avanzata rispetto al tagliente esterno.
Un altro sistema di perforazione il cosiddetto wire-line. Inizialmente nato
per la perforazione a carotaggio continuo in roccia, successivamente stato
modificato per lesecuzione di sondaggi in terreni di qualsiasi natura. E
costituito essenzialmente da:
- una batteria di aste di perforazione (o colonna di rivestimento) entro le quali,
nella parte bassa terminale, ricavata una sede per il carotiere o lutensile di
perforazione in genere;
- un carotiere o un altro utensile di perforazione che scorre allinterno delle
aste di perforazione e possiede un sistema di aggancio che lo rende solidale
alle aste, sia in termini di rotazione che di spinta.
Nellintercapedine fra la parete esterna del carotiere e la parete interna delle
aste scorre il fluido di circolazione, che ha il compito di lubrificare il foro ed
asportare i detriti di perforazione. A seconda del tipo di terreno vi possono
essere diversi tipi di carotiere (a testa fissa, pi o meno sporgenti
dallestremit delle aste, a doppia parete, ecc) o al posto del carotiere pu
essere calato dentro la batteria di aste un utensile disgregatore (trilama o
scalpello a rulli). Lutensile calato entro la batteria di aste e recuperato
mediante un sistema a fune (da qua il nome wire-line) che ha allestremit un
pescatore, conformato in modo tale da permettere le operazioni di aggancio-
sgancio.
Le operazioni di perforazione wire-line (con carotiere) sono le seguenti:
- il mandrino della sonda applica rotazione e spinta (variabile a seconda del
tipo di terreno) alla batteria di aste, entro la quale posizionato il carotiere (la
cui conformazione dipende dal tipo di terreno); generalmente vi circolazione
di acqua entro la batteria di aste che fuoriesce dalla parte terminale
generalmente senza interferire con linterno del carotiere in quanto questo
fuoriesce dalle aste e lacqua scorre allesterno;
- una volta eseguito il carotaggio per il tratto desiderato la testa di rotazione
della sonda si sposta e viene calato dentro la batteria di aste il pescatore
che aggancia il carotiere e lo recupera;
- la carota viene estratta dal carotiere, che viene pulito e preparato per
loperazione successiva eventualmente sostituendone la parte terminale per
una migliore qualit di carotaggio;
- il carotiere viene calato entro la batteria di aste tramite il pescatore e una
volta arrivato in sede automaticamente si aggancia alla batteria di aste ed
pronto per una nuova manovra di carotaggio; viene aggiunta unasta e si
riprende la perforazione;
La Tabella III elenca le principali caratteristiche dei vari tipi di perforazione
fornendo indicazioni per la scelta del metodo pi adatto in relazione al terreno
che si intende attraversare, alla profondit che si intende raggiungere e alle
caratteristiche delle carote che si intende prelevare.
Ogni foro di sondaggio, ultimata lindagine, deve essere debitamente richiuso,
procedendo ad un sistematico intasamento dal fondo verso la superficie. Nei
fori tubati, lintasamento vene svolto in concomitanza con lestrazione dei tubi
di rivestimento provvisorio. A seconda dei casi, lintasamento pu essere
attuato con iniezione di malte cementizie, di miscele cementizie addizionate di
bentonite ed argilla, con immissione di sabbia agevolata con flusso dacqua, o
con materiali di risulta, se non vi sono controindicazioni.
Ogni perforazione di sondaggio deve essere ubicata topograficamente,
riportando la sua posizione ad un sistema di riferimento noto. Durante la
perforazione, il sondatore dovr annotare le profondit, rispetto al piano di
campagna, alle quali si hanno i cambiamenti di natura del terreno; se i limiti
di passaggio da un livello allaltro non sono netti, dovr essere indicata la zona
di transizione. Le quote di venuta dacqua e di livello stabilizzato della falda
saranno registrate, indicando anche lora del rilevamento e le operazioni in
corso al momento del rilevamento. Vanno, inoltre, registrate le perdite
dacqua che si verifichino nel corso della perforazione gli eventuali rifluimenti
al fondo o franamento delle pareti e la presenza di cavit.
Un esempio delle informazioni che bisogna fornire al committente per ogni
foro illustrato in Figura 18. Esse devono contenere la denominazione del
cantiere, del committente e dellimpresa esecutrice; la posizione plano-
altimetrica del sondaggio, la sua inclinazione rispetto alla verticale ed il suo
orientamento; le date di inizio e fine perforazione; il profilo stratigrafico del
foro; i metodi di perforazione utilizzati, le caratteristiche dellattrezzatura di
perforazione e del carotiere, indicazioni sulla velocit e la spinta di
avanzamento; il diametro del foro; i provvedimenti adottati per la sua
stabilizzazione; la profondit di prelievo di campioni indisturbati, la
percentuale di carotaggio; la profondit ed il tipo delle falde e la quota di
stabilizzazione dellacqua nel foro; eventuali franamenti delle pareti,
rifluimenti dal fondo, cavit, perdite dellacqua o fango di circolazione;
eventuali prove eseguite e loro profondit; avvenimenti particolari verificatesi
durante la perforazione e condizioni metereologiche; localit di deposito dei
campioni, persona o Ente al quale sono stati consegnati e data di consegna.
Perch le pareti dello scavo siano stabili occorre, inoltre, che risulti:
1 sin'
'h K a'v 'v
1 sin'
e cio:
1 sin'
f zf wzw z - wzw
1 sin'
Il cerchio di Mohr delle tensioni totali passa per lorigine del piano di Mohr.
Le pareti sono stabili finch il diametro del cerchio non pari a due volte la
coesione non drenata del terreno:
v h 2cu
4.1 Generalit
4.2 Classificazione ed identificazione, stato
4.3 Compressibilit: la prova edometrica
4.4 Resistenza: la prova di taglio diretto e la prova triassiale
4.5 Permeabilit: permeametro a carico costante e a carico variabile,
edometro
4.6 Rigidezza a piccole deformazioni: prove di colonna risonante, bender
elements
4.7 Altre prove
5. Prove in sito
Per la determinazione del profilo stratigrafico del sottosuolo e delle
caratteristiche meccaniche dei terreni presenti, le prove in sito costituiscono
un utile complemento alla sperimentazione in laboratorio su campioni di
terreno indisturbati. Una disanima dei vantaggi e degli svantaggi delle prove
di laboratorio elencata di seguito.
Vantaggi:
1. non necessario il prelievo di campioni. A tale riguardo le prove in sito
sono spesso l'unica fonte di informazioni disponibili per caratterizzare il
comportamento meccanico dei terreni incoerenti per i quali il prelievo di
campioni indisturbati impossibile;
2. maggiore rapidit di esecuzione;
3. minore costo specifico (soprattutto per quanto riguarda le prove
penetrometriche e scissometriche). Ci rende possibile investigare un
numero molto elevato di verticali con una spesa notevolmente inferiore
a quella necessaria per eseguire un uguale numero di sondaggi con
prelievo di campioni indisturbati da inviare al laboratorio (questo
vantaggio non si applica a prove "speciali" come le prove
pressiometriche e le prove di carico su piastra);
4. possibilit di indagare un volume di terreno superiore a quello
corrispondente ad un campione di laboratorio, con le sue peculiarit
macrostrutturali;
5. con alcune attrezzature possibile ottenere la registrazione continua
con la profondit di parametri che mettono in luce la presenza di
caratteri stratigrafici come intercalazioni, lenti di materiali di diversa
permeabilit, passaggi di strato.
Svantaggi:
1. forniscono un quadro relativamente limitato delle caratteristiche
meccaniche del materiale (ad esempio, non possibile ottenere
informazioni sulle caratteristiche di resistenza e deformabilit in
tensioni efficaci di un terreno coesivo da prove penetrometriche);
2. a differenza della maggior parte delle prove di laboratorio convenzionali,
le prove meccaniche in sito sollecitano il terreno in maniera
disomogenea, con percorsi di tensione e deformazione diversi da punto a
punto, e con rotazione delle direzioni principali di tensione.
L'interpretazione della risposta meccanica del terreno alle sollecitazioni
imposte richiede pertanto la risoluzione di un problema ai limiti di
complessit spesso proibitiva;
3. per procedere alla interpretazione dei risultati necessario introdurre
ipotesi sul legame tensioni-deformazioni del materiale (ad es.: mezzo
rigido plastico perfetto, mezzo elastico lineare isotropo, mezzo elasto-
plastico perfetto, etc.);
4. nelle prove in terreni coesivi sussiste sempre una incertezza riguardo le
effettive condizioni di drenaggio (condizioni non drenate, consolidazione
parziale, condizioni non drenate), legata alle caratteristiche di
permeabilit e rigidezza del deposito e alla localizzazione di potenziali
recapiti drenanti.
5. il grado di disturbo prodotto dallinserimento dello strumento di misura
talvolta molto elevato.
Per i motivi di cui ai punti 2, 3 e 5 della lista degli svantaggi, l'interpretazione
delle prove in sito spesso basata su correlazioni empiriche (per esempio:
interpretazione delle prove penetrometriche dinamiche).
Un esame analogo dei vantaggi e svantaggi delle prove di laboratorio
porterebbe a concludere che le prove in sito e quelle di laboratorio debbano
essere considerate complementari e non alternative e che solo praticandole in
parallelo il progettista pu arrivare ad una sufficiente determinazione del
modello di sottosuolo.
2
1 ' 100 persabbie fini
CN v0
3
persabbie
grosse
2 'v0 100
vale la relazione riportata nella tabella che segue:
D 2L
D3
Mh cu,hrdAh cu,hr2drd cu,h
Ah 0 0 12
Si noti che si implicitamente assunto che lo sforzo di taglio lungo le basi sia
uniforme e pari a cu,h, congruentemente con l'ipotesi di mezzo rigido plastico
perfetto.
In definitiva:
D2 D3
M Lcu,v cu,h
2 6
Introducendo il grado di anisotropia, R = cu,v/cu,h, si ha:
D2 D3 3D2 LR D3 D2
M LRcu,h cu,h cu,h 3LR D cu,h
2 6 6 6
e, quindi:
6M 1 6M 1
cu,h
D2 3LR D D3 3R L D 1
cu,v Rcu,h
E
p
w
p
B1 2 I1 I 2 B1 2 I
w
In cui B una dimensione caratteristica della piastra, p il carico unitario
applicato, w il cedimento misurato, I1 un coefficiente di influenza che
dipende dalla forma della fondazione e dallo spessore dello strato deformabile,
e I2 un coefficiente correttivo compreso tra 0.85 e 1 che dipende dalla
profondit del piano di posa della piastra.
I risultati di prove di carico su piastra sono talvolta utilizzati per ottenere
valori della costante di sottofondo, k, per il calcolo delle caratteristiche della
sollecitazione nelle strutture di fondazione utilizzando il metodo di Winkler.
Nel modello di Winkler il terreno assimilato ad un letto di molle elastiche
indipendenti o meglio ad un liquido di peso specifico k nel quale la fondazione
galleggi; in altre parole si ammette che esista una relazione lineare tra il
cedimento in un punto della superficie limite e la pressione agente nello stesso
punto, indipendentemente dal valore della pressione in altri punti della
superficie limite:
p kw
w
p
E
b1 2 I
w
p
E
B1 2 I
Si ha allora:
k w bI
k w BI
Dalla quale tenendo conto dei valori dei coefficienti relativi al quadrato o
cerchio e striscia indefinita, si ottiene:
b
k k
1.5B
In un terreno a grana grossa, invece, per l'aumento dello stato di tensione
efficace, la rigidezza aumenta con la profondit e il cedimento cresce con
legge meno che lineare con la dimensione in pianta della fondazione e tende
ad un valore asintotico al tendere ad infinito della dimensione B. Un
comportamento di questo tipo pu essere modellato con il cosiddetto mezzo
alla Gibson, cio semispazio elastico con modulo di Young crescente
linearmente con la profondit. Ai fini della valutazione di k si pu utilizzare la
relazione empirica proposta da Terzaghi e Peck (1948):
2
2B
w w
B b
che porta ad un valore asintotico di w = 4w1 per B che tende all'infinito e
assume che non vi sia una significativa dipendenza del cedimento dalla forma
in pianta della fondazione. Si ha allora:
2
B b
k k
2B
Si ricorda che il modello di Winkler non coincidente con quello del
semispazio elastico. un modello molto povero (una sola costante elastica, k,
mentre anche nel pi scemo dei semispazi elastici quello isotropo ci
vogliono almeno due costanti elastiche E e , K e G, e per descrivere il
legame costitutivo), qualche volta i risultati di un calcolo fatto con Winkler
possono essere molto fuorvianti. Discutere in aula l'esempio del serbatoio
circolare calcolato con Winkler e con il semispazio elastico.
5.5 Prove dilatometriche
Le prove dilatometriche si eseguono con il dilatometro piatto (o dilatometro
Marchetti, dal nome del collega Universit dell'Aquila che lo ha inventato).
La prova consiste nella dilatazione, mediante invio di gas in pressione, di una
membrana piana di forma circolare del diametro di 60 mm, situata sulla faccia
di una lama di spessore pari a 14 mm e larghezza pari a 95 mm, che viene
infissa nel terreno con procedura identica a quella delle prove
penetrometriche statiche. La penetrazione della lama viene arrestata ogni
200 mm per eseguire la prova, che viene effettuata non appena raggiunta la
quota desiderata, senza tempi di attesa.
Durante la prova si misurano la pressione corrispondente al primo
spostamento della membrana e quella corrispondente ad uno spostamento
prefissato di 1.1 mm. Una serie di correlazioni empiriche consente di ottenere
informazioni sulla stratigrafia del terreno sulla storia tensionale del deposito e
sulle caratteristiche di deformabilit e resistenza.
Per la valutazione del coefficiente di spinta a riposo K0 con prove
dilatometriche in terreni coesivi (non cementati), si pu procedere come
segue:
1. si determina la pressione p0 corrispondente all'inizio del moto della
membrana, segnalato dall'interruzione di un segnale elettrico
(membrana verticale);
2. si determina la pressione p1 necessaria all'espansione della membrana
per un tratto pari ad 1.1 mm, ance questa espansione segnalata dalla
chiusura di un contatto elettrico;
3. si calcola l'indice di sforzo laterale:
p0 u 0
KD
'v 0
correlabile in modo empirico a K0.
In numerosi depositi argillosi normalmente consolidati si osservato che KD
2, mentre in argille fortemente sovraconsolidate KD 2. In alcune sezioni di
pendii instabili in depositi argillosi sovraconsolidati caratterizzati da valori di
KD = 5 10, sono state individuate zone di spessore compreso tra 0.5 1.0 m
con valori di KD 2. La diminuzione di KD stata associata alla presenza di
materiale rimaneggiato appartenete ad una zona (o banda) di scorrimento. Il
profilo di KD pu essere allora adoperato per individuare zone di taglio facenti
parte di superfici di scorrimento di frane avvenute; se si investigata pi di
una verticale, si pu giungere alla ricostruzione della o delle superfici di
scorrimento. Si noti che il fatto che la diminuzione di KD sia associata alla
presenza di materiale rimaneggiato per scorrimento solo un'ipotesi; i
risultati sono incoraggianti ma non sono sufficienti per essere considerati di
validit generale; necessario confrontare i risultati ottenuti con prove
dilatometriche con quelli di altri metodi che consentono di individuare la
superficie di scorrimento in modo pi certo (in clinometri, osservazione
diretta, etc.).
Si calcolano anche lindice di materiale:
p p
IDMT 1 0
p0 u0
che viene messo in relazione alla natura del materiale nel quale si eseguita
la prova, ed il modulo dilatometrico:
EDMT 34.7(p1 p0 )
Il rapporto tra la perdita di carico, h, tra due punti e la lunghezza del tratto
in cui essa si realizza, L, detto gradiente idraulico, i = h/L = grad h. Nel
caso di moto laminare la velocit di flusso attraverso un mezzo poroso pu
essere legata al gradiente idraulico attraverso la relazione sperimentale di
d'Arcy (1856):
v =- k i
g
kij =kpij
dove kPij, coefficiente di permeabilit intrinseca, caratteristico del mezzo poroso e e sono la
densit e la viscosit del fluido filtrante. Poich la densit e la viscosit del fluido filtrante sono
funzioni della temperatura il valore della permeabilit viene in genere riportato a quello
corrispondente alla temperatura di 20C tramite la relazione:
k20= T 20 kT
20 T
Ne consegue:
w n +div w v =0
Vt t
Poich l'integrale deve risultare nullo per ogni Vt, deve essere:
w n +div w v =0
t
sostituendo:
n
div - k grad
h =-
t
Nelle ipotesi di completa saturazione del mezzo e di incompressibilit dei
granuli:
n=- v con v =tr = x + y + z
da cui possibile ricavare k (si noti che questo valore del coefficiente di
permeabilit praticamente kh).
In un acquifero non confinato per ottenere la massima depressione della
superficie piezometrica sufficiente predisporre una sezione filtrante nella
parte inferiore del pozzo la cui lunghezza sia pari alla met o a un terzo dello
spessore dellacquifero. Il moto di filtrazione ha nuovamente carattere non
stazionario e la portata dacqua emunta dal pozzo scaturisce dai tre
meccanismi di espansione dellacqua dovuta alla riduzione di pressione,
compressione dello scheletro solido e abbassamento della superficie freatica.
La prova di pompaggio in un acquifero non confinato costituisce un problema
di filtrazione a frontiera mobile estremamente complicato. In pratica, per
linterpretazione ci si riconduce a circostanze alle quali applicabile lipotesi
di Dupuit (equipotenziali verticali, linee di flusso radiali e orizzontali) e in tal
caso, per tempi sufficientemente lunghi e a distanze non eccessive dal pozzo si
pu dimostrare che si instaura una condizione di filtrazione quasi stazionaria.
In condizioni stazionarie e nelle ipotesi di Dupuit, risulta:
dh
Q 2r h v 2r h k
dr
separando le variabili:
dr 2k
hdh
r Q
da cui possibile ricavare k (si noti che anche questo valore del coefficiente di
permeabilit praticamente kh).
Ricordando che:
Q FkH e y H 0 H e quindi dy dH
risulta:
FkHdt AdH
separando le variabili:
dH Fk
dt
H A
Si osserva che il rapporto:
A
T
Fk
Ha le dimensioni fisiche di un tempo e viene detto tempo di ritardo
fondamentale del piezometro. Esso dipende sia dalle caratteristiche del
piezometro, attraverso il rapporto A/F, sia dal coefficiente di permeabilit del
terreno in cui esso inserito.
Sostituendo l'espressione di T ed integrando si ottiene:
H
e t T
H0
il cui valore pari a zero per H/H 0 =1 (e cio all'inizio del periodo di
equalizzazione) e tende ad uno al crescere del tempo. Il tempo necessario ad
ottenere E=1 teoricamente infinito. In pratica si definisca tempo di
equalizzazione di un piezometro, il tempo necessario per ottenere E=0.95,
cio:
A
t95 ln0.05 3T
Fk
Se invece di un piezometro a tubo aperto si ha a che fare con un qualunque
altro tipo di piezometro idraulico a tubo chiuso o con una cella piezometrica,
in luogo dell'area A del piezometro bisogna inserire il prodotto tra la
deformabilit volumetrica della cella ed il peso dell'unit di volume dell'acqua:
A V w
e cio:
V w
t95 3
Fk
In clinometri
Gli spostamenti orizzontali che precedono o accompagnano i movimenti franosi vengono misurati
mediante appositi tubazioni flessibili, tubi inclinometrici, collocati verticalmente nel terreno. Le
indagini vengono eseguite calando nei tubi uno strumento (inclinometro) contenente nel suo interno
un pendolo, che indica le deviazione rispetto alla verticale.
Si esegue una prima lettura ad intervalli di quota minimi e si conducono poi successive rilevazioni
per individuare le variazioni verificatesi nellinclinazione alle medesime quote.Tali variazioni
possono essere integrate per determinare le inflessioni intervenute nel periodo di tempo
intercorrente tra due serie di letture. La precisione delle rilevazioni non dipende tanto dalla
sensibilit dello strumento usato quanto piuttosto dalla circostanza che le diverse serie di letture
siano state o meno eseguite alle medesime profondit e col medesimo orientamento
dellapparecchiatura.
Il dispositivo comunemente usato per soddisfare le suddette condizioni consiste in un tubo scanalato
(dotato di 4 scanalature) internamente, nel quale sono eseguite le osservazioni per mezzo della
sonda inclinometrica. Tale sonda costituita da un pendolo la cui punta crea un contatto su una
bobina e la divide in due resistenze in modo da formare la met di un ponte di Wheatstone; laltra
met, contenuta in una scatola di controllo portatile superficiale (unit di superficie), include un
potenziometro di precisione le cui letture sono direttamente proporzionali alla inclinazione dello
strumento rispetto al pendolo.
Lo strumento viene guidato nella discesa da quattro ruote molleggiate e complanari al piano del
pendolo, che viaggiano nelle scanalature del tubo di rivestimento. Questultimo infatti, avente
diametro di circa 2,5 pollici e realizzato in materiale plastico (oppure di alluminio anodizzato o di
vetroresina), possiede al suo interno due coppie di scanalature ruotate di 90 luna rispetto allaltra,
che consentono di orientare lo strumento.
La deformazione del tubo viene determinata eseguendo le misure nei due piani perpendicolari.
Lo strumento, in definitiva, concepito per misurare solamente movimenti del terreno normali
all'asse del sondaggio (nel caso generale di sondaggi subverticali, i movimenti rilevabili sono solo
quelli orizzontali). La sonda inclinometrica, in definitiva, pu rilevare l'andamento degli
spostamenti lungo l'asse del sondaggio in modo completo e dettagliato e pu essere usata per
localizzare i movimenti del terreno, ovunque essi abbiamo luogo. Le sonde inclinometriche possono
anche essere collegate in serie lungo la verticale mediante un cavetto dacciaio, inserito allinterno
del tubo inclinometrico verticale e ivi lasciate in posizione FISSA (INCLINOMETRI FISSI).
Gli inclinometri fissi trovano applicazione nei casi in cui si abbia lesigenza di eseguire misure in
continuo oppure a distanza.