Sei sulla pagina 1di 72

Analisi energetica

del sistema edificio-impianto


della biblioteca di Ingegneria dell’Università
degli Studi di Firenze.

Docenti
Prof. Ing. Andrea Rocchetti
Ing. Luca Socci

Studenti
Chiara Chiavarini

Anno Accademico 2020/2021


INDICE

1. INTRODUZIONE 5

2. QUADRO NORMATIVO 6

2.1. NORME INTERNAZIONALI 6


2.2. NORME NAZIONALI 6
2.3. RIFERIMENTI LEGISLATIVI 7

3. TERMOFISICA DELL’EDIFICIO 8

3.1. METODO QUASI - STAZIONARIO 9


3.2. METODO DINAMICO 9

4. SOFTWARE DI PROGETTAZIONE 10

4.1 DESIGNBUILDER 10

5. IL CASO STUDIO 11

5.1. INQUADRAMENTO STORICO ED URBANISTICO 11


5.2. DESCRIZIONE GENERALE DELL’EDIFICIO 12
5.3. LA STRUTTURA 12
5.4. L’IMPIANTO 13
5.5. MODELLAZIONE 13
5.5.1 PARETE PERIMETRALE 14
5.5.2 PARETI INTERNE 15
5.5.3 SOLAIO INTERPIANO 17
5.5.4 CONTROSOFFITTO IN LEGNO CASSETTONATO 18
5.5.5 COPERTURA A FALDE 19
5.5.6 COPERTURA PIANA 21
5.5.7 INFISSI 22
5.5.8 LOCALI ED ATTIVITÀ 22
5.5.9 PARAMETRI DI PROGETTO 24

6. ANALISI ENERGETICHE E DETERMINAZIONE DEI CARICHI DI PROGETTO 30

6.1 PROGETTO DI RISCALDAMENTO 30


6.2 PROGETTO DI RAFFRESCAMENTO 31
6.3 SIMULAZIONE DINAMICA 32
6.3.1 SIMULAZIONE DINAMICA - ANNUALE 33
6.3.2 SIMULAZIONE DINAMICA – SETTIMANA TIPO INVERNALE 34
6.3.3 SIMULAZIONE DINAMICA – SETTIMANA TIPO ESTIVA 35

7. SCELTE PROGETTUALI 37

7.1. PROGETTAZIONE IMPIANTO DI TRATTAMENTO ARIA 38


7.1.1. INDIVIDUAZIONE DEI TRATTAMENTI TERMOFISICI DELL’ARIA NECESSARI 40
7.1.2. SELEZIONE CENTRALE TRATTAMENTO ARIA 48
7.1.3. SELEZIONE CENTRALE TERMICA E FRIGORIFERA 50
7.2. RETI DI DISTRIBUZIONE 52
7.2.1. RETE AERAULICA 52
7.2.2. RETE DI ALIMENTAZIONE BATTERIE UTA 62

8. CONSIDERAZIONI FINALI 68
1. Introduzione
Il presente lavoro tratta la valutazione energetica della sede della biblioteca di Ingegneria
dell’Università degli Studi di Firenze, sita in Via Santa Marta.
Una volta reperito il materiale necessario, tramite software specifici, si è proceduto con la
definizione di un modello energetico volto ad individuare i carichi termici dell’edificio, sia in regime
estivo sia in regime invernale, con lo scopo di trovare una soluzione impiantistica per l’edificio oggetto
di studio, atta a garantire le condizioni di comfort termo-igrometrico e di IAQ (Indoor Air Quality), per
un miglior IEQ (Indoor Environmental Quality).
2. Quadro normativo
Per la determinazione della prestazione energetica del sistema edificio – impianto è stato necessario
fare riferimento alle seguenti norme:

2.1. Norme Internazionali


 UNI CEI EN 16247-1:2012 – Diagnosi energetiche - Parte 1: Requisiti generali.

 UNI CEI EN 16247-2:2014 – Diagnosi energetiche - Parte 2: Edifici.

 UNI EN ISO 52016-1:2018 – Prestazione energetica degli edifici - Fabbisogni energetici per
riscaldamento e raffrescamento, temperature interne e carichi termici sensibili latenti - Parte 1:
Procedure di calcolo.

 UNI EN ISO 8996:2005 – Ergonomia dell’ambiente termico - Determinazione del metabolismo


energetico.

 UNI EN ISO 7730:2006 – Ergonomia degli ambienti termici - Determinazione analitica e


interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di
benessere termico locale.

 UNI EN ISO 9920:2009 – Ergonomia dell’ambiente termico - Valutazione dell’isolamento termico


e della resistenza evaporativa dell’abbigliamento.

 UNI EN 12464-1:2011 – Luce e illuminazione - Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti
di lavoro in interni.

 UNI EN 13779:2008 – Ventilazione degli edifici non residenziali - Requisiti di prestazione per i
sistemi di ventilazione e di climatizzazione.

2.2. Norme Nazionali


 UNI 10339:1995 – Impianti aeraulici ai fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti.
Regole per la richiesta d'offerta, l'offerta, l'ordine e la fornitura.

 UNI/TS 11300-1:2014 – Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del


fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale.

6
 UNI/TS 11300-2:2019 – Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del
fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione
di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l'illuminazione in edifici non residenziali.

 UNI/TS 11300-3:2010 – Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3: Determinazione del


fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva.

2.3. Riferimenti Legislativi


 D.Lgs. 192/2005 – Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell’edilizia.

 D.Lgs. 102/2014 – Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che modifica
le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE.

 DM 26/06/2015 – Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e


definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici.

 D.Lgs. n. 141/2016 – Disposizioni integrative al decreto legislativo 4 luglio 2014, n.102.

 DPCM 5/12/1997 – Requisiti acustici passivi degli edifici.

 D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 – Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione,
l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei
consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della L. 9 gennaio 1991, n. 10.

7
3. Termofisica dell’edificio
Prima di procedere con il caso studio si è ritenuto opportuno descrivere brevemente alcuni concetti
fondamentali riguardanti la termofisica dell’edificio, ovvero lo studio del comportamento termico
dell’edificio in transitorio.
Per la corretta scelta, nonché progettazione, degli impianti per la climatizzazione è essenziale
considerare:
 le condizioni termo-igrometriche atte ad assicurare il benessere ambientale. È bene ricordare che il
comfort termico è strettamente correlato all’attività metabolica svolta in ambiente, al tipo di
vestiario dell’utenza, alla temperatura e alla velocità dell'aria, alla temperatura media radiante delle
superfici che delimitano l'ambiente ed infine all’umidità relativa dell’aria. Il gradimento di un
ambiente da parte degli individui presenti può essere espresso mediante un opportuno indice di
valutazione, detto PMV (Predicted Mean Vote), che rappresenta il valore medio del voto relativo
alla situazione ambientale considerata espresso da un campione di persone, in definite condizioni
d’attività e vestiario. Dal momento che si parla di valore medio, si intuisce l’esistenza di una certa
variabilità individuabile, in quanto risulta impossibile determinare una situazione ideale, valida per
tutti gli individui presi in considerazione. All’indice PMV è direttamente associata la percentuale
di individui che si ritengono insoddisfatti dalle condizioni microclimatiche in oggetto PPD
(Predicted Percentage of Dissatisfied).
 l’evoluzione nel tempo del comportamento termico dell’edificio. In tal senso è necessario
considerare come la climatologia esterna sia la forzante del sistema edificio-impianto, ciò significa
che questo reagisce alle sollecitazioni termo-igrometriche derivanti dall’ambiente esterno in
funzione delle proprie capacità di risposta, come ad esempio l’inerzia termica. Risulta quindi utile
analizzare come cambiano le condizioni interne dell’edificio di temperatura e umidità al variare
delle condizioni climatologiche esterne, le quali dipendono dalle caratteristiche del sito di
ubicazione dell’edificio e inoltre risultano essere continuamente variabili e mai stabili. La
complessità dell’approccio in transitorio termico ha però fatto sì che la normativa tecnica definisse
criteri e metodologie semplificate basate su specifiche approssimazioni. Di seguito si riportano
brevemente i principi che caratterizzano i metodi utilizzati per condurre il presente studio.

8
3.1. Metodo Quasi - Stazionario
È il metodo di calcolo che viene indicato dalla L. 10/91 e dalle norme tecniche UNI/TS 11300.
Questo presuppone che gli impianti funzionino h24 e che gli scambi energetici siano effettuati rispetto
alla temperatura media giornaliera mensile per ciascun mese calcolato. Tale approccio risulta essere
statico in quanto non considera alcuna variabilità delle condizioni climatiche esterne e dei profili d’uso
sia interni che degli impianti. Il termine “quasi-stazionario” deriva invece dal fatto che, mediante
l’utilizzo di fattori di utilizzazione degli apporti gratuiti e delle dispersioni, si considerano gli effetti
della capacità termica dell’edificio anche se in modo empirico.

3.2. Metodo dinamico


Il metodo dinamico, che si basa sulla variabilità giornaliera oraria della temperatura, consente di
calcolare con maggior precisione ed affidabilità i consumi energetici annuali degli edifici rispetto ai
metodi cosiddetti stazionari. Inoltre, tale metodo, a differenza di quello quasi-stazionario, permette di
cogliere gli aspetti inerziali legati all’involucro edilizio. Le maggiori difficoltà che si incontrano
utilizzando la simulazione dinamica sono certamente legate al fatto che tale metodo richiede una
dettagliata conoscenza dell’edificio in oggetto nonché un elevato numero di dati di input variabili nel
tempo che concernono sia le condizioni climatiche esterne sia i profili di occupazione interni. Diventa
pertanto necessario determinare in maniera accurata il reale comportamento degli occupanti e quindi
l’occupazione dei locali, la gestione dell’apertura delle finestre e l’utilizzo dei sistemi di
ombreggiamento. Dati incerti, infatti, potrebbero causare risultati non attendibili.

9
4. Software di progettazione
La simulazione dinamica di un edificio è facilmente effettuabile grazie all’utilizzo di software che
si servono di motori di calcolo dedicati.
L’utilizzo di questi software presuppone un’approfondita conoscenza del caso di studio. Inoltre, è
bene definire a priori le finalità dell’analisi, in modo da poter generare un modello adeguatamente
accurato che restituisca gli output richiesti in modo affidabile e senza comportare troppo onere
computazionale.
Ciascun motore di calcolo presente sul mercato, come Energy-Plus, TRNSYS o eQUEST, si
differenzia per la metodologia di risoluzione del generico problema termofisico e delle relative
equazioni differenziali, utilizzando diversi algoritmi e ipotesi semplificative.
Per condurre tale esercitazione è stato utilizzato il motore di calcolo Energy-Plus, implementato
all’interno del software DesignBuilder.

4.1 DesignBuilder
DesignBuilder è un ambiente di modellazione tridimensionale, costituito da otto moduli che si
interfacciano tra loro in modo da consentire, per qualsiasi tipo di edificio, un’analisi approfondita
sull’utilizzo, consumo ed impiego di energia.
All’interno dell’ambiente geometrico è possibile definire la geometria dell’edificio e le aperture
presenti. Numerose sono le sezioni dedicate all’inserimento delle informazioni necessarie per poter
effettuare l’analisi. Tali parametri sono la posizione geografica, la destinazione d’uso, le caratteristiche
termiche di una data partizione orizzontale o verticale, ma anche la densità di affollamento degli
ambienti interni e l’attività svolta all’interno di ciascun ambiente.
Dopo aver generato il modello tridimensionale ed aver impostato tutte le condizioni al contorno, il
software è in grado di determinare i carichi termici sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento,
nonché di fornire una serie di dati sul consumo energetico dell’edificio, sulle condizioni di comfort
degli ambienti interni, sulle condizioni di illuminamento naturale, sui valori effettivi delle temperature
massime estive e le minime invernali.

10
5. Il caso studio
5.1. Inquadramento storico ed urbanistico
La biblioteca oggetto di studio fa parte della sede della Scuola di Ingegneria dell’Università degli
Studi di Firenze, situata in Via di Santa Marta, nel comune di Firenze.
La sede della Scuola di Ingegneria è in realtà piuttosto antica e risale al XIV secolo. Nel 1930 fu
ampiamente ristrutturata per accogliere il Seminario Minore Arcivescovile di Santa Marta, per poi negli
anni Settanta essere venduta all’Università degli Studi di Firenze. L’attuale biblioteca sorge all’interno
di quella che era la cappella dell’ex Seminario vescovile.

Figura 1. Inquadramento della sede della Scuola di Ingegneria

Figura 2. Individuazione biblioteca

11
5.2. Descrizione generale dell’edificio
L’edificio in oggetto è classificato ai fini energetici ai sensi del d.p.r. 412/1993: E.4(2) - Edifici
adibiti ad attività ricreative, associative o di culto e assimilabili, quali mostre, musei e biblioteche,
luoghi di culto ed E.2 - Edifici adibiti a uffici e assimilabili.
Di seguito si riporta la planimetria del piano terra della biblioteca.

Figura 3. Planimetria del piano terra della biblioteca

5.3. La struttura
La parte del complesso di Santa Marta presa in considerazione ai fini della presente esercitazione
presenta un corpo centrale ed una zona absidale adibite a biblioteca, due ali laterali che invece ospitano
rispettivamente uffici e locali per sala studio e servizi di fotocopie. All’ingresso, l’ex cantoria accoglie
l’archivio della biblioteca.
All’interno della biblioteca l’altezza massima al controsoffitto in legno cassettonato è circa 11m,
mentre gli altri due blocchi presentano un’altezza utile pari a 4 m. La struttura portante è in muratura a
sacco intonacata nella parte interna e nella parte esterna, mentre il solaio di interpiano, che divide la
biblioteca dai sottostanti laboratori, è in putrelle e laterizio forato, intonacato all’intradosso e
pavimentato all’estradosso. La copertura a padiglione è sempre realizzata in putrelle e laterizio forato,
ma è rivestita con tegole.
Infine, gli infissi esterni sono in legno e presentano un vetro singolo. Pertanto, è possibile affermare
come le caratteristiche costruttive non siano sicuramente in linea con le più recenti prescrizioni
normative in tema di efficientamento e risparmio energetico.

12
5.4. L’impianto
Attualmente nell’edificio in oggetto è presente una caldaia a metano che alimenta i ventilconvettori
presenti in tutti i locali, funzionanti per il solo riscaldamento, ed un’unità termoventilante, collocata
nell’ex cantoria della biblioteca, che consente il rinnovo d’aria all’interno della stessa.

5.5. Modellazione
Su DesignBuilder è stato creato il modello energetico attraverso la creazione di quattro “blocchi
edificio”: uno per la biblioteca ed uno per il sottotetto non riscaldato, un altro per gli uffici, l’ultimo
per la sala studio/locale fotocopie.
Per considerare l’ombreggiamento apportato dall’atrio di ingresso della sede dell’università, è stato
necessario modellare un “blocco componente”.
Inoltre, la possibilità di creare superfici adiabatiche ha fatto sì che i laboratori, confinanti con la
biblioteca soprastante, potessero essere non modellati.
Di seguito si riportano i pacchetti tecnologici di pareti e solai costituenti l’edificio. Si specifica che
alcune delle seguenti stratigrafie sono state modellate in accordo con il materiale reperito, altri pacchetti
sono stati invece creati per analogia costruttiva.

Figura 4. Modello geometrico 3D realizzato in DesignBuilder

13
5.5.1 Parete perimetrale
Le pareti esterne del fabbricato sono in muratura a sacco dello spessore di 60 cm.

Figura 5. Stratigrafia parete esterna

14
La trasmittanza non rispetta i limiti normativi. Di seguito si riporta il diagramma di Glaser che
mostra come all’interno della parete non si generino fenomeni di condensa interstiziale.

Figura 6. Diagramma di Glaser parete esterna

5.5.2 Pareti interne


Le pareti divisorie all’interno della sala studio sono state modellate come muri divisori in mattoni
e presentano uno spessore pari a 15 cm.

15
Figura 7. Stratigrafia pareti interne

Di seguito si riporta il diagramma di Glaser che mostra come all’interno della parete non si generino
fenomeni di condensa interstiziale.

Figura 8. Diagramma di Glaser pareti interne

16
5.5.3 Solaio interpiano
Il solaio interpiano è realizzato in putrelle e blocchi di laterizio e presenta uno spessore di 30cm .

Figura 9. Stratigrafia solaio interpiano

Di seguito si riporta il diagramma di Glaser che mostra come all’interno del solaio non si generino
fenomeni di condensa interstiziale.

17
Figura 10. Diagramma di Glaser solaio interpiano

5.5.4 Controsoffitto in legno cassettonato


Nel locale ospitante la biblioteca è presente un controsoffitto a cassettoni in legno.
Approssimativamente è stato considerato uno spessore complessivo di 10 cm.

18
Figura 11. Stratigrafia del controsoffitto

5.5.5 Copertura a falde


La copertura è realizzata in putrelle e laterizio, come il solaio di interpiano, ma è rivestita in tegole.

19
Figura 12.Stratigrafia copertura

Di seguito si riporta il diagramma di Glaser che mostra come all’interno della parete non si generino
fenomeni di condensa interstiziale.

Figura 13. Diagramma di Glaser solaio di copertura

20
5.5.6 Copertura piana
Il solaio di copertura piano che copre il blocco uffici e la sala studio/fotocopie è realizzata sempre
in putrelle e laterizio, ma è rivestita con un manto impermeabilizzante.

Figura 14. Stratigrafia della copertura piana

Di seguito si riporta il diagramma di Glaser, dal quale si evince come si instaurano fenomeni di
condensa interstiziale su una interfaccia, ma si prevede che questa evapori nei mesi estivi.

21
NOTA: Si specifica che, essendo lo scopo dell’esercitazione puramente didattico, la stratigrafia in
oggetto è stata dedotta per analogia costruttiva con gli altri pacchetti di solaio, mentre l’inserimento
della membrana impermeabilizzante è conseguente alla diretta osservazione del tetto. Eventuali
indagini permetterebbero di verificare la possibile presenza di ulteriori strati, quali barriera al vapore e
isolamento termico, i quali farebbero sì che non si verificassero problemi di condensa interstiziale.

Figura 15. Diagramma di Glaser copertura piana

5.5.7 Infissi
Gli infissi esterni sono realizzati in legno con mono vetro. Il telaio è in quercia ed ha uno spessore
di 5 cm.
La trasmittanza del telaio è circa pari a 2.52 W/m2K, mentre quella del vetro risulta essere 5.88 W/m 2K.
Pertanto, gli infissi, come le partizioni verticali ed orizzontali, risultano essere non a norma di legge.

5.5.8 Locali ed Attività


Per quanto riguarda la modellazione delle zone costituenti l’edificio, queste sono state generate
come singolo locale se presentavano stesse caratteristiche.
Di seguito si riportano le rappresentazioni della modellazione dei locali per ogni blocco. Il
sottotetto è stato modellato come “cavità”, cioè come ambiente non riscaldato e non occupato.

22
Figura 16. A partire da sinistra: Blocco uffici, Blocco biblioteca, Blocco sala studio/fotocopie

Ogni locale è denominato in funzione dell’attività che ospita. Di seguito sono riportate le superfici
calpestabili di ogni locale.

Tabella 1. Superfici utili dei locali

23
5.5.9 Parametri di progetto
Di seguito vengono riportati i dati di progetto caratterizzanti le condizioni termo-igrometriche
esterne ed interne, il tasso di ventilazione, i carichi interni, gli apporti elettrici. Per modellare in modo
sufficientemente accurato questi apporti, è stato necessario definire per ognuno di essi una serie di
parametri tramite la l’utilizzo di templates preimpostati o ridefiniti per meglio rappresentare il caso
studio.

Condizioni termo-igrometriche esterne


Si assumono come condizioni climatiche esterne quelle tipiche di Firenze reperite dalla norma
tecnica UNI 5364 e dalla UNI 10339:
 Estate – Temperatura = 33.5 °C; UR = 45%
 Inverno – Temperatura = 0 °C; UR=80 %

Condizioni termo-igrometriche interne


In funzione della categoria di edificio, in accordo con la norma tecnica UNI 11300-1, per gli
ambienti climatizzati vengono definite le condizioni termo-igrometriche interne di progetto. L’edificio
si configura in categoria E4 - Biblioteca, e in categoria E2 - Uffici. Per entrambe le categorie le
condizioni climatiche interne sono le medesime: temperatura di 20 °C in inverno e 26 °C in estate, con
un’umidità relativa pari al 50% in entrambe le stagioni.

Densità di affollamento
L’indice di affollamento, espresso in persone/m 2 , è stato determinato grazie ad un sopralluogo.
Laddove non è stato possibile entrare, come ad esempio negli uffici, è stata utilizzata la densità indicata
dalla norma tecnica UNI 10339.

Tabella 2. Densità di affollamento

24
Profilo quotidiano occupazione
Giornalmente si prevede che l’orario di apertura dell’edificio sia compreso tra le 8 e le 19.
Per quanto riguarda la biblioteca e la sala studio, in tale fascia oraria, si prevede un incremento di
occupazione fino alle ore 11 per poi seguire con un decremento nell’orario del pranzo. Segue poi un
aumento di densità fino alle ore 17 per poi ridursi nuovamente fino all’orario di chiusura previsto per
le 19.

Figura 17. Profilo occupazione biblioteca e sala studio

Per quanto concerne il programma di occupazione degli uffici e della sala fotocopie è stata valutata
una densità di occupazione costante. In particolare, per gli uffici, l’occupazione è pari al 100% per tutte
le otto ore lavorative, mentre per la sala fotocopie si ipotizza un’occupazione costante pari al 40%.

Figura 18. Profilo occupazione uffici

25
Figura 19. Profilo occupazione sala fotocopie

Programma di occupazione
Un programma consiste in un profilo quotidiano per ogni giorno della settimana e per ogni mese
dell’anno.
Dopo aver definito il profilo quotidiano, sono stati determinati i giorni ed i periodi in cui la
biblioteca è chiusa, per cui l’edificio non è occupato e gli impianti risultano essere spenti.

Figura 20. Programma di occupazione

Tasso metabolico
Il tasso metabolico è stato definito in accordo con la norma tecnica UNI EN ISO 8996:2005. Per
tutte le attività svolte all’interno dell’edificio è stato considerato il valore riferito al “metabolismo
energetico leggero” che risulta essere pari a 100 W/m 2. Risulta importante precisare come il
metabolismo energetico sia stato ridotto di un fattore pari a 0.9 al fine di considerare la contemporanea
presenza di persone di diverso sesso ed età.

26
Vestiario
La resistenza dell’abbigliamento è stata determinata secondo i valori di riferimento previsti dalla
norma tecnica UNI EN ISO 9920:2009. In particolare, è stata prevista una resistenza pari ad 1 clo per
quanto concerne gli abiti invernali e 0.5 clo per quelli estivi.

Tasso di ventilazione
Per tutti i blocchi costituenti l’edificio in oggetto, sono stati valutati i valori di aria di ricambio.
Nel blocco uffici e nel blocco sala studio/fotocopie, il rinnovo d’aria avviene mediante l’apertura
degli infissi a discrezione delle persone presenti. Il tasso di ventilazione naturale è stato pari a 0.3 vol/h.
Per entrambi i blocchi è stato determinato un programma di apertura, definito a partire da due profili
specifici. In particolare, per l’inverno è stato ipotizzato che le finestre vengano aperte esclusivamente
la mattina, all’orario di apertura, e la sera, in prossimità dell’orario di chiusura, ovvero quando vengono
svolti i servizi di pulizia. Per l’estate, invece, è stata valutata un’apertura costante delle finestre per
l’intera giornata lavorativa.

Figura 21. Profilo giorno di progetto invernale

27
Figura 22. Profilo giorno di progetto estivo

Per quanto concerne la ventilazione meccanica presente nella biblioteca, grazie ai dati reperiti è
stato possibile individuare la portata d’aria di rinnovo che è pari a 7 600 m 3/h . Inoltre, è stato
determinato un programma di funzionamento che va di pari passo all’orario di apertura dell’edificio.
Il tasso di infiltrazione è stato impostato costante pari a 0.2 vol/h, valutato considerando
l’infiltrazione dovuta all’assenza di tenuta degli infissi presenti.

Apporti elettrici
Al fine di determinare i carichi termici sono stati valutati gli apporti elettrici derivati
dall’illuminazione e dalla presenza di dispositivi elettrici, quali computer, stampanti ed altri dispositivi
da ufficio.
Non avendo dati sufficienti per determinare gli apporti derivati dall’illuminazione, questi sono stati
valutati in accordo ai requisiti minimi reperiti dalla norma tecnica UNI EN 12464:2011. Per quanto
concerne gli apporti derivati da dispositivi elettrici, questi sono stati stimati facendo un’ipotesi di
massima.

Tabella 3. Apporti elettrici

28
Sia per l’illuminazione che per i dispositivi elettrici sono stati stabiliti dei programmi di
funzionamento con i relativi profili, che, in questo caso, seguono i programmi di funzionamento delle
relative attività.

Impianto di riscaldamento
Per quanto riguarda il sistema impiantistico attualmente presente all’interno dell’edificio è stato
inserito come generatore di calore una caldaia tradizionale a metano con rendimento stagionale pari a
0,68, questa informazione è stata individuata grazie ai dati reperiti, al quale è stato poi attribuito un
proprio programma di funzionamento.

Figura 23. Definizione Impianto di riscaldamento

Si prevede l’accensione di tale impianto, per il periodo convenzionale di riscaldamento da


novembre ad aprile, alle ore 7:00 del mattino, in modo tale che all’apertura al pubblico della struttura
sia già a pieno regime, non sospendendo però mai la propria attività fino a chiusura alle ore 19:00, per
una durata di funzionamento giornaliera pari a 12 ore, perfettamente in accordo con quanto previsto
all’Art. 9, comma 2, del D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412.

Figura 24. Programma di funzionamento impianto di riscaldamento

29
6. Analisi energetiche e Determinazione dei carichi di progetto
Nel presente capitolo vengono riportati i risultati ottenuti dalle analisi termofisiche condotte sul
modello e che sono stati utilizzati per la progettazione del nuovo impianto.
Nei successivi paragrafi saranno illustrati la tipologia di analisi e gli output analizzati di principale
interesse.

6.1 Progetto di riscaldamento


Questa analisi viene eseguita al fine di determinare le problematiche energetiche dell’edificio e di
determinare le dimensioni delle apparecchiature di riscaldamento necessarie per soddisfare le
condizioni climatiche invernali di picco relative del sito. I calcoli di progetto vengono eseguiti in
condizioni di regime stazionario, pertanto gli effetti della massa termica vengono del tutto ignorati.
In particolare, l’analisi viene svolta per la giornata invernale che presenta le condizioni
atmosferiche di temperatura più sfavorevoli per il sito in esame, scelto in automatico dal software,
mantenendo costanti nel tempo le condizioni climatiche esterne ed interne di progetto. Dal momento
che gli apporti di calore esterni, come il flusso termico associato all’irraggiamento solare, e quelli
interni agli ambienti, derivanti dall’illuminazione, dai dispositivi elettrici e dagli occupanti,
contribuirebbero a ridurre il carico termico di picco, effettuando un’approssimazione che va a favore
di sicurezza, questi sono trascurati.

Figura 25. Apporti di calore e temperatura nel giorno più critico

30
Tabella 4. Apporti di calore suddivisi per ogni singolo ambiente

6.2 Progetto di raffrescamento


Analogamente a quanto descritto per il progetto di riscaldamento, il progetto di raffrescamento
mira a verificare il comportamento dell’edificio oggetto di studio in determinate condizioni climatiche.
I calcoli ottenuti da questo tipo di analisi sono utilizzati per dimensionare l’impianto di climatizzazione
in regime estivo. Diversamente dal progetto di riscaldamento, in questa valutazione si tiene conto sia
degli apporti di calore esterni, come il flusso termico associato all’irraggiamento solare, sia di quelli
interni agli ambienti, derivanti dall’illuminazione, dai dispositivi elettrici e dagli occupanti. Il progetto
di raffrescamento non è in regime stazionario, in quanto viene simulata la giornata estiva del 15 luglio
in cui la temperatura esterna oscilla nel tempo con un andamento pressoché sinusoidale. Una volta
effettuati i calcoli, vengono generati dei grafici di Output relativi ai dati del luogo, al comfort, agli
apporti interni e all’involucro e ventilazione.

Figura 26. Grafici relativi ai risultati del Progetto di raffrescamento

31
Tabella 5. Apporti di calore suddivisi per ogni singolo ambiente

6.3 Simulazione dinamica


La simulazione dinamica è mirata a simulare e verificare il comportamento del sistema edificio-
impianto al variare delle condizioni esterne ed interne. Inizialmente è stata eseguita una simulazione
della durata annuale, in seguito, per meglio analizzare il comportamento dell’edificio oggetto di studio
sono state effettuate ulteriori simulazioni per:

 settimana tipo invernale;

 settimana tipo estiva.

32
6.3.1 Simulazione dinamica - annuale
Attraverso la simulazione dinamica annuale si osserva come si modificano nell’arco di 365 giorni
le variabili termiche che influiscono sul comportamento energetico dell’edificio.
Di seguito si riportano i risultati ottenuti.

Dai grafici sopra riportati è possibile osservare come, coerentemente con quanto definito nei dati
di input, gli apporti di calore nel mese di agosto siano pressoché nulli, in quanto l’edificio risulta non
essere occupato, la temperatura cresce nei mesi estivi, l’andamento del riscaldamento è ben visibile nei
mesi invernali, viceversa il raffrescamento nei mesi estivi.

33
6.3.2 Simulazione dinamica – settimana tipo invernale
La simulazione è stata svolta per la settimana tipo invernale (6/01-12/01). Per avere un’analisi più
accurata l’ora è stata frazionata in dieci step temporali.

Figura 27. Simulazione dinamica - settimana tipo invernale

Dai risultati ottenuti è facile notare come la percentuale di umidità relativa sia molto variabile
durante la settimana, ma risulta essere coerente con l’andamento della temperatura. L’andamento del
grafico del calore latente presenta un valore di minimo, così come il grafico concernente l’occupazione
o i dispositivi elettronici. Tale valore di minimo è in accordo al profilo di occupazione impostato, che
prevede una minore affluenza durante le ore di metà giornata, corrispondenti alla pausa pranzo.

34
6.3.3 Simulazione dinamica – settimana tipo estiva
La simulazione è stata svolta per la settimana tipo estiva (29/06-5/07). Per avere un’analisi più
accurata l’ora è stata frazionata in dieci step temporali.

Figura 28. Simulazione dinamica - settimana tipo estiva

Dai risultati ottenuti è facile notare come la temperatura risulti maggiore rispetto a quanto ottenuto
per l’analisi svolta per la settimana tipo invernale. Si osserva inoltre che per la settimana tipo estiva gli
apporti solari siano notevoli.

35
Infine, analogamente a quanto visto per la simulazione effettuata per la settimana tipo invernale,
l’andamento del grafico del calore latente presenta un valore di minimo, così come il grafico
concernente l’occupazione o i dispositivi elettrici. Tale valore di minimo è in accordo al profilo di
occupazione impostato, che prevede una minore affluenza durante le ore di metà giornata,
corrispondenti alla pausa pranzo.

36
7. Scelte progettuali
Si sceglie adesso di concentrarsi sulla biblioteca, individuando una soluzione impiantistica, atta a
garantire le condizioni di comfort termo-igrometrico e di IAQ (Indoor Air Quality). Attualmente a
servizio della biblioteca sono presenti dei ventilconvettori ed un impianto a tutt’aria funzionanti per il
solo riscaldamento. Si decide, quindi, di prevedere sempre un impianto del tipo a tutta aria, ma che
provveda anche alla climatizzazione estiva, oltre che al rinnovo dell’aria e al riscaldamento.
Inoltre, in tal modo l’utente avrà un maggiore controllo del comfort in quanto tramite un’unica
macchina, che rileva costantemente la temperatura e l’umidità presente in ambiente, verrà regolato il
corretto funzionamento dell’intero impianto in funzione del reale fabbisogno di energia dell’ambiente.

La scelta progettuale appena esposta è conseguente anche alle problematiche legate all’emergenza
COVID-19 che stiamo affrontando. È stato necessario, infatti, partire dalla considerazione che, per
ridurre il rischio di infezione da SARS-CoV2-19 per via aerea, la migliore azione risulta essere quella
di ventilare il più possibile gli ambienti interni con aria esterna e che gli impianti di ventilazione
meccanica e gli impianti climatizzazione, che risultano essere anche in grado di ventilare gli ambienti,
possono assolvere tale funzione in modo più efficace della semplice apertura delle finestre, migliorando
anche la qualità dell’aria esterna grazie alla filtrazione.
Analizzando le documentazioni sviluppate in merito all’emergenza sanitaria dalle associazioni
nazionali ed internazionali di esperti del settore della climatizzazione quali AiCARR (Associazione
Italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento e Refrigerazione), ASHRAE (American Society of
Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers), REHVA (Representatives of European
Heating and Ventilation Associations), ISS (Istituto Superiore di Sanità) e OMS (Organizzazione
Mondiale della Sanità), per la progettazione dell’impianto della biblioteca in oggetto sono state prese
in considerazione le seguenti indicazioni:

 Se possibile tenere acceso l’impianto in modo continuato, possibilmente con un


decremento dei tassi di ventilazione nelle ore notturne o di non utilizzo dell’edifico. La
ventilazione e la filtrazione dell’aria indoor forniti dai sistemi di condizionamento possono
ridurre la concentrazione della carica virale di SARS-CoV-2 negli ambienti confinati e,
pertanto, ridurre il rischio di trasmissione aerea. Locali privi di condizionamento possono
causare stress termici che contribuiscono ad abbassare le difese immunitarie
dell’occupante esponendolo a un rischio maggiore di infezione.

37
 Evidenze scientifiche suggeriscono che il controllo dell’UR% può ridurre la trasmissione
di agenti infettivi, compresi i più banali virus influenzali, pertanto si invita a valutare
attentamente le impostazioni di temperatura e umidità. In particolare, alcuni studi hanno
dimostrato che un’umidità relativa inferiore al 40% possa aumentare il rischio di infezione.
In tali condizioni, infatti, l’aerosol contaminato evapora rapidamente divenendo droplet,
goccioline che rimangono sospese nell’aria e che risultano in grado di percorrere lunghe
distanze. Inoltre, molti virus sono resistenti alla deumidificazione e anzi sono capaci di
aumentare la vitalità a valori di UR% bassi. Infine, bassi valori di umidità relativa sono in
grado di alterare le membrane delle mucose, riducendone la funzione di barriera ai virus.
Da osservare in ultimo come le condizioni utili a ridurre la sopravvivenza del virus SARS-
CoV-2 richiedano valori di temperatura maggiori di 30°C e di umidità relativa superiore
al 60% , parametri non compatibili con il comfort termico della persona.
 Garantire un buon ricambio dell’aria negli ambienti con immissione di aria esterna tenendo
conto del numero di occupanti presenti e del tipo di attività svolta e durata della
permanenza negli ambienti.
 Eliminare totalmente la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di
agenti patogeni (batteri, virus, ecc.) nell’aria, altrimenti utilizzare filtri di altissima
efficienza chiamati High Efficiency Particulate Air filter – HEPA o Ultra Low Penetration
Air – ULPA.
 È bene prevedere l’installazione di un recuperatore di calore a flussi incrociati o a piastre
che non prevede il contatto tra aria di immissione e aria di ripresa ed emissione. Al
contrario nei recuperatori di calore rotativi l’aria esterna passa attraverso la ruota prima di
entrare nel resto del sistema di trattamento, assorbendo il calore recuperato dall’aria di
espulsione. In questo sistema di recuperatore di calore può avvenire il contatto tra aria di
immissione e aria di espulsione.
 Nel caso di contemporanea condivisione dello stesso ambiente da parte di più lavoratori è
necessario procedere con la pulizia settimanale degli apparecchi terminali locali come i
ventilconvettori.

7.1. Progettazione impianto di trattamento aria


Come precedentemente accennato, per la biblioteca si è scelto di utilizzare un impianto a tutt’aria
per la climatizzazione e per la ventilazione.
L’obiettivo perseguito è stato quello di garantire le condizioni di comfort all’interno dell’ambiente
in oggetto, pertanto l’impianto di climatizzazione deve essere capace di far fronte alle seguenti
esigenze:

38
 bilanciamento dei carichi termici sensibili sia estivi che invernali dovuti alle dispersioni o
alle rientrate di calore per trasmissione ed irraggiamento;
 bilanciamento dei carichi termici sensibili e latenti, sia estivi che invernali dovuti ai carichi
interni generati dalle persone, dall'illuminazione e dalle apparecchiature elettriche presenti;
 controllo del tasso di ventilazione, tenendo conto del numero di persone presenti e
dell’attività svolta, assicurare una corretta distribuzione dell’aria e ridurre il rischio di
contagio da SARS-CoV-2;
 possibilità di eventuale recupero del calore dell'aria di espulsione a favore di un maggior
risparmio energetico.

Condizioni termo-igrometriche esterne


Si assumono come condizioni climatiche esterne quelle tipiche di Firenze reperite dalla norma
tecnica UNI 5364 e dalla UNI 10339:

 Estate – Temperatura = 33.5 °C; UR = 45%


 Inverno – Temperatura = 0 °C; UR=80 %

Condizioni termo-igrometriche interne


In funzione della categoria di edificio, in accordo con la norma tecnica UNI 11300-1, per gli
ambienti climatizzati vengono definite le condizioni termo-igrometriche interne di progetto. La
biblioteca si configura in categoria E4:

 Estate – Temperatura = 26 °C; UR = 50%


 Inverno – Temperatura = 20 °C; UR=50 %

Portata di rinnovo
Ai sensi della norma tecnica UNI 10339, al punto 9.1.1.1. “locali di pubblico spettacolo e di
riunione”, la portata effettiva 𝑄 è determinata in funzione del rapporto tra il volume e l’affollamento.
Avendo previsto all’interno della biblioteca un affollamento massimo di 120 persone, è possibile
calcolare la portata di aria di rinnovo in ambiente che risulta essere pari a:
m3
Q ope =Q op +m(V/n-15)=4 277
h
Dove:
Q op è la portata di aria esterna per persona secondo il prospetto III della norma;
m =(Qopmin -Qop )/(45-15)

39
Individuazione dei carichi termici
Si riportano di seguito i carichi termici in regime invernale ed estivo utili alla progettazione
dell’impianto a tutt’aria.

Tabella 7. Carichi termici invernale

Tabella 6. Carichi termici estivi

Nel caso invernale gli apporti di calore esterni, come il flusso termico associato all’irraggiamento
solare, e quelli interni agli ambienti, derivanti dall’illuminazione, dai dispositivi elettrici e dagli
occupanti, contribuirebbero a ridurre il carico termico di picco, di conseguenza effettuando
un’approssimazione che va a favore di sicurezza, questi sono trascurati.

È da sottolineare, infine, che le potenze di progetto invernali ed estive sono maggiorate di un


coefficiente di sicurezza moltiplicativo pari ad 1.25 e 1.15 rispettivamente.

7.1.1. Individuazione dei trattamenti termofisici dell’aria necessari


Funzionamento estivo
Essendo il carico frigorifero quello più gravoso, la progettazione dell’impianto è partita proprio dal
caso estivo che richiede una portata d’aria per la climatizzazione maggiore, questa influenzerà anche il
funzionamento invernale.
Si procede, quindi, a calcolare il fattore della retta di carico R necessario a determinare le
condizioni di immissione dell’aria all’interno della biblioteca:
Q sens
R= =0.71
Q tot
Conoscendo le condizioni termo-igrometriche volute all’interno dell’ambiente ed il fattore di
carico R appena trovato, è possibile trovare tutte le potenziali condizioni di immissione dell’aria
andando a tracciare sul diagramma psicrometrico la retta di carico.

40
Si evidenzia che minore è la portata d’aria da immettere, minori saranno le dimensioni delle
macchine necessarie e delle canalizzazioni per la rete aeraulica, pertanto minore sarà la spesa. Per
ridurre la portata d’aria è necessario quindi immettere aria più fredda possibile, al tempo stesso però è
bene che la differenza di temperatura massima tra l’aria immessa e le condizioni volute in ambiente
non sia maggiore di 10 °C, in quanto valori maggiori potrebbero indurre condizioni di discomfort.
Pertanto, si fissa la temperatura di immissione a 16 °C.
Prendendo il punto corrispondente alla temperatura di 16 °C appartenente alla retta di carico si
trovano le condizioni di immissione dell’aria all’interno della biblioteca:

Tabella 8. Condizioni aria immessa

A questo punto è possibile ricavare la portata di aria necessaria a bilanciare i carichi termici.
Q tot
mim = = 3.08 kg/s = 9 100 m3 /h
hint -him

Figura 29. Diagramma psicrometrico - Retta ambiente

Confrontando la portata di raffrescamento con quella calcolata precedentemente per il rinnovo si


osserva che la prima risulta molto maggiore, di conseguenza procedendo con la progettazione
prendendo in considerazione questa si garantisce anche il rinnovo di aria necessario in ambiente.

41
Inoltre, si evidenzia che la differenza tra queste due portate risulta essere notevole e pertanto si
potrebbe pensare di utilizzare aria di ricircolo a favore di un considerevole risparmio energetico;
tuttavia, a fronte dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, come già sottolineato in precedenza, è
necessario servirsi di tutta aria esterna per mantenere un adeguato grado di purezza dell'aria.
Si determinano a questo punto i processi cui deve essere sottoposta l’aria per portarla nelle
condizioni di immissione stabilite.
Si prevede innanzitutto l’installazione di un recuperatore a flussi incrociati con efficienza pari a
65% a beneficio di un notevole risparmio energetico. Infatti, tali sistemi provvedono al recupero di una
parte dell'energia termica dell’aria estratta che viene ceduta all’aria di rinnovo, ottenendo quindi un
pre-raffrescamento in estate o un pre-riscaldamento in inverno dell’aria immessa. Come già accennato
in precedenza, la scelta è ricaduta su un recuperatore di calore a flussi incrociati che non prevede il
contatto tra aria di immissione e aria di ripresa, pertanto la contaminazione tra i due flussi risulta essere
assente.
L’aria proveniente dall’esterno, nel momento in cui attraversa il recuperatore di calore, subisce un
raffreddamento a titolo costante ed una conseguente variazione dell’umidità relativa.

Tabella 9. Recuperatore

Considerando che l’aria di ripresa dall’ambiente è pari a 8 200 m3/h, inferiore rispetto a quella di
mandata di circa il 10%, per ottenere una leggera pressurizzazione della sala, utile ad evitare ingressi
di aria non trattata da locali comunicanti, quali uffici e sala studio, si evince che lo scambiatore con
efficienza del 65%, riesce a recuperare dall’aria esterna in ingresso all’unità di trattamento dell’aria
una potenza di 11 kW e cederla all’aria estratta dall’ambiente prima della sua espulsione.
Le condizioni raggiunte ancora non risultano essere compatibili con quelle imposte inizialmente;
quindi, è necessario procedere con un processo di raffreddamento con deumidificazione. Tramite una
batteria di raffreddamento, viene effettuato un raffreddamento dell’aria al di sotto della sua temperatura
di rugiada, causandone così la condensazione di parte di vapore d’acqua in essa contenuto.

Tabella 10. Processo di raffreddamento

42
Questa situazione rende indispensabile il ricorso ad un ulteriore trattamento dell'aria prima della
sua immissione in ambiente. È necessario, infatti, un riscaldamento sensibile dell'aria e cioè di una
trasformazione a umidità specifica costante, fino alla temperatura cui corrisponde l'intersezione con la
retta ambiente.

Tabella 11. Punti caratteristici di funzionamento

Figura 30. Trattamento estivo

NOTA: Nel processo di raffreddamento con deumidificazione non è stato considerato il by-pass
della batteria. Bisogna sottolineare che durante un reale processo di questo tipo solo una parte dell’aria
esterna viene a contatto con la superficie raffreddata della batteria e che quindi viene trattata, l’altra
parte che attraversa la batteria senza lambirne in alcun modo le alette, detta aria by-passata, resta alle
condizioni iniziali senza subire alcuna trasformazione. Il risultato è quindi che in uscita non si avrà aria
satura, bensì una miscela tra aria trattata e by-passata.

43
È possibile quindi calcolare la potenza frigorifera necessaria per la batteria di raffreddamento e
deumidificazione:
Q frig =mim(hRC -hMF)=101 kW
La potenza termica estiva massima di post-riscaldamento risulta pari a:
Q pr =mim (h -hIM)=12 kW
Le potenze ricavate serviranno a scegliere le macchine per il trattamento dell’aria.
La portata nominale di acqua necessaria ad alimentare la batteria di raffreddamento è pari a:
mraff =Q frig /(1.16*∆T)=17 445 l/h

Funzionamento invernale
Successivamente è stato preso in esame il caso invernale. Fissata in 9 100 m 3/h la portata d'aria
totale del condizionatore centrale, si procede quindi all’individuazione dei trattamenti e dei relativi
punti operativi per il funzionamento invernale, quando all’impianto si richiede di bilanciare il carico
invernale di dispersione dell'edificio e di assicurare il rinnovo dell'aria.
Si valutano quindi le condizioni di immissione dell’aria, conoscendo la portata, i carichi termici e
le condizioni di comfort da garantire.
Come già specificato, non è stato preso in considerazione il contributo di carico latente conseguente
alla presenza degli occupanti e all’infiltrazione dell’aria, pertanto, la retta di carico risulta orizzontale
ed il titolo dell’aria immessa risulta equivalente a quello dell’aria nell’ambiente.

xINT =xIM =0.00731

Tabella 12. Condizioni aria immessa

Si determinano a questo punto i processi cui deve essere sottoposta l’aria per portarla nelle
condizioni di immissione stabilite.

44
Figura 31. Diagramma psicrometrico - retta ambiente

L’aria proveniente dall’esterno, nel momento in cui attraversa il recuperatore di calore, subisce un
riscaldamento a titolo costante ed una conseguente variazione dell’umidità relativa.

Tabella 13. Recuperatore

Si evince che lo scambiatore con efficienza del 65% riesce a recuperare dall’aria esterna in ingresso
all’unità di trattamento dell’aria una potenza pari a 37 kW e cederla all’aria estratta dall’ambiente prima
della sua espulsione.
È necessario procedere con un processo di riscaldamento con umidificazione, per poter raggiungere
le condizioni stabilite inizialmente. Tramite una batteria di riscaldamento viene effettuato un pre-
riscaldamento dell’aria a umidità specifica costante.

Tabella 14. Processo di pre-riscaldamento

45
In uscita si avrà aria più calda, ma piuttosto secca, che quindi, prima di essere immessa in ambiente,
deve passare attraverso la sezione umidificante. Si suppone un rendimento di umidificazione pari
all’80%.

Tabella 15. Umidificazione adiabatica

Infine, è opportuno ricorrere ad una trasformazione isotitolo di post-riscaldamento, che avviene


grazie ad una batteria di scambio termico adatta per il post-riscaldamento.

Tabella 16. Punti caratteristici funzionamento

Figura 32. Trattamento invernale

46
È possibile quindi calcolare la potenza termiche necessarie per le batterie di riscaldamento.
La batteria di pre-riscaldamento, nel funzionamento invernale, dovrà garantire una potenza termica
pari a:
Q pre =mIM (hP1 -hRC )=41 kW

La batteria di post-riscaldamento dovrà invece essere in grado di assicurare una potenza termica
pari a:
Q post =mIM (hIM -hU )=52 kW

La potenza totale sarà pertanto uguale a:


Q tot =𝑄pre +𝑄post =93 kW

Le portate nominali di acqua necessaria ad alimentare le batterie di riscaldamento sono pari a:


 Batteria di pre-riscaldamento 𝑚pre =Q pre /(1.16*∆T)=3 482 l/h ;
 Batteria di post-riscaldamento mpost =𝑄post /(1.16*∆T)=4 464 l/h.

47
7.1.2. Selezione centrale trattamento aria
Note le richieste da soddisfare per garantire le condizioni di comfort nelle aule calcolate
precedentemente, è stata selezionata la macchina idonea al trattamento dell’aria in ingresso.
Nel condizionatore centrale vengono effettuati i trattamenti termofisici dell'aria necessari per
garantire in ambiente il mantenimento delle condizioni climatiche e di benessere previste; ad esso
inoltre è demandato il compito di effettuare la filtrazione dell'aria e di fornirle, tramite il ventilatore,
l'energia per percorrere la rete di canalizzazioni.
Si sceglie la serie NCT prodotta da AERMEC.
Tale apparecchiatura è modulare ed è costituita da più sezioni componibili in relazione alle
specifiche esigenze, alla successione ed al tipo di trattamento da effettuare.

Figura 33. Centrale trattamento aria AERMEC serie NCT

Batterie di scambio termico


Note le prestazioni richieste, è possibile scegliere le batterie di riscaldamento e raffreddamento più
idonee. Si prevede quindi il modello NCT10.

Tabella 17. Dati prestazionali batterie NCT10

48
Tabella 18. Potenze richieste e fornite

Sistema di filtrazione dell’aria


Per riuscire ad ottenere la salubrità di un ambiente all’interno degli edifici, la norma tecnica UNI
EN 13779 stabilisce i requisiti di prestazione del sistema filtrante in un’unità di trattamento aria, al fine
di ottenere un certo livello di qualità dell’aria negli spazi interni a partire da quella dell’aria esterna.
La qualità dell’aria interna IAQ è stata classificata in quattro categorie: IDA1 (migliore), IDA2,
IDA3 e IDA4 (peggiore).
L’aria esterna viene classificata invece secondo tre categorie, in base al livello di inquinamento
presente all’esterno: dalla ODA 1, in cui l’aria è pura, alla ODA 3, dove la concentrazione di gas e
particelle è elevata.
Inoltre, facendo riferimento alla norma tecnica UNI 10339 che individua la classe minima di
filtrazione in base alla destinazione d’uso dell’edificio, è stato possibile individuare il sistema filtrante
più idoneo. Questo corrisponde ad un doppio sistema costituito da celle filtranti sintetiche ondulate con
funzione di prefiltrazione e protezione del successivo filtro ad alta efficienza del tipo a tasche rigide.

Recuperatore di calore
La serie NCT prevede una sezione di contenimento per il recuperatore di calore statico a flusso
incrociato che ha dimensioni 1695 mm x 1695 mm x1325 mm.

Ventilatori di mandata e di ripresa


La serie NCT prevede sezioni di contenimento per i ventilatori di mandata e di ripresa che ha
dimensioni pari a 1695 mm x 1280 mm x1325 mm. Si sceglie di adottare ventilatori centrifughi a a
pale rovesce, i quali offrono un buon rendimento, un livello di rumorosità basso e un contenimento
della dimensione in altezza. Ovviamente, il ventilatore dovrà essere in grado di vincere le perdite di
carico delle reti aerauliche di mandata e di ritorno e le prevalenze statiche presenti all’interno della
centrale di trattamento aria stessa.

49
Una volta noti tutti i componenti della centrale trattamento aria è immediata l'individuazione delle
dimensioni di ingombro dell'apparecchiatura.

Figura 34. Schema centrale trattamento aria ed ingombro.

7.1.3. Selezione centrale termica e frigorifera


Le batterie di preriscaldamento e post-riscaldamento e quella di raffreddamento saranno alimentate
con due circuiti idraulici separati facenti capo alla centrale termica e frigorifera.

Centrale termica
La potenzialità termica massima contemporanea richiesta per la climatizzazione invernale della
biblioteca è pari a 93 kW.
Tenuto conto delle condizioni operative, climatiche e impiantistiche si seleziona una caldaia a
condensazione a grande contenuto d’acqua tipo FERROLI modello OPERA 125, che prevede una
potenza utile nominale massima pari a 113.5 kW.

Figura 35. Schermata dati tecnici caldaia a condensazione OPERA 125.

50
Figura 36. Diagramma perdite di carico modelli 70-125.

Dal diagramma sopra riportato si evince per una portata pari a 7.9 m 3/h corrisponde una perdita di
carico di 0.40 m ca ≈ 4 kPa.

Centrale frigorifera
La potenzialità frigorifera massima contemporanea richiesta per il raffreddamento e la
climatizzazione estiva della biblioteca è pari a 101 kW.
Tenuto conto delle condizioni operative, climatiche e impiantistiche si seleziona un refrigeratore
condensato ad aria tipo AERMEC modello NLC-E 055 in grado di fornire 102.9 kW. Il funzionamento
a pieno carico è garantito fino a 46 °C di temperatura aria esterna.

Figura 37. Schermata dati tecnici refrigeratore ad acqua NLC-E

51
7.2. Reti di distribuzione
In questo capitolo si illustrerà il dimensionamento e la progettazione della reta aeraulica e della
rete di alimentazione delle batterie della centrale di trattamento aria. La prima si occupa di distribuire
la portata d’aria necessaria proveniente dalla centrale di trattamento aria alla biblioteca. La seconda
distribuisce le portate d’acqua necessarie, provenienti dalla centrale termica e frigorifera, alla UTA. Il
dimensionamento e la definizione delle due reti permettono poi di dimensionare i ventilatori, per la rete
aeraulica, e le pompe per la rete idraulica.

7.2.1. Rete aeraulica


La centrale di trattamento aria, dimensionata precedentemente, viene collocata nell’ex cantoria
della biblioteca, dove attualmente è presente un archivio accessibile soltanto al personale. Tale scelta
minimizza i percorsi di canalizzazioni e di conseguenza i costi della rete aeraulica. Il sistema di
distribuzione deve essere in grado di garantire l'immissione della portata d'aria prevista con una velocità
adeguata ed una direzione del flusso d'aria tale da ottenere una efficace miscelazione dell'aria immessa
in ambiente con l'aria già presente, senza correnti ed in modo che si consegua la maggior uniformità di
temperatura nelle zone occupate e quindi di ottenere una sensazione di benessere per il maggior numero
di occupanti.
Tali accorgimenti di ordine qualitativo vengono presi in esame al momento della scelta dei singoli
dispositivi di distribuzione dell’aria.
In questa prospettiva è necessario tenere presenti alcuni concetti specificatamente legati a
quest’ultimo aspetto:
 Il lancio o gittata: è la distanza radiale tra il diffusore e la zona, in ambiente, alla quale la
velocità massima del getto raggiunge un determinato valore fissata usualmente in 0.5 m/s
(0.25 m/s ASHRAE); il lancio è direttamente proporzionale alla velocità di uscita dell'aria
dal dispositivo;
 il coefficiente di induzione: un getto d'aria immesso con una certa velocità in ambiente
determina il trascinamento in moto nella stessa direzione degli strati di aria, inizialmente
fermi, che circondano il getto stesso, così che in ogni punto del getto si ha una portata
totale in movimento superiore a quella della sola aria immessa. Il rapporto fra la portata
totale di aria messa in movimento grazie a questo effetto e la quantità di aria uscente dal
dispositivo di immissione è detto "coefficiente di induzione". L'induzione è legata alla
velocità del getto ed al suo sviluppo perimetrale. Elevato rapporto di induzione è sinonimo
di rapida miscelazione dell'aria immessa con quella ambiente e quindi di differenziali di
temperatura contenuti in prossimità delle zone occupate dalle persone e comporta peraltro,
normalmente, un lancio più ridotto;

52
 la caduta del getto: è definita come la distanza, in senso ortogonale a quello del lancio che
il getto d'aria percorre tra il punto di uscita dal dispositivo, e la fine del lancio. La caduta
è una funzione quadratica inversa della velocità e dipende anche dalla differenza di
temperatura fra il getto e l'aria circostante. In particolare, se l'aria immessa è più calda di
quella ambiente, tale differenza determina una tendenza naturale del getto ad innalzarsi,
viceversa, se l’aria immessa è più fredda di quella ambiente il getto tenderà ad abbassarsi.

Analizzando la portata necessaria e tenendo presente dell’elevata altezza dell’ambiente oggetto di


studio, si sceglie di collocare la rete aeraulica e di conseguenza anche i terminali ad un’altezza pari a
5.50 m da terra, esattamente al di sopra delle librerie presenti sul soppalco della biblioteca. I diffusori
scelti sono ugelli a lunga gittata modello T-SPOT prodotto da FCR.

Figura 38. Ugello a lancio profondo prodotto da FCR

La forma conica consente elevate velocità di lancio con emissioni sonore ridotte. La possibilità di
orientare il lancio in tutte le direzioni (entro un angolo di ± 30°) rende questa soluzione ben adattabile
alle diverse esigenze di condizionamento, sia estivo che invernale.
Si determina quindi il numero ed il diametro dei terminali necessario per garantire la portata
richiesta ed il rispetto di un livello di rumorosità inferiore ai 25 dB, prescritto dal DPCM 5/12/97.
Sapendo che la portata d’aria totale da fornire all’ambiente è pari a 9 100 m 3/h, si decide di
installare 22 terminali GR160, ciascuno dei quali provvede ad immettere una portata d’aria di 414 m 3/h.

Figura 39. Dimensioni GR160

53
Figura 40. Schema diffusione aria

Dal diagramma (1), alla portata d’aria qv richiesta, con vs ≈ 0,5 m/s si determina d, ovvero la gittata,
che in prima approssimazione può essere posta circa uguale ad s, ovvero la coordinata lungo la
traiettoria di lancio.
Si trova quindi che s ≈ d ≈ 12 m.

Figura 41. Diagramma (1) - Velocità misurata nel punto della


traiettoria avente coordinata s (centro del fronte).

Dal diagramma (2), alla portata d’aria qv richiesta, si verifica se il livello di rumorosità LWA è
compatibile con i limiti di progetto. Si trova che LWA= 17 dB e che pertanto rispetta il limite normativo.

54
Figura 42. Diagramma (2) - Livello di potenza sonora.

Dal diagramma (3), alla portata d’aria qv richiesta, si determina il valore di caduta di pressione
ΔP=25 Pa.

Figura 43. Diagramma (3) - Caduta di pressione.

Infine, dal diagramma (4), alla portata d’aria qv richiesta, si determina la deviazione verticale Δy
dovuta al salto termico, alla distanza d considerata e conseguentemente si trova l’angolo di inclinazione
α = arctg (Δy/d) = 24° che rientra nel limite.

Figura 44. Diagramma (4) - Deviazione verticale del lancio.

55
A questo punto per poter dimensionare le canalizzazioni è necessario tracciare un percorso
rappresentante la distribuzione dei canali e dei terminali di mandata.
Per cercare di coniugare quanto possibile impianto e costruito si sceglie di utilizzare canali
rettangolari che corrono sopra le librerie presenti nel soppalco e proseguono verso quella che era la
zona absidale.
Per il dimensionamento dei canali è stato utilizzato il metodo a riduzione di velocità, definita quindi
la velocità per il primo tratto, questa si riduce gradualmente nei tratti successivi. Essendo imposta la
velocità, le perdite di carico cambiano da tratto a tratto. Questo metodo è utile quando è necessario
controllare la velocità e quindi la rumorosità dell’impianto. Si decide di mantenere la velocità iniziale
all’interno del seguente range:
4𝑚/𝑠 ≤ 𝑣 ≤ 6𝑚/𝑠

Figura 45. Diagramma perdite di carico continue dell'aria per condotti circolari lisci.

56
La figura 45 mostra il grafico utilizzato per il dimensionamento dei canali, il quale è riferito alla
tipologia di materiale scelto. Attraverso tale grafico, conoscendo la portata d’aria e fissando la velocità,
è possibile trovare il diametro nominale del condotto. Da questo è possibile trovare la dimensione
equivalente della sezione rettangolare mediante apposite tabelle. A questo punto, analizzando la
distribuzione dei canali sono state computate le perdite di carico distribuite e concentrate. Per le perdite
di carico distribuite occorre moltiplicare la perdita di carico continua per la lunghezza della tubazione;
per le perdite di carico concentrate occorre determinare i coefficienti, ξ, in funzione della tipologia di
perdita di carico concentrata e poi definire, in funzione della velocità, il valore della perdita di carico.

Tabella 19. Canali rettangolari: diametri equivalenti per la determinazione delle perdite distribuite.

Tabella 20. Coefficienti di perdite di carico concentrate

57
Tabella 21. Perdite di carico localizzate.

58
Tabella 22. Dimensionamento rete aeraulica di mandata: ramo B

La tabella sopra riportata è relativa al ramo più sfavorito. Questo presenta una perdita di carico pari
a 323.24 Pa che dovrà essere vinta dal ventilatore di mandata. Pertanto, è necessario verificare che il
ventilatore presente nell’UTA sia idoneo a vincere tale perdita di carico. Inoltre, per regolare la portata
d’aria e bilanciare le perdite di carico nei due circuiti è necessario inserire delle serrande di regolazione.

Tabella 23. Perdite di carico nei due rami del circuito

Si passa quindi a dimensionare la rete di ripresa. In questo caso è stato utilizzato il metodo a perdita
costante, che consiste nel fissare una perdita di carico che rimane costante su tutto il circuito, prestando
attenzione che la velocità non superi un certo valore limite fissato pari a 5 m/s.
Si decide di dislocare i terminali di mandata e di ripresa e quindi si posizionano le griglie di ripresa
in basso a parete, in prossimità dell’ingresso alla biblioteca. Tale scelta è conseguente al fatto che in
questo modo si cerca di creare un flusso che massimizzi la circolazione dell’aria, anche in virtù del
fatto che l’ingresso, sgombro di arredo, rappresenta la zona più idonea ad ospitare le griglie di ripresa
per un adeguato funzionamento.

Come già accennato si decide di estrarre una portata d’aria pari a 8 200 m3/h, per far sì che
l’ambiente risulti essere leggermente in sovrappressione. Si selezionano quindi quattro griglie di ripresa
del tipo GVX 25 prodotte da FCR, che provvedono ad aspirare dall’ambiente una portata d’aria pari a
2 050 m3/h ciascuna.

59
Figura 47. Griglia di ripresa prodotta da FCR.

Alla portata qv richiesta, con un livello di potenza sonora LWA inferiore ai 25 dB ammessi, dal
diagramma (1) si determina l’area efficace Ak che deve avere la griglia. Questa risulta essere pari a 0.3
m2 per un livello di rumorosità di 25 dB.

Figura 46. Diagramma (1) - Livello di pressione sonora.

Dal diagramma (2), alla portata qv richiesta, con il valore Ak determinato precedentemente, si trova
la caduta di pressione ΔP di ciascuna griglia che risulta essere pari a 22 Pa.

Figura 48. Diagramma (2) - Caduta di pressione.

60
Dal diagramma (3), infine, si determinano le dimensioni nominali B e H della griglia, nota l’area
efficace Ak. L’area libera è BxH = 0.4 m2, si scelgono quindi quattro griglie di dimensioni 400 mm
x1000 mm.

Figura 49. Diagramma (3) - Area libera.

Tabella 24. Dimensionamento di rete aeraulica di ripresa.

61
Il ramo D, quello più sfavorito, presenta una perdita di carico pari a 74.50 Pa che dovrà essere vinta
dal ventilatore di ripresa. Pertanto, è necessario verificare che il ventilatore presente nell’UTA sia
idoneo a vincere tale perdita di carico. Per il bilanciamento dei rami del circuito è necessario introdurre
delle serrande di regolazione nei vari tratti per equilibrare le perdite di carico.

Tabella 25. Perdite di carico di entrambi i rami del circuito.

7.2.2. Rete di alimentazione batterie UTA


Tale rete, come già accennato, si occupa della distribuzione del fluido termovettore dalla caldaia e
dal refrigeratore alla UTA. Le centrali termica e frigorifera sono poste in un vano tecnico presente nel
piano seminterrato dell’edificio dell’università. Al fine di ottenere la giusta potenza frigorifera o
termica dalle batterie presenti all’interno della centrale di trattamento dell’aria è necessario che ad esse
giunga un’adeguata portata d’acqua. Saranno quindi presenti due circuiti idraulici, uno per l’acqua
calda ed uno per quella refrigerata.
Come fatto per la rete aeraulica, al fine di dimensionare le tubazioni è necessario tenere presente
della velocità dell’acqua, sia per evitare cadute di pressione elevate e sia per evitare l’eccessiva
rumorosità, e del tipo di materiale da cui dipendono le perdite distribuite.
Per il dimensionamento delle tubazioni si fa riferimento alle portate nominali di acqua calcolate
per le singole batterie:

 Batteria di raffreddamento: Q raff =Praff /(1.16*∆T)=17 445 l/h ;


 Batteria di pre-riscaldamento Q pre =Ppre /(1.16*∆T)=3 482 l/h ;
 Batteria di post-riscaldamento Q post =Ppost /(1.16*∆T)=4 464 l/h.

Per la rete si scelgono tubi in acciaio, i più utilizzati in campo idronico, per i quali si decide di
mantenere la velocità dell’acqua all’interno del seguente range:
1.5 m/s ≤ v ≤ 2.5 m/s

62
A questo punto, come fatto per la rete aeraulica, è possibile determinare il diametro delle tubazioni
e le perdite di carico, sia concentrate che distribuite, della rete.

Tabella 27. Dimensionamento rete acqua refrigerata.

Tabella 26. Dimensionamento rete acqua calda.

63
Di seguito di riportano le perdite di carico totali riferite sia alla mandata che al ritorno, facendo
attenzione che le perdite riferite alle batterie ed ai generatori sono state considerate una sola volta.

Tabella 28.Perdite di carico totali.

Selezione delle pompe


Per garantire la corretta circolazione dell’acqua nella rete di distribuzione è necessaria la presenza
di una pompa di circolazione, che permetta di vincere le perdite di carico del circuito.
Per selezionare la pompa idonea sono stati utilizzati due parametri:
• Portata d’acqua che la pompa deve trattare Q [m3/h];
• Prevalenza che la pompa deve garantire H [m].

Tabella 29. Parametri pompa di circolazione

Grazie a questi due parametri è stato possibile selezionare da catalogo le pompe di circolazione per
i circuiti di acqua refrigerata e calda. La AERMEC ci dà la possibilità di selezionare una versione del
refrigeratore NLC-E con kit idronico integrato, pertanto si verifica che la pompa di circolazione ad alta
prevalenza, data in dotazione dal produttore, sia sufficiente a soddisfare le esigenze.

Figura 50.Curva di prestazione- Portata/Prevalenza

64
Dal diagramma si evince che la pompa in dotazione per la versione NLC-E 055 è in grado di
garantire una prevalenza utile pari a circa 150 kPa che permette di vincere le perdite di carico del
circuito precedentemente calcolate.
Per il circuito di acqua calda si seleziona invece una pompa centrifuga del tipo Calio EcoMode 32-
120, prodotta da KSB.

Figura 51. Pompa Calio, KSB

La pompa Calio è una pompa centrifuga a rotore bagnato e mediante la modifica del valore
nominale della pressione differenziale, la curva caratteristica della pompa può essere adattata alle
pressioni differenziali o alle prevalenze più alte o più basse.
Di seguito si riporta la curva caratteristica della pompa.

Figura 52. Curve caratteristiche della pompa.

65
Dimensionamento vaso di espansione
Si procede infine a dimensionare i vasi di espansione. Il vaso di espansione serve a limitare gli
incrementi di pressione dovuti alla dilatazione dell’acqua contenuta nelle tubazioni, nei corpi scaldanti,
nelle apparecchiature di centrale, ecc. Si sceglie di utilizzare un vaso di espansione chiuso a membrana.
Tale membrana atossica divide l’interno del vaso di espansione in due parti: una parte riservata
all’acqua, e l’altra ad un gas il cui compito è quello di assorbire le variazioni di volume dell’acqua. Il
calcolo del volume del vaso si ricava dalla seguente formula:
V = VE* (1 –Pmin /Pmax ) -1
Dove:
V = volume vaso di espansione;
VE = Dv(DT)C con C = volume dell’acqua nell’impianto;

Pmin = pressione minima di esercizio ;


Pmax = pressione massima di esercizio.
Si riportano di seguito il volume dell’acqua contenuto nell’impianto e il successivo
dimensionamento dei vasi d’espansione, tenendo presente che questi sono installati a piano
seminterrato nel vano tecnico.

Tabella 30. Dimensionamento vaso di espansione

All’interno del refrigeratore è già presente un vaso di espansione di capacità pari a 25 l , che
pertanto, dati i risultati ottenuti, risulta essere più che sufficiente per il circuito di acqua refrigerata.

66
Tabella 31.Dimensionamento vaso di espansione.

Il generatore di calore, invece, non viene fornito di vaso d’espansione, pertanto, dati i risultati ottenuti,
se ne prevede l’installazione di uno della capacità di 25 l.

67
8. Considerazioni finali
L’iter progettuale ha portato alla definizione e al dimensionamento di un unico impianto che si occupa
di climatizzare e rinnovare l’aria, consentendo un notevole risparmio in termini di manutenzione e
trasferendo le responsabilità del corretto funzionamento dell’impianto ad un solo interlocutore. Inoltre,
come già detto, in tal modo l’utente avrà un maggiore controllo del comfort in quanto tramite un’unica
macchina, che rileva costantemente la temperatura e l’umidità presente in ambiente, verrà regolato il
corretto funzionamento dell’intero impianto in funzione del reale fabbisogno di energia dell’ambiente.

Nonostante la presente trattazione sia stata incentrata sulla definizione di un nuovo impianto per la
biblioteca della sede di Ingegneria, è bene sottolineare che per i restanti locali facenti parte dell’edificio
sarebbe necessario abbinare all’impianto di condizionamento a ventilconvettori esistente un impianto
ad aria primaria in grado di garantire il rinnovo di aria esterna.
Sistemi di ventilazione esclusivamente naturale, infatti, potrebbero risultare insufficienti in quanto
il ricambio d’aria è affidato agli utenti e ciò può comportare che il rinnovo sia troppo elevato, con
conseguente incremento di perdite energetiche, o troppo basso, con possibile raggiungimento di valori
di umidità eccessivi e formazione di muffa. Inoltre, la ventilazione naturale è efficace fintanto che la
temperatura esterna rimane di poco inferiore alla temperatura interna, così come la deumidificazione
viene garantita se l’aria esterna ha un’umidità specifica inferiore rispetto a quella dell’ambiente interno.
Inoltre, dopo la recente pandemia mondiale di Covid-19, è necessario mantenere negli ambienti indoor
le dovute condizioni di qualità dell’aria, quindi la salubrità, evitando l’accumularsi di inquinanti.
Come previsto per l’impianto della biblioteca, la migliore soluzione per ridurre il rischio di
infezione da SARS-CoV2-19 per via aerea risulta essere quella di ventilare gli ambienti interni con
aria esterna, grazie all’utilizzo di impianti di ventilazione meccanica che possono assolvere tale
funzione in modo più efficace della semplice apertura delle finestre.

Per concludere, è bene effettuare una ulteriore considerazione in merito alle portate di ventilazione.
Molto probabilmente a seguito di tale pandemia, le principali norme inerenti la ventilazione verranno
modificate. Ci si può aspettare, quindi, che gli indici di affollamento saranno ridotti per garantire un
maggior distanziamento interpersonale, ma allo stesso tempo sarà incrementata la portata di rinnovo
d’aria esterna per persona, in modo tale da assicurare una maggiore diluizione degli inquinanti ed un
miglioramento della qualità dell’aria a favore di una riduzione di rischio di contagio. È proprio per
questo motivo che la progettazione è stata svolta seguendo le linee guida in merito all’emergenza
sanitaria proposte dalle associazioni nazionali ed internazionali di esperti del settore della
climatizzazione, ipotizzando comunque il massimo affollamento per la biblioteca previsto prima della
pandemia.

68
BIBLIOGRAFIA

AiCARR, Protocollo per la riduzione del rischio da diffusione del SARS-CoV-2 nelle operazioni di
gestione e manutenzione degli impianti di climatizzazione e ventilazione esistenti, Milano, 2020.

ISS, Indicazioni sugli impianti di ventilazione/climatizzazione in strutture comunitarie non sanitarie e


in ambienti domestici in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2, Roma, 2020.

REHVA, How to operate and use building services in order to prevent the spread of the coronavirus
disease (COVID-19) virus (SARS-CoV-2) in workplaces, 2020.

G. Cammarata, Impianti termotecnici - Volume III, Verifica e certificazione energetica, Catania, 2016.

M. Doninelli, Le reti di distribuzione, Quaderni Caleffi.

M. Doninelli e M. Doninelli, Tabelle e diagrammi perdite di carico aria, Quaderni Caleffi.

M. Doninelli e M. Doninelli, Tabelle e diagrammi perdite di carico acqua, Quaderni Caleffi.

A. Rocchetti, Dispense Impianti Tecnici Civili e Industriali, Firenze, 2021.


AMBIENTE ESTERNO

ARIA ARIA
IN OUT

1
9
4
2 BIBLIOTECA
+ - +
3 5 6 7 8

10 11

LEGENDA COMPONENTI LEGENDA TUBAZIONI

1 PREFILTRAZIONE - FILTRI SINTETICI G4 MANDATA ACQUA CALDA

2 VENTILATORE DI RIPRESA RITORNO ACQUA CALDA

3 RECUPERATORE A FLUSSI INCROCIATI MANDATA ACQUA REFRIGERATA

4 FILTRI A TASCHE RIGIDE - F7 RITORNO ACQUA REFRIGERATA

5 BATTERIA PRE-RISCALDAMENTO ADDUZIONE ACQUA ACQUEDOTTO

6 BATTERIA DI RAFFREDDAMENTO E DEUMIDIFICAZIONE ADDUZIONE GAS

7 UMIDIFICATORE E SEPARATORE DI GOCCE MANDATA ARIA

8 BATTERIA POST-RISCALDAMENTO RITORNO ARIA

9 VENTILATORE DI MANDATA

10 CALDAIA

11 REFRIGERATORE

Corso di Laurea Magistrale in STUDENTE: ELABORATO: OGGETTO: SCALA: TAVOLA:

- 1
Chiara Chiavarini Impianto per la biblioteca di Impianto a tutt'aria -
Ingegneria Edile DOCENTE: Ingegneria dell'Università degli schema funzionale.
Impianti Tecnici Civili
a.a. 2020/2021 Prof. Ing. Andrea Rocchetti Studi di Firenze.
ARIA
ESTERNA
EXP
FILTRI A UMIDIFICATORE VENTILATORE
FILTRI TASCHE- DI MANDATA
PIANI- G4 F7 SEPARATORE
DI GOCCE
BATTERIA
PRE-RISCALDAMENTO

MANDATA

RIPRESA + - +

BATTERIA
POST-RISCALDAMENTO PIANTA CHIAVE
RACCOLTA
RECUPERATORE BATTERIA CONDENSA
STATICO RAFFREDDAMENTO
VENTILATORE
DI RIPRESA 6.20m

SCHEMA FUNZIONALE

A A

A16 B17

40
0
25

0x
0x

25
40
2.50m

0
A15
B16

B15
A14
1.30m

A13 B14

400x400

400x400
2.40m

A12 B13

2.50m

A11 B12

450x500

450x500
2.50m

A10 B11

2.50m

A9 B10
500x550

500x550
2.50m

A8 B9

Biblioteca 2.50m Biblioteca

A7 B8

2.50m

A6 B7

2.50m

A5 B6
600x500

600x500
2.50m

A4 B5

GRIGLIE DI RIPRESA
400X1000 mm

A2 B3

8.00m
B2
600x500

3.30m
B1
D3 350x550 0.85m
0 650x550 1 900x550 2 3
3.20m 2.30m
B
1000x500 1000x550
A1 A + - +
4
0
1.80m 1.60m Al piano
sottotetto
Archivio

A A
PIANO TERRA PIANO PRIMO

B3 UTA 1.33m
C3
N°11 DIFFUSORI Ø160 1.40m
2.50m

B15 B13 B12 B11 B10 B9 B8 B7 B6 B5 Presumibile vano


B17 B16 B14 B4
400x250 400x400 450x500 500x550 600x500 2.30m vuoto

LIBRERIA SU SOPPALCO

C1 C2
550x350

5.40m

GRIGLIA DI RIPRESA 400x1000mm 3.75m

SEZIONE A-A

Corso di Laurea Magistrale in STUDENTE: ELABORATO: OGGETTO: SCALA: TAVOLA:

1:250 2
Chiara Chiavarini Impianto per la biblioteca di Impianto a tutt'aria -
Ingegneria Edile DOCENTE: Ingegneria dell'Università degli rete aeraulica.
Impianti Tecnici Civili
a.a. 2020/2021 Prof. Ing. Andrea Rocchetti Studi di Firenze.
LEGENDA

VALVOLA DI BILANCIAMENTO TERMOMETRO

VALVOLA A SFERA MANOMETRO


CENTRALE DI TRATTAMENTO ARIA MODULARE mod. ARIA
NCT 10 - AERMEC ESTERNA
EXP VALVOLA DI RITEGNO VASO DI ESPANSIONE

VALVOLA DI REGOLAZIONE A DUE VIE FILTRO A "Y"

VALVOLA DI REGOLAZIONE A TRE VIE ELETTROPOMPA

MANDATA
GRUPPO DI RIEMPIMENTO VALVOLA DI SICUREZZA
RIPRESA + - +
PRESSOSTATO DI BLOCCO A RIARMO MANUALE GIUNTO ANTIVIBRANTE

MANOMETRO PER GAS FILTRO PER GAS

GENERATORE DI CALORE MODULARE A VALVOLA DI INTERCETTAZIONE DEL GAS


M M M
CONDENSAZIONE A GRANDE CONTENUTO
D'ACQUA mod.OPERA 125 - FERROLI:
- POTENZA AL FOCOLARE 116kW
- POTENZA TERMICA UTILE 113.5 kW (80°C-60°C)
- PRESSIONE MAX DI ESERCIZIO 6 bar
REFRIGERATORE CONDENSATO AD ARIA mod. NLC-°055 -
AERMEC:
- POT. FRIGORIFERA 102.9 kW ( con t.b.s 35°C e t. acqua 7/12°C)
- EER 2.74
- PORTATA MAX UTENZA 17 774 l/h

Ufficio1
Archivio

lab.

D.ET.

D.ET.
lab.
D.ET.
PIANTA CHIAVE

D.En.
D.ET. D.ET.

Biblioteca
D.ET. Loc.Com.

Dip. Ener. Dip. Ener.


Dip.ET.

DETTAGLIO B

DETTAGLIO A

L.Tec.
+ - +

Vano
Archivio tecnico

PIANO PRIMO_SCALA 1:250 PIANO SEMINTERRATO_ SCALA 1:250

C2
F2
L.Tec.

Vano
tecnico
6.00m
4.80m C3
C6 1"
C4 1 1/2"
2"
1.25m F4 1" F3 6.55m
C7
F5 C5 7.00m

+ - +

8.60m
C1 C
Archivio 1 1/2"
13.30m
F
F1 2"

DETTAGLIO B_ SCALA 1:150 DETTAGLIO A_ SCALA 1:150

Corso di Laurea Magistrale in STUDENTE: ELABORATO: OGGETTO: SCALA: TAVOLA:

- 3
Chiara Chiavarini Impianto per la biblioteca di Impianto a tutt'aria -
Ingegneria Edile DOCENTE: Ingegneria dell'Università degli rete alimentazione
Impianti Tecnici Civili
a.a. 2020/2021 Prof. Ing. Andrea Rocchetti Studi di Firenze. batterie UTA.

Potrebbero piacerti anche