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U NIVERSIT À DEGLI S TUDI DI S IENA

Facoltà di Ingegneria

Corso di Laurea Specialistica in


I NGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI

Studio e realizzazione di un
rifrattometro con reticoli in fibra
ottica in configurazione ibrida
Tesi di Laurea di

Chiara Berrettoni

Relatori:

Prof. Valerio Vignoli


Correlatore:

Ing. Massimo Brenci

Dott. Cosimo Trono

Anno Accademico 2011-2012


Indice

Introduzione 3

1 Sensori in fibra ottica 8


1.1 Generalità sulle fibre ottiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.2 Introduzione ai sensori in fibra ottica . . . . . . . . . . . . . . 12

2 Reticoli in fibra ottica 17


2.1 I reticoli di diffrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
2.2 I reticoli di Bragg (FBG) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
2.2.1 Introduzione e principio di funzionamento . . . . . . . 23
2.2.2 Analisi teorica del reticolo FBG . . . . . . . . . . . . . 25
2.2.3 Classificazione dei reticoli FBG . . . . . . . . . . . . . 29
2.3 I reticoli a passo lungo (LPG) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
2.3.1 Introduzione e principio di funzionamento . . . . . . . 31
2.3.2 Analisi teorica dei reticoli LPG . . . . . . . . . . . . . 34
2.4 Proprietà dei reticoli in fibra ottica . . . . . . . . . . . . . . . 35
2.4.1 Proprietà degli FBG . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
2.4.2 Proprietà degli LPG . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39

3 Applicazioni dei reticoli in fibra ottica 44


3.1 Applicazioni dei reticoli nelle telecomunicazioni . . . . . . . . 45

1
INDICE 2

3.2 Applicazioni dei reticoli come sensori . . . . . . . . . . . . . . 45

4 Tecniche di fabbricazione dei reticoli in fibra ottica 51


4.1 Fabbricazione dei reticoli FBG . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
4.1.1 Tecnica di scrittura interna . . . . . . . . . . . . . . . 53
4.1.2 Tecnica interferometrica . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
4.1.3 Tecnica con maschera di fase . . . . . . . . . . . . . . . 57
4.2 Fabbricazione dei reticoli LPG . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
4.2.1 Metodo UV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
4.2.2 Metodi non UV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64

5 Realizzazione del sensore ibrido 70


5.1 Principio di funzionamento del sensore . . . . . . . . . . . . . 71
5.2 Processo di scrittura dei reticoli . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
5.2.1 Caratteristiche dei reticoli . . . . . . . . . . . . . . . . 86

6 Caratterizzazione dei reticoli in temperatura e indice di ri-


frazione 95
6.1 Caratterizzazione in temperatura . . . . . . . . . . . . . . . . 96
6.1.1 Caratterizzazione in temperatura del reticolo LPG . . . 97
6.1.2 Caratterizzazione in temperatura del reticolo FBG . . 98
6.2 Caratterizzazione in indice di rifrazione del reticolo LPG . . . 102

7 Risultati sperimentali 109


7.1 Risultati sperimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111
7.1.1 Misure di temperatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111
7.1.2 Misure di indice di rifrazione . . . . . . . . . . . . . . . 115
7.2 Considerazioni conclusive sul sensore . . . . . . . . . . . . . . 120
7.3 Misure conclusive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124
INDICE 3

7.4 Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126

Bibliografia 133

Ringraziamenti 138
Introduzione

Nel corso degli ultimi decenni, i sensori in fibra ottica sono diventati og-
getto di un’attività di studio e di ricerca sempre crescente.
Il motivo principale che ha portato a considerare le fibre ottiche anche al di
fuori dell’ambito delle telecomunicazioni, a vantaggio di applicazioni sensori-
stiche, è legato alle caratteristiche intrinseche e alla natura stessa della fibra.
È proprio grazie allo sviluppo e alle sperimentazioni delle fibre ottiche nel
mondo delle telecomunicazioni che, a partire dagli anni 70, ha preso sem-
pre più campo l’idea secondo cui l’indesiderata sensibilità della fibra ottica a
grandezze di influenza esterna, come la temperatura, la pressione, etc., può
essere sfruttata allo scopo di misurare le stesse grandezze e, quindi, sfruttare
la fibra come elemento sensibile.
Nel vasto e vario mercato dei sensori i sensori in fibra ottica presentano il
vantaggio di riuscire ad unire l’alta qualità delle prestazioni di misura, intese
in termini di accuratezza e sensibilità, al soddisfacimento di requisiti, al-
trettanto importanti, come l’economicità, la robustezza e l’integrazione con
altri sistemi. Negli ultimi anni, quindi, i sensori in fibra ottica sono divenuti
importanti elementi di misura in diversi campi di applicazione, come quello
industriale, ambientale, biomedico, etc.
Tra le varie tipologie di sensori in fibra ottica (OFS) quelle basate su reticoli
(gratings), sono state negli ultimi anni fra le più diffuse e oggetto di ricerca,

4
INDICE 5

tanto che in letteratura sono presenti diverse soluzioni e applicazioni, spe-


cie nell’ambito della diagnostica chimica e biomedica. In particolare, questa
classe di sensori ottici è utilizzata, nelle varie configurazioni possibili, per
effettuare misure di indice di rifrazione (RI).
L’inconveniente principale di questi sensori è tuttavia la sensibilità del re-
ticolo a più parametri esterni, come ad esempio, la temperatura e la defor-
mazione. In letteratura sono presenti numerosi esempi di sensori basati su
reticoli che consentono, ad esempio, di misurare simultaneamente tali para-
metri (come deformazione e temperatura, temperatura e RI). Alcuni preve-
dono l’impiego di configurazioni interferometriche, altre la cascata di reticoli
a passo lungo e a passo corto.
In questa tesi è stato affrontato lo studio di una tecnica di misura di indice
di rifrazione di soluzioni chimiche che non risente delle variazioni della tem-
peratura esterna.
L’attività, condotta presso l’Istituto di Fisica Applicata Nello Carrara e i cui
risultati sono presentati in questa tesi, ha previsto la progettazione e realiz-
zazione di un sensore ottico ibrido. La configurazione si basa infatti sulla
cascata di due differenti reticoli iscritti all’interno della stessa fibra monomo-
do: un reticolo a passo lungo (LPG) e un reticolo a passo corto (FBG).
Il lavoro si articola come segue.

Nel capitolo 1, dopo un’introduzione sulla propagazione della luce all’inter-


no delle fibre ottiche, effettuata con riferimento all’ottica geometrica, viene
tracciata una panoramica sulle varie tipologie di sensori in fibra ottica. In
particolare vengono descritte le ragioni che giustificano il crescente interesse
per la fibra ottica come elemento chiave nel settore della sensoristica.
INDICE 6

Nel capitolo 2 è invece descritto il pricipio di funzionamento dei reticoli in


fibra ottica dal punto di vista della teoria della diffrazione ottica. Vengono
quindi ricavate le equazioni che descrivono la condizione di accoppiamento di
fase sia per i reticoli di Bragg che per i reticoli a passo lungo. In riferimento
alle due tipologie di reticoli viene quindi illustrato il principio di funziona-
mento e discusse le principali proprietà. Particolare attenzione è dedicata
alla sensibilità dei reticoli alle variazioni delle grandezze esterne come tem-
peratura, deformazione e indice di rifrazione.

Nel capitolo 3 sono descritti i principali settori applicativi dei reticoli in fibra
ottica. Nella prima parte del capitolo vengono descritte in maniera necessa-
riamente sintetica alcune applicazioni nel settore delle telecomunicazioni. La
seconda parte è invece interamente dedicata alla descrizione delle principali
applicazioni dei reticoli nel settore della sensoristica. Particolare attenzione
è dedicata alla misura simultanea di più grandezze esterne. Vengono quindi
descritte alcune tra le principali strutture trattate in letteratura, specie quel-
le in configurazione ibrida, cioè formate dalla cascata di due o più reticoli
diversi.

Nel capitolo 4 vengono presentate le principali tecniche di realizzazione di


reticoli a passo corto e a passo lungo in fibra ottica.

Gli ultimi capitoli sono dedicati alla parte sperimentale del lavoro e quin-
di al sensore progettato e realizzato in questa tesi.
Nel capitolo 5 viene introdotto il principio di funzionamento del sensore e
vengono descritte le tecniche e la strumentazione utilizzate per la realizza-
zione della cascata dei due reticioli o, in altre parole, dell’elemento sensibile.
INDICE 7

Poichè lo scopo è quello di realizzare un sensore in grado di misurare l’indice


di rifrazione di soluzioni acquose in modo indipendente rispetto alla tempe-
ratura, particolare attenzione è stata rivolta, nel corso del capitolo 6 alla
caratterizzazione dei due reticoli. Nel capitolo sono quindi descritti i sistemi
di misura realizzati per la caratterizzazione in temperatura e in indice di
rifrazione del reticolo di Bragg e del reticolo a passo lungo.

Nel capitolo 7 sono infine presentate le misure effettuate per la caratterizza-


zione in temperatura ed indice di rifrazione del sensore. Il sensore è stato ca-
ratterizzato anche in condizioni reali, cioè misurando l’indice di rifrazione di
soluzioni chimiche in condizioni di temperatura variabile. Quindi, è stato pos-
sibile verificare che il sensore realizzato consente di misurare con una buona
sensibilità l’indice di rifrazione di una soluzione chimica, indipendentemente
dalle variazioni di temperatura.
Capitolo 1

Sensori in fibra ottica

1.1 Generalità sulle fibre ottiche


Il termine fibra ottica, coniato per la prima volta da Kanapy nel 1956,
è utilizzato per indicare una guida d’onda dielettrica, in vetro o plastica, in
grado di confinare e guidare onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda
ottica. Una fibra ottica si presenta normalmente come un sottile filo di ma-
teriale vetroso, a simmetria cilindrica, avente una struttura simile a quella
indicata in figura 1.1. In essa si riconoscono tre regioni concentriche aventi
indice di rifrazione diverso e che, procedendo radialmente dal centro verso
l’esterno, prendono il nome di nucleo (core), mantello (cladding) e rivesti-
mento (jacket o buffer).
Delle tre parti, solamente le prime due partecipano ai fenomeni di propaga-
zione guidata, essendo l’ultima presente solo come supporto protettivo. Il
meccanismo secondo il quale l’energia associata alle onde elettromagnetiche
è confinata all’interno della guida d’onda e trasmessa, viene studiato attra-
verso la teoria della propagazione.
Per avere una propagazione confinata dei raggi all’interno della fibra, è ne-

8
1.1. GENERALITÀ SULLE FIBRE OTTICHE 9

Figura 1.1: Struttura di una fibra ottica

cessario che il nucleo e il mantello abbiano indice di rifrazione diverso e, in


particolare che il primo sia maggiore del secondo [1]. Indicato quindi con n1
l’indice di rifrazione del core e con n2 l’indice di rifrazione del cladding, deve
risultare:
n1 > n 2 (1.1)

Una fibra di questo tipo, in cui il profilo dell’indice di rifrazione presenta


una brusca discontinuità in corrispondenza dell’interfaccia nucleo - mantello
è detta step - index. Esistono anche fibre in cui la variazione dell’indice di
rifrazione lungo il raggio è graduale ed in tal caso si parla di fibre graded -
index (GRIN).
Nel corso di questa tesi saranno prese in esame solo fibre ottiche del tipo step
- index, in cui, cioè l’indice di rifrazione è costante lungo tutta la sezione del
nucleo, per poi cambiare bruscamente in corrispondenza dell’interfaccia con
il mantello.
Le fibre ottiche si possono classificare anche in fibre singolo modo e fibre mul-
ti modo: nel primo caso si fa riferimento ad un solo modo di propagazione
dell’energia luminosa all’nterno della guida d’onda, mentre nel secondo caso
essa è trasportata da più modi, ognuno con differente velocità di gruppo.
1.1. GENERALITÀ SULLE FIBRE OTTICHE 10

La trasmissione della luce attraverso una fibra singolo modo, step - index av-
viene grazie al fenomeno della riflessione interna totale (TIR - Total Internal
Reflection)[2].
Questo fenomeno si presenta quando la luce incide all’interfaccia nucleo -
mantello con un angolo θ maggiore di un angolo detto angolo critico θc .
L’angolo critico θc è dato dalla seguente espressione che si ricava dalla legge
di Snell:
n2
θc = arcsin (1.2)
n1

Perciò, se il raggio luminoso incide all’interfaccia nucleo - mantello con un


angolo θ > θc , esso rimane intrappolato nel nucleo e si propaga lungo l’asse
del core attraverso un percorso di continue riflessioni.
In caso contrario (θ < θc ), il raggio viene rifratto nel mantello e non si ha
propagazione guidata.
Con riferimento alla figura 1.2, l’angolo massimo di incidenza della radiazione
(αmax ) all’ingresso della fibra, che corrisponde all’angolo critico θc , è detto
angolo di accettazione.
Un angolo di incidenza α ≤ αmax garantisce la condizione di riflessione inter-
na totale all’interfaccia nucleo - mantello: αmax individua quindi il cosiddetto
cono di accettazione della fibra.
Se i raggi incidenti sulla sezione di ingresso della fibra cadono al di fuori di
questo cono (o, in modo equivalente, se α > αmax ), essi andranno ad incidere
all’interfaccia core cladding con un angolo inferiore all’angolo critico, dando
luogo a perdite per trasmissione nel mantello e non garantendo perciò la ri-
flessione interna totale (fig. 1.2)[2].
La condizione di riflessione interna totale e l’angolo critico θc sono dunque
alla base del funzionamento della fibra ottica. Tuttavia, spesso nelle spe-
1.1. GENERALITÀ SULLE FIBRE OTTICHE 11

Figura 1.2: Massimo angolo di accettazione αmax : i raggi con α > αmax ( raggio
rosso), non soddisfano la condizione TIR.

cifiche delle fibre ottiche in commercio non è indicato il valore dell’angolo


critico, ma una quantità legata ad esso, indicata come apertura numerica
(NA - Numerical Aperture) [2] e definita come:

N A = n0 sinαmax = n21 − n22 (1.3)

con n0 indice di rifrazione del mezzo in cui si trova la fibra ( se aria n0 = 1 ).


Il comportamento della radiazione luminosa all’interno della fibra ottica, può
essere compreso meglio andando a considerare la natura elettromagnetica
della luce ed imponendo le condizioni di continuità dei campi elettroma-
gnetici (EM) all’interfaccia nucleo-mantello. Questa trattazione è affrontata
ampiamente in numerosi manuali di ottica [1],[2].
1.2. INTRODUZIONE AI SENSORI IN FIBRA OTTICA 12

1.2 Introduzione ai sensori in fibra ottica


L’idea di sfruttare le fibre ottiche come sensori nasce dall’osservazione
che la propagazione della luce all’interno della struttura guidante della fibra
viene influenzata in modi diversi da vari agenti esterni, quali temperatura,
deformazione, pressione, etc. È perciò possibile che la fibra ottica possa esse-
re impiegata come sensore (OFS Optical Fiber Sensor) per effettuare misure
di varia natura: misure meccaniche (deformazione, pressione, vibrazione),
misure chimiche e biologiche (indice di rifrazione, temperatura e salinità).
Uno degli aspetti più vantaggiosi dei sensori ottici, rispetto ai tradizionali
sensori elettrici, è il fatto di presentare un’elevata immunità alle interferenze
elettromagnetiche (EMI). È evidente dunque come l’impiego di tali senso-
ri rappresenti un’ottima soluzione per effettuare misure in ambienti in cui
è presente un elevato grado di inquinamento elettromagnetico (ad esempio
vicino a sorgenti di campi elettromagnetici di elevata intensità), ma anche
per misurazioni in cui è necessario che il sistema di misura stesso non emet-
ta radiazione elettromagnetica. Inoltre, data la natura dei materiali della
fibra ottica, rispetto ai tradizionali supporti come i cavi di rame, essa non è
esposta ai fenomeni fisici di corrosione tipici dei metalli, con dei vantaggi per
quanto riguarda ad esempio i costi di manutenzione. Ancora, lo stesso peso
specifico del vetro, inferiore a quello del rame, rende vantaggioso l’utilizzo
delle fibre ottiche in tutte quelle applicazioni in cui il contenimento dei pesi
risulta di primaria importanza (ad esempio nelle applicazioni aereospaziali ).
Un altro aspetto da tenere presente è la possibilità di adottare la tecnologia
in fibra ottica anche in ambienti ostili, in cui si richiede, ad esempio, il fun-
zionamento ad elevate temperature (sensori per incendi, per il monitoraggio
di vulcani, etc.). Non meno importanti sono l’elevato grado di integrabilità
con le strutture da controllare, la scarsa invasività, la velocità di risposta e
1.2. INTRODUZIONE AI SENSORI IN FIBRA OTTICA 13

l’elevata accuratezza delle misure; la possibilità di multiplexing che consente,


ad esempio la creazione di array di sensori; la possibilità di effettuare misure
simultanee di diversi parametri (temperatura, indice di rifrazione, deforma-
zione). Sono proprio queste caratteristiche a fare dell’OFS uno degli elementi
principali di misura e diagnostica nel mondo dei sensori, consentendo cosı̀ a
questa tecnologia, di trovare sempre maggiore spazio in vari settori applica-
tivi e di essere oggetto di continue ricerche e studi. Tra i numerosi settori
in cui sono impiegati, si annoverano quello industriale, dei trasporti, della
diagnostica medica e delle biotecnologie e dell’ingegneria ambientale. Come
già accennato, in un sensore in fibra ottica il misurando influenza il modo in
cui la luce si propaga all’interno della fibra. In particolare, la sorgente ottica
genera un fascio di luce che si propaga attraverso la fibra fino al punto in
cui la grandezza, che deve essere misurata, interviene per modulare le pro-
prietà della stessa radiazione ottica. Questa può uscire dalla guida ed essere
modulata da un dispositivo separato dalla fibra. In questo caso si parla di
configurazione estrinseca del sensore (EOFS) e la fibra è solamente il mez-
zo che permette il trasporto dell’informazione luminosa. La misura vera e
propria della grandezza d’interesse è invece effettuata per mezzo di un dispo-
sitivo esterno.
In altri casi, la luce rimane vincolata a propagarsi all’interno della stessa
fibra e le sue proprietà ottiche sono modulate in base alle variazioni delle
grandezze esterne di interesse. Si parlerà in questo caso di configurazione
intrinseca (IOFS). Di questa categoria fanno parte i sensori in configurazione
interferometrica e in generale quelli basati sui reticoli (fig. 1.3) [3].
I sensori in fibra ottica sono quindi costituiti da una sorgente luminosa, un
tratto di fibra, un elemento sensibile e un sistema di elaborazione del segna-
le, come mostrato in figura 1.4. La sorgente può essere ad esempio un diodo
1.2. INTRODUZIONE AI SENSORI IN FIBRA OTTICA 14

Figura 1.3: Classificazione dei sensori in fibra ottica

emettitore di luce (LED) o un diodo laser (LD).


Il LED emette un fascio di luce a bassa coerenza, di notevole ampiezza spet-
trale; il diodo laser presenta invece un’elevata coerenza, ampiezza spettrale
limitata e un’elevata potenza ottica in uscita. Le caratteristiche dei diodi
laser sono adatte ai sensori interferometrici, o ai sensori in cui l’informazione
sul misurando è legata alla lunghezza d’onda della radiazione.

Figura 1.4: Schema di funzionamento di un sensore in fibra ottica


1.2. INTRODUZIONE AI SENSORI IN FIBRA OTTICA 15

Poiché i parametri ottici vengono modulati dal misurando, i sensori si possono


anche classificare in base alla tipologia di modulazione e, quindi, suddividere
in quattro categorie principali [4]:

• Modulati in fase (Phase - modulated )

• Modulati in polarizzazione (Polarization - modulated )

• Modulati in lunghezza d’onda (Wavelenght - modulated )

• Modulati in intensità (Intensity - modulated )

Tipici sensori caratterizzati da una modulazione di fase sono i sensori in


configurazione interferometrica, mentre quelli con modulazione di lunghezza
d’onda sono ad esempio quelli che fanno uso di reticoli (gratings) inscritti
nella fibra.
Nei sensori a modulazione di fase l’azione della grandezza esterna è quella
di determinare uno sfasamento dell’onda guidata. Questo si può descrivere
attraverso la teoria dei classici interferometri i cui rami sono in questo caso
tratti di fibre ottiche. Più precisamente, parleremo di configurazioni dual-
path, in cui viene misurata la differenza di fase tra un segnale di interesse e
uno di riferimento, e di configurazione multi -path, in cui l’interferenza deriva
da riflessioni multiple del fascio all’interno della fibra e in cui non si fa uso
di una ramo di riferimento.
Gli interferometri di Michelson e quelli di Mach - Zehnder, tra i più men-
zionati in letteratura, sono un esempio di configurazione dual-path, mentre il
Fabry Perot è un esempio per la configurazione multi-path [3].
Il funzionamento di questa tipologia di sensori si basa sull’interferenza co-
struttiva e distruttiva dell’onda luminosa che attraversa i rami dell’interfe-
rometro. La differenza di fase può essere dovuta a variazioni delle grandezze
1.2. INTRODUZIONE AI SENSORI IN FIBRA OTTICA 16

esterne, come indice di rifrazione e temperatura. È quindi possibile, mi-


surando le variazioni di fase indotte determinare le relative variazioni della
grandezza incognita.
Negli ultimi anni è stata rivolta particolare attenzione a sensori in fibra ot-
tica basati su reticoli (OFGs). La tecnologia basata su reticoli (sia a passo
corto che a passo lungo), applicata al mondo della sensoristica, è ad oggi la
più diffusa e conosciuta, seguita da quella interferometrica [5], e ad essa sono
dedicati i capitoli successivi. Poiché il sensore oggetto dello studio di questa
tesi si basa su una tecnologia con reticoli in fibra ottica, nel prossimo capitolo
saranno descritti in maniera approfondita il loro principio di funzionamento
e le loro principali proprietà.
Capitolo 2

Reticoli in fibra ottica

2.1 I reticoli di diffrazione


Un reticolo in fibra ottica consiste in una modulazione periodica dell’in-
dice di rifrazione del core di una fibra singolo modo (SMF) e/o delle sue
caratteristiche geometriche.
Come si può vedere dalla figura 2.1, la modulazione dell’indice di rifrazione
del core della fibra consiste in un una serie di piani, detti appunto di grating,
separati da una distanza Λ, che corrisponde al periodo della modulazione
indotta.
I reticoli in fibra ottica possono essere studiati seguendo differenti approcci:
un modo, più rigoroso ed esaustivo, è quello basato sulla teoria della pro-
pagazione luminosa nelle guide d’onda e, di conseguenza, sulle equazioni di
Maxwell; l’altro, più semplice e intuitivo, si basa sulla teoria della diffrazione.
Il primo metodo è conosciuto meglio come metodo dei modi accoppiati (CMT
Coupled-Mode Theory). Alla base di questo metodo c’è il concetto di modo.
Un numero finito di modi guidati viaggia nella fibra con costanti di propaga-
zione discrete (β), che sono funzione della lunghezza d’onda λ della sorgente

17
2.1. I RETICOLI DI DIFFRAZIONE 18

Figura 2.1: Reticolo in fibra ottica

e dei parametri della fibra, e che possono essere determinati usando le equa-
zioni di Maxwell e le condizioni al contorno per i campi elettrici e magnetici
all’interfaccia nucleo - mantello. Questo metodo, che consente di descrivere
in maniera dettagliata l’interazione tra i modi all’interno di una fibra singolo
modo, è trattato in molti articoli e testi [6],[7],[8],[9],[10].
In base al secondo approccio invece un reticolo in fibra ottica viene trattato
come un reticolo di diffrazione, in cui la luce incidente viene diffratta in di-
versi fasci luminosi [11].
Un reticolo di diffrazione è formato da una cascata di elementi o fessure (slit)
separati da una distanza (passo del reticolo) comparabile con la lunghezza
d’onda della luce incidente, cosı̀ da formare una struttura periodica. In que-
sto modo, quando un fascio luminoso incide sul reticolo, dà origine a un
raggio trasmesso e a più raggi diffratti.
I fasci diffratti si contano rispetto a quello centrale, che non risulta deviato
rispetto al fascio incidente ed è preso come riferimento.
2.1. I RETICOLI DI DIFFRAZIONE 19

Il numero associato a ciascun raggio secondo la convenzione illustrata in fi-


gura 2.2 rappresenta il cosiddetto ordine o modo di diffrazione, che viene
genericamente indicato con la lettera m. Più precisamente, quello che corri-
sponde alla trasmissione diretta è chiamato ordine zero e, per convenzione,
si indica con m = 0.
A seconda che il fascio diffratto si trovi alla destra o alla sinistra di quello
di riferimento rispetto alla direzione di propagazione, il numero intero m che
rappresenta l’ordine di diffrazione può assumere valore negativo o positivo.
La direzione dei raggi diffratti, in termini angolari, dipende sia dalla lun-
ghezza d’onda della luce incidente (λ), sia dal passo del reticolo (Λ). Questo
spiega perché la luce con una lunghezza d’onda più grande è deviata con un
angolo (angolo di diffrazione) maggiore rispetto alla direzione incidente.
Inoltre, i reticoli di diffrazione possono operare sia in riflessione che in tra-
smissione, a seconda che la dispersione della luce avvenga sullo stesso lato o
su quello opposto della sorgente.
Considerando la luce come un’onda elettromagnetica, il fenomeno prodotto
dai reticoli di diffrazione può essere cosı̀ interpretato: quando una luce mo-
nocromatica con lunghezza d’onda λ incide su un reticolo di diffrazione essa
viene diffrata lungo direzioni discrete ognuna delle quali, a sua volta, può
essere interpretata come una sorgente di luce. Quindi, la luce diffratta da
ogni fessura forma dei fronti d’onda, ognuno dei quali interagisce con quelli
delle fessure adiacenti. L’aspetto interessante è che esistono solamente angoli
discreti, lungo i quali, per un dato passo del reticolo, la luce diffratta da una
fessura è in fase con le altre, dando cosı̀ luogo ad una interferenza costruttiva.
Consideriamo un’onda luminosa con lunghezza d’onda λ, proveniente da un
mezzo con indice di rifrazione n1 e supponiamo che essa incida su un reticolo
di diffrazione di periodo Λ con angolo di incidenza α (fig 2.2).
2.1. I RETICOLI DI DIFFRAZIONE 20

Figura 2.2: Onda luminosa diffratta da un reticolo

La luce viene diffratta in un secondo mezzo con indice di rifrazione diverso


(n2 ), secondo la seguente espressione [11]:

λ
n2 sin θm = n1 sin α + m (2.1)
Λ

dove θm è l’angolo dell’onda diffratta, m è il numero intero che rappresenta


l’ordine di diffrazione e n2 è l’indice di rifrazione del secondo mezzo.
Nella figura 2.2, come si può notare, sono riportati solo i primi due ordini di
diffrazione (m = 0, −1).
Poiché un reticolo in fibra ottica si ottiene modulando l’indice di rifrazione
del nucleo, il funzionamento del reticolo può essere descritto a partire dai
reticoli di diffrazione cui è stato appena fatto riferimento [11].
In particolare, è possibile adattare l’equazione 2.1 al caso di un reticolo uni-
forme, cioè con periodo costante, inscritto in una fibra ottica e ricavare cosı̀
la condizione di accoppiamento tra i modi di propagazione nel nucleo e nel
mantello.
L’equazione individuata (eq. 2.1) non definisce la lunghezza d’onda alla quale
si ha il massimo accoppiamento tra i modi di mantello e il modo del nucleo,
ma permette solo di stabilire l’angolo in corrispondenza del quale si ha in-
2.1. I RETICOLI DI DIFFRAZIONE 21

terferenza costruttiva.
Tenendo presente che la luce diffratta nel secondo mezzo con un angolo θ0
corrisponde al modo fondamentale guidato di una fibra singolo modo, è pos-
sibile quindi riscrivere l’equazione 2.1 in funzione dell’indice di rifrazione del
nucleo e del mantello (nco e ncl ):

λ
ncl sin θm = nco sin α + m (2.2)
Λ

Considerando la teoria relativa all’accoppiamento tra modi guidati, è pos-


sibile esprimere questa equazione del reticolo di diffrazione in termini delle
costanti di propagazione dei due modi accoppiati in questione [6], [11].
In particolare, poichè la costante di propagazione di ogni modo all’interno
di una guida d’onda dielettrica uniforme (come ad esempio nel caso di una
fibra ottica), è data da :

β= nef f (2.3)
λ
con nef f = n sin θ, è possibile esprimere l’equazione del reticolo in funzione
di β.
Perciò, tenendo presente la struttura di una fibra ottica, per i modi di core
e di cladding, che viaggiano attraverso un reticolo uniforme, le costanti di
propagazione si possono esprimere come:


βco = nef f,co = knco sin θ0 (2.4)
λ
2π m
βclm = n = kncl sin θm (2.5)
λ ef f,cl
dove k = 2π/λ. Sostituendo queste espressioni nell’equazione 2.2, si ottiene
la condizione fondamentale di accoppiamento per un reticolo [11]:


βclm = βco + m (2.6)
Λ
2.1. I RETICOLI DI DIFFRAZIONE 22

Poiché il primo ordine di diffrazione (m= -1) è quello dominante, si può espri-
mere l’equazione 2.6 in modo da evidenziare la condizione di accoppiamento
tra il modo m = 0 ed il modo m = −1 all’interno di una fibra singolo modo:


∆β = βco − βcl−1 = β1 − β2 = (2.7)
Λ

L’equazione 2.7 esprime la condizione di accoppiamento di fase ( PMC Phase-


Matching Condition) tra i due modi di propagazione all’interno della fibra
[28].
∆β rappresenta la costante di propagazione differenziale ed è data dalla diffe-
renza tra le costanti di propagazione dei due modi accoppiati presi in esame.
In particolare, β1 e β2 assumeranno valore positivo o negativo a seconda
che i modi associati siano propaganti nel verso delle z positive (modi co-
propaganti) o nel verso delle z negative (modi contro-propaganti).
Poichè β è funzione di λ, la PMC è fortemente selettiva in lunghezza d’onda.
Una tecnica alternativa, che consente di visualizzare la condizione di accop-
piamento tra i modi della fibra, è quella del Metodo grafico (β-plot) [11].
Con questa tecnica, le costanti di propagazione associate ai vari modi, sono
riportate lungo una linea retta, come mostrato in figura 2.3

Figura 2.3: Metodo grafico sull’accoppiamento dei modi di cladding e di core


2.2. I RETICOLI DI BRAGG (FBG) 23

In particolare, facendo sempre riferimento alla figura 2.3, i cerchi pieni si rife-
riscono ai modi di core (ncl < nef f < nco ), mentre i cerchi vuoti si riferiscono
ai modi di cladding (1 < nef f < ncl ). Sulla retta vengono riportate anche
le costanti di propagazione associate ai modi. Come si può osservare, valori
positivi di β sono riferiti ai modi co-propaganti, mentre valori negativi sono
riferiti ai modi contro-propaganti.
Poiché questo metodo grafico è costruito a partire dalla definizione della co-
stante di propagazione, che è inversamente proporzionale a λ , è evidente che
aumentando o diminuendo la lunghezza d’onda della radiazione luminosa in-
cidente sul reticolo, lo stesso asse subisce una compressione o una dilatazione.

I reticoli in fibra ottica sono classificati in due tipologie fondamentali: i


reticoli di Bragg (FBG), anche conosciuti come reticoli a passo corto o di
riflessione, e i reticoli a passo lungo (LPG) o di trasmissione.
Nei primi, l’accoppiamento avviene tra modi che si propagano in direzioni
opposte e il passo del reticolo assume valori dell’ordine delle centinaia di nm,
mentre nei secondi l’accoppiamento avviene tra modi che si propagano lungo
la stessa direzione (modi co-propaganti) e il passo del reticolo è dell’ordine
delle centinaia di µm.
I reticoli di Bragg ed i reticoli a passo lungo sono trattati in modo approfon-
dito nei prossimi paragrafi.

2.2 I reticoli di Bragg (FBG)

2.2.1 Introduzione e principio di funzionamento

Tra le due tipologie di reticoli, i primi ad essere studiati sono stati i re-
ticoli di Bragg, grazie al contributo, nel 1978, di Hill che eseguı̀ una serie di
2.2. I RETICOLI DI BRAGG (FBG) 24

ricerche presso il Canadian Communication Research Centre (CRC) [14].


Un reticolo di Bragg in fibra ottica consiste in un’alterazione periodica dell’in-
dice di rifrazione del core lungo la direzione assiale, provocata da un’intensa
esposizione dello stesso core a un pattern di interferenza ottica. Il passo del
reticolo, che come già visto, definisce la periodicità della modulazione, è del-
l’ordine delle centinaia di nm, da cui il nome di reticoli a passo corto. Tale
passo, come sarà approfondito nel prossimo paragrafo, garantisce l’accoppia-
mento tra il modo guidato fondamentale del nucleo e il modo corrispondente
contro propagante.
Considerando una fibra singolo modo, la luce si propaga lungo l’asse del core,
fino a che non incontra i piani di grating. In corrispondenza di ciascun piano
del reticolo si verificano dei fenomeni di diffrazione e riflessione legati alla
discontinuità dell’indice di rifrazione che possono essere analizzati in base
alla teoria della diffrazione descritta nel precedente paragrafo.
Come mostrato in figura 2.4 [15], il fenomeno di diffrazione legato ad un re-
ticolo a passo corto è caratterizzato dall’accoppiamento tra il modo guidato
fondamentale del nucleo e il modo corrispondente contro propagante, cioè
che viaggia nella direzione opposta.
La lunghezza d’onda in corrispondenza della quale avviene l’accoppiamento
tra questi due modi è detta lunghezza d’onda di Bragg λF BG e dipende, come
si vedrà, dall’indice di rifrazione effettivo e dal passo del reticolo.
In figura 2.4 sono riportati lo spettro della sorgente a banda larga e lo spettro
di trasmissione e di riflessione associati alla propagazione di un’onda lumino-
sa attraverso un reticolo di Bragg inscritto in una fibra singolo modo. Come
si può vedere, essi presentano rispettivamente un picco di assorbimento in
trasmissione e un picco di riflessione. In questo senso il reticolo si comporta
come un filtro, in quanto, dallo spettro della radiazione trasmessa in usci-
2.2. I RETICOLI DI BRAGG (FBG) 25

Figura 2.4: Reticolo di Bragg (FBG) [15]

ta vengono sottratte le componenti spettrali centrate alla lunghezza d’onda


λF BG .
Le componenti spettrali eliminate dalla radiazione sono riflesse dal reticolo
verso la sorgente, cosı̀ che in uscita, nello spettro di riflessione, sarà presen-
te un segnale ottico a banda stretta sempre centrato alla lunghezza d’onda
λF BG . Variazioni delle condizioni esterne, come ad esempio la temperatu-
ra dell’ambiente circostante, determinano uno spostamento della lunghezza
d’onda di Bragg.

2.2.2 Analisi teorica del reticolo FBG

Come detto precedentemente, nei reticoli a passo corto l’accoppiamento


avviene tra il modo fondamentale e il modo contro propagante, cioè quello
che viaggia nella direzione opposta. In figura 2.5(a) è riportata la rappre-
sentazione del fenomeno associato alla propagazione della luce attraverso un
reticolo di Bragg secondo la teoria dell’ottica geometrica [11]. La figura illu-
stra, in termini di raggi, l’accoppiamento tra il modo guidato fondamentale
2.2. I RETICOLI DI BRAGG (FBG) 26

Figura 2.5: Reticolo di Bragg:(a) rappresentazione della condizione di ac-


coppiamento secondo l’ottica geometrica e (b) secondo il metodo grafico
[11]

del nucleo e il rispettivo modo contro propagante.


Il modo contro propagante con cui avviene l’accoppiamento ha una costante
di propagazione con la stessa ampiezza del modo guidato fondamentale, ma
con polarità opposta, cioè: β2 = −β1 (figura 2.5); dove la costante di pro-
pagazione, come è già stato visto nel paragrafo precedente, si può esprimere
come:

β= nef f,co (2.8)
λ
con nef f,co = n sin θ1 .
A partire dall’eq 2.7 e osservando che β2 < 0 (fig. 2.5) è possibile risalire alla
lunghezza d’onda di risonanza per la riflessione:

λ = (nef f,1 + nef f,2 )Λ (2.9)


2.2. I RETICOLI DI BRAGG (FBG) 27

Poichè i due modi presi in considerazione sono identici, cioè nef f,1 = nef f,2 =
nef f,co , l’eq 2.9, diventa:
λ = 2nef f,co Λ (2.10)

dove λ è la lunghezza d’onda per la quale si ha il massimo accoppiamento


tra i due modi della fibra ed è detta lunghezza d’onda di risonanza di Bragg
(λF BG ) [11].
Come si può notare facendo riferimento al metodo grafico (fig. 2.5(b)), la
costante differenziale di propagazione ∆β, assume valori elevati e, quindi,
per avere l’accoppiamento tra i modi (eq. 2.6), è necessario che il periodo Λ
del reticolo sia piccolo (reticoli a passo corto).
Dall’equazione 2.10, si può osservare che la λF BG dipende sia dal passo del
reticolo Λ, che dall’indice di rifrazione effettivo del core nef f,co . In corrispon-
denza di λF BG , lo spettro del reticolo FBG presenta un massimo in riflessione
e un minimo in trasmissione. Quest’osservazione è di particolare importan-
za, dal momento che suggerisce la possibilità di interrogare il reticolo sia in
trasmissione che in riflessione.
Ogni cambiamento delle condizioni esterne, come la temperatura, la deforma-
zione o la polarizzazione, che provoca una variazione dell’indice di rifrazione
del core, si traduce in uno spostamento della lunghezza d’onda di Bragg. In
questo senso, come sarà approfondito più avanti, il reticolo FBG può esse-
re utilizato come un sensore intrinseco al fine di valutare le variazioni delle
grandezze esterne [14].

Considerando un reticolo di Bragg uniforme, inscritto all’interno del nucleo di


una fibra ottica con indice di rifrazione medio n0 , la perturbazione dell’indice
di rifrazione può essere espressa come:
( )
2πz
n(z) = n0 + ∆n cos (2.11)
Λ
2.2. I RETICOLI DI BRAGG (FBG) 28

dove ∆n è l’ampiezza della perturbazione indotta dell’indice di rifrazione


(tipici valori da 10−5 a 10−3 ), e z è la distanza lungo l’asse longitudinale
della fibra [17].
Un parametro importante che caratterizza i reicoli di Bragg è la riflettività
(R), che descrive le proprietà di riflessione del reticolo. Utilizzando la teoria
dei modi accoppiati di Lam e Garside [18] la riflettività di un reticolo uniforme
è data dalla seguente relazione:

R(l, λ) = tanh2 Ω (2.12)

dove ( )( )
l ∆n
Ω = πn M (V ) (2.13)
λF BG n

M(V) è la frazione di potenza legata al modo della fibra contenuta nel nucleo.
Poichè, come già detto, il reticolo è scritto uniformemente all’interno del
nucleo, M(V) può essere approssimato con l’espressione 1 − V −2 .
V rappresenta la frequenza normalizzata della fibra e si esprime in funzione
del raggio del nucleo (a), dell’indice di rifrazione del nucleo (nco ) e dell’indice
di rifrazione del mantello (ncl ), secondo la seguente espressione [19]:


V = a n2co − n2cl (2.14)
λF BG
Come si può notare dall’equazione 2.12, R è direttamente proporzionale alla
lunghezza del reticolo l e alla perturbazione dell’indice di rifrazione (∆n).
Questo significa che la riflettività aumenta all’aumentare della lunghezza del
reticolo e della perturbazione dell’indice di rifrazione [16].
Un altro parametro caratteristico dei reticoli in fibra ottica è la larghezza di
banda associata all’accopiamento dei modi in considerazione, che, nel caso
degli FBG, corrisponde alla larghezza di banda dei picchi di riflessione. Nor-
malmente questa larghezza di banda è calcolata considerando la larghezza a
2.2. I RETICOLI DI BRAGG (FBG) 29

metà altezza ( FWHM Full Width at Half Maximum). L’espressione generale


che permette di calcolare questo parametro è stata ricavata da Russel [20] ed
è della forma: √( )2 ( )2
∆n 1
∆λ = λF BG s + (2.15)
2n0 N
dove s è un parametro che tiene conto della forza di accoppiamento del reti-
colo e assume valori compresi tra 0.5 per reticoli deboli e 1 per reticoli forti
(con una riflettività intorno al 100%), mentre N è il numero dei piani del
reticolo (N = l/Λ) [16], [17].

2.2.3 Classificazione dei reticoli FBG

Esistono varie tipologie di reticoli di Bragg, che vengono classificati in


base al periodo o all’angolo di inclinzione dei piani del reticolo [17].
I reticoli di Bragg descritti fino ad ora rientrano nella categoria dei reticoli
FBG uniformi. Questa tipologia di reticoli è caratterizzata da una spaziatura

Figura 2.6: Reticolo di Bragg uniforme


2.2. I RETICOLI DI BRAGG (FBG) 30

uniforme tra i piani di grating, che sono perpendicolari all’asse longitudinale


della fibra, e da un periodo costante, come mostrato in figura 2.6.
Come si è già visto in precedenza, la luce, guidata lungo il nucleo della fibra
ottica viene diffratta ad ogni piano del reticolo. Se la condizione di Bragg
2.10 non è soddisfatta la luce riflessa da ogni piano è sfasata rispetto agli
altri contributi riflessivi e viene perciò cancellata. Se invece la 2.10 è soddi-
sfatta, i contributi della luce riflessa da ogni piano reticolare interagiscono
costruttivamente dando luogo al picco di riflessione centrato alla lunghezza
d’onda λF BG .
Un’altra tipologia di reticoli sono i cosiddetti FBG Inclinati (Blazed o tilted).
In questo caso la spaziatura tra i piani del reticolo continua ad essere unifor-
me e, quindi, il periodo è sempre costante. Tuttavia, l’angolo d’inclinazione
dei piani rispetto all’asse della fibra è diverso da 90◦ (fig. 2.7).

Figura 2.7: Reticolo di Bragg blazed

I reticoli FBG chirped sono un’altra tipologia di reticoli a passo corto che
presenta numerose e importanti applicazioni, specie nel mondo delle teleco-
municazioni. In queste strutture, come si può vedere dalla figura 2.8, l’angolo
di inclinazione dei piani del reticolo è di 90◦ , ma la loro spaziatura non è più
uniforme e, quindi, il periodo Λ varia in maniera aperiodica con un incre-
2.3. I RETICOLI A PASSO LUNGO (LPG) 31

mento monotono.

Figura 2.8: Reticolo di Bragg chirped

Questi tipi di reticoli possono essere realizzati variando assialmente il periodo


Λ del reticolo o l’indice di rifrazione del nucleo, o entrambi. Dall’eq. 2.6, si
può ricavare l’equazione di accoppiamento per i reticoli FBG chirped :

λF BG (z) = 2nef f,co (z)Λ(z) (2.16)

La forma più semplice di questi reticoli è quella in cui la variazione del periodo
Λ è lineare:
Λ(z) = Λ0 + Λ1 z (2.17)

dove Λ0 è il periodo iniziale e Λ1 è il cambiamento lineare lungo la lunghezza


del reticolo.

2.3 I reticoli a passo lungo (LPG)

2.3.1 Introduzione e principio di funzionamento

I reticoli a passo lungo possono essere visti come una forma particolare
dei reticoli di Bragg cui si è fatto riferimento nei paragrafi precedenti. Sono
stati presentati per la prima volta da Vengsarkar nel 1996 [28].
2.3. I RETICOLI A PASSO LUNGO (LPG) 32

Rispetto ai reticoli di Bragg la periodicità è scelta in modo tale da garan-


tire l’accoppiamento tra il modo guidato fondamentale del nucleo e i modi
p-esimi co-propaganti del mantello, cioè che viaggiano lungo la stessa dire-
zione assiale e che vengono indicati con la lettera p. In questo caso il passo
del reticolo è dell’ordine delle centinaia di µm, maggiore rispetto a quelli di
Bragg, e da qui il nome di reticoli a passo lungo .

Figura 2.9: Reticolo a passo lungo (LPG) [15]

Considerando sempre una fibra singolo modo, quando la luce si propaga lun-
go la direzione assiale della fibra e incontra i piani del reticolo, si determinano
dei fenomeni di diffrazione che favoriscono l’accoppiamento tra il modo gui-
dato fondamentale e i modi co-propaganti del mantello, i quali si attenuano
molto rapidamente.
Nella figura 2.9 [15], è indicato in modo piuttosto schematico l’accoppiamento
tra i modi del mantello e il modo del nucleo. Come si può vedere, è indicato
solo lo spettro di trasmissione, dal momento che in corrispondenza di ogni
piano del reticolo si verifica l’accoppiamento solo tra i modi co-propaganti.
Per questo motivo, nel caso di reticoli LPG, si parla anche di reticoli in tra-
smissione.
L’accoppiamento tra il modo guidato fondamentale del nucleo e i modi co-
propaganti del mantello, che si attenuano fortemente, può essere ben visua-
2.3. I RETICOLI A PASSO LUNGO (LPG) 33

lizzato nello spettro di trasmissione del reticolo, il cui esempio è mostrato


in figura 2.10 [21], che contiene una serie di bande di attenuazione centra-
te a delle lunghezze d’onda discrete. Ogni banda di attenuazione presente

Figura 2.10: Spettro di trasmissione di un reticolo LPG con periodo Λ=320µm


[21]

nello spettro corrisponde all’accoppiamento del modo fondamentale con un


differente modo co-propagante del mantello. Perciò, a differenza dei reticoli
a passo corto, lo spettro di riflessione di un reticolo LPG non contiene alcun
contributo di luce riflessa in corrispondenza delle lunghezze d’onda di riso-
nanza.
Come sarà approfondito meglio nel prossimo paragrafo, la lunghezza d’onda
centrale di ogni banda di attenuazione dipende dal periodo del reticolo, dalla
2.3. I RETICOLI A PASSO LUNGO (LPG) 34

sua lunghezza e dalle grandezze esterne (temperatura, deformazione, indi-


ce di rifrazione del mezzo esterno che circonda la fibra). Allo stesso modo
di quanto visto per i reticoli FBG, la sensibilità dei reticoli a passo lungo
(LPFG) a queste grandezze può essere dunque sfruttata al fine di realizzare
sensori di vario tipo [21].

2.3.2 Analisi teorica dei reticoli LPG

Tenendo presente che nei reticoli a passo lungo l’accoppiamento avviene


tra il modo guidato fondamentale e i modi p-esimi copropaganti del mantel-
lo, nella figura 2.11 [11] è riportato sia il fenomeno di diffrazione associato

Figura 2.11: Reticolo LPG: (a) rappresentazione della condizione di ac-


coppiamento secondo l’ottica geometrica e (b) secondo il metodo grafico
[11]

al reticolo a passo lungo analizzato dal punto di vista dell’ottica geometrica


(a), sia il modello grafico corrispondente (b).
In figura 2.11 (a) è mostrato il fenomeno di diffrazione associato al modo
2.4. PROPRIETÀ DEI RETICOLI IN FIBRA OTTICA 35

fondamentale che incide con un angolo θ1 sul reticolo che origina il modo
co-propagante che viaggia nella stessa direzione con angolo θ2 . A partire
dall’equazione 2.7, e osservando che β1 > 0 e β2 > 0, è possibile risalire
all’espressione per la lunghezza d’onda alla quale avviene l’accoppiamen-
to tra il generico modo p in questione e che rappresenta la condizione di
accoppiamento di fase in trasmissione del reticolo:

λpLP G = δnef f Λ = (nef f,co − npef f,cl )Λ (2.18)

dove δnef f rappresenta l’indice di rifrazione differenziale effettivo, λpLP G è la


lunghezza d’onda di risonanza che corrisponde al p-esimo modo co-propagante
nel mantello e Λ è il passo del reticolo [21], [22].
Sia l’indice di rifrazione effettivo del nucleo che quello del mantello dipendo-
no dalla lunghezza d’onda λ operativa che dalle caratteristiche della fibra e
del mezzo che la circonda.
Questa dipendenza, ottenibile attraverso la teoria dei modi accoppiati, per-
mette di riscrivere l’equazione 2.18 nella seguente forma:
λpLP G
= nef f,co (λ, nco , ncl ) − npef f,cl (λ, ncl , nsur ) (2.19)
Λ
dove nsur è l’indice di rifrazione del mezzo che circonda la fibra.
Facendo riferimento al metodo grafico (fig. 2.11(b)), si può notare come la
costante differenziale di propagazione assuma valori piccoli e come, per avere
accoppiamento tra i modi, sia necessario un periodo Λ maggiore rispetto al
caso dei reticoli di Bragg.

2.4 Proprietà dei reticoli in fibra ottica


I reticoli in fibra ottica risultano particolarmente sensibili alle variazioni
di alcune grandezze esterne, come la temperatura, la deformazione (strain),
2.4. PROPRIETÀ DEI RETICOLI IN FIBRA OTTICA 36

l’indice di rifrazione esterno. Questa sensibilità, che si traduce in uno spo-


stamento della lunghezza d’onda di risonanza dei picchi di assorbimento per
i reticoli a passo lungo e del picco di riflessione per i reticoli di Bragg, è stata
e continua ad essere oggetto di studio e di ricerca. Questo ha permesso di
sviluppare una vasta famiglia di sensori basati proprio sui reticoli in fibra
ottica.

2.4.1 Proprietà degli FBG

Come è stato già descritto nei paragrafi precedenti, i reticoli di Bragg


sono caratterizzati dall’accoppiamento tra il modo fondamentale guidato e
quello contro - propagante che si verifica alla lunghezza d’onda di risonanza
(λF BG ) data dall’equazione 2.10. Come si può vedere, tale lunghezza d’onda,
dipende sia dal passo del reticolo (Λ), sia dall’indice di rifrazione effettivo del
core nef f,co . Ogni cambiamento delle grandezze esterne, come la temperatura
e la deformazione, determina uno spostamento dell λF BG . La sensibilità del
reticolo FBG è determinata dalle proprietà fotoelastiche e termo ottiche della
fibra utilizzata per la realizzazione del reticolo.

Sensibilità alla deformazione

Differenziando la lunghezza d’onda di risonanza di Bragg λF BG nell’equa-


zione 2.10 rispetto alla deformazione assiale applicata (ϵ), è possibile ricavare
l’espressione: [ ]
dλF BG nef f,co dΛ
=2 Λ + nef f,co (2.20)
dϵ dϵ dϵ
dove il primo termine, tiene conto dell’effetto di dispersione del materia-
le (material contribution) del nucleo della fibra, mentre il secondo termine
tiene conto dell’effetto del cambiamento nel periodo Λ associato alla deforma-
zione assiale applicata alla fibra (waveguide contribution). Sotto determinate
2.4. PROPRIETÀ DEI RETICOLI IN FIBRA OTTICA 37

impotesi è stato verificato [14] che l’equazione 2.20 può essere riscritta nella
forma lineare:
∆λF BG = λF BG (1 − ρα )∆ϵ = Sϵ ∆ϵ (2.21)

in cui ∆λF BG è lo spostamento della lunghezza d’onda di risonanza di Bragg,


ρα è il coefficiente fotoelastico della fibra, ∆ϵ è la variazione della deforma-
zione assiale lungo la fibra e Sϵ rappresenta il coefficiente lineare di sensibilità
alla deformazione assiale per un reticolo FBG.
L’equazione 2.21, usando il coefficiente fotoelastico della silice e supponen-
do che la deformazione applicata sia omogenea, può essere riscritta nella
seguente forma normalizzata [14]:

∆λF BG
= (1 − ρα )∆ϵ ≃ 0, 78∆ϵ (2.22)
λF BG

Quindi, per reticoli prodotti in fibra di silice, valori tipici della sensibilità
Sϵ vanno da 0, 64pmµϵ−1 per reticoli con λF BG = 820nm, a 1pmµϵ−1 per
λF BG = 1300nm, a 1, 2pmµϵ−1 per λF BG = 1550nm [16].
E’ stato anche provato che la risposta alla deformazione è lineare fino a
temperature di circa 370◦ C [14].

Sensibilità alla temperatura

Per quanto riguarda la sensibilità a variazioni di temperatura dell’ambien-


te esterno è possibile anche in questo caso differenziare la lunghezza d’onda di
risonanza λF BG nell’equazione 2.10, rispetto alla temperatura T, ottenendo
cosı̀ la seguente espressione:
[ ]
dλB dnef f,co dΛ
=2 Λ + nef f,co (2.23)
dT dT dT

Anche in questo caso, il primo termine si riferisce all’effetto di dispersione


del materiale (material contribution) nel nucleo della fibra ottica, mentre il
2.4. PROPRIETÀ DEI RETICOLI IN FIBRA OTTICA 38

secondo termine all’effetto del cambiamento del periodo del reticolo dovuto
alla variazione della temperatura lungo la fibra (waveguide contribution). Il
primo termine è anche conosciuto come coefficiente termo ottico, mentre il
secondo come coefficiente di espansione termica della fibra. Considerando un
intervallo limitato di temperature, è possibile esprimere la 2.23 nella seguente
forma lineare [14]:

∆λF BG = λF BG (α + ξ)∆T = ST ∆T (2.24)

dove ∆λF BG è lo spostamento della lunghezza d’onda di risonanza di Bragg,


α è il coefficiente di espansione termica della fibra, ξ è il coefficiente termo-
ottico, ∆T è la variazione di temperatura lungo la fibra e ST rappresenta
il coefficiente lineare di sensibilità della fibra alla temperatura. Anche in
questo caso, per reticoli in fibre di silice, è possibile ricavare l’espressione
normalizata dell’equazione 2.24:

∆λF BG
= (α + ξ)∆T ≃ 6, 7 × 10−6 ∆T (2.25)
λF BG

E’ stato verificato che per reticoli di Bragg realizzati su comuni fibre in silice,
tipici valori di sensibilità alla temperatura sono 6, 8pm◦ C −1 per reticoli con
lunghezza d’onda di risonanza di 830 nm, 10pm◦ C −1 per λF BG =1300 nm e
13pm◦ C −1 per λF BG =1550 nm [16].

I reticoli di Bragg sono sensibili anche alla variazione di altre grandezze


esterne, come la pressione.
Questi aspetti non saranno presentati nel corso della presente tesi, dal mo-
mento che non riguardano il lavoro che è stato svolto.
2.4. PROPRIETÀ DEI RETICOLI IN FIBRA OTTICA 39

2.4.2 Proprietà degli LPG

I reticoli a passo lungo sono caratterizzati dall’accoppiamento tra il mo-


do guidato fondamentale e i modi del mantello copropaganti. In particolare
la lunghezza d’onda di risonanza alla quale avviene l’accoppiamento con il
p-esimo modo di cladding è data dall’equazione 2.18.
Come già era stato evidenziato nei paragrafi precedenti, la forma dello spet-
tro di trasmissione e le lunghezze d’onda di risonanza alle quali sono centrate
le bande di attenuazione dipendono dalla lunghezza del reticolo, dal passo
del reticolo e da grandezze esterne quali temperatura, deformazione e indice
di rifrazione.
Il cambiamento di una di queste grandezze può modificare il periodo Λ del
reticolo e/o l’indice di rifrazione differenziale effettivo. In questo modo viene
modificata la condizione di adattamento di fase (PMC), che si traduce in
uno spostamento della lunghezza d’onda di ciascuna banda di attenuazione.
La sensibilità del reticolo ad una grandezza esterna dipende sia dalla com-
posizione della fibra ottica, sia dall’ordine dei modi di mantello con i quali
avviene l’accoppiamento della potenza ottica guidata [21], [23].
Di seguito sono riportate le espressioni relative allo spostamento della lun-
ghezza d’onda di risonanza ricavate in maniera analoga a quanto visto per i
reticoli di Bragg.

Sensibilità alla temperatura

La sensiblità di un reticolo a passo lungo a variazioni di temperatura


può essere espressa andando a differenziare l’equazione 2.18, rispetto alla
temperatura T [22]:
( (p) )
dλpLP G dλpLP G dnef f,co dnef f,cl dλpLP G 1 dL
= − +Λ (2.26)
dT d(δnef f ) dT dT dΛ L dT
2.4. PROPRIETÀ DEI RETICOLI IN FIBRA OTTICA 40

dove δnef f è l’indice di rifrazione differenziale effettivo, Λ è il passo del reti-


colo, T è la temperatura ed L è la lunghezza del reticolo. Anche in questo
caso possono essere messi in evidenza i due contributi che si riferiscono ri-
spettivamente alla dispersione del materiale e alla variazione del periodo del
reticolo. Il primo (material contribution) tiene conto del cambiamento del-
l’indice di rifrazione differenziale effettivo con la temperatura ed è legato
all’effetto termo ottico. Questo contributo è funzione della composizione
della fibra e dell’ordine p-esimo del modo del mantello; il secondo termine
(waveguide contribution) tiene invece conto del cambiamento del passo del
reticolo che dipende sempre dall’ordine dei modi di mantello con cui avviene
l’accoppiamento.

Sensibilita alla deformazione

Come per la temperatura, la sensibilità dei reticoli a passo lungo ad una


deformazione assiale (ϵ), può essere studiata differenziando l’equazione 2.18:
( (p) )
dλpLP G dλpLP G dnef f,co dnef f,cl Λ dλpLP G dL
= − + (2.27)
dϵ d(δnef f ) dϵ dϵ L dλ dϵ

Anche in questo caso i due termini rappresentano due contributi diversi (ma-
terial contribution e waveguide contribution) [22]: il primo indica la varia-
zione di lunghezza d’onda di risonanza legata alla variazione dell’indice di
rifrazione differenziale effettivo causata dalla deformazione a cui è sottoposta
la fibra; il secondo evidenzia invece la variazione di λ generata dal cambia-
mento del periodo del reticolo.
A seconda del periodo del reticolo e dell’ordine p dei modi di mantello, i due
contributi possono assumere valori sia positivi che negativi.
La scelta opportuna del periodo permette perciò di generare delle bande
2.4. PROPRIETÀ DEI RETICOLI IN FIBRA OTTICA 41

di attenuazione con sensibilità positiva, negativa o nulla alla deformazione


applicata [21].

Sensibilità all’indice di rifrazione

La sensibilità dei reticoli a passo lungo all’indice di rifrazione deriva dalla


dipendenza della condizione di accoppiamento di fase dall’indice di rifrazione
effettivo dei modi di mantello. Questo, a sua volta, dipende dalla differenza
tra l’indice di rifrazione del mantello (ncl ) e quello del mezzo che circonda la
fibra (nsur ) [21],[25].
Supponendo che il periodo del reticolo Λ e l’indice di rifrazione effettivo del
nucleo (nef f,co ) siano insensibili alle variazioni dell’indice di rifrazione esterno
e considerando l’equazione 2.19, l’influenza dei cambiamenti dell’indice di
rifrazione del mezzo che circonda la fibra può essere espresso attraverso la
seguente espressione non lineare [22]:

dλpLP G dλpLP G dnpef f,cl (λ, ncl , nsur )


= p (2.28)
dnsur dnef f,cl (λ, ncl , nsur ) dnsur

dove npef f,cl è l’indice di rifrazione effettivo associato all modo p-imo del man-
tello che, come è già stato visto, dipende dalla lunghezza d’onda operativa λ,
dall’indice di rifrazione del mantello (ncl ) e dall’indice di rifrazione del mez-
zo che circonda la fibra (nsur ). Dall’equazione 2.28 risulta dunque evidente
che la sensibilità all’indice di rifrazione esterno è diversa per ogni modo di
mantello e, quindi, la risposta del reticolo a passo lungo a questa grandezza
è fortemente influenzata dall’ordine p dei modi accoppiati.
In particolare, è stato verificato [22] che la massima sensibilità si ha nel caso
di accoppiamento con modi di mantello di ordine superiore.
Sperimentalmente [25], è stato anche verificato che gli spostamenti maggiori
della lunghezza d’onda di risonanza λpLP G si verificano mano a mano che nsur
2.4. PROPRIETÀ DEI RETICOLI IN FIBRA OTTICA 42

assume valori prossimi a quelli di ncl .


La sensibilità all’indice di rifrazione si manifesta, come mostrato in figura
2.12, sia attraverso lo spostamento della lunghezza d’onda di risonanza, sia
attraverso la variazione del valore minimo nello spettro di trasmissione in
corrispondenza delle bande di attenuazione. La spiegazione qualitativa del
fenomeno è che aumentando l’indice di rifrazione nsur , aumenta anche l’indi-
ce di rifrazione effettivo dei modi di mantello accoppiati, specie di quelli di
ordine superiore che si estendono maggiormente nel mantello e vengono più
a contatto con il mezzo esterno [15]. Come si può vedere dalla figura, infatti,
tra nsur = 1, 45RIU e nsur = 1, 46RIU si ha un brusco cambiamento delle
caratteristiche spettrali osservate , cui è associata la massima sensibilità [25].
Quando nsur = ncl , il mantello risulta come avere un’estensione infinita e
perciò non è in grado di supportare modi discreti. Questo implica che i modi
del mantello si comportano in realtà come dei modi radiati e nello spettro di
trasmissione non è più possibile distinguere le varie bande di attenuazione.
2.4. PROPRIETÀ DEI RETICOLI IN FIBRA OTTICA 43

Figura 2.12: Variazione della lunghezza d’onda di risonanza (a) e del valore mi-
nimo in trasmissione per una banda di attenuazione (b) rispetto all’indice di rifra-
zione del mezzo che circonda un LPG con periodo di 400µm scritto su una fibra
drogata al Germanio e al Boro [21]
Capitolo 3

Applicazioni dei reticoli in fibra


ottica

A partire dalla fine degli anni Settanta, con la realizzazione dei primi
reticoli a passo corto e la definizione del concetto di fotosensibilità (che sarà
approfondito nel prossimo capitolo), i reticoli in fibra ottica sono divenuti
oggetto di continue ricerche e studi.
La tecnologia in fibra ottica basata su reticoli ha trovato un ampio sviluppo
in due principali settori applicativi: quello delle telecomunicazioni e quello
sensoristico [14].
Da un lato, infatti, i reticoli in fibra ottica sono dei dispositivi intrinseci che,
attraverso un controllo delle proprietà di propagazione della luce, possono
essere usati come filtri, compensatori di dispersione, come sistemi di mul-
tiplexing e demultiplexing; dall’altro lato, la sensibilità della fibra stessa a
variazioni delle grandezze esterne permette di utilizzare il reticolo come sen-
sore.

Obiettivo di questo capitolo è quello di fornire una visione globale delle prin-

44
3.1. APPLICAZIONI DEI RETICOLI NELLE
TELECOMUNICAZIONI 45

cipali applicazioni dei reticoli in fibra ottica, dedicando particolare attenzione


alle applicazioni e alle soluzioni nell’ambito della sensoristica.

3.1 Applicazioni dei reticoli nelle telecomu-


nicazioni
Sia gli FBG che gli LPG presentano numerose e interessanti applicazioni
nel settore delle telecomunicazioni.
Alcune delle applicazioni più classiche dei reticoli di Bragg nelle telecomuni-
cazioni riguardano il loro impiego come filtri ottici [14] e come elementi nei si-
stemi di multiplexing in trasmissione e demultiplexing in ricezione (WDM/D
Wavelenght Division Multiplexing/Demultiplexing) [27].
Una delle applicazioni più interessanti dei reticoli di Bragg nell’ambito delle
telecomunicazioni riguarda però la compensazione della distorsione, fenome-
no che si presenta frequentemente nei sistemi di comunicazione ottici e che
ne compromette il corretto funzionamento.
E’ stato provato [14] che utilizzando dei reticoli di Bragg del tipo chirped è
possibile compensare la dispersione e, quindi, risolvere il problema.
Per quanto riguarda i reticoli a passo lungo (LPG), due sono le principali ap-
plicazioni nel mondo delle telecomunicazioni: come filtri a reiezione di banda
[28], e come gain - flattening negli amplificatori in fibra drogati all’erbio [29].

3.2 Applicazioni dei reticoli come sensori


Come è stato più volte sottolineato, la tecnologia dei sensori in fibra ot-
tica basata su reticoli è in continua evoluzione.
Alla base del funzionamento dei reticoli come sensori c’è la già discussa di-
3.2. APPLICAZIONI DEI RETICOLI COME SENSORI 46

pendenza delle proprietà ottiche dei reticoli da alcune grandezze esterne, alla
cui analisi è stato dedicato il capitolo precedente: ogni cambiamento delle
grandezze esterne (temperatura, deformazione, indice di rifrazione, pressio-
ne), provoca uno spostamento della lunghezza d’onda di risonanza dei reticoli
di Bragg e uno spostamento della lunghezza d’onda di risonanza associata
ad ogni picco di assorbimento nei reticoli a passo lungo.
In letteratura sono presenti numerosi esempi di applicazioni nel mondo della
sensoristica. Ad esempio, i reticoli di Bragg possono essere usati nel moni-
toraggio strutturale [30] e, quindi, nell’ingegneria civile e aereospaziale come
sensori di deformazione, temperatura e pressione; in applicazioni mediche (ad
esempio come sensori di temperatura per la risonanza magnetica [31]), etc.
In maniera del tutto analoga la sensibilità dei reticoli a passo lungo alle condi-
zioni ambientali esterne consente di utilizzarli in molte applicazioni commer-
ciali come sensori di temperatura, deformazione, indice di rifrazione esterno.
In particolare, la sensibilità degli LPG all’indice di rifrazione permette di
utilizzare questi reticoli come sensori di concentrazioni chimiche [32] e come
sensore per i livelli dei liquidi [33].

Come è stato già visto nel capitolo precedente, ogni cambiamento spettrale
causato da una perturbazione esterna del misurando (per esempio tempera-
tura o deformazione), provoca uno spostamento delle bande di attenuazione
nello spettro di trasmissione del reticolo LPG.
Inoltre, l’entità dello spostamento dipende dalle proprietà della fibra ottica
e del reticolo (periodo e ordine dei modi di mantello corrispondenti ai picchi
di assorbimento).
Quindi le bande di attenuazione realizzano una sorta di codifica spettrale dei
misurandi. Conoscendo lo spostamento differenziale tra due o più bande di
3.2. APPLICAZIONI DEI RETICOLI COME SENSORI 47

attenuazione è perciò possibile misurare in maniera indipendente, ma simul-


tanea, differenti grandezze. In altre parole, è possibile in linea di principio,
effettuare un’operazione di multi - parameter sensing.
Un esempio di applicazione per la misura simultanea di temperatura e de-
formazione è quella riportata da Bhatia [22]. Bathia considera due bande
di attenuazione di un reticolo a passo lungo centrate in λ1 e λ2 e definisce
due coppie di coefficienti lineari per le due bande in questione: A e B sono i
coefficienti di temperatura e deformazione per la prima banda (λ1 ), mentre
C e D sono i corrispondenti coefficienti per la seconda banda (λ2 ).
Supponendo che il comportamento della lunghezza d’onda sia direttamente
proporzionale alle variazioni dei misurandi, gli spostamenti delle due bande di
attenuazione legati a una variazione di temperatura (∆T ) e a una variazione
di deformazione (∆ϵ), è data dal seguente sistema:

A∆T + B∆ϵ = ∆λ1 (3.1)

C∆T + D∆ϵ = ∆λ2 (3.2)

Conoscendo la matrice S di sensibilità, formata dai coefficienti A,B,C e D, le


due equazioni 3.1, 3.2 possono essere risolte in modo da ricavare ∆T e ∆ϵ.
Per la stima di più parametri esterni, per avere una matrice di sensibilità ben
condizionata, sono presenti in letteratura diverse soluzioni ibride che sfrut-
tano la diversa sensibilità dei reticoli a passo lungo e a passo corto.
Un’interessante esempio di struttura ibrida LPG/FBG è quello proposto da
Patrick [34], in cui il sensore è formato da un singolo LPG e due FBG in
serie. Lo schema di funzionamento è rappresentato in figura 3.1. Come si
può osservare, la luce emessa da una sorgente ELED attraversa il reticolo a
passo lungo e viene riflessa dai due reticoli di Bragg le cui lunghezze d’onda
(λB1 e λB2 ) sono scelte in modo tale da trovarsi a circa metà altezza dello
3.2. APPLICAZIONI DEI RETICOLI COME SENSORI 48

Figura 3.1: Schema di funzionamento di un sensore ibrido LPG/FBG per la


misura simultanea di temperatura e deformazione [34].

spettro di trasmissione del reticolo LPG.


Dopo la riflessione la luce attraversa di nuovo il reticolo LPG per poi esse-
re analizzata attraverso l’analizzatore di spettro ottico (OSA). L’OSA è in
grado di analizzare solo la potenza riflessa dai due FBG, per cui in figura
3.1 sono evidenziati i due picchi di riflessione R1 e R2 associati ai reticoli di
Bragg.
Quando il sensore è sottoposto a deformazione e a variazioni di temperatura
si assiste ad un aumento/decremento di R1 a cui corrisponde un decremen-
to/aumento di R2 .
A questo punto elaborando le informazioni relative ai reticoli impiegati è
possibile stimare la deformazione e la temperatura a cui la struttura ibrida
è sottoposta.
3.2. APPLICAZIONI DEI RETICOLI COME SENSORI 49

Un’altra interessante configurazione è quella proposta da Chen [35].


Il sensore proposto consente di misurare simultaneamente la temperatura e
l’indice di rifrazione esterno utilizzando una struttura ibrida LPG-FBG in-
scritta tramite radiazione UV in una D-fiber.
In questo tipo di fibre viene rimossa una parte del mantello cosı̀ da rendere i
reticoli più sensibili alle variazioni delle grandezze esterne. In modo del tutto
analogo a quanto visto in precedenza, sotto opportune ipotesi è possibile de-
scrivere in termini lineari la dipendenza di ∆λF BG e ∆λLP G dalle variazioni
di temperatura (∆T ) e di indice di rifrazione (∆n):

∆λF BG
= A∆T + B∆n (3.3)
λF BG
∆λLP G
= C∆T + D∆n (3.4)
λLP G

Le due equazione esprimono rispettivamente la sensibilità del reticolo a passo


corto e del reticolo a passo lungo alle variazioni delle due grandezze in esame
attraverso coppie di coefficienti.
Per misurare simultaneamente la temperatura e l’indice di rifrazione esterno
va risolto il sistema delle due equazioni 3.3, 3.4:
    
∆λB A B ∆T
 =  
∆λLP C D ∆n

Poichè il nucleo non viene a contatto con il materiale esterno esso è pratica-
mente insensibile a qualsiasi variazione dell’ indice di rifrazione e, quindi, il
coefficiente B è nullo (B = 0).
I due misurandi, ∆T e ∆n possono quindi essere ricavati nel seguente modo:
   −1  
∆T A 0 ∆λB
 =   
∆n C D ∆λLP
3.2. APPLICAZIONI DEI RETICOLI COME SENSORI 50

La struttura di questo sensore è simile a quella proposta nella presente Te-


si. Tuttavia, come sarà approfondito nei prossimi capitoli, se ne differenzia
innanzitutto per il tipo di fibra impiegata e per il fatto che nel sensore pro-
posto in letteratura il reticolo di Bragg ha la frequenza di risonanza al di
fuori della banda del reticolo a passo lungo e, di conseguenza, il sistema di
interrogazione è totalmente diverso.

Esistono anche soluzioni interferometriche per la stima simultanea di più


parametri esterni, che sono ampiamente descritte in letteratura. Ad esempio
è possibile utilizzare due coppie di reticoli LPG in configurazione Mach -
Zehder [36].
Un’altra configurazione prevede la cascata di tre reticoli LPG con differente
periodo per la misura simultanea di temperatura e indice di rifrazione [37].
Altre configurazioni alternative sono quelle realizzate attraverso un interfe-
rometro del tipo Michelson. Per realizzare strutture di questo tipo viene
normalmente impiegato un unico reticolo LPG seguito da una struttura che
funziona da specchio [38].
In questo caso il fascio luminoso generato dalla sorgente, dopo aver attraver-
sato il reticolo LPG viene diviso in due parti: una continua il suo percorso
attraverso il nucleo, l’altra invece continua a propagarsi nel mantello. Lo
specchio riflette tutta la potenza ottica del fascio e provvede ad inviarla in
prossimità del reticolo, che determina un’interferenza tra i due cammini ot-
tici.
L’analisi della propagazione e della condizione di adattamento di fase per-
mette di stimare ad esempio le variazione dell’indice di rifrazione esterno.
Capitolo 4

Tecniche di fabbricazione dei


reticoli in fibra ottica

La modulazione periodica permanente dell’indice di rifrazione del nucleo


della fibra ottica, che caratterizza il reticolo, può essere ottenuta in diversi
modi. Nel corso di questo capitolo verranno descritte le principali tecniche
di realizzazione di reticoli in fibra ottica, sia a passo corto che a passo lungo.
Nella prima parte del capitolo saranno trattate le tecniche di scrittura dei
reticoli di Bragg, che rientrano in tre categorie principali: tecnica di scrittura
interna, tecnica interferometrica a doppio fascio e tecnica con maschera di
fase.
La seconda parte del capitolo è invece dedicata alle tecniche di fabbricazione
dei reticoli a passo lungo. Il reticolo a passo lungo può essere realizzato tra-
mite esposizione a radiazione ultravioletta o a esposizione ad impulsi laser a
CO2 , tramite il metodo dell’arco elettrico, tramite deformazione meccanica
o tramite impiantazione di ioni con maschera di fase.
In questo lavoro di tesi viene utilizzato il metodo di esposizione a radiazione
UV che si basa su un effetto non lineare conosciuto come fotosensibilità.

51
4.1. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI FBG 52

Tale effetto consente di modificare in modo permanente l’indice di rifrazione


del nucleo di una fibra ottica, drogata durante la sua realizzazione con delle
impurità di Germanio e con eventuale aggiunta di Boro, attraverso esposizio-
ne ad una radiazione ultravioletta. La radiazione UV che incide sul nucleo
della fibra fornisce l’energia necessaria a modificare la struttura molecolare e
le bande di assorbimento del materiale stesso.
I fenomeni di assorbimento che si determinano sono perciò responsabili del
cambiamento dell’indice di rifrazione del nucleo. Inoltre, è stato dimostrato
che la massima variazione dell’indice di rifrazione si verifica per lunghez-
ze d’onda della radiazione ultravioletta incidente corrispondenti al massimo
della banda di assorbimento [10].

4.1 Fabbricazione dei reticoli FBG


Nei reticoli di Bragg la modulazione periodica permanente dell’indice di
rifrazione del nucleo della fibra ottica può essere ottenuta attraverso l’espo-
sizione di una fibra fotosensibile a una radiazione ultravioletta (effetto di
fotosensibilità). L’entità della variazione indotta sull’indice di rifrazione del
nucleo (∆n) dipende da diversi parametri, tra cui le condizioni di esposizio-
ne (intensità e lunghezza d’onda della sorgente luminosa) e la composizione
materiale della fibra stessa ( presenza di elementi droganti come il Germanio
e/o il Boro).
La scelta della sorgente luminosa è dunque di fondamentale importanza per
la scrittura e le caratteristiche del reticolo. Normalmente vengono impiegati
dei laser ad eccimeri KrF (λ = 248nm) e ArF (λ = 193nm) che trasmettono
con un rate di 50 - 75 impulsi luminosi al secondo.
Esistono fondamentalmente tre tipologie di scrittura per i reticoli a passo
4.1. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI FBG 53

corto: la tecnica di scrittura interna [14], tecnica interferometrica a doppio


fascio [39] e la tecnica con maschera di fase [40].

4.1.1 Tecnica di scrittura interna

La tecnica di scrittura interna di un reticolo di Bragg è stata proposta per


la prima volta da Hill nel 1978 in seguito ad una serie di esperimenti condotti
presso il Canadian Communications Research Centre (CRC) e rappresenta la
prima tecnica di realizzazione di un reticolo permanente in fibra ottica [14].
Hill ed il suo gruppo di ricerca, dopo aver lanciato un fascio luminoso (λ=
488 nm) con un laser ad Argon all’interno di una fibra ottica singolo modo
drogata al Germanio, monitorarono l’intensità della luce riflessa attraverso
un power meter e, dopo pochi minuti, osservarono un sensibile incremento
dell’intensità della luce riflessa (fig. 4.1).
Tale incremento può essere giustificato attraverso il fenomeno di fotosensibi-
lità. In linea di principio la luce coerente che si propaga nella fibra interferisce
con la luce riflessa dalla fine della fibra, dando luogo ad un pattern di onde
stazionarie che determina, attraverso la fotosensibilità, la scrittura del reti-
colo nel nucleo della fibra ottica.
La tecnica di scrittura interna proposta da Hill presenta tuttavia lo svan-
taggio di funzionare solo a lunghezze d’onda nel visibile vicine a quella di
funzionamento del laser utilizzato nella scrittura.
Gli esperimenti condotti successivamente da Meltz hanno permesso, attra-
verso un’analisi del fenomeno della fotosensibilità [18], di superare questa
limitazione.
In particolare, sono state sviluppate nel corso degli anni due principali tec-
niche di fabbricazione: la prima è una tecnica anche nota come tecnica in-
terferometrica a doppio fascio (two-beam interferometer technique) [39]; la
4.1. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI FBG 54

Figura 4.1: Schema del set up per la realizzazione di un reticolo di Bragg tramite
la tecnica di scrittura interna [18]

seconda come tecnica con maschera di fase [40].

4.1.2 Tecnica interferometrica

Il metodo di scrittura interferometrico, anche noto come metodo olografico


trasversale, è schematizzato in figura 4.2 e permette di ottenere un pattern
di interferenza all’interno del nucleo della fibra perpendicolare all’asse della
fibra stessa [39].
4.1. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI FBG 55

Come si può osservare dalla figura, viene utilizzato un laser ad eccimeri re-
golabile.
La luce ultravioletta del laser viene suddivisa in due parti uguali attraverso
un beam - splitter e focalizzata sulla porzione di fibra ottica, cui era stato
preventivamente rimosso il coating, attraverso una coppia di lenti cilindriche.
I due fasci di luce ultravioletta coerenti cosı̀ prodotti interferiscono produ-
cendo una figura di interferenza periodica che rappresenta proprio il reticolo
in fibra ottica. La scrittura si basa sul fatto che il mantello della fibra è
trasparente alla luce ultravioletta, mentre il nucleo (drogato con Germanio)
è altamente sensibile alla radiazione.
In questo modo, è possibile inscrivere il reticolo nel nucleo senza dover ri-
muovere il mantello. La periodicità della figura d’interferenza che si viene a

Figura 4.2: Schema del set up per la scrittura del reticolo di Bragg con la tecnica
olografica

creare e, quindi, il passo del reticolo, dipende dal valore dell’angolo φ, com-
preso tra il fascio UV e la perpendicolare all’asse della fibra, e la lunghezza
d’onda della radiazione UV, come mostrato dalla seguente relazione [16]:

λU V
Λ= (4.1)
sin φ
4.1. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI FBG 56

Sfruttando l’equazione 2.10, è possibile esprimere la lunghezza λF BG di riso-


nanza del reticolo in fuzione dei parametri di scrittura (λU V e φ):
2λU V nef f,co
λF BG = (4.2)
sin φ
dove nef f,co è l’indice di rifrazione efficace del nucleo.
Come si può notare dall’eq 4.2, è possibile modificare la lunghezza d’onda
di Bragg λF BG variando λU V e/o φ. Uno dei principali vantaggi di questa
tecnica è la possibilità di produrre reticoli con diverse caratteristiche, sia uti-
lizzando diverse λU V o diversi valori di φ, sia introducendo altri componenti
ottici come specchi e lenti che consentono di modificare l’interferenza dei fa-
sci luminosi [16]
Questa tecnica presenta tuttavia uno svantaggio: qualunque spostamento o
vibrazione del sistema ottico per la focalizzazione del fascio può degradare
la qualità della scrittura finale del reticolo e, quindi, l’intero sistema richiede
un elevato grado di stabilità.
Per superare questo problema Kashyap ha proposto una versione modificata
della tecnica olografica in cui è impiegato un prisma o in alternativa uno
specchio di Lloyd. In questo caso il prisma funziona da interferometro suddi-
videndo la radiazione UV emessa dalla sorgente. I fasci di luce cosı̀ ottenuti
vengono poi ricombinati all’uscita del prisma formando una figura di interfe-
renza che, con l’aiuto di lenti, viene focalizzata sul nucleo della fibra. Questa
configurazione è molto più stabile rispetto a quella olografica, dal momento
che la differenza di cammino ottico tra i due fasci è prodotta all’interno del
prisma ed è insensibile alle vibrazioni del sistema [16], [17].
Un’altra variante della tecnica interferometrica è quella proposta da Doc-
kney in cui la lunghezza d’onda di risonanza del reticolo può essere sele-
zionata accordando la lunghezza d’onda λU V della sorgente (source tuneable
interferometer method ) [16].
4.1. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI FBG 57

4.1.3 Tecnica con maschera di fase

Quella della maschera di fase, proposta per la prima volta da Hill nel
1993, è una delle tecniche più efficaci per la scrittura di reticoli di Bragg in
fibre singolo modo fotosensibili [40].
Questa tecnica utilizza un elemento ottico diffrattivo (maschera di fase) su
cui incide un fascio di luce ultravioletta prodotta da una sorgente laser. La
maschera di fase è realizzata su una lastra piatta di silice, trasparente alla
radiazione ultravioletta. Lo schema di principio di funzionamento di questo
metodo è riportato in figura 4.3.
Come si può osservare, su uno dei due lati della maschera di fase viene
realizzata una struttura periodica monodimensionale a cui viene posta in
contatto la fibra ottica [14].
In questo modo, quando la luce UV incide perpendicolarmente alla maschera
di fase, la attraversa e viene diffratta. La maggior parte dell’energia della
luce diffratta è contenuta negli ordini -1 e 1 di diffrazione.
I fasci diffatti relativi agli ordini ±1 di diffrazione interferiscono producendo
una figura di interferenza al centro della maschera di fase, che viene usata
per fotoimprimere una modulazione dell’indice di rifrazione del nucleo della
fibra fotosensibile.
Il periodo Λ del reticolo cosı̀ formato è legato al periodo Λmask della maschera
di fase utilizzata dalla seguente relazione [14]:

λmask
Λ= (4.3)
2

Uno dei vantaggi di questa tecnica è quello di ridurre la complessità del si-
stema di fabbricazione del reticolo utilizzando un solo elemento ottico a cui
si aggiunge una maggiore stabilità del sistema rispetto alla tecnica interfero-
4.1. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI FBG 58

Figura 4.3: Schema del set up per la scrittura del reticolo di Bragg con la tecnica
olografica

metrica. Con questo metodo, infatti, poichè la fibra è posta immediatamente


dietro la maschera di fase, la sensibilità a variazioni meccaniche e quindi i
problemi di stabilità sono minimizzati.
Una versione modificata di questa configurazione è stata proposta nel 1993
da Proshaska [41] per accordare la lunghezza di risonanza λF BG del reticolo
di Bragg alla periodicità fissa di una maschera di fase. Il principio di funzio-
namento di questa versione modificata della tecnica con maschera di fase è
mostrato in figura 4.4.
Considerando lo schema in figura 4.4, quando un fronte d’onda piano incide
su una lente con lunghezza focale f, il passo del reticolo inscritto nel nucleo
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 59

Figura 4.4: Schema del set up per la scrittura del reticolo di Bragg con la tecnica
modificata della maschera di fase

della fibra è dato dalla relazione:

Λ = Md (4.4)

dove d è il passo della maschera di fase e M è detto fattore di demagnificazione


ed dato dalla seguente espressione:

f −p−q
M= (4.5)
f −p

dove f e q sono rispettivamente le distanze dalla lente alla maschera di fase


e dalla maschera alla fibra ottica. Si può notare che, in questo caso, il passo
del reticolo può essere scelto variando le distanze p e/o q [16].

4.2 Fabbricazione dei reticoli LPG


Come i reticoli di Bragg, i reticoli a passo lungo consistono in una modu-
lazione periodica permanente dell’indice di rifrazione del nucleo che consente,
in questo caso, l’accoppiamento tra il modo guidato fondamentale del nucleo
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 60

e i modi co-propaganti del mantello. Per i reticoli a passo lungo tale modu-
lazione può essere realizzata seguendo due diversi approcci.
Il primo si basa sul fenomeno della fotosensibilità, cui si è già fatto riferi-
mento nei paragrafi precedenti, e consente la scrittura del reticolo attraverso
l’esposizione della fibra ad una sorgente laser ultravioletta.
La scrittura per esposizione a radiazione UV può essere realizzata con due
diverse tecniche: quella della maschera di ampiezza e quella punto per punto.
Il secondo approccio consente invece la scrittura del reticolo utilizzando delle
tecniche alternative all’esposizione a radiazione UV. Nel corso degli anni sono
state sviluppate e perfezionate diverse tecniche: l’esposizione punto punto a
radiazione laser di varia natura ( laser a CO2 , laser a femtosecondi), l’appli-
cazione di un arco elettrico, attraverso impiantazione ionica o l’applicazione
di una pressione meccanica.

4.2.1 Metodo UV

La tecnica di scrittura dei reticoli LPG basata sull’esposizione a radiazio-


ne ultravioletta è sicuramente la più diffusa e utilizzata, sebbene molti siano
stati gli sforzi volti a cercare delle soluzioni alternative. Probabilmente il
motivo di tale successo è da ricercare nel fatto che i sistemi di scrittura per
esposizione UV erano già stati studiati per la scrittura degli FBG.
La formazione del reticolo può avvenire utilizzando due tecniche di fabbri-
cazione: punto punto e con maschera di ampiezza. Per entrambe queste
tecniche è necessario che la fibra sia prima resa sensibile alla radiazione o,
in altre parole, che sia resa fotosensibile prima della scrittura. Come già è
stato visto parlando delle tecniche di scrittura dei reticoli FBG, la fibra può
essere resa fotosensibile, durante la sua fabbricazione, drogando il nucleo di
silice della fibra con degli atomi di impurità (Germanio, Boro o combinazione
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 61

dei due elementi). E’ possibile inoltre aumentare il grado di fotosensibilità


caricando la stessa fibra con idrogeno. La sorgente laser più utilizzata per
la scrittura dei reticolo LPG è il laser a eccimeri KrF (248 nm). Tuttavia in
letteratura è riportato l’utilizzo di diverse sorgenti alternative.

Maschera di ampiezza

Il primo metodo di scrittura per reticoli a passo lungo venne proposto nel
1996 da Vengsarkar [29]. Questo metodo si basa sull’esposizione di una fibra
ottica fotosensibile alla radiazione UV, emessa da una sorgente laser a ecci-
meri KrF, attraverso un elemento ottico noto come maschera di ampiezza. Il
principio di funzionamento è mostrato in figura 4.5. Come si può osservare

Figura 4.5: Schema del set up per la scrittura del reticolo LPG con maschera di
ampiezza

la maschera di ampiezza consiste in un’array di finestre che consente di il-


luminare in maniera periodica la porzione di fibra che si desidera inscrivere.
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 62

La radiazione emessa dalla sorgente laser colpisce la maschera di ampiezza


e una parte della radiazione viene trasmessa nella stessa direzione della ra-
diazione incidente, mentre un’altra parte subisce un fenomeno di diffusione.
Solamente il primo contributo della radiazione consente di scrivere il reticolo,
determinando una modulazione periodica dell’indice di rifrazione del nucleo
della fibra stessa. L’esposizione alla radiazione viene ripetuta fino a che la
modulazione dell’indice di rifrazione ha raggiunto un livello sufficiente a de-
terminare le bande di attenuazione tipiche dello spettro di trasmissione del
reticolo LPG.
Questa tecnica è simile a quella già analizzata per la realizzazione dei reticoli
di Bragg con maschera di fase. La differenza principale è che in questa tecni-
ca il periodo del reticolo coincide con il periodo della maschera di ampiezza,
mentre nel caso degli FBG il periodo del reticolo è esattamente la metà di
quello della maschera di fase. Questo è dovuto al fatto che nella tecnica di
scrittura con maschera di ampiezza la figura della maschera è direttamente
impressa sul nucleo fotosensibile della fibra.

Metodo di fabbricazione punto per punto

Una seconda tecnica di fabbricazione è quella che si basa su una modu-


lazione punto per punto (point to point) dell’indice di rifrazione del nucleo
fino a che non viene raggiunta la lunghezza desiderata del reticolo. A dif-
ferenza della scrittura con maschera di ampiezza, il cambiamento dell’indice
di rifrazione è indotto attraverso una illuminazione single-spot in differenti
punti lungo la fibra e ditanziati di una lunghezza pari al periodo Λ del retico-
lo. Come si può osservare dallo schema di figura 4.6, la fibra viene posta su
una slitta micrometrica (translation stage) cosı̀ da consentirne la traslazione
parallelamente al suo asse. La porzione di fibra su cui si desidera realizzare
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 63

il reticolo e a cui è stato preventivamente rimosso il mantello, viene bloccata


sulla slitta ed il nucleo viene illuminato attraverso una fessura (slit) da un
impulso laser UV ad alta energia. La fibra viene illuminata per un tempo
sufficiente a modificarne l’indice di rifrazione e poi viene traslata di una lun-
ghezza pari al passo del reticolo (Λ) che si desidera ottenere. Particolare

Figura 4.6: Schema del set up per la scrittura del reticolo LPG point-to-point

attenzione deve essere dedicata all’operazione di sincronizzazione tra l’emis-


sione degli impulsi laser e lo spostamento della fibra. Normalmente tra la
fessura micrometrica (slit) e la fibra viene interposta una lente in modo tale
da ridurre la dimensione del fascio UV che irradia la fibra. Uno dei principali
vantaggi di questa tecnica è la sua estrema flessibilità: è possibile variare il
periodo e/o la lunghezza del reticolo a seconda del reticolo e delle caratteri-
stiche spettrali che si desiderano ottenere. Uno svantaggio di questa tecnica
è il fatto che la lunghezza d’onda di risonanza e la profondità delle bande
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 64

di attenuazione dipendono non solo dai parametri fisici del reticolo, cone pe-
riodo e lunghezza, ma anche dall’intensità della radiazione UV emessa dalla
sorgente. Quest’ultima determina la cosiddetta forza del reticolo.
Questo si può notare, osservando che i picchi di assorbimento nello spet-
tro di trasmissione e le corrispondenti lunghezze d’onda variano a seconda
dell’intensità della radiazione UV emessa dalla sorgente.

4.2.2 Metodi non UV

Le principali tecniche di scrittura presentate in letteratura come alterna-


tiva alla tecnica UV si basano su una deformazione fisica della fibra o su una
variazione dell’indice di rifrazione della stessa ottenuta attraverso esposizio-
ne a radiazione emessa da laser a CO2 o a femtosecondi, oppure attraverso
impiantazione ionica o mediante un’arco elettrico. E’ stato verificato che
tutte queste tecniche presentano come vantaggio un’elevata stabilità alle alte
temperature, a cui si aggiunge la possibilità di utilizzare dei sistemi di fab-
bricazione più economici.
I reticoli LPG realizzati con queste tecniche possono inoltre essere scritti in
qualunque tipo di fibra, dal momento che esse non si basano sul fenomeno
della fotosensibilità.

Metodo di esposizione a impulsi laser a CO2

Una tecnica di scrittura di grande interesse è quella proposta da Davis


nel 1998 [42]. Si tratta di una tecnica di scrittura point to point che sfrutta
la radiazione emessa da una sorgente laser a CO2 (λ = 1060nm). Uno dei
principali vantaggi di questa tecnica di scrittura è quello di poter scrivere su
normali fibre standard SMF non drogate nè caricate con idrogeno. Alla base
della formazione del reticolo, infatti, non c’è più il fenomeno di fotosensibilità
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 65

Figura 4.7: Schema del setup per la scrittura del reticolo LPG point to point son
laser CO2

descritto in precedenza, ma fenomeni di natura diversa come la densificazione


(aumento della densità) del materiale vetroso.
In figura 4.7 è riportato schematicamente il sistema di scrittura point to point
di un reticolo in una fibra ottica standard SMF-28 singolo modo con laser
CO2 . L’intero apparato, come si può osservare dalla figura, prevede dei siste-
mi di monitoraggio per controllare la corretta formazione del reticolo durante
tutta la fase di scrittura.
A differenza delle precedenti tecniche di scrittura, le variazioni indotte dal-
la radiazione sull’indice di rifrazione riguardano l’intera sezione della fibra
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 66

coinvolgendo non solo il nucleo, ma anche il mantello. Inoltre, come aspetto


negativo, il maggior livello di assorbimento della radiazione si verifica sul lato
della fibra esposto al fascio laser [43].

Metodo di esposizione a impulsi laser nello spettro IR

Un’altra tecnica point to point utilizzata per la scrittura di reticoli a passo


lungo (LPG) è quella che utilizza impulsi laser nell’infrarosso (λ = 800nm)
di durata dell’ordine del femtosecondo [44].
Con questa tecnica viene normalmente utilizzato un laser pompato ad Argon
la cui irradiazione sul nucleo di una fibra ottica standard per telecomunica-
zioni determina, come è stato dimostrato [45], un fenomeno di densificazione
del vetro che è causa della modulazione dell’indice di rifrazione e, quindi,
della formazione del reticolo.
Anche in questo caso la formazione del reticolo non è legata al fenomeno
della fotosensibilità e quindi non è collegata alla presenza di drogante nel
materiale che costituisce la fibra.

Metodo dell’arco elettrico

Quella dell’arco elettrico è una delle più semplici tecniche di scrittura per
reticoli a passo lungo. Il setup di scrittura è mostrato in figura 4.8. Come
si può osservare, la porzione di fibra cui era stato preventivamente rimosso
il coating e su cui si vuole inscrivere il reticolo, viene posizionata tra gli
elettrodi di una splicer per fibre ottiche. Un lato della fibra è collegato a
una slitta che consente lo spostamento della fibra parallelamente al suo asse
ad intervalli fissati; l’altra estremità è invece collegata ad una massa che
serve a mantenere la fibra sotto una costante tensione assiale. Le scariche
elettriche e gli spostamenti della fibra vengono quindi intervallati secondo
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 67

Figura 4.8: Schema del set up per la scrittura del reticolo LPG tramite scarica
elettrica

una tecnica punto per punto. Inoltre, sia la corrente elettrica che la durata
dell’esposizione sono normalmente impostate dall’utente.

Metodo dell’impiantazione ionica

La tecnica dell’impiantazione ionica è una delle tecniche non - UV più re-


centi presenti in letteratura, che consente di aumentare l’indice di rifrazione
del nucleo di una fibra ottica. Questa tecnica è stata inizialmente proposta
nel 2000 da Fujimaki [46] e utilizza, come mostrato in figura 4.9, una ma-
schera di ampiezza di metallo attraverso la quale ioni di elio (He2+ ) vengono
impiantati su una fibra standard SMF-28.
Con questa tecnica tuttavia, aumenta non solo l’indice di rifrazione del
nucleo, ma anche quello del mantello.
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 68

Figura 4.9: Schema del setup per la scrittura del reticolo LPG tramite
impiantazione ionica

Metodo meccanico

L’ultima tecnica di scrittura di reticoli a passo lungo considerata è quella


proposta da Savin nel 2000 [47] e si basa su una deformazione meccanica
della fibra ottica. Basandosi sull’effetto fotoelastico, il reticolo viene formato

Figura 4.10: Schema di scrittura del reticolo LPG tramite metodo meccanico

premendo una lastra scanalata sulla fibra ottica, come mostrato in figura
4.10. Con questa tecnica la modulazione dell’indice di rifrazione e, quindi,
4.2. FABBRICAZIONE DEI RETICOLI LPG 69

la formazione del reticolo, non è permanente: una volta che la lastra viene
rimossa dalla fibra il reticolo svanisce. E’ per questo che, pur essendo una
tecnica poco costosa e semplice da mettere in pratica non è molto adatta alle
applicazioni tipiche della sensoristica.
Capitolo 5

Realizzazione del sensore ibrido

La parte sperimentale del lavoro di questa Tesi è stata dedicata alla rea-
lizzazione e alla caratterizzazione di un sensore in fibra ottica in grado di
effettuare con precisione la misura dell’indice di rifrazione (n) di una solu-
zione chimica indipendentemente dalle variazioni della temperatura (T).
Per tale scopo, come sarà descritto nel corso del capitolo, il sensore realizzato
è costituito dalla cascata di due differenti reticoli in fibra ottica (sensore in
configurazione ibrida): un reticolo a passo lungo ed un reticolo di Bragg le
cui caratteristiche vengono scelte opportunamente.

Nella prima parte del capitolo viene descritto lo schema e discusso il principio
di funzionamento del sensore ottico realizzato.
Successivamente vengono analizzate le tecniche e la strumentazione impie-
gate per la realizzazione dei due reticoli sullo stesso tratto di fibra ottica e,
infine, vengono discusse le loro caratteristiche principali.

70
5.1. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE 71

5.1 Principio di funzionamento del sensore


Lo schema del sensore ottico progettato è mostrato in figura 5.1.
Come si può osservare il sensore viene realizzato su un tratto di fibra privata
del rivestimento esterno protettivo (coating) e su cui vengono scritti in ca-
scata i due reticoli. La necessità di rimuovere il coating è legata alle tecniche

Figura 5.1: Schema del sensore ibrido in fibra ottica

di scrittura utilizzate che, come sarà visto nel prossimo paragrafo, si basano
sull’utilizzo di radiazione UV.
Poichè il sensore realizzato è pensato per misure rifrattometriche di soluzio-
ni acquose, disporre di un elemento sensibile configurato come una sonda
presenta sicuramente notevoli vantaggi operativi. Per questo motivo, e dal
momento che ai fini della misura la parte di interesse della radiazione emessa
dalla sorgente ottica è quella che, una volta attraversato il primo reticolo
LPG, viene poi riflessa dal reticolo di Bragg, la fibra ottica è stata troncata
a valle del reticolo FBG.
Come visto nel capitolo 2, entrambi i reticoli sono sensibili alle variazioni di
varie grandezze esterne, tra cui la temperatura (T) e l’indice di rifrazione
(n). Il primo reticolo (LPG), in particolare, è sensibile sia alla temperatura
5.1. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE 72

che all’indice di rifrazione della soluzione in cui è immerso, mentre il secon-


do (FBG) è sensibile solo alle variazioni di temperatura, perchè non sono
interessati i modi di cladding. In particolare, mantenendo costante la tem-
peratura e facendo crescere l’indice di rifrazione, la lunghezza d’onda λLP G
si sposta in modo non lineare verso lunghezze d’onda minori, mentre la lun-
ghezza d’onda di Bragg, λF BG , non subisce alcuna variazione. Mantenendo
invece costante l’indice di rifrazione e facendo variare la temperatura, sia la
lunghezza d’onda di risonanza del reticolo di Bragg, λF BG , che quella del
reticolo a passo lungo, λLP G , si spostano.
Molto spesso però può succedere che tali grandezze agiscano contemporanea-
mente, per cui la risposta del sensore risulta dipendente da una combinazione
delle due grandezze esterne. In tal caso discriminare gli effetti delle grandez-
ze in questione può risultare estremamente difficile.
La soluzione ibrida proposta permette tuttavia di risolvere il problema e,
scrivendo in modo opportuno i due reticoli, di misurare con precisione l’indi-
ce di rifrazione di una soluzione chimica indipendentemente dalle variazioni
di temperatura.
Infatti, è possibile misurare l’indice di rifrazione della soluzione in esame e
compensare gli effetti dovuti alle variazioni di temperatura, analizzando so-
lamente lo spettro di riflessione del reticolo di Bragg.
In particolare, come mostrato in figura 5.2 e come verrà spiegato nel corso
del paragrafo, la variazione ∆PF BG (dove PF BG è la potenza associata alla
radiazione riflessa del FBG) dello spettro di riflessione del reticolo di Bragg
è legata alla variazione dell’ indice di rifrazione ∆n della soluzione da ana-
lizzare, mentre lo spostamento della lunghezza d’onda di risonanza ∆λF BG è
legato alla variazione di temperatura ∆T .
Affichè il sensore possa misuare l’indice di rifrazione valutando solamente lo
5.1. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE 73

Figura 5.2: Principio di fuzionamento del sensore

spettro di riflessione del reticolo di Bragg è necessario che il picco di rifles-


sione del reticolo FBG cada all’interno di una delle frange di risonanza del
reticolo LPG.
In figura 5.3 è riportato lo spettro di trasmissione acquisito al termine del
processo di scrittura dei due reticoli. Come si può osservare, la risposta
spettrale complessiva in trasmissione del sensore è la risultante delle risposte
spettrali dei singoli reticoli. Infatti nello spettro sono presenti, all’interno
della stessa banda, due picchi di assorbimento corrispondenti rispettivamen-
te alla lunghezza d’onda di risonanza di Bragg, λF BG , e a quella del reticolo
5.1. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE 74

Figura 5.3: Spettro di trasmissione al termine della scrittura in cascata del reticolo
LPG e FBG

a passo lungo, λLP G .


E’ evidente che variando la temperatura e/o l’indice di rifrazione della solu-
zione chimica la posizione spettrale reciproca dei due picchi viene modificata,
influenzando di conseguenza lo spettro di riflessione del reticolo di Bragg.
Analizzando separatamente gli effetti dovuti alle due grandezze in esame è
possibile comprendere meglio il funzionamento del sensore.
La sensibilità del reticolo LPG alle variazioni di indice di rifrazione determi-
na uno spostamento non lineare della lunghezza d’onda di risonanza λLP G ,
che provoca una variazione dello spettro di trasmissione osservato.
Tale effetto si traduce in una modulazione della ampiezza dello spettro di
5.1. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE 75

riflessione del reticolo FBG: la potenza ottica in riflessione associata al reti-


colo di Bragg aumenta o diminuisce a seconda dello spostamento della λLP G
verso lunghezze d’onda minori o maggiori e, quindi, a seconda della varia-
zione dell’indice di rifrazione. La lunghezza d’onda λF BG non subisce invece
alcuna variazione, dal momento che il reticolo di Bragg è insensibile all’indice
di rifrazione.
In figura 5.4 è qualitativamente descritto l’effetto prodotto dalla variazione
del solo indice di rifrazione sugli spettri di trasmissione e di riflessione.

Figura 5.4: Variazione (andamento qualitativo) dello spettro di trasmissione (a)


e di riflessione (b) dei due reticoli in cascata al variare dell’indice di rifrazione del
mezzo esterno, per temperatura costante

Analizzando invece il comportamento del sensore al variare della tempera-


tura esterna, si può osservare (figura 5.5) sia una variazione della lunghezza
d’onda λF BG del reticolo di Bragg sia uno spostamento della lunghezza d’on-
da λLP G del reticolo a passo lungo.

Il setup sperimentale adottato e che sarà spiegato più nel dettaglio nel capi-
5.1. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE 76

Figura 5.5: Variazione (andamento qualitativo) dello spettro di trasmissione (a) e


di riflessione (b) dei due reticoli in cascata al variare della temperatura del mezzo
esterno, per indice di rifrazione costante

tolo 7 è riportato schematicamente in figura 5.6.


Come si può notare, la fibra è illuminata da una sorgente ottica a banda
larga, costituita da un diodo super-luminescente (S-LED).
La radiazione emessa dalla sorgente si propaga nel nucleo della fibra ottica
fino a che si verificano dei fenomeni di accoppiamento tra i modi di propaga-
zione per la presenza dei due reticoli. Il reticolo LPG, in particolare, come
già ampiamente discusso, determina l’accoppiamento tra il modo guidato del
nucleo ed i modi copropaganti del mantello, mentre il reticolo FBG determina
l’accoppiamento tra il modo guidato del nucleo e il modo contropropagante
corrispondente.
Il risultato dell’interazione tra i vari modi all’interno della fibra ottica può
essere osservato attraverso l’analizzatore di spettro ottico (Optical Spectrum
Analyzer - OSA) a cui il sensore è collegato tramite un accoppiatore in fibra
ottica.
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 77

Figura 5.6: Schema del setup sperimentale

La realizzazione pratica del sensore prevede quindi la scrittura dei due reti-
coli su uno stesso tratto di fibra ottica singolo modo che, in seguito, viene
tagliata a valle del reticolo di Bragg al fine di realizzare una sonda.

5.2 Processo di scrittura dei reticoli


La scrittura dei due reticoli in fibra ottica per la realizzazione del sensore
oggetto di questo lavoro, è stata effettuata utilizzando due tra le tecniche
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 78

descritte nel capitolo precedente. In particolare per la scrittura del reticolo


di Bragg e del reticolo a passo lungo sono state utilizzate rispettivamente la
tecnica con maschera di fase e la tecnica point to point con laser a eccimeri.
E’ stato quindi necessario utilizzare fibre ottiche fotosensibili. In particolare
è stato utilizzato un tratto di fibra step -index singolo modo PS1250/1500
caratterizzata dai seguenti parametri:

• indice di rifrazione del nucleo della fibra (λ = 1550nm): 1,4508;

• indice di rifrazione del mantello della fibra (λ = 1550nm): 1,4441;

• apertura numerica (NA)(λ = 1550nm): 0,14;

• diametro del cladding della fibra : 125,94 µm;

• lunghezza d’onda di cut-off : 1194 nm;

• attenuazione (λ = 1550nm): 121,11 dB km−1

• composizione chimica del nucleo della fibra: silice pura(SiO2 ), ossido


di Germanio (GeO2 ), ossido di Boro (B2 O3 );

• rivestimento del coating della fibra: polimero acrilico.

Poichè il coating che riveste e protegge la fibra non è trasparente alla radia-
zione UV, è stato necessario rimuoverlo prima di iniziare la fase di scrittura
vera e propria. In corrispondenza della porzione di fibra su cui dovevano
essere iscritti i reticoli è stato perciò rimosso meccanicamente un tratto di
coating di lunghezza pari a circa 7,4 cm.
Per la scrittura di entrambi i reticoli è stato utilizato un laser a eccimeri
Lambda Physik Compex 110.
Il laser a eccimeri è una tipologia di laser che sfrutta la miscela di due dif-
ferenti gas (normalmente vengono utilizzati gas nobili come il Neon, l’Argon
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 79

o il Kripton): in condizioni normali i gas nobili sono inerti e non formano


legami chimici mentre, se opportunamente eccitati tramite scarica elettrica si
legano temporaneamente formando un dimero (dalla contrazione dell’inglese
excited dimer, deriva il termine eccimeri), oppure molecole più complesse con
atomi di alogeni (Fluoro e Cloro). Le miscele di gas nobili più utilizzati per i
laser a eccimeri sono: Argon-Fluoro (Ar-F), Kripton-Fluoro (Kr-F), Xenon-
Fluoro (XeF).
La lunghezza d’onda della luce laser prodotta dipende dalla miscela di gas
utilizzata e dai legami che si formano in seguito alla scarica elettrica ma, in
generale, ricade nelle frequenze dell’ultravioletto.
Per la scrittura dei reticoli in esame, il laser utilizzato impiega una miscela
di Kripton e Fluoro (KrF), cui sono associate le seguenti caratteristiche:

• lunghezza d’onda del fascio laser prodotto: λ = 248nm;

• energia massima per ogni impulso: 300 mJ;

• frequenza massima di ripetizione degli impulsi: 100 Hz;

• durata dell’impulso: 30 ns;

• dimensione del fascio: 24 × 10 mm2 ;

• attenuazione (λ = 1550nm): 121,11 dB km−1

• divergenza del fascio: 3 mrad in direzione verticale e 1 mrad in direzione


orizzontale.

Il setup utilizzato per la scrittura del reticolo FBG è riportato in figura 5.7.
Come si può osservare il fascio UV emesso dalla sorgente laser, dopo una
doppia riflessione attraverso due specchi, viene fatto passare attraverso una
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 80

Figura 5.7: Setup per la scrittura del reticolo FBG

fessura quadrata di dimensione 10 × 10 mm2 . Il fascio viene quindi foca-


lizzato, tramite una lente cilindrica, su una maschera di fase posizionata su
un’apposita struttura e dietro la quale viene fissata la fibra ottica fotosensi-
bile su cui deve essere scritto il reticolo.
Una condizione fondamentale per la scrittura del reticolo FBG è il corretto
posizionamento della fibra rispetto alla maschera di fase: la fibra deve essere
posizionata a stretto contatto con la maschera di fase, cosı̀ da evitare qual-
siasi vibrazione o spostamento in fase di scrittura.
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 81

Per controllare che il posizionamento sia corretto viene utilizzato un sistema


manuale di trazione, mostrato in figura 5.8.

Figura 5.8: Setup per la scrittura del reticolo di Bragg con maschera di fase
(particolare)

Come si può notare, le due estremità della fibra vengono bloccate tramite
due punti, uno mobile e l’altro fisso. Il punto di bloccaggio mobile è ancora-
to su una struttura sulla cui sommità è stato montato il sistema manuale di
trazione che, a sua volta, è collegato con un sensore che serve a misurare la
tensione della fibra. La fibra viene quindi tesa tramite il sistema manuale di
trazione fino a che non è perfettamente a contatto con la maschera di fase.
Durante il processo di scrittura del reticolo il laser opera con una frequenza
di ripetizione degli impulsi di 50 Hz. Variando la distanza tra la lente e la
maschera di fase è inoltre possibile modificare l’intensità della radiazione che
incide sulla fibra ottica. Nel caso del reticolo realizzato è stata scelta una
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 82

distanza di circa 8 cm.


La maschera di fase utilizzata è prodotta da Lasiris Inc. ed è progettata per
lavorare a λ = 248 nm.
Il passo della maschera di fase utilizzata è Λmask = 1059, 9 nm e, quindi, il
periodo del reticolo a passo corto ΛF BG è di circa 530 nm.

Figura 5.9: Spettro di trasmissione di uno dei reticoli FBG realizzati con periodo
Λ = 530 nm

L’intero processo di scrittura è costantemente monitorato attraverso una sor-


gente ottica ed un analizzatore di spettro ottico (OSA - Optical Spectrum
Analyzer): in questo modo è possibile confrontare lo spettro della sorgente e
quello del reticolo ed ottenere in diretta lo spettro di trasmissione, di cui un
esempio è mostrato in figura 5.9.
La sorgente ottica utilizzata è un diodo superluminiscente a banda larga
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 83

SLD-1550-DIP, prodotto da Fermionics LAsertech, che presenta le seguenti


caratteristiche:

• lunghezza d’onda di picco: λ = 1550 nm;

• banda (FWHM): 44, 4 nm;

• massima potenza ottica in uscita: 0,5 mW.

L’analizzatore di spettro ottico utilizzato è un Anritsu MS9030A/MS9701B


ed è formato da due unità distinte: la prima (MS9030A) è l’unità elettronica
di controllo e di visualizzazione; la seconda (MS9701B) è invece un’unità
ottica. L’analizzatore presenta le seguenti caratteristiche:

• intervallo di lunghezze d’onda di ingresso: 350 nm - 1750 nm;

• intervallo di potenza ottica in ingresso: - 80 dBm - +10 dBm;

• accuratezza potenza ottica: ±1, 5 dBm;

• massima risoluzione ottica: 0,1 nm.

Per la scrittura del reticolo LPG è stata utilizzata una tecnica point to point
che utilizza la maggior parte della strumentazione già impiegata per la scrit-
tura del reticolo di Bragg. In particolare viene utilizzata la stessa fibra foto-
sensibile PS1250/1500, la stessa sorgente ottica (S-LED), lo stesso analizza-
tore di spettro ottico e lo stesso laser ad eccimeri KrF.
Rispetto alla realizzazione del reticolo di Bragg il setup di scrittura di un
LPG presenta alcune differenze fondamentali, come mostrato nello schema
di figura 5.10. Come si può osservare, il fascio UV emesso dal laser, prima di
attraversare la lente convergente, subisce una doppia riflessione tramite i due
specchi M1 e M2. In questo caso, però, la maschera di fase è sostituita da
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 84

Figura 5.10: Schema del set up per la scrittura del reticolo LPG

una fenditura e da un slitta micrometrica mostrate in figura 5.11. Il tratto di


fibra ottica privato del rivestimento esterno viene posizionato di fronte alla
fenditura e fissato alla slitta attraverso due apposite viti. La slitta microme-
trica è a sua volta collegata a un sistema di controllo elettronico (Burleigh
6000) che ne consente lo spostamento in direzione assiale.
Gli spostamenti della slitta, che coincidono con il passo (ΛLP G ) del reticolo
che si desidera realizzare, sono controllati attraverso un software esterno che
ne consente anche la sincronizzazione rispetto all’emissione del fascio laser.
Il laser opera emettendo, tra uno spostamento e l’altro, una sequenza di im-
pulsi con una frequenza che può essere direttamente impostata dall’utente.
Quindi, nell’intervallo di tempo che intercorre tra due spostamenti consecu-
tivi della slitta, il fascio laser incide sulla fibra ottica modulando in maniera
periodica l’indice di rifrazione del nucleo e determinando cosı̀ la formazione
del reticolo.
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 85

Figura 5.11: Setup (particolare) per la scrittura point to point del reticolo LPG

Oltre al periodo ΛLP G del reticolo, che influisce sul valore delle lunghezze
d’onda di risonanza associate alle frange dello spettro in trasmissione del
reticolo, altri parametri significativi sono:

• la dimensione d della fenditura: la larghezza d della fenditura deve


essere la metà del periodo ΛLP G del reticolo, in modo da ottenere una
modulazione dell’indice di rifrazione del nucleo ad onda quadra con un
duty-cycle del 50%;

• il numero N di punti sulla fibra ottica su cui incide il fascio UV e che


determina la lunghezza L del reticolo;

• il numero di impulsi che compongono ciascuna delle sequenze emesse


dal laser che determinina l’entità della variazione dell’indice di rifrazio-
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 86

ne del nucleo e, quindi, la forza del reticolo.

Anche in questo caso, come per la scrittura del reticolo di Bragg, tutta l’ope-
razione di scrittura può essere monitorata tramite la sorgente ottica (SLED)
e l’analizzatore di spettro ottico (OSA), sul quale è possibile visualizzare lo
spettro di trasmissione del reticolo LPG.

5.2.1 Caratteristiche dei reticoli

La realizzazione del sensore ha previsto due distinte fasi di scrittura dei


reticoli sullo stesso tratto di fibra: inizialmente è stato realizzato il reticolo
FBG e poi, in cascata, il reticolo LPG.
Per la scittura di entrambi è stato utilizzato lo stesso tratto di fibra ottica
PS1250/1500, cui era stato preventivamente rimosso il coating per una lun-
ghezza di 7,4 cm.

Il reticolo di Bragg realizzato con la tecnica della maschera di fase presenta


le seguenti caratteristiche:

• Reticolo di Bragg

– periodo del reticolo ΛF BG = 529,29 nm;

– lunghezza del reticolo LF BG = 1 cm.

In figura 5.12 è riportato lo spettro di trasmissione associato al reticolo di


Bragg realizzato. Come si può notare, lo spettro presenta un picco di as-
sorbimento in corrispondenza della lunghezza d’onda di risonanza λF BG ≃
1533, 7nm.
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 87

Figura 5.12: Spettro di trasmissione del reticolo FBG realizzato (Λ = 529, 29 nm)

In seguito alla realizzazione del reticolo di Bragg si è proceduto alla scrit-


tura del reticolo a passo lungo di periodo ΛLP G = 360 µm (ottenuta scri-
vendo 50 punti in successione come descritto precedentemente) e lunghezza
LLP G ≃ 1, 8cm.
In figura 5.13 è riportato lo spettro di trasmissione totale della cascata dei
due reticoli durante la fase di scrittura del LPG. Questa ha previsto in totale
1300 impulsi laser per ognuno dei 50 punti del reticolo.
Come si può osservare dalla figura 5.13, aumentando il numero di impulsi su
ciascun punto del reticolo si assiste alla formazione graduale della banda di
attenuazione.
Ad ogni nuova sequenza di impulsi laser, infatti, la modulazione indotta
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 88

Figura 5.13: Spettro di trasmissione della cascata dei due reticoli al variare del
numero di impulsi laser per punto del reticolo LPG

sull’indice di rifrazione effettivo del nucleo aumenta, portando ad un sposta-


mento della lunghezza d’onda λLP G secondo l’equazione di phase-matching
(eq. 2.18) e ad una variazione della potenza ottica in trasmissione.
Il processo è stato considerato concluso quando il minimo della banda di
attenuazione del reticolo LPG si è trovato sovrapposto a quello del reticolo
FBG.

Il reticolo LPG cosı̀ realizzato presenta le seguenti caratteristiche:

• Reticolo a passo lungo


5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 89

– periodo del reticolo: ΛLP G = 360 µm;

– numero di punti del reticolo: 50;

– lunghezza del reticolo: LF BG = 1,764 cm;

– numero totale di impulsi laser per ogni singolo punto: 1300.

Figura 5.14: Spettro di riflessione della cascata dei due reticoli al variare del
numero di impulsi laser per punto del reticolo LPG

In figura 5.14 è riportato lo spettro di riflessione associato alla cascata dei


due reticoli durante il processo di scrittura del reticolo a passo lungo.
Il secondo picco che compare a lunghezza d’onda minore rispetto a quello
centrato alla lunghezza d’onda di risonanza di Bragg, λF BG , è dovuto ad un
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 90

meccanismo di riaccoppiamento tra i diversi modi di propagazione all’interno


della stessa fibra ottica [48].

Come evidente dagli spettri presentati, durante la fase di scrittura del re-
ticolo a passo lungo, contemporaneamente alla progressiva sovrapposizione
dei due spettri, lo spettro riflesso dal reticolo di Bragg subisce una riduzione
di ampiezza (come mostrato in figura 5.14).
Tale ampiezza raggiunge ovviamente il valore minimo quando gli spettri di
trasmissione dei due reticoli sono sovrapposti.

Figura 5.15: Potenza ottica riflessa dal reticolo FBG al variare del numero di
impulsi laser per punto del reticolo LPG
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 91

I dati relativi alla potenza ottica riflessa durante la fase di scrittura del se-
condo reticolo sono stati acquisiti ed elaborati successivamente tramite il
software OriginPro.
L’ampiezza dello spettro riflesso dal reticolo di Bragg durante la fase di scrit-
tura del reticolo a passo lungo può essere riportato in grafico in funzione del
numero di impulsi laser impiegati per ciascun punto del reticolo (figura 5.15).
In figura 5.15 è anche riportato il fitting esponenziale dei dati sperimentali.

Lo spettro di trasmissione complessivo associato alla cascata dei due reti-


coli al termine del processo di scrittura del LPG è riportato in figura 5.16.
Le bande di attenuazione dei reticoli risultano sovrapposte e centrate alla

Figura 5.16: Spettro di trasmissione della cascata LPG-FBG al termine del


processo di scrittura
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 92

lunghezza d’onda λ ≃ 1533, 7 nm.

In realtà il comportamento analizzato in figura 5.16 non è risultato stabi-


le ma, per quanto riguarda il reticolo a passo lungo, si è manifestato, nelle
prime ore dopo il termine del processo di scrittura, uno spostamento della
lunghezza d’onda λLP G (figura 5.17).

Figura 5.17: Spettro di trasmissione del reticolo LPG immediatamente dopo la


fase di scrittura

In particolare lo spostamento della lunghezza d’onda di risonanza λLP G è ri-


sultato già evidente dopo soli dieci minuti dalla fine della scrittura del secondo
reticolo, mentre dopo circa 20 ore il fenomeno si è esaurito determinando uno
spostamento complessivo della lunghezza d’onda di risonanza λLP G di circa 3
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 93

nm. Il fenomeno osservato è descritto in alcuni articoli presenti in letteratura


[49] ed è ancora oggetto di studio e di ricerche.

Figura 5.18: Spettro di trasmissione del sensore ibrido a valle dell’assestamento


successivo al processo di scrittura

Dall’osservazione dello spettro di trasmissione finale , riportato in figura 5.18


relativo alla cascata dei due reticoli, è possibile evidenziare alcuni parametri
ottici fondamentali:

• Reticolo di Bragg

– lunghezza d’onda di risonanza λF BG = 1533,7 nm;

– riflettività ≃ 99%;
5.2. PROCESSO DI SCRITTURA DEI RETICOLI 94

• Reticolo a passo lungo

– lunghezza d’onda di risonanza λLP G =1530,4 nm;

– attenuazione ≃ 20 dBm.
Capitolo 6

Caratterizzazione dei reticoli in


temperatura e indice di
rifrazione

Nel capitolo 2 è già stato discusso come la lunghezza d’onda di risonanza


di un reticolo di Bragg risulti sensibile alle variazioni di temperatura ed
insensibile alle variazioni dell’indice di rifrazione del mezzo esterno.
Al contrario, le lunghezze d’onda corrispondenti ai picchi di risonanza di un
reticolo a passo lungo sono sensibili sia alle variazioni di temperatura, sia
alle variazioni dell’indice di rifrazione del mezzo esterno. Quanto sopra può
essere espresso attraverso relazioni del tipo:

∆λF BG = g(∆T ) (6.1)

∆λLP G = g ′ (∆T, ∆n) (6.2)

Le relazioni precedenti possono essere scritte nella seguente forma:

∆λF BG = g(∆T ) = ST ∆T (6.3)

95
6.1. CARATTERIZZAZIONE IN TEMPERATURA 96

∆λLP G = g ′ (∆T, ∆n) = ST′ ∆T + f (∆n) (6.4)

in cui i termini ST e ST′ rappresentano rispettivamente la sensibilità del reti-


colo FBG e del reticolo LPG alla temperatura e sono costanti in un intervallo
di temperatura di interesse come risulterà chiaro nel seguito della tesi, mentre
f (∆n) è, come sarà visto più avanti, una funzione non lineare che esprime la
risposta del reticolo LPG alle variazioni dell’indice di rifrazione dell’ambiente
esterno.

In questo capitolo saranno descritte le misure effettuate per ricavare speri-


mentalmente la risposta dei due reticoli alle variazioni di indice di rifrazione
e temperatura, il setup e la strumentazione utilizzata per la caratterizzazione
ed i risultati ottenuti.

6.1 Caratterizzazione in temperatura


Per la caratterizzazione in temperatura dei due reticoli è stata utilizzata
un’apposita camera di misura termostatata, mostrata in figura 6.1. Come
si può osservare dalla figura la camera di alluminio poggia su due celle di
Peltier collegate tra loro in serie.
All’interno della camera è presente un termistore (NTC) di 10 kΩ collega-
to a sua volta ad un modulo per il controllo elettronico della temperatura
(Lightwave LDC-3722B TEC Controller), che regola la corrente delle celle di
Peltier.
Durante l’utilizzo la camera, al cui interno è posto il tratto di fibra ottica
con i due reticoli, è anche interamente ricoperta con materiale termo isolante
che contribuisce alla stabilizzazione della temperatura interna.
6.1. CARATTERIZZAZIONE IN TEMPERATURA 97

Figura 6.1: Foto della camera termostatata

6.1.1 Caratterizzazione in temperatura del reticolo LPG

Per la caratterizzazione in temperatura del reticolo a passo lungo (LPG)


si è utilizzato il setup di misura schematizzato in figura 6.2.
La temperatura della camera, al cui interno sono posizionati i reticoli, è stata
fatta variare in un intervallo di valori compreso tra i 15◦ C e i 31◦ C. Le due
estremità della fibra sono state collegate attraverso dei connettori FC/PC
ad una sorgente a larga banda (S-LED) e all’analizzatore di spettro ottico
(OSA) che consente di analizzare le variazioni dello spettro ottico in trasmis-
sione nell’intervallo di lunghezze d’onda di interesse. In particolare, è stato
osservato che il minimo dello spettro di trasmissione, associato alla lunghezza
d’onda di risonanza di interesse del reticolo, subisce uno spostamento verso
6.1. CARATTERIZZAZIONE IN TEMPERATURA 98

Figura 6.2: Setup per la caratterizazione in temperatura del LPG

lunghezze d’onda minori mano a mano che la temperatura cresce. Per ogni
valore di temperatura è stato acquisito con l’OSA lo spettro ottico in trasmis-
sione ed i dati cosı̀ ottenuti sono stati poi elaborati con l’aiuto del software
OriginPro. Il programma ha consentito di ricavare le migliori approssima-
zioni per la forma degli spettri di trasmissione con delle funzioni lorentziane.
Quindi, per ciascuno degli spettri è stato calcolato il minimo della frangia di
interesse utilizzando il fit Lorentziano.
Nel grafico di figura 6.3 è riportato l’andamento dei minimi cosı̀ calcolati al
variare della temperatura. Come si può osservare i minimi variano in ma-
niera sostanzialmente lineare con la temperatura ed il coefficiente angolare
della retta di fitting è pari a (−0, 447 ± 0, 012)nm◦ C −1 .

6.1.2 Caratterizzazione in temperatura del reticolo FBG

Per la caratterizzazione della risposta del reticolo di Bragg alle variazioni


di temperatura è stato adottato il setup schematizzato in figura 6.4. In que-
sto caso è stato utilizzato il Bayspec Wave Capture FBG Interrogator che
6.1. CARATTERIZZAZIONE IN TEMPERATURA 99

Figura 6.3: Variazione di λLP G al variare della temperatura

funziona contemporaneamente sia da sistema di acquisizione che da sorgente


ottica.
Il Bayspec Wave Capture FBG Interrogator è un sistema di interrogazio-
ne e monitoraggio di reticoli con una sorgente S-LED integrata che emette
una radiazione luminosa centrata a λ = 1550 nm e che consente, attraverso
un’interfaccia grafica, di monitorare ed aquisire in tempo reale lo spettro di
riflessione di un reticolo di Bragg nell’intervallo di lunghezze d’onda d’inte-
resse.
Alcune caratteristiche fondamentali del sistema di interrogazione Bayspec
sono riportate qui di seguito:
6.1. CARATTERIZZAZIONE IN TEMPERATURA 100

Figura 6.4: Setup per la caratterizazione in temperatura del reticolo FBG

• numero di canali: 4;

• intervallo di lunghezze d’onda: 1509 - 1592 nm;

• risoluzione lunghezza d’onda: 1 pm;

• interfaccia ottica: connettori FC/APC;

• sorgente ottica SLED con le seguenti caratteristiche:

– potenza ottica in uscita > 15 mW;

– banda (FWHM) : > 40 nm

L’utilizzo del sistema di interrogazione e monitoraggio di reticoli e dell’OSA


consente perciò di analizzare ed acquisire, durante tutta la fase di caratte-
6.1. CARATTERIZZAZIONE IN TEMPERATURA 101

rizzazione, i dati relativi alle variazioni dello spettro di riflessione. Al fine di


controllarne la stabilità, la sorgente è collegata attraverso un accoppiatore
in fibra ottica ad un Optical Power meter (AQ-2105 Optical Power Meter)
che è in grado di misurare le eventuali fluttuazioni di potenza. Come per
la caratterizzazione del reticolo LPG, anche in questo caso, la temperatura
all’interno della camera termostatata è regolata mediante un alimentatore
per TEC ed è fatta variare in un intervallo compreso tra i 4 - 47 ◦ C. Le varia-
zioni di temperatura all’interno della camera sono monitorate con un sensore
a termocoppia con risoluzione pari a 0,1◦ C. Per ogni valore di temperatura
sono stati registrati i valori della lunghezza d’onda di risonanza λF BG e della
potenza ottica dello spettro di riflessione del reticolo di Bragg.
Anche in questo caso i dati acquisiti sono stati elaborati con OriginPro,
seguendo la seguente procedura:

• per ogni temperatura è stato effettuato un fitting Gaussiano dello spet-


tro di riflessione del reticolo di Bragg;

• tramite il fitting Gaussiano è stato calcolato il massimo dello spettro


di riflessione.

In sintesi questa procedura ha permesso di ricavare, per ogni temperatura, il


valore della lunghezza d’onda di risonanza λF BG e il massimo della potenza
ottica riflessa corrispondente. E’ stato cosı̀ possibile ricavare i grafici che
descrivono la variazione del massimo della potenza ottica riflessa dal reticolo
di Bragg (fig. 6.5) e la variazione della lunghezza d’onda λF BG al variare
della temperatura (fig 6.6). In entrambi i casi, come si può osservare, sia
la potenza che la lunghezza d’onda variano in modo sostanzialmente lineare
con la temperatura.
6.2. CARATTERIZZAZIONE IN INDICE DI RIFRAZIONE DEL
RETICOLO LPG 102

Figura 6.5: Massimo dello spettro di riflessione del reticolo di Bragg in funzione
della temperatura

In particolare, il coefficiente angolare della retta di fitting è pari a 7, 8pm◦ C −1 ±


0, 3pm◦ C −1 .

6.2 Caratterizzazione in indice di rifrazione


del reticolo LPG
Per terminare e completare la descrizione del sistema realizzato, l’ultima
parte di questo capitolo è dedicata alla caratterizzazione del reticolo a passo
lungo rispetto all’indice di rifrazione esterno. In questo caso viene studiato
solo il comportamento del LPG, dal momento che come già detto il reticolo
6.2. CARATTERIZZAZIONE IN INDICE DI RIFRAZIONE DEL
RETICOLO LPG 103

Figura 6.6: Lunghezza d’onda di risonanza (λF BG ) del reticolo di Bragg in


funzione della temperatura

di Bragg è insensibile per sua natura alle variazioni dell’indice di rifrazione


esterno.
Per poter analizzare il comportamento del LPG al variare dell’indice di rifra-
zione sono state effettuare una serie di misure immergendo il tratto di fibra
contenente i due reticoli in un’apposita cella.
Il principale problema riscontrato in queste misure è stata la realizzazione
della cella. Essa è stata realizzata su un supporto di PMMA trasparente su
cui sono stati realizzati canali di dimensioni sufficienti a contenere la fibra e
la soluzione. Lo schema della cella è riportato in figura 6.7. Le misure sono
state compiute a temperatura ambiente (∼ 20◦ C) riempiendo la cella con
6.2. CARATTERIZZAZIONE IN INDICE DI RIFRAZIONE DEL
RETICOLO LPG 104

Figura 6.7: Schema della cella per la caratterizzazione in indice di rifrazione: (a)
sezione trasversale; (b) sezione superiore

soluzioni di acqua e glicerolo in diverse concentrazioni. In particolare, sono


state utilizzate undici soluzioni diverse: una con acqua pura e le rimanenti
con glicerolo in percentuale crescente dal 10% al 100%.
Prima di procedere alla caratterizzazione ciascuna soluzione è stata misurata
con un rifrattometro di Abbe (ATAGO R-5000) che permette di misurare
l’indice di rifrazione alla lunghezza d’onda caratteristica di emissione del so-
dio (λ = 589 nm) e con una risoluzione pari allo 0,001. In tabella 6.1 sono
riportate le corrispondenze tra il valore percentuale di glicerolo e l’effettivo
valore dell’indice di rifrazione misurato con il rifrattometro. Il tratto di fibra
contenente i due reticoli, tenuto in tensione attraverso un supporto rigido , è
stato quindi ripetutamente immerso nella soluzione contenuta all’interno del-
la cella. Per ottenere una risposta corretta è stato indispensabile mantenere
la fibra in tensione e a temperatura costante, dal momento che il reticolo non
deve essere sottoposto ad alcuna variazione di deformazione e/o temperatu-
ra, ma solo di indice di rifrazione.
6.2. CARATTERIZZAZIONE IN INDICE DI RIFRAZIONE DEL
RETICOLO LPG 105

% Glicerolo nef f (±0, 001)


0 1,334
10 1,354
20 1,365
30 1,378
40 1,388
50 1,405
60 1,418
70 1,426
80 1,437
90 1,450
100 1,467

Tabella 6.1: Corrispondenza tra valore percentuale della concentrazione di


glicerolo ed indice di rifrazione misurato con rifrattometro

Anche in queste misure, come nelle precedenti, il tratto di fibra ottica con-
tenente i due reticoli è stato collegato, tramite un accoppiatore ottico, all’a-
nalizzatore di reticoli Bayspec, ad un’OSA e ad un Optical Power Meter. In
particolare la sorgente ottica interna al Bayspec (S-LED) emette una radia-
zione luminosa centrata a λ = 1550 nm che attraversa prima il reticolo LPG
e poi il reticolo di Bragg. Questo permette di acquisire in tempo reale lo
spettro di trasmissione con l’OSA e lo spettro di riflessione con l’analizzatore
di reticoli Bayspec. L’analizzatore di spettro ottico (OSA), in particolare,
è collegato ad un computer attraverso un’interfaccia GPIB ed è controlla-
to attraverso un apposito programma che consente di misurare ed acquisire
non solo lo spettro di trasmissione, ma anche lo spostamento della lunghezza
6.2. CARATTERIZZAZIONE IN INDICE DI RIFRAZIONE DEL
RETICOLO LPG 106

d’onda di risonanza λLP G associato alle variazioni dell’indice di rifrazione. Il


software opera secondo la seguente procedura:

• permette di centrarsi in corrispondenza della lunghezza d’onda di riso-


nanza del reticolo LPG di interesse;

• registra lo spettro di trasmissione;

• valuta e salva le lunghezze d’onda di risonanza in corrispondenza dei


minimi dei picchi di assorbimento associati al reticolo attraverso un’o-
perazione di fitting non lineare.

In particolare, il programma consente di approssimare l’andamento dello


spettro di trasmissione relativo al LPG utilizzando una funzione di fitting
Lorentziana con la seguente espressione:

a1
fLOR (λ) = a0 + (6.5)
(λ − a2 )2 + a23

dove le aj (j=0,1,2,3) rappresentano i quattro parametri di fitting. In par-


ticolare il parametro a2 rappresenta la lunghezza d’onda di risonanza λLP G
associata alla particolare frangia di interesse del reticolo a passo lungo.
Nell’interfaccia del programma è possibile visualizzare due grafici. Nel primo
viene registrato lo spettro di trasmissione centrato nell’intervallo di lunghezze
d’onda selezionate. In esso è possibile distinguere due curve di colore diverso:
una relativa ai dati effettivamente acquisiti, l’altra corrispondente invece alla
curva di fitting Lorentziana.
Nell’altro grafico viene invece registrato lo spostamento della lunghezza d’on-
da λLP G che, come già detto, corrisponde al parametro di fitting a2 . In questo
modo è possibile monitorare in tempo reale le variazione della λLP G .
Per ottenere una maggiore accuratezza nella caratterizzazione è stata effet-
tuata un’analisi statistica dei dati acquisiti. In altre parole, è stato calcolato
6.2. CARATTERIZZAZIONE IN INDICE DI RIFRAZIONE DEL
RETICOLO LPG 107

il valor medio delle lunghezze d’onda individuate dal programma per ogni
soluzione di acqua e glicerolo.
Nelle misure è stato necessario fermarsi alla concentrazione di glicerolo dell’80%,
dal momento che, per valori superiori non è più possibile distinguere il mi-
nimo relativo al picco di assorbimento del reticolo. Questo è dovuto al fatto
che l’indice di rifrazione della soluzione acquosa che viene analizzata è mag-
giore o uguale a quello del cladding della fibra ottica. In pratica è come se
la superficie di separazione tra l’ambiente esterno e la fibra ottica venisse ri-
mosso e dunque, non vi fossero più le condizioni necessarie alla propagazione
guidata in fibra ottica, come già spiegato precedentemente.
Poichè lo scopo della misura è quello di determinare la lunghezza d’onda
λLP G al variare dell’indice di rifrazione n delle soluzioni, i dati acquisiti sono
stati elaborati con l’aiuto di OriginPro.
La funzione che meglio approssima la risposta del LPG al variare dell’indice
di rifrazione, come si può osservare dalla figura 6.8, è quella razionale:

b + cx
y= (6.6)
a+x

dove la variabile indipendente x rappresenta l’indice di rifrazione esterno,


mentre la y rappresenta la lunghezza d’onda di risonanza λLP G .
La curva razionale presenta un asintoto verticale per x = −a ≃ 1, 47 che
corrisponde alla situazione in cui si verifica la perdita del picco di risonanza
del reticolo a passo lungo a causa dell’alta concentrazione di glicerolo presente
nella soluzione acquosa.
6.2. CARATTERIZZAZIONE IN INDICE DI RIFRAZIONE DEL
RETICOLO LPG 108

Figura 6.8: Lunghezza d’onda λLP G del reticolo a passo lungo in funzione
dell’indice di rifrazione
Capitolo 7

Risultati sperimentali

Il sensore, il cui principio di funzionamento è stato descritto nel capitolo


5, è composto dalla cascata di due elementi in fibra ottica: un reticolo LPG
e un reticolo di Bragg.
Il primo è sensibile contemporaneamente sia alla temperatura che all’indice
di rifrazione (∆T , ∆n) della soluzione in cui è immerso (eq. 6.2); mentre il
secondo è sensibile solo alla temperatura (∆T ) della soluzione in esame (eq.
6.1).
Come già detto, poichè i due reticoli sono scritti in modo tale da occupare
la stessa banda ( par. 5.1), è possibile studiare il comportamento del sensore
analizzando le variazioni della risposta spettrale in riflessione del reticolo di
Bragg, in termini di lunghezza d’onda (∆λF BG ) e di potenza ottica riflessa
(∆PF BG ), al variare della temperatura e dell’indice di rifrazione.

Dopo aver caratterizzato, come riportato nel capitolo precedente, la risposta


dei reticoli alle due grandezze in esame, in questo capitolo è riportata la ca-
ratterizzazione della risposta del sensore ibrido al variare della temperatura e
dell’indice di rifrazione di una soluzione acquosa con differenti concentrazioni

109
110

di glicerolo, posta all’interno di un bagno termostatico.


Il setup per la caratterizzazione del sensore è riportato in figura 7.1.

Figura 7.1: Setup per la caratterizzazione del sensore

Come si può notare il sensore è collegato attraverso un accoppiatore direzio-


nale in fibra ottica, sia ad una sorgente ottica (S-LED) centrata a λ = 1550
nm, sia ad un analizzatore di spettro ottico (OSA) che permette di visualiz-
zare la risposta spettrale del sensore.
Come già sottolineato, a differenza di quanto visto nel capitolo precedente,
le misure di temperatura e di indice di rifrazione vengono effettuate a partire
dai dati relativi al solo spettro di riflessione.
7.1. RISULTATI SPERIMENTALI 111

7.1 Risultati sperimentali

7.1.1 Misure di temperatura

Per ricavare sperimentalmente la risposta del reticolo di Bragg alle sole


variazioni di temperatura (a parità di indice di rifrazione) è stato utilizzato
il setup di misura indicato in figura 7.2. Come si può notare anche in questo

Figura 7.2: Schema del setup per la risposta del sensore alla temperatura

caso viene utilizzata una sorgente a larga banda contenuta all’interno di un


sistema di interrogazione e monitoraggio di reticoli (Bayspec FBG Interro-
gator) che emette una radiazione luminosa centrata nella banda di 1550 nm.
La presenza dell’ Optical Power Meter nel setup di misura permette di con-
7.1. RISULTATI SPERIMENTALI 112

trollare eventuali fluttuazioni di potenza della sorgente ottica e quindi di


verificarne la stabilità. Il sensore è stato completamente immerso in un ba-
gno termostatico contenente acqua.
La temperatura dell’acqua in cui è immerso viene fatta variare in un inter-
vallo di valori compreso tra i 14◦ C e i 63◦ C circa ed è controllata con un
sensore a termocoppia con sensibilità di 0,1 ◦ C.
L’obiettivo della misura è quello di caratterizzare il sensore al variare della
temperatura ed in particolare, osservare la variazione della lunghezza d’on-
da di risonanza ∆λF BG e la variazione della potenza ottica riflessa ∆PF BG
in funzione della variazione ∆T della temperatura. Per questo motivo, per

Figura 7.3: Risposta del sensore al variare della temperatura

ogni variazione di temperatura sono stati acquisiti i valori della lunghezza


7.1. RISULTATI SPERIMENTALI 113

d’onda di risonanza λF BG corrispondenti al massimo del picco di riflessione


del reticolo di Bragg e il corrispondente valore del picco massimo PF BG .
Nel grafico di figura 7.3 è riportato l’andamento della lunghezza d’onda λF BG
in funzione della variazione di temperatura T (i dati sperimentali sono la me-
dia di sei diverse misure).
Come si può osservare la lunghezza d’onda di risonanza λF BG si sposta in
maniera lineare rispetto alle variazioni termiche.
La sensibilità del sensore in termini di lunghezza d’onda al variare della
temperatura può essere espressa attraverso la seguente equazione:

∆λF BG (T ) = ST ∆T = (8, 65 ± 0, 07)pm◦ C −1 × ∆T (7.1)

Nel grafico di figura 7.4 è invece riportato l’andamento della potenza ottica

Figura 7.4: Potenza riflessa in funzione di T


7.1. RISULTATI SPERIMENTALI 114

riflessa in funzione della temperatura (anche in questo caso i dati sperimen-


tali sono la media di sei diverse misure). Come si può notare la potenza
ottica riflessa ∆PF BG aumenta in funzione dell’aumento della temperatura
dell’acqua.
Tale andamento è lineare solamente in un intervallo limitato di temperature
compreso tra i 20◦ C e i 46◦ C circa. In figura 7.5 è riportato l’andamento della

Figura 7.5: Risposta del sensore al variare della temperatura in acqua (n co-
stante): fit lineare dell’andamento della potenza ottica riflessa in funzione della
lunghezza d’onda di risonanza di Bragg

potenza ottica riflessa PF BG in funzione della lunghezza d’onda di risonanza


di Bragg λF BG .
Anche in questo caso la potenza varia linearmente all’interno di un intervallo
7.1. RISULTATI SPERIMENTALI 115

limitato di lunghezze d’onda (1534, 2nm < n < 1534, 4nm).


E’ quindi possibile misurare indirettamente la temperatura da una misura
contemporanea di λF BG e di PF BG (λF BG ).
Entro un intervallo limitato di temperature (T) e quindi di lunghezze d’onda
di risonanza (λF BG ), la potenza ottica riflessa è funzione lineare di λF BG :

∆P F BG = γ∆λF BG (7.2)

La pendenza della retta (sensibilità alla temperatura) che descrive tale an-
damento lineare è:
γ = (23640 ± 240)U.Anm−1 (7.3)

7.1.2 Misure di indice di rifrazione

L’analisi della risposta del sensore alle variazioni dell’indice di rifrazione


è stata effettuata immergendo direttamente il sensore nelle provette conte-
nenti soluzione di acqua e glicerolo con concentrazioni diverse (0% - 100%),
corrispondenti ad una variazione di indice di rifrazione compreso tra 1,33 e
1,47, e mantenendo costante la temperatura (21◦ C). Anche in questo caso,
per ciascuna misura sono stati acquisiti 6 campioni di cui è stato calcolato il
valor medio e la deviazione standard.
La figura 7.6 mostra la potenza ottica riflessa PF BG (λF BG ) in funzione dell’
indice di rifrazione a temperatura costante T = 21◦ C.
Come si può notare la potenza ottica riflessa aumenta con l’indice di rifra-
zione in modo non lineare per poi decrescere per valori di n superiori a 1,43.
Utilizzando il software OriginPro è stata ricavata la funzione di fit che meglio
approssima l’andamento della potenza ottica per valori dell’indice di rifra-
zione compresi tra 1,33 e 1,43.
La funzione individuata è la funzione razionale (la stessa ottenuta nel capitolo
7.1. RISULTATI SPERIMENTALI 116

Figura 7.6: Risposta del sensore all’indice di rifrazione esterno in termini di


PF BG (λF BG )perT = 21◦ C

precedente per il reticolo a passo lungo) espressa dalla seguente equazione:


b + cn
PF BG (n) = (7.4)
a+n
dove i coefficienti a, b e c rappresentano i parametri di fitting della funzione.
Poichè la curva di risposta del sensore alle variazioni di indice di rifrazione
nell’intervallo 1,33 - 1,43 è di tipo razionale, la sensibilità del sensore rispetto
ad n non è costante nell’intervallo di misura considerato.
In particolare la sensibilità risulta essere maggiore all’aumentare di n.
7.1. RISULTATI SPERIMENTALI 117

∆n ∆PF BG (U.A) ∆P/∆n(U.A/nm)


1,33-1,35 421,56 27162,57
1,35-1,36 270,60 30996,20
1,36-1,37 335,65 34603,33
1,37-1,38 339,31 38867,63
1,38-1,39 381,61 43763,15
1,39-1,40 483,60 49855,01
1,40-1,41 500,80 57364,73
1,41-1,42 578,20 66304,35
1,42-1,43 756,30 77968,44

Tabella 7.1: Valori medi di sensibilità all’indice di rifrazione per la curva di fit


razionale riportata in figura 7.6

Nella tabella 7.1 sono riportati i valori medi di sensibilità del sensore all’indi-
ce di rifrazione calcolati, negli intervalli di indice di rifrazione riportati nella
prima colonna della tabella, tramite la curva razionale di equazione 7.4 (fi-
gura 7.6).

Individuato l’intervallo di valori (1,33 - 1,43) all’interno del quale la risposta


del sensore rispetto alle variazioni di indice di rifrazione è descrivibile attra-
verso una funzione di fit razionale, è stato deciso di valutare la risposta in
temperatura per valori di n compresi in tale intervallo. La risposta in tem-
peratura del sensore all’estremo inferiore di tale intervallo, cioè per n = 1, 33
(acqua), è già stata analizzata nel paragrafo precedente. In tal caso è già
stato osservato (figura 7.5) che la potenza ottica riflessa varia linearmente in
un intervallo limitato di temperature compreso tra i 21◦ C - 46◦ C. Quindi, la
risposta in temperatura del sensore espressa in termini di ∆PF BG in funzione
7.1. RISULTATI SPERIMENTALI 118

di ∆λF BG può essere descritta dall’equazione 7.2.


Per valutare la risposta del sensore in temperatura per l’altro estremo del-
l’intervallo (n = 1, 43) sono stati utilizzati lo stesso metodo e lo stesso setup
impiegati per la caratterizzazione in acqua (fig. 7.2). In questo caso, come si

Figura 7.7: Risposta del sensore alla temperatura per n=1,43

può notare dalla figura 7.7, l’intervallo di temperature all’interno del quale
la variazione della potenza ottica riflessa è lineare è ridotto rispetto al caso
in acqua. La risposta è infatti lineare per temperature inferiori ai 24◦ C.
La riduzione del range di linearità è legato al significativo spostamento del
picco di risonanza del reticolo a passo lungo λLP G verso lunghezze d’onda
7.1. RISULTATI SPERIMENTALI 119

minori a causa dell’alto valore dell’indice di rifrazione della soluzione in cui


è immerso il sensore. Inoltre, per n = 1, 43 si ha una modifica dello spettro
di trasmissione del reticolo a passo lungo che determina una diversa modu-
lazione della potenza ottica riflessa del reticolo di Bragg.
Scopo della caratterizzazione del sensore è anche quello di individuare gli in-
tervalli di indice di rifrazione (n) e temperatura (T) nei quali la risposta del
sensore al variare di T è lineare. Prendendo come limite inferiore di indice di

Figura 7.8: Risposta del sensore alla temperatura per n = 1, 4 in termini di


PF BG (λF BG )

rifrazione n = 1, 33 si è visto come l’intervallo di temperatura in questione


sia 21◦ C < T < 46◦ C. Dalla misura effettuata per n = 1, 43 si può osservare
che per T > 24◦ C la risposta del sensore non è più lineare, per cui nel range
1, 33 < n < 1, 43 di PF BG (λF BG ) l’ intervallo di temperature in cui la risposta
7.2. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SUL SENSORE 120

è lineare è 21◦ C < T < 24◦ C.


Per questo motivo si è deciso di analizzare la risposta in temperatura del
sensore nel caso di una soluzione con indice di rifrazione nmax pari a 1,40
e restringere quindi il range di indice di rifrazione a 1, 33 < nmax < 1, 40.
Come si può notare dalla figura 7.8, per n = 1, 40, l’andamento della poten-
za ottica riflessa PF BG (λF BG ) è simile a quello ottenuto nella situazione in
acqua. Anche in questo caso però, come per n = 1, 43 la regione lineare è
sensibilmente ridotta.
La risposta è infatti lineare (eq. 7.2) per un intervallo di temperature com-
preso tra 17◦ C - 28◦ C circa e non più tra i 21◦ C - 46◦ C. Sulla base delle
precedenti considerazioni il sensore realizzato è in grado di misurare l’indice
di rifrazione di una soluzione in un intervallo di valori 1, 33 < n < 1, 40 per
valori di temperatura 21◦ C < T < 28◦ C.
Per n = 1, 40 la sensibilità alla temperatura è risultata molto simile a quella
ottenuta per n = 1, 33 ((22330 ± 570)U.Anm−1 ).
In sintesi dai risultati delle misure cosı̀ effettuate è stato possibile stimare un
valor medio di sensibilità del sensore alle variazioni della sola temperatura
pari a:
dPF BG (λF BG )
= γ = (22720 ± 570)U.Anm−1 (7.5)
dλF BG

7.2 Considerazioni conclusive sul sensore


Le misure effettuate hanno permesso di completare l’analisi del funzio-
namento del sensore rispetto alle variazioni della temperatura e dell’indice
di rifrazione. Nel paragrafo precedente infatti sono stati valutati in modo
separato gli effetti delle due grandezze in esame sul sensore progettato e so-
no stati evidenziati i cambiamenti dello spettro di rifessione del reticolo di
7.2. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SUL SENSORE 121

Bragg sia per ciò che riguarda la lunghezza d’onda di risonanza λF BG , sia
per quanto riguarda la potenza PF BG . In particolare, dai grafici riportati è
risultato che:

• le variazioni termiche producono una variazione lineare, entro un dato


intervallo di temperatura, della λF BG e della potenza ottica riflessa
PF BG (vedi grafici 7.3, 7.4);

• la variazione dell’indice di rifrazione della soluzione ha effetti solo sulla


potenza ottica riflessa PF BG e non sulla lunghezza d’onda λF BG che
dipende unicamente da T. Le variazioni della potenza ottica rispetto
alle sole variazioni di indice di rifrazione sono descritte dalla funzione
razionale riportata nell’equazione 7.4 (figura 7.6).

In dettaglio la variazione dell’indice di rifrazione determina un aumento o


una riduzione della potenza ottica riflessa PF BG . Tale effetto è provocato
(capitolo 5) dalla modulazione indotta sullo spettro di riflessione di Bragg
dal reticolo LPG, sensibile non solo alle variazioni di temperatura, ma anche
a quelle dell’indice di rifrazione.
I risultati sperimentali confermano dunque che la sensibilità termica del sen-
sore (figura 7.3) può essere espressa attraverso la seguente relazione lineare:

∆λF BG (T ) = ST ∆T (7.6)

Il termine ST che compare nell’ equazione 7.6 rappresenta la sensibilità del


reticolo di Bragg alle variazioni di temperatura ed esprime la risposta del
sensore in termini di lunghezza d’onda legando la variazione della lunghezza
d’onda di risonanza ∆λF BG alla variazione ∆T di temperatura.
Come abbiamo dimostrato anche sperimentalmente, la variazione di λF BG
non dipende dalla variazione di indice di rifrazione n ma, nel caso specifico,
7.2. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SUL SENSORE 122

solo dalle eventuali variazioni di temperatura. Perciò essa può essere uti-
lizzata per compensare le variazioni di temperatura, come verrà spiegato di
seguito.
La variazione della potenza ottica riflessa ∆PF BG dipende in modo lineare
dalla temperatura T (nell’intervallo 21◦ C < T < 28◦ C ) e in modo non lineare
dalla variazione dell’indice di rifrazione n secondo la seguente equazione:

∆PF BG (T, n) = αT ∆T + f (n) (7.7)

Sostituendo l’equazione 7.6 nell’equazione 7.7, è possibile separare i contri-


buti legati a T e ad n:

∆PF BG (n) = γ∆λF BG + f (n) (7.8)

dove
ST
γ= (7.9)
αT
Il valore di γ può essere ricavato direttamente dalle curve di risposta termica
in termini di PF BG (λLP G ) in funzione della lunghezza d’onda di risonanza
di Bragg calcolate a n costante (figura 7.5 per n = 1, 33 e figura 7.8 per
n = 1, 40). Comè è stato visto nel paragrafo precedente le misure hanno
permesso di stimare un valor medio per γ (equazione 7.5).
In questo modo è possibile compensare gli effetti della temperatura, per cui
si ottiene:
f (n) = ∆PF BG − γ∆λF BG (7.10)

L’equazione 7.10 descrive perciò la risposta del sensore realizzato alle varia-
zioni di indice di rifrazione con la compensazione delle variazioni di tempera-
tura. La misura viene ottenuta misurando la variazione ∆PF BG di potenza
ottica riflessa e sottraendo il contributo ricavato dallo spostamento ∆λF BG
corrispondente alla variazione di temperatura.
7.2. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SUL SENSORE 123

Il risultato di questa operazione, espressa dall’equazione 7.10, fornisce quindi


la variazione effettiva della potenza ottica riflessa di Bragg provocata dalla
variazione dell’indice rifrazione, compensato per gli effetti dovuti alla tem-
peratura.
L’effetto della correzione in temperatura è valido nell’intervallo di valori
di indice di rifrazione 1, 33 < n < 1, 40 e nell’intervallo di temperature
21◦ C < T < 28◦ C nel quale, come già osservato nel precedente paragra-
fo, la risposta in temperatura del sensore può essere considerata lineare (eq.
7.2).
I dati corretti in temperatura, che indicheremo con ∆P corr e che si otten-
gono applicando l’equazione 7.10, come sarà verificato sperimentalmente nel
prossimo paragrafo, seguono l’andamento razionale di figura 7.6.
Questo permette di individuare il corrispondente valore di n, compensato in
temperatura, invertendo la funzione razionale 7.4.
Considerando tutte le fonti di errore, il valore di potenza ottica ∆P corr che si
ricava dall’equazione 7.8 risulta affetto da da un errore relativo pari a 2,5%.
Considerando tale errore e la stima della sensibilità riportata in tabella 7.1
è possibile definire l’incertezza sulla misura di n.
In tabella 7.2 sono riportati i valori dell’incertezza sui valori di n nei singoli
intervalli di misura.
Come si può osservare l’incertezza di misura diminuisce leggermente all’au-
mentare di n, come era prevedibile, dal momento che la sensibilità del sensore
all’indice di rifrazione aumenta secondo quanto mostrato precedentemente in
tabella 7.1.
7.3. MISURE CONCLUSIVE 124

∆n Incertezza di misura di n
1,33-1,35 0,005
1,35-1,36 0,005
1,36-1,37 0,005
1,37-1,38 0,004
1,38-1,39 0,004
1,39-1,40 0,004

Tabella 7.2: Incertezza sulla misura dell’indice di rifrazione

7.3 Misure conclusive


La parte conclusiva del lavoro di tesi ha previsto l’utilizzo del sensore
realizzato in condizioni reali. In altre parole, sono state effettuate misure di
indice di rifrazione di varie soluzioni chimiche in condizioni termiche variabi-
li. A tale scopo le provette contenenti soluzioni di acqua e glicerolo in diverse
percentuali sono state immerse in un bagno termostatico a temperature di-
verse.
A differenza delle misure effettuate fino ad ora e descitte nel paragrafo pre-
cedente, per questa serie di misure conclusive è stata fatta variare la tempe-
ratura dell’acqua del bagno termostatico, cosı̀ da valutare simultaneamente
l’azione della temperatura e dell’indice di rifrazione sul sensore. Per ciascun
valore di temperatura e di indice di rifrazione sono stati acquisiti i dati re-
lativi alla lunghezza d’onda di risonanza λF BG e alla potenza ottica riflessa
PF BG (equazione 7.10).
Per separare gli effetti dell’indice di rifrazione da quelli della temperatura è
stato necessario effettuare la compensazione in temperatura secondo la pro-
cedura descritta nel paragrafo precedente.
7.3. MISURE CONCLUSIVE 125

Figura 7.9: Effetto della correzione in temperatura: i cerchi rossi indicano la


potenza ottica riflessa in funzione di n prima della correzione in temperatura; i
quadrati neri rappresentano invece l’andamento della potenza ottica riflessa dopo
la correzione in temperatura

In figura 7.9 è riportata la risposta del sensore in termini di potenza otti-


ca riflessa in funzione dell’indice di rifrazione prima e dopo la correzione: i
cerchi rossi indicano la potenza ottica riflessa in funzione di n prima della
correzione in temperatura; i quadrati neri rappresentano invece i valori di
potenza ottica riflessa ∆P corr dopo la correzione in temperatura; la curva
rossa rappresenta la funzione di fit razionale calcolata nel paragrafo 7.1.2 a
temperatura costante.
7.4. CONCLUSIONI 126

Come atteso l’effetto della correzione in temperatura è quello di modificare


il valore della potenza ottica riflessa. In questo modo i dati corretti si di-
stribuiscono intorno alla curva di fit razionale precedentemente calcolata a
temperatura costante.

7.4 Conclusioni
In questo lavoro di tesi sono stati presentati lo studio e la realizzazione di
un sensore in fibra ottica in grado di misurare l’indice di rifrazione di una so-
luzione chimica indipendentemente dagli effetti della temperatura esterna. Il
sensore è stato ottenuto ponendo in cascata un reticolo a passo lungo (LPG)
e un reticolo di Bragg (FBG) sullo stesso tratto di fibra ottica.
Il sensore realizzato è sensibile sia alla temperatura che all’indice di rifrazione
della soluzione esaminata: il reticolo di Bragg è sensibile solo alla tempera-
tura, mentre il reticolo a passo lungo è sensibile sia alla temperatura che
all’indice di rifrazione.
Le caratteristiche di progetto dei due reticoli consentono tuttavia di compen-
sare l’effetto della variazione di temperatura e di misurare con un’accuratezza
di 5 · 10−3 RIU l’indice di rifrazione.
La misura si effettua misurando le variazioni dello spettro di riflessione del
reticolo di Bragg, acquisito con un sistema di interrogazione e monitoraggio
di reticoli: vengono valutati gli spostamenti della lunghezza d’onda di riso-
nanza e la variazione della potenza ottica riflessa dovute rispettivamente alle
sole variazioni di temperatura, e alle variazioni di temperatura e di indice di
rifrazione della soluzione chimica da analizzare.
Per il sensore proposto è stata effettuata una calibrazione sia in temperatura
(mantenendo costante n), che in indice di rifrazione (mantenendo costante
7.4. CONCLUSIONI 127

T) e sono state effettuate una serie di misure in diverse condizioni ambien-


tali, in modo tale da verificare il corretto funzionamento del rifrattometro.
Dai risultati ottenuti è stato possibile verificare che il sensore è in grado di
operare in un intervallo di temperatura tra i 21◦ C e i 28◦ C, permettendo di
misurare con accuratezza l’indice di rifrazione di una soluzione chimica in un
inervallo compreso tra i 1,33 e 1,40.
Come è già stato evidenziato la risposta del rifrattometro realizzato non è
lineare ed infatti, all’aumentare dell’indice di rifrazione n cresce la sensibi-
lità del sensore. L’accuratezza sulla misura dell’indice di rifrazione migliora
all’aumentare di n, raggiungendo il valore di 4 · 10−7 RIU nell’intervallo 1,37-
1,40.
Le prestazioni del sensore realizzato, in termini di sensibilità e di accura-
tezza di misura, sono comparabili con quelle dei rifrattometri reperibili in
commercio. In questo senso il sensore progettato può essere una valida al-
ternativa agli attuali rifrattometri presenti nel mercato. Rispetto a questi,
il sensore realizzato presenta il vantaggio di misurare l’indice di rifrazione di
una sostanza chimica potendo effettuare automaticamente una compensazio-
ne della temperatura in un intervallo si temperature compreso tra i 21◦ C e
i 28◦ C. Naturalmente il sensore è ancora a livello di prototipo di laborato-
rio e quindi, come tale, aclune sue caratteristiche possono essere migliorate,
come ad esempio la dipendenza della misura da grandezze diverse da T ed
n (curvatura, sforzi, deformazioni) ai quali può essere soggetta la fibra e la
non trascurabile fragilità del tratto di fibra in cui sono scritti i reticoli (son-
da). Questi problemi, tuttavia, possono essere risolti attraverso un’opportuna
ingegnerizzazione del sistema.
Elenco delle figure

1.1 Struttura di una fibra ottica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9


1.2 Massimo angolo di accettazione αmax : i raggi con α > αmax (
raggio rosso), non soddisfano la condizione TIR. . . . . . . . . . . 11
1.3 Classificazione dei sensori in fibra ottica . . . . . . . . . . . . . . 14
1.4 Schema di funzionamento di un sensore in fibra ottica . . . . . . . 14

2.1 Reticolo in fibra ottica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18


2.2 Onda luminosa diffratta da un reticolo . . . . . . . . . . . . . . . 20
2.3 Metodo grafico sull’accoppiamento dei modi di cladding e di core . 22
2.4 Reticolo di Bragg (FBG) [15] . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
2.5 Reticolo di Bragg:(a) rappresentazione della condizione di accop-
piamento secondo l’ottica geometrica e (b) secondo il metodo gra-
fico [11] . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
2.6 Reticolo di Bragg uniforme . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
2.7 Reticolo di Bragg blazed . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
2.8 Reticolo di Bragg chirped . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
2.9 Reticolo a passo lungo (LPG) [15] . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
2.10 Spettro di trasmissione di un reticolo LPG con periodo Λ=320µm
[21] . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

128
ELENCO DELLE FIGURE 129

2.11 Reticolo LPG: (a) rappresentazione della condizione di accoppia-


mento secondo l’ottica geometrica e (b) secondo il metodo grafico
[11] . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
2.12 Variazione della lunghezza d’onda di risonanza (a) e del valore
minimo in trasmissione per una banda di attenuazione (b) rispetto
all’indice di rifrazione del mezzo che circonda un LPG con periodo
di 400µm scritto su una fibra drogata al Germanio e al Boro [21] . 43

3.1 Schema di funzionamento di un sensore ibrido LPG/FBG per la


misura simultanea di temperatura e deformazione [34]. . . . . . . 48

4.1 Schema del set up per la realizzazione di un reticolo di Bragg


tramite la tecnica di scrittura interna [18] . . . . . . . . . . . . . 54
4.2 Schema del set up per la scrittura del reticolo di Bragg con la
tecnica olografica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
4.3 Schema del set up per la scrittura del reticolo di Bragg con la
tecnica olografica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
4.4 Schema del set up per la scrittura del reticolo di Bragg con la
tecnica modificata della maschera di fase . . . . . . . . . . . . . . 59
4.5 Schema del set up per la scrittura del reticolo LPG con maschera
di ampiezza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
4.6 Schema del set up per la scrittura del reticolo LPG point-to-point . 63
4.7 Schema del setup per la scrittura del reticolo LPG point to point
son laser CO2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
4.8 Schema del set up per la scrittura del reticolo LPG tramite scarica
elettrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
4.9 Schema del setup per la scrittura del reticolo LPG tramite impian-
tazione ionica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
ELENCO DELLE FIGURE 130

4.10 Schema di scrittura del reticolo LPG tramite metodo meccanico . . 68

5.1 Schema del sensore ibrido in fibra ottica . . . . . . . . . . . . . . 71


5.2 Principio di fuzionamento del sensore . . . . . . . . . . . . . . . 73
5.3 Spettro di trasmissione al termine della scrittura in cascata del
reticolo LPG e FBG . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74
5.4 Variazione (andamento qualitativo) dello spettro di trasmissione
(a) e di riflessione (b) dei due reticoli in cascata al variare dell’indice
di rifrazione del mezzo esterno, per temperatura costante . . . . . 75
5.5 Variazione (andamento qualitativo) dello spettro di trasmissione
(a) e di riflessione (b) dei due reticoli in cascata al variare della
temperatura del mezzo esterno, per indice di rifrazione costante . 76
5.6 Schema del setup sperimentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
5.7 Setup per la scrittura del reticolo FBG . . . . . . . . . . . . . . 80
5.8 Setup per la scrittura del reticolo di Bragg con maschera di fase
(particolare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81
5.9 Spettro di trasmissione di uno dei reticoli FBG realizzati con pe-
riodo Λ = 530 nm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82
5.10 Schema del set up per la scrittura del reticolo LPG . . . . . . . . 84
5.11 Setup (particolare) per la scrittura point to point del reticolo LPG 85
5.12 Spettro di trasmissione del reticolo FBG realizzato (Λ = 529, 29 nm) 87
5.13 Spettro di trasmissione della cascata dei due reticoli al variare del
numero di impulsi laser per punto del reticolo LPG . . . . . . . . 88
5.14 Spettro di riflessione della cascata dei due reticoli al variare del
numero di impulsi laser per punto del reticolo LPG . . . . . . . . 89
5.15 Potenza ottica riflessa dal reticolo FBG al variare del numero di
impulsi laser per punto del reticolo LPG . . . . . . . . . . . . . . 90
ELENCO DELLE FIGURE 131

5.16 Spettro di trasmissione della cascata LPG-FBG al termine del


processo di scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
5.17 Spettro di trasmissione del reticolo LPG immediatamente dopo la
fase di scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92
5.18 Spettro di trasmissione del sensore ibrido a valle dell’assestamento
successivo al processo di scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . 93

6.1 Foto della camera termostatata . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97


6.2 Setup per la caratterizazione in temperatura del LPG . . . . . . . 98
6.3 Variazione di λLP G al variare della temperatura . . . . . . . . . 99
6.4 Setup per la caratterizazione in temperatura del reticolo FBG . . . 100
6.5 Massimo dello spettro di riflessione del reticolo di Bragg in funzione
della temperatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102
6.6 Lunghezza d’onda di risonanza (λF BG ) del reticolo di Bragg in
funzione della temperatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103
6.7 Schema della cella per la caratterizzazione in indice di rifrazione:
(a) sezione trasversale; (b) sezione superiore . . . . . . . . . . . . 104
6.8 Lunghezza d’onda λLP G del reticolo a passo lungo in funzione
dell’indice di rifrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108

7.1 Setup per la caratterizzazione del sensore . . . . . . . . . . . . . 110


7.2 Schema del setup per la risposta del sensore alla temperatura . . . 111
7.3 Risposta del sensore al variare della temperatura . . . . . . . . . 112
7.4 Potenza riflessa in funzione di T . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113
7.5 Risposta del sensore al variare della temperatura in acqua (n co-
stante): fit lineare dell’andamento della potenza ottica riflessa in
funzione della lunghezza d’onda di risonanza di Bragg . . . . . . . 114
ELENCO DELLE FIGURE 132

7.6 Risposta del sensore all’indice di rifrazione esterno in termini di


PF BG (λF BG )perT = 21◦ C . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116
7.7 Risposta del sensore alla temperatura per n=1,43 . . . . . . . . . 118
7.8 Risposta del sensore alla temperatura per n = 1, 4 in termini di
PF BG (λF BG ) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119
7.9 Effetto della correzione in temperatura: i cerchi rossi indicano
la potenza ottica riflessa in funzione di n prima della correzione
in temperatura; i quadrati neri rappresentano invece l’andamento
della potenza ottica riflessa dopo la correzione in temperatura . . . 125
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after 193 nm UV inscription
Ringraziamenti

Al termine di un percorso cosı̀ importante, intenso e ricco di esperienze


credo sia doveroso rivolgere il mio ringraziamento a tutte le persone che ho
avuto modo di conoscere in questi anni e che mi hanno, ognuna a suo modo,
permesso di crescere e maturare.
Vorrei iniziare ringraziando innanzitutto coloro che hanno maggiormente con-
tribuito alla realizzazione di questo lavoro.
Ringrazio perciò il prof. Valerio Vignoli, relatore di questa Tesi, per la costan-
te disponibilità e cortesia, per l’aiuto che mi ha dato durante la realizzazione
di questo lavoro e soprattutto per avermi concesso la possibilità di svolgere il
tirocinio in un’ente importante come l’Istituto di Fisica Applicata del CNR.
Quella del tirocinio è stata sicuramente un’esperienza unica e altamente for-
mativa e mi ha dato la possibiità di imparare molto. A questo proposito
ringrazio tutte le persone che ho avuto modo di conoscere in questi mesi.
In particolare desidero rivolgere i miei più sinceri ringraziamenti all’Ing. Mas-
simo Brenci e al Dott. Cosimo Trono per il modo in cui fin da subito mi hanno
accolta al CNR, per la disponibilità e la pazienza con cui mi hanno seguito
in ogni fase del tirocinio e della stesura della tesi, per i preziosi insegnamenti
ed i consigli, per la fiducia e l’incoraggiamento attraverso i quali ho potuto
portare a termine questo lavoro.
Grazie anche all’ingegnere, ma soprattutto amico, Francesco Chiavaioli per

139
BIBLIOGRAFIA 140

avermi portata al CNR e per il sostegno degli ultimi mesi.


Grazie all’amico e compagno inseparabile di studi Michele, che mi ha sop-
portato in tutti questi anni di studi e durante tutto il periodo di tirocinio.
Ovviamente non posso non ringraziare tutti gli amici che ho incontrato duran-
te questo importante periodo della mia vita e con cui ho condiviso momenti
indimenticabili.
Un pensiero speciale và alle mie amiche Francesca, Diletta e Valentina con le
quali ho iniziato questa avventura universitaria e che mi sono sempre state
vicine; grazie anche al mio gigante buono Federico per le chiaccherate e i
consigli saggi.

Lascio alla fine i ringraziamenti più importanti e cioè quelli alla mia famiglia,
a cui dedico questo lavoro, e al mio ragazzo Emanuele.
Grazie ai miei genitori Loredana e Silvano e a mio fratello Alessandro, per
avermi dato la possibiltà di seguire sempre le mie aspirazioni e i miei in-
teressi e senza i quali non avrei potuto raggiungere questo traguardo cosı̀
importante, non solo per il sostegno economico, ma per quell’aiuto costante
e indispensabile per superare i momenti difficili; un grazie tutto speciale ai
miei nonni, Anna e Giuseppe, per tutto quello che mi hanno insegnato e
l’affetto incondizionato che non mi fanno mai mancare; un pensiero ai miei
nonni, Marietta e Giulio, che mi stanno sicuramente guardando e che spero
siano fieri di me.
Grazie al mio ragazzo Emanuele, perchè al di sopra di tutti mi è stato vicino,
mi ha sopportato con la sua pazienza unica nei momenti di ansia, stress e
nervosismo, mi ha sostenuto e incoraggiato in tutti questi anni.
Un grazie sincero a tutti quanti e spero con questi ringraziamenti di ricam-
biare almeno in parte l’amore e l’affetto che da voi ho sempre ricevuto.

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