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Progetto Definitivo
Aggiornato
redatto in conformità all’art.5 co.1 lett. g) del D.Lgs. 152/2006 e
all’art. 13 del DM 10 settembre 2010
Preparato per:
Sorgenia Geothermal S.r.l.
Aprile 2019
Codice Progetto:
P16_SOR_034
Revisione: 1
STEAM
Sistemi Energetici Ambientali
Via Ponte a Piglieri, 8
I – 56122 Pisa
Telefono +39 050 9711664
Fax +39 050 3136505
Email : info@steam-group.net
Questo prodotto è stato realizzato nel rispetto delle regole stabilite dal sistema di gestione qualità
conforme ai requisiti UNI EN ISO 9001: 2008 valutato da Bureau Veritas Italia S.p.A. e coperto dal
certificato n. IT257421.
SORGENIA GEOTHERMAL Srl
IMPIANTO GEOTERMICO
“POGGIO MONTONE”
PROGETTO DEFINITIVO
AGGIORNATO
REDATTO IN CONFORMITÀ ALL’ART.5 CO. 1 LETT. G) DEL D.LGS.
I
5.4.1 Il Fango di Perforazione 61
5.4.2 Condizioni di Sicurezza durante la Perforazione 63
5.5 PROBLEMATICHE DI IGIENE ED ASPETTI DI ORGANIZZAZIONE DEL
LAVORO 68
5.6 CARATTERIZZAZIONE PRODUTTIVA DEI POZZI 70
5.7 USO DI RISORSE 72
5.7.1 Acqua Industriale 72
5.7.2 Energia, Gasolio e Lubrificanti 79
5.7.3 Altre Materie Prime 79
5.8 INTERFERENZE POTENZIALI CON L’AMBIENTE 80
5.8.1 Rifiuti e Residui 80
5.8.2 Atmosfera 81
5.8.3 Acqua 83
5.8.4 Suolo e Sottosuolo 84
5.8.5 Vegetazione Flora e Fauna 84
5.8.6 Emissioni Sonore 84
5.8.7 Mezzi di Cantiere e Traffico Indotto 86
5.9 COMPLETAMENTO DEI POZZI E RIPRISTINO DELLA POSTAZIONE 87
5.9.1 Esito Positivo della Perforazione 87
5.9.2 Esito Negativo della Perforazione (Pozzi Sterili) 88
6 LA CENTRALE DI PRODUZIONE 90
6.1 CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE 90
6.2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO 92
6.2.1 Generalità 92
6.2.2 Impianti per la produzione di fluido tramite gas-lift 93
6.2.3 Tubazioni di Produzione 100
6.2.4 Impianto ORC 105
6.2.5 Tubazioni di Reiniezione 110
6.2.6 Collegamento Elettrico 113
6.2.7 Visitor Center 114
6.2.8 Monitoraggi 114
6.3 PRESTAZIONI DELL’IMPIANTO 115
6.3.1 Bilancio Energetico 115
6.4 FASE DI COSTRUZIONE 116
6.4.1 Fase 1: Preparazione delle Aree e Realizzazione Fondazioni e
Strutture 116
6.4.2 Fase 2: Posa in opera Tubazioni 116
6.4.3 Fase 3: Montaggi Meccanici ed Elettro-Strumentali 117
6.4.4 Fase 4: Commissioning, Messa in Servizio e Test 117
6.4.5 Movimento Terra 117
6.4.6 Materiali 119
6.4.7 Mezzi di Cantiere 120
6.5 USO DI RISORSE 120
6.5.1 Uso di Risorse 120
6.5.2 Interferenze con l’Ambiente in Fase di Esercizio 121
7 CRONOPROGRAMMA 124
7.1 POSTAZIONI, STRADA DI ACCESSO E PERFORAZIONE POZZI 124
7.2 IMPIANTO ORC 124
II
8 INVESTIMENTI PREVISTI 126
11 BIBLIOGRAFIA 130
III
Sorgenia Geothermal S.r.l.
Inoltre, l’impianto rispetta le condizioni fissate dall’Art. 1, comma 3-bis, del D.Lgs.
22/2010 e rientra pertanto nella categoria degli impianti di cui all’Art. 20, comma
2, del D.M. 23/06/2016.
1 Valore relativo alla verosimile situazione per la quale non verranno realizzate ed attivate le postazioni di
riserva PM5 e PM2
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Nella tabella sono indicati gli intervalli dei valori dei principali parametri tecnico-
progettuali relativi all’intervento.
Le ricerche condotte dall’ENEL nel corso degli anni per lo sviluppo dei campi
geotermici di Bagnore e Piancastagnaio hanno permesso una buona
ricostruzione dell’assetto geologico - strutturale, superficiale e profondo, dell'area
intorno al Vulcano del Monte Amiata.
I dati pubblicati di queste ricerche sono stati integrati dalla comunità scientifica
con approfondimenti tematici (geologici, idrogeochimici e geofisici) che hanno
dato luogo a nuove interpretazioni geologico - strutturali, utilizzate, a loro volta,
come oggetto di ulteriori pubblicazioni.
1I numeri (n) fanno riferimento alla legenda della carta geologica della sola area rappresentata - Figura 2.1a; Le
sigle (A) fanno riferimento allo schema tettonico - stratigrafico di Figura 2.1b
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• Unità Toscana (32, 33, 35), tettonicamente sottostante alle precedenti unità,
costituita, negli affioramenti di M. Rotondo e Poggio Zoccolino, dall’alto verso
il basso, da:
• litotipi calcareo argillitici del Cretaceo - Paleogene ed arenacei
dell'Oligocene - Miocene inferiore (TN3);
• successione pelagica calcareo silicea del Giurassico - Cretacico e dai
calcari massicci di piattaforma del Lias inf. (TN2).
I pozzi perforati nella zona di Piancastagnaio - Abbadia San Salvatore non
hanno attraversato le formazioni appena citate, ma hanno incontrato
direttamente le sottostanti dolomie e anidridi evaporitiche del Trias sup.
(Formazione di Burano - Serie Toscana Ridotta Auct.; TN1);
Il sollevamento dell'area del Monte Amiata, che interessa ad Est anche parte del
bacino sedimentario del Graben di Radicofani, è strettamente collegato alla
grande intrusione magmatica anatettica (con estensione presunta di 50 km x 35
km) all’interno delle formazioni del Basamento metamorfico. L'intrusione,
attualmente in raffreddamento, è ipotizzata tra i 4 ed i 7 km di profondità (Batini et
al., 1986; Gianelli et al., 1988; Marinelli et al., 1993; Acocella V., 2000).
Area di Richiesta
Concessione
“Poggio Montone”
della Unità Toscana, che a sua volta è avanscorsa sulle sottostanti Unità del
Complesso metamorfico basale.
Nell’ambito del permesso di ricerca in esame sono stati condotti i seguenti studi e
rilievi:
1) modeling gravimetrico;
2) rilievo magnetotellurico;
3) rilievo sismico a riflessione 2D;
4) analisi dei dati termici disponibili.
Inoltre, tali indagini sono state tarate mediante l’utilizzo di 9 pozzi geotermici
presenti all’interno del PR “Poggio Montone”, afferenti al vecchio titolo minerario
denominato “Monte Labbro – Monte Civitella” di titolarità della Larderello S.p.A.
Tali pozzi esplorativi sono stati perforati a partire dagli anni ’60 e hanno
permesso di confermare la presenza del campo geotermico di Poggio Nibbio.
Tale serbatoio, noto come primo serbatoio essendo sovrapposto ad un altro più
profondo e ospitato nelle rocce metamorfiche, come di seguito specificato,
costituisce il principale obiettivo di coltivazione del progetto che Sorgenia intende
sviluppare nell’ambito del titolo di concessione, di cui alla presente richiesta.
Figura 2.2.2c Tetto e letto del serbatoio geotermico con quote in metri
s.l.m. e pozzi perforati nell’area (vista da Sud) – elaborazione Terra Energy
su dati Sorgenia
Dalle ricostruzioni effettuate è emerso che il tetto del primo serbatoio, nell’area
che sarà interessata dalla realizzazione dei pozzi geotermici in progetto, si
attesta a circa 1.000 m di profondità dal p.c. mentre la base viene stimata a circa
1.250-1.450 m dal p.c. (spessore medio di circa 200 - 500 m).
Nella seguente Figura 2.2.2d, vengono illustrate le superfici del tetto delle unità
geologiche affioranti e presenti nel sottosuolo dell’area del PR “Poggio Montone
(vulcaniti, depositi neogenici, Unità Liguri Flyschioidi, Calcare Cavernoso -
Evaporiti, Basamento).
Figura 2.2.2d Rappresentazione 3D (con esagerazione verticale 2X) delle principali strutture geologiche dell’area del Monte Amiata (vista
da sud) – elaborazione Terra Energy su dati Sorgenia
Per maggior chiarezza, nella seguente Figura 2.2.2e viene riportata una sezione
geologica interpretativa ricavata dalla sezione sismica PM1 (traccia della sezione
sismica Sez_PM1 illustrata in Figura 2.1a), con direzione N-S, passante in
prossimità della postazione di produzione in progetto.
Nella sezione sono stati proiettati i pozzi profondi esistenti denominati: Nibbio 8,
Nibbio 4, Nibbio 1 e Capannacce. Inoltre, è stata ubicata la postazione PM1 e
riportate le traiettorie indicative dei 4 pozzi produttivi in progetto.
Inoltre, come è noto, nei campi geotermici del Monte Amiata, è stato intercettato
un secondo serbatoio (più profondo, a profondità maggiori di 2.000 m), all'interno
delle formazioni metamorfiche, con temperature fino ad oltre 300 °C.
Sulla base di quanto sopra esposto, nelle seguenti tabelle viene riportato in
maniera schematica l’assetto tettonico - stratigrafico e termico atteso sia per
l’area di produzione che per l’area di reiniezione dei pozzi di progetto.
da – a
Stratigrafia Spessore (m) T (°C)
(dal p.c.)
da – a
Stratigrafia Spessore (m) T (°C)
(dal p.c.)
Nelle seguenti Tabella 2.3a e Tabella 2.3b (Burgassi et al., 1967) viene riportata
la composizione del liquido geotermico e del gas rispettivamente.
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Tabella 2.3b Composizione del gas dal sondaggio sul pozzo Poggio
Nibbio 2 (Burgassi et al., 1967)
Componente Concentrazione
(% in peso)
CO2 97.723
CH4 1.236
N2 0,74
H2 0,026
H2S 0,275
Nel caso particolare del campo geotermico oggetto di questo studio, le basse
temperature del serbatoio (circa 160°C) permettono la dissoluzione di quantità di
silice piuttosto modeste (149 mg/l). Tale valore deve essere confrontato con la
concentrazione di saturazione ricavata dalle pubblicazioni di Gunnarson and
Arnorsson, 2000 e Fournier and Rowe, 1973 (vedi Tabella 2.3.1a).
Nel caso in cui i pozzi suddetti non siano in grado di produrre e ricevere tutta la
portata di progetto, è prevista la realizzazione di una postazione aggiuntiva di
produzione PM5 (con 4 pozzi) e di una postazione aggiuntiva di reiniezione PM2
(con 3 pozzi).
3.1.1 Climatologia
L‘area interessata dalle opere in oggetto, rientra nel più ampio quadro climatico
della Regione Tirrenica che presenta un ciclo stagionale caratterizzato da un
autunno con perturbazioni atlantiche, che provocano abbondanti piogge ed un
inverno influenzato da elevata variabilità per l‘alternarsi dell‘anticiclone russo
siberiano, portatore di cielo sereno con temperature piuttosto rigide, e di
depressioni mediterranee, che possono dare luogo a venti sciroccali con
innalzamento delle temperature e arrivo delle piogge.
La primavera si manifesta con due periodi distinti, il primo molto simile a quello
invernale ed il secondo caratterizzato dall‘arrivo dell‘anticiclone delle Azzorre, più
simile a quello estivo. L‘estate è dominata dall‘anticiclone delle Azzorre con
condizioni di cielo sereno e mancanza di venti dominanti ad esclusione delle
brezze lungo le coste.
A causa del notevole riscaldamento del suolo sono possibili formazioni di nubi
cumuliformi con possibili precipitazioni a carattere temporalesco soprattutto nelle
zone interne.
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Valore
4,3 5,2 6,5 10,0 12,5 16,9 20,1 19,1 15,6 12,2 8,7 5,5 11,4
medio
Valore
12,0 14,7 17,6 22,1 25,4 30,1 33,5 32,2 28,6 21,3 21,6 16,6 33,5
massimo
Valore
-7,5 -5,7 -2,6 -1,9 1,8 4,2 7,9 7,2 4,5 1,7 -4,6 -6,9 -7,5
minimo
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Valore
180,1 273,2 119,9 97,5 80,8 88,3 99,2 89,3 83,9 121,5 126,1 52,3 1.370,1
medio
Valore
massimo 90,2 85,6 48,4 39,8 38,0 27,0 65,4 60,0 51,6 37,6 37,8 39,0 90,2
giornaliero
3.1.2 Sismicità
Con Deliberazione GRT n. 421 del 26/05/2014, pubblicata sul BURT Parte
Seconda n. 22 del 04.06.2014, è stato approvato l’aggiornamento della
classificazione sismica per la regione Toscana, relativo all'aggiornamento
dell'allegato 1 (elenco dei comuni) e dell'allegato 2 (mappa) della Deliberazione
GRT n. 878 dell'8 ottobre 2012.
Comuni di
Santa Fiora e
Piancastagnaio
In aggiunta, nello specifico caso dei pozzi, la possibilità di procedere con una
perforazione direzionata risulta limitata dalla profondità dello stesso target
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minerario. Nel caso in esame, gli obiettivi relativamente poco profondi limitano
quindi l’entità degli scostamenti orizzontali massimi a circa 400 - 600 m dalla
verticale.
Come illustrato nel precedente capitolo, l’analisi dei dati disponibili nonché degli
esiti delle campagne di ricerca condotte da Sorgenia all'interno del perimetro del
permesso di ricerca “Poggio Montone” hanno permesso di identificare alcune
zone maggiormente promettenti per la positiva realizzazione del progetto di
coltivazione.
I criteri generali che hanno guidato la selezione dei siti sono di seguito riportati:
Sono state inoltre escluse tutte le aree ricadenti all’interno di aree Naturali
protette come i siti della Rete Natura 2000 (Siti di Interesse Comunitario o Zone
di Protezione Speciale (Aree SIC, ZPS), aree soggette a vincolo archeologico o
aree classificate pericolose dal Piano di Assetto Idrogeologico.
Il polo reiniettivo, come visibile in Figure 1.1b e 1.1c, è ubicato all’interno del
territorio comunale di Santa Fiora, ed è costituito, come precedentemente detto,
dalle due postazioni di reiniezione PM3 e PM4 nonché dalla postazione di riserva
PM2.
Inoltre, il progetto della postazione risponde alla piena funzionalità del cantiere,
primo fra tutti l’accesso e l’alloggio dei materiali necessari alla perforazione.
All’interno della vasca di acqua industriale sarà realizzata una “vasca acque
meteoriche” (Tavole da 1 a 5), la quale sarà utilizzata per la raccolta delle acque
meteoriche di dilavamento non contaminate. Per dettagli relativamente alla
raccolta delle acque meteoriche si rimanda all’Allegato 4 “Piano di Prevenzione e
Gestione delle acque meteoriche dilavanti”.
Non sono previsti trasporti eccezionali per i materiali tuttavia ne sono previsti
alcuni (circa 8) per le componenti dell’impianto di perforazione; nei limiti del
Per ogni postazione è prevista la realizzazione di un’unica cantina, che, nel caso
delle postazioni di produzione, sia in grado di ospitare fino a 5 teste pozzo,
mentre per le postazioni di reiniezione fino a 4 teste pozzo.
Inoltre, come illustrato nelle Tavole da 1 a 5, sono previsti i cunicoli di uscita delle
condotte dai pozzi al fine di poter intervenire liberamente in maniera mirata nelle
varie fasi di manutenzione.
La zona non cementata, esterna all’area pavimentata, sarà consolidata con
ghiaia, in modo da renderla idonea a sopportare il transito dei mezzi per il
trasporto e lo scarico dei tubi, dei containers ed il montaggio dello stesso
impianto di perforazione che è collocato su un articolato.
Al fine di limitare al massimo sia il prelievo di risorse naturali che l’impatto dei
mezzi per il trasporto e la costruzione dell’opera si prevede l’adozione dei
seguenti criteri costruttivi:
Una recinzione rigida sarà installata lungo tutto il perimetro dei piazzali interessati
dai lavori, e sarà costituita da pannelli o da rete plastificata con appositi paletti di
sostegno. L'unico accesso al cantiere sarà costituito da un cancello controllato
dal personale di servizio.
In ottemperanza alle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) del 2008 viene
definita una vita nominale dell’opera pari a VN ≥ 50 anni.
4.1.1.1 Viabilità
L’accesso alle postazioni sarà garantito sia mediante adeguamento della viabilità
esistente che con la realizzazione di nuovi tratti carrabili.
Strada Provinciale
Abetina
Inoltre, come visibile dalla precedente figura, per raggiungere l’impianto ORC in
progetto e la postazione PM1 sarà necessaria la realizzazione di un breve tratto
di strada di circa 350 m.
Tale strada avrà una larghezza standard minima della carreggiata di 3,50 m.
Come visibile dalla suddetta Tavola 6, per la sua realizzazione sono previste
opere in rilevato al fine di limitarne la pendenza.
Il manto stradale per tale tratto di strada, come per tutti quelli di nuova
realizzazione di progetto, saranno realizzati mediante la tecnica delle terre
stabilizzate.
• fresatura e miscelazione del terreno con il legante previsto (per uno spessore
medio da 10 a 20 cm, in funzione dei dati di progetto), in situ;
• livellatura della superficie secondo indicazioni della direzione lavori;
• miscelazione e sagomatura del sottofondo mediante livellatrice;
• compattazione e rullatura.
Per quanto riguarda le postazioni di reiniezione, i lavori per l’accesso a tali aree
consistono in primo luogo nella riqualificazione della “Strada Castell’Azzara” per
un tratto di circa 1,2 km a partire dalla “Strada Provinciale Pitigliano – Santa
Fiora” verso Est, e successivamente nella realizzazione di nuovi accessi carrabili.
4 La Tavola 6 è rappresentativa solo del progetto stradale. Il layout della centrale non risulta infatti aggiornato
alla versione finale.
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I nuovi tratti di strada avranno una larghezza minima standard della carreggiata
di 3,50 m per consentire il transito dei componenti dell’impianto di perforazione.
Nell'ambito delle opere necessarie alla realizzazione delle nuove strade saranno
realizzati anche i manufatti accessori per la regimazione delle acque meteoriche
in modo da garantire la captazione, la canalizzazione e la regimazione verso
valle.
Saranno inoltre realizzate le opere di sostegno delle scarpate sia in rilevato che
in scavo (gabbionate metalliche o terre armate).
5 La Tavola 7 è stata aggiornata a seguito dello spostamento della postazione PM4 e delle successive fasi
progettuali. Per la visione delle Tavole aggiornate si rimanda all’Allegato 11.
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Strada Provinciale
Pitigliano – Santa Fiora
Strada Castell’Azzara
Strada da Riqualificare
4.1.1.2 Illuminazione
a LED, tipo AEC LED-IN o equivalente, di forma ovoidale, installati su pali conici
a sezione circolare, di altezza fuori terra pari a 3 m, inclinazione armatura 0°
(superficie emissiva parallela alla superficie stradale).
Per dettagli relativi alla stabilità del pendio interessato dalle postazioni in
progetto, ante e post operam, si rimanda alla Relazione Geologica allegata al
presente progetto (Allegato 1).
Tutti gli altri materiali edili saranno forniti in funzione dei contratti di fornitura
stipulati con le imprese realizzatrici.
Volume
Rif Operazione Note
(m3)
Postazione PM1
Sbancamenti per piazzale, strada di accesso e
A 11.867,3
parcheggio
B Riporto con terreno proveniente da scavi 7.487,1
Terreno residuo da sbancamenti e livellamento
C 4.380,2
piazzale (A-B)
D Scavi a sezione obbligata (piazzale) 3.262,9
C+D Terreno residuo 7.643
Volume
Rif Operazione Note
(m3)
Postazione PM2
Sbancamenti per piazzale, strada di accesso e
A 11.743,1
parcheggio
B Riporto con terreno proveniente da scavi 11.156,2
Terreno residuo da sbancamenti e livellamento
C 586,9
piazzale (A-B)
D Scavi a sezione obbligata (piazzale) 3.161,0
C+D Terreno residuo 3.747,9
Volume
Rif Operazione Note
(m3)
Postazione PM3
Sbancamenti per piazzale, strada di accesso e
A 8.795,7
parcheggio
Per postazione e
B Riporto con terreno proveniente da scavi 11.954,5 rilevato strada di
accesso
Terreno residuo da sbancamenti e livellamento
C -3.158,8
piazzale (A-B)
D Scavi a sezione obbligata (piazzale) 3.161,0
C+D Terreno residuo 2,2
Tabella 4.2d Bilancio Scavi Riporti PM4 (Valori aggiornati a seguito delle
Richieste di Integrazione)
Volume
Rif Operazione Note
(m3)
Postazione PM4
Sbancamenti per piazzale, strada di accesso e
A 27.911,29
parcheggio
Riporto per piazzale e strada di accesso con terreno
B 32.032,71
proveniente da scavi
Terreno residuo da sbancamenti e livellamento
C -4.121,42
piazzale (A-B)
D Scavi a sezione obbligata (piazzale) 7.170,25
C+D Terreno residuo 3.048,83
Volume
Rif Operazione Note
(m3)
Postazione PM5
Sbancamenti per piazzale, strada di accesso e
A 7.115,1
parcheggio
B Riporto con terreno proveniente da scavi 5.130,3
Terreno residuo da sbancamenti e livellamento
C 1.984,8
piazzale (A-B)
D Scavi a sezione obbligata (piazzale) 3.262,9
• un primo pozzo (verticale) PM1A, con profondità di circa 1.450 m (dal piano
campagna, nel seguito p.c.);
• un secondo pozzo (deviato) PM1B, con profondità verticale di 1.450 m e con
uno scostamento orizzontale verso Sud di circa 500 m;
• un terzo pozzo (deviato) PM1C, con profondità verticale di circa 1.450 m e
con uno scostamento orizzontale verso Nord-Nord Est di circa 350 m;
• un quarto pozzo (deviato) PM1D, con profondità verticale di circa 1.450 m e
con uno scostamento orizzontale verso Sud-Sud Est di circa 300 m.
• un primo pozzo verticale PM5A, della profondità di circa 1.450 m (da p.c.);
• un secondo pozzo (deviato) PM5B, con profondità verticale 1.450 m e con
uno scostamento orizzontale verso Est di circa 100 m;
• un terzo pozzo (deviato) PM5C, con profondità verticale 1.450 m e con uno
scostamento orizzontale verso Nord di circa 150 m;
• un quarto pozzo (deviato) PM5D, con profondità verticale 1.450 m e con uno
scostamento orizzontale verso Ovest di circa 500 m.
Per le postazioni reiniettive PM3 e PM4 è prevista la realizzazione di tre pozzi per
ciascuna postazione (si veda la Figura 5.1b). Le testa pozzo realizzate in
corrispondenza di ciascuna postazione, così come descritto per il polo di
produzione, disteranno tra loro circa 5 m.
• un primo pozzo (verticale) PM3A, con profondità di circa 1.310 m (da p.c.);
• un secondo pozzo (deviato) PM3B, con profondità verticale 1.300 m e con
uno scostamento orizzontale verso Nord di circa 370 m;
• un terzo pozzo (deviato) PM3C, con profondità verticale 1.300 m e con uno
scostamento orizzontale verso Sud di circa 250 m.
Come predetto, la realizzazione delle postazioni PM5 e PM2, e dei relativi pozzi
resta subordinata agli esiti delle prove di produzione dei pozzi perforati nelle altre
postazioni.
Ai fini del presente progetto, non si prevede di procedere con il collegamento del
suddetto pozzo all’impianto geotermoelettrico in oggetto.
I profili tecnici dei pozzi in progetto sono stati ottimizzati sulla base delle
specifiche caratteristiche del progetto di coltivazione in esame e tenendo conto
dell’esperienza delle perforazioni profonde effettuate dal precedente
permissionario nell’area in oggetto. Al tempo stesso, i profili permettono un ottimo
isolamento del pozzo dalle formazioni circostanti attraversate.
1a Fase
Dopo l’infissione di un tubo guida, la perforazione del primo tratto di pozzo sarà
realizzata con uno scalpello di diametro 30” fino a circa 150 m e sarà calato e
cementato un casing da 24”1/2’.
2a Fase
La successiva fase di perforazione sarà effettuata con scalpello del diametro 23”
fino alla profondità di circa 600 m. Questa porzione di pozzo sarà rivestita con
una tubazione cementata fino a giorno del diametro di 18”5/8, con scarpa sempre
all’interno delle formazioni Flyschoidi. Questa tubazione permetterà un più
profondo e migliore ancoraggio nelle prime formazioni di copertura.
Con tale profilo, le prime due tubazioni garantiranno:
3a Fase
Questa fase della perforazione sarà effettuata con scalpello del diametro 17”1/2
fino alla profondità di circa 1.050 m, alla quale è previsto il contatto con le rocce
del potenziale serbatoio geotermico e cioè le formazioni carbonatico-evaporitiche
della serie toscana.
Questa porzione di pozzo sarà rivestita con una tubazione del diametro di 13”3/8,
ancorata alla precedente mediante liner hanger e cementata.
4a Fase
La perforazione proseguirà nelle formazioni del potenziale serbatoio con uno
scalpello da 12”1/4 fino ad una profondità massima stimata di 1.450 m; questa
porzione basale di foro non verrà tubata e verrà lasciata in open-hole, per
permettere la produzione dai livelli permeabili intercettati nelle rocce del serbatoio
carbonatico, tipicamente stabili.
1a Fase
Dopo l’infissione di un tubo guida, la perforazione del primo tratto di pozzo sarà
realizzata con uno scalpello di diametro 23” fino a circa 90 m e, sarà calato e
cementato un casing da 18”5/8’.
2a Fase
La successiva fase di perforazione sarà effettuata con scalpello del diametro
17”1/2 fino alla profondità di circa 400 m. Questa porzione di pozzo sarà rivestita
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con una tubazione cementata fino a giorno del diametro di 13”3/8, con scarpa
sempre all’interno delle formazioni Flyschoidi. Questa tubazione permette un più
profondo e migliore ancoraggio nelle prime formazioni di copertura.
3a Fase
Questa fase della perforazione sarà effettuata con scalpello del diametro 12”1/4
fino alla profondità di circa 850 m, alla quale è prevista la presenza delle rocce
del potenziale serbatoio geotermico (formazioni carbonatico-evaporitiche della
serie toscana).
Questa porzione di pozzo sarà rivestita con una tubazione del diametro di 9”5/8,
anch’essa cementata fino a giorno. Le prime tubazioni garantiranno:
4a Fase
La perforazione proseguirà nelle formazioni del potenziale serbatoio con uno
scalpello da 8”1/2 fino a circa 1.300 m di profondità; questa porzione basale di
foro non verrà tubata e verrà lasciata in open-hole, per permettere la reiniezione
nei livelli permeabili intercettati nelle rocce del serbatoio carbonatico, tipicamente
stabili.
Pozzi Deviati
Il criterio di costruzione dei pozzi deviati è analogo a quanto descritto
precedentemente. La sequenza degli scalpelli di perforazione e delle tubazioni di
rivestimento persegue gli stessi criteri di perforazione e salvaguardia delle
formazioni attraversate già descritti per i pozzi verticali.
Tutti i pozzi deviati, produttivi e reiniettivi, avranno un profilo tecnico molto simile
a quelli verticali (Figura 5.2c e 5.2d), a causa della relativa ridotta profondità e del
conseguente limitato scostamento orizzontale. La profondità verticale delle
tubazioni di rivestimento (scarpa dei casing) è prevista alla stessa profondità dei
pozzi verticali.
Il programma dei lavori sopra riportato potrà essere soggetto a cambiamenti, nei
limiti della potenzialità dell’impianto selezionato, anche durante la realizzazione
della perforazione, sulla base ad esempio delle specifiche litologie incontrate
nell’ambito delle formazioni attraversate.
A valle degli esiti delle prove di produzione di breve durata di cui al Paragrafo
5.6, i pozzi produttivi saranno completati con l’installazione della testa pozzo e
l’inserimento di un tubing da 4” ½ in accordo alla Figura 6.2.2.1a.
• dalla profondità di fondo del pozzo “da approfondire” (circa 1.300 m dal p.c.),
si riprenderà la perforazione con RB 12-1/4” fino a 1.500-2.000 m (profondità
a cui si ipotizza di trovare le prime fratture del secondo serbatoio);
• si procederà poi con il tubaggio dell’ultima fase con liner da 9-5/8” e
cementazione (nel profilo riportato in Figura 5.2.1a viene indicata una
“profondità attesa” della scarpa di questa fase);
• si procederà quindi al reintegro del liner 13-3/8” con casing 13-3/8” da testa
pozzo a testa liner, e alla successiva cementazione;
• la perforazione proseguirà nelle formazioni del potenziale serbatoio profondo
con uno scalpello da 8”1/2 fino ad un massimo di circa 3.000 m di profondità;
questa porzione basale di foro non verrà tubata e verrà lasciata in open-hole,
per permettere l’esplorazione dei livelli permeabili intercettati nelle rocce del
serbatoio metamorfico, generalmente stabili;
• a completamento del pozzo sarà installata la testa pozzo 13 5/8” API 3000.
Il pozzo sarà quindi chiuso con la testa pozzo finale (13 5/8” API 3000) e non si
prevede attualmente l’esecuzione di prove di produzione. Per una valutazione
dell’esito del pozzo potranno quindi essere realizzati test e log che non
prevedono l’erogazione dal pozzo (test per la determinazione della temperatura
durante l’avanzamento della perforazione, prove di iniettività per la stima della
producibilità/iniettività della formazione per la descrizione delle quali si rimanda al
successivo Paragrafo 5.6).
Il tempo totale di esecuzione previsto per tale pozzo esplorativo profondo, ivi
inclusa la durata della perforazione nel primo serbatoio, reputato “industrialmente
non utilizzabile”, è di circa 100 giorni.
Nella Figura 5.3a è riportata una foto dell'impianto (HH 200) che potrebbe essere
utilizzato per la perforazione dei pozzi in progetto. Dalla figura si possono
apprezzare i pannelli fonoassorbenti presenti a semicerchio intorno all’impianto.
Nel primo tratto di pozzo (circa 150 m dal p.c.) il fango di perforazione non
presenterà additivi e sarà costituito da sola acqua e bentonite (cfr. successivo
Paragrafo 5.4.1) in modo da garantire la massima tutela delle eventuali falde
acquifere superficiali presenti.
Allo scopo di isolare le formazioni perforate, nel foro viene collocata una
tubazione (casing) come schematicamente rappresentato nei profili dei pozzi.
Per ogni tubazione cementata a piano campagna sarà possibile installare una
testa pozzo costituita da attrezzature di sicurezza (blow out preventer, “BOP”)
che permetteranno un totale controllo del pozzo durante le operazioni di
perforazione e di produzione.
Superiormente ai BOP viene installata la linea di scarico del fango (flow line)
collegata all’impianto vasche di superficie attraverso il vibrovaglio. Nelle fasi finali
di perforazione, dove il fango in uscita è ad alta temperatura, viene installata
sopra i BOP un’ulteriore attrezzatura (testa rotante) allo scopo di evitare un
eventuale flusso di fluido sul piano di lavoro (piano sonda).
Inferiormente ai BOP sono installate due linee laterali dotate di valvola: una
collegata ad uno scarico controllato (choke manifold) e l’altra alla linea alta
pressione delle pompe fango (kill line).
Nell’ultima fase di perforazione inoltre viene inserita la master valve tra lo spool e
il BOP, in modo tale che a fine perforazione il pozzo possa essere chiuso in
sicurezza in attesa del montaggio della testa pozzo di produzione.
Composizione Percentuale
Componente Valore U.d.M.
Acqua 50 – 90 % peso
Barite 0 – 15 % peso
Bentonite 4-7 % peso
Argilla naturale delle
0 - 20 % peso
formazioni
Sabbia 0,1 - 2 % peso
Proprietà Chimico Fisiche
Densità 1,1 - 1,5 kg/l
pH 8,5 – 9,5 -
Tutti gli additivi sono confezionati in sacchi o big bag sui quali viene riportata la
dicitura di non pericolosi per l’uomo e l’ambiente.
L’acqua per la preparazione del fango sarà prelevata dai ricettori superficiali
presenti nelle aree interessate dalle perforazioni.
L’installazione di due Blow Out Preventer (BOP), peraltro prevista dalle norme di
legge, permette comunque la gestione in totale sicurezza del pozzo grazie alla
possibilità di prevenire possibili blow-out. La disponibilità di acqua costituisce un
ulteriore elemento importante per fronteggiare in piena sicurezza simili situazioni,
seppur altamente improbabili per il progetto in esame.
Un’altra scelta a favore della sicurezza riguarda il sistema di rilevazione del gas e
la professionalità del personale addetto, descritti di seguito.
Tali valori di soglia (TLV) sono quelli a cui una persona può restare esposta per
8h consecutive senza conseguenze.
Infine saranno presenti almeno due indicatori di direzione del vento (maniche a
vento) che permetteranno al personale operante di conoscere, in ogni momento,
in quale direzione recarsi in caso di emergenza nell’eventualità di una fuoriuscita
incontrollata di gas, o in caso di raggiungimento di situazioni critiche per
concentrazione di gas superiore ai valori minimi di soglia prestabiliti.
Tale direttiva prevede inoltre che il personale partecipi ogni 2 anni a corsi di
aggiornamento su tali procedure di controllo pozzo e venga sottoposto ad esame
finale con rilascio di certificazione.
Il D. Lgs. n.624/96 prevede, inoltre, che il controllo del funzionamento dei BOP e
degli altri componenti dell’impianto, sia effettuato secondo un dettagliato piano di
controllo.
Protezione Antincendio
Le norme in vigore che regolano l’attività di perforazione e prove di produzione
dei pozzi (essenzialmente il già citato D. Lgs. n.624/96) prevedono specifiche
disposizioni di corredo dell’impianto ai fini di protezione contro gli incendi, dalla
dislocazione e numero degli estintori alla scelta delle caratteristiche tecniche dei
componenti dell’impianto stesso. Analogamente, sono previste specifiche
condizioni di capacità del personale di sonda con apposite figure “formate” per la
gestione di situazioni critiche dal punto di vista incendio.
Nel seguito viene analizzato in maniera compiuta tale rischio, descrivendo gli
accorgimenti progettuali e operativi adottati per evitarlo.
l’isolamento delle stesse. Verranno evitate così immissioni di fango in tali falde;
comunque, per maggiore sicurezza, i primi 50 -100 m di pozzi saranno perforati
con acqua pulita e fino ai 150-200 m il fango sarà composto esclusivamente da
acqua e bentonite, come già descritto.
Cementazione
L’operazione di cementazione consiste nel riempimento dell’intercapedine foro-
casing con malta di cemento che, una volta indurita, presenta un sistema
impermeabile con caratteristiche meccaniche atte a garantire un legame sicuro
tra roccia e tubazione.
Inoltre, gli uffici di cantiere sono disegnati e costruiti per avere idonea protezione
contro l’ingresso di piccoli animali e, stante la breve durata dei lavori, non si
prevede, di solito, l’esecuzione di opere di preventivo contenimento della stessa.
Tuttavia, se la durata delle attività dovesse prolungarsi oltre il previsto, o se
necessario, si provvederà a richiedere servizio specifico attraverso compagnie
specializzate.
Acque Stagnanti
Non si prevede di disporre di vasche con acqua stagnante, se non per il periodo
ristretto delle operazioni di perforazione. Al fine di prevenire focolai di artropodi si
provvederà ad effettuare trattamenti chimici preventivi.
Tale distanza è largamente cautelativa anche dal punto di vista del rispetto del
DPCM del 8 Luglio 2003.
Prove di iniettività
Queste prove consistono nell‘iniezione di diversi gradini di portate di acqua nelle
formazioni produttive (con portate massime di 200 m3/h), monitorando in continuo
i transitori di pressione mediante apposito strumento calato in pozzo.
Il separatore sarà di tipo “twin silencer”: sarà quindi costituito da 2 cilindri metallici
adiacenti che trattano ciascuno metà della portata totale del pozzo; il fluido bifase
viene alimentato tangenzialmente a ciascun cilindro, la fase gassosa (costituita
da vapore, incondensabili ed aria) viene espulsa dall’alto, mentre la fase liquida
raccolta, misurata e scaricata nella vasca detriti e, se necessario nella vasca
acqua industriale (Tavole 1, 1di5).
Il separatore avrà un’altezza di circa 3,5 m e un diametro, per ciascun cilindro, di
circa 1,3 m.
Il test avrà una durata di poche ore, necessarie alla ripulitura del pozzo. Le
misure che saranno eseguite durante la prova sono riassunte di seguito:
Nel corso dei test di erogazione è inoltre previsto il monitoraggio, con strumento
portatile, della concentrazione di H2S a diverse distanze dall’impianto.
La prova avrà una durata di circa 14 giorni. La circolazione (loop) di fluido sarà
realizzata dal primo pozzo di produzione perforato sulla postazione PM1 (PM1A)
al primo pozzo di reiniezione perforato su PM3 (PM3A).
Verrà installata una pompa per rilanciare il fluido dalla vasca di stoccaggio al
pozzo di reiniezione (si veda il Paragrafo 6.2.5). Per il rilancio del fluido alla
reiniezione potrà essere impiegata una motopompa. In entrambi i casi, non si
avranno emissioni sonore maggiori rispetto a quelle previste durante la fase di
perforazione.
Durante il loop verranno effettuate le misure già previste nella prova a breve
termine.
In particolare, durante la perforazione dei primi metri di terreno (50-100 m), verrà
impiegata acqua chiara per tutelare il terreno superficiale. In tale fase, il consumo
di acqua è ritenuto del tutto trascurabile.
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Nel caso venga perforato l’eventuale pozzo esplorativo profondo si può stimare
un consumo idrico complessivo pari a circa 30.000 m3.
La pompa avrà una prevalenza di circa 20 bar; con una potenza assorbita di circa
60 kW.
Al disotto del motore e del serbatoio del carburante, è installato un bacino di
contenimento in grado di ricevere e contenere il massimo volume di gasolio, pari
a 15 l, in esso contenuto.
Per facilitare accesso e smontaggio ai lati della strada saranno realizzati dei
pozzetti. In questo caso, poiché da un lato si può sfruttare la pendenza naturale
del terreno, solo dal lato fiume è necessario realizzare un pozzetto in
calcestruzzo che avrà dimensioni in pianta di 80cm x 80cm e profondità di 80 cm.
Per le caratteristiche idrologiche del Fiume Fiora e per la valutazione del suo
Deflusso Minimo Vitale (DMV) si rimanda all’Allegato 5b6.
Reticolo Idrografico
I due pozzetti ad uso industriale sono posti a circa 200 metri a Nord rispetto al
punto di presa previsto sul Fiume Fiora (Figura 5.7.1.2a).
I consumi dei prodotti per la preparazione del fango e delle malte possono essere
influenzati dalle condizioni geologiche incontrate.
Per il calcolo delle quantità dei materiali necessari per l’alimentazione del
cantiere (in prevalenza inerti, cemento, bentonite, acciaio, gasolio) si fa
riferimento alla perforazione di circa 1.500 m.
Sulla base del profilo dei pozzi, della stratigrafia conosciuta e dell’esperienza, si
possono stimare i seguenti consumi medi per ogni singolo pozzo, sia produttivo
che reiniettivo:
Tale quantità è relativa prevalentemente alla parte del pozzo con ritorno di
circolazione. La quantità di fango che contribuisce a tale voce è limitata a soli 30
m3 a pozzo.
Infatti, nelle fasi di perdita di circolazione si esclude la produzione di detriti, dal
momento che sarà prevalente la perdita di circolazione.
In accordo alla normativa vigente, anche i rifiuti prodotti nella perforazione dei
pozzi sono classificabili nelle seguenti tipologie:
5.8.2 Atmosfera
• gas di scarico dai motori diesel azionanti i gruppi elettrogeni o altre utenze
possibili;
• prove di produzione;
• traffico indotto dalle attività.
Per la stima delle emissioni si deve tener conto che tutti i motori (diesel di
potenza complessiva inferiore a 3 MW) sono gestiti secondo le norme vigenti e
hanno emissioni inferiori ai limiti imposti dalla normativa (punto 3 della Parte III
dell’Allegato I alla Parte Quinta del D.Lgs. 152/06) sui motori per installazioni
fisse a combustione interna.
Quanto sopra esposto è direttamente applicabile anche alle emissioni dei motori
diesel dei compressori ad aria che saranno presenti in postazione durante le
prove di produzione.
Prove di Produzione
Per l’esecuzione della prova sarà montato, al di sopra del separatore, un camino
mobile dell’altezza complessiva di 10 m.
Aria 30,720
H2S 0,034
Portata H2S (Gr/s)] 3,66
Il traffico indotto, tanto nella fase di costruzione della postazione quanto nella
fase di perforazione, è stimabile in non più di 10 mezzi giornalieri e non è
pertanto in grado di alterare la qualità dell’aria.
5.8.3 Acqua
Fase di Perforazione
• le acque meteoriche;
• gli scarichi dei servizi sanitari;
• le acque del lavaggio ruote;
• i reflui liquidi provenienti dalle attività di perforazione.
Data la breve durata delle attività di sonda, il cantiere non è dotato di strutture
importanti ai fini igienici. Le acque nere provenienti dai servizi fondamentali
saranno smaltite da compagnie specializzate, che provvederanno alla pulizia dei
servizi ed al prelievo dei liquami. La quantità massima di acque nere prodotte,
prevalentemente di provenienza dai servizi igienici, è stimabile in 40 m3 a pozzo
e saranno interamente smaltiti con autobotte.
Fase di Esercizio
Le postazioni PM1 e PM5, come già descritto nel Paragrafo 3.2, interessano aree
boschive, per cui sarà necessario l’abbattimento della vegetazione ivi presente.
Nella seguente Tabella 5.8.6a sono riportati i valori di potenza sonora delle
sorgenti sopra descritte ottenute dalle specifiche tecniche di acquisto delle
diverse apparecchiature, in base alle indicazioni dei progettisti ed in funzione
delle misurazioni eseguite presso altri impianti simili.
Potenza
Descrizione Num Tipo Ore
Rif. Sorgente
Sorgente Sorgente Sorgenti esercizio
dB(A)
S1 Gruppo elettrogeno 2 Puntiforme 95 24 h/g
S2 Vibrovaglio 2 Puntiforme 93 24 h/g
S3 Piano Sonda 1 Puntiforme 98 24 h/g
S4 Pompa Triplex 2 Puntiforme 93 24 h/g
S5 Compressore 2 Puntiforme 96 24 h/g
La caratteristica acustica delle sorgenti relative alla perforazione dei pozzi deriva
dalle indicazioni del fornitore dell’impianto di perforazione HH-200MM.
Prove di Produzione
Nel corso delle prove di produzione la sorgente sonora principale sarà costituita
dal rumore emesso dal sistema di compressione necessario alla realizzazione
del gas lift.
Pertanto, il disturbo del traffico dei mezzi adibiti alle attività di perforazione è al
limite dell’apprezzabilità.
• autocarri;
• autobetoniere;
• escavatori;
• pale meccaniche;
• attrezzature specifiche in dotazione alle imprese esecutrici quali carrelli
elevatori, piega ferri, saldatrici, flessibili, seghe circolari, martelli demolitori,
ecc.
Il sistema funzionerà con acqua in riciclo e sarà costituito dalle seguenti sezioni
principali:
• Gruppo pompa;
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• Apparecchiature di lavaggio;
• Comando per avviamento ed arresto automatico;
• Lancia di lavaggio per interventi manuali;
• Guida ruote;
• Fossa di alloggiamento della pompa collegata ad un serbatoio della capacità
di 2000 l per l’acqua di riciclo.
Il lavaruote sarà posizionato fuori terra con rampe di accesso ed ubicato sul
piazzale dell’area cantiere.
Nella fase della perforazione, essendo tutte le aree di transito e manovra dei
mezzi all’interno della piazzola inghiaiate, le ruote dei mezzi non hanno la
possibilità di sporcarsi.
Inoltre, come visibile dalla Tavole 9 e 10, all’interno delle postazioni di produzione
verranno installati:
• due separatori liquido-vapore e la cassa d’acqua (si rimanda al Paragrafo
6.2.2.2 per dettagli);
• un silenziatore separatore (si veda il Capitolo 6);
• una protezione di rete metallica perimetrale di altezza 2 m e adeguata
robustezza, per impedire l’accesso di personale estraneo alle strutture di
postazione.
7 In caso di necessità di intervento si dovrà comunque procedere con il ripristino della funzionalità della
postazione, con conseguente rimozione degli inerbimenti realizzati
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6 LA CENTRALE DI PRODUZIONE
La portata media del fluido geotermico per una produzione di energia elettrica di
40.0000 MWhe annui sarà quindi compresa tra le 550 e le 750 t/h in funzione
dell’efficienza dell’impianto di conversione. Per i dimensionamenti dell’impianto si
assumerà una portata di 750 t/h.
6.2.1 Generalità
Sistema di Controllo
Il sistema di automazione, basato su logica a PLC, consentirà di controllare e
gestire tutto l’impianto ORC, la rete di produzione di fluido geotermico dai pozzi e
il sistema di reiniezione. Il sistema di controllo sarà installato all’interno di un
edificio nel quale saranno presenti i quadri e la postazione operatore dalla quale
sarà possibile supervisionare il funzionamento dell’impianto.
In questo modo, il fluido geotermico alimenta l’impianto ORC allo stato liquido e
si mantiene liquido per tutto lo scambio termico; questo comporta l’eliminazione
degli equipment di separazione e una riduzione delle volumetrie degli
scambiatori.
Dal punto di vista impiantistico appare subito evidente, come mostrato nelle
Tavole 14, la necessità di prevedere:
• separatori gas-liquido;
• scambiatori di calore dell’ORC a condensazione di vapore;
• sistema di iniezione in continuo di inibitore a testa pozzo per impedire le
incrostazioni da Carbonati (principalmente di Calcio);
• sistema di reiniezione e compressione della CO2 liberata dal fluido
geotermico.
D’altro canto, però, nel caso di gas lift, tutte le apparecchiature sono in superficie
per cui la semplicità di intervento e l’affidabilità del sistema di estrazione sono
sicuramente superiori rispetto alla soluzione con pompe immerse.
Come descritto nei capitoli precedenti, i pozzi alla fine della perforazione saranno
in equilibrio idrostatico con un livello di acqua a circa 700 metri dal piano
campagna (+230 m s.l.m.).
Il sistema prevede quindi l’impiego dello stesso gas naturalmente presente nel
serbatoio per garantire la produzione di fluido.
Il tubing di iniezione del gas sarà installato concentricamente al casing del pozzo
per cui si prevede di produrre dalla sezione anulare risultante. Si veda al riguardo
la successiva Figura 6.2.2.1a.
Tale tubing avrà un diametro di 4” 1/2 pollici e all’interno di esso verrà calato (si
veda per dettagli il Paragrafo 6.2.2.3) il tubo (capillary tubing) per l’iniezione
dell’inibitore di incrostazione, che avrà un diametro di circa 5 mm.
Figura 6.2.2.1a Schema della testa pozzo con il tubing per la CO2 e quello per l’inibitore di incrostazione
6.2.2.2 Separatori
Il fluido geotermico proveniente dai pozzi viene separato per mezzo di separatori
gas-liquido, come mostrato schematicamente attraverso il Diagramma di Flusso
(Tavola 14) e visibile nelle planimetrie delle postazioni di produzione (Tavole 9 e
10). Il vapore con gli incondensabili e il liquido sono trasportati separatamente dai
separatori alla Centrale, dove è installato l’impianto ORC, per mezzo di tubazioni
fuori terra (per la postazione PM1) o interrate (per la postazione PM5).
Nel caso di altissimo livello di liquido nella cassa d’acqua (e di conseguenza nel
separatore) è previsto lo sfioro dell’intera portata di liquido verso un separatore -
silenziatore atmosferico.
Tale separatore (“twin silencer”) è costituito da due cilindri che trattano ciascuno
metà della portata totale, in cui il liquido entra tangenzialmente e viene raccolto e
convogliato nella vasca adibita alle prove di produzione.
I prodotti inibenti sono di natura diversa e, come descritto al Paragrafo 2.3 e nella
bibliografia citata, agiscono secondo meccanismi che impediscono
l’accrescimento dei cristalli di Carbonato di Calcio.
In Figura 6.2.3a è indicato il tracciato delle tubazioni di invio del fluido geotermico
dai pozzi alla centrale ORC.
I tracciati delle tubazioni in oggetto sono stati definiti applicando i seguenti criteri
generali:
Ciascun tratto è stato dimensionato per l’intera portata di progetto, per gestire
l’impianto nel modo più flessibile possibile, ovvero in modo da avere la possibilità
di alimentare l’impianto ORC producendo da una sola delle due postazioni. PM1
è la postazione da cui si prevede di effettuare la produzione mentre PM5 è quella
che verrà utilizzata in caso di insufficiente portata in arrivo da PM1.
Le tubazioni, sia interrate che fuori terra, saranno provviste dei necessari sistemi
per la compensazione delle dilatazioni termiche. In particolare, il progetto
prevedrà di sfruttare le curve del tracciato stesso per ottenere la massima
elasticità delle tubazioni e limitare il numero di curve di compensazione dedicate.
Nei punti più alti e più bassi del tracciato saranno, inoltre, installate delle valvole
accessibili che saranno utilizzate sia per il riempimento della tubazione che per lo
svuotamento della tubazione nei periodi di fermata.
Il terreno scavato sarà depositato a meno di un metro dal ciglio dello scavo per la
posa in opera della condotta.
Nella Tavola 16 sono riportati i tipici di interramento previsti per la posa delle
tubazioni nei diversi tratti attraversati.
Come si può notare, nei tratti agricoli la profondità di interramento (distanza tra
piano campagna e estradosso della tubazione) sarà di 1,2 m per non ostacolare il
lavoro delle macchine operatrici mentre in quelli non agricoli tale profondità sarà
di 0,6 m.
Nella Tavola sono rappresentati anche le tubazioni plastiche dove verranno fatti
passare i cavi di potenza e di segnale per l’alimentazione dei componenti
presenti in piazzola.
Nelle seguenti figure sono riportati i tipici di attraversamento delle tubazioni nel
caso di incroci con strade e fossi. Gli incroci con strade e fossi sono indicati in
Figura 6.2.3a.
• il fluido geotermico caldo dal quale viene recuperato calore e che nel
presente progetto viene successivamente ed integralmente reiniettato;
• il fluido organico che compie un ciclo chiuso di tipo Rankine e che quindi:
• si riscalda ed evapora negli scambiatori grazie al calore che viene
recuperato dal fluido geotermico;
• si espande in una turbina per la produzione di energia meccanica,
trasformata poi in energia elettrica dal generatore;
• viene condensato, quindi pompato e inviato agli scambiatori per la nuova
produzione di vapore verso la turbina.
• il turbo-generatore;
• 3 scambiatori per la fase liquida (2 preriscaldatori e 1 evaporatore);
• 2 scambiatori per la fase aeriforme (un preriscaldatore e un evaporatore);
• lo skid per la lubrificazione del turbo-generatore;
• 2 skid delle pompe “alimento” (del ricircolo del fluido organico);
• il condensatore ad aria;
• il sistema di riempimento circuito del fluido organico comprensivo di 3
serbatoi di stoccaggio;
• gli edifici ospitanti i quadri elettrici, la sala controllo e il Visitor Centre (cfr.
Allegato 7);
• il separatore gas - condensato all’uscita dello scambiatore preriscaldatore a
vapore;
• le pompe per la reiniezione della fase liquida;
• il compressore per la CO2 a 3 stadi di compressione;
• il compressore alternativo per l’avviamento dell’impianto;
• lo skid delle pompe di reiniezione del fluido geotermico;
• il trasformatore elevatore per la conversione da Media a Alta Tensione;
• il trasformatore dei servizi ausiliari.
• lo skid antincendio;
• la vasca di prima pioggia.
Il vapore del fluido organico in uscita dagli evaporatori viene quindi fatto
espandere all’interno della turbina producendo energia meccanica, che viene
convertita in energia elettrica dal generatore.
Per poter vincere le perdite di carico del circuito di trasporto del gas al sistema
gas lift e la pressione dinamica a fondo pozzo, i gas incondensabili in uscita
dall’ORC devono essere compressi fino alla pressione di circa 30 bar a.
Tale pressione è più che sufficiente a garantire anche la reiniezione del gas ai
pozzi di reiniezione, per cui le due correnti possono essere elaborate dallo stesso
compressore.
Impianto Antincendio
L’impianto è dotato di dispositivi antincendio automatici, approvati dai Vigili del
Fuoco.
L’acqua per il sistema antincendio sarà stoccata in una vasca interrata del
volume di circa 90 m3, posizionata in prossimità del Visitor Center (Tavola 15).
Sistema di Illuminazione
Sul perimetro dell’area dell’impianto ORC è prevista l’installazione di apparecchi
illuminanti testapalo, con tecnologia a LED, tipo AEC LED-IN o equivalente, di
forma ovoidale, installati su pali conici a sezione circolare, di altezza fuori terra
pari a 8 m, inclinazione armatura 0° (superficie emissiva parallela alla superficie
stradale).
Fondazioni
Si prevede di realizzare l’impianto ORC su fondazioni dirette del tipo a platea.
I basamenti saranno previsti in conglomerato cementizio armato gettato in opera,
con nervature di irrigidimento.
La rete avrà una lunghezza di circa 240 metri, al netto dei tratti interrotti dalla
presenza del cancello.
Essa sarà realizzata con rete tipo “orsogrill”, ed avrà un’altezza fuori terra di circa
2 m.
Come già anticipato, per accedere all’impianto è stato previsto sul lato Est un
accesso tramite cancello di tipo scorrevole e automatizzato, in modo da
permettere l’ingresso di mezzi pesanti. Il cancello sarà movimentabile anche
manualmente tramite apposita chiave, in caso di emergenza. Il cancello sarà
munito di ruote e realizzato con la posa di colonnine laterali in c.a., adiacenti alle
quali verrà eretto un piccolo muro di rinforzo. Le fondazioni del cancello, sotto le
colonne e i muri di rinforzo laterali, saranno costituite, per ognuno dei due lati, da
un basamento in calcestruzzo di 90 cm di profondità avente una pianta di
dimensioni 350x100 cm.
Il fluido geotermico, una volta raffreddatosi in seguito allo scambio termico con il
fluido organico dell’impianto ORC, viene totalmente reiniettato nel serbatoio
geotermico, attraverso i pozzi reiniettivi.
Il tracciato è stato definito sulla base degli stessi principi seguiti per il tracciato
delle condotte di produzione.
La pista necessaria per la posa interrata delle tubazioni potrà presentare, lungo il
suo sviluppo, larghezze variabili, con valori massimi pari a 12 metri. In Figura
6.2.5a è rappresentato un tipico di scavo e posa di una tubazione applicabile al
caso in esame, con larghezza complessiva della pista pari ad 8 metri.
Preme precisare che al termine di tutte le attività di posa e scavo delle tubazioni
di reiniezione, verrà lasciata una pista di larghezza pari a circa 3 metri necessaria
per la transitabilità e per l’accesso ai fini dell’eventuale manutenzione
dell’intervento.
Dall’area di centrale le tubazioni correranno per circa 300 metri in direzione ovest
attraversando un’area boscata. Tale tratto di tubazione presenta un dislivello di
circa 40 m giungendo al Punto di Massima Elevazione (PME). E’ quindi prevista
una pompa di rilancio per il liquido in uscita dall’ORC.
L’attraversamento dei fossi previsti nel progetto potrà essere realizzato secondo
due modalità: attraversamento con tubazioni autoportanti oppure mediante una
struttura a traliccio per il supporto delle tubazioni.
Subito dopo l’attraversamento del Fosso Sala, si avrà una diramazione delle
tubazioni verso le tre postazioni di reiniezione.
Un ramo (costituito da una tubazione di liquido e una di gas) sarà pertanto quello
che arriva all’adiacente postazione PM3. Una seconda coppia di tubazioni andrà
in direzione Nord-Est, fino ad arrivare alla postazione PM4 e la terza coppia,
realizzata solo in caso di attivazione della postazione di reiniezione di riserva,
andrà in direzione sud ovest fino a raggiungere, dopo aver attraversato il Fosso
Sala canale, la postazione PM2.
Il nodo (cerchio nero presente nella figura sopra) rappresenta il punto in cui si ha
la diramazione delle tubazioni di reiniezione e si trova in prossimità della
postazione PM3.
La tubazione per il trasporto della CO2 ai pozzi reiniettivi, sarà la stessa utilizzata
durante le prove di produzione-reiniezione per il trasporto dell’acqua dalla PM1
alla PM3 (descritte al Paragrafo 5.6).
La Centrale sarà collegata in Alta Tensione (132 kV) alla rete di Trasmissione
Nazionale. La connessione verrà realizzata a partire da una Stazione di nuova
realizzazione posta ad Ovest della postazione PM5, come visibile dalla Figura
6.2.6a.
6.2.8 Monitoraggi
Il fluido geotermico si presenta sia come flusso bifase (dai pozzi di produzione al
separatore), sia come liquido che come fase vapore, in condizioni diverse.
La stessa metodologia di controllo è applicata anche per la verifica nel tempo del
casing di produzione dei pozzi, ovvero del casing su cui è montata la testa pozzo,
verificandone lo stato nella parte terminale, in prossimità della testa pozzo.
Tale sistema di controllo sarà basato sul monitoraggio della conducibilità o di altri
parametri dell’isolante che variano in caso di perdita del fluido trasportato.
Il sistema è completato da centraline di controllo ed allarme e da tutti gli
accessori necessari, che individueranno sia eventuali punti di umidità nella
schiuma isolante, sia rotture o corto circuiti nei conduttori di allarme.
Il bilancio termico è stato calcolato sulla base dei risultati ottenuti preliminarmente
da un fornitore dell’impianto ORC e quindi sulla base dei seguenti dati di input:
• temperatura del fluido geotermico in ingresso all’ORC pari a ca. 120 °C;
• pressione del fluido geotermico in ingresso all’ORC pari a ca. 2,7 bar;
• portata di fluido geotermico in ingresso all’ORC pari a 630 t/h;
• portata di CO2 in ingresso all’ORC pari a 39 t/h;
8 La configurazione finale potrà essere definita solo a valle della scelta del fornitore dell’impianto
PROGETTO TITOLO REV. Pagina
SORGENIA GEOTHERMAL SRL:
P16_SOR_034 IMPIANTO GEOTERMICO “POGGIO MONTONE” 0 115
PROGETTO DEFINITIVO AGGIORNATO
Sorgenia Geothermal S.r.l.
Come si vedrà dalle tabelle seguenti, sia per l’impianto ORC che per le tubazioni,
il terreno scavato verrà riutilizzato in loco, per i rinterri e le sistemazioni interne
all’area di cantiere. La parte eccedente sarà inviata ad idonei centri di
raccolta/smaltimento.
Gli scavi saranno eseguiti secondo gli elaborati di progetto esecutivo e della
relazione geologica e geotecnica esecutiva, nonché secondo le particolari
prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione Lavori.
Impianto ORC
Nella esecuzione degli scavi in genere si procederà in modo da impedire
scoscendimenti e franamenti. Gli scavi saranno opportunamente puntellati e
dotati di robuste armature. Ove necessario saranno eseguite armature continue a
"cassa chiusa".
Le volumetrie indicative degli scavi e dei riporti sono riportati nella seguente
Tabella.
Volume
Rif Operazione Note
(m3)
Postazione ORC
A Sbancamenti per piazzale, strada di accesso e parcheggio 29.519,4
B Riporto con terreno proveniente da scavi 23.270,0
C Terreno residuo da sbancamenti e livellamento piazzale (A-B) 6.249,4
D Riporto inerti per ossatura piazzale+strada+parcheggio 5.520,0
Il terreno residuo degli scavi di sbancamento (circa 6.249,4 m3) verrà inviato a
idonei centri di raccolta/smaltimento.
Nella Tavola 15 (2di5, 3di5, 4di5 e 5di5) sono riportati i piani quotati e le sezioni
del terreno che mostrano la conformazione dell’area prima e dopo i lavori di
sbancamento per il livellamento della superficie destinata ad ospitare la Centrale.
Tubazioni interrate
Nella esecuzione degli scavi in genere si procederà in modo da impedire
scoscendimenti e franamenti.
Gli scavi, ad eccezione dei punti in cui saranno attraversate le strade asfaltate,
prevedranno che il terreno sia in parte utilizzato per il rinterro mentre quello
rimanente sarà conferito a impianti di raccolta autorizzati.
Le tubazioni una volta posate saranno coperte con sabbia esente da pietre fino a
100 mm al di sopra della generatrice superiore del rivestimento esterno del tubo.
Le volumetrie degli scavi e dei riporti per la posa delle tubazioni sono riportati
nella seguente Tabella.
PROGETTO TITOLO REV. Pagina
SORGENIA GEOTHERMAL SRL:
P16_SOR_034 IMPIANTO GEOTERMICO “POGGIO MONTONE” 0 118
PROGETTO DEFINITIVO AGGIORNATO
Sorgenia Geothermal S.r.l.
Tratt Volume
Scavi Note
o (m3)
PM5-ORC
Materiale scavato 2.462
Sabbia di riempimento 1.299
Rinterro e risistemazioni aree di Effettuato con materiale risultante dagli
676,4
cantiere scavi
Da inviare a centri di
Terreno residuo 1.785,6
raccolta/smaltimento
ORC-PM3
Materiale scavato 1.1307,4
Sabbia di riempimento 5.049
Rinterro e risistemazioni aree di Effettuato con materiale risultante dagli
4.818,9
cantiere scavi
Da inviare a centri di
Terreno residuo 6.488,6
raccolta/smaltimento
PM3-PM4
Materiale scavato 1.945,8
Sabbia di riempimento 642,3
Rinterro e risistemazioni aree di Effettuato con materiale risultante dagli
1.189
cantiere scavi
Da inviare a centri di
Terreno residuo 756,7
raccolta/smaltimento
PM3-PM2
Materiale scavato 2.104,5
Sabbia di riempimento 785,8
Rinterro e risistemazioni aree di Effettuato con materiale risultante dagli
1.178,8
cantiere scavi
Da inviare a centri di
Terreno residuo 925,8
raccolta/smaltimento
Stazione Elettrica
Di seguito si riportano i quantitativi di sbancamento/riporto necessari alla
realizzazione della Stazione Elettrica.
Poiché la Stazione Elettrica sarà realizzata solo a valle dell'esito positivo delle
perforazioni, i quantitativi di "terreno mancante" saranno garantiti dai "terreni
residui" derivanti dalla realizzazione delle piazzole di perforazione i cui terreni
sono risultati non contaminati a seguito delle analisi effettuate.
6.4.6 Materiali
• autocarri;
• autobetoniere;
• escavatori;
• pale meccaniche;
• attrezzature specifiche in dotazione alle imprese esecutrici quali carrelli
elevatori, piega ferri, saldatrici, flessibili, seghe circolari, martelli demolitori,
ecc.
L’uso del suolo per l’impianto in oggetto è costituito dall’area della Centrale ORC
e dell’adiacente cabina di sottostazione elettrica per il collegamento in Alta
Tensione alla Rete Nazionale.
Di seguito si riporta la superficie recintata delle aree suddette:
Tale valore risulta molto inferiore rispetto a quelli tipici degli altri impianti di
produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili (1,5 ÷ 10 m2/MWh,
e, nello specifico caso del solare fotovoltaico, 10 ÷ 30 m2/MWh).
Fase di cantiere
Le sorgenti (con l’indicazione delle relative potenze sonore) che si possono
riferire alla fase di cantiere per la costruzione dell’impianto ORC sono riportate
nella seguente Tabella 6.5.2.3a.
Fase di esercizio
Nella Tabella 6.5.2.3b è indicata la potenza sonora delle principali sorgenti
presenti nella Centrale ORC.
Potenza
Rif. Sorgente Descrizione
dBA
S1 Condensatore (n.1 baia, 2 ventilatori) 93,7
S2 Pompa alimentazione fluido (ciascuna) 90
S5 Compressore 85
S7 Scambiatori 86
6.5.2.4 Rifiuti
Tali rifiuti saranno smaltiti a norma di legge dalle aziende che effettueranno la
manutenzione.
7 CRONOPROGRAMMA
I tempi indicativi per le singole fasi, relative alla realizzazione delle postazioni e
dei pozzi, descritte nei paragrafi precedenti sono:
8 INVESTIMENTI PREVISTI
Spese Generali
Costi di sviluppo (SIA, Progettazione Definitiva ed Esecutiva,
600.000
Consulenze, ecc.)
Direzioni Lavori e coordinamento della sicurezza 600.000
TOTALE 67.600.000
TAVOLE
ALLEGATI
11 BIBLIOGRAFIA
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