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NASTRI TRASPORTATORI
MULTITELA
MANUALE PER
L’INSTALLAZIONE
DISTRIBUITO A DA DATA
4 10/03/13 UT DG
NASTRI TRASPORTATORI MULTITELA
MANUALE PER L’INSTALLAZIONE
INDICE GENERALE
INDICE GENERALE 1
CAPITOLO 1 3
CAPITOLO 2 7
CAPITOLO 3 10
CAPITOLO 4 16
CAPITOLO 5 18
5.1.5) Asportazione di una striscia di copertura inferiore per la realizzazione del coprigiunto 21
5.1.6) Preparazione della seconda estremità del nastro 22
5.1.7) Applicazione della soluzione 22
5.1.8) Applicazione della foglietta 22
5.1.9) Accoppiamento delle estremità 23
5.2) VULCANIZZAZIONE A CALDO 24
5.2.1) Installazione della pressa 24
5.2.2) Vulcanizzazione 25
5.3) INCOLLAGGIO A FREDDO 26
5.4) CONSIGLI PER L'USO DEL COLLANTE SICOL 1010 27
5.5) DIFFERENZE TRA VULCANIZZAZIONE A CALDO E A FREDDO 27
CAPITOLO 6 28
CAPITOLO 7 29
CAPITOLO 8 30
CAPITOLO 9 31
CAPITOLO 10 32
CAPITOLO 11 35
INFORMAZIONI 35
CAPITOLO 1
1.1) IMBALLO
I nastri trasportatori in gomma sono generalmente imballati in rotoli reggiati esternamente.
In caso di specifica richiesta del cliente o per trasporti via mare possono essere previsti i
seguenti imballi:
• copertura con polipropilene
• bobine o casse di legno
• bobine metalliche (per nastri superiori alle 15 tonnellate)
• pedane di legno
1.2) IMMAGAZZINAGGIO
I nastri in gomma devono essere immagazzinati, con l’asse della bobina posto
orizzontalmente, preferibilmente in luoghi protetti e isolati dal pavimento mediante assi di
legno, bancali o cavalletti (Fig. 1-2-3)
Qualora il nastro venisse immagazzinato all’aperto, deve essere appoggiato con l’asse
orizzontale su bancali o tavole di legno e protetto con materiale plastico opportunamente
forato per evitare il ristagno di umidità (Fig. 2).
1.3) MOVIMENTAZIONE
Per sollevare e trasportare un rotolo di nastro, il sistema preferibile è quello di inserire una
barra distanziatrice di acciaio (tonda o quadrata) nel foro centrale della bobina ed
imbragarla alle estremità con funi o catene applicate ad un bilanciere montato
sull’apparecchio di sollevamento (vedi Fig. 4).
Fig. 4
Fig. 5
Il sollevamento non deve avvenire per mezzo di imbragature che sostengono il rotolo
dell’esterno senza l’ausilio del foro centrale, in quanto la distribuzione del carico non
uniforme può causare l’inclinazione e la caduta della bobina. (Vedi Fig. 6)
Fig. 6
Un tradizionale elevatore a forche può essere usato facendo molta attenzione a non
danneggiare la parte esterna del nastro con le forche (vedi Fig. 7).
Fig. 7
CAPITOLO 2
Fig. 8
Per evitare inconvenienti durante il funzionamento in presenza di vomeri di scarico o
raschiatori è consigliabile rispettare la disposizione delle estremità da giuntare in funzione
del senso di marcia. (Fig. 9)
Dovendo giuntare più bobine tra loro, per una maggiore omogeneità d’utilizzo, si raccomanda
l’installazione con la marcatura a rilievo disposta sempre dallo stesso lato del trasportatore.
Fig. 9
Un agevole posizionamento del nastro sull’impianto può essere garantito dall’uso di due
staffe metalliche imbullonate alla sua estremità in modo da non avere slittamenti che
potrebbero danneggiare i tessuti.
Per nastri di una certa lunghezza ciò potrebbe significare l’esecuzione dell’operazione a tratti
di circa 200/300 m: bloccata un’estremità del nastro alla struttura, si tensionano i primi 200
m, si blocca il nastro e si ripete l’operazione su un altro tratto fino a raggiungere l’estremità
libera.
In questa situazione il nastro deve restare almeno 12 ore per permettere un successivo
tensionamento prima dell’esecuzione della giunta. Nel frattempo infatti si manifesta
l’allungamento permanente che se non contrastato provoca, nelle prime ore di
funzionamento, l’abbassamento del contrappeso.
Nell’impossibilità di attendere il tempo stabilito, è necessario assicurare una pretensione
maggiore, al limite dello spostamento del contrappeso.
Prima di iniziare la preparazione delle estremità per la giunzione è necessario tagliare lo
eventuale esubero di nastro in quanto può accadere che il metraggio a disposizione sia
superiore al necessario.
CAPITOLO 3
3.1) GENERALITÀ
La giunzione costituisce l’unione delle estremità di un nastro trasportatore in gomma per
consentire la movimentazione ed il relativo convogliamento del materiale.
La corretta esecuzione di una giunzione è fondamentale per il funzionamento, la linearità, il
rendimento del trasportatore.
La durata di una giunzione eseguita correttamente è legata alla manutenzione del nastro ed
al corretto utilizzo dell’intero impianto, poiché essendo in ogni caso la parte più debole dello
sviluppo del nastro, tutti gli eventuali scompensi, difetti e problemi degli elementi
dell’impianto quali raschiatori, rulli, tamburi, contrappesi, tramogge e motori si trasmettono
al nastro ed a maggior ragione alla giunzione stessa.
Pur esistendo diversi tipi di giunzioni meccaniche adatte ai nastri tessili, i sistemi per
vulcanizzazione a caldo o per incollaggio a freddo rimangono i migliori ed i più usati per
nastri industriali sottoposti a forti sollecitazioni.
Fig. 10
Per ottenere un nastro chiuso ad anello di sviluppo S (dove per sviluppo chiuso si intende la
circonferenza interna dell’anello, soggetta alle tolleranze ISO stabilite), è necessario disporre
di un nastro aperto avente una lunghezza Lt pari a:
Lt = S + L x g
Fig. 11
Per le presse tipiche del mercato US, l’inclinazione è di 22°: in tal caso La ≅ 0,37 x B
In caso i diametri delle pulegge siano inferiori al minimo suggerito per lo specifico nastro, è
preferibile incrementare l’inclinazione La ≅ (0,4÷1) x B, con conseguente angolo di 25÷45°.
Più le pulegge sono ridotte, maggiore deve essere l’inclinazione.
Nella Tab.1 sono riportati i valori delle lunghezze del tratto inclinato, per angoli di 16 – 22°,
in funzione delle larghezze standard dei nastri.
Fig. 12
Nella Tab.2 sono riportate le dimensioni consigliate per giunzioni di nastri multitela:
Carico di Lunghezza Lunghezza
Tipo N° Tele N° gradini
rottura tele Gradino*
radino*** giunzione
Nastro n ( n-
n-1 )
N/mm Lst Ls
250/2 2 250 (200) 250 (200) 1
400/3 3 250 (200) 500 (400) 2
125
500/4 4 200 (150) 600 (450) 3
630/5 5 200 800 4
315/2 2 250 (200) 250 (200) 1
500/3 3 250 (200) 500 (400) 2
630/4 4 160 200 (150) 600 (450) 3
800/5 5 200 800 4
1000/6 6 200 1000 5
400/2* 2 300 300 1
630/3 3 300 (250) 600 (500) 2
800/4 4 200 250 (200) 750 (600) 3
1000/5 5 250 1000 4
1250/6 6 250 1250 5
500/2* 2 300 300 1
800/3 3 300 (250) 600 (500) 2
1000/4 4 250 250 750 3
1250/5 5 250 1000 4
1500/6 6 250 1250 5
1000/3* 3 400 800 2
1250/4 4 350 1050 3
315
1600/5 5 300 1200 4
1900/6** 6 300 1500 5
1250/3* 3 400 800 2
1600/4 4 350 1050 3
400
2000/5 5 300 1200 4
2400/6** 6 300 1500 5
1500/3* 3 500 1000 2
2000/4 4 400 1200 3
500
2500/5 5 350 1400 4
3000/6 6 350 1750 5
2000/3* 3 500 1000 2
2500/4* 4 630 400 1200 3
3150/5 5 350 1400 4
Tab. 2
* Tipi di nastro per applicazioni particolari, da evitare per applicazioni standard
** Classi non previste dalle normative ma di impiego tipico in ambiti pesanti
*** Tra parentesi, valori utilizzabili in caso di nastri corti (max 20 m) o con fattori di servizio
superiori a 20; in ogni caso, il diametro delle pulegge deve essere superiore al minimo
suggerito (vedere cataloghi prodotti)
Fig. 13
Fig. 14
Per conoscere il carico di rottura delle tele occorre dividere il carico di rottura nominale del
nastro per il numero delle tele.
Esempio :
TEXTER 500/3 (Carico di rottura 500 N/mm - 3 tele)
Carico di rottura di una tela : 500 / 3 = 167 N/mm ovvero 160 N/mm
Lunghezza del gradino Lst = 250 mm (Tab. 2)
Lunghezza della giunzione Ls = 250 x (3 - 1) = 500 mm
Le giunzioni dei nastri destinati al trasporto di materiali a temperature oltre i 125 °C seguono
le stesse procedure viste sopra, ma prevedono dei gradini di maggiore lunghezza per
compensare i degradamenti dei tessuti e della gomma dovuti all’azione termica.
Nella tabella qui sotto sono riportate le lunghezze consigliate per la giunzione di questi nastri:
Tab. 3
CAPITOLO 4
4.1) DEFINIZIONI
Il materiale per giunzioni comprende tutto l’occorrente per effettuare le giunzioni e può
essere diviso in attrezzatura e materia prima.
4.1.1) Attrezzatura
• Pressa elettrica completa di:
• sistema per la regolazione della pressione dei piani;
• termostato con possibilità di regolazione del set point di temperatura;
• 2 lamiere di dimensioni leggermente superiore ai piani riscaldanti;
• 2 barre d’acciaio di contenimento laterale avente spessore inferiore di 1 mm rispetto allo
spessore della giunta;
• Morsetti per il fissaggio dei vari componenti alla struttura del trasportatore;
• 2 tiranti per mantenimento in posizione delle barre di contenimento laterali;
• Coltelli a lama lunga e corta per spellatura ed incisione nastro;
• Cote per affilatura coltelli;
• Tenaglia “a leva”;
• Tirfort corredato di pinza autostringente per gomma;
• Rullini vari per il pressaggio delle superfici;
• Punteruolo per la foratura di eventuali bolle d’aria;
• Pennelli per soluzionatura delle superfici da giuntare;
• Spazzole metalliche e dischi abrasivi con relativa apparecchiatura;
• Forbici adatte al taglio di foglie di gomma;
• Riga e squadra;
• Carta siliconata o materiale equivalente;
• Tessuto di spessore massimo 2 mm da posizionare a contatto dei piani riscaldanti.
• Solvente per sgrassaggio superfici.
4.2.1) Raccomandazioni
Per periodo di validità si intende il periodo di durata alle condizioni sopra riportate.
A seguito di un utilizzo parziale, i prodotti devono essere richiusi ermeticamente e/o imballati
come originariamente.
SIG SpA declina inoltre ogni responsabilità per eventuali alterazioni subite dai prodotti
durante il trasporto, per l’utilizzo di materiale scaduto o immagazzinato senza il rispetto delle
condizioni precedenti.
CAPITOLO 5
Nel seguito del capitolo si distingueranno due differenti rifiniture delle giunzioni: a
coprigiunto ed a sormonto.
Il coprigiunto è una striscia di gomma di circa 25 mm interposta tra i due lembi della
copertura in modo tale da ricoprire il punto di giunzione tra le prime tele di ogni estremità
del nastro (Fig. 24).
Il sormonto si realizza invece quando i due lembi combaciano perfettamente; è un sistema
più veloce del precedente, altrettanto valido ma che richiede un’esecuzione a regola d’arte
molto precisa (Fig. 25).
Fig. 15
Fig. 16
Fig. 17
Fig. 18
5.1.3) Asportazione di una striscia di copertura superiore per la realizzazione del coprigiunto
Parallelamente alla linea AC ad una distanza di 25 mm sulla copertura superiore, tracciare
una linea A1C1 ed incidere lungo detta linea con taglierino leggermente inclinato la sola
copertura superiore, senza intaccare la tela sottostante. Maggiore è lo spessore della
copertura, superiore deve essere l’inclinazione da dare all’incisione; al di sopra di 6 mm è
suggerito inclinare il coltello di circa 45°.
Piegare il lembo del nastro ed asportare tale lista di gomma.
Quest’operazione, con l’analoga descritta al punto 5.1.5, viene effettuata solo per
l’esecuzione delle giunte con coprigiunto.
Fig. 19
Fig. 20
Fig. 21
Fig. 22
Fig. 23
Fig. 24
5.2.2) Vulcanizzazione
Chiudere la pressa agendo sui sistemi di pressaggio, fino ad ottenere una pressione specifica
2
sul nastro di 8÷12 Kg/cm e scaldare le piastre alla temperatura idonea come indicato dalla
2
7÷8 Kg/cm ) sono accettabili solo in caso di presse a
Tab. 4. Pressioni specifiche inferiori (7
cuscino d’aria, grazie alla distribuzione omogenea della pressione su tutta la superficie della
giunta. Il tempo di vulcanizzazione si intende a partire dal momento in cui le piastre della
pressa hanno raggiunto la temperatura stabilita.
Al termine del tempo stabilito far raffreddare le tavole fino alla temperatura prevista, quindi
aprire la pressa e scaricare il nastro. Se necessario, rifinire i bordi del nastro eliminando con
un coltello l’eccedenza di gomma.
E’ necessario attendere il completo raffreddamento della giunta prima di mettere in tensione
il nastro.
Se la lunghezza della giunta fosse superiore alla lunghezza della pressa, la vulcanizzazione
deve essere fatta a più riprese seguendo per ognuna il procedimento sopra indicato.
CONDIZIONI DI VULCANIZZAZIONE
Tab. 4
ATTENZIONE: i tempi di vulcanizzazione indicati sono validi per nastri aventi spessore
inferiore a 10 mm; per spessori superiori, aggiungere 1 minuto ogni millimetro. Per la
mescola TX aggiungere 1,5 minuti ogni millimetro.
Il REAGENTE R1010 deve essere aggiunto alla soluzione appena prima del suo utilizzo e
amalgamato accuratamente con la soluzione. E' consigliabile preparare solo la stretta
quantità necessaria per l'uso in quanto la soluzione, una volta attivata con il reagente, ha un
ristretto tempo di applicabilità (circa due ore a temperature normali).
Si raccomanda di applicare SICOL 1010 in strati uniformi ed in quantità sufficiente, in
funzione dello stato delle superfici.
Le massime condizioni di attacco si ottengono dopo 12 ore circa; è consigliabile attendere
questo tempo prima di mettere in esercizio i prodotti.
Le confezioni standard da 1 e 2 kg di SICOL 1010 sono fornite con confezioni di reagente
già dosato al 5%; per utilizzi ove sia necessaria una maggiore quantità di reagente,
richiedere quantità addizionali di REAGENTE R1010.
Le quantità necessarie di SICOL 1010 sono le seguenti:
Tali valori sono da considerarsi puramente indicativi in quanto la conformazione delle varie
tipologie di tessuti determina differenti gradi di assorbimento.
CAPITOLO 6
NORME PER L' ESECUZIONE DELLE GIUNZIONI A CHEVRON
Questo tipo di giunzione viene eseguito principalmente su nastri di tipo SPINATEX, a spina
di pesce. A differenza delle giunzioni normali, dove l’inclinazione dei gradini è costante
lungo tutta la larghezza del nastro, nella giunzione a chevron la gradinatura viene eseguita a
spina di pesce col vertice disposto sull'asse centro-longitudinale del nastro stesso. Per quanto
riguarda la disposizione dei gradini e del vertice della spina di pesce si veda la Fig. 25.
Normalmente l’angolazione del tratto inclinato è di 45°, ovvero tale che la sua lunghezza sia
B/2. La lunghezza della giunzione sarà dunque:
L = (nt - 1) Lst + B/2
In alcuni casi l’inclinazione dei gradini può essere differente in funzione dell’inclinazione dei
listelli oppure quando, per esigenze di vulcanizzazione, si volesse ridurre la lunghezza del
tratto inclinato.
Per la realizzazione di questo tipo di giunzione si procede come illustrato al Cap. 5,
eliminando i listelli nell’area di giunzione o adottando idonei stampi tra nastro e giunta in
modo da non danneggiare i listelli stessi. I listelli eventualmente asportati devono essere
rincollati sull’area di giunzione al termine della vulcanizzazione.
Fig. 25
CAPITOLO 7
I nastri PIPEX sono caratterizzati dall’avere una struttura trasversale a profilo variabile. In
alcuni casi inoltre si possono avere i tessuti non equidistanziati.
Per giuntare questi nastri bisogna seguire lo schema operativo descritto al Cap. 5,
osservando però delle istruzioni particolari, come di seguito riportato.
• Durante la preparazione del nastro (punto 5.1.4) rimuovere, insieme alle tele, lo strato di
gomma tra esse esistente.
• Per l'esecuzione delle giunzioni seguire le consuete modalità, facendo cura di restituire al
nastro la sua struttura originale, introducendo nelle zone dove è stata rimossa la gomma,
uno strato di gomma adesiva cruda dallo spessore adatto (Fig. 26).
• Verificare lo spessore totale dell’intera giunzione con strumenti e con il palmo della mano:
deve presentarsi omogeneo senza evidenti scalini, specialmente nell’area di variazione del
profilo delle tele.
Fig. 26
CAPITOLO 8
I nastri FLEXOBORD vengono forniti al cliente con i bordi ed i listelli già applicati al nastro.
Solo in corrispondenza delle due estremità del nastro, i bordi non vengono incollati al fine di
rendere più semplice la preparazione delle testate per la giunta. Insieme al nastro vengono
forniti alcuni listelli che dovranno essere incollati dopo l'esecuzione della giunta.
Le operazioni da eseguire sono le seguenti:
• Eseguire la giunta come se fosse un nastro standard con il sistema a caldo o a freddo.
• Applicare i listelli e i bordi in corrispondenza del punto di giunzione usando il collante
SICOL 1010, come previsto al p.to 5.4. Per fare questa operazione è necessario
asportare, nelle zone di incollaggio, un sottile ed omogeneo strato di gomma dalla
copertura superiore mediante un disco abrasivo per permettere una migliore adesione tra
le due parti, facendo attenzione a non intaccare gli strati sottostanti.
• Pulire la zona precedentemente preparata con una semplice spazzola per eliminare
polvere e residui di raspatura.
• Applicare i due bordi al nastro mediante SICOL 1010, seguendo le avvertenze di cui al
p.to 5.4.
• Preparare i listelli dell'esatta lunghezza in modo che si incastrino perfettamente tra i due
bordi.
• Applicare i listelli al nastro. Qualora i listelli dovessero essere imbullonati ai bordi, è
necessario rispettare con precisione il passo delle onde dei bordi ed incollare dunque i
listelli in corrispondenza del punto più interno dell’onda stessa.
• Pressare bordi e listelli con un opportuno rullo o un martello (possibilmente pneumatico
od elettrico). Per assicurare il perfetto incollaggio dei bordi, si suggerisce di apporre sugli
stessi una pressione verticale uniformemente distribuita (ad esempio una pedana di legno
opportunamente appesantito).
• Se previsto, applicare i bulloni di fissaggio dei listelli ai bordi, forando
contemporaneamente il bordo ed il listello mediante un comune trapano.
Nel caso di scollamento dei listelli, possono essere riapplicati nella loro posizione originale
dopo una opportuna raspatura delle due superfici da incollare e l'applicazione del collante
SICOL 1010.
CAPITOLO 9
Per particolari applicazioni, i nastri tessili possono essere prodotti posizionando nelle
coperture particolari inserti, tessili o metallici, aventi principalmente due distinte funzioni:
• irrigidimento trasversale del nastro (ad esempio TEXRIGID® “+2” e CROSSRIGID® per la
realizzazione di FLEXOBORD o SEALTEX per applicazioni di copertura);
• incremento della resistenza al taglio, agli impatti (ad esempio RIPSAVE®).
Con l’esclusione dei nastri TEXRIGID di tipo 400/3, 500/4 e 630/5 per i quali gli speciali
tessuti di irrigidimento possono essere equiparati ai tessuti standard EP e di conseguenza la
giunzione deve essere realizzata come per i nastri TEXTER, questi inserti non hanno
particolari caratteristiche di resistenza longitudinale; bisogna considerare questi inserti, siano
tessili o metallici, come facenti parte delle coperture e di conseguenza asportarli insieme ad
esse. Dal momento che la copertura superiore, come pure quella inferiore, viene asportata
solo da una estremità del nastro, quando si chiude la giunta l’inserto viene automaticamente
ripristinato.
Si faccia riferimento al disegno sotto riportato mentre per la procedura di giunzione
completa, si vedano i capitoli 3, 4 e 5.
45° 50 - 70
50 - 70
Fig. 26b
CAPITOLO 10
Le riparazioni dei nastri possono interessare le coperture, la carcassa portante con relative
coperture, i bordi in gomma.
I materiali da utilizzare e il procedimento operativo sono i medesimi menzionati nei capitoli
precedenti.
Quando si tratta di riparazioni della carcassa (a causa di lacerazioni o forature) è necessario
fare specifica richiesta di tessuto gommato crudo corrispondente al tipo e alla classe del
nastro interessato.
Qualora la riparazione del nastro dovesse interessare una parte particolarmente estesa, è
consigliabile inserire un pezzo nuovo di nastro eseguendo due giunzioni ad una distanza
minima di 5÷6 m.
Fig. 27
Fig. 28
Fig. 29
10.3) RIPARAZIONE DEL BORDO IN GOMMA (solo per nastri con bordi chiusi)
Asportare la parte del bordo danneggiato, ripulire la superficie e applicare uno strato di
soluzione SICOT; ripristinare poi la gomma del bordo con un’opportuna quantità di liste di
gomma cruda preventivamente soluzionate.
Procedere come al punto 5.2 per la vulcanizzazione con appropriata pressetta.
Fig. 30
CAPITOLO 11
Qualora si presentassero lievi difetti sulle coperture del nastro, come buchi o solchi, è
possibile la riparazione a freddo mediante l’utilizzo di toppe autovulcanizzanti disponibili in
commercio. Per la loro applicazione si seguono le indicazioni contenute nei par. 5.3 e 5.4.
Quando invece la riparazione riguarda i bordi del nastro o una zona di copertura
particolarmente estesa o profonda, è consigliabile la riparazione a caldo in quanto si
garantisce una migliore resistenza e durata.
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