Contributi: arch. Gianluca Canofeni, arch. Floriana Marino, arch. Giovanna Minardi,
ing. Alberto Moretti, arch. Pietro Regazzo, ing. Giorgio Serafini
Le foto e i grafici, ove non diversamente specificato, sono opera degli autori dei singoli capitoli.
Parte delle ricerche di base sono state realizzare con fondi di ricerca CNR-GNDT.
Oltre agli autori dei diversi contributi, si ringraziano per la collaborazione prestata:
Paola Barbirato, Andrea Bonazza, Giorgia Carlig, Marco De Giacometti, Silvia Fachin, Roberto Jannon, Roberta
Tarini; I.R.R.S- CNR, Tipolitografia DBS.
Un vivo ringraziamento all'ing. Alberto Cherubini, presidente del Comitato Tecnico-Scientifico, e all'arch. Mario
Canti, direttore del Centro Regionale per i Beni Culturali, per aver promosso e seguito lo sviluppo della ricerca.
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
INDICE
PRESENTAZIONE (A. Cherubini) pag. 15
PREFAZIONE (M. Canti) pag. 17
PARTE PRIMA
11
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
12
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
I testi non firmati, le foto e i grafici di cui non è indicato l’autore sono di Francesco Doglioni, responsabile dell’Unità
Operativa di Venezia - IUAV del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti - CNR.
Parte degli studi di base sono stati realizzati con fondi ricerca del CNR-GNDT.
PARTE PRIMA
13
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
14
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
15
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
16
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
17
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
18
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
19
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
1.2. L’evoluzione delle posizioni scientifiche, lo svi- metallici), limitando l’applicazione indiscriminata di
luppo degli strumenti legislativi e normativi- materiali e tecniche moderne. E’ stata poi sottolineata
Si può affermare che fino agli inizi degli anni ‘80 non la carenza di una ricerca scientifica moderna in questo
esisteva una specifica disciplina del rafforzamento dei campo, e la necessità di avviarla con un programma di
monumenti in funzione antisismica. Mentre il consoli- ampio respiro finalizzato alla protezione sismica del
damento statico poteva avvalersi degli studi e dell’ope- patrimonio monumentale.
ra, ad esempio, di Sisto Mastrodicasa (1), nel campo Lo stesso Comitato Sismico ha poi elaborato le
più specifico della riparazione o del rafforzamento in “Direttive...” (5), il cui testo conteneva un significativo
funzione antisismica si realizzavano nella maggior commento. Un successivo aggiornamento ha dato
parte dei casi applicazioni a monumenti della tecnica luogo nel 1997 alle “Istruzioni generali per la redazio-
sviluppata per le nuove costruzioni, concettualmente ne di progetti di restauro nei beni architettonici di valo-
eterogenea ai modi e ai materiali costruttivi della re storico-artistico in zona sismica”, adottato nel 1997
costruzione antica, e perciò portata a piegare i monu- anche dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con
menti alla propria logica ed incapace di adattarvisi. La alcune modifiche, che sarà prossimamente recepito da
coscienza di un procedere del tutto inadeguato sotto un decreto interministeriale. Esso costituirà perciò la
molti punti di vista è maturata nel corso degli anni ‘70 prima legge di regolamentazione degli interventi in
e ‘80, anche a seguito degli interventi successivi ai ter- funzione antisismica nel campo del patrimonio archi-
remoti del Friuli e dell’Irpinia. tettonico (6).
Nei restauratori è maturata la consapevolezza di quan- Da ricordare che nel 1996 il Ministero dei Lavori
to fosse ormai insostenibile la scissione tra struttura e Pubblici ha aggiornato il decreto del 1986, emanando
aspetto visibile, che portava a considerare indifferente la relativa circolare esplicativa (7).
un inserto strutturale nel corpo della fabbrica purchè Di recente, la Regione Marche ha emanato le
nascosto alla vista. La grave invasività e distruttività “Direttive tecniche” (8), che tengono conto dei riferi-
propria dei modi di riparazione e consolidamento anti- menti normativi citati; ad esse si farà costante riferi-
sismico applicati al patrimonio architettonico nelle mento.
ricostruzioni del Friuli e dell’Irpinia ha favorito questa
presa di coscienza. 1.3. Contributi dalla ricerca scientifica
D’altro canto, alcuni studiosi di Scienza della Tra le attività di studio della vulnerabilità sismica
Costruzioni (tra i quali in particolare Di Pasquale, avviate dal GNDT (9), si colloca una linea di ricerca
Benvenuto e Giuffrè) hanno maturato la consapevolez- sul danno subito nel terremoto del Friuli dagli edifici
za che i fondamenti concettuali propri della Scienza monumentali. E’ stato formato un ar chivio fotografico
delle Costruzioni dovessero essere considerati inappli- per documentare lo stato di ciascun monumento prima
cabili alle strutture tradizionali in muratura (vedi ad del terremoto, dopo la prima serie sismica e dopo le
esempio la mancanza dei presupposti per l’applicazio- nuove scosse del settembre 1976. Le sequenze così
ne della legge di Hook) e di conseguenza fossero raccolte, che in molti casi hanno permesso di docu-
necessari profondi ripensamenti tanto delle modella- mentare l’evoluzione del processo di danno, hanno
zioni numeriche che degli interventi su di essa basati. anche consentito di studiare lo sviluppo cinematico dei
Il sostanziale vuoto normativo nel campo dei monu- processi di danneggiamento, ponendola in rapporto
menti, riconosciuto dalla legge sismica generale n.64 con le condizioni precedenti al sisma.
del 1974, (2) ha avuto un punto di svolta con il D.M. La ricerca è stata approfondita in particolare per le
1986 (3). chiese, ed ha portato a considerare il danno sismico
Ampliando lo spazio aperto da tale decreto, le come risultante di due componenti vulnerabili proprie
“Raccomandazioni....” elaborate nel 1986 dal dell’edificio. La prima è legata alla conformazione
Comitato per la Prevenzione del Patrimonio Culturale propria della parte di manufatto (denominata conven-
dal Rischio sismico, istituito nel 1984 dal Ministro dei zionalmente macroelemento) cui si associano di prefe-
BB.CC. di concerto con il Ministro della Protezione renza dati meccanismi generali di danno, e viene defi-
Civile, ed emanate come circolare (4), rappresentano nita vulnerabilità tipica. La seconda si collega alle par-
una tappa importante nella maturazione di questa ticolari modalità costruttive proprie di ciascun manu-
coscienza. Si è inteso con quel documento porre un fatto, come la presenza di discontinuità indotte da pro-
freno alle applicazioni massicce ed invasive di inter- cessi di costruzione e trasformazione, da dissesti pre-
venti quali le iniezioni cementizie, l’applicazione di gressi, in sostanza ai fattori individuali che influenza-
pareti armate, la sostituzione immotivata di solai e no localmente l’evoluzione del meccanismo generale.
coperture lignee con strutture in cemento. E’stato indi- Questa seconda componente è denominata vulnerabi -
cato il miglioramento sismico, in luogo dell’adegua - lità specifica (10)
mento sismico, come l’unica impostazione concettuale E’stata compiuta perciò una ricerca di tipo epidemio-
e normativa adatta e certamente compatibile per i logico sulle patologie ricorrenti, mettendo in evidenza
monumenti. Nel contempo si è inteso aprire la strada le correlazioni con i caratteri ai quali esse si associano
alla comprensione e al rispetto del comportamento con maggiore frequenza.
strutturale dell’edificio, ed alla adozione preferenziale Spiegare il danno avvenuto anche attraverso i caratteri
di tecniche di consolidamento di accertata compatibi- della costruzione che lo hanno influenzato o comunque
lità, in particolare tradizionali (soprattutto tiranti consentito è perciò l’obiettivo di questa impostazione
PARTE PRIMA
20
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
21
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
materiali e agli accorgimenti tecnici che verranno pro- La proposta che avanziamo è quella di formare un
posti, anche se riteniamo utile indicarli, talvolta in corpo di riferimenti tecnico-operativi e di argomenta-
alternativa tra loro, spiegando nel contempo il percor- zioni, a valle delle “Istruzioni...” del Comitato Sismico
so e le motivazioni che hanno spinto, in altre situazio- e della “Raccomandazioni” della Regione Marche, che
ni reali, ad adottarli: ciascun progettista, se deciderà di ne costituiranno l’indirizzo fondamentale. La formula
utilizzarli, dovrà farli propri adattandoli alle esigenze del “codice di pratica” della progettazione, è concepita
dell’edificio da restaurare, oppure potrà sostituirli con per fornire al progettista esemplificazioni pratiche e
altre soluzioni opportunamente motivate. riferimenti metodologici -argomenti, appunto- da uti-
lizzare nei vari passaggi analitici e decisionali, anche
E’ esigenza di tutti che si producano progetti chiari, per contribuire a definire uno standard tecnico per la
essenziali ed efficaci; che presentino una coerenza tra redazione e la successiva verifica e accettazione dei
approfondimenti compiuti e scelte proposte; che docu- progetti.
mentino in futuro le decisioni assunte e gli interventi La struttura proposta cerca di tener sempre presente
effettuati e, se possibile, diventino l’elemento iniziale che l’operatore progettista, cui è diretta, deve far pro-
su cui formare una cartella clinica dell’edificio dure- pria anche l’attrezzatura concettuale necessaria ad uti-
vole nel tempo (il “fascicolo del fabbricato”), da utiliz- lizzare con autonomia critica gli strumenti offerti: l’a-
zare anche successivamente per le verifiche del com- dattamento per l’applicazione ai casi reali è l’attività
portamento e per gli aggiornamenti suggeriti dall’a- più tipica della progettazione. Dovrà inoltre acquisire
vanzare delle conoscenze e delle capacità tecniche. la mentalità che è propria e particolare di chi intenda
Questo non allo scopo di appesantire la progettazione realizzare il miglioramento. Per questi motivi ci si sof-
con ulteriori adempimenti burocratici, ma per renderla ferma, anche problematicamente, sulla definizione di
capace di argomentare la necessità e l’efficacia degli concetti e di categorie generali, considerandoli stru-
interventi, per rendere comparabili e valutabili i diver- menti fondamentali per la concezione dell’intervento e
si progetti in termini di soluzioni proposte e di con- per la costruzione del progetto.
gruità di costo, dimostrando la reale continuità con la
fase di rilevamento dei danni. Ricordiamo che il pro- I modi proposti di analisi, diagnosi e progettazione
getto è lo strumento con cui si definisce l’entità e il tipo degli interventi si pongono in continuità metodologica
degli interventi, quindi il loro impatto sulla costruzio- e operativa con l’attività di schedatura degli edifici
ne e il loro costo economico. E’necessario che le scel- ecclesiastici danneggiati dal terremoto in base alla
te assunte siano trasparenti e sempre verificabili, che vi scheda GNDT, integrata con parti della scheda ICR.
sia una corrispondenza riconoscibile tra gli effetti cau- I contenuti della scheda di ciascun edificio devono
sati dal sisma o prevedibili e le opere che si propone di opportunamente essere acquisiti e controllati dal pro-
realizzare. Tutti questi sono elementi necessari, anche gettista, ed integrati con gli aspetti che nella scheda
se non sufficienti, a determinare la qualità dello stru- attuale non sono sviluppati, come lo stato di consisten-
mento progettuale. za propria delle strutture e lo stato di manutenzione.
Tuttavia la scheda, con le valutazioni e interpretazioni
D’altro canto, va tenuto presente che il progetto di dei tecnici che l’hanno redatta, deve essere considera-
miglioramento ha di per sè una natura in prevalenza ta una prima lista di controllo del progetto, un indice di
persuasiva, e solo in parte dimostrativa, come invece problemi cui si dovrà dare puntualmente risposta.
deve avere l’adeguamento, cui si chiede soprattutto di
dimostrare con il calcolo che dopo l’intervento la fab- Lo studio non può pretendere certo di esaurire la com-
brica raggiungerà le prestazioni strutturali richieste per plessa problematica, ma vuol contribuire a formare
legge. Il progetto di miglioramento, infatti, deve esse- uno stato dell’arte orientato sulle varie tematiche che
re in grado di convincere che le soluzioni proposte concorrono a costruire il progetto di miglioramento
sono, nella specifica situazione di quell’edificio, effi- entro l’impostazione propria del restauro architettoni-
caci a contrastare i danni sismici. Al progetto di co. Va detto che queste tematiche sono usualmente trat-
miglioramento si chiede soprattutto di articolare e tate dagli specialisti in modo monografico, e questo
argomentare le soluzioni proposte in rapporto alla par- non favorisce i collegamenti e le interazioni tra di esse,
ticolare natura dell’edificio. che risultano invece di grande importanza ai fini del-
Le argomentazioni a sostegno delle soluzioni proget- l’applicazione pratica nel progetto.
tuali e i motivi della scelta tra possibili alternative Lo studio cercherà soprattutto di sviluppare questi col-
devono perciò apparire in chiaro nel progetto di legamenti: tra restauro architettonico e miglioramento,
miglioramento, essere ripercorribili a valle e valutabili ad esempio, tra riconoscimento delle vulnerabilità e
da altre persone, in quanto rappresentano il fondamen- interventi progettati per contrastarle, tra caratteri
to tecnico del progetto. Al calcolo numerico è affidato costruttivi delle parti dell’edificio e tecnologie di inter-
un ruolo di dimensionamento e di verifica dell’entità vento ad essi adattate.
del miglioramento apportato. Il calcolo perciò parteci- La struttura a capitoli che si intende proporre nello stu-
pa insieme agli altri argomenti a sostenere ed indiriz- dio è tale da poter essere ulteriormente sviluppata e
zare le scelte, ma non mira a costituire, come tende ad approfondita in modo settoriale: successivi documenti
avvenire nell’adeguamento, la parte preponderante del tecnici, anche autonomi, potranno focalizzare specifi-
progetto. che problematiche qui solo accennate (ad es. il conso-
PARTE PRIMA
22
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
lidamento delle volte, oppure l’intervento sulle struttu- stato approvato con integrazioni nel voto n.564 del
re snelle) o dar conto di risultati di ricerche e speri- 28/11/1997 dell’Assemblea Generale del Consiglio
mentazioni in corso nell’applicazione di tecniche. Superiore dei Lavori Pubblici.
PARTE PRIMA
23
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
24
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
2.1. Indirizzi e direttive dell’opera di restauro dei novare o sostituire elementi strutturali dell’edificio.
beni architettonici danneggiati nelle Marche: la Tale tipologia di intervento si applica, in particolare, al
scelta del miglioramento caso degli edifici di carattere monumentale, di cui
La legge 30 marzo 1998, n.61, indica gli obiettivi del all’art. 16 della legge 2 febbraio 1974, n. 64, in quanto
“ripristino, recupero e restauro” come contenuto gene- compatibile con le esigenze di tutela e di conservazio-
rale del piano degli interventi (art. 8). A sua volta il ne del bene culturale.”
ripristino è associato in un altro articolo a “riparazione
e miglioramento sismico” (art. 2 punto 3). Per “ripri- Come si può constatare, la nozione di miglioramento
stino”, anche se non disponiamo di una definizione ha come cardine il comportamento globale della fab-
normativa, possiamo intendere in questa sede “tutti brica, che non va sostanzialmente mutato.
quegli interventi necessari a riportare il bene verso una Questo obiettivo può apparire contraddittorio: se il
condizione di efficienza e completezza in cui si presu- danno (che si è già verificato, o che è probabile data
me che l’edificio si trovasse prima del danneggiamen- l’attuale vulnerabilità di un edificio) è la naturale con-
to e del degrado, includendo perciò, a seconda dei seguenza di un comportamento strutturale infausto, per
danni subiti, le opere di riparazione, di risarcimento contrastare il danno si dovrebbe tendere a mutarlo, non
limitato o di ricostruzione estesa a intere parti”. a conservarlo.
Le Direttive emanate dalla Regione Marche precisano A questo ragionamento, apparentemente corretto e in
e integrano questo obiettivo. Infatti nella “Premessa”, certi casi inoppugnabile, si oppongono alcuni fattori.
si afferma: “Gli interventi di ripristino, recupero e In primo luogo, se l’architettura è costituita da una data
restauro ammissibili dovranno essere ricondotti esclu- struttura, da essa inseparabile, cui si associa un dato
sivamente alla tipologia di interventi di miglioramento comportamento, un mutamento globale del comporta-
sismico, definito al punto C.9.1.2. del D.M. 16/1/1996 mento richiede un radicale cambiamento della struttu-
del Ministero dei L.L.P.P., in misura compatibile con le ra, e quindi mina il rapporto struttura-architettura.
esigenze di conservazione e tutela del bene.” Sotto il profilo concettuale la struttura è un modo di
Possiamo quindi affermare che alla restituzione di inte- essere dell’architettura, e non accettiamo che ne venga
grità fisica (ripristino), di efficienza funzionale (recu - separata. Dal punto di vista pratico, per mutare il com-
pero), di conservazione e fruibilità del bene (restauro, portamento sono in genere necessari interventi ad alta
i cui obiettivi in parte coincidono con quelli attribuiti al componente invasiva e distruttiva, che compromette-
ripristino e al recupero), si vuole associare una attività rebbero la natura storica e l’autenticità del bene che
di prevenzione dei danni futuri attraverso il migliora - invece si vuole conservare.
mento sismico. Ma, soprattutto, in questo ultimo decennio è maturata
la consapevolezza che, inserendo presidi rivolti a muta-
L’obiettivo di rendere compatibile l’aumento della re radicalmente il comportamento (ad es. strutture inte-
sicurezza con la conservazione dei monumenti ha laiate in murature continue, pannelli in c.a. affiancati,
come riferimento concettuale e pratico la categoria ecc.) si determina un comportamento ibrido, difficil-
normativa del miglioramento. mente prevedibile e potenzialmente più sfavorevole di
La definizione è contenuta nel D.M. 16 gennaio 1996, quello che si vuole evitare.
Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche (1), Di qui l’indirizzo a non correre questo rischio e a
al punto C.9.1.2. Intervento di Miglioramento. “Si incrementare e valorizzare le prestazioni strutturali
definisce intervento di miglioramento l’esecuzione di della fabbrica, sfruttandone sistematicamente le risorse
una o più opere riguardanti i singoli elementi struttura- di resistenza e accettandone senza rifiuti pregiudiziali
li dell’edificio con lo scopo di conseguire un maggior il modo di essere strutturale.
grado di sicurezza senza, peraltro, modificarne in Di conseguenza, il miglioramento tende a limitare il
maniera sostanziale il comportamento globale. E’ fatto più possibile gli effetti di danno intervenendo sulle sin-
obbligo di eseguire interventi di miglioramento a gole parti per reindirizzare il comportamento di insie-
chiunque intenda effettuare interventi locali volti a rin- me in modo più favorevole, ma ponendosi l’obiettivo e
PARTE PRIMA
25
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
il limite di non mutarlo globalmente. subito nel tempo (modifiche, degrado con perdita di
Ne deriva la fondamentale importanza di saper inter- efficienza, dissesto che consuma risorse di resistenza).
pretare attraverso i danni il comportamento passato per La disposizione delle funzioni resistenti implica una
mettere a fuoco, insieme ad altre osservazioni, l’iden - data aspettativa di comportamento strutturale, e forma
tità strutturale della fabbrica e per prevederne il com- quegli “schemi di risorse” (4) sui quali la fabbrica si
portamento futuro. Attraverso una analisi accurata dei regge, e dei quali è necessario tener conto.
danni e dei dissesti presenti, considerati perciò non Il concetto strutturale largamente prevalente nella
solo come effetti da riparare, ma anche come manife- costruzione muraria è volto ad assicurare resistenza ai
stazioni fondamentali per la comprensione del com- carichi di gravità verticali, e ad eventuali spinte a com-
portamento, si individuano i punti critici (“vulnerabi- ponente orizzontale, indotte da volte non compensate
li”) della struttura e si indirizzano gli interventi corret- con tiranti, da archi o altro. Raramente una struttura
tivi. L’impostazione proposta è basata sulle esperienze muraria è organizzata in modo da poter offrire resisten-
e su alcuni concetti di riferimento, sviluppati soprattut- ze rilevanti ad azioni diverse da quelle verticali. Se ne
to nella ricerca GNDT (2). può dedurre che le costruzioni murarie sono intrinseca-
mente vulnerabili alle sollecitazioni orizzontali indotte
Secondo questo studio, le costruzioni monumentali dal terremoto, in quanto queste hanno di consueto una
assumono al sisma comportamenti riconducibili ad un parte limitata nella previsione di comportamento che ha
numero relativamente limitato di meccanismi di danno, presieduto alla costruzione del manufatto.
correlati soprattutto alla forma della parte colpita. In ogni caso, il danno è una manifestazione significati-
Il meccanismo di danno diviene quindi lo strumento va del comportamento ed il suo studio costituisce il
per descrivere il comportamento dell’edificio interpre- punto di passaggio fondamentale, anche al fine di isti-
tando il danno che si è verificato. tuire un rapporto con la storia costruttiva e la storia del
A sua volta, il danno è il risultato e la dimostrazione di dissesto. Oltre a dare una dimensione temporale al
una forma di vulnerabilità intrinseca della parte dan- comportamento -il comportamento nel tempo- se ne
neggiata. mettono in luce le evoluzioni svavorevoli dimostrate
Natura e storia della fabbrica, vulnerabilità, danno e dal danno, che costituiscono quindi un nucleo certo di
meccanismo, comportamento, sono perciò legati da forme di vulnerabilità.
uno stretto rapporto per la reciproca capacità di espli- Si è constatato che, se l’edificio non muta configura-
carsi: come meglio si potrebbe descrivere il comporta- zione e struttura, il suo comportamento tende a ripro-
mento vulnerabile di una parte di manufatto, denomi- dursi anche a grande distanza di tempo al ripetersi
delle sollecitazioni, recidivando i danni e i meccanismi
nata macroelemento (3) se non descrivendo il danno
che li generano . Si produce con il tempo un danno
che ne può conseguire e il processo cinematico attra-
cumulato, dovuto a diversi terremoti o dissesti statici i
verso il quale si sviluppa il meccanismo? All’opposto,
cui effetti sono stati solo parzialmente riparati, che
come meglio descrivere la componente eziologica del
determina l’affaticamento della struttura, e la perdita
danno insita nell’edificio, se non attraverso la qualifi- della sua efficienza e capacità di risposta strutturale.
cazione della vulnerabilità, fondata a sua volta sui Ristabilire questa efficienza perduta con opere che
caratteri architettonici e costruttivi dell’edificio? reintegrino le risorse consumate dall’edificio durante il
suo comportamento resistente nel tempo è dunque uno
2.2. Comportamento, danno, vulnerabilità tipica e degli obiettivi del progetto, e che potremmo definire
specifica come riparazione del danno cumulato, come risarci -
Pur essendo la nozione di comportamento il punto di mento delle capacità strutturali o, in breve, come ripri -
riferimento centrale del miglioramento antisismico stino strutturale. Per realizzarlo, è necessario indivi-
secondo la definizione legislativa, non ne è affatto duare sistematicamente nel corso della fase analitica
chiarito il significato. tutte le forme di indebolimento che si sono prodotte.
Possiamo definire provvisoriamente il comportamento
come il modo caratteristico di una costruzione di resi- Si definisce come vulnerabilità la predisposizione di
stere, deformarsi ed eventualmente dissestarsi fino al un manufatto ad essere danneggiato in caso di sisma.
crollo a fronte delle sollecitazioni indotte dai propri La vulnerabilità è perciò una condizione attuale di
carichi o da azioni esterne. potenziale degrado futuro, che si manifesterà quando
Il comportamento attuale è perciò una manifestazione l’edificio sarà colpito da terremoto.
fondamentale dell’identità strutturale di una costruzio- Inoltre essa può essere descritta, nel suo insieme, come
ne, ossia il modo con cui esso ha reagito e reagisce alle stima e qualificazione del danno atteso, che può essere
sollecitazioni cui è stato sottoposto e con cui, salvo così suddiviso:
mutamenti ed evoluzioni, continuerà a reagire anche in -come indice dei danni ulteriori probabili, in quanto
futuro. Il comportamento a sua volta deriva almeno in prosecuzione di meccanismi la cui presenza e avvenu-
parte dal concetto strutturale insito nella costruzione ta attivazione sia già stata riconosciuta attraverso l’in-
(la vitruviana ratio firmitatis, la ragione della saldezza, terpretazione dei danni ad essi associati;
il principio che assicura solidità e include in sè la pre- -come indice dei danni possibili, associando la memo-
visione o aspettativa di un dato comportamento) ma è ria dei danni già verificati alla configurazione delle
anche fortemente influenzato dall’insieme di evoluzio- parti (vulnerabilità tipica) o a condizioni di debolezza
ni, di origine antropica o naturale, che la fabbrica ha locali (vulnerabilità specifica).
PARTE PRIMA
26
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Suddivisione in macroelementi della chiesa di S. Maria Assunta a Mevale (Visso). Disegno degli allievi del Laboratorio di
Restauro Architettonico, IUAV, 1999.
Le discontinuità dovute ai processi di costruzione e modificazione nel tempo costituiscono spesso forme di vulnerabilità specifica.
Nelle foto, la lesione che si sviluppa nel campanile a vela (Visso) trae innesco da una antica angolata non ammorsata. Il danno sismi-
co in questo caso è sicuramente favorito e influenzato dalla discontinuità costruttiva presente.
PARTE PRIMA
27
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
28
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
La vulnerabilità specifica è quella che dettaglia e indi- un preciso meccanismo generale; ad esempio, quando
rizza localmente il comportamento generale, e che al la decoesiome muraria consente la disgregazione
tempo stesso ha funzioni di innesco di meccanismi minuta della muratura, impedendo quella netta separa-
connessi a vulnerabilità tipiche. zione con spostamento reciproco di blocchi cui il con-
cetto stesso di meccanismo tende a fare riferimento.
2.3. Macroelementi e meccanismi di danno Questa impossibilità di riconoscere i meccanismi pur
Si definisce meccanismo il modello di rappresentazio- in presenza di danni rilevanti ha sovente di per sè un
ne cinematica con cui si interpreta e si descrive il com- significato diagnostico, in quanto può essere sintomo
portamento al sisma di una parte strutturale unitaria di una grave inconsistenza muraria e/o del prevalere di
(denominata macroelemento) e il danno conseguente. altre forme di vulnerabilità specifica.
Al meccanismo è affidato sia il ruolo di interpretazio-
ne dinamico-meccanica del danno accaduto che di pre- E’ necessario che si sappia valutare il differenziale di
visione del danno ulteriore, in quanto il comportamen- danno e vulnerabilità prodotto dal terremoto rispetto
to futuro è ipotizzabile come progressione del mecca- alla situazione iniziale, essa stessa valutabile come
nismo, sia esso già attivato o meno, con il danno che a livello di danno e di vulnerabilità e come efficienza
questa progressione è associato. manutentiva.
La suddivisione in macroelementi svolge una funzione 2.4. La peculiarità progettuale del miglioramento
convenzionale, utile alla descrizione e comprensione A valle della definizione normativa, si può così speci-
del fenomeno di danno. Perciò non deve essere ogget- ficare il miglioramento nel restauro, utile a meglio
to di una rigida formalizzazione, in quanto del tutto definirne gli obiettivi e le modalità di realizzazione.
interna e strumentale al processo di interpretazione. Un’opera sistematica di miglioramento si realizza indi-
Nel quinto capitolo è riportata una sintesi esemplifica- viduando e contrastando tutte le forme di vulnerabilità,
ta dei meccanismi riconducibili a vulnerabilità tipiche, tipiche e specifiche, presenti nella fabbrica.
riconosciuti in macroelementi che appartengono ad E’costituita da un insieme di interventi rivolto a coin-
edifici religiosi e civili, e dei danni connessi a vulnera- volgere e sfruttare nella reazione al sisma le risorse di
bilità specifiche. resistenza offerte dalle diverse parti della costruzione.
Devono soprattutto essere riorganizzati o potenziati i
Vi sono meccanismi tendenzialmente unidirezionali collegamenti resistenti a trazione, in modo da favorire
che, una volta attivati, tendono a indurre spostamenti l’interazione e il reciproco sostegno tra le parti della
progressivi, che si sommano allo spostamento prece- fabbrica; vanno contrastate in particolare le azioni
dente come ad esempio nel caso del ribaltamento fuori inerziali fuori piano sulle pareti esterne attraverso il
piano di una facciata. Altri meccanismi ciclici sono collegamento con le masse contrapposte, temporanea-
bidirezionali, come ad esempio quelli indotti da solle- mente non interessate da tale azione. Il miglioramento
citazioni a taglio alternate nelle due direzioni nel piano si attua quindi attribuendo per quanto possibile alle
di una parete. Questi ultimi tendono a produrre comun- parti esistenti funzioni strutturali temporanee e ulterio-
que una somma di danni, ma spostamenti assoluti più ri rispetto a quelle già svolte, e coinvolgendole nella
limitati. risposta sismica globale con accorgimenti costruttivi e
connessioni efficaci e poco turbative.
Tuttavia nel meccanismo a taglio, una volta che il pan-
nello murario è giunto a rottura,possono insorgere altri Il miglioramento di una costruzione monumentale in
comportamenti (meccanismi acquisiti). Ciascun mec- muratura tende ad quindi integrare il suo comporta-
canismo può essere descritto come complesso di azio- mento, previsto nella concezione strutturale della
ni, di spostamenti e di danni indotti alla parte. costruzione muraria per prevalenti carichi statici verti-
Si possono formare gerarchie di meccanismi: cali, senza mutarlo significativamente nelle normali
- meccanismo generale di macroelemento, quando condizioni di esercizio, ma introducendo presidi in
investe la parte nel suo insieme; grado di intervenire “a richiesta” per contrastare azio-
- meccanismo parziale di macroelemento, quando ne ni dinamiche orizzontali, e soprattutto per inibire il
investe una parte significativa; progredire e il sommarsi degli spostamenti che aggra-
- meccanismo locale, quando associato a forme di vul- vano il danno.
nerabilità specifica di parti limitate;
- meccanismo composito (ad es. meccanismo generale Si tratta quindi di “invischiare” gli spostamenti con-
associato a meccanismo locale, oppure meccanismi nessi al comportamento proprio di un edificio, renden-
gemelli paralleli, con cerniera a quote diverse sulla done le strutture più duttili, meno fragili, ed impeden-
facciata in corrispondenza delle cornici marcapiano) do che la somma di spostamenti, dovuta al ripetersi
- meccanismi simmetrici, quando investono in modo ciclico delle azioni inerziali, porti al progressivo aggra-
bilaterale il macroelemento; vamento del danno, piuttosto che tendere tout-court ad
- meccanismo associato o acquisito, meccanismo che impedirlo introducendo elevate rigidezze.
si attiva localmente a seguito dell’avanzamento e svi- Con il miglioramento non si cerca perciò una sorta di
luppo di un altro meccanismo generale. invulnerabilità, ma una sistematica difesa.
In alcune condizioni specifiche è difficile riconoscere 2.5. Altre componenti o condizioni del restauro
PARTE PRIMA
29
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
30
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
ti richiesti, senza che nell’interazione con l’esistente un requisito fondamentale degli interventi e chi ritiene
insorgano effetti secondari negativi tali da diventare trattarsi invece di un requisito impossibile da persegui-
essi stessi fonte di degrado o da compromettere l’effi- re e comunque non significativo.
cacia strutturale dell’intervento. Appare in ogni caso opportuno parlare di aspirazione
Vi è infine una compatibilità costruttiva tra materiali prudenziale alla reversibilità,come possibilità futura di
di apporto e materiali della fabbrica, che spinge alla rimuovere senza danni eccessivi per l’opera l’interven-
ricerca di forme di affinità, pur nella inevitabile diver- to oggi effettuato. In questo caso essa sarebbe limitata
sità. alla sostituibilità senza gravi danni indotti di un inter-
Si è sviluppato in questo campo il dibattito tra l’impie- vento di consolidamento, nel caso per varie ragioni
go di materiali e tecniche appartenenti alla tradizione esso dovesse dimostrarsi inefficiente o dannoso.
costruttiva muraria e materiali e tecniche “moderne”. Se ne può derivare che, maggiori sono i rischi dell’in-
In realtà la questione va opportunamente articolata in sorgere di forme di incompatibilità (meccanica, fisico-
base alla capacità di risolvere la varietà di casi e situa- chimica) tra elemento inserito e struttura preesistente,
zioni, e non giova affrontarla con spirito manicheo. o le probabilità del verificarsi di una limitata durabilità
Ad esempio possiamo distinguere: del nuovo elemento, maggiore deve essere l’attenzione
-impiego di materiali e tecniche di posa affini e tenden- a consentirne la amovibilità futura, ricercando un
zialmente riproduttivi rispetto alla tradizione costruttiva affiancamento non invasivo e ancoraggi puntuali e
constatata nel manufatto o nell’area (ad esempio la “freddi”.
sostituzione di elementi lignei degradati con altri simili Per contro, l’intervento eseguito con materiali e tecni-
per essenza, posizione, lavorazione, ecc); che di cui sono maggiormente accertate la compatibi-
-impiego di materiali tradizionali (legno, pietra, matto- lità e la durabilità, nonchè l’affinità con i modi costrut-
ne, ecc.) con tecniche parzialmente innovative rispetto tivi della fabbrica antica, non necessariamente deve
alla tradizione, o con funzioni rinnovate (ad esempio essere reversibile con facilità, anche in considerazione
impalcati irrigidenti diagonali formati da tavolato del fatto che questo non è un requisito proprio della
sovrapposto a solai o tetti); tradizione costruttiva. Per questi materiali si deve per-
-impiego di materiali e tecniche moderne posti in opera ciò puntare sia al minimo intervento che alla riduzione
ad assolvere funzioni già previste nella fabbrica antica, degli impatti, attraverso accorgimenti e forme di con-
ma venute meno per degrado degli elementi; vedi ad trollo adeguate.
esempio il caso di cordoli-tirante metallici posti in
sostituzione di elementi lignei posti in opera all’inter- Rispetto dell’autenticità
no delle murature e poi degradati; Anche questo requisito è legato al significato che si
-impiego di materiali e tecniche moderne posti in opera attribuisce al termine “autenticità”, in quanto tra gli
con funzione di affiancamento di una struttura indebo- studiosi del restauro vi è chi privilegia l’autenticità
lita. Sovente si pone l’alternativa tra sostituire un ele- della configurazione architettonica e chi quella della
mento ligneo o lapideo non riparabile o conservarlo, materia costitutiva. Prudenzialmente, il rispetto del-
affiancandogli una struttura che lo sollevi dalle funzio- l’autenticità si attua limitando comunque al massimo
ni strutturali. In questo secondo caso, è opportuno che le sostituzioni di materia e di superficie stratificata.
la nuova struttura sia dichiarata come attuale , e perciò
realizzata con materiali e configurazione autonomi. Conservazione della materia
Questo tuttavia non deve spingere a soluzioni ostenta- Come è noto - e vedi quanto già detto a proposito del
te ed invadenti rispetto al contesto; rispetto dell’autenticità- la materia costitutiva dell’ope-
-applicazione di materiali e tecniche della tradizione ra è considerata nel suo insieme portatrice di testimo-
moderna (cordoli, solette, strutture metalliche) inseriti nianze di cultura costruttiva e di segni del passaggio
ad integrare per singole funzioni mirate la struttura del- del tempo. La sua sostituzione fisica o la sua compro-
l’edificio esistente. Diverso, e in linea di principio non missione non sono considerate possibili senza produr-
compatibile, è il caso dell’applicazione di materiali e re una drastica perdita di identità e di potenziale infor-
tecniche della tradizione moderna (strutture in c.a. o in mativo dell’opera, e pertanto sono escluse in via di
metallo, strutture precompresse) secondo concetti principio dall’opera di restauro.
strutturali estranei alla costruzione muraria (ad esem- Tuttavia, a fronte di rilevanti forme di degrado e di
pio la struttura intelaiata), a sostituire interamente la danno, che mettano in pericolo l’esistenza dell’opera e
funzione strutturale dell’edificio esistente; la sicurezza delle persone, è certamente lecito operare
-applicazione di materiali e tecniche innovative mirate anche interventi di modificazione della materia,in base
(fibre di carbonio, malte speciali, ecc.) non ancora dif- al principio del minor danno e del minimo intervento
fusamente sperimentate nel processo applicativo e (vedi). Il superamento di questo principio generale -la
negli esiti, ma potenzialmente in grado di risolvere conservazione della materia- è consentito nell’ambito
problemi sino ad oggi non risolti senza gravi impatti; di una impostazione etica dell’opera di restauro, in
vedi ad esempio il problema del consolidamento delle base alla quale diviene lecito usare mezzi di per sè ille-
volte. citi quando si tratta di perseguire fini doverosi di ordi-
ne superiore.
Reversibilità. Anche attorno a questo termine si è Il problema perciò si sposta sulla capacità di dimostra-
acceso un forte dibattito, tra chi sostiene dover essere re, nell’apparato del progetto, che gli interventi sosti-
PARTE PRIMA
31
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
tutivi sono effettivamente necessari per fini conservati- tuali adottate, possono essere programmaticamente
vi generali, che costituiscono il minimo intervento e dotate di linguaggio figurativo autonomo rispetto all’o-
producono impatti puntuali e comunque mirati sulla pera, oppure semplicemente distinguibili attraverso i
materia. contatti tra preesistenti e aggiunte, e la diversità di
Va ricordato che la conservazione della materia, asso- costituzione materiale, anche se non visivamente
ciata a limitate modifiche alle superfici esterne, con- accentuata (distinguibilità stratigrafica). Questo requi-
sentirà anche in futuro di osservare i segni del danno sito richiesto dal restauro coincide almeno in parte con
come manifestazione del comportamento nel tempo, una necessità propria degli interventi di miglioramento
permettendo di ripetere il processo interpretativo-dia- antisismico, di raggiungere una almeno parziale visibi-
gnostico. E’ perciò un obiettivo che ha significato non lità per consentire la verificabilità nel tempo o quanto
solo come fine dell’opera di restauro, ma anche come meno per facilitare il riconoscimento dell’esistenza del
mezzo per proseguire e verificare nel tempo l’efficacia presidio stesso.
dell’opera di miglioramento. Nondimeno è necessaria comunque una esatta docu-
mentazione degli interventi eseguiti, necessaria a for-
Controllo dell’impatto visivo mare quella “cartella clinica” (o fascicolo del fabbrica-
Per impatto visivo intendiamo le modifiche alla visibi- to) che permetta di valutare il comportamento nel
lità e alla percezione dell’opera conseguenti agli inter-
tempo sia dei presidi introdotti che della fabbrica nel
venti e alle modifiche introdotte dal progetto.
suo insieme.
Prevale la tendenza a ritenere che, se interventi affian-
Il requisito della distinguibilità diventa importante
cati e non invasivi consentono di conservare meglio la
soprattutto per gli inter venti di contrasto dei principali
materia dell’opera, il loro impatto visivo è comunque
più accettabile, ove non ostentato e opportunamente meccanismi in atto o attesi, o nel caso si attuino inter-
contenuto, rispetto ad interventi di radicale sostituzio- venti parziali o a stralci.
ne e ricostruzione. Va detto che il più diffuso intervento di miglioramen-
In questo vi è quindi un profondo mutamento rispetto to, costituito dalla apposizione di tiranti metallici, è di
ai primi decenni del dopoguerra, in cui si riteneva che per sè almeno in parte visibile e riconoscibile come
l’opera strutturale, se completamente dissimulata nella attuale per tecnica esecutiva. Si dovrà tener conto di
costruzione, fosse del tutto legittima, anche a costo di questo, cercando di non dissimulare interamente alme-
forti impatti sulla materia della costruzionne. no i capochiave o le piastre esterne, lasciandole in
parte visibili.
Riconoscibilità degli interventi. Ciò comporta anche che le opere di presidio tempora-
La riconoscibilità degli interventi costituisce un requi- neo, per loro natura prevalentemente esterne, e le opere
sito che la disciplina del restauro richiede a tutte le di intervento definitivo, che si tende a dissimulare
opere di apporto, siano esse integrazioni di lacune o maggiormente nella costruzione anche inserendole al
presidi strutturali. Si attua attraverso opportune forme suo interno, hanno maggiori punti di contatto e posso-
di distinguibilità che, a seconda delle posizioni concet- no in certi casi coincidere.
PARTE PRIMA
32
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
(1) Il decreto è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 feb- fenomeni di danno, alla osservazione e interpretazione dei
braio 1996 meccanismi di dissesto, riconoscibili in particolare attraver-
so gli spostamenti relativi rispetto ai macroelementi contigui
(2) La ricerca ha portato ad osservare il comportamento sotto o gli spostamenti tra parti del macroelemento stesso.
sisma di un numero elevato di chiese, comparando ed analiz- Le interazioni tra i diversi macroelementi -interazioni che
zando la situazione precedente al terremoto con la situazione motivano la dimensione attribuita a ciascun macroelemento
successiva al primo e poi al secondo terremoto, per capire il proprio in virtù del diverso comportamento- avvengono ten-
rapporto tra la vulnerabilità propria di questi manufatti e il denzialmente al bordo di questi; bordo che non può essere
danno effettivamente subito. Lo scopo è quello di trarne con- definito da una netta linea di confine, ma semmai da un’area
siderazioni di carattere più generale sul rapporto tra vulnera- entro la quale con maggiore frequenza avvengono i danni e
bilità e danno, che siano applicabili ad indirizzare l’attività di le discretizzazioni che sono conseguenza del diverso com-
prevenzione di edifici affini non danneggiati. portamento dei macroelementi. Quest’area è definita come
Si tenta quindi una analisi dell’esperienza di danno, per trar- fascia o zona di sovrapposizione; con questo termine si
ne insegnamenti il più possibile codificati e trasmissibili. intende quella parte costruttiva al bordo del macroelemento
considerato, appartenente in via principale ad un altro
(3) “Per macroelemento si intende una parte costruttivamen- macroelemento, la cui descrizione è necessaria per compren-
te riconoscibile e compiuta del manufatto, che può coincide- dere l’insieme dei fenomeni propri del macroelemento esa-
re -ma non necessariamente coincide- con una parte identifi-
minato.
cabile anche sotto l’aspetto architettonico e funzionale (es.
Di conseguenza i fenomeni che si verificano nelle zone o
facciata, abside, cappelle); è di norma estesa almeno ad una
fasce di sovrapposizione verranno descritti due volte, in cia-
intera parete o ad un orizzontamento, ma solitamente è for-
scuno dei macroelementi interessati.” A. DE COLLE, F.
mata da più pareti ed elementi orizzontali connessi tra loro a
costituire una parte costruttivamente unitaria e, in alcuni casi, DOGLIONI, L. MAZZORANA, La definizione e l’utilizzo
volumetricamente definita, pur se in genere collegata e non del concetto di macroelemento, in: Le chiese e il terremoto,
indipendente dal complesso della costruzione. cit.
In realtà, il criterio-guida nella definizione del concetto di
macroelemento e nella sua applicazione pratica per la suddi- (4) “Il concetto di limitare i lavori di rinforzo al minimo
visione in parti della fabbrica è solo marginalmente ed in necessario porta ad utilizzare gli “schemi di risorsa” formati-
subordine di natura architettonica e strutturale, così come si nella statica dell’edificio senza alterarli; trattasi di stati di
formulabile in base a suddivisioni classiche della fabbrica; equilibrio con cui la fabbrica si è spontaneamente difesa, ma
infatti, il principio fondamentale adottato per la suddivisione che durano da secoli per il contrasto e la solidarietà delle
in macroelementi -che, in sostanza,ne legittima l’applicazio-
strutture murarie; il turbarli e l’avviare un diverso sistema di
ne in questa ricerca- costituisce già il risultato di una prima
osservazione del comportamento sotto sisma degli edifici e azioni porta talvolta alla necessità di rifare tutto.” G. GIO-
del loro modo di discretizzarsi in parti macroscopiche. VANNONI, Il restauro dei monumenti, Roma, s.d., pag. 45.
Per macroelemento si intende la parte edilizia nell’ambito La citazione è tratta dal Commento alle “Direttive” del
della quale è osservabile e compiutamente descrivibile un Comitato Sismico nella versione approvata il 147/1989,
comportamento unitario e riconoscibile nei meccanismi di emanata come Circolare n. 1841 del 12 marzo 1991 del
insieme a seguito delle azioni sismiche; è perciò una parte di Ministero Beni Culturali e Ambientali, ad indicare l’ideale
costruzione definita come unitaria in base al comportamento continuità concettuale della nozione di miglioramento rispet-
osservato, e tale da consentire la descrizione dei fenomeni di
to a questo scritto di Giovannoni.
danno con il minor grado di complessità, pur mantenendo
unitaria la lettura del fenomeno che vi si verifica.
In una costruzione continua, qualsiasi suddivisione in parti è (5) Vedi in particolare G. CARBONARA, Teoria e metodi
comunque di carattere convenzionale; in questo caso è parti- del restauro,in Trattato di Restauro Architettonico, diretto da
colarmente finalizzata alla descrizione e localizzazione dei G. Carbonara, vol. I, ed. UTET, Torino, 1996.
PARTE PRIMA
33
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
34
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
35
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
2.5.2 - Avanzamento ulteriore del danno attuale legato pone un elenco di argomenti cui dare risposta, per col-
a vulnerabilità specifica (danno specifico progredien- laudare la parte analitica e spingere alle eventuali inte-
te); grazioni necessarie.
2.5.3 - Avanzamento ulteriore del danno attuale con- La seconda funzione è quella di porre un elenco di
nesso a meccanismi già attivati (danno tipico progre- obiettivi al progetto, rispetto ai quali misurare i mezzi
diente); (gli interventi) e valutare la sistematicità delle risposte.
2.5.4 - Formazione di nuovo danno connesso all’atti- Per svolgere questa funzione, la lista viene redatta con
vazione di nuovi meccanismi. campi affiancati in modo tale da consentire di indicare
2.6 - Valutazioni sul comportamento al sisma di tecni- successivamente, a fronte di ciascun obiettivo ora indi-
che di riparazione e miglioramento in casi affini a quel- viduato, gli interventi di progetto previsti per raggiun-
lo considerato gerlo.
In sostanza, la lista vuole costituire un interfaccia tra
Gli approfondimenti analitici e la diagnosi di vulnera- parte analitica e parte operativa-previsionale della pro-
bilità sono posti in stretta relazione. La vulnerabilità, gettazione, per favorire la consequenzialità tra di esse
descritta in forma di danno atteso per le diverse parti e mantenere un chiaro rapporto tra fattori diagnostica-
(macroelementi), è il risultato di un approccio preva- ti e interventi previsti.
lentemente fenomenologico (nei danni presenti si rico-
noscono i meccanismi già attivati, la cui evoluzione Il contenuto della lista di controllo è descritto nel VI
potrà produrre il danno futuro) cui si affianca un capitolo, nelle Istruzioni alla Scheda di accompagna-
approccio fenomenologico-analogico: data la confor- mento del progetto e nella Scheda stessa, oltre che in
mazione dell’edificio e delle sue parti, si riconosce alcuni dei casi illustrati.
nella memoria di danno (l’archivio degli edifici dan-
neggiati da sisma e le correlazioni tra macroelementi e 4 - Progettazione definitiva degli interventi
meccanismi) la tendenza all’attivazione di dati mecca- 4.1 - Relazione descrittiva dell’impostazione data al
nismi di danno. progetto per raggiungere gli obiettivi inclusi nella lista
Si descrive perciò il danno atteso (progetto di danno). di controllo e dei principali interventi di:
In base a questo e ad altri aspetti che concorrono a - riparazione strutturale degli effetti di danno;
determinare l’efficienza strutturale della fabbrica - miglioramento sismico;
(livello manutentivo, degrado proprio, consistenza - manutenzione e conservazione, (complesso di inter-
strutturale, ecc.) si forma la successiva lista di control- venti volti alla protezione dagli agenti atmosferici, ad
lo che costituisce il punto di riferimento cui deve dare arrestare il degrado materiale in atto e attenuarne gli
risposta la progettazione degli interventi. effetti);
- consolidamento statico (aumento della funzionalità
Il contenuto di questi punti è sviluppato in particolare strutturale in fase statica);
nel capitolo V ed esemplificato in alcuni dei casi pre- - restauro propriamente detto (complesso di interventi
sentati. conservativi, di risarcimento e integrazione applicato
agli elementi architettonici, alle superfici, ai beni fissi
3 - Lista di controllo degli obiettivi di progetto e mobili, ecc.a fini di restituzione di decoro e di frui-
3.1 - Formazione della lista di controllo con elenco sin- zione);
tetico: - ricostruzione di parti eventualmente crollate;
- delle forme di vulnerabilità tipiche e specifiche inoltre:
descritte in forma di danno atteso, a partire dal livello - formazione di dotazioni funzionali e tecnologiche
di danno già raggiunto; (descrizione dei requisiti d’uso che si intendono otte-
- delle carenze manutentive e delle forme di degrado nere in rapporto alla funzione svolta: ad es. accessibi-
proprio accertate o da accertare; lità, dotazione impiantistica anche come adeguamento
- di eventali carenze strutturali tali, se non sanate, da a normative di settore, protezione antiincendio, ecc.).
pregiudicare anche il funzionamento statico; -verifica degli impatti degli interventi previsti sull’i-
- dei caratteri, delle superfici e delle parti cui dedicare dentità storico-architettonica del manufatto; studio di
particolare attenzione conservativa e comunque da non accorgimenti per la riduzione degli impatti, protezione
danneggiare nel corso dell’intervento. in corso d’opera da danni indotti dal cantiere alle parti
fisse, ai beni mobili, ecc.
3.2 - Eventuali prove sperimentali, accertamenti dia-
gnostici in sito o in laboratorio, saggi mirati, ispezioni, Il contenuto di questo punto costituisce la parte fonda-
necessari a completare il quadro diagnostico mentale della “Relazione programmatica”, richiesta al
punto 3 - Criteri di progettazione, delle Direttive
La lista di controllo deve svolgere una duplice funzio- Tecniche emanate dalla Regione Marche. In essa il
ne. La prima è quella di verificare la sistematicità e progettista dichiara le finalità del progetto e i modi (le
completezza agli approfondimenti analitici, evitando tecniche, gli interventi) con cui prevede di raggiunger-
che vengano dati per scontati e non valutati aspetti che le. E’ perciò il documento più diretto e sintetico del
possono avere un ruolo importante per la conoscenza progetto, che dovrebbe essere in grado di consentire a
dello stato e dei caratteri dell’edificio. A questo scopo chi lo legge una chiara comprensione delle scelte com-
PARTE PRIMA
36
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
37
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
38
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
39
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
40
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
4.1. Requisiti richiesti al rilievo dalle “Direttive -storia delle destinazioni d’uso e “storia dei carichi”
Tecniche” (Deliberazione G.R. n. 78 del 18/1/99) e (accidentali e permanenti);
dalle “Istruzioni” del Ministero per i Beni Culturali - storia sismica del manufatto.
e Ambientali
Il testo delle “Direttive Tecniche”, approvato come Il rilievo, come sopra definito, riveste importanza
Allegato A alla Deliberazione G.R. n. 78 del 18/1/99, notevole al fine di individuare utili correlazioni tra la
al punto 2- Analisi storico critica dei manufatti, fissa lettura storica degli elementi costruttivi e le modifica -
gli obiettivi e i principali requisiti dell’attività conosci- zioni intervenute rispetto all’apparato originario, ivi
tiva e del rilievo in particolare. comprese quelle prodotte dagli eventi sismici verifica -
“L’interesse prioritario del progettista deve essere tisi nell’area. In questo caso il progettista potrà rap -
rivolto allo svolgimento delle analisi necessarie per i presentare su un elaborato gli elementi interessati
“settori di indagine” indicati nell’”Allegato A1”, e in dalle vicende sismiche passate, elementi che costitui -
particolare all’analisi storico-critica del bene architet - scono un riferimento utile per la individuazione del
tonico che deve tendere alla sua conoscenza comples - comportamento del manufatto sotto azione sismica, e
siva, ivi compresa la sua storia sismica. le parti più deboli che, per essere state modificate,
La conoscenza deve consentire la comprensione del - costituiscono elemento di discontinuità e disomoge -
l’organismo inteso nella sua unità architettonica e neità rispetto all’insieme.”(Segue).
strutturale originaria, fornendo altresì indicazioni
sulle modifiche e trasformazioni e/o alterazioni avve - Altre indicazioni sono contenute nell’allegato A1 alla
nute in esso nel tempo con particolare riferimento a già citata Delibera, costituite dalle “Istruzioni generali
quelle dipendenti da eventi sismici storici. per la redazione di progetti di restauro nei beni archi-
Strumenti primari della conoscenza sono il rilievo e la tettonici di valore storico-artistico in zona sismica”,
diagnostica. del Comitato Nazionale per la Prevenzione del
Il rilievo, consistente in elaborati grafici e fotografici, Patrimonio Culturale del Rischio Sismico, istituito dal
con relazione esplicativa, consiste in: Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.
- analisi nel dettaglio delle modalità con cui le varie In sintesi, lo scopo della parte analitica del progetto,
parti strutturali partecipano al comportamento di della quale il rilievo è nucleo fondamentale, consiste
insieme dell’organismo, tenendo altresì conto dello nel costruire una adeguata cognizione del manufatto,
stato di degrado presente; che permetta di sviluppare la diagnosi dei dissesti in
- individuazione delle condizioni di collasso della atto e delle forme di vulnerabilità presenti, vero e pro-
struttura già realizzatesi o potenziali, nel piano o fuori prio elenco dei fattori da contrastare con l’intervento.
del piano. Per quelle già realizzatesi distinguere quel - In particolare vanno riconosciuti e descritti:
le “storiche” da quelle dovute all’ultimo evento sismi - - i processi storici di costruzione, trasformazione, dis-
co; sesto;
- rilievo completo del quadro fessurativo ed individua - - la natura e il tipo delle strutture resistenti;
zione dei meccanismi che lo hanno determinato; - i principali caratteri storico-architettonici e di super-
- descrizione dei beni di carattere storico-artistico fissi ficie;
e mobili contenuti nell’edificio, ed individuazione dei - i caratteri costruttivi delle parti e dell’insieme;
danni subiti o potenziali; - lo stato di manutenzione e le forme di degrado pr e-
- rilievo fotografico di corredo. senti;
- il danno sismico storico e il danno sismico ultimo;
Gli elaborati di rilievo devono fornire indicazioni sui - la natura e il tipo dei meccanismi di danno attivati e
seguenti punti: l’entità del danno raggiunto;
- descrizione del comportamento di insieme della strut -
tura considerata nella sua configurazione originaria e Ribadiamo ancora che nell’impostazione data l’insie-
nell’eventuale configurazione storicamente modificata; me degli effetti di dissesto (i “danni”) costituisce un
PARTE PRIMA
41
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
patrimonio di conoscenza prezioso e insostituibile, 4.2. Il rilievo per il progetto di miglioramento nel
estremamente utile allo studio del progetto di miglio- restauro
ramento antisismico dell’edificio danneggiato. Il Intendiamo per “rilievo” il sistema informativo e docu-
danno è il risultato di una sperimentazione naturale al mentario, risultante da misurazioni e da descrizioni di
vero, che consente di risalire al comportamento dell’e- varia natura, dalla raccolta e prima codificazione di
dificio. dati, da mirate osservazioni analitiche, la cui restitu-
Inoltre, il carattere recidivante del danno, come conse- zione su supporto grafico o grafico-fotografico consen-
guenza di un comportamento sostanzialmente ripetuto te di descrivere, insieme alla geometria e all’assetto
nel tempo, con la frequente presenza di danni cumula- costruttivo della fabbrica, i segni rivelatori del suo
ti, ne fa una importante segnale del comportamento e comportamento nel tempo, per dedurne le forme di
del danno futuro. vulnerabilità attuali.
Abbiamo già rimarcato come il concetto di comporta- Il rilievo di un manufatto, per essere funzionale al pro-
mento strutturale sia centrale nella stessa definizione getto di miglioramento nel restauro, deve svolgere
data in sede legislativa del miglioramento sismico, e almeno tre funzioni.
come esso sia assunto al tempo stesso come una carat-
teristica da non mutare radicalmente e rispetto alla La prima funzione consiste nel misurare, rappresenta-
quale commisurare gli interventi previsti dal progetto. re e descrivere i dati di fatto fisici in base ai quali è pos-
Ma il comportamento è associato alla conformazione sibile analizzare la costituzione propria e il comporta-
della fabbrica e alle caratteristiche dei suoi elementi mento passato dell’edificio, per individuare le forme di
resistenti. Se sono mutati la conformazione o gli ele- vulnerabilità tipiche e specifiche presenti.
menti resistenti il comportamento precedente non è Perciò dovranno essere descritti:
legittimamente interpretabile se non associandolo alla - la conformazione geometrica e le dimensioni della
configurazione che l’edificio aveva nel momento in cui fabbrica;
ha subito il danno. - i materiali e i caratteri architettonici e costruttivi delle
Per questo motivo il danno va inserito nella sequenza parti dell’edificio;
cronologica delle trasformazioni e il comportamento - le tracce del processo storico di costruzione e trasfor-
mazione, soprattutto quando comportano la presenza
riferito all’assetto contemporaneo al danno. Per inter-
di discontinuità strutturali;
pretare il comportamento di lungo periodo studiando i
- il livello di efficienza/inefficienza manutentiva;
danni remoti bisogna conoscere la storia costruttiva
- la presenza di forme di degrado proprio, anche in
della fabbrica. Se ne deduce che esiste un tratto di stra-
conseguenza di carenze manutentive, soprattutto quan-
da analitica del tutto comune tra progetto di restauro
do comportano la riduzione o la perdita di efficienza
architettonico, fondato anche sulla storia della fabbri-
strutturale dell’elemento interessato;
ca, e studio del comportamento per il progetto di - gli effetti di dissesto statico e sismico (“danni”), ed il
miglioramento. livello di danno raggiunto;
- la natura, il tipo e la collocazione di interventi recen-
Riconoscimento, misurazione e interpretazione dei ti, soprattutto se rivolti a consolidare l’edificio e a
danni come effetto di un dato comportamento, da un migliorarne il comportamento al sisma.
lato, e investigazione dei caratteri storico-costruttivi Si tratta quindi di rilevare tutti quei dati sui quali si può
dall’altro, sono quindi i due orizzonti del rilievo che fondare la diagnosi di vulnerabilità, facilitandola attra-
devono svilupparsi in parallelo per approfondire il pro- verso una disposizione ordinata e chiara.
getto di restauro con finalità di miglioramento antisi-
smico. Allo stato di danno, del quadro fessurativo e di La seconda funzione, in parte già assolta con i dati
dissesto, attribuiamo il significato di manifestazione raccolti per la prima funzione, consiste in una più mar-
del comportamento nel tempo a fronte di azioni stati- cata caratterizzazione e attribuzione di significato sto-
che o dinamiche, in base al quale ipotizzare il probabi- rico-architettonico alle parti, alle superfici decorate e
le comportamento futuro. non, e in genere alla materia costruita come portatrice
di valori e dati da trasmettere nell’opera di restauro, e
In questa impostazione, i dati raccolti dal rilievo devo- comunque da danneggiare il meno possibile nell’inter-
no essere mirati in primo luogo al riconoscimento dei vento di miglioramento.
meccanismi di danno già presenti e attivati. Infatti, se l’opera di miglioramento ha come fine prin-
Osservando la stratificazione del danno e delle opere di cipale la conservazione del manufatto di fronte a futu -
riparazione compiute in passato, ove riconoscibili, è ri eventi sismici, il rilievo deve contenere quegli ele-
possibile sia interpretare stati di danno turbati, sia la menti utili a valutare gli impatti degli interventi previ-
progressione temporale dei meccanismi e la presenza sti per consetire di minimizzarne l’entità, riducendo il
di danni recidivanti.Tutto questo è di grande utilità per rischio che il fine (la conservazione dell’autenticità
formare una visione diacronica (storica) del comporta- materiale anche di fronte al sisma) venga prevaricato
mento. Va inoltre compiuta una descrizione del grado dai mezzi impiegati (la componente distruttiva degli
di efficienza manutentiva del manufatto e del degrado interventi di miglioramento).
proprio presente, in quanto condizionanti l’efficienza e Perciò nel rilievo dovranno essere indicate:
la durabilità strutturale dell’edificio. - le caratterizzazioni/qualificazioni delle diverse super-
PARTE PRIMA
42
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
fici presenti, decorate e non ( affreschi, decorazioni, zioni su grafici unitari, selezione e amplificazione dei
intonaci di vario tipo, murature a vista, pavimenti, dati maggiormente utili,presenza per i diversi segmen-
ecc.); ti tematici di sintesi descrittive e interpretative in forma
- il significato dei diversi tipi di struttura, anche ricon- scritta e attraverso schemi semplificati) si propone di
ducibili ai processi di costruzione e trasformazione utilizzare un lessico di riferimento per la descrizione
messi in luce da un pur speditivo rilievo stratigrafico; dei fenomeni osservati e una grafia convenzionale
- gli elementi di particolare rarità, di intrinseco signifi- codificata, con simboli tra loro compatibili e cumula-
cato formale e materiale, di valore documentario, ecc.; bili, per ridurre il rischio di equivoci o perdite di chia-
- la presenza di contesti unitari o particolarmente signi- rezza.
ficativi (ambienti interni, fronti o parti eccezionalmen-
te conservate); Esaminiamo quindi i vari contenuti richiesti al rilievo,
- la presenza di arredi mobili o fissi che potrebbero le possibilità di sintesi e di amplificazione, le grafie
essere danneggiati nel corso dell’intervento. realistiche o convenzionali e le varie forme descrittive.
La terza funzione è quella di produrre la base grafica Proponiamo di articolare il complesso analitico che
del progetto, tale da consentire con chiarezza la descri- denominiamo “rilievo” in due segmenti tematici stret-
zione e la localizzazione precisa in ciascuna parte della tamente interrelati, rappresentati dal rilievo metrico,
fabbrica dei diversi interventi previsti, anche per facili- architettonico-costruttivo e del degrado proprio
tarne una applicazione mirata, di per sè in grado di (con valenza strutturale) e dal rilievo del quadro
ridurre gli impatti. Il progetto, che si prevede perciò di fessurativo e deformativo. Ad essi fanno riferimento
redigere in sovrapposizione a tale base, solo mutando i due distinte legende grafiche, utilizzabili congiunta-
simboli grafici applicati, deve poter diventare una sorta mente nei medesimi elaborati.
di rilievo degli interventi che saranno eseguiti. La
sovrapposizione del progetto ad un efficace rilievo 4.3. Il rilievo metrico, architettonico-costruttivo e
dello stato attuale è fatto molto importante soprattutto del degrado proprio (con valenza strutturale)
per localizzare le opere di riparazione e per contrasta- In primo luogo, è evidente la necessità di disporre di un
re le vulnerabilità specifiche, ma anche per indicare le rilievo geometrico (piante, prospetti e sezioni) in scala
parti e le superfici che devono comunque essere con- adeguata, che può essere indicata nella scala 1:100 per
servate nella loro autenticità materiale. i grandi edifici e in 1:50 per gli edifici di media e pic-
cola dimensione, e dotato di un sufficiente livello di
Si tratta comunque di raccogliere e coordinare una ele- precisione.
vata quantità di informazioni tra loro eterogenee, che Tuttavia, non è necessario che la precisione sia costan-
devono essere riportate su uno o più supporti, grafici, temente elevata per tutta la fabbrica. Ai fini diagnosti-
fotografici o a descrizione scritta. Questo comporta il ci, è invece importante disporre di un numero relativa-
rischio di accumulare dati ridondanti e che possono mente limitato di punti di controllo di più accentuata
interferire tra loro, sviando o rendendo più complessa precisione metrica, rilevati nelle posizioni utili a svela-
l’interpretazione dei fenomeni fondamentali. E’neces- re le geometrie di dissesto, non sempre percepibili ad
sario quindi cercare un buon livello di funzionalità ed occhio nudo, e a misurare l’entità e l’articolazione spa-
efficacia del rilievo, che sia compatibile con la sua eco- ziale dei dissesti macroscopici (vedi quanto detto di
nomica realizzazione. seguito per il rilievo del quadro fessurativo e deforma-
Ad esempio è opportuno: tivo).
-ridurre per quanto possibile la produzione separata di
grafici dedicati a singole categorie di informazioni (es. Nella scelta delle sezioni verticali o delle quote di
rilievo metrico, rilievo descrittivo, rilievo dello stato di sezione orizzontale per l’esecuzione delle piante, è
dissesto), fatto che di per sè appesantisce con una gran- opportuno dare preferenza a quelle che meglio descri-
de mole cartacea gli elaborati di progetto e rende più vono il complesso strutturale, e che maggiormente si
difficile l’interazione tra i dati consentita da una visio- presteranno all’inserimento grafico e alla localizzazio-
ne sinottica. Tuttavia i diversi tipi di dato, pur riportati ne degli interventi di progetto. Ad esempio, è necessa-
se possibile su un unico supporto, devono essere con- rio includere sempre la pianta delle orditure dei tetti, o
servati dal progettista anche su grafici o su supporti la pianta con la vista estradossale di volte e sottotetti,
informatici separati, in modo tale da consentirne il anche non praticabili.
richiamo o la rielaborazione tematica ove necessario; E’ consigliabile perciò, prima di procedere alle opera-
-operare una ricerca e selezione mirata dei dati, ampli- zioni di rilevamento, compiere una accurata ispezione,
ficandone alcuni rispetto ad altri, in quanto maggior- redigere alcuni eidotipi a schizzo anche schematici, e
mente rilevanti ai fini dell’opera di miglioramento; formare un programma del rilievo da realizzare, in par-
-effettuare sintesi descrittive e interpretative dei dati e ticolare selezionando le sezioni più utili.
fenomeni relativi ai vari segmenti tematici (es. stato di
dissesto, processi di trasformazione, stato di manuten- Per il rilievo metrico, è essenziale la presenza di una
zione), in forma scritta e con l’ausilio di schemi sem- quota 0 di riferimento, oltre alle usuali quotature alti-
plificati, da riportare nella relazione del progetto. metriche e planimetriche.
Per raggiungere questi scopi (sinotticità delle informa- Per il rilievo dei caratteri architettonici e costrutti-
PARTE PRIMA
43
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
vi, va operata la scelta tra la descrizione grafica ten- variare dei materiali, delle tecniche e di continuità par-
denzialmente realistica e l’inserimento di fotografie ziali, dovute all’imperfetto ammorsamento con le
piane in scala nel grafico, anche a campioni. La descri- murature preesistenti. Date le ripercussioni strutturali
zione grafica è più rapida e funzionale nel caso di di tali discontinuità, che spesso introducono vulnerabi-
manufatti di semplice configurazione e prevalentemen- lità specifiche nel comportamento della costruzione, è
te intonacati; nel caso di tessiture murarie a vista o di necessario per quanto possibile individuarle e descri-
apparati decorativi, quali affreschi, o di arredo, il foto- verle, per poterne neutralizzare nel progetto gli effetti
piano o fotomosaico in scala approssimata delle super- di indebolimento;
fici murarie, oltre ad essere più rapidi, evitano i rischi - la seconda indica le forme di degrado proprio degli
connessi alla selezione dei segni nel disegno. elementi costruttivi, limitandosi a quelle che riduco-
L’esistenza di programmi di elaborazione fotografica no l’efficienza meccanica della struttura (as es. erosio-
con raddrizzamento anche da foto non metriche rende ne profonda dei giunti, fratturazione diffusa della pie-
questa operazione di facile esecuzione. tra). Va ricordato che il degrado strutturale, inteso
I grafici al tratto o con parti a fotomosaico vanno com- come decadimento della funzionalità meccanica, si
pletati l’applicazione di sigle indicative dei diversi tipi compone, oltre che degli effetti di dissesto, anche degli
di elemento o di carattere costruttivo, riferite ad un effetti del degrado proprio dei materiali costitutivi,
abaco/elenco generale di tipi costruttivi, ed integrabile come ad esempio l’immarcimento della testa di una
per gli elementi non contemplati. capriata, la ridotta funzionalità strutturale della mura-
Questa parte viene suddivisa in tre sezioni: tura a seguito della perdita di legante tra i giunti, ecc.
- la prima riguarda le parti strutturali di antica A volte, degrado materiale proprio e degrado struttura-
costruzione (murature, cornicioni, solai, tetti, tiranti, le si amplificano concatenandosi, formando processi
volte ecc.); gli elementi più significativi (ad es. para- articolati ma ben riconoscibili. Si escludono perciò in
menti e sezioni murarie ove osservabili, strutture di questa sede i fenomeni di degrado limitati alla superfi-
volte e di solai,nodi di appoggio delle orditure del tetto cie (ad esempio la presenza di croste nere o depositi),
sulla muratura) devono essere sistematicamente docu- oggetto di specifici approfondimenti conservativi;
mentati con fotografie e, ove possibile, con disegni di - la terza richiama sommariamente le condizioni
dettaglio che saranno utilizzati per i particolari costrut- manutentive degli elementi di protezione quali l’effi-
tivi del progetto; cienza del manto di copertura, di gronde e pluviali, dei
- la seconda riguarda le superfici e gli elementi di fini- sistemi di raccolta delle acque al suolo. Gli aspetti più
tura di antica costruzione, o comunque di interesse importanti da segnalare sono quelli che hanno già avuto
storico-architettonico, (murature con trattamento a o potranno avere in futuro un ruolo scatenante nel cau-
vista, intonaci, affreschi, pavimenti, ecc.), oltre agli sare o favorire la perdita di efficienza strutturale.
arredi fissi e mobili di pregio; Si pone attenzione soprattutto alla protezione dalle
- la terza descrive, per quanto riconoscibili, le parti o acque meteoriche e al loro allontanamento dalla zona
gli interventi strutturali di recente inserimento, nel fondale, accertando perciò la tenuta di tetti, di manti di
caso in cui l’edificio sia stato oggetto di interventi ope- copertura, di converse, grondaie e pluviali con relative
rati con tecniche moderne in tempi recenti (cordoli in canalizzazioni a terra, alla permeabilità all’acqua bat-
c.a., cappe in calcestruzzo su solai e tetti, solai in tente dei paramenti e rivestimenti esterni.
cemento o laterocemento, iniezioni, ecc.). Nel caso si
disponga di notizie in merito ad interventi recenti (pro- 4.4. Il rilievo del quadro fessurativo e deformativo.
getti, perizie, testimonianze dirette) ma non siano Il rilievo del quadro fessurativo e deformativo osserva
osservabili gli interventi, è opportuno descrivere attra- e registra le varie forme di degrado strutturale che l’e-
verso note sui grafici quanto conosciuto, e riportare in dificio ha subito nel tempo. In esso confluiscono per-
relazione i dati. ciò sia gli effetti di dissesti statici, esauriti o in atto, sia
Debbono essere indicate anche le aree sulle quali sono i danni connessi a dissesti di origine dinamica causati
stati eseguiti saggi di accertamento, il cui tipo e risul- da terremoti avvenuti in antico o dall’ultima recente
tati vanno descritti in relazione, analogamente ad even- crisi sismica.
tuali sondaggi geognostici e/o saggi per l’accertamen- Non è sempre facile distinguere il complesso causale
to della consistenza delle fondazioni. di un danno, in quanto spesso si sommano o interagi-
scono diversi fattori; tuttavia al rilievo si chiede non di
Anche il rilievo dei fenomeni di degrado e dei fatto- interpretare la causa del danno, bensì di raccogliere e
ri che riducono l’efficienza strutturale è diviso in tre disporre tutte le informazioni che possono consentirne
sezioni: e facilitarne la diagnosi. Va tenuto comunque presente
- la prima segnala, attraverso una stratigrafia macro- che ogni danno esistente costituisce un allontanamento
scopica, le discontinuità costruttive che costituiscono dall’efficienza strutturale e induce forme di vulnerabi-
la conseguenza dei processi di costruzione e trasfor- lità, e che pertanto anche gli effetti dei dissesti di ori-
mazione, come angolate o spalle inglobate senza gine statica dovranno essere descritti, diagnosticati e
ammorsamento da riprese murarie, oppure disconti- riparati, così come si dovrà intervenire per sanare il
nuità costruttive in nodo murario. Il complesso di tra- degrado proprio di alcuni componenti.
sformazioni compiute nel tempo ha lasciato nell’edifi- Per operarne il riconoscimento e la descrizione possia-
cio un reticolo di eterogeneità costruttive, dovute al mo suddividere gli effetti di dissesto (che nel loro
PARTE PRIMA
44
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
insieme concorrono a determinare il degrado struttura - tipo: perdite visibili di continuità della struttura mur a-
le o danno) in due principali manifestazioni, in genere ria, che si manifestano attraverso il formarsi di separa-
associate tra loro anche se non sempre riconoscibili zioni macroscopiche tra parti (1). Sono usualmente
simultaneamente: denominate lesioni. Se il fenomeno interessa elementi
- lesioni fisiche legate a degrado strutturale; unitari in pietra o cotto, si denomina frattura;
- modificazioni della geometria, ossia mutamenti par- - fratturazioni concentrate (in elementi in pietra o
ziali dell’assetto geometrico che la costruzione aveva cotto, con presenza o meno di scagliature), decoesioni
precedentemente al danno. marcate e localizzate con o senza espulsione di parti
(in muratura), corrugamenti e distacchi di intonaco:
Ai fini della diagnosi, è necessario avere a disposizio- si tratta di effetti riconducibili a schiacciamento in
ne contemporaneamente entrambe i tipi di dato, in zone di cerniera, a martellamento tra corpi, a punzona-
quanto l’associazione tra modificazioni della geome- mento/schiacciamento della muratura nella zona di
tria e lesioni fisiche porta in genere a restringere le appoggio di travi o capriate, ecc.;
possibili interpretazioni più di quanto avvenga analiz- - decoesione diffusa di muratura (perdita di adesione
zandoli separatamente. tra malta di allettamento e supporti in pietra o matto-
Vi è una diffusa tendenza ad identificare e descrivere ne), cavillature diffuse e lesioni ravvicinate non
il danno attraverso le sole fratture e, dove esistono, i descrivibili graficamente, sconnessione di impalcato
crolli. In realtà, per la descrizione del danno come in cotto di tetto o solaio o di pavimento, con perdita di
fenomeno complesso e per costituire la base analitica legante tra i giunti, deformazioni, ecc.;
utile alla sua interpretazione, intesa come “lettura - sfilamento (di elemento ligneo dalla muratura di
strutturale”, è necessario riconoscere contestualmente appoggio), slittamento (di coppi sul tetto, di elementi
e misurare con un adeguato livello di precisione gli litici appoggiati), scorrimento (tra elementi in pietra o
spostamenti e le deformazioni. Non disponendo, in muratura, ove si manifesta come traslazione relativa
genere, di rilievi di sufficiente precisione precedenti al rispetto ad un giunto in cui si forma una lesione chiu-
danno, rispetto ai quali dedurre il differenziale, gli spo- sa;
stamenti possono essere stimati come deviazione dalla - rottura (perdita di continuità di singoli elementi,
regolarità geometrica prevedibile. Questo apre delicati come tiranti in metallo, elementi in legno), collasso
aspetti concettuali e di metodo. Il problema è ancora con deformazione grave e permanente di capochiave in
più marcato per alcuni tipi di deformazione (ad esem- metallo, di elementi in legno, ecc. ;
pio deformazioni plastiche nel piano della muratura), - crolli di parti (perdite macroscopiche di materia
la cui stessa presenza molto spesso sfugge in quanto della costruzione, con caduta di parti strutturalmente
non danno luogo a fessurazioni visibili, e viene dedot- rilevanti), caduta di elementi da cornici, espulsioni di
ta in fase di interpretazione meccanica del fenomeno conci da paramenti murari, ecc. In caso di crollo di
come condizione complementare ai danni osservati. notevole entità, è opportuno, oltre a segnalare il profi-
Il lessico relativo ai fenomeni di degrado strutturale lo di crollo, inserire la descrizione virtuale della parte
viene articolato in rapporto al tipo di materiale su cui crollata, desumendola da rilievi e da documentazione
si verifica. Ad esempio, viene definito slittamento lo fotografica.
spostamento a valle dei i coppi del tetto e scorrimento
lo spostamento relativo tra due conci in pietra, che Una parte dei danni va descritta sui grafici in modo
determina nel giunto un particolare tipo di lesione realistico (fessurazioni, fratture e lesioni, crolli), in
chiusa. La deformazione può riguardare in modo rico- quanto il disegno del loro tracciato riveste di per sè
noscibile e macroscopico un elemento ligneo, una importanza diagnostica; gli altri danni sono descritti
lastra in pietra degradata oppure, in modo più difficil- con simboli convenzionali, in quanto è sufficiente il
mente avvertibile, una muratura. Si è scelto di rag- riconoscimento del fenomeno e la sua localizzazione.
gruppare nella simbologia grafica i fenomeni affini, E’ opportuno comunque operare una documentazione
anche se diversamente denominati e di diversa portata fotografica di dettaglio dei fenomei più significativi
strutturale, dove, data la diversità dei materiali in cui si (vedi oltre).
verificano, non sono possibili equivoci. Per i fenomeni Oltre che localizzati e descritti realisticamente, i trac-
di degrado e per quanto compatibile si è fatto riferi- ciati di lesione vanno misurati e caratterizzati. L’entità
mento alla Raccomandazione NORMAL 1/88, e il verso di spostamento relativo dei due cigli in diver-
Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei: si punti della lesione costituiscono un tratto necessario
Lessico, CNR e ICR. alla descrizione del fenomeno, molto importante per
l’interpretazione dei meccanismi di dissesto che l’han-
Il rilievo degli effetti di dissesto sulla materia della no prodotta. La caratterizzazione va riportata sui foto-
costruzione (danni fisici) consiste in una descrizione piani delle superfici o sui grafici di insieme e, a mono-
e localizzazione dei diversi fenomeni, associati per grafia, sulle foto dei singoli tratti esaminati.
affinità e per semplificazione grafica in sei gruppi, e Inoltre, rispetto ad una terminologia diffusa, non è rile-
nella successiva misura dell’entità del fenomeno e di vante tanto il fatto che una lesione sia “passante” o
alcuni altri tratti caratteristici funzionali alla fase dia- meno, quanto che sia riscontrabile su entrambe le
gnostica. I gruppi di fenomeni sono: facce, con analoga o diversa configurazione , in posi-
- fessurazioni, fratture e lesioni marcate di vario zione speculare o diversa, ecc.; oppure che non sia
PARTE PRIMA
45
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Parti sezion. Parti viste RILIEVO METRICO, ARCHITETTONCO- COSTRUTTIVO E DEL DEGRADO
In pianta In pianta
e in alzato e in alzato RILIEVO METRICO
0,00 0,00
Quota 0 relativa e linea orizzontale di riferimento in sezione e prospetto
+64 +64
Quote altimetriche rispetto a quota 0
RILIEVO DEI FENOMENI DI DEGRADO E ALTRI FATTORI CHE RIDUCONO L’EFFICIENZA STRUTTURALE
Discontinuità costruttive: Degrado generalizzato di elemen-
Angolate o spalle con riprese to ligneo (attacchi biolog ici,
costruttive accostate senza am- immarcimenti,)
morsamento
Degrado della struttura minuta e/o
Discontinuità costruttiva in nodo dell’impalcato
murario (muro accostato senza
morse) Altro (descrivere)
PARTE PRIMA
46
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Parti sezion. Parti viste Parti sezion. Parti viste RILIEVO DEL QUADRO FESSURATIVO E DEFORMATIVO
In pianta In pianta
e in alzato e in alzato DESCRIZIONE DEGLI EFFETTI DEL DISSESTO SULLA MATERIA DELLA COSTRUZIONE
(DANNI FISICI)
Fessurazioni, fratture e lesioni di vario tipo: inserire nei grafici (sulle superfici viste) i tracciati reali, con
segno tendenzialmente proporzionato all’entità della lesione (es. tratto 0,15 ampiezza fino a 3 mm,0,3 da
3 mm a 1 cm., 0,5 da 1 cm. a 3 cm., doppio tratto oltre 3 cm.). Nelle parti sezionate in pianta e in sezio-
ne vert. segnare il punto di incidenza della lesione su ciascuna delle due superfici murarie.
Fratturazioni concentrate, decoesioni localizzate con o senza espulsione di parti, corrugamenti di intona-
co ( in genere riconducibili a fenomeni di schiacciamento, martellamento, punzonamento di travi all’ap-
poggio, ecc.)
Decoesione diffusa di muratura (perdita di adesione tra malta e supporti),cavillature diffuse e lesioni rav-
vicinate non descrivibili graficamente, sconnessione di impalcati in cotto
15 Sfilamento (di elemento ligneo dalla sede nella muratura), slittamento o scorrimento con giunto chiuso
15
(tra elementi in pietra o blocchi in muratura) - in mm.la dislocazione
Crolli di parti e/o caduta di elementi da paramenti (segnare bordo di crollo e ricostruzione grafica della
parte crollata, in base a rilievi, documentazione fotografica, ecc.)
PARTE PRIMA
47
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
riscontrabile su entrambe le facce, cosa che potrebbe posteriori, è opportuno predisporre una lavagna in cui
indicare, ad esempio, la formazione di una cerniera sono riportate le indicazioni opportune e fotografarla
aperta su un lato e chiusa sull’altro. insieme alla parte interessata.
Nel caso le condizioni lo consentano e ne rendano
Una operazione complementare e necessaria è costitui- opportuno l’utilizzo, possono essere realizzati fotopia-
ta dalla descrizione e misura degli spostamenti ni, possibilmente in scala, o fotomosaici con tratta-
riconducibili al dissesto (modificazioni geometri- mento informatico delle immagini per raddrizzare i
che). singoli fotogrammi e unirli tra loro. Il fotopiano può
Come si è detto, l’obiettivo della elevata precisione sostituire in tutto o in parte la restituzione grafica degli
metrica non deve essere necessariamente esteso a tutta alzati, soprattutto per rilevare superfici con ornati pla-
la fabbrica e a ciascuna sua parte. E’essenziale invece stici o pittorici molto articolati, murature a vista forte -
che esistano punti o linee di controllo per la misura mente caratterizzate nella tessitura o con quadri fessu-
degli spostamenti,di più marcata affidabilità, mirati sia rativi particolarmente complessi, la cui restituzione
a svelare e descrivere esattamente geometrie di disse- grafica comporterebbe una inevitabile selezione e sem-
sto non apprezzabili ad occhio nudo, sia a rilevare l’en- plificazione. Alle foto così trattate possono essere
tità e l’articolazione di dissesti anche macroscopici. Si sovrapposte le quote metriche di riferimento e le anno-
possono utilizzare accorgimenti per enfatizzare il dato, tazioni dei dati relativi al quadro fessurativo e di disse-
rendendolo maggiormente leggibile: ad esempio, la sto operate con la grafia convenzionale proposta.
deviazione dal piano verticale o orizzontale di una
muratura viene esaltata se le deformate, ottenute colle- 4.6. Ricerca storica e Relazione storico-architetto-
gando i punti misurati strumentalmente, sono accen- nica
tuate aumentando di dieci volte la scala della deviazio- Alla ricerca storica si richiede, fondadosi su docu-
ne dal piano rispetto a quella del rilievo di base, e menti opportunamente ricercati e letti, di interpretare il
ponendo a riferimento della deformazione così accen- processo di costruzione e modifica nel tempo dell’edi-
tuata la linea orizzontale o verticale del tracciato ficio, delineando le diverse fasi costruttive, i caratteri e
assunto come “regolare”, oltre alla quota reale della gli elementi di contesto -quali la proprietà, la commit-
deviazione. tenza, l’uso- utili a comprendere il permanere o il
Porre a confronto, ad esempio, la deformata di una mutare dell’assetto della fabbrica, gli eventi anche
volta o l’assetto verticale dei due piani murari in corri- traumatici che possono averla interessata, quali incen-
spondenza di un’angolata, con il tracciato che ci si di, crolli o altri fatti. Una particolare attenzione va
potrebbe attendere come regolare (un arco a raggio posta alla cronologia sismica e alla ricostruzione degli
costante, un piano verticale), permette di apprezzare eventuali trascorsi di danno riconducibili ad eventi
fenomeni anche poco percettibili, fornendo un impor- sismici del passato.
tante ausilio grafico alla comprensione dei fenomeni. La relazione deve fondarsi sui diversi tipi di fonte utile,
che vanno per quanto possibile riportati in modo
4.5. Rilevamento e documentazione fotografica testuale o riprodotti, citando sempre il riferimento
La documentazione fotografica deve descrivere in bibliografico e/o archivistico dei documenti via via
modo esaustivo lo stato visibile e le condizioni attuali utilizzati.
dell’edificio, in modo tale da costituire un documento Tra i diversi tipi di fonte possiamo citare:
efficace sullo stato che verrà modificato dall’intervento. - fonti archivistiche costituite, ad esempio, da atti nota-
Oltre alle foto di insieme e di contesto, che devono rili, testamenti, contratti per lavori, visite pastorali;
consentire di comprendere l’inserimento ambientale - documenti grafici quali catasti, disegni di progetti,
dell’edificio, le riprese generali devono interessare tutti atti di commissioni d’ornato;
i fronti, i principali ambienti interni, incluse le zone - iconografie di varia natura, quali rappresentazioni pit-
ordinariamente meno accessibili, come i sottotetti e gli toriche o a stampa che includono l’edificio, disegni o
scantinati. Devono poi essere effettuate riprese di det- schizzi;
taglio mirate a descrivere i quadri fessurativi e le varie - documenti fotografici d’epoca;
manifestazioni di dissesto,gli effetti di degrado o man- - fonti bibliografiche edite, tra i quali gli eventuali testi
cata manutenzione, i principali elementi costruttivi, specifici che trattano in modo monografico dell’edifi-
architettonici o decorativi. La documentazione foto- cio o del suo autore, e i testi di carattere generale, che
grafica deve perciò essere il risultato di una sistemati- trattano la storia locale, le guide o altro;
ca campagna di rilevamento fotografico, opportuna- - testimonianze dirette.
mente preordinata e costituita da un numero di riprese
adeguato alla complessità dell’oggetto. La ricerca delle fonti storiche si presenta in genere
Le stampe delle diverse foto, ciascuna delle quali data- ardua e il più delle volte dà luogo a risultati frammen-
ta, numerata e con didascalia illustrativa, vanno ordi- tari, soprattutto se condotta in un arco di tempo non
nate su un fascicolo. Una planimetria schematica ripor- adeguato. Inoltre richiede una specifica preparazione, e
terà i punti di ripresa delle foto con il numero relativo, per questo è opportuno sia condotta da specialista, che
in modo da facilitare il riconoscimento della parte rap- collabori con il progettista non solo nella fase di ricer-
presentata. Quando si fotografano elementi di dettaglio ca e lettura testuale, ma anche in quella interpretativa,
o parti di cui può essere difficile la localizzazione a valutando il grado di attendibilità e la capacità docu-
PARTE PRIMA
48
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
49
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
50
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
51
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Studio del quadro fessurativo della chiesa di S. Bartolomeo a Trento, con riprese di tratti di lesione e frecce indicanti i vettori di
spostamento ottenuti congiungendo i cigli di lesione. Elaborazione di Marco Baldi e Nicola Predelli.
PARTE PRIMA
52
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
5.1. La diagnosi di vulnerabilità sismico-struttura- timpano, riscontrata in Emilia e nelle Marche e rara in
le e di danno ulteriore atteso (progetto di danno) in Friuli, condiziona le linee di cerniera dei meccanismi
base alla casistica di danno di facciata nelle chiese.
Posto che ciascun danno avvenuto in un edificio antico Analogamente, il variare delle tradizioni costruttive e
è comunque diverso da qualsiasi altro danno in un altro dei materiali impiegati influenza le evoluzioni del
edificio -non fosse altro perchè non esistono due edifi- danno e le vulnerabilità specifiche. Perciò, le trasposi-
ci antichi identici, due muri identici, ecc.- possiamo zioni da regione e regione sono possibili e utili, ma
sviluppare il nostro sforzo di studio delle modalità di vanno operate con accortezza, verificando il tessuto di
danno in due direzioni. analogie e differenze esistenti.
La prima tende a cogliere i tratti comuni esistenti tra i Per le finalità del “codice di pratica” gli studi che si pro-
diversi danni, formando schematizzazioni e semplifi- pongono di seguito sul danno sismico, inevitabilmente
cazioni volte a mettere in luce i tratti fondamentali del sintetici, integrano la casistica di danno già esistente
fenomeno e a formare classi di fenomeni affini; è la con i fenomeni constatati nel terremoto umbro-marchi-
ricerca delle vulnerabilità tipiche e dei meccanismi di giano. Va detto che questi studi richiederebbero un
danno estesi a parti (macroelementi). Vedi di seguito tempo maggiore e significativi investimenti di ricerca
gli studi di A. Moretti sulle chiese e di G. Canofeni per poter produrre elaborazioni compiute. Ad esempio,
sugli edifici urbani. il passaggio dall’osservazione di singoli casi, spesso
La seconda indaga i motivi della differenza, ossia della
chiari ed istruttivi per la comprensione dei fenomeni,ad
particolare evoluzione che ha avuto il fenomeno in
una vera ricerca epidemiologica (in quanti edifici che
quel dato caso, riconducibili a tecnica e storia costrut-
presentavano quelle condizioni di partenza si è svilup-
tiva, alla storia di danno e di degrado; è la ricerca delle
pato quel dato danno) comporta una sistematica analisi
vulnerabilità specifiche e dei fattori che le influenzano.
Vedi in particolare il contributo di F. Marino. di un numero elevato di casi anche privi di danno, anzi-
Nell’ultimo decennio si sono formate alcune banche chè di pochi casi patologicamente eclatanti.
dati dei danni avvenuti al patrimonio monumentale e ai Il progetto di danno consiste perciò:
sistemi interpretativi. Vedi gli studi contenuti in “Dopo 1 - Esaminando il quadro fessurativo e deformativo
la Polvere”, relativi al terremoto dell’Irpinia del 1980 anche alla luce della casistica disponibile,riconosciamo
(1), la ricerca CNR-GNDT che ha prodotto il volume l’avvenuta attivazione di dati meccanismi di danno. I
“Le chiese e il terremoto” (2), dopo gli eventi sismici modi della prevedibile evoluzione costituiscono il
del 1976 in Friuli, le documentazioni successive al ter- primo elemento del progetto di danno.
remoto emiliano del 1987 (3) fino ai più recenti studi 2 - Istituendo analogie tra macroelementi presenti nella
sul terremoto umbro-marchigiano del 1997. costruzione esaminata e macroelementi affini danneg-
Ponendo a confronto i danni che si sono verificati nelle giati inclusi nella casistica possiamo ritenere probabile
diverse realtà emerge un panorama di analogie e di dif- o possibile l’attivarsi di dati meccanismi. Il danno con-
ferenze. nesso alla loro attivazione e sviluppo costituisce il
I meccanismi tipici riconosciuti tendono a riprodursi secondo elemento.
nelle diverse situazioni, variando però anche notevol- 3 - I danni connessi alle forme di vulnerabilità specifi-
mente al mutare delle configurazioni architettoniche ca riconosciute nell’edificio, già innescati o che si
prevalenti nelle distinte realtà culturali. Ad esempio, la potranno innescare, costituiscono l’ultima parte del
maggiore presenza di ampie cornici marcapiano e sul progetto di danno.
PARTE PRIMA
53
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
54
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
sono tozzi - come nel caso degli archi trionfali - questi Fonti delle illustrazioni foto grafiche
possono subire rotture a taglio; resta comunque inva-
riato l’effetto di spostamento dell’appoggio dell’arco. Foto 2, 9, 10, 17, 20, 21, 23, 25, 27, 28:Alberto Moretti -
La dimensione del piedritto risulta significativa anche Archivio Coop. Arx - Venzone (UD)
per gli effetti che l’arco genera sulla parete laterale: se Foto 4, 13, 22: Floriana Marino - Archivio Coop. Arx -
i piedritti hanno dimensioni considerevoli svolgono Venzone (UD)
un’azione di irrigidimento assorbendo una buona parte Foto 24: Pietro Regazzo
delle azioni sismiche in direzione trasversale; se inve- Foto 1, 8: G. Proietti, 1994, ‘Dopo la Polvere, rilevazione
ce il piedritto è snello e non incatenato esercita una degli inter venti di recupero del patrimonio storico-artistico
spinta con componente orizzontale che grava diretta- danneggiato dal terremoto del 1980-1981’, Istituto
mente sulla parete laterale. Poligrafico dello Stato, Roma.
L’abside è un macroelemento tridimensionale costitui- Foto 7, 11, 14 , 26: Commissario Delegato per i Beni
to, a seconda dei casi o da un parete curva o da un Culturali - Ufficio del Vice Commissario per la Regione
insieme di pannelli murari a pianta rettangolare o poli- Umbria, 1998, ‘Danno sismico e vulnerabilità delle chiese
gonale. Generalmente la copertura è realizzata con dell’Umbria’, CD-ROM a cura del Gruppo Nazionale per la
puntoni che esercitano delle spinte verso l’esterno del- Difesa dai Terremoti (CNR) - Unità di Ricerca di Genova.
l’abside lungo il perimetro o in corrispondenza delle Foto 3, 5, 6, 15, 16, 18, 19, 29: F. Doglioni,A. Moretti, V.
angolate delle absidi poligonali che favoriscono i mec- Petrini 1994 - ‘Le Chiese e il terremoto’- Ed. Lint Trieste.
canismi propri dell’abside. Altri fattori vulnerabili pp. 91-259
sono rappresentati dalla presenza di aperture che inde-
boliscono la struttura o di volte che esercitano delle
spinte ad un altezza intermedia della parete che non
vengono quindi contrastate dalla presenza di elementi
strutturali come i cordoli più efficaci nei confronti
della copertura.
In alcuni casi la zona del presbiterio, che divide l’aula
dal catino absidale, ha un’estensione tale da potersi
considerare un macroelemento autonomo nel quale si
attivano prevalentemente meccanismi di taglio nelle
due pareti laterali.
PARTE PRIMA
55
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
56
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
57
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
MACROELEMENTO FACCIATA
MECCANISMO 1:
Rotazione fuori piano del timpano intorno ad un asse
orizzontale.
Il meccanismo si presenta pr evalentemente nei casi in cui il
timpano è realizzato in discontinuità con il corpo della fac-
ciata o di spessore ridotto rispetto a quest'ultimo.
La copertura non controventata, può esercitare sul timpano
delle spinte localizzate determinanti per l’attivazione del
meccanismo.
MECCANISMO 2:
Rotazione fuori piano a seguito di formazione di cernie-
re cilindriche con assi obliqui.
L’insorgenza del meccanismo è determinata dalla presenza
di una foratura presente o tamponata nella parte centrale
della facciata. Le lesioni tipiche che ne evidenziano l'attiva-
zione sono simmetriche rispetto all’asse centrale della fac-
ciata e l’andamento è tale da unire i punti sommitali dei
bordi del macroelemento con la parte bassa della foratura.
Nella progressione del cinematismo si possono formare cer-
niere oblique secondarie che coinvolgono anche la parte
compresa fra il foro centrale e il portale.
MECCANISMO 3:
Ribaltamento della facciata con formazione di cerniera
cilindrica alla base
La formazione del meccanismo presuppone lo scollegamen-
to della facciata dalla copertura e dal corpo dall’aula che
può manifestarsi o con la rottura della murature nella fascia
di sovrapposizione con le pareti laterali o con il distacco
lungo lo spigolo verticale provocato da un ammorsamento
inefficace e/o della presenza di discontinuità fra le parti.
L’andamento delle lesioni caratteristiche, c he nel primo caso
sono inclinate e nel secondo pressoché verticali, può venire
condizionato in modo significativo dalla presenza di foratu-
re in corrispondenza delle fasce di sovrapposizione o da pre-
sidi per l’ancoraggio della facciata che interessano solo una
fascia limitata di parete laterale.
PARTE PRIMA
58
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Foto 1
Angri (SA) – Chiesa di S. Maria del
Carmine –1980
Foto 2
Nocera Umbra (PG) – Chiesa di S. Stefano
a Le Moline –1997
A sinistra, foto 3
Gemona del Friuli (UD) – Chiesa di S.
Maria del Fossale - 1976
A destra, foto 4
Serravalle di Chienti (MC) – Abbazia di S.
Salvatore ad Acquapagana – 1997
PARTE PRIMA
59
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
MACROELEMENTO FACCIATA
MECCANISMO 4:
Rotazione fuori piano con formazione di cerniera cilin-
drica orizzontale nella fascia bassa.
L’indebolimento della sezione muraria nella fascia bassa
della facciata per la presenza di aperture ravvicinate costitui-
sce una sezione preferenziale per la formazione della cernie-
ra di rotazione. Un fattore che influenza negativamente l'e-
voluzione del meccanismo è rappresentato dall'altezza del
pannello murario superiore in rapporto alle sezioni resisten-
ti fra i fori. Come nel caso del meccanismo 3 c’è il coinvol-
gimento delle fasce di sovrapposizione con le pareti laterali
che vengono lesionate.
MECCANISMO 5a:
Rottura a taglio della facciata
Rottura a taglio nella fascia bassa della facciata che è inde-
bolita dalla presenza di diverse aperture. La tipologia che
determina il meccanismo è la stessa del meccanismo 4 con la
differenza che in questo caso l’attivazione del meccanismo
fuori piano è inibita dalla presenza di qualche presidio (cor-
doli efficaci,tiranti, elemento di connessione con la copertu-
ra ecc..).
MECCANISMO 5b:
Rottura a taglio della facciata
Rottura a taglio innescato da un’apertura nella parte alta che
determina la formazione di due alte fasce murarie. La parte
alta costituita dal timpano fino al foro si muove rigidamente
nel proprio piano. In questo caso il cinematismo verso l'e-
sterno è generalmente impedito dalla presenza di una corni-
ce nel timpano con caratteristiche costruttive tali da assol-
vere ad una funzione di irrigidimento anche per gli sposta-
menti nel piano della facciata.
PARTE PRIMA
60
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 5 e 6
Osoppo (UD) – 1976
Foto 7
Cerreto di Spoleto (PG) Chiesa di S. Maria
delle Grazie a Triponzo 1997
Foto 8
Atella (PZ) – Chiesa del Cimitero – 1980
PARTE PRIMA
61
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
MACROELEMENTO FACCIATA
MECCANISMO 5c:
Rottura a taglio della facciata
Rottura a taglio nelle fasce murarie laterali non collegate fra
loro per effetto delle aperture in asse. Il comportamento delle
fasce laterali tozze è simile a quello di due setti murari indi-
pendenti.
MECCANISMO 6:
Formazione di articolazione della parte sommitale della
facciata
La caratteristica tipologica che determina l’insorgenza del
meccanismo è la presenza di un foro nella parte sommitale
del timpano. La parte di muratura che funge da architrave è
di dimensioni ridotte e non consente un efficace collega-
mento fra le fasce di muratura laterali alte che hanno sposta-
menti indipendenti in fase sismica. L’architrave si sconnette
ai lati e subisce una rotazione verso l’esterno anche per effet-
to della spinta localizzata della trave di colmo.
MECCANISMO 7:
Spostamento esterno di parte terminale della parete di
navata
E’ un meccanismo proprio delle chiese a tre navate con la
presenza di un colonnato che separa l’aula dalle navate e si
verifica per la rotazione verso l’esterno del piedritto dell’ar-
cata in prossimità della facciata. L’insorgenza del meccani-
smo può comportare la lesione in chiave all’arco oppure la
deformazione della ghiera. Si verifica sia nella parte termi-
nale verso la facciata sia in quella verso la zona absidale in
presenza del transetto. Il fenomeno è determinato dalle spin-
te non contrastate degli archi estremi della parete di navata.
PARTE PRIMA
62
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 9, 10, 11
Serravalle di Chienti – Abbazia di S.
Salvatore ad Acquapagana (MC) – 1997
Foto 9
Meccanismo di rottura a taglio
A sinistra, foto 10
Meccanismo di articolazione della parte
sommitale della facciata.
A destra, foto 11
Dettaglio della base della facciata sul bordo
sinistro
PARTE PRIMA
63
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
MACROELEMENTO FACCIATA
MECCANISMO 8:
Espulsione dell’angolata
E’ un meccanismo localizzato nella fascia di collegamento
fra due pareti contigue ed è originato dalla forza esercitata
nelle due direzioni ortogonali dall’azione sismica.
L’insorgenza del meccanismo è favorita dalla presenza di
bordonali in copertura e di volte a crocera che esercitano
una forza con componente orizzontale nella direzione dia-
gonale anche in fase statica.
MECCANISMO 9:
Interazione con la torre campanaria
E’un meccanismo specifico delle tipologie di facciata che si
trovano a contatto con la torre campanaria. I due corpi acco-
stati hanno diversi periodi propri di vibrazione che determi-
nano forti sollecitazioni nelle murature al contatto. Le lesio-
ni tipiche sono costituite da una zona disgregata di materia-
le dovuta al martellamento e/o da una lesione inclinata che
rivela la formazione di una biella compressa nel pannello
murario di facciata adiacente al campanile. Il prevalere di
una lesione tipica rispetto all’altra è determinato dalle
modalità costruttive del collegamento (addossamento,conti-
nuità costruttiva, ecc...).
MECCANISMO 10:
Traslazione nel piano della facciata
Si forma una linea di rottura con andamento pressoché ver-
ticale e in posizione centrale. L’azione principale è generata
dallo spostamento fuori piano delle pareti laterali; la discon-
tinuità dovuta alla presenza di diverse forature in linea è un
fattore che favorisce l’attivazione del meccanismo così
come la presenza di terreni soffici che possono provocare
cedimenti fondazionali delle pareti laterali.
PARTE PRIMA
64
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 13
Pievebovigliana (MC) – Chiesa di S. Vito Martire – 1997
Foto 14
Sellano (PG) – Chiesa di S. Antonio a Forfi – 1997
Foto 15
Castelnovo del Friuli (PN)
Chiesa di Madonna del Zucco -1976
PARTE PRIMA
65
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
MECCANISMO 1:
Rotazione fuori piano della parete laterale con formazio-
ne di cerniera cilindrica orizzontale alla base
Il meccanismo si sviluppa in modo analogo a quello del
ribaltamento di facciata: la parete si comporta come una
mensola incastrata alla base con la formazione lesioni in cor-
rispondenza delle fasce di sovrapposizione laterali con anda-
mento inclinato e/o verticale nel caso di discontinuità fra le
parti. La sua attivazione è fortemente influenzata dalla even-
tuale presenza nell’aula di una volta che esercita una spinta
orizzontale sull’intera lunghezza della parete.
MECCANISMO 2:
Spostamento fuori piano di parete laterale vincolata effi-
cacemente su due lati
Il meccanismo insorge in seguito alla perdita di vincolo d’e-
stremità – generalmente quello verso la facciata – successi-
vo al crollo dell’angolata o per il distacco della facciata. Il
cinematismo prevede la formazione di una cerniera cilindri-
ca obliqua con spostamenti massimi sul bordo libero.
MECCANISMO 3:
Spostamento fuori piano di parete laterale libera in som-
mità e vincolata su tre lati
La parete laterale ha un comportamento simile a una piastra
vincolata su tre lati. Il meccanismo prevede la formazione
alle estremità laterali di cerniere cilindriche oblique conver-
genti ai bordi e la formazione di una cerniera cilindrica oriz-
zontale nella parte centrale. L’insorgenza del meccanismo è
fortemente condizionata dalla presenza di forature che com-
portano una maggiore deformabilità della parete.
PARTE PRIMA
66
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 16
Venzone (UD) – Chiesa di S. Chiara – 1976
Foto 17
Bovec (SLO) – 1998
Foto 19
Forgaria nel Friuli (UD) – Chiesa di S.
Giuliana – 1976
PARTE PRIMA
67
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
MECCANISMO 4:
Rottura a taglio e deformazioni nel piano della parete
laterale
Il meccanismo è di rottura a taglio per azioni nel piano della
parete con la comparsa di lesioni ad andamento obliquo o
incrociato. Si può manifestare anche con scorrimenti lungo
superfici di discontinuità, interfacce di accrescimento della
fabbrica o superfici a minore resistenza allo scorrimento oriz-
zontale dovuta a scarsa qualità del legante della muratura.
MECCANISMO 5:
Scorrimenti fra copertura e pareti laterali
Il meccanismo consiste nello scorrimento localizzato in cor -
rispondenza dell’interfaccia fra la copertura e le murature
della parete laterale. Si verifica se la copertura è stata sem-
plicemente appo ggiata alla sommità del muro oppure se in
copertura è stato realizzato un intervento di cordolatura scar-
samente ammorsato alle murature sottostanti. Se l’intervento
ha comportato un aumento di carico (come nella realizzazio-
ne di cappe in calcestruzzo) o se la qualità della muratura
nella parte sommitale non è in grado di trasferire gli sforzi
trasmessi dalla copertura, il meccanismo si manifesta con la
disgregazione della parte muraria al di sotto della copertura.
MECCANISMO 6:
Rottura a taglio dei setti trasversali della parete laterale
Nelle pareti laterali con cappelle interne o esterne al perime-
tro dell'aula, l’azione sismica perpendicolare al piano è
assorbita prevalentemente dalle murature delle cappelle
disposte secondo questa direzione:ciò si verifica per la gran-
de differenza che c'è fra la rigidezza dei setti murari nel piano
e fuori piano. Se l’azione è significativa si verifica la rottura
di questi setti che possono essere costituiti dalle pareti di una
cappella isolata, dalle pareti trasversali di una navata laterale
con cappelle continue o dai contrafforti
PARTE PRIMA
68
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 20
Serravalle di Chienti (MC) – Chiesa di
Madonna del Piano – 1997
Foto 21
Serravalle di Chienti (MC) – Chiesa di
Madonna del Piano – 1997
Foto 22
Rivello (PZ) – Chiesa di S. Maria del
Poggio – 1998
PARTE PRIMA
69
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
MECCANISMO 7:
Spinta localizzata di arco trasversale
Gli archi trasversali all’aula esercitano – se non opportuna-
mente incatenati – delle spinte con componente orizzontale
anche in condizioni statiche. In fase sismica, la componente
orizzontale viene amplificata e, se il piedritto non ha dimen-
sioni adeguate, la spinta generata può gravare in modo loca-
lizzato sulla porzione di parete laterale adiacente all’arco.
La presenza di un sistema di archi trasversali, fa sì che la
spinta non abbia un carattere localizzato ma sia una condi-
zione in grado di innescare uno dei meccanismi di sposta-
mento fuori piano dell’intera parete precedentemente
descritti.
MECCANISMO 8:
Espulsione dell’angolata
E’lo stesso meccanismo descritto per la facciata che si può
verificare anche all’intersezione con l’arcone trionfale: è
localizzato nella fascia di collegamento fra due pareti con-
tigue ed è originato dalla forza esercitata nelle due direzio-
ni ortogonali dall’azione sismica. L’insorgenza del mecca-
nismo è favorita dalla presenza di bordonali in copertura e
di volte a crocera che esercitano una forza con componente
orizzontale nella direzione diagonale anche in fase statica.
PARTE PRIMA
70
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Foto 23
Valtopina (PG) – Chiesa di S. Maria della Presentazione a Poggio – 1997
E' evidente l’effetto della spinta dell’arco non incatenato: il piedritto, assieme alla parete muraria
fra le due finestre viene inflesso verso l’esterno nella sezione di minore resistenza. Le caratteristi-
che geometriche e di distribuzione dei fori sono tali da generare un meccanismo composto per la
presenza anche del meccanismo 3 (spostamento di parete vincolata su tre lati) per il quale la spin-
ta dell'arco rappresenta una causa scatenante.
Foto 24
Pievetorina (MC) – Abbazia di S. Michele Arcangelo – 1997
Espulsione dell’angolata
Nell’immagine scattata verso l’abside che è crollata, si osserva la completa attivazione del mecca-
nismo. La spalla, nonostante la snellezza, non crolla completamente g razie alla qualità dell’ang o-
lata in pietra che sostiene la capriata.
PARTE PRIMA
71
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
MECCANISMO 1:
Rotazione monolatera nel piano di una spalla
La rototraslazione verso l’esterno di uno dei due piedritti
comporta la modifica della geometria dell’arco con la for-
mazione di cerniere in cui si concentrano le rotazioni. Le
modalità con cui si manifestano le rotazioni dipendono sia
dall’altezza della parte muraria alta sia dal materiale costi-
tuente la ghiera che influisce sulla capacità dell’arco di subi-
re delle deformazioni continue – come nel caso degli archi in
mattoni – o di avere un’articolazione in blocchi rigidi. Le
cerniere tendono a formarsi nei punti di minore sezione resi-
stente dell’arco - quali ad esempio gli intagli nella muratura
per il posizionamento dell'orditura della copertura - con la
conseguente diversità di comportamento fra le varie tipologie
d’arco
MECCANISMO 2:
Rotazione bilaterale simmetrica nel piano delle spalle
Il meccanismo è simmetrico e prevede che entrambi i piedrit-
ti subiscano una rotazione verso l’esterno. Questo è un mec-
canismo di collasso tipico per l’arco anche in condizioni sta-
tiche per cui è possibile una sua attivazione anche per effetto
dei soli carichi verticali; in fase sismica il macroelemento
tende a progredire secondo un cinematismo predefinito.
MECCANISMO 3:
Rotazione concorde nel piano delle spalle
Si può verificare in situazioni nelle quali i piedritti sono snel-
li e le pareti laterali offrono scarsa resistenza. Il cinematismo
che si genera prevede la deformazione della ghiera ma non
l'allontanamento significativo delle imposte dell’arco per cui,
l’eventuale presenza di una catena non risulta particolarmen-
te efficace nel contrastare l'attivazione del meccanismo.
PARTE PRIMA
72
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Foto 25
Valtopina (PG) – Chiesa di S. Maria della
Presentazione a Poggio – 1997
Foto 26
Foligno (PG) – Chiesa di S. Salvatore –
1997
Foto 27
Visso (MC) – Chiesa di S. Michele
Arcangelo di Rasenna (al Cimitero) – 1997
PARTE PRIMA
73
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
MACROELEMENTO ABSIDE
MECCANISMO 1:
Traslazione o rototraslazione della parte superiore del-
l’abside con distacco lungo un piano inclinato
Il meccanismo si sviluppa con il distacco della parte alta del-
l’abside – generalmente circolare – e la formazione di lesio-
ni inclinate a chiudere verso il basso. Le coperture, nella gran
parte dei casi, esercitano delle spinte non compensate sui
bordi dell’abside che favoriscono l’attivazione del meccani-
smo.
MECCANISMO 2:
Rotazione o rototraslazione fuori piano delle angolate o
di fasce verticali
Il meccanismo si osserva prevalentemente nelle absidi circo-
lari o poligonali e l'attivazione è favorita dalle spinte genera-
te dalle travi della copertura,dalla presenza di eventuali volte
interne e alla riduzione della sezione dei pannelli murari
costituenti l'abside dovuta alla presenza di fori.
MECCANISMO 3:
Meccanismo di rottura per taglio nel piano.
Il meccanismo è prevalente nelle absidi rettangolari e può
interessare anche il presbiterio; in alcuni casi,particolarmen -
te di absidi poligonali, si possono osservare delle lesioni
inclinate che suggeriscono la comparsa di azioni torsionali
nel macroelemento.
PARTE PRIMA
74
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
MECCANISMO 4:
Espulsione dell’angolata
Il meccanismo si manifesta con le stesse modalità descritte
per la facciata e la parete laterale anche se per le absidi la
tipologia di copertura con le travi diagonali spingenti è più
frequente rispetto agli altri macroelementi.
Foto 28
Montecavallo (MC) - Chiesa di S. Maria Assunta - 1997
PARTE PRIMA
75
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
5.3. VULNERABILITÀ TIPICA E MECCA- dell’aggregato, che tende ad una progressiva saturazio-
NISMI DI DANNO DEGLI EDIFICI IN ne degli spazi liberi, si possono avere cellule origina -
AGGREGATO rie, di accrescimento e di intasamento. La cellula ori-
Gianluca Canofeni ginaria è l’unica che presenta tutte le murature perime-
trali costruite contemporaneamente e, quindi, general-
Il comportamento sismico degli edifici in aggregato mente ben collegate. Le costruzioni successive si
Come noto, dal punto di vista sismico, la problematica addossano a quelle esistenti sfruttando il muro in
più grave che affligge le costruzioni in muratura stori- comune già realizzato; la nuova parete è costruita in
che è ravvisabile nella carenza di connessioni efficaci aderenza, semplicemente accostata, ed in tal modo si
fra le parti costituenti la costruzione. Raramente si creano linee preferenziali di rottura lungo le quali non
riscontra un comportamento d’insieme cosiddetto si ha alcun trattenimento nei confronti delle azioni
“scatolare” che permette una efficace distribuzione orizzontali.
degli sforzi fra gli elementi strutturali più resistenti. I Le cellule di accrescimento, in posizione angolare o
nodi critici riguardano essenzialmente i collegamenti interclusa,presentano generalmente pareti esterne libe-
fra pareti (ortogonali o complanari), fra copertura e re ad una estremità e collegate all’altra.
parete muraria e fra solaio e parete muraria. La situazione limite, in termini di mancanza di ammor-
In letteratura si distinguono comunemente due modi samento, si ha nel caso di una cellula di intasamento
fondamentali di collasso di una parete in muratura sot- realizzata andando a colmare lo spazio fra due edifici
toposta ad azione sismica. esistenti e la cui parete esterna si configura, in queste
Il primo modo prevede il ribaltamento del muro fuori condizioni, come un muro isolato non vincolato alle
del proprio piano ed è dovuto alla componente dell’a- estremità.
zione sismica ortogonale alla parete. Il collasso non Inoltre è necessario tenere presente l’elevata snellezza
dipende dalla resistenza della muratura ma, unicamen- che presentano queste pareti, dovuta alla loro altezza in
te, da questioni di equilibrio fortemente influenzate rapporto allo spessore, e la circostanza che spesso sono
dalle condizioni di ammorsatura e dalla presenza di gravate alla sommità da coperture spingenti.
elementi spingenti (coperture, volte). In mancanza di Tutti questi fattori, uniti alla mancanza di trattenimen-
trattenimenti efficaci (catene, cordoli) il muro oppone ti efficaci (i solai raramente sono in grado di svolgere
una scarsa resistenza al ribaltamento che può avvenire una azione di collegamento significativa), pongono il
anche in presenza di forze relativamente modeste. muro in una condizione di stabilità estremamente pre-
Il secondo modo di collasso consiste nella rottura della caria nei confronti dell’azione sismica.
muratura nel proprio piano (rottura “a taglio”) dovuta
alle azioni parallele al piano della parete. Questo mec- Le modalità con cui si manifestano i meccanismi di
canismo, dipendente direttamente dalla resistenza collasso sono funzione oltre che delle connessioni
meccanica del muro, seppur frequente è raramente anche della posizione delle aperture sulle pareti ester-
responsabile del collasso completo dell’edificio. La ne. Gli allineamenti, orizzontali e verticali, delle buca-
“duttilità” delle murature, infatti, consente alle porzio- ture costituiscono spesso linee preferenziali per la for-
ni murarie danneggiate a taglio di assolvere comunque mazione di cerniere cilindriche attorno alle quali
alla loro funzione portante anche in presenza di estese avviene la rotazione delle porzioni murarie in cui si
lesioni prodotte da forze sismiche significative. discretizza la parete al verificarsi del sisma.
Da quanto detto emerge che le modalità di danneggia- Allo stesso modo alcuni elementi funzionali, quali ad
mento più pericolose, che portano frequentemente al esempio le canne fumarie o i cavedi per gli impianti,
collasso globale dell’edificio, sono dovute a meccani- costituiscono punti critici ove frequentemente si loca-
smi di ribaltamento delle pareti fuori piano (primo lizzano le lesioni da distacco fra porzioni murarie.
modo) in assenza di vincoli che contrastino le azioni Infine, una caratteristica propria degli edifici in aggre-
orizzontali generate dal sisma. gato urbano è la continua trasformazione che le strut-
L’osservazione ripetuta dei danni subiti da edifici in ture subiscono al mutare delle esigenze abitative degli
muratura in occasione di terremoti del passato confer- occupanti. Questa circostanza,poco risentita dagli edi-
ma con immediata evidenza quanto detto; si notano fici monumentali in quanto soggetti a vincolo conser-
frequentemente distacchi di pareti, vistose rotazioni vativo, ha significativa influenza sul comportamento
verso l’esterno e muri strapiombanti o crollati per per- meccanico. Si pensi ad esempio alle variazioni nella
dita di stabilità. trasmissione degli sforzi indotte dall’apertura o chiu-
sura di vani nelle pareti perimetrali ed esterne, oppure
Il problema delle connessioni fra le murature è ancora agli incrementi di carico dovuti alle superfetazioni od
più evidente nel caso degli aggregati urbani che si for- ancora agli effetti del martellamento indotti da corpi
mano per accrescimenti successivi di edifici. In tal addossati.
caso, infatti, le modalità stesse di costruzione portano
ad avere pareti non collegate semplicemente perchè
costruite in epoche successive senza ammorsamenti. Abaco dei meccanismi di collasso e schede di det-
Si è dunque in presenza di un comportamento mecca- taglio
nico condizionato da fattori tipologico-costruttivi. L’abaco dei meccanismi di collasso è strutturato secon-
A seconda delle modalità di accrescimento nel tempo do una suddivisione principale in macroelementi: pare-
PARTE PRIMA
76
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
77
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
78
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
79
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
1.1. Meccanismo: Ribaltamento fuori piano verso l’esterno - rotazione per tutta l’estensione
Il meccanismo è fortemente condizionato dalle condizioni di ammorsamento alle estremità. Se, ad esempio, per ragioni costrut-
tive la parete è stata realizzata successivamente rispetto agli edifici contermini, senza alcun ammorsamento, si avrà un ribalta-
mento globale che interessa tutta l’estensione della parete. Il meccanismo è favorito da una copertura spingente.
1.2. Meccanismo: Ribaltamento fuori piano verso l’esterno - rotazione parziale (zona centrale)
Il meccanismo è una variante di quello di ribaltamento globale (cfr. 1.1) in presenza di un buon ammorsamento alle pareti orto-
gonali e di aperture vicine alle estremità. Può interessare uno o più piani in relazione alla qualità del collegamento della parete ai
solai intermedi. Il meccanismo è favorito da una copertura spingente.
PARTE PRIMA
80
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
81
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
1.3. Meccanismo: Ribaltamento fuori piano verso l’esterno - rotazione parziale (zona alta)
Il meccanismo è una variante di quello di ribaltamento globale (cfr. 1.1) in presenza di un buon ammorsamento alle pareti orto-
gonali e di aperture lontane dalle estremità. L’estensione della porzione muraria soggetta a rotazione è condizionata dalla posi-
zione delle aperture.
Il meccanismo è f avorito dalla presenza di una copertura spingente.
1.4. Meccanismo: Ribaltamento fuori piano verso l’esterno con interessamento dell’angolata
Il meccanismo è una variante di quello di ribaltamento globale (cfr. 1.1) nel caso di edifici di estremità. La presenza di un buon
ammorsamento tra la parete esterna e la parete di estremità ortogonale fa sì che nella rotazione sia coinvolta l’angolata. Il mecca-
nismo è favorito dall’assenza di collegamento efficace della parete esterna sia ai solai intermedi che alle pareti ortogonali interne
e dalla presenza di una copertura spingente.
PARTE PRIMA
82
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
La presenza del cordolo in calcestruzzo alla sommità della parete ha evitato il crollo della copertura ma
non quello della porzione muraria sottostante in quanto non sufficientemente ancorato ad essa.
Si noti la simmetria nell’andamento delle lesioni ai lati delle aperture.
Si notano tutte le circostanze che favoriscono il meccanismo: non vi è alcun ammorsamento fra la pare-
te esterna e quelle ortogonali, come testimoniano le linee di distacco nette, nessun collegamento con i
solai, che non sono stati interessati dal crollo, mentre sono chiaramente visibili i puntoni della coper-
tura evidentemente spingenti.
PARTE PRIMA
83
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
1.5. Meccanismo: Ribaltamento fuori piano verso l’esterno in presenza di vincolo alla sommità
Il meccanismo è una variante di quello di ribaltamento globale (cfr. 1.1) in presenza di un trattenimento alla sommità (vincolo)
quale, ad esempio, un cordolo di notevoli dimensioni. Il meccanismo è favorito dall’assenza di collegamento efficace della pare-
te ai solai intermedi e dalla qualità scadente della muratura che la rende instabile (muratura a sacco con paramenti non collegati).
1.6. Meccanismo: Ribaltamento fuori piano dovuto alle spinte localizzate della copertura (martellamento)
Il meccanismo è dovuto all’azione di spinta fuori piano degli elementi della grossa orditura del tetto (puntoni). Il martellamento
ciclico determina il lesionamento o, al limite, il crollo della parte alta della parete che ruota verso l’esterno. In presenza di una fila
di aperture vicine alla sommità della parete la cerniera, intorno alla quale avviene la rotazione, si posiziona in corrispondenza del
filo superiore delle aperture stesse. Il meccanismo è favorito da una copertura spingente.
PARTE PRIMA
84
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
85
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
86
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
In entrambe le immagini sono visibili lesioni oblique molto evidenti che nella foto 9 presentano tutte un andamento secondo la
medesima inclinazione denunciando un probabile effetto di martellamento dell’edificio contiguo.
Foto 10: Pievetorina (MC) – 1997 Foto 11: Casale (PG – 1997
Le immagini riportano fenomeni di martellamento di diversa entità. I fenomeni di martellamento sono tanto più pericolosi quan-
to più sono differenti le rigidezze degli edifici contigui.
PARTE PRIMA
87
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
88
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
89
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
90
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Nella fotografia si nota chiaramente la testa della trave di colmo responsabile dell’innesco del meccanismo che ha portato al crol-
lo della porzione muraria alla sommità della parete.
Foto 15: Costa (MC) – 1997 Foto 16: Venzone (UD) – 1976
Meccanismo: Lesioni nel piano della parete
La foto 16 mostra lesioni di notevole entità che percorrono la parete per tutta l’altezza; ciò è dovuto essenzialmente alla mancan-
za di solai rigidi con cordoli che, se presenti, possono confinare il danno ai singoli piani.
Nel caso della foto 15 è visibile un indebolimento locale costituito dalla canna fumaria.
PARTE PRIMA
91
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
92
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 18: Verchiano (PG) – 1997 Foto 19: Sellano (PG) – 1997
Meccanismo: Espulsione con formazione di “effetto arco”
Le immagini mostrano differenti livelli di danneggiamento. In entrambi i casi è ben visibile la presenza di un cordolo di sommità
in calcestruzzo. Nella foto 19 si nota come la formazione dell’arco di rottura interessi l’apertura superiore che rappresenta un punto
di debolezza. Lo stesso edificio appare realizzato con una muratura di scarsa resistenza a doppio paramento e con una coesione
interna praticamente nulla (il cumulo di macerie risulta formato da singoli elementi lapidei senza la presenza di grandi blocchi)
PARTE PRIMA
93
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
94
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
95
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
96
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
5.4. FORME DI VULNERABILITÀ SPECIFI- dei supporti e leganti e alla loro adesione e/o coesione
CA muraria ma anche ai caratteri geometrico-dimensiona-
Floriana Marino li della muratura (sezioni inadeguate per posiziona-
mento dei paramenti, per esiguo spessore, ecc.), ad una
Lo studio delle forme di vulnerabilità specifica presen- configurazione formale strutturalmente inadeguata
ti nella fabbrica implica l’osservazione e la ricerca di (vele campanarie, pilastrini/colonne particolarmente
quei fattori che rappresentano condizioni di “debolez- snelle, ecc.). Si fa riferimento, inoltre, ad angolate non
za” locale che possono influenzare il processo di danno, efficacemente connesse alla muratura o che assolvono
favorendolo o inibendolo oppure indirizzandolo verso solo ad una funzione formale, a coperture spingenti o
particolari modalità di danno. Al tempo stesso possono con appoggi non adeguatamente vincolati che rappre-
rappresentare, nel comportamento globale, fattori che sentano parti strutturali della fabbrica già sollecitate in
hanno funzione di innesco di determinati meccanismi di fase statica che con le componenti aggiuntive del sisma
collasso. Si tratta di osservare in maniera mirata e pun- possono entrare in crisi.
tuale gli aspetti costruttivo-strutturali e la consistenza Il secondo gruppo tematico riguarda il ruolo dei pro -
propria dei macroelementi. Si fa riferimento a caratte- cessi di trasformazione edilizie che la fabbrica ha subi-
ri che possiamo dire essere propri, “individuali”, di cia- to nel tempo, determinano la perdita di omogeneità e
scun macroelemento e riguardano i modi in cui l’edifi- continuità costruttiva iniziale. Si fa riferimento ad
cio è stato costruito, le modificazioni e trasformazioni ampliamenti planimetrici, sopraelevazioni, chiusura e
subite nel tempo, il danneggiamento e le opere di ripa- apertura di nuovi fori che possono indurre a particola-
razione avvenute. Fra questi, il tipo e la qualità muraria ri situazioni come, ad esempio, angolate o spalle inglo-
la presenza di eterogeneità costruttive che determinano, bate senza adeguate ammorsature, sottrazioni di ele-
il più delle volte, discontinuità murarie non efficace- menti costruttivi o soluzioni strutturali rischiose che
mente ammorsate e non sempre leggibili. possono comportare anche la modifica dello schema
Ad esempio, la connessione muro–copertura risulta un strutturale della fabbrica. Eterogeneità e discontinuità
nodo strutturale delicato ma di per sé non rappresenta costruttive, quali riprese murarie non sufficientemente
una vulnerabilità. Sono le condizione specifiche agli connesse, semplici accostamenti murari, inefficaci
appoggi degli elementi lignei di copertura a determina- ammorsature, generano vulnerabilità specifiche nel
re eventualmente debolezze locali della struttura. comportamento della costruzione al sisma in quanto
Questa, se non adeguatamente vincolata alle murature determinano risposte differenziate in relazione alle
d’ambito, perdendo la sua funzione di solidarizzazione diverse caratteristiche dei materiali.
tra murature opposte, può innescare, in fase sismica, Il terzo gruppo ha preso in esame le carenze di con -
spinte locali con danneggiamento della muratura stes- nessioni strutturali e il ruolo degli elementi di presi -
sa anche con crolli parziali o diffusi. Oppure, una dio esistenti nella fabbrica.
muratura realizzata a due paramenti non collegati o Alla connessione strutturale muro-copertura e muro-
non efficacemente connessi tra loro, in fase sismica, solaio viene attribuita la funzione di solidarizzazione
tende ad un comportamento del tutto indipendente dei tra murature che se non efficacemente eseguite genera-
due paramenti. no condizioni di vulnerabilità. Anche la connessione
muro-muro può rappresentare un indebolimento nello
Si propone una suddivisione per gruppi tematici delle schema strutturale della fabbrica quando costituisce
forme di vulnerabilità specifiche per una osservazione una forma di discontinuità costruttiva.
sistematica ed un percorso critico di lettura del manu- I sistemi di collegamento (tiranti, contrafforti) inade-
fatto. All’interno della suddivisione tematica, inoltre, guati o danneggiati già presenti nella fabbrica non
sono state individuate delle categorie che rappresenta- assolvendo la loro funzione costituiscono particolari
no le principali condizioni di vulnerabilità con una forme di vulnerabilità specifica.
esemplificazione grafia di riferimento e un corredo di Il quarto gruppo individuato affronta il tema delle
documentazione fotografica. Per ogni categoria ricono- forme di degrado strutturale e debito manutentivo, in
sciuta si è fatta una descrizione dei caratteri e dei pos- termini di perdita di efficienza strutturale dei vari com-
sibili effetti di danno indotto dal sisma. ponenti della fabbrica. Si tratta di forme di degrado
La casistica è tutt’altro che esaustiva, ma rappresenta il proprio dei materiali e degli elementi costitutivi (nella
campione più ricorrente e significativo di situazioni muratura, l’erosione profonda dei giunti o la perdita
che riguardano sia le chiese sia gli edifici, formando consistente di materiale dei supporti; negli elementi
così un abaco di riferimento. lignei di copertura, il decadimento fisico con perdita
Nel primo gruppo tematico si sono osservate le moda - della consistenza) riconducibili alla riduzione della
lità costruttive iniziali, in relazione alle condizioni funzionalità meccanica della struttura. Tale tipo di
nelle quali il manufatto è stato realizzato. Ci si riferi- degrado strutturale è, inoltre, legato alle condizioni
sce ai caratteri e ai modi del costruire ossia alla qualità manutentive della fabbrica; in particolare si fa riferi-
PARTE PRIMA
97
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
mento all’efficienza del manto di copertura e ai sistemi Viene riportato di seguito lo schema della suddivisione
di raccolta delle acque nonché alla permeabilità all’ac- per gruppi tematici che vuole essere un possibile tenta-
qua battente dei paramenti esterni. Il degrado struttura- tivo di formare un abaco di riferimento delle forme di
le comporta una riduzione di efficienza e resistenza vulnerabilità specifiche presenti nella fabbrica. Sono
della struttura, costituendo una specifica forma di vul- riportate, inoltre, in maniera semplificata le relative
nerabilità che, in fase sismica, condiziona i meccani- categorie delle principali situazioni riconosciute, con
smi di danno. una descrizione sintetica ancorché approssimata che
Il quinto gruppo tematico riguarda i dissesti pregressi rimanda alla trattazione successiva.
non efficacemente riparati sia di natura statica sia
sismica. Questi rappresentano fattori di vulnerabilità
che la fabbrica conserva nel tempo, se non adeguata-
mente ripresi e/o riparati, cicatrici non sempre visibili Fonti delle illustrazioni fotografiche
che costituiscono comunque tracciati privilegiati dove
il danno tende a recidivare. Foto: 1, 4, 6, 9, 11, 16, 17 Alberto Moretti - Archivio Coop.
Questa sezione tematica, insieme alla successiva, non Arx - Venzone (UD)
Foto: 5, 10, 14, 20, 22, 24 Floriana Marino - Archivio Coop.
viene trattata nel presente studio, ma viene riportata
Arx - Venzone (UD)
semplicemente nello schema complessivo delle suddi- Foto: 2, 3, 7, 8, 18, 21, 23, 25, 26, 27: Pietro Regazzo
visioni tematiche. Foto: 12, 13, 15, 19, da: Commissario Dele gato per i Beni
Il sesto e ultimo gruppo richiama il comportamento Culturali - Ufficio del Vice Commissario per la Regione
degli interventi strutturali recenti che la fabbrica ha Umbria, 1998, ‘Danno sismico e vulnerabilità delle chiese
subito. dell’Umbria’, CD-ROM
Si tratta di una lettura critica del comportamento al
sisma della fabbrica in relazione agli interventi che
sono stati eseguiti nel tempo. Tale conoscenza – da
impostare in base a studi specifici - diventa fertile
occasione di riflessione per indirizzare le future scelte
di interventi di miglioramento sismico.
PARTE PRIMA
98
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
99
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
100
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 1
Nocera Umbra (PG) - 1997
Foto 2
Pievebovigliana (MC) – Chiesa di S. Pietro
a Frontillo - 1997
PARTE PRIMA
101
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
102
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 3 Foto 4
Pievebovigliana (MC) – Chiesa di S. Pietro a Frontillo - Foligno (PG) – Edificio in località Verchiano – 1997
1997
Foto 5
Serravalle di Chienti (MC) – Chiesa di S. Egidio a Civitella
- 1997
PARTE PRIMA
103
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
104
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 6
Campagnola Emilia (RE) – Chiesa
di S. Giacomo Maggiore a
Corgnento - 1996
Foto 7
Pievebovigliana (MC) – Chiesa di
S. Pietro a Frontillo - 1997
Foto 8
Fabriano (AN) – Chiesa della Madonna di Loreto - 1997
PARTE PRIMA
105
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
106
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Foto 9
Sellano (PG) – Edificio - 1997
In basso, foto 11
Visso (MC) – Chiesa di S. Maria Assunta a Fematre - 1997
PARTE PRIMA
107
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
108
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Foto 12
Gubbio (PG) – Chiesa di S. Egidio a Col Palombo - 1997
Foto 13
Bevagna (PG) – Chiesa di S. Francesco - 1997
Il danno ripreso nella foto mette in evidenza parti di muratu- Foto 14
ra non coeve. La discontinuità costruttiva è deducibile dal Serravalle di Chienti (MC) – Abbazia di S. Salvatore ad
distacco netto tra le parti per l’addossamento di muratura a Acquapagana – 1997
quella preesistente; l’apporto della nuova muratura è privo La discontinuità a profilo dentato evidenzia una ripresa
degli opportuni ammorsamenti che rappresentano una forma muraria. In fase sismica, possono avvenire traslazioni oriz-
di vulnerabilità in grado di innescare per diversi meccanismi zontali per il superamento della forza di attrito della malta
di danno. per una poca resistenza a trazione nei punti di discontinuità.
PARTE PRIMA
109
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
110
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 15
Castel Ritardi (PG) – Chiesa della Madonna delle Stellette a Colle del Marchese - 1997
In facciata sono visibili le tracce di molteplici rimaneggiamenti: addossamenti non ammorsati,inserimento di
elementi litici nella compagine muraria, utilizzo di soluzioni strutturali inadeguate (conci d’arco utilizzati
come pietre per la corsatura orizzontale). L’alto grado di trasformazioni subite riduce l’efficacia degli ele-
menti strutturali in grado di resistere al sisma.
Foto 16
Gubbio (PG) – Chiesa di S. Domenico – 1997
La facciata ha origine dalla tamponatura di un arcone trasversale avvenuta a seguito di una riduzione della
lunghezza dell’aula. La sottrazione della parte di aula anteriore e il conseguente arretramento e ridisegno della
facciata ha modificato la configurazione strutturale prevista originariamente. In particolare, la mancanza delle
adeguate ammorsature tra le parti e l’assenza di buone angolate riduce sensibilmente la capacità di risposta
alle sollecitazioni sismiche.
PARTE PRIMA
111
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
112
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Foto 19 Foto 18
Bevagna (PG) – Chiesa di S. Francesco - 1997 Pievebovigliana (MC) – Edificio in località Campi - 1997
L’apertura di un foro comporta lo strappo di parti di muratu- La particolare configurazione delle lesioni evidenziano la
ra e l’allentamento di quella circostante. Lo stato tensionale presenza di tamponamenti che, in fase sismica, tendono a
all’interno delle murature contigue allo strappo non viene distaccarsi dal resto della muratura in quanto generalmente
ripristinato con la semplice costruzione della nuova cornice non ammorsati con la parte preesistente.
del foro. Il tamponamento realizzato per semplice accostamento della
nuova muratura non è in grado di collaborare in maniera effi-
cace con quella originaria, distaccandosene a causa dell’au-
tonomo comportamento.
Foto 17
Serravalle di Chienti (MC) – Chiesa di S.
Egidio a Civitella – 1997
PARTE PRIMA
113
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
114
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Foto 20
Visso (MC) – Chiesa di S. Lorenzo Martire a Riofreddo -
1997
Particolare del nodo murario facciata–parete: dissesto causa-
to dalla spinta non compensata di un puntone di copertura
che insiste sull’angolata e favorito dall’assenza di connes-
sione tra le parti murarie. Si rileva la presenza concentrata di
diversi cavi delle linee elettriche che possono aver concorso
al danno localizzato.
Foto 21
Serravalle di Chienti (MC) – Chiesa di S. Egidio a Civitella - 1997
Il danno prodotto in facciata, lesionamento diffuso nella zona del timpano, crollo localizzato e distacco di intonaco, è dovuto alla
spinta della copertura durante l’azione sismica ed è favorito dalla scarsa coesione muraria. L’orditura primaria di copertura non
risulta vincolata alla muratura di appoggio.
PARTE PRIMA
115
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Foto 22
Sellano (PG) – Edificio in località Casale - 1997
PARTE PRIMA
116
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Foto 23
Pioraco (MC) – Chiesa di S. Maria delle Lacrime a Seppio -
1997
Si evidenzia il danno localizzato pr ovocato dal tirante forte-
mente sollecitato con dimensioni del capochiave sottostima-
te e posto in prossimità dell’angolata. In questo caso, il
tirante si è ritratto all’interno della muratura in quanto le
ridotte dimensioni del capochiave non hanno garantito la dif-
fusione degli sforzi agendo su una ridotta porzione di mura-
tura di contrasto.
Foto 24
Serravalle di Chienti (MC) – Chiesa di Madonna del Piano -
1997
La parasta addossata alla parete laterale della chiesa non pre-
senta sufficienti elementi di connessione nei confronti dello
scorrimento: si determina così, in fase sismica, un distacco
con separazione dei due elementi. Questo presidio svolge
comunque una debole azione di contenimento del meccani-
smo di rotazione fuori piano della parete laterale e subisce un
dissesto al limite del collasso.
PARTE PRIMA
117
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
118
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Foto 26
Pievebovigliana (MC) – Chiesa di S. Pietro a Frontillo - 1997
Degrado generalizzato degli elementi lignei di copertura con crollo di una parte consistente di questi.
Si evidenziano le modalità di crollo per perdita dell’appoggio dell’orditura principale con distacchi e
crolli locali della muratura.
Foto 27
Pieve Torina (MC) – Abbazia di S. Michele Arcangelo a Torricchio - 1997
Degrado diffuso del sistema di copertura che coinvolge sia l’orditura principale sia quella secondaria.
In particolare si può osser vare l’importanza del danno sismico indotto dal degrado anche nell’orditu-
ra secondaria costituita da correntini e pianelle laterizie. Il deterioramento anche della sola orditura
secondaria - che causa una riduzione di connessione fra gli elementi costruttivi - può essere causa di
crolli estesi di parti con gravi ripercussioni sulle strutture sottostanti.
PARTE PRIMA
119
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
120
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
6.1. Finalità della “Lista di Controllo” approfondimento e formulata una diagnosi anche con
Prima di passare alla progettazione degli interventi, le cautele opportune.
proponiamo una ve ri fica dell’esaustività degli
approfondimenti analitici svolti, e una elencazione sin- La “lista di controllo” vuole perciò costituire:
tetica degli elementi diagnostici in base ai quali indi- - un riepilogo e una verifica generale circa l’esausti -
rizzare il progetto. vità delle osservazioni e degli approfondimenti analiti -
La lista di controllo non vuole essere nè un ulteriore ci compiuti;
adempimento formale nè un elenco generico e onni- - un consuntivo sintetico degli esiti diagnostici;
comprensivo, ma un momento di riflessione sui risul- - il primo momento di selezione e di descrizione degli
tati diagnostici, alla ricerca di eventuali omissioni rile- obiettivi del progetto.
vanti, riesaminando le domande alle quali è necessario
o opportuno dare risposta per l’edificio esaminato. 6.2. Articolazioni della lista di controllo
Si propone perciò in primo luogo di porre una serie di Come è evidente, non è possibile formare una lista
autodomande, per verificare se la risposta è già stata standard esaustiva di tutte le domande alle quali è
fornita, se è di qualità o affidabilità adeguata, o se deve necessario o opportuno dare risposta, in quanto diversi
essere integrata da supplementi di indagine. Lo scopo sono gli edifici cui potrà essere applicata ed estrema-
è far emergere eventuali zone d’ombra o incongruenze mente vasta la casistica. L’elenco riporta solo alcuni
significative, riesaminando singolarmente e nell’insie- elementi comunque significativi, e va ampliato in rap-
me dati analitici e interpretazioni diagnostiche. porto alle situazioni reali.
Compiute le verifiche necessarie, la lista di controllo Vengono individuate le seguenti sezioni:
deve fornire un elenco delle condizioni e delle forme di
vulnerabilità da contrastare, alle quali dare puntual- - Costituzione propria delle strutture ed efficienza sta -
mente e globalmente risposta nel progetto. Se è evi- tica
dente che il progetto non può nascere solo dalla rispo- - Stato di manutenzione dei sistemi di protezione ester -
sta ai singoli obiettivi, in quanto deve comunque rag- na
giungere una sua organicità non segmentata, è altret- - Danni e forme di vulnerabilità tipica dei diversi
tanto vero che esso deve soddisfare direttamente o macroelementi
indirettamente le esigenze che ai singoli obiettivi sono - Danni e forme di vulnerabilità specifica dei diversi
legate. macroelementi
Inoltre il progetto deve tenere conto cautelativamente
di eventuali risposte non possibili o incomplete, preve- 6.2.1. Costituzione propria delle strutture ed effi-
dendo per gli aspetti di importanza strategica interven- cienza statica
ti “a favore di sicurezza”. Ad esempio, alle domande: Le domande spingono, rispetto alla prima parte della
sono stati controllati i collegamenti tra le orditure scheda di progetto, a mettere in evidenza alcuni aspet-
principali e le murature? se sì, qual’è la loro efficien - ti di particolare rilevanza. Le domande vanno ripetute
za?, in caso di risposta negativa, perchè inaccessibili,il per ciascun macroelemento o parte costitutiva. Nel
progetto, oltre a richiedere che tali controlli siano effet- caso non sia del tutto nota la costituzione dell’elemen-
tuati in corso d’opera, dovrà includere il miglioramen- to, e siano presenti uno o più d’uno tra i sintomi elen-
to o la realizzazione di nuovi collegamenti. cati, la diagnosi va approfondita.
Dovranno essere valutati anche i sintomi indiretti utili
a valutare le condizioni della connessione, come in Struttura muraria
questo caso tracce anche limitate di sfilamento agli 1 - E’nota la costituzione della sezione muraria?
appoggi. 1a) - Vi sono elementi o sintomi di possibile distacco o
Alcune domande possono procedere in modo indiretto, separazione del paramento dal nucleo? (es. paramento
come ad esempio: esistono nell’edificio fenomeni di in mattoni disposti solo per fascia senza elementi in
dissesto che non sono stati ricondotti ad un meccani - chiave, paramento in pietra da taglio disposto a lastra o
smo statico o dinamico? Può verificarsi la presenza, di spessore uniforme, paramento in bozze di piccola
ad esempio, di irregolarità geometriche o deformazio- dimensione, presenza di spanciamenti discordi tra
ni dovute a dissesti antichi le cui fratture corrispon- interno e esterno o di crolli di un solo paramento...)
denti non sono leggibili, in quanto occultate da reinto- 1b) - Vi sono elementi o sintomi di forte decoesione
nacature, o di quadri fessurativi leggibili solo per tratti muraria?
parziali. In questo caso va comunque compiuto un (es. malta di allettamento di modesta resistenza com-
PARTE PRIMA
121
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
pressiva e/o priva di adesione ai supporti, formazione mattoni a una testa senza costoloni, con frenelli in
di lesionamento diffuso a reticolo sulla muratura, for- muratura, con riempimento incoerente, ecc.)
mazione di marcati lesionamenti a taglio...) 4a) - Si può escludere la presenza di carichi concentra-
1c) - Se sono presenti uno o più sintomi di separazio- ti punzonanti, dovuti a pilastri, puntelli, appoggi di
ne dei paramenti o decoesione, sono stati eseguiti orditure, muri i falso, ecc., o di carichi permanenti
approfondimenti analitici? (es.saggi, endoscopie, dovuti a riempimenti di grande entità?
prove soniche, ecc.) 4b) - Se vi sono dissesti significativi, sono stati rileva-
1d) - Sono presenti elementi o parti con elevata con- ti il quadro fessurativo e la deformata della volta?
centrazione di carichi statici in rapporto alla sezione? 4c) - Esistono tiranti a contenimento dei centri di spin-
1e) - Sono presenti muri in falso, in tutto o in parte ta, e se sì, sono completi e affidabili?
costruiti su solai o su volte? 4e) - Esistono sulle murature di appoggio dissesti
1f) - Sono documentati e riscontrati interventi di con- riconducibili alla spinta del tutto o in parte non com-
solidamento murario con tecniche moderne (iniezioni, pensata della volta? (spanciamenti e fuori piombo con
cordoli, perforazioni armate, risarcitura dei giunti a cerniere orizzontali in quota, ecc.)
malte cementizie, lastre affiancate armate, ecc.)? 4f) - Sono stati eseguiti interventi recenti di consolida-
mento estradossale, e quali? (risarcitura lesioni, appli-
Fondazioni cazione di rete e betoncino, svuotamento rinfianchi e
2 - E’ nota la natura e il tipo delle fondazioni? revisione frenelli, ecc.)
2a) - Sono presenti in elevato dissesti murari (cedi-
menti differenziali, traslazioni verticali, rototraslazio- Tetti
ni, ecc.) che segnalano il coinvolgimento del piano di 5 - Sono state verificate le strutture di copertura?
appoggio fondale? 5a) - E’ stata verificata l’efficienza degli appoggi in
2b) - Se sì, sono stati eseguiti saggi sul terreno di particolare sui muri esterni e nelle zone soggette a dila-
appoggio e/o sulla muratura di fondazione, e con che vamento o umidità?
esito? 5b) - Vi sono elementi lignei principali con inflessioni
3c) - Se la storia costruttiva segnala la presenza di prossime o superiori a 1/100 della luce?
ampliamenti planimetrici, è stata accertata la natura e 5c) - Vi sono elementi con assetto inclinato potenzial-
il tipo di fondazione delle parti costruite in tempi diver- mente spingente?
si? 5d) - Vi sono elementi che determinano forti concen-
3d) - Sono stati eseguiti interventi di consolidamento trazioni di carico (es. appoggi di capriate) senza ade-
fondale con tecniche moderne? Se sì, di che tipo (cor- guata ripartizione sulla muratura o su sezioni murarie
dolo affiancato o sottofondato, micropali,ecc.) e in che inadeguate?
posizione? 5e) - Se sono presenti capriate, ne sono stati controlla-
ti gli elementi, i nodi, la verticalità, ecc.?
Solai 5e) - E’ stata verificata la presenza di collegamenti
3 - E’nota la natura e il tipo dei solai (in legno biordi- antisfilamento (es. capochiave metallico con bandella)
to, a putrelle con voltine, ecc.)? tra elementi lignei e muratura? Se presenti, sono affi-
3a) - E’ stata verificata l’efficienza degli appoggi in dabili?
particolare sui muri esterni e nelle zone soggette a dila- 5f) - E’stata verificata la natura e il tipo dell’impalca-
vamento o umidità? to e del manto sovrapposto, e valutato il contributo in
3b) - Vi sono elementi lignei principali con inflessioni termini di rigidità? (pianelle di cotto, tavolato, ecc.)
prossime o superiori a 1/100 della luce? 5g) - Se il tetto è a capriate in parallelo, sono presenti
3c) - E’ stata verificata la presenza di collegamenti elementi di stabilizzazione contro il ribaltamento late-
antisfilamento tra elementi lignei e muratura? Se pre- rale?
senti, sono affidabili?
3d) - E’stata verificata la natura e il tipo dell’impalca- Scale su volte
to e delle pavimentazioni sovrapposte, e valutato il 6 - Se sono presenti scale su volte o a sbalzo, sono state
contributo in termini di rigidità? (pianelle di cotto, controllate? In particolare, vi sono lesioni nelle con-
tavolato, ecc.) nessioni tra rampe o tra pianerottoli e rampe?
3e) - Se sono presenti controsoffitti che non permetto-
no l’osservazione dell’orditura, questi presentano Tiranti
inflessioni, distacchi e lesioni riconducibili all’infles- 7 - Sono stati individuati e riportati sui grafici gli even-
sione o al dissesto dell’orditura? tuali tiranti o elementi di contenimento presenti?
3f) - Sono presenti solai in cemento o laterocemento di 7a) - E’ stata controllata la corrispondenza tra capo-
recente costruzione? Si conosce l’armatura e la con- chiave esterni visibili e tiranti interni e viceversa?
nessione a muro (presenza di cordolo, code di rondine, 7b) - Sono stati osservati tiranti rotti o comunque inef-
ecc.)? ficaci o capochiave deformati?
PARTE PRIMA
122
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
posizione, la costituzione, la natura degli ancoraggi? Il secondo livello o gruppo è costituito dai meccanismi
8a) - Sono presenti forme di dissesto riconducibili alla probabili o possibili, ma non ancora palesemente atti-
loro presenza e al loro comportamento sismico? (es. vati. Non sono presenti nel manufatto le prove che esso
lesioni orizzontali, accentuazione delle lesioni a taglio, sia già soggetto a tali meccanismi, tuttavia la casistica
ecc.) di danno fornita dalla memoria esperta del danno subi-
to da edifici affini lo indica come soggetto in cui l’in-
6.2.2. Stato di manutenzione dei sistemi di protezio- cidenza di determinati meccanismi è particolarmente
ne esterna marcata.
Questa sezione riguarda in particolare i sistemi di prote-
zione dalle acque e per il loro allontanamento, la cui Vi è infine il terzo gruppo o livello al quale apparten-
inefficenza produrrebbe nel medio termine anche conse- gono i meccanismi rari, in genere innescati dalla con-
guenze al sistema strutturale. Si tratta quindi di attivare comitanza con f attori specifici, e da considerare come
gli interventi corrispondenti “secondo condizione”. improbabili. Inoltre ne fanno parte i meccanismi che,
se si è già attivato un meccanismo di danno che nella
Sistemi di protezione dalle acque casistica è individuato come antagonista ad essi e per-
9 - E’ stato ispezionato sistematicamente il manto di ciò a reciproca esclusione -vedi correlazioni sulla con-
copertura (manto in coppi o altro, converse in corri- temporanea presenza-assenza di diversi meccanismi
spondenza di comignoli o abbaini, compluvi e displu- nello stesso macroelemento- possono essere considera-
vi, colmi, ecc.)? ti come improbabili.
9a) - Sono state constatate perdite d’acqua o ineffi-
cienze di varia natura? Questa prima lista riguarda i meccanismi di danno tipi-
9b) - Sono stati esaminati gli elementi lignei, ed in par- ci, ossia quelli che interessano i macroelementi nel
ticolare le testate, in corrispondenza di punti di perdi- loro insieme e sono r apportati alla loro configurazione
ta? e posizione rispetto all’edificio. Va ricordato che nel
9c) - Gronde e pluviali sono efficienti o presentano primo livello va dato spazio anche al riconoscimento di
perdite? meccanismi che non figurano nella casistica, quando
9d) - Sono stati controllati i sistemi di raccolta e allon- sono presenti danni che non sono interpretabili all’in-
tanamento delle acque al suolo? Si può escludere che terno dei meccanismi già noti.
vi siano perdite d’acqua in prossimità delle fondazio-
ni? Suddivisione in macroelementi
9e) - Vi sono fenomeni di umidità nelle murature? Se 12 - Quali sono i macroelementi in cui è stata suddivi-
sì, qual’è la loro causa? sa la costruzione? (fornire elenco e schema grafico)
PARTE PRIMA
123
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
analogia con la tabella riportata al cap. 5.3- macroelemento, in rapporto alla tabella riportata al
Suddivisione per gruppi tematici delle forme di vulne - cap. 5.3 e alla casistica di danno, elencare anche con
rabilità specifiche, ed è articolata in quattro nuclei. l’ausilio di grafici semplificati le forme di vulnerabilità
Il primo nucleo è formato dai danni pregressi non specifica che presentano danno).
riparati e dalle situazioni di vulnerabilità locale cui si è 15a) - Esistono elementi che indirettamente segnalano
già associato un danno, come, ad esempio, una discon- la presenza di danni antichi, quali contrafforti, raddos-
tinuità muraria in cui si è insediata una lesione. Per si o altro?
queste, il progetto dovrà prevedere sia interventi di
riparazione del danno che di contrasto della vulnerabi- Vulnerabilità specifiche senza danno
lità specifica. 16 - Sono presenti forme di vulnerabilità specifiche cui
Il secondo nucleo è costituito dalle discontinuità o vul- non si è associato un danno, che tuttavia è probabile in
nerabilità locali cui non si è ancora associato un danno, caso di terremoto? Se sì, quali sono?(Per ogni macroe-
che è tuttavia probabile in caso di terremoto. Per que - lemento, in rapporto alla tabella riportata al cap. 5.3,
ste, il progetto dovrà prevedere interventi a contrasto elencare anche con l’ausilio di grafici le forme di vul-
della vulnerabilità specifica. nerabilità constatate che attualmente non presentano
Il terzo gruppo è costituito dalle discontinuità o etero- danni).
geneità la cui presenza nella casistica di danno appare 16a) - Se la storia costruttiva indica la presenza di un
ininfluente rispetto al verificarsi di danni, oppure utile processo di formazione articolato, con ampliamenti,
a ridurre il danno di meccanismi comunque presenti. sopraelevazioni, apertura-chiusura di fori, ecc., sono
Vedi, ad esempio la discontinuità costruttiva che forma stati individuati tutti i tracciati di discontinuità conse-
un giunto tra il campanile e la chiesa ad esso accostata guenti?
e riduce gli effetti di urto reciproco tra i due corpi 16b) - Possiamo escludere la presenza di grandi
dovuti all’oscillazione discorde. In questi casi, motiva- discontinuità non segnalate da danno (canne fumarie,
tamente, il progetto non prevede interventi. gronde o scarichi inseriti in mur atura, ecc.)?
Il quarto gruppo, alla luce dell’esistenza o meno nel-
l’edificio di interventi di restauro o consolidamento Discontinuità da mantenere
recenti, anche in funzione antisismica, ne esamina il 17 - Sono presenti forme di discontinuità e vulnerabi-
comportamento sismico dell’edificio. Vedi la presenza lità sulle quali è opportuno non intervenire? Se sì, spe-
o meno di un cordolo terminale o ai piani, di solai in cificare i motivi.
latero-cemento, di lastre armate in calcestruzzo sulle
pareti, sull’impalcato di copertura o sui solai, di tiran- Interventi di consolidamento recenti
ti, di interventi in fondazione o altro. Vanno raccolte e 18 - Sono stati osservati danni riconducibili al com-
valutate le informazioni circa le effettive modalità ese- portamento che l’edificio ha assunto a seguito di inter-
cutive, e ricercata l’eventuale presenza di danni che venti recenti? (es. lesioni orizzontali tra cordolo e
indichino difetti costruttivi o comportamenti negativi. muratura, distacchi di lastre armate, accentuazione dei
Dovrà in questi casi essere compiuta una specifica comportamenti a taglio, ecc.)
ricerca sulla natura degli inter venti compiuti, sia attra-
verso progetti e documenti di cantiere (libretti delle E’ opportuno un continuo collegamento con grafici
misure, foto in corso d’opera), sia attraverso specifiche anche schematici per consentire la localizzazione effi-
attenzioni poste nell’effettuazione del rilievo. cace delle diverse forme di carenza e di vulnerabilità.
A conclusione della lista di controllo, saranno riepilo-
Danni pregressi gati gli elementi di vulnerabilità conclamata tipici e
15 - Sono presenti danni pregressi non efficacemente specifici, con il livello di danno già raggiunto,e gli ele-
riparati e/o forme di vulnerabilità specifica cui si è già menti di vulnerabilità e danno probabili e possibili, ma
associato un danno? Se sì, quali sono? (Per ogni non attivi.
PARTE PRIMA
124
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
7.1. Ruolo, finalità generali e livelli di approfondi- verificare il comportamento nel tempo, per svolgere
mento del progetto l’opera di manutenzione e per l’eventuale integrazione
Il compito degli elaborati di progetto è di descrivere in dei presidi.
modo inequivocabile e di facile comprensione le fina-
lità, la natura, le modalità esecutive e la precisa loca- Compito della progettazione è perciò anche quello di
lizzazione nella fabbrica di ciascuna delle operazioni modulare la forma redazionale in modo da renderla
che formeranno l’intervento. adatta a soddisfare i requisiti richiesti nel caso esami-
Il progetto deve costituire un sistema informativo ed nato.
esplicativo, che, per raggiungere questo fine, utilizza
integrandoli tra loro diversi mezzi espressivi: grafici a Come è noto, la legge 11 febbraio 1994, n. 109, suc-
diversa scala, elaborazioni su base fotografica, descri- cessivamente modificata e integrata, all’art. 16 ha
zioni e testi scritti. innovato la definizione delle attività di progettazione,
Il medesimo complesso di elaborati deve poter servire articolandola in tre livelli: preliminare, definitivo, ese -
a più scopi, e ciò ne influenza la configurazione e la cutivo (1).
redazione: Inoltre la legge 30 marzo 1998, n. 61, relativa agli
- per consentire l’esame e l’approvazione da parte del interventi urgenti a favore delle zone terremotate,
committente e degli enti preposti, deve fornire una all’art. 14, “Norme di accelerazione e controllo degli
chiara ed esaustiva spiegazione degli interventi proget- interventi”, afferma che la progettazione è articolata
tati e delle loro finalità rispetto alle effettive necessità nei soli progetti definitivo ed esecutivo, escludendo
dell’edificio, opportunamente indagate, e ai costi; deve perciò il preliminare, oppure, “qualora la dimensione e
inoltre permettere di valutare l’impatto che gli inter- la tipologia dei lavori lo consenta”, giungendo diretta-
venti produrranno sull’opera; mente al progetto esecutivo.
- per formare l’oggetto del contratto di appalto con Questo comporta che i contenuti del progetto prelimi-
l’impresa, deve essere il più possibile preciso circa i nare vengono direttamente espressi dal progetto defini-
modi esecutivi e le quantità e qualità di tutti gli inter- tivo, oppure che l’esecutivo assomma i contenuti del
venti che lo formano, riassunti in una computazione preliminare e del definitivo.
economica esaustiva e verificabile. Attraverso una Le “Direttive tecniche per la progettazione e la realiz-
indagine accurata vanno perciò sistematicamente ridot- zazione degli interventi di ripristino, recupero e restau-
ti i margini di imprevisto, ad evitare per quanto possi- ro, con miglioramento sismico, del patrimonio cultura-
bile il contenzioso e il ricorso a perizie di variante in le danneggiato dalla crisi sismica” (allegato A alla
corso d’opera; DGR n. 78 del 18 gennaio 1999), forniscono ulteriori
- per poter fungere da guida operativa agli esecutori in precisazioni sui contenuti richiesti al progetto.
cantiere, deve essere di facile consultazione a diretto Nell’allegato A 1, collegato alle stesse Direttive,
contatto con l’opera ed avere un adeguato contenuto di “Istruzioni generali per la redazione dei progetti di
istruzioni tecnico-operative circa le cautele, le moda- restauro dei beni architettonici di valore storico-artisti-
lità, la sequenza opportuna degli interventi; co in zona sismica”, oltre a indicare i settori di indagi-
- deve formare la base per la documentazione futura ne necessari ad impostare il progetto, sono definite in
degli interventi effettivamente realizzati,necessaria per modo conciso le operazioni tecniche di intervento,arti-
PARTE PRIMA
125
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
colate per le diverse parti della costruzione, operazioni mantenere uniti nello stesso elaborato contenuti archi-
cui si farà riferimento in dettaglio in sede di progetto tettonici e interventi strutturali, anzichè produrre ela-
esecutivo. Sono segnalate anche le tecniche che si borati separati. Da valutare invece la possibilità di rea-
ritengono maggiormente compatibili con il concetto di lizzare alcune tavole generali dedicate prevalentemen-
miglioramento, esprimendo la preferenza per alcune e te agli aspetti strutturali (tavola delle fondazioni, tavo-
la maggiore cautela nei confronti di altre. la delle orditure dei solai e del tetto);
D+E - relazione di calcolo e calcoli;
Per riassumere, il progetto completo di livello esecuti- E - particolari costruttivi di singoli interventi o parti, a
vo è costituito di norma dagli elaborati di seguito elen- scala da 1:20 a 1:1;
cati. Con la lettera D sono indicati gli elaborati presen- E - capitolato speciale di appalto, suddiviso in tre
ti fin dal progetto definitivo, con la lettera E quelli pro- sezioni:
pri del solo esecutivo; con le lettere D+E sono indicati - la normativa contrattuale: contiene le regole generali
gli elaborati presenti in entrambe i livelli che si pre- del contratto di appalto (tempi contrattuali, penali,
suppone vengano aggiornati nel passaggio dal definiti- oneri e obblighi, importi minimi degli stati di avanza-
vo all’esecutivo: mento, ecc.);
- la normativa prestazionale: contiene i requisiti richie-
D - relazione tecnico-illustrativa (“Relazione Program- sti per la corretta esecuzione delle opere e la loro accet-
matica”, lista di controllo, scheda); tazione;
D - relazione storica; dovrà descrivere e riferire crono- - l’elenco dei prezzi unitari: contiene la descrizione
logicamente soprattutto le principali fasi di costruzio- completa di ciascuna delle operazioni necessarie ad
ne e trasformazione e gli eventi sismici cui è stato sog- attuare l’intervento progettato, e stabilisce sia l’unità di
getto l’edificio, a formare una unitaria cronologia della misura (con relative norme di misurazione) che il rela-
sequenza costruttiva-strutturale e sismica; tivo prezzo unitario. Nella forma di appalto ad offerta
D - elaborati analitici descrittivi dello stato di fatto in prezzi viene prodotto un ulteriore elaborato in cui è
forma grafica e fotografica: rilievo geometrico, rilievo lasciata in bianco la casella relativa al prezzo unitario,
del degrado e del dissesto con elementi di stratigrafia che viene formulato dall’impresa. La presenza del
costruttiva, documentazione fotografica esaustiva computo metrico nel progetto definitivo implica la
rispetto ai danni presenti e allo stato di manutenzione disponibilità dell’elenco prezzi già da questa fase.
del manufatto e delle sue parti; L’elenco prezzi della Soprintendenza per i Beni
D - elaborati diagnostici; eventuale relazione sulle fon- Ambientali e Architettonici delle Marche costituisce il
dazioni, nel caso si siano manifestati dissesti che le riferimento principale, come da delibera G.R. n. 2279
coinvolgono; del 21/9/98, e va utilizzato anche per la formulazione
D - elaborati grafici di insieme del progetto definitivo di voci di prezzo particolari, legate a specifiche opera-
(progetto generale), in forma grafica o mista (disegni zioni da compiere nell’opera, per le quali è opportuno
su basi fotografiche); planimetrie di inquadramento, produrre l’analisi del prezzo.
piante, prospetti e sezioni a scala 1:100 e/o 1:50. Si D+E) il computo metrico estimativo, in cui vengono
ritiene che sia opportuno, salvo particolari esigenze, indicate le quantità di opere previste per ciascuna voce
grafici per l’individuazione delle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori da
realizzare; (...)
4 - Il progetto definitivo illustra compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri,dei vincoli, degli indi-
rizzi e delle indicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio delle prescritte
autorizzazioni ed approvazioni. Esso consiste in una relazione descrittiva dei criteri utilizzati per le scelte progettuali,nonchè delle
caratteristiche dei materiali prescelti e nell’inserimento delle opere sul territorio; nello studio di impatto ambientale ove previsto;
in disegni generali nelle opportune scale descrittivi delle principali caratteristiche delle opere, delle superfici e dei volumi da rea-
lizzare, compresi quelli per l’individuazione del tipo di fondazione; negli studi ed indagini preliminari occorrenti con riguardo alla
natura ed alle caratteristiche dell’opera; nei calcoli preliminari delle strutture e degli impianti; in un disciplinare prescrittivo degli
elementi prestazionali, tecnici ed economici previsti in progetto nonchè in un computo metrico estimativo. Gli studi e le indagini
occorrenti, quali quelli di tipo geognostico, idrologico, sismico, agronomico, biologico, chimico,i rilievi ed i sondaggi, sono con-
dotti fino ad un livello tale da consentire i calcoli preliminari delle strutture e degli impianti e lo sviluppo del computo metrico
estimativo.
5 - Il progetto esecutivo, redatto in conformità al progetto definitivo, determina in ogni dettaglio i lavori da realizzare e il relati-
vo costo previsto e deve essere sviluppato ad un livello di definizione tale da consentire che ogni elemento sia identificabile in
forma, tipologia, qualità, dimensione e prezzo. In particolare il progetto è costituito dall’insieme delle relazioni, dei calcoli ese-
cutivi delle strutture e degli impianti e degli elaborati grafici nelle scale adeguate, compresi gli eventuali particolari costruttivi,dal
capitolato speciale di appalto, prestazionale o descrittivo, dal computo metrico estimativo e dall’elenco dei prezzi unitari. Esso è
redatto sulla base degli studi e delle indagini compiuti nelle fasi precedenti e degli eventuali ulteriori studi ed indagini, di detta-
glio o di verifica delle ipotesi pr ogettuali, che risultino necessari, e sulla base di rilievi planoaltimetrici, di misurazioni e picchet-
tazioni, di rilievi della rete dei servizi del sottosuolo. Il progetto esecutivo deve altresì essere corredato da apposito piano di manu-
tenzione dell’opera e delle sue parti da redigersi nei termini, con le modalità, i contenuti, i tempi e la gradualità stabiliti dal rego-
lamento di cui all’art. 3.”
PARTE PRIMA
126
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
di elenco prezzi, che, moltiplicate per il prezzo unita- l’insieme e nel dettaglio, ossia non collegati ai fabbi-
rio e sommate, danno l’importo a base d’asta. sogni e alle caratteristiche del manufatto. La scelta, la
D+E) il quadro economico di spesa, in cui vengono configurazione e localizzazione delle opere di presidio
elencate tutte le spese necessarie ad attuare il proget- costituirà l’ulteriore passo, da sottoporre ad una prima
to, suddivise in: valutazione degli impatti sulle superfici e sulle parti
- somme a base d’asta (derivante dal computo metri- materiali in base ai criteri propri del restauro.
co);
- somme a disposizione dell’Amministrazione per La via principale al miglioramento, così come delinea-
imprevisti, spese tecniche di progettazione, direzione e ta dalle Direttive e dalle Istruzioni citate, consiste nel-
collaudo, IVA, allacciamenti, espropri, ecc. l’aumentare in modo sistematico la duttilità e la capa-
cità dissipativa del sistema strutturale, anche contem-
Oltre ai contenuti usuali, nel capitolato speciale di plando parziali deformazioni e lesionamenti. Per fare
appalto, sezione normativa contrattuale, tra gli oneri e questo, e per coinvolgere ogni parte nella risposta al
obblighi a carico dell’impresa è opportuno inserire il sisma, dopo avere ricostituito attr averso la riparazione
rendiconto analitico degli interventi strutturali effettua- dei danni le risorse di resistenza perdute, vanno soprat-
ti e la documentazione grafica e fotografica “come tutto aumentati i collegamenti resistenti a trazione, evi-
costruito” in analogia a quanto previsto dalla legge 46 tando di introdurre rigidezze rilevanti e concentrate,
per le ditte esecutrici degli impianti tecnici. Questa alle quali si associa in genere un mutamento di com-
documentazione, che può essere funzionale sia al portamento.
libretto delle misure utilizzato per la registrazione con- La ricerca di elevate rigidezze, attraverso solai e tetti in
tabile, sia per il collaudo statico, ha lo scopo di lascia- cemento o laterocemento, lastre armate applicate alle
re un quadro chiaro e veritiero delle opere realizzate, pareti o setti in c.a., iniezioni diffuse, ha rappresentato
indispensabile per gli interventi futuri, ed è necessaria negli anni ‘70 e ‘80 una risposta tendente all’adegua-
al monitoraggio previsto all’art. 4 della delibera del C. mento e alla omologazione al nuovo di cui oggi com-
R. n. 234 del 10/11/98, relativa al Piano di Ripristino. prendiamo meglio i limiti tecnici e i rischi, oltre ai
Vedi a questo proposito anche il “consuntivo scientifi- sicuri impatti sulla costruzione antica.
co” da realizzare al termine dei lavori, come pr evisto Applicando il concetto di miglioramento, cerchiamo
dalle “Istruzioni”. invece di inserire presidi capaci di collaborare con l’e-
Va rimarcata la necessità di un rapporto equilibrato ed sistente o di far interagire tra loro le parti dell’edificio,
economico tra i vari tipi di elaborati che compongono piuttosto che proporre strutture tendenzialmente auto-
il progetto di riparazione e miglioramento antisismico nome. Cerchiamo inoltre di intervenire in modo mira-
in edifici storici. to, anche puntuale, per contrastare locali forme di vul-
Sono di grande importanza il collegamento e l’intera- nerabilità.
zione tra gli elaborati grafici (progetto esecutivo gene- Ciò significa, nella maggior parte dei casi, utilizzare
rale, particolari costruttivi) e gli elaborati in forma diffusamente presidi metallici sia a configurazione
scritta (elenco dei prezzi unitari del capitolato e com- compiuta, come i tiranti che contrappongono due pare-
puto metrico in particolare). Perchè questo possa avve- ti opposte soggette ad azioni fuori piano, sia con fun-
nire, vi devono essere continui richiami ed un influsso zione di complemento e valorizzazione strutturale di
reciproco tra i diversi tipi di elaborato, anche indiriz- elementi esistenti, come il capochiave che, collegando
zando a questo scopo le forme redazionali. una travatura alla muratura di appoggio, porta l’ele-
mento ligneo a svolgere anche la funzione di tirante.
7.2. La concezione complessiva degli interventi di Si tratta in generale di interventi che presentano una
miglioramento. Esemplificazione buona compatibilità con i particolari vincoli architetto-
Il punto di passaggio dalla fase analitico-diagnostica, i nici e conservativi propri degli edifici monumentali, e
cui risultati sono confluiti nella lista di controllo, alla tendono ad aumentare l’efficacia delle connessioni tra
fase progettuale, consiste nel mettere a fuoco una str a- gli elementi strutturali, creando azioni antagonistiche o
tegia unitaria degli interventi di miglioramento, speci- intervenendo su discontinuità cui si associano vulnera-
ficandone gli obiettivi in base alle carenze strutturali e bilità specifiche.
alle forme di vulnerabilità individuate.
Questa strategia viene descritta nella “dichiarazione di Un indirizzo di questo tipo, e il concetto stesso di
intenti” del prog ettista, espressa nella Relazione miglioramento, è ben applicabile a fabbriche di nor-
Programmatica, ed ha lo scopo di ridurre il rischio che male costituzione fino ad uno sviluppo di danno
alla parte analitica e diagnostica segua, quasi obbeden- medio-grave, ossia corrispondente al livello 3 dell’in-
do ad un automatismo, una somma di interventi stan- dice principale della scala di danno (2), con meccani-
dard, non unitariamente concepiti e non motivati nel- smi pienamente attivati e marcati ma senza immediato
(2) “Uno stato di danno di un edificio in un dato momento, alla luce della conoscenza più generale dell’evoluzione dei processi
di dissesto, può essere descritto e interpretato come la condizione raggiunta in una data fase di un processo di dissesto.
Avendo la possibilità di correlare il processo di dissesto all’evoluzione del (o dei) meccanismi,è anche possibile collegare il grado
di danno al g rado di avanzamento del meccanismo.
L’indice di danno che si propone quale scala per valutare e descrivere sinteticamente il grado di danno dei macroelementi è arti -
PARTE PRIMA
127
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
pericolo di crollo, in strutture per le quali lo sviluppo gate agli stessi interventi di miglioramento.
prevedibile del meccanismo di danno è tendenzialmen-
te lineare. La parte analitico-diagnostica del progetto deve com-
In edifici con danni di livello superiore, prossimi al piere una verifica dell’assetto strutturale dell’edificio,
crollo o in parte già crollati, le usuali opere di ripara- della sua organicità e funzionalità, e metterne in luce le
zione possono non essere sufficienti per quantità e qua- carenze.
lità a ricostituire un assetto tale per cui, realizzando Nella realtà sono frequenti i casi in cui la maglia strut-
anche gli interventi di miglioramento, il manufatto turale è stata indebolita da demolizioni e varchi, per
acquisti adeguati margini di sussistenza. Basti pensare ragioni di funzionalità distributiva, per aprire o ingran-
a murature che hanno subito rilevanti fuori piombo o dire negozi, o altro. In queste situazioni il progetto
deformazioni, a solai o tetti parzialmente sfilati all’a p- deve prevedere la reintegrazione della maglia, o inter-
poggio, ossia a quei danni che per loro natura non sono venti di equivalente funzione strutturale, e la riorganiz-
riparabili. zazione distributiva conseguente.
Si rende necessario in questi casi un gruppo di opere di Altrettanto frequenti le situazioni di gravi incongruen-
“risarcimento strutturale” in grado di ricostituire le ze costruttive, come la presenza di muri portanti pog-
risorse perdute. Esse possono consistere in parziali giati in falso su volte, di muri non sovrapposti ai piani
ricostruzioni, in opere “tradizionali” ove compatibili o altro ancora, derivanti da una configurazione struttu-
con l’assetto architettonico, come la realizzazione di rale incompleta rispetto alla prevedibile concezione
contrafforti murari ammorsati per i muri in fuori piom- iniziale, oppure disattesa da interventi successivi, e che
bo o di dormienti accostati all’appoggio per i travi sfi- a volte solo un rilievo attento mette in luce. Anche que-
lati, oppure in opere di nuova concezione, anche colle- ste vanno risolte con specifici interventi di consolida-
colato in due indici; il primo (da 0 a 6) indica il livello complessivo di danno del macroelemento, il secondo (da 0 a 6 ) indica il
livello locale massimo di danno raggiunto nel macroelemento, pur se di limitata estensione; i due indici affiancati formano una
scala di danno in cui sono state individuate 22 diverse possibilità.
I parametri che entrano in gioco sono di natura diversa; l’indice che definisce il livello complessivo di danno è attribuito in base
alla presenza e al grado di avanzamento di meccanismi di dissesto riconoscibili attraverso l’evidenza dei danni.
Il livello 0 (nessuna evidenza di danno) presuppone l’inesistenza di meccanismi di dissesto attivati o comunque leggibili.
Il livello 1 ( prima evidenza di danni connessi alla iniziale attivazione di meccanismi di dissesto visibili ad una osservazione accu-
rata, di limitata estensione) presuppone l’ avvenuta attivazione del meccanismo di dissesto, ma i danni conseguenti sono ancora
molto limitati per entità ed estensione, al punto che è necessaria una attenta osservazione per riconoscerli.
Il livello 2 (evidenza di danni e leggibilità complessiva di meccanismi di dissesto attivati nell’insieme del macroelemento, ma in
fase iniziale di sviluppo, con dissesti di limitata entità) corrisponde ad uno stadio in cui i danni si sono disposti sul macroelemento
in modo tale da rendere compiutamente riconoscibile il meccanismo principale di dissesto, ma sono ancora limitati quanto ad
entità; ad esempio, si può assumere a titolo di riferimento indicativo che le lesioni principali, se isolate, non siano superiori a 1,5
cm. nei punti di massima apertura, se a fascio di somma equi valente; gli spostamenti relativi saranno di conseguenza contenuti.
E’ evidente che l’entità della lesione principale da assumere a limite massimo per il livello 2 deve variare in rapporto alla dimen-
sione del manufatto su cui si verifica; tuttavia non pare proponibile una semplice proporzionalità tra dimensione del manufatto e
dimensione della lesione, in quanto sovente sugli edifici di piccole dimensioni si riscontrano lesioni proporzionalmente assai più
grandi di quelle riscontr ate sui grandi manufatti.
Il livello 3 (marcata evidenza di danno e leggibilità complessiva di meccanismi di dissesto compiutamente attivati che interessa-
no l’insieme del macroelemento in fase intermedia di sviluppo, con dissesti di media entità) rappresenta l’evoluzione quanto ad
entità dei fenomeni già ben delineati al livello 2; le lesioni principali potranno avere un’ampiezza, sempre a titolo indicativo, da
1,5 a 4-5 cm., tali da raggiungere la completa discretizzazione tra le parti murarie del macroelemento, senza però che nell’insie-
me si verifichino ancora danni irreversibili estesi (spanciamenti, fuori piombo rilevanti, ecc.).
Nel livello 4 (evidenza macroscopica dei danni e dei meccanismi di dissesto prossimi alla fase di ultimo spostamento con parti al
limite di crollo a seguito di dissesti complessivi di forte e fortissima entità) la costruzione è ormai fortemente disarticolata, i danni
locali tendono a sommarsi ai danni principali, ma sono ancora limitate e periferiche le parti al limite di crollo.
Il livello 5 (come livello 4, ma con prevalenza di parti del macroelemento al limite di crollo, ossia in equilibrio precario anche in
fase statica, e/o con distruzione di parti e/o crolli di media estensione) rappresenta la situazione immediatamente precedente al
crollo complessivo, con spostamenti macroscopici il cui ulteriore, lieve avanzamento determinerà il crollo.
Il livello 6 (crollo prevalente quanto ad entità) rappresenta la conclusione del processo di dissesto conseguente al meccanismo atti-
vato. I crolli ulteriori di parti murarie superstiti avverranno con meccanismi ormai diversi da quello principale proprio del macroe-
lemento, da considerare esaurito.
Questa scala di danno complessivo descrive l’evoluzione di un processo di dissesto che è riscontrabile nella realtà nel caso il
danno si diffonda omogeneamente per entità e qualità su tutto il macroelemento; in tale caso il livello complessivo di danno coin-
cide con il livello locale massimo di danno, al quale viene attribuito il secondo indice.
Il primo dei due indici di danno può essere pertanto letto anche come il grado di evoluzione del meccanismo in una data fase del
processo di dissesto.”
Tratto da : A. DE COLLE, F. DOGLIONI, L. MAZZORANA, V. PETRINI, Proposta di una scala di danno per macroelementi,
in: Le chiese e il ter remoto, pp. 281-286, ed. LINT, Trieste, 1994.
La tabella relativa è pubblicata a pag. 119 dell’edizione straordinaria n. 13 del 9 aprile 1999 del Bollettino Ufficiale della Regione
Marche, Il terremoto nelle Marche, Beni culturali.
PARTE PRIMA
128
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
mento, privilegiando le forme di accrescimento affian- le di tutte le parti utili che l’edificio può offrire.
cato alle opere di demolizione-ricostruzione. Oltretutto, in questi casi la modellazione numerica
assume più marcatamente, oltre al ruolo di strumento
In altri casi, la disorganicità diviene macroscopica, con di dimensionamento dei presidi e di valutazione dei
carenze o vulnerabilità eccezionali, e nella stessa benefici r aggiunti, anche quello di strumento di indi-
costruzione si accostano parti di diversa natura, geo- rizzo della progettazione.
metria e comportamento: vedi il caso esemplificato Nella realtà, non sono infrequenti i casi di eterogeneità
della chiesa di S. Nicolò a Carpi, risultato di alcune di configurazione o costituzione che comportano di per
soluzioni strutturali ardite, di un ampliamento con sè un comportamento negativo. Basti pensare ai cam-
riforma architettonico-strutturale interrotto a metà e di panili connessi alla chiesa, le cui oscillazioni discordi
rilevanti danni pregressi. generano urti reciprocamente dannosi.
Si impone in queste situazioni la necessità di coniuga- Riteniamo, soprattutto per queste situazioni di elevata
re il miglioramento con la riprogettazione dell’assetto
vulnerabilità e di danno molto avanzato, che il miglio-
strutturale, ossia con un reindirizzo del comportamen-
ramento debba essere considerato come un approccio
to delle singole parti per consentire un comportamento
metodologico piuttosto che come un recinto che inclu-
di insieme maggiormente unitario ed organico, e
soprattutto più favorevole. de od esclude tassativamente determinate tecniche: a
E’ evidente come ci si muova in questi casi ai limiti del fronte di situazioni dimostrate come particolarmente
miglioramento, e forse oltre, perchè ci si propone di sfavorevoli, la ricerca progettualmente incisiva della
mutare il comportamento globale in quanto, dopo aver- tecnica capace, in un contesto complessivamente con-
ne riconosciuto l’intrinseca pericolosità, si è constata- servativo, di assolvere i requisiti richiesti, deve poter
ta l’impraticabilità o l’insufficienza dei normali espe- avvenire senza pregiudizi, assistita da una sorta di
dienti di contrapposizione reciproca dei meccanismi, senso etico che commisuri l’intervento alla gravità del
di collegamento o altro. La legittimità di queste opere danno possibile.
all’interno del miglioramento va perciò ricercata nel-
l’affinità dei modi, come l’affiancamento massimo Nei grafici si propongono in funzione esemplificativa
senza sostituzione, l’utilizzo di materiali compatibili alcuni schemi di risposta a meccanismi individuati in
e/o reversibili, il coinvolgimento in funzione struttur a- alcuni tipi di macroelemento.
PARTE PRIMA
129
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
130
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
131
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
132
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
133
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
134
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
135
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
136
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
137
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
138
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
139
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
140
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARETE DI TESTATA
Meccanismo di rotazione fuori piano (2.1, 2.2, 2.3)
1 - CORDOLO-TIRANTE ADESIVO SOMMITALE
2 - COLLEGAMENTI DI CATENE DI CAPRIATE, TER-
ZERE E COLMI AI MURI DI APPOGGIO E AL CORDO-
LO-TIRANTE
3 - PARZIALE IRRIGIDIMENTO DELL’IMPALCATO DI
FALDA E CONNESSIONI CONTINUE TRA IMPALCA-
TO E CORDOLO-TIRANTE
4 - TIRANTI O COLLEGAMENTI AL CORDOLO-
TIRANTE INTERNO
5 - COLLEGAMENTI PASSANTI TRA SOLAIO E MURO
ESTERNO (DI SINGOLE ORDITURE O DEL CORDO-
LO-TIRANTE PERIMETRALE)
6 - IRRIGIDIMENTO DEL SOLAIO
PARETE DI SPINA
Meccanismo nel piano in connessione con la facciata
1 - CORDOLO-TIRANTE ADESIVO SOMMITALE
2 - COLLEGAMENTI DI CATENE DI CAPRIATE, TER-
ZERE E COLMI AI MURI DI APPOGGIO E AL CORDO-
LO-TIRANTE
3 - PARZIALE IRRIGIDIMENTO DELL’IMPALCATO DI
FALDA E CONNESSIONI CONTINUE TRA IMPALCA-
TO E CORDOLO-TIRANTE
4 - TIRANTI O COLLEGAMENTI AL CORDOLO-
TIRANTE INTERNO
5 - COLLEGAMENTI PASSANTI TRA SOLAIO E MURO
ESTERNO (DI SINGOLE ORDITURE O DEL CORDO-
LO-TIRANTE PERIMETRALE)
6 - IRRIGIDIMENTO DEL SOLAIO
PARTE PRIMA
141
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
7.3. Contenuti della “Relazione programmatica” (da riprodurre), da testimonianze di vario tipo, da
Le “Direttive” richiedono che il progetto includa la osservazioni stratigrafiche e costruttive direttamente
Relazione Programmatica. L’enfasi data a questo docu- compiute sull’edificio. Nel caso la relazione storica sia
mento, che costituisce la relazione illustrativa dei cri- sviluppata in modo autonomo, riportare gli elementi
teri di impostazione del progetto e dei principali inter- salienti.
venti previsti, vuole rimarcarne il ruolo centrale nel
mettere a fuoco e trasmettere le motivazioni dell’inte- Livello di manutenzione e stato di degrado: natura e
ro progetto e delle scelte compiute. tipo degli ultimi interventi noti, livello di efficienza del
In essa, dopo aver riassunto i risultati degli approfondi- tetto, di gronde e pluviali,di serramenti esterni, di rive-
menti analitici e diagnostici, vengono indicati gli obiet- stimenti esterni. Descrizione di eventuali fenomeni di
tivi di progetto, descritta l’impostazione data per rag- degrado proprio dei materiali, esiti di pr ove e accerta -
giungerli insieme agli accorgimenti tecnici prescelti. menti diagnostici sul loro stato di conservazione (vedi
Nelle “Direttive”, all’art. 3, si afferma che nella anche scheda e lista di controllo).
“Relazione programmatica (...) devono confluire i cri-
teri adottati, le scelte a fronte dei risultati delle analisi Descrizione del sistema resistente: organizzazione
e delle indagini svolte e l’impostazione data al proget- della maglia muraria, struttura dei solai, struttura del
to in relazione ai due settori disciplinari che vi concor- tetto, presenza e tipo di tiranti o elementi di tenuta,
rono (l’ingegneria strutturale e l’architettura-restauro). eventuali strutture spingenti in fase statica, eventuali
Deve essere chiaramente evidenziata la corrispondenza danni precedenti all’evento sismico (dissesti statici,
tra le diverse forme di vulnerabilità riconosciute nella inflessione solai, cedimento fondazioni, ecc.), inter-
fase analitica ed i presidi di miglioramento previsti dal venti recenti a componente strutturale (descrivere per
progetto”. quanto possibile gli interventi compiuti), esiti di even-
La relazione deve perciò proporre una chiara visione tuali prove compiute sulla muratura.
del rapporto tra caratteri e condizioni dell’edificio,
obiettivi tecnico-culturali del progetto e mezzi adottati Descrizione dei dissesti sismici: meccanismi di danno
dal progettista. attivati dal recente terremoto, suddivisi per macroele-
Deve in particolare descrivere la concezione comples- menti e schematizzati nella loro possibile evoluzione
siva e gli obiettivi del progetto di miglioramento, non- (progetto di danno), forme di vulnerabilità specifica
chè le soluzioni adottate per rispondere alle esigenze individuate, crolli o danneggiamenti locali accentuati
poste dalla lista di controllo. (allegare scheda NOPSA).
Ad esempio, il progettista deve indicare i criteri archi-
tettonico-conservativi adottati nella scelta dei presidi Enunciazione delle finalità generali e dei criteri adot -
strutturali, sia in termini di valutazione degli impatti tati : criteri architettonico-conservativi, criteri com-
materiali, sia in termini di mantenimento a vista delle plessivi di miglioramento, valutazione e motivazione
strutture di presidio (con autonoma formalizzazione, degli impatti.
meramente tecnologico o con accorgimenti di dissimu-
lazione) oppure interni occultati, indicandone le moti- Descrizione sintetica degli interventi previsti suddivisi
vazioni. in categorie: opere di riparazione, opere di consolida-
La compresenza nel progetto della “Scheda” libera la mento statico, opere di manutenzione, opere di miglio-
Relazione da molti obblighi informativi già assolti, e la ramento antisismico (per quanto possibile collegate
spinge a trattare con sinteticità i criteri di fondo del alle vulnerabilità tipiche e specifiche e ai meccanismi
progetto per metterli a fuoco e comunicarli con chia- di dissesto che intendono contrastare), opere di rico-
rezza. struzione, opere di restauro e di finitura delle superfici,
realizzazione di dotazioni impiantistiche, di sicurezza
Si propone di articolare la Relazione Programmatica e per l’accessibilità, modifiche organizzative e distri-
sviluppando i seguenti argomenti: butive, mutamenti di destinazione d’uso, ecc.
Descrizione dell’edificio: Impostazione tipologica e A scopo esemplificativo, si indicano gli interventi per-
architettonica di insieme, inserimento ambientale, tinenti alle diverse categorie, suddivise in livelli di
caratteri e materiali costitutivi dei diversi fronti esterni, intensità ed estensione:
caratteri e materiali costitutivi dei diversi ambienti
interni, elementi di arredo fisso e mobile, tipi di mura- Riparazione
tura, tipi di solaio, tetto, scale. Livello 1 - Semplice risarcimento di lesioni e di altri
effetti di danno limitati.
Sintesi dei principali riferimenti storici, relativi in par- Livello 2 - Risarcimento e ricostituzione di continuità
ticolare alla storia e alle fasi costruttive, ad eventuali muraria in corrispondenza di lesioni, incuneatura archi
eventi sismici del passato (3), tratti da fonti scritte edite e volte, altre opere affini .
e non, da iconografie storiche, foto d’archivio o altro Livello 3 - Risarcimento e ricostituzione di continuità
(3) Vedi in particolare il testo di E. BOSCHI, E. GUIDOBONI, G. FERRARI, G. VALENSISE, I terremoti dell’Appennino
Umbro-Marchigiano- Area sud-orientale dal 99 a.C al 1984, Editrice Compositori, Bologna, 1998
PARTE PRIMA
142
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
muraria in cor rispondenza di lesioni, limitate ricostru- plessità o estensione) Interventi che comportano la
zioni di parti crollate o irrimediabilmente danneggiate. rimozione a strappo di affreschi, o che presentano
gravi problemi conservativi (umidità, presenze saline,
Consolidamento statico lacune diffuse da crolli parziali, ecc.)
Livello 1 - Interventi locali di rafforzamento ai carichi
verticali (es. consolidamento testa di capriata, presidi Dotazioni per la fruizione
locali). Livello 1 - Adeguamento alle normative degli impianti
Livello 2 - Interventi diffusi di rafforzamento ai carichi elettrici e di illuminazione
verticali, interventi locali in fondazione, rafforzamento Livello 2 - Adeguamento alle normative degli impianti
collaborante solai o capriate inflesse. elettrici e di illuminazione, dotazione impianti di sicu-
Livello 3- Interventi diffusi di consolidamento murario rezza, adeguamento anche parziale alle normative sul
con iniezioni a fronte di grave decoesione muraria, e/o superamento delle barriere architettoniche
interventi generalizzati in fondazione a fronte di disse- Livello 3 - Dotazioni e adeguamenti normativi connes-
sti fondali, e/o rafforzamento collaborante o sostitutivo si a speciali funzioni compatibili già esistenti (es.
di solai o capriate. archivio, biblioteca, museo).
PARTE PRIMA
143
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
attenua nelle opere conservative e di restauro, che per facilitata. A tal fine, soprattutto per edifici di dimen-
loro natura comportano limitate modifiche geometri- sione medio-grande, è più funzionale la scala 1:100,
che descrivibili con il disegno. purchè gli interventi siano accuratamente riportati nel-
Molte tra le opere predominanti nel restauro, come i l’insieme e sviluppati con particolari costruttivi, di
trattamenti della materia esistente, delle sue superfici o quanto non lo sia la scala 1:50, che rende ingombranti
della sua struttura interna, mal si prestano ad essere e difficilmente utilizzabili in cantiere i disegni di pro-
rappresentate sui grafici, in quanto non comportano getto.
modificazioni alla superficie e ai profili (come ad es. il
consolidamento superficiale di una pietra). In sostanza La connessione tra elaborati grafici generali del pro-
la loro descrizione sfugge agli strumenti del disegno se getto definitivo, i particolari grafici del progetto esecu-
non per quanto serve alla loro localizzazione sull’ope- tivo e la descrizione delle voci di elenco prezzi con-
ra. Inoltre, sulla stessa superficie spesso devono essere sente al progetto di costituire un sistema informati vo
svolte più lavorazioni, fatto che rende complesso il agile ed efficace, riducendo il rischio -sempre presen-
ricorso a simboli e campiture grafiche da utilizzare te- di scarsa consultazione del progetto da parte del-
simultaneamente. Ma soprattutto, se le opere di restau- l’impresa e di scissione tra parte tecnico-operativa e
ro devono essere localizzate in forma grafica, pur con parte economico-amministrativa dell’intervento.
qualche difficoltà, la loro compiuta descrizione non
può che essere svolta in forma scritta, in quanto legata A queste funzioni (localizzazione-tracciamento,
a precisi procedimenti, alla descrizione dei materiali da descrizione), il progetto deve aggiungere una funzione
impiegare, alle cautele operative, ecc. esplicativa attraverso alcuni g rafici anche semplifica-
Per contro, l’elenco prezzi unitari descrive compiuta - ti, possibilmente in forma tridimensionale, che comu-
mente in forma scritta l’intervento da realizzare, ma
nichino con chiarezza le linee strategiche e l’architet-
non lo localizza nè lo delimita.
tura complessiva degli interventi di miglioramento.
La saldatura tra i due tipi di elaborato, naturalmente
Sono molto utili a questo fine gli spaccati assonome-
complementari, è essenziale per la chiarezza comples-
trici con evidenziati i percorsi dei tiranti e degli altri
siva del progetto; per realizzarla, è necessario almeno
interventi di connessione, irrigidimento, ecc.
riportare sui grafici la sigla della voce di elenco prezzi
corrispondente all’operazione prevista, localizzandola Tali grafici, anche a scala ridotta, possono essere inclu-
sull’opera e perimetrandone l’estensione con un tratto si nella Relazione programmatica.
a contorno o una campitura, oppure con note scritte,
oltre che attr averso la rubricazione analitica di ciascu- Come è noto, non esiste una convenzione grafica nor-
na unità di intervento nel computo metrico estimativo. malizzata per la redazione dei progetti di restauro in
Una tabella affiancata alle tavole di progetto richiama generale, nè dei progetti di miglioramento sismico, e
in modo abbreviato il contenuto delle principali voci di quindi non sono univocamente codificati i modi
elenco prezzi (es. C.12, muratura in mattoni pieni) e espressivi e redazionali con cui devono essere svolti i
consente una agevole lettura dei grafici anche senza progetti.
dover simultaneamente consultare il fascicolo dell’e- Legende con grafie tecniche convenzionali, forse
lenco prezzi.(Vedi esempi applicativi). anche eccessivamente formalizzate, sono state effica-
L’attuale sviluppo delle elaborazioni informatiche di cemente sperimentate nelle opere di riparazione suc-
basi fotografiche consente in questo campo soluzioni cessive al terremoto del Friuli gestite dalla Segreteria
innovative di innegabile efficacia. Generale Straordinaria. Una simile esperienza è stata
ripetuta dal Comune di Parma dopo il terremoto del
E’ importante sottolineare come gli elaborati del pro- 1983 e in altre occasioni (4).
getto definitivo non debbano essere superati da quelli Si propone qui una legenda con una grafia convenzio-
del progetto esecutivo, ma possano essere solo integra- nale semplificata relativa alle opere di riparazione e
ti da questi e, ove necessario, aggiornati con gli affina- miglioramento antisismico con opere accessorie di
menti resi possibili dallo studio di dettaglio. restauro, che tiene conto delle esperienze compiute.
I grafici di progetto definitivo assumono perciò la fun- Essa tuttavia dovrà inevitabilmente essere integrata e
zione di progetto generale o di coordinamento, la cui adattata qualora si riveli non adatta a descrivere situa-
consultazione in cantiere deve essere il più possibile zioni ed interventi particolari.
(4) Vedi ad esempio il fascicolo predisposto dalla Regione Toscana, Dipartimento Ambiente, su “Progetto Terremoto in
Garfagnana e Lunigiana- D.2.1, Istruzioni tecniche per la redazione degli elaborati di indagine, documentazione e progetto degli
interventi di miglioramento antisismico”, Firenze, 1996.
PARTE PRIMA
144
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
145
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Grafico assonometrico con elencazione delle principali forme di vulnerabilità dovute a discontinuità costruttive e localizzazione
dei meccanismi di danno attivati nella chiesa di S. Marcello a Umin di Feltre.
PARTE PRIMA
146
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Previsione di evoluzione del danno (progetto di danno) di meccanismi attivati effettuata utilizzando esempi di danno ultimo o di
crolli prodotti su altri edifici da meccanismi analoghi.
PARTE PRIMA
147
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
148
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
Schema degli interventi di miglioramento da realizzare sul tetto e sulla parte sommitale delle murature.
PARTE PRIMA
149
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Grafici del progetto definitivo di restauro e miglioramento antisismico di Porta Imperiale (Feltre, BL). Nella legenda sono elen-
cate le principali lavorazioni previste dall’Elenco Prezzi Unitari di progetto, le cui sigle sono riportate sui grafici per localizzare
i diversi interventi previsti. Disegni di Renata Daminato e Francesco Doglioni.
PARTE PRIMA
150
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
8.1. Ruolo e requisiti del progetto esecutivo che, pur nella varietà delle situazioni reali, sono carat-
Se il progetto definitivo ha soprattutto il compito di teristici di quasi tutte le costruzioni antiche. Ma, al di
delineare con chiarezza la strategia complessiva di là degli accorgimenti operativi e dei dettagli esecutivi
miglioramento, indicando le linee di opposizione ai qui proposti per svilupparne il contributo al migliora-
diversi meccanismi, al progetto esecutivo spetta il mento della costruzione, intendiamo soprattutto defini-
compito di mettere a punto le soluzioni tecniche con re i requisiti e le funzioni specificamente richieste a
cui attuare la difesa, in tutte le posizioni nelle quali queste parti della fabbrica, requisiti e funzioni che
essa è richiesta e concretamente possibile, e nel modo devono costituire il punto di riferimento e l’obiettivo
maggiormente compatibile con la conservazione del da perseguire nella progettazione esecutiva. Si voglio-
bene. no con ciò mettere in discussione alcuni automatismi,
Perciò la progettazione esecutiva del miglioramento ha acquisiti anche inconsapevolmente o legati ad imposta-
soprattutto il compito di sviluppare gli interventi nei zioni normative precedenti all’introduzione del miglio-
nodi strutturali e nelle diverse parti della costruzione. ramento, che portano ad aderire immediatamente ad
Intendiamo per nodi strutturali quelle zone dell’edifi- una data soluzione tecnica senza averne effettivamente
cio in cui si concentrano le interazioni tra parti diverse valutato la piena funzionalità ai requisiti richiesti e le
ed in cui, di conseguenza, le sollecitazioni sono più eventuali controindicazioni, e senza averne prima esa-
accentuate. Dalla crisi di queste zone derivano in gene- minato le alternative. Diverso è, ad esempio, stabilire i
re i danni più g ravi all’intero sistema. requisiti di interazione/connessione tra muro e tetto e i
Ad esempio, è cruciale l’intervento nella zona sommi- modi di confinamento superiore della muratura, dal-
tale delle murature, in cui si verifica l’interazione con l’individuare immediatamente il cordolo in c.a. come
il tetto; le connessioni tra muro e solaio (in facciata, unica risposta tecnica.
laterali, interne) aprono la questione sul contributo che Per facilitare il riscontro concettuale e normativo,
la muratura può dare alla stabilità del solaio e su quel- viene riportata a fianco dei diversi argomenti la parte di
lo che può dare il solaio alla stabilità della muratura su testo relativa contenuta nelle Direttive e nelle
cui poggia. In questo capitolo si esaminano alcuni nodi Istruzioni già citate. (1) (2)
(1) Nelle “Direttive Tecniche...”, che costituiscono l’Allegato A alla delibera G.R. n. 78 del 18 gennaio 1999, al punto 3- Criter i
di progettazione, si afferma:
“Il progetto (...) deve conseguire i seguenti obiettivi:
(...)
- garantire l’unitarietà dell’intervento complessivo, anche se articolato su singole parti strutturali, privilegiando interventi minimi
necessari, tra loro omo genei e accordando tra loro interventi strutturali e di finitura, con l’equilibrata integrazione delle compe -
tenze strutturali dell’ingegneria con le competenze architettoniche ed artistiche dell’architettura e del restauro”.
Inoltre, al punto 4. Tipologia degli interventi strutturali e loro esecuzione:
“Fermo restando che per quanto riguarda le modalità esecutive delle “Operazioni tecniche di intervento” si fa riferimento
all’Allegato A1 (“Istruzioni...” del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, n.d.r.), si vuole richiamare l’attenzione sui seguen -
ti aspetti:
PARTE PRIMA
151
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
I temi considerati riprendono in larga parte quelli già opposte, per contrastarne la libera oscillazione.
presenti nelle “Istruzioni...”, delle quali intendono D’altro canto le orditure del tetto, se non adeguata-
costituire uno sviluppo applicativo, anche attraverso mente vincolate alle opposte murature di appoggio,
l’esemplificazione di interventi realizzati. possono indurre su di esse spinte locali inducendo spo-
stamenti progressivi verso l’esterno nel corso del terre-
8.2. Il nodo muro-tetto: confinamento e consolida- moto, causando la perdita di appoggio e la caduta del
mento sommitale delle murature, connessioni tra tetto, con crolli e danneggiamenti gravissimi. Non vi è
muro e tetto, irrigidimento e solidarizzazione delle dunque altra scelta: se le orditure e l’impalcato del
falde del tetto tetto non diventano elementi di collegamento e di soli-
Le connessioni tra la parte sommitale delle murature e darizzazione tra le murature, sono destinate a danneg-
il tetto (orditura primaria e secondaria, impalcato delle giare le murature di appoggio e ad essere danneggiate
diverse falde), sempre importanti, diventano fonda- o crollare esse stesse. (3)
mentali soprattutto negli edifici privi di solai e con
pareti libere lunghe e snelle, prive di murature ortogo- Va ricordato che il tetto è la parte che prima e più gra-
nali di controvento, come le chiese o le grandi aule, in vemente risente della mancanza di manutenzione. Una
cui il tetto rappresenta l’unica o la principale possibi- infiltrazione d’acqua non riparata causa un particolare
lità di solidarizzazione orizzontale tra le murature cinematismo di degrado, cui si accompagna una pro-
- ricostituzione della maglia muraria e verifica della sua adeguatezza con riferimento alla destinazione d’uso ed alla qualità e tipo-
logia dell’apparato murario stesso;
- ripristino o conferimento della efficacia di comportamento delle parti strutturali sotto il profilo della resistenza, della rigidezza
e della stabilità;
- utilizzazione di tecniche con nuovi materiali e relative tecnologie di applicazione, qualora siano state adeguatamente sperimen-
tate;
- verifica e potenziamento sistematico dei colle gamenti tra strutture orizzontali (solai e tetti) e verticali (murature), delle muratu-
re tra loro, con neutralizzazione delle eventuali spinte indotte da volte, archi, travature inclinate, ecc.
Quanto ai primi due aspetti, occorre, a partire dalla concezione dei singoli interventi fino alla realizzazione dell’intervento com-
plessivo, ripristinare e migliorare le caratteristiche di resistenza agli elementi sottoposti alle sollecitazioni di carichi ordinari o di
natura sismica, anche in ordine alla destinazione d’uso; tale ripristino e miglioramento va eseguito conservando i materiali origi-
nari, tendendo a migliorare il funzionamento degli elementi strutturali, nel rispetto dei materiali di cui sono costituiti, piuttosto
che introdurre o sovrapporre nuovi elementi o materiali di diversa natura.”
(3) Dalle “Istruzioni...”, cit., paragrafo C.4.7 - Tetti : “Ove i tetti presentino orditure spingenti, come nel caso di puntoni inclinati
privi di semi-catene in piano, la spinta deve essere compensata.
E’in linea generale opportuno il mantenimento dei tetti in legno, evitando interventi che comportino aumenti di masse nella parte
più alta dell’edificio o formazione di elementi eccessivamente rigidi rispetto alla compagine muraria sottostante. Devono perciò
essere evitate le sostituzioni di tetti in legno con tetti in cemento o laterocemento.
L’impiego di carpenterie metalliche deve essere attentamente valutato.
In ogni caso non sono consentiti i provvedimenti generalizzati di sostituzione. Nel corso di interventi di restauro delle orditure
lignee, per riportarle a piena efficienza strutturale, e di manutenzione degli impalcati e dei manti di copertura, va posta ogni atten-
zione a verificare ed accentuare il ruolo di connessione reciproca tra murature contrapposte svolte dalle orditure del tetto. Oltre al
collegamento con capochiave metallici che impediscano la traslazione, debbono, ove possibile, essere adottati elementi di raffor-
zamento del punto di contatto tra muratura e tetto.
Ciò può essere compiuto attraverso cordoli-tirante in legno o in metallo opportunamente connessi sia alle murature che alle ordi-
ture in legno del tetto, a formare al tempo stesso un bordo superiore delle murature resistente a trazione, un elemento di riparti-
zione dei carichi agli appoggi delle orditure del tetto e un vincolo assimilabile ad una cerniera tra murature e orditure.
Vanno in generale esclusi i cordoli in cemento armato, per la diversa rigidezza che essi introducono nel sistema e per l’impatto
che producono. Essi possono essere utilizzati solo quando non alterino la situazione statica della muratura, e ne sia chiaramente
dimostrata l’efficacia. Possono essere introdotte forme di parziale irrigidimento delle falde, ad esempio a mezzo di tavolati sovrap-
posti e incrociati a quelli esistenti, con opportuni collegamenti ai bordi della muratura.
In generale, vanno il più possibile sviluppati i collegamenti e le connessioni reciproche tra la parte terminale della muratura e le
orditure e gli impalcati del tetto, ricercando le configurazioni e le tecniche compatibili con le diverse culture costruttive locali”.
PARTE PRIMA
152
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
153
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
154
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
155
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
156
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Vista interna del tetto a restauro ultimato. Le catene inflesse sono state affiancate da una coppia di tiranti metallici collegati alle
piastre di consolidamento delle teste delle capriate e al cordolo-tirante perimetrale. Questi interventi di affiancamento, che rive-
stono la duplice funzione di consolidamento statico della capriata e di contributo al miglioramento sismico,solidarizzando le due
pareti dell’aula, hanno consentito con un limitato impatto visivo di evitare le sostituzioni di elementi lignei antichi. Chiesa di
Ognissanti, Feltre.
PARTE PRIMA
157
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
158
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
159
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
160
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
161
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
162
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
163
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
sistema costruttivo a telaio con solai rigidi e con tam- rispetto alla muratura accentua, formando nel tempo la
ponamenti non strutturali, la cui concezione è rivolta a caratteristica cavillatura orizzontale che testimonia la
raggiungere un comportamento elastico lineare, perdita di adesione all’interfaccia tra calcestruzzo e
profondamente diverso dal sistema murario continuo, muratura. La maggiore deformabilità delle strutture
caratterizzato da comportamento non lineare. Così uti- murarie rispetto al cordolo -riconducibile alla grande
lizzato, il solo cordolo non può raggiungere l’organi- differenza tra i moduli elastici, alla monoliticità del
cità strutturale del sistema intelaiato e giunge ad un cordolo,ecc.- porta nel corso dei cicli sismici al distac-
modello ibrido, che si potrebbe definire a muratura co orizzontale con la muratura, facendo venir meno
corsata da elementi rigidi. L’insieme di vincoli opera- l’effetto di contenimento sulle murature sottostanti.
tivi, come l’impossibilità di realizzare cordoli su tutto Inoltre la notevole massa propria del cordolo nella
lo spessore della muratura, comunque eseguiti in brec- posizione più elevata determina un effetto “ariete”
cia per tratti successivi e perciò con scarti e approssi- sulle strutture d’appoggio o contigue, formando o
mazioni, o come il collegamento non ottimale con i ampliando il giunto orizzontale. Si sono infatti consta-
solai, allontanano l’intervento reale anche dal modello tati frequenti crolli parziali di murature al di sotto del
di muratura corsata. cordolo con separazione netta, dopo aver subito lesio-
namenti a taglio. Si tratta, probabilmente, di strutture
Sotto il profilo degli impatti fisici sulla costruzione, che sarebbero comunque crollate in assenza di conso-
l’esecuzione dei cordoli in sommità comporta inoltre lidamenti, e quindi non è tout-court attribuibile al cor-
notevoli problemi per l’interferenza con le teste delle dolo il danno presente.
capriate o delle orditure principali del tetto, general- Per questo complesso di motivi, si ritiene che nella
mente lignee. Infatti, per poter attribuire al cordolo la maggior parte dei casi questo tipo di intervento, e solo
funzione di appoggio e di ripartitore del carico degli ove realizzabile in modo organico, sia concettualmen-
elementi principali, esso deve essere posto al di sotto te riconducibile all’adeguamento sismico e non debba
della quota di imposta delle orditure di grande sezione, se non in particolari condizioni essere incluso all’inter-
ma ciò comporta, nella pratica operativa, una rilevante no del miglioramento .
demolizione di tratti di muratura terminale e la forma- Una soluzione che attenua i più gravi inconvenienti del
zione, a volte, di cordoli di dimensione e di peso cordolo a sezione quadrata o trapezia può essere rap-
abnorme. Oltretutto questo spesso implica la sistemati- presentata da un cordolo a fascia, di limitato spessore
ca demolizione/rimozione delle grandi orditure, fatto (al massimo 7-10 cm.), con armature allineate e perciò
raramente richiesto dal degrado proprio del tetto, di con barre trasversali al posto delle staffe, e con forti
forte impatto modificativo e perciò, ove non ne sia connessioni alla muratura sia chimiche (aggrappanti,
dimostrata la necessità, non accettabile dal punto di malte adesive) che meccaniche (connettori metallici e
vista dei criteri conservativi del restauro. staffe). Permane tuttavia la notevole difficoltà operati-
Inoltre, un ordinario cordolo in calcestruzzo esteso a va di realizzare connessioni efficaci con l’impalcato
tutto lo spessore della muratura e dotato di una arma- irrigidente e con l’appoggio delle travi principali.
tura regolare, è struttura di notevole rigidezza flessio-
nale, oltre che sull’asse orizzontale, anche sull’asse 8.3. Il nodo muro-solaio: consolidamento dell’ap-
verticale, requisito quest’ultimo non richiesto. Il siste- poggio e connessioni muro-solaio, irrigidimento di
ma muro-calcestruzzo ha una drastica discontinuità nel solai e tirantatura perimetrale (4)
punto di contatto tra la superficie del cordolo e quella La connessione tra i solai a struttura lignea e le mura-
della muratura di appoggio; discontinuità che la mag- ture di appoggio costituisce un nodo fondamentale per
giore dilatazione termica propria dell’elemento in c.a. la resistenza al sisma della costruzione. Il solaio svol-
PARTE PRIMA
164
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
165
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
166
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
167
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
168
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
169
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
170
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
all’ala dei due profili. Si ottiene così un utile contribu- zione non compatibile con la presenza di pavimenti di
to al trasferimento di sollecitazioni tra le parti della particolare pregio, o di mostre architettoniche di cui
costruzione attraverso i solai. non possa essere modificata la quota. In questi casi, di
Nel caso il solaio presenti inflessioni soprattutto nel- norma, rimane comunque possibile la realizzazione del
l’orditura secondaria, e si renda opportuno aumentarne cordolo-tirante perimetrale, attraverso la rimozione
la resistenza ai carichi verticali e al tempo stesso accurata di fasce a muro in cotto o il taglio a disco di
potenziare la funzione di diaframma maggiormente pavimenti alla veneziana con stacco a blocchi, e la suc-
rigido nel proprio piano, si può sovrapporre all’impal- cessiva ricollocazione. In tali situazioni diviene impor-
cato esistente (in cotto o in legno) un elemento solida- tante realizzare il collegamento di tutti i travetti all’ap-
le di varia natura, adattato alle esigenze. Ad esempio, poggio delle travi principali, con lame o profili saldati
la sovr apposizione di pannelli in compensato marino a viti, in modo da aumentare il comportamento resi-
(di elevata resistenza e durabilità) solidarizzato ai tra- stente a trazione del solaio nelle due direzioni. Da
vetti con viti passanti, può formare una sorta di trave a notare che lo stacco di queste fasce perimetrali si è
T di maggiore resistenza. La lunghezza dei pannelli, dimostrato particolarmente utile anche per la colloca-
commercialmente disponibili fino a 2,4 m. di lunghez- zione di dotazioni impiantistiche (impianti di riscalda-
za, consente nella maggior parte dei casi di superare mento, impianti elettrici e di sicurezza), riducendo dra-
l’intera luce dei travetti da una trave principale all’al- sticamente la necessità di tracce a muro o di canalizza-
tra. Il collegamento dei pannelli al profilato perimetra- zioni esterne.
le a mezzo di viti e tra di loro attraverso una banda All’appoggio e ancoraggio a muro delle travi maestre
metallica sottile posta sulle giunzioni consente di va dedicata specifica attenzione, per evitare effetti di
aumentare notevolmente l’effetto lastra del solaio a schiacciamento e punzonamento sulla muratura affini a
vantaggio delle murature perimetrali. quelli descritti per le orditure del tetto, e per farli
Ai pannelli di compensato si può sostituire un tavolato diventare efficaci elementi di collegamento tra le
incrociato e fissato a viti, nel caso l’impalcato sia in murature di appoggio. Ove non sia già presente, va
legno, oppure cappe leggere con rete di plastica e malta inserito un capochiave di ritegno esterno alla muratura
fortemente adesiva. Una soluzione diffusa, che tuttavia di appoggio, collegato alla trave con bandella laterale
va adottata con cautela, è costituita dalla cappa colla- fissata a viti di adeguata sezione. Nel punto di appog-
borante in rete elettrosaldata e calcestruzzo. Da evitare gio possono essere realizzate locali iniezioni consoli-
ai piani superiori per il peso e il conseguente innalza- danti e inserite alcune barre passanti per solidarizzare
mento del baricentro, grava travi principali e travetti di le due foglie murarie ad evitare che la trave, con effet-
un carico permanente - circa 120 kg/mq. - che può to ariete, spinga fuori piano la foglia esterna. Se le travi
infletterli e metterli in crisi. Nel caso si adotti tale solu- principali sono in continuità nei solai contigui, vanno
zione, la maglia della rete va saldata al profilo metalli- solidarizzate tra loro con bandelle metalliche.
co perimetrale e i collegamenti di questo al muro vanno
aumentati. Per motivi analoghi a quelli già esposti in 8.4. Il nodo muro di fondazione-terreno di appoggio
relazione alle coperture, va invece evitata la formazio- L’intervento di miglioramento, secondo l’impostazio-
ne del cordolo in c.a. a scasso nella muratura, soprat- ne data dalle Direttive e dalle Istruzioni (5), tende a
tutto se a profondità parziale, in quanto la sua funzione limitare le opere in fondazione ai soli casi in cui la dia-
viene svolta dal profilato metallico perimetrale. gnosi del danno alle strutture in elevato individua la
componente di carenza fondale.
Tutte queste soluzioni presuppongono la possibilità di Si tratta in genere di situazioni in cui il dissesto ha già
smontare il pavimento del solaio da consolidare, e di avuto un innesco in fase statica, e può essere stato
poter disporre, attraverso la rimozione dei sottofondi, accentuato dalle sollecitazioni sismiche.
di uno spessore variabile da un minimo di 3 a un mas- In particolare si riscontrano soprattutto:
simo di 8 cm.. In caso contrario si deve innalzare il -cedimenti angolari con lesioni “a rientrare” dall’alto
livello del pavimento finito. Si tratta perciò di una solu- verso il basso, ossia con andamento pressochè ortogo-
PARTE PRIMA
171
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
In alto: cedimento angolare di fondazione, riconoscibile In alto: ampliamento esterno della base fondale con cordo -
anche per il tracciato “a rientrare” dall’alto verso il basso, lo in c.a. affiancato e ammorsato con teste inserite nella
in questo caso sicuramente influenzato dalla presenza dei muratura, visibili nella foto più in basso prima del getto.
tiranti.
PARTE PRIMA
172
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
nale rispetto al meccanismo sismico che porta al ribal- rotazioni del piano di appoggio, cui si accompagna in
tamento della parte superiore delle angolate; elevato il fuori piombo della muratura soprastante.
-cedimenti all’interno di murature continue, con carat- Questo meccanismo fondale, ove riconosciuto, va con-
teristica lesione parabolica e traslazione verticale del trastato, in quanto può fungere da innesco a meccani-
tratto interessato; smi di ribaltamento fuori piano dell’intera parete
-rotazioni o rototraslazioni della fondazione con fuori- soprastante.
piombo o spanciamento del muro soprastante; Per questo motivo, gli eventuali interventi in fondazio-
-cedimenti differenziali che generano lesioni interne a ne devono privilegiare, con allargamenti ammorsati, la
murature continue, spesso ad andamento verticale o parte esterna del piano di imposta. Le parziali sotto-
sub-verticale, non riconducibili nè a meccanismi di murazioni vanno limitate ai casi di quota di imposta
ribaltamento fuori piano nè a lesionamenti a taglio inadeguata in rapporto al terreno di appoggio, o di
generati da forze sismiche orizzontali; quote differenziate tra fondazioni di corpi contigui,
-cedimenti “a blocco rigido” che portano alla perdita di come sovente accade nelle costruzioni realizzate in più
verticalità dell’intera struttura. fasi.
Se non si riscontrano patologie chiaramente riconduci- Una regola di carattere generale consiste nell’accertar-
bili alla componente fondale e non si accerta attraver- si che le acque meteoriche o di altra natura, provenien-
so saggi la grave inadeguatezza propria della muratura ti dai tetti o dai terreni circostanti siano allontanate
fondale o del terreno di appoggio, esaminato anche con dalla zona fondale e opportunamente convogliate.
indagini geognostiche e microzonazioni, l’indicazione Bisogna inoltre evitare di indebolire il piede esterno
generale per l’opera di miglioramento è quella di aste- della fondazione con condotti ventilanti contro l’umi-
nersi da interventi in fondazione. dità o drenaggi: in più casi si è potuto ricondurre alla
E’ necessario comunque tener presente che, nel corso loro presenza un accentuato dissesto fondale in fase
del terremoto, la risultante dei carichi sul piano di fon- sismica.
dazione può significativamente spostarsi dal nocciolo a
causa della componente orizzontale. Se le sollecitazio- 8.5. Le discontinuità murarie: la riparazione delle
ni verso l’interno della costruzione sono contrastate lesioni, il risarcimento di vuoti, la neutralizzazione
dalla presenza di solai e murature di spina, e quindi strutturale delle discontinuità costruttive (6)
investono in maniera limitata la parte interna della fon- L’intervento di miglioramento richiede la neutralizza-
dazione, quelle verso l’esterno non possono essere zione delle vulnerabilità specifiche presenti nella
interamente contenute da tiranti e collegamenti, ragion costruzione. Tra queste, hanno un ruolo importante le
per cui la parte esterna dell’appoggio si trova in condi- discontinuità murarie,che segmentano al suo interno la
zioni maggiormente critiche. In mancanza di allarga- struttura muraria condizionandone la risposta e che
menti fondali esterni, fondazioni non profonde in ter- possono essere dovute a molteplici fattori. In primo
reni di non elevata capacità danno luogo sovente a luogo le lesioni, che costituiscono l’effetto di un disse-
PARTE PRIMA
173
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
174
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
175
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
176
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
177
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
178
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
179
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
- presenza di nucleo “a sacco”. Si utilizza questa dizio- dei pori nella malta si prestano a significative correla-
ne solo per contraddistinguere le murature a due para- zioni con i parametri di resistenza meccanica della
menti separati e distanziati, con vuoto interno o riem- malta.
pimento di materiale inerte e incoerente;
- presenza di muri a funzione portante di limitato spes- Le prove devono essere mirate in base a precisi indi-
sore in r apporto all’altezza e al carico (muri in matto- rizzi diagnostici desunti da indizi osservabili, in modo
ne ad una testa, muri in pietrame ad un solo paramen- da poterne calibrare il numero in rapporto all’efficacia
to, ecc.); e al costo. Devono inoltre fornire attraverso una rela-
zione conclusiva, insieme ai valori riscontrati, un com-
Un elemento empirico di prima valutazione della coe- mento interpretativo ed esplicativo che ne chiarisca il
sione muraria è dato dalla risposta sonora alla percus- significato nel caso in esame e indichi con precisione
sione: un suono sordo e grave si associa ad uno o più gli obiettivi da assumere per l’opera di consolidamen-
elementi di vulnerabilità tra quelli citati, un suono più to, eventualmente restringendo ad alcune tecniche o
netto e acuto è indizio di maggiore coesione muraria. materiali l’intervento idoneo a raggiungerli.
Tra le manifestazioni di dissesto rivelatrici dell’esi- In base al quadro delle vulnerabilità proprie della
stenza di uno o più fattori di vulnerabilità costitutiva muratura, il progetto esecutivo deve indicare gli inter-
possiamo citare: venti prescelti.
- diffusa presenza di lesioni di piccola dimensione, rav- Va detto con chiarezza che i risultati sino ad ora rag-
vicinate e ramificate, anzichè concentrate in poche giunti dalla ricerca scientifica e dalla produzione di
lesioni di maggiore dimensione e distanziate, indice prodotti specifici per il consolidamento murario attra-
usualmente di maggiore consistenza muraria; verso iniezione non consentono risposte chiare e certa-
- frequenti imbozzamenti dei paramenti con variazione mente affidabili nella generalità dei casi. I motivi sono
di planarità, avvio di fenomeni di pressoflessione di diversa natura:
discorde riconoscibili da lesioni verticali interne al - difficoltà di controllo degli esiti, che dipendono dalla
vano di porte e finestre o dall’imbozzamento opposto omogeneità e continuità di penetrazione dei fluidi con-
delle due superfici murarie. Questo fenomeno è indice solidanti. E’ possibile ripetere prove soniche ad inie-
di marcata separazione tra i due paramenti; zione effettuata,per misurare con l’accresciuta velocità
- lesioni a taglio semi-orizzontali con fenomeni di del segnale il miglioramento realizzato, ma questo non
scorrimento nel piano, anche in maschi murari di gran- dà garanzie di omogeneità rispetto all’intera muratura.
de sezione e lunghezza. Vedi il caso dello scorrimento Vedi ad esempio, tra i crolli constatati nella zona di
della facciata nella chiesa di Acquapagana o nelle Sellano, la caduta a blocchi di parti murarie consolida-
murature della cella del campanile di Mevale. Il feno- te con iniezione, in cui il limite di penetrazione del
meno, indice di modestissimi legami adesivi tra malta fluido ha determinato una marcata discontinuità di
e supporti e di limitata coesione della malta, è più fre- comportamento;
quente nelle murature ad opera quadrata, con giunti di - difficoltà di calibrare le caratteristiche del fluido con-
posa orizzontali che di per sè formano un piano di solidante rispetto ai materiali e alle caratteristiche
scorrimento con minore attrito e limitate aderenze; costitutive della muratura da iniettare. L’utilizzo di
- fenomeni di espulsione di conci angolari. prodotti standard presenti sul mercato può essere effi-
cace in una data situazione, ma non in altre. Di qui la
Nel caso siano presenti uno o più fenomeni o caratteri necessità di una sperimentazione preliminare per la
tra quelli citati, è opportuno passare dall’osservazione scelta del prodotto e delle modalità di applicazione (ad
visiva con accorgimenti empirici a prove analitiche esempio, la pressione di iniezione), per poterne valuta-
realizzate con idonea strumentazione, di tipo non re in concreto l’efficacia;
distruttivo a moderatamente distruttivo. Ad esempio: - dubbi sulla durabilità nel tempo di consolidamenti
- misura della velocità di propagazione delle onde che utilizzano, anche miscelati, materiali organici
sonore, che è correlabile alla coesione muraria, alla come le resine di vario tipo, data la mancanza di una
presenza di vuoti e, per le misure in traparenza, alla sperimentazione di ampio respiro e di sufficiente dura-
connessione tra i due paramenti; ta;
- prove sclerometriche sulla malta o sui supporti; - preoccupazione per gli effetti collaterali degli inter-
- prove di estrazione di supporti; venti di iniezione con uso di acqua (mobilitazione di
- prove compressive con martinetti piatti; sali presenti nella muratura e ricristallizzazione, muta-
- osservazioni endoscopiche entro cavità o fori apposi- mento dell’equilibrio termoigrometrico della parete,
tamente realizzati, per l’osservazione del nucleo; ecc.). Per queste ragioni gli interventi di iniezione
- prove di resistenza (taglio, compressione) su campio- devono essere evitati su pareti affrescate, o realizzati
ni murari in laboratorio o in sito o su campioni di malta con prodotti specifici a bassissimo contenuto d’acqua
adattata a provino standard; consentito da ritentori e da fluidificanti di vario tipo.
- analisi di campioni di malte (porosità, granulometria,
tipo e percentuale legante, eventuali presenze di sali A fronte di queste incertezze, sono tuttavia maturati
che possono influire sulla resistenza meccanica, ecc.). alcuni indirizzi chiari e condivisi:
Le misure di percentuale, dimensione e distribuizione - il ricorso al consolidamento con iniezione, tecnica di
PARTE PRIMA
180
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
181
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Chiesa di S. Pietro Apostolo a Budrio (RE). Rottura della catena e danni collegati all’arco trionfale che regge la cupola e ai setti
laterali.
8.7. Gli interventi sulle volte: volte strutturali, volte esterne della costruzione, prive di contrasto, accen-
strutturali sottili tuandone la tendenza al ribaltamento fuori piano e, in
La stabilità delle volte è tema complesso già in fase caso di terremoto, sommando la propria azione alla
statica e ancor più in fase dinamica. La varietà di con- componente sismica orizzontale. Ne consegue che l’in-
figurazione (a botte, a botte ribassata, a crocera,a padi- tervento a contrasto dei meccanismi sismici, se oppor-
glione, a ombrello, a schifo, a cupola o semicupola, tunamente localizzato in modo da applicarsi ai centri di
ecc.) e di costituzione (a mattoni di testa, a mattoni in spinta, può in molti casi coincidere con la neutralizza-
foglio, in pietra o tufo, con o senza archi o costolature zione statica delle volte.
intradossali o estradossali) articola notevolmente il Possiamo dividere i principali interventi sui sistemi
comportamento strutturale, i relativi dissesti ed inter- voltati in due gruppi: gli interventi indiretti, volti ad
venti possibili. assicurare la stabilità delle murature di appoggio, e gli
Per impostare l’opera di miglioramento assume fonda- interventi diretti, applicati alla struttura delle volte.
mentale importanza il rilievo accurato dell’assetto geo-
metrico attuale, soprattutto intradossale, realizzato Interventi indiretti
attraverso sezioni significative che includano i muri di Come è noto, le volte non sopportano l’allontanamen-
appoggio, e la precisa identificazione costruttiva del to dei muri di appo ggio, che esse stesse inducono, o il
sistema (sezioni resistenti, apparecchiatura, presenza e loro avvicinamento causato da oscillazioni discordi.
tipo di frenelli di rinfianco, entità e tipo del materiale Sono inoltre soggette alle azioni taglianti trasmesse
inerte soprastante, ecc.). In mancanza di questi ele- dalle pareti di appoggio (come nel caso illustrato delle
menti di dettaglio non è possibile comprendere il fun- volte laterali della Chiesa di S. Nicolò a Carpi).
zionamento statico della volta ed impostarne in modo Gli interventi intradossali sono costituiti da tiranti libe-
attendibile la verifica. Riconoscere la connessione tra ri o affiancati alle murature, soprattutto per il conteni-
lesioni presenti e deformazioni geometriche, infatti, è mento di spinte nelle angolate esterne.
fondamentale per identificare il meccanismo di disse- Gli interventi estradossali sono evidentemente condi-
sto, il comportamento della volta e le sue residue risor- zionati dalla presenza o meno di pavimenti, di capriate
se di resistenza. di tetti o altro ad una quota favorevole, cui affidare fun-
La spinta delle volte agisce soprattutto sulle murature zioni di tirante-puntone o di lastra.
PARTE PRIMA
182
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Chiesa di S. Pietro Apostolo a Budrio (RE). Rottura della catena e danni collegati alla volta in foglio del presbiterio che crolla
in parte.
PARTE PRIMA
183
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
184
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
fasce in fibre di carbonio o altri materiali compositi, connessione tra solaio e muro.
legati in genere a mezzo di resine epossidiche soprat- Il suo utilizzo è insostituibile soprattutto negli edifici a
tutto all’estradosso della volta. Tale intervento, per il vano unico, come le chiese o le grandi aule soprattutto
quale sono in corso sperimentazioni e prime applica- in presenza di volte o archi, e negli edifici cavi, come i
zioni descritte nella letteratura specialistica, ha il pre- campanili e le torri.
gio di essere relativamente reversibile -la resina epos- I principali tipi di tirante sono:
sidica è termoplastica e rammollisce a temperature non -a barra di sezione quadra o rettangolare, eventualmen-
elevate- e di apportare elevate resistenze soprattutto a te ribattuta al maglio, con capochiave esterno a paletto
trazione. Le limitate sezioni e la posa in opera a reti- entro asola,tesato attraverso la dilatazione termica pro-
colo o a fasce parallele consentono di evitare l’irrigidi- dotta da surriscaldamento e l’incuneatura a forza delle
mento eccessivo della volta, che mantiene così parte teste. E’ il tipo di tirante proprio della tradizione più
della capacità di adattarsi ad assestamenti delle mura- antica, ancora utilizzabile ove lo richiedano particolari
ture d’appoggio. Questo intervento, che richiede speci- esigenze architettoniche di affinità con il contesto;
fiche modellazioni di calcolo, può essere di grande uti- -a barra tonda filettata alle estremità e collegata a pia-
lità all’estradosso delle volte sottili in foglio, caratte- stre o capochiave di ripartizione, cui è fissato con bul-
rizzate da elevata fragilità, consentendo di eliminare o lone. Può avere anche un manicotto centrale controfi-
ridurre drasticamente il materiale inerte di rinfianco, lettato per la giunzione degli elementi o per la tesatura.
posto con funzione stabilizzante alle reni. E’ il tipo di tirante più diffuso, che rispetto al tirante
tradizionale forgiato presenta il vantaggio di poter
essere messo in tensione con chiavi dinamometriche,
8.8. Sistemi di tirantatura metallica o mista controllando con maggiore facilità e precisione la ten-
L’applicazione di sistemi di tirantatura metallica è sione di esercizio;
forse l’intervento più coerente con il concetto di - a barre tonde di elevata resistenza, tipo Diwidag o
miglioramento, e che in rapporto al costo e agli impat- affini, con sagomatura preformata che permette di evi-
ti produce i maggiori benefici (8). tare la filettatura, manicotti intermedi di giunzione e
E’ formato nella configurazione più semplice da un piastre esterne. Consente di utilizzare sezioni più ridot-
elemento resistente a trazione (catena) e da due capo- te rispetto alla barra tonda normale, e offre una com-
chiave agli estremi che trasferiscono alle murature uno ponentistica che riduce la necessità di lavorazioni per
sforzo compressivo. ordine particolare;
Il suo impiego di elezione è mirato a contrastare i mec- - a trefoli o trecce in acciaio armonico, di elevatissima
canismi simmetrici e opposti, e a trasferire le azioni resistenza (+16 t/cmq), con boccole speciali di arresto
inerziali fuori piano che interessano i muri di facciata da applicare a piastre di ripartizione. Si tratta del cavo
a sezioni murarie più interne, sollecitandole a taglio utilizzato usualmente per manufatti precompressi, pro-
nel loro piano. Questo permette di sfruttare in modo tetto da guaina, che consente sezioni molto ridotte
più favorevole la sezione e le caratteristiche di resi- rispetto alla resistenza offerta.
stenza della costruzione.
Negli edifici dotati di solai, il cordolo-tirante già A questi tipi di tirante metallico va aggiunta una solu-
descritto può svolgere la funzione tradizionalmente zione mista, frequente nella tradizione, formata da una
affidata al tirante libero, salvo l’esigenza di difendere catena lignea collegata agli estremi a bandelle chioda-
anche l’interpiano in ambienti molto alti, di contrasta- te e capochiave metallico. A volte, soprattutto nelle
re la spinta di archi e volte su muri esterni o in situa- murature di grande sezione, l’elemento ligneo era inse-
zioni particolari. rito all’interno della muratura durante la costruzione, e
Nel caso non sia possibile intervenire a pavimento, o molto di frequente esso, degradandosi, ha perduto ogni
comunque si rinunci a formare il cordolo-tirante, il efficienza meccanica, lasciando l’edificio privo di un
tirante libero può essere apposto all’intradosso, nella presidio che ora è necessario ricostituire.
(8) Dalle “Istruzioni...”, cit., paragrafo C.4.8- Altri interventi. Incatenamenti metallici:
“La pratica tradizionale di inserire catene e tiranti in metallo va considerata, in via generale, come la risposta di maggior efficacia
in funzione antisismica rispetto all’impatto causato al manufatto, per cui si richiede che essa vada adottata sistematicamente.
Scopo delle catene è quello di impedire il collasso delle pareti perimetrali ortogonalmente al loro piano e verso l’esterno, quando
ciò non appaia garantito dai solai o da altre strutture, e di contribuire, laddove opportuno, alla capacità dell’organismo di funzio-
nare strutturalmente quale organismo unitario.
Sono da preferire le catene costituite da barre tonde di acciaio a bassa resistenza,con capichiave atti a distribuire la pressione con-
seguente al tiro su zone murarie di adeguata ampiezza. Tali capichiave potranno essere esterni alla parete, soluzione preferibile
dal punto di vista tecnico e di minor impatto distruttivo, oppure incassati con opportune cautele ove giudicato necessario. I tiran-
ti dovranno in via generale essere disposti sulle murature principali, ad ogni piano, con preferenza per le soluzioni a doppia cate-
na sui due lati dei muri stessi. Nel caso di muri esterni si adotterà la catena singola all’interno.
Nei casi in cui sia indispensabile forare la parete in direzione longitudinale (casi che si cercherà il più possibile di evitare) si dovrà
di regola dare la preferenza a catene inserite in guaina e non iniettate, per rendere reversibile l’intervento, consentire l’eventuale
ripresa di tesatura, evitare l’insorgenza di sollecitazioni indesiderate. Per quanto riguarda la tesatura dei tiranti, si dovranno adot-
tare tensioni limitate, tali da produrre nelle murature tensioni di compressione nettamente inferiori ai valori ritenuti ammissibili”
PARTE PRIMA
185
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Collocazione di tirante a bar ra tonda con manicotto di tesatura centrale su arco di porta cittadina. Sui lati si osservano tiranti
a barra rettangolare, con capichiave esterni, connessi con raccordi alle travi del solaio. Porta Imperiale, Feltre.
Tirante continuo all’imposta degli archi absidali. Chiesa di Ognissanti, Feltre. L’arco trionfale delle chiese, particolarmente vul -
nerabile, trae grande beneficio dalla collocazione del tirante.
PARTE PRIMA
186
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
187
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
(9) Vedi in particolare: Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Restauro, Edifici storici di culto -
Decorazioni, arredi. Guida alla manutenzione , a cura di G. BASILE, Ed. Opus Libri, Firenze, 1999.
PARTE PRIMA
188
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
189
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
29 settembre 1998, il Prezziario redatto dalla tando le singole partite previste con quelle effetti-
Soprintendenza ai Beni Ambientali e vamente realizzate.
Architettonici delle Marche, che è corredato delle Al termine del computo metrico viene collocato il
relative analisi di prezzo. Quadro economico di spesa, che può essere for-
Per specifiche lavorazioni non previste da tale mulato come nello schema a pié pagina.
elenco, è possibile formulare prezzi diversi, utiliz-
zando per le analisi i prezzi elementari inclusi nel 9.4- La richiesta del rendiconto "come costrui-
prezziario regionale (materiali in fornitura, noli, to" a consuntivo
mano d'opera, ecc.). E' opportuno che tra gli oneri e obblighi a carico
Qualora la gara sia prevista con il sistema dell' dell'Impresa sia inserita nel Capitolato Speciale la
"offerta prezzi" su ciascun prezzo, anzichè con richiesta di un rendiconto "come costruito", in
offerta ad unica percentuale di ribasso su tutti i grado di dare esatta descrizione e localizzazione
prezzi di elenco, si dovrà produrre uno specifico delle opere effettivamente realizzate. Si tratta in
modulo di offerta prezzi, con la descrizione delle
sostanza di un aggiornamento a consuntivo del
voci riportate per intero, il totale delle quantità di
progetto, in modo tale da non lasciare dubbi sulla
computo per ciascuna voce di prezzo, l'unità di
posizione, natura e caratteristiche delle opere rea-
misura, lasciando in bianco lo spazio per formu-
lizzate. Lo scopo è quello di permettere nel futu-
lare il prezzo unitario e il prodotto, in cifre e in
ro anche prossimo i necessari interventi di con-
lettere.
trollo e manutenzione delle opere di presidio, ana-
9.3- Il Computo Metrico Estima tivo con logamente a quanto già avviene per gli impianti
Quadro Economico di Spesa elettrici e di riscaldamento, contribuendo a costi-
Il computo metrico estimativo deve indicare ana- tuire la base per il "libretto di fabbricato" di cui
liticamente le quantità delle opere relative a cia- recenti norme prevedono la formazione.
scuna voce di prezzo. E' molto importante che cia- Inoltre un tale documento sarà utile per valutare,
scuna misura sia corredata di note ed elementi che insieme al comportamento dell'edificio, l'efficacia
consentano di riconoscere la posizione nell'edifi- dei presidi inseriti, favorendone l'eventuale inte-
cio di ogni singola opera. Questo è utile sia ai fini grazione anzichè la radicale sostituzione e modi-
di chiarire la localizzazione di progetto di ogni fica.
singolo intervento, ove gli altri elaborati si pre-
stassero a dubbi, sia per controllare in corso d'o- (*) Questo capitolo è stato redatto con la colla -
pera l'andamento economico del lavoro, confron- borazione dell'arch. G. Mariani.
PARTE PRIMA
190
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
191
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
rendere chiara l’esistenza di un unico impianto tra di probabile origine sismica. La presenza di strutture di
opere di manutenzione-restauro e opere di migliora- intrinseca fragilità, quali le volte in foglio o i solai
mento. biorditi, inflessi in quanto sottodimensionati, rende il
caso interessante per la ricerca di interventi utili sia
Il pr ogetto per la villa Castellani a S. Ippolito (PS) sotto il profilo del miglioramento che sotto quello del
interessa un edificio con gravi problemi di degrado rafforzamento strutturale. Viene sviluppata sia la lettu-
proprio, dovuto soprattutto a mancata manutenzione, ra dei caratteri figurativi e materiali, sia l’articolazione
con dissesti statici che si intersecano con meccanismi degli interventi conservativi.
PARTE PRIMA
192
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
10.2. IL PROGETTO PER IL MIGLIORA- troppo grandioso il progetto, dover esso essere ridot -
MENTO SISMICO DEL TEMPIO MONU- to, in modo da non superare l’estensione della vecchia
MENTALE DI S. NICOLÒ A CARPI chiesa...”. La costruzione, comunque, si sviluppò, par-
Giorgio Serafini tendo dalla parte del coro, senza che si procedesse ad
una revisione del progetto, tanto è vero che nel dicem-
bre 1511 si lavorava già per costruire la struttura cen-
1. Premesse. trale corrispondente, almeno in parte, all’attuale tibu-
In questa nota si espongono brevemente le problemati- rio. In genere gli studiosi ritengono che questa fase
che emerse durante la redazione del progetto per il costruttiva corrispondesse ad un corpo di fabbrica a
miglioramento sismico del tempio monumentale di pianta centrale (fase costruttiva I). Solo un paio di anni
San Nicolò a Carpi, edificio danneggiato vistosamente dopo Alberto Pio, in una lettera del 13 agosto 1513,
in occasione del terremoto del 15 ottobre 1996. comunicò di avere da poco inviato a Carpi un modello
L’attività di progettazione, così come la realizzazione per la chiesa, modello attribuito a Baldassarre Peruzzi.
degli interventi,è stata divisa in due fasi,la prima delle L’appendice peruzziana (fase costruttiva II) trasformò
quali è finalizzata anche all’acquisizione di una serie il sistema distributivo della chiesa secondo uno sche-
di dati necessari per il completamento del progetto ma longitudinale a tre navate con transetti modesta-
esecutivo. mente sporgenti dal corpo dell’edificio. Nel 1521 i
lavori dovevano essere prossimi alla fine, visto che il
capitolo generale dei frati minori si riunì proprio in
San Nicolò; comunque la chiesa venne consacrata il 26
aprile 1522.
PARTE PRIMA
193
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
spinte dei quattro arconi al di sotto del tiburio. 4.1. Le volte della zona ovest della chiesa.
Una verifica sul posto ha consentito di verificare la Nella zona occidentale della chiesa gli spazi delle
rispondenza tra le informazioni documentali e le testi- navate sono coperti con un sistema voltato costituito da
monianze materiali. E’, infatti, stata rilevata una tre volte a cupola per la navata centrale e da tre volte a
discontinuità nella tessitura muraria sulla volta a botte botte, disposte trasversalmente all’asse della chiesa,
che si trova immediatamente a destra del tiburio. Nella per ciascuna delle navate laterali.
porzione più vicina al tiburio, l’apparecchiatura della
muratura presenta uno spessore leggermente superiore
(2-3 cm), per cui all’estradosso si è formato un legge- A seguito degli scotimenti sismici, aventi direzione
ro gradino; inoltre la muratura più recente risulta tes- prevalentemente longitudinale, le sollecitazioni iner-
suta con maggior regolarità ed i giunti appaiono inte- ziali di competenza dei due telai centrali, più deforma-
gralmente intasati di malta. bili perché impostati su pilastri isolati, hanno presenta-
Analoga discontinuità si rileva in corrispondenza della to la tendenza a migrare verso le pareti esterne più rigi-
volta a botte che collega l’abside principale all’incro- de. In mancanza di un impalcato sufficientemente rigi-
cio del transetto. do e resistente, i telai longitudinali hanno trasmesso le
azioni orizzontali alle pareti esterne attraverso le volte
a botte, innescandovi delle lesioni a 45°, in parte incro-
ciate, che raggiungono ampiezze tra i 2 ed i 4 cm.
Simulazioni numeriche hanno evidenziato la coerenza
tra questo meccanismo di crisi, il quadro fessurativo e
le deformazioni permanenti riscontrate sulle volte.
PARTE PRIMA
194
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
195
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Modello piano dinamico: secondo modo di vibrare, La divisione geometrica in corpi del tempio monumen -
0.702 cps. tale di S. Nicolò.
PARTE PRIMA
196
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
Per dare una risposta dal punto di vista tecnico a tali La verifica statica dei sistemi voltati può venire con-
obiettivi si è ritenuto di dividere in due fasi sia la pro- dotta, in via approssimata, nell’ipotesi di materiale iso-
gettazione che l’appalto dei lavori. tropo e a comportamento elastico lineare. La risoluzio-
In una prima fase si collocheranno le lavorazioni già ne della struttura soggetta al peso proprio ed ai carichi
identificabili e programmabili. Tali lavorazioni, dal esterni viene a definire un campo di azioni interne, in
punto di vista strutturale, sono finalizzate a: generale decomponibile in un campo di sollecitazioni
· consolidare gli affreschi e gli intonaci delle volte al membranali ed in un campo di sollecitazioni flessiona-
fine evitare distacchi e cadute, anche durante la fase li. L’accettabilità dello stato di sollecitazione in un
di puntellamento delle volte, punto viene determinato verificando:
· verificare e ripristinare l’efficienza del manto di a) che l’azione membranale sia di compressione e che
copertura nella parte ovest, l’eccentricità della risultante non porti alla parzializza-
· consolidare le volte della parte occidentale della zione della sezione (e<h/6),
chiesa, b) che la tensione massima sia inferiore al valore
· realizzare un efficace sistema di incatenamento assunto come ammissibile,
d’assieme dell’edificio, c) che il rapporto tra l’azione tagliante e la componen-
· consolidare le strutture verticali (muri e pilastri) te di compressione sia sufficientemente ridotta.
riempiendone le cavità, Per volte quali quelle in esame, a cui non siano appli-
· acquisire i dati necessari per effettuare gli interven- cati carichi concentrati significativi, la condizione di
ti di fase 2, verifica più gravosa è, usualmente, la a). Tra parentesi,
· realizzare un sistema di cordoli che renda rigido nel si rileva che questa metodologia di verifica risulta una
proprio piano l’impalcato voltato (parte ovest). semplice estensione del classico metodo di Méry per la
verifica degli archi in muratura.
Al termine della prima fase di lavoro si ritiene di poter Usualmente, la complessità delle geometrie e, ancor
proporre la riapertura della chiesa, limitatamente alla più, delle condizioni al contorno, sia in termini di vin-
parte ovest ed alle ore in cui il cantiere non è attivo. coli che di carichi, impedisce di operare con soluzioni
Tale possibilità verrà verificata sulla base degli ulterio- in forma chiusa o di tipo algebrico, consigliando l’uti-
ri dati diagnostici acquisiti nella fase 1. lizzo di solutori numerici. Nel caso in questione, la
In una seconda fase si collocheranno le lavorazioni più perdita di forma della volta a botte ha creato una nuova
difficilmente identificabili e programmabili allo stato geometria a doppia curvatura inversa. Come noto, la
attuale delle conoscenze. Tali lavorazioni, dal punto di soluzione elastica di tale tipologia di volte chiarisce
vista strutturale, sono finalizzate a: come le condizioni d’equilibrio del concio elementare
· consolidare le volte della parte orientale della chiesa, richiedano che le azioni membranali, nelle due dire-
· completare il sistema di incatenamento dell’edificio zioni di massima curvatura, abbiano segno opposto.
con il cerchiaggio delle absidi e del tiburio, Questa semplice considerazione evidenzia come, sulla
· completare il sistema di cordoli che renda rigido nel base di questa metodologia di verifica, nelle volte in
proprio piano l’impalcato voltato. considerazione non risultino rispettate le condizioni di
Più in dettaglio, le operazione e la divisione in fasi può accettabilità.
essere riassunta secondo le tabelle seguenti. E’ chiaro che è possibile trascurare le azioni nella dire-
zione dell’asse della volta, considerandola, in questo
5.1. Consolidamento delle volte a botte. modo, come una serie di archi affiancati operanti in
Gli obiettivi di questa serie di operazioni sono due: parallelo. In questo caso, l’elevato spessore degli archi
· nell’immediato di fornire un piano affidabile di e l’uniformità dei carichi può rendere soddisfatta una
lavoro per lo sviluppo del cantiere; verifica eseguita alla Méry. La situazione semplificata
· in prospettiva di ripristinare integralmente l’affida- così analizzata corrisponde, rispetto allo stato reale, ad
bilità delle volte rispetto ai carichi verticali (peso una configurazione equilibrata, ma non congruente.
proprio e rinfianchi). Elementari considerazioni di calcolo a rottura porte-
5.1.1. Considerazioni generali. rebbero, con ogni probabilità, a giustificare un adegua-
Le considerazioni che seguono si riferiscono alla valu- to coefficiente di sicurezza rispetto al collasso, ma le
tazione del livello d’intervento sulle volte a botte lesio- considerazioni sullo stato tensionale di trazione ne infi-
nate delle navate laterali. Tali valutazioni sono diretta- cierebbero, comunque, l’accettabilità in relazione alle
mente estendibili anche alle quattro volte a botte delle più vincolanti esigenze di conser vazione dell’apparato
zone attorno al tiburio. decorativo esistente all’intradosso.
Tutte le considerazioni partono dall’ipotesi che sia La valutazione dello stato di sollecitazione delle volte
stata ripristinata la continuità strutturale mediante il condotto secondo queste metodologie, comunque, non
riempimento delle lesioni esistenti. è del tutto convincente. In effetti la quasi totalità dei
Nella prima parte, inoltre, si supporrà per semplicità carichi d’esercizio è già applicata alla volta, per cui
che la storia di carico e fessurazione non modifichi lo non è nemmeno ipotizzabile che il manifestarsi di
stato di sollecitazione della struttura. Si valuteranno, effetti di deformazione viscosa possa contribuire a
quindi, le volte nella geometria attuale, una volta eli- ridurre l’influenza della storia di caricamento.
minato il quadro fessurativo, come se fossero soggette Se, infatti, la formazione del sistema di fessurazioni a
per la prima volta al caricamento. 45° ha contribuito alla depressione della parte centrale
PARTE PRIMA
197
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
della chiave di volta, ha anche facilitato l’annullamen- tuare i consolidamenti degli affreschi e degli intonaci,
to delle tensioni di trazione connesse a tale variazione nonché la saturazione delle lesioni dal basso. I ponteg-
di geometria. Inevitabilmente, alla richiusura delle gi utilizzati dai restauratori rimarranno a costituire un
lesioni si viene ad ingenerare un doppio sistema resi- sottoponte di sicurezza durante tutte le lavorazioni qui
stente: descritte e costituiranno la base per il puntellamento
a) un sistema resistente, analogo a quello attuale, costi- delle volte.
tuito da serie di archi ellittici incrociati, inclinati di 45° Le lavorazioni di dettaglio relative a questo intervento
rispetto all’asse della volta; sono le seguenti.
b) un nuovo sistema resistente costituito da una serie di · pulizia dell’estradosso della volta con aspirapolve-
archi a tutto sesto paralleli tra loro. re, in modo da eliminare quanto possa costituire uno
Il secondo meccanismo resistente è più rigido del strato di distacco rispetto alla tessitura dei mattoni,
primo, per cui si può ritenere che , alla rimozione della nonché la sporcizia presente nelle fessurazioni,
centinatura, l’azione corrispondente venga assorbita · sboiaccatura con boiacca da restauro che non richie-
prevalentemente da questo nuovo sistema di archi. Si da la bagnatura del supporto in modo da interessare
noti che non è possibile effettuare una vera forzatura i giunti tra i mattoni e le fessurazioni, in modo da
della centinatura, per evitare distacchi e danneggia- costituire un aggrappante per la fase successiva e da
menti delle porzioni affrescate. Il contributo che, in garantire la tenuta rispetto alle percolazioni di
questo modo, verrebbe ad essere tolto dal sistema resi- boiacca all’intradosso,
stente a) per essere trasferito al sistema resistente b) · rasatura con malta da restauro (s = 15-20 mm), in
verrebbe, quindi, a costituire una modesta percentuale modo da riempire le lesioni e le fessurazioni non
dei pesi permanenti. Nello stesso modo, comunque, il saturate dal di sotto; si prevede l’inserimento di una
sistema resistente b) viene a collaborare efficacemente georete in polipropilene tipo Cintoflex D o
per il sostentamento dei carichi accidentali che potran- Cintoflex M della Tenax.
no interessare l’estradosso della volta. · Consolidare i risalti laterali delle volte, realizzati
Sulla base di questi ragionamenti si può ritenere che il con mattoni posti di taglio come gradini al fine di
campo delle azioni interne possa essere considerato favorire gli spostamenti in cantiere degli operai,
stabilizzato in un campo di azioni prevalentemente mediante una coppia di angolari connessi con barre
membranali che assume valori massimi, in valore asso- filettate e dadi.
luto, dove i sistemi di ar chi sono più sollecitati mentre
assume valori al più nulli nelle altre sezioni o rispetto 5.2. Realizzazione di un sistema di incatenamento
ad altre direzioni di verifica. Risulterebbe così rispetta- d’assieme.
ta la condizione di assenza di azioni membranali di tra- Gli obiettivi di questa serie di operazioni sono due:
zione. E’ chiaro che l’applicazione di nuovi carichi · nell’immediato di fornire un collegamento alla
verrebbe ad operare su una geometria a doppia curva- struttura che eviti, durante i lavori, che si possa verifi-
tura inversa, e, come già visto, indurrebbe azioni mem- care il collasso locale di uno degli archi o delle volte
branali di trazione sulle volte. · in prospettiva di eliminare le spinte degli archi e
D’altra parte si rileva come lo sforzo assiale sia mode- delle volte, di impedire ulteriori sbandamenti dei pila-
sto, in relazione alla limitatezza dei carichi gravitazio- stri e delle pareti esterne, di realizzare i presupposti per
nali applicati. Sono, quindi, sufficienti modeste azioni far collaborare l’intero complesso strutturale al cimen-
flessionali indotte dai carichi concentrati o da cedi- to sismico.
menti vincolari per annullare lo stato di compressione
preesistente ed ingenerare quadri fessurativi significa- 5.2.1. Descrizione delle modalità d’intervento.
tivi all’intradosso decorato. Il sistema di incatenamento d’assieme si sviluppa,
In relazione a queste considerazioni, le linee generali grosso modo,su un unico piano orizzontale, corrispon-
d’intervento si prefiggono di risarcire completamente dente al livello dei capitelli dei pilastri centrali. Alcune
le lesioni esistenti, ripristinando, dall’estradosso, la limitate porzioni dell’edificio, nella zona absidale, non
malta decoesa o mancante tra i mattoni. L’inserimento risultano efficacemente collegate. Sarà compito della
di una rete in polipropilene all’estradosso consentirà di seconda fase realizzare questi interventi.
fare assegnamento su una riserva di tenacità della Per la realizzazione delle catene si prevede di utilizza-
muratura rinforzata. Parallelamente a quest’intervento re il sistema di barre in acciaio Macalloy 460,del quale
si pr evede la realizzazione, sempre all’estradosso, ma si utilizzeranno barre M42x4.5 ∆nom=39 mm filettate
indipendentemente dalle volte, di un sistema di cordo- alle estremità e protette con rivestimento epossidico,
lature a tralicciatura metallica che vincoli le pareti lon- dadi e manicotti di ripresa (couplers). Il monta ggio in
gitudinali della chiesa e che consenta di realizzare una avanzamento consentirà di realizzare dei ritegni effica-
passerella di passaggio che defunzionalizzi completa- ci pilastro per pilastro.
mente le volte, se non per il peso proprio. La catena più occidentale si sviluppa esternamente
Analogamente si prevede la realizzazione all’intrados- rispetto alla facciata, in corrispondenza della cornice
so di un sistema di incatenamento d’assieme della su cui si innesta il portico sottostante. Dovrà essere
chiesa. protetta mediante pitturazione a base epossidica e rico-
5.1.2. L’intervento. primento con guaina coibentante per tubi.
Preliminarmente a quest’intervento si dovranno effet- Le altre catene verranno inserite all’interno della mura-
PARTE PRIMA
198
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
5.2.2. L’intervento.
Le lavorazioni di dettaglio relative a questo intervento
sono le seguenti.
· in corrispondenza dei passaggi all’interno della
muratura si eseguiranno carotaggi a secco con coro-
ne diamantate Ø65 mm, eventualmente anche a
distruzione;
· Si riporterà in un apposito verbale l’eventuale pr e-
senza di cavità all’interno dei pilastri, indicando la
Particolare (PL2) del collegamento tra la catena lon -
posizione del foro, la profondità alla quale si è
gitudinale ed il pilastro.
incontrata la cavità e quella alla quale si è ritrovato
materiale solido;
· Si posizioneranno in opera, senza fissarli, i profilati
che costituiscono i semicollari e le piastre di riparti-
zione delle azioni trasmesse dalle barre; 5.3. Consolidamento delle strutture verticali.
· Si inseriranno nei fori tutte le barre, senza mettere in Gli obiettivi di questa serie di operazioni sono due:
forza i dadi di riscontro sulla struttura; · di fornire una sezione reagente ai carichi verticali di
· Si porranno in aderenza agli intonaci dei fogli in dimensione coincidente alla sezione geometrica
materiale plastico come elementi di distacco e si della struttura,
procederà all’intasamento dello spazio tra gli ango- · evitare che l’azione sismica venga ad interessare
lari di cerchiatura e la parete utilizzando malte ad membrature rese particolarmente vulnerabili da
alta resistenza; discontinuità strutturali nascoste, sia in termini di
· Esaurito il processo di presa ed indurimento della rigidezza che di resistenza.
malta si procederà al serraggio dei dadi.
A tal fine si identificano due procedure d’intervento:
· consolidamento mediante apertura, intervento a
cuci-scuci e ricostruzione della muratura,
· iniezioni di boiacca.
Ove è possibile identificare delle zone vuote, decoese
o lesionate, in zone accessibili direttamente perché
localizzate in zone prive di decorazioni od accessi-
bili dall’esterno, si procederà:
· ad aprire un varco nella compa gine muraria,
· a svuotare le tombe o le zone riempite con materia-
le caotico,
· a consolidare a cuci-scuci le zone lesionate più
minute,
· a mettere in opera connettori metallici (6 per cia-
scuna delle tre facce laterali) in acciaio FeB44k e
malta a ritiro compensato e compatibile con i solfa-
ti,
· a riempire la cavità con muratura in mattoni pieni (a
tre fori) e malta bastarda,
· a ripristinare il paramento di muratura.
Sulla base dei carotaggi e delle endoscopie sono state
Particolare dell’intersezione del sistema delle nuove individuate 6 zone nelle quali si dovrà procedere all’in-
catene in corrispondenza di uno dei pilastri. tervento secondo questa metodologia.
PARTE PRIMA
199
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
200
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
sua probabilità di collasso, può essere valutata, dal 5. Completamento della nuova copertura lignea.
punto di vista concettuale, dal confronto tra la distribu-
zione probabilistica delle resistenze e la distribuzione Una particolare riflessione richiede quanto proposto al
probabilistica delle sollecitazioni. punto 2. L’obiettivo di realizzare un sistema di travi al
Ora, in termini qualitativi, si deve ricordare che il fatto fine di reggere il coperto senza applicare caricamenti
che l’edificio abbia subito gravi danneggiamenti e crol- impropri alle volte sottostanti, infatti è perseguibile
li parziali a seguito degli eventi sismici degli ultimi anche con una struttura lignea, eventualmente ottenuta
cinque secoli rappresenta un dato sperimentale di gran- sollevando di qualche centimetro le travature esistenti
de importanza, che consente il passaggio da una stima e recuperando tale sollevamento attraverso lo studio di
probabilistica della resistenza a priori ad una stima a diversi particolari costruttivi sull’orditura minuta. In
posteriori. Come noto, le valutazioni a posteriori con- realtà l’utilizzo di elementi metallici viene suggerita
dotte per via intuitiva tendono a sottostimare di gran dagli altri obiettivi proposti
lunga i contributi forniti dalla sperimentazione diretta,
rispetto a quanto sarebbe deducibile dall’applicazione
di metodologie classiche del calcolo delle probabilità,
quali il teorema di Bayes.
Si ritiene, quindi, che non si possa ammettere che si
verifichino danneggiamenti diffusi e pesanti anche per
sismi di media intensità, per cui si stima che si debba
operare con criteri di miglioramento sismico non meno
rigorosi, almeno dal punto di vista qualitativo, rispetto
a quanto verrebbe proposto per un edificio comune. Si
dovrà, poi, aver cura che gli interventi proposti risulti-
no poco invasivi e, per quanto possibile, reversibili.
5.4.2. L’intervento.
Sulle base delle considerazioni suddette si ritiene indi-
spensabile la realizzazione di un sistema di cordoli
metallici controventanti nella zona ovest, al fine di
ricondurre l’azione sismica di pertinenza dai telai cen-
trali alle pareti laterali, senza per questo indurre solle-
citazioni anomale sulle volte a botte delle navate late-
rali. Questo sistema può essere utilmente collocato in
corrispondenza dell’estradosso delle volte, al di sotto
della copertura lignea che dovrà essere parzialmente
Ricostruzione assonometrica della geometria del siste -
rimossa per consentire le operazioni di calo del mate-
ma di incatenamento da realizzarsi al di sopra delle
riale più ingombrante. Per il dettaglio dell’intervento si
volte ed al di sotto delle falde della copertura.
rimanda ai disegni di progetto.
La realizzazione con elementi metallici, accostati alla
muratura ed a questa connessi per punti, consente la
6. Alcune riflessioni sulla seconda fase dei lavori.
totale reversibilità dell’intervento.
A completamento delle considerazioni sopra esposte,
si propone, sia pure in modo problematico, un percor-
so d’intervento che operi come linea guida per la
seconda fase dei lavori. Le lavorazioni previste, ed i
relativi obiettivi, sono i seguenti.
1. Consolidamento delle volte a botte disposte ai quat-
tro lati del tiburio.
2. Realizzazione di un sistema di travi metalliche con-
troventate nella zona est, al fine di reggere il coper-
to senza applicare caricamenti impropri alle volte
sottostanti, di collegare meglio il sistema di archi e
volte, di realizzare un collegamento ulteriore tra la
zona orientale e quella occidentale, di riportare in
modo diretto il peso del tiburio ai quattro pilastri
sottostanti.
3. Completamento dell’incatenamento generale, colle- Schema geometrico della massa muraria che costitui -
gandovi i sistemi di cerchiatura dei due bracci del sce uno dei telai longitudinali intermedi di controven -
tiburio e realizzando il cerchiaggio dell’absidiola tamento.
destra e dell’abside centrale. Sono evidenziate le porzioni in cui la muratura viene
4. Incatenamento verticale del tiburio e sua cerchiatu- ad avere, per motivi geometrici, dei punti di minor
ra all’imposta della volta. resistenza.
PARTE PRIMA
201
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Prima di tutto, allo stato attuale si ritiene problematico mento tra le due parti non riesce a svilupparsi sullo
pensare alla possibilità di effettuare un corretto conso- stesso piano, per cui sembra innescare una concentra-
lidamento degli archi, non essendo essi raggiungibili zione di sollecitazioni, più che risolvere un problema
dal di sotto, perché decorati, dal fianco, perché con- di collegamento. Se ci si sofferma, però, sulla sezione
nessi alle volte, e dal di sopra, perché connessi alle longitudinale dell’edificio, si vede come già ora tale
pareti del tiburio. In assenza di un’analisi visiva dello connessione risulti estremamente ridotta. Facendo
stato della struttura dal di sopra, si ritiene di ipotizzare lavorare in parallelo i due meccanismi di trasmissione
la loro parziale defunzionalizzazione. La nuova strut- degli sforzi si ottiene, quindi, un contributo positivo al
tura verrebbe a riportare direttamente il peso del tibu- comportamento d’assieme della struttura. Tale contr i-
rio ai pilastri. La sua morfologia riprenderebbe la geo- buto appare giustificato, tra l’altro, dall’analisi del
metria dell’arco all’intradosso e quella della copertura terzo modo di vibrare dell’edificio. L’inserimento degli
all’estradosso. La diagonalizzazione del sistema garan- incatenamenti longitudinali, da solo,tende ad ostacola-
tirebbe una sufficiente rigidezza al complesso struttu- re il meccanismo di apertura dell’arco al di sotto del
rale. L’impiego dell’acciaio appare giustificato dall’e- tiburio, e quindi sembra togliere peso alla componente
sigenza di elevate resistenze e rigidezze, dalla neces- deformativa rappresentata dalla combinazione lineare
sità di realizzare con facilità giunzioni di una certa del terzo modo di vibrare. Se si ricorda, però, che il
complessità e dall’obiettivo di mantenere contenuti i vincolamento fornito dalla catena è da considerarsi
pesi delle strutture aggiuntive. unilaterale, e che già questa componente di movimen-
Un secondo aspetto è connesso all’esigenza di collega- to ha, probabilmente, innescato la rottura della catena
re i due sistemi di irrigidimento delle zone orientale ed del transetto sinistro, pare si possa concludere, allo
occidentale della chiesa. Come si vede bene nella rap- stato delle cose, come l’obiettivo di migliorare il lega-
presentazione assonometrica, la porzione di collega- me tra le parti debba essere positivamente perseguito.
PARTE PRIMA
202
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
10.3. INTERVENTI DI RIPARAZIONE, I lavori compiuti da Alberto Alpago Novello tra il 1930
MANUTENZIONE, CONSOLIDAMENTO e il 1937, a seguito dell’acquisto e del lascito da parte
STATICO E MIGLIORAMENTO DEL di Carlo Rizzarda, lavori dei quali non è stata ancora
PALAZZO CUMANO A FELTRE, ORA ritrovata la documentazione originale, hanno solo par-
SEDE DELLA GALLERIA D’ARTE zialmente modificato l’edificio. La modifica più signi-
MODERNA “C. RIZZARDA” (*) ficativa appare quelle legata alla costruzione del nuovo
scalone di accesso dal piano terra ai mezzanini e alla
scala posteriore, con gli spazi laterali chiusi da balau-
10.3.1. Descrizione dei caratteri architettonici e delle stre in pietra. Sono state inoltre compiute significative
principali fasi costruttive (da fonti storiche e osserva- opere di intercettazione delle acque a monte e di con-
zioni dirette) solidamento delle fondazioni del corpo scale, con uso
di strutture in c.a.
Il Palazzo Cumano, casa nobiliare di grande dimensio- Interventi recenti sono stati eseguiti dal Comune di
ne, è costruito su una quinta stradale urbana in modo Feltre (1982-83) con il completo rifacimento del tetto
fortemente unitario e scarsamente condizionato da in legno, senza realizzazione di cordoli sommitali.
preesistenze. L’assetto tipologico dell’edificio, a palazzo tripartito
Si tratta di una costruzione eseguita disponendo di con ampio salone centrale passante e coppie di
grandi mezzi, che utilizza materiali di qualità superio- ambienti laterali affacciati sul salone, è tipico dell’edi-
re rispetto allo standard degli edifici coevi dell’area, e lizia civile veneziana e veneta dagli inizi del XVI seco-
sezioni maggiori nei solai e nelle murature. lo a tutto il XVIII secolo; lo schema è adottato nell’a-
L’epoca di costruzione del palazzo, in mancanza di una rea feltrina sia per palazzi urbani che per ville isolate.
specifica ricerca archivistica, è collocabile alla fine del Il salone è aperto verso sud, su via Paradiso, attraverso
XVI secolo, sulla base di valutazioni stilistico-costrut- l’ampia polifora, mentre a nord vi è l’ingresso dal
tive e di riscontri nelle iconografie storiche. corpo scale posto all’esterno del volume dell’edificio,
con soluzione atipica, probabilmente suggerita dall’as-
setto a pendio del sito e dalla necessità di raccordarsi
con il giardino posto a nord, a quota superiore. La
scala, a rampe affiancate, separate da muro e voltate,
presenta cornici e semicapitelli di ordine tuscanico in
pietra; pur non ammorsata all’edificio principale, fatto
che ha dato luogo nel tempo a cedimenti, appare tutta-
via coeva o di poco successiva ad esso. Va detto inoltre
che non si è riscontrata sui solai a vista o in altra posi-
zione traccia di una scala precedente con diverso asset-
to.
Il fronte principale è simmetrico, con asse centrale for-
mato dal portone e dalle due polifore sovrapposte,
mentre le due parti laterali con coppie di finestre tro-
vano un asse mediano nelle due alte torri da camino e
nel campo murario pieno sottostante.
Sul fianco verso ovest, affacciato sulla corticella, il
timpano murario in corrispondenza del sottotetto dove-
I solai, con assetto monoordito, sono privi di decora- va essere organizzato a colombara, con fori di diversa
zione e presentano travi di larice a spigolo vivo a breve dimensione ora occlusi e, forse, con una cornice in
interasse, con il tavolato posto in parallelo a coprire lo cotto poi eliminata.
spazio vuoto, secondo una tradizione veneta prevalen-
temente tardocinquecentesca o seicentesca, che ha 10.3.2. Caratteri costruttivi e assetto strutturale
ormai abbandonato i soffitti dipinti alla sansovina. dell’edificio
L’edificio sembra comunque aver avuto una fase di Il Palazzo Cumano presenta una pianta regolare di
completamento (o di riassetto) decorativo verso la forma tendente al quadrato, con quattro muri di spina
metà del XVIII secolo, con realizzazione di stucchi con andamento nord-sud; il muro a est è in parte comu-
nella sala al secondo piano. Una ulteriore fase neoclas- ne con la casa di proprietà Carenzoni, mentre il muro a
sica, ai primi anni dell’Ottocento, ha portato alla rea- ovest costituisce il fronte sulla corte. Le facciate a nord
lizzazione dell’interessante ed eccezionalmente inte- e a sud sono tra loro parallele e presentano la maggio-
gro studiolo del Canonico Bartolomeo Villabruna, con re concentrazione di fori.
pareti e soffitto interamente decorati e pavimento alla I setti murari presentano spessori regolari, decrescenti
veneziana. Interessanti pavimenti alla veneziana dello da 90 cm. al piano terra a 55 cm. nel sottotetto, con
stesso periodo sono conservati nel salone del primo riseghe ai piani. Le murature sono prevalentemente
piano, con insegne del Comune e stemmi che si richia- realizzate in pietrame ben tessuto legato con malta di
mano alla Repubblica Cisalpina, e nell’ambiente a buona consistenza, e in mattoni in corrispondenza
sud-est del primo piano. delle canne fumarie. Le angolate sono in pietra squa-
PARTE PRIMA
203
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
drata, le finestre presentano davanzali, spalle e archi- profondi, fatto che, anche per l’assenza di converse nel
travi in pietra sul fronte principale. Sul fronte sud è punto di contatto con il tetto della casa contigua, ha
presente un ampio cornicione in pietra, su mensole che facilitato l’ingresso dell’umidità e causato danni alle
reggono voltini in mattoni e una cornice esterna ad ele- teste delle travi infisse nel muro. Si prevede perciò di
menti in pietra calcarea bianca . realizzare una fugatura a raso dei giunti e di formare
Negli ambienti laterali al piano terra sono presenti due una ampia conversa in rame a contatto con il tetto con-
volte a botte ribassate in muratura di mattoni, con tiguo, a costituire in particolare una protezione contro
unghiature, volte che appaiono di buona costruzione e gli accumuli di neve.
consistenza e presentano un ispessimento murario per
contrastarne la spinta e migliorarne l’appoggio. 10.3.4. Stato di efficienza delle coperture e dei ser-
Tutti gli altri orizzontamenti sono costituiti da solai in ramenti ed interventi manutentivi previsti
legno monoorditi, che poggiano sui muri di spina e Il tetto del Palazzo Cumano, interamente sostituito nel
perciò con andamento parallelo alle facciate, con luci 1982-83, richiede ora una sistematica ripassatura del
massime di 6 m.; sono fittamente tessuti con travi di manto, degradato per la frantumazione di numerosi
larice squadrati di notevole sezione, pressochè privi di coppi nuovi che non hanno resistito all’azione del gelo.
inflessioni e complessivamente in ottimo stato di con- Ciò è funzionale anche ad interventi per consentire un
servazione, se si escludono alcuni locali immarcimenti aumento dell’efficienza strutturale della copertura, sia
delle teste in corrispondenza di murature d’appoggio alla realizzazione di strati di isolamento necessari
umide. Al primo piano una parte dei solai non è osser- all’utilizzo del sottotetto, non previsti nell’intervento
vabile in quanto controsoffittata. del 1982.
Il tavolato a vista è parallelo alla travatura, e da alcuni Si prevede pertanto di realizzare un tavolato incrociato
sondaggi nel sottotetto si è constatata la presenza di un posto in diagonale rispetto a quello esistente, di realiz-
secondo tavolato di buona consistenza, chiodato orto - zare un isolamento soprastante in pannelli di sughero,
gonalmente al tavolato sottostante,che costituisce l’ap- di porre un manto di Ondulina ripristinando i coppi,
poggio dei pavimenti alla veneziana con relativo mas- sostituendo quelli degradati con coppi vecchi di recu-
setto. pero o con coppi nuovi testati come resistenti al gelo.
Sono presenti alcuni tiranti al livello del solaio tra
piano secondo e piano sottotetto, parte dei quali collo- 10.3.5. Relazione sulle fondazioni e sui terreni di
cati in fase costruttiva iniziale, in quanto risultano col- appoggio
locati a mezzo muro e perciò probabilmente connessi a L’edificio è sito sul declivio verso sud del Colle delle
travi lignee (“reme”) inglobate nella mur atura. Capre, sul quale è costruita la Cittadella di Feltre.
Sul tetto dell’edificio sono presenti 5 torri da camino di Essendo il piano terra ad un’unica quota, si può presu-
notevole altezza e consistenza, interamente in mattoni, mere sia stato eseguito un consistente sbancamento ini-
in parte degradate, e altri comignoli di minore altezza. ziale, con formazione di muri contro terra a nord, nella
parte a monte. Le opere di drenaggio e di consolida-
10.3.3. Fattori di degrado in atto ed interventi con- mento del corpo del vano scala a nord, eseguite negli
servativi previsti anni ‘30 dall’architetto Alberto Alpago Novello, con-
Il Palazzo Cumano ha subito negli ultimi anni un lungo sentono di osservare la presenza di riseghe murarie ini-
abbandono, interrotto dal significativo intervento di ziali che ampliano la base fondale rispetto al già consi-
rifacimento della copertura nei primi anni ‘80. stente spessore murario (circa 80-90 cm.) .
Pur trattandosi, come già detto, di un edificio di non Il terreno di fondazione, osservabile in profondità negli
comune qualità costruttiva, presenta alcuni fattori di scavi di drenaggio a monte, conferma quanto già con-
degrado che devono essere opportunamente contrastati. statato in altri edifici posti sulla dorsale della
- Problemi di umidità Cittadella; si osserva infatti lo strato di ricoprimento
La collocazione su pendio fa sì che il lato a nord del- del sottostante bancone di scaglia rossa, bancone che
l’edificio si trovi in parte contro terra, e sia esposta alle forma il rilievo del Colle delle Capre. Lo strato di rico-
acque meteoriche non del tutto regimate e provenienti primento è costituito da un misto a granulometria
dal terreno. Negli anni ‘30 l’architetto Alpago Novello variabile, ben assortita e a grano supportato, pur con
ha fatto eseguire consistenti lavori di isolamento e regi- componenti limo-argillose, di origine fluvio-glaciale.
mazione delle acque, lavori che richiedono attualmen- Ad esso può essere attribuita una resistenza a com-
te una sistematica manutenzione ed alcuni completa- pressione di 2 Kg./cmq.
menti. Vanno perciò verificati tutti gli scoli d’acqua Considerata l’ampiezza e la consistenza delle fonda-
meteorica a nord, va abbassato il livello e impermeabi- zioni ove osservabili che, data la forte unitarietà del-
lizzato il cortiletto infossato a nord-est, e formati dre- l’impianto si possono presumere esistere su tutte le
naggi ulteriori. Va anche protetto attraverso una con- murature dell’edificio; considerata la buona consisten-
versa in rame il punto di contatto tra l’edificio e il muro za del terreno di fondazione; considerato che il quadro
di cinta a nord-est, che attualmente provoca umidità da fessurativo è solo in piccola parte dovuto ad assesta-
dilavamento nella sala della boiserie ed ha causato menti fondali, e che questi, ove presenti, si sono svi-
l’immarcimento di alcune teste di travi. luppati in antico e non si sono riattivati in modo signi-
Il lato verso est, per la parte che emerge dalla casa ficativo dopo i consistenti interventi eseguiti negli anni
affiancata, è in muratura a vista con giunti molto ‘30,e che quindi pare essersi stabilito uno stato di rela-
PARTE PRIMA
204
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
tivo equilibrio; considerato che gli interventi previsti pensata da tiranti, certamente significativa data la snel-
per il miglioramento antisismico in elevazione svolgo- lezza del corpo scale e la mancanza di ammorsamenti.
no un ruolo di irrigidimento e di connessione comun- Esso tuttavia può essere stato accentuato da eventi
que utile sia a impedire sovraccarichi locali alle fonda- sismici, la cui sollecitazione può essersi sommata alle
zioni in fase sismica, sia a ridurre gli effetti di eventuali componenti orizzontali generate dalla spinta delle
cedimenti di fondazione localizzati; in base a tutte que- volte; vedi la presenza del semicapitello in pietra ruo-
ste considerazioni si ritiene di non dover eseguire inter- tato e traslato nella prima rampa di scale.
venti in fondazione sul Palazzo Cumano. E’probabile vi sia stata anche una componente signifi-
I muri controterra attualmente presenti, realizzati o cativa di dissesto di fondazione; tuttavia i consistenti
consolidati negli anni ‘30, appaiono in buone condi- lavori eseguiti negli anni ‘30, ora osservabili alla base
zioni e non esistono pericoli di franosità del pendio. La (telai in c.a. e nuove murature) inducono, come già
completa regimazione delle acque meteoriche prevista detto, a non intervenire sulle fondazioni. Nel corso
dal progetto costituisce un elemento di ulteriore sicu- dello stesso intervento sono stati apposti tiranti di
rezza. ancoraggio del corpo scala all’edificio principale ed
altri interventi (intonacatura, ecc.).
10.3.6. Dissesti di origine statica attualmente pre- Cornicione in pietra su via Paradiso
senti Il cornicione su via Paradiso, a circa 18 metri di altez-
L’interpretazione delle cause che hanno determinato il za, è costituito da mensole in pietra incastrate nella
quadro fessurativo attualmente osservabile (vedi grafi- muratura che reggono voltini in mattoni, intonacati
ci relativi) porta ad accentuare la componente dinami- all’intradosso, e una cornice in testa costituta da ele-
ca, dovuta a terremoti avvenuti in passato, rispetto a menti in pietra bianca. Il peso proprio del cornicione
quella statica, dovuta a dissesti lenti di fondazione o ad determina un momento ribaltante che non è sufficien-
altre cause. temente contrastato dalla parte terminale del muro, e in
Come verrà più ampiamente sviluppato nel paragrafo alcuni tratti all’interno sono osservabili lesioni oriz-
relativo ai dissesti di origine sismica, i dissesti interes- zontali o distacchi in corrispondenza dell’appoggio
sano prevalentemente le angolate nord-est, nord-ovest delle mensole. I dissesti dell’edificio hanno determina-
e sud-ovest del Palazzo Cumano, le connessioni tra le to un allontanamento degli elementi di cornice appog-
facciate e i muri di spina, in particolare nella parte che giati alle mensole, che in alcuni punti appaiono preca-
forma l’angolata sud-est al di sopra del contatto con riamente appoggiati (poco più di un cm. di appoggio).
l’edificio contiguo. I dissesti trovano una linea prefe- Si osservano alcuni tirantini di imbragamento delle
renziale nelle discontinuità determinate dalle finestre cornici in pietra eseguiti in antico nel tratto ad ovest.
in asse molto prossime alle angolate, nelle ampie Una osservazione più accurata delle mensole, che già
canne fumarie e nelle porte sovrapposte sui muri di in altri casi a Feltre hanno dato luogo a rotture improv-
spina. Dall’andamento del quadro fessurativo si può vise e crolli (mensole dei palazzetti Da Romagno in
constatare come esso, nelle angolate e nei nodi murari, Piazza Maggiore, mensola del poggiolo di Palazzo
non coinvolga nè le fondazioni nè le murature al piano Villabruna in via Mezzaterra) ha portato a scoprire più
terra ed abbia origine ai piani superiori, con rotazioni mensole fratturate a tutta altezza e in procinto di crol-
verso l’esterno le cui cerniere si trovano ad alcuni lare con il cornicione appoggiato. Lo spazio sottostan-
metri di altezza. Ciò porta ad attribuire ad eventi sismi- te è stato transennato.
ci passati i dissesti maggiormente significativi presen- Teste di travature appoggiate sul muro di confine a
ti nelle strutture verticali. est
Altri elementi del quadro fessurativo, piuttosto limita- Alcune teste di travature sono marcite in antico e con-
ti, indicano un coivolgimento delle fondazioni avvenu- solidate con mensole o fettonature sul muro verso est,
to in antico ed attualmente esaurito, a giudicare dal per la presenza di umidità. Altre teste in posizione
fatto che tali lesioni sono osservabili sugli intonaci più analoga sono nascoste da soffittature o strati di intona-
antichi, mentre presentano avanzamento nullo o molto co, per cui non ne è attualmente accertabile la consi-
limitato sugli intonaci realizzati negli anni ‘30. stenza.
Corpo scale a nord
Una situazione di dissesto avvenuto in antico che è 10.3.7. Interventi di riparazione e di consolidamen-
compatibile sia con una interpretazione statica che to statico
sismica è costituita dal corpo scala a nord. Corpo Scale
Strutturalmente non ammorsato con la muratura del Si prevede l’esecuzione di cuciture di connessione tra
palazzo, e palesemente costruito in un diverso cantiere il corpo scale e il palazzo; le lesioni saranno risarcite
anche se di antica realizzazione, il corpo scala è ruota- con coli di calce idraulica naturale. Verranno inoltre
to verso nord separandosi dal palazzo lungo i giunti di apposti altri tiranti, a compensare la spinta delle volte,
appoggio. La lesione che si è formata è stata riempita e la muratura laterale del tratto sottotetto, attualmente
con malta, ma è ben riconoscibile in quanto ha portato ad una sola testa di mattoni, sarà portata a due teste.
alla separazione di alcuni centimetri tra le cornici in Teste di travi marcite
pietra poste in continuità. Il dissesto può essere spiega- Saranno ispezionate le teste di travi indiziate di immar-
to con la sola spinta statica orizzontale delle volte a cimento, ed eventualmente consolidate con apposizio-
botte -quattro volte sovrapposte a due a due- non com- ne laterale di lame imbullonate o profili a L.
PARTE PRIMA
205
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
206
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
locali nelle lesioni. metalliche collegate tra loro e solidarizzate sia alle
In alcuni casi si realizzano forme di interazione con orditure principali (terzere) del tetto che ad un secondo
altre parti accessorie dell’edificio, come nel caso dei tavolato di irrigidimento, posto in diagonale al di sopra
pluviali realizzati in acciaio e collegati ai tiranti nelle di quello attualmente esistente. Alle teste delle terzere
situazioni angolari difficilmente difendibili, o nel caso vengono collegati capochiave esterni a collare, per
dei gocciolatoi in acciaio inox sotto le finestre, che impedire lo sfilamento delle travature; collegate tra
svolgono anche funzione di consolidamento locale di loro agli appoggi mediani da bandelle metalliche, le
un punto particolarmente vulnerabile. terzere divengono dei tiranti-puntoni che pongono in
antagonismo gli spostamenti dei timpani a ovest e a
10.3.10. Interventi di miglioramento antisismico del est, maggiormente soggetti al ribaltamento.
Palazzo Cumano - Per contrastare l’oscillazione discorde delle torri da
Gli interventi previsti sono i seguenti: camino (punto 5), vengono posti, nelle posizioni
- Interventi di riparazione di danni sismici già pre- nascoste alla vista, elementi metallici collegati al cor-
senti e a contrasto di vulnerabilità locali o specifiche. dolo-tirante di sommità; collegati a fasciature del fusto
Consistono in: realizzate con cavi in acciaio posti nelle fugature, que-
- riparazione di lesioni con coli di miscele costituita da sti elementi aumentano la duttilità del fusto e riducono
calce idraulica naturale previo sigillatura e bagnatura; la possibilità di ribaltamento con crollo sulle strutture
per le lesioni più ampie si prevede di operare cuciture sottostanti.
armate in acciaio inox poste a cavallo o, nel caso di - Interventi a contrasto della vulnerabilità alle azioni
presenza di vuoti, come nelle canne fumarie, con taglianti in direzione est-ovest (punto 6).
apporto di mattoni pieni a cuci e scuci; La complessiva solidarizzazione dei solai tra loro e con
- formazione di cuciture armate a cavallo di aperture le murature ai piani, operata attraverso i cordoli tirante,
con architravi o davanzale lesionato (in particolare in è sicuramente l’intervento maggiormente utile, in
corrispondenza delle angolate), con armatura a vista quanto coinvolge diffusamente anche le strutture di fac-
(profilo in acciaio inox a L) in corrispondenza del foro ciata. Allo scopo di aumentare la duttilità del sistema e
e due barre cementate alle spalle e saldate al profilo; di ridurre gli spostamenti, le pareti divisorie leggere ai
- sostituzione di architravi in legno degradati in alcune diversi piani con direzione est-ovest (formate da una
finestrine del sottotetto con architravi in c.a. gettati in struttura lignea intonacata) vengono rafforzate con un
opera. telaio irrigidente posto in traccia su un lato o affianca-
- Interventi a contrasto di meccanismi di insieme to e ricoperto da una parete in cartongesso. Il telaio pre-
già attivati o prevedibili (punti da 1 a 5) senta un elemento centrale aperto, per favorire la dutti-
I meccanismi di danno 1 (rotazione delle angolate) e 2 lità del sistema, ed è collegato con cuciture metalliche
(ribaltamento fuori piano dei muri di facciata) vengono alle murature e con saldature ai cordoli-tirante.
contrastati in particolare con la formazione a tutti i piani Un sistema analogo è stato proposto da alcuni ricerca-
di cordoli- tirante posti nei punti di connessione tra tori a Pisa al Convegno 1991 del Gruppo Nazionale per
solaio e muratura, nello spessore del pavimento. I tiran- la Difesa dai Terremoti, ed è già stato realizzato nel
ti vengono realizzati con profilati metallici a L o a lama restauro di Palazzo Marzona a Venzone negli anni
su entrambe i lati dei muri di spina e sul lato interno dei 1985-86, dopo i terremoti del 1976.
muri di facciata, e sono collegati alle travature con viti Vengono inoltre posti due tiranti a contrastare la spin-
mordenti, tra di loro a mezzo di barre saldate inserite in ta della volta ribassata presente nella parte ovest del
perforazione, alle murature esterne con capochiave a piano terra.
piastra o a paletto a seconda delle situazioni. Si forma
così una diffusa solidarizzazione dei solai in legno tra 10.3.11. Modalità esecutive per la riduzione degli
loro e alle murature, che ne favorisce il comportamento impatti sulle strutture e superfici architettoniche
a lastra e ne contrasta lo sfilamento agli appoggi, oppo- Per l’esecuzione dei cordoli-tirante a livello di piano è
nendosi alle traslazioni delle murature di facciata verso stata realizzata una traccia perimetrale larga circa 15
l’esterno. Sui muri delle facciate nord e sud, ove non vi cm. eseguita a taglio mirato (a disco, con recupero a
sono appoggi di travatura, i cordoli-tirante, oltre che stacco degli elementi, per i pavimenti alla veneziana;
alla muratura a mezzo di capochiave e perforazioni con sollevamento accurato e recupero per i pavimenti
armate, saranno diffusamente collegati a mezzo di viti in cotto, ecc.) fino a giungere al tavolato del solaio
al secondo tavolato esistente sotto le pavimentazioni, di rimuovendo i sottofondi. Nel vano così formato, sono
cui si sfrutterà così il significativo effetto irrigidente per stati prima collocati i cordoli tirante in profilato metal-
contrastare la traslazione delle facciate. lico, fissati con viti strutturali ai travi sottostanti e ai
- Per il contrasto della rotazione del corpo scale (punto tavolati, e successivamente posti in opera gli impianti
3), effettuato a mezzo di tiranti e cuciture di solidariz- di riscaldamento, elettrici e di sicurezza. A posa con-
zazione al corpo principale, quanto previsto per il con- clusa, sono stati ricollocati gli elementi rimossi.
solidamento statico appare efficace anche come
miglioramento antisismico. (*) L’intervento è stato eseguito nel 1997-98 dal Comune di
- Per contrastare il possibile ribaltamento fuori piano Feltre, su progetto dell’arch. Francesco Doglioni. Consulente
dei timpani murari del tetto (punto 4) si prevede la rea- strutturale è l’ing. Marco De Giacometti, che ha curato anche
lizzazione di un cordolo tirante di sommità in lame la direzione dei lavori.
PARTE PRIMA
207
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
208
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
209
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
210
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
211
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
212
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
213
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
214
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
215
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
216
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
217
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
218
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
219
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
220
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
sono un esempio gli elementi di tenuta previsti per L’elenco generale degli obbiettivi di progetto, esposto
riconnettere le due parti di facciata separate dalle aper- nella lista di controllo, fornisce una chiara sintesi degli
ture allineate verticalmente. interventi adottati rispetto alla diagnosi compiuta.
Un altro esempio è costituito dalla vela i cui requisiti
di particolare forma e snellezza, uniti alla posizione
molto alta, devono essere opportunamente controllati.
L’intervento su questa parte mira soprattuto a rinforza-
re la base dei piedritti collegandola alle parti contigue
della facciata e della parete di spina per contenere la
oscillazione e il ribaltamento della vela.
Altra problematica simile è costituita dalle grandi aper-
ture sulle pareti laterali dell’aula della chiesa, caratte-
rizzate da una discretizzazione delle esili parti murarie
poste al di sopra delle stesse. La patologia che perma-
ne ancora oggi, malgrado si sia provveduto in passato
alla chiusura delle aperture, va rimarginata consolidan-
do le parti discretizzate e migliorando il collegamento
con il tamponamento.
Completa il quadro degli interventi la ricostruzione
delle parti crollate. Di esse è ancora presente a terra
parte del materiale costitutivo, per il quale è auspicabi-
le un reimpiego ristabilendo, dove le tracce lo consen-
tono, la posizione iniziale. La ricostruzione è facilitata
dalla contenuta entità del materiale crollato e dalla
semplice configurazione.
Le condizioni più favorevoli alla conservazione del-
l’edificio sono legate alla ripresa della funzione della
parte abbandonata, dotando dei requisiti minimi di abi-
tabilità gli ambienti e recuperando l’utilizzo dei vari
locali.
Non può mancare l’attenzione per la continuità delle
opere di manutenzione per la quale si deve ristabilire al
meglio la funzione di protezione dagli agenti atmosfe-
rici e le condizioni di efficienza degli elementi attual-
mente degradati.
Foto del prospetto interno della facciata - 27/6/98
(Foto Bolzan, IRRS. Milano)
PARTE PRIMA
221
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Sezione
Assonometria
PARTE PRIMA
222
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
VULNERABILITA’ SPECIFICHE:
S1 Discontinuità da trasformazione: la parte superiore, in mattoni
(h= 60 cm ) è stata realizzata successivamente alla parte sottostan-
te, in muratura mista,durante la fase di rifacimento del tetto
S2 Discontinuità verticale da trasformazione: (la probabile presen -
za di ammorsamento è da verificare con saggio sull’intonaco
coprente)
S3 Presenza di fascia verticale di malta di cemento, probabile trac-
cia di una riparazione della canna fumaria
S4 Comportamento monolitico a lastra del tetto. All’interno sono
presenti lesioni lungo l’innesto della copertura e in alcuni punti,
dove il tetto è solidale con il cordolo murario, la lesione si manif e-
sta più in basso nel punto di interfaccia tra cordolo e muratura sot-
tostante
S5 Presenza di fori allineati verticalmente in facciata
S6 Cedimento fondale dell’angolata
PARTE PRIMA
223
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Sezione
Assonometria
PARTE PRIMA
224
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
VULNERABILITA’ SPECIFICHE:
S1 Comportamento monolitico a lastra del tetto, con lesionamento
della mur atura di appoggio lungo la direzione delle falde in corri-
spondenza dell’interfaccia tra la banchina in muratura e la sotto-
stante muratura originaria. L’effetto del danno è combinato a quel-
lo prodotto dalle spinte localizzate delle travi della copertura.
S2 Discontinuità da trasformazione in nodo murario con la parete
laterale
PARTE PRIMA
225
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Assonometria
PARTE PRIMA
226
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
VULNERABILITA’ SPECIFICHE:
S1 Discontinuità da trasformazione: la parte superiore, in mattoni
(h= 60 cm ) è stata realizzata successivamente alla parte sottostante,
in muratura mista,durante la fase di rifacimento del tetto
S2 Discontinuità da trasformazione: il tamponamento della grande
porta è privo di ammorsamento. I dissesti si sono manifestati lungo
i bordi dell’addossamento accentuandone la separazione
S3 Discontinuità verticale da trasformazione: la parte terminale del
presbiterio è stata realizzata successivamente alla chiesa (da verifi-
care con saggio stratigrafico)
S4 Cedimento fondale delle due angolate. Modificazione del cedi-
mento innescata con la realizzazione del contrafforte (vanno verifi-
cati gli effetti)
S5 All’esterno, nella parte centrale del fronte, imbozzamento alla
quota al di sotto del cordolo murario precedente al sisma e parzial-
mente contenuto dall’azione del contrafforte
S6 L’azione di contrapposizione locale del contrafforte crea contra-
sti con le zone laterali. In particolare il contrafforte non copre ester-
namente la parte di muratura in corrispondenza del nodo con la pare-
te dell’arco trionfale e tale disallineamento crea sollecitazioni al
setto compreso tra le due parti
PARTE PRIMA
227
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
Sezione
Assonometria
PARTE PRIMA
228
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
VULNERABILITA’ SPECIFICHE:
S1 Discontinuità da trasformazione: il macroelemento è parte del-
l’ampliamento realizzato successivamente alla chiesa
S2 Cedimento fondale dell’angolata
PARTE PRIMA
229
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
230
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
231
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
232
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
233
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PROGETTO
PARTE PRIMA
234
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PROGETTO
PARTE PRIMA
235
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
236
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
secondari; si trova in condizioni al limite del crollo In generale, nell’edificio le lesioni tendono a disporsi
complessivo, essendo già crollata la trave di colmo e in ampi fasci, con fenomeni di deformazione associati
altre orditure principali e secondarie. a decoesioni diffuse, come solitamente accade in caso
di murature formate da pietrame di pezzatura variabi-
10.5.2. Descrizione dello stato di degrado e delle le, legate con malte povere. In questi casi l’interpreta-
carenze manutentive zione del danno attraverso i meccanismi appare più
L’edificio versa in uno stato di grave degrado, in larga difficoltosa, per la disgregazione diffusa che ne deriva.
parte dovuto a forti carenze manutentive, che hanno Tra le vulnerabilità specifiche si individuano:
esposto l’edificio ad attacchi di vario tipo. - mancanza di connessioni efficaci tra strutture oriz-
Le murature presentano diffusi fenomeni di degrado zontali e verticali, in grado di trattenere le parti (impal-
proprio dei singoli componenti lapidei o laterizi , quali cato non rigido);
“polverizzazioni, erosioni, esfoliazioni, scagliature” - modalità costruttive iniziali, con materiali poveri;
(vedi Lessico contenuto nelle raccomandazioni - trasformazioni successive (riprese costruttive con
Normal 1/88), fino a giungere a significative perdite di ammorsamenti in rottura, tamponamenti di apertu-
sezione; processi causati, oltre che dagli agenti atmo- re,...);
sferici e dalla gelività, dallo sviluppo di microorgani- - degrado proprio dei materiali e degli elementi costi-
smi. I giunti murari risultano fortemente decoesi ed tutivi.
erosi, a causa di azioni combinate di tipo chimico, fisi- I dissesti strutturali diffusi nell’edificio potrebbero
co e biologico, oltre che per la composizione propria portare, in assenza di opportuni interventi atti ad arre-
della malta, con scarsa presenza di legante. stare e contrastare i processi in atto, ad un progressivo
Gli intonaci che coprono le pareti degli ambienti inter- peggioramento dello stato di danno del manufatto, con
ni, a base di malta di calce, presentano in più punti successiva, probabile perdita dello stesso. In particola-
fenomeni di distacco. Le pitture murali a tempera, ese- re, i meccanismi probabili o possibili in caso di sisma,
guite su base di intonaco e gesso, risultano fortemente che riguardano i macroelementi “pareti portanti” e
degradate, con fenomeni di distacco, lacune e altera- “pareti di spina”, sono: “rotazione fuori piano delle
zioni cromatiche. Le strutture orizzontali versano in pareti con distacco dalle pareti ortogonali”; “spinte
stato di degrado, con attacco di funghi, insetti e feno- localizzate del tetto e delle strutture orizzontali”,
meni di marcescenza. Il crollo della trave di colmo “deformazioni nel piano” (lesionamento per taglio).
della copertura e di alcune travi causa l’ingresso di
acqua meteorica all’interno dell’edificio, aggravando i 10.5.4. Descrizione del danno presente
danni. 1. Lesioni a lembi complanari inclinate dalla parte del
cedimento, tendenti alla verticalità verso il profilo
10.5.3. Descrizione del dissesto statico-sismico con superiore.
livello di danno 2. Lesioni inclinate a lembi complanari, manifestano
Vulnerabilità tipiche e specifiche locali espulsioni di intonaco; interessano il pannello
Descrizione dei meccanismi murario e proseguono nel soffitto in “camorcanna”.
Il danno presente è in gran parte dovuto a dissesti strut- 3. Lesione profonda nella muratura; si innesca in cor-
turali pregressi, di origine statica e sismica. Tali disse- rispondenza del pavimento e interessa l’altezza del
sti riguardano le fondazioni, la struttura muraria, le pannello murario; presenta lembi sullo stesso piano ma
strutture orizzontali (solai, volte e copertura). visibilmente distaccati, con tendenza all’espulsione e
Lesioni profonde nei macroelementi testimoniano la al crollo dell’angolata della chiesa.
presenza di dissesti di fondazione per traslazione verti- 4. Lesioni diffuse, a lembi complanari, in prossimità
cale e orizzontale, riconducibili, rispettivamente, a delle teste delle travi lignee, dovute all’azione di mar-
cedimenti e contrazioni verticali del terreno e a contra- tellamento dei solai e del tetto.
zioni e dilatazioni alternate del terreno argilloso. Il 5. Crollo di solaio per il cedimento di trave in legno.
livello più alto di danno alle fondazioni è rilevabile in 6. Dissesto della volta in “cannucciato” con crollo par-
corrispondenza del nucleo più antico (parete laterale ziale di intonaco, travi, pianelle in cotto.
nord). 7. Dissesto della volta a crociera in foglio, con crollo
Le strutture orizzontali presentano inflessioni delle di parte della stessa: mattoni, travetti e materiale di
travi principali e cedimento degli appoggi; l’impalcato riempimento.
non rigido e la mancanza di connessione efficace tra 8. Crollo di parte della copertura per il cedimento della
strutture verticali e orizzontali, facilitano gli spancia- trave di colmo.
menti e i fuoripiombo, rilevabili sulle pareti esterne. Il 9. Decoesione totale della muratura interessata da
livello maggiore di danno raggiunto, nel nucleo più espulsioni locali di materiale e distacco del paramento
antico, è pari a 4.5, con “evidenza macroscopica di dis- esterno dal sacco murario.
sesti e di meccanismi prossimi alla fase di ultimo spo- 10. Lesione ad andamento obliquo, presenta lembi su
stamento, con parti al limite del crollo, a seguito di dis- piani diversi, denunciando una traslazione di parte del
sesti di forte entità, con crolli”. blocco murario, dovuta alla spinta delle travi di coper-
Il corpo della chiesa versa in pessimo stato, con crolli tura.
ed espulsioni di materiali, raggiungendo un livello di 11. Lesione profonda ad andamento obliquo, con
danno pari a 4.5. lembi complanari ma visibilmente staccati, denuncia
PARTE PRIMA
237
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
una rottura prevalente nel piano del pannello murario, e copertura) per la marcata inflessione dell’orditura
ma con tendenza alla traslazione verso l’esterno di portante e il cedimento degli appoggi.
parte del pannello stesso.
12. Lesioni in corrispondenza dei travetti di copertura 10.5.6. Meccanismi probabili o possibili
della chiesa; i lembi delle lesioni, su piani diversi, b1. Dissesto dei solai in legno e della copertura per
fanno intuire il movimento fuori piano, dovuto alla inflessione delle travi e cedimento degli appoggi.
spinta localizzata del tetto. b2. Rotazione fuori piano delle pareti con distacco
dalle pareti ortogonali.
10.5.5. Ipotesi interpretativa del danno osservabile b3. Spinte localizzate del tetto e delle strutture oriz-
Meccanismi attivati zontali (solai e volte) per la presenza di impalcato non
a1. Probabile cedimento della fondazione per trasla- rigido.
zione verticale. Le fessurazioni prediligono le zone di b4. Deformazioni angolari nel piano (lesionamento per
minore resistenza, come le aperture e sono inclinate taglio) determinate dall’azione nel piano delle pareti.
dalla parte del cedimento.
a2. Probabile cedimento della fondazione per trasla- 10.5.7. Forme di vulnerabilità specifica
zione orizzontale; l’inclinazione della lesione volge c1. Connessione tra elementi del tetto e muratura e tra
dalla parte del cedimento. strutture orizzontali e muratura: la struttura in legno
a3. Probabile meccanismo di rotazione secondaria del tetto e dei solai é priva di connessioni efficaci, in
come conseguenza della traslazione; esso determina il grado di trattenere le parti; impalcato deformabile.
moto di una parte della struttura, diretto dalla parte del- c2. Modalità costruttive iniziali: muratura mista in pie-
l’osservatore. tra arenaria e laterizio secondo la tradizione costruttiva
a 4. Dissesto della volta, causato da una spinta eccessi- locale.
va della stessa contro i muri di fabbrica, unita ad un c3. Processi di trasformazione edilizia: sono presenti
probabile dissesto delle fondazioni. due nuclei costruiti in epoche differenti ( XVIII seco-
a 5. Dissesto delle strutture orizzontali in legno (solai lo, il più antico, metà del XIX il secondo)
PARTE PRIMA
238
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
c4. Dissesti pregressi: numerosi i dissesti pregressi: in ta in rapporto alla patologia da risolvere. Si tende a
fondazione, in copertura, nei solai e nella volta, nelle ridurre le sostituzioni delle parti strutturali, puntando
murature. per quanto possibile al consolidamento e/o all'affianca-
c5. Degrado proprio dei materiali e degli elementi mento con strutture collaboranti, mirando alla conser-
costitutivi: la mancata manutenzione è causa del forte vazione materiale e alla valorizzazione dei caratteri
degrado dei materiali di cui è costituito il manufatto: presenti.
pietra, laterizio, legno, che contribuisce all’indeboli- Tali obiettivi vengono realizzati mediante un insieme
mento della struttura; il comportamento delle strutture di opere, ciascuna delle quali rivolta ad una precisa
lignee è influenzato dallo stato di conservazione. finalità e tematicità, pur essendo tra loro connesse e
c6. Interventi di restauro eseguiti: negli anni ‘70 è stato complementari.
rifatto il solaio di un ambiente al piano primo, con travi Si individuano così le seguenti categorie di intervento:
in legno e tavelle in laterizio. - Riparazione (es. ricostituzione di continuità muraria
in corrispondenza di lesioni, risarcimento di crolli par-
10.5.8. Criteri di progetto ziali, ecc.);
Gli obiettivi principali del progetto di restauro consi- - Consolidamento statico (es. interventi di allargamen-
stono nell'arresto dei processi di degrado e dissesto in to fondale in presenza di dissesti accertati, aumento
atto, nel conferire una maggiore resistenza statica e delle caratteristiche meccaniche delle murature a
sismica all'edificio al fine di consentirne l'uso, operan- mezzo di iniezioni con calci idrauliche, aumento di
do per quanto possibile nel rispetto delle strutture e capacità portante di solai e volte);
finiture esistenti, con interventi ad invasività controlla- - Manutenzione (es. risarcitura dei giunti perduti,
Foto: degrado della pietra arenaria, con significative perdite Foto: distacco e crollo parziale del paramento in mattoni e
di sezione. pietra dal nucleo interno. Si osserva all'interno della mura-
tura un elemento ligneo in parte degradato, probabilmente
con funzioni iniziali di cordolo-tirante.
Foto: degrado della pietra arenaria, con significative perdite Foto: distacchi del paramento dal nucleo. Si osserva la testa
di sezione. esterna di un elemento ligneo principale, priva di elementi
metallici di ritegno.
PARTE PRIMA
239
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
240
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
241
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
242
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
243
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
244
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
245
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
246
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
247
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
248
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
249
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
250
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
BIBLIOGRAFIA
Si indicano di seguito alcuni testi utili a sviluppare ed GIUFFRE’, A., (a cura di), Sicurezza e conservazione
approfondire gli argomenti trattati nei diversi capitoli. dei centri storici -Il caso Ortigia, Bari, 1993.
Come testo generale di riferimento sugli aspetti teo- PROIETTI, G., ( a cura di), Dopo la polvere.
rico-applicativi del restauro architettonico, si Rilevazione degli interventi di recupero del
segnala: patrimonio artistico-monumentale danneggiato
dal terremoto del 1980-81, ed. Poligrafico dello
Trattato di Restauro Architettonico, diretto da G. CAR- Stato, Roma, 1994.
BONARA, vol. I,II,III, IV, ed. UTET, Torino,
1996 BALLARDINI, R., GUCCIONE, M., (a cura di), La
protezione del Patrimonio Culturale- La que-
Testi che illustrano posizioni teorico-operative del stione sismica, Atti del II Seminario Nazionale
restauro: di Studio tenuto a Roma il 9-10 aprile 1997,
Gangemi editore, Roma 1998.
BELLINI, A., (a cura di), Tecniche della conservazio-
GUCCIONE, M., NAPPI M.R., RECCHIA, A.P.,
ne, Milano, 1986,
Patrimonio culturale e disastri- L’impatto del
sisma sui beni monumentali- Prospettive di pre-
TORSELLO, B.P., La materia del restauro, ed venzione, Gangemi editore, Roma, 1998.
Marsilio, Venezia, 1988.
AA. VV., ( a cura di F. GURRIERI), Manuale per la
MARCONI, P., Il restauro e l’architetto, ed. Marsilio, riabilitazione e ricostruzione post-sismica degli
Venezia, 1993. edifici, Regione dell’Umbria, ed. DEI-
Tipografia del Genio Civile, Roma, 1999.
Altri testi di carattere teorico-pratico sul restauro
architettonico e sul consolidamento Testi sul rilevamento architettonico, del dissesto e
del degrado
F. GIOVANNETTI, (a cura di), Manuale del recupero
del Comune di Città di Castello, Roma, 1992. Raccomandazione NORMAL 1/88,Alterazioni macr o-
scopiche dei materiali lapidei, CNR- ICR,
S. MASTRODICASA, Dissesti statici delle strutture 1988.
edilizie. Diagnosi e consolidamento, ed.
Hoepli, Milano. TORSELLO, B.P., Tecniche per il rilievo di opere in
muratura interessate da fenomeni di dissesto
Testi con specifico riferimento alla protezione sismi- sismico, in: BALLARDINI, R., GUCCIONE,
ca del patrimonio monumentale M., (a cura di), La protezione del Patrimonio
Culturale- La questione sismica, Atti del II
BALLARDINI, R., CAPPELLARO, M.R., MAT- Seminario Nazionale di Studio tenuto a Roma il
TIUSSI, D., Il restauro architettonico nella 9-10 aprile 1997, Gangemi editore, Roma 1998,
ricostruzione del Friuli, Udine, 1990. pp. 201-216.
PARTE PRIMA
251
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
252
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
253
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
254
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. Ed. S. 15
PARTE PRIMA
255
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
256
29 SETTEMBRE 2000 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XXXI • N. E d. S. 15
PARTE PRIMA
257
ANNO XXXI • N. E d. S. 15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE 29 SETTEMBRE 2000
PARTE PRIMA
258