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Nel presente articolo lattenzione rivolta al comportamento fuori piano. In questo senso, la
realizzazione di solai composti (legno-legno o legno-calcestruzzo) rappresenta una delle tecniche di
rinforzo pi diffuse. In questo filone si colloca il lavoro di ricerca svolto allUniversit di Trento. Di
seguito saranno descritti i risultati emersi da una recente campagna sperimentale caratterizzata da
elementi di innovazione che la distinguono dalle ricerche sperimentali gi disponibili in letteratura.
Per i campioni di solaio sono state utilizzate travi in legno GL24h aventi una sezione relativamente
tozza, tipica di una situazione esistente (160 x 200 mm), disposte ad interasse pari a 600 mm. Lo
strato di completamento stato realizzato con un tavolato disposto ortogonalmente rispetto alle
travi ed avente uno spessore di 20 mm (Figura 1). Per lintera campagna sperimentale stato fatto
riferimento ad un modulo di solaio comprendente una trave e la relativa porzione di soletta di
competenza (600 mm). Tutti solai testati hanno una luce netta tra gli appoggi pari a 6.4 m.
In una delle prove sperimentali eseguite stato impiegato un travetto di sezione 180 x 240 mm e
lelemento di rinforzo stato poggiato direttamente sopra di esso, simulando il caso in cui il
tavolato esistente venga rimosso prima della realizzazione dellintervento di recupero. Per quanto
riguarda lelemento di rinforzo, due sono le soluzioni che sono state prese in considerazione. La
prima prevede limpiego di pannelli in legno multistrato a strati incrociati (X-Lam) di spessore pari
a 99 mm (3 strati) e 57 mm (3 strati), la seconda luso di travi in microlamellare di faggio (ETA14/0354) di dimensioni 50 x 280 mm disposte in configurazione sdraiata sopra al tavolato.
La connessione stata realizzata con viti a doppio filetto (ETA-12/0132) di diametro 8.5 mm e
lunghezza che varia da 150 mm a 300 mm a seconda dello spessore dellelemento di rinforzo. Il
corretto funzionamento di questo sistema di connessione prevede infatti che la parte liscia della vite
compresa tra le due porzioni di filetto aventi passo e diametro esterno diverso si trovi in
corrispondenza dellinterfaccia tra gli elementi da collegare. Tutte le viti sono state inserite a 45 e
orientate in modo tale da sollecitarle a taglio-trazione quando la trave caricata verticalmente
(Figura 3).
Le travi sono state assemblate secondo un innovativo sistema di montaggio (Giongo et al., 2012) e
su cui pende brevetto (VR2012A000195), che permette di realizzare travi composte precompresse
caratterizzate da una contro-freccia iniziale ("monta") significativa (Figura 4), senza lausilio di
elementi di puntellamento. Il metodo sfrutta la pressione esercitata da ogni singola vite attraverso
una precisa sequenza di inserimento.
Si tratta dunque di un metodo di intervento reversibile, che pu essere utilizzato in tutti quei casi in
cui non sia possibile intervenire sulla parte intradossale del solaio. Lutilizzo di un elemento di
rinforzo ligneo anzich una soletta in C.A., garantisce inoltre di mantenere contenuto lincremento
di peso del solaio. Il sistema , tra l'altro, di rapida realizzazione ed essendo una procedura a
secco non necessit di particolari accorgimenti in fase di realizzazione.
Le tre soluzioni studiate rispecchiano diverse esigenze di carattere progettuale. In particolare, la
soluzione A stata pensata per un solaio ligneo nel quale il rinforzo si rende necessario per un
cambio di destinazione duso. Questo intervento infatti indicato per la realizzazione di solai in
grado di sopportare carichi di notevole entit. La soluzione B consente invece di mantenere
contenuto lo spessore del pacchetto di rinforzo. Inoltre, lutilizzo di un elemento collaborante
relativamente snello ma sufficientemente resistente (la trave in microlamellare di faggio
classificata GL70, secondo quanto indicato nel certificato ETA-14/0354) garantisce il
posizionamento in aderenza anche quando si va ad intervenire su solai esistenti notevolmente
deformati. La soluzione C rappresenta infine una soluzione intermedia nella quale stato rimosso lo
strato di tavolato.
Si osserva che lelevato spessore del pannello di rinforzo utilizzato nel caso A deriva dalla volont
dei ricercatori di testare le potenzialit dellinnovativo sistema di assemblaggio, massimizzando lo
stato di coazione generato dalle viti. A tal proposito si ricorda che lo stato tensionale introdotto da
ogni vite proporzionale alla lunghezza della parte filettata, che deve essere dimensionata in
funzione dellelemento attraversato.
E inoltre interessante notare come la possibilit di applicare questa tecnica di intervento ad un caso
reale dipenda dallo stato di conservazione delle travi esistenti e che la sua efficacia sia condizionata
soprattutto dal comportamento della connessione utilizzata per collegare i differenti elementi
componenti la struttura composta che si vuole realizzare (Piazza et al., 2009).
Le soluzioni di rinforzo presentate sono focalizzate sul comportamento fuori piano dei solai lignei.
Qualora si volesse intervenire anche sulla rigidezza di piano, si dovrebbe garantire un collegamento
lungo i bordi dei pannelli per le soluzioni A e C, mentre per quanto riguarda lintervento B si pu,
ad esempio, predisporre un ulteriore strato di tavole adeguatamente collegate al sistema di rinforzo
sopra descritto.
Il livello di precompressione che si in grado di introdurre negli elementi composti attraverso la
speciale procedura di assemblaggio dipende dalla caratteristiche flessionali degli elementi lignei,
oltre che dalle caratteristiche del sistema di connessione. Esiste un formulazione analitica,
sviluppata allUniversit di Trento, in grado di stimare la monta e lo stato di sollecitazione
introdotto nelle travi una volta note le caratteristiche meccaniche di tutti gli elementi in gioco
(Giongo et al., 2012). Per determinare il comportamento dei sistemi di connessione adottati, stata
realizzata unopportuna campagna sperimentale su campioni di dimensione ridotta (test di pushout).
La sperimentazione stata suddivisa in due fasi ben distinte:
Fase 1: Assemblaggio delle travi composte
In questa fase lelemento di rinforzo stato reso solidale alla trave attraverso linserimento dei
connettori. Durante tutta questa fase, la monta imposta stata monitorata utilizzando trasduttori di
spostamento LVDT posizionati allintradosso della trave. Gli scorrimenti relativi pannello-trave
sono invece stati misurati con una serie di trasduttori di spostamento estensimetrici AEP. Lo stato
di sollecitazione indotto nella trave dal tiro esercitato dalle viti stato misurato tramite
estensimetri a resistenza applicati nella mezzeria dei campioni ai lembi superiore ed inferiore della
sezione.
In Figura 5 riportata la disposizione degli strumenti di misura utilizzati.
AEP
LVDT
Figura 5 Fase di assemblaggio: strumentazione
275
72
250
65
225
59
200
d<0
52
d>0
175
46
150
39
125
33
100
26
75
20
50
13
25
0
-25
25
q [kN/m2]
F [kN]
La retta verticale (SLE) rappresenta invece il limite di inflessione per lo stato limite di esercizio,
convenzionalmente assunto pari a L/300.
50
75
100
125
Soluzione A
Soluzione B
Soluzione C
SLE (L/300)
150
d [mm]
Figura 8 Risultati test a flessione
200
52
175
46
150
39
d<0
d>0
125
33
qSLE: 27.7 /2
100
75
26
20
q0: 14.9 /2
50
25
q [kN/m2]
F [kN]
In Figura 9 riportata una sintesi delle risultanze ottenute, con riferimento alle condizioni di
normale utilizzo dei solai. Come anticipato, il limite di freccia che identifica lo stato limite di
esercizio stato assunto convenzionalmente pari a = /300.
13
7
Monta /250
dSLE= L/300
0
-25 -20 -15 -10 -5
Soluzione A
Soluzione B
Soluzione C
SLE (L/300)
10 15 20 25 30 35 40 45 50
d [mm]
Figura 9 Risultati test a flessione considerazioni sulle condizioni di esercizio
Analizzando i risultati ottenuti per la soluzione A (soluzione pensata per massimizzare gli effetti
della controfreccia iniziale imposta) si evince che:
-
F [kN]
275
250
225
>1
200
175
150
125
Soluzione A
Soluzione B
Soluzione C
A - (EJ) inf
B - (EJ) inf
C - (EJ) inf
100
75
50
25
0
-25
25
50
75
100
125
150
d [mm]
Figura 10 Risultati test a flessione - Efficienza travi composte
In tutte le prove eseguite la rottura imputabile ad una crisi per tenso-flessione in corrispondenza
del lembo inferiore della trave (Figura 11). In nessun caso si assistito ad un danneggiamento del
pannello di rinforzo.
RINGRAZIAMENTI
La campagna sperimentale stata portata a termine con il contributo del Consorzio ReLUIS
(programma di ricerca DPC-ReLUIS 2014-2016).
Si ringraziano le ditte Pollmeier GmbH & Co. KG e Heco Italia Efg Srl per la fornitura dei materiali
(microlamellare di faggio BauBuche e viti).
Si ringraziano inoltre gli ingegneri Giuseppe Filippini e Daniele Riccadonna ed i tecnici del
Laboratorio Prove Materiali e Strutture dellUniversit di Trento per la collaborazione e il supporto
offerto durante tutte le prove sperimentali.
RIFERIMENTI
Giongo, I., Piazza, M. & Tomasi, R., 2012. Cambering of timber composite beams by means of
screw fasteners. Journal of Heritage Conservation, pp. vol. 32, pp. 133-136.
Piazza, M., Tomasi, R. & Modena, R., 2009. Strutture in legno. s.l.:Hoepli.
Tomasi, R., Crosatti, A. & Piazza, M., 2010. Theoretical and experimental analysis of timber to
timber joints connected with inclined screws. Construction and Building MAterials, Volume 24, pp.
1560-1571.
UNI EN 26891: 1991. Strutture di legno. Assemblaggi realizzati tramite elementi meccanici di
collegamento. Principi generali per la determinazione delle caratteristiche di resistenza e
deformabilit.
ETA-12/0121 - European Technical Approval: HECO-TOPIX-T and HECO-TOPIX-CC selftapping screws.
ETA-14/0354 - European Technical Approval: Glued laminated timber made of hardwood
Structural laminated veneer lumber made of beech.
Brevetto VR2012A000195 - Metodo di trattamento di travi, nonch struttura composita precompressa.