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Metallurgia e saldabilità

degli acciai bonificati, a


medio ed alto carbonio
Pubblicato nel 2013
IIS Progress s.r.l., Gruppo Istituto Italiano della Saldatura
Lungobisagno Istria, 15 16141 Genova (Italia)
Telefono (010)83411
Fax (010)8367780
www.iisprogress.it

Copyright © Istituto Italiano della Saldatura – Ente Morale - 2008


Tutti i diritti sono riservati a norma di legge
e a norma di convenzioni internazionali.
INDICE

Capitolo 1 METALLURGIA E SALDABILITÀ DEGLI ACCIAI BONIFICATI ...................


1.1. Generalità ................................................................................................ 1
1.2. Metallurgia ............................................................................................... 2
1.3. Normativa di riferimento e denominazioni commerciali ........................... 3
1.3.1. Normativa di riferimento ................................................................ 3
1.3.2. Designazioni commerciali ............................................................. 5
1.4. Saldabilità ................................................................................................ 8
1.4.1. Principi generali di saldabilità........................................................ 8
1.4.2. Criccabilità a caldo ........................................................................ 9
1.4.3. Criccabilità a freddo .................................................................... 10
1.4.4. Rottura fragile.............................................................................. 11
1.5. Procedimenti di saldatura ...................................................................... 13
1.6. Materiali d'apporto.................................................................................. 14
1.7. Saldature eterogenee ............................................................................ 17

Capitolo 2 METALLURGIA E SALDABILITÀ DEGLI ACCIAI A MEDIO ED ALTO


CARBONIO.................................................................................................. 19
2.1. Generalità .............................................................................................. 19
2.2. Normativa di riferimento......................................................................... 20
2.3. Saldabilità .............................................................................................. 22
2.3.1. Generalità.................................................................................... 22
2.3.2. Criccabilità a caldo ...................................................................... 22
2.3.3. Criccabilità a freddo .................................................................... 23
2.4. Procedimenti di saldatura ...................................................................... 23
2.5. Materiali d'apporto.................................................................................. 24
Prefazione

A seguito dell’armonizzazione a livello internazionale dei percorsi di qualificazione


degli “Ingegneri e dei Tecnologi di Saldatura”, meglio identificati, con la terminolo-
gia ufficiale, come International Welding Engineer e International Welding Te-
chnologist, l’IIS , organismo nazionale autorizzato (sia dall’European Welding Fe-
deration che dall’International Institute of Welding) all’implementazione dei corsi
per il conseguimento dei suddetti Diplomi di Qualificazione, ha ritenuto opportuno
raccogliere gli argomenti delle lezioni dei corsi in una nuova collana di dispense
intitolata “Saldatura: aspetti metallurgici e moderne tecnologie di fabbricazione”. I
diversi volumi affrontano il complesso tema della saldatura in tutti i suoi aspetti,
dalla metallurgia generale e saldabilità delle leghe ferrose e non ferrose ai più
recenti ed avanzati processi di giunzione, dando ampi approfondimenti sulle più
innovative tendenze tecnologiche e sul comportamento metallurgico di materiali di
ultima generazione.
Essi rappresentano, quindi, il mezzo didattico più idoneo per la preparazione mul-
tidisciplinare del personale addetto al coordinamento delle, spesso complesse,
attività di fabbricazione mediante saldatura, ma sono anche un valido strumento
per la diffusione della conoscenza tecnico-scientifica nell’ambito di Università,
Organizzazioni di ricerca e di tutte le realtà industriali ove si vogliano approfondire
tali problematiche.
Questo volume, dedicato alla metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a me-
dio ed alto carbonio, è stato elaborato dagli ingegneri della Divisione Formazione
dell’IIS, ai quali va un doveroso ringraziamento.

Il Segretario Generale IIS


Genova, Maggio 2008
Acciai bonificati

1. METALLURGIA E SALDABILITÀ DEGLI ACCIAI BONIFICATI

1.1. Generalità

Gli acciai bonificati sono acciai basso legati che raggiungono valori del carico di snervamento
molto elevati e presentano buone caratteristiche di formabilità e saldabilità, oltre ad un'ottima te-
nacità.
Le caratteristiche desiderate sono ottenute sostanzialmente con una operazione di bonifica
(tempra e rinvenimento), che è eseguita sul prodotto già portato con una laminazione o fucinatura
alle dimensioni finali del semilavorato, utiliz-
zando speciali attrezzature in acciaieria che
prevedono l'immersione in acqua o l'impiego di
getti d'acqua sotto una pressa, dei rulli o siste-
mi analoghi.
Sono utilizzati per strutture saldate molto solle-
citate, mezzi di sollevamento, macchine per
movimento terra, serbatoi, talvolta apparec- Figura 1.1 - Gru semovente realizzata con parti
in acciaio bonificato
chiature in pressione (come ad esempio le
condotte forzate).

1.2. Metallurgia

La composizione di questi acciai è piuttosto po-


vera di carbonio; allo scopo di rendere efficace
la bonifica per tutto lo spessore, questi acciai
sono caratterizzati oltre che da un moderato
contenuto di elementi microleganti (alluminio e
vanadio, talvolta titanio, zirconio o niobio) per
l'affinamento del grano, anche dalla presenza di
elementi tempranti quali cromo, molibdeno, ra- Figura 1.2 - Laminazione e tempra nella fabbri-
cazione di un acciaio bonificato

1
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

me e nichel, quest'ultimo per l'au-


mento della tenacità. In alcuni casi
è aggiunto il boro che accresce
fortemente la temprabilità per
quanto presente in quantità mode-
stissime (5÷10 ppm).
Come anche nel caso degli acciai
microlegati, si ritiene che il boro,
portato in soluzione durante il ri-
scaldamento precedente la tem-
pra, precipiti sotto forma di boro-
carburi al bordo dei grani austeniti-
Figura 1.3 - Curva CCT di un acciaio bonificato (esempio)
ci. Tale precipitazione avviene
prima che il materiale subisca la trasformazione gamma-alfa, per cui é ritardata la nucleazione dei
germi della ferrite al bordo dei grani austenitici; la trasformazione si realizza, pertanto, a tempera-
ture inferiori e la struttura risulta più fine.
L'aggiunta di elementi tempranti è fatta allo scopo di rallentare la trasformazione in perlite ed in
bainite; la tempra può essere così ottenuta anche su spessori rilevanti senza trasformazioni ferriti-
che. Tali trasformazioni sono da evitarsi in quanto la formazione di ferrite produrrebbe un arricchi-
mento di carbonio nella matrice austenitica con conseguente possibilità di formazione di martensi-
te troppo dura e fragile. La combinazione di ferrite, relativamente tenace, bainite superiore dura e
martensite ad alto carbonio non presentano, infatti, buona tenacità neppure dopo rinvenimento.
Tutte le caratteristiche meccaniche dell'acciaio sono influenzate dal rinvenimento: la resistenza
alla trazione e la durezza aumentano all'inizio del rinvenimento, la tenacità aumenta solo oltre
400°C, insieme all'allungamento.
La temperatura di rinvenimento è funzione delle proprietà che si intendono conferire all'acciaio. Di
norma, il rinvenimento effettuato nell'intervallo 450÷650°C per ottenere il migliore compromesso
tra resistenza meccanica e tenacità.
Come risultato di questa attenta formulazione e del trattamento di fornitura, gli acciai bonificati
sviluppati negli ultimi anni sono caratterizzati da elevati valori del carico di snervamento (in alcuni
casi sono superati i 1000 MPa),
Carichi Sollecitazione ammissibile
Grado nominali (apparecchi a pressione) delle durezze con valori di duttilità
ReH Rm (RP0,2 /1,5) (Rm / 2,4) che, per quanto talvolta limitati, con-
P265 265 410 177 171 sentono ancora una certa applica-
P355 355 510 236 213 zione in saldatura.
P460 460 610 306 254
Tuttavia, la vicinanza tra il limite di
P690 690 800 460 320
snervamento e quello di rottura e la
Tabella 1.1 - Correlazione tra caratteristiche nominali e i
valori di sollecitazione ammissibile stessa duttilità che, per i gradi più
spinti, è caratterizzata da valori di

2
Acciai bonificati

allungamento a rottura non superiori al 12%, possono rendere comunque antieconomico l’impiego
dei materiali a maggiore resistenza per le condizioni di esercizio più gravose, come ad esempio
per alcune applicazioni a pressione. La tabella 1.1 riporta, ad esempio, alcuni dati relativi alle ca-
ratteristiche nominali di alcuni gradi di acciai per impiego a pressione (si veda anche al paragrafo
successivo) messe in correlazione con i valori di sollecitazione ammissibili per la fabbricazione di
apparecchi a pressione.

1.3. Normativa di riferimento e denominazioni commerciali

Come spesso capita nell'uso industriale, le designazioni normative sono affiancate e talvolta su-
perate dalle denominazioni commerciali; appare quindi utile ricordarle entrambe.

1.3.1. Normativa di riferimento


Data l'ampiezza delle possibili applicazioni, tanto nel settore delle strutture quanto in quello delle
apparecchiature in pressione, sono di seguito proposte entrambi gli impianti normativi:
− la norma UNI EN 10025-6:2005 "Prodotti laminati a caldo di acciai per impieghi strutturali -
Parte 6: condizioni tecniche di fornitura per prodotti piani di acciaio per impieghi strutturali
ad alto limite di snervamento, bonificati". E' opportuno ricordare che questa norma è stata
pubblicata solo nel 2005 ed è probabilmente più diffusa presso gli utilizzatori la precedente
UNI EN 10137-2:1997 "Lamiere e larghi piatti di acciai ad alto limite di snervamento bonifi-
cati o induriti per precipitazione, per impieghi strutturali. - Condizioni di fornitura degli acciai
bonificati".
− La norma UNI EN 10028-6:2004 "Prodotti piani di acciai per recipienti a pressione - Parte
6: Acciai a grano fine bonificati idonei alla saldatura"

Normativa di riferimento per acciai per applicazioni strutturali

Come accennato al paragrafo precedente, in analogia al caso di altri acciai per impieghi struttura-
li, anche per quelli bonificati la normativa di riferimento ha recentemente subito un aggiornamen-
to. Per fornire un quadro esaustivo, sono riportati in questo paragrafo i riferimenti ad entrambe le
norme.
Gli acciai previsti sono forniti allo stato bonificato (Q); al proposito, la tempra dopo laminazione è
considerata equivalente alla tempra convenzionale. I prodotti sono disponibili in sette distinte clas-
si di resistenza meccanica (460, 500, 550, 620, 690, 890 e 960 N/mm2).

Qualità C Mn Si P S N B Cr Cu Mo Nb Ni Ti V Zr
- 0.025 0.015
L 0.20 1.70 0.80 0.020 0.010 0.015 0.005 1.50 0.50 0.70 0.06 2.0 0.05 0.12 0.15
L1 0.020 0010
Tabella 1.2 - Analisi di colata degli acciai bonificati secondo norma UNI EN 10025-6 (identica ad
UNI EN 10137-2)

3
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

Designazione Carico di snervamento ReH Resistenza a rottura Rm A%


Alfanumerica Numerica ≥ 3 ≤ 50 >50 ≤ 100 >100 ≤ 150 ≥ 3 ≤ 50 >50 ≤ 100 >100 ≤ 150
S460Q 1.8908
S460QL 1.8906 460 440 400 550-720 500-670 17
S460QL1 1.8916
S500Q 1.8924
S500QL 1.8909 500 480 440 590-770 540-720 17
S500QL1 1.8984
S550Q 1.8904
S550QL 1.8926 550 530 490 640-820 590-770 16
S550QL1 1.8986
S620Q 1.8914
S620QL 1.8927 620 580 560 700-890 650-830 15
S620QL1 1.8987
S690Q 1.8931
S690QL 1.8928 690 650 630 770-940 760-930 710-900 14
S690QL1 1.8988
S890Q 1.8940
S890QL 1.8983 890 830 - 940-1 100 880-1 100 - 11
S890QL1 1.8925
S960Q 1.8941
960 - - 980-1 150 - - 10
S960QL 1.8933

Tabella 1.3 - Caratteristiche tensili degli acciai bonificati secondo norma UNI EN
10025-6 (il carico di snervamento e di rottura sono suddivisi in funzione dello
spessore nominale)

Designazione Tenacità alla frattura, in J, alla T di


Alfanumerica Numerica 0° -20° -40° -60°
S460Q 1.8908
S500Q 1.8924
S550Q 1.8904
40 (30) 30 (27) - -
S620Q 1.8914
S690Q 1.8931
S890Q 1.8940
S960Q 1.8941
S460QL 1.8906
S500QL 1.8909
S550QL 1.8926
50 (35) 40 (30) 30 (27) -
S620QL 1.8927
S690QL 1.8928
S890QL 1.8983
S960QL 1.8933
S460QL1 1.8916
S500QL1 1.8984
S550QL1 1.8986 60 (40) 50 (35) 40 (30) 30 (27)
S620QL1 1.8987
S690QL1 1.8988
S890QL1 1.8925

Tabella 1.4 - Tenacità alla frattura degli acciai bonificati secon-


do norma EN 10025-6 (tra parentesi i valori delle provette in
direzione trasversale)

4
Acciai bonificati

Ognuna di queste classi, con l'eccezione della più resistenziale, è inoltre disponibile in tre qualità
(standard, L ed L1), corrispondenti ad altrettanti livelli di tenacità alla frattura (garantita a -20°, -
40° e -60°C). Giova notare che la differenza fondamentale tra le tre qualità dell'acciaio va ricerca-
ta nei diversi tenori di impurezze, come si può peraltro evincere dalla tabella 1, di seguito riporta-
ta. Al proposito, i requisiti della precedente normativa (UNI EN 10137-2) e di quella attuale risulta-
no identici.
Le caratteristiche resistenziali sono riportate in tabella 1.3; esse appaiono estremamente signifi-
cative e rendono i gradi più resistenti confrontabili con leghe ad elevatissime prestazioni, come il
titanio Grado 5 (Ti 6Al 4V). Tuttavia, come già accennato al paragrafo precedente, particolare
attenzione deve essere posta minimi valori di allungamento a rottura che non sempre rispettano i
requisiti minimi previsti per alcune tipologie di costruzioni, specialmente nel caso dei gradi più
resistenti.
Dato lo specifico stato di fornitura è chiaro come i range di spessori non superino il limite superio-
re di 150 mm; al proposito, va osservato come non siano previsti valori tabellari per gli spessori
tra 50 e 100 e tra 100 e 150, nel caso del grado più resistente (S960).
Come già osservato per l'analisi chimica, anche per queste caratteristiche non si notano differen-
ze tra la normativa attuale e quella precedente.
La tenacità alla frattura (riportata in tabella 1.4) risulta differenziata in funzione delle tre qualità
previste; nel caso del grado S960 è possibile ottenere tenacità garantita anche a -60°C. Anche
per questa proprietà meccanica i requisiti della precedente ed attuale normativa non sono cam-
biati.

Normativa di riferimento per acciai per applicazioni in pressione

Gli acciai bonificati per applicazioni in pressione sono disponibili in quattro classi di resistenza
meccanica (355, 460, 500 e 690). Le qualità sono invece quattro: la serie di base (indicata dalle
lettere P…Q), la serie con caratteristiche garantite ad elevata temperatura (P…QH), le serie con
tenacità garantita a -40°C (P…QL1), le serie con tenacità garantita a -60°C (P…QL2).
Come già osservato anche per altri tipi di acciaio, l'analisi di colata risulta indubbiamente più con-
trollata rispetto agli acciai per impieghi strutturali e differenziata per ogni classe di resistenza, nel
tentativo di ottenere il migliore compromesso tra caratteristiche resistenziali, duttilità e tenacità
alla frattura (si veda la tabella 1.5)

1.3.2. Designazioni commerciali


Attualmente sono prodotte in Italia diverse qualità di acciai bonificati i cui nomi commerciali sono:
− T1, nelle sue quattro versioni T1, T1A, T1B e T1C
− la serie ASA CA 60T - 64T - 68T - 80 T
− la serie IT-AR-CA
− RA 110

5
6
Tenore massimo in % di massa
Designazione Designazione
simbolica numerica
C Si Mn S P N B Cr Mo Cu Nb Ni Ti V Zr

P355Q 1.8866
0,025 0,015
P355QH 1.88671
0,16 0,40 1,50 0,015 0,005 0,30 0,25 0,30 0,05 0,50 0,03 0,06 0,05
P355QL1 1.88681
0,020 0,010
P355QL2 1.88691
P460Q 1.8870
0,025 0,015
P460QH 1.8871
0,18 0,50 1,70 0,015 0,005 0,50 0,50 0,30 0,05 1,00 0,03 0,08 0,05
P460QL1 1.8872
0,020 0,010
P460QL2 1.8864
P500Q 1.8873
0,025 0,015
P500QH 1.8874
0,18 0,60 1,70 0,015 0,005 1,00 0,70 0,30 0,05 1,50 0,05 0,08 0,15
P500QL1 1.8875
0,020 0,010
P500QL2 1.8865
P690Q 1.8879
0,025 0,015
P690QH 1.8880
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

0,20 0,80 1,70 0,015 0,005 1,50 0,70 0,30 0,06 2,50 0,05 0,12 0,15
P690QL1 1.8881
0,020 0,010
P690QL2 1.8888

Tabella 1.5 - Composizione chimica all’analisi di colata per gli acciai per impiego a pressione classificati secondo UNI EN 10028-6
Acciai bonificati

− la serie HY
− la serie Weldox
− la serie Superelso
Il T1, prodotto su licenza della acciaieria
americana US Steel, è fabbricato nella qua-
lità normale secondo la norma ASTM A514
(gradi F,B,H,Q), adatta per impieghi struttu-
rali, e nella qualità migliorata secondo la
norma ASTM A517 (gradi F,B,H,Q), adatta
per apparecchiature in pressione. Figura 1.4 - Il sottomarino USS Skipjack, realizzato
nel 1965 in acciaio HY80
Inoltre, é fabbricato nelle qualità dure, con
valori di durezza 321 HB, 340 HB e 360 HB, adatte per esercizio in condizioni sia di elevata usura
abrasiva sia d'urto.
La sigla ASA sta invece per "Acciai Saldabili Antinvecchianti" ed indica acciai a struttura a grano
fine. La lettera T indica qualità che associano elevate caratteristiche di resistenza e snervamento
ad ottima tenacità. Questi acciai sono indicati ad essere utilizzati in strutture saldate fortemente
sollecitate e per mezzi di trasporto e sollevamento. La parte numerica della designazione com-
merciale indica il valore dello snervamento espresso in kg/mm².
La serie IT-AR-CA 321 è stata sviluppata per parti di impianti siderurgici e di perforazione, sotto-
poste ad urti, abrasione ed usura meccanica anche ad elevata temperatura; la versione al boro,
indicata con l'aggiunta della lettera B ai valori di durezza minimi garantiti di 321 HB, 340 HB, 360
HB, ha caratteristiche simili al T1 tipo A qualità dura.
L'acciaio RA110, con caratteristiche simili a quelle delle serie di qualità dura precedentemente
illustrate, trova applicazione negli impieghi antiusura.
Infine, la serie HY, nelle sue versioni 80, 100 e 120, (specifica della U.S. Navy) è stata utilizzata
per la costruzione di scafi sommergibili con garanzia di alta tenacità a bassa temperatura, ottenu-
to includendo nella composizione chimica percentuali significative di Nichel (fino al 3%).
Le composizioni chimiche di alcuni di questi acciai sono riportate nella tabella 1.6.
Di più recente introduzione, la serie Weldox, è prodotta dall’acciaieria Svedese SSAB Oxelösund
nelle versioni 700, 900, 960, 1030 e 1300 con carichi scostamento dalla proporzionalità da 700
MPa a 1300 MPa e di rottura variabili tra i 760 MPa ed i 1400 MPa (rispettivamente per il grado
700 e il grado 1300). Sono caratterizzati da buoni valori di duttilità che li rendono relativamente
idonei alla saldatura, anche grazie a valori di carbonio equivalente relativamente contenuti1.
Sempre di recente introduzione è la serie Superelso, prodotta su licenza della francese Arcelor-
Mittal, sviluppata per impieghi a pressione e strutturali nei gradi 500, 690, 890 e 960 MPa. Sono
inoltre disponibili versioni per applicazioni in ambienti particolarmente aggressivi come quello con
H2S umido (serie HR) o per strutture offshore (serie CR).

1
Ad esempio il Weldox 1100 è caratterizzato da: carbonio equivalente (formula IIW) tra 0,59 e 0,71; carbonio equivalente
CET da 0,35 a 0,41; allungamento a rottura minimo del 10%.

7
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

Designazione C Mn Si P max S max Ni Cr Cu Mo V Ti B


T1 0.10 0.60 0.15 0.035 0.040 0.70 0.40 0.15 0.40 0.03 - 0.0005
- - - - - - - - -
0.20 1.00 0.35 1.00 0.65 0.50 0.60 0.08 0.006

T1 A 0.12 0.70 0.25 0.035 0.040 - 0.40 - 0.15 0.03 0.01 0.0005
- - - - - - - -
0.21 1.00 0.35 0.65 0.25 0.08 0.03 0.005

T1 B 0.12 0.95 0.05 0.035 0.040 0.30 0.40 - 0.20 0.03 - 0.0005
- - - - - - - -
0.21 1.30 0.35 0.70 0.65 0.30 0.08 0.005

T1 C 0.14 0.95 0.15 0.035 0.040 1.20 1.00 - 0.40 0.03 - -


- - - - - - -
0.21 1.30 0.35 1.50 1.50 0.60 0.08

ASA Ca 80T 0.20 1.60 0.40 0.020 0.010 0.50 0.60 0.60 0.10 0.035 0.005
max max max max max max max max max

IT-AR Ca321 0.20 1.65 0.55 0.025 0.025 0.70 1.40 0.50 0.50 - - -
max max max max max max max

HY-80 0.18 0.10 0.15 - - 2.00 1.00 0.25 0.20 0.03 0.02 -
max - - - - max - max max
0.40 0.35 3.25 1.80 0.60

Ra 90 0.21 1.60 0.55 0.025 0.025 0.80 1.35 - - 0.20 - -


max max max max max

Tabella 1.6 - Composizioni chimiche di alcuni acciai bonificati di particolare


diffusione commerciale

1.4. Saldabilità

1.4.1. Principi generali di saldabilità

Considerando le loro caratteristiche di resistenza e limite


elastico, gli acciai bonificati sono relativamente facili da
saldare con la maggior parte dei procedimenti, purché si
possano ottenere valori di resistenza e tenacità paragona-
bili a quelli del materiale base, eventualmente senza trat-
tamenti termici dopo saldatura.
Inoltre, ogni precauzione deve essere presa per non dete-
riorare, nella zona termicamente alterata, la fine micro-
struttura tipica degli acciai bonificati; conseguentemente è
opportuno ottenere velocità di raffreddamento sufficiente- Figura 1.5 - Saldatura di acciai bonifi-
cati ad alta resistenza
mente elevate e tali da garantire la formazione di una
struttura martensitica o bainitica. Se la velocità di raffreddamento non è sufficientemente elevata,
invece, si può ottenere formazione di ferrite, povera di carbonio e, quindi, di scarsa resistenza,
unitamente a zone martensitiche e bainitiche poco tenaci, in cui il carbonio resta concentrato.

8
Acciai bonificati

E’ pertanto buona pratica industriale evitare preriscaldi a temperature eccessive (di norma si con-
sidera come limite massimo di riferimento la temperatura di 150°C), controllare l’interpass e utiliz-
zare procedure di saldatura a basso apporto termico2. A titolo di esempio, la figura 1.6 mostra
l’influenza dell’apporto termico sulle proprietà di giunti saldati in acciaio HY-80, mentre la figura
1.7 mostra l’influenza della temperatura di interpass sulla resistenza (snervamento e rottura) di un
deposito eseguito con elettrodo rivestito basico avente carico di rottura nominale pari a 850 MPa
(saldatura con 24 V, 180 A, 1kJ/mm, lamiera 20mm, 30 passate).
Per quanto riguarda invece i problemi di difettosità di saldatura, data la microstruttura attesa in
zona fusa e zona termicamente alterata, le problematiche maggiori sono evidentemente di cricca-
bilità a freddo

1.4.2. Criccabilità a caldo


La criccabilità a caldo in zona fusa non rappresenta un problema significativo sia perché gli acciai
bonificati presentano basse percentuali di impurezze e di carbonio, sia per i bassi apporti termici
utilizzati nella saldatura.
Solo nel caso di certi acciai, invece, contenenti significativi tenori di nickel (ad esempio, l'HY80)

2
E’ ad esempio pratica industriale assai diffusa la saldatura con elettrodi rivestiti di piccolo diametro (inferiori a 4mm) e,
nella saldatura in posizione, l’uso della tecnica di saldatura in discendente che garantisce maggiori velocità di avanza-
mento e quindi permette di limitare l’apporto termico specifico.

1100
Carico di rottura
Duttilità alla frattura, % (aspetto)

Carico di snervamento
Resistenza, MPa

1000

900

800
50 100 150 200 250
Temperatura, °C Temperatura di interpass, °C

Apporto termico Rs Rm Rp0,2 Rm A5 Z


A (%) Z (%)
(kJ/mm) (MPa) (MPa) (MPa) (MPa) (%) (%)
1 875 1124 18 54 872 922 22 67
Resilienza (J) alla temperatura di:
2 745 930 24 59
+20°C 0°C –20°C –40°C –60°C
3 680 858 25 64 102 95 87 79 64
4 666 867 25 63 Proprietà nominali del consumabile

Figura 1.6 - Relazione tra apporto termico e Figura 1.7 - Relazione tra temperatura di
caratteristiche meccaniche nella saldatura di interpass e resistenza (spessore 20mm)
acciaio HY - 80

9
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

può esservi la tendenza alla formazione di cricche a caldo in zona fusa o, più probabilmente, cric-
che da liquazione in ZTA per la presenza di solfuri di nickel a minore punto di fusione. In tale caso
è importante limitare l'apporto termico a valori particolarmente bassi e realizzare un ciclo termico
con velocità di raffreddamento elevata nel campo delle elevate temperature.

1.4.3. Criccabilità a freddo

Come già accennato, la velocità di raffreddamento del giunto saldato deve essere sufficientemen-
te rapida da consentire al materiale, che durante la saldatura ha superato la temperatura di auste-
nitizzazione, di formare una struttura fuori equilibrio di tipo bainitico o martensitico; se a questa
considerazione si aggiunge il fatto che le tensioni possono essere particolarmente levate, date le
caratteristiche resistenziali del materiale, appare evidente come il fenomeno della criccabilità a
freddo debba essere messo in correlazione diretta con l’idrogeno depositato in saldatura che,
conseguentemente, è essenziale sia ridotta drasticamente.
Si consideri inoltre che, date le caratteristiche attese in saldatura, si utilizzano consumabili con
caratteristiche di temprabilità equivalenti al metallo base, e pertanto può accedere che le cricche
a freddo si manifestino anche in zona fusa, ad andamento trasversale.
Particolarmente per gli spessori maggiori, un ciclo troppo severo può essere dannoso, dando luo-
go a strutture dure e troppo poco duttili che possono criccare sotto l'effetto delle tensioni di ritiro,
qui più elevate; in tali casi è consigliato un modesto preriscaldo o, in alternativa può essere utile
un lungo postriscaldo, per favorire l'eliminazione dell'idrogeno diffusibile. Le temperature minime
di preriscaldo per il grado T1 sono proposte in modo indicativo in tabella 1.7.
Oltre alle prescrizioni fondamentali, si deve tenere presente l'utilità di impiegare la tecnica a pas-
sate multiple, per beneficiare degli effetti di rinvenimento di ogni passata sulle precedenti e sulla
loro zona termicamente alterata. Si realizza così un trattamento termico di bonifica sul materiale
sia della zona fusa sia della zona termicamente alterata, tanto più efficace quanto più sono state
realizzate precise sequenze di saldatura.
Non occorre dimenticare, ovviamente, che la temperatura di preriscaldo influenza in modo signifi-

Processo di saldatura
Spessore
Elettrodo Filo continuo con Arco sommerso con
[mm]
rivestito protezione gassosa flusso prefuso
< 12 10 10 10
13÷25 10 10 10
26÷50 65 65 95
> 50 95 95 150
In condizioni di vincolo particolarmente severe la temperatura può essere
incrementata, ma comunque non superiore a 200°C per spessori sino a 38 mm e
230°C per spessori superiori.

Tabella 1.7 - Temperature minime di preriscaldo [°C] raccomandate per l'ac-


ciaio T1

10
Acciai bonificati

1850 kJ/mm
1÷2 1÷2
MOLARE
Materiale base
ZTA, Tp=100°C

ZTA, Tp=250°C

Figura 1.8 - Variazione della transizione della Figura 1.9 - Esecuzione di temper beads nella
tenacità per effetto della T di preriscaldo saldatura di acciai bonificati con metallo d’ap-
porto corrispondente

cativo la tenacità del giunto saldato; valori troppo elevati comportano di norma un aumento della
temperatura di transizione della tenacità, come evidenziato dalla figura 1.8.
Sotto tale aspetto sono spesso usate le passate di rinvenimento (in inglese cap pass o temper
beads) che si eseguono sul giunto completato formando un sovrametallo in eccesso che succes-
sivamente asportato mediante molatura: in questo modo restano sul giunto solamente passate di
zona fusa, e corrispondenti zone termicamente alterate, rinvenute dalle passate finali (la figura
1.9 mostra una schematizzazione di tale tecnica).

1.4.4. Trattamento termico


L’effettuazione di trattamenti termici dopo saldatura può avere il duplice scopo di ottenere l’effetto
di distensione (PWHT) e di rinvenimento delle strutture fuori equilibrio. Esso si può rendere per-
tanto necessario in relazione alle condizioni di esercizio, come, ad esempio, per incrementare la
vita a fatica, per migliorare il comportamento in condizioni di instabilità dell’equilibrio o ove siano
temuti fenomeni di tenso-corrosione.
Detto trattamento dovrebbe comunque essere eseguito prestando particolare attenzione alle tem-
perature massime raggiunte, che sarebbe opportuno fossero inferiori di almeno 50°C rispetto alla
temperatura raggiunta durante il rinvenimento in fase di fabbricazione del metallo base.
Un’altra precauzione importante riguarda le velocità di raffreddamento, che dovrebbero essere
controllate evitando transitori termici troppo blandi, che potrebbero portare a fenomeni di fragiliz-
zazione da rinvenimento, meglio noti con i termini inglesi di “temper embrittlement”. Questo feno-
meno appare infatti legato, oltre che alla composizione chimica del materiale, a velocità di raffred-
damento troppo blande in specifici campi di temperature (tipicamente, per questi materiali, attorno
ai 500°C).
La possibile conseguenza è un peggioramento delle caratteristiche di tenacità, misurabile, ad e-
sempio, come innalzamento della temperatura di transizione duttile-fragile.

11
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

350 350
Mat eriale base Come saldat o ( t 8/ 5=5s) Mat eriale base Come saldat o ( t 8/ 5=5s)
Come saldat o (t 8/ 5=20s) PWHT ( t 8/ 5=5s) Come saldat o ( t 8/ 5=20s) PWHT ( t 8/ 5=5s)
300 300
PWHT (t 8/ 5=20s) PWHT (t 8/ 5=20s)

250 250

200

Resilienza [J]
200
Resilienza [J]

15 0 15 0

10 0 10 0

50 50

0 0
- 10 0 -80 -60 -40 -20 0 20 - 10 0 -80 -60 -40 -20 0 20
T e m pe ra t ura [ °C ] T e m pe ra t ura [ °C ]

ZONA A GRANO INGROSSATO ZONA A GRANO AFFINATO

Figura 1.10 - Effetto del trattamento termico sulla tenacità alla frattura della zona termicamente altera-
ta di un acciaio bonificato

I diagrammi di figura 1.10 mostrano ad esempio l’effetto di differenti condizioni di saldatura sulla
zona termicamente alterata di un giunto saldato in acciaio bonificato per impiego a pressione (UNI
EN 10028-6 P 460 QL1) dopo trattamento termico a confronto con le caratteristiche del corrispon-
dente materiale allo stato come saldato.
Si noti inoltre che i fenomeni di fragilizzazione hanno maggiore probabilità di verificarsi in zona
termicamente alterata ed in materiale base, essendo, al solito, la composizione del metallo d’ap-
porto maggiormente curata riguardo ad eventuali fenomeni che possano verificarsi in saldatura; si
raccomanda, tuttavia, l’uso di metalli d’apporto sviluppati appositamente per giunti da trattarsi ter-
micamente, riconoscibili, oltre che dalle indicazioni del fabbricante, anche dalla classificazione
che riporta una lettera “T” per tali consumabili.
Infine, il fenomeno della fragilizzazione da rinvenimento può portare, durante il trattamento termi-
co, allo sviluppo di cricche da distensione (stress relieving cracking - SRC), dovuto all’effetto com-
binato delle deformazioni plastiche caratteristiche del processo di distensione e della fragilizzazio-
ne da rinvenimento (figura 1.11). Può essere utile
ricordare, al proposito la formula proposta da Na-
kamura per determinare le sensibilità a questo fe-
nomeno, che diventa significativa quando CS è
positivo.

CS = Cr + 3,3 ⋅ Mo + 8,1 ⋅ V − 3
Da queste considerazioni appare evidente come la
possibilità di effettuare il trattamento termico dopo
Figura 1.11 - Cricca da riscaldo in ZTA
saldatura debba essere considerata con particolare

12
Acciai bonificati

attenzione e preferendo, quando possibile, l’e- A


C
B
Linea di prelievo delle
durezze (superiore)

secuzione di trattamenti termici localizzati.


Limite delle zone Limite delle zone
indurite dalle indurite dalle
passate C e F passate B e C

1.4.4. Rottura fragile


Le elevate tensioni di ritiro, associate alla pre- Linea di prelievo delle D
F
E
durezze (Inferiore)
senza di strutture fori equilibrio possono com- Zone indurite dalle Zone indurite dalle
passate A e D passate B ed E

portare, in condizioni di esercizio particolarmen-


te gravose (ad esempio bassa temperatura,

Durezza HRC
spessori elevati, ecc.) la formazione di rotture
fragili dei giunti. Le procedure di saldatura utiliz-
Zona Fusa

zabili per ridurre questo rischio possono essere


schematizzate come segue:
− effettuazione di un trattamento termico Figura 1.12 - Profili di durezza in un giunto saldato
in acciaio bonificato (stato come saldato, senza
dopo saldatura, con il duplice obiettivo temper beads)
di ottenere la distensione delle tensioni
di ritiro ed il rinvenimento delle strutture fuori equilibrio;
− utilizzo di tecnica di saldatura a passate multiple con effettuazione delle passate di rinveni-
mento sulla zona fusa (temper beads), con l’obbiettivo di evitare la presenza di punti ad
elevata durezza in corrispondenza delle passate di superficie (si veda, ad esempio, la figu-
ra 1.12);
− esecuzione di prove particolari di qualifica della procedura di saldatura con il soddisfaci-
mento di requisiti di tenacità attraverso l’effettuazione di prove specifiche della meccanica
della frattura.
Una ulteriore possibilità consiste nella esecuzione di un trattamento completo di bonifica dopo
saldatura (tempra e rinvenimento) che, tuttavia, appare fortemente sconsigliabile soprattutto per
strutture complesse ove le elevate velocità di raffreddamento della tempra potrebbero produrre
deformazioni e distorsioni significative, se non addirittura rotture.

1.5. Processi di saldatura

La saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti è un procedimento molto usato, in cui si impie-
gano esclusivamente elettrodi basici con tenore di idrogeno basso; gli elettrodi non provenienti
dalle proprie confezioni originali devono essere essiccati per circa 2 ore a 420°C e poi mantenuti
a 90°C ÷ 150°C in fornetti portatili fino al loro impiego (è comunque raccomandabile rifarsi alle
prescrizione del costruttore dei consumabili, ad integrazione delle indicazioni generali sopra ripor-
tate).
La saldatura ad arco sommerso può essere usata solamente con la tecnica a passate multiple
con cordoni tirati e fili di piccolo diametro (3,2 mm o inferiore).

13
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

Per spessori molto elevati (ad esempio, fucinati di rotori


o grossi recipienti con giunti circonferenziali) è utilizzata

Resilienza KV a –40°C, J
con successo la tecnica narrow - gap. La scelta dell'a-
datta combinazione filo - flusso è piuttosto delicata a
causa della diluizione variabile tra le prime e le ultime
passate; possono essere impiegati con buoni risultati
flussi prefusi o di tipo misto (con prevalenza della com-
ponente prefusa su quella agglomerata) perché questi
ultimi potrebbero contenere elementi con acqua di cri-
Carico di snervamento, MPA
stallizzazione ed essere fonte di idrogeno.
Figura 1.13 - Relazione tra carico di snerva-
La saldatura TIG trova applicazione soprattutto per le mento del deposito e resilienza, per diffe-
prime passate o per procedure di riparazione. renti processi di saldatura

La saldatura a filo continuo con protezione di gas risulta valida per la facilità di ottenere un'atmo-
sfera d'arco quasi totalmente priva di idrogeno. In questo caso è opportuno sottolineare l’impor-
tanza di evitare atmosfere eccessivamente ossidanti, limitando le percentuali di CO2 a valori con-
venientemente bassi (non superiori al 30%) oppure facendo ricorso a fili animati che consentono
di ottenere una composizione chimica appropriata per il deposito, dato l'effetto metallurgico della
scoria.
Gli acciai bonificati, particolarmente se degasati sotto vuoto, si prestano alla saldatura a fascio
elettronico, molto interessante per gli spessori rilevanti e la naturale capacità di consentire raffred-
damenti rapidi; occorre, tuttavia, particolare prudenza onde evitare la deflessione magnetica del
fascio nello spessore, dal momento che questi acciai hanno spesso retentività magnetica eleva-
ta3.

1.6. Materiali d'apporto

Per la scelta dei materiali d'apporto è necessario, innanzitutto, considerare le modalità di fabbrica-
zione dell'elemento saldato:
− per elementi per i quali si preveda un successivo trattamento di bonifica dopo saldatura (ad
esempio, virole saldate longitudinalmente, fucinati composti con saldatura) le modalità del
ciclo termico di saldatura diventano di secondaria importanza mentre diviene essenziale
assicurare, nella zona fusa, condizioni di temprabilità e di comportamento al rinvenimento
tali da dare luogo a caratteristiche di resistenza e tenacità comparabili con quelle del mate-
riale base. La composizione chimica del metallo depositato diventa quindi di primaria im-
portanza.
− Per elementi per i quali si preveda, dopo saldatura, un successivo trattamento di rinveni-
mento (spesso considerato come distensione) i materiali d'apporto devono essere tali da
assicurare le caratteristiche di resistenza e tenacità dopo questo trattamento. E' particolar-

3
Prima della saldatura é necessario pertanto controllare accuratamente il magnetismo residuo e procedere eventualmen-
te ad una smagnetizzazione.

14
Acciai bonificati

mente importante il controllo delle impurezze per evitare la fragilità da rinvenimento o, an-
cora peggio, lo stress relieving cracking.
− Per strutture, principalmente di carpenteria, ove non si preveda il trattamento termico dopo
saldatura (è il caso degli acciai T1, HY80 od equivalenti), il materiale d'apporto deve essere
scelto in modo tale da assicurare, allo stato come saldato, caratteristiche di resistenza, ma
soprattutto di tenacità, comparabili a quelle del materiale base. A tale scopo, sono spesso
necessarie particolari prove di messa a punto e certificazione del procedimento di saldatura
e l'uso di prove specifiche di resistenza alla rottura fragile (prove COD, Drop Weight, Bulge
explosion ed altre dello stesso tipo). Da tale punto di vista, l'effetto di rinvenimento fornito
dalle passate finali può servire a rendere accettabili i valori di tenacità delle parti della zona
termicamente alterata e della zona fusa corrispondenti alle ultime passate.
Il criterio comunemente impiegato per la scelta dei metalli d’apporto prevede l’uso di consumabili
omologhi che superino le caratteristiche del materiale base del 10% circa; si ottiene pertanto una
zona fusa leggermente meno deformabile del metallo base e della zona termicamente alterata,
cui consegue la riduzione del rischio che si
sviluppino microvuoti che possano degene-
Caratteristiche meccaniche
rare in difetti, ottenendo il miglioramento del del deposito
Simbolo
comportamento in esercizio. La tabella 1.6 Rs, MPa A, %
Rm, MPa
riporta, a titolo di esempio, le classi di resi- (minimo) (minimo)

stenza previste per gli elettrodi rivestiti se- 55 550 610 ÷ 780 48
condo la classificazione della norma UNI EN 62 620 690 ÷ 890 18
759. 69 690 760 ÷ 960 17
Tali classi di resistenza sono ottenute grazie 79 790 880 ÷ 1080 16
alla scelta di una composizione chimica che 89 890 980 ÷ 1180 15
consenta, durante la saldatura, l’otteni- Tabella 1.6 - Classi di resistenza per gli elettrodi
mento di strutture metallografiche mirate rivestiti classificati in base alla EN 759

(ferrite, bainite e martensite, in percentuali


variabili), come ad esempio mostrato in figu- A B

ra 1.14.
10 μm 100 μm
E’ tuttavia particolarmente importante notare
che si può verificare alquanto frequente-
mente che esista, per il metallo base, una
differenza significativa tra valori nominali
della resistenza e valori reali (a volte supe-
riori anche del 30%); sarebbe pertanto con-
A. Struttura ferritica aciculare B. Struttura mista di ferrite
sigliabile operare la scelta del consumabile e di Widmanstätten (carico di aciculare, bainite e martensi-
snervamento compreso tra te (carico di snervamento
sulla base di tali valori, eventualmente rin- 450e 550 MPa) superiore a 690MPa)
tracciabili sul certificato del materiale (se
Figura 1.14 - Relazione tra microstruttura e proprietà
disponibile). meccaniche nella zona fusa

15
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

E’ infine da segnalarsi che può accadere, soprattutto nel caso di materili base con i gradi a mag-
giore resistenza, di saldare acciai bonificati con consumabili appositamente scelti a minore resi-
stenza, se non addirittura con consumabili per acciai al carbonio (si tratta di una condizione detta
di undermatching); l’obiettivo è quello di realizzare depositi più duttili e quindi maggiormente in
grado di assorbire le deformazioni di ritiro. In questo caso, qualora la procedura di saldatura pre-
vedesse l’esecuzione delle passate di rinvenimento, è possibile limitarne l’esecuzione alla sole
zone limitrofe alla linea di fusione, sempre rispettando la minima distanza da questa tra 1 e 2 milli-
metri (figura 1.15).
E' importante, anche in questo ultimo caso, che siano rispettate scrupolosamente le precauzioni
di saldatura corrispondenti all'acciaio bonificato in termini di temperatura di preriscaldo ed
interpass, nonché di limitazione del’apporto termico.
Infine, va notata l'estrema importanza, per tutti questi casi, della conservazione dei materiali d'ap-
porto, particolarmente elettrodi e flussi.
Essi debbono essere forniti in imballaggi perfettamente stagni, a tenuta d'umidità, e vanno con-
servati in magazzini asciutti, a basso contenuto d'umidità relativa. Una volta aperti gli imballaggi,
gli elettrodi ed i flussi debbono essere essiccati e, quindi, conservati fino al momento dell'uso co-
me detto al punto.
Anche i fili e le bacchette per la saldatura TIG vanno opportunamente conservati nei loro involucri
(che generalmente contengono prodotti disidratanti); alla fine del turno di lavoro é opportuno to-
gliere le matasse di filo dalla saldatrice e rimetterle negli involucri chiusi. In maniera analoga, de-
ve essere controllato il tenore di umidità (punto di rugiada) dei gas di protezione o delle miscele
usate.
In particolare queste precauzioni devono essere adottate anche quando, su strutture o parti in
acciaio bonificato, debbano essere saldati, spesso in opera, elementi ausiliari (es. supporti per
passerelle o tubazioni, attacchi per lampade o cavi, orecchie di aggancio); ciò al fine di non com-
promettere l'intera struttura principale con la cattiva esecuzione di saldature secondarie.

Passate di rinvenimento Passate di rinvenimento

1÷2
1,5 1÷2
1,5 1÷2
1,5 1÷2
1,5

Figura 1.15 - confronto tra le tecniche di esecuzione delle passate di rinvenimento nel caso di metallo
d’apporto corrispondente (a sinistra) o per acciaio al carbonio o inossidabile austenitico (a destra)

16
Acciai bonificati

1.7. Saldature eterogenee

Un altro caso che si può verificare tipicamente per i gradi di maggiore resistenza è quello della
saldatura con consumabili di tipo austenitico. Si utilizzano allo scopo elettrodi di tipo E307, E309
ed E310, con moderati preriscaldi e passate poco voluminose.
La matrice austenitica del deposito, infatti, assicura elevata duttilità della zona fusa e annulla il
rischio di criccabilità a freddo, in considerazione della solubilità estremamente elevata dell’idroge-
no nel reticolo. E’ tuttavia da segnalarsi l’accrescimento del rischio di criccabilità a caldo, dovuta
alla elevata sensibilità di questa categoria di materiali al problema, per cui si raccomanda, tra l’al-
tro, di effettuare una adeguata pulizia dei lembi.
Non essendo inoltre possibile eseguire trattamenti termici dopo saldatura (per evitare il deteriora-
mento della caratteristiche di duttilità della zona fusa) può risultare opportuna l'esecuzione di pas-
sate di rinvenimento limitatamente alla zona termicamente alterata, con due sole passate posizio-
nate a circa 1.5÷2 mm dalla linea di fusione (figura 1.15). In ogni caso le caratteristiche finali della
zona fusa possono risultare anche nettamente inferiori rispetto al metallo base (undermatching), e
sussiste il rischio di fessurazioni lungo la linea di fusione qualora la struttura si sottoposta a fre-
quenti transitori termici per effetto delle differenti dilatazioni termiche di zona fusa e zona termica-
mente alterata.
Qualora, invece, le condizioni di esercizio possano richiedere l’esecuzione di un trattamento ter-
mico è possibile seguire la saldatura eterogenea con metallo d’apporto lega di nichel, che, per
quanto estremamente costoso, consente l’effettuazione del trattamento e la realizzazione di depo-
siti a maggiore resistenza con dilatazione termiche quasi paragonabili. In questo caso le tecniche
esecutive sono simili a quelle viste per il caso precedente, anche se è opportuno segnalare la
maggiore difficoltà operatoria, che richiede la presenza di saldatori ben addestrati.

17
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

18
Acciai a medio ed alto carbonio

2. METALLURGIA E SALDABILITÀ DEGLI ACCIAI A MEDIO


ED ALTO CARBONIO
2.1. Generalità

A differenza degli acciai analizzati in altre parti di questa collana, gli acciai a medio o alto carbonio
non sono concepiti per la saldatura quanto per offrire
elevate prestazioni meccaniche e consentire l'esecu-
zione di trattamenti termochimici superficiali spesso
necessari per loro applicazioni nel settore della mecca-
nica. I settori di applicazione di questi materiali, peral-
tro di notevole pregio, non sono quindi sempre caratte-
rizzati da una specifica conoscenza della loro saldabili-
tà, per quanto si prescriva talvolta l'esecuzione di giun-
zioni che possono influenzare anche significativamente
il comportamento in esercizio del prodotto. Figura 2.1 - Applicazione tipica di acciai a
Più raramente, essi vengono utilizzate in quanto offro- Medio Carbonio: i denti della benna
(saldati) sono in acciaio C 45 (500X)
no caratteristiche di resistenza alla corrosione legger-
0,035
mente migliore rispetto agli acciai al carbonio, specie in Acciaio C-Mn
0,30 Acciao 0,4%C
ambienti debolmente ossidanti (figura 2.2).
PERDITA DI PESO, g

0,25
Gli acciai a medio carbonio hanno un contenuto di que-
0,20
sto elemento compreso tra 0,30 e 0,45%; quelli ad alto
0,15
carbonio presentano un contenuto dello stesso supe-
0,10
riore a 0,45%. Questi acciai possono essere forniti sia
0,05
allo stato ricotto, sia allo stato bonificato.
0
In genere però, essi subiscono allo stato ricotto le de- 0 4 8 12 16
TEMPO D’ESPOSIZIONE, GIORNI
formazioni plastiche (formatura a caldo ed a freddo)
Figura 2.2 - Perdita di peso per corrosione
previste per il loro impiego e successivamente sono in ambiente debolmente ossidante (fluido
di processo: estratti di cacao e tapioca)
bonificati in quanto la sequenza opposta (trattamento

19
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

termico seguito da deformazione plastica), presenta grosse difficoltà.


La saldabilità degli acciai a medio carbonio risulta, ovviamente, ridotta dalla presenza del carbo-
nio stesso che esalta gli effetti di tempra nella zona termicamente alterata, con la formazione di
martensite particolarmente dura e fragile, e rende il materiale più sensibile agli effetti d'intaglio.
Per gli acciai ad alto carbonio, i problemi di sal-
dabilità sono ancora maggiori e la saldatura
generalmente impiegata soltanto per riparazioni
o per ricaricare superfici usurate.

2.2. Normativa di riferimento

La normativa di riferimento, come spesso acca-


duto nel corso degli ultimi anni, è stata gradual-
mente aggiornata passando dalle precedenti
norme nazionali (UNI 7845:1978 e UNI 787-
Figura 2.3 - Microstrutture di un acciaio ad alto
4:1978) a quelle europee (UNI EN 10083- Carbonio (0,85%) allo stato normalizzato
2:1998 "Acciai da bonifica - Condizioni tecniche
di fornitura degli acciai non legati di qualità"); in
particolare, è allo studio alla data di pubblicazio-
ne del presente documento una revisione della
norma vigente, perora concretizzatasi in una
bozza (draft) del 2003.
La designazione di questi acciai è piuttosto
semplice e segue ovviamente i criteri generali
dettati dalle norme EN 10027-1 ed EN 10027-2;
due esempi di designazione possono essere
Figura 2.4 - Microstrutture di un acciaio ad alto
rispettivamente (designazione alfanumerica): Carbonio (0,85%) allo stato bonificato
Acciaio EN 10083-2 - C45+N
oppure (desiganzione numerica)
Acciaio EN 10083-2 - 1.0503+N.
Lo stato di fornitura tipico di questi acciai è +QT
(quindi, temprato e rinvenuto), per quanto essi
siano talvolta utilizzati anche allo stato normaliz-
zato (+N); date le significative differenze nelle
caratteristiche meccaniche, sono di seguito ri-
portati i dati relativi ad entrambi gli stati di forni-
tura. Può essere utile ricordare che la designa-
zione dell'acciaio, nella sua parte numerica,
Figura 2.5 - Microstruttura di un acciaio tipo C45
corrisponde indicativamente a cento volte il te- (500X)
nore medio di carbonio (tabella 2.1).

20
Acciai a medio ed alto carbonio

Tipo di acciaio Composizione chimica (in % di massa)


EN EN C Si Mn P S Cr Mo Ni Cr+Mo+Ni
10027-2 10027-2 max max max max max max max
0,17 ÷ 0,24 0,40 ÷ 0,70
C22 1.0402 0,40 0,045 0,045 0,40 0,10 0,40 0,63
0,22 ÷ 0,29 0,40 ÷ 0,70
(C25) (1.0406) 0,40 0,045 0,045 0,40 0,10 0,40 0,63
0,27 ÷ 0,34 0,50 ÷ 0,80
(C30) (1.0528) 0,40 0,045 0,045 0,40 0,10 0,40 0,63
0,32 ÷ 0,39 0,50 ÷ 0,80
C35 1.0501 0,40 0,045 0,045 0,40 0,10 0,40 0,63
0,37 ÷ 0,44 0,50 ÷ 0,80
(C40) (1.0511) 0,40 0,045 0,045 0,40 0,10 0,40 0,63
0,42 ÷ 0,50 0,50 ÷ 0,80
C45 1.0503 0,40 0,045 0,045 0,40 0,10 0,40 0,63
0,47 ÷ 0,55 0,60 ÷ 0,90
(C50) (1.0540) 0,40 0,045 0,045 0,40 0,10 0,40 0,63
0,52 ÷ 0,60 0,60 ÷ 0,90
(C55) (1.0535) 0,40 0,045 0,045 0,40 0,10 0,40 0,63
0,57 ÷ 0,65 0,60 ÷ 0,90
C60 1.0601 0,40 0,045 0,045 0,40 0,10 0,40 0,63

Tabella 2.1 - Composizione chimica degli acciai secondo norma UNI EN 10083-2

Caratteristiche meccaniche per una sezione di riferimento (vedere appendice B)


Tipo di acciaio
con un diametro (d ) oppure, nel caso dei prodotti piani, con uno spessore (t ) pari a
d ≤ 16 mm 16 mm < d ≤ 40 mm 40 mm < d ≤ 100 mm
o t ≤ 8 mm o 8 mm < t ≤ 20 mm o 20 mm < t ≤ 60 mm
Re Rm A Z Re Rm A Z Re Rm A Z
10027-1

10027-2

min % % min % % min % %


EN

EN

N/mm2 N/mm 2 N/mm2

C22 1.0402 340 500 ÷ 650 20 50 290 470 ÷ 620 22 50 - - - -


C25 1.0406 370 550 ÷ 700 19 45 320 500 ÷ 650 21 50 - - - -
C30 1.0528 400 600 ÷ 750 18 40 350 550 ÷ 700 20 45 300 500 ÷ 650 21 50
C35 1.0501 430 630 ÷ 780 17 40 380 600 ÷ 750 19 45 320 550 ÷ 700 20 50
C40 1.0511 460 650 ÷ 800 16 35 400 630 ÷ 780 18 40 350 600 ÷ 750 19 45
C45 1.0503 490 700 ÷ 850 14 35 430 650 ÷ 800 16 40 370 630 ÷ 780 17 45
C50 1.0540 520 750 ÷ 900 13 30 460 700 ÷ 850 15 35 400 650 ÷ 800 16 40
C55 1.0535 550 800 ÷ 950 12 30 490 750 ÷ 900 14 35 420 700 ÷ 850 15 40
C60 1.0601 580 850 ÷ 1 000 11 25 520 800 ÷ 950 13 30 450 750 ÷ 900 14 35

Tabella 2.2 - Caratteristiche tensili degli acciai secondo UNI EN 10083-2 (stato +QT)

Caratteristiche meccaniche per una sezione di riferimento (vedere appendice B)


Tipo di acciaio
con un diametro (d ) oppure, nel caso dei prodotti piani, con uno spessore (t ) pari a
d ≤ 16 mm o t ≤ 16 mm 16 mm < d ≤ 100 mm 100 mm < d ≤ 250 mm
16 mm < t ≤ 100 mm 100 mm < t ≤ 250 mm
Designazione Designazione Re Rm A Re Rm A Re Rm A
alfanumerica numerica min. min. min. min. min. min.
N/mm2 % N/mm2 % N/mm2 %
C22 1.0402 240 430 24 210 410 25 - - -
C25 1.0406 260 470 22 230 440 23 - - -
C30 1.0528 280 510 20 250 480 21 230 460 21
C35 1.0501 300 550 18 270 520 19 245 500 19
C40 1.0511 320 580 16 290 550 17 260 530 17
C45 1.0503 340 620 14 305 580 16 275 560 16
C50 1.0540 355 650 12 320 610 14 290 590 14
C55 1.0535 370 680 11 330 640 12 300 620 12
C60 1.0601 380 710 10 340 670 11 310 650 11

Tabella 2.3 - Caratteristiche tensili degli acciai secondo UNI EN 10083-2 (stato +N)

21
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

Le caratteristiche tensili, riportate nelle tabelle 2.2 e 2.3, sono differenziate tra stato temprato e
rinvenuto (+QT) e stato normalizzato (+N). Come è peraltro facile intuire, il secondo stato garanti-
sce rispetto al primo una migliore duttilità, a parità di altre condizioni, a fronte di carichi di snerva-
mento e di rottura nettamente inferiori.

2.3. Saldabilità

La saldabilità di questi acciai, a differenza di quelli analizzati in precedenza, appare per forza di
cose precaria, conseguenza inevitabile di una analisi chimica e di un prodotto non concepiti per la
saldatura.
Giova tuttavia avere qualche indicazione sulla loro saldabilità, poiché essi sono utilizzati per talu-
ne applicazioni per effetto della elevata resistenza meccanica e non raramente se ne prevede la
saldatura in fase di concezione del dettaglio strutturale.

2.3.1. Generalità
L’effetto altamente infragilente del Carbonio a tutte le temperature esalta la criccabilità a caldo ed
a freddo; conseguentemente la saldabilità di questi materiale è decrescente con l’aumentare di
questo elemento;
Non esistono problemi di strappi lamellari e rotture fragili in quanto questi tipi di acciaio, per lo più
impiegati per parti meccaniche, non sono mai usati per impieghi che comportino rischi significativi
di queste difettologie.
E’ da segnalarsi che le procedure di saldature tipicamente impiegate producono giunti con carat-
teristiche inferiori rispetto al metallo base, a vantaggio, tuttavia, della duttilità.

2.3.2. Criccabilità a caldo


Il contenuto di carbonio appare critico per la formazione delle cricche a caldo; pertanto, risulta
importante, dal momento che i materiali d'apporto sono a basso carbonio, limitare il rapporto di
diluizione per contenerne il valore nella zona fusa.
E' importante inoltre ridurre quanto più possibile le condizioni di vincolo, in particolare quelle tra-
sversali, onde limitare le tensioni di ritiro che agiscono durante la solidificazione. Da questo punto
di vista, l'adozione di un preriscaldo moderato dei pezzi da saldare può essere utile; molto utile,
soprattutto nei casi più difficili, può essere inoltre la tecnica dell'imburratura preventiva dei lembi
ed altre tecniche normalmente utilizzate nel caso di riparazione o saldatura di materiali particolar-
mente critici (tecnica a blocchi, a passo di pellegrino).

22
Acciai a medio ed alto carbonio

2.3.3. Criccabilità a freddo


Le cricche a freddo si possono facilmente
formare in questi acciai in quanto il carbonio
è alquanto elevato e, talvolta, sono presenti
anche altri elementi di lega; in definitiva, qual-
siasi sia il ciclo termico imposto, si ottengono
strutture martensitiche ad elevata durezza,
assai fragili.
Precauzione ineliminabile con gli ordinari pro-
cessi di saldatura per fusione, anche per
spessori medi e sottili, risulta quindi l'adozio- Figura 2.6 - Cricca a freddo in ZTA nella saldatura di
un acciaio C 40
ne del preriscaldo che per i tenori di carbo-
nio maggiori può arrivare a temperature piut- Tipo di acciaio Spessore [mm]
6 12 25 50
tosto elevate (fino a 400°C, vedere tabella C30 20 70 150 200
2.4). C35 20 100 200 250
C40 100 200 250 300
Anche l'adozione del postriscaldo può risulta- C45 150 250 300 300
C50 200 300 300 300
re importante in quanto allunga i tempi a di-
C60 300 300÷350 300÷350 300÷350
sposizione dell'idrogeno per la diffusione dal
Tabella 2.4 - Temperature di preriscaldo suggerite
bagno.
per la saldatura degli acciaio a medio o alto carbo-
Il raffreddamento del giunto è infatti realizzato nio

frequentemente sotto uno strato di coibente.


E', generalmente, obbligatorio il trattamento successivo di rinvenimento - distensione per far rin-
venire le strutture dure della zona termicamente alterata ed eliminare le tensioni residue.
Per questi acciai gli apporti termici possono essere anche elevati, in quanto non esiste il problema
dell'ingrossamento del grano; le utilizzazioni, come detto, non sono mai a bassa temperatura.

2.4. Processi di saldatura

Per la saldatura di questi acciai sono usati processi analoghi a quelli normalmente impiegati per la
saldatura degli acciai bonificati.
E' necessario contenere al massimo la diluizione fondendo poco materiale base, usando bassa
corrente, evitando tuttavia di depositare passate troppo sottili e veloci, che possono criccare più
facilmente.
Per evitare il raffreddamento del pezzo tra una passata e l'altra occorre controllare rigorosamente
la temperatura di interpass e, quando possibile, adottare la tecnica a blocchi.
Nei casi più difficili si può ricorrere con successo all'imburratura dei lembi, impiegando i processi
ad arco con elettrodi rivestiti o a filo continuo sotto protezione di gas (MIG-MAG); questa tecnica è
particolarmente importante se non si può procedere, dopo saldatura, ad un trattamento termico di
rinvenimento - distensione.

23
Metallurgia e saldabilità degli acciai bonificati, a medio ed alto carbonio

L'imburratura può essere eseguita con uno o più strati, come descritto di seguito.
− Se eseguita in uno strato, a passate strette, cercando di ridurre al massimo la diluizione,
essa provoca una zona termicamente alterata sottostante, temprata (ma tenuta in compres-
sione dal ritiro dello strato di imburratura) che sarà rinvenuta nella successiva saldatura del
giunto; a tal fine, in relazione al ciclo termico di saldatura, lo spessore dello strato d'imbur-
ratura deve essere tale che la zona termicamente alterata del materiale base non ritorni in
campo austenitico.
− L'imburratura a due o più strati ha lo scopo di rinvenire la zona termicamente alterata del
materiale base temprata dal primo strato; la successiva saldatura si effettua, pertanto, su
materiali non tempranti, ed il materiale base sarà assoggettato solo a cicli di rinvenimento.
Pertanto questa tecnica, sebbene più costosa, appare però anche la più sicura; è possibile,
dopo ricarica di alcuni strati (due o tre) ripreparare con lavorazione meccanica i lembi e la
successiva saldatura sarà, quindi, effettuata su materiale d'apporto non temprabile.
Le tecniche mediante imburratura si possono usare sia con materiali d'apporto basso-legati ferriti-
ci, sia con materiali austenitici, come indicato di seguito.
La criccabilità a caldo in questi acciai può essere ridotta con l'uso di processi ad energia concen-
trata data la velocità di raffreddamento del loro ciclo termico: in particolare, la saldatura a fascio
elettronico e, per piccoli spessori, la saldatura laser sono le uniche che possono essere utilizzate
per saldare parti già bonificate, purché la purezza ed il grado di degasaggio dell'acciaio lo con-
sentano. In particolare detti processi, e particolarmente quello a fascio elettronico, non apportan-
do idrogeno in zona fusa, non producono cricche a freddo. Il loro uso tuttavia è limitato a produ-
zioni di grandi serie di parti meccaniche.

2.5. Materiali d'apporto

Come materiali d'apporto, non potendo usare qualità simili ai materiali base, devono essere utiliz-
zati elettrodi basso - legati o legati.
Al proposito, valgono per essi le considerazioni fatte per gli acciai bonificati.
Nel caso di tenori di carbonio molto elevati e di altre condizioni che rendono il giunto particolar-
mente sensibile alla criccabilità si può ricorrere ad elettrodi austenitici al cromo - nichel del tipo
18/8/5 Mn (E 307), 24/12/2 (E 309) o 25/20 (E 310).
In questo caso, non si ricorre al trattamento termico di rinvenimento - distensione ma si usa sol-
tanto un moderato preriscaldo (circa 150°C) per evitare il rischio di formazione di cricche a caldo
e per non degradare la duttilità del materiale di apporto austenitico a causa di precipitazioni e/o di
migrazioni di carbonio dalla zona termicamente alterata alla zona fusa.
Si possono pure usare materiali d'apporto in lega di nichel: ad esempio Inconel, certamente più
costosi ma che non presentano questi problemi.

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