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arco sommerso
Pubblicato nel 2013
IIS Progress s.r.l., Gruppo Istituto Italiano della Saldatura
Lungobisagno Istria, 15 16141 Genova (Italia)
Telefono (010)83411
Fax (010)8367780
www.iisprogress.it
La saldatura ad arco sommerso è un processo di saldatura autogena per fusione, dove l'energia
termica è fornita dall'arco che scocca tra un filo elettrodo fusibile, alimentato con continuità, ed il
pezzo.
La protezione dell'arco è affidata ad uno strato di flusso granulare e fusibile, distribuito sul giunto
sopra e avanti all'arco, che copre il bagno fuso ed il metallo base prossimo al giunto; l'arco scocca
quindi sotto lo strato di flusso e non è quindi visibile (da cui il nome di arco sommerso).
L'energia termica sviluppata dall'arco provoca la fusione del filo, del materiale base e di parte del
flusso. Materiale base e d'apporto si mescolano allo stato liquido, quindi solidificano formando il
cordone di saldatura. La parte di flusso che viene fusa reagisce chimicamente col bagno e va
quindi a costituire la scoria, che ricopre il cordone e deve essere successivamente asportata (si
veda lo schema di figura 1.1).
La necessità di avere uno strato di flusso distribuito sul giunto ed il notevole volume del bagno
fuso non permettono l'esecuzione di saldature in posizione; con opportuni accorgimenti, risulta
tuttavia possibile la saldatura nelle posizioni
piano-frontale e frontale.
Un adeguato dispositivo di trascinamento
provvede alla continua alimentazione del filo
alla stessa velocità con cui questo viene
fuso, in modo da mantenere costante la lun-
ghezza d'arco: questo dispositivo sostituisce
quindi il movimento manuale che il saldatore
compie avvicinando progressivamente al
pezzo la pinza in cui l'elettrodo è inserito e
che ha appunto lo scopo di mantenere co- Figura 1.1 - Schema di principio per la saldatura ad
arco sommerso
stante la lunghezza dell'arco.
1
Saldatura con arco sommerso
1
Ad esempio, con un filo di 4 mm di diametro si possono impiegare facilmente i 700 A, mentre con un elettrodo rivestito
dello stesso diametro non si superano in genere i 200 A, onde non riscaldare eccessivamente e non danneggiare il
rivestimento.
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Generalità del processo
TASSO DI DEPOSITO
grazie a sistemi elettronici di
controllo della velocità del filo e FILO SINGOLO E PO LVERE METALLICA
dei parametri di saldatura in ge- F ILO SINGOLO + FILO CALDO 4 FILI
nere. Talvolta il processo è utiliz- FILO DOPPIO
zato in seguito all’esecuzione di TRE FILI
Figura 1.5 - Saldatura di pannelli per il settore na- Figura 1.6 - Saldatura da arco sommerso
vale (panel line) nella fabbricazione di apparecchi a pres-
sione (cortesia ESAB) 3
Saldatura con arco sommerso
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Apparecchiatura
2. APPARECCHIATURA
2.1. Caratteristiche principali
Le apparecchiature più diffuse per la saldatura ad arco sommerso sono di tipo automatico o auto-
matizzato; sono comunque disponibili anche apparecchiature semiautomatiche.
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In questo caso il processo di saldatura è più propriamente automatico.
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Apparecchiatura
usa il "trailer". E' appunto in questi giunti che la saldatura semiautomatica ad arco sommerso tro-
va un certo impiego.
In altri casi per incrementare la produttività del processo si utilizzano sistemi a fili multipli, disposti
secondo diverse logiche, come schematizzato nella figura 2.4.
Il dispositivo di avanzamento del filo rappresenta uno degli elementi più importanti per l’apparec-
chiatura; esso infatti deve consentire un regolare avanzamento del filo all’interno della testa fino a
giungere all’arco elettrico.
Un malfunzionamento del sistema (inceppamento del filo, velocità del filo irregolare) porterebbe
infatti all’insorgere di difficoltà operative se non addirittura di difettosità in saldatura.
Nella figura 2.5 è rappresentato lo schema di funzionamento di un sistema ad un rullo motore,
utilizzato nelle macchine più semplici. In essi il rullo motore è direttamente connesso ad un moto-
re a corrente continua, e l’attrito necessario a spingere il filo viene ottenuto tramite un rullo con-
dotto, tenuto premuto con una molla la cui regolazione deve essere eseguita caso per caso, per
evitare deformazioni del filo evitando conseguenti inceppamenti dello stesso all’interno della guai-
na; inoltre, a monte del motore di avanzamento si può trovare anche un sistema di raddrizzamen-
to del filo.
Indipendentemente dal tipo di apparec-
chiatura, un elemento comunque impor-
tante è il tubo portacorrente o tubo di
contatto che ha lo scopo di portare l’ali-
mentazione elettrica al filo; risulta quindi
particolarmente importante che tale di-
spositivo sia del diametro corrispondente Figura 2.5 - Sistema per l’avanzamento del filo
al filo utilizzato (generalmente viene co-
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Saldatura con arco sommerso
struito con diametri del foro maggiori di qualche decimo di millimetro rispetto al filo), e non presen-
ti eccessiva usura3.
E’ inoltre da notarsi che il tratto di filo che va dal tubo portacorrente all’arco elettrico viene indicato
come stick-out o lunghezza libera del filo ed è l’unico tratto del filo percorso da corrente; molte
teste di saldatura dispongono della possibilità di impostare questo parametro di saldatura ai valori
desiderati.
Nella saldatura ad arco sommerso possono essere impiegati sia i generatori di corrente continua,
sia quelli di corrente alternata.
La tendenza è comunque di usare corrente continua, che permette migliore costanza di penetra-
zione e più regolare svolgimento dei fenomeni metallurgici nel bagno. La corrente alternata, una
volta usata per forti intensità (700 A e più), è attualmente poco usata, salvo casi particolari in cui
si debba minimizzare il soffio d'arco o nel caso della saldatura con più fili.
Le macchine utilizzate sono di solito gruppi trasformatore-raddrizzatore per la corrente continua, e
trasformatori monofasi per quella alternata; sono inoltre di recente introduzione generatori a con-
trollo elettronico, in grado di erogare correnti anche molto elevate (anche superiori a 800 A).
Il tipo di caratteristica statica (cioè la curva tensione-corrente) dei generatoti ad arco sommerso
può essere di tipo piano o cadente, a seconda del diametro dei fili impiegati e dell’intensità di cor-
rente, come descritto nei paragrafi seguenti.
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Sono disponibili in commercio tubi di contatto con geometrie particolari del foro (ad esempio ellittica) per garantire un
miglior contatto elettrico con il filo.
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Apparecchiatura
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Come già accennato a proposito dei generatori, nelle macchine per saldatura a filo continuo si trova un solo organo di
regolazione attraverso cui gestire contemporaneamente corrente e avanzamento del filo.
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Saldatura con arco sommerso
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Considerando i parametri di saldatura (corrente e tensione), più che di autostabilità meglio parlare di "equilibrio indiffe-
rente" tra la velocità di fusione e quella di alimentazione del filo; infatti, nei due casi sopra esaminati le nuove condizioni
di equilibrio fra velocità di fusione e di alimentazione sono raggiunte in punti di lavoro diversi da quello originario, ai
quali naturalmente competono diversi valori dei parametri elettrici.
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Apparecchiatura
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Saldatura con arco sommerso
mente usare anche generatori con altre caratteristiche (ad esempio quasi piana).
In definitiva, molti generatori prevedono la possibilità di operare sia nell’area a tensione costante,
sia in quella a corrente costante, come mostrato nel caso di figura 2.11.
Figura 2.11 - Caratteristica di massima re- Figura 2.12 - Sistemi per l’innesco con
golazione di un generatore per saldatura corto circuito (sinistra) e con pagliuzza
di ferro (destra)
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Parametri di saldatura e variabili
La saldatura ad arco sommerso è forse il processo di saldatura in cui i parametri di saldatura pos-
sono essere modificati entro i campi più estesi: ciò è legato sia all’assenza di fenomeni di trasferi-
mento del metallo d’apporto che possono interferire con il funzionamento dell’arco, sia alla pre-
senza del flusso che, indipendentemente dalla sua composizione, stabilizza la dinamica del ba-
gno di saldatura.
I fattori più importanti che influenzano la sezione e la qualità del cordone di saldatura sono, in or-
dine di importanza:
− intensità di corrente di saldatura e tipo di corrente (e, se continua, sua polarità);
− tensione di saldatura;
− velocità di saldatura.
Possono essere considerati invece secondari gli effetti di:
− spessore dello strato di flusso;
− lunghezza libera del filo (stick-out: distanza tra i contatti elettrici di adduzione della corrente
di saldatura nella testa e la punta del filo);
− diametro del filo.
Si noti che i parametri di saldatura rivestono particolare importanza se si pensa che nella saldatu-
ra ad arco sommerso non si ha il controllo visivo del bagno (come nella saldatura manuale con
elettrodi rivestiti o nelle saldature sotto protezione di gas) e pertanto viene a mancare la possibili-
tà di accorgersi dell'impiego di parametri non adeguati durante la fase esecutiva. Solo dopo l'ulti-
mazione del deposito e la successiva asportazione della scoria si può avere la sgradita sorpresa
di constatare una eventuale cattiva esecuzione.
I valori dei parametri di saldatura vengono quindi stabiliti mediante prove preliminari eseguite su
saggi campione.
Una volta accertata la corretta esecuzione delle prove, i parametri vengono riportati in tabelle le
cui indicazioni debbono essere sempre scrupolosamente osservate dai saldatori o dagli operatori
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Saldatura con arco sommerso
di saldatura e che fanno parte della specifica di procedura di saldatura (WPS, Welding Procedure
Specification) che comprende anche le operazioni preliminari (es. preparazione, pulizia, preriscal-
do) e successive (es. trattamento termico). Questa operazione permette la validazione dei para-
metri di saldatura, o, più precisamente, la qualifica della procedura di saldatura.
Tale operazione può essere svolta dal costruttore stesso, dal cliente o, più frequentemente un
ente esterno, contrattualmente riconosciuto dal cliente oppure accreditato da un organismo di
accreditamento (in Italia il SINCERT), o talvolta da organismi ministeriali (si parla in questo caso
di Enti terzi notificati6).
La corrente di saldatura determina la velocità di fusione del filo (detta velocità di deposito), la pe-
netrazione (cioè la profondità del bagno di fusione rispetto alla superficie del materiale base) e la
quantità di materiale fuso. Aumentando la corrente, la penetrazione aumenta. Nella figura 3.1 è
rappresentato l’aspetto in sezione di una serie di cordoni depositati su di una lamiera con differen-
ti valori della intensità di corrente.
Inoltre la corrente determina la velocità di fusione del filo, e, coerentemente, la sua velocità di a-
vanzamento (Figura 3.2).
Saldando in corrente continua e polarità inversa (CCPI), cioè con filo al positivo il flusso anodico
risulta diretto verso il pezzo, causando un buon trasferimento energetico in questa direzione. Si
tratta della modalità di alimentazione più consueta, in quanto garantisce buona penetrazione.
Se si utilizza invece la polarità diretta (CCPD), la velocità di deposito è maggiore di circa il 30% e
la penetrazione è minore; si ottengono quindi valori minori del rapporto di diluizione. Tale alimen-
tazione è usata raramente, anche se può essere preferita per riporti o placcature o per prevenire
eventuali cricche a caldo dovute ad impurezze del materiale base.
Figura 3.1 - Effetto dell'intensità di corrente Figura 3.2 - Effetto dell'intensità di corrente
sulla penetrazione sulla velocità di avanzamento e fusione del
filo
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L’IIS è sia Ente accreditato dal SINCERT per queste attività, sia Organismo notificato dal Ministero delle Attività Produt-
tive per le più significative direttive di prodotto.
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Parametri di saldatura e variabili
La velocità di saldatura influisce sulle dimensioni del bagno di fusione che diviene sempre più
piccolo all'aumentare della stesa, come indicato nella
figura 3.4.
Occorre notare che anche l'aspetto superficiale del
cordone risente dell'effetto della velocità. Saldature
eseguite molto velocemente presentano una superfi-
cie al quanto irregolare e con increspatura a spina di
pesce, possono essere affette da sensibili incisioni
marginali e, infine, possono contenere porosità in
quanto i gas che si sviluppano non fanno a tempo a
diffondere in superficie e restano intrappolati nel ba-
gno che solidifica. La velocità di saldatura deve esse-
re comunque valutata in funzione delle caratteristiche Figura 3.4 - Effetto velocità di saldatura
del flusso utilizzato. sulla geometria del bagno
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Saldatura con arco sommerso
Ø 2,0 mm
20 out), questo si scalda per effetto Joule ed au-
Ø 2,4 mm
menta la velocità di deposito, mentre diminui-
15 sce la penetrazione. Si possono ottenere au-
80 mm menti della quantità di filo fuso (fino al 50%),
10 una diminuzione della corrente di saldatura e
quindi anche della penetrazione; l'effetto di un
5 aumento della lunghezza libera del filo sulla
25 mm forma del cordone è pertanto simile a quello di
0 una diminuzione della tensione.
0 200 400 600 800
La figura 3.5 mostra risultati sperimentali relati-
Corrente [A]
vi agli effetti dello stick out (75 e 25 mm) e del
Figura 3.5 - Variazione della velocità di deposito
in funzione dello stick out e del diametro del filo diametro del filo (2,0 e 2,4 mm) sulla quantità
di metallo depositato.
Normalmente si imposta a 8 volte il diametro del filo; inoltre, la tabella 3.1 riporta alcuni valori ca-
ratteristici.
Stickout [mm] Il diametro del filo influenza invece la
Diametro Corrente
[mm] [A] Tipico Massimo densità di corrente ed il diametro dell’ar-
0.8 100÷200 12 - co elettrico; diminuendo il diametro del
1.2 150÷300 20 -
1.6 200÷500 20 - filo, a parità di corrente e tensione, cre-
2.0 250÷600 25 63 sce la densità di corrente e si concentra-
3.2 350÷800 30 76
4.0 400÷900 32 128 no gli effetti dell'arco, per cui aumenta la
4.75 450÷1000 35 165
penetrazione e diminuisce il rapporto
Tabella 3.1 - Valori tipici di stick-out larghezza-profondità del cordone.
Lo spessore dello strato di flusso può essere regolato alzando o abbassando la testa di saldatura
rispetto al bagno; esistono inoltre dispositivi meccanici che consentono la regolazione fine di tale
parametro, mantenendo invariati la posizione del tubo portacorrente e, conseguentemente, lo
stick out.
Questo parametro, in funzione della natura e granulometria del flusso, può influenzare la forma e
la penetrazione della saldatura. Quando lo strato troppo è sottile, l'arco può non essere completa-
mente protetto e ne risulta un cordone difettoso, caratterizzato da aspetto irregolare, incisioni
marginali e, per spessori molto modesti, anche porosità (per effetto della mancata protezione del-
l’arco elettrico).
Quando lo strato di flusso è troppo spesso il cordone può risultare eccessivamente arrotondato,
con penetrazione media.
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Parametri di saldatura e variabili
La figura 3.6 mostra tale effetto nell’esecuzione di un giunto testa a testa di lamiere di spessore
16 mm in acciaio al carbonio.
In ogni caso lo spessore dello strato di flusso deve essere valutato in relazione alle caratteristiche
dello stesso (con particolare riferimento al tipo di scoria) ed alla velocità di saldatura.
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Saldatura con arco sommerso
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Consumabili
4. CONSUMABILI
Nella saldatura ad arco sommerso i consumabili utilizzati sono fili e flussi, che vengono venduti
separatamente; si sottolinea fin d’ora che le proprietà finali del deposito sono comunque legate
alla combinazione di tali materiali, per cui è sempre necessario considerarne l’effetto combinato.
Sono inoltre di recente applicazione i fili animati, sviluppati in seguito a quelli per la saldatura a filo
continuo sotto protezione di gas, nel tentativo di trasferirne i principali vantaggi anche alla saldatu-
ra ad arco sommerso.
4.1. Fili
Costituiscono l'elettrodo, che giunge nella zona dell'arco con continuità, spinto dal motorino di
avanzamento.
I fili, a seconda degli impianti usati, possono essere avvolti:
− in rocchetti (per i minori diametri di filo) che hanno un piccolo foro centrale (diametro 50
mm);
− in bobine o matasse (che si applicano ad un aspo, per cui il diametro interno varia da 350 a
800 mm);
− in fusti (per grossi impianti automatici).
Le condizioni di avvolgimento sono molto importanti e devono essere eseguite dal fabbricante con
macchine che assicurino una uniforme distribuzione delle spire, senza eccessiva tensionatura,
accavallamenti o torsioni, in modo da assicurare un regolare svolgimento nella macchina saldatri-
ce senza svergolamenti, variazioni di tensione o intoppi che potrebbero influire negativamente
sulla stabilità d'arco e sulla qualità della saldatura.
I fili di diametro da 2,4 a 6 mm sono generalmente usati in saldatura automatica mentre in salda-
tura semiautomatica si usano diametri compresi tra 1,6 mm e 3,2 mm per consentire una suffi-
ciente manovrabilità del cavo flessibile che li conduce alla torcia.
La superficie dei fili in acciaio al carbonio è ricoperta da un sottilissimo strato di rame (o più rara-
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Saldatura con arco sommerso
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Talvolta tale rivestimento è sostituito da specifici trattamenti superficiali, tipici di ogni produttore, che svolgono comun-
que efficacemente le stesse funzioni.
8
In base alla classificazione statunitense AWS A5.19.
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Consumabili
Rispetto al filo pieno sono caratterizzati da Pieno Flux Cored Me tal Core d
maggior costo, ma comportano anche i se-
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guenti vantaggi:
2
giore velocità di fusione (Figura 4.2) 300 400 500 600 700 800
− possibilità di interagire sulla metallur- Corre nte di saldatura [A]
gia del deposito, ottenuta attraverso Figura 4.2 - Confronto tra produttività di fili pieni e
l’aggiunta di elementi opportuni nella animati (stick-out medi)
composizione del flusso contenuto del filo, permettendo quindi una più ampia scelta di
combinazioni filo-flusso.
Le caratteristiche del filo animato sono legate alle proprietà del flusso contenuto all’interno. Tra le
tipologie più diffuse, si segnalano:
− fili animati flux cored, caratterizzati da un effetto depurante e disossidante più o meno spic-
cato, che può essere ottenuto tramite l’aggiunta di carbonati (di calcio e magnesio) o con la
presenza di elementi ossidabili (Mn, Si) che, combinandosi con ossigeno ed impurezze,
vengono espulsi tramite la scoria; possono essere presenti anche elementi che migliorino
l’aspetto superficiale del cordone, consentendo maggiori velocità esecutive; questi tipi di filo
si prestano, tra l’altro, alla saldatura di lamiere ossidate e primerizzate;
− fili animati metal cored, in cui il flusso contenuto nel filo è costituito da polvere metallica
che, essendo elettricamente isolata dall’elemento tubolare, contribuisce soltanto all’incre-
mento della produttività.
4.2. Flussi
Costituiscono il mezzo protettivo dell'arco; hanno però anche altre funzioni, analogamente a
quanto accade per il rivestimento degli elettrodi. Sono costituiti soprattutto da silicati, ossidi e fer-
ro-leghe.
In termini generali, possono essere considerate le seguenti funzioni primari dei flussi:
− la funzione elettrica, intesa come capacità di migliorare la stabilità dell’arco con la presenza
di sostanze a ridotta energia di ionizzazione;
− la funzione protettiva, che si esplica durante varie fasi, allo stato liquido quanto allo stato
solido, impedendo o limitando l’accesso al bagno di fusione di gas presenti nell’atmosfera
(H2, N2 ed O2, in particolare);
− la funzione metallurgica, intesa come capacità di modificare, ottimizzandola, la composizio-
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Saldatura con arco sommerso
ne chimica del bagno e, di conseguenza, della zona fusa; tale funzione, in realtà, può a sua
volta essere svolta a vari livelli:
a) la disossidazione, grazie soprattutto all’azione di elementi come il silicio, il mangane-
se, l’alluminio ed il titanio;
b) la depurazione, grazie alle componenti a maggiore indice di basicità, tipicamente
carbonati, con una conseguente riduzione del tenore di zolfo e fosforo, nel bagno di
fusione;
c) l’apporto di elementi di lega, che consiste nell’integrazione dell’azione svolta dal filo
elettrodo, arricchendo la composizione del bagno di specifici elementi (il cromo, il
nichel, il molibdeno ed altri, in funzione delle specifiche applicazioni);
− la funzione operativa, intesa come capacità di migliorare il comportamento dell’insieme ba-
gno di fusione – scoria nel caso di posizioni di saldatura non ottimali per il processo, come
ad esempio la posizione piano - frontale;
− la funzione produttiva, nel senso della capacità di incrementare la velocità di avanzamento
e, in qualche misura, la produttività stessa del processo (intesa ad esempio in termini di
tasso orario di deposito - kg/h).
I flussi vengono normalmente distinti in due grandi categorie, che tengono conto del metodo usato
nella loro fabbricazione che poi agisce anche sulle loro caratteristiche metallurgiche.
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Consumabili
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Saldatura con arco sommerso
flusso, non è più necessario l'intervento del filo in questo senso. Comunque anche in questo caso
è possibile l’abbinamento con fili animati di caratteristiche differenti.
Nel caso di saldatura di acciai basso-legati (talora anche per acciai legati, con azione di ritocco,
nei confronti del filo, sull'analisi chimica del deposito) vengono spesso impiegati opportuni flussi
agglomerati cui sono aggiunti gli elementi di cui si vuole arricchire il deposito, unitamente a fili con
basso tenore di manganese. E' però anche possibile usare normali flussi agglomerati insieme a
fili contenenti gli elementi di lega che si desidera avere nel cordone. In questo modo è garantita
una migliore costanza di composizione chimica del bagno di fusione.
Il grado di attività dei flussi viene indicato utilizzando l’indice di basicità (I.B.), definito con la rela-
zione seguente:
Basico 1,2 ÷ 2,0 >1500 fuso per unità di lunghezza del cordo-
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Consumabili
Sulla base di quanto descritto ai paragrafi precedenti, appare evidente che il flusso può avere
effetti specifici sulla composizione chimica del deposito. Tuttavia si noti che questi effetti sono
fortemente condizionati dai parametri elettrici di saldatura, essendo la relazione tra la quantità di
flusso fuso e del materiale (base e d’apporto) portato a fusione funzione di tensione, corrente e
velocità di saldatura.
Conseguentemente, i produttori di consumabili per saldatura possono fornire degli specifici dia-
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Saldatura con arco sommerso
grammi, detti “diagrammi di attività” che riportano in funzione della composizione chimica del filo e
dei parametri di saldatura gli effetti di apporto (pickup) o eliminazione (burnout) di specifici ele-
menti di lega. Le figure 4.5 e 4.6 mostrano, a titolo di esempio, tali diagrammi per un flusso agglo-
merato di tipo “calcio-silicato”.
4.4. Classificazione
Sono disponibili sia normative europee sia normative statunitensi (AWS) per la classificazione dei
consumabili per la saldatura ad arco sommerso. Indipendentemente dalla norma utilizzata, co-
munque, è necessario considerare un riferimento per il flusso ed un riferimento per le combinazio-
ni filo-flusso, in cui sono riportate anche le composizioni chimiche del filo.
In ogni caso è da sottolineare che, a differenza di quanto avviene per altri processi di saldatura, il
quadro normativo è relativamente carente9. Ciò è legato fondamentalmente all’assenza di riferi-
menti internazionali (la normativa AWS, storicamente più diffusa, non prevede una classificazione
per molte categorie di materiali); ciò è testimoniato dallo sforzo dell’IIW (international Institute of
Welding) nella preparazione di una normativa ISO veramente condivisa a livello internazionale.
Nei paragrafi seguenti si forniranno più complete informazioni sulle classificazioni europee e solo
indicazioni di massima per quanto riguarda la classificazione AWS.
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Ciò è legato alle varie modalità di fabbricazione e alla notevole diversità delle proprietà del flusso ottenibili in funzione
dei parametri di saldatura, che rende difficile l’individuazione di condizioni standardizzate di prova.
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Consumabili
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Saldatura con arco sommerso
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Consumabili
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In condizioni di saldatura prestabilite, come peraltro chiaramente precisato dalla norma.
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Saldatura con arco sommerso
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Nel caso di simbolo AC, lo standard prescrive che i test siano svolti con tensione a vuoto non superiore a 70 V.
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Per questo particolare aspetto, la normativa europea richiama le modalità di prova previste dallo standard ISO 3690.
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Consumabili
Le norme attualmente disponibili con riferimento alla saldatura ad arco sommerso riguardano la
classificazione di fili per la saldatura degli acciai ad alta resistenza (UNI EN 14295:2005 “Materiali
d'apporto per saldatura - Fili elettrodi pieni ed animati e combinazioni filo-flusso per la saldatura
ad arco sommerso di acciai ad alta resistenza - Classificazione”), e per gli acciai basso-legati al
carbonio-manganese e a grano fine. Indipendentemente dalla norma di riferimento, comunque
necessario precisare, in primo luogo, che i fili elettrodi sono classificati, indipendentemente dall’-
abbinamento ad un determinato tipo di flusso, in funzione della loro composizione chimica.
Uno schema di classificazione più ampio è invece quello che riguarda il deposito di saldatura otte-
nuto con un determinato abbinamento tra il filo (pieno o animato) ed un dato flusso; allo scopo,
sono caratterizzati depositi ottenuti in condizioni standardizzate. Ne consegue, come nel caso
dell’abbinamento tra filo e gas (o miscela) per la saldatura in protezione gassosa, che il loro im-
piego in condizioni diverse (si pensi alla tensione, al diametro del filo, ai valori di corrente, alla
velocità di avanzamento, allo stick - out) può determinare giunti con caratteristiche anche sensibil-
mente differenti.
Un secondo punto, di particolare rilievo nel caso in cui sia prevista l’effettuazione di trattamenti
termici dopo saldatura, è che i fili elettrodi sono classificati:
− in funzione delle caratteristiche ottenute in saldatura allo stato come saldato (as welded);
− in considerazione delle caratteristiche dei depositi interamente costituiti da materiale d’ap-
porto (trascurando, di conseguenza, gli effetti della diluizione del materiale base, che pos-
sono invece risultare significativi nelle applicazioni reali).
Di seguito si tratterà nel dettaglio della classificazione dei fili e delle combinazioni filo flusso per la
saldatura ad arco sommerso di acciai basso-legati al carbonio – manganese e grano fine (EN
760) definendo uno schema di interpretazione valido anche per gli altri materiali.
Un primo, naturale schema per la classificazione dei fili elettrodi è basato sulla loro composizione
chimica. Allo scopo, vanno considerati i valori di riferimento sintetizzati nella tabella 4.6, di seguito
riportata.
E’ opportuno notare, nell’interpretazione della tabella che:
− in ogni caso, il tenore di rame nel filo (compresa la ramatura esterna) non deve superare lo
0,30%;
− per acciai al carbonio, i quattro tipi fondamentali di filo elettrodo (S1÷S4, dove il numero
indica circa il doppio del valore medio di manganese nella composizione chimica del filo)
sono caratterizzati da tenori crescenti di manganese, in funzione della tipologia di flusso
che si desidera abbinare al filo stesso;
− flussi caratterizzati da un elevato pick – up di manganese saranno da utilizzare di preferen-
za con fili a basso tenore di manganese; al contrario, flussi caratterizzati da un sensibile
burn – out di questo elemento richiederanno fili ad alto tenore di manganese;
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Saldatura con arco sommerso
Tabella 4.6 - Composizione chimica dei fili elettrodi per saldatura ad arco sommerso di acciai al carbo-
nio e a grano fine
− il silicio è relativamente contenuto, a paragone ad esempio dei fili impiegati per la saldatura
a filo continuo in protezione gassosa13, data l’azione metallurgica dei flussi; tuttavia, nel
caso in cui si desideri compensare proprio l’azione di flussi caratterizzati da un sensibile
burn – out di questo elemento, è possibile utilizzare uno dei fili a maggiore tenore di silicio,
identificati appunto da “Si” nel simbolo;
− il tenore di carbonio risulta praticamente costante in funzione del simbolo del filo e pari a
poco più della metà al valore tabellare del corrispondente materiale base14; questo aspetto,
espressamente desiderato per ottenere una zona fusa particolarmente duttile, è peraltro
compensato dalla presenza di altri elementi di lega probabilmente assenti nel materiale
base, quali ad esempio Ni, Mo, che non penalizzano la saldabilità ma garantiscono il rag-
giungimento della desiderata resistenza meccanica, probabilmente in misura anche supe-
riore rispetto al materiale base utilizzato;
− i tenori di zolfo e fosforo sono indicativamente la metà di quelli contenuti in un acciaio al
carbonio, per migliorare il comportamento del giunto nei confronti della criccabilità a caldo.
Le composizioni chimiche sopra descritte sono ottenute attraverso l’analisi chimica di campioni di
filo. E’ evidente quindi che la composizione dell’effettivo deposito di saldatura dipenderà dalla di-
luizione e dalla composizione chimica del materiale base, oltre che, come accennato, dal compor-
tamento metallurgico del filo stesso (in termini di perdita, o burn - out, di elementi di lega per via
della loro azione metallurgica), in abbinamento ad una data classe di flusso protettivo.
13
Si consideri, al proposito, la norma EN 440.
14
Con riferimento, in particolare, ai valori nominali della norma EN 10025.
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Consumabili
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Saldatura con arco sommerso
nuti con test svolti in condizioni standard di saldatura, con possibilità quindi di variazioni
anche significative, nel caso in cui i prodotti così classificati siano utilizzati con procedure
differenti.
3. Il terzo simbolo si riferisce alla tenacità della zona fusa, espressa mediante un simbolo
(lettera o numero), in accordo a quanto normalmente previsto dalle normative europee per i
materiali d’apporto. In particolare, il deposito è caratterizzato in funzione della temperatura
minima di prova alla quale siano comunque garantiti 47 J di resilienza (intesi come valore
Temperatura (°C) medio); è accettato che un solo valore risulti inferio-
cui è garantita
Simbolo
una tenacità me-
re a 47 J, ma comunque superiore a 32 (tabella 4.9).
dia minima di 47 J Può apparire poco chiaro come siano classificati
Z Nessun requisito
depositi a tenacità garantita al limite degli 80°C al di
A 20
sotto dello zero, quando è notorio che gli acciai al
0 0
2 -20 carbonio e quelli a grano fine, ad esempio nel caso
3 -30 di applicazioni strutturali non in pressione, presenti-
4 -40 no tenacità garantita sino a -50°C; in realtà, dati i
5 -50
valori di apporto termico specifico che caratterizzano
6 -60
7 -70
mediamente la saldatura ad arco sommerso, può
8 -80 risultare di grande importanza, da questo punto di
Tabella 4.9 - Caratteristiche di tenacità vista, un certo sovradimensionamento
del deposito di saldatura
(overmatching) del filo, per compensare una certa
tendenza, ad esempio, all’ingrossamento del grano in zona fusa.
Come chiaramente indicato in tabella 4.6, risultano particolarmente utili allo scopo i fili iden-
tificati dal simbolo S2Ni (che arrivano addirittura ad un valore massimo del 3,70 di nickel).
4. Il quarto simbolo si riferisce al tipo di flusso per cui si rimanda, semplicemente, al simbolo
identificativo della sua composizione chimica, come da norma EN 760.
5. Il quinto (ed ultimo) simbolo è relativo alla composizione chimica del filo, sopra descritta e
qui ripresa, per la quale si rimanda alla tabella 4.6 ed alle considerazioni riportate.
Alla luce di quanto descritto, un primo esempio di classificazione di un abbinamento filo – flusso
nel caso di saldatura multipass secondo la norma EN 756 può essere, ad esempio:
Abbinamento filo - flusso EN 756 - S 46 3 AB S2
dove:
− EN 756 è appunto la norma di riferimento;
− S indica il processo di saldatura ad arco sommerso;
− 46 è il simbolo indicativo delle caratteristiche tensili e della duttilità del deposito (vedere
tabella 4.7), trattandosi di tecnica multipass;
− 3 è il simbolo indicativo della tenacità del deposito (vedere tabella 4.8);
− AB è il simbolo della composizione chimica del flusso abbinato al filo (classificato come da
norma EN 760; vedere tabella 4.3);
− S2 è il simbolo della composizione chimica del filo (vedere tabella 4.6).
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Consumabili
Un secondo esempio di classificazione, riferito invece ad un abbinamento filo – flusso per saldatu-
ra a passata singola per lato, può essere:
Abbinamento filo – flusso EN 756 - S 4T 2 AB S2Mo
dove:
− EN 756 è appunto la norma di riferimento;
− S indica il processo di saldatura ad arco sommerso;
− 4T è il simbolo indicativo del carico di snervamento del materiale base (vedere tabella 4.8),
trattandosi di tecnica a passata singola per lato;
− 2 è il simbolo indicativo della tenacità del deposito (vedere tabella 4.8);
− AB è il simbolo della composizione chimica del flusso abbinato al filo (classificato come da
norma EN 760; vedere tabella 4.3);
− S2Mo è il simbolo della composizione chimica del filo (vedere tabella 4.6).
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E’ stata aggiunta la classificazione metrica, contraddistinta dalla lettera M (quindi AWS A 517M o A 5.23M) che fa riferi-
mento a valori in decine di MPa.
20
Valore valutato in base alle prove di riferimento ASTM.
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Saldatura con arco sommerso
Tabella 4.10 – Classificazione AWS A 5.17 dei fili per la saldatura di acciai al carbonio e a
grano fine
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Consumabili
AWS A 5.17 F S X X X - E X XX K - HX
Normativa di riferimento
Flusso per arco sommerso
Se presente, indica la classificazione è riferita ad un
flusso (parzialmente o totalmente) riutilizzato. Se
assente la classificazione è riferito a flusso “vergine”
Carico di rottura il Psi, diviso per 10.000 (es. 7 indica 70
KPsi, pari a circa 500 Mpa)
Condizioni di trattamento termico in cui sono stati ottenuti i
risultati (A: Come saldato; P: con PWHT)
Temperatura di resilienza garantita (20 ft x lb), da moltiplicarsi per -10
(es. 6 indica 20 ft x lb a -60 °C)
Elettrodo per la saldatura ad arco sommerso
Des. Opzionale
Tipo di filo:
- L: Basso Mn Contenuto medio di carbonio, diviso per 100 Classe di idrogeno
- M: Medio Mn diffusibile depositato
Se presente, indica fili ad alto tenore di Silicio (Hdm) in ml/100g:
- H: Alto Mn
- C: Animato - H2: <2 ml/100g
- G: Nessun requisito - H4: 2÷4 ml/100g
- CG: Animato senza requisiti - H8: 8÷16 ml/100g
- H16: >16 ml/100g
Tabella 4.11 - Classificazione AWS A 5.17 delle combinazioni filo – flusso per la
saldatura di acciai al carbonio e a grano fine
Tabella 4.12 – Classificazione AWS A5.9 dei fili per la saldatura degli acciai inossidabili
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Saldatura con arco sommerso
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Applicazioni del processo
Il processo di saldatura ad arco sommerso usato largamente e con ottimo risultato per la saldatu-
ra degli acciai al carbonio, ad elevata resistenza, a basso-legati (ad esempio Cr Mo) e degli acciai
inossidabili; altri materiali sono saldabili con particolari precauzioni nel limitare il volume nelle pas-
sate, specialmente quando richiesta elevata tenacità a bassa temperatura (acciai ferritici al Ni), o
non sono affatto saldabili (ghisa, magnesio, alluminio, piombo, zinco, titanio).
In linea di principio la saldatura ad arco sommerso, nel caso di giunti di testa di acciai al carbonio
o basso legati, viene impiegata senza problemi per spessori superiori a 8 mm, e senza limiti supe-
riori di spessore.
Per spessori inferiori, come detto in precedenza,si ha infatti il pericolo di sfondamento del giunto
durante l'esecuzione della prima passata a causa della elevata capacità di penetrazione propria di
questo procedimento, a meno che non si provveda a sostenere il bagno con delle passate di so-
stegno effettuate con procedimenti manuali o con dei sostegni di acciaio, di rame, di flusso, o co-
stituiti da nastri di fibre di vetro; con tali precauzioni si possono saldare spessori minori, fino a cir-
ca 3 mm.
Occorre inoltre notare che lo sfondamento rappresenta un inconveniente che ritarda il lavoro e
che spesso annulla i benefici conseguibili con l'adozione di un procedimento veloce come l'arco
sommerso. Infatti, in corrispondenza dello sfondamento si verifica uno squarcio nel giunto che
richiede l'arresto della saldatura e la riparazione dei lembi mediante riporti eseguiti con elettrodi
rivestiti.
Al di sopra degli 8 mm di spessore si ha un sostegno sufficiente per evitare l'inconveniente de-
scritto, a meno che i lembi non presentino in certi punti distanza eccessiva (a causa, ad esempio,
di preparazione poco regolare): in questo caso si verificano ancora facilmente sfondamenti.
Occorre comunque precisare che, in generale, un accurato taglio dei lembi eseguito con le nor-
mali apparecchiature automatiche di ossitaglio consente una regolarità sufficiente per le esigenze
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Saldatura con arco sommerso
La tecnica utilizzata per ottenere giunti testa a testa a completa penetrazione prevede tipicamente
due sole passate eseguite da entrambi i lati, che si compenetrano senza necessità di eseguire la
solcatura a rovescio; con questa soluzione, che tiene naturalmente in conto più i fattori economici
che quelli metallurgici, si esegue la saldatura in due sole passate (contrapposte) di giunti di spes-
sore massimo fino a circa 18mm. Per spessori superiori, il miglior compromesso economico-
metallurgico è passare ad una tecnica che sfrutta sempre passate di notevole sezione, ma in nu-
mero superiore a due, anche se è tecnicamente possibile eseguire saldature e passate contrap-
poste fino a 35 mm circa, situazione che comporterebbe però un sovrametallo ed un apporto ter-
mico eccessivo, e quindi caratteristiche finali scadenti.
In figura 5.1 sono riportati alcuni esempi di parametri di esecuzione per diversi spessori; in parti-
colare le preparazioni utilizzate sono a lembi retti, a Y, a doppio Y. Per la scelta di queste valgono
le seguenti considerazioni.
− La preparazione a lembi retti viene adottata per bassi spessori, cioè da 5 a 12 mm circa.
La prima passata viene eseguita impiegando valori relativamente ridotti di corrente, per
evitare eventuali sfondamenti resi possibili da locali irregolarità dei lembi.
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Applicazioni del processo
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Saldatura con arco sommerso
Quando non è possibile saldare automaticamente dalle due parti, ma richiesto un giunto a pene-
trazione completa, la saldatura può essere effettuata da una parte sola, purché il bagno di fusione
sia adeguatamente sostenuto. Possono costituire un sostegno al bagno alcune passate di fondo o
al rovescio (eseguite con procedimento manuale con elettrodi rivestiti o semiautomatico sotto pro-
tezione di gas) oppure piatti di sostegno (realizzati con strisce di lamiera di materiale compatibile
con quello che si intende saldare), che vengono a
fare parte integrante del giunto come schematica-
mente indicato in figura 5.321.
Nel caso di spessori sottili è particolarmente indi-
cato l'uso di supporti di rame, di opportuna capaci-
tà termica e con opportuna canaletta longitudinale
lungo, al rovescio del giunto. In questo caso infatti
il piatto di sostegno non deve essere assolutamen-
te portato a fusione, sia per evitare difetti in zona
fusa dovuti alla lega col rame, sia per poterlo riuti-
lizzare, ed ha quindi adeguata forma e dimensioni.
Talvolta il piatto è addirittura raffreddato con dispo-
sitivi convettivi esterni o provvisto di un circuito di
Figura 5.3 - Schema della preparazione per raffreddamento interno ad acqua. In altri casi an-
la saldatura su sostegno fusibile
cora il supporto costituito da un letto di flusso
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Giunti con piatti permanenti possono non essere idonei in strutture che lavorano in regime di fatica, o a temperature
dove esistono rischi di rottura fragile o in ambienti corrosivi.
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Applicazioni del processo
Giunti a T
La saldatura in questi casi è notevolmente facilitata dal supporto stesso offerto dal giunto: affinché
il cordone riesca equilatero, senza incisioni marginali ed eccessivi spanciamenti (profilo a sacca),
è opportuno che il giunto sia posizionato in piano, cioè con la bisettrice dell'angolo disposta in
verticale.
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Saldatura con arco sommerso
44
Applicazioni del processo
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Saldatura con arco sommerso
Dal confronto tra tecnica a forte penetrazione e tecnica a passate multiple, risulta evidente la su-
periorità della prima agli effetti economici, in quanto si ha con essa la possibilità di effettuare sal-
dature in un tempo notevolmente minore.
Tuttavia, la saldatura a forte penetrazione è caratterizzata da un elevato apporto termico specifico
e dà quindi luogo a bagni di fusione di notevoli dimensioni; si hanno pertanto zone fuse (e zone
termicamente alterate) caratterizzate da grani in proporzione maggiori, con conseguente bassa
duttilità e tenacità del giunto.
La saldatura a passate multiple, al contrario, realizza bagni più modesti e quindi una struttura fina-
le caratterizzata da grani più piccoli. Inoltre, ogni passata sottopone in parte quella precedente ad
un vero e proprio trattamento termico che in molti casi comporta un ulteriore affinamento della
struttura risultante (acciai basso-legati). Con la saldatura a passate multiple si ottengono quindi
giunti dotati di migliori caratteristiche meccaniche; con particolare riferimento alla duttilità ed alla
tenacità.
La saldatura a forte penetrazione è inoltre caratterizzata da un elevato valore del rapporto di dilui-
zione, in quanto alla costituzione della zona fusa partecipa il materiale base almeno per il 50%.
46
Applicazioni del processo
Se esso possiede una certa percentuale di impurezze, queste ultime si ritrovano in notevole
quantità nel deposito ed in questo caso si può avere la formazione di cricche a caldo. La saldatu-
ra a passate multiple dà invece luogo a minori diluizioni (non si supera il 40%) e questo permette
una conseguente riduzione del pericolo di cricche a caldo. Un'altra causa di possibili cricche a
caldo nei cordoni di saldatura è uno sfavorevole rapporto tra profondità e larghezza del cordone.
Quando la profondità è pari o superiore alla larghezza (forma a dito, che si può facilmente ottene-
re con saldature a forte penetrazione, sia in giunti testa a testa, sia, più facilmente ancora, in giun-
ti a T) si può avere la solidificazione alla superficie del cordone prima della solidificazione del cen-
tro dello stesso con conseguente formazione di cricche a caldo centrali molto insidiose perché
non affiorano in superficie e in modo analogo si possono avere cricche se si hanno variazioni di
curvatura nel profilo trasversale del cordone, come può accadere tipicamente utilizzando la tecni-
ca a forte penetrazione.
Per quanto riguarda altri tipi di imperfezioni, incisioni marginali e porosità sono più frequenti con la
tecnica a profonda penetrazione che usa più alte correnti ed più sensibile alla sporcizia dei lembi,
mentre le inclusioni di scoria sono tipiche della tecnica a passate multiple.
Si può pertanto concludere che per i maggiori vantaggi di ordine tecnico, la tecnica a passate
multiple è ampiamente diffusa nelle costruzioni saldate, soprattutto in quelle per impegni gravosi,
per le quali sono previsti requisiti e/o specifiche tecniche particolarmente conservativi.
Il processo di saldatura con arco sommerso si presta particolarmente, per le sua caratteristiche di
stabilità dell’arco e per il principio stesso della saldatura sotto flusso, allo sviluppo di applicazioni
ad elevata produttività, con buone caratteristiche di saldatura.
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Saldatura con arco sommerso
Figura 5.11 - Tecniche di saldatura Possono essere usate due tecniche differenti come sche-
narrow gap matizzato dalle immagini di figura 5.11.
− Tecnica a due passate per strato (Figura 5.11 a): questa tecnica permette una migliore
compenetrazione della passata con i bordi del cianfrino ma richiede cianfrini leggermente
più larghi (es. 15÷20 mm). E' frequentemente applicata con due fili in tandem portati da una
testa speciale (come quella di figura 5.10) molto rigida per penetrare fino in fondo cianfrino,
ma può pure essere applicata con speciali teste articolate a filo singolo.
− Tecnica a una passata per strato (Figura 5.11 b): permette una riduzione nella larghezza
del cianfrino (es. 6÷12 mm), con conseguente vantaggio economico; è comunque necessa-
rio prestare molta cura nella regolazione dei parametri per evitare incisioni marginali e in-
clusioni di scoria nei punti indicati in figura dalla freccia. Anche in questo caso sono usate
teste speciali molto rigide (come ad esempio quella schematizzata in figura 5.12).
Figura 5.12 - Testa per la saldatura narrow gap con tecnica a ponte
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Applicazioni del processo
La figura 5.13 mostra una macrofgrafia relativa alla saldatura narrow-gap con tecnica a due pas-
sate per strato, su una struttura in acciaio al Cr-Mo di elevato spessore.
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Saldatura con arco sommerso
In certe applicazioni dell'arco sommerso in versione automatica, due o più elettrodi concorrono a
formare uno stesso giunto saldato.
Data la presenza del flusso che solidifica sul bagno, nella saldatura ad arco sommerso gli elettro-
di vengono generalmente a incidere nello stesso bagno di fusione. Essi possono essere disposti
trasversalmente all'asse del giunto (tecnica un tempo usata per riporti) o longitudinalmente all'as-
se del giunto, uno dietro all'altro (tecnica in tandem). In questo caso il bagno di fusione diviene
assai lungo, ma fornisce il riempimento che si sarebbe ottenuto con una saldatura a passate mul-
tiple con un solo attraversamento del giunto e quindi aumenta la velocità di deposito e la velocità
di saldatura, risparmiando i tempi morti di ritorno della testa.
E' interessante notare che con la tecnica in tandem si alimenta generalmente la prima testa in
corrente continua polarità inversa e la seconda in alternata per evitare reciproci disturbi dal punto
di vista della stabilità d'arco e del soffio magnetico; nel caso di più teste si usa invece, di regola,
corrente alternata alimentando due fili contigui con lo stesso generatore collegato in modo da sfa-
sare di 90° elettrici le correnti dei due fili stessi, come mostrato in figura 5.15.
Tecniche fino a 4 fili sono correntemente usate per realizzare saldature longitudinali di tubi, gene-
ralmente per condotte; recentemente a tale fine sono state messe a punto tecniche fino a 6 fili (la
figura 5.16 mostra una testa a 5 fili). In questo caso sarà opportuno prevedere opportune angola-
zioni dei fili, che consentano di otte-
nere un bagno di saldatura il meno
esteso possibile (Figura 5.17).
Tecniche a più fili (da 2 a 4) in tan-
dem possono pure essere usate in
carpenteria o caldereria, usando pre-
parazioni di forma particolare, per
realizzare saldature di tipo multipass.
In ogni caso, dato il volume partico-
Figura 5.17 - Testa per la saldatura a 6 fili (schema costrut-
tivo) larmente elevato del bagno dovuto ai
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Applicazioni del processo
fili multipli e l'apporto termico specifico abbastanza alto nonostante l'elevata velocità di saldatura,
è necessaria una scelta metallurgica accurata della composizione dei fili e del flusso e una messa
a punto ben precisa dei parametri per assicurare assenza di imperfezioni (in genere porosità) e
garantire caratteristiche meccaniche, adeguate (in particolare, tenacità sufficientemente elevate).
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In questo caso l’apporto termico globale risulta ridotto, poiché non c’è l’effetto termico della presenza del catodo (o
dell’anodo) sul pezzo.
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Saldatura con arco sommerso
Figura 5.21 - Influenza dei parametri di saldatura nella diversi parametri di saldatura).
zona fusa del deposito a nastro
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Applicazioni del processo
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Saldatura con arco sommerso
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