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2
2 Eurocodici di riferimento ............................................................................................................. 3
3 Materiali ....................................................................................................................................... 4
3.1 Acciaio da carpenteria metallica .......................................................................................... 4
3.1.1 Caratteristiche meccaniche.......................................................................................... 4
3.2 Calcestruzzo ......................................................................................................................... 4
3.2.1 Caratteristiche meccaniche.......................................................................................... 5
3.3 Acciaio per armatura lenta ................................................................................................... 5
3.3.1 Caratteristiche meccaniche.......................................................................................... 5
3.4 Coefficienti parziali di sicurezza sui materiali ..................................................................... 5
4 Azioni ........................................................................................................................................... 6
4.1 Azioni permanenti ................................................................................................................ 6
4.1.1 Peso proprio della struttura ......................................................................................... 6
4.1.2 Carichi permanenti della sovrastruttura ..................................................................... 6
4.2 Ritiro del calcestruzzo .......................................................................................................... 6
4.2.1 Deformazione da ritiro................................................................................................. 7
4.2.2 Azioni statiche equivalenti al ritiro............................................................................ 10
4.3 Viscosità del calcestruzzo. Coefficienti d’equivalenza...................................................... 11
4.4 Azioni variabili .................................................................................................................. 15
4.4.1 Carichi da traffico: azioni verticali (valori caratteristici) ........................................ 15
4.4.2 Carichi da traffico: azioni orizzontali (valori caratteristici)..................................... 18
4.4.3 Variazioni termiche .................................................................................................... 19
4.4.4 Azione del vento ......................................................................................................... 23
4.4.5 Modelli di carico per verifiche a fatica ..................................................................... 27
5 Combinazioni di azioni .............................................................................................................. 30
6 Definizione della sezione trasversale ......................................................................................... 32
6.1 Larghezza efficace della soletta ......................................................................................... 33
6.2 Sezioni di riferimento......................................................................................................... 34
7 Analisi globale ........................................................................................................................... 34
7.1 La fessurazione del calcestruzzo della soletta.................................................................... 35
7.2 Diagrammi delle Sollecitazioni .......................................................................................... 35
8 Verifiche di Resistenza allo SLU ............................................................................................... 39
8.1 Verifiche allo SLU per Tensioni Normali.......................................................................... 39
8.2 Verifiche allo SLU per Tensioni Tangenziali .................................................................... 41
8.3 Interazione fra tensioni normali e tangenziali .................................................................... 42
9 Dimensionamento della trave metallica ..................................................................................... 43
1 Descrizione dell’impalcato
L’impalcato, costituito da due travi a doppio T e da una soletta collaborante in cemento armato,
presenta uno schema statico di trave continua su 3 campate, con luci di 40 m, 50 m e 40 m, ed una
larghezza complessiva di 12 m, con una carreggiata di 10,50 m e due cordoli laterali di 0,75 m
(figura 1). PROSPETTO LONGITUDINALE
b)
Figura 1. a) Prospetto longitudinale; b) Sezione corrente
Le travi metalliche hanno altezza costante di 1,90 m e sono irrigidite da telai trasversali, disposti ad
interasse di 6-7 m, costituiti da montanti a T saldati alle travi e da traversi a doppio T saldati ai
SEZIONE LONGITUDINALE
montanti. Le anime delle travi sono irrigidite dai montanti dei traversi. La soletta è a spessore
variabile ed è solidarizzata alle travi con connettori a piolo tipo Nelson. Per garantire la stabilità
delle piattabande durante le fasi di montaggio della carpenteria metallica e di getto della soletta, è
6.00 7.00 7.00 7.00 7.00 6.00 5.50 6.50 6.50 6.50 6.50 6.50 6.50 5.50 6.00 7.00 7.00 7.00 7.00 6.00
previsto un controventamento40.00 provvisionale a croce 50.00 di S. Andrea realizzato 40.00con tondi in acciaio.
PIANTA IMPALCATO
SEZIONE LONGITUDINALE
6.00 7.00 7.00 7.00 7.00 6.00 5.50 6.50 6.50 6.50 6.50 6.50 6.50 5.50 6.00 7.00 7.00 7.00 7.00 6.00
40.00 50.00 40.00
PIANTA IMPALCATO
2
2 Eurocodici di riferimento
3
3 Materiali
La norma EN 1994-2 limita le caratteristiche dei materiali da utilizzare in una struttura mista:
- calcestruzzo di classe compresa fra C20/45 e C60/75 (per calcestruzzi alleggeriti la classe deve
essere compresa tra LC20/22 e LC60/66) (EN 1994-2; 3.1);
- acciaio di classe compresa fra S235 e S460 (EN 1994-2, 3.3).
In aggiunta, le regole di progetto e disposizioni costruttive dettate nella EN 1992-1-1 sono ritenute
valide solo nel caso di acciai per armatura lenta con limite di elasticità compreso tra 400 e 600 MPa
(EN 1992-1-1, 3.2.2).
Tensione di
Resistenza a rottura:
Spessore: t (mm) snervamento minima:
fu (N/mm2)
fy (N/mm2)
t ≤ 16 355 da 470 a 630
16 < t ≤ 40 345 da 470 a 630
40 < t ≤ 63 335 da 470 a 630
63 < t ≤ 80 325 da 470 a 630
80 < t ≤ 100 315 da 470 a 630
100 < t ≤ 150 295 da 450 a 600
Tabella 1 – Tensione di snervamento e di rottura dell’acciaio da carpenteria
3.2 Calcestruzzo
La classe di calcestruzzo utilizzata nella presente applicazione è la C35/45 secondo quanto indicato
nella EN 1992-1-1, 3.1.2.
4
3.2.1 Caratteristiche meccaniche
Le caratteristiche meccaniche sono riportate in Tabella 3 (EN 1992-1-1, 3.1.2).
gS gM
Situazione di gC
progetto Acciaio armatura Acciaio carpenteria
Calcestruzzo
lenta
Persistenti e gM0=1,0 Snervamento e Instabilità locale
1,5 1,15 gM1=1,1 Instabilità globale membrature
Transitorie
5
Riferimento EN 1992-1-1, 2.4.2.4 EN 1993-2, 6.1, Tabella 6.1
4 Azioni
6
Sia il ritiro endogeno (εca), che quello termico (εth) si esauriscono nell’arco di qualche decina di
giorni dalla fine presa, sono irreversibili e si manifestano anche nel caso in cui il calcestruzzo sia
stagionato in condizioni di umidità ottimale.
Il ritiro da essiccamento (εcd), infine, si manifesta successivamente alla stagionatura del getto a
causa della diminuzione dell’umidità del calcestruzzo che comporta la riduzione della tensione
capillare interna. Al contrario delle altre componenti di ritiro, questa risulta parzialmente reversibile
(è ben noto come calcestruzzi immersi in acqua tendano a rigonfiare) e si manifesta durante tutta la
vita dell’opera anche se la maggior parte di essa si esaurisce nell’arco dei primi anni.
Per i calcestruzzi ad alte prestazioni (HPC) le prime due componenti possono risultare
sensibilmente più elevate rispetto a quelle che si hanno nei calcestruzzi ordinari. Al contrario, il
ritiro da essiccamento è notevolmente minore dal momento che la massa del calcestruzzo risulta
essere estremamente più compatta per l’aggiunta del filler.
7
300 0.75
≥ 500 0.70
Tabella 5 – Coefficiente kh
RH 1,55 1
RH 0
con
- fcm = è la resistenza media a compressione del calcestruzzo in N/mm2;
- fcm0 = 10 N/mm2;
- ds1 è un coefficiente che dipende dal tipo di cemento
= 3 per i cementi di classe S (CEM 32.5 N)
= 4 per i cementi di classe N (CEM 32.5 R, CEM 42.5 N)
= 6 per i cementi di classe R (CEM 42.5 R, CEM 52.5 N, CEM 52.5 R)
- ds 2 è un coefficiente che dipende dal tipo di cemento
= 0,13 per i cementi di classe S (CEM 32.5 N)
= 0,12 per i cementi di classe N (CEM 32.5 R, CEM 42.5 N)
= 0,11 per i cementi di classe R (CEM 42.5 R, CEM 52.5 N, CEM 52.5 R)
- RH umidità relativa dell’ambiente espressa in percentuale;
- RH 0 = 100%.
Il valore della deformazione da ritiro endogeno (εca) nel tempo (EN 1992-1-1: 2004, 3.1.4(6)) è
definita da
ca (t ) as (t ) ca ()
con
- ca () 2,5 ( f ck 10 ) 10 6 con fck resistenza caratteristica a compressione del calcestruzzo in
N/mm2;
- as (t ) 1 e 0, 2 t , con t in giorni.
Infine, l’EN 1994-2: 2005, 7.4.1(5) definisce il valore della deformazione da ritiro termico
determinabile, in maniera semplificata, a partire da una differenza di temperatura ΔT costante tra la
soletta in cls e la trave metallica pari a 20°C (tale valore è confermato nell’Appendice Nazionale).
8
(t t s ) (100 1)
- ds (t , t s ) 0,0083
(t t s ) 0,04 h03 (100 1) 0,04 44173
2 A 2 3048000
- h0 c 4417 mm ;
u 1380
- k h 0,7 ;
ds 2 cm
f
RH 3
65 3
- RH 1,55 1 1,55 1 1,124 .
RH 0 100
- fcm = 43 N/mm2 è la resistenza media a compressione del calcestruzzo;
- fcm0 = 10 N/mm2;
- ds1 = 4
- ds 2 = 0,12
- RH = 65%;
- RH 0 = 100%
9
ds 2 cm
f
RH 3
65
3
Effetti Isostatici
1. Forza di trazione sulla soletta immaginata isolata dalla trave metallica (Figura 3-a)
a)
et et
b)
Figura 3 – Effetti isostatici. Forza di trazione sulla soletta isolata (a); forza assiale e momento sulla trave composta (b)
2. Forza di compressione applicata nel baricentro della soletta e quindi ad una distanza et al di
sopra del baricentro della sezione composta (Figura 3-b).
10
M c ,s _ 7582 kNm M c ,s _ 4999 kNm
e 0,3206kNm e 0,5411kNm
Effetti Iperstatici
Gli effetti iperstatici sono conseguenti alla deformazione impedita dagli appoggi, nei quali si genera
un sistema autoequilibrato di reazioni vincolari (Figura 4).
sezione composta (n = ncs)
NOTA: questo è un metodo semplificato ed è valido solo a condizione che la soletta sia presente
solo in una delle due flange della trave; quindi non si applica nel caso di un impalcato che abbia la
soletta sia superiormente che inferiormente.
11
0 RH ( f cm ) (t0 )
in cui
RH
1
RH 1 100 , è un coefficiente che tiene conto dell’umidità relativa
- 1 2
0 ,1 h0
3
ambientale e della dimensione fittizia della soletta in calcestruzzo in cui:
- 1 e 2 sono coefficienti che dipendono dalla resistenza media a compressione del
0 ,7 0 ,2
35 35
calcestruzzo f cm a 28 giorni in N/mm per f cm 2
35 N / mm 1 2
e 2 ,
f cm f cm
mentre per f cm 35 N / mm 2 1 2 1 ;
- RH è l’umidità relativa ambientale in %;
2 AC
- h0 è la dimensione fittizia della soletta in calcestruzzo in mm, in cui AC è l’area
u
della sezione della soletta ed u è il perimetro della sezione della soletta a contatto con
l’atmosfera.
Le caratteristiche geometriche della soletta in calcestruzzo dell’impalcato in esame e l’umidità
relativa ambientale ipotizzata, sono indicate nella seguente tabella:
NOTA: In riferimento agli effetti prodotti dalla viscosità, nell’area della sezione della soletta in
calcestruzzo non si è considerato il contributo della aree dei due cordoli.
I coefficienti 1 ed 2 valgono:
0 ,7 0 ,2
35 35
0 ,7 0 ,2
35 35
1 0 ,8658 ed 2 0 ,9597 .
f cm 43 f cm 43
Il coefficiente RH vale infine:
65
1
RH 1 100 0 ,8658 0 ,9597 1,1369 .
0 ,1 4417
3
16 ,8 16 ,8
a) ( f cm ) 2 ,5620 è un coefficiente che tiene conto della resistenza media a
f cm 43
compressione del calcestruzzo;
12
1
b) ( t0 ) è un coefficiente che tiene conto dell’età del calcestruzzo al momento
( 0 ,1 t00 ,2 )
del carico, per cui nell’ambito delle azioni di lunga durata si distinguono i due casi:
- RITIRO, per t0 1 giorno si ha:
1
( t0 1 ) 0 ,9091 ;
( 0 ,1 10 ,2 )
- CARICHI PERMANENTI, per t0 28 giorni si ha:
1
( t0 28 ) 0 ,4884 .
( 0 ,1 28 0 ,2 )
VALUTAZIONE DEL COEFFICIENTE c ( t ,t0 )
Il coefficiente che descrive lo sviluppo della viscosità nel tempo dopo l’applicazione del carico è
definito dalla seguente relazione:
0 ,3
( t t0 )
c ( t ,t0 ) , in cui:
( H t t0 )
a) H 1,5 1 ( 0 ,012 RH )18 h0 250 3 1500 3 , per f cm 35 N / mm 2 è un
coefficiente che dipende dall’umidità relativa e dalla dimensione fittizia della soletta in cui:
0 ,5
35
- 3 è un coefficiente che dipende dalla resistenza media a compressione del
f cm
calcestruzzo f cm a 28 giorni in N/mm2;
- RH = 65% è l’umidità relativa ambientale;
- h0 = 4417 mm è la dimensione fittizia della soletta in calcestruzzo.
Il coefficiente 3 vale:
0 ,5
35
0 ,5
35
3 0 ,9022 .
f cm 43
Il coefficiente H vale:
H 1,5 1 ( 0 ,012 65 )18 4417 250 0.9022 1124 1500 0 ,9022 1353,3 .
b) t rappresenta l’età del calcestruzzo in giorni all’istante considerato;
c) t0 rappresenta l’età del calcestruzzo in giorni all’istante di applicazione del carico.
Il coefficiente c ( t ,t 0 ) viene valutato in riferimento alle azioni di lunga durata nei due casi:
13
- CARICHI PERMANENTI, per t0 28 giorno e t 25550 giorni:
0 ,3
( 25550 28 )
c ( t ,t0 ) 0 ,98462 .
( 1353,3 25550 28 )
Si calcola infine il valore del coefficiente di viscosità ( t ,t 0 ) in riferimento alle azioni di lunga
durata nei due casi:
- RITIRO, per t0 1 giorno e t 25550 giorni si ha:
TIPO DI AZIONE ψL
Carichi permanenti e presollecitazione con cavi dopo che la connessione trave-soletta
1,10
sia divenuta efficace
Effetti isostatici ed iperstatici del ritiro 0,55
Presollecitazione con cedimenti vincolari 1,50
Tabella 7. Valori del coefficiente ψL come indicati nella sezione 5.4.2.2 della EN 1994-1-1 (2004)
14
4.4 Azioni variabili
Per l’analisi globale in senso longitudinale e per le analisi di tipo locale, le azioni variabili
considerate sono:
- le azioni da traffico di tipo verticale;
- le azioni da traffico di tipo orizzontale;
- le variazioni termiche;
- l’azione del vento.
Nel caso in esame, essendo la larghezza di carreggiata “w” pari a 10,50 metri, il numero di corsie
convenzionali è pari a nL = (10,50/3)=3.
La larghezza della zona rimanente è (10,50 – 3 x 3) = 1,50 m.
La numerazione e la posizione delle corsie convenzionali all’interno della carreggiata viene scelta
in maniera tale che i carichi da traffico producano gli effetti più sfavorevoli (UNI EN 1991-2,
4.2.4). La corsia che determina l’effetto più sfavorevole è definita come “Corsia numero 1”, la
corsia che produce il secondo effetto più sfavorevole è definita come “Corsia numero 2”, etc
(vedere Figura 5).
15
4.4.1.2 Modello di carico LM1
Il modello di carico che si utilizza per la determinazione degli effetti dei carichi mobili nella
flessione longitudinale è il Modello di Carico 1 (LM1), composto da due sottosistemi parziali, il
sistema Tandem (TS) e il sistema UDL (UNI EN 1991-2, 4.3.2).
Il Sistema Tandem (TS) è costituito da un doppio asse di carichi concentrati, ognuno dei quali
assume il valore Q Qk . Per ogni corsia convenzionale si considera al massimo un Sistema
Tandem agente sull’asse della corsia stessa.
Il sistema UDL è costituito da carichi distribuiti con valore q qk .
I valori dei coefficienti Q e q dipendono dalla classe di percorrenza della strada e dal traffico
atteso; per il caso in esame, come suggerito dall’Appendice Nazionale, sono assunti pari a 1.
I valori caratteristici Qk e q k inclusa l’amplificazione dinamica sono riportati nella Tabella 10.
I dettagli per l’applicazione del Modello di Carico 1 alla struttura sono mostrati in Figura 6.
Il Sistema Tandem (TS) e il sistema UDL vengono applicati longitudinalmente secondo quanto
suggerito dalle linee di influenza, in maniera tale da determinare le massime sollecitazioni
sull’impalcato.
La disposizione dei carichi da traffico per l’impalcato in esame è mostrata in Figura 7. La posizione
delle corsie convenzionali all’interno della carreggiata è stata scelta in modo da massimizzare le
sollecitazioni sulla “trave sinistra”.
16
In Tabella 11 sono riportati i risultati della ripartizione trasversale dei carichi mobili sulle due travi
metalliche.
(Q1k+q1k)
(Q2k+q2k)
(Q3k+q3k)
trave trave
sinistra destra
17
Figura 8 – Tipologia di carico LM2
Nota: L’area di contatto del LM2 corrisponde ad un doppio pneumatico e risulta normalmente
dimensionante per gli impalcati a lastra ortotropa.
18
4.4.2.2 Azione centrifuga
Negli impalcati con asse curvo r (m) è necessario considerare una azione trasversale Qtk agente a
livello della pavimentazione con direzione ortogonale all’asse della carreggiata (azione radiale). Il
valore caratteristico di Qtk (con amplificazione dinamica inclusa ) è pari a
Qtk 0 r 1500 m
con r raggio di curvatura misurato nell’asse della carreggiata e Qv totale del carico tandem Qik che
interessa l’impalcato Qv Qi 2Qik . Il valore di Qtk è applicato come carico concentrato in
ognuna delle sezioni trasversali dell’impalcato.
19
4.4.3.1 Componente di temperatura uniforme (UNI EN 1991-1-5, 6.1.3)
La componente di temperatura uniforme dipende dalla minima e dalla massima temperatura che un
ponte raggiunge. Questo porta ad un intervallo di variazione uniforme di temperatura che, in una
struttura non vincolata, si traduce unicamente in una variazione di lunghezza dell’elemento.
Nel caso in esame, essendo l’impalcato vincolato alle sottostrutture in modo tale da non impedire le
deformazioni lungo il suo asse longitudinale, non si prendono in considerazione gli effetti dovuti
alla componente di temperatura uniforme.
Figura 10 – Definizione dei gradienti termici non lineari per un ponte a struttura mista
La variazione termica è un’azione variabile, per cui i suoi effetti non sono modificati dal
comportamento viscoso del materiale e sono dunque determinati con riferimento ad una sezione
mista omogeneizzata a breve termine.
Effetti Isostatici
1. Gradiente di tensioni per deformazione impedita (Figura 11)
20
Figura 11 – Profilo delle tensioni nella prima fase
Es
2. Risultante delle tensioni N T s Ti Es dAs c Ti dAc e momento flettente
As Ac
n0
Es
M T s Ti Es yi dAs c Ti
yi dAc rispetto al baricentro della sezione
As Ac
n0
composta (n0 indica il rapporto modulare di breve termine ed yi la coordinata del punto della
sezione rispetto al baricentro della sezione composta).
Nel caso in esame si ottengono le seguenti azioni, con riferimento alla sezione trasversale di
estremità (vedere Figura 12):
N T 9096,6kN
M T 2868,0kNm
con eT 0,315m
Effetti Iperstatici
Gli effetti iperstatici sono conseguenti alla deformazione impedita dagli appoggi, nei quali si genera
un sistema autoequilibrato di reazioni vincolari.
et et
Figura 12 - Effetti isostatici ed iperstatici dovuti alla variazione termica positiva nella sezione composta
Effetti Isostatici
1. Gradiente di tensioni per deformazione impedita (Figura 13)
21
Figura 13 – Profilo delle tensioni nella prima fase
Es
2. Risultante delle tensioni N T s Ti Es dAs c Ti dAc e momento flettente
As Ac
n0
E
M T s Ti Es yi dAs c Ti s yi dAc rispetto al baricentro della sezione
As Ac
n0
composta (n0 indica il rapporto modulare di breve termine ed yi la coordinata del punto della
sezione rispetto al baricentro della sezione composta).
Nel caso in esame si ottengono le seguenti azioni, con riferimento alla sezione trasversale di
estremità (vedere Figura 14):
N T 3591,8kN
M T 1468,4kNm
con eT 0,409m
Effetti Iperstatici
Gli effetti iperstatici sono conseguenti alla deformazione impedita dagli appoggi, nei quali si genera
un sistema autoequilibrato di reazioni vincolari.
sezione composta ( n = n 0 )
et et
N T- N T-
Figura 14 - Effetti isostatici ed iperstatici dovuti alla variazione termica negativa nella sezione composta
22
4.4.4 Azione del vento
L’azione del vento è rappresentata tramite una serie di pressioni o forze i cui effetti sono equivalenti
agli estremi effetti prodotti dal vento turbolento.
Le azioni del vento calcolate utilizzando la norma EN1991-1-4:2005, sono valori caratteristici che
vengono determinati da valori di riferimento della velocità del vento o della pressione cinetica, in
accordo con la norma EN1990 - 4.1.2, ed hanno una probabilità annuale di essere superati pari al
2%, la quale è equivalente ad un periodo medio di ritorno di 50 anni.
In riferimento ai ponti stradali si definiscono due valori dell’azione del vento:
• Azione caratteristica: Fwk ;
• C e , coefficiente di esposizione;
• C f ,i , coefficiente di forza in direzione i;
in quanto la componente Fwk , y , lungo l’asse longitudinale dell’impalcato, deve essere considerata
solo in casi specifici.
23
COMPONENTE IN DIREZIONE X
I coefficienti per il calcolo dell’azione caratteristica in direzione x sono indicati nella seguente
tabella (EN1991-1-4:2005, 4 e 8.3):
Coefficiente di topografia C0 ( z ) 1
(EN1991-1-4:2005, 4.3.3)
Altezza media impalcato z = 10 m
Categoria di suolo II
z0 = 0,05 m, zmin = 2 m
(EN1991-1-4:2005, Tab. 4.1)
0 ,07
Coefficiente di terreno z
k r 0 ,19 0
0 ,19
(con z0,II = 0,05 m) z 0 ,II
q p ( z ) 1 7 l v ( z ) v m2 ( z ) 1,072 KN / m 2
1
Pressione cinetica di picco
2
1
Pressione cinetica di riferimento qb vb2 0 ,456 KN / m 2
2
Coefficiente di esposizione qp( z )
Ce ( z ) 2 ,3509
(EN1991-1-4:2005, 4.5 nota 1) qb
24
1 1
Fwk , x vb2 Ce C f , x Aref , x 0,00125 27 2 2,3509 1,356 4,31 6,26 KN / m .
2 2
COMPONENTE IN DIREZIONE Z
I coefficienti per il calcolo dell’azione caratteristica in direzione z sono indicati nella seguente
tabella (sezione 8.3.3, EN1991-1-4:2005):
Tabella 13. Coefficienti per il calcolo dell’azione caratteristica del vento in direzione z
12
2
C Fwk, x
4,31
Rwk, x
6
Rwk, z
Figura 15. Azione caratteristica del vento
Le azioni precedentemente definite devono essere trasportate nel centro di taglio “C” della sezione
trasversale corrente (Figura 15).
Noti i valori delle azioni agenti nel centro di taglio, la ripartizione di queste sulle travi è effettuata
ipotizzando che nella sezione trasversale in oggetto i momenti torcenti si traducano in una flessione
differenziale delle due travi principali.
25
Nella seguente tabella sono riportate le azioni caratteristiche del vento agenti sulla singola trave
calcolate secondo quanto detto in precedenza.
In riferimento alla singola trave di impalcato, la massima azione verticale distribuita determinata
dalle componenti dell’azione compatibile in direzione x e z, è indicata nella seguente tabella:
4 ,30 4 ,30
Componente in direzione x
*
Rwx Fwx
*
5 ,75 2 ,06 KN / m
2d 2 6
Componente in direzione z Fwz* M* 7 ,46 22 ,39
*
Rwz wz 7 ,46 KN / m
(in cui l’interasse delle travi è d=6,50 m) 2 d 2 6
CARICO TOTALE SULLA SINGOLA TRAVE Rw* Rwx
*
Rwz
*
2 ,06 7 ,46 9 ,52 KN / m
26
4.4.5 Modelli di carico per verifiche a fatica
I carichi da traffico agenti sull’impalcato causano uno spettro di tensioni che può determinare
problemi di fatica. Lo spettro di tensioni dipende dalla geometria dei carichi, dall’asse di carico,
dalla spaziatura dei veicoli, dalla composizione del traffico e dagli effetti dinamici. La norma UNI
EN 1991-2 definisce cinque modelli di carico da fatica.
I modelli LM1 e LM2 sono utilizzati per analizzare il caso in cui la vita utile a fatica della struttura
può essere considerata illimitata, considerando i limiti da fatica per delta pensionali ad ampiezza
costante. Il modello LM1 è generalmente conservativo ed per definizione considera gli effetti più
corsie di carico. Il modello LM2 è più accurato di LM1 e può essere utilizzato nel caso in cui sia
poco probabile la presenza simultanea di molti automezzi sull’impalcato.
I modelli LM3, LM4 e LM5 si utilizzano nel caso di verifiche a danneggiamento con riferimento
alle curve di fatica definite in UNI EN 1993-1-9. Il carico da fatica LM3 può essere utilizzato per la
verifica a fatica di tipo semplificato utilizzando il metodo dei coefficienti λ. Il modello LM4 è più
accurato di LM3 e può essere utilizzato nel caso in cui sia poco probabile la presenza simultanea di
molti automezzi sull’impalcato. Il modello di carico LM5 è il più accurato in quanto utilizza i dati
di traffico reale.
La categoria di traffico sull’impalcato è definita per le verifiche a fatica da :
• il numero delle corsie di carico lente;
• il numero Nobs di veicoli pesanti (dal peso complessivo lordo maggiore di 100 kN),
osservato o stimato, per anno e per corsia lenta.
I valori massimi (σFLM,max) e minimi (σFLM,min) delle tensioni sono determinati posizionando in
direzione longitudinale il carico da fatica LM1 in modo da massimizzare gli effetti.
27
4.4.5.2 Modello di carico a fatica LM2
Il modello di carico LM2 consiste in un set di automezzi ( “automezzi frequenti”) definiti da:
• numero di assi e spaziatura degli assi;
• il valore frequente di ogni asse;
• l’area di contatto della ruota e le distanze trasversali delle ruote.
Il valore massimo (σFLM,max) e minimo (σFLM,min) delle tensioni sono determinati in base agli effetti
più severi dei diversi autocarri di figura seguente, considerati separatamente, che viaggiano soli
lungo la corsia appropriata.
28
Nel caso in cui gli effetti siano più gravosi è necessario considerare due veicoli nella stessa corsia. Il
secondo veicolo ha la stessa geometria, ma è caratterizzato da un carico di 36 kN (in luogo di 120
kN) e viaggia ad una distanza di 40 m dal precedente.
Lo spettro dei delta di tensione ed il numero dei cicli corrispondente è determinato mediante il
metodo del serbatoio o il metodo del flusso di pioggia.
29
Figura 19. Set di automezzi per il carico da fatica LM2
5 Combinazioni di azioni
Nel presente paragrafo si riportano le combinazioni di azioni agli stati limite ultimi con riferimento
alle situazioni di progetto persistenti e transitorie.
Per quanto riguarda i carichi mobili, la simultaneità dei sistemi di carico definiti in UNI EN 1991-2,
4.3 (LM1, LM2, LM3, LM4), UNI EN 1991-2, 4.4 (forze orizzontali) e UNI EN 1991-2, 5 (carichi
agenti su ponti pedonali), deve essere tenuta in conto considerando i “gruppi di carico” definiti in
UNI EN 1991-2, Tabella 4.4.a. Ognuno dei “gruppi di carico”, indipendente dagli altri, deve essere
considerato come azione caratteristica per la combinazione con gli altri carichi agenti sul ponte.
Ai fini della presente applicazione, si fa riferimento ai seguenti gruppi di carico:
Passerelle
pedonali
Carreggiata
e
piste ciclabili
Forze
Tipo di carico Forze verticali Forze orizzontali
verticali
Riferimento 4.3.2 4.3.3 4.3.4 4.3.5 4.4.1 4.4.2 5.3.2-(1)
LM1 LM2 LM3 LM4 Forze di Forze Carico
Sistema di carico TS e UDL Asse Veicoli Folla frenamento e centrifughe uniformemente
singolo speciali accelerazione e orizzont. distribuito
Gruppi Valore Valore
di
gr1a caratteristico nota “a” nota “a” di
30
carico combinazione
nota “b”
Valore
gr1b caratteristico
Valore Valore Valore
gr2 frequente
nota “c” caratteristico caratteristico
gr3 Valore
nota “d” caratteristico
Valore Valore
gr4 caratteristico caratteristico
Annesso A
Valore
gr5 di UNI EN
caratteristico
1991-2
Tabella 18. Gruppi di carico da traffico per le combinazioni di carico
Nota “a”: Secondo l’Appendice Nazionale si adotta il valore di combinazione “0”
Nota “b”: Secondo l’Appendice Nazionale si adotta il valore 2,5 kN/m2
Nota “c”: Non definito nell’Appendice Nazionale. In UNI EN 1991-2 si indica il valor di 3 kN/m2
Nota “d”: Irrilevante si è applicato il gruppo di carico 4 (gr4)
Per l’impalcato in esame, non essendo presenti piste ciclopedonali, il gruppo di carico “gr1a” si
riduce alla sola presenza del sistema di carico LM1, come definito 4.4.1.2.
Le combinazioni di azioni per le verifiche agli stati limite ultimi (escluse le verifiche a fatica) sono
definite nella UNI EN 1990 e “Appendice A2 alla EN 1990: Applicazione ai ponti”, secondo cui è
possibile applicare alternativamente:
1.
j 1
G, j Gk , j P P Q ,1 Qk ,1 Q ,i 0,i Qk ,i
i 1
(EN 1990, 6.4.3.2 formula (6.10))
j 1
G, j Gk , j P P Q ,1 01 Qk ,1 Q ,i 0,i Qk ,i
i 1
(EN 1990, 6.4.3.2 formula (6.10 a))
j 1
G, j Gk , j P P Q ,1 Qk ,1 Q ,i 0,i Qk ,i
i 1
(EN 1990, 6.4.3.2 formula (6.10 b))
dove:
- + implica “da combinarsi con”
- implica “l’effetto combinato di”
- è un fattore di riduzione delle azioni permanenti sfavorevoli pari a 0,85
- Gk è il valore caratteristico delle azioni permanenti
- P è il valore caratteristico delle azioni di precompressione
- Qk è il valore caratteristico delle azioni variabili
- G , P e Q sono i coefficienti parziali delle azioni per gli SLU
- 0 è il coefficiente di combinazione delle generiche azioni variabili
Azione Simbolo 0
31
Carichi da TS 0,75
gr1a
traffico UDL 0,40
Azione del Fwk 0,60
vento2 Fw * 1,00
Azione termica Tk 0,601
Nota 1:
Nell’Appendice A2 alla EN 1990, al punto A.2.2.2 (6) è suggerito di non considerare agenti simultaneamente
l’azione del vento e le azioni dovute alle variazioni termiche.
Nell’Appendice Nazionale è invece comunicato di combinare le azioni dovute a vento ed effetti termici. Ai
fini della presente applicazione, le combinazioni di carico saranno definite con riferimento a quest’ultima
indicazione.
Nota 2:
Nessuna azione del vento maggiore della più piccola tra Fw * e 0 Fwk deve essere combinata con il
Modello di carico 1 (LM1) o con il gruppo di carico gr1a (Appendice A alla EN1990, A.2.2.2.(5))
Azione Influenza i
sfavorevole 1,35
Azioni permanenti
favorevole 1,00
sfavorevole 1,35
Carichi da traffico
favorevole 0,00
Azioni del vento sfavorevole 1,50
Azioni dovute alle variazioni termiche favorevole 0,00
Le combinazioni di azioni adottate nella presente applicazione sono riportate di seguito (si fa
riferimento alla combinazione espressa dalla formula 6.10 in EN 1990, 6.4.3.2):
1,35 G
j 1
k ,sup (o 1,0 Gk ,inf ) S 1,35 (TS UDL) 1,50 min( Fw *;0,6 Fwk ) 1,50 0,60 Tk
1,35 G
j 1
k ,sup (o 1,0 Gk ,inf ) S 1,50 Tk 1,35 (0,40 UDL 0,75 TS ) 1,50 min( Fw *;0,6 Fwk )
1,35 G
j 1
k ,sup (o 1,0 Gk ,inf ) S 1,50 Fwk 1,50 0,60 Tk
32
6.1 Larghezza efficace della soletta
La larghezza efficace della soletta, per la determinazione della resistenza agli stati limite ultimi e di
esercizio, è valutata con riferimento alle indicazioni della EN 1994-2, 5.4.1.2, secondo cui:
La larghezza efficace in corrispondenza della mezzeria della campata e degli appoggi interni vale
(Figura 20):
beff ,i b0 bei
con
- b0 distanza fra i centri dei connettori a taglio più esterni (Figura 20);
- bei valore della larghezza efficace del calcestruzzo da ogni lato dell’anima, pari a Le/8 ma non
più grande della larghezza geometrica bi (Le è la distanza approssimativa fra i punti di nullo del
momento flettente ed è ricavabile dalla Figura 20).
Legenda:
Figura 20. - Luci equivalenti delle campate (Le) per il calcolo della larghezza efficace della soletta
La larghezza efficace della soletta per l’analisi globale elastica è assunta costante su tutta la luce
della campata. Il valore per ogni campata è pari al valore b eff, 1 in mezzeria della campata stessa, per
campate appoggiate ad entrambi gli estremi, e come beff, 2 per le campate a sbalzo.
Sono riportati di seguito (Tabella 21) i valori delle larghezze efficaci ottenuti dall’applicazione
delle formule sopra riportate all’impalcato in oggetto.
Le b0 bei = Le/8 beff,0 beff,1 beff,2
Campata Tratto
(m) (cm) (cm) (cm) (cm) (cm)
0 – 10 m 34 50 275 523 600 --- Variabile tra beff,0 e beff,1
1
10 – 30 m 34 50 275 --- 600 --- Costante pari a beff,1
33
Le b0 bei = Le/8 beff,0 beff,1 beff,2
Campata Tratto
(m) (cm) (cm) (cm) (cm) (cm)
30 – 40 m 22,5 50 275 --- 600 600 Variabile tra beff,1 e beff,2
40 – 52,5 m 22,5 50 275 --- 600 600 Variabile tra beff,2 e beff,1
2 52,5 – 77,5 m 35 50 275 --- 600 --- Costante pari a beff,1
77,5 – 90 m 22,5 50 275 --- 600 600 Variabile tra beff,1 e beff,2
90 – 100 m 22,5 50 275 --- 600 600 Variabile tra beff,2 e beff,1
3 100 – 120 m 34 50 275 --- 600 --- Costante pari a beff,1
120 – 130 m 34 50 275 523 600 --- Variabile tra beff,1 e beff,0
Tabella 21 - Valori della larghezza efficace per l’impalcato in esame
carichi permanenti
(trave metallica + soletta efficace + armature)
n = ng = n0(1+1,1ft) ≈ 15,37
sezione tipo 5
carichi accidentali,
permanenti,
variazioni termiche
e ritiro iperstatico
(trave metallica + armature)
7 Analisi globale
Il calcolo delle sollecitazioni agenti sull’impalcato è effettuato tramite un’analisi elastica basata
sull’ipotesi di linearità delle relazioni fra tensioni e deformazioni dei materiali, indipendentemente
dal livello di tensione.
34
7.1 La fessurazione del calcestruzzo della soletta
Gli effetti della fessurazione del calcestruzzo sono tenuti in conto applicando il metodo semplificato
suggerito in EN 1994-2, 5.4.2.3 (3), valido nel caso in cui il rapporto fra le luci delle campate
adiacenti non sia maggiore di 0,6: la presenza del calcestruzzo è trascurata sugli appoggi intermedi
per un tratto pari al 15% della somma delle luci delle campate adiacenti.
ZONA ZONA
FESSURATA FESSURATA
0,15 L 1 0,15 L 2 0,15 L 2 0,15 L 3
L1 L2 L3
-15000
Mf (kNm)
-10000
-5000
130,0
40,0
90,0
0,0
5000
(m)
10000
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
35
-2000
T (kN)
-1500
-1000
-500
130,0
40,0
90,0
0,0
500
1000
1500
(m)
2000
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
Figura 23. – Carpenteria metallica e Soletta. Taglio
-4000
Mf (kNm)
-3000
-2000
-1000
130,0
40,0
90,0
0,0
1000
2000
(m)
3000
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
-500
T (kN)
-400
-300
-200
130,0
-100
40,0
90,0
0,0
100
200
300
400
(m)
500
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
36
-15000
Mf (kNm)
-10000
-5000
130,0
40,0
90,0
0,0 40,00 50,00 40,00
0
5000
10000
15000
(m)
20000
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
Figura 26. – Carichi da traffico. Momenti flettenti massimi e minimi
-2500
T (kN)
-2000
-1500
-1000
130,0
-500
40,0
90,0
0,0
500
1000
1500
2000
(m)
2500
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
-2500
-2000 Mf (kNm)
-1500
-1000
-500
130,0
40,0
90,0
0,0
500
1000
(m)
1500
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
37
-300
T (kN)
-200
-100
130,0
40,0
90,0
0,0
100
200
(m)
300
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
Figura 29. – Vento (valori caratteristici). Taglio
-2000
(m)
-1500
-1000
-500
130,0
40,0
90,0
0,0
500
1000 Mf (kNm)
-- Iper
1500 -- Isostatico
-- Totale
2000
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
Figura 30. – Variazione termica positiva. Momento flettente Isostatico, Iperstatico e Totale
-1000
(m)
-800
-600
-400
130,0
-200
40,0
90,0
0,0
200
400
Mf (kNm)
600 -- Iper
-- Isostatico
800
-- Totale
1000
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
Figura 31. – Variazione termica negativa. Momento flettente Isostatico, Iperstatico e Totale
38
-4000
Mf (kNm)
-- Iper
-3000
-- Isostatico
-- Totale
-2000
-1000
130,0
40,0
90,0
0,0
1000
2000
(m)
3000
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
Figura 32. – Ritiro. Momento flettente Isostatico, Iperstatico e Totale
I grafici relativi alle sollecitazioni dovute al ritiro ed alle variazioni termiche (Figura 30, Figura 31,
Figura 32) sono ottenuti applicando le azioni statiche equivalenti determinate al paragrafo 4.2.2 ed
al paragrafo 4.4.3.2 in corrispondenza delle sezioni di estremità dell’impalcato.
Si possono notare, in corrispondenza degli appoggi intermedi, le discontinuità nei diagrammi dei
momenti flettenti isostatico e totale dovute alla fessurazione della soletta.
s
N Ed M s N Ed s
eN
1 Ed 1,0
f y Aeff / M 0 f y Weff / M 0
con
- Ns,Ed e Ms,Ed sollecitazioni assiali e flessionali di progetto sulla sola parte metallica;
- Aeff e Weff proprietà efficaci della sezione trasversale;
- eN spostamento della posizione del baricentro;
- γM0 coefficiente parziale di sicurezza, pari ad 1,0 (vedere 3.4).
39
Nelle figure seguenti sono riportati gli andamenti del coefficiente 1 ottenuti per la piattabanda
inferiore e superiore in tutte le sezioni dell’impalcato in oggetto.
PIATTABANDA INFERIORE
1,INF
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
100,0
110,0
120,0
130,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
0,0
[m]
Figura 33. – Coefficiente h1 per la piattabanda inferiore
PIATTABANDA INFERIORE
1,SUP
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
100,0
110,0
120,0
130,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
0,0
[m]
Figura 34. – Coefficiente h1 per la piattabanda superiore
Le caratteristiche geometriche efficaci della sezione trasversale sono ricavate considerando gli
effetti dello shear-lag e della stabilità per le parti compresse, e del solo shear-lag per le parti tese. In
ogni caso, nelle verifiche allo stato limite ultimo, le riduzioni per sher-lag delle flangie si applicano
solo per valori di b0 maggiori di Le/20, e non interessano la presente applicazione.
La parti stabili della sezione trasversale metallica sono determinate applicando alle aree lorde il
coefficiente riduttivo ρ ovvero determinando l’area efficace Aeff A . Per il coefficiente ρ la
prEN1993-1-5: 2004 propone le seguenti espressioni:
fy b/t
con p snellezza adimensionalizzata
cr 28,4 k
40
tf,sup
2 2
be2 = beff-be1
bt
tw
b bc-beff = (1-)bc bc
be2 = 0.6beff
bc
bc-beff = (1-)bc
be1 = 2/(5-) beff
1 1
tf,inf
1 2 be1 = 0.4beff
c
beff = c
Figura 35. – Definizione delle larghezze efficaci per elementi compressi esterni (piattabande) ed interni (anime)
Per le flangie il coefficiente ρ non assume mai valori diversi dall’unità, mentre nel diagramma
seguente se ne riporta l’andamento relativamente al pannello d’anima, per tutte le sezioni trasversali
dell’impalcato.
COEFF. DI RIDUZ. PER TENSIONI NORMALI - ANIMA -
c
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
100,0
110,0
120,0
130,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
0,0
[m]
Figura 36. – Coefficiente di riduzione r per tensioni normali
41
Il termine w è il fattore di riduzione per l’instabilità dovuta alle azioni taglianti, funzione della
snellezza adimensionale (prEN1993-1-5: 2004, 5.3):
f
w 0,76 yw
cr
Il contributo delle piattabande è pari a (prEN1993-1-5: 2004, 5.4):
b f t 2f f yf M Ed
2
Vbf ,Rd 1
c M 1 M f ,Rd
dove:
La verifica è posta in forma adimensionale come rapporto tra le azioni sollecitanti e la capacità
resistente
VEd
3 1,0
Vb , Rd
Nella Figura 37 è riportato l’andamento del coefficiente 3 per tutte le sezioni dell’impalcato in
esame (la linea tratteggiata si riferisce al coefficiente 3 ( w ) che prescinde dal contributo delle
piattabande). ANIMA
3 ; 3( w)
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
100,0
110,0
120,0
130,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
0,0
[m]
42
M f , Rd
1 1
2 3 1 1,0
M Pl , Rd
2
in cui
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
100,0
110,0
120,0
130,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
0,0
[m]
43