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Fatica

La rottura per fatica


La rottura per fatica si manifesta per
livelli di tensione anche
sensibilmente inferiori allo
snervamento, quando lintensit del
carico ha numerose oscillazioni di
sufficiente ampiezza.
La rottura per fatica di tipo fragile e
si verifica senza apprezzabili
deformazioni plastiche

Rottura per fatica


La rottura per fatica richiede la ripetizione
di numerosi cicli di carico abbastanza ampi,
pertanto un fenomeno che interessa
particolarmente le strutture delle macchine
Per le strutture civili, se ne deve tener
conto solo per alcune tipologie, in
particolare le strutture di sostegno di
macchinari che trasmettono vibrazioni o
che sostengono il passaggio di veicoli
(ponti)

Rottura per fatica


Il fenomeno della fatica strettamente connesso a
quello della frattura
Lazione dei carichi ripetuti produce lattivazione di
microfessure che tendono ad unirsi in una macrofessura,
il cui accrescimento provoca la riduzione della sezione e
quindi la rottura

Meccanismo di generazione
Anche se la tensione macroscopica inferiore alla
resistenza del materiale, a scala microscopica la
tensione pu localmente raggiungere la resistenza.
Questo facilitato dalla presenza di tensioni residue e
irregolarit o intagli

Fattore di concentrazione delle


tensioni
La presenza di discontinuit, fori o intagli in un continuo
elastico produce concentrazione delle tensioni che
tendono a superare la resistenza del materiale.
Se il materiale fragile in questi punti si innesca una
frattura che si propaga rapidamente e produce la rottura
del pezzo.
Se il materiale duttile si ha una plasticizzazione ed una
ridistribuzione delle tensioni nelle zone limitrofe e quindi
nessun danno apparente.
Se lazione ciclica, questo fenomeno pu produrre un
accumulo di deformazione e linnesco di una fessura

Fattore di concentrazione
Il fattore di concentrazione delle tensioni (teorico)
definito come il rapporto tra la tensione di picco nel
vertice dellintaglio e la tensione nominale che si
ottiene trascurando leffetto del foro.

Fattore di concentrazione delle


tensioni

Fattore di concentrazione delle


deformazioni
Se la tensione supera
il limite di
snervamento il
materiale si
plasticizza e le
tensioni non possono
aumentare, mentre
crescono le
deformazioni.
In questo caso pi
significativo
il fattore
Per il postulato
di Neuber
2

K
K

K
di
concentrazione
t
nom
t nom

t
si assume chepeak peak
delle deformazioni

Determinazione di K e K

Tensioni ai vertici di una fessura:


fattore di intensit della tensione
Una fessura pu essere trattata come un foro ellittico
con il semiasse minore b0.
In tal caso peak; ma in un intorno del vertice si ha

Fattore di intensit della


tensione

Queste tensioni tendono allinfinito per r 0


fattore di intensit degli sforzi quindi definito come

O, pi in generale

Dove un fattore adimensionale che dipende


dalla geometria del corpo.

Misura della resistenza a fatica:


Curve S-N (Whler)

Le curve S-N
riportano il
numero dei cicli
che portano a
rottura il
campione in
funzione
dellampiezza
del ciclo Sa

Effetto della tensione media


Le curve di fatica precedenti si riferivano al caso di tensione
media nulla. Al crescere della tensione media si ottengono
curve di fatica pi basse. Si prendono due punti come
riferimento di ciascuna curva: quello corrispondente ad N=10 4
cicli ed il limite di fatica Sf. Le corrispondenti resistenze si
possono
rappresentare
come curve in un grafico in funzione di
Tutte queste
curve
S
m.
convergono
in un
punto dellasse Sm
(cio per Sa=0)
quando Sm
raggiunge la
resistenza del
materiale.
Lesperienza mostra
che per alto numero
di cicli leffetto di Sm
non grande, e

Trazione e compressione
Un altro modo di rappresentare questi dati offerto dal digramma di
Smith dove Smax ed Smin sono riportate in funzione della tensione media
Sm. Le due linee di Smax e Smin si riferiscono ad un particolare numero
di cicli, p.es. 107, in modo da rappresentare il limite di fatica.
Tre cicli di carico per diversi valori di Sm sono
indicati con A, B e C. Nel caso A Smax ed Smin
sono entrambe positive; nel caso B la
tensione media positiva ma Smin
negativa, anche se la maggior parte del ciclo
di segno positivo. Nel caso C la tensione
media negativa e la maggior parte del
ciclo avviene in compressione. Le fessure si
chiudono in compressione e ci si pu
attendere che la parte negativa del ciclo non
generi danno. Se vi una tensione media
negativa, lapertura delle fessure richiede
unampiezza maggiore del ciclo; in pratica la
rottura per fatica avviene raramente quando

Resistenza degli elementi con


intagli
Le curve precedenti riguardano oggetti privi di
intagli. Questi sono poco frequenti nella realt, per
cui la resistenza a fatica di un pezzo generalmente
minore di quella che si otterrebbe dalle curve
precedenti, ottenute da esperimenti su pezzi privi di
intagli, a meno che non si tenga conto della
concentrazione
degli
sforzi indotta dallintaglio.
In quei casi in cui
possibile,
analiticamente o
numericamente, calcolare il
fattore di amplificazione degli
sforzi, poich la rottura per
fatica dipende dalla tensione di
picco

Fattore di resistenza per


intaglio
Questo implica che per ottenere la resistenza a fatica di
un campione con intagli si deve dividere la resistenza a
fatica di un campione indisturbato per il fattore Kt.
In letteratura il fattore per cui si deve dividere la
resistenza a fatica per ottenere quella del campione
intagliato generalmente indicato con Kf

Per quanto visto si dovrebbe avere Kf = Kt. In pratica


lesperienza dimostra che generalmente Kf < Kt,
particolarmente per campioni piccoli con grande Kt

Sensibilit allintaglio

terson definisce la sensibilit allintaglio attraverso il fattore


Per Kf = Kt si ha q = 1, mentre per Kf =1 (il campione
intagliato ha la stessa resistenza di quello
indisturbato) si ha q = 0

Previsione del fattore di


sensibilit
Peterson
Neuber

a* ed A
costanti del
materiale

Oscillazioni non
simmetriche
In presenza di una tensione media non nulla, se il
materiale resta elastico si pu ancora applicare il
principio di similarit, scalando tutte le tensioni del
fattore Kt

Al crescere della tensione media, il corrispondente


valore della tensione di picco pu superare la
tensione di snervamento. In questo caso si
verificano delle deformazioni plastiche nella zona
di picco; in tal modo la tensione massima risulta
Dopo linversione
inferiore a KtSmax
dellazione SmaxSmin si ha
uno scarico elastico. Anche
se la tensione minima
elastica positiva, nella
zona plastica questa pu
divenire negativa. Questo
in sostanza equivalente ad
una riduzione della
tensione media nella zona
plastica, con effetto
benefico sulla resistenza a

Spettri di carico
La resistenza a fatica viene misurata con prove cicliche
di ampiezza costante. Generalmente le azioni
producono oscillazioni di ampiezza variabile; si deve
determinare un criterio di equivalenza.
In mancanza di dati statistici specifici, le norme
definiscono degli schemi di carico equivalenti la cui
azione determina la storia delle tensioni che si assume
ripetersi N volte.

Conteggio in forma
matriciale

Conteggio dei cicli

In una situazione come quella in figura, i tre cicli


successivi AB BC e CD sono tutti di ampiezza
minore del ciclo AD che si ottiene eliminando il ciclo
intermedio BC; un unico ciclo di maggiore ampiezza
pi gravoso dei tre cicli pi piccoli.

Rain flow count


Successive rainflow counts
are indicated in Figure 9.13.
In Figure 9.13a five rainflow
counts can be made. After
counting and removing
these small cycles, Figure
9.13b is obtained. In this
figure again three rainflow
counts of cycles can be
made but now of larger
in
whichRemoving
again twothese
still
ranges.
larger
be
cycles load
leadsreversals
to Figurecan
9.13c
counted and removed. In
the final residue, Figure
9.13d, no further rainflow
counts are possible. The
ranges of the residue must
be counted separately at
the end of the counting
procedure. The rainflow

Rain flow count

Rain flow count

Giustificazione teorica
In fig. mostrata una breve
sequenza di carico, che, con il
metodo di conteggio del flusso di
pioggia, porta a contare due
inversioni intermedie, come
mostrato in figura. Il
corrispondente comportamento
plastico indicato
schematicamente in fig. (b), che
si pu riferire alla plasticit locale
sulla superficie del materiale nel
periodo iniziale , o alla plasticit
alla punta della fessura, durante
il suo accrescimento. Le
inversioni intermedie, c1 e c2
causano cicli di isteresi allinterno
del ciclo maggiore tra A e B. Si
assume quindi che I cicli
intermedi non influenzino quello
maggiore. Questi ragionamenti

Il metodo del serbatoio


Per contare i cicli con il
metodo del serbatoio si
(a)
(b)
procede cos.
Il grafico delle oscillazioni
della tensione,
eventualmente
(c)
(d)
prolungato, viene visto
come un serbatoio pieno
di liquido. Questo
(e)
(f)
corrisponde ad un ciclo
Smax-Smin ; dal punto pi
basso
si suppone
di punto
far
Si
passa
al secondo
pi basso ed il dislivello
uscire
il liquido(a).
fornisce
il secondo salto di tensione (b); quindi si
svuota questo liquido e si passa al terzo minimo (c),
ripetendo il procedimento, ecc.

Resistenza a cicli di ampiezza


variabile: regola di Miner
Se n1 il numero di cicli
di semiampiezza S1, n2
il numero di cicli ad
ampiezza S2 ed N1, N2
sono i numeri dei cicli
che portano al collasso
con ampiezze S1 e S2
rispettivamente, la
condizione di collasso
O, pi in generale

Limiti della regola di Miner


Per la regola di Miner, se
n1<N1 e S2<Sf (limite di
fatica), poich in tal caso
N2=, ne segue che n2/N2=0
per qualsiasi n2 e quindi non
si verifica mai la rottura del
pezzo.
Questo sbagliato, perch se
per S<Sf non si ha rottura, ci
dovuto al fatto che tensioni
inferiori a Sf non sono in
grado di innescare la fessura.
Ma se S1>Sf la fessura pu
essere attivata ed i cicli di

Influenza dellordine di applicazione


del carico

Lordine di applicazione dei cicli ha influenza sulla vita


a fatica del pezzo. Se un pezzo soggetto a n 1 cicli di
ampiezza S1 e poi a cicli di ampiezza S2>S1 e dopo n2
cicli raggiunge la rottura, lo stesso pezzo, soggetto
prima ad n2 cicli di ampiezza S2 e quindi a cicli di
ampiezza S1 raggiunger il collasso dopo un numero di
cicli > n1.

Modifica delle curve S-N


Per consentire alla
regola di Miner di
prevedere il
contributo dei cicli di
ampiezza inferiore ad
Sf si modifica la curva
S-N prolungandola
oltre Sf (curva H)

Normativa
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - Istruzioni per lapplicazione delle
Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008

Nelle verifica si impiegheranno i delta di tensione di calcolo i,d,


ricavati moltiplicando i delta di tensione dello spettro i per il
coefficiente parziale di sicurezza per le verifiche a fatica Mf,definito nel
seguito,
e la curva caratteristica S-N di resistenza a fatica del dettaglio,
individuata mediante la classe C, anchessa definita nel seguito.
Il coefficiente parziale di sicurezza per le verifiche a fatica Mf dato da
ove f il coefficiente parziale relativo alle azioni di fatica e m il
coefficiente parziale relativo alla resistenza, che copre le incertezze nella
valutazione dei carichi e delle tensioni e la possibile presenza di difetti nei
particolari in esame.
Il coefficiente Mf dipende sia dalla possibilit di individuare e riparare
eventuali lesioni per fatica, sia dallentit delle conseguenze della crisi
per fatica dellelemento o della struttura. A questo scopo, le strutture

Strutture poco sensibili


Si dice poco sensibile (damage tolerant) una struttura nella quale il
mantenimento del richiesto livello di affidabilit nei riguardi dello
stato limite di fatica pu essere garantito attraverso un appropriato
programma di ispezione, controllo, monitoraggio e riparazione delle
lesioni di fatica, esteso alla vita di progetto della struttura.
Una struttura pu essere classificata come poco sensibile se, in
presenza di lesioni per fatica, si verificano le seguenti condizioni:
i dettagli costruttivi, i materiali impiegati e i livelli di tensione
garantiscono bassa velocit di propagazione e significativa
lunghezza critica delle lesioni;
le disposizioni costruttive permettono la ridistribuzione degli sforzi;
i dettagli sono facilmente ispezionabili e riparabili;
i dettagli sono concepiti in modo da arrestare la propagazione delle
lesioni;
esiste un programma di ispezione e manutenzione, esteso a tutta
la vita dellopera, inteso a rilevare e riparare le eventuali lesioni.

Coefficienti di sicurezza
Poich lispezione, il monitoraggio e le riparazioni di una
struttura sensibile non sono agevoli, essa deve essere
progettata in fatica adottando dettagli costruttivi e livelli di
tensione tali da garantire il grado di affidabilit richiesto per le
altre verifiche allo stato limite ultimo per tutta la vita utile della
costruzione, anche in assenza di procedure specifiche di
ispezione e manutenzione. Questo approccio progettuale detto
anche safe life.
I valori dei coefficienti Mf da adottare nelle verifiche delle
strutture sensibili e poco sensibili sono riportati in Tabella
C4.2.XII, in funzione delle conseguenze delleventuale rottura
per fatica.

Curve S-N
Lequazione della curva S-N

dove m=3, cosicch risulta

Tabelle di classificazioni (es)

Verifiche
Per carichi variabili si applica il metodo del serbatoio.
Verifica a vita illimitata
La verifica a vita illimitata si esegue controllando che
sia
oppure che

Verifica a danneggiamento
La verifica a danneggiamento si conduce mediante la
formula di Palmgren-Miner, controllando che risulti

Ponti stradali
Verifiche per vita illimitata
Le verifiche a fatica per vita illimitata potranno essere
condotte, per dettagli caratterizzati da limite di fatica
ad ampiezza costante, controllando che il massimo
delta di tensione max=(max-min) indotto nel dettaglio
stesso dallo spettro di carico significativo risulti minore
del limite di fatica del dettaglio stesso. Ai fini del
calcolo del max si possono impiegare, in alternativa, i
modelli di carico di fatica 1 e 2, disposti sul ponte nelle
due configurazioni che determinano la tensione
massima e minima, rispettivamente, nel dettaglio
considerato.

Carico di fatica 1
Il modello di carico di fatica 1 costituito dallo
schema di carico 1 con valore dei carichi concentrati
ridotti del 30% e valori dei carichi distribuiti ridotti
del 70% (vedi fig. 5.1.4).
Per verifiche locali si deve considerare, se pi
gravoso, il modello costituito dallasse singolo dello
schema di carico 2, considerato autonomamente, con
valore del carico ridotto del 30% (vedi fig.5.1.4).

Verifiche a danneggiamento
Le verifiche a danneggiamento consistono nel verificare
che nel dettaglio considerato lo spettro di carico produca
un danneggiamento D1.
Il danneggiamento D sar valutato mediante la legge di
Palmgren-Miner, considerando la curva S-N caratteristica
del dettaglio e la vita nominale dellopera.
Le verifiche saranno condotte considerando lo spettro di
tensione indotto nel dettaglio dal modello di fatica
semplificato n. 3, riportato in Fig. 5.1.5, costituito da un
veicolo di fatica simmetrico a 4 assi, ciascuno di peso 120
kN

Carico N.4
In alternativa, quando siano necessarie valutazioni
pi precise, si usa lo spettro di carico equivalente
costituente il modello di fatica n. 4, riportato in Tab.
5.1.VIII, ove rappresentata anche la percentuale
di veicoli da considerare, in funzione del traffico
interessante la strada servita dal ponte. I tipi di
pneumatico da considerare per i diversi veicoli e le
dimensioni delle relative impronte sono riportati
nella Tab. 5.1.IX.
In assenza di studi specifici, per verifiche di
danneggiamento, si considerer sulla corsia lenta il
flusso annuo di veicoli superiori a 100 kN, rilevanti
ai fini della verifica a fatica dedotto dalla Tabella
5.1.X.

Ponti ferroviari
5.2.3.3.3 Verifiche allo stato limite di fatica
Per strutture e elementi strutturali che presentano
dettagli sensibili a fenomeni di fatica vanno effettuate
opportune verifiche nei confronti di questo fenomeno.
Le verifiche saranno condotte considerando idonei
spettri di carico. La determinazione delleffettivo spettro
di carico da considerare nella verifica del ponte dovr
essere effettuata in base alle caratteristiche funzionali
e duso della infrastruttura ferroviaria cui lopera
appartiene.

Per approfondire

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