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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Sommario

Introduzione

1 Ponti ad arco in cemento armato 7

1.1 Descrizione della tipologia strutturale 7

1.2 Presentazione del caso studio 12

2 La definizione della lunghezza di cerniera plastica per analisi non lineari 15

3 Analisi elastiche con fattore di struttura 33

3.1 Definizione e costruzione del modello in SAP 34


3.1.1 Modellazione della geometria 34
3.1.2 Analisi dei carichi 40

3.2 Analisi sismica 45


3.2.1 Determinazione dell'azione sismica 45
3.2.2 Spettri di risposta 46
3.2.3 Risultati dell'analisi modale 47

3.3 Influenza del terreno nella modellazione 55


3.3.1 Seismic design of highway foundations 55
3.3.2 Risultati della modellazione con molle 56
3.3.3 Confronto fra modellazioni 58
3.3.4 Confronto tra periodi e masse modali 58
3.3.5 Confronto fra sollecitazioni 59
3.3.6 Confronto fra deformazioni 60

3.4 Verifiche a pressoflessione 62


3.4.1 Verifiche a pressoflessione arco 63
3.4.2 Verifiche a pressoflessione spalle e pile 71

3.5 Verifiche a taglio 76


3.5.1 Resistenza a taglio di progetto - elementi non armati a taglio 77

3.6 Rigidezze fessurate 84


3.6.1 Percentuali di riduzione 84
3.6.2 Influenza sulla risposta delle rigidezze degli elementi fesssurati 85

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3.6.3 Verifiche a pressoflessione 87


3.6.4 Verifiche a taglio 89

3.7 Conclusioni reltive alle analisi preliminari 92

4 Analisi di spinta non lineari:modellazione a plasticità concentrata 94

4.1 Analisi di pushover 94

4.2 Valutazioni sulla lunghezza di cerniera plastica: mensola 99


4.2.1 Criteri per la definizione del modello 100
4.2.2 Modelli di mensola a confronto 111
4.2.3 Materiali 111
4.2.4 Modellazione geometria e sezioni 112
4.2.5 Risultati e confronti 114

4.3 Valutazioni sulla lunghezza di cerniera plastica: arco 122


4.3.1 Geometria e sezione 122
4.3.2 Approcci diversi a confronto 124
4.3.3 Risultati e confronti 126
4.3.4 Considerazioni sulle differenze riscontrate 127
4.3.5 Individuazione posizione cerniere plastiche 128
4.3.6 Punti notevoli sulla curva di pushover 131

5 Analisi di spinta non lineari:modellazione a plasticità diffusa 135

5.1 Introduzione alla plasticità diffusa 135

5.2 Modellazione in Abaqus 135


5.2.1 Modello di mensola 143
5.2.2 Confronto con modello a plasticità concentrata 146
5.2.3 Modello di arco 153
5.2.4 Calibrazione del modello in SAP 161

6 Analisi di spinta sul ponte 165

6.1 Analisi preliminari con Lp pari all'altezza della sezione 165


6.1.1 Modellazione degli elementi 165
6.1.2 Carichi su ponte 168
6.1.3 Assegnazione delle cerniere 169

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6.1.4 Forze sismiche proporzionali alle masse 169


6.1.5 Risultati e formazione delle cerniere plastiche 170
6.1.6 Punti notevoli sulla curva di pushover 175
6.1.7 Forze sismiche proporzionali a masse e modi 178
6.1.8 Risultati e formazione delle cerniere plastiche 189
6.1.9 Punti notevoli sulla curve di pushover 183
6.1.10 Considerazioni 185

6.2 Analisi con modello calibrato 186

6.3 Confronto con analisi elastica lineare con fattore di struttura 190

Conclusioni 191

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Introduzione
L’ordinanza n.3274 del presidente del consiglio dei ministri del 20 marzo 2003 disciplina la
progettazione e la valutazione della sicurezza di strutture soggette ad azioni sismiche. La
sicurezza di una struttura è funzione della pericolosità del sito e della vulnerabilità sismica della
struttura stessa. La pericolosità sismica di un territorio è rappresentata dalla frequenza e dalla
forza dei terremoti che lo interessano, ovvero dalla sua sismicità. La vulnerabilità sismica
invece è la propensione di una struttura a subire un danno di un determinato livello, a fronte di
un evento sismico di una data intensità. Tanto più una struttura sarà vulnerabile, tanto maggiori
saranno le conseguenze derivanti da un terremoto di assegnate caratteristiche.

Nella sezione relativa alle norme tecniche per il progetto sismico dei ponti, si descrivono le
regole per la progettazione e la costruzione di ponti e le verifiche previste per i ponti esistenti
sotto azione sismica. Lo scopo della norma è di assicurare che in caso di evento sismico sia
protetta la vita umana, siano limitati i danni e rimangano funzionanti le strutture essenziali agli
interventi di protezione civile; proprio per queste ragioni essa rappresenta un obbligo di legge.
Ai sensi dell’OPCM, è richiesta la verifica sia degli edifici di interesse strategico, sia delle opere
infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le
finalità di protezione civile o in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.

La valutazione della sicurezza delle strutture passa attraverso la loro vulnerabilità sismica e lo
studio quindi, del comportamento strutturale quando queste sono soggette ad eventi sismici. Tra
le strutture che meritano particolare attenzione nella valutazione della sicurezza ci sono le opere
appartenenti al sistema di grande viabilità ferroviaria. A questo sistema appartengono le linee di
rilevanza della linea ferroviaria italiana. Proprio in ambito ferroviario esistono varie tipologie di
ponti per i quali è necessario individuare le modalità di verifica, tra i quali è possibile citare:

- I ponti in c.a.
- I ponti in cemento armato precompresso
- I ponti in acciaio
- I ponti ad arco

Tra queste grande importanza rivestono i ponti ad arco in cemento armato: nell’ambito di questo
lavoro di tesi si è voluto analizzare il comportamento sismico di un ponte ad arco in c.a. a tre
campate. Lo studio è stato portato avanti ricorrendo a modelli agli elementi finiti di progressiva
complessità a fini di confronto e validazione dei risultati. Questo approccio è stato ritenuto
necessario poiché modelli molto sofisticati, sebbene consentano di ottenere risultati accurati,

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richiedono spesso un onere computazione e possono presentare una difficoltà circa


l’interpretazione dei risultati ottenuti tali da non essere adottati correntemente nella pratica
professionale. L'utilizzo di modelli più semplici consente da un lato di snellire la fase di input e
dall’altro lato di ottenere risultati più facilmente interpretabili e quindi un visione più immediata
della risposta della struttura. Tuttavia la definizione di tali modelli semplificati può richiedere
delle assunzioni che devono essere opportunamente validate dal confronto con simulazioni più
raffinate e che altrimenti possono portare ad una imprecisa valutazione della capacità della
struttura.

Nello specifico per i ponti ad arco in cemento armato sono stati messi a confronto i risultati
ottenuti con una modellazione con elementi finiti piani di tipo shell attraverso il programma
ABAQUS con una modellazione basata su elementi monodimensionali di tipo Beam e realizzata
attraverso il programma ad elementi finiti SAP 2000. Il primo approccio presenta delle non
linearità distribuite sui vari elementi che compongono il modello (plasticità diffusa) mentre il
secondo approccio prevede che la plasticità sia concentrata in prossimità dei nodi dove vengono
definite delle cerniere plastiche (plasticità concentrata). Quest’ultimo approccio, da un lato più
semplice dall’altro più grossolano, richiede come parametro di input la definizione per ciascun
elemento di una lunghezza di cerniera plastica, ovvero quella porzione della lunghezza
dell’elemento all’interno della quale viene a svilupparsi il comportamento non lineare dei
materiali. Il suddetto parametro, ampiamente trattato in letteratura per le strutture a telaio in c.a.,
non è stato oggetto di approfondimenti per quanto concerne le strutture ad arco. Obiettivo della
tesi è quello di verificare l’applicabilità delle formulazioni di letteratura adottate per altre
tipologie strutturali e definire un criterio ad hoc per la scelta della lunghezza di cerniera plastica
per le strutture ad arco in c.a. attraverso il confronto delle diverse strategie di modellazione.

Il lavoro risulta organizzato come riportato di seguito:

 Il capitolo 1 riporta una breve descrizione della tipologia di ponti ad arco in c.a. in
cemento armato e del caso studio analizzato;
 Il capitolo 2 riporta alcune delle formulazioni proposte in letteratura per la definizione
della lunghezza di cerniera plastica;
 Il capitolo 3 descrive le analisi elastiche lineari con fattore di struttura eseguite
sull’opera d’arte;
 Il capitolo 4 illustra le analisi statiche non lineari eseguite con il modello a plasticità
concentrata per modelli di mensola ed arco;

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 Il capitolo 5 riporta le analisi statiche non lineari eseguite con il modello a plasticità
diffusa per strutture a mensola e ad arco messe a confronto con i risultati riportati nel
capitolo 4. Sulla base del confronto viene calibrato il modello a plasticità concentrata
utilizzato nel capitolo successivo;
 Il capitolo 6 riporta i risultati dell’analisi dell’intera opera con il modello calibrato. I
risultati sono poi messi a confronto in termini di PGA di collasso con quanto ottenuto
con l’analisi elastica lineare con fattore di struttura.

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1 Ponti ad arco in cemento armato

1.1 Descrizione della tipologia strutturale


I ponti in cemento armato hanno alle spalle una piccola, ma importante storia. All’inizio del
secolo scorso, il cemento è stato riconosciuto come un eccellente materiale da costruzione per i
ponti per le sue doti di praticità nell’uso, grande versatilità e costi modesti. Il cemento non
armato era conosciuto dai tempi dei Romani, che ne fecero un grande uso, ma solo dal momento
in cui si capì il comportamento con le armature, questo materiale cominciò veramente ad essere
utile nella costruzione dei ponti in tempi moderni. Nell’antica Roma infatti, il cemento era usato
per tutti i tipi di strutture, dai palazzi ai ponti, alle strade, rimanendo però sfruttato solamente a
compressione, e per questa ragione, senza valutarne la collaborazione con l’acciaio, trattato
come altri materiali da costruzione quali la muratura. L’avvento dell’armatura all’interno del
materiale calcestruzzo, ha invece consentito alle strutture di sopportare la trazione, instaurando
dei meccanismi che consentono al materiale acciaio di sobbarcarsi degli sforzi di trazione e far
lavorare il calcestruzzo a compressione.

Il primo che realizzò strutture in cemento armato fu un giardiniere di nome Joseph Monier, il
quale non avendo realizzato a pieno le implicazioni di questo materiale, vendette il suo brevetto
all’ingegnere G.A.Wayss. Questo, insieme ad un altro ingegnere, François Hennebique, furono i
primi a sviluppare metodi per determinare le tensioni nel c.a. Lo studio del materiale e la
possibilità di sfruttarne a pieno le caratteristiche strutturali, ne favorirono lo sviluppo. Data
inoltre la relativa fluidità del materiale quando ancora non asciutto, poté essere modellato in
quasi qualunque forma. Successivamente un altro ingegnere che contribuì in maniera
determinante all’evoluzione di questo materiale da costruzione fu lo svizzero Robert Maillart. Il
primo ponte di sua costruzione è stato lo Stauffacher Bridge sul fiume Sihl a Zurigo, in
Svizzera, costruito nel 1899. Si tratta di un arco a tre cerniere di 40m che trasmette i carichi di
compressione alle spalle. Se questo fu il suo primo ponte importante, solo con l’ Inn River
bridge però il suo design cominciò a prendere forma. Il suo stile architettonico è rintracciabile
nelle molteplici opere da lui realizzate nel corso dei successivi anni.

Maillart però non fu l’unico progettista influente per i ponti in cemento armato. Molti ponti
furono costruiti in quel periodo in Europa e America che utilizzano largamente questo
materiale. In America, si ebbe una notevole diffusione delle costruzioni in c.a. soprattutto sulla
costa lungo il Pacifico. Anche Eugène Freyssinet, un contemporaneo di Maillart contribuì in
maniera notevole allo sviluppo di questo materiale da costruzione.

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Il cemento armato è un materiale di grande potenzialità ancora oggi usato, e con l’avvento della
precompressione, si sono raggiunti elevati livelli di prestazione, sfruttabili soprattutto per la
costruzione di ponti.

Un tipico ponte ad arco con una sola campata è rappresentato nel seguente schema semplificato,
in cui sono evidenziati tutti i suoi particolari strutturali più comuni e rilevanti:

Fig. 2.1: Ponte ad arco in cemento armato

Si esaminano ora le sue parti, dandone per ciascuna una breve descrizione.
La spalla
La spalla è la parte in elevazione del ponte, che sostiene l’impalcato. Per ogni ponte ce ne sono
ovviamente due, una per ogni lato. Esse possono essere costituite di vario materiale, come ad
esempio:
Calcestruzzo armato
Muratura
Pietra
Il calcestruzzo armato è il materiale utilizzato più moderno, impiegato solitamente anche per le
opere di nuova realizzazione. La pietra e la muratura si ritrovano molto più frequentemente

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nelle costruzioni già realizzate e non molto recenti. È insolito che invece le spalle siano
completamente d’acciaio, come invece può accadere per le pile. Nel caso le spalle siano di
calcestruzzo (come quelle relative ai ponti analizzati successivamente) esse sono armate con due
tipologie di barre:
Barre verticali d’acciaio, resistenti a sollecitazioni flessionali
Barre orizzontali d’acciaio, resistenti a sollecitazioni di taglio
Il tipo d’acciaio, il diametro delle barre e la loro distanza relativa varia secondo le dimensioni
della sezione e delle sollecitazioni a cui la spalla è sottoposta in fase di esercizio.
Anche le dimensioni geometriche della spalla sono piuttosto variabili da ponte a ponte: quelle in
calcestruzzo però, in generale, presentano una struttura a parete con la dimensione in lunghezza
(ovvero quella in direzione ortogonale all’asse dell’impalcato del ponte) maggiore rispetto alle
altre due. Lo spessore di solito non supera il valore di qualche metro.
Nella parte retrostante la spalla è di solito presente un riempimento costituito da terreno di
riporto e, a volte, la spalla è corredata in estremità di muri laterali posti in direzione ortogonale
(oppure con un angolo generico) rispetto alla sua estensione in lunghezza.
La fondazione
La fondazione è la parte di connessione tra tutta la struttura in elevazione ed il terreno
sottostante. Per i ponti, le fondazioni sono tipicamente realizzate attraverso una:
Fondazione costituita da plinti su pali
Fondazione costituita da una platea
Fondazione a cassone
Fondazione costituita dalle pile che continuano al di sotto del piano campagna (chiamate
shafts). Esse non sono però molto comuni nei ponti nel nostro territorio.
Le fondazioni per i ponti ad una campata ovviamente sono poste esclusivamente sotto alle
spalle, mancando ogni tipo di pila nella loro composizione strutturale. In linea di massima la
fondazione deve garantire una rigidezza molto alta in condizione di esercizio ed essere
adeguatamente resistente nei confronti di tutti i tipi di sollecitazioni, siano esse statiche o
dinamiche e verticali o orizzontali.
I dispositivi d’appoggio
L’appoggio è il dispositivo che connette ciascuna spalla con l’impalcato sopra di essa. Il numero
di appoggi, le loro dimensioni, il loro comportamento in relazione alle sollecitazioni ed il loro
materiale costituente sono molto variabili.

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L’impalcato
L’impalcato è la connessione tra le due spalle e rappresenta la parte del ponte che sopporta per
prima tutti i carichi di esercizio, veicolari e non. L’impalcato quindi rappresenta direttamente
anche la funzionalità dell’opera, poiché ad esso è legato l’effettivo utilizzo del ponte.
Nel presente lavoro di tesi si analizzeranno ponti ad arco, nei quali è un arco appunto a
sostenere le campate.
L’arco è un elemento strutturale soggetto per forma a sforzi prevalenti di compressione; ciò
avviene quando la linea d’asse dell’arco si posiziona lungo la funicolare dei carichi e
quest’ultima non subisce variazioni nel tempo. Una variazione nella posizione o nell’entità dei
carichi porta la linea delle pressioni a spostarsi dall’asse dell’arco, producendo momenti
flettenti.
La tipologia del ponte ad arco è stata definita, nelle epoche passate, dal ponte ad arco romano,
realizzato con archi semicircolari e piloni di sostegno con una larghezza compresa tra 1/3 ed 1/5
della luce. Gli archi, infatti, venivano costruiti utilizzando una sola centina, che veniva smontata
e rimontata per realizzare l’arco seguente. La costruzione era studiata per fare in modo che il
cedimento di un arco non compromettesse la statica dell’intera struttura.
La pila era molto spessa per poter resistere alla spinta asimmetrica cui era sottoposta durante
l’operazione di movimentazione della centina.
Dal punto di vista tipologico i ponti possono essere suddivisi in base:
-al materiale con cui sono costruiti: ogni materiale richiama infatti determinate tipologie
strutturali per le sue caratteristiche di resistenza e le tecnologie connesse al suo impiego
- al rapporto arco-impalcato
– allo schema statico
Se si vuole procedere ad una suddivisone dal punto di vista dello schema statico, si possono
avere:
-Archi a tre cerniere
-Archi a spinta eliminata
-Archi a due cerniere
-Archi incastrati
L’ultima tipologia analizzata prevede che la linea delle pressioni non abbia alcun punto di
passaggio obbligato ed il materiale con cui solitamente si costruiscono tali ponti è la muratura.
Nell’arco a 2 cerniere, la linea delle pressioni è obbligata a passare per i perni delle cerniere
d’imposta e ha caratteristiche di buona adattabilità ai carichi mobili e ai cedimenti verticali delle
imposte perché compensati da una rotazione delle cerniere. Inoltre è sensibile ai cedimenti

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orizzontali delle imposte e alle variazioni di temperatura ed esercita una spinta minore rispetto
all’arco incastrato. Le reazioni verticali sono uguali a quelle di una trave appoggiata di pari luce.
Infine nell’arco a tre cerniere, la linea delle pressioni è obbligata a passare per i perni delle
cerniere d’imposta e per quello della cerniera posta in chiave. Inoltre questa tipologia è
insensibile alle variazioni di temperatura e ai cedimenti differenziati dei vincoli.
I ponti ad arco, per millenni gli unici costruiti dall’uomo, sono caduti ultimamente in disuso per
le difficoltà della loro costruzione che esige, nel caso del c.a., opere provvisionali (centine)
molto onerose.
Tuttavia, nella rete viaria e ferroviaria italiana, molti sono i ponti che hanno questo schema,
pertanto è di fondamentale importanza studiarne gli elementi fondamentali e il comportamento
sismico.
Sulla base dei criteri di progettazione delle strutture in c.a., della “anagrafica” dei ponti
appartenenti alle linee di RFI, è stata proposta una possibile suddivisione in classi omogenee
delle opere in c.a., finalizzata all’individuazione dei parametri tipologici, geometrici e
meccanici che influenzano la risposta sismica dei ponti in c.a.
La definizione di classi omogenee è legata alla valutazione della risposta sismica globale dei
vari tipi di ponti in c.a, attraverso l’individuazione della loro vulnerabilità sismica.
Una classe omogenea, rappresenta dunque l’insieme dei ponti che presentano gli stessi
meccanismi di risposta sismica e che pertanto possono essere rappresentati da un medesimo
modello meccanico.
Si riporta la suddivisone in tabella presentata nel capitolato tecnico.

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Fig. 2.2: Suddivisione per classi omogenee dei ponti ad arco in cemento armato

1.2 Caso studio


La presente tesi ha come oggetto di studio il viadotto ad arco RC-L04-007 , ubicato sulla linea
Battipaglia-Reggio Calabria. Si può inserire il ponte in un complesso di opere realizzate per il
raddoppio della linea Battipaglia-Reggio Calabria tra Eccellente e Rosarno via Mileto.
Il ponte ha una lunghezza complessiva di 50.10 m con tipologia ad arco a tre campate di luce
12.00 m ciascuna. La dimensione trasversale dell’impalcato è di 9.35 m ed è costituito da:
- Due spalle in cemento armato di dimensioni in pianta indicate in figura 2.7 ed altezza
pari a 4 m e 6 m.

- Due pile di ugual geometria, di altezza 9.15 m e sezione rettangolare rastremata con
base di dimensioni 2.35 m x 9.35 m e testa di 1.8 m x 9.35 m.
- La fondazione è diretta su plinti di sezione rettangolare e dimensioni in pianta alla base
pari a 13.9 m x 6.35 m per quelli relativi alle pile, e 7m x 10.8 m per i plinti delle spalle.
Il riempimento è costituito da materiale sciolto e il rinfianco da calcestruzzo non armato.

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Si indica nella figura successiva una sezione longitudinale del ponte e le sezioni delle spalle a
C:

Fig. 2.7: Sezioni delle spalle e sezione longitudinale del ponte

Ai due lati estremali della sezione trasversale, vi sono due muri di timpano che offrono
copertura laterale ai materiali precedentemente descritti di riempimento e rinfianco. Il ponte
poggia su due spalle e due pile in c.a., ciascuna con pulvino.

Per la valutazione delle caratteristiche geologiche e geotecniche si fa riferimento alla relazione


geologico-tecnica a disposizione
In figura 2.8 è riportata la vista longitudinale del ponte.

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 2.8. Vista longitudinale del ponte

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2 La definizione delle lunghezza di cerniera plastica


per analisi non lineari

La determinazione della posizione e della magnitudine delle deformazioni inelastiche negli


elementi strutturali in cemento armato è un passaggio critico nella caratterizzazione della
performance del ponte in caso di evento sismico. Sebbene è possibile attribuire caratteristiche di
duttilità ad altri elementi strutturali come travi da ponte o archi, solitamente gli elementi
verticali sono quelli che garantiscono le maggiori capacità rotazionali anelastiche. Solitamente
la progettazione di ponti prevede il mantenimento del comportamento inelastico nelle colonne e
lontano dalle sovrastrutture, il che rappresenta un elemento di diversità rispetto alla
progettazione degli edifici. Se tuttavia ci si confronta con costruzioni esistenti ad arco, è
necessario andare a valutare le risorse di duttilità dell’intera struttura, andandosi ad interrogare
anche sul raggiungimento di deformazioni notevoli nelle arcate.

Quando le deformazioni inelastiche di flessione avvengono in strutture in cemento armato,


dovute ai carichi gravitazionali e a quelli laterali, si può generalmente assumere che siano
concentrate in una zona di lunghezza finita. La diffusione della plasticizzazione, o lunghezza di
cerniera plastica, è un importante fattore nelle analisi di deformazione nelle strutture di ponti in
c.a. e include stadi elastici, plastici e di “softening”(fase discendente del ramo di una curva di
capacità).

Le cerniere plastiche si attivano nelle sezioni dove il momento flettente ha superato il momento
nominale associato allo snervamento della sezione. La rotazione plastica può essere calcolata,
negli elementi strutturali, integrando la distribuzione della curvatura. Per semplificare i calcoli,
la lunghezza di cerniera plastica Lp può essere definita come la lunghezza dove si è raggiunta
una curvatura plastica, Φp, assunta uguale a Φm- Φy, dove con Φm si indica la massima curvatura
e Φy rappresenta la curvatura di snervamento. Pertanto la rotazione associata alla cerniera sarà
data dalla seguente formulazione:

𝜃𝑝 = 𝑝 𝑙𝑝 = (𝑚 − 𝑦 ) ∙ 𝑙𝑝

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Fig. 2.4: Plasticizzazione in un elemento di mensola

Per lunghezza di cerniera plastica si intende quindi la lunghezza teorica dove si concentra il
danno nell’elemento strutturale. Lo spostamento massimo si raggiunge quando alla base si
arriva alla curvatura massima; per semplicità di calcolo si definisce una lunghezza equivalente
di cerniera plastica lungo la quale la curvatura plastica è assunta pari alla curvatura plastica
massima. Tale lunghezza è scelta in modo tale che lo spostamento plastico che ne deriva in
sommità è lo stesso di quello effettivo dovuto alla reale distribuzione di curvatura.

La lunghezza di cerniera plastica è stata studiata in maniera approfondita da numerosi


ricercatori tramite test statici su elementi di trave e colonna (Baker 1956, Baker and Amarakone
1964, Mattock 1964, 1967, Corley 1966, Park, Priestley, and Gill 1982, Priestley and Park
1987, Paulay and Priestley 1992, Sheikh and Khoury 1993, Mendis 2001).In questa sezione
verrà presentata una rassegna delle diverse formulazioni storiche possibili per il calcolo della
lunghezza di cerniera plastica in elementi in cemento armato. Alcuni studi relativi alle
lunghezze di cerniera su ponti verranno illustrati successivamente nella sezione relativa. Questi
studi includono quelli di Park, Priestley, and Gill 1982, Priestley and Park 1987, Tanaka and
Park 1990, Watson and Park 1994, Kovacic 1995, Dodd et al. 2000, Hachem et al. 2003, Bae
2005, and Phan 2007.

L’ Institute of Civil Engineeres commitee ha pubblicato un report sulla progettazione per


carico ultimo di strutture in cemento (I.C.E.1962), che include i principi della teoria della
massima capacità e le sue applicazioni nella progettazione. Questo documento specifica un
metodo empirico conservativo per il calcolo della lunghezza equivalente di cerniera plastica Lp

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Dove k1,k2 e k3 rappresentano l’influenza del tipo di acciaio di armatura, del carico sulla
colonna(se presente) e della resistenza del calcestruzzo nella Lp. La grandezza z invece è la
lunghezza di taglio, ossia la distanza della regione critica dal punto di controflessione, mentre d
è l’effettivo spessore. I coefficienti k sono stati determinati dall’esame dei risultati dei test
successivamente descritti. I valori limite per i coefficienti sono presentati di seguito:

Dove P è il carico agente sulla colonna in congiunzione con il momento flettente, Pu è la


capacità di carico della colonna caricata assialmente e cu è la resistenza cubica del calcestruzzo.
Ernst (1957) ha eseguito test su 30 travi semplicemente appoggiate aventi sezione di 150 mm x
305 mm, e lunghezza totale di 3050 mm. I parametri fondamentali del test sono stati la quantità
di armature presenti e la tensione di snervamento delle stesse. I ferri d’armatura sono stati
variati in lunghezza da 150 mm a 915 mm in prossimità della mezzeria. I range di variabilità
nella resistenza del materiale acciaio erano dall’1% a 5%, la resistenza del calcestruzzo a 28
giorni era 22 MPa o 28 MPa. La tensione di snervamento dell’acciaio approssimativamente
arrivava a valori intorno ai 310 MPa.

Anche altri ricercatori come McCollister nel 1954, Poologasoundranayagam nel 1960 e Chan
nel 1955, hanno eseguito test su provini dello stesso tipo con variazioni in termini di sezione,
resistenza del calcestruzzo e diversi quantitativi di armatura. Dall’analisi di questi test e dalla
loro comparazione è emerso un comportamento schematizzabile con la relazione presentata.

Dagli studi di Park, Priestley, e Gill (1982) è emerso che la lunghezza di cerniera plastica Lp
non è sensibile alle variazioni di carico assiale e ha un valore medio di 0.42h, dove h è l’altezza
della sezione analizzata. Anche questi test, sono stati realizzati andando ad effettuare esami di
laboratorio su campioni costituiti da colonne, sulle quali si sono andati ad applicare carichi per
portarle a rottura.

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Nella tabella di seguito riportata, sono indicati i risultati delle lunghezze di cerniera plastica
calcolate per le colonne testate e la relazione di questa dimensione con lo spessore della sezione.
Basandosi sui test effettuati nello studio, Park concluse che Lp=0.4h potesse essere usata come
una semplice e conservativa formulazione per la lunghezza di cerniera plastica in colonne in c.a.
Deve essere sottolineato però che la lunghezza descritta è quella da utilizzare nella valutazione
dei requisiti per la curvatura ultima, ma non deve definire la zona nella quale l’elemento
strutturale deve essere sottoposto a confinamento per la regione critica.

Il significato degli indici riportati in figura è il seguente:

1: Resistenza cilindrica a compressione del calcestruzzo

2: Carico assiale applicato

3: Fattore di carico assiale

4: Tensione di snervamento dell’acciaio

5: Quantità di armatura longitudinale

6: Diametro dell’armatura longitudinale

7: Valore di snervamento dell’armatura trasversale

8: Rapporto tra volume di armatura trasversale e nucleo di calcestruzzo

9: Quantità di armature rettangolari (requisiti ACI)

10: Lunghezza di cerniera plastica misurata

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

11: Rapporto tra lunghezza di cerniera plastica misurata e spessore della colonna

I risultati derivanti da esperimenti di ricercatori dell’Università di Canterbury (Gill et al. 1979,


Potangaroa et al. 1979, Ghee et al. 1981, Davey et al. 1975, Munro et al. 1976 and Heng et al.
1978) hanno validato la teoria per la quale la lunghezza di cerniera plastica Lp, possa variare tra
0.35 e 0.65 volte lo spessore totale dell’elemento per le colonne in c.a.

Basandosi sulla comparazione dei risultati prodotti da provini ottagonali (RRU 1983), è stato
rilevato che la Lp è indipendente dal livello di carico assiale ed è stato proposto dai predetti, il
valore di 0.5 D.

Dopo aver esaminato le evidenze degli studi dell’Università di Canterbury, Mander concluse
che i contributi alle deformazioni plastiche derivano in maniera primaria da due fonti:

-la diffusione della plasticità all’interno dell’elemento strutturale dovuta alle variazioni di
momento

-lo “yield penetration” dell’armatura longitudinale oltre il limite della cerniera plastica.

La lunghezza equivalente di “yield penetration”, Lpy, può essere scritta in termini di diametro
di armatura longitudinale dalle analisi forza spostamento effettuate nella maniera seguente:

Dove db è il diametro di armatura longitudinale. La lunghezza addizionale dovuta alla


diffusione della plasticità lungo l’estensione dell’elemento è stata stimata intorno al 6% della
lunghezza della colonna, dopo l’analisi dei risultati. Così la formulazione proposta è la
seguente:

Si tratta, confrontando la lunghezza calcolata con quelle determinate sperimentalmente, di un


approccio conservativo. Mander precisò inoltre, che l’equazione non doveva essere usata per la
stima dei requisiti di confinamento perché le curvature plastiche si diffondono all’incirca per tre
lunghezze di cerniera plastica.

19
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Invece di ottenere la lunghezza in esame analizzando la distribuzione delle curvature lungo la


colonna, un approccio alternativo è stato sviluppato da Priestley e Park, considerando la
relazione momento-curvatura per sezioni differenti lungo l’altezza dell’elemento. La
distribuzione della curvatura può essere calcolata usando l’equazione illustrata per ogni valore
di momento alla base. Lo spostamento previsto in cima alla colonna è quindi ottenuto
integrando il profilo delle curvature.

Il collasso avviene quando la colonna raggiunge il carico ultimo .

Fig. 2.5: Yield peneration e diffusione di plasticità per taglio

Priestley e Park hanno rilevato che l’approssimazione elastoplastica dovrebbe considerare una
lunghezza di cerniera plastica proporzionale alla lunghezza della colonna, perché le
distribuzioni di curvatura di elementi con identiche sezioni ma differenti altezze sono
geometricamente simili. Infatti questa relazione tra l’altezza della colonna e la lunghezza di
cerniera è stata accettata dalle più recenti formulazioni (Baker 1964;Corley 1966) e non fu
supportata dai precedenti risultati sperimentali per due ragioni successivamente spiegate: la
prima ragione è lo scorrimento o “slip” dell’armatura longitudinale rispetto al calcestruzzo.
All’interno della regione plastica infatti, lo scorrimento descritto comporta un aumento delle
deformazioni dell’acciaio nella sezione di base. In questo modo, la lunghezza di “yield
penetration” e il risultante slittamento diventeranno definitivamente indipendenti dalla

20
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

lunghezza della colonna L, e dipenderanno solamente dal diametro dell’armatura longitudinale.


La seconda ragione è l’influenza del taglio sul modello di rottura. Se le fessure sono inclinate
per influenza del taglio, l’ipotesi che le sezioni rimangano piane non è più valida, e le tensioni e
deformazioni dell’acciaio supereranno i livelli stimati basandosi sulla teoria delle sezioni piane.
Questo porta alla diffusione della plasticità, e ad un incremento della lunghezza di cerniera
plastica. La figura sopra presentata (b) illustra l’effetto dello yield penetration e la diffusione
della plasticità dovuta al taglio. Lo spostamento laterale del centro di massa della colonna è
calcolato integrando le distribuzioni di curvatura modificate.

Le formulazioni proposte da Priestley e Park, conseguite dallo studio della teoria descritta, sono:

I due studiosi ottennero buon accordo tra i risultati sperimentali per la Lp e i valori calcolati con
le formulazioni di equazioni indicate e la loro teoria fu confrontata anche con i risultati di altri
ricercatori (Gill et al. 1982, Potangaroa et al. 1981, Davey et al. 1975, Munro et al. 1976, Ng et
al. 1978, Ghee et al. 1985 and Mander et al. 1984). La lunghezza media calcolata fu di 0.5D
come indicato in tabella e i dati risultanti non mostrarono alcun tipo di relazione tra la Lp e il
carico assiale, il rapporto di armatura longitudinale o la tensione di snervamento dell’acciaio
longitudinale.

21
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Tanaka e Park (1990) completarono due serie di test sulle colonne. Il primo lotto era costituito
da 4 provini di lunghezza totale 1800mm e sezione 380mm x 400mm. Il secondo prevedeva
lunghezze di 1650mm e sezioni 550 mmx550mm. Il livello di carico assiale applicato (P/fc ′
Ag), la lunghezza di taglio, la configurazione delle armature trasversali, i dettagli di ancoraggio
furono le variabili principali. Le zone plastiche delle colonne furono progettate in accordo con il
codice NZS 3101:1982 sia per il confinamento che per il taglio.

Dopo aver testato i due lotti di provini, il risultato fu che la lunghezza equivalente di cerniera
plastica variava da 0.4 a 0.75 volte la dimensione trasversale della colonna. Tanaka e Park
osservarono che l’incremento di carico assiale decretava un aumento della Lp.

La tabella seguente illustra le proprietà meccaniche dei materiali e gli altri dettagli dei provini.

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

1: Resistenza cilindrica a compressione del calcestruzzo

2: Carico assiale applicato

3: Tensione di snervamento dell’acciaio

4: Rapporto volumetrico di armatura longitudinale

5: Spaziatura dell’armatura trasversale

6: Tensione di snervamento dell’armatura trasversale

7: Rapporto volumetrico dell’armatura trasversale al nucleo di calcestruzzo

8:Il rapporto tra l’area totale di barre rettangolari e le richieste dell’ACI

9: Dimensioni della sezione trasversale

10: Rapporto luce colonna e sezione

11:Lunghezza di cerniera plastica misurata

23
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Paulay e Priestley , in seguito ai loro studi riportarono che i valori teorici di lunghezza di
cerniera plastica basata sull’integrazione della distribuzione di curvatura per elementi
standardizzati, doveva tenere in conto anche la l, dove con l si indica l’altezza della colonna.
Comunque i valori di Lp, necessari al calcolo dello spostamento laterale, non erano consistenti
con le misure sperimentali, da loro valutate. Come mostrato nell’immagine seguente infatti, la
distribuzione di curvatura teorica precedentemente valutata, si interrompeva alla base
dell’elemento , mentre le reali tensioni dell’acciaio dovrebbero continuare per un tratto al di
sotto delle basi, a causa del legame di deformazione. L’allungamento delle barre longitudinali
oltre le base teorica causa una rotazione aggiuntiva e uno spostamento.

Fig. 2.6: Distribuzione di curvatura teorica e reale nella mensola

La formula seguente fu proposta in seguito alla rivisitazione dell’equazione precedentemente


illustrata, per considerare gli effetti delle armature a flessione con differenti valori di resistenza
sulla lunghezza di cerniera plastica .

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Dove l è la lunghezza della colonna a sbalzo, fye è la deformazione a snervamento delle


armature, e dbl è il diametro delle barre. La lunghezza consigliata da Paulay e Priestley si attesta
su valori vicini a 0.5d, dove d è lo spessore della sezione, per travi e colonne standard. E’ stato
osservato che la lunghezza equivalente di cerniera plastica e la regione dove è richiesto un
dettaglio di confinamento devono essere definite separatamente per garantire una buona
capacità di rotazione plastica. Nella figura presentata, è possibile individuare la diffusione della
plasticizzazione oltre la regione di cerniera plastica.

Watson and Park (1994) osservarono che la lunghezza delle potenziali cerniere plastiche
aumentava all’aumentare del carico assiale. Gli altri parametri, come il tipo di sezione non sono
stati valutati significativamente nella stima. La lunghezza equivalente è stata calcolata usando
l’equazione proposta da Priestley e Park e si è rilevato un valore di circa 0.56h, con h spessore
della colonna. Il codice NZS 3101, suggerisce di aumentare la lunghezza di confinamento
perché insufficiente per molte colonne, particolarmente per quelle soggette a sforzo normale. E’
stata proposta, dal nominato codice, la seguente formulazione per calcolare la lunghezza della
zona confinata per la maggior parte delle colonne:

Dove:

lc = lunghezza delle regione confinata in mm

h = Dimensione laterale della sezione rettangolare in mm

 = strength reduction factor

fc ′ = Resistenza cilindrica a compressione del calcestruzzo in ksi (Mpa)

Ag = Area della sezione trasversale in mm2.

Si è raccomandato l’uso delle formulazione proposta nella progettazione; nella soluzione si


suggerisce una lc pari ad h quando il carico assiale è zero e lc pari a 3h quando lo sforzo
normale è di 0.70Agfc ′ .

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

1: Resistenza cilindrica a compressione del calcestruzzo

2: Carico assiale applicato

3: Rapporto di carico assiale

4:Tensione di snervamento dell’acciaio longitudinale

5: Rapporto volumetrico di armatura longitudinale

6: Diametro dell’armatura longitudinale

7: La tensione di snervamento dell’armatura trasversale

8: Il rapporto volumetrico dell’armatura trasversale con il nucleo di calcestruzzo

9:Il rapporto dell’area totale effettiva di barre rettangolari e le richieste dell’ACI

26
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

10:Il rapporto tra la lunghezza di cerniera plastica calcolata usando l’Eq. e lo spessore della
colonna

Basandosi su un lavoro di ricerca precedente, un nuovo programma sperimentale fu portato


avanti da Bae nell’università di Austin nel Texas per investigare l’influenza di certi parametri
sulla lunghezza di cerniera plastica. Questi sono: il rapporto L/h, il livello di carico assiale
(P/P0) e la quantità di armature di confinamento. Il programma prevedeva dei test sperimentali
su un elevato numero di campioni con l’obiettivo di introdurre un nuovo approccio analitico per
stimare la Lp. Questo approccio prevedeva in prima analisi di misurare le deformazioni del
calcestruzzo compresso nelle regioni critiche lungo l’altezza della colonna, e poi, usando il
profilo delle deformazioni di compressione, di stimare la lunghezza di snervamento delle barre
longitudinali. Infine la Lp poteva essere calcolata sottraendo dalla zona totale dove era avvenuta
la plasticizzazione delle barre, l’effetto di confinamento delle armature(approssimativamente
0.25 volte l’altezza della sezione ). Una serie di analisi teoriche fu anche implementata per
indagare l’influenza del rapporto L/h sulla lunghezza Lp.

I risultati presentati evidenziano un’influenza del rapporto L/h sulla lunghezza di cerniera
plastica con proporzionalità diretta e questi effetti sono più pronunciati al crescere del carico
assiale.

Per verificare le conclusioni osservate negli studi analitici, furono esaminati in grande dettaglio
gli effetti dello sforzo normale sulla zona plastica. Bae stimò una lunghezza Lp all’incirca di
0.8h con livello di carico assiale pari a 0.52P0, che coincide con il massimo valore applicato. Se
si vuole tenere in conto l’effetto del confinamento, è necessario aggiungere una lunghezza
addizionale di 0.25h, con un totale di 1.05h . La lunghezza della regione confinata, seguendo le
indicazione del capitolo 21 dell’ACI318-05, dovrebbe essere la maggiore tra la dimensione
trasversale della colonna, un sesto dell’altezza libera e 457 mm. La zona indicata dall’ACI è
apparsa soddisfacente solo per bassi valori di sforzo assiale.

Quando le analisi di sensibilità furono completate, i risultati mostrarono che il carico assiale, il
rapporto L/h e il quantitativo di armatura influenzavano significativamente la lunghezza di
cerniera plastica. Usando pertanto relazioni lineari tra i parametri (P/Po, L/h, e As/Ag) e la
cerniera plastica, si è calibrata una relazione basata sui risultati della analisi. La formulazione
proposta è la seguente:

27
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Berry (2008), rivalutando la formulazione di Paulay e Priestley, propose una modifica, di


seguito riportata, che fu adottata dal dipartimento dei trasporti della California.

L’ultimo termine è stato aggiunto per includere l’effetto della “strain penetration” sulla
diffusione della plasticità. La nuova espressione fu calibrata usando i dati dei test sui parametri
in gioco e determinati usando algoritmi di ottimizzazione a disposizione. L’espressione ottima
fornita fu:

Infine l’EC8 propone per il calcolo di Lpl le seguenti relazioni, indipendenti da N:

𝐿𝑣 0.11 ∙ 𝑑𝑏𝑙 ∙ 𝑓𝑦𝐿


𝐿𝑝𝑙 = + 0.2 ∙ ℎ + 𝑎𝑠𝑙 ∙
30 √𝑓𝑐

0.24 ∙ 𝑑𝑏𝑙 ∙ 𝑓𝑦𝐿


𝐿𝑝𝑙 = 0.1 ∙ 𝐿𝑣 + 0.17 ∙ ℎ + 𝑎𝑠𝑙 ∙
√𝑓𝑐

Come emerge dalle formulazioni presentate, moltissimi studiosi hanno affrontato l’argomento
della lunghezza di cerniera plastica nel corso dell’ultimo secolo su elementi trave e colonna in
cemento armato. Molte proposte sono state indicate, le quali valutano la dipendenza della Lp da
numerosi parametri, che possono essere riassunti brevemente nei seguenti:

28
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

 Il carico assiale: numerose ricerche sono state condotte per esaminare l’influenza di
questo parametro sulla lunghezza di cerniera plastica (ICC Committee Report (1962),
Park et al. (1982), Priestley and Park (1987), Tanaka and Park (1990),Watson and Park
(1994), Bayrak and Sheikh (1997, and 1999),e Bae (2005)). Le osservazioni, comunque,
sono in disaccordo. Come menzionato negli studi di Park e Priestley e Park, la
lunghezza di cerniera plastica da loro proposta era insensibile alla variazione del carico
assiale. Park concluse che la semplice approssimazione lp=0.4h potesse essere usata
senza commettere errori significativi nelle colonne, a favore di sicurezza. Al contrario
Tanaka e Park, ma anche Watson e Park, riportarono una proporzionalità diretta tra
carico assiale e Lp. Solo però Watson e Park e Bae proposero espressioni che tengono
in conto l’effetto del carico assiale.
 Lo “Yield Penetration”e la diffusione del taglio. Mander (1983), Priestley e Park
(1987) e Paulay e Priestley (1992),hanno investigato gli effetti di questi fenomeni.
Proposero le loro formule, valutando anche il diametro dell’armatura longitudinale e
della lunghezza della colonna, basandosi sui risultati sperimentali.
 Il rapporto tra lunghezza di taglio e spessore della sezione (L/h). Questo fu una delle
variabili fondamentali per Tanaka e Park (1990) e Bae (2005). Tutte le osservazioni
fatte dai ricercatori vedono lo stesso risultato: la lunghezza di cerniera plastica aumenta
al crescere del rapporto descritto. Bae per primo provò a studiare la relazione tra la Lp e
il rapporto proponendo la sua formulazione.
 Caratteristiche della sezione. Espressioni consolidate per la lunghezza di cerniera
relazionano l’altezza della colonna, lo spessore della sezione e il diametro dell’armatura
longitudinale con la Lp.
 La variazione del momento flettente
 Il livello delle tensioni di taglio nella zona della cerniera plastica
 La resistenza del calcestruzzo
 Il livello di confinamento

La modellazione della plasticità in ponti in c.a. di nuova generazione, prevede generalmente,


che la formazione delle cerniere plastiche avvenga nelle pile piuttosto che nelle sovrastrutture.
Speciali dettagli costruttivi devono essere previsti lungo le zone di snervamento (designate
come zone di cerniere plastiche) per provvedere ad un comportamento soddisfacente durante gli
eventi sismici. Inoltre, modelli semplici per stimare lo spostamento (drift) in colonne da ponte

29
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

in c.a., possono essere implementati sfruttando la definizione di cerniera concentrata nella zona
plastica. I modelli che descrivono in maniera più accurata la formazione e lo sviluppo di zone di
progressiva plasticizzazione, possono servire da efficace metodo per avvalorare i calcoli per
analisi locali e globali effettuate in modellazioni semplici. Questo rappresenta uno degli
obiettivi di questo lavoro di tesi: riuscire a tarare una modellazione monodimensionale
facilmente implementabile, ma per la quale si richiede come parametro di input la lunghezza di
cerniera plastica, tramite modellazioni a crescente grado di precisione e accuratezza.

Se però nella progettazione si è soliti prevedere un comportamento anelastico degli elementi


strutturali verticali, evitando la plasticizzazione dell’impalcato, nel caso di studio e nel
complesso di opere che prevedono gli stessi criteri di progettazione del ponte in esame, è
necessario tenere in conto la formazione di zone plastiche all’interno delle strutture ad arco. Per
poter quindi studiare la struttura in fase plastica si sono valutate le basi di letteratura relative.

Il Bridge Engineering handbook, nella sua seconda edizione relativa alla progettazione sismica,
propone una formulazione di lunghezza di cerniera plastica per le pile da ponte soggette ad
azione sismica, pari a :

𝐿𝑝 = 0.08 ∙ 𝐿 + 0.15 ∙ 𝑓𝑦 ∙ 𝑑𝑏𝑙 > 0.3 ∙ 𝑓𝑦 ∙ 𝑑𝑏𝑙

Dove:

L= lunghezza della colonna dal punto di momento massimo al punto di controflessione


(lunghezza di taglio) (inc.)

fy = tensione di snervamento delle barre longitudinali di armatura (ksi)

dbl = diametro nominale delle barre di armatura longitudinali (in.)

Il primo termine quantifica la diffusione della plasticità lungo l’elemento strutturale (es. 8%
della lunghezza totale dell’elemento). Il secondo termine invece, quantifica la lunghezza delle
penetrazioni di deformazioni plastiche dentro l’elemento adiacente.

Per pile in cemento rinforzato, o pile in cemento pre-stressato, il contatto con il terreno tende a
distribuire le curvature lungo l’elemento e la formulazione prevista in questi casi è:

𝐿𝑝 = 0.1 ∙ 𝐻 + 𝐷

dove:

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

D = dimensione trasversale della sezione

H = luce di taglio

Lo studio nominato “Strength and ductility of concrete bridge columns under seismic loading”
di Priestley e Park, che prevede l’analisi di diverse sezioni di colonne da ponte (rettangolari,
quadrate, circolari, esagonali, cave), pubblicato sull’ACI Structural Journal, è volto ad
incrementare la comprensione del comportamento delle sottostrutture dei ponti. Nel citato
lavoro, si sono valutati i risultati di un numero elevato di provini di pile in cemento armato
soggette a carico assiale con inversioni degli spostamenti inelastici. Altra variabili valutate
sono: il quantitativo di armature, lo snervamento dell’acciaio. I risultati indicano che un valore
medio accettabile per la lunghezza di cerniera plastica può essere preso pari 0.5h, dove con h è
indicata la dimensione trasversale della sezione. La formulazione proposta a conclusione delle
analisi è la seguente:

𝐿𝑝 = 0.08 ∙ 𝐿 + 6 ∙ 𝑑𝑏

Gli studiosi Robert K.Dowell e Eric M.Hines, nell’elaborato di ricerca “Plastic hinge length of
reinforced concrete bridge columns” propongono un’espressione teorica della lunghezza di
cerniera plastica. La formulazione UCSD, largamente utilizzata in California per sezioni
rettangolari e circolari, basata sulla lunghezza h e sulla dimensione delle barre longitudinali, non
è risultata ben corrisposta dalle evidenze sperimentali dei loro studi, su sezioni complicate. Si
presenta di seguito l’espressione UCSD nominata:

𝐿𝑝 = 0.08 ∙ 𝐿 + 0.15 ∙ 𝑓𝑦𝑑 𝑑𝑏

Pertanto, per poter ottenere un risultato largamente applicabile, la proposta elaborata da Dowell
e Hines, non nasce da estrapolazioni scientifiche, ma da principi teorici. Si riporta la
formulazione descritta:

𝐿𝑝 𝜇 𝜂 𝑡𝑎𝑛𝜃 2 𝜂 2 𝜂
= + 𝜆𝑡𝑎𝑛𝜃 (1 − ) + 𝜆2 ( − )
𝐿 2 2 𝜇 8 6

L’espressione illustrata però se da un lato, tramite elaborazione teorica , definisce una lunghezza
di cerniera plastica universale, risulta essere molto complicata e di difficile applicazione.

31
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Nelle analisi svolte nel presente lavoro di tesi, su pile da ponte, la formulazione utilizzata sarà
quella proposta in normativa al §C8A.8., “Indicazioni aggiuntive relative ai ponti esistenti”. Si
presenta la nominata equazione:

𝐿𝑝 = 0.1𝐿𝑣

Quanto presente in letteratura però, non consente una definizione globale del modello a cerniere
concentrate, perché carente nella definizione della cerniera da assegnare agli elementi d’arco.

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

3 Analisi elastiche preliminari


Prima di analizzare nello specifico il comportamento del ponte in esame e le relative
modellazioni effettuate, si vuole fare un’introduzione sulle differenze relative alle possibili
analisi sismiche proposte in normativa.

Le analisi previste per ponti esistenti dalle NTC08 sono le seguenti, a crescente grado di
complessità (C8.7.2.Circolare del 02 febbraio 2009):

- Analisi statica lineare


- Analisi dinamica lineare
- Analisi non lineare statica
- Analisi non lineare dinamica

La normativa NTC 08, al paragrafo 7.3.3.1 descrive il secondo tipo di analisi citata:

L’analisi dinamica lineare consiste:


- nella determinazione dei modi di vibrare della costruzione (analisi modale),
- nel calcolo degli effetti dell’azione sismica, rappresentata dallo spettro di risposta di progetto,
per ciascuno dei modi di vibrare individuati,
- nella combinazione di questi effetti.
Devono essere considerati tutti i modi con massa partecipante significativa. È opportuno a tal
riguardo considerare tutti i modi con massa partecipante superiore al 5% e comunque un
numero di modi la cui massa partecipante totale sia superiore all’85%.

Altre analisi proposte da normativa sono quella non lineare statica e la dinamica non lineare. Si
tratta di approcci che tengono direttamente in conto le non linearità della struttura, permettendo
una valutazione più precisa della risposta attesa, ma a costo di una maggiore onerosità.
Come riportato al § 7.3.4.1delle NTC08, l’analisi non lineare statica consiste nell’applicare
alla struttura i carichi gravitazionali e, per la direzione considerata dell’azione sismica, un
sistema di forze orizzontali distribuite, proporzionalmente alle forze d’inerzia ed aventi
risultante (taglio alla base) Fb. Tali forze sono scalate in modo da far crescere monotonamente,
sia in direzione positiva che negativa e fino al raggiungimento delle condizioni di collasso
locale o globale, lo spostamento orizzontale dc di un punto di controllo. Il diagramma Fb - dc
rappresenta la curva di capacità della struttura. L’analisi richiede che al sistema strutturale
reale venga associato un sistema strutturale equivalente ad un grado di libertà.

33
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Per il ponte in esame si è realizzata in primo luogo l’analisi dinamica lineare, descritta nel
presente capitolo, per valutarne il comportamento strutturale, tramite la definizione della
geometria del modello e l’individuazione degli spettri di risposta relativi al sito. L’analisi ha
permesso l’individuazione dei modi di vibrare della struttura e di ottenere risultati di immediata
lettura. Le analisi di tipo lineare infatti, se da un lato costituiscono un approccio meno
sofisticato rispetto ad altri metodi proposti dalla normativa, permettono una facile riproduzione
del comportamento strutturale del ponte sotto azione sismica. Nel presente capitolo si è inoltre
analizzata l’influenza del terreno a tergo delle spalle con una modellazione con molle elastiche,
e l’effetto di una fessurazione degli elementi sul comportamento della struttura.
Le analisi e i risultati dell’analisi non lineare di pushover realizzata sul ponte, sono riportati nei
capitoli successivi.

3.1 Definizione e costruzione del modello in SAP

3.1.1 Modellazione della geometria


Per la realizzazione del modello agli elementi finiti (FEM) della struttura, in fase di analisi
preliminare, si è utilizzato il programma SAP2000.

SAP2000 è un programma di calcolo agli elementi finiti pensato fondamentalmente per le opere
di ingegneria civile. Vista la particolare complessità dell’opera oggetto di studio il modello è
stato in un primo momento disegnato in Autocad e poi importato in SAP2000. Gli elementi
utilizzati possono essere definiti come :

 Elementi frame (monodimensionali) : hanno 6 g.d.l. per nodo nello spazio e 3 g.d.l. per
nodo nel piano. Include tutti gli effetti: deformazione assiale, a taglio (sebbene per
elementi snelli sia trascurabile), torsione e flessione. Eliminando dei gradi di libertà,
cioè imponendo delle condizioni di vincolo interne o esterne (condizioni al contorno), si
possono ottenere dei sotto-elementi costituiti da: biella sottoposta a soli sforzi assiali,
barra di torsione e trave inflessa.

34
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Non è stata modellata la fondazione, ma per quanto riguarda il collegamento terreno-struttura


sono stati inseriti al piede di ogni pila e spalla dei vincoli di tipo “incastro”, posizionati, in
favore di sicurezza, alla base degli elementi strutturali.

Le pile sono state schematizzate come elementi frame posizionati nel baricentro delle stesse, ai
quali è stata assegnata una sezione rastremata di dimensioni maggiori alla base e minori in testa.
Le spalle possiedono una sezione a C, nel baricentro della quali è stato posizionato l’elemento
monodimensionale. Per questi elementi strutturali si è considerato lo spessore medio del muro
frontale. Gli archi sono stati modellati anch’essi con elementi frame per i quali si è deciso di
prolungare il tratto deformabile, all’interno del nodo rigido di connessione con spalle e pile, di
un’aliquota pari a metà della sezione dell’arco stesso. Le zone dei pulvini sono state trattate
come nodi rigidi nei quali gli elementi deformabili sono connessi da vincoli cinematici “link”,
che ne assicurano l’identicità di spostamenti e rotazioni. Pertanto il nodo rigido di connessione
arco-spalla prevede, dopo il prolungamento deformabile dell’arco, un tratto rigido rettilineo che
prosegue idealmente l’arco fino ad incontrare la verticale per la spalla, congiungendosi alla
stessa con un tratto verticale. Il pulvino della pila invece è stato schematizzato con una tripletta
di elementi rigidi che connette le due arcate con la testa della pila.

In figura 3.7 è indicata la schematizzazione della struttura.

Figura 3.7 .Struttura schematica elementi frame e nodi rigidi.

La scelta di modellazione adottata per le spalle è stata ponderata avendo confrontato la


soluzione indicata con altre proposte quali:

- Il posizionamento dell’elemento frame nel baricentro del muro frontale con schema di
braccio rigido indicato in Figura 3.8.

35
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

- Il posizionamento dell’elemento frame nel baricentro della C con schema di braccio


rigido indicato in Figura 3.9.
- Il posizionamento dell’elemento frame nel baricentro della C con schema di braccio
rigido indicato in Figura 3.10.

Figura 3.8 Figura 3.9. Figura 3.10.

Le differenze sono state quantificate in variazioni del periodo del primo modo di vibrare della
struttura; se alla soluzione scelta compete un periodo di 0.1559 s (vedi fig.3.11) , con la
soluzione di figura 3.8, il periodo sarà di 0.17s. L’opzione di figura 3.9 avrà come periodo
0.1538s e l’ultima T= 0.15633s.

Ci si è orientati per la scelta di posizionare il frame nel baricentro della C con schema di
braccio rigido indicato nella figura 3.11, per la maggiore correttezza della soluzione.

Figura 3.11.

Le sezioni degli elementi frame sono state definite tramite il comando section designer in SAP.
In questo modo si sono potute modellare le spalle con sezioni a C di dimensioni differenti,
indicate in figura 3.12 e 3.13.

36
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.12. Sezione spalla SA.

Figura 3.13. Sezione spalla RC.

La spalla in direzione Salerno (SA) ha altezza di 4 m, quella RC (direzione Reggio Calabria) di


6m.

Su entrambe le spalle grava il peso del muro di timpano, che non è stato valutato nella
modellazione, e non considerato quindi, in termini di rigidezza, ma solamente in termini di peso
strutturale.

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

La pila SA ha sezione rettangolare rastremata in altezza con dimensioni alla base 2.35m x
9.35m e in testa 1.8m x 9.35m. Sezione e armature della pila RC sono le stesse di quella in
direzione SA.

Gli archi presentano sezione rettangolare variabile, che per la modellazione è stata semplificata
in tre tratti a sezione costante di 0.983m, 0.811m, 0.722m, dalle imposte alla chiave. In
direzione trasversale mantengono costante la lunghezza di 9.35m, così come gli altri elementi
strutturali.

Per i materiali del riempimento e rinfianco si è deciso di trascurarne gli effetti strutturali, a
favore di sicurezza. Quindi, ai fini della vulnerabilità sismica sono considerati solo come massa
e non come elementi che meccanicamente contribuiscono alla resistenza della struttura.

La modellazione finale della struttura su SAP è presentata nella figura seguente.

Figura 3.14. Modellazione finale della struttura.

Sulla base delle informazioni acquisite dalle indagini sulle strutture, nonché sulle proprieà dei
materiali, sono stati acquisiti il livello di conoscenza (LC - § C8.A.1.A.4 - Circolare 02-02-
2009 n. 617) ed il fattore di confidenza (FC - § C8.A.1.A.4 - Circolare 02-02-2009 n. 617)
seguenti :

- LC2 (adeguato);
- FC = 1.2.

38
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Con riferimento a quanto riportato nel §8.7.1.5, nel caso di analisi elastica con il fattore di
struttura q, il valore di calcolo del generico parametro di resistenza (Rm,d) del materiale da
utilizzare nelle verifiche si ricava dividendo il valore medio (Rm) per il fattore di confidenza e
per il coefficiente parziale di sicurezza del materiale

Avendo determinato i valori della fck dalle prove nella relazione sulle indagini,differenziando tra
archi e pile e spalle in quanto i materiali di costruzione differiscono per caratteristiche
meccaniche, si è potuta determinare la f cm e il modulo di Young del materiale calcestruzzo con
le formule seguenti:

𝑓𝑐𝑚 = 𝑓𝑐𝑘 + 8 𝑀𝑝𝑎

𝑓𝑐𝑚 0.3
𝐸 = 22000 ∙ ( )
10

I valori di modulo di Young utilizzati nell’implementazione del modello sono:

𝐸 = 31086790 𝑘𝑃𝑎

𝐸 = 29104140 𝑘𝑃𝑎

Il primo valore è relativo al materiale calcestruzzo utlizzato per gli archi e il secondo è relativo
alle spalle e alle pile. I valori ottenuti fanno riferimento a rigidezze non fessurate. Al paragrafo
3.6 si sono condotte analisi che tengono conto della riduzione di rigidezza flessionale e a taglio,
valutando le differenze in termini di risposta della struttura.

In questa prima fase dello studio il comportamento dei materiali è dunque ipotizzato di tipo
elastico-lineare: si è interessati, infatti, all’analisi delle caratteristiche di un modello che rimane
in campo elastico. Tuttavia, il software FEM utilizzato (SAP2000), consente la definizione di
modelli costitutivi anelatici per i materiali, implementati nella successiva fase di analisi in
ambito non lineare che verrà discussa nei successivi capitoli del testo.

39
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

3.1.2 Analisi dei carichi


Le azioni agenti sulla struttura vengono classificate secondo la variazione della loro intensità nel
tempo, si riscontrano quindi:

Carichi Permanenti (G) : azioni che agiscono durante tutta la vita nominale della costruzione, la
cui variazione di intensità nel tempo è così piccola e lenta da poterle considerare con sufficiente
approssimazione costanti nel tempo; comprende dunque il peso proprio di tutti gli elementi
strutturali (G1) e non strutturali (G2).

Variabili (Q): azioni sulla struttura o sull’elemento strutturale con valori istantanei che possono
risultati sensibilmente diversi tra di loro nel tempo.

I carichi sono stati assegnati diversamente per i vari elementi strutturali; per caricare le arcate,
si è provveduto ad una suddivisione delle stesse in 18 elementi d’arco in modo da poter
considerare direttamente nel computo ciascun elemento.

In figura 3.15 è illustrato l’elemento d’arco e i relativi carichi che gravano su di esso.

Figura 3.15 Carichi su elemento d’arco

I pesi che vengono computati all’interno dei permanenti sono : il peso proprio, il peso del
rinfianco, del riempimento e del ballast.

40
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Il peso proprio strutturale, indicato con g ,è stato computato direttamente dal programma
0,k
SAP2000 in funzione della geometria della sezione, del peso specifico e del materiale
considerato.

Il peso del rinfianco, indicato con g 1,k ,è calcolato con le formula seguente:

g 1 k = A1 γ1 L /Δ L i
,
,quello del riempimento con

g 2 k = A2 γ2 L /Δ L i
,

e il peso del ballast g 3,k con :

g 3 k = A3 γ3 L /Δ L i
,

Con A , A e A3 si indicano le aree rispettivamente di rinfianco, riempimento e ballast che


1 2
competono a ciascun elemento d’arco.

I pesi specifici γ dei tre materiali, sono uguali a 24 kN/m3 , 21 kN/m3 e 19 kN/m3 .

La lunghezza L è la dimensione trasversale del ponte, valore per il quale occorre moltiplicare
l’area di ciascun materiale per ottenere i volumi gravanti sull’arco.

I pesi specifici del riempimento e del ballast, tengono conto del carico dei muri di sostegno,
muri che contengono i due materiali e costituiscono vincolo che impedisce la fuoriuscita degli
stessi in direzione trasversale.

I carichi variabili agenti sulla struttura in esame sono i carichi da traffico ferroviario di seguito
indicati. L’azione verticale indotta dal traffico dei convogli viene calcolata facendo riferimento
a treni reali. Per una categoria di linea D4, secondo lo schema convenzionale riportato nella
figura seguente, lo schema di carico è formato da quattro assi da 22.5 t ciascuno, distanziati
come indicato.

41
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.16 Treno di carico D4.

Il carico per metro lineare equivalente, come si evince dalla Figura 3.16 è pari ad 80 kN/m.

Si è considerato quindi un carico da traffico Q f,k di 80 kN/m, essendo presenti però due binari,
il carico ferroviario su singolo elemento risulterà essere uguale a due volte il carico da traffico
per il Δ xi diviso la lunghezza dell’elemento d’arco, Δ Li .

Il carico sulle spalle e pile è stato calcolato come indicato in figura 3.17.

Figura 3.17. Schema di carico spalla

42
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Anche in questo caso il peso proprio dell’elemento strutturale è computato tramite il programma
SAP. I pesi indicati con la lettera G e pedici 1,2,3,4 rappresentano i carichi dovuti a peso di
ballast, riempimento, rinfianco e pulvino. Questi sono applicati nel baricentro del muro frontale
(N2 in figura 3.18), mentre quelli derivanti dal peso dei muri di timpano hanno la loro risultante
in N1, e questo genererà un’eccentricità rispetto al baricentro e quindi un momento di calcolo
aggiuntivo. Il muro di timpano ha dimensioni 5m x 11.07m.

Figura 3.18. Dimensioni spalla SA

Nella tabella seguente si riassumono schematicamente i carichi assegnati agli elementi d’arco,
nominati in direzione X crescente con le lettere A,B e C per ciascuna campata e ordinati
numericamente. Si riportano solamente quelli agenti sui primi 9 elementi per simmetria.

43
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Infine sono descritti in forma tabellare i carichi per elemento strutturale assegnati. Si tratta, in
questo caso, di forze concentrate in testa al frame.

Figura 3.19. Carichi per elemento srutturale

3.2 Analisi sismica


L’azione sismica viene considerata mediante spettri di risposta elastici in accelerazioni
orizzontali e verticali definiti in base al §3.2 delle NTC08.

Le capacità dissipative della struttura vengono prese in considerazione con lo spettro di progetto
allo Stato Limite di Salvaguardia della vita, con l’introduzione di un fattore riduttivo q ( fattore
di struttura), che va a ridurre le forze elastiche. L'analisi delle strutture soggette ad azione
sismica può essere lineare o non lineare. Per gli stati limite ultimi si considerano sistemi
dissipativi, per cui gli effetti delle azioni sismiche sono calcolati riferendosi allo spettro di
progetto ottenuto assumendo un fattore di struttura q maggiore dell'unità.

Ai fini del progetto o della verifica della struttura agli stati limite ultimi si tiene conto delle
capacità dissipative della struttura riducendo le forze elastiche: viene così considerata in modo
semplificato la capacità dissipativa anelastica della struttura, la sua sovra-resistenza,

44
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

l’incremento del suo periodo proprio a seguito della diminuzione di rigidezza dovuta alle
plasticizzazioni.

3.2.1 Determinazione dell’azione sismica


Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, sulla base dell’approccio semplificato
(NTC 2008), per poter identificare la categoria di sottosuolo, è possibile definire che :
in base alla velocità delle onde di taglio presenti fino alla profondità di 30m dal piano di
fondazione dell’opera, individuata sulla base di specifiche indagini sismiche, pari a V30= 554
m/sec, la categoria di sottosuolo di appartenenza risulta essere la B: Rocce tenere e depositi di
terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori
superiori a 30 m.
Per classificare topograficamente la superficie, avvalendosi della relazione geologico-tecnica si
stabilisce che: in base all’analisi della topografia dell’area, la categoria di condizioni
topografiche è la T1 ‘Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media ≤
150’.
Per il ponte in esame, si considera una vita nominale di 50 anni, ed una classe d’uso III
(Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per
l’ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e reti ferroviarie la
cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le conseguenze di un loro
eventuale collasso) a cui corrisponde un periodo di riferimento pari a 75 anni. Ne derivano i
seguenti periodi di ritorno per la definizione dell’azione sismica:

 SLO: TR = 45 anni;
SLD: TR = 75 anni;
SLV: TR = 712 anni;
SLC: TR = 1462 anni;

3.2.2 Spettri di risposta


Per la determinazione degli spettri di risposta ci si è avvalsi del file “Spettri NTC vers. 1.03”,
scaricabile dal sito del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Il documento fornisce gli spettri
di risposta rappresentativi delle componenti orizzontali e verticali delle azioni sismiche di
progetto per il generico sito del territorio nazionale. La definizione degli spettri di risposta
relativi ad uno Stato Limite è articolata in 3 fasi, ciascuna delle quali prevede la scelta e
l’inserimento di parametri relativi al sito. Durante la fase 1 si individua la pericolosità sismica

45
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

del sito, sulla base dei risultati del progetto S1-INGV, la fase 2 prevede la scelta della strategia
di progettazione e la fase 3 la determinazione dell’azione di progetto.

Come coefficiente e di struttura per la componente orizzontale si è adottato 1.2, mentre per la
componente verticale, come indicato al punto 7.3.1 della normativa NTC 08, si assume q=1.

Si riportano di seguito le immagini relative alla definizione dello spettro di risposta elastico.

Spettri di progetto agli SLV

Spettro di progetto
orizzontale agli
SLV

Spettro di progetto
Se [g]

verticale agli SLV

T [s]

Figura 3.20. Spettro elastico di risposta nelle componenti orizzontali e verticali di accelerazione per lo SLV

3.2.3 Componenti dell’azione sismica e combinazione con le altre azioni

Ai fini delle verifiche si fa riferimento alla combinazione sismica :

46
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

dove :

G1 rappresenta il peso proprio di tutti gli elementi strutturali, il peso proprio del terreno
quando pertinente, le forze indotte dal terreno (esclusi gli effetti di carichi variabili applicati al
terreno), le forze risultanti dalla pressione dell’acqua (quando si configurino costanti nel
tempo);

G2 rappresenta il peso proprio di tutti gli elementi non strutturali;

P rappresenta pretensione e precompressione;

Qk,i rappresenta il valore caratteristico della i-esima azione variabile;


Ψ2i sono i coefficienti di combinazione per tenere conto della ridotta probabilità di
concomitanza delle azioni variabili con i rispettivi valori caratteristici;
E rappresenta l’azione sismica per lo stato limite e per la classe di importanza in esame.

Gli effetti dell’azione sismica sono valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti
carichi gravitazionali:

Le norme tecniche attualmente in vigore prevedono l’applicazione di un’aliquota pari al 20%


del carico ferroviario in presenza dell’azione sismica di progetto allo SLU, sia per il nuovo che
per l’esistente, per cui il coefficiente Ψ2 associato al carico da treno è pari a 0.20.

3.2.4 Risultati dell’analisi modale


L’analisi modale consiste nella soluzione delle equazioni del moto della costruzione,
considerata elastica, in condizioni di oscillazioni libere, (assenza di forzante esterna) e
nell’individuazione di particolari deformate che costituiscono i modi naturali di vibrare di una
costruzione .Questi modi di vibrare sono una caratteristica propria della struttura, in quanto sono
individuati in assenza di alcuna forzante, e sono caratterizzate da un periodo proprio di
oscillazione T, da uno smorzamento convenzionale, caratteristiche proprie degli oscillatori
elementari (sistemi dinamici a un grado di libertà), nonché da una forma. Qualunque

47
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

configurazione deformata di una costruzione, e quindi anche il suo stato di sollecitazione, può
essere ottenuta come combinazione di deformate elementari, ciascuna con la forma di un modo
di vibrare. Ovviamente, in funzione dell’azione che agisce sulla costruzione, alcuni modi di
vibrare avranno parte più significativa di altri nella descrizione della conseguente
configurazione deformata.

Di seguito sono riportati i risultati dell’analisi modale del ponte:

Figura 3.21. Prima forma modale di periodo T= 0.156 s (Modo 1 in direzione longitudinale)

Figura 3.22. Seconda forma modale di periodo T= 0.101 s (Modo 2 in direzione longitudinale)

48
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.23. Terza forma modale di periodo T= 0.09 s (Modo 3 in direzione trasversale)

Figura 3.24. Quarta forma modale di periodo T= 0.073 s (Modo 4 in direzione trasversale)

49
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.25. Quinta forma modale di periodo T= 0.0608 s (Modo 5 in direzione trasversale)

Figura 3.26. Sesta forma modale di periodo T= 0.057 s (Modo 6 in direzione longitudinale)

50
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.27. Settima forma modale di periodo T= 0.052 s (Modo 7 in direzione longitudinale)

Figura 3.28. Ottava forma modale di periodo T= 0.047 s (Modo 8 in direzione longitudinale)

Come si evince dall’osservazione delle immagini sopra riportate e dall’analisi dei risultati
riportati nella tabella a seguire, il primo modo fondamentale longitudinale è il modo N.ro 1 (T =
0.1560 s, % massa partecipante 47.64) mentre quello trasversale è il modo N.ro 3 (T = 0.0918 s,
% massa partecipante 40.11).

51
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.29. Out-put analisi modale ottenuti dal software di calcolo

Nell’immagine 3.29 vengono presentati gli output rilevanti della struttura relativi all’analisi
modale svolta; le espressioni presenti hanno il seguente significato:

→ Step Num = rappresenta l’i-esimo modo di vibrare della struttura in ordine decrescente di
periodo.

→ UX, UY e UZ = rappresentano, rispettivamente, la percentuale di massa partecipante (su un


totale di 1) nelle traslazioni in direzione X, Y e Z.

→ RX, RY e RZ = rappresentano, rispettivamente, la percentuale di massa partecipante (su un


totale di 1) nella rotazione attorno ad X, Y e Z.

→ SumUX, SumUY e SumUZ = rappresentano, rispettivamente, la sommatoria delle masse


partecipanti nella traslazione in direzione X, Y e Z.

→ Period = rappresenta il periodo, in secondi, relativo a ciascun modo di vibrare.

→ Frequency = rappresenta la frequenza , in cicli/sec, relativa a ciascun modo di vibrare.

→ Eigenvalue = rappresenta l’autovalore, relativo a ciascun modo di vibrare.

→ Se(T) = rappresenta l’accelerazione spettrale corrispondente a ciascun modo di vibrare.

52
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Dopo aver estratto gli output dal programma di calcolo ed aver analizzato le deformate relative
ai modi di vibrare della struttura, è stato considerato il contributo dell’azione sismica all’interno
del programma. Estratti gli spettri dal file NTC, i grafici plottati sono stati inseriti tramite il
comando Function nel programma di calcolo. In questo modo si può tener conto del sito nel
quale la struttura è costruita con la relativa accelerazione al suolo e l’accelerazione di picco.

Il seguente grafico indica il function graph inserito.

Figura 3.30 Grafico period vs value su SAP.

Avendo definito la funzione precedentemente indicata, il passaggio successivo è stato quello di


definire un Load Case di tipo Response Spectrum come indicato in Figura 3.31, con
combinazione modale CQC.

53
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.31 Definizione Load Cases

Infine, per tenere conto della risposta alla diverse componenti dell’azione sismica ed alla
variabilità spaziale del moto, si sono combinati gli effetti sulla struttura tramite i load
combination ,applicando la seguente espressione, con permutazione dei coefficienti
moltiplicativi:

Con l’orientazione x è indicata la direzione longitudinale, con y quella trasversale e con z infine,
quella verticale.

Dalla combinazione descritta si sono estratti i valori di sollecitazione sulla struttura per le
verifiche successivamente svolte.

54
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

3.3 Influenza del terreno nella modellazione


Le analisi dinamiche descritte hanno trascurato, in favore di sicurezza, la presenza del terreno a
tergo delle spalle che ha un effetto stabilizzante in quanto limita il movimento longitudinale
delle spalle, impedendo o riducendo lo spanciamento dell’elemento arco. Pertanto si è ritenuto,
prima di procedere con le verifiche, di analizzare come l’effetto descritto si ripercuota sulla
struttura . Per schematizzare il comportamento del terreno si sono utilizzate delle molle
elastiche (springs).

3.3.1 Seismic design of highway foundations


Per determinare la rigidezza da assegnare alle molle elastiche a tergo delle spalle, si è utilizzata ,
come indicazione di massima, la prescrizione del seismic design of highway foundations,
volume 2, report No FHWA/RD-86/102. Il testo descrive delle procedure specifiche per la
progettazione sismica di fondazioni di ponti e spalle, basate su metodi di comprovata
affidabilità.

All’ interno del documento, sono presentati metodi di progetto per passerelle, pile, spalle e
pozzi, con presentazione di procedure di indagine in situ e in laboratorio. All’interno del
capitolo 8 , relativo all’analisi delle spalle, viene presentata la procedura per la determinazione
delle rigidezze del terreno. Questa consiste nell’idealizzare il comportamento del riempimento
di terreno a tergo del muro (spalla), ad una molla traslazionale e rotazionale posizionata a 0.37
h, con h altezza del muro. Si tratta di un metodo semplificato particolarmente preciso nel caso in
cui alla spalla venga applicata la sola traslazione laterale.

Figura 3.32 Metodo semplificato

55
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

La formulazione proposta dal manuale prevede la seguente rigidezza traslazionale per le molle
elastiche:

𝐾𝑠 = 0.425𝐸𝑠 𝐵

dove

Es è il modulo di Young del terreno

B è lo spessore del muro.

Per la stima del modulo elastico del terreno si è ipotizzato un terreno mediamente addensato
con E=60 Mpa (rif. Proprietà elastiche dei terreni, Bowles). La rigidezza traslazionale calcolata
è pertanto:

𝑘𝑁
Ks= 233815.04
𝑚

E’ stato realizzato quindi, un modello del ponte con le molle elastiche a tergo delle spalle di
rigidezza indicata, applicate sull’elemento frame tramite il comando frame springs.

3.3.2 Risultati della modellazione con molle


Di seguito verranno riportati i risultati dell’analisi modale svolta sul modello con molle.

Figura 3.33 Prima forma modale modello con molle di periodo T =0.156 s ( direzione longitudinale)

56
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.34 Seconda forma modale modello con molle di periodo T =0.101 s ( direzione longitudinale)

Figura 3.35 Terza forma modale modello con molle di periodo T =0.091 s ( direzione trasversale)

Come si evince dai risultati delle analisi, i primi 3 modi di vibrare presentati sono gli stessi del
modello senza molle, visti precedentemente. I primi due sono traslazionali in direzione
longitudinale e il terzo, sempre traslazionale, ma in direzione trasversale.

57
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

3.3.3 Confronto fra modellazioni


Nei seguenti paragrafi, i modelli verranno confrontati in termini di periodi, sollecitazioni e
spostamenti, per avere una panoramica più accurata dell’effetto indotto dalle molle.
Visualizzando solamente la forma del modo di vibrare infatti, non si riesce a quantificare la
differenza, pertanto si è deciso di approfondire illustrando numericamente in cosa differiscono i
modelli.

3.3.4 Confronto tra periodi e masse modali


Nel seguente grafico verranno presentati i periodi e le masse modali dei due modelli, il primo
senza e il secondo con le molle.

Figura 3.36 Confronto periodi e masse modali

Come si evince dai risultati proposti, non si rilevano differenze significative in termini di
periodi ,che risultano coincidere per la totalità dei modi presentati. Anche le masse modali,
eccetto per lievissime differenze, si attestano su valori sostanzialmente uguali, indicando un non
mutato comportamento della struttura relativamente all’analisi modale.

Per fare una valutazione sul tema a tutto tondo, ci si è interrogati sugli effetti di molle con
rigidezze via via crescenti sui modi di vibrare della struttura. Si sono costruiti diversi modelli

58
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

con variazioni di rigidezza di un ordine e due ordini di grandezza, e un modello al quale sono
stati apposti carrelli a tergo delle spalle, per simulare l’impossibilità al movimento delle
suddette.

I modelli descritti sono denominati così come di seguito riportato:

-Modello frame 1 :modello senza molle

-Modello frame 2 : modello con molle, la cui rigidezza è 233815.04 kN/m

- Modello molle 10x: modello con molle, la cui rigidezza è 2338150.4 kN/m

- Modello molle 100x: modello con molle, la cui rigidezza è 23381504 kN/m

-Modello carrelli verticali: modello senza molle, con carrelli verticali a tergo delle spalle.

Nel confronto ivi presentato, si è voluto evidenziare come le variazioni indotte dall’inserimento
di molle sul periodo sono molto modeste, fino ad arrivare ad una piccola variazione nel modello
con carrelli. Pertanto, anche variando considerevolmente la rigidezza della molla, le differenze
in termini di periodo sono impercettibili.

3.3.5 Confronto tra sollecitazioni


Dopo aver analizzato le differenze nei periodi di vibrare della struttura, si è voluto considerare
l’effetto sulle sollecitazioni derivante dall’utilizzo delle molle sulle spalle.

I risultati sono presentati in forma schematica andando ad individuare in tutti gli elementi
strutturali, il punto di massima sollecitazione, per poter fare un confronto proprio tra le massime
sollecitazioni. Per ogni elemento, a seconda della combinazione, si andrà a massimizzare il

59
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Momento M3, o lo sforzo normale N , o il Momento M2, così da avere 3 valori a seconda del
massimo delle diverse caratteristiche della sollecitazione.

Inoltre vengono riportate anche le differenze in termini di spostamenti in chiave delle 3 arcate
nei due modelli.

Figura 3.37 Confronto tra sollecitazioni

Quello che è stato messo in evidenza per i periodi e le masse, risulta riproporsi anche nella
tabella antecedente. Le differenze che si riscontrano sono molto lievi e questo dimostra che la
presenza delle molle non induce variazione significativa di sollecitazioni all’interno della
struttura.

3.3.6 Confronto tra deformazioni


Per investigare le motivazioni delle trascurabili variazioni indotte dalla presenza delle molle, si
sono andati a confrontare gli spostamenti delle spalle per poter avere un’indicazione di quanto
la rigidezza delle molle potesse influire sul comportamento della struttura.

Si sono analizzate le deformate delle spalle nelle due differenti modellazioni con la
combinazione più gravosa per la struttura (Ex+0.3Ey+0.3Ez) in figura 3.38.

60
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Ciò che emerge è che le variazioni indotte dalla presenza di molle traslazionali a tergo delle
spalle, espresse in termini di spostamento orizzontale valutato in testa alle stesse, sono di ordine
inferiore al decimo di millimetro. Tali variazioni di ridotta entità derivano dalla elevata
rigidezza della spalla. L’introduzione, quindi, di molle traslazionali produce variazioni di natura
trascurabile sui periodi fondamentali, sulle sollecitazioni e sulle deformazioni degli elementi
strutturali.

Figura 3.38 Confronto tra deformazioni

61
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

3.4 Verifiche a pressoflessione


Le verifiche a pressoflessione sono state realizzate secondo le indicazioni di normativa al punto
7.9.5.2, nel capitolo relativo ai criteri generali di progettazione per ponti. Si riporta il capitolo
della normativa per chiarezza.

7.9.5.2.1 Verifiche a presso-flessione


Nelle sezioni comprese nelle zone critiche deve risultare:

MEd≤MRd

nella quale:
MEd è il momento flettente (accompagnato dalla sollecitazione assiale e dal momento flettente in
direzione ortogonale) derivante dall’analisi;
MRd è il momento resistente della sezione, calcolato tenendo conto della sollecitazione assiale e
del momento ortogonale agenti.
I momenti flettenti e il taglio di calcolo, da utilizzare per la verifica degli elementi strutturali,
sono quelli ottenuti dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico
precedentemente indicate.

I momenti resistenti sono da calcolare sulla base delle armature flessionali effettivamente
presenti, per la valutazione delle quali, ci si è avvalsi del progetto del ponte esistente.

62
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

3.4.1 Verifiche a pressoflessione arco


Per la verifica delle sezioni d’arco si è suddiviso lo stesso in 3 tratti a spessore costante
(imposte, intermedia, chiave). Le armature all’interno delle arcate variano infatti con la
lunghezza, e anche le sezioni sono variabili, pertanto si è scelto di procedere come indicato.

Figura 3.39 Suddivisione arco

Come visibile in figura 3.40, le armature nell’arco consistono in :

-37 Φ 18 superiori nel tratto di imposta

- 36 Φ 18superiori lungo tutto il semi-arco

-19 Φ 18 inferiori lungo tutto il semi-arco

63
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.40 Descrizione armature all’interno dell’arco nel progetto originale dell’opera.

Dopo aver individuato quali e quante armature fossero presenti, si sono costruiti i 3 domini M-
N , tramite il programma VCA slu, relativi ai 3 tratti, e confrontati con le sollecitazioni agenti.

Di seguito si presentano le caratteristiche dei materiali:

64
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

In figura 3.41 è indicata la procedura per ottenere il dominio di rottura sul programma VCA slu;
dopo aver inserito le caratteristiche geometriche della sezione, si sono aggiunti i dati relativi
all’armatura dell’elemento per poi procedere con la creazione del dominio.

Figura 3.41 Creazione del dominio M-N suVCA slu

65
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.42 . Creazione del dominio M-N suVCA slu

Successivamente alla generazione del dominio M-N , si sono andate a valutare le sollecitazioni
agenti sull’arco, in entrambe le direzioni longitudinale e trasversale.

Si presentano, di seguito, quelle relative agli elementi A1,A2,A3 della prima arcata. Lo stesso
procedimento di estrazione dal programma di calcolo, è stato applicato a tutti gli elementi dei
tre archi, ma per semplicità, non se ne riportano tutti i valori numerici.

66
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

67
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Successivamente all’estrazione delle sollecitazioni, si sono confrontate queste con il dominio


resistente nelle due direzioni ortogonali e posizionate all’interno del diagramma M-N in modo
da evidenziare quali sollecitazioni eccedessero la resistenza. Nelle figure seguenti viene
presentato il dominio di rottura M-N in direzione longitudinale e traversale delle imposte
dell’arco, una delle tre sezioni di suddivisione dello stesso. In direzione longitudinale il
momento sollecitante sarà l’ M3 , mentre il momento agente nella direzione ortogonale alla
precedente è l’ M2.

50000
Dominio M3-N
40000

30000

20000

10000
M (k Nm)

0 Dominio M-N
-50000 0 50000 100000 150000 200000 250000 300000 350000
-10000

-20000
Sollecitazioni
-30000 agenti

-40000

-50000
N (k N)

Figura 3.43 Dominio M3-N della sezione delle imposte dell’arco.

68
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

400000
Dominio M2-N
300000

200000

100000
M (k Nm)

0
-50000 0 50000 100000 150000 200000 250000 300000 350000
-100000

-200000 Dominio M-N

-300000 Sollecitazioni
agenti
-400000 N (k N)

Figura 3.44 Dominio M2-N della sezione delle imposte dell’arco.

Come si evidenzia dai grafici presentati, le sollecitazioni nel dominio M2,risultano essere
totalmente all’interno del predetto, di conseguenza la verifica risulta soddisfatta. Il grafico nella
direzione longitudinale invece, vede alcuni punti al di fuori della regione, con conseguente
presenza di sezioni non verificate all’interno della zona “imposte”.

Le sollecitazioni agenti includono tutti i casi di carico di seguito elencati, per i quali si avrà però
una direzione prevalente più gravosa, che nel caso in esame è quella con Ex.

-Ex+0.3Ey+0.3Ez

-Ey+0.3Ex+0.3Ez

-Ez+0.3Ex+0.3Ey

Lo stesso procedimento di verifica è stato ripetuto per le altre sezioni dell’arco (intermedia e
chiave) individuando i domini di resistenza e le sollecitazioni agenti. La verifica non è risultata
soddisfatta in direzione longitudinale; in direzione trasversale la verifica risulta viceversa
ampiamente soddisfatta.

Dopo aver verificato l’effettiva presenza di punti di sollecitazione all’esterno dei domini di
resistenza, si è indagato sulla posizione di queste sezioni all’interno dell’arco.

69
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Per determinare le sezioni non verificate, si è costruito un foglio elettronico, che restituisce, in
un grafico, al variare dei casi di carico, i punti in cui il fattore di sicurezza, FS, è inferiore
all’unità.

Per fattore di sicurezza si indica il rapporto seguente:

𝑀𝑟𝑑
FS =
𝑀𝑠𝑑

Con :

Mrd :Momento resistente

Msd : Momento sollecitante

Entrambi i valori sono stati valutati in ogni punto di discretizzazione dell’arco e per tutti i casi
di carico. Il valore del fattore di sicurezza è un indice di quanto la sezione sia non verificata,
tanto più il numero sarà inferiore all‘unità, tanto più la sezione sarà lontana dalla soddisfazione
della verifica.

Le figure di seguito riportate rappresentano i grafici conclusivi dello studio effettuato: sulla
geometria delle tre arcate ci indicano quali e quante sezioni hanno FS inferiore all’unità e ne
riportano il valore minimo. Le sezioni che non verificano sono indicate in rosso, mentre
l’assenza di punti rossi indica una verifica soddisfatta per ogni sezione. Il foglio elettronico
costruito permette, facendo variare il menù a tendina in alto a destra, di selezionare il caso di
carico e, con un riaggiornamento automatico, di vedere a schermo i punti corrispondenti alle
sezioni non verificate.

FS minimo 0.17
2222

Figura 3.45 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ex+0.3Ey+0.3Ez

70
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

FS minimo 1.20
1

Figura 3.46 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ey+0.3Ex+0.3Ez

FS minimo 0.94
91

Figura 3.47 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ez+0.3Ex+0.3Ey

I risultati schematizzati in figure 3.45-3.47 evidenziano una verifica non soddisfatta a


pressoflessione agli SLU. La verifica con il secondo caso di carico invece vede ogni punto con
FS superiore ad 1.

3.4.2 Verifiche a pressoflessione spalle e pile


Per le verifiche relative alle spalle e alle pile, si è seguito lo stesso iter indicato per l’arco. Si è
quindi provveduto a graficare il dominio M-N, ottenuto tramite il programma VCA slu e a
confrontarlo con le sollecitazioni agenti sugli elementi strutturali.

Le armature delle spalle sono mostrate in figura 42 ed elencate di seguito:

-11 Φ 14 in posizioni 3 ed 8 rispettivamente per la spalla SA e RC

71
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

-10 Φ 14 in posizioni 43 e 45

-6 Φ 14 in posizioni 42 e 44

-10 Φ 14 in posizioni 45-50 e 52-56

-3 Φ 12 in posizioni 1 e 9

Figura 3.48 Armature nelle spalle

Nella figura seguente si evidenzia come esistano anche in questo caso, relativamente alle spalle,
sezioni non verificate in alcuni casi di carico.

Si è indagato su quali fossero queste sezioni, avvalendosi di un foglio elettronico analogo a


quello precedentemente descritto, in grado di restituire i punti nei quali la sollecitazione agente
ecceda la resistenza e per quali casi di carico questo fenomeno avvenga.

L’unico caso di carico in cui esistono sezioni , per entrambe le spalle, con FS inferiore al valore
1 è quello presentato in figura 3.50, ossia quello con Ex prevalente: Ex+0.3Ey+0.3Ez ; pertanto
verrà presentato solamente il grafico nominato.

72
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Dominio M3-N
800000

600000

400000
M (k Nm)

200000

0
-200000 0 200000 400000 600000 800000 1000000 1200000
-200000
DOMINIO M-N
-400000

-600000 Sollecitazioni agenti


N(k N)

Figura 3.49 Dominio M3-N spalla SA

Il dominio presentato è relativo alla spalla SA (direzione Salerno), e non si riporta il dominio
della spalla RC in quanto entrambe mostrano un comportamento analogo. Inoltre si è deciso di
riportare solamente il grafico M3-N e non anche l’ M2-N perché quest’ultimo risulta soddisfare
ampiamente le verifiche.

Di seguito si evidenziano, tramite lo stesso foglio elettronico utilizzato per gli archi, le sezioni
non verificate delle spalle.

FS minimo 0.726

Figura 3.50 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ex+0.3Ey+0.3Ez, spalla SA

73
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

FS minimo 0.857

Figura 3.51 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ex+0.3Ey+0.3Ez, spalla RC

Infine si presentano le armature nell’elemento strutturale pila e i risultati delle verifiche sulla
pila RC che risulta essere quella maggiormente sollecitata.

La pila risulta armata con :

-80 Φ 18 in posizione 20 (sui lati lunghi dell’elemento )

-6 Φ 18

74
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.52 Armature nelle pile

150000
Dominio M3-N
DOMINIO M-N
100000

50000
Sollecitazioni
M (k Nm)

agenti
0
-100000 0 100000 200000 300000 400000 500000

-50000

-100000

-150000
N(k N)

Figura 3.53 Dominio M3-N pila RC

75
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

FS minimo 0.55

Figura 3.54 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ex+0.3Ey+0.3Ez, pila RC

3.5 Verifiche a taglio


Le verifiche a taglio degli elementi spalla e pila, sono state eseguite seguendo due formulazioni
diverse e poi confrontando i risultati; la prima è quella relativa alle indicazioni della normativa
relative ad elementi senza armature trasversali resistenti a taglio al punto 4.1.2.1.3.1. Il secondo
approccio è quello previsto dal capitolato tecnico che suggerisce l’utilizzo della formulazione al
capitolo C8A.8.6.5 della circolare, e che tiene conto, all’interno del taglio resistente, di tre
contributi differenti.

Le verifiche a taglio delle spalle sono state effettuate affidando la resistenza delle sezioni a C,
agli elementi resistenti indicati nella schematizzazione. In direzione trasversale la capacità è
affidata solamente all’elemento di dimensioni maggiori, mentre nella direzione di taglio
longitudinale alle due ali della C.

76
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.55 Elementi resistenti spalle a C

Si è ritenuto, essendo gli archi armati con quantità esigue di armature trasversali , di verificare
questi come elementi non armati a taglio .

3.5.1 Resistenza a taglio di progetto-elementi non armati a taglio


Come esposto precedentemente, si sono seguiti due metodi di verifica per gli elementi strutturali
spalle e pile, pertanto verranno riportati entrambi ponendo l’attenzione sulle differenze che li
caratterizzano.

Si procede riportando il paragrafo delle normativa per gli elementi non armati a taglio e
successivamente presentando il secondo approccio proposto.

Si è deciso di seguire questa verifica perché le armature all’interno dei suddetti elementi
strutturali risultano essere talmente esigue da non poterle valutare come armature resistenti.

4.1.2.1.3.1 Elementi senza armature trasversali resistenti a taglio

È consentito l’impiego di solai, piastre e membrature a comportamento analogo, sprovviste di


armature trasversali resistenti a taglio. La resistenza a taglio VRd di tali elementi deve essere
valutata, utilizzando formule di comprovata affidabilità, sulla base della resistenza a trazione
del
calcestruzzo.

77
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

La verifica di resistenza (SLU) si pone con

dove Ved è il valore di calcolo dello sforzo di taglio agente.


Con riferimento all’elemento fessurato da momento flettente, la resistenza al taglio si valuta
con

con
k = 1 + (200/d)1/2 ≤ 2
vmin = 0,035k3/2fck 1/2
e dove
d è l’altezza utile della sezione (in mm);
ρ1 = Asl /(bw ×d) è il rapporto geometrico di armatura longitudinale (≤ 0,02);
σcp = NEd/Ac è la tensione media di compressione nella sezione (≤ 0,2 fcd);
bw è la larghezza minima della sezione (in mm).

Di seguito viene presentato il secondo approccio, relativo al capitolo C8A.8.6.5 della circolare.

C8A.8.6.5 Verifica dei meccanismi fragili

Il valore di verifica della sollecitazione di taglio è:

- Quello fornito dall’analisi, se a entrambe le estremità dell’elemento la distorsione non supera


il valore di snervamento (l’elemento è elastico);

- Quello equilibrato dai momenti di estremità, limitati al loro valore di snervamento quando
risulta θ > θy per una o entrambe le estremità.

La resistenza a taglio deve essere valutata in accordo a modelli di comprovata validità. Ad


esempio, può essere la formula seguente che fornisce la resistenza come somma dei contributi
del calcestruzzo, dello sforzo normale e delle armature trasversali:

78
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Il contributo dovuto allo sforzo normale VN può essere valutato con la seguente espressione :

dove:

N è l’azione assiale presente in corrispondenza della sezione di verifica;

h è l’altezza efficace della sezione nella direzione di verifica;

x è la profondità dell’asse neutro;

Lv è la luce di taglio che può essere calcolata con l’espressione seguente:

dove:

Mi e Mj sono i momenti rispettivamente agenti al piede e in testa alla pila;

H è l’altezza della pila

Il contributo dovuto al calcestruzzo Vc può essere valutato con la seguente espressione :

dove:

AC è l’area di calcestruzzo interna alle staffe

k è un coefficiente riduttivo della resistenza che tiene conto del degrado ciclico del contributo
del calcestruzzo alla resistenza al taglio e varia in generale tra 0.29 e 0.1 in funzione della
duttilità in spostamento dell’elemento tra 1 e 4.

Il contributo dovuto all’armatura trasversale VS può essere valutato con la seguente


espressione:

79
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Dove:

Asw è l’area dell’armatura trasversale;

s è il passo delle staffe;

fy è la resistenza di calcolo a snervamento delle armature considerate;

z è il braccio delle forze interne.

Nelle tabelle seguenti vengono presentati, in maniera schematica, i risultati delle verifiche a
taglio delle spalle, eseguite con l’approccio indicato al punto 4.1.2.1.3.1.della normativa,
considerando quindi questi elementi strutturali, come elementi non armati a taglio.

80
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Come risulta dal fattore di sicurezza FS, che rappresenta il rapporto tra il taglio resistente e
quello sollecitante, entrambe le spalle risultano verificate a taglio.

Nella figura 3.56 si presentano le verifiche effettuate sempre sulle spalle, seguendo però la
procedura indicata dalla circolare.

Figura 3.56 Verifiche spalle- Formula trinomia

81
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Anche in questo caso le verifiche risultano soddisfatte ma con valori del fattore FS
notevolmente maggiori .Questo è spiegabile dal fatto che la formula trinomia, tenendo conto di
tutti i contributi e non solo del calcestruzzo resistente, va a computare nel taglio Vrd anche
fenomeni trascurati dalla precedente formulazione, con conseguente incremento della capacità
resistente.

Anche per l’elemento pila RC si è seguita la procedura della doppia verifica , rilevando una
soddisfazione delle verifiche.

La tabella di figura 3.57 indica una verifica svolta considerando la pila come un elemento non
armato a taglio e quella di figura 3.58 utilizzando la formula trinomia. Anche in questo caso le
armature a taglio della pila sono talmente esigue che si è ritenuto, in prima istanza, di verificare
l’elemento come un elemento non armato a taglio.

Le verifiche a taglio sono state eseguite solamente sulla pila RC, di dimensioni e armature
uguali alla pila SA, ma sulla quale agiscono sforzi di taglio maggiori.

Figura 3.57 Verifiche pile- elementi non armati a taglio

82
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.58 Verifiche pile- Formula trinomia

Infine si è andata a verificare la sezione dell’arco, solamente con l’approccio di normativa,


considerando quindi l’elemento non armato a taglio.

Figura 3.59 Verifiche arco- elementi non armati a taglio

83
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Come è evidenziato, in direzione trasversale il fattore di sicurezza è di poco inferiore all’unità


(0.995), mentre in direzione di taglio V3, ossia in direzione longitudinale, la verifica
ampiamente risulta soddisfatta.

3.6 Rigidezze fessurate


Come riportato al paragrafo 7.2.6. delle NTC08, “Per rappresentare la rigidezza degli elementi
strutturali si possono adottare modelli lineari, che trascurano le non linearità di materiale e
geometriche, e modelli non lineari, che le considerano; in ambo i casi si deve tener conto della
fessurazione dei materiali fragili. In caso non siano effettuate analisi specifiche, la rigidezza
flessionale e a taglio di elementi in muratura, cemento armato, acciaio-calcestruzzo, può essere
ridotta sino al 50% della rigidezza dei corrispondenti elementi non fessurati, tenendo
debitamente conto dell’influenza della sollecitazione assiale permanente.”

Le sezioni in cemento armato sono soggette a fessurazione, in dipendenza dalla quantità di


armature presenti e dal tipo ed entità delle caratteristiche di sollecitazione. Il calcestruzzo infatti,
all’aumentare delle tensioni di trazione, si fessura, la sezione si parzializza e le sollecitazioni
sono assorbite dalla coppia acciaio-calcestruzzo. E’ quindi evidente che, dal momento in cui si
instaura la fessurazione, cambieranno le caratteristiche inerziali della sezione resistente. Lungo
ciascun elemento strutturale si avranno pertanto sollecitazioni differenti con conseguente
diverso grado di fessurazione e varieranno lungo l’elemento anche le caratteristiche inerziali.

Risultando tuttavia molto difficoltoso considerare caratteristiche inerziali variabili in relazione


allo stato di fessurazione di ciascun elemento, la normativa consente delle semplificazioni.

Questa scelta progettuale porta a due effetti inscindibili: se da una parte è evidente che la
struttura, essendo meno rigida, tenderà a danneggiarsi di più, dall’altra è vero che, data proprio
la ridotta rigidezza globale, si assiste ad un aumento consistente del periodo di tutti i modi di
vibrare.

3.6.1 Percentuale di riduzione


Per analizzare l’effetto sulla struttura del parametro che descrive lo stato fessurativo, si è svolta
un’analisi li elementi strutturali come indicato in tabella.

84
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Modello fessurato

Elemento Rigidezza Percentule di riduzione

Ifless 50%
Volta e pile
Itaglio 40%
Ifless 20%
Spalle
Itaglio -
Figura 3.60 Riduzioni percentuali degli elementi strutturali

Si è optato per la scelta di ridurre maggiormente gli elementi volta e pile, soggetti in misura
maggiore alla fessurazione, e di un’aliquota minore le spalle.

3.6.2 Influenza sulla risposta delle rigidezze degli elementi fessurati


L’applicazione delle riduzioni sul modulo di Young E e sul il modulo di taglio G, ha
comportato un aumento del periodo della struttura. Le variazioni del periodo del primo modo di
vibrare in seguito alla fessurazione sono presentate in figura 3.61, nella quale sullo spettro di
progetto orizzontale, sono indicati i due periodi: prima e dopo le riduzioni di rigidezza.

Come è evidenziato, da un periodo di 0.155 s si passa a 0.202 s con conseguente spostamento


sul plateau di massima accelerazione.

Spettri di progetto agli SLV

Tfess = 0.202
Spettro di progetto
Tnon fess = 0.155
orizzontale agli
SLV

Spettro di progetto
Se [g]

verticale agli SLV

T [s]

85
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.61 Variazioni periodo primo modo di vibrare in seguito a fessurazione

In questa sezione ci si occupa di mostrare la risposta modale propria della struttura in oggetto,
affrontata in maniera omogenea alle precedenti e attenta alle normative in vigore.

Figura 3.62 Variazione periodi modi di vibrare in seguito a fessurazione

Se però, come visto, con la fessurazione avviene uno spostamento sul plateau, le masse
partecipanti diminuiscono come evidenziato nella tabella. Infatti dall’85% di massa partecipante
totale del modello non fessurato la percentuale si riduce al 77.65% considerando i primi 20
modi; in particolare, relativamente al primo modo di vibrare (in direzione longitudinale) si
assiste a una diminuzione del 6% della massa partecipante. Questo comporta una riduzione delle
sollecitazioni sulla struttura che prevale sull’aumento dell’accelerazione spettrale (per il primo
modo l’aumento è pari a circa il 4%); ciò è immediatamente visibile nelle verifiche effettuate,
dove si nota un una variazione in positivo delle sezioni verificate a pressoflessione.

86
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

3.6.3 Verifiche a pressoflessione


La procedura di verifica seguita è analoga a quanto descritto per il modello non fessurato,
pertanto se ne omette la descrizione e si presentano in forma schematica i risultati ottenuti.

Nelle figure 3.63,3.64,3.65 è esposto il foglio elettronico creato per la valutazione delle sezioni
negli archi del ponte.

FS minimo 0.22
22

Figura 3.63 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ex+0.3Ey+0.3Ez

FS minimo 1.42

Figura 3.64 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ey+0.3Ex+0.3Ez

87
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

FS minimo 1.03

Figura 3.65 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ez+0.3Ex+0.3Ey

A differenza del modello non fessurato, in questo caso si nota che nei casi di carico con
direzione prevalente Ey e Ez , tutte le sezioni risultano verificate. Nella figura 58 si
rappresentano le sezioni che hanno FS inferiore all’unità nel caso Ex+0.3Ey+0.3Ez ; come nel
modello precedente, si evidenziano numerosi punti di non soddisfazione della verifica.

Dopo aver rappresentato il comportamento degli archi, si illustrano le variazioni anche per le
spalle e le pile.

FS minimo 0.78

Figura 3.66 Grafico sezioni spalla SA non verificate caso di carico Ex+0.3yx+0.3Ez

88
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

FS minimo 0.92
4

Figura 3.67 Grafico sezioni spalla RC non verificate caso di carico Ex+0.3yx+0.3Ez

FS minimo 0.465

Figura 3.68 Grafico sezioni pila RC non verificate caso di carico Ex+0.3yx+0.3Ez

Quello che si evidenzia è un aumento del fattore di sicurezza FS in tutti gli elementi strutturali
con riduzione delle sezioni non verificate. Pertanto si ripete l’effetto positivo della riduzione
delle rigidezze visto per gli archi.

3.6.4 Verifiche a taglio


Anche per le verifiche a taglio si sono ripercorse le procedure illustrate nel capitolo 3.5.

Si presentano i risultati delle verifiche delle spalle nelle figure seguenti.

89
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.69 Verifiche spalle- elementi non armati a taglio

Figura 3.70 Verifiche spalle- Formula trinomia

In entrambe le spalle si evidenzia una soddisfazione della verifica in maniera più larga rispetto
al caso di rigidezze non fessurate. Il coefficiente FS infatti, è aumentato per entrambe le spalle
in entrambe le direzioni di taglio.

Nelle verifiche delle pile invece, si nota un aggravio della sollecitazione , con conseguente
decremento del coefficiente FS.

90
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 3.71 Verifiche pila RC- elementi non armati a taglio

Figura 3.72 Verifiche pila RC- Formula trinomia

Infine si analizzano gli archi per i quali si è proceduto valutandoli come elementi non armati a
taglio.

Figura 3.73 Verifiche arco- elementi non armati a taglio

91
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

3.7 Conclusioni relative alle analisi preliminari


Dalle analisi dinamiche lineari con spettro di risposta, condotte in una fase di studio
preliminare, si evince quanto segue.

1) Data l’elevata rigidezza delle spalle, la modellazione della presenza del terreno a tergo
delle stesse, mediante molle elastiche traslazionali e rotazionali, definite secondo le
direttive del “Seismic design of highway foundations”, non comporta variazioni
significative sul comportamento della struttura. La risposta della stessa, in termini di
forme modali, periodi propri, deformata e sollecitazioni, resta pressoché inalterata.
2) L’incidenza della riduzione delle rigidezze flessionali e a taglio è stata valutata
differenziando le aliquote per spalle e pile/archi, tenendo conto dello stato di
sollecitazione in combinazione sismica. Conseguenza diretta della fessurazione è un
incremento dei periodi di vibrare della struttura, con spostamento del periodo del primo
modo, dal tratto crescente dello spettro, al plateau ad accelerazione costante, e a una
riduzione della massa totale eccitata dei primi modi significativi. Complessivamente
ciò determina una diminuzione delle sollecitazioni agenti sulla struttura e di
conseguenza un incremento dei fattori di sicurezza.
3) Le verifiche a pressoflessione, tanto nel modello con rigidezza ridotta che non ridotta,
non sono risultate soddisfatte. Il minore fattore di sicurezza si riscontra sull’arco.
Data l’esigua armatura trasversale a taglio presente, tanto negli archi, quanto negli
elementi verticali, secondo le normative vigenti all’epoca della realizzazione dell’opera,
le verifiche sono state condotte trascurandone il contributo. Sono state adottate le
formulazioni previste dalla NTC08 (par. 4.1.2.1.3.1 e par. C8A.8.6.5); tenendo conto
della fessurazione degli elementi strutturali, sia in direzione longitudinale che
trasversale, le verifiche sono risultate soddisfatte, con minimo fattore di sicurezza
(riscontrato sugli archi), prossimo all’unità.
Nella tabella di sintesi di figura 3.74 sono presentati i valori minimi della PGA di
capacità per ciascun elemento strutturale, relativi al modello con rigidezze fessurate. Le
sollecitazioni più gravose nel caso della pressoflessione si hanno con la combinazione
Ex+0.3Ey+0.3Ez, con x direzione longitudinale del ponte. Nel taglio si ottiene lo stesso
risultato, eccetto per la pila, per la quale la PGA di capacità minima è in direzione
trasversale quando la direzione prevalente è l’Ey.

92
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Pressoflessione Taglio
PGA c Combinazione PGA c Combinazione
Archi 0.0759 Ex+0.3Ey+0.3Ez 0.35984 Ex+0.3Ey+0.3Ez
Spalla SA 0.2691 Ex+0.3Ey+0.3Ez 0.48786 Ex+0.3Ey+0.3Ez
Spalla RC 0.3174 Ex+0.3Ey+0.3Ez 0.52246 Ex+0.3Ey+0.3Ez
Pila 0.160425 Ex+0.3Ey+0.3Ez 0.41174 0.3Ex+Ey+0.3Ez

Figura 3.74 Tabella di sintesi rigidezze fessurate

Dalle considerazioni sviluppate in precedenza sui vari metodi di analisi previsti dalla normativa
si può dedurre che l’analisi elastica ad elementi finiti può fornire indicazioni utili per una
preliminare interpretazione del comportamento sismico delle strutture. Se infatti è ragionevole
attendersi una significativa ridistribuzione delle tensioni a seguito della fessurazione e
particolare riserve di duttilità della struttura, risulta necessario procedere ad una modellazione in
campo non lineare, come descritto nei capitoli successivi.

93
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

4 Analisi di spinta non lineari: modellazione a


plasticità concentrata
Le procedure per lo studio di una struttura soggetta a forza sismica prevedono, come si è
esposto, sia analisi di tipo lineare che di tipo non lineare. Le analisi lineari (sia statiche sia
dinamiche) consentono, con discreta semplicità e precisione, di ottenere buoni risultati e per
questo infatti sono procedure molto diffuse. I metodi elastici non riescono però a rappresentare
bene i cambiamenti della struttura man mano che i singoli elementi di cui essa è costituita
superano i limiti di elasticità, in quanto essi al limite tengono conto del comportamento non
lineare esclusivamente attraverso il fattore di struttura q, introdotto nei precedenti paragrafi.

Per comprendere al meglio la risposta sismica di una struttura è necessario però valutarne il suo
comportamento non lineare e la sua evoluzione nel tempo. Per realizzare ciò, le due tipologie di
analisi principalmente usate sono l’analisi statica non lineare e l’analisi dinamica non lineare.

La scelta di queste due analisi è dettata dalla volontà di indagare in maniera più accurata
possibile il comportamento strutturale e di definirne in modo corretto ogni aspetto e
particolarità, non ammettendo più le semplificazioni delle analisi lineari.

4.1 Analisi di pushover


L’analisi statica non lineare, o analisi di pushover, è una procedura impiegata per determinare il
comportamento di una struttura a fronte di una determinata forza applicata. Tale procedura
consiste nello “spingere” la struttura fino a quando si raggiunge la condizione di collasso o un
altro prefissato stato limite considerato. Essa consente di valutare la distribuzione della
domanda anelastica nella costruzione. In altri termini l’analisi di spinta è una tecnica di
soluzione incrementale – iterativa delle equazioni di equilibrio statico della struttura in cui la
forzante è rappresentata da un sistema di forze che spinge la struttura in campo non lineare, fino
a portarla al collasso.

Il risultato dell’analisi è la curva di capacità, cioè il diagramma del taglio alla base (V) in
funzione dello spostamento orizzontale di un punto di controllo rappresentativo del
comportamento globale della struttura. La curva di capacità definisce la capacità di resistenza e
di spostamento di una struttura indipendentemente da qualsiasi richiesta sismica, descrive
quindi le caratteristiche proprie del sistema resistente. L’analisi si basa sulla descrizione del

94
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

comportamento non lineare dei materiali da costruzione, per cui deve essere applicata ad
elementi finiti che sono in grado di contemplare tale aspetto.

Figura 4.1 Esempio di curva di capacità

Il termine pushover significa letteralmente “spingere oltre”: questo perché la procedura consiste
appunto nello spingere la struttura fino a che questa non collassa, come conseguenza della
perdita totale di resistenza di una o più delle sue parti, oppure fino a quando non si raggiunge un
valore limite fissato di spostamento. Per ottenere ciò si fa uso di un sistema di forze
incrementali o in alternativa di un sistema di spostamenti, anch’essi incrementali. Dunque,
attraverso l’applicazione di queste forze monotone crescenti in direzione orizzontale alla
struttura, soggetta però sempre anche ai suoi carichi verticali gravitazionali di esercizio, si
valuta la sua complessiva capacità di resistenza.

L’analisi può essere condotta utilizzando un campo di forze o di spostamenti, entrambi


incrementali. La differenza sta nel fatto che utilizzando le forze si potrebbero non cogliere
effetti di softening nella struttura, oppure si correrebbe il rischio di non notare risposte della
stessa in suoi elementi con rigidezza molto bassa. Controllando gli spostamenti, al contrario, si
vincola la configurazione deformata della struttura, per cui i risultati a volte possono essere
diversi da quelli attesi, in linea teorica, per una struttura completamente libera di muoversi a
seguito di un evento sismico. Sta a chi esegue lo studio del modello scegliere di applicare l’una
o l’altra procedura, anche a seconda del tipo di carico a cui essa è riferita.

Un importante aspetto riguarda la scelta di un'appropriata distribuzione per le forze orizzontali:


essa deve approssimare, infatti, la distribuzione delle forze d'inerzia presenti sulla struttura
durante il sisma. Fortunatamente, il campo delle assunzioni ragionevoli è relativamente ristretto
e conduce a risultati simili per distribuzioni differenti. In particolare, le norme (EC8 e Ord n.

95
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

3274 al punto 4.5.4.2) suggeriscono di applicare a ciascun modello piano considerato due
diverse distribuzioni di forze orizzontali, applicate ai baricentri delle masse dei vari piani:

- una distribuzione di forze proporzionali alle masse;

- una distribuzione di forze proporzionali al prodotto delle masse per la deformata


corrispondente al primo modo di vibrare del sistema considerato elastico.

Nelle analisi che saranno successivamente effettuate sul ponte sarà usato il metodo di
controllo degli spostamenti e verranno valutate le differenze relative a distribuzioni di forze
differenti. Il controllo in spostamento verrà utilizzato per l’analisi di spinta orizzontale, quindi
in relazione alle sollecitazioni sismiche, poiché deve essere analizzato il comportamento della
struttura fino al suo snervamento ed alla sua successiva rottura, che avviene in genere per un
valore di forza non completamente noto a priori. Per questo motivo allora, in direzione
orizzontale, si “spinge” la struttura monitorando i valori di spostamento di un punto di controllo
fissato.

Il metodo di verifica prevede di ricondurre la curva di capacità di strutture con più gradi di
libertà a quella di un sistema equivalente ad un grado di libertà. Con riferimento alla figura a
seguire, la forza F* e lo spostamento d* del sistema lineare equivalente sono legati al taglio alla
base V e allo spostamento δ del sistema reale dalle relazioni:

dove γ è il coefficiente di partecipazione modale, che tiene conto dell’importanza del modo di
vibrare considerato nella determinazione della risposta dinamica della struttura. Esso viene
espresso dalla relazione seguente, scritta per il j-esimo modo di vibrare:

dove:

96
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

- 𝜙𝑗 è l’autovettore relativo al modo di vibrare fondamentale del sistema reale normalizzato


ponendo 𝛿=1.
- 𝑀 la matrice delle masse del sistema reale.
- 𝜏 il vettore direzionale di trascinamento, corrispondente alla direzione del sisma considerata.

Alla curva del sistema equivalente occorre sostituire la curva bilineare avente un primo tratto
elastico e un secondo tratto plastico, come riportato in Figura4.2. Tale approssimazione viene
di solito eseguita con il criterio di equivalenza delle aree sottese dalle due curve, e consente di
calcolare la rigidezza iniziale k* (coincidente con la pendenza iniziale del tratto elastico) di un
oscillatore lineare equivalente di periodo:

in cui 𝑚∗ è la sommatoria delle masse del sistema MDOF. In questo modo si approssima la
risposta di un sistema non lineare tramite l’interpretazione di quella di un sistema lineare
equivalente con la stessa rigidezza iniziale.

Figura 4.2 Sistema e diagramma lineare equivalente

Lo spostamento orizzontale massimo raggiunto dal sistema viene calcolato in funzione di T*,
correlando la risposta del sistema non lineare (rappresentato dalla curva di pushover
bilinearizzata) con la risposta di un sistema elastico con la stessa rigidezza iniziale (𝑘∗), ma con
resistenza elastica illimitata.

97
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Per quelle strutture che hanno un periodo proprio iniziale, cioè calcolato in campo elastico,
maggiore del periodo in corrispondenza del quale si ha il picco della risposta elastica spettrale,
il massimo spostamento raggiunto dal sistema anelastico, entrato in campo non lineare, è
mediamente prossimo a quello raggiunto dal corrispondente sistema elastico. Per tale ragione le
ntc08, al punto §C7.3.4.1 (Analisi non lineare statica), consentono di calcolare, nel caso in cui
T*>TC (tratto dello spettro a velocità costante) la domanda in spostamento per il sistema
anelastico a partire dallo spettro elastico in spostamenti.

In questo modo si assume che lo spostamento del sistema anelastico è pari a quella del sistema

elastico di pari periodo (Figura a seguire).

Per periodi nell’intorno del periodo dominante del sisma si osserva che i due sistemi omologhi
(di uguale periodo T*) presentano uno spostamento tale che l’energia assorbita sotto forma
elastica o elasto –plastica può essere considerata all’incirca la stessa. Pertanto nel caso in cui
T*<Tc la domanda di spostamento per il sistema anelastico è maggiore di quella del sistema
elastico di pari periodo, e si ottiene da quest’ultima mediante la relazione:

dove: 𝑞∗=𝑆𝑒(𝑇∗)∙𝑚∗/𝐹𝑦∗ rappresenta il rapporto tra la forza di risposta assorbita dal sistema
elastico e la forza di snervamento del sistema anelastico. Se tale parametro risulta uguale o
minore di uno, allora significa che la forza d’inerzia è minore di quella di snervamento, per cui
il sistema si mantiene in campo elastico e quindi 𝑑∗max=𝑑∗𝑒,max.

Figura 5.30 Calcolo della domanda di spostamento per Figura 3.31 Calcolo della domanda di spostamento per
T*>TC T*<TC

98
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Dallo spostamento massimo del sistema equivalente è possibile calcolare lo spostamento


effettivo del punto di controllo del sistema reale moltiplicando 𝑑∗max per il fattore di
partecipazione modale al modo di vibrare relativo alla direzione in cui si effettua l’analisi di
pushover.
La verifica consiste nel controllare che in corrispondenza della configurazione deformata della
struttura reale, corrispondente allo spostamento massimo del punto di controllo calcolato
dall’analisi, le domande di duttilità siano compatibili con le rispettive capacità e che le forze di
taglio siano minori delle rispettive resistenze.

4.2 Valutazioni sulla lunghezza di cerniera plastica: mensola


Per riuscire ad ottenere un comportamento dell’intera struttura quanto più possibile
corrispondente al reale nelle analisi, si è intrapreso un percorso di approfondimento sul tema
della lunghezza di cerniera plastica. I risultati ottenuti su modellazione semplici, sulle quali è
possibile avere un buon controllo in termini numerici, permettono appunto di calibrare
parametri e dati di input per evitare errori nelle valutazioni più complesse. Per questo, prima di
condurre un’analisi non lineare statica sul ponte, per la quale il controllo del risultato è alquanto
complicato, ci si è interessati a valutare elementi strutturali semplici per avere un riscontro sulla
correttezza dei risultati in fase di analisi. Gli elementi strutturali analizzati prima di procedere
alle valutazioni finali sulla struttura intera, sono una mensola e l’arco della campata centrale. Su
questi elementi si sono andati a valutare, in una modellazione in plasticità concentrata tramite il
programma SAP 2000, gli effetti prodotti dalla variazione della lunghezza di cerniera plastica,
confrontando, nella fase finale del lavoro di tesi, i risultati ottenuti con la modellazione in
plasticità diffusa. La differenza fondamentale tra i due modelli è costituita dal diverso approccio
allo studio della formazione delle inelasticità in una struttura. I modelli a plasticità concentrata
provvedono a concentrare tutte le risorse inelastiche nelle cosiddette “cerniere plastiche.I
modelli a plasticità diffusa di impiego più avanzato anche se con maggiori oneri
computazionali, prevedono il calcolo attraverso l’integrazione della risposta non lineare delle
fibre che suddividono la sezione per tutta la lunghezza dell’elemento finito. Le fibre hanno
caratteristiche meccanico-reologiche diverse a seconda del materiale e posizione, come appunto
nel caso di una sezione in c.a. confinata. Tra le finalità della presente tesi vi è quella di
confrontare le due tipologie di modellazione non-lineare applicandole a un caso pratico
elaborando gli aspetti in comune e le differenze più evidenti.

99
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Nell’ambito della plasticità concentrata ci si è interrogati, alla luce dello stato dell’arte in
materia, su quale fosse la lunghezza di cerniera da assegnare agli elementi strutturali. Per gli
elementi verticali si è fatto riferimento alle indicazioni di normativa al §C8A.8, per gli archi
invece, non essendo stati oggetto di approfondimenti di letteratura, si è dovuta operare una
calibrazione tramite una modellazione bidimensionale per definire il parametro di lunghezza di
cerniera plastica. Pertanto le valutazioni fatte per l’elemento mensola permetteranno di definire
la lp sull’arco, per il quale verranno presentate le differenze tra diversi approcci relativi al
posizionamento delle cerniere platiche sull’elemento strutturale.

4.2.1 Criteri per la definizione del modello


Le analisi che verranno presentate nei prossimi paragrafi sono state effettuate andando a
valutare la non linearità del comportamento strutturale e utilizzando un modello di plasticità
concentrata. La modellazione a plasticità concentrata ricalca precisamente la procedura di
implementazione di un modello elastico-lineare agli elementi finiti con l’aggiunta della
definizione delle inelasticità concentrate. Questo tipo di modellazione prevede che :

-tutti gli elementi che costituiscono la struttura (generalmente elementi tipo trave) rimangono in
campo elastico

-laddove si prevede la formazione di una cerniera plastica, vengono introdotti elementi cerniera
con comportamento anelastico

Le analisi non lineari in plasticità concentrata sono state condotte con l’utilizzo del programma
ad elementi finiti SAP 2000. Sap 2000 è in grado di imporre alla struttura in esame
sollecitazioni di tipo statico, sia in forma di forze che di spostamenti, che di tipo dinamico
attraverso l’applicazione di accelerazioni o forzanti variabili nel tempo. Di conseguenza, si
possono eseguire analisi agli autovalori, statiche non-lineari di pushover di tipo convenzionale,
dinamiche non-lineari di time-history e dinamiche incrementali (IDA – Incremental Dynamic

E’ possibile definire diversi tipi di cerniere plastiche in SAP in fase di modellazione all’interno
delle hinge properties, ed assegnarle ad un numero qualsiasi di posizioni lungo la lunghezza
dell’elemento frame. Ciascuna cerniera concentrata rappresenta il comportamento post-
snervamento della sezione e la loro presenza influenza il comportamento della struttura nelle
analisi statiche non lineari.

100
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

In SAP esistono cerniere che descrivono il comportamento disaccoppiato di momento, torsione ,


sforzo normale e taglio, ma anche cerniere P-M2-M3, per le quali lo snervamento è basato
sull’interazione della forza assiale e i momenti flettenti biassiali. Oltre alle cerniere pre-elencate,
è possibile definirne un tipo diverso: il “Fiber P-M2-M3”, una tipologia a fibre, tipica della
plasticità diffusa, che prevede però, sempre operando all’interno della plasticità concentrata, una
suddivisione della sola sezione di assegnazione della cerniera. Nell’approccio del modello sopra
citato, ogni sezione è suddivisa in un numero discreto di parti, chiamate appunto fibre e se il
numero delle fibre è sufficientemente elevato, la distribuzione delle non linearità meccaniche
dovute ai materiali sulla superficie della sezione risulta accuratamente modellata, anche in
campo fortemente inelastico.

Nella prima fase di analisi non lineare condotta, si è confrontato l’approccio con la cerniera P-
M2-M3 con quella definita a fibre, per analizzarne le differenze nei risultati. La prima, prevede
che venga inserito il dominio M-N di snervamento nello spazio tridimensionale che rappresenta
la superficie dove avviene il primo snervamento per differenti combinazioni di sforzo assiale P,
momento minore M2 e momento maggiore M3. La superficie è specificata come un set di curve
P-M2-M3, per le quali si applicano le seguenti regole:

- Tutte le curve devono avere lo stesso numero di punti


- Per tutte le curve, i punti devono essere ordinati dal P negativo minore al positivo
maggiore
- I tre valori di P, M2 ed M3 per i primi punti di tutte le curve devono essere identici e lo
stesso vale per gli ultimi.
- Osservando il piano M2-M3 da sopra le curve devono essere definite in senso orario
- La superficie deve essere convessa. Questo significa che il piano tangente alla
superficie in ogni punto deve essere totalmente esterno ad essa.

Oltre alla definizione del dominio M-N, questo tipo di cerniera prevede l’inserimento del
diagramma momento rotazione o momento curvatura. Questo deve essere inserito per punti e
scalato in modo da avere il primo punto coincidente con il momento e la curvatura di
snervamento e tutti gli altri punti normalizzati rispetto ai valori nominati.

La cerniera a fibre “Fiber P-M2-M3”, modella il comportamento di un numero rappresentativo di


fibre, distribuite lungo la sezione dell’elemento frame. Ciascuna fibra ha una posizione, un’area
coperta, e un diagramma sforzo–deformazione. Le tensioni assiali sono integrate sulla sezione
per computare i valori di P, M2 ed M3.

101
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Si è pertanto costruito un modello semplice per il confronto dei risultati per poterne avere il
controllo sugli output estratti: si tratta di una mensola di 14m di altezza, in cemento armato, con
sezione di seguito indicata, per la quale l’unico paramento che è stato fatto variare è stato
l’assegnazione delle cerniere.

La definizione del “Load case” Push è stata fatta partendo da un caso di carico non lineare
definito con il solo carico normale in testa .

Figura 4.3 Sezione mensola analizzata

La modellazione è stata fatta con un elemento frame suddiviso in 14 sotto-elementi, come


mostrato in figura 4.4. In testa alla mensola si è applicato un carico assiale di 3872 k N,
paragonabile a quello agente sulle pile, e si è spinta la struttura con una forza orizzontale
incrementata per portare a rottura il sistema.

Si sono inserite le armature con il comando rebar, nella sezione section designer, che permette
la scelta del materiale, dimensioni, spaziatura e posizione dell’armatura stessa.

102
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.4 Elemento frame

I materiali utilizzati sono:

-Acciaio d’armatura con comportamento elasto-plastico incrudente

- Calcestruzzo con legame σ-ε di parabola rettangolo perfettamente plastico solo a compressione

Si è prevista una deformazione per il calcestruzzo a compressione ultima del 3.5‰. Il valore
della tensione σu ultima è di 31660 kPa. A questo materiale non è stata fornita nessuna
resistenza a trazione.

Il legame costitutivo dell’acciaio è indicato nella figura seguente.

103
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.5 Legami costituitivi dei materiali utilizzati

L’assegnazione delle cerniere è stata prevista, per entrambi i modelli presentati, nei punti
estremali di ciascun elemento frame, che risultano coincidere con i nodi.

Figura 4.6 Assegnazione cerniere plastiche.

104
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Infine la mensola è stata armata con 37Φ18 superiori e 19Φ18 inferiori e la lunghezza di
cerniera plastica assegnata è di 0.7m. Quest’ultimo parametro però risulta essere poco influente
in questa fase di controllo dei risultati mentre lo sarà nelle successive analisi svolte, in quanto
l’obiettivo delle analisi presentate è un confronto tra le diverse tipologie di cerniere assegnate
sul programma SAP 2000, per le quali il parametro di lunghezza rappresenta una costante.

La cerniera P-M2-M3 ,come presentato nelle immagini seguenti, è stata implementata andando a
specificare, all’interno delle proprietà, la condizione di simmetria circolare. I passaggi seguenti
sono stati:

-Definizione di un valore di sforzo normale per le curve momento curvatura.

-Definizione del dominio di prima plasticizzazione.

-Definizione della curva momento curvatura.

Il dominio di prima plasticizzazione della sezione è stato ottenuto dal programma VCA slu,
avendo limitato i legami costitutivi dei materiali al primo snervamento degli stessi. I dati della
curva momento curvatura invece, ottenuti per il valore dello sforzo normale applicato, sono stati
estratti nel section designer di SAP, nel quale è possibile tracciare il diagramma della sezione
definita. Per l’inserimento sul programma però è stato anche necessario operare una
bilinearizzazione e normalizzazione della curva stessa.

105
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

106
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.7 Implementazione delle cerniere in SAP

Fulcro dell’implementazione del secondo tipo di cerniera definita, la “Fiber P-M2-M3” è la


suddivisione della sezione in un numero adeguato di fibre. Si è deciso di partizionare la sezione
in 100 fibre, valore sufficientemente elevato come è possibile verificare dal confronto fra la
curva esatta (verde in figura) e quella relativa alla suddivisione stabilita (rossa).

107
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.8 Confronto diagrammi Momento curvatura

Di seguito verranno presentati i risultati delle analisi svolte confrontando le curve di pushover
ottenute. Sulle curve di capacità sono evidenziati i valori delle forze che portano le strutture a
snervamento e a collasso; quello che si evince è che esistono delle differenze sia in termini di
forza che di spostamento.

108
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

300
Curve di capacità a confronto
Fu=276.94 k N

250 Fu=261 k N
Fy=241 k N
Fy=225 k N

200
Forza (k N)

150

100

MODELLO A FIBRE

50
MODELLO P-M2-M3

0
-0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5
Spostamento (m)

Figura 4.9 Curve di capacità.

Per avere un risconto diretto sulla correttezza dei valori delle due curve si è analizzato il
momento curvatura della sezione per individuare il valore di momento che porta la sezione di
base a snervamento e rottura. Lo studio della capacità della sezione è stato fatto nel section
designer di SAP dove è possibile plottare il diagramma momento curvatura ed estrarne i dati
numerici.

I valori estratti sono :

𝑀𝑦 = 3159 k N m

𝑀𝑢 = 3653 k N m

Una volta noti i momenti sarà immediato ottenere la forza di snervamento della struttura dalla
relazione :

𝑀 =𝐹 ∙𝑑

109
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Con d braccio della forza sismica applicata.

Pertanto si ottiene che :

𝐹𝑦 = 225.6 k N

𝐹𝑢 = 260.9 k N

I risultati ottenuti con i calcoli si sovrappongono a quelli della curva del modello a fibre,
evidenziando un errore commesso dall’altra formulazione. L’errore su Fy è del 7% , del 6%
quello su Fu .

Calcolando quindi, anche lo spostamento di snervamento con formule di comprovata affidabilità


quale la seguente:

Si ottiene il valore di 0.1009 m. Confrontando il risultato con lo spostamento del modello a fibre
abbiamo una sostanziale coincidenza; Δy=0.1045m. Permangono invece, con il modello P-M2-
M3, differenze (Δy=0.179 m).

Per migliorare l’accuratezza del modello P-M2-M3 si è tentato di effettuare le seguenti


modifiche

-Migliorare la discretizzazione della curva del dominio M-N nel tratto di interesse, inserendo
anche il valore corrispondente proprio allo sforzo normale applicato

-Aumentare il numero di curve momento rotazione inserite al variare dello sforzo assiale.

-Incrementare la precisione dei parametri non lineari nel “Load Case” .

Non si è tuttavia migliorato il risultato presentato; si è deciso pertanto di adottare, per le analisi
successivamente svolte, una modellazione con cerniera plastica definita a fibre.

110
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

4.2.2 Modelli di mensola a confronto


La geometria dei modelli consiste in una mensola con l’incastro alla base. Per quanto concerne
la lunghezza della cerniera plastica è necessario effettuare un’analisi differente per gli elementi
strutturali verticali e gli archi. Per i primi si può adottare una formulazione appropriata. La
sezione “Indicazione aggiuntive relative ai ponti esistenti” della circolare esplicativa del 2009
suggerisce una lunghezza di cerniera plastica pari a :

𝐿𝑝 = 0.1𝐿𝑣

Per quanto concerne la lunghezza della cerniera plastica da adottare per l’arco è possibile in
prima approssimazione uguagliarla alla dimensione della sezione trasversale dell’elemento
strutturale.

Date quindi le indicazioni di massima fornite, si è voluto indagare sulla lunghezza di cerniera da
assegnare all’elemento arco tramite la modellazione e confronto dei modelli a mensola.

I modelli a confronto sono:

-Modello XA con una sola cerniera assegnata alla base

-Modelli Aα dove con α si indica un range di valori descritti di seguito. Questi modelli
prevedono l’assegnazione delle cerniere in ogni nodo di discretizzazione della mensola.

4.2.3 Materiali
Le caratteristiche dei materiali sono le stesse delle analisi svolte in precedenza.

Il calcestruzzo ha legame parabola rettangolo a compressione e nessuna resistenza a trazione. Lo


snervamento avviene per valori di tensione e deformazione:

𝜎𝑦 = 31660 𝑘𝑃𝑎

𝜀𝑦 = 2 ‰

Si ha la rottura del calcestruzzo quando la deformazione ha raggiunto il 3.5‰.

111
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

L’acciaio presenta un comportamento diverso a trazione e a compressione. La deformazione a


snervamento avviene sempre all’1.38‰, con σy =290000 kPa, mentre la deformazione ultima a
compressione è del 3.5‰

La deformazione a rottura a trazione avviene al 10% con tensione pari a 333500 kPa.

Figura 4.10 Legami costituitivi dei materiali utilizzati.

4.2.4 Modellazione geometria e sezioni


Il modello XA, rappresentato in figura 4.11, ha lunghezza di cerniera plastica, come suggerito
dal paragrafo della circolare C8A.8, relativo ai ponti esistenti, di :

. 𝐿𝑝 = 0.1 ∙ 𝐿𝑣

Essendo la luce di taglio proprio 14m, si avrà Lp = 1.4m.

I modelli Aα invece, prevedono un lunghezza:

𝐿𝑝 = 𝐿𝑒 ∙ 𝛼

112
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Con Le lunghezza dell’elemento al quale la cerniera è assegnata e α variabile:

Si avranno quindi 5 modelli Aα : A0.5,A0.6. A0.7, A0.8, A1, nei quali le variazioni della
lunghezza di cerniera plastica saranno funzione del parametro α.

La lunghezza di ciascun elemento frame, Le, è di 0.8 m, così come l’altezza della sezione in
direzione parallela alla forza sismica. Si è mantenuto questo rapporto costante anche nelle
seguenti analisi, pertanto la lunghezza di suddivisione della mensola è proprio pari alla
dimensione minore della sezione.

Figura 4.11 Modello XA a sinistra e modello Aα a destra

113
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Nella figura seguente viene rappresentata la sezione della struttura con le relative armature. La
mensola è stata armata con 37Φ18 superiori in zona compressa e 19Φ18 in zona tesa ed in testa
alla stessa è stato applicato un carico normale confrontabile con quello agente sulle pile.

Figura 4.12 Sezione della struttura

Essendo la mensola alta 14m, e l’elemento 0.8 m, la lunghezza di cerniera del modello XA sarà
di 1.4 m mentre quelle dei modelli Aα sono indicate di seguito:

-Modello A 0.5: Lp = 0.5x Le = 0.4 m

-Modello A 0.6: Lp = 0.6 x Le = 0.48 m

-Modello A 0.7: Lp = 0.7x Le = 0.56 m

-Modello A 0.8: Lp = 0.8x Le = 0.64 m

-Modello A 1: Lp = 1 x Le = 0.8 m

4.2.5 Risultati e confronti


La presentazione dei risultati mira a determinare la curva di pushover dei modelli Aα che
meglio riproduce il comportamento del modello XA, essendo quest’ultimo tipo di approccio,
ormai solido in letteratura e dotato di comprovata affidabilità. Si mostrano quindi, in prima
istanza, le curve di capacità di tutti i modelli presentati e successivamente si faranno delle
considerazioni per rendere il risultato quanto più possibile universale.

114
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Confronto curve di pushover Modello A


210

200

190

180

170
Forza (kN)

160
MODELLO X A ;Lp=1.4m
150
MODELLO A 0.5 ; Lp=0.4m
140
MODELLO A 0.6 ; Lp=0.48m
130 MODELLO A 0.7 ; Lp=0.56m
MODELLO A 0.8 ; Lp=0.64m
120
MODELLO A 1 ; Lp=0.8m
110
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8
Spostamento (m)

Figura 4.13 Confronto curve di pushover

Come si evidenzia dall’osservazione delle curve, esistono consistenti differenze tra i diversi
modelli Aα: sia a livello di deformabilità che di resistenza. Il modello A1 è quello che coglie, in
miglior modo il comportamento della mensola XA. Le differenze che si riscontrano tra i due
modelli sono dovute al numero di cerniere snervate: se infatti nel modello XA plasticizzerà
l’unica cerniera assegnata, nei modelli A1 la plasticizzazione coinvolgerà le prime tre cerniere.

La diffusione della plasticizzazione nell’A1 è mostrata in figura 4.14, nella quale si


evidenziano, contrassegnate da punti rossi, le sezioni che hanno superato lo snervamento del
materiale.

115
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.14 Diffusione della plasticizzazione

Parallelamente a queste considerazioni, ci si è interrogati se la miglior sovrapponibilità dei


modelli indicati, fosse dovuta a valori di lunghezze di cerniera plastica più vicini (0.8m e 1.4m),
e se quindi , un modello con Lp maggiore avrebbe avuto un’ ancora migliore corrispondenza.

Si sono implementati a questo proposito i seguenti ulteriori modelli :

-Modello A 1.2: Lp = 1.4 x Le = 1.12 m

-Modello A 1.4: Lp = 1.6x Le = 1.28 m

-Modello A 1.6: Lp = 1.8 x Le = 1.44 m

116
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Confronto curve di pushover Modello A


210

200

190

180

170
Forza (kN)

160

150 MODELLO X A ;Lp=1.4m

140 MODELLO A 1 ; Lp=0.8m


MODELLO A 1.4 ; Lp=1.12m
130
MODELLO A 1.6 ; Lp=1.28m
120
MODELLO A 1.8 ; Lp=1.44m
110
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8
Spostamento (m)

Figura 4.15 Confronto curve di pushover con modelli A1.4,A1.6,A1.8

Quello che emerge nel confronto è che i modelli A1.4,A1.6 e A1.8, non migliorano la soluzione
precedentemente ottenuta, ma se ne discostano in misura maggiore, fino ad arrivare nel caso
(A1.8), in cui le lunghezze di cerniera plastica coincidono, ma le curve si discostano
notevolmente. Questo risultato continua a rendere valido il precedente: la curva con lunghezza
di cerniera plastica uguale all’altezza della sezione (modello A1), riproduce nel miglior modo il
comportamento del modello XA.

Le analisi fatte per il modello A, sono state ripetute variando la sezione della mensola. Se il caso
A prevedeva altezza in direzione trasversale di 0.8m, i modelli B e C avranno sezione 1m x
9.35m e 1.5m x 9.35m. Oltre al modello di confronto (BX e CX) , si sono costruiti gli stessi
modelli Bα e Cα. Le differenze risiedono nella lunghezza dell’elemento, che viene mantenuto
uguale all’altezza della sezione, con conseguente variazione della lunghezza di cerniera plastica.

I modelli B e C prevedono una Le rispettivamente pari a 1 m e 1.5m e le seguenti lunghezze Lp:

-Modello B 0.5: Lp = 0.5x Le = 0.5 m

-Modello B 0.6: Lp = 0.6 x Le = 0.6 m;

117
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

-Modello B 0.7: Lp = 0.7x Le = 0.7 m

-Modello B 0.8: Lp = 0.8x Le = 0.8 m

-Modello B 1: Lp = 1 x Le = 1 m

-Modello B 1.4: Lp = 1.4 x Le = 1.4 m

-Modello B 1.6: Lp = 1.6 x Le = 1.6 m

- Modello XB : Lp = 0.1 x Lv = 1.4 m

-Modello C 0.5: Lp = 0.5x Le = 0.75 m

-Modello C 0.6: Lp = 0.6 x Le = 0.9 m

-Modello C 0.7: Lp = 0.7x Le = 1.05 m

-Modello C 0.8: Lp = 0.8x Le = 1.2 m

-Modello C 1: Lp = 1 x Le = 1.5 m

-Modello C 1.4: Lp = 1.4 x Le = 1.8 m

- Modello XC : Lp = 0.1 x Lv = 1.4 m

Nelle figure 4.16 e 4.18 si riportano i risultati delle analisi svolte con confronto delle curve di
pushover per i modelli B e C.

118
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Curve di pushover modello B; Le =1 m


300

250

200
Forza (Kn)

150 MODELLO X B ; Lp=1.4m


MODELLO B 0.5 ; Lp=0.5 m
MODELLO B 0.6 ; Lp= 0.6 m
100
MODELLO B 0.7 ; Lp=0.7 m
MODELLO B 0.8 ; Lp=0.8 m
50 MODELLO B 1 ; Lp=1 m
MODELLO B 1.4 ; Lp=1.4 m
MODELLO B 1.6 ; Lp=1.6 m
0
0.00 0.20 0.40 0.60 0.80
Spostamento (m)

Figura 4.16 Confronto curve di pushover modelli B

Curve di pushover modello B; Le =1 m


260

250

240
Forza (Kn)

230

220

210

200
0.00 0.20 0.40 0.60 0.80
Spostamento (m)

Figura 4.17 Zoom del grafico di figura 4.16 nella zona di interesse

119
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Curve di pushover modello C; Le =1.5 m


400

350

300

250
Forza (kN)

200
MODELLO X C ;Lp= 1.4m
150 MODELLO C 0.5 ;Lp= 0.75m
MODELLO C 0.6 ;Lp= 0.9m
MODELLO C 0.7 ;Lp= 1.05m
100
MODELLO C 0.8 ;Lp= 1.2m
MODELLO C 1 ;Lp= 1.5m
50 MODELLO C 1.2 ;Lp= 1.8m
MODELLO C 1.4 ;Lp= 2.1m
0
0.00 0.10 0.20 0.30 0.40 0.50 0.60 0.70 0.80
Spostamento (m)

Figura 4.18 Confronto curve di pushover modelli C

Curve di pushover modello C; Le=1.5m

370

350

MODELLO X C ;Lp= 1.4m


Forza (kN)

330 MODELLO C 0.5 ;Lp= 0.75m


MODELLO C 0.6 ;Lp= 0.9m
310 MODELLO C 0.7 ;Lp= 1.05m
MODELLO C 0.8 ;Lp= 1.2m
MODELLO C 1 ;Lp= 1.5m
290
MODELLO C 1.2 ;Lp= 1.8m
MODELLO C 1.4 ;Lp= 2.1m
270
0.00 0.10 0.20 0.30 0.40 0.50 0.60 0.70 0.80
Spostamento (m)

Figura 4.19 Zoom del grafico di figura 4.18 nella zona di interesse

120
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Anche in questo caso i risultati ripetono quanto già visto per i modelli A: la miglior
approssimazione è garantita dal modello B1 e C1. Il modello B1 ha lunghezza di cerniera
plastica di 1m, pari proprio al prodotto di Le per l’alpha con valore uguale a 1; il C1 invece, di
1.5m.

In questi due casi però a differenza del modello A, la plasticizzazione si diffonde solamente alle
prime due cerniere come mostrato in figura 4.20.

Figura 4.20 Diffusione della plasticizzazione dei modelli Bα e Cα.

L’aver variato la sezione e lunghezza degli elementi ha permesso di estrapolare questo risultato
utilizzato per le successive analisi, nelle quali si assegnerà una lunghezza di cerniera plastica
pari proprio alla dimensione dell’elemento e della sezione trasversale.

121
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

4.3 Valutazioni sulla lunghezza di cerniera plastica: arco


Dopo aver confrontato i diversi approcci relativi alla modellazione della mensola, e prima di
procedere con le analisi sull’intero ponte, si è studiato il comportamento strutturale di un arco
della campata centrale del viadotto in esame.

Nella fase di implementazione del modello si sono confrontati tre differenti approcci nel
posizionamento delle cerniere, che inducono notevoli variazioni nelle curve di pushover. Il
primo dei tre prevede l’assegnazione delle cerniere nei nodi degli elementi frame. Nel secondo
le cerniere sono posizionate al centro dell’elemento ed infine il terzo ripercorre la disposizione
del primo ma con la doppia assegnazione per ciascun nodo. Si sono fatte, poi, valutazioni sulle
differenze riscontrate per individuare una tipologia corretta di approccio, utilizzabile nelle
analisi successive.

Infine si è analizzata la progressione della plasticizzazione dell’arco, individuando la posizione


delle cerniere plastiche e la loro evoluzione.

4.3.1 Geometria e sezione


L’arco in esame corrisponde alla volta centrale del ponte, sulla quale però sono state introdotte
delle semplificazioni per permettere un controllo sui risultati ottenuti. Si è infatti considerata
una sezione costante per tutto lo sviluppo, di dimensioni indicate in figura 4.21.

I materiali utilizzati per le analisi sono gli stessi descritti per la mensola.

La struttura è armata con 37 Φ18 superiori e 19 Φ 18 inferiori di area rispettivamente 9410.58


mm2 e 4832.46 mm2. La lunghezza totale dell’elemento frame è di 14 m, suddiviso 18 sotto-
elementi di 0.7m. Anche in questo caso si è mantenuto il rapporto di 1 tra altezza della sezione
ed estensione del frame.

Figura 4.21 Sezione arco

122
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.22 Modellazione su SAP

Sul modello è stato applicato il carico previsto per la volta, che consta di Permanenti e Variabili
più il peso proprio strutturale. Gli elementi sono stati nominati in direzione X crescente e i
carichi sono simmetrici, pertanto si riportano solamente quelli agenti sul semiarco.

L’analisi di pushover è stata condotta quindi, partendo dalla configurazione di equilibrio


derivante dall’applicazione dei carichi nominati. Il profilo di forze sismiche agenti sulla
struttura, incrementate fino a rottura nell’analisi di pushover, è proporzionale alle masse.
L’applicazione di queste all’interno del programma SAP è stata implementata definendo un load
case di tipo “Accel” in direzione orizzontale (x).

123
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.23 Definizione load case PUSH su SAP

4.3.2 Approcci diversi a confronto


In seguito alla modellazione dei materiali, della sezione e della geometria dell’arco, si sono
andate a definire le cerniere plastiche. Anche in questo caso si è utilizzata la “Fiber P-M2-M3”,
che opera una suddivisione della sezione in un numero di fibre definito dall’utente; nel caso in
esame pari a 100. Questo numero risulta sufficiente per descrivere in maniera corretta il
comportamento sezionale. Un problema che ci si è posti è stato quello del posizionamento delle
cerniere nella struttura, se posizionarle nei nodi o al centro dell’elemento. Per valutare le
differenze tra gli approcci dunque, si sono implementati tre modelli che prevedono diverse
collocazioni delle cerniere. La figura 4.24 riassume, in forma schematica, le diversità tra i
modelli.

124
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.24 Schematizzazione diversi approcci

Il “modello nodi” prevede l’assegnazione delle cerniere nei nodi iniziali di ogni elemento frame
partendo dagli incastri, eccetto per il frame in sommità dove si avranno due cerniere.

Il “modello nodi x2” vedrà la stessa disposizione indicata per il “modello nodi” ma con due
cerniere in ogni nodo, relative ai due elementi che ivi si congiungono, ad esclusione dei nodi
d’incastro con una sola cerniera assegnata.

Il “Modello centro” prevede l’assegnazione delle cerniere a metà di ogni elemento frame.

In ogni modello si è applicato lo stesso profilo di forze sismiche e si è spinta la struttura fino a
rottura, monitorando lo spostamento del nodo centrale, indicato in figura 4.25.

Figura 4.25 Punto di controllo di spostamento

125
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

4.3.3 Risultati e confronti


I risultati verranno presentati, in prima istanza, confrontando le curve di capacità dei tre modelli,
per i quali verranno evidenziate ed analizzate le differenze.

12000

10000

8000
Forza (kN)

6000

MODELLO CERN NODI 4000

MODELLO CERN
CENTRO 2000
MODELLO CERN NODI
X2
0
-0.06 -0.05 -0.04 -0.03 -0.02 -0.01 0.00
Spostamento (m)

Figura 4.26 Confronto curve di pushover

Quello che la figura 4.26 evidenzia, è una sostanziale distanza di uno dei 3 modelli considerati
dai restanti due. Entrambi i “modelli nodi” infatti, mostrano lo stesso comportamento, con lievi
differenze sulla rigidezza di circa il 6%. Confrontando invece il Modello centro con quello
Nodi, la percentuale in termini di forza cresce al 30%. Questa distanza quindi , non è affatto
trascurabile, se arriva a sovrastimare la resistenza dell’intera struttura del 30%; si è voluto
quindi indagare sulle motivazioni che portano ad errori del genere.

126
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

4.3.4 Considerazioni sulle differenze riscontrate


Le differenze tra i modelli in termini di forza sulle curve di pushover, sono imputabili al
comportamento della struttura conseguente all’applicazione delle cerniere in posizioni diverse.
Quello che si è riscontrato infatti, analizzando l’andamento dei momenti negli elementi, è che la
cerniera nel “modello centro” non è applicata in corrispondenza delle sezioni con momento
massimo. Questo è mostrato in figura, dove, per lo stesso incremento di carico, si mostrano i
valori dei momenti negli elementi frame di incastro.

Figura 4.27 Differenze tra momenti all’incastro

Il modello centro quindi, sovrastima notevolmente la capacità resistente della struttura,


commettendo errori anche del 30%. Le differenze tra i modelli Nodi invece sono imputabili alla
maggior precisione delle doppie cerniere per ogni frame, a costo però di un onere
computazionale nettamente maggiore. Infatti, lo sforzo normale è variabile tra gli elementi
d’arco e posizionando le cerniere all’estremità di uno dei due elementi frame (“modello nodi”)

127
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

si riescono a cogliere solamente le caratteristiche di sollecitazione di quello stesso elemento e


non le differenze tra i due frame adiacenti.

Si è quindi, nelle future fasi della modellazione, deciso di adottare la tipologia del Modello
Nodi.

4.3.5 Individuazione posizione cerniere plastiche


Uno degli obiettivi dell’analisi non lineare a plasticità concentrata è quello dell’individuazione
della posizione delle cerniere. Se da un lato però, la modellazione a fibre implementata su SAP
permette di ottenere risultati più accurati, come mostrato precedentemente, non consente la
visualizzazione delle sezioni plasticizzate a schermo, al progredire dello step di carico. Per
consentire quindi, una visualizzazione delle cerniere attivate e determinare anche il valore della
deformazione del calcestruzzo e dell’acciaio all’ interno della cerniera stessa, si è implementato
un foglio elettronico in grado di presentare i risultati in maniera chiara e quanto più esauriente
possibile.

L’organizzazione del foglio elettronico è presentata in figura e prevede:

-In alto a sinistra la rappresentazione della curva di capacità dell’arco con l’indicatore dello
stesso colore che, al crescere dello step di carico, si muove lungo il grafico.

-In basso a sinistra la geometria dell’arco con la suddivisione in 4 settori, ai quali competono
diverse cerniere assegnate. Procedendo con il cursore per aumentare lo step, si illumineranno sul
grafico le cerniere che hanno raggiunto lo snervamento del materiale acciaio, colorandosi di
rosso.

-Le ultime 4 sezioni rappresentano i 4 settori in cui l’arco è diviso. Nei quadranti sono graficati i
diagrammi Momento-Rotazione di ciascuna cerniera posizionata nel settore. Su ogni grafico
scorre l’indicatore relativo, che, al variare dello step, cambia la posizione muovendosi sulla
curva. Infine nella legenda di questi quadranti, sono indicate le tensioni massime e minime,
relative a calcestruzzo e acciaio di ogni sezione in cui è posizionata la cerniera, ognuna per
settore di competenza.

Nel complesso il foglio permette, incrementando gli step con il cursore, di seguire la risposta
della struttura, visualizzando la forza totale applicata, il numero e la posizione delle cerniere
snervate, la deformazione delle fibre di acciaio e calcestruzzo di ogni sezione e i diagrammi
momento rotazione.

128
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Le immagini seguenti riproducono il foglio allo step 2,7,49, corrispondenti al primo


snervamento delle due cerniere agli incastri, al raggiungimento dell’1% di deformazione
dell’acciaio e alla condizione ultima per il calcestruzzo.

Figura 4.28 Foglio elettronico allo step di carico 2

Con i riquadri rossi si sono indicate le cerniere che hanno superato la deformazione a
snervamento dell’acciaio dell’1.38‰. La B1H1 ha raggiunto l’1.843‰ e la B18H1 l’1.774‰.
Nel riquadro geometria e cerniere sono attivate quindi, solamente le cerniere nominate,
posizionate agli incastri.

129
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.29 Foglio elettronico allo step di carico 7

Figura 4.30 Foglio elettronico allo step di carico 49

Allo step 49 la struttura ha superato la sua resistenza ultima; la curva di pushover ha


oltrepassato il picco iniziando la fase di scarico per il superamento, in una sezione, della
deformazione ultima del calcestruzzo (B1H1). Le cerniere che risultato snervate sono le: B1H1,
B6H1, B7H1, B8H1, B13H1, B14H1, B15H1, B18H1.

130
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

4.3.6 Punti notevoli sulla curva di pushover


Dopo aver studiato il comportamento dell’arco sotto la spinta di forze sismiche orizzontali, che
inducono una plasticizzazione delle sezioni più sollecitate, si è costruito un foglio che, al
procedere dei passi di carico, diagramma i punti caratteristici in corrispondenza di deformazioni
o curvature notevoli.

Questi punti rappresentano il raggiungimento di particolari condizioni limite nel comportamento


globale della struttura e sono:

-Formazione della prima, seconda, terza e quarta cerniera plastica

-Raggiungimento dell’1% della deformazione dell’acciaio sulla sezione più sollecitata

-Raggiungimento del 4% della deformazione dell’acciaio sulla sezione più sollecitata

-Raggiungimento dei ¾ della rotazione ultima

-Raggiungimento della deformazione ultima del calcestruzzo pari al 3.5‰

L’individuazione delle percentuali di deformazione dell’acciaio e del calcestruzzo è stata


illustrata nel capitolo precedente, tramite la valutazione delle singole cerniere. In ogni sezione
nella quale è stata definita una cerniera, è possibile estrarre i valori delle tensioni e deformazioni
di ogni fibra. Oltre alle 100 porzioni di calcestruzzo in cui risulta divisa la geometria, ad ogni
barra d’armatura compete un’ulteriore fibra. Si possono pertanto visualizzare ed estrarre gli stati
di tensione relativi a ciascuna porzione tramite il comando “Show hinge results”. Si riporta a
titolo di esempio il “Fiber result” della fibra inferiore d’acciaio nella cerniera B1H1.

131
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.31 Diagramma tenso-deformativo acciaio d’armatura

Nell’immagine presentata è possibile leggere il valore di Stress(tensione) e strain(deformazione)


della fibra 56 d’acciaio(acciaio 2). Al procedere dello step si vedrà un incremento di questi
valori fino ad arrivare ad un valore ultimo.

La valutazione delle capacità di rotazione ultima della struttura è stata eseguita seguendo le
indicazioni di normativa al punto C8C.8.6.4.

Nel caso di verifica allo SLC la capacità di rotazione rispetto alla corda da utilizzare vale:

132
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Con γel=1.5.Nel caso di verifica allo SLV la capacità è pari a ¾ di quella per lo SLC.

Trovandoci nella condizione di verifica allo SLV, si è adottata come capacità proprio quella
descritta. Il valore della θu considerato, è quello corrispondente, nel diagramma momento-
rotazione, allo step in cui avviene il raggiungimento della deformazione ultima del calcestruzzo
nella prima sezione.

Tutti i valori descritti sono stati inseriti nel grafico di figura 98, attivando ciascun indicatore
solo al raggiungimento dello step relativo. Se quindi si raggiunge l’1% di deformazione
dell’acciaio nella cerniera B18H1, allo step 7, solo quando la casella di selezione del grafico
sarà portata sullo step 7, si accenderà l’indicatore relativo.

Si presentano le curve agli step 2, 7 e 49, corrispondenti allo snervamento della prima e seconda
cerniera, dell’1% dell’acciaio e della deformazione ultima del calcestruzzo.

Figura 4.32. Curva di pushover allo step 2

In questo step di carico avviene la plasticizzazione contemporanea di due cerniere plastiche: la


B1H1 e la B18H1, assegnate agni incastri dell’arco.

133
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.33 Curva di pushover allo step 7

Figura 4.34 Curva di pushover allo step 49

In quest’ultimo grafico presentato è evidente come si siano superati tutti i punti notevoli della
struttura, e che quindi, allo step 49, si sia raggiunta la capacità ultima per raggiungimento della
deformazione a compressione del 3.5‰ lato calcestruzzo.

134
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

5 Analisi di spinta non lineari: modellazione a


plasticità diffusa

5.1 Introduzione alla plasticità diffusa


Uno degli obiettivi di questo lavoro di tesi è la calibrazione di modelli semplici tramite
modellazioni a maggior grado di accuratezza, come quella appunto realizzata in Abaqus.

La definizione di un modello ad elementi finiti a plasticità concentrata infatti, presenta i


vantaggi di un limitato onere computazionale richiesto nell’esecuzione delle analisi, d’altro
canto però, porta con se numerose semplificazioni che spesso possono risultare limitative.

5.2 Modellazione in Abaqus


La modellazione in plasticità diffusa è stata realizzata tramite il programma ad elementi finiti
(displacement-based) Abaqus. In prima analisi, è stato necessario lo studio dei vari modelli
possibili in Abaqus per simulare il comportamento del calcestruzzo.

Il calcestruzzo è un materiale che presenta due principali meccanismi di rottura: la fessurazione


a trazione e lo schiacciamento a compressione. Il suo comportamento dipende
significativamente dallo stato tensionale agente. A titolo di esempio, lo stesso elemento di
calcestruzzo, soggetto ad uno stato di tensione biassiale, raggiunge resistenze fino al venti
percento maggiori del caso in cui fosse soggetto a compressione uniassiale; e la sua resistenza,
quando è soggetto a compressione triassiale uniforme, raggiunge valore teoricamente illimitati.
Il criterio di resistenza è rappresentato da una superficie nello spazio tridimensionale delle
tensioni principali. Un punto interno alla superficie di snervamento produce deformazioni di
tipo elastico. Una volta che viene attraversata la superficie, il materiale inizia a comportarsi in
maniera non lineare, ad accumulare deformazioni plastiche o a fessurarsi.

Nel presente lavoro si è adottato il modello concrete damaged plasticity (successivamente


indicato con CDP), implementato in Abaqus. Il calcestruzzo presenta una duttilità limitata a
compressione ed una resistenza a trazione contenuta. I modelli a comportamento elasto-plastico
tuttavia si prestano a rappresentare in maniera ragionevolmente accurata il comportamento di
tale materiale nella analisi di pushover a patto che la resistenza a trazione venga posta pari ad un
valore residuo prossimo allo zero e l’analisi venga boccata quando in un punto della struttura si

135
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

raggiunge il valore di deformazione ultima del materiale. Così facendo si perde il degrado della
rigidezza del materiale dovuto alla fessurazione.

Successivamente si accennerà brevemente alle ipotesi su cui si basa il modello e si mostreranno


i valori inseriti per i parametri che lo caratterizzano.

Elementi necessari per la definizione del comportamento plastico di un materiale sono la


superficie di snervamento, la legge di incrudimento e la legge di flusso.
La superficie di snervamento è descritta da un’equazione F che associa ad ogni punto dello
spazio delle tensioni principali la condizione di snervamento. I punti interni a tale superficie
rappresentano degli stati tensionali che danno luogo a deformazioni elastiche. I punti su di essa
invece danno luogo a deformazioni plastiche. Per la condizione di consistenza gli stati tensionali
ammissibili sono tutti contenuti all’interno, o giacciono, sulla superficie di snervamento. La
legge di incrudimento governa l’evoluzione della superficie di snervamento. La dipendenza di
tale superficie dalla deformazione plastica si traduce in un cambio di forma e dimensioni della
stessa.
La legge di flusso esprime la relazione esistente tra superficie di snervamento e la direzione del
vettore delle deformazioni plastiche. Le evidenze sperimentali dimostrano che la direzione del
vettore di deformazione è indipendente dall’incremento di tensione, ma è funzione dello stato
tensionale “complessivo”. Il criterio o legge di flusso stabilisce che il vettore di deformazione è
sempre ortogonale al potenziale plastico G. Tale legge di normalità permette di stabilire il
rapporto esistente tra le componenti della deformazione plastica. La legge di flusso si definisce
associata se il potenziale plastico G e la superficie di snervamento F coincidono, altrimenti si
dice che la legge di flusso non è associata. La tensione effettiva è definita come:

L’equazione della superficie di snervamento e quella del potenziale plastico fanno uso di due
invarianti delle tensioni (effettive) che sono la pressione idrostatica

e la tensione equivalente di Mises

136
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

dove S è la parte deviatorica del tensore delle tensioni effettive

Una delle ipotesi spesso accettate per il comportamento del calcestruzzo è quella di Drucker-
Prager (1952). Questa afferma che la rottura del materiale è legata all’energia di deformazione
distorcente e che la superficie di snervamento assume la forma di un cono nello spazio delle
tensioni con asse coincidente con l’asse idrostatico (Figura5.3 ).
Il vantaggio nell’uso di questo criterio è la forma smussata della superficie, particolarmente
idonea nelle applicazioni numeriche.

Figura 5.3 Superficie di snervaemnto

Nel CDP si utilizza un’evoluzione della funzione di Drucker-Prager elaborata da Lubliner e


successivamente modificata da Lee e Fenves [3]. L’equazione della superficie di snervamento è:

137
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

è la tensione principale massima effettiva;

rappresentano rispettivamente le deformazioni plastiche equivalenti di


trazione e compressione.

sono rispettivamente la tensione effettiva corrispondente alla


deformazione plastica di trazione e compressione;
In figura 5.3 si mostra la forma che assume la superficie di snervamento per uno stato di
tensione piano.
Il potenziale plastico è definito dalla funzione iperbolica di Drucker-Prager.

Dove:

è la tensione di trazione uniassiale di rottura definita nel comportamento uniassiale a


trazione del calcestruzzo;

ed il parametro e, sono il dilatation angle e eccentricity, definiti nel dettaglio nei paragrafi
successivi.

138
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 5.4 : Superficie di snervamento per uno stato di tensione piano

Secondo le modifiche apportate dagli autori, la sezione trasversale della superficie di


snervamento nel piano deviatorico non è una circonferenza ma una curva governata dal
parametro Kc come mostrato in figura . Dal punto di vista fisico il parametro Kc può essere
interpretato come il rapporto tra la distanza tra l’asse idrostatico e rispettivamente la generatrice
delle trazioni e la generatrice delle compressioni. Il CDP consiglia di assumere Kc = 2/3.
Analogamente la forma della superficie di snervamento, in un piano contenente l’asse
idrostatico, non è una retta ma un’iperbole (fig 5.4). Il parametro che esprime tale variazione di
forma si definisce eccentricity e. Nel CDP si raccomanda di porre e= 0.1. Quando e= 0 la
superficie nel piano meridiano p - q diventa una linea retta ricadendo nella formulazione di
Drucker-Prager.
Un altro parametro che descrive il comportamento del materiale è il punto in cui il calcestruzzo
raggiunge la rottura sotto uno stato di tensione piano di compressione σb0/σc0 è il rapporto tra la
resistenza in uno stato tensionale piano e la resistenza in uno stato tensionale uniassiale. Il CDP
consiglia di porre σb0/σc0 = 1.16.
L’ultimo parametro che definisce il comportamento del calcestruzzo confinato è il dilatation
angle ψ . Esso è definito come l’angolo di inclinazione della superficie di snervamento rispetto
all’asse idrostatico in un piano meridiano. Fisicamente, l’angolo ψ , è un angolo di attrito.
Valori consigliati per il calcestruzzo sono ψ = 36 /40. I restanti parametri che servono per

139
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

calibrare il modello sono forniti in termini di curve tensione-deformazione per uno stato di
tensione uniassiale a compressione e a trazione, spesso ricavabili da prove sperimentali.

Figura 5.5 : Superficie di snervamento nel piano deviatorico

Figura 5.6 : Superficie di snervamento nel piano meridiano

Per concludere si mostrano in tabella i valori dei parametri adottati in questo lavoro:

140
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

.
Tabella 5.7 : Parametri di default assunti nel CDP

Comportamento uniassiale a trazione del calcestruzzo


La curva tensioni-deformazioni di un elemento di calcestruzzo sottoposto ad un carico
uniassiale di trazione, segue un andamento lineare elastico fino al raggiungimento della tensione
di rottura. La tensione di rottura corrisponde alla condizione di incipiente fessurazione del
calcestruzzo. Oltre tale limite il fenomeno della fessurazione, osservato su scala macroscopica, è
rappresentato da una progressiva riduzione della resistenza al crescere della deformazione. Nel
presente modello si è scelto adottare un comportamento elasto-plastico perfetto. Non essendo
stato modellato il progressivo danneggiamento del materiale, è stato adottato un valore molto
piccolo della resistenza a trazione rinunciando a cogliere la progressiva fessurazione del
materiale in cambio di una maggiore stabilità a livello numerico.
Comportamento uniassiale a compressione del calcestruzzo
La curva tensione-deformazione per uno stato uniassiale di compressione può essere definita
sulla base di risultati sperimentali o ricavata da formule analitiche in funzione della resistenza a
compressione media valutata (o attesa se si parla di nuove costruzioni). Nel presente lavoro si è
scelto un comportamento elasto-plastico perfetto, accettando di non riprodurre con estrema
fedeltà il comportamento reale del materiale e prediligendo una maggiore stabilità della
soluzione numerica.
Modellazione dei materiali

I materiali utilizzati, nell’implementazione delle analisi in plasticità diffusa, eseguite su Abaqus


sono:

-Acciaio d’armatura con comportamento elasto-plastico incrudente

- Calcestruzzo con legame σ-ε elastico perfettamente plastico

141
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Si è prevista una deformazione del limite elastico per il calcestruzzo a compressione dell’
1.08‰ e deformazione ultima del 3.5‰, cui corrisponde una tensione ultima pari a σu = 31660
kPa . A trazione, la deformazione del limite elastico e l’associata tensione sono rispettivamente:
εy = 3.21e-06 e σy = 100 kPa.

Il legame costitutivo dell’acciaio è indicato nella figura seguente.

Figura 5.8 Legami costitutivi dei materiali

Per quanto concerne il settaggio dei parametri che definiscono la plasticità del calcestruzzo si
faccia riferimento a quanto precedentemente espresso.

Negli elementi shell, utilizzati nel presente lavoro, è possibile definire degli strati di armatura
con comportamento uniassiale nella direzione assegnata. La mesh delle armature è la medesima
del calcestruzzo che le ospita. Con questo approccio, il comportamento del calcestruzzo è
indipendente da quello delle armature. Il modello prevede la perfetta aderenza delle barre di
armatura con il calcestruzzo.
Per ogni layer è necessario definire i seguenti parametri:
 l’area A della sezione di ogni barra;
 il passo s delle barre nel piano della shell;
 la posizione degli strati nello spessore della shell (misurata a partire dalla

142
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

superficie media della shell);


 il materiale costituente le barre;
 l’orientazione delle barre;
L’area della barra ed il passo vengono utilizzati per calcolare lo spessore del layer di armatura t
= A/s.

5.2.1 Modello di mensola


Prima di analizzare le differenze tra i due tipi di plasticità descritte, su modellazioni con
maggiore grado di complicazione, è stato considerato un semplice modello a mensola. La
sezione dell’elemento è quella della pila, con la scelta di considerare una sezione costante con lo
sviluppo per semplicità di calcolo, pari a quella della testa della pila (data la sezione rastremata).
Le dimensioni sono indicate di seguito:
-Sezione 1.8m x 9.35m
-Altezza della pila pari a 9.15m
L’elemento strutturale è stato armato con 19Φ18 superiori e inferiori, e caricato con 3872 k N
assialmente. La forza sismica incrementale è stata applicata in testa alla pila.
Prima di analizzare le differenze tra il modello a plasticità concentrata e quello a plasticità
diffusa, si sono eseguite delle analisi di sensibilità alla mesh con il modello in Abaqus.
L’elemento scelto dalla libreria di Abaqus è il tipo S4, dove S indica che è un elemento shell e
quattro il numero di nodi.
Per valutare quindi, gli effetti della discretizzazione della pila, sono state effettuate diverse
analisi di pushover con numero di elementi finiti di diversa lunghezza e con gli elementi più
corti in prossimità dell’incastro.
Le differenze sono state analizzate in termini di raggiungimento di punti notevoli per le strutture
, coincidenti con:
 L’1% di deformazione dell’acciaio
 Il 4% di deformazione dell’acciaio
 Il 6% di deformazione dell’acciaio
 Il 10% di deformazione dell’acciaio
Il raggiungimento dell’1% è indicato come punto di deformazione ultima in normativa per le
strutture di nuova progettazione con legame dell’acciaio elasto-plastico incrudente al paragrafo
7.4.4.2.1.

143
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

“Nel caso in cui si sia adottato il modello elastico incrudente , i momenti MC,Rd e Mb,Rd si
determinano come specificato nel § 4.1.2.1.2, assumendo la deformazione massima dell’acciaio
εs =1%.”
Il 4% di deformazione è un’indicazione di circolare al punto C8A.6.1, relativo ai ponti esistenti,
che suggerisce di:
“stimare le deformazioni ultime dell’acciaio sulla base dell’allungamento uniforme al carico
massimo, in mancanza di informazioni si può assumere che la deformazione ultima dell’acciaio
sia pari al 4%”.
Il valore del 10% corrisponde alla deformazione ultima sperimentale ottenuta da prove a
trazione su barre d’acciaio; infine è stato considerato un valore intermedio del 6%.
Dal grafico ottenuto in figura, in cui sono diagrammati sulla stessa curva di pushover i punti
descritti al variare della dimensione dell’elemento, si sono messe in evidenza le differenze in
termini di spostamento. Le diverse curve di capacità non sono state rappresentate per la
sostanziale coincidenza in termini di forza delle stesse.
Si sono valutate 3 mesh differenti con dimensione dell’elemento alla base di 0.125m, 0.25m e
0.5m.
Quello che si evince dall’analisi del grafico è una riduzione della duttilità con l’infittimento
della mesh: il raggiungimento dei punti notevoli avviene sempre prima con la mesh a 0.125
mentre si raggiunge la stessa deformazione per valori più alti di spostamento, con la mesh 0.5.

144
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

COFRONTO CURVE DI PUSHOVER


1400

10%ACC (0.25) 10%ACC (0.5)


Ragg. 4% (0.25) Ragg. 6% (0.25)Ragg. 10% (0.125)
1200 Ragg. 4% (0.125)
Ragg. 1% (0.25) Ragg. 6% (0.5)
Ragg. 1% (0.5) Ragg. 6% (0.125)
1000 Ragg. 1% (0.125) Ragg. 4% (0.5)
Forza [kN]

800

600

400

200

0
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45
Spostamento [m]

Figura 5.9 Differenze al variare della mesh

Figura 5.10: differenze percentuali rispetto alla curva 0.25

Le notevoli discrepanze in termini di spostamento possono essere dovute al fatto che i valori di
tensione e deformazione forniti in output dal postprocessor sono rappresentati nei punti di Gauss
che non sono posizionati in coincidenza delle sezioni di estremità. Ciò significa che lo

145
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

snervamento dell’acciaio alla base della pila viene valutato con un momento maggiore se la
discretizzazione è di 0.5m invece che a 0.125 m perché le sezioni di Gauss sono più lontane
dall’estremità essendo la distanza dipendente dalla lunghezza dell’elemento finito terminale.

5.2.2 Confronto con modello a plasticità concentrata

La modellazione scelta in Abaqus con elementi shell, è stata confrontata con due modellazioni
in SAP a cerniere concentrate per le quali è stata prevista una diversa assegnazione delle
cerniere.
Il modello XB prevede una sola cerniera assegnata alla base dell’elemento pila, con lunghezza
di cerniera plastica di 0.1x Lv. La luce di taglio, essendo una mensola, sarà proprio la lunghezza
totale, pari a 9.15 m, pertanto la lunghezza assegnata Lp è di 0.915m.

Figura 5.11 :Modello Xb

146
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

La seconda modellazione in SAP, prevede l’assegnazione delle cerniere in ogni nodo di


discretizzazione della pila. La lunghezza Lp è pari proprio all’altezza della sezione (1.8m).Si
presenta in figura il modello B1.

Figura 5.12 Modello B1

I risultati sono presentati in termini di curve di pushover, sulla quali saranno evidenziati i punti
notevoli precedentemente descritti e il raggiungimento della rotazione ultima e dei ¾ della
stessa. La formulazione adottata per il calcolo della rotazione ultima è la seguente, proposta al
C8A.6.5 della circolare:

Come indicato nel capitolo “C8A.8.6.4 Verifica dei meccanismi duttili” del testo nominato, nel
caso di verifica allo SLC la capacità di rotazione rispetto alla corda da utilizzare vale:

147
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Con γel=1.5 . Nel caso di verifica allo SLV la capacità è pari a ¾ di quella per lo SLC.
Pertanto, nel caso in esame si è valutata una rotazione pari a ¾ di quella allo SLC.

CURVE DI PUSHOVER
1400

1200

1000
Forza [kN]

800

600

400
SAP XB

200
ABAQUS
SAP B1
0
0.00 0.10 0.20 0.30 0.40 0.50 0.60
Spostamento [m]

Figura 5.13 Differenze tra le modellazioni nel modello a mensola

148
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Come si riscontra dall’osservazione del grafico, sono molto rilevanti le differenze in termini di
spostamento tra le 3 curve di pushover presentate. Infatti, è evidente che le differenze in
percentuale tra le forze siano molto modeste e di un diverso ordine di grandezza rispetto a
quelle in spostamento.

Differenze percentuali rispetto alla curva di ABAQUS


SAP XB SAP B1
F S F S

RAGG 1% -1.01% 4.73% -1.14% 68.36%

RAGG 4% -1.84% 44.95% -1.93% 72.44%

RAGG10% -1.62% 40.93% - -


¾θ -4.87% -8.8% -7.02% -0.02%

Si può osservare che esistono, tra le diverse modellazioni, differenze in termini di rigidezza.
La diversa rigidezza si può spiegare con il fatto che in Sap 2000 le sezioni in c.a. non sono state
considerate fessurate, infatti nel modello a plasticità concentrata si è assunta fin dall’inizio una
rigidezza flessionale elastica pari proprio a quella della sezione in calcestruzzo interamente
reagente.
Dal raffronto si nota la buona corrispondenza del valore della forza di snervamento. E’
auspicabile in effetti che fino al limite del campo elastico le pile modellate a plasticità diffusa e
concentrata abbiano quasi la stessa risposta in termini di forza-spostamento e anche di
conseguenza un simile momento di snervamento.
Si nota il diverso comportamento dei due modelli relativi alle due tipologie differenti di
modellazione, sul tratto della curva relativo al post-snervamento e in particolare la notevole
differenza dello spostamento ultimo della sezione, infatti nel modello in abaqus, il ramo

149
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

incrudente di hardening ha una pendenza superiore di quello a cerniere e raggiunge lo


spostamento ultimo per valori di rotazioni più basse.
Viceversa il modello a cerniere raggiunge lo spostamento ultimo per rotazioni molto maggiori.
Le differenze riscontrate tra le due modellazioni in Sap possono essere imputate alle differenti
lunghezze di cerniera plastica assegnate. Infatti al modello B1 compete una lunghezza pari circa
al doppio di quella assegnata al modello XB, con conseguente maggiore rotazione plastica
dell’elemento, che vedrà, al raggiungimento della forza di snervamento, un’istantanea
assegnazione di plasticità a tutta la lunghezza di cerniera plastica. Questo comporterà maggiori
rotazioni per il modello con Lp maggiore, con conseguente maggior spostamento sulla curva di
capacità. Il principio analizzato può spiegare anche le distanze con la modellazione in abaqus:
se al raggiungimento del momento di snervamento in una fibra di acciaio in Abaqus, la
plasticizzazione rimarrà confinata nella suddetta, SAP assegnerà quella deformazione
dell’acciaio, a tutto il tratto di Lp, determinando uno spostamento nettamente maggiore al
raggiungimento dello stato limite considerato.
E’ immediato infatti verificare come si diffonde la plasticizzazione nella pila a plasticità diffusa:
al raggiungimento del momento di snervamento, la zona plasticizzata rimane confinata nel
primo elemento di mesh, corrispondente ad un tratto di 0.25m

150
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 5.14 : Raggiungimento della deformazione di snervamento sulle barre di armatura superiore

Così anche il raggiungimento dei punti notevoli vedrà solamente il primo elemento superare
l’1% (in figura 5.14) e solo successivamente la zona plastica si estenderà. Quindi, se come
rappresentato dai punti notevoli sulle curve di pushover, si ricerca il primo punto nel quale si
supera la deformazione dell’1% dell’acciaio, allora necessariamente le curve di pushover
differiranno in termini di spostamento, proprio per la diversa lunghezza di cerniera plastica.
Infatti se sul modello in Abaqus, come detto, la plasticizzazione è progressiva, in SAP invece, al
raggiungimento delle deformazioni notevoli su una fibra di acciaio, si assegnerà una lunghezza
di cerniera pari proprio ad Lp, spalmandola sull’elemento.

151
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 5.15 : Raggiungimento della deformazione dell’1% sulle barre di armatura superiore

Infine se si analizza la zona di plasticizzazione finale (figura5.16), al modello in plasticità


diffusa compete una lunghezza di 1.5m, mentre ai modelli in sap di 0.915m(XB) e 1.8 m. Ma se
nel modello XB, al valore di spostamento contrassegnato dal punto verde, si sarà raggiunta la
deformazione dell’acciaio pari al 10% su tutta la lunghezza 0.915m, nel modello in abaqus,
soltanto il primo elemento vedrà superare il 10%, mentre la restante zona plasticizzata rimarrà a
deformazioni nettamente inferiori.
Queste differenze intrinseche alle due modellazioni, hanno portato a consistenti distanze sulle
curve di pushover in termini di spostamento.

152
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 5.16 : Lunghezza di zona plasticizzata in ABAQUS

5.2.3 Modelli di arco


Dopo aver analizzato le differenze fra le modellazioni su un elemento strutturale semplice come
la mensola, si sono implementati dei modelli su una struttura che porta con se maggiori
complicazioni, quale l’arco. Si tratta dell’arco della campata centrale sul quale sono stati
applicati i carichi permanenti e variabili presentati per le analisi preliminari, e sul quale si è
operata la semplificazione di considerarlo a sezione costante per l’intero sviluppo pari a 0.7m x
9.35m. La lunghezza totale dell’elemento è di 14m, con armatura simmetrica di 19Φ18 inferiori
e superiori. Per poter provvedere all’assegnazione delle cerniere plastiche nel modello SAP, si è
suddiviso in 18 sotto-elementi, caricati singolarmente in entrambe le modellazioni. Le forze
sismiche applicate sono proporzionali alle masse della struttura.

153
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Anche nel caso in esame si è operata un’analisi di sensibilità alla mesh sul programma Abaqus,
per determinare le differenze sulle curve di pushover, con la dimensione dell’elemento shell. Si
riportano di seguito i risultati.

CURVE DI PUSHOVER
9000

8000 Ragg. 1% Ragg. 4%

7000
Ragg. 1% Ragg. 4%
6000

Forza (kN)
5000

4000

3000
MESH 0.7
2000

1000
MESH 0.4

0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16
Spostamento (m)

Figura 5.17 : Differenze sulle curve di pushover con due differenti mesh

Nel proseguo si farà riferimento alla mesh 0.4, per la maggiore accuratezza dei risultati.
Quello che si evidenzia è, come nel caso precedente di mensola, una riduzione della duttilità con
l’infittimento della mesh. La curva con mesh 0.4 giunge alle deformazioni dell’1% e del 4% per
spostamenti minori rispetto alla quella con elemento di 0.7m. Inoltre, a differenza delle
modellazioni precedenti, in questo caso esistono anche differenze in termini di forza tra le due
curve, quantificate in termini di punti percentuale nella tabella seguente.

154
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

La modellazione di confronto con abaqus è stata quella a cerniere concentrate in sap. La


lunghezza di cerniera plastica assegnata è pari proprio all’altezza della sezione (0.7m). E’ stata
prevista inoltre l’assegnazione di cerniere in ogni nodo dell’elemento, come indicato in figura.

Figura 5.18 : Modellazione dell’arco in SAP

La modellazione è stata realizzata sempre suddividendo la sezione di cerniera in un numero


discreto di fibre che monitorano il comportamento tenso-deformativo dell’area di competenza.
Nel caso in esame si è optato per un numero di fibre pari a 100.
Il punto di controllo in spostamento assunto è il nodo in chiave dell’arco.
L’analisi dei risultati mostra una sostanziale coincidenza delle deformate delle due strutture,
come è mostrato in figura.

155
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Si riscontra inoltre, che la formazione delle zone a comportamento plastico avviene nelle stesse
sezioni in entrambi i modelli, e la progressione con cui si formano le cerniere in SAP 2000,
ricalca lo stesso comportamento mostrato dal modello a plasticità diffusa (Abaqus).
La figura mostra la progressiva plasticizzazione delle quattro sezioni nelle quali la
deformazione dell’acciaio supera l’1.38‰.

Figura 5.19 :Formazione delle cerniere in entrambi i modelli

156
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Le cerniere che si formano sono alternate, infatti partendo da sinistra si riscontra lo snervamento
per trazione delle armature superiori, successivamente delle inferiori e di nuovo superiori .Infine
nella sezione di incastro della cerniera sulla destra, le armature snervate sono le inferiori. Le
cerniere sono state nominate con le lettere A,B,C,D, a partire dall’incastro a sinistra, come
indicato nella figura seguente.

Figura 5.20 Sezioni di formazione delle cerniere nell’arco

157
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Di seguito sono presentati i risultati con confronto delle curve di pushover relative alle due
differenti modellazioni.

9000 CURVE DI PUSHOVER: Lp= h sez


8000 Ragg. 4% 6%ACC
Ragg. 1%
10%ACC
7000
Ragg. 1% Ragg. 4% 6%ACC
6000
Forza (kN)

5000

4000

3000

2000 SAP
1000
ABAQUS
0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16

Spostamento (m)
Figura 5.21 : Confronto curve di pushover

Si nota che il punto di partenza delle analisi non è mai a valori di spostamenti nulli perché si
computano l’entità degli spostamenti nel piano dovuti ai carichi gravitazionali in quanto ogni
programma di calcolo prima di eseguire l’analisi di pushover valuta quella statica verticale.
Durante la fase elastico lineare dell’analisi, le rigidezze iniziali dei due modelli sono abbastanza
simili anche se quella a fibre è leggermente maggiore. Se confrontiamo i modelli per la pila
come è stato fatto in precedenza si nota un divario sensibile tra le rigidezze iniziali, cosa che
invece non avviene per l’arco.
Le differenze riscontrate, sono, anche in questo caso, relative agli spostamenti corrispondenti ai
punti notevoli. Infatti, se le distanze in termini di forza sono dell’ordine del 6-7 %, quelle in
spostamenti anche del 46%. Queste differenze tra le due modellazioni possono essere spiegate
con lo stesso ragionamento precedentemente indicato per la mensola; anche in questo caso sarà
il modello abaqus a vedere il raggiungimento delle deformazioni notevoli per valori di
spostamento inferiori rispetto a quelli SAP, dovuti alla limitata zona nella quale queste
deformazioni vengono raggiunte.
Analizzando la progressione della plasticizzazione, quello che si evidenzia è una coincidenza
dei due modelli sulla cerniera che per prima raggiunge lo snervamento e le successive

158
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

deformazioni notevoli. Infatti è la seconda cerniera che per prima raggiunge il 4%, il 6% e l’8%
di deformazione dell’acciaio.
Le differenze però sono riscontrabili sulle lunghezze plasticizzate di queste cerniere: se il
modello SAP, raggiunto l’1%, assegna a tutto il tratto pari ad Lp questa deformazione, quello in
Abaqus vedrà differenti tratti plasticizzati. Nelle figure seguenti, a dimostrazione di ciò, si
evidenziano le zone che hanno superato lo snervamento, quando la cerniera 2 ha raggiunto i
punti notevoli di deformazione. Si presentano le deformazioni dei layer superiori ed inferiori di
acciaio.

Figura 5.22 : Raggiungimento 1% di deformazione dell’acciaio nella sezione B

Figura 5.23 : Raggiungimento 4% di deformazione dell’acciaio nella sezione B

159
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 5.24 : Raggiungimento 8% di deformazione dell’acciaio nella sezione B

E’ immediato constatare che le deformazioni raggiunte nella cerniera b nei punti notevoli, sono
limitate ad un solo elemento. La zona plastica si estende in misura maggiore ma con
deformazioni ben distanti da quelle notevoli, così anche per le altre sezioni: la plasticizzazione è
diffusa, ma le deformazioni ultime sono localizzate in piccole zone. Questo è appurabile
tenendo in conto le colorazioni dell’elemento, relative a diverse deformazioni delle fibre di
acciaio; se ad esempio nella figura 5.22 il tratto colorato è esteso a più di due elementi, per una
lunghezza totale di 1m , solo nel tratto rosso si sono raggiunte effettivamente le deformazioni
dell’1% nell’acciaio. Pertanto questo rappresenta un elemento di diversità con il modello in
SAP, nel quale, raggiunta la deformazione notevole, questa verrà estesa direttamente a tutto il
tratto di lunghezza pari alla Lp.
Inoltre si è notata una sostanziale concentrazione della plasticizzazione nelle cerniere agli
incastri, nelle quali le dimensioni del tratto plastico, al variare della mesh, rimanevano confinate
al primo elemento per la sezione A e ai primi due per la sezione D.
Si riportano i risultati in forma tabellare delle lunghezze dei tratti snervati delle 4 sezioni al
raggiungimento delle deformazioni notevoli indicate.

160
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

5.2.4 Calibrazione del modello in SAP


Alla luce delle differenze presentate, si è deciso, di operare una calibrazione del modello SAP
tramite il modello Abaqus . La modellazione con elementi frame di SAP, è di più semplice
implementazione e controllo, ma presenta delle semplificazioni notevoli nello studio del
comportamento strutturale. L’assegnazione di cerniere plastiche concentrate con una lunghezza
Lp infatti, come dimostrato, se da un lato semplifica notevolmente la modellazione, dall’altro
sembrerebbe sovrastimare il tratto plastico in corrispondenza delle cerniere. Il modello in
Abaqus invece, con elementi shell bidimensionali, è implementato in plasticità diffusa, ossia
senza assegnazione di cerniere concentrate, e vedrà quindi plasticizzarsi solamente i tratti che
effettivamente hanno raggiunto la deformazione di snervamento.
Pertanto si è deciso di calibrare il modello SAP, effettuando delle modifiche sulla lunghezza di
cerniera plastica, per limitare le differenze tra i modelli.
In tutti i modelli di tentativo la lunghezza di cerniera agli incastri dell’arco è stata impostata pari
a 0.5 volte l’altezza della sezione. Le Lp lungo lo sviluppo invece sono state fatte variare, il

161
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

valore di primo tentativo è stato 0.7h. Si presentano di seguito i risultati, confrontando le curve
di pushover relative al modello abaqus e al modello appena descritto.

CURVA DI PUSHOVER: Lp=0.7 h sez


9000

8000 Ragg. 4% Ragg. 6%


Ragg. 1%
7000 10%ACC
Ragg.6%
6000 Ragg. 1% Ragg. 4%
Forza (kN)

5000

4000

3000

2000 SAP

1000 ABAQUS

0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16

Spostamento (m)
Figura 5.25 Confronto curve di pushover modello Abaqus e modello SAP 0.6h sez

Dai risultati evidenziati dal valore di primo tentativo si nota una riduzione delle differenze in
termini di spostamento tra i due modelli. La variazione in negativo della lunghezza di cerniera
plastica comporta un decremento della duttilità della struttura che vedrà il raggiungimento dei
punti notevoli per valori di spostamento inferiori.
La seconda prova è stata realizzata impostando una lunghezza Lp pari a 0.6h sez.

162
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

CURVA DI PUSHOVER: Lp=0.6 h sez


9000

8000 Ragg. 4% Ragg. 6%


Ragg. 1% 10%ACC
7000
Ragg. 1% Ragg. 4% Ragg.6%
6000
Forza (kN)

5000

4000

3000

2000 SAP

1000 ABAQUS
0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16
Spostamento (m)
Figura 5.26: Confronto curve di pushover modello Abaqus e modello SAP 0.6h sez

Come si evince dai risultati, con una riduzione maggiore di Lp, le differenze si assottigliano
ancora, pertanto si è tentato con un valore ancora inferiore di lunghezza di cerniera plastica, pari
a 0.55h.

9000
CURVA DI PUSHOVER: Lp= 0.55 h sez
8000 Ragg. 4% Ragg. 6%
Ragg. 1%
10%ACC
7000
Ragg.6%
6000 Ragg. 4%
Ragg. 1%
Forza (kN)

5000

4000

3000

2000 SAP
1000
ABAQUS
0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16
Spostamento (m)
Figura 5.27: Confronto curve di pushover modello Abaqus e modello SAP 0.55h sez

163
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

La curva presentata può essere considerata un risultato ultimo ottenuto dalla calibrazione: le
differenze sono ritenute accettabili sia in termini di forza che di spostamento.
L’obiettivo di questo lavoro di allineamento dei due modelli è quello di ripetere le analisi di
pushover svolte sull’intera struttura del ponte, in plasticità concentrata, con la lunghezza di
cerniera calibrata sugli archi, per poterne individuare le differenze.

164
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

6 Analisi di spinta su ponte


L’aver confrontato, su modelli semplici, le due tipologie di modellazione del comportamento
non lineare della struttura (plasticità concentrata e plasticità diffusa), ha consentito di calibrare il
modello con complessità inferiore (elementi Beam), con il modello che presenta un maggior
grado di accuratezza (elementi Shell), al fine di poter utilizzare il primo nella valutazione della
capacità del ponte ad arco oggetto di studio. Verranno presentati pertanto i due risultati, sul
ponte di esame, relativi al modello calibrato e al modello (Lp pari all’altezza della sezione) per
il quale è stata definita una lunghezza di cerniera plastica di primo tentativo, pari all’altezza
della sezione.

6.1 Analisi preliminari con Lp pari all’altezza della sezione

6.1.1 Modellazione degli elementi


Come gli altri modelli svolti, anche l’intero ponte è stato implementato tramite elementi frame
sul programma ad elementi finiti SAP2000. Le caratteristiche geometriche già esposte in
precedenza prevedono dunque tre campate costituite da 3 volte incastrate su due pile di uguale
altezza e sezione e due spalle con sezione a C di altezze 4 m e 6 m. Il nodo rigido di
collegamento tra elementi verticali ed archi è stato modellato come indicato per le analisi
preliminari, con link rigidi che vincolano gli spostamenti e le rotazioni relative.

Le spalle sono state modellate a sezione costante ma differente tra loro, con spessore del muro
frontale medio, data la variabilità in altezza dello stesso. Le armature, inserite precedentemente
sono state inserite all’interno dell’elemento frame con il comando rebar.

165
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.35 Modellazione della spalla

Le pile sono a sezione rettangolare, rastremate in altezza con dimensioni della sezione di base
2.5m x 9.35m e 1.8m x 9.35m in testa. In figura 4.36 si riporta la sua modellazione sul
programma di calcolo.

Figura 4.36 Modellazione della pila

Per gli archi si è fatta la scelta di considerare la sezione costante a tratti piuttosto che variabile
in tutto lo sviluppo. Le dimensioni trasversali dei 3 tratti sono : 0.983 m;0.811 m ;0.722 m.

166
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.37 Modellazione degli archi

Nel complesso il modello globale della struttura appare quello della figura 4.38.

Figura 4.38 Modello globale del ponte

167
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

6.1.2 Carichi su ponte


I carichi applicati sul ponte sono i medesimi esposti per le analisi preliminari; l’analisi di
pushover viene realizzata dopo l’applicazione dei carichi gravitazionali con combinazione:

In cui il coefficiente Ψ2 associato al carico da treno è pari a 0.20.

I valori numerici dei permanenti e variabili sono indicati in forma tabellare di seguito, il calcolo
del peso proprio invece si lasciato al programma tramite il DEAD degli elementi.
L’applicazione del carico, sugli elementi verticali, è avvenuta sotto forma di forza concentrata
in testa, mentre per gli archi, con carico distribuito sulla lunghezza dell’elemento. Questi sono
stati nominati con le prime tre lettere dell’alfabeto indicando i tre archi in direzione x crescente.
Ciascun elemento d’arco è stato etichettato con un numero da 1 a 18, crescente nella medesima
direzione.

I carichi nominati sono stati combinati in un caso di carico non lineare che costituisce lo step di
base dal quale l’analisi pushover parte.

168
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

6.1.3 Assegnazione delle cerniere


La fase di assegnazione delle cerniere plastiche sulla struttura ripercorre quanto già visto per i
singoli elementi di mensola ed arco.

In figura 4.39 è indicata la disposizione per i diversi elementi strutturali; la spalla prevede una
cerniera in testa e alla base con lunghezza Lp= 0.1x Lv. La lunghezza di taglio della spalla è pari
alla metà dell’altezza della stessa e quindi a 2 m per la spalla SA e 3 m per quella RC.

Sono state assegnate invece, all’elemento pila, cerniere in ogni nodo degli elementi frame di
lunghezza di cerniera plastica pari all’altezza della sezione. L’assegnazione nell’arco ricalca
quanto già visto per il modello Nodi, una cerniera quindi, per ogni nodo di discretizzazione.

Figura 4.39 Assegnazione cerniere agli elementi

La tipologia di cerniere assegnate è sempre la “Fiber P-M2M3”, che richiede la suddivisione


della sezione in un numero di fibre scelto dal progettista. Questo numero è stato fissato a 100
per le sezioni più snelle degli archi e a 200 per le pile, mentre per le spalle, di dimensioni ancora
maggiori si è usata una suddivisione in 300 fibre.

6.1.4 Forze sismiche proporzionali alle masse


Nell’implementazione dell’analisi di pushover, come precedentemente spiegato, lo step dal
quale si comincia ad incrementare la forza sismica applicata è quello successivo all’applicazione
dei carichi gravitazionali sulla struttura. Questi sono: il peso proprio strutturale, i carichi
permanenti e i variabili con combinazione che prevede coefficiente Ψ2 =0.2. I pesi nominati
sono stati inseriti in una combinazione di carico non lineare all’interno del programma SAP

169
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

nominata dead Nl (non lineare) che costituisce la base di partenza per la PUSH. La prima
configurazione di carico analizzata per l’analisi di pushover è stata quella che vede le forze
sismiche proporzionali alle masse.

Questa è stata implementata come indicato in figura 4.40.

Figura 4.40 Analisi di pushover su SAP

I carichi di spinta sono accelerazioni proporzionali alle masse in direzione orizzontale e non
sono state considerate le non linearità geometriche. Il punto di controllo corrisponde al nodo in
chiave dell’arco della campata centrale.

6.1.5 Risultati e formazione di cerniere plastiche


Come per la presentazione dei risultati delle analisi svolte sull’arco, anche in questo caso si
sono importati gli output forniti dal programma, per costruire un foglio elettronico automatico,
in grado di presentare in maniera completa le evidenze riscontrate.

170
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

L’organizzazione del foglio elettronico è presentata in figura e prevede:

-In alto a sinistra la rappresentazione della curva di capacità con l’indicatore dello stesso colore
che, al crescere dello step di carico, si muove lungo il grafico.

-In basso a sinistra la geometria dell’intero ponte, con le tre arcate, le spalle e le pile.
Procedendo con il cursore per aumentare lo step, si illumineranno sul grafico le cerniere che
hanno raggiunto lo snervamento del materiale acciaio, colorandosi di rosso.

-Le ultime 4 sezioni rappresentano le cerniere snervate in tutta la struttura suddivise per zone; il
primo quadrante è relativo alle spalle e pile e i restanti comprendono i 3 archi in cui il ponte è
diviso. Nei quadranti sono graficati i diagrammi Momento-Rotazione di ciascuna cerniera
posizionata nel settore. Su ogni grafico scorre l’indicatore relativo, che, al variare dello step,
cambia la posizione muovendosi sulla curva. Infine nella legenda di questi quadranti, sono
indicate le tensioni massime e minime, relative a calcestruzzo e acciaio di ogni sezione in cui è
posizionata la cerniera, ognuna per settore di competenza.

Analizzando il foglio presentato è possibile cogliere la progressiva plasticizzazione della


struttura con la formazione delle cerniere. La posizione delle cerniere è argomento notevole
nell’analisi non lineare, evidenzia infatti le sezioni nelle quali la deformazione di snervamento
del materiale acciaio è stata superata. L’evoluzione del meccanismo prevede la progressiva
parzializzazione delle sezioni coinvolte fino al raggiungimento della resistenza ultima a
compressione o trazione delle stesse. Come si evince dalle immagini sotto riportate, le cerniere
si localizzano per lo più in corrispondenza del basamento delle pile e delle spalle ed in
corrispondenza di particolari sezioni degli archi.

171
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.41 Foglio elettronico allo step di carico 4

Nel ponte in esame la formazione della prime zone snervate avviene nelle sezioni di base
dell’arco nello step di carico 4. Nelle zone riquadrate di rosso le deformazioni dell’acciaio teso
delle cerniere 45H1 e 62H1 hanno superato l’1.38‰.

Procedendo con lo step successivo, si riscontra la formazione della cerniera sulla spalla SA,
oltre che nell’arco C. La formazione del meccanismo, con questo caso di carico, coinvolge
anche le spalle nonostante esse siano elementi particolarmente rigidi. Questo è dovuto all’aver
caricato la struttura con forze sismiche proporzionali alle masse. Alle spalle infatti,
competeranno aliquote di carico superiori rispetto agli altri elementi strutturali, dovuta al
maggiore peso, con una sollecitazione conseguente talmente elevata da generare lo snervamento
delle cerniere alla base delle spalle .

172
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.42 Foglio elettronico allo step di carico 5

Figura 4.43 Foglio elettronico allo step di carico 6

173
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.44 Foglio elettronico allo step di carico 21

Infine sono presentati gli step 6 e 21 corrispondenti al raggiungimento dell’1% di deformazione


dell’acciaio e al carico ultimo. In figura 4.44 è possibile individuare tutte le cerniere che si
formano nel meccanismo: degno di nota è il fatto che tutti gli elementi verticali risultano
plasticizzati alla base. Inoltre l’attivazione delle suddette sezioni avviene in fase iniziale e non
successiva al raggiungimento dello snervamento negli archi. L’evolversi di questo meccanismo,
come spiegato in precedenza, è indotto dal non aver considerato gli effettivi spostamenti che la
struttura subisce sotto azione sismica , ma di averla caricata solamente tenendo conto delle
masse. Un’analisi che tiene conto anche della forma del modo di vibrare principale della
struttura è stata condotta nei capitoli successivi.

Di seguito è presentata la deformata della struttura all’ultimo step di carico.

174
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.45 Deformata all’ultimo step di carico

Si evidenziano gli spostamenti rilevanti che le spalle subiscono in seguito all’applicazione del
carico e che portano alla loro plasticizzazione.

6.1.6 Punti notevoli sulla curva di pushover


I punti ritenuti notevoli, che rappresentano il raggiungimento di particolari condizioni nel
comportamento globale della struttura sono:

-Formazione della prima, seconda, terza e quarta cerniera plastica

-Raggiungimento dell’1% della deformazione dell’acciaio sulla sezione più sollecitata

-Raggiungimento del 4% della deformazione dell’acciaio sulla sezione più sollecitata

-Raggiungimento dei ¾ della rotazione ultima

-Raggiungimento della deformazione ultima del calcestruzzo pari al 3.5‰

L’individuazione delle percentuali di deformazione dell’acciaio e del calcestruzzo è stata


illustrata nel capitolo precedente, tramite la valutazione delle singole cerniere.

La valutazione delle capacità di rotazione ultima della struttura è stata eseguita seguendo le
indicazioni di normativa al punto C8C.8.6.4.

Si presenta infine il foglio elettronico agli step: 4,6,9,14.

175
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.46 Foglio elettronico allo step di carico 4

Come è possibile vedere nel grafico presentato, allo step di carico 4, avviene lo snervamento
contemporaneo delle prime due cerniere. Si tratta, come mostrato in precedenza nel paragrafo
relativo alle cerniere plastiche, delle due cerniere alla base dell’arco A.

Successivamente avverrà, con un piccolo incremento di forza, la plasticizzazione della terza e


quarta sezione, nello step 6. Infine si avrà il raggiungimento delle deformazioni lato acciaio e
dei ¾ della rotazione ultima negli incrementi successivi.

176
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.47 Foglio elettronico allo step di carico 6

Figura 4.48 Foglio elettronico allo step di carico 9

177
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.49 Foglio elettronico allo step di carico 14

Come ultimo gradino di carico, si ha lo step 14, nel quale la cerniera alla base della spalla SA,
raggiunge un valore di deformazione dell’acciaio pari al 10%.

6.1.7 Forze sismiche proporzionali a masse e modi


L’aver caricato la struttura con forze sismiche proporzionali alle masse, senza tener conto degli
spostamenti modali, non ha permesso una rappresentazione veritiera del comportamento
strutturale. Sotto carico sismico infatti, la struttura sarà soggetta a forze proporzionali sia alle
masse che alle accelerazioni. Essendo, per il secondo principio della dinamica

𝐹 =𝑚∙𝑎

la forza si determina moltiplicando, la massa W/g associata al carico gravitazionale W, per


l’accelerazione spettrale di progetto. Essendo l’accelerazione spettrale direttamente
proporzionale agli spostamenti tramite un rapporto di derivazione, è possibile considerare
direttamente questi nel computo della forza. Trascurare le accelerazioni infatti, comporta l’aver
applicato la forzante sismica non tenendo conto degli effettivi movimenti che la struttura subirà.
Pertanto in questa sede si è deciso, nel computo delle forze, di considerare entrambi i fattori e di
evidenziare le differenze con la modellazione basata su un carico proporzionale solamente alla
masse.

178
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Il calcolo delle forze sismiche da assegnare alla struttura è stato eseguito moltiplicando i valori
degli spostamenti del primo modo di vibrare della struttura per le masse degli elementi. Si sono
estratte in tal senso, dal programma di calcolo, le tabelle relative agli “joint masses” e “join
displacement”(masse e spostamenti) e successivamente moltiplicati tra loro.

6.1.8 Risultati e formazione di cerniere plastiche


Per la presentazione dei risultati si farà ricorso al foglio di calcolo già illustrato
precedentemente per arco e ponte. In questo caso nel quadrante centrale saranno evidenziate
solamente le cerniere delle pile in quanto le spalle, con i carichi assegnati, non andranno
incontro a plasticizzazione.

Si presenta la deformata della struttura all’ultimo step di carico.

Figura 4.50 Deformata all’ultimo step di carico

Come è immediatamente visibile confrontando la configurazione presentata con quella relativa


al modello precedentemente analizzato (forze sismiche proporzionali solo alle masse), gli
spostamenti che la struttura subisce sono profondamente mutati. Le differenze si concentrano su
due elementi strutturali: le spalle e gli archi. Le prime sembrano non coinvolte nel meccanismo
della struttura, mentre nel modello precedente erano soggette a spostamenti notevoli. Gli archi
invece, nel caso in esame, aumentano ancor più la loro deformazione.

Il primo step significativo, nel raggiungimento di deformazioni notevoli, è il quarto, che vede
l’attivazione di due cerniere plastiche nell’arco A, le stesse viste precedentemente. Nelle zone

179
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

riquadrate di rosso le deformazioni dell’acciaio teso delle cerniere 45H1 e 62H1 hanno superato
l’1.38‰.

Figura 4.51 Foglio elettronico allo step di carico 4

Procedendo con lo step successivo, si riscontra la formazione della cerniera sull’arco C. La


formazione del meccanismo, in questo caso di carico, non coinvolge più le spalle, data
l’applicazione delle forze sismiche predette.

180
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.52 Foglio elettronico allo step di carico 26

Infine sono presentati gli step 26 e 52 corrispondenti al raggiungimento del 4% di deformazione


dell’acciaio e al carico ultimo. In figura 4.53, si sono riquadrate in rosso le cerniere dell’arco C
che hanno raggiunto la deformazione, εs,max, del 4.44% e 4.03%. In figura 4.54 invece, che
raffigura l’ultimo step di carico, è possibile individuare tutte le cerniere che si formano nel
meccanismo: la plasticizzazione si è diffusa in chiave ai due archi A e C e alle reni dell’arco B.
Inoltre si evidenzia lo snervamento delle sezioni di base delle pile anche in questo caso.

181
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.53 Foglio elettronico allo step di carico 26

Figura 4.54 Foglio elettronico allo step di carico 52

182
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

I risultati presentati rilevano un superamento della deformazione di snervamento diffusamente


negli archi e alla base delle pile. Le spalle non risultano snervate in nessuna sezione, costituendo
questo, un elemento di differenza con il modello “Masse”.

6.1.9 Punti notevoli sulla curva di pushover


Infine si riportano i risultati del foglio di calcolo che individua, al crescere dello step, il
raggiungimento di punti notevoli, relativi a fissate deformazioni raggiunte, sulla curva di
pushover.

Figura 4.55 Foglio elettronico allo step di carico 4

183
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.56 Foglio elettronico allo step di carico 8

Figura 4.57 Foglio elettronico allo step di carico 26

184
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Figura 4.58 Foglio elettronico allo step di carico 54

L’evoluzione del meccanismo di plasticizzazione sulla struttura è descritto dal grafico


presentato. Allo step di carico 4 si raggiunge la deformazione di snervamento delle prime due
cerniere plastiche nell’arco A, seguite dalla terza e quarta cerniera nei due step successivi. Il
raggiungimento dell’1% e 4% di deformazione dell’acciaio avviene all’ottavo e ventiseiesimo
step. Infine la deformazione ultima lato calcestruzzo e il 10% lato acciaio, rappresentano gli
ultimi due incrementi di carico raggiungibili.

6.1.10 Considerazioni
La risposta sismica è stata valutata sottoponendo la struttura a due distribuzioni di forze
differenti. La prima è proporzionale alle masse del ponte, la seconda alle masse e alla deformata
modale del modo di vibrare nella direzione considerata.

I risultati di queste modellazioni mostrano un meccanismo di collasso diverso nei due casi di
analisi. Il primo vede le cerniere alla base delle spalle plasticizzarsi e raggiungere le
deformazioni maggiori. Infatti è la sezione alla base della spalla SA quella più sollecitata e
quella che, allo step di carico finale, ha superato la deformazione ultima dell’acciaio.

185
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

La seconda configurazione di carico, riscontra un mutato comportamento strutturale, dominato


non più dalla plasticizzazione della spalla, ma da quella della cerniera in chiave della prima
arcata. E’ questa che per prima raggiunge la deformazione a snervamento dell’acciaio e, allo
step 52, supera la deformazione del 3.5‰ lato calcestruzzo.

Il meccanismo ottenuto con la distribuzione proporzionale alle masse risulta però essere poco
verosimile in quanto, sulla struttura in esame, ci si aspetta che l’elemento spalla, date le rilevanti
dimensioni, sia l’ultimo a raggiungere la plasticizzazione. Trascurare la deformata infatti,
comporta un’applicazione di forze che non tengono in conto gli effettivi movimenti che la
struttura subirà sotto azione sismica.

6.2 Analisi di pushover su modello calibrato


Grazie alla calibrazione del modello, è stato possibile ripetere le analisi svolte in plasticità
concentrata sul ponte, e confrontare i risultati ottenuti dalla modellazione con un valore di
lunghezza di cerniera plastica sugli archi di tentativo (Lp = h sez), con quello calibrato tramite
la plasticità diffusa.

Nell’implementazione dell’analisi di pushover, come precedentemente spiegato, lo step dal


quale si comincia ad incrementare la forza sismica applicata è quello successivo all’applicazione
dei carichi gravitazionali sulla struttura. Questi sono: il peso proprio strutturale, i carichi
permanenti e i variabili con combinazione che prevede coefficiente Ψ2 =0.2. I pesi nominati
sono stati inseriti in una combinazione di carico non lineare all’interno del programma SAP
nominata dead Nl (non lineare) che costituisce la base di partenza per la PUSH. La
configurazione di carico analizzata per l’analisi di pushover è stata quella che vede le forze
sismiche proporzionali alle masse e alla deformata modale del primo modo di vibrare nella
direzione considerata.

La modellazione realizzata ripercorre quanto descritto nella precedente analisi di pushover,con


la differenza di aver impostato la lunghezza di cerniera plastica degli archi pari a 0.55 volte
l’altezza della sezione lungo lo sviluppo degli archi e a 0.5 volte agli incastri.

Si presentato i risultati confrontando le curve di pushover relative alla modellazione con Lp pari
all’altezza della sezione e alla predetta, con lunghezza 0.55h sez.

186
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

CONFRONTO CURVE DI PUSHOVER


14000
Ragg. 10% Ragg. 10%
12000 Ragg. 4%
Ragg. 1%
Ragg. 4%
10000 Ragg. 1%

8000

Forza (kN)
6000

Modello SAP Lp =
4000
hsez
2000 Modello SAP Lp =
0.55hsez
0
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30
Spostamento (m)
Figura 5.28: Confronto curve di pushover modello h sez e modello calibrato

Il comportamento della struttura è lo stesso in entrambe le analisi, le cerniere che risultano


plasticizzate coincidono, così come la loro progressione. Tuttavia si evidenziano delle
discrepanze relative alle curve di pushover. Le differenze sono immediatamente visibili nella
disposizione dei punti notevoli sulle due curve: la diretta conseguenza di una diminuzione della
lunghezza di cerniera plastica è un decremento della duttilità della struttura. Se infatti la curva
con Lp = h sez raggiunge l’1% e il 4% di deformazione per spostamenti di 0.0257 m e 0.12 m,
la seconda curva per valori di 0.0189 m e 0.06 m. Le differenze diventano più marcate con il
crescere della deformazione come si può constatare dall’analisi della tabella “differenze
percentuali”. La distanza al raggiungimento del 10% di deformazione delle fibre d’acciaio è
superiore al 40%.

Criterio di scelta dello spostamento ultimo nella curva di capacità MDOF


Al termine di un’analisi statica non lineare è necessario definire il punto, nel piano forza
spostamento, tale per cui si raggiunge, nella struttura, lo stato limite ultimo considerato.

187
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Si è individuato il punto ricercato, relativo agli SLC, al raggiungimento della deformazione del
4% dell’acciaio nella prima sezione. Lo spostamento relativo agli SLV invece, si ricava da
quello di collasso dalla seguente:

3
𝑢𝑆𝐿𝑉 = 𝑢𝑆𝐿𝐶
4

Ai fini dell’analisi di pushover si riportano nelle tabelle seguenti le grandezze impiegate nel
processo di trasformazione della curva di capacità da sistema MDOF a SDOF.
Si è eseguita solamente l’analisi in direzione longitudinale in quanto più gravosa.
Il nodo di controllo utilizzato per la determinazione delle curve di pushover in direzione
longitudinale è quello in chiave dell’arco centrale.
Per l’analisi statica non lineare in direzione longitudinale, la massa del sistema equivalente M*
è calcolata a partire dalla massa partecipante della struttura e dal fattore di partecipazione
modale λ, quest’ultimo ricavato dalla normalizzazione dell’autovettore considerato in funzione
dello spostamento modale dmod:

Il fattore di partecipazione modale è stato estratto come output dal programma SAP 2000 ,
relativamente al primo modo di vibrare della struttura. Anche lo spostamento modale del punto
di controllo rappresenta lo spostamento del primo modo di vibrare della struttura in esame.
La curva viene semplificata con una bilineare i cui punti notevoli sono stati ricavati imponendo
l’equivalenza fra le aree sottese alle curve stesse, come illustrato nell’immagine seguente:

188
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Curva di pushover del sistema SDOF


18000
16000
14000
uSLV

12000
Taglio [kN]

10000 0.6*Fmax
8000
6000
4000
2000
0
0.000 0.005 0.010 0.015 0.020 0.025 0.030 0.035 0.040 0.045 0.050
Spostamento [m]

Figura 3.32 Curve di Pushover sistema SDOF con bilinearizzazione

I risultati sono presentati in termini di PGA di capacità: l’accelerazione di picco al suolo che
porta alla perdita della capacità della struttura per lo stato limite considerato.
Si presenta la PGA relativa al meccanismo globale della struttura:

Meccanismo globale 0.659 g PGA c

Infine si sono valutate le PGA di capacità relative al taglio. A tal fine, si è determinata la
domanda in spostamento del sistema a più gradi di libertà moltiplicando quella relativa al
sistema SDOF per il fattore di partecipazione. Le verifiche sono state realizzate valutando le
sollecitazioni relative allo step di carico corrispondente alla domanda, calcolata come indicato.

Taglio
Archi 0.589 g
Spalla SA 0.679 g
Spalla RC 0.819 g
Pila 0.929 g
PGA c

189
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

6.3 Confronto con analisi elastica lineare con fattore di


struttura

Nelle seguenti tabelle si indica il confronto dei risultati tra le PGA di capacità delle verifiche di
resistenza, eseguite con fattore di struttura pari a 1.2, e le PGA di capacità relative alle analisi di
spinta non lineari.

ANALISI NON LINEARI PGA c Pressoflessione Taglio


Meccanismo globale 0.659 g VERIFICHE DI RESISTENZA PGA c PGA c
Archi 0.589 g Archi 0.07612 g 0.35984 g
Spalla SA 0.679 g Spalla SA 0.26988 g 0.48786 g
TAGLIO
Spalla RC 0.819 g Spalla RC 0.31832 g 0.52246 g
Pila 0.929 g Pila 0.16089 g 0.41174 g

Il confronto fra l’analisi dinamica lineare e la pushover ha consentito di comprendere e sfruttare


i vantaggi della seconda rispetto alla prima. L’analisi statica non lineare infatti, tenendo conto
delle inelasticità e della ridistribuzione delle forze orizzontali che si ha in seguito allo
snervamento di alcuni elementi, è in grado di fornire precise informazioni sul comportamento
strutturale in campo post elastico. Inoltre, dall’osservazione delle PGAc relative alle due
diverse analisi, si riscontra un netto miglioramento della capacità della struttura in campo non
lineare. Infatti in entrambi i casi di verifiche per meccanismi duttili e fragili si assiste ad un
incremento della PGAc rispetto alle verifiche di resistenza effettuate tenendo conto del fattore di
struttura. Questo è spiegabile dal fatto di aver considerato un fattore q pari a 1.2, valore molto
cautelativo che permette un abbattimento molto limitato dello spettro elastico, risultando molto
oneroso dal punto di vista della domanda.

190
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

Conclusioni
Con questo lavoro di tesi si è cercato di indagare l’influenza del tipo di modellazione nella
valutazione della vulnerabilità sismica di un ponte ferroviario ad arco in cemento armato
appartenente alla rete ferroviaria italiana. La risposta sismica della struttura è stata valutata con
metodi di analisi e modellazioni differenti.

In primo luogo è stata eseguita un’analisi dinamica lineare con fattore di struttura q=1.2, in
accordo con quanto prescritto dalle NTC 2008 per la tipologia strutturale in esame. La struttura
è stata modellata con elementi di tipo trave attraverso il programma ad elementi finiti SAP
2000. L’analisi ha consentito di ricavare i principali modi di vibrare della struttura tenendo
conto dei diversi livelli di fessurazione degli elementi strutturali. Sono state quindi eseguite le
verifiche di resistenza di normativa e valutata la capacità dell’opera in termini di PGA di
collasso.
Al fine di esaminare la capacità della struttura tenendo in conto della effettiva riserva di duttilità
degli elementi strutturali sono state condotte analisi di spinta in campo non lineare. Date le
incertezze legate alla modellazione delle strutture ad arco oltre il limite elastico, sono state
valutate, su modelli semplici (i.e. mensola, singolo arco) due diverse tipologie di modellazione
del comportamento non lineare della struttura: modelli a plasticità concentrata e modelli a
plasticità diffusa. La prima è stata realizzata tramite il programma SAP 2000 con elementi di
tipo Beam, la seconda con elementi bidimensionali di tipo Shell in Abaqus.

Il confronto ha consentito di calibrare il modello con complessità inferiore (elementi Beam),


con il modello che presenta un maggior grado di accuratezza (elementi Shell), al fine di poter
utilizzare il primo nell’analisi, più idoneo per le applicazioni nella pratica professionale, alla
valutazione della capacità del ponte ad arco oggetto di studio. In particolare, obiettivo del lavoro
è quello di calibrare la lunghezza di cerniera plastica da adottare nelle analisi di vulnerabilità
sismica dei ponti ad arco con modelli di tipo Beam a plasticità concentrata.

A valle del lavoro eseguito è possibile trarre le seguenti conclusioni:


 Il confronto delle analisi eseguite sulle strutture semplici (mensola, arco) ha mostrato
come le modellazioni a plasticità concentrata e quella a plasticità diffusa tendono a
fornire valori molto simili del taglio alla base corrispondente alla completa
plasticizzazione della struttura.
 Inoltre entrambe le modellazioni colgono il medesimo meccanismo di plasticizzazione.
Con riferimento al singolo arco, le cerniere si formano secondo la seguente successione:

191
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

le prime cerniere a raggiungere lo snervamento sono quelle imposte (sezioni A e D),


solo successivamente la cerniera alle reni (sezione B) ed infine quella in chiave (sezione
C). Lo spostamento ultimo corrisponde in entrambi i casi al raggiungimento della
capacità della sezione in corrispondenza della cerniera collocata alle reni (sezione B). In
tutte e due le modellazioni il raggiungimento della capacità ultima è governato dalla
rottura lato acciaio.
 Le prime differenze emergono in termini di ampiezza delle zone plasticizzate in
corrispondenza delle cerniere. In particolare, il modello a plasticità diffusa mostra come
nelle sezioni delle imposte il superamento del limite elastico si diffonde per una
lunghezza di circa 0.6 m mentre in corrispondenza delle cerniere centrali la
plasticizzazione interessa una zona più ampia . Questi risultati suggeriscono come, nei
modelli a plasticità concentrata, sia opportuno differenziare la lunghezza di cerniera
plastica nei diversi settori delle strutture ad arco.
 Con riferimento alla modellazione a plasticità concentrata è stata riscontrata una forte
sensibilità al variare della lunghezza di cerniera plastica nella definizione dello
spostamento ultimo, convenzionalmente fissato al raggiungimento nella sezione più
sollecitata del 4% di deformazione dell’acciaio.
 Sulla base del confronto tra le modellazioni aventi livelli di complessità differente, la
lunghezza di cerniera plastica in SAP 2000 è stata calibrata in modo tale che lo
spostamento ultimo dei due modelli coincidesse. Si è utilizzata una lunghezza di
cerniera plastica alle imposte pari a 0.5 volte l’altezza della sezione e per gli elementi
centrali pari a 0.55 volte tale altezza.
 Si è quindi provveduto alla modellazione dell’intera struttura del ponte con i parametri
sopra definiti. L’analisi di pushover ha mostrato come la struttura presenti in direzione
longitudinale una PGAc di 0.659 g.
 La capacità della struttura valutata con l’analisi elastica con fattore di struttura, mostra
valori inferiori rispetto alla capacità stimata attraverso le analisi di spinta non lineare,
per tutti i valori relativi alla pressoflessione e al taglio. Il fattore q di normativa sembra
quindi essere abbastanza cautelativo per la tipologia di strutture analizzata nel presente
lavoro.
I risultati ottenuti sono applicabili con ragionevolezza al caso studio analizzato e tuttavia non
possono essere generalizzati ed applicati indistintamente a strutture con geometrie, sezioni e
quantitativi di armatura differenti. Inoltre si ritiene che la valutazione effettuata sia conservativa

192
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

e potrebbe essere raffinata per poter sfruttare a pieno la capacità della struttura di deformarsi in
campo plastico.
Per tali motivi i possibili sviluppi del presente lavoro possono consistere:
 Esecuzione di analisi di spinta su strutture ad arco con caratteristiche geometriche
(luce, freccia, spessori, quantitativi di armatura) differenti per poter definire dei
criteri di assegnazione della lunghezza di cerniera plastica in funzione di questi
parametri, qualora si mostrasse delle correlazioni chiare;
 Incremento del dettaglio della modellazione di riferimento in Abaqus adottando
legami costitutivi che tengano conto del tension stiffening e/o della perdita di
aderenza, della presenza del rinfianco e dell’interazione con la volta. Questi fattori
tendono ad incrementare la capacità in spostamento della struttura e la loro
modellazione potrebbe essere necessaria per giungere ad una definizione della
lunghezza di cerniera plastica che non sia eccessivamente cautelativa.

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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato

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