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Sommario
Introduzione
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
6.3 Confronto con analisi elastica lineare con fattore di struttura 190
Conclusioni 191
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Introduzione
L’ordinanza n.3274 del presidente del consiglio dei ministri del 20 marzo 2003 disciplina la
progettazione e la valutazione della sicurezza di strutture soggette ad azioni sismiche. La
sicurezza di una struttura è funzione della pericolosità del sito e della vulnerabilità sismica della
struttura stessa. La pericolosità sismica di un territorio è rappresentata dalla frequenza e dalla
forza dei terremoti che lo interessano, ovvero dalla sua sismicità. La vulnerabilità sismica
invece è la propensione di una struttura a subire un danno di un determinato livello, a fronte di
un evento sismico di una data intensità. Tanto più una struttura sarà vulnerabile, tanto maggiori
saranno le conseguenze derivanti da un terremoto di assegnate caratteristiche.
Nella sezione relativa alle norme tecniche per il progetto sismico dei ponti, si descrivono le
regole per la progettazione e la costruzione di ponti e le verifiche previste per i ponti esistenti
sotto azione sismica. Lo scopo della norma è di assicurare che in caso di evento sismico sia
protetta la vita umana, siano limitati i danni e rimangano funzionanti le strutture essenziali agli
interventi di protezione civile; proprio per queste ragioni essa rappresenta un obbligo di legge.
Ai sensi dell’OPCM, è richiesta la verifica sia degli edifici di interesse strategico, sia delle opere
infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le
finalità di protezione civile o in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.
La valutazione della sicurezza delle strutture passa attraverso la loro vulnerabilità sismica e lo
studio quindi, del comportamento strutturale quando queste sono soggette ad eventi sismici. Tra
le strutture che meritano particolare attenzione nella valutazione della sicurezza ci sono le opere
appartenenti al sistema di grande viabilità ferroviaria. A questo sistema appartengono le linee di
rilevanza della linea ferroviaria italiana. Proprio in ambito ferroviario esistono varie tipologie di
ponti per i quali è necessario individuare le modalità di verifica, tra i quali è possibile citare:
- I ponti in c.a.
- I ponti in cemento armato precompresso
- I ponti in acciaio
- I ponti ad arco
Tra queste grande importanza rivestono i ponti ad arco in cemento armato: nell’ambito di questo
lavoro di tesi si è voluto analizzare il comportamento sismico di un ponte ad arco in c.a. a tre
campate. Lo studio è stato portato avanti ricorrendo a modelli agli elementi finiti di progressiva
complessità a fini di confronto e validazione dei risultati. Questo approccio è stato ritenuto
necessario poiché modelli molto sofisticati, sebbene consentano di ottenere risultati accurati,
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nello specifico per i ponti ad arco in cemento armato sono stati messi a confronto i risultati
ottenuti con una modellazione con elementi finiti piani di tipo shell attraverso il programma
ABAQUS con una modellazione basata su elementi monodimensionali di tipo Beam e realizzata
attraverso il programma ad elementi finiti SAP 2000. Il primo approccio presenta delle non
linearità distribuite sui vari elementi che compongono il modello (plasticità diffusa) mentre il
secondo approccio prevede che la plasticità sia concentrata in prossimità dei nodi dove vengono
definite delle cerniere plastiche (plasticità concentrata). Quest’ultimo approccio, da un lato più
semplice dall’altro più grossolano, richiede come parametro di input la definizione per ciascun
elemento di una lunghezza di cerniera plastica, ovvero quella porzione della lunghezza
dell’elemento all’interno della quale viene a svilupparsi il comportamento non lineare dei
materiali. Il suddetto parametro, ampiamente trattato in letteratura per le strutture a telaio in c.a.,
non è stato oggetto di approfondimenti per quanto concerne le strutture ad arco. Obiettivo della
tesi è quello di verificare l’applicabilità delle formulazioni di letteratura adottate per altre
tipologie strutturali e definire un criterio ad hoc per la scelta della lunghezza di cerniera plastica
per le strutture ad arco in c.a. attraverso il confronto delle diverse strategie di modellazione.
Il capitolo 1 riporta una breve descrizione della tipologia di ponti ad arco in c.a. in
cemento armato e del caso studio analizzato;
Il capitolo 2 riporta alcune delle formulazioni proposte in letteratura per la definizione
della lunghezza di cerniera plastica;
Il capitolo 3 descrive le analisi elastiche lineari con fattore di struttura eseguite
sull’opera d’arte;
Il capitolo 4 illustra le analisi statiche non lineari eseguite con il modello a plasticità
concentrata per modelli di mensola ed arco;
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il capitolo 5 riporta le analisi statiche non lineari eseguite con il modello a plasticità
diffusa per strutture a mensola e ad arco messe a confronto con i risultati riportati nel
capitolo 4. Sulla base del confronto viene calibrato il modello a plasticità concentrata
utilizzato nel capitolo successivo;
Il capitolo 6 riporta i risultati dell’analisi dell’intera opera con il modello calibrato. I
risultati sono poi messi a confronto in termini di PGA di collasso con quanto ottenuto
con l’analisi elastica lineare con fattore di struttura.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il primo che realizzò strutture in cemento armato fu un giardiniere di nome Joseph Monier, il
quale non avendo realizzato a pieno le implicazioni di questo materiale, vendette il suo brevetto
all’ingegnere G.A.Wayss. Questo, insieme ad un altro ingegnere, François Hennebique, furono i
primi a sviluppare metodi per determinare le tensioni nel c.a. Lo studio del materiale e la
possibilità di sfruttarne a pieno le caratteristiche strutturali, ne favorirono lo sviluppo. Data
inoltre la relativa fluidità del materiale quando ancora non asciutto, poté essere modellato in
quasi qualunque forma. Successivamente un altro ingegnere che contribuì in maniera
determinante all’evoluzione di questo materiale da costruzione fu lo svizzero Robert Maillart. Il
primo ponte di sua costruzione è stato lo Stauffacher Bridge sul fiume Sihl a Zurigo, in
Svizzera, costruito nel 1899. Si tratta di un arco a tre cerniere di 40m che trasmette i carichi di
compressione alle spalle. Se questo fu il suo primo ponte importante, solo con l’ Inn River
bridge però il suo design cominciò a prendere forma. Il suo stile architettonico è rintracciabile
nelle molteplici opere da lui realizzate nel corso dei successivi anni.
Maillart però non fu l’unico progettista influente per i ponti in cemento armato. Molti ponti
furono costruiti in quel periodo in Europa e America che utilizzano largamente questo
materiale. In America, si ebbe una notevole diffusione delle costruzioni in c.a. soprattutto sulla
costa lungo il Pacifico. Anche Eugène Freyssinet, un contemporaneo di Maillart contribuì in
maniera notevole allo sviluppo di questo materiale da costruzione.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il cemento armato è un materiale di grande potenzialità ancora oggi usato, e con l’avvento della
precompressione, si sono raggiunti elevati livelli di prestazione, sfruttabili soprattutto per la
costruzione di ponti.
Un tipico ponte ad arco con una sola campata è rappresentato nel seguente schema semplificato,
in cui sono evidenziati tutti i suoi particolari strutturali più comuni e rilevanti:
Si esaminano ora le sue parti, dandone per ciascuna una breve descrizione.
La spalla
La spalla è la parte in elevazione del ponte, che sostiene l’impalcato. Per ogni ponte ce ne sono
ovviamente due, una per ogni lato. Esse possono essere costituite di vario materiale, come ad
esempio:
Calcestruzzo armato
Muratura
Pietra
Il calcestruzzo armato è il materiale utilizzato più moderno, impiegato solitamente anche per le
opere di nuova realizzazione. La pietra e la muratura si ritrovano molto più frequentemente
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nelle costruzioni già realizzate e non molto recenti. È insolito che invece le spalle siano
completamente d’acciaio, come invece può accadere per le pile. Nel caso le spalle siano di
calcestruzzo (come quelle relative ai ponti analizzati successivamente) esse sono armate con due
tipologie di barre:
Barre verticali d’acciaio, resistenti a sollecitazioni flessionali
Barre orizzontali d’acciaio, resistenti a sollecitazioni di taglio
Il tipo d’acciaio, il diametro delle barre e la loro distanza relativa varia secondo le dimensioni
della sezione e delle sollecitazioni a cui la spalla è sottoposta in fase di esercizio.
Anche le dimensioni geometriche della spalla sono piuttosto variabili da ponte a ponte: quelle in
calcestruzzo però, in generale, presentano una struttura a parete con la dimensione in lunghezza
(ovvero quella in direzione ortogonale all’asse dell’impalcato del ponte) maggiore rispetto alle
altre due. Lo spessore di solito non supera il valore di qualche metro.
Nella parte retrostante la spalla è di solito presente un riempimento costituito da terreno di
riporto e, a volte, la spalla è corredata in estremità di muri laterali posti in direzione ortogonale
(oppure con un angolo generico) rispetto alla sua estensione in lunghezza.
La fondazione
La fondazione è la parte di connessione tra tutta la struttura in elevazione ed il terreno
sottostante. Per i ponti, le fondazioni sono tipicamente realizzate attraverso una:
Fondazione costituita da plinti su pali
Fondazione costituita da una platea
Fondazione a cassone
Fondazione costituita dalle pile che continuano al di sotto del piano campagna (chiamate
shafts). Esse non sono però molto comuni nei ponti nel nostro territorio.
Le fondazioni per i ponti ad una campata ovviamente sono poste esclusivamente sotto alle
spalle, mancando ogni tipo di pila nella loro composizione strutturale. In linea di massima la
fondazione deve garantire una rigidezza molto alta in condizione di esercizio ed essere
adeguatamente resistente nei confronti di tutti i tipi di sollecitazioni, siano esse statiche o
dinamiche e verticali o orizzontali.
I dispositivi d’appoggio
L’appoggio è il dispositivo che connette ciascuna spalla con l’impalcato sopra di essa. Il numero
di appoggi, le loro dimensioni, il loro comportamento in relazione alle sollecitazioni ed il loro
materiale costituente sono molto variabili.
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L’impalcato
L’impalcato è la connessione tra le due spalle e rappresenta la parte del ponte che sopporta per
prima tutti i carichi di esercizio, veicolari e non. L’impalcato quindi rappresenta direttamente
anche la funzionalità dell’opera, poiché ad esso è legato l’effettivo utilizzo del ponte.
Nel presente lavoro di tesi si analizzeranno ponti ad arco, nei quali è un arco appunto a
sostenere le campate.
L’arco è un elemento strutturale soggetto per forma a sforzi prevalenti di compressione; ciò
avviene quando la linea d’asse dell’arco si posiziona lungo la funicolare dei carichi e
quest’ultima non subisce variazioni nel tempo. Una variazione nella posizione o nell’entità dei
carichi porta la linea delle pressioni a spostarsi dall’asse dell’arco, producendo momenti
flettenti.
La tipologia del ponte ad arco è stata definita, nelle epoche passate, dal ponte ad arco romano,
realizzato con archi semicircolari e piloni di sostegno con una larghezza compresa tra 1/3 ed 1/5
della luce. Gli archi, infatti, venivano costruiti utilizzando una sola centina, che veniva smontata
e rimontata per realizzare l’arco seguente. La costruzione era studiata per fare in modo che il
cedimento di un arco non compromettesse la statica dell’intera struttura.
La pila era molto spessa per poter resistere alla spinta asimmetrica cui era sottoposta durante
l’operazione di movimentazione della centina.
Dal punto di vista tipologico i ponti possono essere suddivisi in base:
-al materiale con cui sono costruiti: ogni materiale richiama infatti determinate tipologie
strutturali per le sue caratteristiche di resistenza e le tecnologie connesse al suo impiego
- al rapporto arco-impalcato
– allo schema statico
Se si vuole procedere ad una suddivisone dal punto di vista dello schema statico, si possono
avere:
-Archi a tre cerniere
-Archi a spinta eliminata
-Archi a due cerniere
-Archi incastrati
L’ultima tipologia analizzata prevede che la linea delle pressioni non abbia alcun punto di
passaggio obbligato ed il materiale con cui solitamente si costruiscono tali ponti è la muratura.
Nell’arco a 2 cerniere, la linea delle pressioni è obbligata a passare per i perni delle cerniere
d’imposta e ha caratteristiche di buona adattabilità ai carichi mobili e ai cedimenti verticali delle
imposte perché compensati da una rotazione delle cerniere. Inoltre è sensibile ai cedimenti
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orizzontali delle imposte e alle variazioni di temperatura ed esercita una spinta minore rispetto
all’arco incastrato. Le reazioni verticali sono uguali a quelle di una trave appoggiata di pari luce.
Infine nell’arco a tre cerniere, la linea delle pressioni è obbligata a passare per i perni delle
cerniere d’imposta e per quello della cerniera posta in chiave. Inoltre questa tipologia è
insensibile alle variazioni di temperatura e ai cedimenti differenziati dei vincoli.
I ponti ad arco, per millenni gli unici costruiti dall’uomo, sono caduti ultimamente in disuso per
le difficoltà della loro costruzione che esige, nel caso del c.a., opere provvisionali (centine)
molto onerose.
Tuttavia, nella rete viaria e ferroviaria italiana, molti sono i ponti che hanno questo schema,
pertanto è di fondamentale importanza studiarne gli elementi fondamentali e il comportamento
sismico.
Sulla base dei criteri di progettazione delle strutture in c.a., della “anagrafica” dei ponti
appartenenti alle linee di RFI, è stata proposta una possibile suddivisione in classi omogenee
delle opere in c.a., finalizzata all’individuazione dei parametri tipologici, geometrici e
meccanici che influenzano la risposta sismica dei ponti in c.a.
La definizione di classi omogenee è legata alla valutazione della risposta sismica globale dei
vari tipi di ponti in c.a, attraverso l’individuazione della loro vulnerabilità sismica.
Una classe omogenea, rappresenta dunque l’insieme dei ponti che presentano gli stessi
meccanismi di risposta sismica e che pertanto possono essere rappresentati da un medesimo
modello meccanico.
Si riporta la suddivisone in tabella presentata nel capitolato tecnico.
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Fig. 2.2: Suddivisione per classi omogenee dei ponti ad arco in cemento armato
- Due pile di ugual geometria, di altezza 9.15 m e sezione rettangolare rastremata con
base di dimensioni 2.35 m x 9.35 m e testa di 1.8 m x 9.35 m.
- La fondazione è diretta su plinti di sezione rettangolare e dimensioni in pianta alla base
pari a 13.9 m x 6.35 m per quelli relativi alle pile, e 7m x 10.8 m per i plinti delle spalle.
Il riempimento è costituito da materiale sciolto e il rinfianco da calcestruzzo non armato.
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Si indica nella figura successiva una sezione longitudinale del ponte e le sezioni delle spalle a
C:
Ai due lati estremali della sezione trasversale, vi sono due muri di timpano che offrono
copertura laterale ai materiali precedentemente descritti di riempimento e rinfianco. Il ponte
poggia su due spalle e due pile in c.a., ciascuna con pulvino.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Le cerniere plastiche si attivano nelle sezioni dove il momento flettente ha superato il momento
nominale associato allo snervamento della sezione. La rotazione plastica può essere calcolata,
negli elementi strutturali, integrando la distribuzione della curvatura. Per semplificare i calcoli,
la lunghezza di cerniera plastica Lp può essere definita come la lunghezza dove si è raggiunta
una curvatura plastica, Φp, assunta uguale a Φm- Φy, dove con Φm si indica la massima curvatura
e Φy rappresenta la curvatura di snervamento. Pertanto la rotazione associata alla cerniera sarà
data dalla seguente formulazione:
𝜃𝑝 = 𝑝 𝑙𝑝 = (𝑚 − 𝑦 ) ∙ 𝑙𝑝
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Per lunghezza di cerniera plastica si intende quindi la lunghezza teorica dove si concentra il
danno nell’elemento strutturale. Lo spostamento massimo si raggiunge quando alla base si
arriva alla curvatura massima; per semplicità di calcolo si definisce una lunghezza equivalente
di cerniera plastica lungo la quale la curvatura plastica è assunta pari alla curvatura plastica
massima. Tale lunghezza è scelta in modo tale che lo spostamento plastico che ne deriva in
sommità è lo stesso di quello effettivo dovuto alla reale distribuzione di curvatura.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Dove k1,k2 e k3 rappresentano l’influenza del tipo di acciaio di armatura, del carico sulla
colonna(se presente) e della resistenza del calcestruzzo nella Lp. La grandezza z invece è la
lunghezza di taglio, ossia la distanza della regione critica dal punto di controflessione, mentre d
è l’effettivo spessore. I coefficienti k sono stati determinati dall’esame dei risultati dei test
successivamente descritti. I valori limite per i coefficienti sono presentati di seguito:
Anche altri ricercatori come McCollister nel 1954, Poologasoundranayagam nel 1960 e Chan
nel 1955, hanno eseguito test su provini dello stesso tipo con variazioni in termini di sezione,
resistenza del calcestruzzo e diversi quantitativi di armatura. Dall’analisi di questi test e dalla
loro comparazione è emerso un comportamento schematizzabile con la relazione presentata.
Dagli studi di Park, Priestley, e Gill (1982) è emerso che la lunghezza di cerniera plastica Lp
non è sensibile alle variazioni di carico assiale e ha un valore medio di 0.42h, dove h è l’altezza
della sezione analizzata. Anche questi test, sono stati realizzati andando ad effettuare esami di
laboratorio su campioni costituiti da colonne, sulle quali si sono andati ad applicare carichi per
portarle a rottura.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nella tabella di seguito riportata, sono indicati i risultati delle lunghezze di cerniera plastica
calcolate per le colonne testate e la relazione di questa dimensione con lo spessore della sezione.
Basandosi sui test effettuati nello studio, Park concluse che Lp=0.4h potesse essere usata come
una semplice e conservativa formulazione per la lunghezza di cerniera plastica in colonne in c.a.
Deve essere sottolineato però che la lunghezza descritta è quella da utilizzare nella valutazione
dei requisiti per la curvatura ultima, ma non deve definire la zona nella quale l’elemento
strutturale deve essere sottoposto a confinamento per la regione critica.
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11: Rapporto tra lunghezza di cerniera plastica misurata e spessore della colonna
Basandosi sulla comparazione dei risultati prodotti da provini ottagonali (RRU 1983), è stato
rilevato che la Lp è indipendente dal livello di carico assiale ed è stato proposto dai predetti, il
valore di 0.5 D.
Dopo aver esaminato le evidenze degli studi dell’Università di Canterbury, Mander concluse
che i contributi alle deformazioni plastiche derivano in maniera primaria da due fonti:
-la diffusione della plasticità all’interno dell’elemento strutturale dovuta alle variazioni di
momento
-lo “yield penetration” dell’armatura longitudinale oltre il limite della cerniera plastica.
La lunghezza equivalente di “yield penetration”, Lpy, può essere scritta in termini di diametro
di armatura longitudinale dalle analisi forza spostamento effettuate nella maniera seguente:
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Priestley e Park hanno rilevato che l’approssimazione elastoplastica dovrebbe considerare una
lunghezza di cerniera plastica proporzionale alla lunghezza della colonna, perché le
distribuzioni di curvatura di elementi con identiche sezioni ma differenti altezze sono
geometricamente simili. Infatti questa relazione tra l’altezza della colonna e la lunghezza di
cerniera è stata accettata dalle più recenti formulazioni (Baker 1964;Corley 1966) e non fu
supportata dai precedenti risultati sperimentali per due ragioni successivamente spiegate: la
prima ragione è lo scorrimento o “slip” dell’armatura longitudinale rispetto al calcestruzzo.
All’interno della regione plastica infatti, lo scorrimento descritto comporta un aumento delle
deformazioni dell’acciaio nella sezione di base. In questo modo, la lunghezza di “yield
penetration” e il risultante slittamento diventeranno definitivamente indipendenti dalla
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Le formulazioni proposte da Priestley e Park, conseguite dallo studio della teoria descritta, sono:
I due studiosi ottennero buon accordo tra i risultati sperimentali per la Lp e i valori calcolati con
le formulazioni di equazioni indicate e la loro teoria fu confrontata anche con i risultati di altri
ricercatori (Gill et al. 1982, Potangaroa et al. 1981, Davey et al. 1975, Munro et al. 1976, Ng et
al. 1978, Ghee et al. 1985 and Mander et al. 1984). La lunghezza media calcolata fu di 0.5D
come indicato in tabella e i dati risultanti non mostrarono alcun tipo di relazione tra la Lp e il
carico assiale, il rapporto di armatura longitudinale o la tensione di snervamento dell’acciaio
longitudinale.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Tanaka e Park (1990) completarono due serie di test sulle colonne. Il primo lotto era costituito
da 4 provini di lunghezza totale 1800mm e sezione 380mm x 400mm. Il secondo prevedeva
lunghezze di 1650mm e sezioni 550 mmx550mm. Il livello di carico assiale applicato (P/fc ′
Ag), la lunghezza di taglio, la configurazione delle armature trasversali, i dettagli di ancoraggio
furono le variabili principali. Le zone plastiche delle colonne furono progettate in accordo con il
codice NZS 3101:1982 sia per il confinamento che per il taglio.
Dopo aver testato i due lotti di provini, il risultato fu che la lunghezza equivalente di cerniera
plastica variava da 0.4 a 0.75 volte la dimensione trasversale della colonna. Tanaka e Park
osservarono che l’incremento di carico assiale decretava un aumento della Lp.
La tabella seguente illustra le proprietà meccaniche dei materiali e gli altri dettagli dei provini.
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Paulay e Priestley , in seguito ai loro studi riportarono che i valori teorici di lunghezza di
cerniera plastica basata sull’integrazione della distribuzione di curvatura per elementi
standardizzati, doveva tenere in conto anche la l, dove con l si indica l’altezza della colonna.
Comunque i valori di Lp, necessari al calcolo dello spostamento laterale, non erano consistenti
con le misure sperimentali, da loro valutate. Come mostrato nell’immagine seguente infatti, la
distribuzione di curvatura teorica precedentemente valutata, si interrompeva alla base
dell’elemento , mentre le reali tensioni dell’acciaio dovrebbero continuare per un tratto al di
sotto delle basi, a causa del legame di deformazione. L’allungamento delle barre longitudinali
oltre le base teorica causa una rotazione aggiuntiva e uno spostamento.
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Watson and Park (1994) osservarono che la lunghezza delle potenziali cerniere plastiche
aumentava all’aumentare del carico assiale. Gli altri parametri, come il tipo di sezione non sono
stati valutati significativamente nella stima. La lunghezza equivalente è stata calcolata usando
l’equazione proposta da Priestley e Park e si è rilevato un valore di circa 0.56h, con h spessore
della colonna. Il codice NZS 3101, suggerisce di aumentare la lunghezza di confinamento
perché insufficiente per molte colonne, particolarmente per quelle soggette a sforzo normale. E’
stata proposta, dal nominato codice, la seguente formulazione per calcolare la lunghezza della
zona confinata per la maggior parte delle colonne:
Dove:
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10:Il rapporto tra la lunghezza di cerniera plastica calcolata usando l’Eq. e lo spessore della
colonna
I risultati presentati evidenziano un’influenza del rapporto L/h sulla lunghezza di cerniera
plastica con proporzionalità diretta e questi effetti sono più pronunciati al crescere del carico
assiale.
Per verificare le conclusioni osservate negli studi analitici, furono esaminati in grande dettaglio
gli effetti dello sforzo normale sulla zona plastica. Bae stimò una lunghezza Lp all’incirca di
0.8h con livello di carico assiale pari a 0.52P0, che coincide con il massimo valore applicato. Se
si vuole tenere in conto l’effetto del confinamento, è necessario aggiungere una lunghezza
addizionale di 0.25h, con un totale di 1.05h . La lunghezza della regione confinata, seguendo le
indicazione del capitolo 21 dell’ACI318-05, dovrebbe essere la maggiore tra la dimensione
trasversale della colonna, un sesto dell’altezza libera e 457 mm. La zona indicata dall’ACI è
apparsa soddisfacente solo per bassi valori di sforzo assiale.
Quando le analisi di sensibilità furono completate, i risultati mostrarono che il carico assiale, il
rapporto L/h e il quantitativo di armatura influenzavano significativamente la lunghezza di
cerniera plastica. Usando pertanto relazioni lineari tra i parametri (P/Po, L/h, e As/Ag) e la
cerniera plastica, si è calibrata una relazione basata sui risultati della analisi. La formulazione
proposta è la seguente:
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
L’ultimo termine è stato aggiunto per includere l’effetto della “strain penetration” sulla
diffusione della plasticità. La nuova espressione fu calibrata usando i dati dei test sui parametri
in gioco e determinati usando algoritmi di ottimizzazione a disposizione. L’espressione ottima
fornita fu:
Come emerge dalle formulazioni presentate, moltissimi studiosi hanno affrontato l’argomento
della lunghezza di cerniera plastica nel corso dell’ultimo secolo su elementi trave e colonna in
cemento armato. Molte proposte sono state indicate, le quali valutano la dipendenza della Lp da
numerosi parametri, che possono essere riassunti brevemente nei seguenti:
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il carico assiale: numerose ricerche sono state condotte per esaminare l’influenza di
questo parametro sulla lunghezza di cerniera plastica (ICC Committee Report (1962),
Park et al. (1982), Priestley and Park (1987), Tanaka and Park (1990),Watson and Park
(1994), Bayrak and Sheikh (1997, and 1999),e Bae (2005)). Le osservazioni, comunque,
sono in disaccordo. Come menzionato negli studi di Park e Priestley e Park, la
lunghezza di cerniera plastica da loro proposta era insensibile alla variazione del carico
assiale. Park concluse che la semplice approssimazione lp=0.4h potesse essere usata
senza commettere errori significativi nelle colonne, a favore di sicurezza. Al contrario
Tanaka e Park, ma anche Watson e Park, riportarono una proporzionalità diretta tra
carico assiale e Lp. Solo però Watson e Park e Bae proposero espressioni che tengono
in conto l’effetto del carico assiale.
Lo “Yield Penetration”e la diffusione del taglio. Mander (1983), Priestley e Park
(1987) e Paulay e Priestley (1992),hanno investigato gli effetti di questi fenomeni.
Proposero le loro formule, valutando anche il diametro dell’armatura longitudinale e
della lunghezza della colonna, basandosi sui risultati sperimentali.
Il rapporto tra lunghezza di taglio e spessore della sezione (L/h). Questo fu una delle
variabili fondamentali per Tanaka e Park (1990) e Bae (2005). Tutte le osservazioni
fatte dai ricercatori vedono lo stesso risultato: la lunghezza di cerniera plastica aumenta
al crescere del rapporto descritto. Bae per primo provò a studiare la relazione tra la Lp e
il rapporto proponendo la sua formulazione.
Caratteristiche della sezione. Espressioni consolidate per la lunghezza di cerniera
relazionano l’altezza della colonna, lo spessore della sezione e il diametro dell’armatura
longitudinale con la Lp.
La variazione del momento flettente
Il livello delle tensioni di taglio nella zona della cerniera plastica
La resistenza del calcestruzzo
Il livello di confinamento
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
in c.a., possono essere implementati sfruttando la definizione di cerniera concentrata nella zona
plastica. I modelli che descrivono in maniera più accurata la formazione e lo sviluppo di zone di
progressiva plasticizzazione, possono servire da efficace metodo per avvalorare i calcoli per
analisi locali e globali effettuate in modellazioni semplici. Questo rappresenta uno degli
obiettivi di questo lavoro di tesi: riuscire a tarare una modellazione monodimensionale
facilmente implementabile, ma per la quale si richiede come parametro di input la lunghezza di
cerniera plastica, tramite modellazioni a crescente grado di precisione e accuratezza.
Il Bridge Engineering handbook, nella sua seconda edizione relativa alla progettazione sismica,
propone una formulazione di lunghezza di cerniera plastica per le pile da ponte soggette ad
azione sismica, pari a :
Dove:
Il primo termine quantifica la diffusione della plasticità lungo l’elemento strutturale (es. 8%
della lunghezza totale dell’elemento). Il secondo termine invece, quantifica la lunghezza delle
penetrazioni di deformazioni plastiche dentro l’elemento adiacente.
Per pile in cemento rinforzato, o pile in cemento pre-stressato, il contatto con il terreno tende a
distribuire le curvature lungo l’elemento e la formulazione prevista in questi casi è:
𝐿𝑝 = 0.1 ∙ 𝐻 + 𝐷
dove:
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
H = luce di taglio
Lo studio nominato “Strength and ductility of concrete bridge columns under seismic loading”
di Priestley e Park, che prevede l’analisi di diverse sezioni di colonne da ponte (rettangolari,
quadrate, circolari, esagonali, cave), pubblicato sull’ACI Structural Journal, è volto ad
incrementare la comprensione del comportamento delle sottostrutture dei ponti. Nel citato
lavoro, si sono valutati i risultati di un numero elevato di provini di pile in cemento armato
soggette a carico assiale con inversioni degli spostamenti inelastici. Altra variabili valutate
sono: il quantitativo di armature, lo snervamento dell’acciaio. I risultati indicano che un valore
medio accettabile per la lunghezza di cerniera plastica può essere preso pari 0.5h, dove con h è
indicata la dimensione trasversale della sezione. La formulazione proposta a conclusione delle
analisi è la seguente:
𝐿𝑝 = 0.08 ∙ 𝐿 + 6 ∙ 𝑑𝑏
Gli studiosi Robert K.Dowell e Eric M.Hines, nell’elaborato di ricerca “Plastic hinge length of
reinforced concrete bridge columns” propongono un’espressione teorica della lunghezza di
cerniera plastica. La formulazione UCSD, largamente utilizzata in California per sezioni
rettangolari e circolari, basata sulla lunghezza h e sulla dimensione delle barre longitudinali, non
è risultata ben corrisposta dalle evidenze sperimentali dei loro studi, su sezioni complicate. Si
presenta di seguito l’espressione UCSD nominata:
Pertanto, per poter ottenere un risultato largamente applicabile, la proposta elaborata da Dowell
e Hines, non nasce da estrapolazioni scientifiche, ma da principi teorici. Si riporta la
formulazione descritta:
𝐿𝑝 𝜇 𝜂 𝑡𝑎𝑛𝜃 2 𝜂 2 𝜂
= + 𝜆𝑡𝑎𝑛𝜃 (1 − ) + 𝜆2 ( − )
𝐿 2 2 𝜇 8 6
L’espressione illustrata però se da un lato, tramite elaborazione teorica , definisce una lunghezza
di cerniera plastica universale, risulta essere molto complicata e di difficile applicazione.
31
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nelle analisi svolte nel presente lavoro di tesi, su pile da ponte, la formulazione utilizzata sarà
quella proposta in normativa al §C8A.8., “Indicazioni aggiuntive relative ai ponti esistenti”. Si
presenta la nominata equazione:
𝐿𝑝 = 0.1𝐿𝑣
Quanto presente in letteratura però, non consente una definizione globale del modello a cerniere
concentrate, perché carente nella definizione della cerniera da assegnare agli elementi d’arco.
32
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Le analisi previste per ponti esistenti dalle NTC08 sono le seguenti, a crescente grado di
complessità (C8.7.2.Circolare del 02 febbraio 2009):
La normativa NTC 08, al paragrafo 7.3.3.1 descrive il secondo tipo di analisi citata:
Altre analisi proposte da normativa sono quella non lineare statica e la dinamica non lineare. Si
tratta di approcci che tengono direttamente in conto le non linearità della struttura, permettendo
una valutazione più precisa della risposta attesa, ma a costo di una maggiore onerosità.
Come riportato al § 7.3.4.1delle NTC08, l’analisi non lineare statica consiste nell’applicare
alla struttura i carichi gravitazionali e, per la direzione considerata dell’azione sismica, un
sistema di forze orizzontali distribuite, proporzionalmente alle forze d’inerzia ed aventi
risultante (taglio alla base) Fb. Tali forze sono scalate in modo da far crescere monotonamente,
sia in direzione positiva che negativa e fino al raggiungimento delle condizioni di collasso
locale o globale, lo spostamento orizzontale dc di un punto di controllo. Il diagramma Fb - dc
rappresenta la curva di capacità della struttura. L’analisi richiede che al sistema strutturale
reale venga associato un sistema strutturale equivalente ad un grado di libertà.
33
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Per il ponte in esame si è realizzata in primo luogo l’analisi dinamica lineare, descritta nel
presente capitolo, per valutarne il comportamento strutturale, tramite la definizione della
geometria del modello e l’individuazione degli spettri di risposta relativi al sito. L’analisi ha
permesso l’individuazione dei modi di vibrare della struttura e di ottenere risultati di immediata
lettura. Le analisi di tipo lineare infatti, se da un lato costituiscono un approccio meno
sofisticato rispetto ad altri metodi proposti dalla normativa, permettono una facile riproduzione
del comportamento strutturale del ponte sotto azione sismica. Nel presente capitolo si è inoltre
analizzata l’influenza del terreno a tergo delle spalle con una modellazione con molle elastiche,
e l’effetto di una fessurazione degli elementi sul comportamento della struttura.
Le analisi e i risultati dell’analisi non lineare di pushover realizzata sul ponte, sono riportati nei
capitoli successivi.
SAP2000 è un programma di calcolo agli elementi finiti pensato fondamentalmente per le opere
di ingegneria civile. Vista la particolare complessità dell’opera oggetto di studio il modello è
stato in un primo momento disegnato in Autocad e poi importato in SAP2000. Gli elementi
utilizzati possono essere definiti come :
Elementi frame (monodimensionali) : hanno 6 g.d.l. per nodo nello spazio e 3 g.d.l. per
nodo nel piano. Include tutti gli effetti: deformazione assiale, a taglio (sebbene per
elementi snelli sia trascurabile), torsione e flessione. Eliminando dei gradi di libertà,
cioè imponendo delle condizioni di vincolo interne o esterne (condizioni al contorno), si
possono ottenere dei sotto-elementi costituiti da: biella sottoposta a soli sforzi assiali,
barra di torsione e trave inflessa.
34
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Le pile sono state schematizzate come elementi frame posizionati nel baricentro delle stesse, ai
quali è stata assegnata una sezione rastremata di dimensioni maggiori alla base e minori in testa.
Le spalle possiedono una sezione a C, nel baricentro della quali è stato posizionato l’elemento
monodimensionale. Per questi elementi strutturali si è considerato lo spessore medio del muro
frontale. Gli archi sono stati modellati anch’essi con elementi frame per i quali si è deciso di
prolungare il tratto deformabile, all’interno del nodo rigido di connessione con spalle e pile, di
un’aliquota pari a metà della sezione dell’arco stesso. Le zone dei pulvini sono state trattate
come nodi rigidi nei quali gli elementi deformabili sono connessi da vincoli cinematici “link”,
che ne assicurano l’identicità di spostamenti e rotazioni. Pertanto il nodo rigido di connessione
arco-spalla prevede, dopo il prolungamento deformabile dell’arco, un tratto rigido rettilineo che
prosegue idealmente l’arco fino ad incontrare la verticale per la spalla, congiungendosi alla
stessa con un tratto verticale. Il pulvino della pila invece è stato schematizzato con una tripletta
di elementi rigidi che connette le due arcate con la testa della pila.
- Il posizionamento dell’elemento frame nel baricentro del muro frontale con schema di
braccio rigido indicato in Figura 3.8.
35
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Le differenze sono state quantificate in variazioni del periodo del primo modo di vibrare della
struttura; se alla soluzione scelta compete un periodo di 0.1559 s (vedi fig.3.11) , con la
soluzione di figura 3.8, il periodo sarà di 0.17s. L’opzione di figura 3.9 avrà come periodo
0.1538s e l’ultima T= 0.15633s.
Ci si è orientati per la scelta di posizionare il frame nel baricentro della C con schema di
braccio rigido indicato nella figura 3.11, per la maggiore correttezza della soluzione.
Figura 3.11.
Le sezioni degli elementi frame sono state definite tramite il comando section designer in SAP.
In questo modo si sono potute modellare le spalle con sezioni a C di dimensioni differenti,
indicate in figura 3.12 e 3.13.
36
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Su entrambe le spalle grava il peso del muro di timpano, che non è stato valutato nella
modellazione, e non considerato quindi, in termini di rigidezza, ma solamente in termini di peso
strutturale.
37
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
La pila SA ha sezione rettangolare rastremata in altezza con dimensioni alla base 2.35m x
9.35m e in testa 1.8m x 9.35m. Sezione e armature della pila RC sono le stesse di quella in
direzione SA.
Gli archi presentano sezione rettangolare variabile, che per la modellazione è stata semplificata
in tre tratti a sezione costante di 0.983m, 0.811m, 0.722m, dalle imposte alla chiave. In
direzione trasversale mantengono costante la lunghezza di 9.35m, così come gli altri elementi
strutturali.
Per i materiali del riempimento e rinfianco si è deciso di trascurarne gli effetti strutturali, a
favore di sicurezza. Quindi, ai fini della vulnerabilità sismica sono considerati solo come massa
e non come elementi che meccanicamente contribuiscono alla resistenza della struttura.
Sulla base delle informazioni acquisite dalle indagini sulle strutture, nonché sulle proprieà dei
materiali, sono stati acquisiti il livello di conoscenza (LC - § C8.A.1.A.4 - Circolare 02-02-
2009 n. 617) ed il fattore di confidenza (FC - § C8.A.1.A.4 - Circolare 02-02-2009 n. 617)
seguenti :
- LC2 (adeguato);
- FC = 1.2.
38
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Con riferimento a quanto riportato nel §8.7.1.5, nel caso di analisi elastica con il fattore di
struttura q, il valore di calcolo del generico parametro di resistenza (Rm,d) del materiale da
utilizzare nelle verifiche si ricava dividendo il valore medio (Rm) per il fattore di confidenza e
per il coefficiente parziale di sicurezza del materiale
Avendo determinato i valori della fck dalle prove nella relazione sulle indagini,differenziando tra
archi e pile e spalle in quanto i materiali di costruzione differiscono per caratteristiche
meccaniche, si è potuta determinare la f cm e il modulo di Young del materiale calcestruzzo con
le formule seguenti:
𝑓𝑐𝑚 0.3
𝐸 = 22000 ∙ ( )
10
𝐸 = 31086790 𝑘𝑃𝑎
𝐸 = 29104140 𝑘𝑃𝑎
Il primo valore è relativo al materiale calcestruzzo utlizzato per gli archi e il secondo è relativo
alle spalle e alle pile. I valori ottenuti fanno riferimento a rigidezze non fessurate. Al paragrafo
3.6 si sono condotte analisi che tengono conto della riduzione di rigidezza flessionale e a taglio,
valutando le differenze in termini di risposta della struttura.
In questa prima fase dello studio il comportamento dei materiali è dunque ipotizzato di tipo
elastico-lineare: si è interessati, infatti, all’analisi delle caratteristiche di un modello che rimane
in campo elastico. Tuttavia, il software FEM utilizzato (SAP2000), consente la definizione di
modelli costitutivi anelatici per i materiali, implementati nella successiva fase di analisi in
ambito non lineare che verrà discussa nei successivi capitoli del testo.
39
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Carichi Permanenti (G) : azioni che agiscono durante tutta la vita nominale della costruzione, la
cui variazione di intensità nel tempo è così piccola e lenta da poterle considerare con sufficiente
approssimazione costanti nel tempo; comprende dunque il peso proprio di tutti gli elementi
strutturali (G1) e non strutturali (G2).
Variabili (Q): azioni sulla struttura o sull’elemento strutturale con valori istantanei che possono
risultati sensibilmente diversi tra di loro nel tempo.
I carichi sono stati assegnati diversamente per i vari elementi strutturali; per caricare le arcate,
si è provveduto ad una suddivisione delle stesse in 18 elementi d’arco in modo da poter
considerare direttamente nel computo ciascun elemento.
In figura 3.15 è illustrato l’elemento d’arco e i relativi carichi che gravano su di esso.
I pesi che vengono computati all’interno dei permanenti sono : il peso proprio, il peso del
rinfianco, del riempimento e del ballast.
40
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il peso proprio strutturale, indicato con g ,è stato computato direttamente dal programma
0,k
SAP2000 in funzione della geometria della sezione, del peso specifico e del materiale
considerato.
Il peso del rinfianco, indicato con g 1,k ,è calcolato con le formula seguente:
g 1 k = A1 γ1 L /Δ L i
,
,quello del riempimento con
g 2 k = A2 γ2 L /Δ L i
,
g 3 k = A3 γ3 L /Δ L i
,
I pesi specifici γ dei tre materiali, sono uguali a 24 kN/m3 , 21 kN/m3 e 19 kN/m3 .
La lunghezza L è la dimensione trasversale del ponte, valore per il quale occorre moltiplicare
l’area di ciascun materiale per ottenere i volumi gravanti sull’arco.
I pesi specifici del riempimento e del ballast, tengono conto del carico dei muri di sostegno,
muri che contengono i due materiali e costituiscono vincolo che impedisce la fuoriuscita degli
stessi in direzione trasversale.
I carichi variabili agenti sulla struttura in esame sono i carichi da traffico ferroviario di seguito
indicati. L’azione verticale indotta dal traffico dei convogli viene calcolata facendo riferimento
a treni reali. Per una categoria di linea D4, secondo lo schema convenzionale riportato nella
figura seguente, lo schema di carico è formato da quattro assi da 22.5 t ciascuno, distanziati
come indicato.
41
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il carico per metro lineare equivalente, come si evince dalla Figura 3.16 è pari ad 80 kN/m.
Si è considerato quindi un carico da traffico Q f,k di 80 kN/m, essendo presenti però due binari,
il carico ferroviario su singolo elemento risulterà essere uguale a due volte il carico da traffico
per il Δ xi diviso la lunghezza dell’elemento d’arco, Δ Li .
Il carico sulle spalle e pile è stato calcolato come indicato in figura 3.17.
42
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Anche in questo caso il peso proprio dell’elemento strutturale è computato tramite il programma
SAP. I pesi indicati con la lettera G e pedici 1,2,3,4 rappresentano i carichi dovuti a peso di
ballast, riempimento, rinfianco e pulvino. Questi sono applicati nel baricentro del muro frontale
(N2 in figura 3.18), mentre quelli derivanti dal peso dei muri di timpano hanno la loro risultante
in N1, e questo genererà un’eccentricità rispetto al baricentro e quindi un momento di calcolo
aggiuntivo. Il muro di timpano ha dimensioni 5m x 11.07m.
Nella tabella seguente si riassumono schematicamente i carichi assegnati agli elementi d’arco,
nominati in direzione X crescente con le lettere A,B e C per ciascuna campata e ordinati
numericamente. Si riportano solamente quelli agenti sui primi 9 elementi per simmetria.
43
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Infine sono descritti in forma tabellare i carichi per elemento strutturale assegnati. Si tratta, in
questo caso, di forze concentrate in testa al frame.
Le capacità dissipative della struttura vengono prese in considerazione con lo spettro di progetto
allo Stato Limite di Salvaguardia della vita, con l’introduzione di un fattore riduttivo q ( fattore
di struttura), che va a ridurre le forze elastiche. L'analisi delle strutture soggette ad azione
sismica può essere lineare o non lineare. Per gli stati limite ultimi si considerano sistemi
dissipativi, per cui gli effetti delle azioni sismiche sono calcolati riferendosi allo spettro di
progetto ottenuto assumendo un fattore di struttura q maggiore dell'unità.
Ai fini del progetto o della verifica della struttura agli stati limite ultimi si tiene conto delle
capacità dissipative della struttura riducendo le forze elastiche: viene così considerata in modo
semplificato la capacità dissipativa anelastica della struttura, la sua sovra-resistenza,
44
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
l’incremento del suo periodo proprio a seguito della diminuzione di rigidezza dovuta alle
plasticizzazioni.
SLO: TR = 45 anni;
SLD: TR = 75 anni;
SLV: TR = 712 anni;
SLC: TR = 1462 anni;
45
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
del sito, sulla base dei risultati del progetto S1-INGV, la fase 2 prevede la scelta della strategia
di progettazione e la fase 3 la determinazione dell’azione di progetto.
Come coefficiente e di struttura per la componente orizzontale si è adottato 1.2, mentre per la
componente verticale, come indicato al punto 7.3.1 della normativa NTC 08, si assume q=1.
Si riportano di seguito le immagini relative alla definizione dello spettro di risposta elastico.
Spettro di progetto
orizzontale agli
SLV
Spettro di progetto
Se [g]
T [s]
Figura 3.20. Spettro elastico di risposta nelle componenti orizzontali e verticali di accelerazione per lo SLV
46
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
dove :
G1 rappresenta il peso proprio di tutti gli elementi strutturali, il peso proprio del terreno
quando pertinente, le forze indotte dal terreno (esclusi gli effetti di carichi variabili applicati al
terreno), le forze risultanti dalla pressione dell’acqua (quando si configurino costanti nel
tempo);
Gli effetti dell’azione sismica sono valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti
carichi gravitazionali:
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
configurazione deformata di una costruzione, e quindi anche il suo stato di sollecitazione, può
essere ottenuta come combinazione di deformate elementari, ciascuna con la forma di un modo
di vibrare. Ovviamente, in funzione dell’azione che agisce sulla costruzione, alcuni modi di
vibrare avranno parte più significativa di altri nella descrizione della conseguente
configurazione deformata.
Figura 3.21. Prima forma modale di periodo T= 0.156 s (Modo 1 in direzione longitudinale)
Figura 3.22. Seconda forma modale di periodo T= 0.101 s (Modo 2 in direzione longitudinale)
48
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Figura 3.23. Terza forma modale di periodo T= 0.09 s (Modo 3 in direzione trasversale)
Figura 3.24. Quarta forma modale di periodo T= 0.073 s (Modo 4 in direzione trasversale)
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Figura 3.25. Quinta forma modale di periodo T= 0.0608 s (Modo 5 in direzione trasversale)
Figura 3.26. Sesta forma modale di periodo T= 0.057 s (Modo 6 in direzione longitudinale)
50
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Figura 3.27. Settima forma modale di periodo T= 0.052 s (Modo 7 in direzione longitudinale)
Figura 3.28. Ottava forma modale di periodo T= 0.047 s (Modo 8 in direzione longitudinale)
Come si evince dall’osservazione delle immagini sopra riportate e dall’analisi dei risultati
riportati nella tabella a seguire, il primo modo fondamentale longitudinale è il modo N.ro 1 (T =
0.1560 s, % massa partecipante 47.64) mentre quello trasversale è il modo N.ro 3 (T = 0.0918 s,
% massa partecipante 40.11).
51
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nell’immagine 3.29 vengono presentati gli output rilevanti della struttura relativi all’analisi
modale svolta; le espressioni presenti hanno il seguente significato:
→ Step Num = rappresenta l’i-esimo modo di vibrare della struttura in ordine decrescente di
periodo.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Dopo aver estratto gli output dal programma di calcolo ed aver analizzato le deformate relative
ai modi di vibrare della struttura, è stato considerato il contributo dell’azione sismica all’interno
del programma. Estratti gli spettri dal file NTC, i grafici plottati sono stati inseriti tramite il
comando Function nel programma di calcolo. In questo modo si può tener conto del sito nel
quale la struttura è costruita con la relativa accelerazione al suolo e l’accelerazione di picco.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Infine, per tenere conto della risposta alla diverse componenti dell’azione sismica ed alla
variabilità spaziale del moto, si sono combinati gli effetti sulla struttura tramite i load
combination ,applicando la seguente espressione, con permutazione dei coefficienti
moltiplicativi:
Con l’orientazione x è indicata la direzione longitudinale, con y quella trasversale e con z infine,
quella verticale.
Dalla combinazione descritta si sono estratti i valori di sollecitazione sulla struttura per le
verifiche successivamente svolte.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
All’ interno del documento, sono presentati metodi di progetto per passerelle, pile, spalle e
pozzi, con presentazione di procedure di indagine in situ e in laboratorio. All’interno del
capitolo 8 , relativo all’analisi delle spalle, viene presentata la procedura per la determinazione
delle rigidezze del terreno. Questa consiste nell’idealizzare il comportamento del riempimento
di terreno a tergo del muro (spalla), ad una molla traslazionale e rotazionale posizionata a 0.37
h, con h altezza del muro. Si tratta di un metodo semplificato particolarmente preciso nel caso in
cui alla spalla venga applicata la sola traslazione laterale.
55
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
La formulazione proposta dal manuale prevede la seguente rigidezza traslazionale per le molle
elastiche:
𝐾𝑠 = 0.425𝐸𝑠 𝐵
dove
Per la stima del modulo elastico del terreno si è ipotizzato un terreno mediamente addensato
con E=60 Mpa (rif. Proprietà elastiche dei terreni, Bowles). La rigidezza traslazionale calcolata
è pertanto:
𝑘𝑁
Ks= 233815.04
𝑚
E’ stato realizzato quindi, un modello del ponte con le molle elastiche a tergo delle spalle di
rigidezza indicata, applicate sull’elemento frame tramite il comando frame springs.
Figura 3.33 Prima forma modale modello con molle di periodo T =0.156 s ( direzione longitudinale)
56
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Figura 3.34 Seconda forma modale modello con molle di periodo T =0.101 s ( direzione longitudinale)
Figura 3.35 Terza forma modale modello con molle di periodo T =0.091 s ( direzione trasversale)
Come si evince dai risultati delle analisi, i primi 3 modi di vibrare presentati sono gli stessi del
modello senza molle, visti precedentemente. I primi due sono traslazionali in direzione
longitudinale e il terzo, sempre traslazionale, ma in direzione trasversale.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Come si evince dai risultati proposti, non si rilevano differenze significative in termini di
periodi ,che risultano coincidere per la totalità dei modi presentati. Anche le masse modali,
eccetto per lievissime differenze, si attestano su valori sostanzialmente uguali, indicando un non
mutato comportamento della struttura relativamente all’analisi modale.
Per fare una valutazione sul tema a tutto tondo, ci si è interrogati sugli effetti di molle con
rigidezze via via crescenti sui modi di vibrare della struttura. Si sono costruiti diversi modelli
58
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
con variazioni di rigidezza di un ordine e due ordini di grandezza, e un modello al quale sono
stati apposti carrelli a tergo delle spalle, per simulare l’impossibilità al movimento delle
suddette.
- Modello molle 10x: modello con molle, la cui rigidezza è 2338150.4 kN/m
- Modello molle 100x: modello con molle, la cui rigidezza è 23381504 kN/m
-Modello carrelli verticali: modello senza molle, con carrelli verticali a tergo delle spalle.
Nel confronto ivi presentato, si è voluto evidenziare come le variazioni indotte dall’inserimento
di molle sul periodo sono molto modeste, fino ad arrivare ad una piccola variazione nel modello
con carrelli. Pertanto, anche variando considerevolmente la rigidezza della molla, le differenze
in termini di periodo sono impercettibili.
I risultati sono presentati in forma schematica andando ad individuare in tutti gli elementi
strutturali, il punto di massima sollecitazione, per poter fare un confronto proprio tra le massime
sollecitazioni. Per ogni elemento, a seconda della combinazione, si andrà a massimizzare il
59
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Momento M3, o lo sforzo normale N , o il Momento M2, così da avere 3 valori a seconda del
massimo delle diverse caratteristiche della sollecitazione.
Inoltre vengono riportate anche le differenze in termini di spostamenti in chiave delle 3 arcate
nei due modelli.
Quello che è stato messo in evidenza per i periodi e le masse, risulta riproporsi anche nella
tabella antecedente. Le differenze che si riscontrano sono molto lievi e questo dimostra che la
presenza delle molle non induce variazione significativa di sollecitazioni all’interno della
struttura.
Si sono analizzate le deformate delle spalle nelle due differenti modellazioni con la
combinazione più gravosa per la struttura (Ex+0.3Ey+0.3Ez) in figura 3.38.
60
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Ciò che emerge è che le variazioni indotte dalla presenza di molle traslazionali a tergo delle
spalle, espresse in termini di spostamento orizzontale valutato in testa alle stesse, sono di ordine
inferiore al decimo di millimetro. Tali variazioni di ridotta entità derivano dalla elevata
rigidezza della spalla. L’introduzione, quindi, di molle traslazionali produce variazioni di natura
trascurabile sui periodi fondamentali, sulle sollecitazioni e sulle deformazioni degli elementi
strutturali.
61
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
MEd≤MRd
nella quale:
MEd è il momento flettente (accompagnato dalla sollecitazione assiale e dal momento flettente in
direzione ortogonale) derivante dall’analisi;
MRd è il momento resistente della sezione, calcolato tenendo conto della sollecitazione assiale e
del momento ortogonale agenti.
I momenti flettenti e il taglio di calcolo, da utilizzare per la verifica degli elementi strutturali,
sono quelli ottenuti dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico
precedentemente indicate.
I momenti resistenti sono da calcolare sulla base delle armature flessionali effettivamente
presenti, per la valutazione delle quali, ci si è avvalsi del progetto del ponte esistente.
62
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Figura 3.40 Descrizione armature all’interno dell’arco nel progetto originale dell’opera.
Dopo aver individuato quali e quante armature fossero presenti, si sono costruiti i 3 domini M-
N , tramite il programma VCA slu, relativi ai 3 tratti, e confrontati con le sollecitazioni agenti.
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
In figura 3.41 è indicata la procedura per ottenere il dominio di rottura sul programma VCA slu;
dopo aver inserito le caratteristiche geometriche della sezione, si sono aggiunti i dati relativi
all’armatura dell’elemento per poi procedere con la creazione del dominio.
65
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Successivamente alla generazione del dominio M-N , si sono andate a valutare le sollecitazioni
agenti sull’arco, in entrambe le direzioni longitudinale e trasversale.
Si presentano, di seguito, quelle relative agli elementi A1,A2,A3 della prima arcata. Lo stesso
procedimento di estrazione dal programma di calcolo, è stato applicato a tutti gli elementi dei
tre archi, ma per semplicità, non se ne riportano tutti i valori numerici.
66
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
67
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
50000
Dominio M3-N
40000
30000
20000
10000
M (k Nm)
0 Dominio M-N
-50000 0 50000 100000 150000 200000 250000 300000 350000
-10000
-20000
Sollecitazioni
-30000 agenti
-40000
-50000
N (k N)
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Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
400000
Dominio M2-N
300000
200000
100000
M (k Nm)
0
-50000 0 50000 100000 150000 200000 250000 300000 350000
-100000
-300000 Sollecitazioni
agenti
-400000 N (k N)
Come si evidenzia dai grafici presentati, le sollecitazioni nel dominio M2,risultano essere
totalmente all’interno del predetto, di conseguenza la verifica risulta soddisfatta. Il grafico nella
direzione longitudinale invece, vede alcuni punti al di fuori della regione, con conseguente
presenza di sezioni non verificate all’interno della zona “imposte”.
Le sollecitazioni agenti includono tutti i casi di carico di seguito elencati, per i quali si avrà però
una direzione prevalente più gravosa, che nel caso in esame è quella con Ex.
-Ex+0.3Ey+0.3Ez
-Ey+0.3Ex+0.3Ez
-Ez+0.3Ex+0.3Ey
Lo stesso procedimento di verifica è stato ripetuto per le altre sezioni dell’arco (intermedia e
chiave) individuando i domini di resistenza e le sollecitazioni agenti. La verifica non è risultata
soddisfatta in direzione longitudinale; in direzione trasversale la verifica risulta viceversa
ampiamente soddisfatta.
Dopo aver verificato l’effettiva presenza di punti di sollecitazione all’esterno dei domini di
resistenza, si è indagato sulla posizione di queste sezioni all’interno dell’arco.
69
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Per determinare le sezioni non verificate, si è costruito un foglio elettronico, che restituisce, in
un grafico, al variare dei casi di carico, i punti in cui il fattore di sicurezza, FS, è inferiore
all’unità.
𝑀𝑟𝑑
FS =
𝑀𝑠𝑑
Con :
Entrambi i valori sono stati valutati in ogni punto di discretizzazione dell’arco e per tutti i casi
di carico. Il valore del fattore di sicurezza è un indice di quanto la sezione sia non verificata,
tanto più il numero sarà inferiore all‘unità, tanto più la sezione sarà lontana dalla soddisfazione
della verifica.
Le figure di seguito riportate rappresentano i grafici conclusivi dello studio effettuato: sulla
geometria delle tre arcate ci indicano quali e quante sezioni hanno FS inferiore all’unità e ne
riportano il valore minimo. Le sezioni che non verificano sono indicate in rosso, mentre
l’assenza di punti rossi indica una verifica soddisfatta per ogni sezione. Il foglio elettronico
costruito permette, facendo variare il menù a tendina in alto a destra, di selezionare il caso di
carico e, con un riaggiornamento automatico, di vedere a schermo i punti corrispondenti alle
sezioni non verificate.
FS minimo 0.17
2222
70
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
FS minimo 1.20
1
FS minimo 0.94
91
71
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
-10 Φ 14 in posizioni 43 e 45
-6 Φ 14 in posizioni 42 e 44
-3 Φ 12 in posizioni 1 e 9
Nella figura seguente si evidenzia come esistano anche in questo caso, relativamente alle spalle,
sezioni non verificate in alcuni casi di carico.
L’unico caso di carico in cui esistono sezioni , per entrambe le spalle, con FS inferiore al valore
1 è quello presentato in figura 3.50, ossia quello con Ex prevalente: Ex+0.3Ey+0.3Ez ; pertanto
verrà presentato solamente il grafico nominato.
72
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Dominio M3-N
800000
600000
400000
M (k Nm)
200000
0
-200000 0 200000 400000 600000 800000 1000000 1200000
-200000
DOMINIO M-N
-400000
Il dominio presentato è relativo alla spalla SA (direzione Salerno), e non si riporta il dominio
della spalla RC in quanto entrambe mostrano un comportamento analogo. Inoltre si è deciso di
riportare solamente il grafico M3-N e non anche l’ M2-N perché quest’ultimo risulta soddisfare
ampiamente le verifiche.
Di seguito si evidenziano, tramite lo stesso foglio elettronico utilizzato per gli archi, le sezioni
non verificate delle spalle.
FS minimo 0.726
Figura 3.50 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ex+0.3Ey+0.3Ez, spalla SA
73
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
FS minimo 0.857
Figura 3.51 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ex+0.3Ey+0.3Ez, spalla RC
Infine si presentano le armature nell’elemento strutturale pila e i risultati delle verifiche sulla
pila RC che risulta essere quella maggiormente sollecitata.
-6 Φ 18
74
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
150000
Dominio M3-N
DOMINIO M-N
100000
50000
Sollecitazioni
M (k Nm)
agenti
0
-100000 0 100000 200000 300000 400000 500000
-50000
-100000
-150000
N(k N)
75
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
FS minimo 0.55
Figura 3.54 Grafico sezioni non verificate caso di carico Ex+0.3Ey+0.3Ez, pila RC
Le verifiche a taglio delle spalle sono state effettuate affidando la resistenza delle sezioni a C,
agli elementi resistenti indicati nella schematizzazione. In direzione trasversale la capacità è
affidata solamente all’elemento di dimensioni maggiori, mentre nella direzione di taglio
longitudinale alle due ali della C.
76
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Si è ritenuto, essendo gli archi armati con quantità esigue di armature trasversali , di verificare
questi come elementi non armati a taglio .
Si procede riportando il paragrafo delle normativa per gli elementi non armati a taglio e
successivamente presentando il secondo approccio proposto.
Si è deciso di seguire questa verifica perché le armature all’interno dei suddetti elementi
strutturali risultano essere talmente esigue da non poterle valutare come armature resistenti.
77
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
con
k = 1 + (200/d)1/2 ≤ 2
vmin = 0,035k3/2fck 1/2
e dove
d è l’altezza utile della sezione (in mm);
ρ1 = Asl /(bw ×d) è il rapporto geometrico di armatura longitudinale (≤ 0,02);
σcp = NEd/Ac è la tensione media di compressione nella sezione (≤ 0,2 fcd);
bw è la larghezza minima della sezione (in mm).
Di seguito viene presentato il secondo approccio, relativo al capitolo C8A.8.6.5 della circolare.
- Quello equilibrato dai momenti di estremità, limitati al loro valore di snervamento quando
risulta θ > θy per una o entrambe le estremità.
78
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il contributo dovuto allo sforzo normale VN può essere valutato con la seguente espressione :
dove:
dove:
dove:
k è un coefficiente riduttivo della resistenza che tiene conto del degrado ciclico del contributo
del calcestruzzo alla resistenza al taglio e varia in generale tra 0.29 e 0.1 in funzione della
duttilità in spostamento dell’elemento tra 1 e 4.
79
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Dove:
Nelle tabelle seguenti vengono presentati, in maniera schematica, i risultati delle verifiche a
taglio delle spalle, eseguite con l’approccio indicato al punto 4.1.2.1.3.1.della normativa,
considerando quindi questi elementi strutturali, come elementi non armati a taglio.
80
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Come risulta dal fattore di sicurezza FS, che rappresenta il rapporto tra il taglio resistente e
quello sollecitante, entrambe le spalle risultano verificate a taglio.
Nella figura 3.56 si presentano le verifiche effettuate sempre sulle spalle, seguendo però la
procedura indicata dalla circolare.
81
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Anche in questo caso le verifiche risultano soddisfatte ma con valori del fattore FS
notevolmente maggiori .Questo è spiegabile dal fatto che la formula trinomia, tenendo conto di
tutti i contributi e non solo del calcestruzzo resistente, va a computare nel taglio Vrd anche
fenomeni trascurati dalla precedente formulazione, con conseguente incremento della capacità
resistente.
Anche per l’elemento pila RC si è seguita la procedura della doppia verifica , rilevando una
soddisfazione delle verifiche.
La tabella di figura 3.57 indica una verifica svolta considerando la pila come un elemento non
armato a taglio e quella di figura 3.58 utilizzando la formula trinomia. Anche in questo caso le
armature a taglio della pila sono talmente esigue che si è ritenuto, in prima istanza, di verificare
l’elemento come un elemento non armato a taglio.
Le verifiche a taglio sono state eseguite solamente sulla pila RC, di dimensioni e armature
uguali alla pila SA, ma sulla quale agiscono sforzi di taglio maggiori.
82
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
83
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Questa scelta progettuale porta a due effetti inscindibili: se da una parte è evidente che la
struttura, essendo meno rigida, tenderà a danneggiarsi di più, dall’altra è vero che, data proprio
la ridotta rigidezza globale, si assiste ad un aumento consistente del periodo di tutti i modi di
vibrare.
84
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Modello fessurato
Ifless 50%
Volta e pile
Itaglio 40%
Ifless 20%
Spalle
Itaglio -
Figura 3.60 Riduzioni percentuali degli elementi strutturali
Si è optato per la scelta di ridurre maggiormente gli elementi volta e pile, soggetti in misura
maggiore alla fessurazione, e di un’aliquota minore le spalle.
Tfess = 0.202
Spettro di progetto
Tnon fess = 0.155
orizzontale agli
SLV
Spettro di progetto
Se [g]
T [s]
85
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
In questa sezione ci si occupa di mostrare la risposta modale propria della struttura in oggetto,
affrontata in maniera omogenea alle precedenti e attenta alle normative in vigore.
Se però, come visto, con la fessurazione avviene uno spostamento sul plateau, le masse
partecipanti diminuiscono come evidenziato nella tabella. Infatti dall’85% di massa partecipante
totale del modello non fessurato la percentuale si riduce al 77.65% considerando i primi 20
modi; in particolare, relativamente al primo modo di vibrare (in direzione longitudinale) si
assiste a una diminuzione del 6% della massa partecipante. Questo comporta una riduzione delle
sollecitazioni sulla struttura che prevale sull’aumento dell’accelerazione spettrale (per il primo
modo l’aumento è pari a circa il 4%); ciò è immediatamente visibile nelle verifiche effettuate,
dove si nota un una variazione in positivo delle sezioni verificate a pressoflessione.
86
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nelle figure 3.63,3.64,3.65 è esposto il foglio elettronico creato per la valutazione delle sezioni
negli archi del ponte.
FS minimo 0.22
22
FS minimo 1.42
87
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
FS minimo 1.03
A differenza del modello non fessurato, in questo caso si nota che nei casi di carico con
direzione prevalente Ey e Ez , tutte le sezioni risultano verificate. Nella figura 58 si
rappresentano le sezioni che hanno FS inferiore all’unità nel caso Ex+0.3Ey+0.3Ez ; come nel
modello precedente, si evidenziano numerosi punti di non soddisfazione della verifica.
Dopo aver rappresentato il comportamento degli archi, si illustrano le variazioni anche per le
spalle e le pile.
FS minimo 0.78
Figura 3.66 Grafico sezioni spalla SA non verificate caso di carico Ex+0.3yx+0.3Ez
88
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
FS minimo 0.92
4
Figura 3.67 Grafico sezioni spalla RC non verificate caso di carico Ex+0.3yx+0.3Ez
FS minimo 0.465
Figura 3.68 Grafico sezioni pila RC non verificate caso di carico Ex+0.3yx+0.3Ez
Quello che si evidenzia è un aumento del fattore di sicurezza FS in tutti gli elementi strutturali
con riduzione delle sezioni non verificate. Pertanto si ripete l’effetto positivo della riduzione
delle rigidezze visto per gli archi.
89
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
In entrambe le spalle si evidenzia una soddisfazione della verifica in maniera più larga rispetto
al caso di rigidezze non fessurate. Il coefficiente FS infatti, è aumentato per entrambe le spalle
in entrambe le direzioni di taglio.
Nelle verifiche delle pile invece, si nota un aggravio della sollecitazione , con conseguente
decremento del coefficiente FS.
90
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Infine si analizzano gli archi per i quali si è proceduto valutandoli come elementi non armati a
taglio.
91
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
1) Data l’elevata rigidezza delle spalle, la modellazione della presenza del terreno a tergo
delle stesse, mediante molle elastiche traslazionali e rotazionali, definite secondo le
direttive del “Seismic design of highway foundations”, non comporta variazioni
significative sul comportamento della struttura. La risposta della stessa, in termini di
forme modali, periodi propri, deformata e sollecitazioni, resta pressoché inalterata.
2) L’incidenza della riduzione delle rigidezze flessionali e a taglio è stata valutata
differenziando le aliquote per spalle e pile/archi, tenendo conto dello stato di
sollecitazione in combinazione sismica. Conseguenza diretta della fessurazione è un
incremento dei periodi di vibrare della struttura, con spostamento del periodo del primo
modo, dal tratto crescente dello spettro, al plateau ad accelerazione costante, e a una
riduzione della massa totale eccitata dei primi modi significativi. Complessivamente
ciò determina una diminuzione delle sollecitazioni agenti sulla struttura e di
conseguenza un incremento dei fattori di sicurezza.
3) Le verifiche a pressoflessione, tanto nel modello con rigidezza ridotta che non ridotta,
non sono risultate soddisfatte. Il minore fattore di sicurezza si riscontra sull’arco.
Data l’esigua armatura trasversale a taglio presente, tanto negli archi, quanto negli
elementi verticali, secondo le normative vigenti all’epoca della realizzazione dell’opera,
le verifiche sono state condotte trascurandone il contributo. Sono state adottate le
formulazioni previste dalla NTC08 (par. 4.1.2.1.3.1 e par. C8A.8.6.5); tenendo conto
della fessurazione degli elementi strutturali, sia in direzione longitudinale che
trasversale, le verifiche sono risultate soddisfatte, con minimo fattore di sicurezza
(riscontrato sugli archi), prossimo all’unità.
Nella tabella di sintesi di figura 3.74 sono presentati i valori minimi della PGA di
capacità per ciascun elemento strutturale, relativi al modello con rigidezze fessurate. Le
sollecitazioni più gravose nel caso della pressoflessione si hanno con la combinazione
Ex+0.3Ey+0.3Ez, con x direzione longitudinale del ponte. Nel taglio si ottiene lo stesso
risultato, eccetto per la pila, per la quale la PGA di capacità minima è in direzione
trasversale quando la direzione prevalente è l’Ey.
92
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Pressoflessione Taglio
PGA c Combinazione PGA c Combinazione
Archi 0.0759 Ex+0.3Ey+0.3Ez 0.35984 Ex+0.3Ey+0.3Ez
Spalla SA 0.2691 Ex+0.3Ey+0.3Ez 0.48786 Ex+0.3Ey+0.3Ez
Spalla RC 0.3174 Ex+0.3Ey+0.3Ez 0.52246 Ex+0.3Ey+0.3Ez
Pila 0.160425 Ex+0.3Ey+0.3Ez 0.41174 0.3Ex+Ey+0.3Ez
Dalle considerazioni sviluppate in precedenza sui vari metodi di analisi previsti dalla normativa
si può dedurre che l’analisi elastica ad elementi finiti può fornire indicazioni utili per una
preliminare interpretazione del comportamento sismico delle strutture. Se infatti è ragionevole
attendersi una significativa ridistribuzione delle tensioni a seguito della fessurazione e
particolare riserve di duttilità della struttura, risulta necessario procedere ad una modellazione in
campo non lineare, come descritto nei capitoli successivi.
93
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Per comprendere al meglio la risposta sismica di una struttura è necessario però valutarne il suo
comportamento non lineare e la sua evoluzione nel tempo. Per realizzare ciò, le due tipologie di
analisi principalmente usate sono l’analisi statica non lineare e l’analisi dinamica non lineare.
La scelta di queste due analisi è dettata dalla volontà di indagare in maniera più accurata
possibile il comportamento strutturale e di definirne in modo corretto ogni aspetto e
particolarità, non ammettendo più le semplificazioni delle analisi lineari.
Il risultato dell’analisi è la curva di capacità, cioè il diagramma del taglio alla base (V) in
funzione dello spostamento orizzontale di un punto di controllo rappresentativo del
comportamento globale della struttura. La curva di capacità definisce la capacità di resistenza e
di spostamento di una struttura indipendentemente da qualsiasi richiesta sismica, descrive
quindi le caratteristiche proprie del sistema resistente. L’analisi si basa sulla descrizione del
94
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
comportamento non lineare dei materiali da costruzione, per cui deve essere applicata ad
elementi finiti che sono in grado di contemplare tale aspetto.
Il termine pushover significa letteralmente “spingere oltre”: questo perché la procedura consiste
appunto nello spingere la struttura fino a che questa non collassa, come conseguenza della
perdita totale di resistenza di una o più delle sue parti, oppure fino a quando non si raggiunge un
valore limite fissato di spostamento. Per ottenere ciò si fa uso di un sistema di forze
incrementali o in alternativa di un sistema di spostamenti, anch’essi incrementali. Dunque,
attraverso l’applicazione di queste forze monotone crescenti in direzione orizzontale alla
struttura, soggetta però sempre anche ai suoi carichi verticali gravitazionali di esercizio, si
valuta la sua complessiva capacità di resistenza.
95
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
3274 al punto 4.5.4.2) suggeriscono di applicare a ciascun modello piano considerato due
diverse distribuzioni di forze orizzontali, applicate ai baricentri delle masse dei vari piani:
Nelle analisi che saranno successivamente effettuate sul ponte sarà usato il metodo di
controllo degli spostamenti e verranno valutate le differenze relative a distribuzioni di forze
differenti. Il controllo in spostamento verrà utilizzato per l’analisi di spinta orizzontale, quindi
in relazione alle sollecitazioni sismiche, poiché deve essere analizzato il comportamento della
struttura fino al suo snervamento ed alla sua successiva rottura, che avviene in genere per un
valore di forza non completamente noto a priori. Per questo motivo allora, in direzione
orizzontale, si “spinge” la struttura monitorando i valori di spostamento di un punto di controllo
fissato.
Il metodo di verifica prevede di ricondurre la curva di capacità di strutture con più gradi di
libertà a quella di un sistema equivalente ad un grado di libertà. Con riferimento alla figura a
seguire, la forza F* e lo spostamento d* del sistema lineare equivalente sono legati al taglio alla
base V e allo spostamento δ del sistema reale dalle relazioni:
dove γ è il coefficiente di partecipazione modale, che tiene conto dell’importanza del modo di
vibrare considerato nella determinazione della risposta dinamica della struttura. Esso viene
espresso dalla relazione seguente, scritta per il j-esimo modo di vibrare:
dove:
96
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Alla curva del sistema equivalente occorre sostituire la curva bilineare avente un primo tratto
elastico e un secondo tratto plastico, come riportato in Figura4.2. Tale approssimazione viene
di solito eseguita con il criterio di equivalenza delle aree sottese dalle due curve, e consente di
calcolare la rigidezza iniziale k* (coincidente con la pendenza iniziale del tratto elastico) di un
oscillatore lineare equivalente di periodo:
in cui 𝑚∗ è la sommatoria delle masse del sistema MDOF. In questo modo si approssima la
risposta di un sistema non lineare tramite l’interpretazione di quella di un sistema lineare
equivalente con la stessa rigidezza iniziale.
Lo spostamento orizzontale massimo raggiunto dal sistema viene calcolato in funzione di T*,
correlando la risposta del sistema non lineare (rappresentato dalla curva di pushover
bilinearizzata) con la risposta di un sistema elastico con la stessa rigidezza iniziale (𝑘∗), ma con
resistenza elastica illimitata.
97
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Per quelle strutture che hanno un periodo proprio iniziale, cioè calcolato in campo elastico,
maggiore del periodo in corrispondenza del quale si ha il picco della risposta elastica spettrale,
il massimo spostamento raggiunto dal sistema anelastico, entrato in campo non lineare, è
mediamente prossimo a quello raggiunto dal corrispondente sistema elastico. Per tale ragione le
ntc08, al punto §C7.3.4.1 (Analisi non lineare statica), consentono di calcolare, nel caso in cui
T*>TC (tratto dello spettro a velocità costante) la domanda in spostamento per il sistema
anelastico a partire dallo spettro elastico in spostamenti.
In questo modo si assume che lo spostamento del sistema anelastico è pari a quella del sistema
Per periodi nell’intorno del periodo dominante del sisma si osserva che i due sistemi omologhi
(di uguale periodo T*) presentano uno spostamento tale che l’energia assorbita sotto forma
elastica o elasto –plastica può essere considerata all’incirca la stessa. Pertanto nel caso in cui
T*<Tc la domanda di spostamento per il sistema anelastico è maggiore di quella del sistema
elastico di pari periodo, e si ottiene da quest’ultima mediante la relazione:
dove: 𝑞∗=𝑆𝑒(𝑇∗)∙𝑚∗/𝐹𝑦∗ rappresenta il rapporto tra la forza di risposta assorbita dal sistema
elastico e la forza di snervamento del sistema anelastico. Se tale parametro risulta uguale o
minore di uno, allora significa che la forza d’inerzia è minore di quella di snervamento, per cui
il sistema si mantiene in campo elastico e quindi 𝑑∗max=𝑑∗𝑒,max.
Figura 5.30 Calcolo della domanda di spostamento per Figura 3.31 Calcolo della domanda di spostamento per
T*>TC T*<TC
98
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
99
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nell’ambito della plasticità concentrata ci si è interrogati, alla luce dello stato dell’arte in
materia, su quale fosse la lunghezza di cerniera da assegnare agli elementi strutturali. Per gli
elementi verticali si è fatto riferimento alle indicazioni di normativa al §C8A.8, per gli archi
invece, non essendo stati oggetto di approfondimenti di letteratura, si è dovuta operare una
calibrazione tramite una modellazione bidimensionale per definire il parametro di lunghezza di
cerniera plastica. Pertanto le valutazioni fatte per l’elemento mensola permetteranno di definire
la lp sull’arco, per il quale verranno presentate le differenze tra diversi approcci relativi al
posizionamento delle cerniere platiche sull’elemento strutturale.
-tutti gli elementi che costituiscono la struttura (generalmente elementi tipo trave) rimangono in
campo elastico
-laddove si prevede la formazione di una cerniera plastica, vengono introdotti elementi cerniera
con comportamento anelastico
Le analisi non lineari in plasticità concentrata sono state condotte con l’utilizzo del programma
ad elementi finiti SAP 2000. Sap 2000 è in grado di imporre alla struttura in esame
sollecitazioni di tipo statico, sia in forma di forze che di spostamenti, che di tipo dinamico
attraverso l’applicazione di accelerazioni o forzanti variabili nel tempo. Di conseguenza, si
possono eseguire analisi agli autovalori, statiche non-lineari di pushover di tipo convenzionale,
dinamiche non-lineari di time-history e dinamiche incrementali (IDA – Incremental Dynamic
E’ possibile definire diversi tipi di cerniere plastiche in SAP in fase di modellazione all’interno
delle hinge properties, ed assegnarle ad un numero qualsiasi di posizioni lungo la lunghezza
dell’elemento frame. Ciascuna cerniera concentrata rappresenta il comportamento post-
snervamento della sezione e la loro presenza influenza il comportamento della struttura nelle
analisi statiche non lineari.
100
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nella prima fase di analisi non lineare condotta, si è confrontato l’approccio con la cerniera P-
M2-M3 con quella definita a fibre, per analizzarne le differenze nei risultati. La prima, prevede
che venga inserito il dominio M-N di snervamento nello spazio tridimensionale che rappresenta
la superficie dove avviene il primo snervamento per differenti combinazioni di sforzo assiale P,
momento minore M2 e momento maggiore M3. La superficie è specificata come un set di curve
P-M2-M3, per le quali si applicano le seguenti regole:
Oltre alla definizione del dominio M-N, questo tipo di cerniera prevede l’inserimento del
diagramma momento rotazione o momento curvatura. Questo deve essere inserito per punti e
scalato in modo da avere il primo punto coincidente con il momento e la curvatura di
snervamento e tutti gli altri punti normalizzati rispetto ai valori nominati.
101
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Si è pertanto costruito un modello semplice per il confronto dei risultati per poterne avere il
controllo sugli output estratti: si tratta di una mensola di 14m di altezza, in cemento armato, con
sezione di seguito indicata, per la quale l’unico paramento che è stato fatto variare è stato
l’assegnazione delle cerniere.
La definizione del “Load case” Push è stata fatta partendo da un caso di carico non lineare
definito con il solo carico normale in testa .
Si sono inserite le armature con il comando rebar, nella sezione section designer, che permette
la scelta del materiale, dimensioni, spaziatura e posizione dell’armatura stessa.
102
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
- Calcestruzzo con legame σ-ε di parabola rettangolo perfettamente plastico solo a compressione
Si è prevista una deformazione per il calcestruzzo a compressione ultima del 3.5‰. Il valore
della tensione σu ultima è di 31660 kPa. A questo materiale non è stata fornita nessuna
resistenza a trazione.
103
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
L’assegnazione delle cerniere è stata prevista, per entrambi i modelli presentati, nei punti
estremali di ciascun elemento frame, che risultano coincidere con i nodi.
104
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Infine la mensola è stata armata con 37Φ18 superiori e 19Φ18 inferiori e la lunghezza di
cerniera plastica assegnata è di 0.7m. Quest’ultimo parametro però risulta essere poco influente
in questa fase di controllo dei risultati mentre lo sarà nelle successive analisi svolte, in quanto
l’obiettivo delle analisi presentate è un confronto tra le diverse tipologie di cerniere assegnate
sul programma SAP 2000, per le quali il parametro di lunghezza rappresenta una costante.
La cerniera P-M2-M3 ,come presentato nelle immagini seguenti, è stata implementata andando a
specificare, all’interno delle proprietà, la condizione di simmetria circolare. I passaggi seguenti
sono stati:
Il dominio di prima plasticizzazione della sezione è stato ottenuto dal programma VCA slu,
avendo limitato i legami costitutivi dei materiali al primo snervamento degli stessi. I dati della
curva momento curvatura invece, ottenuti per il valore dello sforzo normale applicato, sono stati
estratti nel section designer di SAP, nel quale è possibile tracciare il diagramma della sezione
definita. Per l’inserimento sul programma però è stato anche necessario operare una
bilinearizzazione e normalizzazione della curva stessa.
105
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
106
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
107
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Di seguito verranno presentati i risultati delle analisi svolte confrontando le curve di pushover
ottenute. Sulle curve di capacità sono evidenziati i valori delle forze che portano le strutture a
snervamento e a collasso; quello che si evince è che esistono delle differenze sia in termini di
forza che di spostamento.
108
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
300
Curve di capacità a confronto
Fu=276.94 k N
250 Fu=261 k N
Fy=241 k N
Fy=225 k N
200
Forza (k N)
150
100
MODELLO A FIBRE
50
MODELLO P-M2-M3
0
-0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5
Spostamento (m)
Per avere un risconto diretto sulla correttezza dei valori delle due curve si è analizzato il
momento curvatura della sezione per individuare il valore di momento che porta la sezione di
base a snervamento e rottura. Lo studio della capacità della sezione è stato fatto nel section
designer di SAP dove è possibile plottare il diagramma momento curvatura ed estrarne i dati
numerici.
𝑀𝑦 = 3159 k N m
𝑀𝑢 = 3653 k N m
Una volta noti i momenti sarà immediato ottenere la forza di snervamento della struttura dalla
relazione :
𝑀 =𝐹 ∙𝑑
109
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
𝐹𝑦 = 225.6 k N
𝐹𝑢 = 260.9 k N
I risultati ottenuti con i calcoli si sovrappongono a quelli della curva del modello a fibre,
evidenziando un errore commesso dall’altra formulazione. L’errore su Fy è del 7% , del 6%
quello su Fu .
Si ottiene il valore di 0.1009 m. Confrontando il risultato con lo spostamento del modello a fibre
abbiamo una sostanziale coincidenza; Δy=0.1045m. Permangono invece, con il modello P-M2-
M3, differenze (Δy=0.179 m).
-Migliorare la discretizzazione della curva del dominio M-N nel tratto di interesse, inserendo
anche il valore corrispondente proprio allo sforzo normale applicato
-Aumentare il numero di curve momento rotazione inserite al variare dello sforzo assiale.
Non si è tuttavia migliorato il risultato presentato; si è deciso pertanto di adottare, per le analisi
successivamente svolte, una modellazione con cerniera plastica definita a fibre.
110
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
𝐿𝑝 = 0.1𝐿𝑣
Per quanto concerne la lunghezza della cerniera plastica da adottare per l’arco è possibile in
prima approssimazione uguagliarla alla dimensione della sezione trasversale dell’elemento
strutturale.
Date quindi le indicazioni di massima fornite, si è voluto indagare sulla lunghezza di cerniera da
assegnare all’elemento arco tramite la modellazione e confronto dei modelli a mensola.
-Modelli Aα dove con α si indica un range di valori descritti di seguito. Questi modelli
prevedono l’assegnazione delle cerniere in ogni nodo di discretizzazione della mensola.
4.2.3 Materiali
Le caratteristiche dei materiali sono le stesse delle analisi svolte in precedenza.
𝜎𝑦 = 31660 𝑘𝑃𝑎
𝜀𝑦 = 2 ‰
111
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
La deformazione a rottura a trazione avviene al 10% con tensione pari a 333500 kPa.
. 𝐿𝑝 = 0.1 ∙ 𝐿𝑣
𝐿𝑝 = 𝐿𝑒 ∙ 𝛼
112
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Si avranno quindi 5 modelli Aα : A0.5,A0.6. A0.7, A0.8, A1, nei quali le variazioni della
lunghezza di cerniera plastica saranno funzione del parametro α.
La lunghezza di ciascun elemento frame, Le, è di 0.8 m, così come l’altezza della sezione in
direzione parallela alla forza sismica. Si è mantenuto questo rapporto costante anche nelle
seguenti analisi, pertanto la lunghezza di suddivisione della mensola è proprio pari alla
dimensione minore della sezione.
113
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nella figura seguente viene rappresentata la sezione della struttura con le relative armature. La
mensola è stata armata con 37Φ18 superiori in zona compressa e 19Φ18 in zona tesa ed in testa
alla stessa è stato applicato un carico normale confrontabile con quello agente sulle pile.
Essendo la mensola alta 14m, e l’elemento 0.8 m, la lunghezza di cerniera del modello XA sarà
di 1.4 m mentre quelle dei modelli Aα sono indicate di seguito:
-Modello A 1: Lp = 1 x Le = 0.8 m
114
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
200
190
180
170
Forza (kN)
160
MODELLO X A ;Lp=1.4m
150
MODELLO A 0.5 ; Lp=0.4m
140
MODELLO A 0.6 ; Lp=0.48m
130 MODELLO A 0.7 ; Lp=0.56m
MODELLO A 0.8 ; Lp=0.64m
120
MODELLO A 1 ; Lp=0.8m
110
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8
Spostamento (m)
Come si evidenzia dall’osservazione delle curve, esistono consistenti differenze tra i diversi
modelli Aα: sia a livello di deformabilità che di resistenza. Il modello A1 è quello che coglie, in
miglior modo il comportamento della mensola XA. Le differenze che si riscontrano tra i due
modelli sono dovute al numero di cerniere snervate: se infatti nel modello XA plasticizzerà
l’unica cerniera assegnata, nei modelli A1 la plasticizzazione coinvolgerà le prime tre cerniere.
115
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
116
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
200
190
180
170
Forza (kN)
160
Quello che emerge nel confronto è che i modelli A1.4,A1.6 e A1.8, non migliorano la soluzione
precedentemente ottenuta, ma se ne discostano in misura maggiore, fino ad arrivare nel caso
(A1.8), in cui le lunghezze di cerniera plastica coincidono, ma le curve si discostano
notevolmente. Questo risultato continua a rendere valido il precedente: la curva con lunghezza
di cerniera plastica uguale all’altezza della sezione (modello A1), riproduce nel miglior modo il
comportamento del modello XA.
Le analisi fatte per il modello A, sono state ripetute variando la sezione della mensola. Se il caso
A prevedeva altezza in direzione trasversale di 0.8m, i modelli B e C avranno sezione 1m x
9.35m e 1.5m x 9.35m. Oltre al modello di confronto (BX e CX) , si sono costruiti gli stessi
modelli Bα e Cα. Le differenze risiedono nella lunghezza dell’elemento, che viene mantenuto
uguale all’altezza della sezione, con conseguente variazione della lunghezza di cerniera plastica.
117
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
-Modello B 1: Lp = 1 x Le = 1 m
-Modello C 1: Lp = 1 x Le = 1.5 m
Nelle figure 4.16 e 4.18 si riportano i risultati delle analisi svolte con confronto delle curve di
pushover per i modelli B e C.
118
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
250
200
Forza (Kn)
250
240
Forza (Kn)
230
220
210
200
0.00 0.20 0.40 0.60 0.80
Spostamento (m)
Figura 4.17 Zoom del grafico di figura 4.16 nella zona di interesse
119
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
350
300
250
Forza (kN)
200
MODELLO X C ;Lp= 1.4m
150 MODELLO C 0.5 ;Lp= 0.75m
MODELLO C 0.6 ;Lp= 0.9m
MODELLO C 0.7 ;Lp= 1.05m
100
MODELLO C 0.8 ;Lp= 1.2m
MODELLO C 1 ;Lp= 1.5m
50 MODELLO C 1.2 ;Lp= 1.8m
MODELLO C 1.4 ;Lp= 2.1m
0
0.00 0.10 0.20 0.30 0.40 0.50 0.60 0.70 0.80
Spostamento (m)
370
350
Figura 4.19 Zoom del grafico di figura 4.18 nella zona di interesse
120
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Anche in questo caso i risultati ripetono quanto già visto per i modelli A: la miglior
approssimazione è garantita dal modello B1 e C1. Il modello B1 ha lunghezza di cerniera
plastica di 1m, pari proprio al prodotto di Le per l’alpha con valore uguale a 1; il C1 invece, di
1.5m.
In questi due casi però a differenza del modello A, la plasticizzazione si diffonde solamente alle
prime due cerniere come mostrato in figura 4.20.
L’aver variato la sezione e lunghezza degli elementi ha permesso di estrapolare questo risultato
utilizzato per le successive analisi, nelle quali si assegnerà una lunghezza di cerniera plastica
pari proprio alla dimensione dell’elemento e della sezione trasversale.
121
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nella fase di implementazione del modello si sono confrontati tre differenti approcci nel
posizionamento delle cerniere, che inducono notevoli variazioni nelle curve di pushover. Il
primo dei tre prevede l’assegnazione delle cerniere nei nodi degli elementi frame. Nel secondo
le cerniere sono posizionate al centro dell’elemento ed infine il terzo ripercorre la disposizione
del primo ma con la doppia assegnazione per ciascun nodo. Si sono fatte, poi, valutazioni sulle
differenze riscontrate per individuare una tipologia corretta di approccio, utilizzabile nelle
analisi successive.
I materiali utilizzati per le analisi sono gli stessi descritti per la mensola.
122
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Sul modello è stato applicato il carico previsto per la volta, che consta di Permanenti e Variabili
più il peso proprio strutturale. Gli elementi sono stati nominati in direzione X crescente e i
carichi sono simmetrici, pertanto si riportano solamente quelli agenti sul semiarco.
123
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
124
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il “modello nodi” prevede l’assegnazione delle cerniere nei nodi iniziali di ogni elemento frame
partendo dagli incastri, eccetto per il frame in sommità dove si avranno due cerniere.
Il “modello nodi x2” vedrà la stessa disposizione indicata per il “modello nodi” ma con due
cerniere in ogni nodo, relative ai due elementi che ivi si congiungono, ad esclusione dei nodi
d’incastro con una sola cerniera assegnata.
Il “Modello centro” prevede l’assegnazione delle cerniere a metà di ogni elemento frame.
In ogni modello si è applicato lo stesso profilo di forze sismiche e si è spinta la struttura fino a
rottura, monitorando lo spostamento del nodo centrale, indicato in figura 4.25.
125
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
12000
10000
8000
Forza (kN)
6000
MODELLO CERN
CENTRO 2000
MODELLO CERN NODI
X2
0
-0.06 -0.05 -0.04 -0.03 -0.02 -0.01 0.00
Spostamento (m)
Quello che la figura 4.26 evidenzia, è una sostanziale distanza di uno dei 3 modelli considerati
dai restanti due. Entrambi i “modelli nodi” infatti, mostrano lo stesso comportamento, con lievi
differenze sulla rigidezza di circa il 6%. Confrontando invece il Modello centro con quello
Nodi, la percentuale in termini di forza cresce al 30%. Questa distanza quindi , non è affatto
trascurabile, se arriva a sovrastimare la resistenza dell’intera struttura del 30%; si è voluto
quindi indagare sulle motivazioni che portano ad errori del genere.
126
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
127
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Si è quindi, nelle future fasi della modellazione, deciso di adottare la tipologia del Modello
Nodi.
-In alto a sinistra la rappresentazione della curva di capacità dell’arco con l’indicatore dello
stesso colore che, al crescere dello step di carico, si muove lungo il grafico.
-In basso a sinistra la geometria dell’arco con la suddivisione in 4 settori, ai quali competono
diverse cerniere assegnate. Procedendo con il cursore per aumentare lo step, si illumineranno sul
grafico le cerniere che hanno raggiunto lo snervamento del materiale acciaio, colorandosi di
rosso.
-Le ultime 4 sezioni rappresentano i 4 settori in cui l’arco è diviso. Nei quadranti sono graficati i
diagrammi Momento-Rotazione di ciascuna cerniera posizionata nel settore. Su ogni grafico
scorre l’indicatore relativo, che, al variare dello step, cambia la posizione muovendosi sulla
curva. Infine nella legenda di questi quadranti, sono indicate le tensioni massime e minime,
relative a calcestruzzo e acciaio di ogni sezione in cui è posizionata la cerniera, ognuna per
settore di competenza.
Nel complesso il foglio permette, incrementando gli step con il cursore, di seguire la risposta
della struttura, visualizzando la forza totale applicata, il numero e la posizione delle cerniere
snervate, la deformazione delle fibre di acciaio e calcestruzzo di ogni sezione e i diagrammi
momento rotazione.
128
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Con i riquadri rossi si sono indicate le cerniere che hanno superato la deformazione a
snervamento dell’acciaio dell’1.38‰. La B1H1 ha raggiunto l’1.843‰ e la B18H1 l’1.774‰.
Nel riquadro geometria e cerniere sono attivate quindi, solamente le cerniere nominate,
posizionate agli incastri.
129
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
130
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
131
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
La valutazione delle capacità di rotazione ultima della struttura è stata eseguita seguendo le
indicazioni di normativa al punto C8C.8.6.4.
Nel caso di verifica allo SLC la capacità di rotazione rispetto alla corda da utilizzare vale:
132
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Con γel=1.5.Nel caso di verifica allo SLV la capacità è pari a ¾ di quella per lo SLC.
Trovandoci nella condizione di verifica allo SLV, si è adottata come capacità proprio quella
descritta. Il valore della θu considerato, è quello corrispondente, nel diagramma momento-
rotazione, allo step in cui avviene il raggiungimento della deformazione ultima del calcestruzzo
nella prima sezione.
Tutti i valori descritti sono stati inseriti nel grafico di figura 98, attivando ciascun indicatore
solo al raggiungimento dello step relativo. Se quindi si raggiunge l’1% di deformazione
dell’acciaio nella cerniera B18H1, allo step 7, solo quando la casella di selezione del grafico
sarà portata sullo step 7, si accenderà l’indicatore relativo.
Si presentano le curve agli step 2, 7 e 49, corrispondenti allo snervamento della prima e seconda
cerniera, dell’1% dell’acciaio e della deformazione ultima del calcestruzzo.
133
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
In quest’ultimo grafico presentato è evidente come si siano superati tutti i punti notevoli della
struttura, e che quindi, allo step 49, si sia raggiunta la capacità ultima per raggiungimento della
deformazione a compressione del 3.5‰ lato calcestruzzo.
134
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
135
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
raggiunge il valore di deformazione ultima del materiale. Così facendo si perde il degrado della
rigidezza del materiale dovuto alla fessurazione.
L’equazione della superficie di snervamento e quella del potenziale plastico fanno uso di due
invarianti delle tensioni (effettive) che sono la pressione idrostatica
136
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Una delle ipotesi spesso accettate per il comportamento del calcestruzzo è quella di Drucker-
Prager (1952). Questa afferma che la rottura del materiale è legata all’energia di deformazione
distorcente e che la superficie di snervamento assume la forma di un cono nello spazio delle
tensioni con asse coincidente con l’asse idrostatico (Figura5.3 ).
Il vantaggio nell’uso di questo criterio è la forma smussata della superficie, particolarmente
idonea nelle applicazioni numeriche.
137
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Dove:
ed il parametro e, sono il dilatation angle e eccentricity, definiti nel dettaglio nei paragrafi
successivi.
138
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
139
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
calibrare il modello sono forniti in termini di curve tensione-deformazione per uno stato di
tensione uniassiale a compressione e a trazione, spesso ricavabili da prove sperimentali.
Per concludere si mostrano in tabella i valori dei parametri adottati in questo lavoro:
140
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
.
Tabella 5.7 : Parametri di default assunti nel CDP
141
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Si è prevista una deformazione del limite elastico per il calcestruzzo a compressione dell’
1.08‰ e deformazione ultima del 3.5‰, cui corrisponde una tensione ultima pari a σu = 31660
kPa . A trazione, la deformazione del limite elastico e l’associata tensione sono rispettivamente:
εy = 3.21e-06 e σy = 100 kPa.
Per quanto concerne il settaggio dei parametri che definiscono la plasticità del calcestruzzo si
faccia riferimento a quanto precedentemente espresso.
Negli elementi shell, utilizzati nel presente lavoro, è possibile definire degli strati di armatura
con comportamento uniassiale nella direzione assegnata. La mesh delle armature è la medesima
del calcestruzzo che le ospita. Con questo approccio, il comportamento del calcestruzzo è
indipendente da quello delle armature. Il modello prevede la perfetta aderenza delle barre di
armatura con il calcestruzzo.
Per ogni layer è necessario definire i seguenti parametri:
l’area A della sezione di ogni barra;
il passo s delle barre nel piano della shell;
la posizione degli strati nello spessore della shell (misurata a partire dalla
142
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
143
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
“Nel caso in cui si sia adottato il modello elastico incrudente , i momenti MC,Rd e Mb,Rd si
determinano come specificato nel § 4.1.2.1.2, assumendo la deformazione massima dell’acciaio
εs =1%.”
Il 4% di deformazione è un’indicazione di circolare al punto C8A.6.1, relativo ai ponti esistenti,
che suggerisce di:
“stimare le deformazioni ultime dell’acciaio sulla base dell’allungamento uniforme al carico
massimo, in mancanza di informazioni si può assumere che la deformazione ultima dell’acciaio
sia pari al 4%”.
Il valore del 10% corrisponde alla deformazione ultima sperimentale ottenuta da prove a
trazione su barre d’acciaio; infine è stato considerato un valore intermedio del 6%.
Dal grafico ottenuto in figura, in cui sono diagrammati sulla stessa curva di pushover i punti
descritti al variare della dimensione dell’elemento, si sono messe in evidenza le differenze in
termini di spostamento. Le diverse curve di capacità non sono state rappresentate per la
sostanziale coincidenza in termini di forza delle stesse.
Si sono valutate 3 mesh differenti con dimensione dell’elemento alla base di 0.125m, 0.25m e
0.5m.
Quello che si evince dall’analisi del grafico è una riduzione della duttilità con l’infittimento
della mesh: il raggiungimento dei punti notevoli avviene sempre prima con la mesh a 0.125
mentre si raggiunge la stessa deformazione per valori più alti di spostamento, con la mesh 0.5.
144
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
800
600
400
200
0
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45
Spostamento [m]
Le notevoli discrepanze in termini di spostamento possono essere dovute al fatto che i valori di
tensione e deformazione forniti in output dal postprocessor sono rappresentati nei punti di Gauss
che non sono posizionati in coincidenza delle sezioni di estremità. Ciò significa che lo
145
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
snervamento dell’acciaio alla base della pila viene valutato con un momento maggiore se la
discretizzazione è di 0.5m invece che a 0.125 m perché le sezioni di Gauss sono più lontane
dall’estremità essendo la distanza dipendente dalla lunghezza dell’elemento finito terminale.
La modellazione scelta in Abaqus con elementi shell, è stata confrontata con due modellazioni
in SAP a cerniere concentrate per le quali è stata prevista una diversa assegnazione delle
cerniere.
Il modello XB prevede una sola cerniera assegnata alla base dell’elemento pila, con lunghezza
di cerniera plastica di 0.1x Lv. La luce di taglio, essendo una mensola, sarà proprio la lunghezza
totale, pari a 9.15 m, pertanto la lunghezza assegnata Lp è di 0.915m.
146
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
I risultati sono presentati in termini di curve di pushover, sulla quali saranno evidenziati i punti
notevoli precedentemente descritti e il raggiungimento della rotazione ultima e dei ¾ della
stessa. La formulazione adottata per il calcolo della rotazione ultima è la seguente, proposta al
C8A.6.5 della circolare:
Come indicato nel capitolo “C8A.8.6.4 Verifica dei meccanismi duttili” del testo nominato, nel
caso di verifica allo SLC la capacità di rotazione rispetto alla corda da utilizzare vale:
147
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Con γel=1.5 . Nel caso di verifica allo SLV la capacità è pari a ¾ di quella per lo SLC.
Pertanto, nel caso in esame si è valutata una rotazione pari a ¾ di quella allo SLC.
CURVE DI PUSHOVER
1400
1200
1000
Forza [kN]
800
600
400
SAP XB
200
ABAQUS
SAP B1
0
0.00 0.10 0.20 0.30 0.40 0.50 0.60
Spostamento [m]
148
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Come si riscontra dall’osservazione del grafico, sono molto rilevanti le differenze in termini di
spostamento tra le 3 curve di pushover presentate. Infatti, è evidente che le differenze in
percentuale tra le forze siano molto modeste e di un diverso ordine di grandezza rispetto a
quelle in spostamento.
Si può osservare che esistono, tra le diverse modellazioni, differenze in termini di rigidezza.
La diversa rigidezza si può spiegare con il fatto che in Sap 2000 le sezioni in c.a. non sono state
considerate fessurate, infatti nel modello a plasticità concentrata si è assunta fin dall’inizio una
rigidezza flessionale elastica pari proprio a quella della sezione in calcestruzzo interamente
reagente.
Dal raffronto si nota la buona corrispondenza del valore della forza di snervamento. E’
auspicabile in effetti che fino al limite del campo elastico le pile modellate a plasticità diffusa e
concentrata abbiano quasi la stessa risposta in termini di forza-spostamento e anche di
conseguenza un simile momento di snervamento.
Si nota il diverso comportamento dei due modelli relativi alle due tipologie differenti di
modellazione, sul tratto della curva relativo al post-snervamento e in particolare la notevole
differenza dello spostamento ultimo della sezione, infatti nel modello in abaqus, il ramo
149
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
150
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Figura 5.14 : Raggiungimento della deformazione di snervamento sulle barre di armatura superiore
Così anche il raggiungimento dei punti notevoli vedrà solamente il primo elemento superare
l’1% (in figura 5.14) e solo successivamente la zona plastica si estenderà. Quindi, se come
rappresentato dai punti notevoli sulle curve di pushover, si ricerca il primo punto nel quale si
supera la deformazione dell’1% dell’acciaio, allora necessariamente le curve di pushover
differiranno in termini di spostamento, proprio per la diversa lunghezza di cerniera plastica.
Infatti se sul modello in Abaqus, come detto, la plasticizzazione è progressiva, in SAP invece, al
raggiungimento delle deformazioni notevoli su una fibra di acciaio, si assegnerà una lunghezza
di cerniera pari proprio ad Lp, spalmandola sull’elemento.
151
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Figura 5.15 : Raggiungimento della deformazione dell’1% sulle barre di armatura superiore
152
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
153
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Anche nel caso in esame si è operata un’analisi di sensibilità alla mesh sul programma Abaqus,
per determinare le differenze sulle curve di pushover, con la dimensione dell’elemento shell. Si
riportano di seguito i risultati.
CURVE DI PUSHOVER
9000
7000
Ragg. 1% Ragg. 4%
6000
Forza (kN)
5000
4000
3000
MESH 0.7
2000
1000
MESH 0.4
0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16
Spostamento (m)
Figura 5.17 : Differenze sulle curve di pushover con due differenti mesh
Nel proseguo si farà riferimento alla mesh 0.4, per la maggiore accuratezza dei risultati.
Quello che si evidenzia è, come nel caso precedente di mensola, una riduzione della duttilità con
l’infittimento della mesh. La curva con mesh 0.4 giunge alle deformazioni dell’1% e del 4% per
spostamenti minori rispetto alla quella con elemento di 0.7m. Inoltre, a differenza delle
modellazioni precedenti, in questo caso esistono anche differenze in termini di forza tra le due
curve, quantificate in termini di punti percentuale nella tabella seguente.
154
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
155
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Si riscontra inoltre, che la formazione delle zone a comportamento plastico avviene nelle stesse
sezioni in entrambi i modelli, e la progressione con cui si formano le cerniere in SAP 2000,
ricalca lo stesso comportamento mostrato dal modello a plasticità diffusa (Abaqus).
La figura mostra la progressiva plasticizzazione delle quattro sezioni nelle quali la
deformazione dell’acciaio supera l’1.38‰.
156
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Le cerniere che si formano sono alternate, infatti partendo da sinistra si riscontra lo snervamento
per trazione delle armature superiori, successivamente delle inferiori e di nuovo superiori .Infine
nella sezione di incastro della cerniera sulla destra, le armature snervate sono le inferiori. Le
cerniere sono state nominate con le lettere A,B,C,D, a partire dall’incastro a sinistra, come
indicato nella figura seguente.
157
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Di seguito sono presentati i risultati con confronto delle curve di pushover relative alle due
differenti modellazioni.
5000
4000
3000
2000 SAP
1000
ABAQUS
0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16
Spostamento (m)
Figura 5.21 : Confronto curve di pushover
Si nota che il punto di partenza delle analisi non è mai a valori di spostamenti nulli perché si
computano l’entità degli spostamenti nel piano dovuti ai carichi gravitazionali in quanto ogni
programma di calcolo prima di eseguire l’analisi di pushover valuta quella statica verticale.
Durante la fase elastico lineare dell’analisi, le rigidezze iniziali dei due modelli sono abbastanza
simili anche se quella a fibre è leggermente maggiore. Se confrontiamo i modelli per la pila
come è stato fatto in precedenza si nota un divario sensibile tra le rigidezze iniziali, cosa che
invece non avviene per l’arco.
Le differenze riscontrate, sono, anche in questo caso, relative agli spostamenti corrispondenti ai
punti notevoli. Infatti, se le distanze in termini di forza sono dell’ordine del 6-7 %, quelle in
spostamenti anche del 46%. Queste differenze tra le due modellazioni possono essere spiegate
con lo stesso ragionamento precedentemente indicato per la mensola; anche in questo caso sarà
il modello abaqus a vedere il raggiungimento delle deformazioni notevoli per valori di
spostamento inferiori rispetto a quelli SAP, dovuti alla limitata zona nella quale queste
deformazioni vengono raggiunte.
Analizzando la progressione della plasticizzazione, quello che si evidenzia è una coincidenza
dei due modelli sulla cerniera che per prima raggiunge lo snervamento e le successive
158
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
deformazioni notevoli. Infatti è la seconda cerniera che per prima raggiunge il 4%, il 6% e l’8%
di deformazione dell’acciaio.
Le differenze però sono riscontrabili sulle lunghezze plasticizzate di queste cerniere: se il
modello SAP, raggiunto l’1%, assegna a tutto il tratto pari ad Lp questa deformazione, quello in
Abaqus vedrà differenti tratti plasticizzati. Nelle figure seguenti, a dimostrazione di ciò, si
evidenziano le zone che hanno superato lo snervamento, quando la cerniera 2 ha raggiunto i
punti notevoli di deformazione. Si presentano le deformazioni dei layer superiori ed inferiori di
acciaio.
159
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
E’ immediato constatare che le deformazioni raggiunte nella cerniera b nei punti notevoli, sono
limitate ad un solo elemento. La zona plastica si estende in misura maggiore ma con
deformazioni ben distanti da quelle notevoli, così anche per le altre sezioni: la plasticizzazione è
diffusa, ma le deformazioni ultime sono localizzate in piccole zone. Questo è appurabile
tenendo in conto le colorazioni dell’elemento, relative a diverse deformazioni delle fibre di
acciaio; se ad esempio nella figura 5.22 il tratto colorato è esteso a più di due elementi, per una
lunghezza totale di 1m , solo nel tratto rosso si sono raggiunte effettivamente le deformazioni
dell’1% nell’acciaio. Pertanto questo rappresenta un elemento di diversità con il modello in
SAP, nel quale, raggiunta la deformazione notevole, questa verrà estesa direttamente a tutto il
tratto di lunghezza pari alla Lp.
Inoltre si è notata una sostanziale concentrazione della plasticizzazione nelle cerniere agli
incastri, nelle quali le dimensioni del tratto plastico, al variare della mesh, rimanevano confinate
al primo elemento per la sezione A e ai primi due per la sezione D.
Si riportano i risultati in forma tabellare delle lunghezze dei tratti snervati delle 4 sezioni al
raggiungimento delle deformazioni notevoli indicate.
160
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
161
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
valore di primo tentativo è stato 0.7h. Si presentano di seguito i risultati, confrontando le curve
di pushover relative al modello abaqus e al modello appena descritto.
5000
4000
3000
2000 SAP
1000 ABAQUS
0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16
Spostamento (m)
Figura 5.25 Confronto curve di pushover modello Abaqus e modello SAP 0.6h sez
Dai risultati evidenziati dal valore di primo tentativo si nota una riduzione delle differenze in
termini di spostamento tra i due modelli. La variazione in negativo della lunghezza di cerniera
plastica comporta un decremento della duttilità della struttura che vedrà il raggiungimento dei
punti notevoli per valori di spostamento inferiori.
La seconda prova è stata realizzata impostando una lunghezza Lp pari a 0.6h sez.
162
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
5000
4000
3000
2000 SAP
1000 ABAQUS
0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16
Spostamento (m)
Figura 5.26: Confronto curve di pushover modello Abaqus e modello SAP 0.6h sez
Come si evince dai risultati, con una riduzione maggiore di Lp, le differenze si assottigliano
ancora, pertanto si è tentato con un valore ancora inferiore di lunghezza di cerniera plastica, pari
a 0.55h.
9000
CURVA DI PUSHOVER: Lp= 0.55 h sez
8000 Ragg. 4% Ragg. 6%
Ragg. 1%
10%ACC
7000
Ragg.6%
6000 Ragg. 4%
Ragg. 1%
Forza (kN)
5000
4000
3000
2000 SAP
1000
ABAQUS
0
0.00 0.02 0.04 0.06 0.08 0.10 0.12 0.14 0.16
Spostamento (m)
Figura 5.27: Confronto curve di pushover modello Abaqus e modello SAP 0.55h sez
163
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
La curva presentata può essere considerata un risultato ultimo ottenuto dalla calibrazione: le
differenze sono ritenute accettabili sia in termini di forza che di spostamento.
L’obiettivo di questo lavoro di allineamento dei due modelli è quello di ripetere le analisi di
pushover svolte sull’intera struttura del ponte, in plasticità concentrata, con la lunghezza di
cerniera calibrata sugli archi, per poterne individuare le differenze.
164
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Le spalle sono state modellate a sezione costante ma differente tra loro, con spessore del muro
frontale medio, data la variabilità in altezza dello stesso. Le armature, inserite precedentemente
sono state inserite all’interno dell’elemento frame con il comando rebar.
165
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Le pile sono a sezione rettangolare, rastremate in altezza con dimensioni della sezione di base
2.5m x 9.35m e 1.8m x 9.35m in testa. In figura 4.36 si riporta la sua modellazione sul
programma di calcolo.
Per gli archi si è fatta la scelta di considerare la sezione costante a tratti piuttosto che variabile
in tutto lo sviluppo. Le dimensioni trasversali dei 3 tratti sono : 0.983 m;0.811 m ;0.722 m.
166
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nel complesso il modello globale della struttura appare quello della figura 4.38.
167
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
I valori numerici dei permanenti e variabili sono indicati in forma tabellare di seguito, il calcolo
del peso proprio invece si lasciato al programma tramite il DEAD degli elementi.
L’applicazione del carico, sugli elementi verticali, è avvenuta sotto forma di forza concentrata
in testa, mentre per gli archi, con carico distribuito sulla lunghezza dell’elemento. Questi sono
stati nominati con le prime tre lettere dell’alfabeto indicando i tre archi in direzione x crescente.
Ciascun elemento d’arco è stato etichettato con un numero da 1 a 18, crescente nella medesima
direzione.
I carichi nominati sono stati combinati in un caso di carico non lineare che costituisce lo step di
base dal quale l’analisi pushover parte.
168
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
In figura 4.39 è indicata la disposizione per i diversi elementi strutturali; la spalla prevede una
cerniera in testa e alla base con lunghezza Lp= 0.1x Lv. La lunghezza di taglio della spalla è pari
alla metà dell’altezza della stessa e quindi a 2 m per la spalla SA e 3 m per quella RC.
Sono state assegnate invece, all’elemento pila, cerniere in ogni nodo degli elementi frame di
lunghezza di cerniera plastica pari all’altezza della sezione. L’assegnazione nell’arco ricalca
quanto già visto per il modello Nodi, una cerniera quindi, per ogni nodo di discretizzazione.
169
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
nominata dead Nl (non lineare) che costituisce la base di partenza per la PUSH. La prima
configurazione di carico analizzata per l’analisi di pushover è stata quella che vede le forze
sismiche proporzionali alle masse.
I carichi di spinta sono accelerazioni proporzionali alle masse in direzione orizzontale e non
sono state considerate le non linearità geometriche. Il punto di controllo corrisponde al nodo in
chiave dell’arco della campata centrale.
170
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
-In alto a sinistra la rappresentazione della curva di capacità con l’indicatore dello stesso colore
che, al crescere dello step di carico, si muove lungo il grafico.
-In basso a sinistra la geometria dell’intero ponte, con le tre arcate, le spalle e le pile.
Procedendo con il cursore per aumentare lo step, si illumineranno sul grafico le cerniere che
hanno raggiunto lo snervamento del materiale acciaio, colorandosi di rosso.
-Le ultime 4 sezioni rappresentano le cerniere snervate in tutta la struttura suddivise per zone; il
primo quadrante è relativo alle spalle e pile e i restanti comprendono i 3 archi in cui il ponte è
diviso. Nei quadranti sono graficati i diagrammi Momento-Rotazione di ciascuna cerniera
posizionata nel settore. Su ogni grafico scorre l’indicatore relativo, che, al variare dello step,
cambia la posizione muovendosi sulla curva. Infine nella legenda di questi quadranti, sono
indicate le tensioni massime e minime, relative a calcestruzzo e acciaio di ogni sezione in cui è
posizionata la cerniera, ognuna per settore di competenza.
171
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nel ponte in esame la formazione della prime zone snervate avviene nelle sezioni di base
dell’arco nello step di carico 4. Nelle zone riquadrate di rosso le deformazioni dell’acciaio teso
delle cerniere 45H1 e 62H1 hanno superato l’1.38‰.
Procedendo con lo step successivo, si riscontra la formazione della cerniera sulla spalla SA,
oltre che nell’arco C. La formazione del meccanismo, con questo caso di carico, coinvolge
anche le spalle nonostante esse siano elementi particolarmente rigidi. Questo è dovuto all’aver
caricato la struttura con forze sismiche proporzionali alle masse. Alle spalle infatti,
competeranno aliquote di carico superiori rispetto agli altri elementi strutturali, dovuta al
maggiore peso, con una sollecitazione conseguente talmente elevata da generare lo snervamento
delle cerniere alla base delle spalle .
172
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
173
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
174
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Si evidenziano gli spostamenti rilevanti che le spalle subiscono in seguito all’applicazione del
carico e che portano alla loro plasticizzazione.
La valutazione delle capacità di rotazione ultima della struttura è stata eseguita seguendo le
indicazioni di normativa al punto C8C.8.6.4.
175
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Come è possibile vedere nel grafico presentato, allo step di carico 4, avviene lo snervamento
contemporaneo delle prime due cerniere. Si tratta, come mostrato in precedenza nel paragrafo
relativo alle cerniere plastiche, delle due cerniere alla base dell’arco A.
176
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
177
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Come ultimo gradino di carico, si ha lo step 14, nel quale la cerniera alla base della spalla SA,
raggiunge un valore di deformazione dell’acciaio pari al 10%.
𝐹 =𝑚∙𝑎
178
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il calcolo delle forze sismiche da assegnare alla struttura è stato eseguito moltiplicando i valori
degli spostamenti del primo modo di vibrare della struttura per le masse degli elementi. Si sono
estratte in tal senso, dal programma di calcolo, le tabelle relative agli “joint masses” e “join
displacement”(masse e spostamenti) e successivamente moltiplicati tra loro.
Il primo step significativo, nel raggiungimento di deformazioni notevoli, è il quarto, che vede
l’attivazione di due cerniere plastiche nell’arco A, le stesse viste precedentemente. Nelle zone
179
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
riquadrate di rosso le deformazioni dell’acciaio teso delle cerniere 45H1 e 62H1 hanno superato
l’1.38‰.
180
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
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183
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
184
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
6.1.10 Considerazioni
La risposta sismica è stata valutata sottoponendo la struttura a due distribuzioni di forze
differenti. La prima è proporzionale alle masse del ponte, la seconda alle masse e alla deformata
modale del modo di vibrare nella direzione considerata.
I risultati di queste modellazioni mostrano un meccanismo di collasso diverso nei due casi di
analisi. Il primo vede le cerniere alla base delle spalle plasticizzarsi e raggiungere le
deformazioni maggiori. Infatti è la sezione alla base della spalla SA quella più sollecitata e
quella che, allo step di carico finale, ha superato la deformazione ultima dell’acciaio.
185
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Il meccanismo ottenuto con la distribuzione proporzionale alle masse risulta però essere poco
verosimile in quanto, sulla struttura in esame, ci si aspetta che l’elemento spalla, date le rilevanti
dimensioni, sia l’ultimo a raggiungere la plasticizzazione. Trascurare la deformata infatti,
comporta un’applicazione di forze che non tengono in conto gli effettivi movimenti che la
struttura subirà sotto azione sismica.
Si presentato i risultati confrontando le curve di pushover relative alla modellazione con Lp pari
all’altezza della sezione e alla predetta, con lunghezza 0.55h sez.
186
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
8000
Forza (kN)
6000
Modello SAP Lp =
4000
hsez
2000 Modello SAP Lp =
0.55hsez
0
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30
Spostamento (m)
Figura 5.28: Confronto curve di pushover modello h sez e modello calibrato
187
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Si è individuato il punto ricercato, relativo agli SLC, al raggiungimento della deformazione del
4% dell’acciaio nella prima sezione. Lo spostamento relativo agli SLV invece, si ricava da
quello di collasso dalla seguente:
3
𝑢𝑆𝐿𝑉 = 𝑢𝑆𝐿𝐶
4
Ai fini dell’analisi di pushover si riportano nelle tabelle seguenti le grandezze impiegate nel
processo di trasformazione della curva di capacità da sistema MDOF a SDOF.
Si è eseguita solamente l’analisi in direzione longitudinale in quanto più gravosa.
Il nodo di controllo utilizzato per la determinazione delle curve di pushover in direzione
longitudinale è quello in chiave dell’arco centrale.
Per l’analisi statica non lineare in direzione longitudinale, la massa del sistema equivalente M*
è calcolata a partire dalla massa partecipante della struttura e dal fattore di partecipazione
modale λ, quest’ultimo ricavato dalla normalizzazione dell’autovettore considerato in funzione
dello spostamento modale dmod:
Il fattore di partecipazione modale è stato estratto come output dal programma SAP 2000 ,
relativamente al primo modo di vibrare della struttura. Anche lo spostamento modale del punto
di controllo rappresenta lo spostamento del primo modo di vibrare della struttura in esame.
La curva viene semplificata con una bilineare i cui punti notevoli sono stati ricavati imponendo
l’equivalenza fra le aree sottese alle curve stesse, come illustrato nell’immagine seguente:
188
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
12000
Taglio [kN]
10000 0.6*Fmax
8000
6000
4000
2000
0
0.000 0.005 0.010 0.015 0.020 0.025 0.030 0.035 0.040 0.045 0.050
Spostamento [m]
I risultati sono presentati in termini di PGA di capacità: l’accelerazione di picco al suolo che
porta alla perdita della capacità della struttura per lo stato limite considerato.
Si presenta la PGA relativa al meccanismo globale della struttura:
Infine si sono valutate le PGA di capacità relative al taglio. A tal fine, si è determinata la
domanda in spostamento del sistema a più gradi di libertà moltiplicando quella relativa al
sistema SDOF per il fattore di partecipazione. Le verifiche sono state realizzate valutando le
sollecitazioni relative allo step di carico corrispondente alla domanda, calcolata come indicato.
Taglio
Archi 0.589 g
Spalla SA 0.679 g
Spalla RC 0.819 g
Pila 0.929 g
PGA c
189
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Nelle seguenti tabelle si indica il confronto dei risultati tra le PGA di capacità delle verifiche di
resistenza, eseguite con fattore di struttura pari a 1.2, e le PGA di capacità relative alle analisi di
spinta non lineari.
190
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
Conclusioni
Con questo lavoro di tesi si è cercato di indagare l’influenza del tipo di modellazione nella
valutazione della vulnerabilità sismica di un ponte ferroviario ad arco in cemento armato
appartenente alla rete ferroviaria italiana. La risposta sismica della struttura è stata valutata con
metodi di analisi e modellazioni differenti.
In primo luogo è stata eseguita un’analisi dinamica lineare con fattore di struttura q=1.2, in
accordo con quanto prescritto dalle NTC 2008 per la tipologia strutturale in esame. La struttura
è stata modellata con elementi di tipo trave attraverso il programma ad elementi finiti SAP
2000. L’analisi ha consentito di ricavare i principali modi di vibrare della struttura tenendo
conto dei diversi livelli di fessurazione degli elementi strutturali. Sono state quindi eseguite le
verifiche di resistenza di normativa e valutata la capacità dell’opera in termini di PGA di
collasso.
Al fine di esaminare la capacità della struttura tenendo in conto della effettiva riserva di duttilità
degli elementi strutturali sono state condotte analisi di spinta in campo non lineare. Date le
incertezze legate alla modellazione delle strutture ad arco oltre il limite elastico, sono state
valutate, su modelli semplici (i.e. mensola, singolo arco) due diverse tipologie di modellazione
del comportamento non lineare della struttura: modelli a plasticità concentrata e modelli a
plasticità diffusa. La prima è stata realizzata tramite il programma SAP 2000 con elementi di
tipo Beam, la seconda con elementi bidimensionali di tipo Shell in Abaqus.
191
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
192
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
e potrebbe essere raffinata per poter sfruttare a pieno la capacità della struttura di deformarsi in
campo plastico.
Per tali motivi i possibili sviluppi del presente lavoro possono consistere:
Esecuzione di analisi di spinta su strutture ad arco con caratteristiche geometriche
(luce, freccia, spessori, quantitativi di armatura) differenti per poter definire dei
criteri di assegnazione della lunghezza di cerniera plastica in funzione di questi
parametri, qualora si mostrasse delle correlazioni chiare;
Incremento del dettaglio della modellazione di riferimento in Abaqus adottando
legami costitutivi che tengano conto del tension stiffening e/o della perdita di
aderenza, della presenza del rinfianco e dell’interazione con la volta. Questi fattori
tendono ad incrementare la capacità in spostamento della struttura e la loro
modellazione potrebbe essere necessaria per giungere ad una definizione della
lunghezza di cerniera plastica che non sia eccessivamente cautelativa.
193
Valutazione sismica ponti ad arco ferroviari in cemento armato
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