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Capitolo 4. COSUMABILI.............................................................................................. 27
4.1. Elettrodo in tungsteno ............................................................................ 27
4.1.1.Elettrodi di tungsteno (W) puro .................................................... 28
4.1.2. Elettrodi tungsteno addizionato con ossido di torio (ThO2)......... 28
4.1.3. Elettrodi di tungsteno addizionato con ossido di cerio (CeO2).... 29
4.1.4. Elettrodi di tungsteno addizionato con ossido di lantanio (La2O3)29
4.1.5. Elettrodi di tungsteno addizionato con ossido di zirconio (ZrO2) 29
4.1.6. Altri tipi di elettrodo...................................................................... 30
4.2. Gas di protezione................................................................................... 30
4.2.1. Argon........................................................................................... 31
4.2.2. Elio .............................................................................................. 32
4.2.3. Miscele con idrogeno e azoto ..................................................... 34
4.3. Metallo d’apporto (fili e bacchette)......................................................... 35
4.4. Classificazione ....................................................................................... 35
4.4.1. Gas di protezione ........................................................................ 35
4.4.2. Fili e bacchette ............................................................................ 38
4.4.3. Elettrodi ....................................................................................... 41
Capitolo 5. APPLICAZIONI DEL PROCESSO ............................................................. 43
5.1. Saldatura manuale................................................................................. 43
5.1.1. Preparazione del pezzo .............................................................. 43
5.1.2. Esecuzione della saldatura ......................................................... 44
5.1.3. Fine della saldatura..................................................................... 47
5.1.4. Ripresa della saldatura ............................................................... 47
5.1.5. Saldatura degli acciai inossidabili ............................................... 47
5.1.6. Saldatura delle leghe di alluminio ............................................... 48
5.1.7. Saldatura di altri metalli e leghe .................................................. 48
5.2. Applicazioni di saldatura automatica o completamente automatizzata . 49
5.2.1. Saldatura di tubi-piastra tubiera .................................................. 50
5.2.2. Saldatura testa a testa di tubi (orbitale) ...................................... 51
5.3. Applicazioni particolari ........................................................................... 51
5.3.1. TIG a filo caldo (hot wire TIG) ..................................................... 51
5.3.2. TIG multicatodo .......................................................................... 53
5.3.3. TIG Keyhole (hipro TIG).............................................................. 53
5.3.4. A TIG (TIG con flusso attivante).................................................. 54
5.4. Imperfezioni caratteristiche .................................................................... 56
5.4.1. Inclusioni di tungsteno................................................................. 56
5.4.2. Inclusioni gassose....................................................................... 57
5.4.3. Ossidazione del bagno................................................................ 57
5.5. Parametri tipici ....................................................................................... 58
Prefazione
1. GENERALITÀ
1.1. Principi fondamentali
La saldatura ad arco con elettrodo infusibile e protezione di gas inerte (comunemente chiamata
più brevemente TIG, dalla denominazio-
ne inglese Tungsten Inert Gas1) è un
procedimento di saldatura autogena in
cui il calore è prodotto da un arco che
scocca tra un elettrodo che non si con-
suma (detto quindi infusibile) ed il pezzo
da saldare, come schematicamente mo-
strato nella figura 1.1.
L'elettrodo è di tungsteno o leghe di tun-
gsteno, cioè di materiale ad altissima
temperatura di fusione, con ottime pro- Figura 1.1 - Principio di funzionamento della saldatu-
prietà di emissione termoionica che vie- ra TIG
1
In testi di origine tedesca questo processo viene anche designato come WIG, considerando il simbolo chimico del tun-
gsteno che è “W”, dal suo sinonimo wolframio.
1
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Figura 1.2 – Arco TIG Figura 3 –Saldatura TIG con metallo d’appor-
to (Cortesia LINDE GAS)
Questo processo ha tra le sue caratteristiche principali l’impiego di un elettrodo infusibile; conse-
guentemente, la saldatura può essere eseguita per i piccoli spessori senza materiale d'apporto
(Fig. 1.2) e, quando questo è utilizzato, consente sempre un ottimo controllo del bagno grazie alla
buona visibilità dello stesso ed all’assenza di fenomeni di trasferimento metallico nell’arco. Il pro-
cedimento si adatta a qualsiasi posizione di lavoro e può essere applicato anche su materiali ba-
se di pochi decimi di mm di spessore.
Nella versione manuale l'operatore impugna con una mano la torcia e con l'altra maneggia la bac-
chetta d'apporto. Egli deve essere protetto da una maschera a casco che gli consenta la disponi-
bilità di entrambe le mani.
Le applicazioni non manuali possono essere automatiche, automatizzate e robotizzate, e sono
utilizzate senza metallo d’apporto (ad esempio per la produzione di tubi ricavati da nastri saldati
longitudinalmente o per la saldatura testa a testa di tubi da caldaie); o con aggiunta del metallo
d’apporto (ad esempio per la saldatura circonferenziale dei tubi, Fig. 1.4, o per la saldatura di si-
gillatura tra tubo e piastra tubiera negli scambiatori di calore, Fig. 1.5).
Figura 1.4 - Saldatura circonferenziale Figura 1.5 - Saldatura tra tubo piastra
di tubazioni (scambiatore di calore a fascio tubiero)
2
Generalità
3
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
4
Apparecchiatura
2. APPARECCHIATURA
La figura 2.1 mostra lo schema di un impianto per la saldatura manuale; esso comprende la torcia
con l’elettrodo di tungsteno, il
generatore di corrente, il regola-
tore del gas (con misuratore di
portata ed economizzatore per il
gas inerte), i cavi di alimentazio-
ne e di massa, l’eventuale mate-
riale d’apporto e, in casi partico-
lari, anche un eventuale circuito
di raffreddamento ad acqua per
la torcia.
Molti di questi componenti
(economizzatore, misuratore di
Figura 2.1 - Schema dell’apparecchiatura per la saldatura TIG
portata, pompa dell’acqua di raf- manuale
freddamento) sono spesso conte-
nuti all’interno del generatore e vengono gestiti dal saldatore o dall’operatore mediante appositi
comandi sul pannello frontale.
Nei paragrafi successivi verranno descritte le caratteristiche principali delle apparecchiature.
2.1. Torcia
Le torce TIG sono disponibili in varie dimensioni e formati, sia in quanto possono contenere elet-
trodi di diametri differenti (quindi,operare con intensità di corrente conseguentemente diverse), sia
perché possono essere necessarie geometrie particolari o dimensioni ridotte per la saldatura in
ambienti angusti o posizioni particolari (Fig. 2.2). Proprio per quest’ultimo caso sono state rese
disponibili anche torce con la testa snodata.
La torcia contiene l'elettrodo di tungsteno, ne permette la sua alimentazione elettrica e l'efflusso
5
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Figura 2.2 - Torce TIG (manuale) Figura 2.3 - Torce TIG (automatico)
del gas di protezione; esistono diversi tipi di torcia, a seconda del tipo di impiego:
− per saldatura manuale a basse intensità di corrente (Fig. 2.2) è sufficiente una torcia a raf-
freddamento naturale (gas protettivo), leggera e poco ingombrante;
− per saldatura manuale a intensità più elevate sono necessarie torce raffreddate ad acqua;
esistono ad esempio torce da 200, 250, 500 A per servizio continuativo;
− per saldatura automatica (Fig. 2.3) completamente automatizzata o robotizzata, sono stu-
diate appositamente caso per caso, in maniera da essere montabili su opportuni supporti.
La figura 2.4 riporta lo schema costruttivo di una torcia per impiego manuale, con raffreddamento
ad acqua.
La pinza portaelettrodo o tubo portacorrente ha lo scopo di condurre la corrente all’elettrodo di
tungsteno; risulta quindi particolarmente importante che tale dispositivo sia del diametro corri-
spondente all’elettrodo utilizzato.
6
Apparecchiatura
Il cappellotto di chiusura (Fig. 2.5) protegge l’elettrodo di tungsteno da contatti con corpi estranei
e serve inoltre a serrare l’elettrodo al tubo portacorrente; come già accennato, per la saldatura in
posizioni e ambienti particolari, sono disponibili cappellotti di lunghezze e geometrie differenti.
L’ugello ceramico (Fig. 2.6) è l’elemento da cui esce il gas di protezione e deve pertanto essere di
diametro corrispondente alla portata di gas (a sua volta legata alla corrente di saldatura); esistono
Figura 2.6 - Tipiche geometrie per l’ugello cera- Figura 2.7 - Gas Lens (esempi)
mico
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Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
consumabili di saldatura.
2.2. Guaina
La guaina mette in collegamento il generatore e la bombola con la torcia. Essa contiene vari tubi
e conduttori:
− tubo afferente il gas di protezione alla torcia;
− tubo di andata e ritorno dell'eventuale acqua di raffreddamento;
− conduttore elettrico della corrente di saldatura situato, in generale, all'interno del tubo del
gas, oppure del tubo di ritorno dell'acqua per le torce che richiedono questo tipo di raffred-
damento.
2.3. Generatore
Nella saldatura con elettrodo infusibile con protezione di gas inerte si utilizzano generatori cosid-
detti a caratteristica cadente (cioè con corrente costante) allo scopo di mantenere appunto la cor-
rente costante durante la saldatura, anche quando la lunghezza dell’arco varia leggermente. Con-
siderando, infatti, che la corrente di saldatura influenza soprattutto la profondità del bagno, si rie-
sce in questo modo a garantire uniformità di penetrazione.
Per quanto riguarda invece le tipologie di generatori, si possono utilizzare le dinamo (ormai rare), i
trasformatori-raddrizzatori (più economici ed affidabili) e macchine a controllo elettronico o inver-
ter (più costose).
Quest’ultime, in particolare, sono molto diffuse, in quanto caratterizzate da dimensioni e peso re-
lativamente ridotti combinati con notevole versatilità, poiché consentono la saldatura con partico-
VOLT
AMPERE
2
Accade spesso che la corrente modulata venga chiamata erroneamente arco pulsato (Fig. 2.9), per l’analogia con la
modalità di trasferimento del materiale d’apporto che si ottiene nella saldatura a filo continuo con o senza protezione
di gas quando l’alimentazione è, appunto, in corrente modulata.
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Apparecchiatura
lari tecniche (ad esempio con corrente modulata) e con la gestione automatica dei parametri. La
figura 2.9 mostra ad esempio il pannello di controllo di un generatore per la saldatura TIG in cor-
rente continua ed alternata, dotato di sistema di controllo della corrente modulata2.
Va tuttavia considerato che queste macchine possono spesso presentare maggiore difficoltà nel-
l’utilizzo dei comandi, essendo questi generalmente complessi, per cui si utilizzano in genere pro-
grammi pre-impostati dal produttore.
Una particolarità di alcuni generatori per la saldatura TIG è quella di prevedere un sistema di co-
mando della corrente a pedale, in modo che il saldatore possa controllare la corrente semplice-
mente con la pressione del piede (in questo caso il sistema dovrà essere regolato impostando un
valore di corrente massima a pedale completamente premuto).
Relativamente alla modalità di alimentazione dell’arco, si utilizza generalmente l’alimentazione
con elettrodo negativo (detta anche alimentazione in polarità diretta o CCPD), che consente di
ottenere buona penetrazione accompagnata da un’eccellente stabilità d’arco; solamente nel caso
della saldatura dell’alluminio, del magnesio e delle relative leghe questa alimentazione non risulta
applicabile3 e si usa conseguentemente la corrente alternata, ad onda quadra o associata a un
generatore di scintilla pilota ad alta frequenza.
L'accensione dell'arco può essere provocata cortocircuitando l'elettrodo sul pezzo, come nel caso
degli elettrodi rivestiti. Per non contaminare l'elettrodo o per evitare colpi d'arco sul materiale base
adiacente al giunto, l'innesco avviene spesso su una placchetta ben pulita (che può essere della
stessa natura del materiale base o di rame) posta in prossimità del cianfrino4; in alternativa sono
usati dispositivi di accensione come quelli sotto indicati.
Nella saldatura dell'alluminio e sue leghe, o del magnesio, per accendere l'arco si deve utilizzare
almeno un dispositivo ad impulso di tensione, che permetta di vincere la notevole rigidità dielettri-
ca offerta dall'ossido superficiale; in ogni caso si deve evitare di toccare con l'elettrodo di tungste-
no il metallo base per evitare la contaminazione reciproca.
In saldatura automatica e nelle versioni completamente automatizzate e robotizzate, inoltre, l'ac-
censione avviene in generale senza corto circuito.
I dispositivi di accensione d'arco generalmente utilizzati sono il dispositivo a scintilla pilota o ad
arco pilota:
− il dispositivo detto "scintilla pilota" è un generatore ad alta frequenza (es. 1 MHz) che so-
vrappone un impulso ad alta tensione e ad alta frequenza alla tensione di saldatura; la po-
tenza di tale generatore è minima, in quanto serve soltanto a creare un’atmosfera forte-
mente ionizzata in cui l'arco di saldatura può innescarsi con facilità5.
− il dispositivo d'accensione ad "arco pilota" è utilizzato in corrente continua in alcune appli-
3
Questi materiali, infatti, formano un ossido superficiale difficile da fondere.
4
Questa tecnica è detta in gergo a striscio.
5
Esistono sensori per l’utilizzo di questi dispositivi in manuale, che rilevano il corto circuito tra elettrodo e pezzo. Il salda-
tore pone quindi all’inizio della saldatura l’elettrodo a contato con il pezzo, e non appena questo viene allontanato, si
ha l’innesco dell’arco attraverso la scintilla pilota.
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Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
10
Parametri e variabili
3. PARAMETRI E VARIABILI
Come già accennato, le caratteristiche del processo TIG consentono l’impiego di parametri di sal-
datura variabili in campi molto estesi; di seguito verranno descritti i principali parametri di saldatu-
ra ed i relativi effetti sulla saldatura e sulla qualità della giunzione.
La corretta scelta del tipo di corrente è una delle più importanti condizioni operative perché ad
essa sono legate la profondità di penetrazione, la velocità di saldatura, la velocità di deposito e la
qualità del giunto.
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Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
magnesio in quanto gli elettroni che arrivano sull'anodo non sono in grado di rompere la patina di
ossido refrattario che ricopre questi metalli. Si noti però che con la polarità diretta la macchia ca-
todica sulla punta dell’elettrodo è soggetta a fluttuazioni disordinate che provocano alterazioni nel
regime termico dell’arco; ciò può richiedere particolari accorgimenti nella scelta della forma e della
composizione chimica dell’elettrodo.
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Parametri e variabili
Quando è necessario saldare con correnti superiori a 100 A leghe che richiedono la rimozione
della pellicola d'ossido si deve alimentare la torcia con corrente alternata. In tale modo, ogni semi-
periodo dell'onda di tensione in cui l'elettrodo è positivo consente una buona frantumazione della
pellicola d'ossido, mentre l'altro semi-periodo in cui l'elettrodo è negativo serve a limitare il riscal-
damento della sua punta.
E' così possibile sfruttare i vantaggi e ridurre gli svantaggi dei due tipi di alimentazione in corrente
continua.
La figura 3.2 mostra, infatti, l’effetto di una saldatura in polarità diretta su un giunto in lega di allu-
minio, in cui si nota la presenza dell’ossido superficiale e una certa irregolarità di maglia. Lo stes-
so giunto, saldato in corrente alternata, è rappresentato nella figura 3.3, ove il cordone è molto più
regolare e l’ossido frantumato è disposto al lato dello stesso.
L'uso di questa alimentazione fa tuttavia sorgere un problema noto come effetto di raddrizzamen-
to: il metallo base presenta infatti un’emissione termoionica assai più bassa rispetto all'elettrodo di
tungsteno, sia per la propria natura chimica, sia per motivi di carattere geometrico (una piastra
emette elettroni in minor quantità di una punta).
Ciò porta come conseguenza che nel semi-periodo in cui il materiale base è alla polarità negativa,
la corrente incontra maggiore resistenza elettrica.
Perciò i valori di tensione dell'arco nel semi-periodo in cui il pezzo è posto al negativo sono mag-
giori e quelli di corrente minori.
Altro inconveniente è la difficoltà di reinnesco dell'arco; la corrente rimane nulla per una frazione
di semi-periodo, mentre la tensione aumenta fino a raggiungere un valore tale da permettere il
riaccendersi dell'arco. Quando l'arco è innescato, la corrente comincia a crescere mentre la ten-
sione cade di colpo al valore di funzionamento a regime.
Si consideri, infatti, l’alimentazione con un’onda sinusoidale alternata, il conseguente andamento
della caratteristica del generatore è la caratteristica d’arco tipica per un processo di saldatura.
Figura 3.2 - Saldatura di lega di alluminio in Figura 3.3 - Saldatura di lega di alluminio in CA
CCPD
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Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Dall’analisi della figura 3.4 si evince che esisteranno per ogni semiperiodo due intervalli di tempi
in cui l’arco risulta spento6 a causa della insufficiente tensione erogata dal generatore.
Considerando poi le differenze tra semiperiodo con elettrodo al positivo e semiperiodo con elettro-
do al negativo, è possibile ricavare un andamento teorico dei valori di tensione e corrente nel tem-
po (Fig. 3.5); si noti in particolare che l’andamento della corrente presenta una doppia dissimme-
tria: il valore I1 è maggiore del valore I2, inoltre il periodo di tempo di arco acceso t1 è maggiore di
t2 a causa della minor emissività del pezzo.
Inoltre, in corrente alternata, la punta dell’elettrodo (che tende a fondere nel semiperiodo in cui è
al polo positivo) assume una forma tondeggiante a causa della tensione superficiale del metallo
fuso; se la corrente è eccessiva in relazione al diametro dell’elettrodo, l’estremità fusa oscilla a
causa della forza elettromagnetica (effetto di
contrazione magnetica) generata dall’arco, e
piccole particelle di tungsteno possono quindi
essere proiettate dentro il bagno; viceversa, se
la corrente è troppo bassa si possono avere fe-
nomeni di instabilità d’arco analoghi a quelli che
si hanno in corrente continua e polarità diretta, a
causa del movimento della “macchia d’arco” sul-
la punta dell’elettrodo.
Esiste quindi un intervallo ottimale entro cui può
variare la corrente, i cui valori estremi dipendono
da molti fattori, tra i quali i più importanti sono le
6
E’ stato rilevato sperimentalmente che, quando a partire da un certo punto di funzionamento stabile di un arco, si dà
alla corrente una brusca variazione, il punto di funzionamento si sposta su una retta pressoché orizzontale, cioè a ten-
sione circa costante.
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Parametri e variabili
E’ pertanto possibile considerare che, per valori di tensione a vuoto relativamente modesti l’anda-
mento della corrente di saldatura presenta forte asimmetria per effetto della difficoltà di reinnesco
dell’arco nella fase con elettrodo positivo (effetto di raddrizzamento).
La figura 3.6 riporta invece l’oscillogramma schematizzato di onda di tensione e di corrente con
alimentazione dell’arco in corrente alternata e tensione a vuoto dell’ordine dei 40 V, nel caso di
saldatura di leghe di alluminio; si noti come la tensione elevata faciliti in modo significativo il rein-
nesco, portando quasi a zero gli intervalli di tempo in arco spento.
La difficoltà di reinnesco dell'arco, con il conseguente breve (in generale) periodo d'interruzione
della corrente, e la notevole asimmetria delle onde di corrente danno luogo ad un arco abbastan-
za instabile e difficilmente controllabile.
Per ridurre o eliminare le difficoltà di reinnesco, specie nella fase in cui l'emettitore di elettroni è il
pezzo, e quindi ovviare agli effetti raddrizzanti, si possono utilizzare diversi accorgimenti ed appa-
recchiature, qui di seguito descritte.
− Impiego di un’elevata tensione a vuoto. Un’elevata tensione a vuoto (dell'ordine dei 200 V)
riduce il tempo di arco spento, anche se è troppo pericolosa7, soprattutto nella saldatura
manuale.
− Impiego della scintilla pilota. Una corrente ad alta tensione (2000 V, per esempio) e ad alta
frequenza (es. 1 MHz), ma di intensità molto limitata, viene sovrapposta alla corrente di
saldatura. Tale corrente crea e mantiene un'atmosfera d'arco assai ionizzata, in cui il rein-
nesco dell'arco viene molto facilitato. Il valore molto ridotto dell'intensità di corrente ad alta
frequenza rende quest'ultima non pericolosa per l'operatore, ma gli isolamenti del circuito
vanno proporzionati alla tensione in gioco.
− Impiego di corrente alternata ad alta frequenza. L’incremento della frequenza dell’alimenta-
zione comporta già una riduzione dei tempi di arco spento; inoltre, si riduce lo smaltimento
di calore attraverso il gas di protezione.
7
Il limite imposto per legge per la tensione in questo caso è di 80 V.
.
15
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
− Impiego di onde quadre. La forma d’onda della tensione gioca un ruolo assai importante
sulla stabilità d’arco; essa è in diretta relazione con il periodo d’arco spento, che è tanto più
breve quanto più elevato è il valore della tangente alla curva della tensione nel punto di
zero. Per ottenere questo tipo di alimentazione si ricorre a generatori elettronici, di cui al
prossimo paragrafo.
A titolo riassuntivo, la tabella 3.1 riporta le modalità di alimentazione elettrica consigliate in funzio-
ne delle caratteristiche del metallo base saldato.
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Parametri e variabili
Figura 3.8 - Effetto della frequen- Figura 3.9 - Programma di saldatura completo (CCPD)
za sulla pressione d’arco
sfondamenti o sgocciolamenti del bagno. Il cordone risulta formato dalla sovrapposizione delle
gocce di saldatura depositate dalla materiale di apporto durante ciascuna pulsazione di corrente
(di durata 0,2÷2 s). Inoltre durante queste pulsazioni a maggiore corrente si assicura una buona
penetrazione.
I parametri in cui si può agire per ottimizzare l’applicazione di questa particolare alimentazione
sono principalmente il periodo degli impulsi, i tempi di durata del maggior e del minor valore di
corrente e la corrente di fondo. Particolarmente significativo è inoltre l’effetto della frequenza delle
pulsazioni, in quanto si verifica un significativo effetto di incremento della rigidità dell’arco e della
penetrazione per frequenze molto elevate (superiori a 5 kHz).
La figura 3.8 mostra, infatti, i risultati sperimentali ottenuti nell’andamento della pressione dell’arco
in funzione della frequenza di pulsazione, per una saldatura eseguita su piastra in rame, con pro-
tezione di argon ed elettrodo in tungsteno da 2 mm, lunghezza d’arco 3 mm, corrente di picco 150
A, corrente di base 5 A e corrente media 50 A. Si noti in particolare che alla frequenza di 5 kHz la
pressione è già tre volte superiore a quella dell’arco in corrente continua, e che si raggiungono
stabilmente valori ancora superiori per frequenze maggiori di 10 kHz8. E’ inoltre possibile preve-
dere programmi di regolazione ottimizzati, basati su forme d’onda particolari, ad esempio caratte-
rizzati da una sovracorrente di picco per il più rapido raggiungimento della tensione di regime
(Fig. 3.9) oppure con una rampa di corrente all’innesco
dell’arco che favorisca la formazione del bagno ed una
rampa di discesa al termine della saldatura che riduca il
rischio di formazione del cratere, come mostrato nella
figura 3.10.
Tali programmi sono in genere preimpostati sulla mac-
china, ed è lasciato al saldatore la possibilità di interagi-
re con la durata delle rampe, l’intensità della corrente di
accensione e spegnimento, la frequenza e la corrente
Figura 3.10 - Programma di saldatura
efficace9 e, talvolta, il rapporto tra tensione di picco e (dettaglio della pulsazione)
8
E’ da notarsi che tali frequenze ricadono nel campo di udibilità, e possono pertanto passare da un semplice ronzio a
bassa frequenza ad un fastidioso rumore acuto.
9
La corrente efficace è quella su cui si basa il calcolo dell’apporto termico specifico.
17
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
La particolare stabilità dell’arco nella saldatura TIG consente l’uso di valori di corrente variabili in
campi molto elevati; ad esempio, utilizzando la corrente modulata, si può mantenere l’arco acceso
anche con correnti inferiori ai 10 A e tensioni di circa 5 V (applicazioni microTIG). La scelta dei
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Parametri e variabili
corrente costante (Fig. 3.12). Come effetto collaterale si riscontra inoltre una variazione della den-
sità di energia (poiché a parità di corrente l’arco insiste su sezioni diverse) che può portare, sol-
tanto in casi limite, a variazioni della penetrazione.
La corrente di saldatura influisce invece in modo significativo sulla penetrazione e può essere
regolata agendo sulla caratteristica del generatore; regolata la caratteristica del generatore, infatti,
la corrente resta stabilmente prossima al valore impostato indipendentemente dalla caratteristica
dell’arco. Esiste infine un valore massimo della corrente superato il quale l’arco tende a divenire
instabile (tale parametro è funzione delle caratteristiche dell’elettrodo e del gas impiegato).
La velocità di avanzamento, oltre ad influenzare l’apporto termico, provoca anche variazioni delle
dimensioni del cordone. Per velocità di saldatura troppo basse, il cordone tende ad ingrossarsi
troppo e, se non adeguatamente sostenuto, può essere causa di sfondamenti; velocità eccessive
possono essere causa di mancanze di penetrazione e di incollature (sarà conseguentemente ne-
cessario agire su tensione, corrente e tipo di gas impiegato).
Corrente alternata
Diametro Elettrodo negativo Elettrodo positivo Corrente Alternata
squilibrata
elettrodo
Puro Addittivato Puro Addittivato Puro Addittivato Puro Addittivato
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Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Figura 3.13 - Effetto della geometria dell’elettrodo sulla penetrazione ottenuta in saldatura a punti, in
protezione di argon puro (150 A in CCPD, 2 secondi di tempo)10
La forma delle estremità dell’elettrodo ha fondamentale importanza sulla stabilità dell’arco e sulla
penetrazione della saldatura, principalmente per il diverso effetto di contrazione magnetica dell’ar-
co sull’estremità stessa, che dipende dal valore della densità di corrente (l’autostrizione è più ele-
vata per un elettrodo appuntito che per un elettrodo a punta semisferica, in quanto l’arco risulta
concentrato su una regione più piccola del pezzo).
In corrente continua la punta dell’elettrodo deve essere preparata secondo una geometria conica,
con altezza del cono terminale compresa tra 1,5 e 2,5 volte il diametro (Fig. 3 13).
Gli elettrodi di tungsteno addittivati con ossidi (toriati, in particolare) devono essere particolarmen-
te appuntiti, soprattutto se la densità di corrente è bassa.
Nella saldatura in corrente alternata, l’estremità dell’elettrodo viene preparata piatta; questa fonde
leggermente al calore dell’arco e assume una forma semisferica che è quella desiderata per una
buona saldatura11.
Utilizzando elettrodi di tungsteno addittivati con ossidi, la cui particolare composizione chimica
comporta maggiore temperatura di fusione, si verifica che la forma dell’estremità durante il funzio-
namento non assume geometria semisferica.
Inoltre se la densità di corrente è eccessiva, l’estremità fusa assume un profilo assai irregolare.
Una buona situazione di compromesso può essere ottenuta utilizzando elettrodi con striscia late-
rale addittivata, che assumono in saldatura la stessa configurazione emisferica degli elettrodi di
tungsteno puro e presentano inoltre le stesse buone caratteristiche emissive degli elettrodi additti-
vati.
10
Tratto da AWS Welding Handbook, Vol. 2 (9° Edizione)
11
Se si formasse una goccia, ciò significa che si è superato la densità di corrente ammissibile
20
Parametri e variabili
Poiché la geometria della punta dell’elettrodo influisce significativamente sulle caratteristiche della
saldatura, è opportuno ricorrere a sistemi adeguati per la sua preparazione; inoltre, se la superfi-
cie del cono non è perfettamente liscia si rischia una certa instabilità d’arco12.
L’operazione di affilatura viene generalmente eseguita con opportune mole, come ad esempio
quella rappresentata nella figura 3.1413.
Tale operazione deve essere eseguita in modo che l’asse dell’elettrodo sia perpendicolare all’as-
se di rotazione della mola (Fig. 3.15) in modo che le striature prodotte facilitino l’emissione di elet-
troni nella direzione dell’elettrodo e quindi influenzino favorevolmente la regolarità dell’arco; in
alternativa (Fig. 3.16) si produrrebbero una serie di striature concentriche che possono provocare
instabilità dell’arco. In alternativa a questo sistema sono usati talvolta sistemi chimici, che consi-
stono nell’immergere la punta dell’elettrodo in un bagno di nitrato di sodio. L’azione di erosione di
questo composto è uniforme sulla superficie, e inserendo più volte l’elettrodo è possibile ottenere
una forma adeguata alla saldatura.
Nel caso della saldatura in corrente alternata (come per le leghe di alluminio e di magnesio), l’o-
perazione di affilatura è fortemente sconsigliata, a causa della maggiore temperatura dell’elettro-
do; in questi casi la punta dovrà essere tagliata di netto e si vedrà comunque formarsi una
“goccia” di tungsteno sulla superficie
dell’elettrodo, a testimoniare l’elevata
temperatura raggiunta (Fig. 3.17). Onde
evitare il deposito di inclusioni nel bagno, Figura 3.17 - Confronto tra le punte di elettrodi per
saldatura in corrente continua ed alternata
12
Una soluzione operativa a questo problema può essere l’incremento temporaneo della corrente, che potrebbe fondere
localmente le irregolarità ma comporta anche il rischio di rovinare l’elettrodo.
13
Nel caso in cui si utilizzino elettrodi toriati, tali dispositivi dovranno inoltre avere un raccoglitore per l’eventuale polvere
di tungsteno.
21
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
è comunque opportuno utilizzare valori di corrente inferiori al caso della saldatura in corrente con-
tinua e, se possibile, usare torce raffreddate ad acqua.
Il gas di protezione è adottato nella saldatura TIG per generare un’atmosfera adeguata per il fun-
zionamento dell’arco e per evitare fenomeni di contaminazione del bagno di saldatura da parte
dell’aria. Inoltre, esso assolve il ruolo di raffreddamento dell’elettrodo e per questo stesso motivo
deve essere inerte o riducente.
Per questi motivi, la portata di gas viene regolata in funzione della tipologia di gas e della sua
densità (per gas meno densi sono necessarie portate superiori), del diametro dell’ugello ceramico
(allo scopo di attenere adeguata protezione evitando turbolenze del gas) e dell’intensità di corren-
te impiegata. Si noti poi che modesti aggiustamenti della portata possono essere necessari nel
caso della saldatura in posizione, tenendo conto della densità relativa del gas impiegato (nel caso
della saldatura con argon, ad esempio, sono necessarie portate leggermente superiori per la sal-
datura in posizione rispetto ad elio, essendo il gas più pesante dell’aria).
Nelle normali operazioni di saldatura è opportuno regolare la macchina in modo
che faccia affluire il gas per un certo tempo prima e dopo il funzionamento del-
l’arco (si parla rispettivamente di pre-gas e post-gas), allo scopo di ottenere
un’atmosfera idonea al funzionamento dell’arco e il raffreddamento dell’elettrodo
al termine della saldatura. Particolarmente importante può essere anche la veri-
fica periodica della portata di gas indicata dagli strumenti a bordo macchina,
verificando la portata alla torcia attraverso opportuni flussometri (Fig. 3.18), che
devono essere adeguati al gas impiegato.
22
Parametri e variabili
Figura 3.19 - Rovescio di una saldatura TIG Figura 3.20 - Dispositivo per la protezione al
non protetta rovescio di un giunto TIG testa a testa
Alcuni casi tipici sono taluni acciai al cromo-molibdeno per impiego ad alte temperature (in parti-
colare quelli aventi percentuali di cromo superiori al 2%), gli acciai inossidabili (di tutti i tipi), le
leghe di nichel e le leghe di titanio (Fig. 3.19).
In questi casi, risulta necessario proteggere dall’ossigeno il rovescio della saldatura almeno fino al
completamento della seconda passata (se prevista), fino a quando, cioè, il riscaldamento provo-
cato dalle passate successive divenga termicamente ininfluente sul rovescio della saldatura stes-
sa.
Per fare ciò è necessario ottenere un volume limitato intorno alla zona da proteggere che possa
essere saturato di un gas privo di ossigeno, che sia la più piccola possibile in modo da limitare
l’afflusso di gas.
Operativamente si utilizzano dispositivi disponibili in commercio (Fig. 3.20) o costruiti direttamente
in officina tenendo in considerazione la geometria del pezzo (Fig. 3.21), sempre comunque carat-
terizzati dalla presenza di un foro o manicotto di ingresso del gas ed uno per l’uscita del gas stes-
so. Nel caso di tubazioni, quando la chiusura della sezione di saldatura risulti particolarmente
complessa, è possibile utilizzare particolari tamponi idrosolubili, che possono essere dissolti du-
rante la successiva prova idraulica.
23
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Una volta delimitata l’area, si procede al cosiddetto lavaggio, cioè si fa affluire un quantitativo suf-
ficiente di gas (in genere, tale da occupare un volume pari a 5-10 volte quello da proteggere), in
modo da assicurare l’assenza di ossigeno. Al termine si possono iniziare le operazioni di saldatu-
ra, sempre tenendo aperta la valvola del gas, per continuare a proteggere al rovescio14.
La pressione del gas deve essere superiore a quella atmosferica per evitare infiltrazioni d’aria, ma
non eccessiva per evitare di formare insellature del cordone stesso; la portata di gas durante la
saldatura dovrebbe essere compresa tra 4 e 6 l/min.
La tabella 3.3 riporta i volumi indicativi calcolati per ogni metro di lunghezza di tubo in funzione
del suo diametro. I tipi di gas impiegati possono essere argon puro o miscele riducenti; talvolta si
fa anche uso di azoto, più economico (si veda al capitolo relativo ai consumabili).
14
Il foro di uscita del gas serve ad evitare che la zona protetta vada in pressione, impedendo pertanto la chiusura del
giunto.
15
Letteralmente: gas inseguitore o a rimorchio.
16
In casi particolarmente critici, quando cioè non sia possibile proteggere adeguatamente il giunto, si ricorre alla salda-
tura in una camera inerte.
24
Parametri e variabili
17
Nella documentazione tecnica questa tecnica di saldatura viene spesso indicata con il termine inglese “backhand wel-
ding”.
25
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Nel caso in cui la torcia sia orientata nella direzione di avanzamento (tecnica a spingere18), si ot-
tiene un bagno più concavo, con minore penetrazione e diluizione; in questo caso il bagno risulta
ben visibile e più freddo, quindi maggiormente controllabile. Nelle applicazioni manuali è quindi
preferita la tecnica a spingere, con angolazioni attorno ai 15°, per il minore rischio di imperfezioni
operative, mentre nella saldatura automatica è invece in genere utilizzata la tecnica con torcia
perpendicolare al pezzo, che garantisce risultati intermedi ma facilita il controllo del metallo d’ap-
porto.
18
Nella documentazione tecnica questa tecnica di saldatura viene spesso indicata con il termine inglese “forehand wel-
ding”.
26
Consumabili
4. CONSUMABILI
Le caratteristiche della saldatura TIG sono fondamentalmente legate alle proprietà dell’elettrodo e
del gas di protezione impiegato. Il metallo d’apporto, in questo processo di saldatura, ha infatti un
ruolo secondario, poiché non è direttamente coinvolto nel funzionamento dell’arco elettrico.
L’evoluzione più recente in questo campo è l’introduzione di fili e bacchette animati, che possono
ad esempio essere utilizzati allo scopo di disossidare il rovescio della saldatura.
27
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Sebbene esistano differenti tipi di ossidi contenuti (torio, cerio, lantanio, zirconio ed altri) è impor-
tante sottolineare che le caratteristiche operative sono molto simili, e che modeste differenze pos-
sono essere rilevate solo in condizioni limite, come ad esempio con correnti molto basse o molto
elevate.
Gli elettrodi di tungsteno puro possono essere usati nella saldatura di acciai e, con una punta op-
portunamente affilata, quando è necessario ottenere una penetrazione stretta. Essi vengono usati
in tutte le applicazioni che richiedano densità di corrente non eccessivamente alta, in quanto han-
no bassa resistenza alla contaminazione (maggiori rischi di avere cospicue inclusioni di tungste-
no nel deposito); per contro, sono gli elettrodi meno costosi.
Essi garantiscono inoltre un funzionamento abbastanza regolare nella saldatura in corrente alter-
nata; per la forma più regolare che assume la punta dell’elettrodo e per il basso costo, sono quelli
principalmente utilizzati per la saldatura delle leghe di alluminio e di magnesio.
28
Consumabili
re, sia perché restano più freddi per la minore resistenza elettrica in corrispondenza dell’interfac-
cia con l’arco. Conseguentemente hanno una vita più lunga (Fig. 4.3), sono meno deteriorabili e
riducono il rischio di inclusioni di tungsteno.
Questi elettrodi sono tipicamente utilizzati nella saldatura in corrente continua, poiché mantengo-
no facilmente la punta acuminata; inoltre, la presenza del torio facilita l’innesco dell’arco. Sono
invece sconsigliati per la saldatura in corrente alternata, a causa della geometria irregolare assun-
ta dalla punta dell’elettrodo in questa particolare condizione.
E’ infine importante rilevare che il torio è un elemento debolmente radioattivo e potenzialmente
pericoloso per l’organismo. Studi sperimentali hanno dimostrato inequivocabilmente che non sus-
siste rischio per il saldatore o l’operatore durante la saldatura, mentre le polveri metalliche che si
sviluppano durante il rifacimento della punta sono da ritenersi pericolose, ed è pertanto necessa-
rio svolgere queste operazioni con opportune precauzioni (molatura sotto al dispositivo di aspira-
zione dei fumi o con apparecchiature dedicate).
29
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
La funzione principale del gas di protezione è quella di separare l'aria dal bagno di fusione, dall'e-
lettrodo e dall'estremità della bacchetta d'apporto, per evitare i rischi che un'eventuale loro conta-
minazione comporterebbe alla qualità del giunto.
Oltre al ruolo passivo di protezione dall'atmosfera, il gas protettivo può influenzare variamente la
saldatura in funzione delle sue proprietà fisiche e chimiche; la scelta del gas, e quindi eventual-
mente la tecnica di saldatura, è basata su tali diverse proprietà.
I gas di protezione utilizzati nella saldatura TIG possono essere classificati come segue.
− Gas inerti ad alta temperatura. Sono l'argon (Ar) e l'elio (He). Gli altri gas inerti (krypton,
xenon, neon) non sono utilizzati in quanto, essendo molto rari, sono costosissimi. L'argon e
l'elio sono monoatomici (cioè le loro molecole sono composte da un solo atomo), non sono
perciò dissociabili, non reagiscono con alcun altro elemento (vapori e gocce di metallo) pre-
senti nel plasma dell'arco elettrico; da ciò ne deriva la denominazione.
− Gas protettivi. L'azoto è un gas, in parte dissociabile ma chimicamente inerte, si utilizza, in
piccole percentuali per ottenere specifici risultati. E’ invece spesso utilizzato per la protezio-
ne al rovescio dei giunti, talvolta anche per sfruttare le proprietà austenitizzanti.
− Gas riducenti. L'idrogeno è il gas riducente per eccellenza. Di questo gas viene sfruttata la
proprietà di dissociarsi alla temperatura dell'arco e di riassociarsi, con sviluppo d'energia
termica sulla superficie del bagno, migliorando il trasferimento di calore. Nella saldatura
TIG, l'idrogeno può essere utilizzato, in miscela con gas inerti (miscela argon- idrogeno),
per la protezione del bagno, e con gas protettivi (miscela azoto-idrogeno) per la protezione
al rovescio.
Gli effetti che hanno tali gas sulla saldatura dipendono, in prima analisi, dalle relative proprietà
chimico-fisiche, tra cui:
− il potenziale di ionizzazione, che rappresenta l’energia necessaria alla separazione degli
elettroni dell’atomo e influisce conseguentemente sulla stabilità dell’arco;
30
Consumabili
− la conduttività termica, che influisce sulla distribuzione energetica dell’arco, rendendolo più
o meno concentrato ed influenzando l’aspetto del cordone;
− la densità, che influenza la portata necessaria, anche in relazione alla posizione di saldatu-
ra;
− l’effetto sul bagno, legato alla possibile formazione di reazioni chimiche, ad effetti di vario
genere o semplicemente di composti diversi, superficialmente o internamente al bagno (nel
caso di gas inerti, si esclude ovviamene ogni tipo di reazione).
La tabella 4.1 riporta, in forma schematica, le proprietà fondamentali dei gas impiegati in saldatu-
ra a filo continuo. Nei paragrafi successivi si descriverà con maggiore dettaglio le proprietà di que-
sti gas.
4.2.1. Argon
L'argon è presente nell'atmosfera nella proporzione volumetrica dello 0,934% e viene prodotto per
distillazione frazionata di questa. Per normali impieghi di saldatura è immagazzinato in bombole
d'acciaio da 10, 20 o 50 litri, della capacità di 4÷10 m3 alla pressione di 150 o 200 bar.
Essendo estratto dall'aria, l'argon può trattenere come impurezze tracce di ossigeno, di azoto, di
CO2, di vapor d'acqua; il tenore ammissibile di questi elementi dipende dal materiale che deve
essere saldato.
Praticamente, l'argon per saldatura è fornito a purezze superiori al 99,99% ed è adatto per quasi
tutte le applicazioni; per la saldatura di metalli particolarmente reattivi come il titanio, si deve utiliz-
zare argon con purezza superiore al 99,995%.
Essendo più pesante dell'aria, l'argon tende a permanere sul bagno di fusione nelle più comuni
posizioni di saldatura, assicurando una buona protezione (al contrario dell'elio che essendo più
leggero dell'aria tende a salire verso l'alto); inoltre, il peso atomico elevato lo rende, con alimenta-
zione in polarità inversa, particolarmente efficace nella rimozione della pellicola d'ossido nella sal-
datura delle leghe di alluminio e di magnesio. L'argon ha un potenziale di ionizzazione assai bas-
so (minore di quello dell'elio) e ciò permette di avere, a parità di altri parametri, tensioni d'arco
piuttosto basse, un arco più stabile e un suo più facile innesco.
31
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
4.2.2. Elio
L'elio è presente nell'aria nella proporzione volumetrica di 5 parti su un milione; negli Stati Uniti e
in Canada esistono sorgenti naturali da cui è ricavato a notevole grado di purezza; comunque il
suo costo rimane assai più elevato di quello dell'argon. E' immagazzinato, come l'argon, in bom-
bole allo stato compresso.
La purezza di tale gas per impieghi di saldatura è superiore al 99,995%. Il potenziale di ionizza-
zione elevato fa si che la stabilità dell'arco in elio sia minore di quella in argon, ma che, di conse-
guenza, a pari valore di corrente, sia generata più energia termica a causa della maggiore tensio-
ne d'arco richiesta.
Il grafico di figura 4.7 mostra, ad esempio, le caratteristiche di funzionamento dell’arco, misurate
per la saldatura con elettrodo in tungsteno puro e differenti lunghezze d’arco con protezione di
argon puro ed elio puro.
Figura 4.7 - Caratteristica di funzionamento dell’- Figura 4.8 - Conduttività termica dei gas
arco con argon puro e elio puro utilizzati nella saldatura TIG
32
Consumabili
33
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Talvolta ai gas di protezione inerti vengono aggiunte piccole percentuali di idrogeno, che ha la
proprietà di elevare ulteriormente la tensione d'arco. Inoltre, il potere riducente dell’idrogeno inibi-
sce la formazione dell’ossido superficiale tipico della saldatura di materiali facilmente ossidabili
(Fig. 4.11).
L’applicazione di questo gas non è possibile sugli acciai basso-legati e temprabili in genere, a
causa del rischio di formazione di cricche a freddo, sulle leghe di alluminio ove potrebbe provoca-
re porosità e su talune leghe di titanio che risulterebbero gravemente infragilite. L’idrogeno è infat-
ti un elemento interstiziale, che presenta, tra l’altro, proprietà β-stabilizzanti significative.
Le miscele più diffuse contengono idrogeno dall’1 all’8%; valori più elevati di questo gas possono
provocare porosità e richiedono un controllo molto preciso dei parametri di saldatura a causa del-
la instabilità dell’arco, e sono quindi utilizzate raramente e generalmente solo in applicazioni auto-
matiche. Le applicazioni tipiche sono su acciai inossidabili austenitici, leghe di nichel e cuproni-
chel, quando è necessaria una sezione di cordone stretta e profonda ed un cordone non ossidato;
occorre comunque porre molta attenzione nella tecnica operativa perché è facile ottenere porosità
e incisioni marginali.
L’azoto è un gas in parte dissociabile ma chimicamente inerte. L’aggiunta in piccole percentuale
di questo gas (in genere inferiori al 2%) determina un modesto effetto di incremento del calore
fornito al bagno e di miglioramento dell’aspetto superficiale.
Gli effetti più significativi sono invece di carattere metallurgico, in quanto esso provoca infragili-
mento nella saldatura degli acciai basso-legati (per cui non è utilizzato), ma conduce ad un incre-
mento della percentuale di austenite negli acciai inossidabili.
L’applicazione più tipica è nella saldatura degli acciai inossidabili al cromo-nichel austeno-feritici e
completamente austenitici, ove è utilizzato e per ridurre il tenore di ferrite in zona fusa, allo scopo
di migliorare il comportamento di questi acciai alla corrosione ed in specifiche condizioni di eserci-
zio. Ad esempio, servizio criogenico o saldature di acciai amagetici.
34
Consumabili
I consumabili impiegati per la saldatura TIG possono essere in forma di bacchetta per le applica-
zioni manuali o a filo, per le applicazioni automatiche.
In generale, questi devono essere caratterizzati da una superficie particolarmente liscia e unifor-
me, che non deve presentare tracce di ossidi, grasso o di umidità, allo scopo di ridurre i rischi di
porosità, soffiature, tarli e cricche.
Sono inoltre disponibili bacchette e fili di tipo animato, cioè costituite da un elettrodo metallico tu-
bolare contenente un particolare flusso, di tipo disossidante. Esse possono essere utilizzate per la
realizzazione della prima passata di materiali facilmente ossidabili, in aggiunta o in sostituzione
del gas di protezione al rovescio. Poiché tuttavia l’effetto disossidante è limitato alla sola prima
passata e le temperature raggiunte durante la seconda passata possono comunque portare all’-
ossidazione del rovescio, l’impiego di questo tipo in saldatura è in genere limitato alla realizzazio-
ne di giunti in passata singola.
4.4. Classificazione
Si riportano nei paragrafi successivi le principali informazioni relative alle classificazioni europee e
statunitensi dei consumabili, con riferimento ai casi più comuni. Per informazioni più dettagliate si
rimanda alle singole norme di riferimento, di seguito peraltro brevemente riassunte.
35
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Non Note
Gruppo Ossidanti Inerti Riducenti
Gruppo reattivi
identific.
CO O2 Ar He H2 N2
1 Resto 0÷15
R Riducente
2 Resto 15÷35
1 100
I 2 100 Inerte
3 Resto 0÷95
Tabella 4.3 - Classificazione dei gas di saldatura secondo UNI EN 439
36
Consumabili
37
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
38
Consumabili
C Si Mn P S Ni Mo Al Ti+Zr
W2Si 0,06÷0,14 0,50÷0,80 0,90÷1,30 0,025 0,025 0,15 0,15 0,02 0,15
W3Si1 0,06÷0,14 0,70÷1,00 1,30÷1,60 0,025 0,025 0,15 0,15 0,02 0,15
W4Si1 0,06÷0,14 0,80÷1,20 1,60÷1,90 0,025 0,025 0,15 0,15 0,02 0,15
W2Ti 0,04÷0,14 0,40÷0,80 0,90÷1,40 0,025 0,025 0,15 0,15 0,05÷0,20 0,05÷0,25
W3Ni1 0,06÷0,14 0,50÷0,90 1,00÷1,60 0,020 0,020 0,80÷1,50 0,15 0,02 0,15
W2Ni2 0,06÷0,14 0,40÷0,80 0,80÷1,40 0,020 0,020 2,10÷2,70 0,15 0,02 0,15
W2Mo 0,08÷0,12 0,30÷0,70 0,90÷1,30 0,020 0,020 0,15 0,40÷0,60 0,02 0,15
e a grano fine - Classificazione”. Si noti che, rispetto alla classificazione dei fili per la saldatura
MIG/MAG, manca la designazione del tipo di gas impiegato per le prove, poiché in questo caso
esso è inerte e quindi non influenza la composizione chimica e le proprietà del deposito, in assen-
za di diluizione.
La tabella 4.9 si riferisce invece alla classificazione statunitense AWS A 5.18/A5.18M
“Specification for Carbon Steel Electrodes and Rods for Gas Shielded Arc Welding” che, come
consueto, risulta più sintetica rispetto a quella europea.
E’ da sottolineare che, poiché la normativa applicata è la stessa rispetto a quella dei fili per salda-
tura a filo continuo, le classificazioni sono riferite a prove eseguite con quest’ultimo processo.
Conseguentemente i materiali, oltre ad essere identificati dal simbolo ER70 che indica "filo o bac-
chetta per acciai di resistenza fino a 500 MPa" e dall'analisi chimica, sono caratterizzati dalle ca-
ratteristiche meccaniche del deposito effettuato con saldatura in CO2 pura (situazione non appli-
cabile, come descritto, alla saldatura TIG).
EN 1668 W 46 3 G3Si1
Identificativo del processo di saldatura Composizione chimica del deposito (tab. 4.7)
39
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
AWS A 5.18 ER 70 S 6
70 500 420 22
Ti = 0,05÷0,15
2 0,07 Max 0,9÷1,4 0,4÷0,7 Zr = 0,02÷0,12 27 J a -29°C
Al = 0,05÷0,15
3 0,06÷0,15 0,9÷1,4 0,45÷0,7 27 J a -18°C
4 0,07÷0,15 1,0÷1,5 0,65÷0,85 Nessun requisito
Tabella 4.9 - Classificazione secondo norma AWS A 5.18 delle bacchette per saldatura TIG degli acciai al
carbonio
Per le classi 2, 6 e 7 è inoltre richiesta resilienza Kv (27J) a -29°C; per la classe 3 a -18°C, men-
tre per le classi 4 e 5 la resilienza non è richiesta. Si noti che tali valori sono riferiti alla prove con-
dotte secondo normativa ASTM, che pertanto possono assumere valori differenti rispetto a quelli
eseguiti secondo le normative europee.
Le norme (sia europee che statunitensi) riferite agli acciai ad elevata resistenza ricalcano la strut-
tura delle classificazioni appena viste, con semplici differenze nelle classi di resistenza e nelle
composizioni chimiche previste. Per quanto riguarda infine la classificazione dei fili pieni e bac-
chette per la saldatura degli acciai inossidabili, la normativa più utilizzata è tuttora la AWS A 5.9
“Specification for Bare Stainless Steel Welding Electrodes and Rods”, che fa direttamente riferi-
mento alla composizione chimica del deposito sulla base della codifica a tre cifre della American
Iron and Steel Institute (AISI).
La tabella 4.10 riporta uno schema semplificato di tale classificazione.
La norma europea di riferimento per gli stessi materiali è la UNI EN ISO 14343:2007 “Materiali di
apporto per saldatura - Fili e nastri elettrodi, fili e bacchette per la saldatura per fusione di acciai
inossidabili e di acciai resistenti ad alta temperatura - Classificazione”. Essa prevede una classifi-
cazione a tre campi, costituiti nell’ordine dalla normativa di riferimento (UNI EN ISO 14343), la
lettera identificativa del processo (in questo caso W), e la composizione chimica del consumabile
40
Consumabili
Tabella 4.10 - Classificazione AWS A 5.9 delle bacchette per la saldatura TIG degli acciai inossidabili
(che ricalca quella alfanumerica dei materiali base in accordo a UNI EN 10027:2006 “Sistemi di
designazione degli acciai”). Ad esempio, la classificazione seguente:
EN ISO 14343 - W 19 12 3 L Si
Si riferisce ad un filo per saldatura con deposito dalla composizione chimica nominale avente
19% Cr, 12% Ni, 3% Mo, 1% Si e 0,3% C (indicativamente corrispondente ad un AISI 316 L Si).
4.4.3. Elettrodi
La classificazione degli elettrodi è basata sulla presenza di ossidi non metallici presenti nella com-
posizione chimica della bacchetta. Tali ossidi possono essere presenti in modo uniformemente
disperso o sotto forma di striscia laterale.
41
Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG)
Puro -- -- WP EWP
Tabella 4.11 - Classificazione secondo norme ISO EN 6848 e AWS A 5.12 degli elettrodi per la saldatura
TIG
Le normative di riferimento più diffuse sono la EN ISO 6848:2005 “Saldatura e taglio ad arco -
Elettrodi infusibili di tungsteno - Classificazione” e la AWS A 5.12 “Specification for Tungsten and
Tungsten Alloy Electrodes for Arc Welding and Cutting”; le classificazioni sono abbastanza simili
e sono rappresentate da un anello colorato riportato sulla bacchetta e corrispondente alla singola
tipologia.
42
Applicazioni del processo
Di seguito si riportano alcune informazioni utili alla realizzazione della saldatura su acciai al car-
bonio e basso-legati; per quanto riguarda le tecniche particolari, necessarie all’esecuzione della
saldatura di altri materiali, sono dedicati specifici paragrafi.
43
Saldatura con processo ad elettrodo infusibile con protezione di gas inerte (TIG)
19
E’ molto importante che l’innesco non venga effettuato sul materiale base, allo scopo di evitare i cosiddetti “colpi d’ar-
co”.
44
Applicazioni del processo
45
Saldatura con processo ad elettrodo infusibile con protezione di gas inerte (TIG)
Figura 5.4 - Tecnica operativa per la Figura 5.5 - Tecnica operativa per la saldatura
saldatura in posizione frontale TIG di un tubo inclinato a 45° (verticale ascen-
dente)
In questo caso, la tecnica di saldatura è simile a quella della posizione piana del piano, cercando
comunque di mantenere il bagno abbastanza viscoso, limitando quindi l’apporto termico.
La tecnica operativa prevede in genere l’esecuzione di un cordone leggermente inclinato rispetto
all’asse orizzontale, in modo da stendere il bagno nel modo più simile possibile a quanto si fa per
la saldatura in piano (Fig. 5.4). E’ opportuno ricordare che, per garantire adeguata protezione del-
l’arco e del bagno, è necessario inclinare la torcia leggermente verso l’alto (saldatura con miscele
di argon) o verso il basso (saldatura con miscele di elio).
Saldatura di un tubo inclinato a 45°, con tecnica in verticale ascendente, ad asse fisso
La tecnica di saldatura in questo caso è molto simile rispetto a quella vista per il frontale; in que-
sto caso, tuttavia, è possibile lavorare depositando le gocce di materiale d’apporto in orizzontale,
con una tecnica simile a quella per la saldatura in verticale ascendente (Fig. 5.5).
Anche in questo caso è opportuno assicurare la piena fusione del vertice, considerando una bre-
ve sosta al centro del cianfrino (punti 1 e 4 in figura).
Infine, è necessario rilevare che in questa posizione di saldatura si ha maggiore difficoltà a depo-
sitare il bagno durante l’esecuzione di un lato del tubo, a causa dell’interferenza operativa con la
bacchetta del materiale d’apporto, che tende facilmente ad urtare con il tubo.
La saldatura in verticale discendente pone come problema fondamentale il fatto che il movimento
della torcia si muove nella stessa direzione e verso della gravità: conseguentemente, la discesa
della torcia dovrà essere più veloce rispetto alla velocità di caduta del bagno, in modo da evitare
che vada a ricoprire il vertice del giunto o le successive passate senza che questi siano fusi dall’-
arco. Contemporaneamente a questo movimento può anche essere necessario assicurare il riem-
pimento tramite l’aggiunta del materiale d’apporto, cosa che rende, ovviamente, estremamente
sconsigliabile la saldatura in questa posizione.
46
Applicazioni del processo
20
Anche per questo motivo è un requisito comune quello di separare adeguatamente le zone di lavorazione degli acciai
inossidabili da quelle in cui vengono saldati acciai al carbonio e basso-legati
47
Saldatura con processo ad elettrodo infusibile con protezione di gas inerte (TIG)
Il processo di saldatura TIG trova molte applicazioni nella saldatura dell’alluminio e delle sue le-
ghe, utilizzando, come già precedentemente descritto, alimentazione in corrente alternata con
sovrapposizione ad alta frequenza o, in alternativa, con corrente modulata ad onda quadra.
Dal punto di vista operativo, le leghe di alluminio presentano alcune particolarità, tra cui una note-
vole fluidità del bagno, a cui consegue un rischio di sfondamento della giunzione, accompagnata
ad una elevata conduttività termica, che comporta un certo rischio di incollatura dei lembi.
E’ infine opportuno ricordare che le leghe di alluminio sono estremamente sensibili a problemi di
criccabilità in zona fusa (a caldo) e di porosità, per cui risulta pertanto estremamente importante
la pulizia dei lembi e tra le passate, da effettuarsi con fresette21 o per via chimica.
21
E’ opportuno segnalare che i risultati migliori si possono ottenere con fresette, poiché i dischi da mola tendono a
“impastarsi” a causa della duttilità delle leghe di alluminio.
48
Applicazioni del processo
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Saldatura con processo ad elettrodo infusibile con protezione di gas inerte (TIG)
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Applicazioni del processo
comunque un’operazione molto delicata, poiché deve assicurare la completa tenuta a fluidi (Fig.
5.12); in particolare la preparazione per la saldatura dall'esterno con scarico del vincolo (d) ed
dall'interno "in bore welding" (f) è quella migliore che garantisce ottimi risultati, ma anche la più
costosa. Le diverse tecniche richiedono precauzioni particolari e, comportano vantaggi e svantag-
gi, soprattutto in relazione all'applicazione dei metodi non distruttivi di controllo.
Sono state sviluppate nel tempo diverse tecniche particolari della saldatura TIG, principalmente
orientate all’incremento della produttività, cercando di mantenere comunque le peculiarità di que-
sto processo di saldatura (stabilità e ampio campo di regolazione dell’arco, facile controllo del
bagno, sorgente potente e concentrata).
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Saldatura con processo ad elettrodo infusibile con protezione di gas inerte (TIG)
Di principio, possono essere saldati con questo processo gli stessi materiali saldabili con la tecni-
ca tradizionale, tra cui acciai al carbonio, basso-legati, inossidabili (compresi gli austeno-ferritici),
leghe di nichel e di titanio.
E’ comunque necessario che l’effetto Joule sul filo d’apporto sia considerevole; per tale motivo
questo processo è difficilmente applicabile a metalli con bassa resistenza elettrica o facilmente
ossidabili, come il rame ed l’alluminio.
Considerando le elevate dimensioni del bagno, il processo viene spesso applicato su una prima
passata di supporto, eseguita con tecnica tradizionale (a filo freddo); pertanto risulta particolar-
mente adatto alla saldatura in tutte le posizioni di tubi di medio/grande spessore.
A partire da circa 15 mm di spessore di parete, il processo a filo caldo può essere utilizzato anche
abbinato a preparazioni a lembi stretti (narrow gap), riducendo ulteriormente il quantitativo di me-
tallo da depositare e incrementando ulteriormente la produttività.
In questo caso sono necessarie apparecchiature particolari caratterizzate da una testa di saldatu-
ra sufficientemente stretta, come quella mostrata ad esempio nella figura 5.14; la tecnica tipica
prevede l’esecuzione di una sola passata per strato, detta tecnica a ponte (Fig. 5.15).
I vantaggi offerti dalla saldatura a filo caldo rispetto al TIG tradizionale sono:
− alto rendimento e alta velocità di fusione; si può arrivare a fondere 5÷7 kg di filo all’ora
(velocità paragonabile a quella della saldatura a filo continuo) e quattro volte superiore a
quella del TIG a filo freddo);
− buona qualità delle saldature paragonate con quelle ottenute con il TIG a filo freddo, a cau-
sa del minore apporto termico globale;
− moderata sensibilità allo stato della superficie del filo, in quanto il preriscaldo tende ad ali-
mentare le tracce di grasso, umidità e sporcizia eventualmente presenti;
− nessuna perdita di metallo d’apporto e trasferimento integrale degli elementi di lega.
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Applicazioni del processo
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Questa tecnica è utilizzata in alternativa alla saldatura a resistenza ad alta frequenza, rispetto alla quale presenta mi-
nore produttività ma garantisce maggiore stabilità dei risultati.
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Saldatura con processo ad elettrodo infusibile con protezione di gas inerte (TIG)
Figura 5.18 - Saldatura TIG Keyhole Figura 5.19 - Esempio di saldatura eseguita
con TIG Keyhole (spessore 10 mm, Inconel
718)
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Applicazioni del processo
Tra le teorie più accreditate, alcune portano a considerare lo sviluppo di una colonna di arco pla-
sma per effetto dell'azione del flusso; altre sono basate sulla variazione della tensione superficiale
del bagno, con un conseguente significativo effetto Marangoni (confermato, peraltro, da numero-
se esperienze condotte su acciai a ridotto o ridottissimo tenore di zolfo).
La figura 5.21 mostra, a titolo di esempio il confronto tra la penetrazione in assenza (a sinistra) ed
in presenza di flusso su acciaio inossidabile austenitico (AISI 316L, spessore 6 mm, miscela 25
Ar - 75 He).
I vantaggi specifici rispetto al tradizionale TIG, come già brevemente commentato in precedenza,
si traducono:
− nella possibilità di ottenere penetrazioni sino a circa 12 mm in passata singola nel caso
degli acciai inossidabili al Cr - Ni, contro i circa 3 mm caratteristici del TIG convenzionale;
− in una ridotta sensibilità all'analisi chimica del materiale base ed alle sue variazioni, al va-
riare delle caratteristiche della colata (si pensi all'effetto di ridotte quantità di zolfo nei con-
fronti della forma della penetrazione, ad esempio < 0,002, nel caso degli acciai austenitici);
− in un minore sviluppo di deformazioni (o di stati tensionali residui, per giunti maggiormente
vincolati). E' stato provato che, per effetto della costrizione dell'arco elettrico, un giunto te-
sta a testa a lembi retti saldato in un’unica passata, presenta minori livelli di deformazione
rispetto alla saldatura TIG
convenzionale con prepara-
zione a V e tecnica multipass;
− nella possibilità di evitare la
preparazioni dei lembi ed a-
dottare semplicemente quella
a lembi retti, in un considere-
vole numero di applicazioni.
La riduzione del tempo complessivo
di saldatura, la maggiore velocità di
avanzamento sono sicuramente fat-
tori determinanti nel successo di
questa tecnica, per quanto vadano Figura 5.22 - Saldatura TIG orbitale con flusso attivante
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Saldatura con processo ad elettrodo infusibile con protezione di gas inerte (TIG)
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Applicazioni del processo
Figura 5.23 - Aspetto radiografico di un giunto con prima passata in TIG (inclusioni di tungsteno e
porosità)
Si trattata di inclusioni di gas che possono essere di dimensione medie inferiore al millimetro
(porosità), superiori a un millimetro (soffiature) o di forma allungata (tarli, più rari per la saldatura
TIG).
Le cause possono essere:
− solidificazione troppo rapida del bagno di fusione, per cui i gas disciolti non hanno avuto il
tempo di diffondere all'esterno;
− tracce di inquinanti sui lembi quali, grasso, vernici, termocolori, umidità;
− il metallo d'apporto è stato contaminato o maneggiato non correttamente;
− perdita nelle guarnizioni del circuito di raffreddamento ad acqua delle torce (nei modelli di
torce meno recenti) contaminazione del gas di protezione con vapore d'acqua; più rara-
mente gas, o miscele non sufficientemente secche.
I relativi rimedi sono:
− diminuire la velocità d'avanzamento;
− aumentare l'intensità di corrente (ed eventualmente il diametro dell'elettrodo);
− preriscaldare (nel caso di pezzi di grande massa);
− pulire accuratamente i lembi e la bacchetta d'apporto;
− saldare con movimenti regolari e opportuni, curando sempre la protezione del bagno e del-
la bacchetta;
− verificare la torcia ed il punto di rugiada del gas o miscela di protezione.
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Saldatura con processo ad elettrodo infusibile con protezione di gas inerte (TIG)
essa si manifesta specialmente su acciaio al Cr-Mo (specie con Cr>2%) o inossidabile (al Cr o
Cr-Ni) o in leghe di Ni, con formazione della cosiddetta "fioritura" o "fioretta", (in francese
"rochage") dall'aspetto caratteristico. Tale ossidazione può avvenire molto facilmente all'interno
delle saldature longitudinali o circonferenziali di tubi: essa è dovuta all'ossidazione ad alta tempe-
ratura del cromo per mancanza o insufficiente protezione gassosa al rovescio (o non completa
eliminazione dell'aria presente nel tubo). Per evitarla è necessario provvedere a tale protezione in
maniera adeguata e col tempo di ricambio necessario per sostituire sufficientemente l'aria interna
col gas di protezione (lavaggio).
A titolo di esempio si riportano, nelle tabelle seguenti, i parametri tipici per la saldatura TIG, nelle
condizioni operative più comuni.
La tabella 5.1 si riferisce, ad esempio, alle condizioni tipiche di saldatura per la realizzazione della
prima passata con processo automatico su giunti testa a testa in posizione piana di acciaio bas-
so-legato, con protezione di gas argon ed alimentazione in polarità diretta.
Tabella 5.1 - Parametri tipici per la saldatura TIG in automatico (giunti testa a testa)
La tabella 5.2 si riferisce, infine, alla saldatura TIG manuale di acciaio inossidabile austenitico al
Cr – Ni, di giunti testa a testa in posizione piana.
Diametro
Spessore Corrente Velocità saldatura Portata di gas Numero di
elettrodo
[mm] [A] [mm/min] [l/min] passate
[mm]
Tabella 5.2 - Parametri tipici per la saldatura TIG in automatico (giunti testa a testa)
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