FACOLTA’ DI INGEGNERIA
Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Civile
RELATORE CANDIDATO
Prof. Ing. Massimo LATOUR Gerarda MARGARELLA
Matr.: 0622101132
CORRELATORE
Prof. Ing. Gianvittorio Rizzano
1. Introduzione ................................................................................................ 1
2
progetto delle stesse strutture ma dotate del dispositivo di dissipazione.
Ogni edificio, progettato in entrambe le configurazioni, sarà sottoposto ad
analisi dinamica non lineare, con l'obiettivo di validare la procedura di
progettazione e determinare l'efficacia della proposta in caso di eventi
sismici.
3
2. Schiume metalliche
2.1 Introduzione
4
Figura 2.1 Schiuma metallica a celle aperte
5
A differenza delle schiume a celle aperte, quelle a celle chiuse mostrano un
comportamento più complesso sotto compressione. Dopo lo snervamento
del materiale, la schiuma presenta una sollecitazione di plateau fino a una
deformazione di densificazione, oltre la quale la struttura si compatta e la
sollecitazione aumenta bruscamente. La capacità di dissipazione di energia
delle schiume metalliche in compressione le rende una scelta ideale per le
applicazioni di assorbimento di energia. Al contrario, il comportamento
delle schiume metalliche in trazione differisce da quello in compressione.
Infatti, oltre lo snervamento, le schiume metalliche sottoposte a trazione si
induriscono fino al carico di rottura e cedono a una duttilità di trazione
molto inferiore a quella raggiunta in compressione (Ashby, et al., 2000).
• Da metallo liquido
• Da metallo solido (polvere di metallo)
• Da vapori metallici
• Da ioni metallici
6
2.2.1 Da metallo liquido
Iniezione di Gas
Questo processo prevede che leghe metalliche come Al-SiC (matrice di
alluminio con particelle di carburo di silicio) oppure Al-Al2O3 (matrice di
alluminio con particelle di ossido di alluminio) vengono fuse all’interno di
un contenitore, nel quale sono presenti anche agenti che rendono la miscela
più viscosa, (SiC, MgO, Al2O3) in percentuali che vanno dal 5 al 15%.
All’interno di questa miscela viene iniettato un gas (solitamente aria)
attraverso un soffiante ad elica o vibrante, che permette la formazione di
bolle all’interno del metallo fuso che tenderanno a risalire e ad accumularsi
in superficie. La preventiva introduzione di agenti che aumentano la
viscosità della lega, fa aumentare il tempo disponibile alla lavorazione della
schiuma accumulata, perché impedisce alle bolle di gas di fuoriuscire dal
metallo fuso prematuramente, che così può procedere al passaggio al di
sopra di un rullo trasportatore sul quale viene formata con un
raffreddamento controllato. Questo tipo di produzione è più facile da
realizzare con leghe di alluminio perché hanno una densità più bassa e non
si ossidano eccessivamente se esposti all’aria, oppure ad altri gas contenenti
ossigeno. Il rullo trasportatore, funzionando quasi come un estrusore,
imprime una forza sulla superficie della schiuma appena formata
distorcendo le bolle al suo interno e causando anisotropia nel materiale. Per
questo quando si usa questo processo produttivo si parla sempre di
direzione di schiumaggio (foaming direction).
7
Figura 2.3 Metodo di produzione per iniezione di gas nel metallo fuso
Decomposizione di particelle
Le leghe metalliche possono essere “schiumate” miscelando ad esse degli
agenti schiumanti che rilasciano gas quando riscaldati. L’agente schiumante
più utilizzato è l’idruro di titanio, TiH2, che comincia a separarsi in titanio
e idrogeno una volta superata la soglia dei 465° C. Aggiungendo particelle
di idruro di titanio ad alluminio fuso, si producono rapidamente grandi
volumi di idrogeno gassoso, i quali formano bolle che possono portare alla
genesi di una schiuma a celle chiuse. Inizialmente in un serbatoio si fonde
l’alluminio e si stabilizza la temperatura del bagno fuso tra 670°C e 690°C.
Viene poi aumentata la viscosità aggiungendo del calcio in percentuali
dell’1–2% in peso, il quale, durante il mescolamento, si ossida rapidamente,
formando particelle di CaO e CaAl2O4 finemente disperse.
Successivamente viene aggiunto l’agente schiumante. Solitamente l’idruro di
titanio impiega circa dieci minuti per decomporsi completamente. Il sistema
8
di mescolamento viene rimosso e si chiude il serbatoio in modo tale da
permettere la formazione della schiuma. Quando questo processo è
terminato la schiuma viene raffreddata per evitare che l’idrogeno possa
sfuggire e che le bolle abbiano l’opportunità di unirsi o di collassare. Dato il
forte gradiente di temperatura tra il fuso e l’agente schiumante (oltre 200°C)
il mescolamento deve essere molto rapido. Con un tale processo si possono
fabbricare prodotti con una densità relativa che varia tra 0,2 e 0,07. Sebbene
le frazioni volumetriche di calcio e idruro di titanio utilizzate sono molto
piccole, questo processo è più costoso dell’iniezione di gas.
10
Figura 2.4 Metodo di produzione per solidificazione in stampo a celle aperte
12
Figura 2.5 Metodo di produzione per metallurgia delle polveri
13
Sinterizzazione di sfere cave
Il metodo delle sfere è il secondo più utilizzato nella produzione di schiume
metalliche. Produce elementi con un’elevata prevedibilità nei valori delle
proprietà meccaniche e richiede trattamenti termici minimi. È possibile
ricavare sia strutture a celle chiuse che strutture miste con celle chiuse e
aperte. Questo tipo di processo prevede che delle sfere cave di metallo
prefabbricate siano consolidate tra loro usando una matrice adesiva, gettati
in una matrice metallica e compattate attraverso le tecniche della metallurgia
delle polveri, oppure solo sinterizzando le sfere. Una variante a tale metodo
prevede l’iniezione di un agente espandente all’interno delle sfere cave così
da permettere a queste di espandersi ed essere sinterizzate automaticamente
in una forma finale. Le sfere vengono riempite da un gas inerte ad elevata
pressione che riscaldandosi espande. Il più grande vantaggio di questo
metodo è la possibilità di scegliere la forma delle sfere che permette un
elevato controllo della geometria della cella e di conseguenza anche della
densità relativa del prodotto finito.
14
Figura 2.6 Metodo di produzione per sinterizzazione di sfere cave con gas espandente
15
nicheltetracarbonile, che riscaldato alla temperatura di 100° C si separa in
nichel e monossido di carbonio ricoprendo tutte le superfici esposte
all’interno del reattore. Dopo che il nichel si è depositato per qualche decina
di micrometri, si può rimuovere la schiuma polimerica dal reattore CVD
bruciandola tramite aria riscaldata. Il risultato è una struttura metallica
cellulare con legamenti cavi. Per ovviare alle cavità dei legamenti, si
sottopone la struttura ad un trattamento di sinterizzazione che aumenta la
loro densità.
Figura 2.7 Metodo di produzione per deposizione del metallo su preformati cellulari
Figura 2.8 Metodo di produzione per solidificazione di una miscela eutettica gas-metallo
17
2.3 Principali caratteristiche fisico- meccaniche
𝜌 𝑛 3 𝜌 𝑛
𝐸 ≈ 𝛼2 𝐸𝑠 (𝜌 ) 𝐺 ≈ 8 𝛼2 𝐺𝑠 (𝜌 ) ≈
𝑠 𝑠
18
Dove:
gli elementi che riportano il pedice “s” sono relativi al metallo di base
da cui sono formate le schiume;
n ha un valore compreso tra 1.8 e 2.2;
𝛼2 ha un valore compreso tra 0.1 e 4.
Sia 𝛼2 che n sono dipendenti dalla struttura della schiuma. Come regola
generale n ≈ 2. Per via dell’anisotropia delle celle, il valore registrato di E
può avere variazioni significative, anche fino al 30%, cambiando la direzione
di misura. Superato il tratto elastico si arriva allo snervamento e qui il
comportamento si differenzia tra le schiume con struttura a celle aperte e a
celle chiuse.
𝜌 𝑚 𝜌
σ𝑝𝑙 ≈ (0.25 𝑡𝑜 0.35) σ𝑦,𝑠 (𝜌 ) ε𝑑 ≈ (1 − 𝛼1 𝜌 )
𝑠 𝑠
Dove m varia tra 1.5 e 2.0 mentre 𝛼1 varia tra 1.4 e 2. Come regola generale
m ≈ 1.6 e 𝛼1 ≈ 1.5. Questi due valori sono importanti nelle applicazioni
19
che richiedono l’assorbimento di energia, per le quali le schiume metalliche
si prestano bene.
20
proprietà che varia è invece la conduzione termica, la quale è legata alla
densità della schiuma dalla formula:
𝜌 𝑞
𝜆 ≈ 𝜆𝑠 ( )
𝜌𝑠
𝜌 −𝑟
𝑅 ≈ 𝑅𝑠 ( )
𝜌𝑠
Dove:
- R è la resistività della schiuma;
- Rs è la resistività del metallo;
- ρ è la densità della schiuma;
- ρs è la densità del metallo;
21
- r oscilla tra 1.6 e 1.85.
22
Figura 2.12 Grafico assorbimento – frequenza acustica per la schiuma d’alluminio intera (sopra) e
compressa (sotto)
Come si può vedere pur non arrivando alle stesse performance della lana
roccia, la schiuma mostra comunque un buon comportamento. Il terzo
grafico mostra l’andamento del coefficiente d’assorbimento per la stessa
schiuma d’alluminio compressa per una deformazione del 10%. Si evince
che la compressione aumenta il potere assorbente della schiuma. Questo è
dovuto al fatto che le pareti delle celle della schiuma esplodono assumendo
una geometria che ne permette un migliore assorbimento acustico. Si può
concludere che nonostante esistano materiali migliori per quanto riguarda
le performance nell’assorbimento acustico, le schiume hanno comunque un
discreto comportamento in questo ambito e sono sicuramente materiali
23
raccomandabili nel caso in cui l’elemento da usare debba essere
multifunzionale.
24
energia delle schiume metalliche è da sfruttare nei casi in cui è richiesta la
presenza simultanea di più caratteristiche.
2.4 Applicazioni
Applicazioni strutturali;
Applicazioni funzionali;
Applicazioni architettoniche.
Figura 2.14 Trave di una macchina tessile riempita di schiuma Alporas ( Au Metallgießerei,
Sprockhövel, Germania)
Figura 2.15 (a) Componente del telaio di una Ferrari 360 riempito di schiuma metallica; (b)
Componente del telaio di sicurezza di una Audi Q7 per l’assorbimento degli urti
27
Nel quadro della mobilità non bisogna dimenticare di citare l’industria
ferroviaria, dove un pannello è stato usato nei vagoni della metro di Pechino
(Fig. 2.16) senza avere nessun problema per molti anni. In un altro caso, la
struttura frontale di un treno è stata ricavato, da un’azienda tedesca,
saldando insieme pannelli sandwich in schiuma d’alluminio. Ancora in
Germania, la copertura della testa del treno è ricavata dalla saldatura di
pannelli sandwich di schiuma d’alluminio e fibra di carbonio per una
lunghezza totale di 6 metri. I benefici sono stati riscontrati in una riduzione
di peso del 18% mantenendo la stessa rigidezza di una cabina costruita con
il materiale tradizionale, un migliore smorzamento delle vibrazioni e un
abbattimento deli step di produzione rispetto alla produzione tradizionale.
Come è già stato più volte detto, uno dei principali benefici dello
schiumaggio dei metalli è il decremento di peso. Questo è stato molto
utile, per esempio, all’azienda tedesca Teupen, la quale ha sviluppato un
nuovo modello di struttura di supporto per un braccio telescopico
sollevante una piattaforma di lavoro. L’obiettivo è stato quello di
28
incrementare l’altezza di lavoro da 20 a 25 m, lo sbraccio orizzontale a 11
m, tenendo il peso totale del veicolo al di sotto dei 3500 kg in modo tale
che i conducenti del mezzo avessero bisogno di una semplice patente
EURO B piuttosto che di una patente di categoria superiore. La struttura
di supporto consiste in sei pannelli sandwich in schiuma d’alluminio
tagliati e un certo numero di fogli in lega d’alluminio collegati al pannello
sandwich attraverso due tipi di saldature. La struttura finale è alta 2,5 metri
e pesa la metà della stessa struttura in acciaio convenzionale. È stata
testata sotto carichi ciclici multiassiali di 100 kN, in verticale, e 14 kN, in
orizzontale, resistendo fino a circa 100'000 cicli e superando così la soglia
minima di 40'000 cicli prevista dalla norma.
Figura 2.17 Supporto per braccio di una gru, costruito in schiuma d’alluminio
29
2.4.2 Applicazioni funzionali
Una vasta gamma di applicazioni funzionali basata sulle schiume
metalliche è reperibile sul mercato. Ancora una volta, un approccio
multiuso ha le migliori possibilità di offrire un prodotto competitivo o
unico. I soffitti negli auditorium o nelle grandi sale sono spesso rivestiti
con lamiere forate per il controllo del suono. In alternativa a questo
materiale da costruzione tradizionale, le applicazioni di pannelli di schiuma
metallica per l'assorbimento acustico sono già disponibili sul mercato,
offerti da diverse aziende. Sulla superficie della schiuma aperta, le onde
sonore vengono guidate e reindirizzate alla schiuma interna, dove vengono
catturati e smorzati dopo diversi riflessi. La distribuzione della dimensione
dei pori e i diversi orientamenti consentono uno smorzamento molto
efficace su un ampio spettro di frequenze. Combinano il vantaggio della
capacità leggera e autoportante di grandi pannelli di schiuma metallica
realizzati con schiume a cellula aperta o appena tagliate a cellule chiuse,
con una componente di design. Ulteriori applicazioni di assorbimento
acustico realizzate dalle schiume si trova nelle rotaie dei treni, nelle gallerie
della metropolitana, negli ascensori ecc. Sono stati sviluppati prodotti più
recenti basati anche su schiume Alporas Foamtech e applicato a sale da
concerto, sale conferenze, auditorium, centri sportivi e pareti e soffitti di
macchinari e sale operatorie di impianti industriali come non infiammabili
e assorbitori acustici.
30
Figura 2.18 Pannelli in schiuma d’allumino usati per l’assorbimento acustico per una sala da concerto
(a) e per un ristorante (b)
Figura 2.20 (a) Entrata semitrasparente di un sotterraneo realizzato con Alusion foam; (b)Torre
campanaria di una chiesa, ricoperto con Alusion foam
32
3. Dissipatore in schiuma di alluminio
3.1 Set-up di prova
Uno dei punti di forza delle schiume metalliche e nel particolare caso, della
schiuma di alluminio, è quello di dissipare energia sismica in ingresso. Lo
smorzatore proposto e sperimentato in questo lavoro di tesi, rappresentato
nel modello 3D di Figura 3.1, è stato pensato per essere collocato sulle
diagonali del sistema di controventamento di un CBF. Le componenti
principali del dispositivo sono gli strati di schiuma di alluminio, in grado di
dissipare l'energia sismica in ingresso, e un sistema di cunei dotato di un
meccanismo a molla, con lo scopo di assorbire le deformazioni permanenti
a seguito del sisma (Tamai & Takamatsu, 2005).
Figura 3.1 Dissipatore in schiuma di alluminio proposto (a) con tubo esterno, (b) senza tubo esterno
34
cui le deformazioni permanenti causano un comportamento di tipo
"pinching" nelle risposte globali.
Af
4
d 2
e di2
35
4 Af
de di2
In base alla sua resistenza allo snervamento (fy,c) e alla forza assiale di
progetto sull’asta, amplificata in base all'indurimento da deformazione del
materiale AFM (Nmax), è possibile ottenere l'area effettiva (Ace):
d 2 d 0 2tc 2
Ace 0
2tc wc tc d 0 tc 2tc wc
4 4
Dove:
d0 è il dimetro del tubo calcolato come: d0 de 2tc gc
d 30
Bc 2d r
Dc 3d r
H 3d tan h
c r d c
37
Figura 3.4 Cuneo superiore costituente il damper
d 30
bw d r 2.0
t d 2
w1 r
tw 2 tw1
B b 2t
w w w1
H w 3d r tan d max
Dw H w tan d
38
Figura 3.5 Cuneo inferiore costituente il damper
39
Le dimensioni saranno calcolate come di seguito:
Lbr 2 Dw Dc 2 tw2
Wbr Bw
(a) (b)
Figura 3.7 Tilt test: (a) inclinazione della superficie a 30° senza scivolamento; (b) inclinazione della
superficie e 38° con scivolamento
41
configurazioni, una a singolo strato e una a quattro strati (Figura 3.7). Le
schiume metalliche sono solitamente materiali ortotropi a causa del
processo di produzione, che prevede la laminazione del materiale con una
macchina specifica dopo il processo di schiumatura. Le prove qui presentate
sono state eseguite in compressione trasversale. I provini hanno una sezione
trasversale di circa 90 mm x 90 mm. Entrambe le prove sono state eseguite
sotto controllo di spostamento in condizioni quasi statiche, imponendo una
velocità pari a 2 mm/min. La macchina utilizzata è una macchina di prova
universale Schenck Hydropuls S56. L'apparecchiatura di prova è costituita
da un pistone idraulico con capacità di carico pari a +/- 630 kN, corsa
massima pari a +/- 125 mm e un telaio in acciaio autobilanciato utilizzato
per contrastare i carichi assiali. Per misurare gli spostamenti assiali, il
dispositivo di prova è dotato di 4 LVDT. Lo spostamento medio tra i dati
forniti dagli LVDT sarà utilizzato per i calcoli successivi. Inoltre, i carichi di
tensione/compressione sono misurati attraverso una cella di carico.
43
• Scarico fino a un valore di resistenza pari a zero. Questo punto sarà
successivamente considerato la nuova origine del diagramma sforzo-
deformazione.
(a) (b)
Figura 3.8 Test di compressione della schiuma metallica (a) singolo strato; (b) 4 strati.
44
Figura 3.9 Legame tensione deformazione per singolo strato e per 4 strati
(a) (b)
Figura 3.10 Modello agli elementi finiti (a) modello completo (b) dispositivo solo con schiuma e cuneo
Figura 3.11 Risultati dell’analisi (a) Curva forza-spostamento (b) piastra portante e cuneo superiore
47
4. Progettazione del telaio in acciaio con
controventi concentrici (CBF)
In generale, le strutture sono progettate per assicurare un certo livello di
sicurezza in base alle condizioni di carico che possono verificarsi durante la
loro vita, un concetto derivato dalla cosiddetta filosofia prestazionale.
Infatti, lo scopo dell'ingegneria sismica basata sulle prestazioni (PBSE:
performance-based seismic engineering) è quello di progettare strutture con
un comportamento sismico prevedibile. Il primo passo di questa procedura
di progettazione consiste nello stabilire gli obiettivi prestazionali, descritti
come la combinazione di un livello prestazionale atteso con i livelli di
pericolosità sismica previsti. Per comprendere appieno questo concetto, è
necessario introdurre prima alcune definizioni.
48
- Sicurezza della vita: I danni alla struttura vanno da moderati a estesi dopo
eventi rari;
Per quanto riguarda i livelli di pericolosità sismica, questi sono riportati nella
Figura 4.1:
49
Figura 4.2 Matrice degli obiettivi di progettazione delle prestazioni
50
Figura 4.3 Configurazioni di controventi concentrici: a) a diagonale singola; b) a V
51
4.1 Caso studio
52
CONTROVENTI CONCENTRICI
4.2 Materiali
Per tutti gli elementi in acciaio viene utilizzato S275, le cui proprietà
meccaniche sono riportate nella sottostante tabella:
53
Tabella 3: Proprietà meccaniche dell’acciaio
fyk ftk E
Acciaio
[N/mm2] [N/mm2] [N/mm2]
54
Figura 4.6 Spaccato solaio composto
55
Le combinazioni di carico di seguito riportate sono definite dall’Eurocodice
0:
Combinazione sismica:
𝑄𝑑,𝑠𝑒𝑖𝑠𝑚𝑖𝑐 = (𝐺𝑘 + ᴪ2𝑖 ∗ 𝑄𝑘 ) ∗ 𝐿𝑦
𝛾𝐺 𝛾𝑄 ᴪ2𝑖 Φ ᴪ𝐸𝑖
Piano
[-] [-] [-] [-] [-]
1° 1,35 1,5 0,6 1 0,6
2° 1,35 1,5 0,6 1 0,6
56
4.3.2 Massa sismica
Nell'ipotesi di impalcati infinitamente rigidi, il modello è caratterizzato da
tre gradi di libertà ad ogni livello. Per ognuno di questi gradi di libertà è
possibile calcolare una massa sismica associata, differenziando i carichi per
unità di superficie dai carichi per unità di lunghezza. Il calcolo delle masse
sismiche dei due CBF è qui riportato, e riassunto nella Tabella 7:
Dove:
𝑛𝑠𝑝𝑎𝑛,𝑥 = 2,5 è il numero di campate considerate in direzione x ;
57
4.3.3 Azione sismica
4.3.3.1 Spettri di risposta elastici
La definizione delle azioni sismiche può avvenire in due modi:
Gli spettri di risposta elastici sono utilizzati per calcolare l'azione di taglio
alla base di una struttura quando si esegue un'analisi statica lineare, mentre
gli accelerogrammi sono utilizzati per l'analisi dinamica. L'analisi statica
lineare può essere applicata a edifici la cui risposta non è significativamente
influenzata dai contributi dei modi di vibrazione, superiori al modo
fondamentale, in ciascuna direzione principale. Questo comportamento
richiesto può essere tradotto attraverso le due condizioni seguenti:
1. Il periodo fondamentale di vibrazione della struttura deve
soddisfare le seguenti espressioni:
𝑇1 ≤ 4 ∙ 𝑇𝐶
𝑇1 ≤ 2,0 𝑠
58
lineare. Tale analisi viene differenziata in 2 casi, considerando i terremoti
base di progetto dati dallo spettro di risposta elastico di tipo 1
dell'Eurocodice 8, con accelerazione di picco al suolo pari una volta a 0,35g
e poi 0,15 g e suolo di tipo C. Le componenti orizzontali dell'azione sismica
sono definite dalle seguenti espressioni, che variano al variare del periodo
fondamentale della struttura:
𝑇
0 ≤ 𝑇 ≤ 𝑇𝐵 ∶ 𝑆𝑒 (𝑇) = 𝑎𝑔 ∙ 𝑆 [1 + (2,5 ∙ 𝜂 − 1)]
𝑇𝐵
𝑇𝐵 ≤ 𝑇 ≤ 𝑇𝐶 ∶ 𝑆𝑒 (𝑇) = 𝑎𝑔 ∙ 𝑆 ∙ 2,5 ∙ 𝜂
𝑇𝐶
𝑇𝐶 ≤ 𝑇 ≤ 𝑇𝐷 ∶ 𝑆𝑒 (𝑇) = 𝑎𝑔 ∙ 𝑆 ∙ 2,5 ∙ 𝜂 ∙ [ ]
𝑇
𝑇𝐶∙ 𝑇𝐷∙
𝑇𝐷 ≤ 𝑇 ≤ 4𝑠 ∶ 𝑆𝑒 (𝑇) = 𝑎𝑔 ∙ 𝑆 ∙ 2,5 ∙ 𝜂 ∙ [ ]
𝑇2
I valori di TB, TC, TD e del fattore del suolo S, che descrivono la forma dello
spettro di risposta elastico, dipendono dal tipo di terreno.
Il valore del fattore di correzione 𝜂 può essere determinato mediante la
seguente espressione:
10
𝜂=√ ≥ 0,55
5+𝜉
𝑃𝐺𝐴 Terreno 𝑆 𝑇𝐵 𝑇𝐶 𝑇𝐷 𝜉 𝜂
[g] [-] [-] [s] [s] [s] [%] [-]
0,35/0,15 C 1,15 0,2 0,6 2 2 1,2
60
Figura 4.8 Spettro di risposta elastico PGA=0,35
Per edifici con altezze fino a 40 metri, il valore del periodo fondamentale di
vibrazione T1 (in secondi) può essere approssimato dalla seguente
espressione:
𝑇1 = 𝐶𝑡 ⋅ 𝐻3/4
Dove:
Tabella 9: Concetti di progettazione, classi di duttilità strutturale e valori di riferimento del limite
superiore dei fattori di comportamento
62
Tabella 10 Valutazione del fattore di comportamento
63
Figura 4.9 Spettro di risposta di progetto con PGA=0,15 (q=6)
𝑥
𝛿 = 1 + 0,6
𝐿𝑒
Dove:
64
x è la distanza dell'elemento in esame dal centro di massa
dell'edificio in pianta, misurata perpendicolarmente alla direzione
dell'azione sismica considerata;
Le è la distanza tra gli elementi resistenti ai carichi laterali più esterni,
misurata perpendicolarmente alla direzione dell'azione sismica
considerata.
Il taglio sismico alla base Fb viene determinato utilizzando la seguente
espressione:
𝐹𝑏 = 𝑆𝑑 (𝑇1 ) ⋅ 𝑚 ⋅ 𝜆 ⋅ 𝛿
Dove:
Sd(T1) è l'ordinata dello spettro di progetto corrispondente al
periodo fondamentale di vibrazione T1;
m è il peso sismico dell'edificio;
𝜆 è il fattore di correzione = 0,85 se l'edificio ha più di due piani e
T1≤2∙TC. Altrimenti 𝜆=1.
65
𝐹𝑖 = 𝐹𝑏 𝑚𝑖𝑧𝑖
∑ 𝑚𝑗 𝑧𝑗
𝑗
Dove:
zi, zj sono le altezze delle masse mi e mj al di sopra del livello di
applicazione dell'azione sismica.
Un dettaglio delle azioni di taglio alla base e delle forze orizzontali applicate
a ciascun piano, corrispondenti a ciascuno degli edifici attualmente in fase
di valutazione, è presentato nel prossimo capitolo.
Dove:
- Travi
Per il predimensionamento delle travi si ipotizza uno schema di trave
semplicemente appoggiata. Si valuta il momento sollecitante massimo, e poi
si ricava il modulo di resistenza plastico minimo. Attraverso quest’ultimo si
sceglie da sagomario il profilo corrispondente:
𝑄𝑑 ∗ 𝑙 2 𝑓𝑦𝑘
𝑀𝑚𝑎𝑥 = = 𝑊𝑝𝑙
8 𝛾𝑀0
- Colonne
Per il predimensionamento delle colonne, si considera l’azione sismica
amplificata mediante il fattore moltiplicativo Ω:
𝑀 𝑁
𝑁𝑐,𝑖 = 1,1 ∗ 𝛾0 ∗ 𝛺 ⋅ ( + 𝑉𝑡𝑎𝑛𝛼) +
𝐿span 2
67
Dove rappresenta l’angolo di inclinazione della diagonale rispetto
all’orizzontale. Si ottiene uno sforzo assiale con il quale è possibile
calcolare l’area minima del profilo necessaria.
- Diagonali
Le diagonali vengono predimensionate valutando lo sforzo assiale agente,
che si ottiene proiettando nella direzione della diagonale stessa, l’azione
sismica orizzontale:
Ndiag,i= V/cos
68
soggetto a un carico a metro lineare pari a quello gravante sulla singola
campata.
Carichi distribuiti che agiscono solo sulle travi del telaio (i carichi
inseriti sono stati ottenuti individuando le aree di influenza relative
al telaio CBF);
Ad ogni livello di piano, le masse sismiche associate ad un’aliquota
dell’area in pianta dell'edificio sono assegnate ai nodi delle colonne
appoggiate.
Dove:
𝑁𝐸𝑑,𝐺 , 𝑀𝐸𝑑,𝐺 , 𝑉𝐸𝑑,𝐺 sono le forze nella colonna dovute alle azioni
non sismiche incluse nella combinazione di azioni per la situazione
sismica di progetto;
𝑁𝐸𝑑,𝐸 , 𝑀𝐸𝑑,𝐸 , 𝑉𝐸𝑑,𝐸 sono le forze nella colonna dovute all'azione
sismica di progetto;
𝛾𝑜𝑣, 𝛺 sono i fattori di sovraresistenza, già definiti in precedenza.
70
4.3.6.2 Verifica di instabilità
Le verifiche di resistenza a pressoflessione e di instabilità per le colonne
sono state eseguite, verificando il soddisfacimento delle espressioni
riportate di seguito:
𝑃𝑡𝑜𝑡 ⋅ ⅆ𝑟
𝜃= ≤ 0,10
𝑉𝑡𝑜𝑡 ⋅ ℎ
Dove:
θ è il coefficiente di sensibilità al drift interpiano;
Ptot è il carico gravitazionale totale al piano e sopra il piano
considerato nella situazione di progetto sismico;
Vtot è il taglio totale sismico del piano;
71
ⅆr è il drift di interpiano di progetto, valutato come differenza tra
gli spostamenti laterali medi ⅆs alla sommità e alla base del piano
considerato;
h è l'altezza interpiano.
ⅆ𝑟 ⋅ 𝜈 = 0,010 ⋅ ℎ
Dove:
72
5. Casi studio
Le strutture considerate in questo studio sono costituite da un telaio a uno
e due piani, con cinque campate ciascuno (5x1; 5x2;). Gli edifici sono stati
progettati considerando entrambe le configurazioni, quella tradizionale e
quella con il dissipatore in schiuma di alluminio posto sulle diagonali dei
controventi. Il confronto è stato effettuando considerando la struttura
tradizionale in campo elastico, cioè con fattore di struttura q=1 e la struttura
con dissipatore sismico, ponendo q=6.
73
Figura 5.1 Pianta della struttura
Massa sismica
Piano
[kN] [kg] [tn]
1 250,00 25484 25
74
Tabella 12. Distribuzione delle forze per l’analisi statica – CBF 5X1 q=1 PGA=0,15
Piano zi mi Fi Vi
[-] [m] [kg] [kN] [kN]
1 3,5 25484 88,1 88,1
Tabella 14. Verifica allo stato limite di danno – CBF 5X1 q=1 PGA=0,15
ass q*ass q*rel ν rel*q*ν/h Limite
Piano Verifica
[mm] [mm] [mm] [-] [mm] 0,01*h
Tabella 15. Verifica effetti del secondo ordine – CBF 5X1 q=1 PGA=0,15
V Ptot δr θ Verifica
Piano
[kN] [kN] [mm] [-] Θ ≤ 0,10
1 88,1 250 10,0 0,009 Soddisfatta
75
Tabella 17. Distribuzione delle forze per l’analisi statica – CBF 5X1 q=6 PGA=0,15
Piano zi mi Fi Vi
[-] [m] [kg] [kN] [kN]
1 3,5 25484 15 15
Tabella 19. Verifica allo stato limite di danno – CBF 5X1 q=6 PGA=0,15
ass q*ass q*rel ν rel*q*ν/h Limite
Piano Verifica
[mm] [mm] [mm] [-] [mm] 0,01*h
Tabella 20. Verifica effetti del secondo ordine – CBF 5X1 q=1 PGA=0,15
V Ptot δr θ Verifica
Piano
[kN] [kN] [mm] [-] Θ ≤ 0,10
1 15 250 6,13 0,179 NON Soddisfatta
In questo caso poiché la verifica sugli effetti del secondo ordine non è
risultata soddisfatta, in quanto il valore di θ>0,1, è necessario portare in
conto gli effetti del secondo ordine. Per fare ciò, si stima un fattore che
dovrà ulteriormente amplificare gli effetti dell’azione sismica:
1
𝑓= >1
1−𝜃
76
Calcolato f si ripete l’analisi, e con le sollecitazioni ottenute in output si
esegue il progetto e la verifica degli elementi strutturali.
f
1,22
Tabella 22. Distribuzione delle forze per l’analisi statica – CBF 5X1 q=1 PGA=0,35
Piano zi mi Fi Vi
[-] [m] [kg] [kN] [kN]
1 3,5 25484 206 206
Tabella 24. Verifica allo stato limite di danno – CBF 5X1 q=1 PGA=0,35
ass q*ass q*rel ν rel*q*ν/h Limite
Piano Verifica
[mm] [mm] [mm] [-] [mm] 0,01*h
77
Tabella 25. Verifica effetti del secondo ordine – CBF 5X1 q=1 PGA=0,35
V Ptot δr θ Verifica
Piano
[kN] [kN] [mm] [-] Θ ≤ 0,10
1 206 250 10,4 0,004 Soddisfatta
Tabella 27. Distribuzione delle forze per l’analisi statica – CBF 5X1 q=6 PGA=0,35
Piano zi mi Fi Vi
[-] [m] [kg] [kN] [kN]
1 3,5 25484 34,3 34,3
Tabella 29. Verifica allo stato limite di danno – CBF 5X1 q=6 PGA=0,35
ass q*ass q*rel ν rel*q*ν/h Limite
Piano Verifica
[mm] [mm] [mm] [-] [mm] 0,01*h
Tabella 30. Verifica effetti del secondo ordine – CBF 5X1 q=6 PGA=0,35
V Ptot δr θ Verifica
Piano
[kN] [kN] [mm] [-] Θ ≤ 0,10
1 34,3 250 7,04 0,088 Soddisfatta
78
5.2 Progetto e verifica del CBF 5x2
Massa sismica
Piano
[kN] [kg] [tn]
1 250,0 25484 25
2 250,0 25484 25
79
5.2.1 CBF 5X2, PGA=0,15 g
5.2.1.1 Fattore di comportamento q=1
Tabella 31 Analisi statica lineare - CBF 5X2 q=1 PGA=0,15
C1 T1 Se(T1) Sd(T1) W λ δ Fb
[-] [s] [m/s2] [g] [m/s2] [g] [kN] [-] [-] [kN]
0,05 0,21 5,06 0,51 4,23 0,43 56065 0,85 1,15 232
Tabella 32. Distribuzione delle forze per l’analisi statica – CBF 5X2 q=1 PGA=0,15
Piano zi mi Fi Vi
[-] [m] [kg] [kN] [kN]
1 3,5 25484 152 232
2 3,2 25484 80 152
Tabella 34. Verifica allo stato limite di danno – CBF 5X2 q=1 PGA=0,15
ass q*ass q*rel ν rel*q*ν/h Limite
Piano Verifica
[mm] [mm] [mm] [-] [mm] 0,01*h
80
Tabella 35. Verifica effetti del secondo ordine – CBF 5X2 q=1 PGA=0,15
V Ptot δr θ Verifica
Piano
[kN] [kN] [mm] [-] Θ ≤ 0,10
1 152 500 10,61 0,00 Soddisfatta
2 80 250 22,15 0,011 Soddisfatta
C1 T1 Se(T1) Sd(T1) W λ δ Fb
[-] [s] [m/s2] [g] [m/s2] [g] [kN] [-] [-] [kN]
0,05 0,21 5,06 0,51 0,71 0,071 56065 0,85 1,15 39
Tabella 37. Distribuzione delle forze per l’analisi statica – CBF 5X2 q=6 PGA=0,15
Piano zi mi Fi Vi
[-] [m] [kg] [kN] [kN]
1 3,5 25484 13 39
2 3,2 25484 25 25
Tabella 39. Verifica allo stato limite di danno – CBF 5X2 q=6 PGA=0,15
ass q*ass q*rel ν rel*q*ν/h Limite
Piano Verifica
[mm] [mm] [mm] [-] [mm] 0,01*h
81
Tabella 40. Verifica effetti del secondo ordine – CBF 5X2 q=6 PGA=0,15
V Ptot δr θ Verifica
Piano
[kN] [kN] [mm] [-] Θ ≤ 0,10
1 39 500 25,2 0,093 Soddisfatta
2 25 250 60,9 0,188 NON Soddisfatta
Poiché la verifica sugli effetti del secondo ordine non risulta soddisfatta, si
segue la procedura esposta al paragrafo 5.1.1.2. In questo caso essendo la
struttura a 2 piani, per il calcolo del fattore amplificativo si considera il
valore di θ maggiore:
f
1,23
Tabella 42. Distribuzione delle forze per l’analisi statica – CBF 5X2 q=1 PGA=0,35
Piano zi mi Fi Vi
[-] [m] [kg] [kN] [kN]
1 3,5 25484 355 541
2 3,2 25484 186 355
82
Tabella 43. Profili di progetto – CBF 5X2 q=61PGA=0,35
Piano Travi Colonne Diagonali
1 IPE300 h=150mm; s=6 mm b=165mm; t=15mm
2 IPE300 h=150mm; s=6 mm b=105mm; t=15mm
Tabella 44. Verifica allo stato limite di danno – CBF 5X2 q=1 PGA=0,35
ass q*ass q*rel ν rel*q*ν/h Limite
Piano Verifica
[mm] [mm] [mm] [-] [mm] 0,01*h
Tabella 45. Verifica effetti del secondo ordine – CBF 5X2 q=1 PGA=0,35
V Ptot δr θ Verifica
Piano
[kN] [kN] [mm] [-] Θ ≤ 0,10
1 541 500 11,52 0,003 Soddisfatta
2 355 250 26,62 0,006 Soddisfatta
Tabella 47. Distribuzione delle forze per l’analisi statica – CBF 5X2 q=6 PGA=0,35
Piano zi mi Fi Vi
[-] [m] [kg] [kN] [kN]
1 3,5 25484 31 91
2 3,2 25484 59 34
83
Tabella 48. Profili di progetto – CBF 5X2 q=6 PGA=0,35
Piano Travi Colonne Diagonali
1 IPE270 h=100mm; s=6 mm Φ 30
2 IPE270 h=100mm; s=6 mm Φ 24
Tabella 49. Verifica allo stato limite di danno – CBF 5X2 q=6 PGA=0,35
ass q*ass q*rel ν rel*q*ν/h Limite
Piano Verifica
[mm] [mm] [mm] [-] [mm] 0,01*h
Tabella 50. Verifica effetti del secondo ordine – CBF 5X2 q=6 PGA=0,35
V Ptot δr θ Verifica
Piano
[kN] [kN] [mm] [-] Θ ≤ 0,10
1 90,16 500 42,36 0,067 Soddisfatta
2 59,23 250 85,68 0,113 Non Soddisfatta
Poiché la verifica sugli effetti del secondo ordine non risulta soddisfatta, si
segue la procedura esposta al paragrafo 5.1.1.2. In questo caso essendo la
struttura a 2 piani, per il calcolo del fattore amplificativo si considera il
valore di θ maggiore:
f
1,13
84
5.2 Dimensionamento dello smorzatore in schiuma di
alluminio
85
Tabella 53. Caratteristiche geometriche del dissipatore CBF-5X1-PGA=0,15 (2)
Cuneo superiore Cuneo inferiore Bearing Plate
BC DC HC bw tw1 BW DW HW t dbr Lbr Wbr
mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm
26 39 25 15 10 35 130 75 10 64 241 75
Tabella 54. Sforzo normale e sforzo normale amplificato nella diagonale CBF-5X1-PGA=0,35
Nsd [kN] Nmax [kN]
41,5 62,0
86
5.2.3 Caso CBF 5x2, PGA=0,15g
Tabella 57.Sforzo normale e sforzo normale amplificato nella diagonale CBF-5X2-PGA=0,15
87
5.3.4 Caso CBF 5x2, PGA=0,35g
Tabella 60.Sforzo normale e sforzo normale amplificato nella diagonale CBF-5X2-PGA=0,35
Piano Nsd [kN] Nmax [kN]
1 110,0 165,0
2 80,0 120,0
88
6. Modellazione non lineare dei telai
6.1 Cenni di analisi non lineare
In alcuni casi, come in luogo di forti terremoti, accade che le ipotesi lineari
sono molto distanti dalla realtà fornendo dei risultati non congruenti e
fuorvianti. Per portare in conto il comportamento anelastico delle strutture
è necessario adottare fattori di riduzione o di comportamento, come è stato
discusso nei capitoli precedenti. Tuttavia, il ruolo e l'uso dell'analisi non
lineare nella progettazione sismica è fondamentale per determinare il
comportamento realistico delle strutture, poiché questo tipo di analisi
fornisce i mezzi per calcolare la risposta strutturale oltre l'intervallo elastico,
includendo anche il deterioramento della resistenza e della rigidezza
associato al comportamento anelastico dei materiali e a grandi spostamenti
(Elettore, 2021).
89
schematizzazione della plasticità. Infatti, essa può essere considerata
distribuita lungo l'elemento o concentrata in una sezione trasversale dello
stesso.
Nella Figura 6.1 sono raffigurati cinque modelli idealizzati che simulano la
risposta anelastica di elementi strutturali, come travi e colonne.
La scelta tra i vari modelli da utilizzare è determinata dal tipo di analisi, dal
comportamento atteso e dalle assunzioni fatte nel tipo di modello proposto.
In generale, gli approcci basati sulla plasticità concentrata sono
comunemente utilizzati e generalmente preferiti a quelli distribuiti, in
quanto più efficienti e meno dispendiosi in termini di tempo (Elettore,
2021).
91
comportamento non lineare degli elementi del telaio utilizzando il concetto
di plasticità distribuita.
Per considerare correttamente il comportamento a taglio di colonne, travi e
controventi, la capacità plastica di taglio della sezione (VR=Av * fy, dove Av
indica l'area di taglio della sezione) è stata inclusa nelle proprietà della
sezione utilizzando la funzione aggregatore di sezioni (section aggregator) di
OpenSees. Il materiale utilizzato per queste componenti è lo Steel02.
Leaning Column
Per tenere conto degli effetti P-delta, nel modello strutturale è stata inserita
un'ulteriore colonna appoggiata utilizzando gli elementi
"elasticBeamColumn" forniti da OpenSees. Come indicato da Ahmadi (O.
Ahmadi, 2018) questa colonna deve essere rappresentativa di tutte le
colonne a gravità appartenenti all'area di influenza del sistema antisismico.
La colonna deve essere vincolata alla base e continua lungo l'altezza, oltre a
essere caratterizzata da una rigidezza flessionale e assiale pari alla somma
delle rigidezze flessionali e assiali delle colonne a gravità che rappresenta. La
colonna appoggiata è vincolata ad avere lo stesso spostamento laterale della
colonna adiacente del telaio controventato ad ogni livello di piano. Ciò si
ottiene utilizzando travi di collegamento rigide (truss element) con estremità
vincolate ad ogni livello di piano tra il telaio controventato e la colonna
appoggiata.
92
Elemento zero lenght: Two Nodes Link
L’elemento zero lenght viene utilizzato sia per rappresentare il collegamento
(Hook) tra la diagonale e il nodo trave-colonna, che lavora essenzialmente
nella direzione della diagonale, sia per rappresentare il Damper. La
differenza sostanziale risiede nel materiale utilizzato. Per quanto riguarda il
collegamento Hook, nel caso di struttura tradizionale con q=1, viene
utilizzato il materiale Elastic PPGap (Elastic-Perfectly Plastic Gap Material) utile
a costruire un oggetto uniassiale elastico perfettamente plastico con gap
inziale. Mentre nel caso con fattore di struttura q=6 viene utilizzato un
materiale Elastic perfectly plastic. Il comportamento dei materialI è riportato di
seguito:
93
Figura 6.3 Elastic Perfectly Plastic Material (Wiki creation, 2012)
95
7. Risultati analisi statica non lineare (Pushover)
L’analisi pushover o analisi di spinta (letteralmente pushover significa
“spingere oltre”) è una procedura statica non lineare impiegata per
determinare il comportamento di una struttura a fronte di una determinata
azione (forza o spostamento) applicata. Essa consiste nello “spingere” la
struttura fino a che questa collassa o un parametro di controllo di
deformazione non raggiunge un valore limite prefissato. I carichi che
vengono applicati sono quelli gravitazionali e le forze orizzontali in
corrispondenza di ciascun impalcato in direzione dell’azione sismica
considerata. Le forze orizzontali vengono scalate in modo da far crescere
monotonamente lo spostamento di un punto di controllo che generalmente
coincide con il centro di massa dell’ultimo impalcato. La risultante delle
forze orizzontali rappresenta il taglio alla base, definito dalle NTC2018
come Fb.
Per quanto detto, sono state eseguite analisi pushover, attraverso le quali si
sono ottenute dei legami forza spostamento, al fine di validare il modello
utilizzato nell’analisi statica lineare implementato sul software Sap2000v14.
Allo scopo suddetto sono stati costruiti i modelli delle singole strutture con
il software OpenSees, per ogni caso trattato nel presente studio, quindi
telaio con controventi concentrici tradizionale, e lo stesso telaio, con
l’aggiunta dello smorzatore dissipativo in schiuma di alluminio, al variare
della PGA. Questi modelli strutturali sono stati caratterizzati con i materiali
definiti nel paragrafo precedente 6.3.1, e sono stati assoggettati ai carichi
derivanti dall’analisi dei carichi inizialmente svolta, e alle azioni orizzontali
96
risultanti dal calcolo delle azioni sismiche. L’analisi pushover è stata
sviluppata con l’ausilio del software Matlab.
97
7.1 Risultati Pushover: CBF 5x1, q1, PGA=0,15g
Tabella 64 Confronto periodo fondamentale di vibrazione Opensees – Sap (5x1, q=1, PGA=0,15g)
T_open T_SAP Var %
0,2525 s 0,2548 s 0,9 %
98
7.2 Risultati Pushover: CBF 5x1, q6, PGA=0,15g
Tabella 65 Confronto taglio alla base Opensees – SAP (5x1, q=6, PGA=0,15g)
Vb_Open Vb_SAP Var % K_Open K_SAP Var %
Tabella 66 Confronto periodo fondamentale di vibrazione Opensees – Sap (5x1, q=6 PGA=0,15g)
99
7.3 Risultati Pushover: CBF 5x2, q1, PGA=0,15g
Tabella 67 Confronto taglio alla base Opensees – SAP (5x2, q=6, PGA=0,15g)
Vb_Open Vb_SAP Var % K_Open K_SAP Var %
Tabella 68 Confronto periodo fondamentale di vibrazione Opensees – Sap (5x2, q=1 PGA=0,15g)
T_open T_SAP Var %
0,292 s 0,306 s 4,7 %
100
7.4 Risultati Pushover: CBF 5x2, q6, PGA=0,15g
Tabella 69 Confronto taglio alla base Opensees – SAP (5x2, q=6, PGA=0,15g)
Vb_Open Vb_SAP Var % K_Open K_SAP Var %
Tabella 70 Confronto periodo fondamentale di vibrazione Opensees – Sap (5x2, q=6 PGA=0,15g)
T_open T_SAP Var %
0,483 s 0,502 s 3,9 %
101
8. Analisi dinamica incrementale
L'analisi dinamica incrementale (IDA) è un'analisi parametrica che consente
di stimare con precisione le prestazioni di una struttura soggetta a carichi
sismici, attraverso un'analisi dinamica non lineare multipla. In quest’ultima
l'input sismico viene scalato a diversi livelli di intensità con l'obiettivo di
studiare il comportamento strutturale dall'elasticità al collasso.
Per eseguire un'analisi IDA, è necessario definire i seguenti parametri:
Fattore di scala (λ), è uno scalare non negativo che, moltiplicato per
tutti i termini dell’accelerogramma base, consente di ottenere un
accelerogramma scalato (a) con un nuovo valore massimo di
accelerazione di picco. a = x a.
Misura di intensità (IM), ovvero un parametro non negativo che
misura l'intensità dell'input sismico. Nel caso di questo progetto, il
parametro di misura dell'intensità scelto è l'accelerazione spettrale
corrispondente al primo periodo di vibrazione (T1);
Misura del danno (DM), che è un parametro che misura l'entità del
danno, è legato alla risposta della struttura per una data
sollecitazione sismica. Nel nostro caso, il danno è stato quantificato
attraverso la misura delle spostamenti di interpiano (spostamenti di
interpiano residui).
102
selezione di una serie di registrazioni accelerometriche da utilizzare
come input sismico, al fine di tenere conto della variabilità da
registrazione a registrazione;
esecuzione delle analisi dinamiche per ogni record accelerometrico,
incrementato a livelli di intensità crescenti attraverso il fattore di
scala λ;
post-elaborazione dei risultati.
103
e inferiore nell'intervallo definito da [0, 2T1; 2T_1 ] sono rispettivamente del
30% e del 25%.
𝑎𝑐𝑐𝐼𝑀
𝑎𝑐𝑐 = 𝜆
𝑆𝑎 (𝑇1 )[𝑔]
104
Figura 8.1 Procedura di normalizzazione di un set di accelerogrammi
105
Un valore di spostamento residuo di interpiano (θ_res) a ciascun
livello di piano;
Un valore di spostamento di picco interpiano (θ_peak) per ogni livello
di piano;
Ogni singolo valore di questi parametri può essere ottenuto per ogni livello
di intensità sismica e accelerogramma, appartenenti all'insieme di 30
registrazioni del moto del suolo. Con questi dati, le curve IDA sono state
sviluppate rappresentando i valori massimi dei parametri θ_res, θ_peak,
ottenuti a ciascun livello di piano. Questi valori massimi sono indicati
rispettivamente con θ_(max-res), θ_(max-peak), θ_(p,max- res) e θ_(p,max-
peak).
Per tenere conto della variabilità dei dati in uscita indotta dalle registrazioni
accelerometriche, questi valori sono stati successivamente sintetizzati
attraverso il calcolo di frattili al 16%, 50% e 84%.
106
Bibliografia
Ashby, M., Evans, A., Fleck, N., Gibson, L., Hutchinson, J., & Wadley, H.
(2000). Metal Foams: A design Guide. Butterworth.
Boomsma, K., Poulikakos, D., & Zwick, F. (2003). Metal foams as compact
high-performance heat exchangers, Mechanics of Materials (Vol. 35).
Ferrante Cavallaro, G., Francavilla, A., Latour, M., Piluso, V., & Rizzano,
G. (2017). Experimental behaviour of innovative thermal spray
coating. Compisites Part B: Engineering Volume 115, 289-299.
Latour, M., Rizzano, G., D'Aniello, M., R., L., & N., B. (2019). Flexural
behaviour of double skin composite steel-aluminium foam.
108