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MANUALE: MAN-PT-004
TITOLO
MANUALE DEI LIQUIDI PENETRANTI
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Manuale dei Liquidi Penetranti
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CAP. 1 - INTRODUZI0NE
1.1 SCOPO
Scopo di questo manuale è fornire gli elementi fondamentali di conoscenza richiesti per il con-
trollo a liquidi penetranti atti a garantire la qualità delle prove e preparare il personale da adi-
bire alle stesse.
Cercherà, di fornire inoltre tutti quei suggerimenti per la scelta della tecnica o combinazione di
tecniche di esame che possano assicurare la qualità del prodotto, anche in ordine alla interpre-
tazione, valutazione dei risultati atte a prendere opportune decisioni sull'accettabilità dei pezzi
esaminati o sull'opportunità, in casi dubbi, di ripetere il controllo con altri metodi di indagine.
1.2 APPLICAZIONI INDUSTRIALI DEGLI ESAMI A LIQUIDI PENETRANTI
Date le caratteristiche generali delle prove a liquidi penetranti queste possono essere usate su
una grande quantità di
prodotti sia metallici che non metallici quali saldature, fusioni, forgiati, plastiche, ceramiche
etc. per l'individuazio ne di discontinuità superficiali anche in considerazione della forte econo-
micità della prova.
1.3 PERSONALE
Anche se a detta dei più, la tecnica a liquidi penetranti sembra di semplice e facile esecuzione
è necessario, anzi indispensabile che il personale responsabile delle prove sia adeguatamente
preparato sia sulle tecniche che sui materiali, sulle procedure e sui particolari da controllare e
qualifica to in funzione dell'assicurazione qualità.
1.4 CRITERI DI ESAME
Quando specificatamente richiesto, ogni particolare costituente un insieme di costruzione deve
essere sottoposto a control li nondistruttivi, secondo la tecnica precisata e più confacente alle
caratteristiche meccaniche, strutturali e funziona li del particolare stesso.
La tecnica scelta ed il tempo della sua applicazione è di fondamentale importanza ai fini di una
accurata selezione che può incidere notevolmente sul costo di produzione.
1.5 PROCEDURE DI ESAME
Le procedure di esame applicate negli esami a liquidi penetranti sono formulate sulla base del-
l'analisi di prove, esperienze di laboratorio su particolari similari ed informazioni idonee ricava-
te da discontinuità corrispondenti.
E' responsabilità del personale che conduce o controlla le prove, assicurarsi che dette procedu-
re siano accuratamente ed adeguatamente applicate e che l'analisi obbiettiva sia accurata e
completa.
1.6 OBIETTIVO DELL'ESAME
Obbiettivo delle prove con liquidi penetranti è di assicurare l'idoneità del prodotto, ad esplicare
le funzioni per il quale è stato progettato, provvedendo a ciò a mezzo di:
a) ottenimento di una immagine visiva relativa alla discontinuità sulla superficie del pezzo in
esame.
b) conoscenza della natura della discontinuità senza distruggere il pezzo.
c) separazione dei pezzi accettabili da quelli non accettabili in accordo con predeterminati
standard.
Nessuno esame è completo se non viene eseguita una valutazione dei risultati e la scelta delle
procedure e la valutazione dei risultati delle prove richiede la conoscenza degli obbiettivi degli
esami.
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CAP. 2 - PRINCIPI
Le prove con liquidi penetranti sono un mezzo non distruttivo atto a localizzare e determinare
la gravità di discontinuità superficiale nei materiali.
Esse sono basate sulla CAPILLARITÀ.
Capillarità od attrazione capillare è l'azione per la quale la superficie di un liquido che è a con-
tatto con un solido è alzata od abbassata.
I materiali, processie procedure usate nelle prove a liquidi penetranti sono studiate per facilita-
re la capillarità e per rendere i risultati di tale azione visibile ed interpretabili.
2.1 PRINCIPI FISICI
2.1.1 Generali
Il fenomeno dell'azione capillare è una delle più importanti forze della natura. L'entità e
l'estensione dell'azione asso ciata con la capillarità dipendono da diversi fattori quali la
forza di coesione e di adesione, dalla tensione superficia le e, anche se su misura mino-
re, dalla viscosità.
La tensione superficiale è provocata dalle forze di coesione tra le molecole di un liquido.
Un esempio dell'influenza della tensione superficiale è la tendenza di un liquido libero,
ad esempio una goccia di acqua ad assumere la forma specifica. In questa goccia la
tensione superficiale è controbilanciata dalla pressione idrostatica interna del liquido.
Quando il liquido viene a contatto con la superficie di un solido, la forza di coesione re-
sponsabile della tensione superficiale viene in contrasto con la forza di adesione fra le
molecole del liquido e la superficie del solido.
La componente delle due forze determina un angolo di contatto atra, liquido e superfi-
cie. Se l'angolo Q è minore di 90° si dice che il liquido bagna la superficie e che ha una
buona qualità bagnante; se invece l'angolo θ è uguale o maggiore di 90°, la qualità ba-
gnante è ritenuta scarsa. Connessa alle qua lità bagnanti di un liquido è quindi il feno-
meno della capillarità che si può osservare immergendo una cannuccia in un liquido: se
il liquido è bagnante (θ minore di 90°) all'inter no del tubo si forma un menisco concavo
ed il liquido sale nel tubo fino ad un livello superiore a quello circostante;
se θ è uguale a 90° non si ha alcun menisco ed il livello del liquido è uguale a quello cir-
costante; infine se θ è maggiore di 90° si avrà. all'interno del tubo un menisco convesso
ed il livello sarà inferiore a quello circostante (ved. fig. 2.1).
L'altezza alla quale il liquido sale nel tubo è direttamen te proporzionale alla tensione
superficiale del liquido ed al cos. dell'angolo θ di contatto ed inversamente propor-
zionale alla densità del liquido ed al raggio del tubo. Inoltre se il tubo fosse chiuso, si
avrebbe sempre, nel ca so di liquido bagnante un dislivello fra liquido entro e fuori il tu-
bo stesso, ma di entità inferiore, in quanto in terverrebbe la pressione del gas o vapore
che viene compres sa nella parte superiore del tubo.
Il fenomeno della capillarità può essere osservato quando una cannuccia di plastica è
immersa in un bicchiere di acqua. Le molecole dell'acqua entrano nella cannuccia e co-
min ciano ad attrarre altre molecole vicine che spingono le pre cedenti dentro la can-
nuccia per coesione. Questo processo continua ed il livello dell'acqua sale sempre di più.
L'acqua continua a salire fino a che la spinta eguaglia la tensione superficiale, mentre la
forza di coesione non consen te all'acqua di scendere dentro la cannuccia.
L'azione capillare così come e applicata nelle prove non distruttive è talvolta più com-
plessa date le diverse e varie con dizioni superficiali o azioni collaterali incontrate.
I liquidi penetranti usati nelle prove hanno una bassa tensione superficiale ed un alta
azione capillare.
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La viscosità del liquido non è fattore determinante il livello dello stesso nel tubo capilla-
re e quindi sulla sua capacità di penetrazione, peraltro influenzando il tempo di flusso e
di penetrazione la scelta è orientata verso liquido a bassa viscosítà.
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Ad esempio la norma ASTM E165 usa le seguenti classificazioni: Metodo A = liquidi penetranti
fluorescenti .
Metodo B = liquidi penetranti visibili
Tipo 1 = processo con liquidi diluibili in acqua
Tipo 2 = processo con liquidi postemulsionabilì
Tipo 3 = processo con liquidi rinnovabili con solventi
e quindi l'indicazione delle diverse procedure assumerà la forma A-2 oppure B-1 etc. dove nel
primo caso si intende l'uso di liquidi penetranti fluorescenti post-emulsionabili ed il secondo l'u-
so di liquidi penetranti colorati diluibili in acqua. Nel prosieguo del nostro manuale peraltro
continueremo ad identificare le procedure come inizialmente indicato.
2.5 Selezione dei processi di prova
La selezione di un adatto tipo e processo di una particolare prova a liquidi penetranti dipende
dalla sensibilità richiesta, dal numero dei pezzi da esaminare, dalle condizioni superficiali del
materiale da esaminare, dalla configura zione geometrica dei pezzi e della disponibilità di ac-
qua, luce, aria compressa, adeguate aree di prova etc.
2.6 Affidabilità delle prove
Le prove con liquidi penetranti sono capaci di localizzare solo discontinuità aperte in superficie
in pezzi costruiti con materiale non poroso.
Con le prove a liquidi penetranti perciò possono essere individuate discontinuità quali cricche,
porosità, e difetti passanti.
In ordine alla loro natura possono essere: cricche di fatica, spugnosità di ritiro, strap-
pi,abrasioni, cricche da trattamento termico, giunti non fusi, ricalcature di forgiatura, bruciatu-
re come pure incompleta fusione di due lembi. Le prove con liquidi penetranti possono essere
eseguite con successo sui metalli quali alluminio, magnesio, bronzo, rame, ghisa, acciaio, ac-
ciaio inox, titanio e molte leghe non metalliche. Essi possono pure essere usati per la prova di
altri materiali inclusi plastica, ceramica, gomma fusa, prodotti sinterizzati o vetro.
Dato che alcuni materiali plastici e gomma sintetica possono essere realizzati a base di oli,
prima dell'esecuzione delle prove effettive vanno effettuate prove su alcuni campioni di detti
materiali per assicurarsi che i liquidi penetranti usa ti non li danneggino.
2.7 Limitazioni
La principale limitazione delle prove con liquidi penetranti e come già detto che essi possono
evidenziare solo quelle discontinuità aperte in superficie.
Un ulteriore limitazione è la non idoneità di tali prove su materiali con superfici porose.
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possono agire in un lasso di tempo che va dai pochi secondi a qualche minuto, in fun-
zione della loro viscosità: più essa è alta più lenta è la sua azione. Inoltre quelli a base
d'olio agiscono per diffusione entro il penetrante mentre quelli a base d'acqua (con con-
centrazioni dal
al 50% per le tecniche ad immersione e del 0,05 al 5% per le tecniche a spruzzatura
hanno un azione di rimozione dovuta principalmente al getto o all'agitazione della mi-
scela ed alla successiva azione detergente.
3.1.6 Solventi di rimozione
I solventi di rimozione sono studiati in unione con i specifici penetranti. Essi sono dispo-
nibili sia in bombole spray che sciolti in fusti, e possono essere a base di alogeni, e
quindi înfiammabili o no.
3.1.7 Sviluppatore
Come già visto gli sviluppatori possono essere di tre tipi: a secco, liquido e non acquoso
(a base di alcool).
Ogni sviluppatore va scelto in funzione del tipo di penetrante usato.
Caratteristiche generali di un buon sviluppatore sono le seguenti: (anche se è difficile
che tutte siano presenti al massimo grado).
- Deve essere molto assorbente.
- Deve avere una granulosità molto fine in modo da dare indicazione della massima de-
finizione.
- Deve effettivamente essere capace di dare un colore di fondo uniforme e molto con-
trastante con quello del penetrante.
- Deve essere di facile applicazione.
- Deve essere facilmente bagnabile da parte del penetrante.
- Non deve essere fluorescente (se usato in unione a liquidi penetranti fluorescenti).
- Deve poter essere rimosso facilmente alla fine dell'esame.
- Non deve contenere ingredienti dannosi per le parti ispezionate o per le apparecchia-
ture.
- Non deve contenere ingredienti pericolosi o tossici per l'operatore.
a. Sviluppatori a secco
Esso è una polvere soffice ed assorbente solitamente bianca che ha la funzione di
assorbire e concentrare in superficie le indicazioni del penetrante in modo da
renderle ben visibili.
Esso viene usato con penetranti fluorescenti e raramente con quelli colorati.
Caratteristiche particolari degli sviluppatori a secco sono:
- non devono essere idroscopici
- non devono essere eccessivamente "sospendibili" nell'aria in modo da produrre
un atmosfera polverosa.
- non devono contenere polvere di silicio.
b. Sviluppatore liquido (in sospensione acquosa)
Lo sviluppatore liquido ha la stessa funzione di quello a secco.
E' una miscela di polvere sviluppatrice ed acqua nelle proporzioni consigliate dal
fornitore.
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Questo tipo può essere usato sia con penetranti fluorescenti che colorati.
In genere essi contengono in sospensione diversi agenti con la funzione di:
- agevolare la diffusione della polvere nell'acqua.
- ritardare la coagulazione.
- prevenire o ritardare l'effetto corrosivo sui pezzi esaminati.
- assicurare la facile rimozione.
- aumentare la azione bagnante.
- l'acqua di diluizione deve avere un PH tendenzialmente alcalino (se acido ridur-
rebbe la brillantezza della fluorescenza).
Esistono anche degli sviluppatori diluibili in acqua che sono di più facile applica-
zione, mantenimento e rimozione ma meno sensibili di quelli in sospensione
(specie perchè hanno una sia pur bassa fluorescenza).
c. Sviluppatore non acquoso (a base alcolica)
Lo sviluppatore non acquoso è definito dal suo stesso nome.
Esso differisce dal precedente in quanto la polvere sviluppatrice è miscelata con
un liquido solvente a rapida essicazione.
Il liquido più usato è l'alcool, e in misura inferiore a base di cloro. Quest'ultimo
ha il pregio di non essere infiammabile ma il grande difetto di essere tossico e
pertanto il più delle volta viene proibito.
Viene usato sia con penetranti colorati che fluorescenti. d.
d) Sviluppatori pelabili
Esistono altresì speciali tipi di sviluppatori che essicando formano sulla superficie
del pezzo una sottile pellicola abbastanza resistente che può essere staccata ed
utilizzata come documento della discontinuità rilevata.
3.1.8 Materiali compatibili con l'ossigeno liquido o gassoso.
I materiali per le prove con liquidi penetranti da usare su pezzi che, quando messi in
opera, sono a contatto con ossigeno, sia esso liquido che gassoso, sono specificatamen-
te studiati per essere compatibili con tale elemento.
Questi materíali devono essere inerti quando siano o in presenza o combinati con ossi-
geno liquido o gassoso.
Come si vede nella tabella 3.1 questi materiali possono essere sia del tipo fluorescente
che visibile.
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Questa procedura è usata specie per grossi pezzi oppure per un controllo in automa-
tico in cui i pezzi passano in una cabina nella quale si è creata una atmosfera satura
di sviluppatore.
Gli sviluppatori liquidi e non-acquosi sono in genere contenuti in vasche simili a
quelle del penetrante e dell'emulsificatore, utilizzate per l'immersione del pezzo, che
dovrà essere messo poi a sgocciolare.
Anche in questo caso si può usare l'applicazione a spruzzo, con accorgimenti simili a
quelli usati per il penetrante e 1'emulsificatore.
Negli sviluppatori liquidi e non-acquosi deve prevedersi anche la necessità dì agita-
zione del materiale che può essere realizzata a mezzo di agitatori meccanici o pom-
pe di ricircolo.
h. Stazione per l'ispezione.
E' semplicemente un tavolo di lavoro adeguatamente dimensionato e illuminato.
Nel caso di penetranti fluorescenti l'illuminazione è data da una batteria di lampade
a luce nera e la zona deve essere oscurata (con tende ed aereata per eliminare il
calore delle lampade.
Nel caso di penetranti colorati questo oscuramento non è necessario.
Quando il pezzo è molto grande e non spostabile si deve creare una cabina mobile
che possa contenere il pezzo da esaminare od almeno una parte di questo.
Nei controlli in automatico, si devono prevedere dei banchi rotanti.
i. Stazione di lavaggio finale.
Le operazioni di lavaggio finale, come quelle pre-prove possono trovarsi in commer-
cio e vanno scelte secondo necessità.
In genere acqua (o vapore) o macchine lavatrici detergenti sono probabilmente le
apparecchiature più indicate per questa operazione.
Si veda al par. 4.1. le procedure da seguire e relative apparecchiature.
3.2.3 Apparecchiature ausiliarie
Per gli scopi di questo manuale, per apparecchiatura ausiliaria si intende quell'attrezza-
tura situata alle diverse stazioni del processo (oltre le stazioni di pre e post-lavaggio)
utili per una accurata esecuzione degli esami con liquidi penetranti.
Le sottoelencate apparecchiature ausiliarie in certuni casi possono essere fissate ad una
delle stazioni del processo.
a. Pompe.
Diverse pompe installate alle stazioni del penetrante, emulsificatore, lavaggio e svi-
luppo sono usate per agitare le soluzioni, drenare i liquidi entro le vasche per il loro
riuso, e per alimentare gli spruzzatori.
b. Spruzzatori per liquidi.
Sono usati alle stazioni di penetrante, emulsificatore, lavaggio e sviluppo. Ciò riduce
notevolmente i tempi di esecuzione delle prove permettendo una rapida applicazione
dei diversi liquidi, quando non è prevista o possibile la tecnica ad immersione.
c. Illuminazione.
Luci bianche o fluorescenti (luci nere sono installate in un numero sufficiente per
una adeguata e corretta illuminazione di tutte le stazioni.
Quando si usano liquidi fluorescenti lampade a luce nera sono istallate alle stazioni
di lavaggio ispezione e di lavaggio pre e post-esame.
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d. Orologio.
Uno o più orologi a 60' con allarme sono usati per controllare i cicli di penetrazione,
emulsificazione, sviluppo ed asciugatura.
e. Termostati e termometri.
Questi accessori sono richiesti ed usati per controllare la temperatura dei forni di a-
sciugatura e quella dei liquidi penetranti.
f. Aspiratori.
Quando gli esami sono eseguiti in ambienti chiusi vengono usati degli aspiratori per
facilitare la rimozione dei fumi e della polvere provocata dagli sviluppatori a secco.
g. Spruzzatori per polveri.
Sono del tipo ad aria o manuali ed usati per applicare lo sviluppatore in polvere in
alternativa alla tecnica ad immersione o quando l'applicazione è eseguita in una zo-
na lontana dalle apparecchiature fisse.
h. Idrometro.
Gli idrometri usati nelle prove con liquidi penetranti sono del tipo a galleggiante.
Sono usati per misurare la densità dello sviluppatore liquido.
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La pulizia detergente è più efficace quando è possibile eseguirla con un processo a caldo
entro macchine lavatrici, o ad ultrasuoni Benchè possa essere eseguita anche per stro-
finio.
Dopo la pulizia con detergente il pezzo andrà accuratamente sciacquato ed asciugato.
Il processo di asciugatura deve avere una durata sufficiente ad eliminare tutto l'agente
pulitore dalla discontinuità. Questa tecnica è molto valida per la eliminazione di residui
di olio e grasso specie in pezzi di piccola e media dimensio ne.
4.1.3 Vapori sgrassanti.
L'uso di vapori sgrassanti è il mezzo più idoneo e più efficace per la pulizia pre-esame.
Questo procedimento non solo pulisce completamente il pezzo ma lo scalda in modo che
dopo la pulizia nessun elemento rimane nella discontinuità.
L'uso di vapori sgrassanti è il metodo da preferire ogni qualvolta esso sia praticabile.
La sola precauzione richiesta con tale metodo di pulizia è quella di utilizzare materiali
sgrassanti che non siano dannosi al pezzo da esaminare.
Dato che vengono normalmente impiegati solventi clorurati questa tecnica non è adatta
alla pulizia di leghe di Titanio. E' adatto per eliminare tracce di olio e di grasso.
4.1.4 Pulizia a getto di vapore o di acqua.
E' il metodo di pulizia usualmente impiegato per la pulizia di grossi pezzi o porzioni di
essi, dove i metodi a vapori sgrassanti o lavaggio con detergenti non sono possibili. L'a-
zione combinata del vapore (o dell'acqua) e della pressione può servire ad eliminare
dalla superficie del pezzo anche incrostazioni non eccessivamente resistenti, anche se
non garantisce la completa eliminazione di contaminanti non solubili.
Come tutti i processi che utilizzano l'acqua il pezzo deve essere accuratamente e com-
pletamente asciugato dopo l'operazione.
4.1.5 Rimozione di ruggine e incrostazioni superficiali.
Per rimuovere dalla superficie del pezzo ruggine e incrostazioni superficiali si possono
usare soluzioni acide od alcaline, soluzioni decappanti (acide) o spazzole meccaniche.
La spazzolatura deve essere eseguita esercitando una pressione minima per evitare di
chiudere le discontinuità o di riempirle con il materiale asportato-Le soluzioni disincro-
stanti vanno scelte in modo che esse non risultino corrosive per il pezzo in esame.
Indipendentemente dal. metodo adottato per l'eliminazione della ruggine e delle incro-
stazioni, il pezzo a processo ultimato, deve essere completamente lavato, pulito, asciu-
gato.
4.1.6 Rimozione della vernice.
Ogni metodo per la rimozione della verniche che non risulti pericoloso o dannoso per il
pezzo da esaminare è accettabile. Mezzi chimici quali solventi o sistemi a calore sono
preferibili a sistemi meccanici che potrebbero causare effetti negativi alla superficie del
pezzo da esaminare.
4.1.7 Attacco acido (decappaggio).
Attacchi acidi sono richiesti per quei pezzi che abbiano subito lavorazioni meccaniche
quali lisciature, molature, torniture o lavorazioni similari.
L'attacco acido viene eseguito sia con soluzioni acide che alcaline e che andranno suc-
cessivamente neutralizzate per eliminare tutti i residui di lavorazione.
Dopo la neutralizzazione ì pezzì vanno lavati con acqua ed asciugati o comunque puliti
in modo da rimuovere tutte le tracce dell'attacco e della neutralizzazione. Anche in que-
sto caso si deve valutare le caratteristiche del pezzo in esame per evitare spiacevoli in-
convenienti. Nel caso di acciai ad alta resistenza ad esempio si può correre il pericolo di
infragilìmento per idrogeno se non si provvede al massimo entro un ora dal decappag-
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tempo ìn cui il
Tutte le altre - - penetrante re- Tempo di sosta.
sta sul pezzo .
4.2.2 Spruzzatura
La spruzzatura del penetrante, quando essa viene compiuta in apparecchiature fisse,
presuppone in genere l'uso di manichette e spruzzatori attraverso i quali il penetrante
viene spinto per mezzo di una piccola pompa.
Il penetrante è indirizzato sul pezzo in modo che tutta l'area da esaminare ne venga co-
perta.
Nessuna particolare precauzione é richiesta se non quella di evitare spruzzi troppo vio-
lenti che possano sporcare e posto di lavoro ed operatori.
La spruzzatura può altresì essere eseguita a mezzo di bombole spray o spruzzatori ad
aria compressa su quei pezzi od apparecchi che per la loro dimensione, non potendo es-
sere portati presso apparecchiature fisse, devono essere controllati in campo.
Normalmente se la spruzzatura viene effettuata in locali chiusi si devono prevedere op-
portuni estrattori di vapori.
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TABELLA 4.2
TEMPI DI PENETRAZIONE (TIPICI) PER LIQUIDI PENETRANTI
MATERIALE
Estrusi e
Forgiati Ripiegature NR *** 10' 7'
Estrusi e
OTTONE
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La tabella 4.3 elenca i processi preferibili in funzione dei diversi problemi di prova con
penetranti.
4.7.2 Esami con penetranti fluorescenti diluibili in acqua (tipo I - Processo
A)
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TAB. 4.3
GUIDA ALLA SELEZIONE DEI PROCESSI
Tipo I e II
Consigliab.
Esami a spot C
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e. Applicazione dello sviluppatore: come visto l'applicazione dello sviluppatore deve es-
sere eseguita dopo l'es) sicazione nel caso di sviluppatori a secco o non-acquosi o
prima di questa se si usano sviluppatori liquidi.
1) Lo sviluppatore a secco è applicato al pezzo o per spruzzatura o per immersione
od utilizzando una morbida spazzola.
Nel caso di applicazione per immersione l'eccesso di sviluppatore viene rimosso
con leggero soffio d'aria, o per scuotimento.
2) Lo sviluppatore non-acquoso è applicato a spruzzo in modo da coprire con un
sottile strato tutta l'area in esame. Usando questo tipo di sviluppatore bisogna
por re attenzione che il pezzo sia freddo ad evitare uzìa rapida sua evaporazio-
ne.
3) Lo sviluppatore liquido viene applicato al pezzo così come questi arriva dall'ope-
razione di lavaggio sia per immersione che per spruzzatura, in modo da realiz-
zare un sottile strato uniforme sulla superficie del pezzo. Susseguentemente il
pezzo deve essere essicato come detto in precedenza.
Il tempo di sviluppo è di circa 10'. Un lungo tempo di sviluppo congiuntamente
ad una eccessiva quantità di penetrante assorbito dalla discontinuità potrebbe
provocare un'offuscamento della indicazione.
f. Ispezione.
Trascorso un tempo sufficiente allo sviluppatore per portare in superficie il penetran-
te della discontinuità il pezzo è pronto per l'ispezione visiva alla luce nera. L'interpre-
tazione delle varie indicazioni individuate durante l'ispezione è discussa al cap. 5 di
questo manuale. L'efficienza dell'operazione di ispezione è condizionata dalle variabili
dell'occhio umano. Queste variabili sono influenzate dalla perdita di percezione de-
terminata dalla stanchezza visiva della media delle persone e dal tempo richiesto
perchè l'iride dell'occhio si dilati al punto di consentire la massima visione nell'am-
biente oscurato dalla cabina dove la luminosità non deve superare i 32 lux.
Per la massima efficienza della visuale l'operazione deve:
1) Lasciare che l'occhio si abitui al buio entrando nella zona oscurata diversi minuti
prima di effettuare il controllo alla luce nera circa 5 minuti in inedia).
2) Evitare di guardare direttamente la sorgente di luce nera dato che il bulbo ocula-
re contiene un liquido che diventa fluorescente se colpito direttamente dalla lu-
ce nera.
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TAB. 4.4
CARATTERISTICHE DEI PENETRANTI FLUORESCENTI DILUIBILI IN ACQUA.
VANTAGGI SVANTAGGI
! La fluorescenza assicura la visibilità. ! Per l'ispezione richiede un'area oscurata e
luce nera.
! Facilmente lavabile con acqua.
! Non valido per la detenzione di graffi o
! Ottimo per forti quantitativi di pezzi
similari discontinuità superficiali.
! di piccole dimensioni.
! Non valido per un riesame del pezzo.
! Ottimo su superfici rugose.
! Non valido su superfici anodizzate.
! Ottimo in intagli e filetti.
! Sensibilità influenzata dagli acidi e
! Ottimo su un gran numero di disconti-
! cromati.
nuità.
! Facile possibilità di iperlavaggio.
! Veloce esecuzione.
! Penetrante soggetto a contaminazione con
! Relativamente poco costoso.
! acqua.
! Disponibile per l'esecuzione compatibile
con ossigeno.
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VANTAGGI SVANTAGGI
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TAB. 4.4
CARATTERISTICHE DEI PENETRANTI FLUORESCENTI DILUIBILI IN ACQUA.
VANTAGGI SVANTAGGI
! La fluorescenza assicura la visibili- ! Per l'ispezione richiede un'area oscu-
tà. rata
! Facilmente lavabile con acqua. ! e luce nera.
! Ottimo per forti quantitativi di ! Non valido per la detezione di graffi
pezzi di piccole dimensioni. o similari discontinuità superficiali.
! Ottimo su superfici rugose. . ! Non valido per un riesame del pezzo.
! Ottimo in intagli e filetti. ! Non valido su superfici anodizzate.
! Ottimo su un gran numero di di- ! Sensibilità influenzata dagli acidi e
scontinuità. ! cromati.
! Veloce esecuzione. . ! Facile possibilità di iperlavaggio.
! Relativamente poco costoso. . ! Penetrante soggetto a contaminazio-
! Disponibile per l'esecuzione com- ne con acqua.
patibile con ossigeno.
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Quando si usa invece del materiale sciolto, andranno seguite procedure preliminari co-
me descritte nei seguenti paragrafi. Dato che la contaminazione dei materiali compatibi-
li con l'ossigeno deve essere assolutamente evitata, ogni anche piccola quantità di mi-
scela deve essere preventivamente preparata.
a. Pulizia dei contenitori.
Gli accessori necessari per tale procedura, che andranno accuratamente lavati e
quindi sciacquati con acqua demineralizzata sono i seguenti:
n° 2 bottiglie di vetro di circa 2 litri.
n° 2 bottiglie di plastica di circa 1/4 di I. n° 1 recipiente graduato da 1 lt.
n° 1 secchio di plastica graduato della capacità di circa 10 lt.
n° 2 spazzole
b. Preparazione del penetrante.
In una bottiglia da 2 1. si miscelano 0,5 l. di penetrante prelevato dallo stock e 1,5
l. di acqua demineralizzata. Si agita vigorosamente con la bottiglia accuratamente
tappata. Si travasa quindi in una delle bottiglie di plastica da 1/4 di l. che verrà ac-
curatamente tappata.
Ogni bottiglia sarà marcata "LOX penetrante" e numerata.
c. Preparazione dello sviluppatore
Si versano lentamente 70 gr. di polvere nel secchio contenente 2 litri di acqua de-
mineralizzata mantenuta in agitazione dald'agitatore elettrico.
La graduazione del secchio serve appunto a misurare l'esatto volume di acqua.
L'agitazione deve essere mantenuta costante e controllata al fine di evitare la for-
mazione di schiuma. sulla soluzione.
Si riempie quindi la seconda bottiglia da 2 lt., la si tappa accuratamente e la si lascia
riposare per almeno 1 ora dopo di che si procede ad una ulteriore agitazione.
Si riempie quindi la seconda bottiglia di plastica da 1/4 di lt., la si tappa accurata-
mente e la si marca con la sigla "LOX" sviluppatore" e numerata.
d. Bottiglia di lavaggio.
Si riempie una bottiglia da 1/2 lt. di acqua demineralizzata che verrà accuratamente
tappata e marcata. "Acqua demineralizzata".
4.9.3 Procedure di lavoro
a. Applicazione del penetrante.
Il penetrante spillato dalla bottiglia da 1/4 di lt. viene applicato al pezzo con l'aiuto
della spazzola di materiale inorganico.
b. Tempo di sosta.
Il penetrante deve restare sulla superficie della saldatura per almeno 10' ma non più
di 20'.
c. Rimozione del penetrante.
Immediatamente dopo il tempo di sosta, l'eccesso di penetrante viene rimosso uti-
lizzando un panno imbetuto di acqua demineralizzata prelevata dall'apposita botti-
glia.
Il panno deve essere moderatamente imbevuto di acqua che non andrà mai versata
direttamente sulla saldatura.
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quelle che appaiono sulla superficie delle fusioni quale risultato di scarsa aderenza di in-
crostazioni e superfici rugose.
Tali indicazioni non-rilevanti andranno accuratamente segnalate dato che esse possono
interferire con una corretta interpretazione.
Le indicazioni non-rilevanti più comunemente rilevabili sono indicate in figura 5.2
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La fiamma del bruciatore o della torcia è regolata in modo che si arrivi alla citata tem-
perature in circa 4', quindi il blocco è immediatamente raffreddato immergendolo in ac-
qua fredda. (Ved. fig. 6.1)
La stessa operazione è quindi ripetuta sull'altra faccia della piastra.
Si esegue quindi nella direzione dei 150 mm. una incisione larga circa 1,5 mm. e pro-
fonda 1,5 mm. che passa per centro della zona interessata dal riscaldamento, su ambe-
due le faccie del blocco, così da formare due provini similari.
a. Preparazione per l'uso.
Prima dell'uso il blocco di alluminio deve essere accuratamente spazzolato con una
spazzola di setola e liquido solvente, e sgrassata con vapore sgrassante.
b. Preparazione per il riutilizzo
Dopo ogni prova il blocco dovrà essere pulito prima di utilizzarlo per un successivo
esame. Il blocco viene riscaldato lentamente con un bruciatore fino ad una tempera-
tura di 430° C. (controllata con matita termica o simile e quindi raffreddato in acqua
fredda.
Viene quindi riscaldato a circa 100° C. e mantenuto per circa 15', per eliminare ogni
liquido dalle cricche, e quindi raffreddato a temperatura ambiente.
Prima dell'uso quindi il blocco sarà pulito come dianzi accennato.
6.1.3 Blocchi di prova in acciaio
I blocchi di prova in acciaio possono essere di ogni dimensione conveniente, (100 x 150
mm. o più e sono ricavati da una lamiera in acciaio inox. ricotto tipo 301 o 302.
Il blocco viene sabbiato solo su una faccia utilizzando sabbia di dimensione media pari a
circa 100 mesh. (circa 16 grani per cmq.). 11 getto di sabbia deve essere tenuto a circa
450 mm. di distanza dal blocco usando una pressione d'aria di circa 4 Kg/cmq. Si pro-
cede quindi ad una finitura lisciante ed il blocco è pronto per l'uso.
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- evaporazione
In genere nelle condizioni migliori (superfici liscie e recupero), il consumo medio di pe-
netrante è di circa 1 litro ogni 100 mq. di superficie trattata, in definitiva la quantità di
liquido che resta attaccato alla superficie del pezzo.
Si veda in tabella 6.1 il consumo per aderenza di diversi liquidi.
TABELLA 6.1 - EFFETTI DELLA VISCOSITÀ SULLA PERDITA PER ADERENZA DEI
DIVERSI LIQUIDI
Viscosità Perdita per
Densità
Liquido in c.s. a aderenza
a 38° C.
38° C. in litri/mq.
Acqua 0.9930 0.50 0.010
Kerosene 0.7876 1.45 0.0075
Glicole etilenico 0.1019 9.38 0.025
Olio neutro 0.9040 22.82 0.019
Olio SAE 10 W 0.9193 50.3 0.60
Penetrante diluibile 0.8414 5.00 0.012
in acqua
Penetrante 0.8877 9.29 0.013
post-emulsionabile
0.9889 9.47 0.013
Emulsificatore 0.9239 50.08 0.031
0.9409 118.9 0.05
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A questo punto sulla base della quantità d'acqua aggiunta si calcola la percentuale d'ac-
qua ammissibile per quel penetrante. Ad es. si fossero fatte 2 aggiunte pari a 1 ml. si
avrebbe una percentuale uguale a 10:60 = 16.6% di tolleranza.
Un sistema pratico per accertare la validità di un penetrante è di farlo in un flacone tra-
sparente e paragonarlo con un'altro flacone uguale contenente penetrante nuovo tra-
guardandolí sotto una forte illuminazione. Quando quello usato diventa opaco spesso è
da scartare.
Il contenuto d'acqua di un penetrante può essere ottimamente determinato con le prove
previste dalle norme ASTM D-95: 100 ml. di penetrante è messo in un bollitore unita-
mente ad una pari quantità di xilolo.
Il bollitore è quindi collegato con un condensatore cosicchè il condensato si raccolga in
un tubo graduato da 25 ml.
Quando cessa lo sgocciolamento dell'acqua nel raccoglitore (il che avviene normalmente
dopo circa un'ora) il processo di evaporazione è ultimato.
Il volume in ml. della condensa raccolta è la percentuale in volume di acqua nel pene-
trante. Se tale percentuale eccede quella indicata nelle specifiche del fornitore il pene-
trante è scartato.
6.2.5 Prove di viscosità
La viscosità di un penetrante può modificarsi durante l'uso per vari elementi contami-
nanti quali olio grasso ed acqua, o per la evaporazione dei costituenti volatili e può es-
sere misurata con viscosimetro ad una temperatura costante di 38°. Se la misura in
centistoke (che è l'unità di misura della viscosità cinematica) supera il valore indicato
dalle specifiche del fornitore, il penetrante è scartato, in quanto non è possibile modifi-
carla con l'eventuale aggiunta dei liquidi volatili che sono eventualmente evaporati.
6.2.6 Prova di perdita di fluorescenza
La prova di comparazione per controllare la tendenza dei penetranti a perdere la fluore-
scenza sotto la luce nera impiega il blocco di prova di alluminio, il penetrante da prova-
re ed un foglio di carta di grandezza tale da poter coprire almeno una metà del blocco di
prova.
Il penetrante è applicato alla superficie del blocco di prova in accordo con le istruzioni
del fornitore, come pure il tempo di sosta, l'eventuale emulsificazione, la rimozione del
penetrante e lo sviluppo. 11 blocco è quindi esposto direttamente alla luce di una lam-
pada a luce nera da 100 watt. alla distanza di 350 mm.
Metà del blocco viene coperto con il foglio di carta. Dopo un'ora di esposizione alla luce
si toglie il foglio di carta e si osserva la brillanza delle due metà del blocco.
Se il lato che è stato esposto direttamente alla luce è notevolmente meno brillante il
penetrante viene scartato.
6.3 PROVE DELL'EMULSIFICATORE
6.3.1 Generali
Il maggior elemento inquinante di un emulsificatore è il penetrante. Alcuni tipi di essi
possono assorbire fino al 15% + 20% ed essere ancora utilizzabili.
Sono usualmente controllati per accertare la loro lavabilità, contenuto d'acqua e viscosi-
tà.
Come regola generale le prove descritte ai par. 6.3.2, 6.3.3 e 6.3.4 dovrebbero essere
eseguite da tecnici di laboratorio in laboratorio e non da specialisti in prove con liquidi
penetranti.
6.3.2 Prove si lavabilità con acqua
La prova di lavabilità all'acqua descritta in questo paragrafo è semplice però indicativa
dell'efficienza dell'emulsificatore.
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Per questo controllo si utilizza il blocco si prova in acciaio (ved. par. 6.1.3, l'emulsifica-
tore sa provare, emulsificatore e penetrante si riferimento (di cui si conoscono già le ca-
ratteristiche).
La prima miscela è costituita da 50% si emulsificatore di riferimento e 50% si penetran-
te si riferimento, ed una seconda costituita sa 75% di emulsificatore sa provare e 25%
di penetrante si riferimento.
Il blocco di prova è posizionato con la superficie sabbiata rivolta verso l'alto ed inclinato
di 75° rispetto as ogni piano si appoggio.
Sulla superficie sabbiata si applicano 10 ce. si ciascuna miscela in modo che scolino tosi
sa formare due striscie si miscela ognuna larga approssimativamente 35 mm. Dopo u-
n'attesa si 5' il blocco è lavato in accorso con le prescrizioni del fornitore in ordine alla
rimozione del penetrante emulsificato.
Se le due macchie vengono lavate in modo uguale l'emulsificatore in esame è conside-
rato soddisfacente.
Se la seconda miscela si lava più lentamente o lascia traccia si penetrante sul blocco (se
osservato con luce nera o bianca a seconda del penetrante usato l'emulsificatore è scar-
tato.
6.3.3 Prove sul contenuto d'acqua
La prova per determinare il contenuto d'acqua in un emulsificatore è uguale a quella
descritta al par. 6.2.4.
6.3.4 Prove si viscosità
La prova si viscosità dell'emulsificatore è identica a quella descritta al par. 6.2.4.
6.4 PROVE DEGLI SVILUPPATORI
6.4.1 Sviluppatore a secco
Gli sviluppatore a secco sono usualmente provati unicamente con l'osservazione. Dato
che essi non sono idroscopici, essi non assorbono umidità dall'aria e sono relativamente
esenti da complicazioni se non vengono direttamente a contatto con l'acqua. Ogni svi-
luppatore a secco che è raggrumato, o incrostato invece si essere soffice e bianco, o
che mostra altri segni che è stato bagnato, è sa scartare.
6.4.2 Sviluppatore liquido
Gli sviluppatori liquidi sono normalmente provati sono in ordine alla loro densità.
La valutazione della densità è eseguita a mezzo di idrometri. Se la densità riscontrata
differisce da quella raccomandata dal fornitore bisogna aggiungere allo sviluppatore o
polvere o liquido in quantità sufficiente per far si che la gravità specifica rientri nei limiti
accettabili.
Come regola generale la prova descritta in questo paragrafo dovrebbe essere eseguita
da tecnici di laboratorio in laboratorio e non da specialisti in prove con liquidi penetranti.
6.5 MATERIALI COMPATIBILI CON L'OSSIGENO
Le prove di controllo qualità dei materiali dei gruppi III e IV descritti al par. 3.5.3 includono al-
cune di quelle descritte nei paragrafi precedenti.
Prove addizionali per questo tipo di materiali possono essere richieste da particolari specifiche
ed andranno eseguite con le modalità e procedure ivi precisate.
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INDICE ANALITICO
GLOSSARIO DEI TERMINI USATI NEGLI ESAMI A LIQUIDI PENETRANTI
Adattamento al buio (dark adaptation)
E' l'adattamento delle pupille e dell'occhio interno, quando si passa da una zona lumi-
nosa ad un altra oscurata. Tale adattamento consente la massima visibilità in un am-
biente oscuro.
Assorbimento (blotting)
L'azione esercitata dallo sviluppatore per richiamare il penetrante dalla discontinuità
per intensificare il trasudamento naturale dello stesso ed aumentare la sensibilità ed
il contrasto delle indicazioni.
Assorbimento fotoelettrico (photoelectric absortion)
Un processo per mezzo del quale una radiazione elettromagnetica cede energia alla
materia.
Azione capillare (capillary action)
La tendenza di certi liquidi di muoversi, entrare od uscire da una sottile fessura o cricca gra-
zie alle sue proprietà quali tensione superficiale, qualità bagnante, coesione ed adesione e
viscosità.
Colorazione di fondo (Background
Zona sulla quale una indicazione può essere valutata. Essa può essere la superficie na-
turale del pezzo o può essere modificata dallo sviluppatore del colore residuo del pene-
trante non completamente rimosso.
Emulsificatore (emulsifier)
Un materiale che, applicato sullo strato di penetrante sulla superficie del pezzo, si misce-
la con il penetrante stesso e lo rende idoneo ad essere rimosso dalla superficie con l'ac-
qua.
Filtro per luce nera (black light fìlter)
Un filtro che lascia passare la luce ultravioletta e sopprime la trasmissione della luce visibile
di lunghezza d'onda maggiore.
Fotone (photon)
Una discreta quantità di energia elettromagnetica. I fotoni hanno una quantità di moto
ma nessuna massa o carica elettrica.
Fluorescenza (fluorescence)
La tendenza di certi materiali ad emettere radiazioni elettromagnetiche quando sono stimolati
da una energia più grande. Applicata agli esami con penetranti, la fluorescenza è generalmen-
te costituita da una radiazione luminosa di color giallo-verde sotto stimolazione di radiazioni
ultraviolette.
Indicazione da penetrante (indication penetrant)
La evidenza visibile di residuo di penetrante che indica all'ispettore la presenza di alcuni
tipi di discontinuità superficiale.
Le indicazioni possono essere false o reali.
Lavabilità in acqua (water-washability)
La proprietà di un penetrante che permette di essere rimosso da una superficie di un
pezzo a mezzo di un lavaggio con acqua.
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La proprietà. della superficie di un liquido che, grazie alla forza molecolare, tende a portare il
volume contenuto in una forma avente la minor area superficiale.
Tossico (toxic)
La qualità di certi materiali di essere dannosi alla vita, alla salute o al benessere.
Trasudamento (bleed out)
L'azione per la quale il penetrante riesce dalla discontinuità dovuta all'azione capillare inversa e
per l'assorbimento dello sviluppatore.
Trascinamento (drag-out)
Il trasporto o perdita di liquido a causa dell'adesione dei materiali penetranti sul pezzo esami-
nato.
Viscosità (viscosity)
Lo stato od il grado di essere viscoso, la resistenza che oppone un liquido al movimento delle
sue particelle.
Visibilità (visibility)
La caratteristica di una indicazione che consente ad un osservatore di vederla ad onta della co-
lorazione di fondo dell'illuminazione esterna etc.
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