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Fabio Viola
Bo
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QUADERNO DI ELETTROTECNICA
Bo
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ISBN 978-88-6178-775-9
Indice
Alcuni esercizi presentano unetichetta evidenziata in nero, sono proprio quelli che richiedono
un grado di conoscenza estesa e ricadono nel gruppo di esercizi di sintesi.
Prefazione........................................................................................... I
Capitolo 1, Valutazione di resistenza equivalente.............................. 1
Esercizio 1.1 ........................................................................................................... 1
Esercizio 1.2 ........................................................................................................... 2
Esercizio 1.3 ........................................................................................................... 3
Esercizio 1.4 ........................................................................................................... 4
Esercizio 1.5 ........................................................................................................... 5
Esercizio 1.6 ........................................................................................................... 6
Esercizio 1.7 ........................................................................................................... 7
Esercizio 1.8 ........................................................................................................... 8
Esercizio 1.9 ........................................................................................................... 9
Esercizio 1.10 ....................................................................................................... 11
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z
za
Indice
Bo
z
za
Indice
Bo
z
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Indice
Bo
z
za
Indice
Ringraziamenti............................................................................... 355
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za
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Bo
z
Prefazione
Prefazione
Bo
z
za
Prefazione
Bo
z
za
Il confronto con altri simili apre la strada alla costruzione di macroaspetti, utili in seguito nella creazione di progetti pi estesi.
In questi semplici passaggi la conoscenza passata da rivestire un
aspetto quantitativo a rivestirne un altro qualitativo.
Vi suggerisco di pensare inizialmente a una resistenza e poi alla
dissipazione di potenza in un esteso impianto elettrico e vi presento
anche un grafico correlandolo con una scala gerarchica di azioni
possibili.
Nasce lidea di un elemento resistivo, ma fino a quando non
sintroducono delle grandezze quantitative, non possibile eseguire
alcuna azione.
Solamente dopo che stato definito loggetto, possibile eseguire
delle semplici operazioni di stima.
Una maggiore confidenza aprir le porte a processi di comparazione,
in cui sintuiscono i contorni degli oggetti ma non quelli del sistema
che sar oggetto di unanalisi relazionale sulle dinamiche che
intercorrono tra elementi omogenei.
Soltanto al suo livello pi elevato la conoscenza consente di
utilizzare le informazioni acquisite sui singoli elementi e sulle
dinamiche dei sistemi per definire e progettare nuove strutture.
Si quindi passati da semplici stadi di memorizzazione e
identificazione a processi complessi di analisi e sintesi.
Prefazione
Bo
z
za
Fabio E. Viola
III
za
Bo
z
Capitolo 1
Valutazione di resistenza equivalente
Esercizio 1.1
Si determini la resistenza d'ingresso del bipolo di figura 1.1.
Svolgimento
Bo
z
za
Figura 1.1
somma:
R AC
22
22
4
4
1 :.
Esercizio 1.2
Si determini la resistenza d'ingresso del bipolo di figura 1.2.
Svolgimento
Bo
z
za
Per
la
risoluzione
dellesercizio si procede
eseguendo le operazioni di
serie e parallelo partendo
dal punto pi distante dai
morsetti A e B.
Si
inseriscono
due
nodi
ausiliari C e D, i quali sono
Figura 1.2
collegabili con i percorsi
cammini rappresentati in
figura a tratto continuo (1) e
discontinuo (2).
Si considera il percorso
rappresentato
a
tratto
continuo.
La
resistenza
incontrata assume il valore
RCD(1) =2+1+1= 4 .
Figura 1.2a
Considerando il percorso (2)
si trova che la resistenza
RCD(2) assume lo stesso
valore della resistenza RCD(1).
La rete pu essere ridotta
considerando
un
unico
resistore tra C e D di valore 2
.
Figura 1.2b
I morsetti E e D sono collegati
per mezzo di due vie in
parallelo: la prima consiste nella resistenza da 4 che collega
direttamente E e D, la seconda nel percorso che abbraccia anche il
morsetto C. Eseguendo il parallelo si ottiene:
RED = 2 .
RAB = RAE + RED + RDB = 1 + 2 + 2 = 5 .
2
Esercizio 1.3
Si determini la resistenza d'ingresso del bipolo di figura 1.3.
Svolgimento
Bo
z
za
Figura 1.3
Si eseguono le operazioni
di riduzione tra bipoli in
serie ed in parallelo, in
particolare si esegue la
serie tra i due resistori da
1 .
Sidentificano
i
nodi
ausiliari C,D,E,F; si nota
che non vi differenza di
potenziale tra i nodi C, E,
F, i bipoli sottesi dai nodi D
e C, D e F, E ed E sono
quindi
connessi
in
parallelo, come mostrato
in figura 1.3b.
Figura 1.3a
Figura 1.3b
Si risolve il parallelo: R eq
1
1 1 1
2 2 2
2
:.
3
2
11
+2=
.
3
3
3
Esercizio 1.4
Per la rete di fig. 1.4 si determinino la corrente e la potenza erogate
dal generatore (VAB = 100 V).
2
20
3
7
16
10
B
10
11
Figura 1.4
20
16
10
B
E
10
11
Figura 1.4a
C
2
20
16
5
B
10
Figura 1.4b
Figura 1.4c
11
za
Bo
z
C
A
Svolgimento
Per determinare la corrente
erogata dal generatore di
tensione si procede alla
riduzione della rete resistiva
7
ad un resistore equivalente ai
morsetti AB. Si introducono i
D
nodi ausiliari C, D, E.
Si considerano i resistori pi
distanti dal generatore e si
esegue la serie ed il parallelo
per i resistori sottesi dai
morsetti C e D:
RCD = ((3+7)-1+10-1)-1= 5 .
D
Si considerano le resistenze
afferenti ai nodi C ed E. Si
esegue la serie tra le
resistenze
incontrate
nel
cammino C D E, e
successivamente il parallelo con
il resistore da 16 . Si ottiene
quindi la rete di figura 1.4c. Il
parallelo tra il resistore da 20
e la serie di tre resistenze
genera una resistenza RAB pari
4
a 10 , ne consegue che
VAB 100
IAB
10A e che
R AB
10
PAB
R AB I 2AB
10 10
1kW .
Esercizio 1.5
za
Bo
z
Figura 1.5
Svolgimento
La resistenza equivalente ai morsetti A e B
la resistenza che il circuito offre al passaggio
di una corrente tra il nodo A ed il nodo B.
Esaminando la rete di figura 1.5 si potrebbe
immediatamente affermare che il blocco di
resistenze da 3 non interessato da
corrente, poich risulta aggirabile per mezzo
dei collegamenti ideali di corto circuito. Ne
risulta che la resistenza RAB pari a 6 . Si
segue unaltra via per ottenere le conclusioni
precedentemente esposte. Si introducono i
nodi ausiliari C,D,E ed F. Si ridisegna la rete
per evidenziare il parallelo tra i resistori da 3
. E facile notare come tale parallelo non
interessato da corrente.Ne consegue che
RAB= 6 ;
Figura 1.5a
IAB
PAB
VAB
R AB
120
6
R AB I2AB
Figura 1.5b
5
20A ;
6 20
2 .4 kW .
Esercizio 1.6
Per la rete a scala di figura 1.6 determinare il valore di resistenza ai
morsetti di ingresso.
Figura 1.6
Bo
z
za
Svolgimento
Si scompone la rete a scala in sei celle.
Figura 1.6a
3
R:
2
3
R 3R
2R 2
3
R 3R
2
R 21
R321
3R
9 2
R
2R 2
9
R
2
R4321
3R
3R . Similmente si trovano:
R54321
3R
R654321
3R
Bo
z
za
Esercizio 1.7
Per la rete a scala di figura 1.7, costituita da un numero infinito di
celle composte da due resistori posti a rovesciata, determinare il
valore di resistenza ai morsetti dingresso.
Figura 1.7
Svolgimento
La resistenza vista alla porta A,B sar la stessa vista alla porta A,B,
A
A
R
R
B
Figura 1.7a
R AB
0.
R r R 2 4R 2
2
1r 5
R.
2
Figura 1.7b
Bo
z
za
Figura 1.8
Bo
z
za
Svolgimento
Si introducono i nodi ausiliari C,D,E,F,G,H,I,J. Si osservano i possibili
cammini dal nodo A al nodo B. Dal nodo C si raggiungono i nodi
D,F,G incontrando resistenze identiche, successivamente si
incontrano i nodi H,J,E sempre incontrando resistenze identiche, ed
infine si raggiunge il nodo I incontrando ancora resistenze identiche.
In ogni nodo si pu ipotizzare che la corrente si divida in parti uguali.
Lelevata simmetria della rete consente di affermare che i nodi D,F,G
si trovano allo stesso potenziale, cos come i nodi E,H,J. Nodi allo
stesso potenziale possono essere collegati da corto circuiti, figura
1.8b.
La resistenza di ingresso si ottiene come:
RAB= (RRR)+(RRRRRR)+ (RRR)= (R/3)+(R/6)+(R/3)=
= 5/6R.
Figura 1.8a
Figura 1.8b
R
R
R
R
R
R
Esercizio 1.9
Per la rete di resistenze di
figura 1.9 determinare il
valore di resistenza ai
morsetti di ingresso.
R R
R
R
B
Figura 1.9
9
Svolgimento
Si considerano i nodi ausiliari C,D,E,F,G (figura 1.9a). Per la
simmetria presente, quando la rete percorsa da corrente, si
possono supporre le coppie di nodi C e D, E e G allo stesso
potenziale, quindi collegabili con dei corto circuiti, figura 1.9b.
A
R
R
CD
R R
EG
E
R
A
4
11 R
33 R
I
1
11 R
6R
R
E
R
B
Figura 1.9d
za
Bo
z
Figura 1.9a
Figura 1.9b
CD
1
6R
1
6R
6R
EG
R
B
R
B
Figura 1.9c
R HI
R HF R AH
R AF R AH R FH
1 2
R
9
2
1
R R R
3
6
2
R
33
1
4
1
2
1
R ( R R) || ( R R R)
11
11
33
6
2
44
R
55
Bo
z
za
Esercizio 1.10
Si ricostruisca la disposizione circuitale dei resistori della rete interna
al black-box di figura, sapendo che costituita da 5 elementi da un
Ohm ciascuno e che utilizzando un strumento per la misura delle
resistenze si ha:
RAB = 1.5 , RBC = 3 , RAC = 2.5 .
Svolgimento
Si affronta la sintesi del modello
circuitale. Il cammino AB per
offrire la resistenza RAB = 1.5 ,
deve prevedere la serie tra un
resistore ed un parallelo di due
resistori, figura 1.10a.
Figura 1.10
Figura 1.10a
Figura 1.10c
Figura 1.10b
11
Capitolo 2
Convenzioni di segno e composizione di caratteristiche
Esercizio 2.1
In figura 2.1 rappresentata la caratteristica del bipolo di morsetti
A,B, insieme alle convenzioni di segno adottate.
Si determinino le caratteristiche del bipolo quando si inverta il verso
di riferimento per la corrente ma non quello della tensione, e quando
si inverte il verso di riferimento per la tensione ma non quello della
corrente.
v
Svolgimento
A
i
Bo
z
za
Figura 2.1
v
A
i
0
v
v
0
B
Figura 2.1a
Figura 2.1b
12
Bo
z
za
Svolgimento
La risoluzione dellesercizio richiede
lapplicazione grafica delle leggi di
Kirchhoff: se due bipoli sono connessi in
serie a parit di corrente si sommano le
tensioni oppure se due bipoli sono
Figura 2.2
connessi in parallelo a parit di tensione
si sommano le correnti. Queste somme si
devono intendere in senso algebrico,
vR
poich dipendono dalle condizioni di
riferimento associate ai singoli bipoli. Per
semplificare la risoluzione conveniente
1
adottare
sempre
le
condizioni
di
-1
riferimento dellutilizzatore per ogni bipolo,
0 1
iR
figura 2.1a.
vE
1
-1
Figura 2.2a
iE
vAB
2
1
-1
0
Figura 2.2b
iAB
Bo
z
za
Svolgimento
Sintroducono
le
convenzioni
di
utilizzatore per tutti i bipoli, figura 2.3a.
Si tracciano le caratteristiche dei bipoli in
parallelo mantenendo gli assi delle
correnti sulla stessa retta, potendo cos a
Figura 2.3
parit di tensione sommare le correnti:
iAB
A
i
AB = iR + iI
vR vI
Per tracciare la caratteristica del bipolo A,B
vAB 1
I=1A si individuano alcuni punti di interesse,
cio quelli in cui iAB e vAB sono nulle:
iR
iI
B
iAB = 0 iR =- iI =-1A vAB = vR = -1 V;
vAB = 0 iAB =iR + iI =0 +1= 1A.
Figura 2.3a
Tracciata la caratteristica, si verifica la sua
correttezza individuando il punto in cui vAB = 1 V. Per tale punto dalla
Figura 2.3b
14
Bo
z
za
Svolgimento
Per ogni bipolo sintroducono le
convenzioni dellutilizzatore, figura 2.4a.
Si tracciano le caratteristiche dei bipoli
in parallelo come svolto nellesercizio
Figura
2.3.
2.4
Ancora una volta bisogna effettuare il
parallelo tra due bipoli, ma questa volta
sono necessarie alcune attenzioni, in
quanto la presenza del diodo condiziona
fortemente il comportamento del
sistema.
Quando il diodo in conduzione, si
comporta da corto circuito, per cui nel
parallelo con il resistore prevale il
comportamento da resistenza nulla,
Figura 2.4a
mentre quando il diodo interdetto, si
ha un parallelo tra un circuito aperto ed un resistore, quindi prevale il
comportamento resistivo.
Figura 2.4b
15
Esercizio 2.5
Tracciare la caratteristica esterna (i,v) del
bipolo di figura 2.5.
Soluzione
Utilizzando le convenzioni dellutilizzatore
come fatto in precedenza si ha:
Figura 2.5
za
Figura 2.5a
Bo
z
Esercizio 2.6
Tracciare la caratteristica esterna (i,v)
del bipolo di figura 2.6.
Svolgimento
Figura 2.6
I bipoli sono in
serie, quindi si
sommano
le
tensioni a parit di
corrente nella zona
di funzionamento
del diodo. Quando
il diodo interdetto
lintero bipolo A,B
interdetto.
Figura 2.6a
16
Esercizio 2.7
iAB = iR =- iD ;
vAB = vR - vD.
(2.7a)
(2.7b)
Bo
z
za
Figura 2.7a
17
Esercizio 2.8
Tracciare la caratteristica esterna (i,v)
del bipolo di figura 2.8.
Soluzione
iAB
vR
iR
vE
1
vAB
E=1V
iD D
iE
vD
Bo
z
Esercizio 2.9
Tracciare
la
caratteristica
esterna
(i,v) del bipolo di figura
2.9.
Soluzione
za
Figura 2.8
Figura 2.9
Figura 2.9a
18
Figura 2.8b
Esercizio 2.10
Figura 2.10
Svolgimento
Ci si riferisca alla figura 2.10a.
Si esegue la serie tra la caratterista
equivalente del bipolo A,C e la
caratteristica equivalente del bipolo
C,B. La caratterista equivalente del
parallelo tra un generatore di tensione
ed un resistore quella del
generatore di tensione.
vE
vCB
za
vR2
1
Bo
z
0 iR2
1
0
1
iE
vAC
-1
Figura 2.10a
-1
vAB
-1
Figura 2.10b
19
iCB
iAC
1
0
iAB
Esercizio 2.11
iAB
iR1
R1=1
Soluzione
A
D iD
vAB
R2=1
iR2
I=1A
iE
Bo
z
za
Figura 2.11
Figura 2.11a
20
Esercizio 2.12
iAB
iD1
D1
Soluzione
R2=1
vAB
I=1A
iR2
iI
D2
R1=1
iD2
iR1
vAC
B
Figura 2.12
za
vEF
vCB
Bo
z
vGH
-1
iAC
1
0
-1
iEF 0
1
iGH
iCB
0
-1
vAB
1
0
-1
Figura 2.12a
21
iAB
iAB
1
vAB
E=1V
Esercizio 2.13
Identificare lespressione analitica
della caratteristica per il bipolo di
figura 2.13.
Svolgimento
Risulta immediato notare che il bipolo
controllato in tensione, ad ogni
valore di tensione corrisponde un
valore di corrente, quindi si cerca
unespressione del tipo:
iAB = f(vAB,E).
Si considera inizialmente solo il caso
di polarizzazione diretta del diodo
(vD>0).
La corrente iAB assume il valore dato
Figura 2.13
dalla tensione divisa per la resistenza
R solo dopo che si supera la soglia E, per tale motivo si scrive:
iAB= (vAB-E)/R per vD>0.
La precedente equazione deve essere perfezionata inserendo
linformazione della polarizzazione del diodo:
vD>0 vAB - E>0 e vD=0 vAB-E0,
per cui si pu scrivere:
iAB = (|vAB-E |-(vAB-E))/R.
Bo
z
za
Esercizio 2.14
Identificare lespressione analitica della caratteristica per il bipolo di
figura 2.14 controllato in corrente.
Soluzione
Figura 2.14
Esercizio 2.15
Si prospetti un possibile circuito che
presenti la caratteristica di figura 2.15.
Svolgimento
Si affronta la sintesi del modello
circuitale in pi passaggi. Inizialmente
si costruisce un modello parziale
valido per tensioni positive.
Un comportamento come quello di
figura 2.15 per tensioni positive
Figura 2.15
riconducibile a quello dato da un
resistore R1 con in serie un generatore indipendente di tensione, che
ne trasla in alto la caratteristica, figura 2.15a.
iAB
R1
E1
vAB
za
vAB
Bo
z
E1
0
iAB
Figura 2.15a
vAB
R1
vAB
E1
E1
D1
iAB
Figura 2.15b
23
vAB
E1
0
iAB
Figura 2.15c
vAB
R2
vAB D4
E2
E2
D3
Bo
z
iAB
za
Figura 2.15d
Figura 2.15e
24
Capitolo 3
Applicazioni delle leggi di Kirchhoff
Esercizio 3.1
A
iL1=10A
if1=4A
Bo
z
za
iL2=5A
Figura 3.1a
Esercizio 3.2
Individuare le correnti e le tensioni incognite nella rete resistiva di
figura 3.2, sapendo che V2 = 50 V, V3 = 25 V, V4 = -60 V, I5 = - 4A, e
che i versi di correnti e tensioni seguono le convenzioni di generatori
e utilizzatori in base al simbolo disegnato.
E1=50V
V1
V3
V2
V4
V5
E3=-20V
za
I=10A
E2=30V
Bo
z
Figura 3.2
Svolgimento
Si esplicitano le convenzioni di segno relative a generatori ed
utilizzatori, figura 3.2a.
Figura 3.2a
Bo
z
za
27
Bo
z
za
Figura 3.3
28
Soluzione
V2= 50V, V3 = -100V, V5 = 75 V.
Esercizio 3.4
Individuare le tensioni incognite nella rete resistiva di figura 3.4.
E2=-25V V4=20V
V2
E1=95V
V1=50V
V5
V3
E3=125V
V8
E4=-185V
E5=10V
V6
V7=-20V
Bo
z
za
Figura 3.4
Soluzione
V2= 45V, V3 = 0V, V5 = 60 V, V6 = -10V, V8 = 20V.
Esercizio 3.5
Risolvere la rete resistiva di figura 3.5 per mezzo del metodo delle
correnti di ramo.
E=150V
R1=20
R2=5
Figura 3.5
29
I=10A
Svolgimento
Risolvere la rete significa identificare tutte le correnti e tutte le
tensioni di lato. Si esegue un bilancio preliminare. Si fa riferimento
alla figura 3.5a.
Sidentifica con l il numero dei lati della rete, essendo questo pari a 4,
il numero di grandezze presenti nel circuito pari a 8:
V1, V2, VE, VI, I1, I2, IE, II.
Inizialmente il problema presenta quindi 2l incognite. E necessario
esprimere 2l relazioni che consentano la risoluzione del circuito.
Lapplicazione della legge di Kirchhoff per le correnti consente di
esprimere n-1 relazioni indipendenti, avendo indicato con n il numero
A
E VE
II
V1
Bo
z
R1
V2
R2
za
I1
IE
VI
I
I2
C
Figura 3.5a
I1 = x
I2 = y
Bo
z
za
-x + y = 10
20x + 5 y = 150
Le cui soluzioni sono x = 4 e y =14.
La rete risolta presenta le seguenti grandezze:
V1,= 80V, V2 = 70V, VE = 150V, VI= 70V, I1,= 4A, I2,= 14A, IE = 4A,
II.=10A.
Bo
z
za
Esercizio 3.6
Risolvere la rete resistiva di figura 3.6, sapendo che E1 = 200 V, E2 =
210V, E3 = -35V, R1 = 10, R2 = 20, R3 = 10, R4 = 5, I = 10A.
Svolgimento
Figura 3.6
Figura 3.6a
32
Bo
z
za
Figura 3.6b
33
B
B
D
D
A
C
C
E
E
Figura 3.6c
Bo
z
za
Figura 3.6d
Figura 3.6e
Bo
z
za
IR1 = - x - z + 10,
IE3 = + z 10.
Sostituendo si ha:
200 + 10(-x z + 10) 20x = 0,
200 + 10 y 210 = 0,
10 y 5 z - 35 + 20x = 0,
5z - w = 0.
Da cui:
x = 5, y = 1, z = 15, w = 75.
Si ha quindi IR1 = - 10 A, IR2 = 5 A, IR3 = 1 A, IR4 = 15 A, 10 A, IE1 = 4
A, IE2 = 6 A, IE3 = 5 A, II = 10 A, VR1 = - 100 V, VR2 = 100 V, VR3 = 10
V, VR4 = 75 V, VE1 = 200 V, VE2 = 210 V, VE3 = -35 V, VI = 75 V.
Bo
z
za
Esercizio 3.7
Risolvere la rete resistiva dellesercizio precedente utilizzando un
albero diverso e dimostrare la correttezza dei risultati ottenuti. Infine
si esegua il bilancio delle potenze. (E1 = 200V, E2 = 210V, E3 = -35V,
R1 = 10, R2 = 20, R3 = 10, R4 = 5, I = 10A).
Figura 3.7
Svolgimento
36
Figura 3.7a
Bo
z
za
Figura 3.7b
Figura 3.7c
Bo
z
za
ABDA: V6 V3 V7 = 0;
DED: -V5 -V4 = 0.
Figura 3.7d
Bo
z
za
Figura 3.8
Soluzione
Pgenerata = Passorbita =17 kW.
39
Esercizio 3.9
Sidentifichi lelemento circuitale incognito e si valutino la corrente
che lo attraversa, la tensione applicata e la potenza impiegata su di
esso, sapendo che il generatore E1 eroga la potenza di -1 kW.
Figura 3.9
za
Svolgimento
Bo
z
40
Esercizio 3.10
Determinare per la rete di figura 3.10 tutti i possibili cammini per
lapplicazione della legge di Kirchhoff delle tensioni e determinare
lordine del sistema di equazioni cos definito.
za
Figura 3.10
Bo
z
Svolgimento
Ci si riferisce al grafo di figura 3.10a.
Figura 3.10a
41
II
3
6
V
C
VI
C
2
4
3
6
2
1
5
A
IV
3
6
III
6
D
C
3
za
2
D
Bo
z
VII
5
A
2
4
Figura 3.10a
0 0 1
1 0 0
1 0
1
0 1 0
1 1 1
1 0
V1
0 1
V2
0 1
V3
1 0
V4
1 1
V5
1 1 1
V6
1 0 0
0
0
1
1
0
42
Bo
z
za
Si battezzano le righe della matrice con I, II, III, IV, V, VI, VII. Si
nota che:
IV = II + I +III;
V = IV III = II + I;
VI = I + III;
VII = II +III.
La matrice ha quindi rango pari a 3. Tale risultato era prevedibile
poich il numero delle maglie indipendenti dato da
m = l - n +1 = 6 4 + 1 = 3.
43
Capitolo 4
Metodi di analisi circuitale
Esercizio 4.1
Risolvere la rete di figura 4.1a impiegando la sovrapposizione degli
effetti. [R1 = 20 , R2 = 5 , E = 150 V, I = 10 A]
I1
R1
R2
I2
za
Figura 4.1
Bo
z
Svolgimento
Il principio di sovrapposizione degli effetti afferma che in una rete
lineare leffetto dellazione congiunta di pi generatori pu essere
valutato sommando gli effetti dovuti ai generatori operanti
singolarmente.
Si considera in funzionamento il generatore di tensione e si spegne il
generatore di corrente (si sostituisce un circuito aperto), come
mostrato in figura 4.1a.
Figura 4.1a
I1II
R1
R2
I2II
Figura 4.1b
Bo
z
za
45
Esercizio 4.2
Risolvere la rete di figura 4.2 impiegando la sovrapposizione degli
effetti. [R1 = R2 = R3 = R4 = R5 = R6 = 1 , E1 = 2 V, E2 = 1 V, I = 1 A]
Figura 4.2
Svolgimento
Bo
z
za
Figura 4.2a
46
Circuito b
R1
I
R3
R2
R5
R6
R4
Figura 4.2b
Bo
z
za
Circuito c
R1
R3
R2
R5
R4
R6
E2
Figura 4.2c
IE1 = I6 = 1 A,
I = 1 A.
Le relative tensioni sono:
V1 = R1I1 = 1 V,
V2 = R2I2 = 1 V,
V3 = R3I3 = 0 V,
V4 = R4I4 = 1 V,
V5 = R5I5 = 0 V,
V6 = R6I1 = 1 V,
E1 = 2 V,
E2 = 1 V,
VI = R5I5 + R4I4 - R3I3 = 0 + 1 0 = 1 V.
Bo
z
za
Esercizio 4.3
Per il circuito lineare di figura determinare il circuito equivalente di
Thevenin alla porta A-B. [R1 = 24 , R2 = 12 , R3 = 2 , E = 12 V, I
= 2 A]
Figura 4.3
Svolgimento
Si valuta inizialmente la tensione a vuoto ai morsetti A-B. Si affronta
lo studio applicando il principio di sovrapposizione degli effetti, e
facendo riferimento ai due circuiti orientati di figura 4.3a.
48
Figura 4.3a
Bo
z
za
Circuito I
Nel circuito esiste una sola maglia chiusa e solo su di essa pu
circolare la corrente J. Applicando la seconda legge di Kirchhoff alla
maglia chiusa si ha:
E = R1J + R2J = 12 = 24J + 12J J = 1/3 A.
Ne consegue che VR2 = R2J = 12 1/3 = 4 V.
Si applica adesso la seconda legge di Kirchhoff alla maglia aperta
disegnata in tratteggio:
VABoI = VR3 + VR2,
intendendo VABoI con il positivo in A.
Il resistore R3 non percorso da corrente (ha un estremo aperto) per
cui:
VABoI = VR3 + VR2 = 0 + 4 = 4 V.
Circuito II
La corrente I pu circolare solamente sui resistori R1 e R2, connessi
in parallelo, la cui resistenza RP vale:
RP = R1R2/ (R1+R2) = (2412)/( 24+12)=288/36 = 8 .
Sul resistore equivalente in parallelo si ha una tensione pari a:
VRP = RPI = 82 = 16 V,
che la stessa applicata al generatore di corrente.
Analogamente al caso precedente si effettua la circuitazione dal
punto A al punto B, trovando:
VABoII = VR3 + VI = 0 + 16 = 16 V.
La tensione a vuoto ai morsetti A-B vale:
VABo = VABoI + VABoII = 4 + 16 = 20 V.
49
Figura 4.3b.
Bo
z
za
RAB = R3 + R1//R2 = 2 + 8 = 10 .
Il circuito equivalente di Thevenin
rappresentato in figura 4.3c, stata utilizzata la
convenzione del generatore in quanto la
corrente fuoriesce dal morsetto positivo. La sua
caratteristica vale:
VAB = VABo - RABiAB = 24 - 10iAB
Ottenuta applicando la circuitazione dal
morsetto A a quello B.
Figura 4.3c
Esercizio 4.4
Risolvere nuovamente lesercizio precedente utilizzando i seguenti
dati: R1 = 24 , R2 = 12 , R3 = 2 , E = -50 V, I = 2 A.
Figura 4.4
50
Svolgimento
E cambiato solamente il valore
di E, per cui basta calcolare
solamente il termine VABoI.
Come svolto precedentemente
si ha:
E = R1J + R2J = -48 = 24J + +
12J J = -4/3 A.
Ne consegue che VR2 = R2J =
= 12 (-4/3) = -16 V.
Si ha quindi
VABoI = VR3 + VR2 = 0 - 16 = - 16 V.
Figura 4.4a
Bo
z
za
Esercizio 4.5
Sfruttando il teorema di Thevenin dimostrare il teorema di Millmann.
Figura 4.5
Svolgimento
51
Bo
z
za
Figura 4.5c
Figura 4.5b
RAB
R2
R3
R4
Bo
z
za
IAB
Esercizio 4.6
Determinare la corrente che
circola nel ramo A-B, sfruttando
il teorema di Thevenin. [R1 =
5, R2 = 3, R3 = 4, R4 = 4,
RAB = 1/8 , E1 = 8 V]
E1
Svolgimento
Figura 4.6
R1
R3
R2
D
R4
E1
Figura 4.6a
Si valuta adesso la resistenza della rete vista dai morsetti aperti A-B.
Si fa riferimento alla rete spenta di figura 4.6b. Tale rete pu essere
ricondotta a quella di figura 4.6c, in cui si effettuata la trasposizione
di rami in parallelo.
Figura 4.6b
A-B vale:
Req = R1R2/ (R1+R2) + R3R4/ (R3+R4) = 53/8 +
44/8 =31/8.
Lo schema equivalente di Thevenin mostrato in
figura 4.6d.
La corrente IAB risulta pari a:
IAB = VAB/(Req + RAB) = - 1/(31/8 + 1/8) = - 1/4 A.
Figura 4.6c
Bo
z
za
Figura 4.6b
Esercizio 4.7
Determinare la resistenza di Thevenin A-B nei due casi: a) = 1.5; b)
= 3.
[R1 = 5, R2 = 10]
Svolgimento
La rete di figura non
presenta
alcun
generatore
indipendente ma solo
un
generatore
dipendente, per cui
essa non in grado di
generare potenza se
Figura 4.7
non viene connesso
un elemento attivo alla
porta di ingresso.
54
Bo
z
za
Figura 4.8
Svolgimento
55
E2
E1
R1
J1
R3
R2
J2
za
E3
R4
J3
R5
E4
Bo
z
Figura 4.8a
5
10
,
25
J1
5 10
0
10 25 10
25 10 15
0
10
10 25 10
15
0
J2
10
Bo
z
za
0 J1
15 10
10 25 10 J
2
0
10 15 J3
2625
2625
1 A,
15
15 5
0
10 10 10
0
25 15
15 10
0
10 25 10
0
10 15
57
5250
2625
2 A,
J3
15 10 5
10 25 10
0
10 25
15
10
7875
2625
10 25 10
0
10 15
Da cui:
I1 = J1= 1 A,
I2 = J1-J2 = -1A,
I3 = -J2 = -2A,
I4 = J2 - J3, = - 1 A,
I5 = J3 = 3A.
Bo
z
za
Esercizio 4.9
Scegliendo nuove maglie, risolvere nuovamente la rete lineare di
figura. [R1 = 5, R2 = 10, R3 = 5, R4 = 10, R5 = 5, E1 = -5V,
E2 = 15V, E3 = 5V, E4 = 25V]
Figura 4.9
Svolgimento
Si devono scrivere le equazioni di Kirchhoff per tre maglie che diano
luogo ad equazioni linearmente indipendenti, conviene quindi rifarsi
al grafo della rete, in cui si prendono in considerazione solamente i
nodi in cui confluiscono pi di due rami, figura 4.9a.
In figura 4.9b sono mostrati un possibile albero della rete e la relativa
foresta.
58
3 A.
Figura 4.9b
Figura 4.9a
Bo
z
za
Figura 4.9c
Figura 4.9d
2 ,
5 0 15 J3 25
le cui soluzioni sono:
30 5 5
J3
15 30 5
5 5 0
5 25 15
15 5 5
5 15 0
5 0 15
15 5 30
5 15 5
5 0 25
15 5
5 15
5
0
15
5250
2625
za
J2
15 5 5
5 15 0
5 0 15
Bo
z
J1
5 15 0
25 0 15
Da cui:
I1 = J1+ J2 = 1 A,
I2 = J2 = -1A,
I3 = -J1 = -2A,
I4 = - J3, = - 1 A,
I5 = J1+ J3 = 3A.
60
2 A,
2625
2625
2625
2625
1 A,
1 A,
Esercizio 4.10
Utilizzando il metodo delle correnti di
anello risolvere la rete lineare di figura.
[R1 = 1, R2 = 2, R3 = 3, R4 = 4, R5 =
5, R6 = 6, E1 = 22V, E2 = 10V, E3 =-1V]
Svolgimento
La rete una rete planare in cui sono
presenti solamente generatori di tensione,
si pu perci ipotizzare lesistenza di
correnti
di
anello
come
quelle
rappresentate in figura 4.10a.
Si pu quindi scrivere:
R1J1 + R2J1 + R3(J1 J2) = E1 - E2,
-R3(J1 J2) +R4 J2 - R5(- J2 + J3)=E2,
R5(J3 J2) + R6 J3 = -E3.
Figura 4.10
Bo
z
za
Figura 4.10a
Si ha quindi:
6 3 0 J1
3 12 5 J
2
0 5 11 J3
61
12
10
1
J1
12 3 0
10 12 5
1 5 11
6
3
6 12 0
3 10 5
1629
543
3 A, J2
3 12 5
0 5 11
J3
6 3 12
3 12 10
0 5 1
6 3 0
3 12 5
0 5 11
11
6 3 0
3 12 5
0
543
543
1086
2 A,
543
5 11
1 A.
Bo
z
za
Esercizio 4.11
Utilizzando il metodo delle correnti di anello si scriva lequazione
matriciale che risolve la rete lineare di figura.
Svolgimento
R6
R7
E1
A
R1
C
R3
R2
R5
R4
E3
D
E2
Figura 4.11
Bo
z
za
applicabile.
Conviene scegliere un albero che
non
contenga
i
rami
che
sintersecano (resistenze R6 e R7).
Si nota immediatamente che le
Figura 4.11a
Figura 4.11b
Bo
z
za
R 1 R 2
R
R2 R3 R 4
R4
R3
R 3
2
R 0
R 4 R5
0
R4
R5
,
0
R
0
R
R
R
3
3
6
3
0
R3
R 3 R 7
R3
R5
mentre il termine noto dato da:
E1
E
3
E E 2
.
E
1
0
Si nota come la matrice R pur avendo scelto tutte correnti orarie
presenti dei termini extradiagonali positivi, ci dovuto alla non
planarit della rete.
64
Esercizio 4.12
Utilizzando il metodo delle correnti di anello si risolva la rete lineare
di figura. [R1 = 2, R2 = 4, R3 = 6, R4 = 8, R5 = 10, E1 = 6V,
E2 = -10V, E3 = 8V, = 2]
Svolgimento
Figura 4.12
Bo
z
za
>R@
R 1 R 2 R 3
E R
3
E
R3
R3 R 4
0
0 , >E@ E 2 .
E 3
R 5
12 6 6
4 14 10
2 0
8
12 6 0
4 14 0
2 0 10
Esercizio 4.13
1440
1440
1 A, J2
12 6 0
4 10 0
2 8 10
12 6 0
4 14 0
2 0 10
1440
1440
1 A,
1 A.
za
J3
12 6 0
4 14 0
2 0 10
1440
1440
Bo
z
J1
6 6 0
10 14 0
8
0 10
Figura 4.13
66
Bo
z
za
Bo
z
za
2 0 5 0 J3 1 ,
J3 = 1 A, J4 = 2 A.
0 0 0 1 J 4 2
Le correnti sui resistori sono dunque:
I1 = J1 = 1 A, I2 = J1 J2 J3 = 1A, I3 = J2 +J3 = 2A, I4 = J1 J4, = 1 A, I5
= - J4 = - 2A, I6 = J4 -J3 = 1A.
Esercizio 4.14
Si utilizzi il metodo dei potenziali nodali per la risoluzione della rete
lineare di figura. [R1 = 2, R2 = 4, R3 = 6, Ig1 = 1A, Ig2 = 1A, Ig3 =
5A]
Svolgimento
Nella risoluzione di una
rete per mezzo del
metodo dei potenziali
nodali il primo passo
consiste nella scelta di un
nodo
da
considerare
come riferimento, rispetto
al quale si esprimono i
potenziali dei rimanenti
Figura 4.14
nodi. Tale scelta da
ponderare
bene,
un
criterio
di
massima
comunque quello di prendere come riferimento il nodo su cui
confluiscono il maggior numero di rami. Si fa riferimento alla figura
68
Bo
z
za
Ig2
69
Bo
z
za
1
R3
R 3 VA Ig1 Ig2
R1
1
1 1 VB Ig3 Ig2 .
R
R2
R 3
3
9
18
4 5
1 4
12
6 6 V, V
6 12V,
VA
B
9
9
4
4
1
1
6
6
6
6
5 36
5 36
1
1
12
12
6
6
da cui:
IR1 = VA/R1=3A, IR2 = VB/R2 = 3A, IR3 = (VA-VB)/R3 = -1A.
Esercizio 4.15
Utilizzando il metodo dei potenziali di nodo si scriva lequazione
matriciale che risolve la rete lineare non planare di figura.
[R1 = 1, R2 = 2, R3 = 4, R4 = 1, R5 = 2, Ig1 = -5A, Ig2 = -5A]
70
Ig1
R5
R3
R1 Ig2 R2
R4
D
Figura 4.15
Bo
z
za
Svolgimento
Le correnti sui resistori sono date da:
IR1 = (VA-VD)/R1,
IR2 = (VB-VD)/R2,
IR3 = (VC-VB)/R3,
IR4 = (VC-VD)/R4,
IR5 = (VB-VD)/R5.
Si esprime il bilancio delle correnti ai nodi imponendo che il nodo D
sia collegato a massa (VD = 0).
A) VA/R1 = - Ig1 Ig2,
B) VB(1/R2 + 1/R3 + 1/R5) VC/R3 = Ig2,
C) VC(1/R3 + 1/R4) VB/R3 = Ig1.
Tali equazioni portano a unespressione matriciale [G][V]=[I], in cui
[G] detta matrice delle conduttanze:
1
0
0
R1
VA Ig1 Ig2
1 1 1
1
V
Ig2
0
R2
R3
R5
R3 B
.
VC Ig1
1
1
1
0
R3
R3
R 4
Sostituendo si ha:
71
VB
0
1
10
0
5 1
4
5
5
4
0
0
5
1
4
4
5
1
4
4
125 5
8
8
25 1
16 16
25 5
4 4
25 1
16 16
15
3
2
1
0
10
0 5
5
4
25 5
1
5
0
4
4
VC
25 1
1
0
0
16 16
0 5
1
4
4
5
1
0 4
4
Le correnti sui resistori risultano:
IR1 = VA/R1= 10 A,
IR2 = VB/R2 =- 2.5 A,
IR3 = (VC-VB)/R3 = 0 A,
72
10V,
15
2
3
2
5 V,
15
2
3
2
5 V.
za
VA
10
0
0
5 5
1
4
4
5
1
5 4
4
1
0
0
0 5
1
4
4
5
1
0 4
4
10
5
, da cui:
5
Bo
z
1
0
0 VA
0 5
1 VB
4
4
VC
5
1
0 4
4
IR4 = VC/R4 = -5 A,
IR5 = VB/R5 = - 2.5A.
Ai medesimi risultati si poteva giungere applicando direttamente la
formulazione operativa, la quale non risente del fatto che la rete non
sia planare. Limpiego di tale tecnica fortemente consigliato per
limitare la complessit della risoluzione delle reti elettriche.
Esercizio 4.16
Utilizzando il metodo dei potenziali di nodo si risolva la rete lineare di
figura. [R1 = 1, R2 = 2, R3 = 4, R4 = 8, Ig1 = 34A, Ig2 = 35A, E1 =
4V, E2 = 8V ]
Bo
z
za
Svolgimento
Figura 4.16
Bo
z
za
I
1 1 1
1
g
1
V
R2
R3
R3 A
R 2 R3
R1
1 1 VC
E1 E 2 ,
1
I I
R3
R3
R 4
g1 g2 R 3 R 4
Bo
z
za
7
1 VA 31
4
4
3
1
1
V
8 C
4
Che porta ad avere VA = 20V, VB = 24V, VC = 16V, VD = 0V, VE = 8V, da cui IR1 = 20A, IR2 = 12A, IR3 = -2A, IR4 = 3A.
Osservazione
Lequazione risolvente pu essere scritta utilizzando una semplice
formulazione operativa. Sidentificano i supernodi e si sceglie per
ciascuno lestremo da utilizzare come incognita. In ogni
nodo/supernodo si valuta il
bilancio
tra
potenziali
di
nodo/supernodo moltiplicati per
le relative conduttanze e i
potenziali dei nodi/supernodi
che presentano conduttanze in
comune, tale bilancio pari alla
somma algebrica delle correnti
agenti sul nodo/supernodo,
dovute ai generatori di corrente
Figura 4.16c
afferenti al nodo e dei
generatori di tensione, presenti nei supernodi, moltiplicati per le
relative conduttanze. Il segno di tali correnti positivo se i generatori
agiscono in modo da generare correnti entranti nel nodo.
Si scelgono come potenziali incogniti VA, VC; non figureranno VB e VE
giacch potenziali dipendenti dai potenziali in A e D.
75
Si ha quindi:
A-B) VA(1/R1 + 1/R2 + 1/R3) - VC/R3 = Ig1 -E1(1/R2 + 1/R3),
C) VA/R3 +VC(1/R3 + 1/R4) = - Ig1 + Ig2+ E1/R3- E2/R4,
che porta allespressione matriciale:
E
E
Ig1 1 1
1 1 1
1
R2
R3
R 3 VA
R 2 R3
R1
1 1 VC
E1 E 2 .
1
I I
R3
R3
R 4
g1 g2 R 3 R 4
Bo
z
za
Esercizio 4.17
Facendo riferimento al circuito di figura 4.3, determinare il circuito
equivalente di Norton alla porta A-B. [R1 = 24 , R2 = 12 , R3 = 2 ,
E = 12 V, I = 2 A]
Figura 4.17
Svolgimento
Si valuta la corrente di corto circuito tra i morsetti A-B, facendo
riferimento allo schema di
figura 4.17a. Sintroducono
i potenziali di nodo e si
scrivono le equazioni di
nodo:
VA = VB = 0;
VC = E;
-VA/R3 + VD(1/R1+1/R2
+1/R
3) - VC/R1 = I,
Figura 4.17a
da cui si ricava che
VD = (I + VC/R1)/ (1/R1+1/R2 +1/R3) = (2 + 12/24)/ (1/24 + 1/12 + 1/2)=
= (5/2)/(15/24) = 4 V.
76
Bo
z
za
Esercizio 4.18
Determinare il circuito equivalente di Norton alla porta A-B. [R1 = 10
, R2 = 20 , E = 10 V, = 5 ]
Figura 4.18
Svolgimento
Facendo riferimento alla figura 4.18a, si valuta la corrente di corto
circuito tra i morsetti A-B mediante il metodo delle correnti di anello.
77
I0 = J1 J2;
IABcc = J3;
(R1 + 0)J1 0J2 0J3 = E;
-0 J1 + (R2 + 0)J2 R2J3 = Io;
-0 J1 R2J2 + R2J3 = 0.
Si rielabora lequazione
maglia centrale:
R2J2 R2J3 = (J1 J2),
(+R2)J2 R2J3 = J1.
Figura 4.18a
Sostituendo, si ha:
J1 = E/ R1 = 10/10 = 1A,
(5+20)J2 20J3 = 51;
-20J2 + 20J3 = 0;
da cui J2 = 1A e IABcc = J3 = 1A.
La resistenza vista dai morsetti AB si ottiene valutando la tensione
a vuoto (J1 J2),e facendo il
Bo
z
za
alla
Figura 4.18b
di
Figura 4.18c
Figura 4.18d
Esercizio 4.19
Per mezzo del teorema di
Thevenin si sintetizzi il
modello
equivalente
dellinsieme
sistema
elettrico in condizione di
guasto e corpo umano.
Figura 4.19
Svolgimento
Bo
z
za
79
Figura 4.19a
Figura 4.19b
Bo
z
za
Esercizio 4.20
Facendo riferimento al
circuito di figura 4.20,
determinare il rapporto
RX/R affinch, quando il
tasto T risulta chiuso, VAB
assuma i due terzi del
valore
raggiunto
in
condizioni di tasto aperto.
Figura 4.19d
Figura 4.20
Svolgimento
Si determina il circuito equivalente di Thevenin ai morsetti A-B. VABo
si determina per mezzo della formula del partitore di tensione:
80
Figura 4.20a
Esercizio 4.21
Bo
z
za
La corrente IL misurata
nello schema di figura
4.21. Si eseguono due
misure differenti variando il
valore di tensione del
generatore E:
1) E(1) = 10V, R = 1,
IL(1) = 0A;
2) E(2)= -10 V, R = 1,
Figura 4.21
IL(2) = -5A.
Determinare il valore della resistenza interna allo schema di
Thevenin.
Svolgimento
Per il primo caso si fa riferimento allo
schema di figura 4.21a. E immediato
determinare che VTH pari a 10V.
Si considera adesso lo schema di
figura 4.21b, la seconda equazione di
Kirchhoff afferma che:
10 +10 +RTHIL +RIL=0,
da cui RTH = (20-15)/5 = 3.
Figura 4.21a
Figura 4.21b
81
Esercizio 4.22
Il circuito rappresentato in figura 4.22 composto da tre resistori ed
un generatore di tensione. Sfruttando la caratteristica grafica del
comportamento ai morsetti, si determinino i valori di VS e di R.
Figura 4.22
Svolgimento
Bo
z
za
82
Capitolo 5
Doppi bipoli
R3
R1
Esercizio 5.1
Determinare le espressioni
in forma letterale dei
parametri della matrice di
impedenza
del
doppio
bipolo di figura 5.1.
R2
R4
Figura 5.1
Svolgimento
Bo
z
za
v1
i1
v2
i1
, Z12
i2 0
, Z 22
i2 0
v1
i2 i
v2
i2
Figura 5.1a
,
1
.
i1 0
Z11
v1
i1 i
R'1
1 i2
R1(R 2 R 3 )
R4 .
R1 R 2 R 3
v2
i1
i2 0
v2
1
i2 0
R 2R1
R4 .
R1 R 2 R 3
Bo
z
za
Figura 5.1c
Z12
R1R 2
R4 1 ,
R 2 R1 R 3
v1
i2 i1
v1
1 i1
R1R 2
R4 .
R 2 R1 R 3
84
Svolgimento
Bo
z
za
Z11
i1 i 0 1 i 2 0 R 2R 1 3
Figura 5.2a
Zm
i1 i 0
1
R 2R 1 3 .
2
i2 0
Figura 5.2b
Z 22
R
.
i2 i 0
1 i1 0
R 2R 1 3
1
Bo
z
za
Esercizio 5.3
Per il doppio bipolo di figura
5.3, determinare i parametri
della
rappresentazione
mediante
matrice
di
impedenze [z].
[R1 = 4, R2 = 2, R3 = 2,
Ig1 = v1, = 2S]
Figura 5.3
Svolgimento
La rete non reciproca ne
simmetrica. Per la valutazione di Z11
e Z21 si utilizza lo schema di figura
5.3a, in cui si considera il nodo C
connesso a terra.
Si determinano i potenziali VA e VB
con il metodo dei potenziali di nodo.
Le equazioni sono:
VA(1/R1 + 1/R2) VB/R2 = 1;
-VA/R2 +VB(1/R2 + 1/R3)= -VA.
Lequazione matriciale data da:
86
Figura 5.3a
1
1
1
R R
R 2 VA 1
2
1
,
1 E 1 1 VB 0
R 2
R 2 R 3
che porta a VA =2/3V e VB= -1V, per cui
Z11 = 2/3 e Z21 = -1 .
Per ricavare Z22 e Z12 si fa riferimento
allo schema di figura 5.3b.
Figura 5.3b
In questo caso le equazioni risolventi
sono:
VA(1/R1 + 1/R2) VB/R2 = 0;
-VA/R2 +VB(1/R2 + 1/R3)= 1-VA.
Si ottiene VA =1/3V e VB= 1/2V, per cui Z22 = 1/3 e Z12 = 1/2 .
i1
i2
R2
Bo
z
v2
za
R1
v1
Esercizio 5.4
Per il doppio bipolo di figura 5.3,
determinare i parametri della
rappresentazione
mediante
matrice di ammettenza [Y].
[R1 = 4, R2 = 8, R3 = 4]
R3
Figura 5.4
Svolgimento
Y21
i2
v1 v
, Y22
2
i2
v2
.
v1 0
Figura 5.4a
3
A
10 ,
J2
i1
v1 v
J1
1 v2
3
S,
10
6
4
6
4
1
0
4
6
i2
v1 v
Y21
1
A
5 ,
J2
1
per
v2 0
cui
1
S.
5
Bo
z
za
Figura 5.4a
6
J2
Y12
4 1
6 4
4 6
i1
v2
v1 0
3
A
10 ,
J1
1 v1
per
cui
Y22
i2
v2
v1 0
J2
1
v1 0
3
S,
10
1
S.
5
88
i1
v3
v1 R1
Esercizio 5.5
Per il doppio bipolo di figura 5.5,
determinare i parametri della
rappresentazione
mediante
matrice di ammettenza [Y].
[R1 = 1/4, R2 = 1/3, R3 =
1/2, = 2]
i2
v2
R2
R3 v3
Figura 5.5
Svolgimento
Bo
z
za
Figura 5.5a
Figura 5.5b
Figura 5.5c
Bo
z
za
Si pu scrivere che:
i1IV = -(v3/R2 + v3/R3 ),
i2IV= v3/R3,
v3III = - v3.
Le grandezze incognite valgono:
v3 = v3III + v3IV = -1 - v3 v3 = -1/3V.
i1 = i1III + i1IV = -2 + 2 + 4/3 = 4/3 A,
i2 = i2III + i2IV = 2 - 4/3 = 2/3.
Si ottengono pertanto Y22 = 4/3S e Y12 = 2/3S.
Figura 5.5d
Esercizio 5.6
i1
i2
R
v1
R
R
v2
Svolgimento
Figura 5.6
90
v1
v2
, C
i2 0
i1
v2
.
i2 0
Figura 5.6a
Bo
z
za
v1
i2
, D
v2 0
i1
i2
.
v2 0
La
corrente
che
circola
sul
Figura 5.6b
cortocircuito della seconda porta si
pu valutare facilmente con la seguente formula:
v1
1
i2
, da cui B=3R.
R R/2 2
La corrente i1 data da:
v1
v1
i1
, per cui D = 5.
R R R/2
Si ha quindi la seguente rappresentazione matriciale:
2 3R
T 3
5 .
R
Si pu notare che per il doppio bipolo reciproco si ha: AD-BC=1.
91
BI
v1
i2
Figura 5.6c
0 , DI
v2 0
i1
i2
1.
Figura 5.6d
Figura 5.6e
v2 0
Bo
z
za
BII
v1
i2
R , DII
v2 0
i1
i2
1.
Figura 5.6f
v2 0
Figura 5.6g
Si ha quindi:
1 0
1 R
T II
TI 1
,
.
R 1
0 1
Il sistema a dato dal prodotto delle matrici TI e TII :
1 0 1 R 1 R
TIII 1
.
1
R 1 0 1 R 2
Il sistema completo dato dalla cascata di due sistemi a :
1 R 1 R 2 3R
T 1
,
3
1
R 2 R 2 R 5
che corrisponde alla matrice trovata precedentemente.
92
i1I
Esercizio 5.7
In figura 5.7 rappresentata la
connessione tra due doppi bipoli
a T. Si determini la matrice di
impedenza del doppio bipolo
equivalente.
[R1 = 1, R2 = 8, R3 = 1, R4
= 2, R5 = 2, R6 = 1]
i2I
R1
v1
R2
R3
i1II
v2
i2II
Bo
z
za
Svolgimento
La connessione effettuata pu
R4
R5
essere erroneamente definita
v1
v2
R6
connessione
serie,
infatti
alimentando il sistema dalla
prima porta e lasciando aperta
la seconda si verifica una
i1I
i2I
Figura 5.7
condizione inammissibile per la
connessione serie: i2I =0 e i2II
R1
R2
0, che invece dovrebbero
v1
v2
R3
essere identiche.
La condizione di Brune afferma
che la connessione serie
1
i1II
i2II
possibile se, alimentando da
una porta le due reti connesse
R4
R5
in serie, in corrispondenza
v1
v2
R6
dell'altra porta nulla la
tensione tra i morsetti che
dovranno essere collegati in
Figura 5.7a
serie.
Similmente
la
connessione
parallelo
93
Z 21
v2
i1
i2 0
v2
1
R3 R 4 // R 5 R 6 1
1
i2 0
3:.
Bo
z
za
Esercizio 5.8
Individuare due sotto-circuiti
biporta
che,
connessi
in
parallelo,
corrispondano
al
doppio bipolo di figura 5.8.
Deterinare infine i parametri
ammettenza
del
sistema
completo,
utilizzando
i
sottosistemi precedentemente
identificati. [R1 = 1/4, R2 =
1/8, R3 = 1/4, R4 = 1/2,
=2]
Figura 5.8
94
Svolgimento
Per affrontare il problema conviene separare
il circuito in parti canoniche e nello specifico
si scompone in due sistemi a e a . Il
sistema a prevede il generatore pilotato e
ovviamente la grandezza che lo comanda,
figura 5.8a.
Alimentando la prima porta con un
generatore
di
tensione
unitario
e
cortocircuitando la seconda porta (figura
5.8b), si ottengono facilmente i seguenti
parametri:
1
i1
R2
*
Y11
8S,
v1 v 0
1
2
1 Ei1
R2
1
8S.
za
Y 21
i2
v1 v
v2 0
Figura 5.8b
Bo
z
Figura 5.8a
v2 0
Y12
i1
v2
v1 0
v1 0
1
R2
1
Figura 5.8c
8S.
v1 0
Figura 5.8d
Y11
Y 21
i1
v1 v
i2
v1 v
1 1
R1
R4
1
6S,
v2 0
1
R4
1
2S.
v2 0
Y12
i1
v2
v1 0
v1 0
1 1
R3
R4
1
6S,
v1 0
1
R4
1
2S.
za
Y22
i2
v2
v1 0
Figura 5.8e
Bo
z
Figura 5.9
96
Bo
z
za
Svolgimento
Le relazioni di doppio bipolo espresse mediante parametri di
trasmissione diretta (figura 5.9a) sono date da:
v 1 Av 2 Bi2
.
i1 Cv 2 Di2
Queste vanno integrate con la
relazione alla porta 2:
v2 = -ZLi2,
Figura 5.9a
sicch per limpedenza dingresso si
ha:
v 1 AZL B
Zi
.
i1 CZL D
Si considerano adesso i parametri di trasmissione inversa (figura
5.9b) per la valutazione dellimpedenza di uscita:
v 2 A' v 1 B' i1
.
i2 C' v 1 D' i1
La relazione alla porta 1 data da:
v1 = -ZGi1,
sicch per limpedenza duscita si ha:
v 2 A' Z G B'
Zu
.
i2
C' Z G D'
Figura 5.9b
Si determina adesso la relazione che
intercorre tra parametri T e T:
v1 A B v 2 A B v 2 A B A' B' v 1
i1 C D i2 C D i2 C D C' D' i1
A B A' B' v1 A B A' B'
C D C' D' i C D C' D' 1,
per cui
A' B'
A B
D B
1
C' D' inv C D AD BC C A ,
ed infine
A' B' A' B' 1 0
D B
1
C' D' C' D' 0 1 AD BC C A .
Zu
v2
i2
DZ G B
.
CZ G A
za
v1
i1
Bo
z
Z C1
Figura 5.9c
da cui
CZ C2 1 D A Z C1 B
0.
Ed anche che:
v 2 DZ C2 B
ZC2
,
i2
CZ C2 A
CZ C2 2 A D Z C2 B
Figura 5.9c
0.
Zim2
v2
i2
DZim1 B
.
CZim1 A
Risolvendo si ottiene:
AB
Zim1
,
CD
e
BD
Zim2
.
AC
za
v1
i1
Bo
z
Zim1
Figura 5.9d
99
Esercizio 5.10
La rete di figura 5.10 composta da una catena infinita di doppi
bipoli connessi in cascata. Ponendo in uscita la resistenza
caratteristica Rc, la resistenza che si vede in ogni sezione della linea
la stessa. Determinare Rc. [Z11 = 19, Z12 = 16, Z21 = 16, Z22 =
21]
Figura 5.10
Bo
z
za
Svolgimento
Quando la linea chiusa sulla sua
impedenza caratteristica in ogni sezione
la resistenza di ingresso, Ri, pari alla
resistenza caratteristica, Rc, figura 5.10a.
Figura 5.10a
Figura 5.10b
R1 R 3
R2 Rc
,
R3 R 2 Rc
si ha quindi:
Figura 5.10c
R3 R 2 R c R c2 R3 R 2 R1 R1 R c R3 R 2 R3 R c
sostituendo
100
21 R c R c2 63 3 R c 80 16 R c ,
riordinando
R c2 2 R c 143 0, si ha quindi Rc = 11 e Rc = -13, ovviamente
la soluzione fisica Rc = 11.
Esercizio 5.11
Progettare un doppio bipolo
simmetrico con impedenza
caratteristica pari a 400 .
Figura 5.11
Bo
z
za
Svolgimento
Si considera una rete simmetrica a T,
figura 5.11a. Il problema pu essere
risolto in due maniere differenti. Una
prima via considera la valutazione
diretta dei parametri di trasmissione.
Si considera lo schema di figura 5.11b
in cui il secondario aperto e si ricava
il parametro C:
1
i1
R1 R 2
1
C
.
1
v2 i 0
R2
R2
2
R1 R 2
Per valutare il parametro B fa
riferimento alla figura 5.11c:
v1
1
B
1
R2
i2 v 0
2
R1R 2 R1 R 2
R1
R1 R 2
R12 2R1R 2
.
R2
101
Figura 5.11a
Figura 5.11b
Figura 5.11c
R12 2R1R 2
R2
R2
B
C
R12 2R1R 2 .
4 10 4 400R 2 R 2
400
300:.
R1R 2
,
R1 R 2
da cui si ottiene:
R1
ZC
R1 R 2 R1 2R1R 2
Bo
z
za
Z CC
R1 R 2
,
Figura 5.11d
identica
a
quella
determinata
precedentemente.
Si verifica adesso che limpedenza ricavata sia unimpedenza
caratteristica. Si considera la figura 5.11d.
Limpedenza dingresso data da:
Zi
R1
R 2 R1 Z C
R 2 R1 Z C
200
400:.
102
Esercizio 5.12
Determinare la resistenza vista
dai morsetti A-B.
[Z11 = 1, Z12 = -2, Z21 = 1,
Z22 = 3, R = 2]
Figura 5.12
Bo
z
za
Svolgimento
Una via semplice per risolvere
lesercizio quella di sostituire alla rete
il circuito a T equivalente, ed essendo il
doppio bipolo non reciproco, ci sar la
presenza di un generatore dipendente
di tensione. Unalternativa generale
consiste nellimplementare le equazioni
del 2-porte.
Si nota che iAB = i1 e vAB = v1- v2, figura
5.12a.
Si scrivono le equazioni del 2-porte:
Figura 5.12a
v1 = Z11i1 + Z12i2,
v2 = Z21i1 + Z22i2,
poi la legge di Ohm sulla resistenza R:
v2 = - R(i1 +i2),
combinando le due ultime equazioni si ha:
R Z 21
i1 , per cui
Z21i1 + Z22i2,= - R(i1 +i2) i 2
R Z 22
v AB v 1 v 2
Z11 i1 Z12 i2 Z 21 i1 Z 22 i2
Z11 Z 21 i1
R Z 21
2 1
i1 1 1i1 2 3
i1
R Z 22
23
La resistenza cercata pari a 3.
Z12 Z 22
103
3i1
R AB i AB .
Capitolo 6
Circuiti dinamici del primo ordine
Esercizio 6.1
Sullinduttore lineare di
figura 6.1 circola una
corrente
con
profilo
temporale a dente di sega.
Determinare landamento
della tensione VAB(t) ai capi
dellinduttore. [Imax =10A,
T=100ms, L = 1H]
za
Figura 6.1
Bo
z
Svolgimento
La relazione costitutiva di un induttore, che lega la tensione alla
corrente, espressa dalla seguente formula:
d
v AB ( t) L i AB ( t) .
dt
Considerando il singolo periodo [0,T], si scrive in forma analitica il
profilo temporale della corrente di dente di sega:
Imax
T
0dtd
i AB ( t) T 2 t
2
Imax
T
i AB ( t) Imax
t T 2 d t d T
T 2
2
Utilizzando la relazione costitutiva si ricava il profilo temporale della
tensione vAB(t):
Imax
T
v AB ( t) L T 2 0 t 2
I
T
v AB ( t) L max
tT
T 2 2
104
Imax
Vmax = 200V e si
T 2
traccia landamento temporale
della tensione vAB(t), figura 6.1a.
Si pone L
Bo
z
za
Esercizio 6.2
Sullinduttore lineare di
figura 6.2 applicato un
impulso di tensione il cui
profilo
temporale
mostrato
nella
stessa
figura.
Determinare
landamento della corrente
iAB(t) .
Figura 6.2
Svolgimento
In un induttore la relazione costitutiva che lega la corrente alla
tensione, espressa dalla seguente formula:
1 t
i AB ( t)
v AB ( t)dt i(0) .
L 0
Lespressione analitica della tensione vAB(t) :
105
Vmax
T/3 t
Vmax
Vmax t T
T / 3
T
3
T
2T
dtd
3
3 .
2T
dtdT
3
0dtd
V
1 Vmax T / 3
1
T Vmax
T
T max t
Vmax t
L T/3
2
L
3
6L
L
3
Bo
z
za
t2
1 Vmax
Tt
2
L T/3
1 2T 2
2
T T
2 3
3
t2
Tt 4 T 2
2
106
Un andamento qualitativo
tracciato in figura 6.2a.
Si noti come a seguito di un
impulso di tensione si ha una
risposta permanente della
corrente.
vAB(t)
T/3
2T/3
T/3
2T/3
iAB(t)
Bo
z
za
Figura 6.2a
Figura 6.3
Esercizio 6.3
Nellistante t=0 il tasto T viene
chiuso. Sapendo che che il
generatore di tensione EG
assume un profilo temporale di
tensione costante e che il
condensatore
prima
della
chiusura del tasto scarico,
determinare landamernto di
tensione
sul condensatore.
[EG= 10V, R=1, C =1F]
Svolgimento
Il comportamento della rete condizionato dalla presenza di un
elemento conservativo e dalle condizioni energetiche da esso
assunte prima della chiusura del tasto.
In figura 6.3a rappresentata la rete nellistante t=0-; applicando la
seconda legge di Kirchhoff si ha:
107
Bo
z
za
EG = vT + vR + vc.
Essendo un circuito serie interrotto
dal tasto T aperto, la corrente
nellanello nulla, e quindi la
caduta di tensione sul resistore R
pure
nulla,
d'altronde
sul
condensatore la tensione pure
imposta al valore nullo per le
condizioni
iniziali,
risulta
di
Figura 6.3a
conseguenza che vT = EG.
In figura 6.3b rappresentata la
rete per t = 0+.
Si sostituisce al posto del
condensatore un generatore di
tensione, poich nellistante di
tempo t = 0+ la tensione del
condensatore
deve
rimanere
Figura 6.3b
costante e pari al valore assunto
nellistante t = 0-. Applicando la seconda legge di Kirchhoff si ha:
EG = vT + vR + vc = 0 + vR + 0,
essendo la tensione sul tasto nulla.
Si deduce che:
EG
iR t 0
,
R
la corrente che attraversa la maglia e quindi il condensatore una
corrente pari a quella che si avrebbe nel circuito se al posto del
condensatore fosse sostituito un corto circuito. Durante listante di
transizione il condensatore scarico
si comporta da cortocircuito, un
comportamento duale rispetto a
quello permanente.
In figura 6.3c rappresentato il
circuito per t = , quando il circuito
ha raggiunto la condizione di
Figura 6.3c
regime. Applicando la seconda
legge di Kirchhoff si ottiene:
EG = vT + vR + vc = 0 + 0 + vc,
il condensatore ormai carico alla tensione E0, e sulla maglia non
circola corrente.
108
Bo
z
za
t
RC
v o t Ae
Ae
,
con A costante da determinare.
La soluzione particolare pu essere ottenuta sostituendo a v c t ,
nellequazione differenziale generale, un termine che rispecchi la
stessa natura del termine non omogeneo, e in questo caso si sceglie
un termine B costante:
Dt
109
dB
1
1
B
EG ,
dt RC
RC
risulta pertanto che B = EG. Lequazione generale per t>0 data da:
t
RC
v c t Ae
EG .
Rimane da determinare la costante A in funzione delle condizioni
iniziali. Per t = 0+ si ha vc =0 V, per cui:
0
RC
Ae
EG , da cui A= -EG.
La soluzione cercata dellequazione differenziale :
t
RC
v c t EG 1 e
. Ne conseguono:
Bo
z
za
EG RC
d
ic t C v c t
e
, v R EGe RC .
dt
R
In figura 6.3d rappresentato landamento temporale della tensione
sul condensatore, la pendenza iniziale data da:
EG
d
v c t 0
.
dt
W
12
tensione v c(t)
10
8
6
4
2
W = RC
0
0
tempo
Figura 6.3d
110
10
Esercizio 6.4
Determinare
landamento
temporale della tensione sul
condensatore, sapendo che
nellistante t=0, quando il tasto
T viene chiuso, il condensatore
presenta una tensione iniziale
V0. [EG= 10V, V0 = 5V, R=1,
C =1F]
Figura 6.4
Svolgimento
Bo
z
za
Anche
in
questo
caso
il
comportamento
della
rete
111
t
W
Bo
z
za
t
RC
v c t Ae
EG .
Si determina A imponendo la continuit della tensione sul
condensatore, in base alle considerazioni energetiche:
1
1
Wc 0
C v c2 0
C v c2 0 Wc 0 ,
2
2
0
RC
vc 0
V0 Ae
EG A V0 EG .
Lintegrale cercato infine dato da:
v c t V0 EG e RC EG .
Lequazione pu anche essere espressa utilizzando le informazioni
negli istanti 0 e :
v c t
v c 0 v c f e
t
RC
v c f .
112
10
vc(f) = 10 V
8
6
4
vc(0) = 5 V
za
W = RC =1
0
0
10
Bo
z
tempo [s]
Figura 6.4c
Osservazione
Abbandonando il punto di vista matematico per uno pi fisico, la
risposta della rete pu essere ricondotta alla somma di due
contributi:
t
t
v t v t ,
RC
RC
v c f 1 e
v c t v c 0e
l
f
113
12
risposta completa
risposta forzata
risposta libera
8
6
4
2
4
tempo [s]
Figura 6.4d
za
0
0
Bo
z
10
114
10
Figura 6.5
Esercizio 6.5
Determinare
landamento
temporale della tensione sul
condensatore,
sapendo
che
nellistante t=0, quando il tasto T
viene chiuso, il condensatore
scarico e che il generatore assume
EG
t.
un profilo del tipo e G ( t)
TG
[EG= 10V, TG = 5s, R=1, C =1F]
Svolgimento
Bo
z
za
Si
considera
inizialmente
il
comportamento per t = 0, figura 6.5a.
La corrente nulla, poich le
condizioni iniziali sono nulle ed il
generatore stesso assume valore
Figura 6.5a
nullo.
Lequazione da risolvere :
dv c
1
1
1 EG
v c t
eG
t.
dt
RC
RC
RC TG
La risposta della rete pu sempre essere scomposta come soluzione
dellequazione omogenea associata ed integrale particolare:
v c t Ae
t
RC
v p ( t).
1 EG
t
RC TG
B
B1
1 EG
t B1 0
t 0.
RC
RC RC TG
Si confrontano i due polinomi di variabile t e si uguagliano tra loro i
coefficienti dei monomi di uguale grado:
115
B1
RC 1
1 EG
B1
RC TG
EG
,
TG
B0
E
0 B0 G RC.
RC
TG
Lequazione completa assume la forma:
B1
v c t Ae
t
W
EG
E
t G W.
TG
TG
Si ricava adesso A per mezzo delle condizioni iniziali:
v c 0 0
Ae
0
W
EG
E
0 G W A
TG
TG
EG
W.
TG
Si ha quindi:
t
Bo
z
za
EG W EG
E
v c t
We
t G W.
TG
TG
TG
In figura 6.5b rappresentato landamento temporale della tensione
sul condensatore, la curva parte con pendenza nulla poich
EG 1 EG
d
W
v c 0
0 0.
dt
TG W TG
12
10
8
6
4
2
0
0
3
4
tempo [s]
Figura 6.5b
116
Figura 6.6
Esercizio 6.6
Determinare
landamento
temporale della tensione sul
condensatore,
sapendo
che
nellistante t=0, quando il tasto T
viene chiuso, il condensatore
scarico e che il generatore assume
un profilo del tipo e G ( t) EG sin Zt .
[EG= 10V, = 3 rad/s, R=1, C
=1F]
Svolgimento
v c t
Ae
t
RC
v p ( t).
Bo
z
za
B1
W
ZW
1 Z2 W 2
B
1
ZW
ZB 2 1
EG
B2
EG
W
W
1 Z2 W 2
La soluzione generale :
117
v c t Ae
t
W
EG
ZW
EG cos Zt.
1 Z W
1 Z2 W 2
Da cui si ricava A imponendo le condizioni iniziali:
v c 0 0
A
Ae
2 2
0
W
sin Zt
EG
1 Z W
2 2
sin 0
ZW
EG cos 0
1 Z2 W 2
ZW
EG .
1 Z2 W 2
La soluzione cercata :
t
EG
ZW
ZW
W
v c t
E
e
sin Zt
EG cos Zt.
G
2 2
2 2
1 Z W
1 Z W
1 Z2 W 2
In figura 6.6a rappresentato landamento temporale della tensione
sul condensatore.
Bo
z
za
4
2
0
-2
-4
0
tempo [s]
Figura 6.6a
118
10
Figura 6.7
Esercizio 6.7
Determinare
landamento
temporale della tensione sul
condensatore,
sapendo
che
nellistante t=0, quando si chiude il
tasto T, il condensatore scarico e
che il generatore assume un
Dt
profilo del tipo eG (t) EGe . [EG=
10V, = 3 s-1, R=1, C =1F]
Svolgimento
Bo
z
za
v c t Ae
t
RC
v p (t).
B
- D
RC RC
La soluzione generale :
t
W
v c t Ae Be Dt .
Si ricava A imponendo le condizioni iniziali:
-
119
v c 0 0
Ae
0
W
Be
EG 1
- D.
RC RC
La soluzione cercata :
A
E
E
1
1
- D e W G
- D e Dt .
v c t G
RC RC
RC RC
In figura 6.7a rappresentato landamento temporale della tensione
sul condensatore. Tale andamento scomponibile nella risposta
allomogenea associata e nellintegrale particolare. Si nota che la
somma di due esponenziali di argomento differente e coefficienti
opposti genera un segnale impulsivo, cio di durata finita.
20
za
risposta completa
risposta dell'omogenea associata
integrale particolare
Bo
z
15
tensione v c(t) [V]
10
5
0
-5
-10
-15
-20
0
tempo [s]
Figura 6.7a
120
10
Esercizio 6.8
Determinare landamento temporale
della tensione sul condensatore,
sapendo che nellistante t=0,
quando si chiude il tasto T, il
condensatore scarico e che il
generatore assume un profilo del
Dt
tipo eG (t) EGe . [EG= 10V, = 1
s-1, R=1, C =1F]
Figura 6.8
Svolgimento
Bo
z
za
v c t Ae
t
RC
v p ( t).
v c t Ae
t
W
EG Dt
te .
RC
Si ricava A imponendo le condizioni iniziali:
v c 0 0
Ae
0
W
EG
0 e
RC
0.
121
La soluzione cercata : v c t
EG - W
te .
RC
tempo [s]
Figura 6.8a
za
0
0
Bo
z
122
10
Esercizio 6.9
Determinare landamento temporale
della
tensione
sullinduttore,
sapendo che nellistante t=0,
quando si chiude il tasto T,
linduttore non percorso da
corrente e che il generatore assume
un profilo del tipo e G ( t) EG . [EG=
10V, R=1, L =1H]
Figura 6.9
Svolgimento
Bo
z
za
t
W
R
B
L
1
eG B
L
eG
.
R
eG
una soluzione del problema, allora
R
lintegrale particolare si pu ricavare dalla condizione di regime.
123
0
W
eG
e
A G.
R
R
Lintegrale cercato infine dato da:
iL 0
Ae
eG W eG
e
e si ricava landamento di tensione per mezzo
R
R
della relazione costitutiva:
iL t
Bo
z
za
di
1 eG W
v L t L L L
e .
dt
LR R
Landamento della corrente sullinduttore rappresentato in figura
6.9a insieme allandamento di tensione. Vi una discontinuit iniziale
sulla tensione ma non sulla corrente.
iL(t) [A]
v L(t) [V]
10
8
corrente
tensione
6
4
2
0
0
tempo [s]
Figura 6.9a
124
10
Esercizio 6.10
Ricavare nuovamente landamento
temporale
della
corrente
sullinduttore,
sapendo
che
nellistante t=0, quando si chiude il
tasto T, linduttore percorso dalla
corrente I0 e che il generatore
assume un
profilo del tipo
e G ( t) EG .
[EG=
10V,
I0
=2A,R=1, L =1H]
Figura 6.10
Svolgimento
Come svolto nellesercizio 6.9 si scrive la soluzione dellequazione
differenziale per mezzo dellintegrale generale:
iL t io t ip t ,
t
W
e ip t
Bo
z
Ae
za
eG
.
R
Per determinare A si impongone la condizione di continuit sulla
corrente:
con io t
0
W
eG
e
A I0 G iL 0 iL f .
R
R
Lintegrale generale pertanto dato da:
iL 0
I0
Ae
t
W
125
10
corrente [A]
8
risposta completa
evoluzione libera
evoluzione forzata
6
4
2
0
0
10
Bo
z
za
tempo [s]
Figura 6.10a
Esercizio 6.11
Determinare landamento temporale della tensione sul condensatore,
sapendo che vc(0-)=10V. [EG= 15V, IG = -2A ,R1 =6, R2= 3, R3=
1, R4= 4, R5= 2, C =2F]
Figura 6.11
Svolgimento
126
Figura 6.11a
R1
J1
R3
R4
R2
J2
R5
R5IG
Figura 6.11b
Bo
z
za
R2
EG R1 R 2
J1
R I R
R 2 R 3 R 4 R 5 J2
2
5 G
9 3 J1 15
3 10 J 4
2
da cui J1 = 2 A e J2 = 1A.
La caduta di tensione Veq ricavabile seguendo il percorso che
congiunge A con B incontrando i resistori R4 e R5:
Veq = (R4+ R5)J2+ R5IG = 6 4 = 2V.
In
figura
6.11c
v c 0 v c fe
t
R eqC
v c f
10 2e
t
4
2.
12
vc(0) = 10 V
risposta libera
risposta forzata
risposta completa
6
4
vc(f) = 2 V
0
0
W = ReqC=4
za
10
tempo [s]
Figura 6.11d
Bo
z
10
15
20
Esercizio 6.12
Nellistante t = 0 il tasto T si
chiude e contemporaneamente
si attivano i generatori di
tensione. I generatori di
tensione presentano profili
temporali differenti, il primo ha
un andamento esponenziale
mentre il secondo ha carattere
sinusoidale.
Determinare
landamento temporale della
Figura 6.12
tensione sul condensatore,
sapendo
che
vc(0-)=10V.
[eG1(t)= 20e-t/3 V, eG2(t)= 4sin(t/4) V, R1 =4 , R2= 2, C =3F]
Svolgimento
128
t
W
t
4
R1
R2
Bo
z
za
v C0 t v C (0)e
10e .
vc
eG1
Si considera adesso la risposta forzata in
C
presenza del primo generatore, figura
6.12b. Lequazione differenziale si ottiene
facendo delle semplici considerazioni, per
Figura 6.12b
ricondursi ad un circuito di Thevenin
equivalente basta traformare il generatore
reale di tensione in un generatore reale di corrente, eseguire il
parallelo tra le resistenze e poi ritrasformare il generatore reale di
corrente in un generatore reale di tensione. Lequazione differenziale
quindi data da:
dv C1
1
v C1 t
dt
R EqC
REq
REqC R1
EG1
1
20e 3 ,
12
A 1e
t
W
B1e
t
3,
1 3 B1 3
B1
e
e
3
4
5 -3
e B1
3
20.
129
0
W
0
3
v C1 0 A 1e 20e A 1 20.
Lequazione completa del circuito di figura 6.12b
data da:
t
W
t
3,
v C1 t 20e 20e
Si considera adesso la figura 6.12c in cui ad
essere attivo il secondo generatore.
Per tale rete lequazione differenziale :
dv C2
1
1 REq
1
t
v C2 t
EG2
4 sin ,
dt
REqC
REqC R 2
6
4
Figura 6.12c
t
t
B 2 sin B 3 cos .
4
4
Si ricavano i coefficienti B2 e B3 sostituendo lintegrale particolare
nellequazione differenziale:
B2
t B
t 2 t
t B
t B
cos 3 sin 2 sin 3 cos
sin ,
4
4 4
4 4
4 4
4 3 4
si eguagliano tra loro i coefficenti dei termini in seno e coseno:
B
B
2
3 2
4
4
3
,
B 2 B3
0
4
4
da cui si ricava che B2=4/3 e B3=-4/3.
Si determina adesso A2 imponendo le condizioni iniziali nulle.
A 2e
Bo
z
za
v C2 t
0
W
4 0 4
4
0
sin cos A 2
.
3 4 3
3
4
La soluzione completade circuito di figura 6.12c vale:
v C2 0
A 2e
4 W 4 t 4
t
v C2 t
e sin cos .
3
3 4 3
4
La soluzione completa della rete composta dalle soluzioni dei tre
circuiti:
130
v C (t)
v C0 ( t) v C1( t) v C 2 ( t) 10e
t
4
20e
t
4
20e
t
3
4 4 4 t 4
t
e sin cos .
3
3 4 3
4
10
risposta completa VC(t)
evoluzione libera VC0(t)
tensione [V]
Bo
z
-2
0
za
10
20
30
tempo [s]
40
50
Figura 6.12d
vR
Esercizio 6.13
Determinare
per
t>0
iR
ig
R
landamento temporale della
tensione sul condensatore
v
c
C
eG
quando lingresso assume la
ic
forma di un impulso di Dirac
ed
il
condensatore
0
0
G( t)dt
1,
131
Bo
z
za
t
RC
v C t v C 0 e
.
Tale equazione descrive il fenomeno transitorio per t>0, ma non
consente di determinare il comportamento del condensatore in t=0,
infatti se fosse sostituita nellequazione differenziale non farebbe
132
v C t v C 0 e
luogo a:
t
RC u( t)
1
1
1
v C 0 e RC u( t) v C 0 e RC G( t)
v C 0 e RC u( t)
G( t) ,
RC
RC
RC
che verifica chiaramente il bilanciamento degli impulsi.
La corrente che attraversa il condensatore, per t0+, data da:
dv
v 0 RC
iC t C C C
e
u(t) Cv C 0 e RC G( t) ,
dt
R
negativa per t>0 in quanto una corrente di scarica del
condensatore, tale corrente genera sul resistore una tensione
opposta a quella che vi sul condensatore.
Bo
z
za
1
tensione
corrente
0.5
-0.5
-1
0
4
tempo [s]
Figura 6.13b
133
10
Esercizio 6.14
Determinare per t>0 landamento
temporale
della
corrente
sullinduttore quando lingresso
assume la forma di un impulso di
Dirac ed linduttore inizialmente
scarico.
[eG= (t)V, R=2, L=0.5H]
Figura 6.14
Svolgimento
Bo
z
za
Rt
L u( t )
iL t i 0 e
.
La tensione sullinduttore per t>0 vale:
134
Rt
d
R
v L ( t ) L iL t i 0 e L .
dt
L
corrente [A]
tensione [V]
corrente
tensione
-2
-4
-6
0.5
1.5
tempo [s]
Figura 6.14a
2.5
Bo
z
za
-8
0
Esercizio 6.15
Determinare
per
t>0
landamento temporale della
tensione sul condensatore
quando lingresso assume la
forma di un impulso di Dirac
ed
il
condensatore
inizialmente scarico.
[iG= (t)V, R=1, C =1F]
Figura 6.15
Svolgimento
Lequazione che descrive il transitorio :
dv
C C Gt ,
dt
per risolverla si possono seguire due differenti vie di risoluzione. In
base al principio del bilanciamento degli impulsi la funzione vC(t)
135
Bo
z
za
>
136
Esercizio 6.16
Determinare
landamento
temporale
della
corrente
sullinduttore quando lingresso
assume la forma riportata in
figura 6.16. [iL(0)=0A, EG = 10V
R=10, L=3H, T1=2s, T2=3s,
T3=5s]
Bo
z
za
Svolgimento
Si valuta lequazione che descrive
il transitorio:
diL R
1
iL t
e G ( t) .
dt L
L
La costante di tempo del circuito
Figura 6.16
L
0.3s , per cui
data da
R
quando la tensione maggiore di zero linduttore raggiunge sempre
la condizione di regime, mentre quando la tensione nulla linduttore
non ha il tempo di annullare la propria corrente.
Nellintervallo compreso tra 0 e T1 la corrente sullinduttore dovuta
alla sola risposta forzata:
10 t
Rt
EG
10
L
iL t
1 e
1 e 3 , e la tensione vale:
10
R
v L t
d
10
iL t
e
dt
3
10 t
3 .
10 2
3 0.9987 # 1.
La corrente per t =T1 vale iL T1 1 e
137
corrente [A]
1
0.5
0
0
3
tempo [s]
za
Bo
z
tensione [V]
-5
0
3
tempo [s]
Figura 6.16a
Esercizio 6.17
Utilizzando lintegrale di convoluzione
determinare landamento temporale
della corrente sullinduttore quando
lingresso assume il profilo di una
rampa. [iL(0)=0A, eG = kt, k=2 V/s,
R=2, L=0.5H]
Svolgimento
Figura 6.17
138
1 Lt
e u( t) , che viene sfruttata nellintegrale
L
risposta impulsiva ht
di convoluzione:
iL ( t)
0
( t W)
1
L
iL ( t)
k
W
u
(
t
W
)
e
dW.
0
L
La variabile di integrazione compresa tra 0- e t, per cui u(t- )
sempre pari a 1, ne deriva che:
W
k Lt
k Lt
L dW
iL ( t)
e
W
1
e
e
0 L
L
Si risolve lintegrale per parti:
0
R
W
e L dW
L RW
e L W
R
0
2
0
R
W
e L dW.
0
R
R
R
L LW
L L t L L L W
e dW
e t e
R
R
R R
Bo
z
za
L Lt L Lt L
e t e ,
R
R
R
per cui:
R
R
2 R
2
k LtL Lt L Lt L
e t e
iL ( t)
e
L
R
R
R
R
k L L L t
t e
R R R
0.8
0.7
corrente [A]
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0
0.2
0.4
0.6
tempo [s]
Figura 6.17a
139
0.8
Capitolo 7
Circuiti dinamici del secondo ordine
V0
+
C
t=0
Esercizio 7.1
Determinare il comportamento in
transitorio della rete di figura 7.1,
sapendo che quando il tasto T
viene chiuso il condensatore
L
presenta una tensione V0 = 10V.
[R=10, L=10mH, C=1/900F]
Figura 7.1
Svolgimento
Bo
z
za
140
O2
R
1
O
L
LC
0.
O1,2
R
4
R
r
L
LC
L
2
103 r 800
2
100 s 1
.
1
900 s
Il discriminante dellequazione di secondo grado positivo, per cui si
sono ottenute due radici reali, in questo caso si avr un transitorio
sovrasmorzato.
vR
T
Non essendo presenti generatori di alcun
R
genere
la
risposta
transistoria
+
vL
comprender la sola evoluzione libera:
V0 t = 0
Bo
z
za
it A1e O1t A 2 e O 2t ,
con A1 e A2 determinabili dalle condizioni
Figura 7.1b
iniziali, figura 7.1b.
+
Nellistante t=0 gli elementi conservativi
mantengono invariate le grandezze energetiche, cio la tensione ai
capi del condensatore e la corrente che attraversa linduttore
rimangono le stesse che si avevano allistante t = 0-. Poich
linduttore era inizialmente scarico, alla chiusura del tasto T, esso si
comporter da circuito aperto, impedendo la circolazione della
corrente i. Essendo nulla la caduta di tensione sul tasto ideale e sulla
resistenza (non percorsa da corrente), la totalit della tensione
applicata allinduttore:
di
vL 0 L
v C (0) V0 , da cui la relazione
dt t o
v C (0)
di
.
dt t o
L
Si procede quindi alla determinazione delle costanti A1 e A2,
di
valutando i(0+) e
:
dt t o
141
i0
di
dt t
A1 A 2
0,
O1A1 O 2 A 2
0
v C (0 )
.
L
v (0 )
C
,
L
Bo
z
za
1 1 A1
Si scrive un sistema matriciale
O 1 O 2 A 2
che porta ad avere A1 A 2 1.25 .
La corrente che attraversa il circuito data da:
it 1.25e 100 t 1.25e 900 t ,
la tensione sullinduttore :
d
v L t L i( t) 1.25e 100 t 11.25e 900 t ,
dt
la tensione sul resistore :
v R t Ri( t) 12.5e 100 t 12.5e 900 t ,
la tensione sul condensatore :
v C t v L ( t) v R ( t) 11.25e 100 t 1.25e 900 t .
10
vC(t)
vL(t)
vR(t)
tensioni [V]
6
4
2
0
-2
0
0.01
0.02
0.03
tempo [s]
Figura 7.1c
0.04
0.05
Bo
z
za
0.06
Energia [J]
0.05
0.04
WC(t)
0.03
WL(t)
WR(t)
0.02
0.01
0
0
0.01
0.02
0.03
tempo [s]
Figura 7.1d
143
0.04
0.05
Esercizio 7.2
Individuare un modello circuitale per
descrivere il fenomeno delle scariche
elettrostatiche tra corpo umano e
carcasse di dispositivi elettrici.
Svolgimento
B
T
Bo
z
za
Figura7.2
144
O1
R
1
R
2L
LC
2L
250
2 0.11 10 6
250
1
6
0.11 10 6 50 1012
2 0.11 10
2
R
1
R
2L
LC
2L
O2
2.2 109 s 1
250
2 0.11 10 6
250
1
6
6
0.11 10 50 1012
2 0.11 10
8.3 107 s 1
za
it A1e O1t A 2 e O 2t ,
con A1 e A2 determinate dalle condizioni iniziali.
Per t=0+ la corrente sullinduttore nulla, mentre la tensione data dal
condensatore totalmente applicata allinduttore:
VC (0 )
di
di
VL 0
L
, da cui
dt t o
dt t o
L
i0
di
dt
Bo
z
A1 A 2
0,
O1A1 O 2 A 2
t 0
VC (0 )
.
L
1 1 A1
Si risolve il sistema
e si ottengono
O1 O 2 A 2 VC (0 ) L
A1=-A2= -64.4A.
In figura 7.2b rappresentato landamento della corrente di scarica
elettrostatica. I valori raggiunti, sebbene solamente per centesimi di
microsecondi, sono cos elevati da compromettere il funzionamento
di eventuali sistemi elettronici coinvolti nel percorso di scarica.
145
60
50
40
30
20
10
0
0
V0
0.03
0.04
tempo [Ps]
Figura 7.2b
0.05
0.06
Esercizio 7.3
Determinare il comportamento in
transitorio della rete di figura 7.3,
sapendo che quando il tasto T
viene chiuso il condensatore
L
presenta una tensione V0 = 10V.
[R=3, L=10mH, C=1/625F]
Bo
z
T
+
C
0.02
za
0.01
t=0
Figura 7.3
Svolgimento
O1,2
R
4
R
r
L
LC
L
2
300 r 9 10 4 25 10 4
2
150 j200 s 1
.
1
150 j200 s
146
300 r j400
2
> 150e
Bo
z
za
150 t
v C (0 )
1000 A1 5.
L
Si ha quindi lequazione:
it 5e 150t sin200t ,
che porta anche a:
v L t 10e 150t cos200t 7.5e 150t sin200t ,
>0 200A1@
Si inizia con il
che guidano la
punti in cui la
tracciamento del
corrente [A]
-5
0
0.005
0.01
0.015
0.02
tempo [s]
Figura 7.3b
0.025
0.03
Bo
z
za
Esercizio 7.4
Determinare levoluzione
transistoria della rete di
figura 7.4, sapendo che
quando il tasto T viene
chiuso il condensatore C1
presenta una tensione V0 =
Figura 7.4
10V ed il condesatore C2
scarico.
[R1=1, R2=2, R3=3, C1=1mF, C2=2mF]
Svolgimento
Per la soluzione dellesercizio si sfrutta
il metodo operatoriale, si definiscono
gli operatori D e D-1:
d
1
D
dt .
e D
dt
Si fa riferimento alla figura 7.4a e si
Figura 7.4a
applica il metodo delle correnti di
anello a partire dalla seconda legge di
Kirchhoff:
VC1=VR1+VR3,
VR2 + VC2 VR3=0.
148
e considerando le correnti di
1
j1 t R 1 j1 t R 3 j1 t R 3 j2 t ,
C1D
R 2 j2 t
1
j2 t R 3 j2 t R 3 j1 t 0.
C 2D
R3
C D R1 R 3
j1t
1
R3
R 2 R 3 j2 t
C 2D
0
0.
Si ricava j1(t):
0
R3
R3
1
R 2 R3
C 2D
za
1
R1 R 3
C1D
Bo
z
j1t
R3
1
R 2 R3
0
C 2D
1
1
R1 R 3
R 2 R 3 j1t R 32 j1t 0.
C1D
C 2D
1
j1t v C1t e che j1t C1Dv C1t si ha:
Ricordando che
C1D
1
1
R1 R 3
R 2 R 3 C1Dv C1t R 32C1Dv C1
C1D
C 2D
R R3 C v t
1
v C1t R 2 R 3 v C1t 1
1 C1
C 2D
C2
R1 R 3 R 2 R 3 C1Dv C1t R 32C1Dv C1 0,
moltiplicando per C2D e riordinando si ha:
149
Bo
z
v C1t A1e O 1t A 2e O 2 t ,
con A1 e A2 determinate dalle
condizioni iniziali, figura 7.4b.
Per t=0 la tensione sul
condensatore C1 pari a 10V,
mentre la corrente che circola
sullo stesso data da:
za
1
2
0.0122 s
La tensione vC1(t) assume la
seguente forma:
i C1 ( 0 )
v C1 ( 0 )
R R
R1 2 3
R2 R3
10
2 .2
Figura 7.4a
4 .545 A.
O O A
3
2 2
4.545 10
1
4.545 10 3.
0.0018 t
2.17e 0.0122t V.
La soluzione cercata : v C1t 12.17e
Esercizio 7.5
Determinare la risposta
transitoria completa della
rete di figura 7.5, per t >0.
Si considerano gli elementi
conservativi scarichi.
[EG = 2V, R1=2, R2=3,
C=1/6F, L=1H]
Figura 7.5
Svolgimento
Bo
z
za
Figura 7.5a
R1 j1t LDj1t R 2 j2 t ,
R 2 j1t R 2 j2 t
1
j2 t 0.
CD
Si scrive unequazione matriciale che riassume le equazioni del
sistema:
R 2 j t E
R1 R 2 LD
1
G
1
.
R
R
j
t
0
2
2
CD 2
R1 R 2 LD
R2
1
R2
R2
CD
151
1
L
1
j1t R 22 j1t R 2
R1 R 2 R 2 R 2LD R1 R 2
EG ,
CD C
CD
Bo
z
2 r 4 10
za
2 j 6 s 1
.
1
2 j 6 s
La natura delle radici dellequazione caratteristica determina un
andamento sottosmorzato.
Lequazione risolvente assume la seguente forma:
O1,2
152
j1f
EG
2
0.4 A .
R1 R 2 2 3
La soluzione completa quindi data da:
Bo
z
za
6 A1e 20 sin 6 0
La soluzione cercata :
M2 N2 , tgD
2 A1 # 0.5.
N
, risulta:
M
153
trigonometrica
1.2
j1(t)
e1(t)
e2(t)
0.6
za
0.4
0.2
Bo
z
corrente j 1(t)
0.8
0
-0.2
-0.4
0
0.5
1.5
tempo [s]
Figura 7.5d
154
2.5
Esercizio 7.6
Determinare la risposta
transitoria completa della
rete di figura 7.6, sapendo
che quando il tasto T viene
chiuso il condensatore C
presenta una tensione V0 =
C 10V e linduttore una
corrente di 2A.
2e-4t,
R1=4,
[eG(t)=
R2=6, C=1/4F, L=1H]
T
R1
R2
eG
L
Figura 7.6
T
R1
Svolgimento
za
R2
Bo
z
eG
Si
sfrutta
il
metodo
j1(t)
j2(t)
L
operatoriale per la soluzione
vL
dellesercizio,
insieme
al
iL
metodo delle correnti di anello,
figura 7.6a.
Figura 7.6a
Si possono quindi scrivere le
seguenti relazioni:
e G t R1 j1t R 2 j1t LDj1t R 2 j2 t LDj2 t ,
R 2 j2 t LDj2 t R 2 j1t LDj1t
vC
C
iC
1
j2 t 0.
CD
Si riordinano le equazioni e si giunge al sistema:
R 2 LD j t e t
R1 R 2 LD
1
G
.
R
LD
R
LD
j2 t 0
2
2
CD
155
R1 R 2 LD eG t
R 2 LD
0
R 2 LD
R1 R 2 LD
1
R 2 LD
R 2 LD
CD
j2 t
R 2LD
R1 R 2 R 2 R1 R 2 LD R1 R 2
CD
L
2
L2D 2 j2 t R 2 LD j2 t R 2 LDeG t ,
C
R 2 LDeG t ,
da cui:
d
eG t
dt
Bo
z
za
2 s 1
.
1
5 s
Le radici dellequazione caratteristica sono differenti dallargomento
della sollecitazione esponenziale, per cui si pu ipotizzare una
soluzione completa del tipo seguente:
O1,2
7r3
2
v C t A1e O 1t A 2e O 2 t ke 4 t .
Si ricava k sostituendo la soluzione particolare (ke-4t) nellequazione
differenziale:
16ke 4 t 28ke 4 t 10ke 4 t 4e 4 t k 2.
Si valutano adesso le condizioni iniziali facendo riferimento alla figura
7.6b.
Su R1 la corrente : iR1(0)
156
iR1 0
v C (0 ) e G (0 )
R1
10 2
4
Figura 7.6b
16.
Bo
z
za
La
corrente
erogata
dal
condensatore data dalla somma
tra corrente sul resistore R1 e la
corrente sullinduttore L, per tanto
iC(0+) = -4A.
Si ricavano quindi i valori delle
costanti incognite:
v C 0 A1 A 2 2 10,
e
dv C
1
O1A1 O 2 A 2 8
iC (0 )
dt t 0
C
Si risolve il sistema
1 1 A1 12
O O A
2 2
16
1
2 A.
tensione [V]
14
vc(t)
12
A1 exp(O1t)
10
A2 exp(O2t)
k exp(-4t)
8
6
4
2
0
-2
0
2
tempo [s]
Figura 7.6b
157
e(t)
C
Esercizio 7.7
Determinare la risposta transitoria
completa della rete di figura 7.7,
considerando gli elementi conservativi
inizialmente scarichi.
[eG(t)= EGsin(t), EG =10V, =4 rad/s,
R=4, C=1/4F, L=1H]
Svolgimento
Figura 7.7
1
it eG t ,
CD
ZEG
R
1
D
D2it Dit
it
eG t
cos Zt.
L
LC
L
L
Si sostituiscono i valori numerici e si ottiene:
D2it 4Dit 4it 40 cos Zt.
Dopo aver sostituito i valori numerici si determina lequazione
caratteristica:
O2 4O 4 0,
le cui soluzioni sono:
4 r 16 16
O1,2
2 s .
2
Le radici dellequazione caratteristica sono coincidenti, per cui si pu
ipotizzare una soluzione completa del tipo seguente:
it A11 A 2 t e Ot B1 sin Zt B2 cos Zt.
Si ricavano le costanti B1 e B2, sostituendo la soluzione particolare
nellequazione differenziale:
4 2 B1 sin Zt 4 2 B2 cos Zt 4 4B1 cos Zt 4 4B2 sin Zt
Bo
z
za
R it LDit
40 cos Zt,
158
0,
Bo
z
za
Figura 7.7a
159
i(t)
it(t)
ip(t)
corrente [A]
-1
-2
0
za
tempo [s]
Bo
z
Figura 7.7b
T
R
L
e(t)
C
Esercizio 7.8
Determinare la risposta transitoria
completa della rete di figura 7.8,
considerando gli elementi conservativi
inizialmente scarichi.
[eG(t)= EGsin(t), EG =10V, =4 rad/s,
R=1/2, C=1/12F, L=1H]
Svolgimento
Figura 7.8
dellesercizio:
160
R it LDit
1
it eG t ,
CD
ZEG
R
1
D
D2it Dit
it
eG t
cos Zt.
L
LC
L
L
Si sostituiscono i valori numerici e si ottiene:
1
D2it Dit 12it 40 cos Zt.
2
Dopo aver sostituito i valori numerici si determina lequazione
caratteristica:
1
O2 O 12 0,
2
le cui soluzioni sono:
1
1
4 j3.45 s
.
O1,2
1
j3.45 s 1
4
Le radici dellequazione caratteristica sono complesse e coniugate,
1
con parte reale pari a e parte immaginaria d pari a 3.45. Si
4
ipotizza una soluzione completa sottosmorzata:
1
r
2
1
48
4
2
Bo
z
za
40,
161
da cui B1 = 4 e B2 = -8.
Si ricavano le costanti A1 e A2 imponendo le condizioni iniziali:
i0 A1e V0 0 A 2e V0 1 B1 0 B2 1 0 A 2 B2 8.
Per determinare la seconda costante, si ricava la derivata della
corrente:
t
d
1
1
it A1e 4 sin 3.45t 3.45 A1e 4 cos 3.45t 8e 4 cos 3.45t
dt
4
4
3.45 8e
t
4
3.45 A1 2 16
0 A1
4.05.
it 4.05e
t
4
sin 3.45t 8e
t
4
Figura 7.8a
Bo
z
za
t
4
(Z -Zd)/2
za
Bo
z
corrente [A]
10
0
-5
-10
-15
0
(Z +Zd)/2
5
10
tempo [s]
Figura 7.8b
15
Esercizio 7.9
La rete di figura 7.9 schematizza un tipico sistema elettrico, con un
generatore, una linea di trasmissione e un carico. Sono presenti le
induttanze di linea, le resistenze di linea e le capacit distribuite. La
rete soggetta ad un cortocircuito. Per consentire una pi rapida
estinzione della corrente, il tasto T viene aperto al passaggio
naturale per lo zero della stessa corrente. A seguito dellinterruzione
della linea si determinano due circuiti distinti, per il primo
determinare la risposta transitoria completa e per il secondo fornire
uninterpretazione qualitativa del suo comportamento.
163
L2
C1
C2
R1
R2
Figura 7.9
Svolgimento
Bo
z
za
Si determinano le correnti
circolanti sulla linea prima
dellintervento dellinterruttore,
figura 7.9a, tale corrente di
guasto
una
corrente
fortemente induttiva. Si fa
ricorso al metodo dei fasori.
Si pone C12 = C1 + C2, per cui si
ha:
j
j
J1
J2 ,
E R1 jZL1
ZC12
ZC12
T
jL1
E
J1
jL2
1
C12
R1
J2
R2
Figura 7.9a
j
j
J2 ,
J1 R 2 jZL 2
ZC12
ZC12
1
2
0.025 j80 s
Le radici dellequazione caratteristica sono complesse e coniugate,
con parte reale pari a -0.025 e parte immaginaria d pari a 80. Si
ipotizza una soluzione completa sottosmorzata:
i1t A1e Vt sin Zd t A 2e Vt cos Zd t B1 sin Zt B 2 cos Zt.
Per ricavare le costanti B1 e B2 si sostituisce la soluzione particolare
nellequazione differenziale:
102 B1 sin 10t 10 2 B2 cos 10t 10 0.05B1 cos 10t 10 0.05B2 sin 10t
Bo
z
za
D2i1t
riordinando:
100B1 0.5B2 6.25 103 B1
1150,
165
d
it 0.05 A1e 0.05 t sin 80t 80 A1e 0.05 t cos 80t 10 0.19
dt
cos 100t.
Essendo linduttore non percorso da corrente ed il condensatore
scarico, la tensione del generatore direttamente applicata
allinduttore, per cui:
d
L it
2 80 A1 1.9 230 A1 1.46.
dt t 0
La soluzione completa data da:
i1t 1.46e 0.05 t sin 80t 0.19 sin 10t.
15
za
Bo
z
corrente [A]
10
0
-5
-10
-15
-1
1
tempo [s]
Figura 7.9a
VC1t e'G t R1 i1t L1Di1t 230 cos10t 0.146e 0.05 t sin80t
0.019 sin10t 0.146e 0.05 t sin80t 230e 0.05 t sin80t 3.8 sin10t
230 cos10t 3.82 sin10t 230e 0.05 t cos80t .
500
VC1(t)
za
Bo
z
tensione [V]
e'G(t)
-500
0
0.2
0.4
0.6
tempo [s]
0.8
Figura 7.9b
600
za
200
Bo
z
tensione [V]
400
0
-200
-400
-600
0
0.2
0.4
0.6
tempo [s]
0.8
Figura 7.9c
168
Capitolo 8
Circuiti in regime sinusoidale
Esercizio 8.1
Rappresentare le seguenti funzioni sinusoidali per mezzo del metodo
simbolico:
at 5 cos10t ;
bt
c t
2 cos 10t ;
4
10 sin5t ;
dt 20 cost .
za
Svolgimento
Bo
z
169
B t
j 10 t
4
2e
2e
S
4 e j10 t
S
S
1
1
cos 10t j sin 10t cos 10t sin 10t j(cos 10t sin 10t).
2
j
2
2
Per c(t) conviene rifarsi ad una funzione cosinusoidale prima di
passare al dominio dei fasori:
S
C t 10e
j 5 t
2
10e
j
S
2 e j5 t
100 jcos 5t j sin 5t
Per d(t) si ha:
D t 20e jt 0
S
S
Bo
z
za
2e
10e
S
4
j
S
2
D t 20e j0
S
S
2 cos j sin
4
4
S
S
10 cos j sin
2
2
1
1
1 j;
2
j
2
2
j10;
170
Esercizio 8.2
Ricondurre i seguenti fasori alle relative funzioni sinusoidali:
A t 5e jt ;
2 2 j 2 e
B t 2 1 j 3 e j10 t ;
C t
j5 t
.
Svolgimento
Bo
z
za
A t 5e jt 5e j0e jt ,
per cui si ha immediatamente:
at 5 cost 0 5 cos t.
Per determinare b(t) si esprima la funzione complessa in modulo e
fase:
B t 2 1 j 3 e
2 1
Per cui si ha:
S
bt 4 cos 10t .
3
Si scrive
j10 t
C t 2 2 j 2 e j5 t
j
3 e
2
jarctg
1
j10 t
2 2 e
2
S
4 e j5 t .
4e
Quindi si trova:
S
c t 4 cos 5t .
4
171
4e
S
3 e j10 t .
2
jarctg
2 j5
Esercizio 8.3
bt 3 2 cos 10t .
4
Svolgimento
Le due funzioni sinusoidali possono essere sommate poich
presentano la stessa pulsazione.
Riferendosi a funzioni cosinusoidali, nel dominio dei fasori si ha:
3 2e
S
4 e j10 t
3 j3e j10t .
S
S
3 cos j sin e j10 t
2
2
S
S
za
B t
S
2 e j10 t
Bo
z
A t 3e
j
30 je j10 t
j3e j10 t ;
1
1 j10 t
e
j
3 2
2
2
Esercizio 8.4
172
at
d
S
2 cos 100t ;
dt
4
bt
>
100 2e
1
jarct
1
e j100t ,
Bo
z
za
3S
j
2e 4 e j100 t
Figura 8.4
3S
S
>
1
20e j10 t
j10
j 2e
j10 t
bt 2 cos 10t
2
2e
1
jarctg
0 j10 t
2 sin10t .
173
2e
j
S
2 e j10 t
Esercizio 8.5
Rappresentare graficamente nel piano di Gauss i fasori ottenuti dalle
seguenti funzioni sinusoidali:
S
at 10 cos10t ;
bt 20 cos 10t ;
c t 10 sin10t ;
4
Svolgimento
Le funzioni sinusoidali hanno tutte la
stessa pulsazione, quindi possono
essere rappresentate nello stesso
piano complesso.
I fasori fermi al tempo zero sono:
A 10;
10e
j
10 2 j10 2 ;
S
2
D
C
scala :
Figura 8.5
j10;
za
20e
S
4
D 20.
In figura 8.5 sono rappresentati i
fasori fermi allistante zero, se si
considera invece unavanzamento
temporale di t1 = 0.078 s, si deve
introdurre una rotazione = t =
0.78 rad 45, secondo il verso
antiorario, figura 8.5a.
Analiticamente:
A t1 10e
j10 t 1
S S
j
4e 4
B t1 20e
C t1 10e
j
20e
S
4
S S
j
2e 4
10e
S
4
20e
5 2 j5 2 ;
j
10e
Figura 8.5a
S
2
j
20;
S
4
t=0
Bo
z
5 2 j5 2 ;
10 2 j10 2 .
174
= 10
Esercizio 8.6
Determinare per il bipolo lineare di figura lespressione letterale
dellimpedenza vista ai morsetti A-B.
Figura 8.6
Bo
z
za
Svolgimento
Per studiare limpedenza ai
morsetti
A-B
necessario
proiettare la rete nel dominio dei
fasori, sostituendo ad ogni
elemento
passivo
la
corrispondente impedenza, figura
8.6a.
Si considera il parallelo tra R2 ed il
condensatore:
Z
j
ZC
j
R2
ZC
R2
j
j
R2
ZC
ZC
j
j
R2
R2
ZC
ZC
R2
Figura 8.6a
R2
R 22
j
ZC
Z2C 2
1
R 22 2 2
ZC
R 22
ZC
Z2C 2
2 2 2
Z C R2 1
R2
j
Z2C 2
R 2 jR 22 ZC
.
1 Z2C 2R 22
Adesso si considera la serie tra la resistenza R1, linduttore L e
limpedenza del parallelo tra resistore R2 e condensatore C:
Z AB
R1 jZL
R 2 jR 22 ZC
1 Z2C 2R 22
175
Esercizio 8.7
Determinare per il bipolo lineare
di figura lespressione letterale
dellimpedenza vista ai morsetti
A-B.
Svolgimento
Si proietta la rete nel dominio di
, figura 8.7a.
Si valuta la serie tra
resistenza R2 e linduttore L:
Z 1
Figura 8.7
la
A
R1
R2
-j
R 2 jZL.
C
jL
B
Bo
z
za
Z 1
j
ZC
j
R 2 jZL
ZC
R 2 jZL
j R j ZL 1
2
ZC
ZC
1
1
R 2 j ZL
R 2 j ZL
ZC
ZC
R 2 jZL
R L
R 22 ZL2
R 2L R 2L
2 2 2 j
C
C
Z C ZC 2 ZC
C
R 22
ZL
ZC
R L
R 22 ZL2
R 2L R 2L
2 2 2 j
C
C
Z C ZC 2 ZC
C
R 22 Z2C 2 Z4L2C 2 2Z2LC 1
Z2C 2
Figura 8.7a
R 2 j ZL R 22 ZC Z3L2C
.
R 22 Z2C 2 Z4L2C 2 2Z2LC 1
176
R1
R 2 j ZL R 22 ZC Z3L2C
R 22 Z2C 2
Z L C 2Z LC 1
4 2
Bo
z
za
Esercizio 8.8
Determinare le tensioni incognite.
Figura 8.8
V3
V6 E3
4 j5 7 j7
3 j12V.
Si determina V2 :
V2
E2 V3 V5
9 j34 3 j12 16 j2
4 j24 V.
Infine si determina V1 :
V1
E1 V2 V4
11 j4 4 j24 20 j10
177
5 j10 V.
-E3
V3
V6
scala :
=2V
Figura 8.8a
Bo
z
za
Figura 8.8b
-V4
-V2
V1
scala :
=2V
-E1
Figura 8.8c
178
Esercizio 8.9
Determinare le grandezze incognite.
I5
I4
V4
E2 IE2
E3
I3
I1
V1
E5 IE5
V5
I2 V2
V3
I6
IE3
E1
IE4
V6
IE1
E4
I7
I8
V8
V7
E2 =-7+j9V,
V2 =3-j6V,
V7 =-j3V,
E3 =-5-j14V,
Bo
z
[ E1 =7-j6V,
za
Figura 8.9
V8 =j10V,
E4 =6+j3V,
I1 =2A,
I2 =1-j2A,
E5 =-9-j10V;
I3 =1+j3A,
V5
E5 E3
9 j10 5 j14
V3
E1 E3 V6 V8
V1
E1 V2
4 j4 V.
7 j6 5 j14 6 j10
7 j6 3 j6
6 j2.
4 V.
V4 E2 V2 V3 7 j9 3 j6 6 j2 10 j5 V.
Si sommano le correnti delle impedenze per individuare le correnti
erogate dai generatori.
IE1 I2 I3 1 j2 1 j3 2 jA.
IE2
I1 I2
2 1 j2 1 j2A.
179
IE 4
I7
IE5
I5
IE3
IE5 I6 IE 4
jA.
2 j2A.
2 j2 j2 j
2 j3 A.
V5
V6
scala :
-E3
E5
Figura 8.9a
Figura 8.9b
=2V
-V8
-E3
V3
E1
scala :
=2V
Figura 8.9c
=2V
za
scala :
Bo
z
V1
-V2
E1
Figura 8.9e
Figura 8.9d
Figura 8.9f
Figura 8.9g
180
Figura 8.9h
Esercizio 8.10
Risolvere la rete e costruire il diagramma vettoriale completo.
R2
R1
C2
L1
R3
L3
e(t)
Figura 8.10
Bo
z
Svolgimento
Si riconduce lanalisi nel
dominio dei fasori e si
procede alla riduzione delle
impedenze
a
ununica
equivalente. In figura 8.10a
rappresentata la rete nel
dominio di .
Sidentificano con Z 2 e Z 3
le impedenze del percorso
superiore
e
inferiore
za
Figura 8.10a
181
e Z BC :
Z
Z
eq
AB
Z BC
8 j20 10 j2 18 j18:.
2 j2 A.
za
Bo
z
VBC
Z 2
16 j24
10 j10
16 24 e
2
10
jarctg
24
16
1
jarctg
1
2e
28.8e j56.3q
10 2e
j45q
2.04e j11.3q
2 j0.4 A,
I3
VBC
Z 3
16 j24
15 j10
162 242 e
5 32
jarctg
24
16
15
jarctg
2
10
2 e
28.8e j56.3q
18e j33.7q
1.6e j90q
j1.6 A.
Si procede alla rappresentazione del diagramma fasoriale completo,
figura 8.10b.
182
scala :
=5V
scala :
=0.5A
VAB
I2
I3
EG
I1
VBC
Figura 8.10b
Bo
z
za
183
Esercizio 8.11
Valutare la corrente che
circola nel corpo umano a
regime a seguito di un
contatto indiretto con una
massa in tensione.
Figura 8.11
Svolgimento
Bo
z
za
Figura 8.11a
R jZL j
Z eq
E
Z
eq
230
253 j8.6
0.90 j0.03
0.90e j1.95q A.
Esercizio 8.12
Determinare i fasori delle
correnti che circolano nella
rete di figura 8.12.
[E=80V,
=100
rad/s,
R1=0.5, R2=0.1, L=2mH,
C2=0.01F]
Figura 8.12
Svolgimento
Figura 8.12a
za
1
1
1
1
1
1
jZC
j
12 j4 S.
R1
R 2 jZL 0.5
0.1 j0.2
La tensione applicata al sistema di impedenze data da:
E
1
80
1
12 j4 16012 j4
V
12 j4 V.
R1 Yeq 0.5 12 j4 12 j4
144 16
Bo
z
Y
eq
V
R2
12 j4
0.1
120 j40 A.
V
12 j4
20 j60 A.
jZL
j0.2
Per valutare la corrente sul resistore R1 si considera lo schema di
figura 8.12:
IR1 IC IR 2 IL 4 j12 120 j40 20 j60 136 j8 A.
IL
185
Esercizio 8.13
Verificare per la rete di figura 8.13 la
conservazione delle potenze attive,
reattive e complesse. Successivamente
verificare che le potenze apparenti non
sono conservate.
[E=10V, =100 rad/s, R=4, C=1/300F]
Figura 8.13
Svolgimento
Del generatore di tensione fornito solo il modulo, allora si effettua la
scelta arbitraria di considerare il relativo fasore giacente sullasse
reale. Si valuta limpedenza vista dal generatore:
3
jarct
1
4
R
4 j3
16 9e
5e j36.8q:.
jZC
Il generatore, quindi, eroga la corrente:
E
10
I
2e j36.8q A.
j36.8q
Z 5e
Le cadute di tensione sul condensatore e sul resistore, sono:
1
VC
I 3e j90q 2e j36.8q 6e j53.2q V.
jZC
Bo
z
za
Z
VR
RI
8e j36.8q V.
PC 0W.
Nel valutare la potenza attiva erogata dal generatore si utilizza la
convenzione dellutilizzatore, per cui si ha:
PE=-EIcos()=-1020.8=-16W.
Si nota subito come sia verificato il bilancio delle potenze attive.
La potenza reattiva associata al resistore :
QR
0 VAr.
A R
Bo
z
za
V R I*
16 VA ,
VC I*
6e j53.2q 2e j36.8q
12e j90q
j12VA,
AC
A
C
VC I*
AE
A
E
E I*
12VA,
20VA.
187
Esercizio 8.14
Risolvere la rete di figura.
[e(t)= 16.5cos(t-14) V,
i(t)=3.60cos(t-56.3) A,
=100 rad/s,
R1=8,
R2=2,
L=0.02H,
C=1/300F]
Figura 8.14
Svolgimento
E.
Bo
z
1
I2
jZC
za
R1 jZLI1 R 2
R jZL I R 1 I
1 2
2
1
jZC
1
I
R1 jZL E
1
1
R1 jZL R 2
Si esplicitano i calcoli:
188
1
jZC
I
E
I1
1
1
R2
jZC
1
R1 jZL R 2
I2
1
jZC
1
I
R1 jZL E
1
1
1
R2
jZC
3.6e j56.3q
1
j14q
16.5e
2 j3
1
1
8 j2 2 j3
1
3.6e j56.3q
8 j2 16.5e j14q
1
1
8 j2 2 j3
21 j8
10 j
38 j24
10 j
2 j A,
4 j2 A.
2 j4
VR 2
R 2 I2
8 j4
4.5e j116.6q V,
8.9e j26.6q V,
za
VL
Bo
z
1
I2 6 j12 13.4e j116.6q V.
jZC
La tensione applicata ai morsetti del generatore di corrente :
VI VR 2 VC 8 j4 6 j12 2 j16 16.1e j82.9q V.
In figura 8.14b rappresentato il diagramma fasoriale completo.
Nel dominio del tempo si ha:
i1(t)=2.2cos(t+26.6),
VC
i2(t)=4.5cos(t-26.6),
vR1(t)=17.9cos(t+26.6),
vL(t)=4.5cos(t+116.6),
vR2(t)=8.9cos(t-26.6),
vC(t)=13.4cos(t-116.6),
vi(t)=16.1cos(t-82.9).
189
VR1
VL
I1
I2
VR2
E
scala :
=1A
scala :
=2V
I
VC
Bo
z
za
Figura 8.14b
Figura 8.15
Esercizio 8.15
Determinare le correnti
nella
rete
di
figura
applicando il metodo della
sovrapposizione
degli
effetti.
[e(t)= 16.5cos(t-14) V,
i(t)=3.60cos(t-56.3) A,
=100 rad/s,
R1=8,
R2=2,
L=0.02H,
C=1/300F]
Svolgimento
Si riconduce la rete allequivalente nel
dominio dei fasori quando attivo il
solo generatore di tensione, figura
8.15a.
Constatata
luguaglianza
delle
correnti I'1 e I'2 , la seconda legge di
Kirchhoff consente di scrivere:
190
Figura 8.15a
R1 jZL I'1 R 2
da cui si ricava:
I'1 I'2
1
I' 2
jZC
E
R1 jZL R 2
1
jZC
E,
16 j4
8 j2 2 j3
1.62 j0.24 A.
I' '2
1
R1 jZL R 2
jZC
R1 jZL
2 j3
2 j3
8 j2 2 j3
2 j3
8 j2
8 j2 2 j3
1
R1 jZL R 2
jZC
Si compongono gli effetti e si ottiene:
I1 I'1 I' '1 1.62 j0.24 0.38 j1.24 2 j A,
I2
0.38 j1.24 A,
za
1
jZC
Bo
z
I' '1 I
R2
Figura 8.15b
191
4 2 j A.
2.38 j1.76 A,
Esercizio 8.16
Determinare le correnti
nella
rete
di
figura
applicando il metodo delle
correnti di anello.
[e(t)= 16.5cos(t-14) V,
i(t)=3.60cos(t-56.3) A,
=100 rad/s,
R1=8,
R2=2,
L=0.02H,
C=1/300F]
Figura 8.16
Svolgimento
Si riconduce la rete allequivalente nel
dominio dei fasori
e sindividuano le
correnti di maglia J1 e J2 , figura 8.16a.
Per la prima maglia si ha:
Figura 8.16a
Bo
z
za
1
1
R1 jZL R 2
J1 R 2
J2 E.
jZC
jZC
J1
1
R 2
J2
jZC
16 j4
8 j2 2 j3
1
1
R1 jZL R 2
R1 jZL R 2
jZC
jZC
2 j3 2 j3
1.62 j0.24 0.38 j1.24 2 j A.
8 j2 2 j3
Risulta quindi:
I1 J1 2 j A,
I2
J1 J2
2 j 2 j3
4 2 j A.
192
Esercizio 8.17
Determinare le correnti nella
rete di figura applicando il
metodo dei potenziali di
nodo.
[e(t)= 16.5cos(t-14) V,
i(t)=3.60cos(t-56.3)
A,
=100 rad/s, R1=8, R2=2,
L=0.02H, C=1/300F]
Figura 8.17
Bo
z
za
Svolgimento
Si riconduce la rete allequivalente nel
dominio dei fasori e si identificano i
nodi di interesse, figura 8.17a.
Si deduce immediatamente che:
VA E.
Considerando il nodo B si ha:
1
1
1
V
VA
I,
B
1
Z
Z
R
j
L
R
j
L
1
1
R2
jZC
da cui:
VA
R1 jZL
I
VB
1
1
1
1
R1 jZL
1 R1 jZL
1
R2
R2
j
C
Z
jZC
16 j4
8 j2
2 j3
1
1
1 1
8 j2 2 j3 8 j2 2 j3
193
Figura 8.17a
2 j16 V.
Si ricavano le correnti I1 e I2 :
I1
I2
VA VB
R1 jZL
VB
1
R2
jZC
16 j4 2 j16
8 j2
2 j16
2 j3
2 j A,
4 j2 A.
Bo
z
za
Esercizio 8.18
Determinare le correnti che circolano negli induttori nella rete di
figura, applicando il metodo delle correnti di anello.
Figura 8.18
194
1
1
J1 R 2
J2 0 E1
R1 R 2
Z
Z
j
C
j
C
1
1
jZL1 R 3 jZL 2 J2 R 3 jZL 2 J3
J1 R 2
R 2
jZC
jZC
0 R 3 jZL 2 J2 R 3 jZL 2 J3 E3
Sostituendo si ha:
5 10 j4 J1 10 j4J2 0 9 j11
10 j4J1 10 j4 j2 15 j6 J2 15 j6 J3
0 15 j6 J 15 j6J 81 j15
2
3
da cui:
Bo
z
za
9 j11 10 j4
0
75 j25
25 j4 15 j6
81 j15 15 j6 15 j6
J1
J2
15 j4 10 j4
0
10 j4 25 j4 15 j6
0
15 j6 15 j6
15 j4
9 j11
0
10 j4 75 j25 15 j6
0
81 j15 15 j6
15 j4 10 j4
0
10 j4 25 j4 15 j6
0
15 j6 15 j6
195
1 j A.
2 A.
75 j25,
E2 .
J3
15 j4 10 j4 9 j11
10 j4 25 j4
75 j25
0
15 j6 81 j15
3 j A.
15 j4 10 j4
0
10 j4 25 j4 15 j6
0
15 j6 15 j6
Segue che:
IL1 J2 2 A,
IL 2 J2 J3 2 3 j 5 j 5.1e j11.3 A.
Nel dominio del tempo si ha:
iL1(t)= 2cos(t) A, iL2(t)= 5.1cos(t-11.3) A.
Bo
z
za
Esercizio 8.19
Determinare le correnti che circolano negli induttori nella rete di
figura, applicando il metodo dei potenziali di nodo.
Figura 8.19
[i1(t)=
10.8cos(t+13.4)
A,
i2(t)=
12.0cos(t+23)
A,
i3(t)=23.5cos(t+9.1) A, =100 rad/s, R1=10, R2=10, R3=10,
L1=0.02H, L2=0.04H, C1=3mF, C2=4mF]
196
Svolgimento
1
1
VB jZC1VC
jZC1 VA
R3
R3
I1.
1
1
1
VB
VA
jZC 2
R3
R
R
j
L
Z
3
1
1
jZC 2 VC I2 .
Infine, per il nodo C si ha:
za
Bo
z
1
VC
j ZC1VA jZC 2 VB jZC1 jZC 2
R 2 jZL 2
I3 .
1
jZC1
jZC1
R3
R3
VA
1
1
1
V
jZC2
jZC2
B
R3
R3
R1 jZL1
VC
1
jZC1
jZC2
jZC1 jZC2
R2 jZL 2
da cui:
197
di
I1
I2 ,
I3
I1
VA
1
R3
jZC1
I2
1
1
jZC2
R3
R1 jZL1
I3
jZC2
jZC2
jZC1 jZC2
1
1
jZC1
R3
R3
1
1
1
jZC2
R3
R3
R1 jZL1
1
R 2 jZL 2
jZC1
jZC2
jZC1
jZC2
jZC1 jZC2
10.5 j2.5
0.1
j0.3
0.1 j0.4
1
10 j2
j0.4
23.2 j3.7
Bo
z
za
11 j4.7
j0.4
j0.3 j0.4
0.1 j0.3
0.1
j0.3
0.1
1
0.1 j0.4
10 j2
j0.4
j0.3
j0.4
j0.3 j0.4
1
10 j4
10 j5 V.
1
10 j4
1
R 2 jZL 2
20 j30 V .
Esercizio 8.20
Determinare il bipolo equivalente di
Thevenin per il circuito di figura 8.20.
[e(t)=
V,
2 100cos(t+26.57)
=100 rad/s,
R=10, L=0.20H,
C=1mF]
Svolgimento
Figura 8.20
1
jC
A
R
+
E
jL
Bo
z
za
Figura 8.20a
1
jC
R jZL
R jZL
199
VAB
VABo Z eq IAB .
Bo
z
za
Figura 8.20c
Esercizio 8.21
Determinare il bipolo
equivalente
di
Thevenin
per
il
circuito di figura
8.21.
[e(t)= 10cos(t) V,
=100
rad/s,
R=10,
L=0.1H,
C=1/6mF]
Figura 8.21
Svolgimento
R jZL J1 jZL J2 E
jZL J 1 jZL J 2 V ,
1
2
jZC
Figura 8.21a
200
con
V jZL J1 J2 .
Si ha quindi il sistema:
R jZL J1 jZL J2 E
j3ZL J 1 j3ZL J 0 ,
1
2
jZC
da cui:
j300
600 j300
0.2 j0.4 A.
10 j10 10
0
j30
10 j10 j10
j30 j30
j300
600 j300
0.2 j0.4 A.
za
J2
R jZL E
j3ZL 0
R jZL
jZL
1
j3ZL
j3ZL
jZC
10 j10
0 j30
10 j10 j10
j30 j30
Bo
z
J1
jZL
1
0
j3ZL
jZC
R jZL
jZL
1
j3ZL
j3ZL
jZC
E
R jZL J3 jZL J4 E
,
201
Figura 8.21a
cortocircuito:
J4
R jZL E
j3ZL 0
R jZL jZL
j3ZL j3ZL
10 j10 10
j30
0
10 j10 j10
j30 j30
j300
j300
1 A.
VABo
ICC
La tensione
formula:
24 j12 :.
VABo Z eq IAB .
Figura 8.21c
Bo
z
za
VAB
24 j12
1
Esercizio 8.22
Determinare
la
potenza
complessa fornita dal generatore
indipendente.
[I=3.35ej107.35 V, =100 rad/s,
R2=10, L=0.20H,
R1=5,
C=1mF, =-3]
Figura 8.22
Svolgimento
Si risolve la rete per determinare la
potenza impegnata da ogni bipolo.
Si adotta il metodo dei potenziali di
nodo, figura 8.22a.
1
1
1
VA
VB 0 I,
jZL
R1 jZL
202
Figura 8.22a
1
1
1
VA
jZC VB
VD
jZL
R2
jZL R 2
I
,
0
5 j2
j0.05
0
0.1 j0.05
0.2 j0.05
j0.05
0.3 j0.05 0.1 j0.05
20 j10 A,
Bo
z
za
VD EVA .
Si definisce quindi il sistema:
1
1
1
V
R jZL
jZL
A
1
1
1
1
E
VB
jZC
jZL R 2 jZL
R 2
con
1
I
jZL
1
1
0
jZC
jZL
R2
VA
1
1
1
R1 jZL
jZL
1
E
1
1
jZC
jZL R 2 jZL
R2
0,
VB
1
1
I
R1 jZL
1
E
0
jZL R 2
1
1
1
R1 jZL
jZL
1
E
1
1
jZC
jZL R 2 jZL
R2
0.2 j0.05 5 j2
0.3 j0.05
0
0.2 j0.05
j0.05
0.3 j0.05 0.1 j0.05
60 j10 A.
VR1IR* 1
V
VA A
R1
VA2
R1
500
5
203
100 VA,
A
L
VL1IL*
A
C
VB IB*
VB jZCVB
V VB
VA VB A
j
Z
L
VA VB
6800
j20
jZL
jZCVB2
j0.1 3700
j340 VA,
j370 VA,
VB VD
VB VD
400
*
A
V
I
V
V
40 VA.
R2
R2 R2
B
D
R2
10
R2
Per i generatori, al fine di utilizzare sempre la convenzione
dellutilizzatore nel valutare la potenza, si cambiano le polarit alle
tensioni:
A
VI I * VA I * 20 j105 j2 80 j90 VA,
I
V VD
j20
320 j10
VD IR 2
VD B
60 j120 VA.
R
10
Bo
z
za
Esercizio 8.23
Un generatore da 1000 V
alimenta due carichi connessi in
parallello. Il primo carico assorbe
una potenza attiva di 600kW con
cos1=0.60 in ritardo. Il secondo
assorbe 400kW e 600kVAr.
Individuare
il
valore
del
Figura 8.23
condensatore da collegare in
parallelo in modo da avere un fattore di potenza complessivo pari a
0.90 in ritardo.
[P1=600kW, cos1=0.60 (in ritardo), P2=400kW, Q2=800kVAr, =100
rad/s]
Svolgimento
Ricordando che ad angoli in ritardo corrispondono potenze reattive
positive, si determinano le potenze complesse dei due carichi:
204
sin M1
cos M1
A
1
P1 jQ1
600 j600
A
2
P2 jQ2
600 j600
0.8
0.6
Q
1400
PT
1000
0.53,
P2
T
P1
scala :
Q1
=100 kVA
Figura 8.23a
Bo
z
za
Q QC
0.90,
cos Mrif cos atg T
P
T
Q2
AT
risulta quindi
QC QT PT tgMrif
1600 484
1116 kVAr.
205
Figura 8.23b
Esercizio 8.24
Z eq
112 j112 V,
1
jC
A
R
+
E
jL
Figura 8.24a
Bo
z
VABo
za
Svolgimento
Si considera la
rete nel dominio dei fasori priva del carico
incognito, figura 8.24a.
Tale rete stata studiata nellesercizio 8.20 e si
ottenuta la rete di Thevenin equivalente,
figura 8.24b:
5 j15 :.
Ru jZLu * ,
Figura 8.24b
5 :, ZLu
15 :, Lu
0.15 H.
206
Esercizio 8.25
Figura 8.25
Svolgimento
In figura 8.25a rappresentata la rete nel
dominio dei fasori, avendo inserito un
generatore di corrente di ampiezza unitaria.
Si applica la legge di Kirchhoff:
VAB
V1 V2 ,
Figura 8.25a
za
VAB
I e I2
I :
L AB
L1 L 2 2M.
207
Esercizio 8.26
Svolgimento
Figura 8.26
jZL1I1 jZM I2 ,
I1
I2
Bo
z
za
Figura 8.26a
VAB jZM
VAB jZL 2
jZL1 jZM
jZM jZL 2
jZ L L
2
1 2
jZL1 VAB
jZM VAB
jZL1 jZM
jZM jZL 2
jZ M
2
jZ L L
2
1 2
VAB L 2 M
,
jZ L1L 2 M2
VAB L1 M
,
jZ L1L 2 M2
jZ M2
2
VAB L1 L 2 2M
.
jZ L1L 2 M2
Limpedenza del bipolo A-B data dal rapporto tra i fasori di tensione
e corrente:
VAB
jZ L1L 2 M2
Z AB
,
L1 L 2 2M
VAB L1 L 2 2M
,
jZ L1L 2 M2
I
I1 I2
208
ne consegue che:
L AB
L1L 2 M2
.
L1 L 2 2M
Esercizio 8.27
Determinare le correnti I1 e I2 .
[E=17.6 V, =100 rad/s, R1=2,
L1=0.20H,
L2=1.60H,
R2=200,
M=0.40H,]
Figura 8.27
Bo
z
za
Svolgimento
Considerando direzioni di riferimento date dai versi delle correnti, si
scrivono i bilanci delle tensioni:
E VR1 VL1,
0 VL 2 VR 2 .
In base alle relazioni costitutive del mutuo accoppiamento si pu
scrivere:
E R1I1 jZL1I1 jZM I2 2 j20I1 j40I2 17.6,
R 2 I2 jZL 2 I2 jZM I1 200 j160I2 j40I1.
0
Si ha quindi:
I1
jZM
E
0 R 2 jZL 2
jZM
R1 jZL1
jZM
R 2 jZL 2
17.6
j40
0
200 j160
j40
2 j20
j40 200 j160
209
3520 j2816
1200 j4320
I2
R1 jZL1 E
2 j20 17.6
jZM
0
R1 jZL1
jZM
jZM
R 2 jZL 2
j40
0
2 j20
j40
j40 200 j160
0.015 j0.04
0 j704
1200 j4320
0.15e j15.7q A.
+ E
j(L2-M)
R1
J1
J2 R
2
jM
Figura 8.27a
za
R1 jZL1 M jZMJ1 jZM J2
R1 jZL 1 J1 jZM J2 ,
R 2 jZL 2 M jZMJ2 jZM J1
R 2 jZL 2 J2 jZM J1,
j(L1-M)
Bo
z
Figura 8.27b
+ E
j(L1+M)
j(L2+M)
-jM
J2 R
2
R1
J1
Figura 8.27c
210
Esercizio 8.28
Si ricavi il bipolo equivalente ai
morsetti A-B.
Bo
z
za
Svolgimento
Il trasformatore rappresentato in figura 8.28a
un trasformatore innalzatore, cio consente
R1 +
+ R2
di avere ai morsetti secondari una
+
VII
VI
R3
E
II
I
tensione V pi elevata della tensione V di
partenza:
1:2
II
I
I
Figura 8.28a
V
nV 2 V .
Lapplicazione della precedente relazione
costitutiva insieme a quella delle leggi di
Kirchhoff per le due reti separate consente di ricavare le grandezze
incognite.
Una via alternativa alla risoluzione accennata sopra consiste nel
riportare i bipoli a un unico lato della rete, riferendoli a primario
oppure a secondario. Per le impedenze si ha la seguente relazione
costitutiva:
Z II n2 Z I .
Si riporta quindi ai morsetti secondari la parte
di rete presente ai morsetti primari, figura
8.28b.
Per determinare VAB0 si utilizza la formula del
partitore di tensione:
Figura 8.28b
VAB0
nE
R3
20
4
424
n R1 R 2 R 3
La resistenza equivalente data da:
n2R1 R 2 R 3
64
Z eq
2.4 :.
2
10
n R1 R 2 R 3
8 V.
Figura 8.28c
211
Esercizio 8.29
Figura 8.29
Svolgimento
Si considera la rete nel dominio dei fasori di
figura 8.29a.
Si considera il diagramma fasoriale di figura
8.29b in cui sono rappresentate le seguenti
relazioni fasoriali:
E R I1 R I1,
Figura 8.29a
Bo
z
za
E jX C I2 R I2 ,
XC implicitamente negativa.
Nellultima relazione i due fasori della
somma, rappresentando cadute di tensione
Figura 8.29b
su capacitore e resistore in serie, sono
necessariamente ortogonali, ci comporta
che gli estremi liberi dei fasori siano vincolati a giacere su una
circonferenza di raggio r
E 2
R I1 ,
centrata in (r,0).
Si considera adesso la relazione
Vu R I1 jX C I2 ,
che consente di rappresentare il
diagramma di figura 8.29c, il triangolo ivi
Figura 8.29c
descritto per costruzione isoscele, con
angoli di 120, 30 e 30.
Osservando il triangolo di figura 8.29b si deduce che esso formato
1
.
3R, e quindi C
da angoli di 90, 60 e 30, per cui X C
3 ZR
212
Esercizio 8.30
Facendo
uso
del
generatore
equivalente di corrente, si ricavino le
relazioni tra L, X, C affinch la
IL sia
corrente
sul
carico
indipendente da Z e I sia in fase
L
Figura 8.30
con E .
Bo
z
za
Svolgimento
Lo schema rappresentato in figura 8.30 lo schema con cui si
realizzano gli alimentatori a corrente costante impiegati per la
pubblica illuminazione. Limpedenza Z L rappresenta limpedenza
dovuta alla connessione in serie delle differenti lampade. Non
opportuno connettere in derivazione le lampade poich, in
condizione di linea estesa, avrebbero differenti tensioni di
alimentazione dovute alle cadute di tensione sui carichi, e quindi
offrirebbero un diverso grado di illuminamento.
Si considera lo schema di figura 8.30a e si considera come
grandezza indipendente la capacit C.
Affinch IL sia indipendente da Z L
necessario che le correnti I2 e I3 si
annullino tra di loro. Indicata con V3
la tensione sul condensatore, si ha:
V3
1
I2 I3
.
jZCV3 0 L
jZL
Z2C
In questa condizione si ha anche:
E
IG
IL ,
jZL
V3
I3
Z
Z X jZEL
Z X E Z C .
X IL
jZCV3
Figura 8.30a
j Z L X E ZC,
213
IL .
Si considera un carico puramente ohmico,
per cui si ha:
E Z2C 2 XEZ2C 2
Im I3 Im Z L X
E
ZL
EZC X
1
.
ZC
Figura 8.30c
Bo
z
za
IL
Esercizio 8.31
Sapendo che:
- R1 = XC ;
- I = 7,07 A;
- V = 14,14 V;
- potenza attiva misurata ai morsetti AB: P=275 W;
- potenza reattiva misurata ai morsetti
A-B: Q=25 VAR;
si determinino R1, R2, XC, XL e la
tensione di alimentazione E.
XC
R1
E
I
A
XL
+
V
R2
Figura 8.31
Svolgimento
Gli strumenti di misura presenti nello schema di figura 8.31 sono
strumenti ideali, per cui a essi non sono associate cadute di tensione
o assorbimenti di corrente.
214
R1
R1 jX C
1
1 j
1 j
1 1
3.531 j A.
XL I
2 7.07 2
100VAr.
Bo
z
za
3.53 2
2
PR1 R1 IR1
12 3.53
75W.
215
70.7 28.28 V.
Capitolo 9
Risposta in frequenza
Esercizio 9.1
Per ciascuno dei due bipoli di figura 9.1,
tracciare qualitativamente landamento
della
reattanza
in
funzione
della
pulsazione.
Svolgimento
Figura 9.1
Bo
z
za
Zo f
Figura 9.1a
216
Esercizio 9.2
Tracciare qualitativamente landamento
della
reattanza
in
funzione
della
pulsazione.
Svolgimento
Figura 9.2
Bo
z
za
rappresentato
landamento qualitativo della reattanza.
Si nota che per <0 la reattanza
equivalente negativa, quindi si ha un
Figura 9.2b
andamento capacitivo, mentre per >0
217
Figura 9.3
Svolgimento
Bo
z
za
ZC
.
X e Z
L
1
ZL
0
ZC
Per Z o 0 la reattanza equivalente
Figura 9.3a
tende a zero asintoticamente seguendo
la funzione ZL. Anche per Z o f la
reattanza equivalente tende a zero (con
valori negativi), figura 9.3a.
Il teorema di Foster prevede lalternanza
di zeri e poli per crescente, quindi
esister un punto di singolarit 0, di
risonanza parallelo per cui si annulla la
suscettanza:
Figura 9.3b
1
1
Be Z0 Z0C
0, Z0
,
Z0L
LC
in tale punto la reattanza diverge.
In figura 9.3b rappresentato landamento qualitativo della
reattanza.
Si nota che per <0 la reattanza equivalente positiva, quindi si ha
un andamento induttivo, mentre per >0 la reattanza equivalente
negativa e si ha un andamento capacitivo.
218
Esercizio 9.4
Tracciare qualitativamente landamento
della
reattanza
in
funzione
della
pulsazione.
Svolgimento
Figura 9.4
Figura 9.4a
Bo
z
za
ZC
X e Z X1Z X 2 Z ZL1
.
1
ZL
ZC
Z
o
0
la reattanza equivalente tende a
Per
zero asintoticamente seguendo una
funzione ZL e . Per Z o f la reattanza
equivalente tende a infinito ancora
asintoticamente seguendo ZL1. Per
1
Z0
si ha una singolarit data
LC
dalla risonanza parallelo e si ha quindi
un polo. Si hanno quindi le seguenti punti
notevoli:
=0, X e 0 0 ,
219
Figura 9.4b
Figura 9.4b
Figura 9.4c
Xe
0
0
Figura 9.4b
Bo
z
za
0, X e Z0 f ,
=, X e f f .
Tali punti sono rappresentati in figura 9.4c.
Il teorema di Foster prevede lalternanza di zeri
e poli, quindi intuibile la presenza di uno zero
a pulsazione 0<1< tale che:
Z1L
Z1C
0.
X e Z1 Z1L1
1
Z1L
Z1C
In figura 9.4d rappresentato landamento
qualitativo della reattanza.
Si nota che per 0<<0 la reattanza
equivalente positiva, quindi si ha un
andamento induttivo, mentre per 0<<1 la
reattanza equivalente negativa e si ha un
andamento capacitivo, per >1 si ha
nuovamente un andamento induttivo.
Esercizio 9.5
Tracciare qualitativamente landamento
della
reattanza
in
funzione
della
pulsazione.
Soluzione
Figura 9.5
Figura 9.5a
220
Esercizio 9.6
Tracciare qualitativamente landamento
dellimpedenza del circuito RLC parallelo in
funzione della pulsazione. Discutere il
comportamento della tensione VAB al
variare della pulsazione.
Figura 9.6
G
Svolgimento
Figura 9.6a
Bo
z
za
Figura 9.6b
Figura 9.6c
221
Figura 9.6d
Be2+G2
G2
2
Be
0
Figura 9.6f
Figura 9.6e
1
LC
, cio per la
Bo
z
za
pulsazione di risonanza.
Il comportamento della fase dellimpedenza lopposto del
comportamento della fase dellammettenza, si ha quindi:
1
ZC
ZL ,
Z ( jZ) a tan
G
.
Z
Si studia il comportamento per
90
Z o 0 , per Z o f e per Z o Z0 :
lim Z ( jZ) 90q,
Zo 0
lim Z ( jZ)
Zo f
lim Z ( jZ)
Zo Z0
0q,
-90
90q, R1=
Figura 9.6g
za
2
2
2
2
Bo
z
1
1
CE 2x CE 2x cos 2Z0 t.
4
2
La corrente sullinduttore data da :
1
1
iL t
v t dt
E x sinZ0 t ,
L
Z0L
si ha quindi lenergia:
1 2
1
1
WL t
LiL ( t)
L 2 2 E 2x sin2 Z0 t
2
2 Z0L
1 1
1 cos 2Z0 t
E 2x
2
2
2 Z0L
1
1 LC 2 1 cos 2Z0 t 1
Ex
CE 2x CE 2x cos 2Z0 t.
4
2 L
2
4
Lenergia totale immagazzinata :
WT t WC t WL t
1
1
1
CE2x CE2x cos 2Z0 t CE2x
4
2
4
1
1
CE2x cos 2Z0 t
CE2x .
2
2
Lenergia immagazzinata ha quindi un valore costante nel tempo.
223
Bo
z
za
V Z0
2
Vmax
Vmax
2
1 2
Figura 9.6i
0.707 Vmax .
224
RI
I
1
G ZC
ZL
1
1 R ZC
ZL
si pone
Z
Z0
1
1
1 R 2 ZC
,
R
ZL
2
R
RZC
ZL
2,
1,
QZ QZ0
Z
Z0
1,
x , per cui:
Q
r 1 r r 1 4Q 2
x 1,2
,
r1, Qx 2 # x Q 0,
x
2Q
si considerano solo le soluzioni positive, per cui:
Qx
x1,2
1 r 1 4Q2
2Q
1
1
1r
.
4Q
2Q
1
, e quindi
2Q
Z0
1
1
Z1
Z2
1
,
1
, Z2 Z1
.
2Q
2Q
Q
Z0
Z0
Si suole definire con la lettera lintervallo di banda passante. E
possibile variare il fattore di merito a piacimento, ad esempio si
mantiene fisso il valore di resistenza e si varia quello di capacit.
Allaumentare di Q il circuito tende ad avere una minore banda
passante e consente di realizzare circuiti selettivi (filtri).
za
x 1,2 # 1 r
Bo
z
Figura 9.6m
Figura 9.6l
225
Esercizio 9.7
Per il circuito lineare di figura, determinare
lespressione letterale della funzione di
V2
rete H( jZ)
.
V1
Diagrammarne quindi gli andamenti della
risposta in ampiezza (guadagno) e della
risposta in fase (sfasamento) per i seguenti
valori dei componenti: C = 1 F; R = 50,
100, 500 k.
Figura 9.7
Svolgimento
Bo
z
za
( jZ) si applica
Per determinare lespressione della funzione di rete H
la formula del partitore di tensione:
R
jZCR
V2 V1
V1
1
1 jZCR ,
R
jZC
per cui
( jZ)
H
jZCR
1 jZCR
ZCR 2 jZCR .
2
1 ZCR
( jZ)
lim H
Zo f
Zo 0
( jZ)
1 e lim H
Zo f
0q .
226
modulo
0.8
R=50k:
R=100k:
R=500k:
0.6
0.4
0.2
0
0
50
100
Z [rad/s]
150
200
150
200
Figura 9.7a
90
80
60
R=50k:
R=100k:
R=500k:
za
50
Bo
z
argomento []
70
40
30
20
10
0
0
50
100
Z [rad/s]
Figura 9.7b
Figura 9.8
Esercizio 9.8
Per il circuito lineare di figura, determinare
lespressione letterale della funzione di
V2
rete H( jZ)
.
V1
Diagrammarne quindi gli andamenti della
risposta in ampiezza (guadagno) e della
risposta in fase (sfasamento) per i seguenti
227
Svolgimento
( jZ) si applica
Per determinare lespressione della funzione di rete H
la formula del partitore di tensione:
1
1
jZC
V2 V1
V1
1
1 jZCR ,
R
jZC
per cui
1
1 jZCR
( jZ)
H
.
1 jZCR 1 ZCR 2
Bo
z
za
( jZ)
lim H
Zo f
Zo 0
( jZ)
0 e lim H
Zo f
90q .
228
modulo
0.8
R=50k:
R=100k:
R=500k:
0.6
0.4
0.2
0
0
50
100
Z [rad/s]
150
200
150
200
Figura 9.8a
0
-10
-30
za
R=50k:
R=100k:
R=500k:
-40
Bo
z
argomento []
-20
-50
-60
-70
-80
-90
0
50
100
Z [rad/s]
Figura 9.8b
229
Esercizio 9.9
Per il circuito lineare di figura, determinare
lespressione letterale della funzione di
VB
.
rete H( jZ)
VA
Diagrammarne quindi gli andamenti della
risposta in ampiezza (guadagno) e della
risposta in fase (sfasamento) per i seguenti
valori dei componenti: R1 = 50, R2 = 50,
L1=10mH, L2=20mH, M=5mH.
Figura 9.9
Svolgimento
V2
I
R2 jZL2 I jZM I;
Bo
z
za
( jZ) si
Per determinare lespressione della funzione di rete H
valutano le cadute di tensione sui due rami percorsi da una corrente
I:
V1 R1 jZL1 I jZM I;
VA
R1 jZL1 jZM R 2 jZL2 jZM
VA
;
R1 R 2 jZL1 L 2 2 jZM
per cui
R 2 jZL 2 M
( jZ) VB
.
H
VA R1 R 2 jZL1 L 2 2M
Il modulo della funzione di rete vale:
( jZ)
H
R 22 Z2 L 2 M
R1 R 2 2 Z2 L1 L2 2M2
mentre largomento :
( jZ) a tan ZL 2 M a tan ZL1 L 2 2M .
H
R1 R 2
R2
230
0.56
0.54
0.5
0
Bo
z
za
0.52
Z [rad/s]
10
4
x 10
10
4
x 10
Figura 9.9a
6
5
argomento []
modulo
0.58
4
3
2
1
0
0
Z [rad/s]
Figura 9.9b
231
Figura 9.10
Esercizio 9.10
Per il circuito lineare di figura, determinare
lespressione letterale della funzione di rete
( jZ) V2
H
.
V1
Diagrammarne quindi gli andamenti della
risposta in ampiezza (guadagno) e della
risposta in fase (sfasamento) per i seguenti
valori dei componenti: L=10-4 H; C=10-6 F;
R=1, 10, 100 .
Svolgimento
Bo
z
za
( jZ) si utilizza
Per determinare lespressione della funzione di rete H
la formula del partitore di tensione:
1
1
jZC
( jZ) VB
H
.
VA R jZL 1
jZRC Z2LC 1
jZC
1
Si definisce pulsazione di risonanza Z0
e fattore di merito
LC
Z0L
, per cui la funzione di rete data da:
Q
R
1
( jZ)
H
.
2
Z
Z 1
1 2 j
Z0 Q
Z0
Il modulo della funzione di rete vale:
1
( jZ)
.
H
2
2
2
1 Z Z 1
Z Q
Z02
0
232
( jZ)
lim H
0,
Zo f
( jZ)
lim H
Q.
Zo Z 0
Z 1
Z2
1
1 2
Z0 Q
2
Z0
4
4
Z
Z 02
Z2
Z 04
Zx
4
Z3
Z 04
2
3
2
0,
0,
0,
Z0 1
0:
Z 1 1
Z2 2Z
21 2 2 2
Z0 Z0
Z0 Q Z0Q
Z 02 Q 2
2 1
2 2
2
Z0 Q
d
H( jZ)
dZ
Bo
z
Z0 1 1
Z02 1
2
2
1
2
Q
2
Q
2
1
Z0
Q
Z0
2Q 2
1
1
4Q 4
za
.
2Q 2
Ovviamente si sono scartate le soluzioni a pulsazione nulla e
negativa, per cui il punto di massimo anticipa la pulsazione di
risonanza.
1
( jZ )
H
1
Q2
4Q 2 1
2Q 4
233
Z 1
Q
Z
( jZ) a tan 0
.
H
2
Z
1
2
Z
0
( jZ)
lim H
Zo f
-180
180q,
( jZ)
lim H
0
Q
90q, R1=
Zo Z 0
-90
Figura 9.10a
Bo
z
za
modulo
8
R=1:
6
R=10:
R=100:
Z0 = 100000 rad/s
2
0
0
Z [rad/s]
Figura 9.10b
234
5
x 10
0
R=1 :, Q= 10
R=10 :, Q= 1
R=100 :, Q= 0.1
-20
argomento []
-40
-60
-80
-100
-120
-140
-160
-180
0
Z [rad/s]
5
x 10
Figura 9.10c
Bo
z
za
Esercizio 9.11
Per il circuito lineare di figura, determinare
lespressione letterale della funzione di rete
( jZ) V2
H
.
V1
Diagrammarne quindi gli andamenti della
risposta in ampiezza (guadagno) e della
risposta in fase (sfasamento) per i seguenti
valori dei componenti: L=10-4 H; C=10-6 F;
R=1, 10, 100 .
Figura 9.11
Svolgimento
( jZ) si utilizza
Per determinare lespressione della funzione di rete H
la formula del partitore di tensione:
VB
jZL
Z2LC
H( jZ)
.
VA R jZL 1
jZRC Z2LC 1
jZC
235
LC
e fattore di merito
Z0L
, per cui la funzione di rete data da:
R
( jZ)
H
Z2
Z02
Z
Z 1
1 2 j
Z0 Q
Z0
2
1
Z02
2
Z 1
j 0
1
Z Q
Z
za
1 Z0 Z0 1
Z2 Z Q
Zo f
( jZ)
lim H
Zo Z0
Bo
z
Zo0
1,
Q.
2
1 Z02 Z0 1
1
2 Z2 Z Q
3
2
Z2
Z02
1
Z 1Z
0
2 1 2 2 3 2 0 0
Z Q Q Z2
Z
Z
236
0,
d
H( jZ)
dZ
0:
4
Z04
Z5
4
Z02
Z3
2
Z02
4Q2Z02Z2 2Z02Z2
Z2
Q2 4Z04
4Q
0,
Q2Z3
Q2 4Z04 ,
Zx
Z0
2
2Q2
1
1
1
1
2
4
4Q
Q
2Q4
Bo
z
za
.
1
1
2Q2
Ovviamente si sono scartate le soluzioni a pulsazione infinita e quelle
a pulsazione negativa, per cui il punto di massimo successivo alla
pulsazione di risonanza.
1
( jZ )
H
x
2
2
1
1
2
Z0 1
Z0 1
2Q2
2Q2 1
1
Q
Z0
Z02
Z02
4Q2 1
Z0 1
( jZ) a tan Z Q .
H
2
1 Z0
Z2
Zo 0
( jZ)
lim H
Zo f
( jZ)
lim H
Zo Z0
0q,
90q, R1=
237
modulo
8
6
4
za
Z0 = 100000 rad/s
0
0
Bo
z
Z [rad/s]
5
x 10
Figura 9.11b
180
160
R =1:, Q=10
R =10:, Q=1
R =100:, Q=0.1
argomento []
140
120
100
80
60
40
20
0
0
Z [rad/s]
Figura 9.11c
238
5
x 10
Figura 9.12
Esercizio 9.12
Per il circuito lineare di figura, determinare
lespressione letterale della funzione di rete
( jZ) V2
H
.
V1
Diagrammarne quindi gli andamenti della
risposta in ampiezza (guadagno) e della
risposta in fase (sfasamento) per i seguenti
valori dei componenti: L=10-4 H; C=10-6 F;
R=1, 10, 100 .
Svolgimento
Bo
z
za
( jZ) si utilizza
Per determinare lespressione della funzione di rete H
la formula del partitore di tensione:
R
1
( jZ) VB
H
.
L
1
VA R jZL 1
1 jZ j
jZC
R
ZRC
Si definisce pulsazione di risonanza Z0
1
LC
e fattore di merito
Z0L
, per cui la funzione di rete data da:
R
1
( jZ)
H
.
Z0
Z
1 j Q j Q
Z0
Z
Il modulo della funzione di rete vale:
1
( jZ)
H
.
2
Z Z0
1 Q2
Z
Z
0
( jZ)
lim H
Zo f
0,
239
( jZ)
lim H
Zo Z0
1.
d
H( jZ)
dZ
0:
2
2
2 Z Z0 1 Z0
Z0
1
2 Z
2 0.
1 Q
2Q
2
Z
Z
Z
Z
Z
0
0 Z
0
0 Zx Z0 .
Z
Z0
Bo
z
za
Z
Z0
H( jZ) 0q a tan
.
1
( jZ)
lim H
Zo f
( jZ)
lim H
Zo Z 0
0q,
90q, R1=
240
modulo
0.8
R=1:, Q=10
R=10:, Q=1
R=100:, Q=0.1
0.6
0.4
0.2
Z0 = 100000 rad/s
0
0
Z [rad/s]
5
x 10
Figura 9.12a
Bo
z
za
100
argomento []
50
R=1:, Q=10
R=10:, Q=1
R=100:, Q=0.1
Z0 = 100000 rad/s
-50
-100
Z [rad/s]
Figura 9.12b
241
5
x 10
Esercizio 9.13
Dati i due filtri di figura 9.13
1) determinare il tipo per ispezione
diretta e discutere le differenze;
2) per ciascuno determinare la funzione
V2
;
di rete H( jZ)
V1
3) diagrammare
gli
andamenti
di
ampiezza e fase con i seguenti valori
dei componenti L =63H, C=1F,
R=8.
Svolgimento
Bo
z
za
242
3
2.5
modulo
2
filtro RC
filtro LC
1.5
1
0.5
0
0
4
f [Hz]
8
x 10
Figura 9.13a
Bo
z
za
filtro RC
filtro LC
argomento []
-50
-100
-150
-180
0
4
f [Hz]
8
x 10
Figura 9.13b
In figura 9.13b sono rappresentati gli andamenti della fase. I due filtri
hanno un comportamento notevolmente differente, il filtro LC oltre
che attenuare il segnale molto pi velocemente, porta subito la fase
in opposizione.
243
Bo
z
Punto 1
Le funzioni di rete sono:
1
1 jZRC
( jZ)
H
,
a
1 jZRC 1 ZRC2
za
Figura 9.14
Esercizio 9.14
Per i circuiti di figura 9.14 determinare luscita
quando in ingresso applicato
1) un segnale sinusoidale di ampiezza
unitaria e frequenza 10 kHz;
2) un segnale sinusoidale di ampiezza
unitaria e frequenza 30 kHz;
3) unonda quadra con ampiezza unitaria
e frequenza fondamentale pari a 10
kHz.
Le reti presentano i seguenti parametri:
C=1F, valore tipico di capacit di filtri di
ingresso in un circuito, R=8, resistenza
utilizzata in circuiti filtranti, L =63H
induttanza parassita di un cavo da 10m.
Svolgimento
1
.
1 Z2LC
La pulsazione 1 pari a 6.28104 rad/s. Considerando un ingresso
unitario si valuta luscita:
1
V2a (Z1)
0.8 0.4 j 0.89e j26q ;
1 jZ1RC
( jZ)
H
b
1
1.33e j0q .
2
1 Z1 LC
Il primo circuito attenua il segnale ed introduce un ritardo, mentre il
secondo lo esalta linearmente.
V2b (Z1)
Punto 2
La pulsazione 2 pari a 1.88105 rad/s. Si valutano nuovamente le
uscite dei due circuiti:
1
V2a (Z2 )
0.3 0.46 j 0.55e j56q ;
1 jZ2RC
244
1
0.80 0.80e j180q .
2
1 Z2LC
Si notano attenuazioni simili.
V2b (Z2 )
Bo
z
za
Punto 3
Londa quadra rappresentata in
figura 9.14a in cui T1 il periodo
relativo alla pulsazione 1.
Londa quadra pu essere
scomposta per mezzo dello
sviluppo in serie di Fourier, per
cui londa vista come somma di
una costante (valore medio), di
una sinusoide a frequenza
identica a quella del segnale
Figura 9.14a
(fondamentale) ed un numero
infinito di sinusoidi a frequenza multipla della fondamentale.
Lo sviluppo del segnale presentato nellesercizio 11.3, qui si
anticipa il risultato:
4
4
4
4
V1t
sin nZ1t 0 sin Z1t
sin 3Z1t
sin 5Z1t ....
n dispari nS
S
3S
5S
Il contenuto armonico rappresentato in figura 9.14b.
Sono presenti solamente termini dispari ed il valore medio nullo. Si
calcolano le risposte alle armoniche che compongono il segnale in
ingresso:
1
(Z )
H
0.89e j26q ;
2a
1
4
1 jZ1RC
1
(3Z )
H
0.55e 56q ;
2a
1
1 j3Z1RC
(5Z )
H
2a
1
1
1 j5Z1RC
0.37e j68 ;
( 7Z )
H
2a
1
1
1 j7Z1RC
0.27e
j74q
(9Z )
H
2a
1
1
1 j9Z1RC
0.21e j77q .
armonica
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
;
245
Figura 9.14b
Bo
z
za
-1.5
0
0.2
0.4
0.6
0.8
tempo [s]
1.2
1.4
-4
x 10
Figura 9.14c
2
1
0
-1
ingresso
V2b
-2
-3
0
fondamentale
3a armonica
0.5
1
tempo [s]
1.5
-4
x 10
Figura 9.14d
246
Capitolo 10
Sistemi trifase
Bo
z
za
Esercizio 10.1
Il generatore a stella di
figura fornisce un sistema
simmetrico
diretto
di
W1
tensioni di fase di valore
R
e1(t)
efficace 230 V. Si verifichi
che le correnti nei carichi
L
O e2(t)
O sono diverse seconda che
il sistema sia con o senza
filo neutro. In questultimo
W2
caso si determini VOO e il
C
e3(t)
sistema delle tensioni
T
stellate sui carichi. Si
rappresentino le tensioni e
Figura 10.1
le correnti nei due casi.
Infine, in assenza di filo neutro, si prevedano le indicazioni dei due
wattmetri inseriti in Aron, verificando che la loro somma coincide con
la potenza attiva totale assorbita dai carichi.
[R=10, XL=10, XC=-10]
Svolgimento
Si considera la rete nel dominio dei
fasori, figura 10.1a.
Il valore efficace della tensione
230V, per cui si definiscono i
seguenti fasori fermi allistante 0:
E1 230e j0q V, E2 230e j120q V,
E3
398e j30q V,
j210q
Figura 10.1a
V23 398e
V, V31 398e
V.
Si considera la presenza del neutro.
I centri stella O e O si trovano allo stesso potenziale. Si considerano
nello scrivere la legge di Kirchhoff i cammini disegnati in figura 10.1b.
247
E2
jXL
E3 jX C I3
230e j120q
j10
23e
j210q
W1
E1
I2
jXL
I3
W2
A,
E2
E3
I1
Figura 10.1b
0,
Bo
z
za
E3
230e j240q
I3
23e j150q A.
jX C
j10
In figura 10.1c rappresentato il diagramma fasoriale completo.
Figura 10.1c
248
jXC
E
E1 E2
3
R jX L jX C
1
1
1
R jX L jX C
E
Y
i i
Y
VO' O
230 1 3
168V.
W1
E1
E2
j0q
jXL
jXC
I3
VOO
Figura 10.1d
za
E3 jX C I3 VO'O
E3 VO'O
jX C
I2
E3
E2 VO' O
jX L
20.6e j165q A,
I3
39.8 A,
0,
Bo
z
I2
W2
I1
20.6e j165q A,
249
Figura 10.1e
R I1
1039.8
Bo
z
za
W2
W1 W2
15840W.
250
L1
Esercizio 10.2
La linea alimentata da un sistema
trifase simmetrico di tensioni
concatenate di valore efficace 400V.
Impiegando il metodo delle correnti
di maglia e quello del centro stella
artificiale, si determinino e si
rappresentino i sistemi delle tensioni
di fase e delle correnti sui carichi. Si
prevedano le indicazioni dei due
wattmetri inseriti in Aron, verificando
che la loro somma coincide con la
potenza attiva totale assorbita dai
[ Z 1 10:, Z 2 20:, Z 3 6 j8:. ]
W1
L2
L3
W2
.
Z1
.
Z2
.
Z3
Figura 10.2
Svolgimento
Bo
z
za
23
J1
2 1
Z 2
V12
V23 Z 2 Z 3
Z 2
Z 1 Z 2
Z
Z Z
2
7406 j28.7
380 j240
13.9 j8.85A,
Figura 10.2a
251
J2
Z 1 Z 2
Z
2
Z 1 Z 2
Z
2
V12
V23
Z 2
Z Z
2
6928 j8000
380 j240
3
Si ricavano quindi:
I1 J1, I2 J2 J1, I3
I1
16.5e j32,5q A, I2
J2 .
10.3 j14.4 17.7e j125.7q A, I3
3.52 j23.3 A.
23.5e j98.6q A.
12.3kW.
La lettura dei due wattmetri :
V12 I1 cosD V12 DI1 400 16.5 cos30q 32.5q 3.0kW.
W2
12.3kW.
Bo
z
za
W1
I3
E3
E1
I1
I2
E2
scala :
=115V
scala :
=10A
Figura 10.2b
VO'O
E
Y
i i
Y
i
E1 E2 E3
Z 1 Z 2 Z 3
1
1
1
Z 1 Z 2 Z 3
91.9 j88.5 V.
E1 Z 1I1 VO' O
0, I1
E1 VO' O
Z
Figura 10.2c
16.5e j32,5q A,
E2 Z 2 I2 VO'O
0, I2
E2 VO'O
Z 2
17.7e j125.7q A,
E3 Z 3 I3 VO' O
0, I3
E3 VO' O
Z 3
23.5e j98.6q A.
Bo
z
za
Esercizio 10.3
La linea alimentata
IL1
da un sistema trifase
L1
W1
simmetrico
di
I1
tensioni concatenate
di valore efficace
L2
400V.
Si determinino e si
rappresentino
i
L3
W2
sistemi delle correnti
I1
sui carichi e il
.
sistema
delle
ZL
correnti di linea nelle
ipotesi
che
le
.
impedenze di carico
ZL
siano
collegate
Figura 10.3
prima a stella e poi a
triangolo. Si prevedano le indicazioni dei due wattmetri in Aron e si
verifichi che da esse possibile dedurre la potenza attiva e la
potenza reattiva totali assorbite dai carichi nei due casi.
[ Z L 20 j30:.]
253
Svolgimento
Il valore efficace della tensione concatenata 400V, per cui si
definiscono i seguenti fasori fermi allistante 0:
E1 230.9e j0q V, E2 230.9e j120q V, E3 230.9e j240q V,
V12 400e j30q V, V23 400e j90q V, V31 400e j210q V.
Il carico equilibrato connesso a stella per cui sono le tensioni
stellate ad essere applicate al carico:
E1
Z L
IL1
I1
IL 2
I2
E2
Z L
230e j0q
20 j30
3.54 j5.30
230e j120q
20 j30
6.38e j56.3q A,
6.38e j176.3q A,
E3 230e j240q
6.38e j296.3q A.
Z
20 j30
L
La potenza attiva dissipata dal carico vale:
2
2
P 3 Re Z I
3 20 6.38 2.4kW.
IL3
I3
za
Bo
z
L L
L L
V12 IL1 cosD V12 DIL1 400 6.38 cos30q 56.3q 164W.
W2
V32 IL3 cosD V 32 DIL3 400 6.38 cos90q 296.3q 2287W.
P
Q
W1 W2
2.4kW.
3 W2 W1 3.6kVAr.
254
I2I
400e j90q
20 j30
V23
Z L
11.09e j146.3q A,
IL 2
19.2e j176.3q A,
I2I I1I
Bo
z
za
Figura 10.3a
W1
V12 I'L1 cosD V12 DIL1 400 19.2 cos30q 56.3q 495W.
W2
P
Q
W1 W2
7.4kW.
3 W2 W1 11.0kVAr.
Bo
z
za
Esercizio 10.4
La linea alimentata
IL1
da un sistema trifase
L1
W1
simmetrico
di
I1
I1
tensioni concatenate
di valore efficace
L2
400V.
Si determinino e si
rappresentino
i
L3
W2
sistemi delle correnti
I1
I1
sui carichi e il
.
sistema
delle
Za
correnti di linea. Si
prevedano
le
.
indicazioni dei due
Zb
wattmetri inserite in
Figura 10.4
Aron e si verifichi
che da esse possibile dedurre la potenza attiva e la potenza
reattiva totali assorbite dai carichi nei due casi.
[ Z a 10 j5:, Z b 20 j30:.]
Svolgimento
Il valore efficace della tensione concatenata 400V, per cui si
definiscono i seguenti fasori fermi allistante 0:
E1 230.9e j0q V, E2 230.9e j120q V, E3 230.9e j240q V,
V12 400e j30q V, V23 400e j90q V, V31 400e j210q V.
I carichi sono equilibrati quindi basta ricavare le correnti sulla prima
linea.
La corrente sulla prima fase del primo carico :
256
IO1
I'1
E1
Z a
230e j0q
10 j5
18.47 j9.23
20.65e j26.5q A.
V12
Z b
400e j30q
20 j30
3 ImZ I
a O1
3 ImZ I
b
3 5 20.65 3 30 11.09
'1
20.1kW,
17.4kVAr.
W2
V32 IL3 cosD V 32 DIL3 400 38.54 cos90q 280.9q 15.1kW.
Bo
z
za
W1
W1 W2
20.1kW.
Q
3 W2 W1 17.4kVAr.
In figura 10.4a rappresentato il diagramma fasoriale relativo alla
prima fase.
257
Bo
z
za
Figura 10.4a
L1
W1
L2
L3
W2
P1
P2
Figura 10.5
Esercizio 10.5
La linea alimentata
da un sistema trifase
simmetrico di tensioni
concatenate di valore
efficace 400V.
Si determini il sistema
delle correnti di linea.
Si
prevedano
le
indicazioni dei due
wattmetri inserite in
Aron e si verifichi che
da esse possibile
dedurre la potenza
attiva e la potenza
reattiva
totali
0.7.]
P2
3 V cos I2
I2 e jI2
8.24 A I2
8.24e j45.5 A.
W2
V32 IL3 cosD V 32 DIL3 400 12.4 cos90q 40.9q 240q 4.9kW.
P
Q
Bo
z
za
W1
W1 W2
6.5kW.
3 W2 W1 5.6kVAr.
Q1 Q 2
P1tgI1 P2 tgI2
Q1 Q2
5.6kVAr,
L2
L3
IL1
.
Zl
za
W1
Bo
z
L1
.
Zl
I1
I1
I1
I1
.
Zl
W2
.
Za
.
Zb
Figura 10.6
Svolgimento
Lesercizio proposto si differenzia dallesercizio 10.4 per la presenza
di impedenze sulla linea dovute alla resistivit dei conduttori
impiegati e allinduttanza associata alle superfici di flusso tra i
conduttori stessi.
260
za
Bo
z
Figura 10.6a
20
j10:.
3
I due centri stella possono considerarsi virtualmente uniti, poich si
trovano allo stesso potenziale, quello del centro stella dei generatori,
in quanto i carichi sono equilibrati.
La rete puo essere quindi ricondatta ad una equivalente se si
eseguono le operazioni di parallelo tra le due terne di carichi, figura
10.6b.
Limpedenza della nuova stella vale: Zby
Figura 10.6b
261
Bo
z
za
3 I'1e j30q :
La corrente di linea :
IL1
36.10e j38.2q A,
2
3 Re Z a IO1
3 10 19.34
11.2kW.
'1
'PL
2
3 Re Z l IL1
Bo
z
za
3 0.5 36.10
1.9kW.
263
Esercizio 10.7
La linea alimentata da un sistema trifase simmetrico di tensioni
concatenate di valore efficace 400V.
Si determinino le correnti di linea.
[ Z a 10 j10:, Z b 5 j15:, Z c 10 j5:.]
IL1
L1
.
Za
E1
IL2
L2
E2
IL3
L3
E3
.
Zb
za
Bo
z
.
Zc
Figura 10.7
Svolgimento
Il valore efficace della tensione concatenata 400V, per cui si
definiscono i seguenti fasori fermi allistante 0:
E1 230.9e j0q V, E2 230.9e j120q V, E3 230.9e j240q V,
V12
400e j210q V.
E1 E2
Z a
28.28e j15.0q A.
IL 2
Ia Ic 2
IL3
Ib Ic 3
Ib
44.7e j175.0q A,
28.2 j123.4q A.
za
Ia Ic1
Bo
z
IL1
Osservazione
In presenza di impedenze di linea conviene eseguire ripetutamente
le operazioni di trasformazione triangolo-stella per accorpare le
impedenze che si trovano in parallelo e poi risolvere una rete
notevolmente semplidicata.
265
L1
Esercizio 10.8
La linea trifase
alimentata da un
sistema simmetrico
di
tensioni
concatenate
di
valore efficace 400V.
Per il primo carico
sono
note
le
impedenze, ed
anche
nota
la
potenza
dei
wattmetri in Aron.
Determinare
limpedenza Zb.
W1
L2
L3
W2
.
Za
.
Zb
Figura 10.8
[ Z a
10 j5:, W1
5kW, W2
15kW ]
Bo
z
za
Svolgimento
La potenza impiegata dal primo carico data da:
Pa
E
3 Re Z a 1
Z a
E
3 Im Z a 1
Za
2
3 Re Z a Ia
230.9
3 10
10 j5
230.9
Qa
3 5
10 j5
Il teorema di Boucherot afferma che:
Pb P Pa W1 W2 Pa 8.2kW,
2
3 Im Z a Ia
12.8kW,
6.4kVAr.
Qb Q Q a
3 W2 W1 Pa 10.9kVAr.
Il carico Zb ohmico-induttivo con fattore di potenza:
Q
cos Ib cos a tan b 0.6 in ritardo.
Pb
Si indicano con Gb e Bb rispettivamente la conduttanza e la
suscettanza del secondo carico sulle quali applicata una tensione
di 400V, per cui:
Pb
Pb
Gb V 2 Gb
0.0171 S,
3
3V 2
266
Qb
Qb
Bb V 2 B b
0.0227 S.
3
3V 2
Limpedenza del carico a triangolo, ricordando che esso un carico
ohmico-induttivo, data da:
1
1
Z b
21.1 j28.1 :.
Y
Gb jBb
b
Bo
z
za
Esercizio 10.9
Due carichi equilibrati sono alimentati come mostrato in figura. La
tensione concatenata misurata per mezzo di un voltmetro ed pari
a 400V.
Essendo note le impedenze di linea, determinare:
1) la tensione in partenza;
2) il rendimento di trasmissione;
3) la capacit della batteria di condensatori da inserire affinch si
abbia un fattore di potenza cosrif=0.95.
Si determinino i sistemi delle correnti sui carichi e il sistema delle
correnti di linea. Si valuti la caduta di tensione in linea ed il
rendimento di trasmissione.
[ Z l 0.5 j0.03:, P1 20kW, cos I1 0.6, P2 15W, cos I2 0.8]
L1
L2
L3
.
Zl
.
Zl
.
Zl
P1 cos1
Figura 10.9
Svolgimento
267
Bo
z
za
V12
Z l IL1 V Z l IL 2
448.8e j5.72q
Figura 10.9b
100
448.8 400
100 10.9%.
448.8
za
'V %
Bo
z
269
Figura 10.9c
Q QC
cos a tan
0.95,
P
risulta quindi
QC Q P tan Irif 37.9 11.5 26.4kVAr.
cos Irif
Bo
z
za
Z
3
Nelle nuove condizioni di alimentazione la corrente di linea data da:
P jQ QC 35 j11.5 1000
ILrif
53.1 A.
3V
3 400
Largomento del fattore di potenza imposto pari a:
Irif a cos0.95 18.2q.
La tensione concatenata tra la prima e la seconda linea a monte
delle impedenze di linea data da:
rif
V12
Z l ILrif1 V Z l ILrif2 0.5e j3.4q 53.1e j48.2q 400 0.5e j3.4q 53.1e j168.2q
444.7e j1.51q .
La caduta di tensione relativa :
'V %
rif
V12
V
rif
V12
100
444.7 400
100 10.0%.
444.7
l L
270
Capitolo 11
Analisi delle forme donda
Esercizio 11.1
Determinare lo sviluppo in
serie di Fourier della forma
donda di figura 11.1.
[Imax =10 A]
Figura 11.1
Svolgimento
Bo
z
za
271
bn
1
S
2S
it sinnZt dZt.
0
1
S
2 S 10
Zt dZt
2S
2
1 10 Zt
S 2S 2
2S
1 10 2S
S 2S 2
10,
1
a 0 5.
2
Si ricavano i coefficienti dei termini trigonometrici:
per cui
an
1
S
2S
1 10 sin nZt
Zt
n 0
S 2S
2 S 10
2S
1 10
1 cos nZt
0
n
n 0
S 2S
10
sin nZt
dZt
0,
bn
1
S
2 S 10
Bo
z
za
2n2 S 2
2S
2S
1 10
cos nZt
Zt
n 0
S 2S
2S
1 10 2S 1 sin nZt
S 2S n n n 0
2S
cos nZt
dZt
10
.
nS
sin nZt
.
n
1
10
10
10
10
50
sin Zt
sin 2Zt
sin 3Zt ... 5
2S
3S
S
S n
272
Esercizio 11.2
Rappresentare lo spettro
del segnale riportato in
figura 11.2.
[Imax =10 A]
Figura 11.2
Svolgimento
Conviene riportare la forma donda del segnale in uno sviluppo che
includa solamente i termini seno o coseno:
it
1
a0
cn cosnZt Tn ,
2
n 1
oppure
f
za
1
a0
c n sinnZt In ,
2
n 1
Bo
z
it
bn
a
, In a tan n .
an
bn
La presenza esclusiva di termini in seno porta a scrivere la seguente
formula:
con c n
it
an2 bn2 , Tn
a tan
1
1
a0
c n sinnZt 180q
a0
Cn ,
2
2
n 1
n 1
10
.
nS
Lo spettro in ampiezza del
segnale definito in un piano
cartesiano in cui le ascisse
riportano i valori delle pulsazioni
(o delle frequenze f) definite
nello sviluppo e le ordinate
riportano lampiezza del modulo
di tale sviluppo. In figura 11.2a
rappresentato lo spettro del
segnale per le prime dieci
con c n
Figura 11.2a
273
10
I(t) [A]
8
6
Bo
z
12
za
termine costante
prima armonica
seconda armonica
terza armonica
segnale ricostruito
4
2
0
-2
-4
0
3,14
Zt
6,28
Figura 11.2c
Bo
z
za
Esercizio 11.3
Determinare lo sviluppo in
serie di Fourier della forma
donda di figura 11.3, e
rappresentarne lo spettro.
[Imax =10 A]
Svolgimento
Figura 11.3
275
bn
1
S
2S
cos nZt S
1
10
n 0
S
2S
cos nZt
n S
Lo spettro in fase
costituito da elementi pari a
0 per i termini esistenti,
per tanto non utile
rappresentarlo.
Bo
z
za
scala :
=1A
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
Figura 11.3a
276
15
termine costante
prima armonica
terza armonica
quinta armonica
segnale ricostruito
10
I(t) [A]
5
0
-5
-10
-15
0
3,14
6,28
Bo
z
za
Zt
Figura 11.3b
Esercizio 11.4
Determinare lo sviluppo in
serie di Fourier della forma
donda di figura 11.4, e
rappresentarne lo spettro.
[Imax =10 A]
Svolgimento
Figura 11.4
Zt
Imax 1 S 0 d Zt d S
it
.
Imax 1 Zt S d Zt d 0
277
1
S
a0
1
Zt
10 1
d Zt
S
S
S
10
S
Zt
Zt
2 S
10
S
Zt
10 1
d Zt
S
S
S
0 S 2 S 2
2
10
Zt
Zt
2 S
S
S
0
10,
1
a 0 5.
2
Si ricavano i coefficienti dei termini trigonometrici in coseno:
per cui
1
S
an
1
Zt
Zt
Bo
z
za
0
10
1 sin nZt
0
> sin nZt@ S Zt
S
S
n S
sin nZt
1
dZt
S
n
S
10
1 sin nZt
sin nZt
S
>
Z
sin nZt @0 Zt
1
d
t
S
S
n 0 0
n
20
1
10
1
1 cos nS,
0 0 2 >1 cos nS@ 2 >cos nS 1@
S
n S
n S
n2 S 2
tale termine esiste solo per n dispari.
Figura 11.4a
278
Esercizio 11.5
Determinare lo sviluppo in
serie di Fourier della forma
donda di figura 11.5, e
rappresentarne lo spettro.
Ipotizzare lutilizzo di un
diodo che ne prelevi la
parte positiva.
[Imax =10 A]
Figura 11.5
Bo
z
za
Svolgimento
La forma donda periodica con periodo pari a 2. La funzione
presenta valore medio nullo, per cui a0 nullo.
Pu essere espressa nella seguente forma:
Zt
it Imax S d Zt d S .
S
Si nota inoltre che la funzione a simmetria dispari, non sono quindi
presenti i termini in coseno nello sviluppo di Fourier. Si ricavano i
coefficcienti bn:
S
S cos nZt
1 S 10
10
cos nZt
bn
t
1
d
t
Zt sin nZt dZt
Z
Z
n S S
n
S S S
S 2
10
1
S
S cos nS S cos nS >sin nZt @ S
2
n
nS
20
1n 1,
nS
Figura 11.5b
Figura 11.5a
Bo
z
za
Zt
I 0 d Zt d S
it max S
.
0
S d Zt d 2S
Per ricavare a0 si procede per ispezione, larea coperta dalla forma
donda risulta un quarto dellarea descritta dal rettangolo Imax1, con 1
che individua il periodo, per cui il coefficiente del termine costante
1
10
a0
.
2
4
La funzione non pari ne dispari, per cui si ricavano i seguenti
coefficenti:
an
S sin nZt
10 sin nZt
t
1
d
t
Z
0 S
n 0 0 n
S 2
10
1
10
S
cos nS 1,
0 >cos nZt @ S
2
2 2
n
nS
n S
1
S
S 10
280
S cos nZt
1 S 10
10
cos nZt
bn
t
1
d
Z
t
S 0 S
n 0 0
n
S 2
10
1
10
S
1n 1.
S cos nS 0 >sin nZt @0
2
n
nS
nS
cn
bn
2
2
an bn
n pari
n dispari
, In
za
1
a0
c n sinnZt In ,
2
n 1
Bo
z
it
a tan
an
.
bn
Figura 11.5d
Figura 11.5e
281
Esercizio 11.6
Determinare lo sviluppo in
serie di Fourier della forma
donda di figura 11.6, e
rappresentarne lo spettro.
[Imax =10 A, = 1/4T]
Figura 11.6
it
A ne jnZt
n f
Bo
z
za
Svolgimento
La forma donda periodica con periodo pari a T. La funzione pu
essere espressa nella seguente forma:
0 d Zt d W
I
it max
.
W d Zt d T
0
Si considera la definizione esponenziale della scomposizione in serie
di Fourier. La funzione nel tempo definibile per mezzo di coefficenti
complessi e funzioni esponenziali complesse, che si riconducono alla
definizione precedentemente data se si ricorda luguaglianza di
Eulero:
n
n f
2S
it e jnZt dZt
2S
...
2S
A 0 e jnZt dZt
2S
2S
2S
da cui:
1 2S
it e jnZt dZt.
0
2S 0
Si preferisce individuare lintervallo dintegrazione per mezzo del
periodo, pertanto si ha:
2S
An
it e jnZt dZt
1
T
it e
jn
2 SA n , A n
2S
t
T dt.
An* .
An
1
T
I
0
max e
jn
2S
t
T dt
2S
jn W
Imax
1 e T
jn2S
1
T
0e
jn
S
Imax jn T W
e
2S
t
T dt
S
jn W
T
e
nS
Imax
T
1
2S
jn
T
jn 2 S t
e T
S
jn W
T
e
2j
sin nS
W
T.
Imax e
W
T
nS
T
Anche esprimibile con la funzione seno cardinale o sinc.
Il coefficiente a0 si ottiene per ispezione, il valore Imax mantenuto
per un intervallo di tempo da riferire ad un periodo T:
1
W
a0 Imax .
2
T
Il modulo dei coefficienti :
W
T
Bo
z
za
jnS
An
Imax
W
jnS
T
e
sin nS
T
W
nS
T
Imax
sin nS
W
T.
W
T
nS
T
Imax
T
scala :
=0.66A
-9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
Figura 11.6a
283
Bo
z
za
Figura 11.6b
284
Esercizio 11.7
Un generatore la cui forma donda
riportata sotto, alimenta un circuito
passivo RL. Determinare la potenza
dissipata sul resistore. Le tensioni
sono espresse in funzione dei valori
di picco.
v t E0 E1 cosZ1t E2 cosZ2 t .
Figura 11.7
[E0 =100 V, E1 = 50 V, E2 = 25 V, 1=
Bo
z
za
Svolgimento
Si applica il metodo di sovrapposizione degli effetti riconducendo la
rete ad un insieme di generatori, figura
11.7a.
La rete passiva non presenta gli stessi
E0
valori al variare delle sollecitazioni, basti
R
pensare allinduttore che in corrente
continua si comporta da corto circuito.
E1cos(1t)
rete passiva
Per la frequenza nulla (continua) si ha:
E0 100
I0
20 A.
R
5
Per la pulsazione 1= 500 rad/s si ha:
Z 1 R jZ1L 5 j10:;
I1
i1 t
E1
Z 1
50
5 j10
2 j4
4.47e j63.4q A;
E2cos(2t)
Figura 11.7a
I2
E2
Z 2
25
5 j30
I02
410.3
20.26 A.
Bo
z
za
RI12
4.47
5
2
50W;
2
0.82
'P2
5
2W ;
2
'P 'P0 'P1 'P2 2052W.
RI22
286
i(t)
+ v(t)
Rete
passiva
Figura 11.8
Esercizio 11.8
La rete passiva di figura 11.8 alimentata da
una tensione
v t E0 E1 cosZ1t E2 cosZ2 t .
La rete anche attraversata da una corrente
it I0 I1 cosZ1t I1 I2 cosZ2 t I2 .
Determinare:
1) la potenza dissipata allinterno della rete;
2) lequivalente circuito serie, sapendo che
una rete bicomponente.
'P2
'P
E1
2
E2
I1
2
Bo
z
'P1
za
Svolgimento
La potenza media si determina sommando i contributi ad ogni
pulsazione:
'P0 E0 I0 100 0 0W;
I2
50W;
22.4W;
I02
I12 I22
2 2
0 2 0.7072 0.4742
0.724 0.85A.
La resistenza data da:
287
i(t)
+ v(t)
Figura 11.8a
R
C
'P
100:.
2
Ieff
Per valutare la capacit C si considera il circuito alla pulsazione 1:
j
j
I1 100 100
0.707e j45q
E1 Z 1 I1 R
Z1C
Z1C
100
0.707 j0.707 100 j Z1C
0.707
Z1C
1
C
100
1
100Z1
10PF.
Bo
z
Figura 11.9
za
Esercizio 11.9
Determinare la trasformata di
Fourier della forma donda di
figura 11.9, e rappresentarne
lo spettro.
[Imax =10 A, = 1/2 s]
Svolgimento
La forma donda non periodica.
Affinch per tale funzione possa essere definito lintegrale di Fourier
devono essere verificate le seguenti condizioni di Dirichlet:
1) la funzione assolutamente integrabile,
f
it dt f;
f
it e j2 Sft dt,
con f frequenza.
La funzione i(t) definita come trasformata inversa di Fourier:
it
f
If e j2 Sft df.
1 f
IZ e jZt dZ.
f
2S f
Si procede quindi alla determinazione della trasformata di Fourier per
il segnale dato:
IZ
If
f
it e jZt dt,
it
it e j2 Sft dt,
>
Bo
z
za
|I(f)| [A]
>
4
2
0
-10
-5
10
10
frequenza [Hz]
arg(I(f)) []
200
100
0
-100
-200
-10
-5
frequenza [Hz]
Figura 11.9a
289
Capitolo 12
Principi di elettromagnetismo
Figura 12.1
Esercizio 12.1
Determinare la temperatura alla quale
un filo di rame di lunghezza l = 10m e di
sezione S = 2 mm2 ha una resistenza di
0.10.
Bo
z
za
Figura 12.2
Esercizio 12.2
Calcolare la resistenza a 20C di una
lampada che assorbe 100W quando
sottoposta alla differenza di potenziale di
100V, e il cui filamento di tungsteno
raggiunge a regime i 2000C.
Determinare la temperatura alla quale un
290
Bo
z
za
Risulta quindi
R20 R 0 1 D20 10.6 1 0.0042 20 11.5:.
Figura 12.3
Esercizio 12.3
Per la linea bifilare si calcoli linduttanza
chilometrica e la forza unitaria quando i
conduttori siano percorsi da correnti
controverse di 5000 A.
Figura 12.3a
za
H dr
Bo
z
da cui
&
I0
H
,
2Sr
con direzione uscente dal foglio. Si valuta il campo induzione
magnetica ed il flusso chilometrico per la superficie elementare dr1:
&
& P I
P 0I0
00
B
, dI B 1 dr
dr,
2Sr
2Sr
con 0 = 1.2610-6 H/m.
Integrando tra D- R0 e R0 (R0 =d/2) si ottiene:
D R 0
R0
P 0I0
dr
2 Sr
P 0I0 D R 0
ln
,
2S
R0
Bo
z
za
2
2 2Sr 2Sr
8S 2r 2 R 04
Per un chilometro di conduttore e per una corona circolare di raggio r
e spessore dr, lenergia immagazzinata data da:
dW r Ur 2Sr dr 1,
da cui
W R 0
R0
P0 r 2
I2
2
4 0
8S R 0
0
2Sr dr
R0
21 4
I0 r
4SR 04 4 0
P0
P0 2
I0 .
16S
P0
0.05 PH / km.
8S
Linduttanza chilometrica totale :
P0
D P0
L LE 2LI
ln
1.75 PH / km.
S R 0 4S
LI
Bo
z
za
Per il calcolo della forza agente tra i due conduttori rettilinei si applica
la formula:
& &
P I
P 0I02
F I0 1 u BD I0 0 0
12.5 N / km,
2SD 2SD
forza di tipo repulsivo.
La stessa forza pu essere ricavata per mezzo della seguente
formula:
P 0I02
P
P
1 wL
1 w P0
2
F
I02
.
ln r 0 ln R 0 0 I0
2 wr r D
2 wr S
4S r D
2SD
S
re
Re
2ri
Esercizio 12.4
Il cavo in olio fluido costituito da un
conduttore anulare di raggi ri ed re e da
una guaina metallica di raggio Re. Si
calcoli l'induttanza chilometrica.
[Vn = 150kV, S = 600 mm2, ri=6 mm,
re=15.5mm, Re =26.5mm, r = 0.04/km]
Figura 12.4
Svolgimento
Si valuta linduttanza interna mediante considerazioni energetiche.
Lenergia contenuta nellunit di volume di conduttore data da:
1 2
W
LI ,
2
in cui sia L che W sono riferite ad un chilometro di cavo ed anche:
L LI L E ,
in cui con LI si indica la parte del coefficiente di autoinduzione
relativa allinterno del conduttore anulare, mentre con LE la parte
294
Hr dr
Ir ,
Ir
.
2Sr
Si suppone per semplicit una distribuzione di linee di corrente
uniforme su tutta la superficie del conduttore anulare ed avendo
indicato con I0 la corrente vettoriata dal cavo si ha:
I0
J
,
S re2 ri2
quindi
r 2 ri2
2
2
Ir J S re ri
I0 ,
re2 ri2
ed anche
r 2 ri2
Hr
I0 .
2Sr re2 ri2
Si indica con (r2) la quantit costante:
' r2
re2 ri2 15.5 2 6 2 204.25mm2 2.04 10 4 m2 .
Si valuta quindi la densit di energia concatenata con una superficie
cilindrica di raggio r:
Bo
z
za
Hr
Ur
1
P 0H2 r
2
> @
2
2
1 2 r ri
P 0I0
2
2Sr' r 2
295
> @
2
2
1 2 r ri
dW r
P 0I0
2
2Sr' r 2
Quindi si deduce che:
1 2Sr dr.
e
r 2 ri2
1 2
P 0I0
dr
2
2S' r 2 2 r
ri
P 0I02
4S' r 2
P 0I02
re
4S' r
2 2
ri
ri2
r
dr
re4 3 4 2 2 4 re
ri ri re ri ln .
ri
4 4
i
2S' r
Bo
z
za
296
P0 Re
ln
1.07 10 7 H / km.
2S re
Il coefficiente di autoinduzione chilometrico dato da:
L LE LI 0.249 PH / km.
LE
Re
ri
Esercizio 12.5
Si calcolino i coefficienti
di
autoinduzione,
il
coefficiente di mutua
induzione e il coefficiente
di accoppiamento delle
due bobine in aria.
L
Figura 12.5
Bo
z
za
297
ri
H'
i
cos Dds
4Sr 2
2S
i ri
ridI
4Sr 2 r
Bo
z
2 Sri
za
] z ri2 .
con r
Si ha quindi:
]
Hz A
L
2
]
L
2
2
O
A B
ri2 Ni
Id].
2r 3 L
Figura 12.5c
298
1
ri
dE .
, ]- z = ricot, d] ri
sin E
sin2 E
Il campo magnetico dunque dato da:
r
Hz A
E2
N
iI
2L
E1 2
ri2
ri3
ri
dE
sin2 E
Ni
E
I>sin E@E 2
1
2L
Ni
I>cos E1 cos E 2 @,
2L
Bo
z
za
sin3 E
con 1 e 2 gli angoli sotto cui il punto A vede gli estremi della
bobina.
Nel caso in cui A coincida con il centro della bobina e considerando
bobine in cui la lunghezza L molto pi grande del raggio (1 0 e
2 180), si ha:
Ni
N
Hz O
I>cos E1 cos E 2 @ # i I Hi .
2L
L
Si valuta adesso il coefficiente di autoinduzione della bobina interna
sempre trascurando la presenza della bobina esterna; nella regione
di spazio occupata dalla bobina interna presente un campo Hi, il
quale adesso non rivestir pi il ruolo di effeto della corrente, ma
sar causa della nascita di interazioni elettromagnetiche.
Sulla singola spira si concatena il flusso:
N
) i P 0HiSi P 0 i SiI,
L
Mentre sullintero avvolgimento si manifesta il flusso:
N2
) Ti NiP 0HiSi P 0 i SiI,
L
Essendo collegate Ni spire in serie.
Il coefficiente di autoinduzione riguardante lintera bobina dato da:
) Ti
N2
1002
2
P 0 i Si 4S 10 7
S0.04 1.28 10 4 H.
I
L
0.5
Il flusso i si concatena anche con la bobina esterna, per cui si pu
definire un coefficiente di mutua induzione:
Ne ) i
N N
1000 100
2
M
P 0 e i Si 4S 10 7
S0.04 1.28 10 3 H.
I
L
0.5
Reiterando i ragionamenti fatti si pu definire in coefficiente di
autoinduzione per la bobina esterna:
Li
299
Le
) Te
I
P0
Ne2
Se
L
4S 10 7
10002
2
S0.05
0.5
2 10 2 H.
Esercizio 12.6
Si calcolino i coefficienti di auto
e di mutua induzione delle due
bobine, nellipotesi trascurare la
riluttanza del ferro (f) e il
flusso disperso.
Bo
z
za
Figura 12.6
Svolgimento
41 N1I
,
Rt Rt
giacch la seconda resistenza di traferro cortocircuitata.
)1
Bo
z
za
301
Esercizio 12.7
Si calcoli il coefficiente di
autoinduzione del bipolo A, B
nellipotesi
trascurare
la
riluttanza del ferro (f) e il
flusso disperso.
Svolgimento
NI Rt1
1
Bo
z
za
NI
R t2
Figura 12.7a
0.0017I Wb,
)1 ) 2
0.0030I Wb.
Rt2
2
1.7 1.3 3 H.
N
L
G
1
G
I
I 1
1
2
R t1 R t 2
Esercizio 12.8
Si calcoli la forza magneto motrice necessaria a intrattenere nel
circuito magnetico un flusso pari a 10 mWb, conoscendo la curva
caratteristica del materiale ferromagnetico e gli elementi geometrici.
B [T]
L2
S1
L1
S2
L1
S2
Bo
z
za
S3
L2
500
1000
1500 H [A/m]
Figura 12.8
H dl,
L
303
H dl
Bo
z
H1=500 A/m.
za
H2=600 A/m.
H3=1500 A/m.
La forza magnetomotrice complessiva data da:
Fmm Ht G H1L1 H2L 2 H3L 3 H2L 2 H1L1
7960 20 300 1515 300 20 10115A.
Si nota che la maggiore caduta di tensione magnetica presentata
dal percorso in aria, anche il contributo sul tratto L3 elevato giacch
per tale cammino il sistema lavora in forte saturazione.
304
Esercizio 12.9
Tenendo conto che:
- r3 = 75 nel giogo inferiore;
- r1 = r2 = 2.000 negli altri rami del ferro;
- f1 = 0,90 (fattore di riempimento del pacco lamiere);
- f2 = 0,60 (fattore di riempimento dellavvolgimento);
- h = 0,0015 W/cm2 .C (coefficiente di trasmissione del calore);
- tensione di alimentazione: 24 V c.c.;
- temperatura ambiente: 20 C;
si dimensioni la bobina dellelettromagnete di figura in modo da
realizzare le seguenti condizioni :
L2
1. induzione
media
al
traferro: B0 = 1 T;
2. temperatura
massima
dellavvolgimento: 90C
s1
s3
Bo
z
za
a
c
L3
Figura 12.9
Svolgimento
Lo scopo delesercizio quello di
determinare
il
dimensionamento
dellavvolgimento
(b)
per
date
condizioni di funzionamento.
Si deriva dalle grandezze geometriche
del sistema una linea chiusa che
costituisce
lasse
del
circuito
magnetico, figura 12.9a.
Si hanno quindi:
305
3
Figura 12.9a
s 2 s3
65 mm,
2
2
s
O 2 L 2 1 62.5 mm,
2
s
s
O 3 L3 1 1 127 mm.
2 2
In figura 12.9b mostrato lequivalente
circuito elettrico, in cui:
O1
Rt
L1
G
P 0 G s 2 G G p G
1
2.29 10 H ,
6
R2 Rt
R2
R1
R1
+
R3
Figura 12.9b
R1
O1
Pr1 P 0 f1s1 p
R2
O2
Pr 2 P 0 f1s 2 p
5.52 10 4 H1,
R3
O3
Pr 3 P 0 f1s3 p
5.00 10 4 H1,
Bo
z
za
5.74 10 4 H1,
Bo
z
za
307
pm
p e pi
2
2b s3 b b p b 2c 2p
2
U90q
a b f2
140 pm U90q
Ed infine:
3360
I
1.52 A.
2200
152 mm.
p
b
s3
c
b
Figura 12.9e
N2 pm
a b f2
2200.
za
N
140
Bo
z
230 74
2
308
Esercizio 12.10
In un toro di sezione rettangolare, costruito con lamierini al silicio,
praticato un traferro.
Trascurando le dispersioni di flusso, si costruisca la caratteristica di
magnetizzazione del circuito e si determini, sia a mezzo di essa, sia
per via grafica sulla curva normale di magnetizzazione, linduzione
media nei rami del circuito corrispondente alla forza magnetomotrice
di 5000 A.
r1
Bo
z
r2
za
r2-r1
1.0
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0
0
50
500
100
150
1500
1000
H [A/cm]
200
2000
Figura 12.10
Svolgimento
Tracciare la caratteristica di magnetizzazione significa trovare le
curve , assegnando dei valori allinduzione e ricavando cos le
amperespire magnetizzanti.
E opportuno trovare un valore per B che limiti superiormente lambito
di ricerca.Tale valore lo si ricava riferendosi a 10000 amperespire
309
Br2 r1 a
Bo
z
za
0.53 mWb.
310
[mWb]
0.53
0.59
0.66
0.72
0.79
0.86
0.92
0.99
1.05
Rt [H-1]
t [A]
4.8106
4.8106
4.8106
4.8106
4.8106
4.8106
4.8106
4.8106
4.8106
2556
2865
3183
3501
3820
4138
4456
4774
5093
Hf
[A/cm]
8
9
11
13
15
20
30
50
90
Rf [H-1]
f [A]
[A]
1.51106
1.52106
1.68106
1.80106
1.89106
2.33106
3.25106
5.05106
8.53106
800
901
1101
1301
1501
2002
3003
5005
9009
3350
3866
4284
4802
5321
6140
7459
9779
14102
Bo
z
za
1.2
1.1
) [mWb]
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
2000
4000
6000
8000
10000
12000
4 [A]
14000
16000
Figura 12.10a
seguendo
una
procedura
H dl
Ht G Hf l f .
5000
100.1
H = 0,
za
Figura 12.10b
P0
Bo
z
4 S t 4S 10 7
5000 1.57 T.
G Sf
0.004
Linduzione nel punto di lavoro risulta pari a 1.1 T.
B*f
312
Esercizio 12.11
Un circuito magnetico costituito da un magnete permanente
cilindrico e da due espansioni polari in ferro dolce.
Per assegnata geometria del sistema, si determini il punto di lavoro
assumendo la caratteristica magnetica del materiale rappresentata in
figura 12.11 e considerando il ferro dolce a permeabilit infinita.
B
ferro dolce
za
magnete permanente
Bo
z
Svolgimento
Si identifica la linea chiusa L che costituisce lasse del circuito
magnetico (figura 12.11a):
L= Lm + L2+L1 ++ L1 + L2.
L2
Su tale linea si possono identificare i
campi medi Bm, Bf2, Bf1, Bt. Tali campi
S2 S1
si deducono dalla solenoidalit del
flusso e quindi dalle relative sezoni:
Sm
)
)
)
)
,
Bm
, Bf 2
, Bf1
, Bm
Sm
S2
S1
S1I
S2
In cui S1 tiene conto dello sfioccare
delle linee di campo ai bordi del
L2
traferro.
Figura 12.11a
La circuitazione del campo magnetico,
riferendosi alla linea media, si esprime
mediante la seguente equazione:
H dl
HmLm Hf 2 2L 2 Hf 12L1 Ht G
313
0,
Sm
,
S1I
e dalla prima il campo al traferro:
H L
Ht m m ,
G
ricordando infine il legame nellaria tra campo ed induzione si pu
scrivere:
H L
SI L
S
B t Bm mI P 0Ht m m Bm 1 m Hm .
G
Sm G
S1
Bo
z
za
Bt
314
Figura 12.11a
Capitolo 13
Elementi di macchine elettriche e impianti elettrici
Bo
z
za
Esercizio 13.1
La bobina di figura 13.1 posta in rotazione intorno al suo asse
maggiore, con velocit angolare costante, in presenza di un
campo magnetico uniforme e costante perpendicolare all'asse di
rotazione. La bobina costituita da spire rettangolari eguali e solidali.
Ciascuno degli estremi della bobina collegato ad un anello
metallico disposto sull'asse e rotante solidalmente alla bobina; due
spazzole fisse consentono il collegamento con il circuito esterno.
Con i dati sotto riportati, si determinino:
a) La legge di variazione nel tempo della f.e.m. indotta totale,
calcolata dalla variazione del flusso concatenato e a mezzo del
flusso tagliato.
b) La legge di variazione nel tempo della corrente, nell'ipotesi di
trascurare l'induttanza del sistema.
c) La potenza elettrica generata, quella fornita al resistore, quella
dissipata nelle resistenze interne e il rendimento elettrico del
sistema. In particolare della potenza elettrica generata si determini
l'andamento nel tempo e il valore medio nel periodo.
d) L'andamento nel tempo della coppia meccanica di interazione tra il
campo magnetico e la corrente, verificando che essa si oppone al
moto e che la potenza meccanica necessaria per la rotazione
eguaglia la potenza elettrica generata.
e) Infine si tracci in modo accurato l'andamento nel tempo del flusso
concatenato, della f.e.m. indotta e della potenza elettrica generata.
Bo
z
za
Figura 13.1
Svolgimento
E necessario, per descrivere la
dinamica dei fenomeni coinvolti, stabilire
listante di partenza da cui iniziare lo
studio. Conviene prendere come istante
zero quello in cui n e B sono concordi,
figura 13.1a disegno in tratteggio.
In un generico istante t B e n formano
un angolo pari ad , con =t, nella
quale la velocit angolare che
rimane costante.
Il flusso in un generico istante t
concatenato con una spira :
) B nA BL1L 2 cos D,
il flusso totalmente concatenato con N spire :
) T NBL1L 2 cos D ) x cos D.
316
Figura 13.1a
Bo
z
za
vuB
vB sin Zt.
Figura 13.1c
317
ui t 2NZ
L1L 2
B sin Zt Z) x sin Zt,
2
identica a quelle trovata precedentemente.
La frequenza data dal numero di cicli nellunit di tempo:
3000
50 Hz,
f
60
per cui la pulsazione vale 314 rad/s.
Si ricava quindi:
ui t 117.75 sin 314t.
Si ricava la corrente considerando la resistenza totale del sistema:
RT = NRspira + Rcontatti + RL;
U
2L1 L 2
S
1.1
20.25 0.15
0.5
Bo
z
1.76 :;
za
R spira
Pt
1 cos2D
, si ha:
2
230
1 cos 628t 1151 cos 628t W.
2
1 2S
1151 cos 628t dZt
2S 0
115 W.
318
801 cos 628t W.
Rbobina R contatti i2 t
70 sin2 314t
351 cos 628t W.
PLm
PLm PJm
80
80 35
70%.
Bo
z
za
319
0.5
0
-0.5
0
0.005
0.01
0.015
0.02
tempo [s]
0.025
0.03
0.035
0.04
0.005
0.01
0.015
0.02
tempo [s]
0.025
0.03
0.035
0.04
0.005
0.01
0.015
0.02
tempo [s]
0.025
0.03
0.035
0.04
ui [V]
200
0
PGEN [W]
-200
0
400
200
za
0
0
Bo
z
ui [V]
200
100
0
0
0.005
0.01
0.015
0.02
tempo [s]
Figura 13.1f
320
0.025
0.03
0.035
0.04
Bo
z
za
Esercizio 13.2
Un conduttore del rotore di un motore elettrico attraversato da
corrente e si trova immerso in un campo magnetico radiale costante
e uniforme al traferro. Si calcoli la forza agente su di esso.
Supponendo poi che il rotore si mantenga in rotazione con velocit
costante sotto lazione di tale forza, si calcoli la f.e.m. indotta nel
conduttore per flusso tagliato, verificando che essa ostacola la
circolazione della corrente. Si verifichi infine l'eguaglianza tra la
potenza elettrica assorbita e la potenza meccanica sviluppata.
Figura 13.2
k dL
0
vBL
36 V.
ki d L
Bo
z
ui
za
Figura 13.2b
E
.
R
Il secondo scenario, con il sistema in
rotazione, mostrato in figura 13.2c. La
corrente circolante nel sistema :
E ui
I*
,
R
Figura 13.2c
con I*< I.
Nei primi istanti, quando la velocit bassa anche la f.e.m. indotta
contenuta, per cui la corrente I pu assumere valori molto elevati. In
presenza di rotore bloccato, leffetto Joule tale da danneggiare la
macchina e ci si riferisce a questa situazione come condizione di
corto circuito. Si valutano le potenze:
322
Bo
z
za
Esercizio 13.3
In una cabina di distribuzione installato un trasformatore
normalizzato da 400 kVA, 205%/0.400-0.230 kV, che alimenta i
carichi indicati in figura a mezzo di di linee in cavi unipolari in
gomma con guaina, disposti affiancati su passerella.
Si determinino:
a) i componenti dellammettenza a vuoto (riportata a primario) e
dellimpedenza di c.t. c.to (riportata al secondario) del
trasformatore;
b) le sezioni dei cavi di alimentazione, scelte in base alla tabella,
maggiorando del 20% ciascun carico per tenere conto di futuri
sviluppi;
c) le potenze erogate, la caduta di tensione interna, le perdite e il
rendimento
del
trasformatore,
nelle
condizioni
di
funzionamento finali;
d) la caduta di tensione, le perdite di potenza e il rendimento
della linea in cavo che alimenta il carico P3;
e) le correnti per corto circuito trifase netto alle barre secondarie
del trasformatore e allestremit della linea che alimenta il
carico P3.
Figura 13.3
Svolgimento
323
Bo
z
za
Lo
schema
equivalente
alla
prima
fase
del
trasformatore trifase
riportato in figura
13.3a.
Sidentificano
tre
impedenze,
due
Figura 13.3a
disposte
longitudinalmente e
una trasversalmente rispetto alla direzione del flusso di energia, che
attraversa lavvolgimento primario del trasformatore (morsetti AO)
per alimentare la linea a valle del secondario (morsetti AO).
Le impedenze longitudinali sono costituite da un resistore e un
induttore in serie. Il resistore schematizza la resistenza del
conduttore con cui sono realizzati gli avvolgimenti. Linduttore
schematizza le cadute di tensione dovute ai flussi dispersi (figura
13.3b), flussi che si concatenano in
parte con il nucleo magnetico e in
parte in aria, e quindi non
contribuiscono alla generazione del
flusso di campo che magnetizza il
nucleo del trasformatore. In linea di
principio il valore dellinduttanza di
flusso disperso ha un valore
strettamente
correlato
alle
particolari condizioni di lavoro della
Figura 13.3b
macchina, giacch la riluttanza del
percorso in ferro dipende dalle
ampere spire agenti nellistante di tempo considerato, mediante la
caratteristica di magnetizzazione non lineare. Tale approccio
rigoroso tuttavia non consente di creare un modello efficace del
trasformatore, per cui come prima approssimazione si trascura la
riluttanza del percorso in ferro, rispetto alla riluttanza del cammino in
aria che costituisce la parte prevalente della riluttanza totale. I valori
dinduttanza sono pertanto assunti costanti.
Il ramo trasversale schematizza il comportamento del circuito in
ferro, ed costituito da un resistore ed un induttore in parallelo. Il
resistore trasversale tiene conto delle perdite di potenza attiva
324
Perdite dovute
al carico
[W]
1100
1750
2350
3250
4600
6500
10500
17000
220000
26500
Impedenza di
cortocircuito
[%]
4
4
4
4
4
4
6
6
6
6
Corrente a
vuoto
[% In]
2.9
2.5
2.3
2.1
1.9
1.8
1.5
1.3
1.2
1.1
Livello di
potenza
sonora dB (A)
55
59
62
65
68
70
73
76
79
81
Impedenza di
cortocircuito
[%]
4
4
4
4
4
4
6
6
6
6
6
Corrente a
vuoto
[% In]
1.9
1.5
1.3
1.1
0.9
0.8
0.8
0.7
0.5
0.5
0.5
Livello di
potenza
sonora dB (A)
46
48
50
52
54
56
56
58
60
62
64
Bo
z
Potenza
nominale
[kVA]
50
100
160
250
400
630
1000
1600
(2000)
2500
za
Perdite a
vuoto
[W]
150
250
360
520
740
1040
900
1330
2090
2400
3040
Perdite dovute
al carico
[W]
850
1400
1850
2600
3650
5200
5600
9000
13000
16000
21000
325
Bo
z
za
Y02 G02
Figura 13.3c
1.9 10 5 : 1.
Bo
z
za
2
2
Z cc
R cc
1.53 10 2 :.
P3I
151.5 A.
3 VnII cos I3
Per la scelta dei conduttori delle tre fasi si utilizza la tabella CEIUNEL 35024. Si considerano cavi unipolari in gomma con guaina
non distanziati, disposti in passerelle.
327
Tipo di cavo
Isolante
Gomma G2 o G5
- Su passerelle
Polietilene reticolato
- Su passerelle
Gomma G2*
4
4
Polietilene reticolato
Cavi unipolari non distanziati
- Fissati alle pareti
- Su passerelle
Gomma G2 o G5
4
Polietilene reticolato
Minerale
Bo
z
za
Polietilene reticolato
Gomma G2 o G5
Polietilene reticolato
Sezione Nominale
Portate in regime
Conduttori (mm)
Permanente (A)
10,5 12 13,5 15 17 19 21 23
1,5
sezioni =< 35 mm
Nota - La gomma di qualit G2 non pi
2,5
19
21
24
26 30 33 37 40
25
28
32
35 40 45 50 55
32
36
41
46 52 58 64 70
10
44
50
57
63 71 80 88 97
16
59
68
76
25
75
35
La temperatura si riferisce a 30 C
328
50
70
95
120
150
185
240
Bo
z
za
3R I ed una caduta di
tensione induttiva j 3 X I , per
resistiva
Reattanza x
/km
0.176
0.168
0.155
0.143
0.135
0.119
0.112
0.106
0.101
0.101
0.0965
0.0975
0.0939
0.0928
0.0908
0.0902
0.0895
0.0876
0.0867
0.0865
Resistenza r a
80C
/km
22.5
15.1
9.08
5.68
3.78
2.27
1.43
0.907
0.654
0.483
0.334
0.241
0.191
0.157
0.125
0.0966
0.0780
0.0625
0.0512
0.0417
Reattanza x
/km
0.125
0.118
0.109
0.101
0.0955
0.0861
0.0817
0.0813
0.0783
0.0779
0.0751
0.0762
0.0740
0.0745
0.0742
0.0752
0.0750
0.0742
0.0744
0.0749
Bo
z
za
1
1.5
2.5
4
6
10
16
25
35
50
70
95
120
150
185
240
300
400
500
630
Resistenza r a
80C
/km
22.1
14.8
8.91
5.57
3.71
2.24
1.41
0.889
0.641
0.473
0.328
0.236
0.188
0.153
0.123
0.0943
0.0761
0.0607
0.0496
0.0402
Cavi multipolari
330
'Vab%
100
3.45%,
Bo
z
za
Figura 13.3f
tracciata.
Si indicata con EL la tensione
(monofase) effettivamente disponibile ai morsetti del trasformatore:
II
EL E II Z cc Itot
,
che con un ragionamento simile a quello effettuato per la caduta di
tensione di linea porta a:
'E R ccIIItot cos Itot X ccIIItot sin Itot ,
in cui si definiscono If corrente in fase e Iq corrente in quadratuta con
la tensione lato carico:
If IIItot cos Itot , Iq IIItot sin Itot .
Langolo tot individua lo sfasamento tra la tensione ai morsetti del
secondario del trasformatore e la corrente totale erogata verso i
carichi:
Q Q Q Q 'Q
1
2
3
linea
i i
tgItot
;
P
P
P
P
'
Pi
1
2
3
linea
'Plinea
P3
3R
3 V II cos I
n
3
'Qlinea
P3
3X
3 V II cos I
n
3
tgItot
Q
P
i
3 0.0568 126.5
3 0.0121 126.5
i i
2.72 kW,
0.5581 kVAr,
0.46,
P Q
2
IIItot
i i
3 VnII
417 A,
za
Bo
z
R ccIf X ccIq
EII
100
1.9%.
3
Il rendimento di trasmissione della linea dato dal rapporto tra la
potenza trasferita al carico tre e la potenza attiva che transita nella
linea in cavo:
K3
P3
100
P3 'Plinea
70
100 96.26%.
70 2.72
930 W;
'Pcu
III
'Pcc tot
III
n
417
4600
577
2400 W;
332
P1 P2 P3 'Plinea
100 98.75%.
P1 P2 P3 'Plinea 'Pfe 'Pcu
Bo
z
za
14.4 kA.
3 Z cc
3 1.6 10 2
In figura 13.3h rappresentato il
secondo scenario: corto circuito
allestremit della linea in cavo.
La corrente di corto circuito data da:
VnII
Icc
3 R cc jX cc R jX
400
1
3 0.0672
Figura 13.3h
3437 A.
333
INTERRUTTORI TRIFASE
6
10
16
20
25
32
40
50
63
16
25
32
40
50
63
80
100
125
250
400
630
1000
1250
1600
Bo
z
za
3 R cc jX cc R * jX *
400
3
1
4.6 10
3
1.53 10
2
5.42 kA,
Esercizio 13.4
Bo
z
za
Si
specifichino
le
caratteristiche
di
ordinazione
di
un
motore asincrono trifase
a 380 V, da installare a
Figura 13.4
corredo di una pompa
centrifuga
per
sollevamento d'acqua in servizio continuo, avente portata di 50 l/s
con prevalenza di 40 m, numero di giri nominale 1500 min-1 e
rendimento del sistema idraulico 0.70.
Si scelga la sezione del cavo di alimentazione, disposto entro un
tubo di protezione interrato, supponendo che il quadro di
distribuzione sia a 250 m di distanza dalla pompa, in modo da
limitare al 3% la caduta di tensione a regime e realizzare una
coppia di spunto non inferiore alla coppia nominale del motore. Si
valuti il rendimento del motore, della trasmissione e dell'intero
sistema a regime.
Infine
si
scelgano
le
caratteristiche
dellinterruttore
magnetotermico di protezione della linea, tenendo conto che lo
stesso deve proteggere il cavo dai sovraccarichi e dai corto
circuiti.
Svolgimento
Si valuta la potenza richiesta dalla pompa centrifuga:
P=gHQ,
in cui la densit (kg/m3), g l accelerazione di gravit
(g=9.81m/s2), H la prevalenza (m), Q la portata volumetrica
(m3/s), il rendimento del sistema idraulico. Si ha quindi:
P 1 103 9.81 40 50 10 3 0.70 ,28 kW.
335
4 poli
Tipo
230/400V@50Hz
Potenza Velocit
In
Fattore
400V potenza
@50Hz
Rendimento
Ia
In
Mz Mm Rumore
Mn Mn
Mn
Massa
kW
giri/min
cos
0.06
1340
0.22
0.69
56
0.09
1340
0.31
0.7
58
0.12
1360
0.42
0.72
59
0.18
1360
0.59
0.73
62
0.25
1380
0.75
0.74
67.3
0.37
1380
1.06
0.75
70
0.55
1400
1.49
0.75
71.8
0.75
1400
1.92
0.77
73.5
2.3 2.3
1.1
1400
2.75
0.78
76.5
10
1.5
1400
3.52
0.79
78.6
11
2.2
1420
4.9
0.82
82
2.3 2.3
54
14.8
23
12
1420
6.44
0.83
83
2.3 2.3
54
20.2
25
13
1440
8.36
0.83
85.1
2.3 2.3
55
26.5
28
14
5.5
1440
11.2
0.84
86.6
2.3 2.2
61
36.5
45
15
7.5
1440
14.8
0.85
87.6
2.3 2.3
61
49.7
55
16
11
1460
21.1
0.85
88
2.2 2.3
64
71.6
118
1460
28.6
0.85
18.5
1470
34.6
0.85
19
22
1470
41
0.85
Nm
kg
42
0.43
3.5
2.1
2.1
42
0.64
3.6
42
0.84
4.5
42
1.26
4.7
45
1.73
45
2.56
6.3
48
3.75
10
48
5.11
11
2.3 2.3
51
7.5
13
2.3 2.3
51
10.2
14
89
64
98.1
132
90.5
65
120
164
91
65
143
182
za
15
18
Bo
z
17
dB(A)
4
20
30
1480
54.7
0.86
92
68
193
245
21
37
1480
66.4
0.87
92.5
70
239
258
22
45
1480
80.4
0.87
92.8
70
290
290
23
55
1480
97.8
0.87
93
72
355
388
24
75
1485
133
0.87
93.8
75
484
510
606
25
90
1485
158.7
0.87
94.2
75
579
26
110
1485
191
0.88
94.5
82
707
910
27
132
1485
228
0.88
94.8
82
849
1000
28
160
1485
273
0.89
94.9
85
1026
1055
29
200
1485
341
0.89
95
85
1283
1128
30
250
1485
421
0.9
95.3
89
1609
1700
31
315
1485
528
0.9
95.6
89
2027
1850
'V%
7.46%.
Bo
z
za
3rLIn2
si
ricava
1.08 kW,
30
100 96.53%.
30 1.08
Bo
z
za
338
Bo
z
za
Esercizio 13.5
I capannoni di uno stabilimento industriale hanno la disposizione in
pianta indicata in figura 13.5. In corrispondenza di ognuno di essi
indicata la potenza installata, il fattore di potenza e il fattore di
utilizzazione della potenza installata. Assunto unitario il fattore di
contemporaneit, si determinino:
A) la potenza da assegnare al trasformatore MT/bt, da disporre in
posizione baricentrica;
B) le sezioni delle linee in cavo di alimentazione dei capannoni e la
sezione della linea di alimentazione dellimpianto dilluminazione
(linee tutte interrate entro tubi di protezione), nonch gli interruttori
magnetotermici di protezione delle stesse linee, ipotizzando che
ciascuna linea possa seguire il percorso pi breve dal quadro di
cabina al quadro generale del capannone e tenendo conto che:
la c.d.t. in ciascuna linea non deve superare il 3% in corrispondenza
del carico massimo; ciascuna linea deve esser protetta contro i
sovraccarichi e i corto circuiti.
C) le correnti per corto circuito trifase netto alle sbarre b.t. del
trasformatore e in corrispondenza del quadro generale di ogni
capannone, nonch la corrente per corto circuito netto fase-neutro
all'estremo della linea monofase di alimentazione dell'impianto di
illuminazione esterno che parte dal capannone (1) (sei centri
luminosi di eguali caratteristiche).
D) considerando che per la resistenza dellimpianto di terra dello
stabilimento stato misurato il valore di 5 , si verifichi se gli
interruttori magnetotermici scelti siano in grado di assicurare la
protezione contro i guasti a terra; in caso contrario, si indichino gli
interruttori differenziali puri da inserire nelle diverse sezioni
dellimpianto.
339
Bo
z
za
Figura 13.5
340
Punto A
Per il dimensionamento delle linee e nonch per la scelta del
trasformatore si deve tener conto della massima potenza utilizzata,
quantit che facilmente ricavabile dalla potenza installata quando
noto il fattore di utilizzazione:
Pui = Fui Pi .
Si trovano cos le massime potenze attive utilizzate e da esse,
adoperando il fattore di potenza, le potenze reattive e apparenti
richieste dai carichi.
CARICO 1
CARICO 2
Tabella 1
CARICO 3
CARICO 4
CARICO 5
Pu1 = 35 kW
Q u1= 35.7 kVAr
A u1 = 50 kVAR
Pu2 = 70 kW
Q u2 = 52.5 kVAr
A u2 = 87.5 kVA
Pu3 = 75 kW
Q u3 = 56.25 kVAr
A u3 = 93.75 kVA
Pu4 = 30 kW
Q u4 = 0 kVAr
A u4 = 30 kVA
Pu5 = 45 kW
Q u5 = 46 kVAr
A u5 = 64.35 kVA
P Q
2
i ui
ui
318 kVA,
Bo
z
A tot
za
CARICO 1
CARICO 2
Tabella 2
CARICO 3
CARICO 4
CARICO 5
x1 = 26 m
y1 = 62 m
A u1 = 50 kVAR
x2 = 95 m
y2 = 72 m
A u2 = 87.5 kVA
x3 = 145 m
y3 = 72 m
A u3 = 93.75 kVA
x4 = 84 m
y4 = 32 m
A u4 = 30 kVA
x5 = 154 m
y5 = 12 m
A u5 = 64.35 kVA
341
Punto B
Per mezzo della seguente formula si valutano le distanze dei carichi
dal trasformatore:
Di
x i x b 2 yi yb 2 .
CARICO 2
Tabella 3
CARICO 3
CARICO 4
CARICO 5
D1 = 81.4 m
Ib1 = 73 A
D2 = 21.6 m
Ib2 = 126 A
D3 = 42 m
Ib3 = 135 A
D4 = 32 m
Ib4 = 44 A
D5 = 63 m
Ib5 = 93 A
Bo
z
za
CARICO 2
Tabella 4
CARICO 3
CARICO 4
CARICO 5
Ib1 = 73 A
Iz1 = 89 A
S1 = 25 mm2
rl1 = 0.889 /km
xl1 = 0.106 /km
Ib2 = 126 A
Iz2 = 134 A
S2 = 50 mm2
rl2 = 0.473 /km
xl2 = 0.101 /km
Ib3 = 135 A
Iz3 = 171 A
S3 = 70 mm2
rl3 = 0.328 /km
xl3 = 0.0965 /km
Ib4 = 44 A
Iz4 = 50 A
S4 = 10 mm2
rl4 = 2.24 /km
xl4 = 0.119 /km
Ib5 = 93 A
Iz5 = 111 A
S5 = 35 mm2
rl5 = 0.641 /km
xl5 = 0.101 /km
CARICO 2
Tabella 4
CARICO 3
CARICO 4
CARICO 5
V1 = 1.8%
V2= 0.52%
V3 = 0.79%
V4 = 1.4%
V5 = 1.3%
342
CARICO 2
Tabella 5
CARICO 3
CARICO 4
CARICO 5
Ib2 = 126 A
Iz2 = 134 A
IN2 = 250 A
S2 = 2x16 mm2
Iz2 = 2x68 A
IN2 = 2x63 A
Ib3 = 135 A
Iz3 = 171 A
IN3 = 250 A
S3 = 2x35 mm2
Iz3 = 2x111 A
IN3 = 2x100 A
Ib4 = 44 A
Iz4 = 50 A
IN4 = 50 A
S4 = 16 mm2
Iz4 = 68 A
IN4 = 50 A
Ib5 = 93 A
Iz5 = 111 A
IN5 = 100 A
Bo
z
za
O I ,
i i
ili
Bo
z
za
avendo posto:
1= L1,
2= L1+L2,
3= L1+L2+L3,
4= L1+L2+L3+L4,
5= L1+L2+L3+L4+L5,
6= L1+L2+L3+L4+L5+L6.
Figura 13.5a
Vn
An
0.04
3 Vn
4002
400 103
1.6 10 2 :.
Sempre dalla tabella A si considerano le
perdite a piena potenza, per cui la parte
resistiva dellimpedenza di cortocircuito
data da:
Pcc
1
R cc
4.6 10 3 :.
2
3 A
3V
n
za
Figura 13.5b
X cc
2
2
Z cc
R cc
Bo
z
14.4 kA.
3 Z cc
3 1.6 10 2
Per valutare le correnti di cortocircuito
ai quadri dei capannoni si considera
lo scenario di figura 13.5c: corto
circuito allestremit di una linea in
cavo.
La corrente di corto circuito data da:
Icc i
Vn
3 R cc jX cc
1
.
ri Di jx i Di
345
Figura 13.5c
CARICO 1
CARICO 2
Tabella 5
CARICO 3
CARICO 4
CARICO 5
D1 =0.0 814 km
Icc1 =2.85 kA
D2 = 0.0216 km
Icc2 =9.11 kA
D3 = 0.042 km
Icc3 =9.22 kA
D4 = 0.032 km
Icc4 =4.34 kA
D5 = 0.063 km
Icc5 =4.63 kA
Si scelgono interruttori
con
potere
dinterruzione di 10 kA.
t [s]
Bo
z
za
20 kV
Ovviamente la scelta
degli
interruttori
400 V
automatici a monte e a
barre b.t.
valle delle linee in cavo
deve essere effettuata
I.A. monte
per
garantire
la
linea b.t.
selettivit cronometrica:
linterruttore posto sulle
barre del trasformatore
I.A. valle
deve avere un tempo
dintervento
ritardato
INvalle INmonte
IN
rispetto a quello di un
Figura 13.5d
interruttore
terminale.
Se la corrente nominale
dellinterruttore a monte almeno il doppio della corrente nominale
dellinterruttore a valle la selettivit cronometrica per i sovraccarichi
garantita, ci pu non avvenire in caso di correnti di cortocircuito
poich i tempi di intervento dello sganciatore magnetico possono
essere simili.
Si considera adesso un guasto
nel punto terminale della linea
dilluminazione.
Limpedenza
della
linea
Figura 13.5e
dilluminazione costituita
dallimpedenza
chilometrica
del conduttore di fase e da quella del neutro; essendo i conduttori
identici (35 mm2) si utilizzeranno i dati della fase raddoppiati.
Sebbene in linea di principio la corrente di guasto sia limitata
dallimpedenza del trasformatore e da quella della linea 1,
346
843 A.
3 2 'Lill rill2 x ill2
3 2 0.210 0.6412 0.1012
Linterruttore di protezione deve avere un potere di interruzione di
almeno 1kA.
In base alla tabella E si sceglie un interruttore automatico
magnetotermico con corrente nominale pari a 50 A, che soddisfa la
condizione:
Ib 44 A d IN d Iz 135A.
Bo
z
za
Punto D
Si vuole valutare lefficacia
degli
interruttori
magnetotermici
nella
protezione contro i contatti
indiretti, in altre parole contro il
contatto
con
masse
ordinariamente non in tensione
e accidentalmente in tensione
prima
dellintervento
dello
stesso.
In figura 13.5f rappresentato
il percorso della corrente di
guasto a terra. Tale corrente
incontra limpedenza Ztot che
tiene conto dellimpedenza di
Figura 13.5f
linea ed anche dellimpedenza
del trasformatore, la resistenza di terra dellimpianto da proteggere
RT, e la resistenza di terra della cabina di distribuzione RN.
Si considera un impianto di terra in cui RN sia trascurabile.
347
Bo
z
za
Bo
z
za
Esercizio 13.6
Sulla falda di un tetto con esposizione a sud di dimensioni 8,5m x 5m
si vuole realizzare un impianto fotovoltaico. Si hanno a disposizione
due tipologie di moduli fotovoltaici e un inverter da 6 kW le cui
caratteristiche sono riportate nelle tabelle.
Si determinino:
A. Il tipo e la configurazione dei moduli da utilizzare;
B. Sapendo che i moduli sono dotati di due tratti di cavo solare
da 4mm2 della lunghezza di un metro ciascuno per la
connessione in serie tra di essi, determinare la sezione del
cavo del tratto in c.c. dalle stringhe allinverter, della
lunghezza di 20m, ipotizzando una caduta massima di
tensione dello 0.75% riferita alle condizioni di massima
potenza di esercizio;
C. La sezione del tratto di cavo in c.a. dallinverter al punto di
consegna, distante 120m, da realizzare in cavo unipolare
senza guaina posto entro tubo (utilizzare le tabelle
dellesercizio 13.3) ammettendo una caduta massima di
tensione del 4%;
D. Linterruttore generale lato c.a. a protezione della conduttura
di cui al punto C;
E. Ipotizzando un valore medio della producibilit Em pari a 1430
kWh/kWp/anno, determinare la producibilit dellimpianto ed il
rendimento complessivo al netto delle perdite nei tratti in c.c
ed in c.a.
MODULI
Potenza (PMAX)
Tensione a PMAX (VMP)
Corrente a PMAX (IMP)
Corrente di cto.cto (ISC)
Tensione a vuoto V0C
Coefficiente di temperatura di ISC
Coefficiente di temperatura di V0C (V0C)
Coefficiente di temperatura di PMAX
Massima tensione ammissibile VDC
Lunghezza
Altezza
349
A
220 W
29,1 V
7,7 A
8,3 A
36,6 V
0.065 %/C
-0.36 %/C
-0.5 %/C
1000 V
1,65 m
0,992 m
B
170 W
35,6 V
4,8 A
5,30 A
44,0 V
0.065 %/C
-80 mV/C
-0.5 %/C
1000 V
1,60 m
0.89 m
INVERTER
Potenza nominale DC
Potenza max campo fotovoltaico
Intervallo di tensione di funzionamento
Intervallo di tensione per MPPT
Numero di MPPT indipendenti
Corrente massima in ingresso
Connessione alla rete AC
Corrente di uscita massima (IACMAX)
Fattore di potenza
Rendimento
6 kW
6,9 kW
140 580 V
220 530 V
2
18 A (22 A cto.cto)
230 V 50 Hz monofase
30 A
1
97,3%
CAVO SOLARE
Sezione trasversale [mm2]
1.5
2.5
4.0
6.0
za
Bo
z
Svolgimento
Punto A
Si calcola innanzitutto il numero di moduli che possibile installare
sulla falda. Per far ci, basta dividere la superficie a disposizione per
la superficie di un singolo modulo:
Indicando con AA e AB e AT rispettivamente, le superfici dei moduli A
e B e la superficie del tetto, si ottiene:
A A L A u H A 1.65 u 0,992 1.6368m 2 ,
AB
LB u HB
NA
AT
AA
8.5 u 5
1.6368
25.96,
A T 8.5 u 5
29.84.
A B 1.424
Dai risultati suddetti si ricava che il numero di moduli che possibile
installare sul tetto oscilla tra 25 e 29.
Supponendo di installare i moduli A, si avrebbe una potenza
disponibile di:
NB
350
Ptot A
N A u PA
25 u 220
5500W,
Bo
z
za
0.36% u 36.6 u 25
3.294V,
,
'VTOT NMOD u 'V 13 u 3.294 42.822V,
avendo indicato rispettivamente la caduta di tensione sul singolo
pannello e sullintera stringa.
La tensione a vuoto alla quale si porterebbe la stringa da 13 moduli
alla temperatura di 0C sarebbe quindi:
V0C NMOD u V0 'VTOT 13 u 36.6 42.822 518.622V.
Dalle caratteristiche di funzionamento dellinverter si evince che la
tensione massima raggiunta inferiore alla tensione massima di
lavoro (580V) ed anche alla massima tensione di lavoro in modalit
MPPT (530V), pertanto la condizione 1 rispettata.
Condizione 2:
'V DV0C u V0C u (Tamb Tmax )
'VTOT
N u 'V
12 u 5.929
71.15 V.
351
5.929V,
za
Figura 13.6
Bo
z
'Vcavi
'VMAX
Facendo riferimento alla scheda dei cavi solari si evince che un cavo
di sezione pari a 4mm2 presenta una resistenza chilometrica che
verifica i requisiti (r = 4.90 /km).
Bo
z
za
Punto C
Si determina adesso la sezione del cavo da utilizzare per il
collegamento tra linverter ed il punto di consegna, distante 120 m.
La corrente da utilizzare nel calcolo la corrente massima erogabile
dallinverter. Come fatto in precedenza si ricorre alla formula inversa
per determinare la resistenza chilometrica del conduttore da
impiegare:
'V % VAC
4% 230
rACx
1.27: / km.
2 u L AC u IACMAX 2 u 120 / 1000 u 30
Dalla resistenza chilometrica massima del cavo ottenuta dalla
formula, si ricava che la sezione minima del cavo da utilizzare 25
mm2 (rAC = 0,89 /km). Secondo la tabella C, tale cavo ha una
portata ammissibile di 101 A se isolato in PVC, quindi la scelta
adeguata.
Punto D
Per determinare la taglia dellinterruttore da impiegare per proteggere
il cavo in alternata del punto precedente, necessario impiegare la
seguente formula:
Ib d In d Iz ,
nella quale Ib la corrente dimpiego della conduttura, In la taglia
nominale dellinterruttore e Iz la portata massima del cavo.
Nel caso in esame, Ib pari a IACMAX (30 A) e Iz pari a 101 A. Si
sceglier quindi un interruttore con In pari a 40 A.
Punto E
Per ottenere lenergia prodotta in un anno dallimpianto fotovoltaico
necessario moltiplicare il valore della producibilit per la potenza
dellimpianto:
Eanno Em Ptot A 1430 5.5 7865 kWh.
Considerando i conduttori che collegano i moduli (25) e il tratto in
corrente continua dalle stringhe allinverter (20m), le perdite di
potenza sono:
353
Lmod L CONN 2
25 20
IMP 2 4.90
7.7 2
1000
1000
La potenza in ingresso allinverter quindi:
'PDC
PDC
2r
PIMP 'PDC
5500 26.14
26.14 W.
5473.86 W.
PDC K INV
Bo
z
za
354
Ringraziamenti
Ringraziamenti
Bo
z
za
Fabio E. Viola
355
Bibliografia
Bibliografia
Bo
z
za
356
za
Bo
z