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1. GENERALITÀ
La saldatura è una tecnica di giunzione che consente di unire permanentemente parti solide, rea-
lizzando la continuità del materiale.
Le costruzioni saldate, a differenza di quelle realizzate con altri tipi di giunzione (come la chioda-
tura, la rivettatura, l'imbullonatura, l'aggraffaggio), risultano pertanto monolitiche, poiché non vi è
soluzione di continuità in corrispondenza delle giunzioni stesse.
Ciò può presentare vantaggi da certi punti di vista, come la rigidità, ma d'altra parte può essere
causa di inconvenienti.
Per esempio, mentre nei collegamenti chiodati o imbullonati le sollecitazioni si trasmettono dall'u-
na all'altra delle parti collegate attraverso azioni superficiali delle parti unite o azioni dei mezzi di
collegamento, per cui le sollecitazioni non possono mai superare la possibilità di slittamento dei
giunti stessi o la resistenza al taglio dei chiodi o dei bulloni ed eventuali rotture si arrestano in oc-
casione di tali giunti, ciò non avviene nei giunti saldati, ove esiste fra i pezzi uniti una vera e pro-
pria continuità metallica.
Tenuto conto quindi che le linee di forza delle tensioni si distribuiscono liberamente nella struttura,
una concezione dei giunti non corretta può portare a notevoli incrementi locali delle tensioni, con
possibilità di deformazioni plastiche locali, diminuzione della resistenza a fatica e rischio di rottura
fragile.
Inoltre, un'eventuale rottura iniziata in un qualsiasi elemento anche secondario di una struttura
saldata può propagarsi, se il materiale non ha la capacità di arrestarla, fino ad elementi principali
(attraversando i giunti saldati) e danneggiare gravemente l'intera costruzione.
Nella saldatura si fa spesso uso di metallo d’apporto, che viene distribuito allo stato fuso fra i lem-
bi opportunamente preparati dei pezzi da collegare, che costituiscono il materiale base. Nel caso
più generale, oltre al metallo d'apporto, si porta a fusione anche una certa parte del materiale ba-
se, ottenendo così una saldatura autogena per fusione, poiché una certa quantità del metallo ba-
se stesso collabora con il metallo d'apporto a generare il bagno di saldatura, dalla cui solidifica-
zione si ottiene il cordone.
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
La saldatura può essere considerata un’arte antica che, nel corso del tempo, si è trasformata in
una scienza moderna.
Fino agli ultimi anni dell’800 non erano disponibili fonti di energia concentrate (ovvero sorgenti
termiche in grado di fondere localmente elementi di materiali buoni conduttori di calore), per cui
dovendo saldare dei pezzi era necessario scaldarli, metterli sull’incudine, martellarli, unirli quindi
per pressione ad elevata temperatura,
applicando pertanto quel processo di
saldatura che si denomina oggi bollitu-
ra. La struttura del celebre “Colosso di
Rodi”, eretto nel terzo secolo a.C., era
costituita, ad esempio, da colonne di
pietra con inserite delle putrelle di fer-
ro saldate in questo modo.
Figura 1.1 - Pannello di rame dalla Mesopotamia (3000
In antichità sono note, anche, applica-
a.C.); le corna dei cervi sono brasate
zioni di brasatura dolce, tra le quali il
sarcofago di Tutankamon, il grande faraone vissuto nel XIV secolo a.C., trovato in Egitto nella
valle dei Re, ha alcune parti brasate in corrispondenza del capo.
Le prime applicazioni della saldatura (saldatura per bollitura e saldobrasatura) si perdono quindi
nella notte dei tempi (si usa infatti dire che ”l’uomo ha imparato
a saldare prima di imparare a scrivere”).
In effetti l’uomo saldava quando conosceva già un po’ il com-
portamento dei metalli; le epoche della preistoria, quando esi-
steva la tradizione orale e non la scrittura, sono note come l’e-
poca della pietra, l’epoca dei metalli (del bronzo, del ferro) e
così via; questo significa che l’uomo in quelle epoche, a partire
dal 5000 a.C., saldava, perché univa tra loro dei pezzi metallici,
ma non era ancora capace di scrivere (Figura 1.2).
Figura 1.2 - Alari dell’età della pie- Dalla preistoria agli ultimi anni dell’800 non ci sono stati impor-
tra ottenuti saldando per bollitura
più elementi semplici tanti sviluppi nella tecnologia della saldatura. Le prime sorgenti
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Generalità
ad energia concentrata si sono rese disponibili verso la fine dell’800, come sviluppo delle cono-
scenze scientifiche di base, effettuate verso la fine del ‘700 e nell’800 (sviluppi di elettrotecnica, di
macchine elettriche, di chimica, di elettrochimica).
In definitiva, verso la fine del XIX secolo è stata mes-
sa a punto in Inghilterra la saldatura elettrica a resi-
stenza testa a testa di barre di rame; in Francia, nel
1902, è nata la saldatura ossiacetilenica (pietra milia-
re nella storia della saldatura autogena: due gas,
combustibile e comburente, escono insieme dalla
punta di un cannello e danno luogo ad una fiamma
così potente da fondere localmente due pezzi oppor-
tunamente accostati e creare, eventualmente anche
con la presenza di una bacchetta di materiale d’ap-
porto, un bagno di fusione dalla cui solidificazione si
origina la saldatura).
Nel corso del secolo scorso il progresso è prosegui-
to, prima più lentamente e poi più velocemente, con
la messa a punto di sorgenti termiche ad energia
sempre più concentrata. Figura 1.3 - Schema di una delle prime sal-
datrici ad arco
Lo sfruttamento dell’arco elettrico come sorgente
termica, e non solo luminosa, è iniziato nel 1912, poiché è stata sviluppata in quell’anno in Dani-
marca la saldatura manuale con elettrodo rivestito, diffusasi industrialmente solo una ventina di
anni dopo.
Negli Stati Uniti, verso la fine degli anni ’30, si ha qualche primo tentativo e quindi l’applicazione
della saldatura ad arco sommerso a costruzioni navali (con la guerra gli americani dovevano pro-
durre più navi Liberty, per rifornire l’armata in Europa, di quante riuscissero ad affondarne i som-
mergibili tedeschi U-Boote); subito dopo, per la saldatura dell’alluminio, nacquero il TIG e poi il
MIG. Nel corso degli anni, questi processi si svi-
luppano sempre più affinando le tecnologie ed i
materiali, per cui nascono processi di saldatura
derivati, come la saldatura a filo animato, ad arco
pulsato, la saldatura plasma ed altre ancora che
saranno oggetto dei prossimi capitoli.
Quasi parallelamente alla storia della saldatura
ad arco si sviluppa a partire dai primi del ‘900 il
processo di saldatura a resistenza, nato in segui-
to ad un esperimento del 1877 di Elihu Thomson,
che si svilupperà in seguito anche nei suoi pro-
cessi derivati, come la puntatura, la saldatura a Figura 1.4 - Piccolo trasformatore per saldatura
del 1903
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
4
Generalità
valori di zolfo e fosforo, onde evitare il fenomeno delle cricche a caldo (da solidificazione) in zona fusa.
Più tardi, negli anni quaranta, si è compreso anche che l’idrogeno disciolto nel bagno di saldatura
è una delle concause della criccabilità a freddo (da idrogeno) in zona termicamente alterata; que-
sto ha consentito, con lo sviluppo degli elettro-
Anno Contenuto di umidità
di rivestiti a rivestimento basico a basso idro-
geno (Tabella 1.1) e l’adozione di opportuni 1950 > 1,0 %
preriscaldi per rendere meno severi i cicli ter- 1960 ~ 0,5 %
mici di saldatura, l’applicazione della saldatura
1970 ~ 0,2 %
ad arco anche agli acciai basso-legati.
Nello stesso periodo le rotture spettacolari di
1980 – 1990 ~ 0,1 %
navi, ponti e di altri manufatti saldati hanno Tabella 1.1 - Contenuto di umidità negli elettrodi
rivestiti nel corso degli anni (valori medi)
originato un’intensa e febbrile attività di ricerca
sul fenomeno della rottura fragile, ottenendo dapprima risultati qualitativi, e poi, negli anni a noi
più vicini, la possibilità di affrontare questo problema con strumenti quantitativi, grazie allo svilup-
po della meccanica della frattura.
Lo studio dei suddetti fenomeni e di molti altri ancora ha prodotto un notevole corpo di conoscen-
ze ed ha anche fatto comprendere come l’approfondimento di questi aspetti della metallurgia stia
diventando sempre più importante per coloro che si occupano dello sviluppo di nuovi materiali
metallici e del loro impiego industriale.
Non bisogna dimenticare, infatti, le conoscenze sempre più approfondite acquisite nel campo del-
la chimica e della fisica della saldatura, come le complesse reazioni scoria-bagno (che hanno a
disposizione tempi brevissimi per realizzarsi), il flusso termico (che genera trasformazioni struttu-
rali, distorsioni e tensioni residue, fenomeni indesiderati e talvolta difficili da controllare), la fisica
dell’arco ed il trasferimento in esso del materiale d’apporto, il cui studio ha dato luogo anche re-
centemente ad informazioni ed idee per la messa a punto di nuovi processi di saldatura.
Come apparirà evidente, i processi di saldatura che sono stati sviluppati sono moltissimi, soprat-
tutto se si tengono in considerazioni non solo i principi operativi, ma anche la varianti possibili in
termini di materiali consumabili.
Di seguito si propongono la classificazione internazionale (ISO) dei processi di saldatura, quella
prevista da codici e normative statunitensi ed anche la classificazione in base al livello di automa-
zione.
Queste distinzioni sono particolarmente importanti per la redazione di documentazione tecnica
con riferimento alla saldatura (documenti contrattuali, specifiche di procedura di saldatura - WPS,
disegni tecnici, ecc.).
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
La norma UNI EN ISO 4063:2001 “Saldatura, brasatura forte, brasatura dolce e saldobrasatura
dei metalli - Nomenclatura dei procedimenti e relativa codificazione numerica per la rappresenta-
zione simbolica sui disegni”, riporta la classificazione dei processi di saldatura basata su codifica
a tre cifre, che si riferiscono rispettivamente alla famiglia di processi, allo specifico processo ed
infine alla specifica applicazione.
Come conseguenza, la codifica corretta del processo è del tipo:
UNI EN ISO 4063 - XXX
ove le tre cifre possono essere ricavate dalla tabella 1.3.
Per quanto la recente pubblicazione della norma internazionale (UNI EN ISO), citata nel paragra-
fo precedente, è volta all’unificazione della terminologia e della classificazione dei processi, è tut-
tavia ad oggi adottata, in normative e codici di fabbricazione statunitensi, la codifica dei processi
di saldatura illustrata nella tabella 1.2.
Tale classificazione, ad esempio, è utilizzata nel codice ASME - “Boiler and Pressue Vessels”, ed
in particolare, riportata nelle definizioni della sezione IX -“Welding and brazing qualifications” -
QW-492 “Definition”.
FCAW Saldatura a filo animato (con/senza gas) RSEW Saldatura a rulli (resistenza)
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Codifica Processo di saldatura Codifica Processo di saldatura
1 Saldatura ad arco 4 Saldatura per pressione
11 Saldatura ad arco senza gas protettivo con elettrodo fusibile 41 Saldatura ad ultrasuoni
Generalità
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111 Saldatura ad arco con elettrodi rivestiti 42 Saldatura ad attrito
114 Saldatura ad arco con filo elettrodo animato (senza gas protettivo) 43 Saldatura per bollitura
12 Saldatura ad arco sommerso 44 Saldatura ad alta energia meccanica
121 Saldatura ad arco sommerso con filo elettrodo 441 Saldatura ad esplosione
122 Saldatura ad arco sommerso con elettrodo a nastro 45 Saldatura a diffusione
Una distinzione tra i processi di saldatura può essere eseguita anche considerando il ruolo assun-
to dal personale preposto durante l'esecuzione del giunto; si possono infatti distinguere le quattro
seguenti categorie (Tabella 1.4):
− processi manuali (Manual), in cui la sorgente termica ed il materiale d'apporto vengono ma-
novrati manualmente dal saldatore che si sposta progressivamente lungo il giunto;
− processi semiautomatici (Partly mechanised), in cui il metallo d'apporto, costituito da un filo
continuo, esce automaticamente a velocità costante dall'estremità di una torcia o pistola,
impugnata dal saldatore che la sposta lungo il giunto da eseguire;
− processi automatici (Fully mechanised), in cui il metallo d’apporto è un filo continuo che
fuoriesce automaticamente da una testa fissata ad un carrello che si sposta automatica-
mente lungo il giunto e l'operatore ha pertanto il solo compito di eseguire il corretto posizio-
namento della testa saldatrice, controllare il regolare svolgimento della saldatura ed effet-
tuare, quando occorrono, piccoli aggiustamenti;
− processi completamente automatizzati (Automatic), che sono processi automatici completa-
mente programmati nei quali l'operatore ha solo da eseguire il posizionamento della salda-
trice, avviarla, ed eventualmente interrompere la saldatura in caso di problemi: non sono
infatti possibili aggiustamenti di parametri fuori programma in corso di saldatura.
Come è possibile notare, lo stesso processo di saldatura può essere disponibile in più versioni. Il pro-
cesso di saldatura a filo continuo ne è un esempio particolarmente significativo, in quanto è comune-
mente disponibile in versione semiautomatica (in cui la torcia è maneggiata da un saldatore), automati-
ca (in cui la torcia è ad esempio montata su un portale di saldatura), automatica e robotizzata (in cui
potrebbe essere, ad esempio, un robot a movimentare la torcia e gli addetti possono avere un ruolo più
o meno rilevante nella movimentazione dei pezzi e nel controllo dell’unità).
* Ci si riferisce al posizionamento del pezzo, del materiale base rispetto alla sorgente termica o della sorgente termica
rispetto ai pezzi.
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Classificazione dei giunti saldati
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
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Classificazione dei giunti saldati
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
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Molto frequentemente, quando si parla in generale di posizioni esecutive differenti da quella in piano, si utilizza l’espres-
sione “saldatura in posizione”.
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Classificazione dei giunti saldati
Figura 2.6 - Classificazione delle posizioni dei saldatura nei giunti testa a testa
Figura 2.7 - Classificazione delle posizioni dei saldatura nei giunti a T tra lamiere
Figura 2.8 - Classificazione delle posizioni dei saldatura nei giunti testa a testa tra tubi
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
Giunto CODIFICA
Tipo di giunto Posizione ASME ISO6947
Piana 1G PA
Frontale 2G PC
Testa a testa - lamiere
Verticale 3G PF* o PG**
Sopratesta 4G PE
Piana (tubo rotante) 1G PA
Frontale 2G PC
Testa a testa - Tubi
Verticale 5G PF* o PG**
Asse inclinato a 45° 6G HL 045* o JL 045**
Piana 1F PA
Piano - frontale 2F PB
Cordone d’angolo
Verticale 3F PF* o PG**
Sopratesta frontale 4F PD
* Tecnica ascendente
** Tecnica discendente
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Preparazione dei lembi
Come già sottolineato dal paragrafo relativo alla storia della saldatura, la possibilità di realizzare
la saldatura per fusione è strettamente legata alla disponibilità di una sorgente termica sufficiente-
mente concentrata da garantire la fusione localizzata della zona di saldatura.
Dal punto di vista termodinamico, è possibile considerare i flussi di calore che investono la zona
di saldatura (Figura 3.1):
− il flusso entrante è costituito dalla e-
nergia termica del processo di salda- SORGENTE TERMICA
tura, che investe una determinata
area;
− il flusso uscente è costituito dal calore
che viene smaltito dall’area della zo-
na riscaldata, principalmente per con- CONDUZIONE
duzione attraverso i lembi.
Conseguentemente, la differenza tra questi
due flussi costituisce la quantità di calore
utile al riscaldamento del materiale ed alla
costituzione di una zona fusa. GIUNTO SALDATO
Appare pertanto evidente che il parametro Figura 3.1 - Bilancio termico in un giunto sal-
fondamentale per valutare l’efficacia di una
sorgente termica è la concentrazione di energia o, in alternativa, di potenza. Da questo punto di
vista, risultano pertanto più efficaci processi di saldatura in grado di trasferire elevate potenze
termiche su sezioni molto ridotte, in quanto è possibile ottenere giunzioni caratterizzate da una
zona di saldatura (costituita dall’insieme di zona fusa e zona termicamente alterata) molto piccola,
realizzata con elevate velocità esecutive.
Il parametro densità di potenza, (generalmente misurato in W/mm2), influenza pertanto le caratte-
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
ristiche del giunto saldato, l’apporto termico specifico2, la penetrazione ottenibile da parte del pro-
cesso di saldatura e, conseguentemente, anche la preparazione dei lembi. Ad esempio, un pro-
cesso a bassa densità di energia come quello a fiamma ossiacetilenica può permettere di ottene-
re giunti adeguatamente penetrati su lamiere aventi spessori tipicamente non superiori agli 8 mm
ed adeguatamente preparati; un processo ad elevata potenza e concentrazione di energia come
quello a fascio elettronico è in grado di ottenere, sebbene in condizioni adeguatamente controlla-
te, penetrazioni fino a 400 mm su giunti in acciaio e con lembi retti accostati senza preparazione.
L’obiettivo nella realizzazione di una giunzione è garantire che il giunto possieda le previste carat-
teristiche; il raggiungimento in questo scopo è pertanto legato a molti fattori, tra cui le proprietà
meccaniche del giunto e l’adeguata dimensione della saldatura. In generale, questo viene ottenu-
to attraverso una adeguata penetrazione del cordone che viene stabilità in fase di progetto e che
nella maggioranza dei casi si richiede attraverso l’intero spessore dei lembi (è la cosiddetta piena
penetrazione).
In considerazione dei parametri citati al punto precedente, è pertanto necessario scegliere, a se-
conda dei casi, un’adeguata forma da conferire ai lembi onde ottenere il raggiungimento della
penetrazione richiesta; i principali parametri sulla base delle quali viene selezionata la preparazio-
ne dei lembi sono:
− processo di saldatura, caratterizzato da una determinata potenza e densità di energia;
− dimensioni della torcia e ingombro delle eventuali apparecchiature di supporto;
− materiale saldato e sue proprietà (capacità e conduttività termica, viscosità allo stato liquido
e temperatura di fusione);
− posizione di saldatura e accessibilità del giunto.
Sulla base di questi parametri si procede pertanto alla scelta di una preparazione che, inoltre di-
penderà anche da considerazioni di costo, produttività e delle conoscenze del fabbricante3.
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Preparazione dei lembi
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
Si è visto che ad ogni preparazione corrisponde a una determinata forma geometrica del cianfri-
no; in ogni caso, esistono dei parametri fondamentali che verranno qui presi in considerazione, a
titolo di esempio, con riferimento al caso più comune degli acciai, cercando soprattutto di spiegar-
ne il significato tecnico.
Si rimanda comunque alle pubblicazioni di questa collana riferite ai singoli processi di saldatura
per ottenere informazioni più dettagliate sulle preparazioni tipiche.
maggior parte dei processi di saldatura ad arco il valore dell'angolo è di 60° per giunti tra
lamiere, ma può raggiungere valori maggiori quando si rendano necessari particolari movi-
menti della sorgente termica, come avviene nel caso di giunti tra tubi in cui si adotta spesso
un angolo di 75°. Per la saldatura ossiacetilenica, ove la sorgente termica ha minore poten-
za, si usa generalmente un angolo di 80°.
− Spalla (s). Sostiene il bagno fuso durante la saldatura, evitando lo sfondamento del giunto,
inconveniente spesso legato ai parametri termici (apporto termico) e molto grave perché
impone un arresto del lavoro per la riparazione. L'entità della spalla dipende evidentemente
dall'angolo di apertura del cianfrino e dalla potenza della sorgente termica; essa varia ad
esempio da 1÷2 mm nella saldatura manuale ad arco, sino a 6÷8 mm nella saldatura ad
arco sommerso a passate contrapposte e tecnica a forte penetrazione.
− Distanza tra i lembi (g). Ha lo scopo di facilitare la penetrazione, resa più difficile dalla pre-
senza della spalla, riducendo eventualmente l'entità del successivo lavoro di solcatura al
rovescio. L'entità della distanza tra i lembi dipende, come la spalla, dalla potenza della sor-
gente termica; essa può essere ad esempio di 2÷4 mm in saldatura manuale ad arco e pari
a zero nella saldatura ad arco sommerso. Essa è parimenti nulla nella saldatura a lembi
retti con procedimenti a energia concentrata (fascio elettronico, laser).
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Preparazione dei lembi
Figura 3.5 - Preparazione dei lembi per la saldatura di giunti a T tra tubazioni
di diametri differenti
Talvolta la preparazione dei lembi può diventare piuttosto delicata; è il caso, ad esempio, dei rac-
cordi a T tra tubazioni, di cui alle figure 3.5 e 3.7 ove sono riportati i parametri nel caso di saldatu-
ra di tubi d'acciaio con procedimenti manuali o semiautomatici.
E’ infine opportuno sottolineare che non sempre la preparazione dei lembi può essere considerata
una precauzione sufficiente ad ottenere la piena penetrazione (ciò infatti può essere realizzato
per processi di saldatura che garantiscano adeguata potenza termica - è ad esempio il caso dei
processi ad energia concentrata - o un opportuno controllo del bagno di saldatura - come nel caso
del processo TIG); in tutti gli altri casi è opportuno ricorrere alla tecnica con solcatura e ripresa al
rovescio.
Tale operazione può essere effettuata nel caso in cui sia garantita l’accessibilità da entrambi i lati
e consiste nell'asportazione di una parte del rovescio della prima passata (eseguita con scalpello,
mola, ossitaglio, arco di carbone, ecc.) seguita dal riempimento del solco così ottenuto con una o
più passate.
Questa operazione prende il nome di solcatura e ripresa al rovescio (Figura 3.6) e oltre a garanti-
re la completa penetrazione nel giunto consente l'eliminazione di eventuali difetti al vertice
(piccole cricche, inclusioni di scoria,
porosità, riprese difettose, ecc.),
talvolta presenti per le condizioni di
particolare difficoltà nelle quali vie-
ne eseguita la prima passata. Figura 3.6 - Fasi della solcatura e ripresa al rovescio
Affinché la ripresa al rovescio sia veramente efficace è necessario che la solcatura sia sufficiente-
mente profonda, in modo da penetrare nella prima passata eseguita dalla parte opposta, e che la
superficie del solco su cui verrà depositata la passata di ripresa sia regolare e priva di difetti su-
perficiali.
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
Figura 3.7 - Preparazione dei lembi per la saldatura di giunti a T tra tubazio-
ni di ugual diametro
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Preparazione dei lembi
4
Queste valutazioni spettano al progettista. In generale è tuttavia possibile affermare che la preparazione con sostegno
al rovescio fusibile sia fortemente sconsigliata qualora siano previste, durante l’esercizio, sollecitazioni d'urto e/o bassa
temperatura (cioè rischio di rottura fragile), sollecitazioni a fatica o pericolo di corrosione al rovescio.
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Si veda, al riguardo, la pubblicazione relativa alla saldatura ad arco sommerso.
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
ne del fatto che l'accessibilità della sorgente termica in queste preparazioni è facilitata dal-
la notevole distanza cui vengono tenuti i lembi.
− Spalla (s). In queste preparazioni la spalla sempre nulla o di ridottissima entità (non supe-
riore in alcun punto a 1 mm) per motivi di tracciatura, in quanto il bagno è sostenuto dal
piatto sottostante il giunto. Prevedere una spalla di entità non trascurabile sarebbe un gra-
ve errore, poiché essa non consentirebbe la fusione dei vertici dei lembi a contatto con il
sostegno.
Successivamente alla preparazione dei lembi, sulla base della geometria prevista, è importante
che prima di iniziare la saldatura, con qualunque procedimento, i lembi vengano opportunamente
puliti, cioè esenti da scaglie, ruggine, ossidi, vernici6, terra, nonché da grassi, olio, ecc.
La pulizia deve essere tanto più spinta quanto più il materiale è nobile. Per esempio, nel caso
degli acciai al carbonio è sufficiente ravvivare i lembi con la mola o la spazzola metallica prima
della saldatura, mentre nel caso di acciai inossidabili, leghe di nichel, alluminio, titanio ecc., può
essere necessaria anche una pulizia chimica con adatti solventi o decapanti.
Oltre alla pulizia vera e propria occorre sempre controllare che i lembi siano bene asciutti; ciò è
particolarmente importante all'aperto, all'inizio dei lavori la mattina, quando sui lembi può essersi
condensata l'umidità della notte, oppure quando i materiali base siano soggetti ad un aumento
della temperatura. Per tale motivo, all'inizio dei lavori, un’asciugatura dei lembi con fiamma larga
da riscaldo è una pratica sempre vivamente raccomandabile che può evitare successivi gravi di-
fetti, soprattutto nel caso in cui ci siano temperature particolarmente rigide.
6
Fanno eccezione vernici (generalmente a base di alluminio) chiamate "primers", appositamente studiate per la saldatu-
ra con determinati procedimenti, che vengono depositate sui lembi, dopo la loro preparazione, proprio allo scopo di
proteggerli dalla ruggine.
22
Preparazione dei lembi
Come già accennato, non è possibile identificare una preparazione dei lembi ottimale per una
determinata applicazione, in quanto esiste una serie di fattori che deve essere considerata da
caso a caso, e che può pertanto comportare scelte differenti.
Questi principi sono alla base delle normative internazionali relative alla preparazione dei lembi,
che riportano una selezione di preparazioni tipiche, fornendo indicazioni di supporto per la scelta
delle preparazioni più idonee.
In particolare, sono di recente pubblicazione le norme della serie UNI EN ISO 9692, suddivisa in 4
parti, come segue:
− UNI EN ISO 9692-1:2005 - Saldatura e procedimenti connessi - Raccomandazioni per la
preparazione dei giunti - Parte 1: Saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti, saldatu-
ra ad arco con elettrodo fusibile sotto protezione di gas, saldatura a gas, saldatura TIG e
saldatura mediante fascio degli acciai;
− UNI EN ISO 9692-2:2001 - Saldatura e procedimenti connessi - Preparazione dei giunti -
Saldatura ad arco sommerso degli acciai;
− UNI EN ISO 9692-3:2005 - Saldatura e procedimenti connessi - Raccomandazioni per la
preparazione dei giunti - Parte 3: Saldatura MIG e TIG dell'alluminio e delle sue leghe;
− UNI EN ISO 9692-4:2005 - Saldatura e procedimenti connessi - Raccomandazioni per la
preparazione dei giunti - Parte 4: Acciai placcati.
Queste normative riportano un numero indicativo per ogni preparazione, la relativa denominazio-
ne in accordo alla UNI EN ISO 17659:2006 “Saldatura - Lista multilingue dei termini relativi ai
giunti saldati, con illustrazioni” e la rappresentazione sui disegni in accordo alla UNI EN 2255-
3:1997 “Giunti saldati e brasati. Rappresentazione simbolica delle saldature sui disegni”, gli spes-
sori e processi in saldatura per cui risulta applicabile ed i parametri tipici per la preparazione.
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
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Arco elettrico
4. ARCO ELETTRICO
4.1. Generalità
La saldatura elettrica ad arco è un procedimento di saldatura autogena per fusione in cui la sor-
gente di calore è costituita da un arco voltaico che scocca fra due elettrodi.
L’arco elettrico può essere :
− diretto, quando l’arco scocca direttamente fra un elettrodo e il metallo base, che costituisce
quindi il secondo elettrodo (Figura 4.1);
− indiretto, quando l’arco scocca fra due elettrodi ed i lembi da saldare, posti nelle immediate
vicinanze, ne ricevono solo indirettamente il calore, non facendo parte del circuito elettrico
(Figura 4.2).
Nella pratica industriale odierna è impiegato quasi sempre il primo; il secondo trova applicazione
ad esempio per l’esecuzione di trattamenti termici superficiali (tempra o rivenimento) o come ap-
plicazione particolare di alcuni processi di saldatura (l’arco sommerso).
L’arco elettrico diretto, a sua volta può essere:
− ad elettrodo fusibile, quando l’elettrodo è costituito dallo stesso metallo di apporto, che vie-
ne fuso e quindi depositato nel bagno di saldatura;
Figura 4.1 - Arco elettrico diretto (saldatura Figura 4.2 - Arco elettrico indiretto (plasma
TIG) spraying)
25
Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
L’arco elettrico è la manifestazione fisica del passaggio di una corrente di elettroni attraverso un
mezzo gassoso ionizzato.
L’aspetto chimico-fisico di tale fenomeno risulta alquanto complesso, specie in saldatura, dove
intervengono fattori collaterali, come ad esempio la diversità di natura e dimensioni fra i due ele-
menti fra cui l'arco scocca o la presenza in esso di particelle metalliche in trasferimento e di vapo-
ri metallici provenienti dal materiale base e d’apporto. Di seguito se ne fornisce una descrizione di
principio, limitata agli aspetti fondamentali per la comprensione del funzionamento dei processi di
saldatura.
26
Arco elettrico
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La corrente è definita come flusso di cariche, cioè come quantità di cariche che si spostano nell’unità di tempo; l’unità di
misura della corrente (Ampere) è infatti definita dimensionalmente come Coulomb (unità di misura della carica elettrica)
al secondo.
8
La particolarità di questa situazione rispetto a quella tipica di un conduttore percorso da corrente è che si ha un flusso di
cariche bidirezionale.
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
Gli elettroni, emessi dal catodo ad alta temperatura, bombardano l’anodo a forte velocità e attra-
versando il gas che separa i due elettrodi producono per urto la ionizzazione delle molecole gas-
sose; gli ioni positivi che così si formano, tendono a migrare verso il catodo e, scontrandosi con
altri elettroni emessi dal catodo, si neutralizzano, sviluppando una notevole quantità di calore: si
ottiene così la temperatura necessaria alla emissione termica degli elettroni ed il fenomeno, una
volta innescato, prosegue automaticamente, purché fra gli elettrodi stessi ci sia una sufficiente
differenza di potenziale. Il gas ionizzato ad alta temperatura è detto plasma.
28
Arco elettrico
Il funzionamento dell’arco è legato a molti fattori che determinano un comportamento diverso ri-
spetto a quello degli elettrodi in carbone, descritto finora; alcuni di questi sono direttamente dipen-
denti dal processo di saldatura e sono dette interni (temperatura, tensione, intensità di corrente,
caratteristiche del gas di protezione, ecc.) altri sono tipiche dell’ambiente di saldatura, e sono det-
te esterne (presenza di vento, campi magnetici, ecc.).
29
Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
9
Questa zona di funzionamento è detta anche zona di Ayrton.
10
Si può cioè considerare valida la legge di Ohm, V = R I, ove V è la tensione, R è la resistenza elettrica ed I è la corren-
te. Per questo motivo quest’area del diagramma è detta area di Ohm, o zona Ohmica
30
Arco elettrico
Supponendo che la caratteristica elettrica esterna del dispositivo di alimentazione dell'arco sia
una retta ad inclinazione negativa (Figura 4.11), come quella fornita da un sistema generatore a
tensione e resistenza costante, si tracci su di essa la caratteristica statica d'arco corrispondente
ad un certo valore della sua lunghezza.
La caratteristica d'arco incrocia la caratteristica del generatore in 2 punti detti punti di funziona-
mento (P1 e P2); di questi però soltanto P2 corrisponde ad un funzionamento stabile. Infatti si può
considerare quanto segue:
− supposto di dare un incremento positivo alla corrente I tale da spostare il punto P2 in A sul-
la caratteristica d’arco, il punto di funzionamento del generatore passa in B; la tensione di
macchina risulta allora inferiore a quella richiesta dall’arco e tende perciò a diminuire la
corrente, cioè a riportare il punto di funzionamento in P2;
Figura 4.10 - Effetto della lunghezza dell’arco Figura 4.11 - Accoppiamento tra caratteristica
sulla caratteristica di funzionamento del generatore e caratteristica d’arco
31
Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
33
Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
In ogni caso, si noti che quando l’arco funziona in corrente alternata, esistono sempre degli istanti co-
siddetti di arco spento; la durata di questi istanti influenza notevolmente il funzionamento dell’arco in
quanto comporta un raffreddamento più o meno lungo degli elettrodi cui può conseguire una minore
emissione di elettroni dal catodo e quindi una maggiore difficoltà di reinnesco.
Tenendo in considerazione quanto fin ora descritto, è possibile individuare i seguenti fattori di in-
fluenza sul funzionamento dell’arco in regime di corrente alternata:
− lunghezza dell'arco; un arco corto è più stabile perché tende a raffreddarsi di meno nei pe-
riodi di spegnimento, in quanto scambia meno facilmente calore con l'ambiente esterno:
inoltre, la caratteristica di funzionamento prevede valori di tensione più bassi e quindi tempi
di spegnimento più brevi;
− frequenza della corrente; quanto più è elevata, tanto più l'arco è stabile, in quanto ciascun
periodo di spegnimento ha minore durata;
− metallo degli elettrodi, che interviene con il suo potere termoionico, il suo potenziale di io-
nizzazione, la sua conduttività termica, il suo stato superficiale;
− caratteristiche dei gas presenti: i gas facilmente ionizzabili consentono un funzionamento
più regolare dell’arco, essendo minore l’energia necessaria per provocare la ionizzazione
ad ogni reinnesco; se invece sono presenti gas dissociabili (ad esempio anidride carboni-
ca), sono necessarie tensioni di innesco più elevate, riducendo la stabilità dell'arco.
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Arco elettrico
35
Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
36
Arco elettrico
Figura 4.20 - Parametri tipici della saldatura ad arco per i vari processi di saldatura
(intervalli in valori indicativi)
Alimentazione elettrica
Processo di saldatura
CCPD (E-) CCPI (E+) CA
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
Il processo di saldatura con elettrodo rivestito sfrutta l’arco elettrico che scocca tra un’anima me-
tallica (l’elettrodo) ed il metallo.
Il fatto che la corrente sia fornita all’elettrodo attraverso un’estremità e che quindi essa debba at-
traversarne tutta la lunghezza, condiziona fortemente la stabilità dell’arco. I valori di corrente de-
vono essere, infatti, opportunamente limitati per evitare che si surriscaldi l’elettrodo e si rovini il
rivestimento; pertanto l’arco elettrico lavora sempre in campi di corrente prossimi alla corrente
minima di funzionamento stabile (Figura 4.8).
Inoltre, essendo l’elettrodo fusibile, è necessario considerare la presenza del metallo d’apporto
che viene trasferito al bagno attraverso l’arco, riducendone le stabilità. La figura 4.21, ad esem-
pio, mostra l’andamento di tensione e corrente nella saldatura con elettrodo di tipo basico in cor-
rente continua.
In questa configurazione, risulta più stabile l’alimentazione in polarità inversa, che consente di
sfruttare il plasma di ioni positivi (detto anche plasma anodico) costituto dagli atomi del gas svilup-
pati dal rivestimento e dei vapori di metallo. Questa condizione determina inoltre un maggior ri-
scaldamento del pezzo (che infatti è investito dal flusso di ioni) e quindi un maggior potere di pe-
netrazione.
Esiste tuttavia la possibilità di ottenere un arco più stabile inserendo elementi facilmente ionizza-
bili nella composizione del rivestimento (ad esempio elementi alcalini), situazione che consente
l’impiego con alimentazione in polarità diretta, con vantaggi principalmente in termini di produttivi-
tà (è il caso degli elettrodi rutili e acidi); il flusso anodico, in questo caso, investe l’estremità dell’e-
lettrodo provocandone il maggior riscaldamento e conseguenza la fusione di un maggior quantita-
tivo di metallo che viene trasferito al bagno.
L’alimentazione in corrente alternata infine, non è possibile per tutti i tipi di elettrodo, ed è, in ge-
nerale, sconsigliata, soprattutto per gli elettrodi maggiormente instabili (basici e cellulosici) e di
maggiore diametro, a causa dell’instabilità d’arco dovuta ai continui spegnimenti e riaccensioni.
38
Arco elettrico
Figura 4.22 - Rappresentazione schematica delle modalità di trasferimento del metallo d’apporto
In questo processo di saldatura, l’arco scocca in un’atmosfera costituita da un gas o una miscela
di gas11 tra un elettrodo costituito da un filo metallico ed il bagno.
In queste condizioni, il funzionamento dell’arco è principalmente legato al tipo di gas impiegato, al
trasferimento del metallo d’apporto ed alle caratteristiche del filo elettrodo.
Il tipo di gas può essere caratterizzato in base alla sua ionizzabilità, misurata in energia o poten-
ziale di ionizzazione [eV], e alla possibilità o meno di dissociarsi; elevate percentuali di gas inerti,
a basso potenziale di ionizzazione e non dissociabili (è il caso dell’Argon) garantiscono un funzio-
namento dell’arco regolare; al crescere della percentuale di gas attivi o dissociabili, l’arco tende a
diventare maggiormente instabile e richiede pertanto valori dei parametri elettrici più elevati.
Come per il caso della saldatura con elettrodi rivestiti, il trasferimento di metallo dal filo al bagno
influenza la stabilità dell’arco. In particolare, a seconda delle dimensioni delle gocce e della fre-
quenza di gocciolamento, esso assume tipicamente le modalità di seguito descritte12, e schema-
tizzate nella figura 4.22.
− Trasferimento a spruzzo (spray-arc). Il metallo transita nell'arco sotto forma di un flusso
continuo e regolare di minuscole gocce libere; ciò si ottiene per valori di tensione corrente
elevati, e comporta un arco stabile e regolare.
− Trasferimento globulare (drop-transfer o globular). Il metallo transita nell'arco sotto forma di
grosse gocce con frequenza di gocciolamento o distacco molto più bassa che nel caso pre-
cedente; ciò si ottiene per valori di tensione corrente più basse rispetto al caso precedente,
e comporta un arco irregolare, con possibili spegnimenti (dovuti al corto circuito delle gocce
che finiscono nel bagno) ed anche grossi quantitativi di fumo e di spruzzi. Di conseguenza,
quando possibile, si cerca di evitare di operare in questo regime di trasferimento.
− Trasferimento per corto circuito (short-arc) o ad immersione (dip-transfer). È un trasferi-
mento globulare a distanza ravvicinata con formazione di un ponte liquido che provoca un
11
E’ un caso particolare quello della saldatura a fili continuo senza protezione di gas (classificato 114 in accordo a UNI
EN ISO 4063:2001 “Saldatura, brasatura forte, brasatura dolce e saldobrasatura dei metalli - Nomenclatura dei proce-
dimenti e relativa codificazione numerica per la rappresentazione simbolica sui disegni).
12
Grazie all’impiego di generatori a controllo elettronico, è possibile ottenere altre forme di trasferimento, dette ad arco
pulsato, con caratteristiche differenti rispetto a quelle qui descritte. Esse sono trattate nella pubblicazione relativa alla
saldatura a filo continuo.
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
corto circuito istantaneo tra elettrodo fusibile e pezzo. La corrente di corto-circuito, se ade-
guata, opera, per effetto di contrazione magnetica del ponticello liquido tra filo e pezzo, un
sezionamento brusco della goccia (effetto pinza), che viene assorbita per tensione superfi-
ciale dal bagno; quindi il ciclo si ripete per una nuova goccia. Quando questo meccanismo
è regolare e a frequenza di distacco costante, l’arco è sufficientemente stabile e può essere
convenientemente utilizzato.
Le caratteristiche del filo sono anch’esse importanti. Fili più piccoli, ad esempio, consentono il
funzionamento dell’arco in modo più regolare, essendo esso maggiormente concentrato; i fili ani-
mati (costituiti da un filo tubolare con all’interno speciali flussi solidi) garantiscono anch’essi buona
stabilità dell’arco, grazie alle caratteristiche del flusso ed alla ridotta sezione di passaggio della
corrente.
Per quanto riguarda la modalità di alimentazione, si usa in genere la polarità inversa, poiché il
flusso anodico favorisce il trasferimento del metallo d’apporto. La polarità diretta comporterebbe
infatti la situazione opposta in cui gli ioni positivi, dirigendosi verso l’elettrodo, contrastano con la
loro massa il moto delle particelle di metallo fuso, provocano anche la repulsione di dette particel-
le, e conseguentemente spruzzi.
Come nel caso degli elettrodi rivestiti, inoltre, l’alimentazione in polarità inversa garantisce mag-
giore sviluppo di calore sul bagno, e quindi maggiore penetrazione. In ogni caso esiste la possibi-
lità di impiegare l’alimentazione in polarità diretta utilizzando particolari tipi di fili animati (si tratta
dei cosiddetti fili rutili e metal cored).
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Arco elettrico
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
42
Generatori per la saldatura ad arco
Come già accennato al capitolo precedente, non è possibile considerare la corrente fornita dalla
normale rete di distribuzione dell'energia elettrica come generatore di un arco elettrico di saldatu-
ra, in quanto:
− i valori di tensione forniti non sono compatibili con quelli necessari per un corretto funziona-
mento dell' arco in saldatura;
− l'impiego della corrente alternata è, in generale, sconsigliato;
− la caratteristica tensione-corrente è piana, cioè a tensione costante, ed in generale
inadeguata per la maggioranza dei processi di saldatura ad arco, per i quali si preferi-
sce quella cadente, cioè a corrente costante nell’intorno del punto di funzionamento
dell'arco (Figura 5.1);
− la presenza di polarità libere (cioè non isolate da contatti con i saldatori/operatori) richiede
valori di tensione adeguatamente bassi;
− in particolari situazioni, può essere necessario utilizzare forme d'onda (programmi corrente-
tempo o tensione-tempo) particolari.
Conseguentemente, sono disponibili in commercio generatori appositi, aventi caratteristiche ade-
guate per il funzionamento con uno o più
processi di saldatura. In base alle differen-
ti esigenze del processo o dell' applicazio-
ne, è possibile scegliere tra differenti tipo-
logie costruttive, il cui funzionamento ver-
rà descritto con il solo scopo di compren-
derne le principali caratteristiche funziona-
li, in modo da guidare l'eventuale utilizzato- Figura 5.1 - Caratteristiche tipiche di funzionamento
re nella scelta. dei generatori: piana e cadente
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
Inoltre possono essere identificati alcuni parametri, riportati sulla targa del generatore, che posso-
no essere utili per determinare l'idoneità di un generatore alla applicazione.
V2 n2 i
= = 1
V1 n1 i2
13
Sono supposte trascurabili le cadute di tensione negli avvolgimenti, le dispersioni di flusso nel circuito magnetico, le
perdite per isteresi e correnti parassite, la corrente magnetizzante.
44
Generatori per la saldatura ad arco
45
Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
15
Il trasduttore è denominato anche amplificatore magnetico, poiché con una piccola potenza si riesce a comandare una
grande potenza.
46
Generatori per la saldatura ad arco
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
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Generatori per la saldatura ad arco
re di questo tipo.
Ciò rende queste macchine adatte a essere usate come generatore universale per diversi proce-
dimenti di saldatura (con elettrodi, ad arco sommerso, TIG, MIG, MAG, MIG pulsante).
I costi di questo tipo di generatori sono più elevati tra le macchine statiche, e inoltre la complessi-
tà dei circuiti richiede, per eventuali riparazioni, l'intervento degli specialisti della casa costruttrice;
tuttavia è opportuno segnalare i seguenti vantaggi:
− data l'elevata frequenza di pulsazione (20÷100 kHz) il trasformatore di potenza non ha più
nuclei di lamierino magnetico con notevole riduzione di peso e ingombro della macchina; il
raffreddamento è pertanto più facile e può pure essere eseguito con piccoli ventilatori e con
aria riciclata, evitando danneggiamenti dovuti a fumi o polvere e riducendo al minimo la
manutenzione;
− il raddrizzamento ad alta frequenza porta, con semplice circuito di livellamento, a una cor-
rente continua molto più costante e livellata di quella ottenibile con i trasformatori-
raddrizzatori a frequenza di rete, e con peso di induttanze livellatrici molto più ridotto.
Le macchine rotanti sono ora praticamente cadute in disuso e non più fabbricate; se ne accenna
sia per motivi storici e logici, sia perché ancora ne esistono in funzione presso costruttori di pro-
dotti saldati.
Per l'impiego in corrente alternata, si fa uso di generatori mantenuti in rotazione da un motore
elettrico trifase cui essi vengono accoppiati in modo da formare un complesso racchiuso nella
stessa carcassa. Il loro allacciamento alla linea, fatto su tutte e tre le fasi, elimina lo squilibrio tipi-
co dei trasformatori monofasi. Esse sono dette anche generatori in c.a. ad alta frequenza, ma la
loro denominazione più appropriata sarebbe "convertitori di frequenza", in quanto assorbono dalla
rete corrente alternata alla frequenza di 50 Hz e la erogano alla frequenza di 300÷350 Hz16. L'im-
pedenza di regolazione, necessaria per rendere opportunamente cadente la caratteristica elettrica
esterna di tale tipo di generatore, è ancora una bobina a reattanza variabile in serie al secondario:
questa, rispetto a quella del trasformatore normale, è notevolmente più piccola, essendo qui in
16
Poiché la frequenza cade nel livello di "udibilità", dette macchine emettono un fischio abbastanza fastidioso e per que-
sta ragione questi generatori hanno avuto limitata diffusione.
49
Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
5.6. Motogeneratori
Si tratta di macchine simili alle precedenti, ma mosse da un motore a combustione interna (in ge-
nere a ciclo diesel) invece che da un motore elettrico (Figura 5.14).
I motogeneratori sono ancora di largo uso in campo, per saldature in zone non alimentate da cor-
rente elettrica, come ad esempio nella costruzione di oleodotti e gasdotti.
Per tale motivo, essi offrono molto spesso, oltre alle uscite necessarie per la saldatura, uscite per
l'alimentazione di eventuali accessori (lampade, elettromagneti, mole elettriche, ecc.).
Una caratteristica rilevante è il sistema di gestione del motore; è infatti da considerarsi un transito-
rio tra l'innesco dell'arco e l'erogazione della corrente necessaria al suo funzionamento, dovuto
alla necessità del motore di prendere giri; conseguentemente è consigliabile portare il generatore
al regime operativo di massima potenza prima di iniziare la saldatura.
Vista la complessità di questo genere di macchine, è opportuno segnalarne i costi notevoli per
l'acquisto, la manutenzione e la movimentazione (i generatori più grossi possono raggiungere la
tonnellata di peso).
17
Si tratta ad esempio di sistemi di eccitazione variabile (eccitazione indipendente ed anti-compound), o anche talora
sistemi misti di eccitazione con demagnetizzazione interna da "reazione d'Indotto" (generatore auto eccitato in deriva-
zione, anti-compound da reazione d'indotto trasversale) ed altri ancora.
50
Generatori per la saldatura ad arco
Le principali caratteristiche tecniche dei generatori sono riportate su una targhetta che viene di-
sposta sulla carcassa del generatore.
Tali dati sono riportati in seguito a valutazioni di tipo sperimentale, condotte in accordo alla nor-
mativa europea CEI EN 60974-1 "Apparecchiature per la saldatura ad arco - Sorgenti di corrente
per saldatura". Le informazioni riportate sulla targa possono essere suddivise, in base alla loro
posizione, in tre tipi differenti (Figura 5.15):
− la parte superiore (da 1 a 6) contiene una descrizione sintetica del tipo di generatore, i nomi
del produttore, del distributore, dell'importatore ed indicazioni riguardanti la marcatura;
− la parte centrale (da 7 a 14) contiene tutte le informazioni che riguardano il circuito di cor-
rente della saldatura;
− la parte inferiore (da 15 a 23) contiene le indicazioni sull'erogazione di energia ed altre in-
formazioni.
51
Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
so con fili di piccolo diametro), in modo da mantenere la tensione costante per differenti
lunghezze d'arco per sfruttare la cosiddetta autostabilità del punto di lavoro18 (Figura 5.16);
− caratteristica cadente, detta anche a corrente costante (in inglese CC, Constant Current),
generalmente utilizzata nei processi manuali con elettrodo rivestito, TIG, e arco sommerso
per fili di elevato diametro, tale da mantenere la corrente costante per differenti lunghezze
d'arco (Figura 5.17).
Facendo riferimento alla caratteristica di massima regolazione è possibile identificare la massima
tensione (tensione a vuoto, Vo) e la massima corrente (corrente di corto circuito Icc) erogabili dal-
la macchina; in particolare:
− la tensione a vuoto Vo deve avere un valore adeguato, non così alto da costituire un peri-
colo troppo grande per l'operatore, ma non così basso da non permettere l'innesco dell'ar-
co (la tabella 5.1 riporta i valori di tensioni a vuoto ammissibili nelle diverse condizioni ope-
rative);
− la corrente di corto circuito Icc deve essere adeguata; se fosse troppo bassa, durante even-
tuali fasi di trasferimento per corto-circuito può avvenire la solidificazione della goccia sen-
18
Si veda la pubblicazione relativa ai processi di saldatura citati.
.
52
Generatori per la saldatura ad arco
Tensione a vuoto
Condizione di impiego Tipo di Valori massimi in Volt
corrente Picco Efficace
Continua 113 −
Pericolo elettrico elevato
Alternata 68 48
Continua 113 −
Senza pericolo elettrico
Alternata 113 80
Funzionam. limitato senza Continua 113 −
pericolo elettrico elevato Alternata 78 55
Cannello a conduzione Continua 141 −
meccanica Alternata 141 100
Continua 710 −
Procedimento al plasma
Alternata 710 500
Sott'acqua Continua 65 −
con persone nell'acqua Alternata non ammesso non ammesso
Tabella 5.1 - Valori massimi di tensione ammessi per le saldatrici ad arco (CEI EN 60974)
La scelta del duty cycle più opportuno è fortemente legata al processo di saldatura ed ai requisiti
di produttività.
Ad esempio sono sufficienti valori del 35% per processi manuali, in cui gli inevitabili tempi di ripo-
so dell’operatore (ed eventualmente necessari alle operazioni complementari, come il cambio
dell'elettrodo, la molatura della ripresa ecc.) consentendo il raffreddamento della macchina, men-
19
Il surriscaldamento è un problema tipico dei raddrizzatori, che dissipano una grande quantità di energia in calore.
.
53
Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
20
Per questo motivo, può essere necessario predisporre, in linea con le saldatrici, una cosiddetta centralina di rifasamen-
to per ridurre lo sfasamento.
21
φ rappresenta l'angolo di sfasamento tra tensione e corrente, rappresentati sul diagramma delle correnti.
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Generatori per la saldatura ad arco
22
Ad esempio utile per la saldatura con elettrodi di tipo cellulosico.
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Generalità sui processi di saldatura e sulla saldatura con arco elettrico
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Alcuni tra questi generatori permettono il controllo dell'induttanza al secondario, controllando via software i parametri di
saldatura in modo da simulare il comportamento di una macchina tradizionale.
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