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modalità di conoscenza
• Suddividere ciascuna difficoltà e esaminare tutte le parti
• Condurre i pensieri iniziando dal più semplice per salire per gradi sempre più comòessi di
conoscenza
conseguenze
• considerare il tutto come somma delle parti
• Limitare la conoscenza a ciò che è misurabile, quantificabile e parcellizzabile
• escludere gli asptti affettico-emotivi
La non-linearità è caratteristica dei sistemi instabili, cioè sistemi lontani dallo stato di
equilibrio, come lo è un allievo che apprende
Tutti i sistemi (es.allievo-insegnante-mondo) possono essere considerati instabili.
Trattarli come stabili può avvenire per approssimazione e in determinate condizioni.
Tale approssimazione è utile perché consente la “calcolabilità” del sistema in termini
riduzionistici e il sistema diventa, pertanto, prevedibile con buona approssimazione
(programmazione a priori).
In termini educativi:
Non c’è alcun apprendimento senza una
costruzione attiva e autonoma del soggetto.
L’insegnante perturba e l’allievo rimane se
stesso, auto-riorganizzandosi
Nuovi pardigmi di apprendimento per un sistema complesso
L’unica via per intuire l’evolvere della realtà è porre attenzione ai segnali
deboli potendo i sistemi complessi, soprattutto quando in condizioni di
instabilità, modificarsi in base a sollecitazioni minime.
È opportuno comprendere le delicate dinamiche dei sistemi complessi, i
loro tempi interni, la loro sensibilità a determinate sollecitazioni anche
minime, i vincoli e le possibilità del sistema ecc. → Lewin: avere occhi e
orecchi nei punti nevralgici della situazione
Arte come esperienza
per Jung i contenuti della psiche collettiva (gli archetipi) hanno natura
bivalente: bene/male, forza/debolezza, calma/imprudenza ecc. Sta al percorso
di individuazione di ciascuno sintetizzarli in una unità più vasta…
Anche il nostro senso della bellezza è ispirato dalla combinazione di ordine e disordine
Perché il profilo di un albero spoglio piegato dal vento impetuoso contro un cielo serale
viene percepito come bello, mentre il profilo di un edificio universitario funzionale non
viene percepito come tale, nonostante tutti gli sforzi dell’architetto?
La risposta, anche se un po’ speculativa, mi sembra venire dalla nuova comprensione
dei sistemi dinamici.
Il nostro senso della bellezza è ispirato dalla combinazione armonica di ordine e
disordine quale si presenta in oggetti naturali; in nuvole, alberi, catene di montagne,
cristalli di neve. Le forme di tutti questi oggetti sono processi dinamici consolidati in
forme fisiche, e particolari combinazioni di ordine e disordine sono tipiche di tali forme
(Gert Eilenberger, Freedom, science and aestetics, in Schӧnheit im Chaos, p. 35, cit. in
Gleich, 1987, tr.it. 2000, p. 120).
Fare esperienza
Al giorno d'oggi l'insegnante deve considerare lo sviluppo della motivazione come uno
dei compiti principali da affrontare, non una conditio sine qua non.
Più produttivo è, invece, lo sviluppo della motivazione intrinseca, quella che si alimenta
nella gratificazione personale: la condizione necessaria per poter ottenere una
situazione di interesse, curiosità, piacere è che l'insegnante stesso sia motivato ad
insegnare. L'insegnante deve, inoltre, circoscrivere i problemi e individuare strategie
per risolverli, mettendosi nei panni dell'allievo, attivando in lui attenzione e sensibilità.
Studiare uno strumento consente di
• essere nella musica: coinvolge l'individuo nei suoi aspetti psicofisici, conferisce
una maggiore capacità di lettura del reale ed una nuova possibilità di conoscenza di sé;
• diventare fruitori più curiosi e competenti: entrare in contatto con generi musicali
diversi sviluppa la curiosità e il senso critico dell'individuo anche in veste di fruitore;
• esprimere se stessi: attraverso la musica è possibile dare forma al proprio mondo
emotivo ed esprimere in forma immediata e simbolica aspetti della propria personalità
che diversamente difficilmente potrebbero emergere, facendone, in più, emergere gusti,
valori, competenze e condotte (narrazione di sè);
• consolidare l'autostima e sperimentare i propri limiti e le strategie per superarli:
l'insegnante assume un ruolo fondamentale per la costruzione dell'autostima e per
questo deve prestare attenzione nell'esposizione delle critiche, che devono essere
affrontate con serenità e in modo costruttivo, al fine di poter condividere con lo studente
o più studenti le strategie di soluzione ai problemi che si presentano;
Studiare uno strumento consente di
• costruire un'autodisciplina: dover far fronte a compiti esecutivi sempre più complessi
sviluppa una maggiore capacità di autoorganizzazione e accresce il senso di responsabilità;
• imparare a lavorare in collettività: soprattutto nel caso della musica di insieme, in quanto
il risultato del singolo coincide con il risultato del gruppo, mette l'individualità a disposizione
della collettività;
• sviluppare attenzione e concentrazione: l'esecuzione musicale mette in atto un'attivazione
psico-fisica che necessita di un'attenzione costante, in quanto una minima disattenzione
potrebbe compromettere la continuità e la fluidità della performance;
• integrare mente e corpo, affettività, logica e sensorialità e affinare capacità percettive e
psicomotorie: movimento, sensorialità e affettività interagiscono in tempo reale in vista di una
produzione sonora temporalmente organizzata;
• sviluppare capacità analitiche/cognitive e espressive/creative: la creatività non può essere
insegnata, ma è possibile creare le condizioni perchè gli studenti assumano atteggiamenti
creativi volti a realizzare prodotti artistici. E' importante abituare gli allievi a non seguire le regole
passivamente e ad applicare soluzioni pre- confezionate, ma piuttosto a porsi problemi e
sviluppare autonomamente strategie di problem solving.