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Metodologia generale dell’insegnamento strumentale

Metodologia generale dell’insegnamento strumentale:


seconda parte:
Una cornice teorica per la metodologia generale
dell’insegnamento strumentale
L’edificio della conoscenza

L’idea di Annamaria Freschi, è che la lezione di musica sconti


le conseguenze di un’idea meccanicistica di conoscenza,
intesa come processo di rappresentazione e interiorizzazione di
una realtà certa e oggettivamente data
Concezione di apprendimento lineare: progressiva
acquisizione cumulativa di singoli tasselli, indipendente da
corporeità, affettività, emotività.

Convinzione radicata che la conoscenza si costruisca mattone


su mattone come un edificio.
Ipotizziamo l’esistenza di un oggetto da conoscere, dotato di
compiutezza, di cui interiorizzare i singoli elementi per
connetterli attraverso regole per ottenere una rappresentazione
fedele (ovvero una duplicazione interiore)

pensiero scientifico classico,


che suddivide e riduce, es Discorso sul Metodo di Cartesio.
pensiero scientifico classico

modalità di conoscenza
• Suddividere ciascuna difficoltà e esaminare tutte le parti
• Condurre i pensieri iniziando dal più semplice per salire per gradi sempre più comòessi di
conoscenza
conseguenze
• considerare il tutto come somma delle parti
• Limitare la conoscenza a ciò che è misurabile, quantificabile e parcellizzabile
• escludere gli asptti affettico-emotivi

Si può apprendere un gesto espressivo tramite la scomposizione?


La natura della conoscenza è lineare o circolare e ricorsiva?

Teoria della compelssità: l’organizzazione del tutto produce qualità o proprietà


nuove in rapporo alle parti considerate singolarmente (Morin, 2000)
In biologia si parla di ristrutturazione dell’ omeostasi cognitiva tramite eseprienze
teoria della complessità, o teoria dei sistemi complessi: rinunciare
alle assunzioni di linearità nei sistemi dinamici per indagarne più a
fondo il comportamento reale.

Dal disordine nasce spesso la creazione.


Ogni sistema vivente è minacciato dal disordine ma nello stesso
tempo se ne nutre (Morin, 1994, p. 117)

La parte è nel tutto, il tutto è nella parte Edgar Morin


Apprendimento non lineare per un sistema complesso

La non-linearità è caratteristica dei sistemi instabili, cioè sistemi lontani dallo stato di
equilibrio, come lo è un allievo che apprende
Tutti i sistemi (es.allievo-insegnante-mondo) possono essere considerati instabili.
Trattarli come stabili può avvenire per approssimazione e in determinate condizioni.
Tale approssimazione è utile perché consente la “calcolabilità” del sistema in termini
riduzionistici e il sistema diventa, pertanto, prevedibile con buona approssimazione
(programmazione a priori).

Questa approssimazione cessa di diventare trascurabile nei sistemi lontani


dall’equilibrio. → Questi richiedono che si abbandoni il modello meccanicistico che li
descrive in termini di sommatoria della dinamica delle parti in quanto, in tali condizioni,
manifestano dei comportamenti “intrinsecamente aleatori”(Prigogine, 1996, tr. it. 1997, p.
35).
Apprendimento non lineare per un sistema complesso

Le interazioni fra le parti del sistema e quelle con il contesto, trascurabili in


sistemi stabili o quasi stabili, diventano fondamentali per descrivere la
dinamica di un sistema lontano dall’equilibrio;
I confini del sistema si indeboliscono e il sistema inizia a interagire col
contesto.
Tali sistemi instabili incontrano dei “punti di biforcazione” nei quali essi
possono assumere diverse modalità di funzionamento collettivo.
È interessante notare che, in queste condizioni, i sistemi sono estremamente
sensibili a fluttuazioni anche minime («effetto farfalla»).

EFFETTO FARFALLA: La sensibilità del sistema


dinamico alle condizioni di partenza.
Questo nome deriva dal titolo di una relazione di
Edward Lortenz del 1972 presentata
all’Associazione Americana per l’Avanzamento
della Scienza
"La prevedibilità: il battere delle ali di una
farfalla in Brasile provoca un tornado in
Texas?".
Il principio ologrammatico della memoria

Il termine ologramma deriva dalle parole greche holos(intero) + gramma (trasferimento)


= trasferimento dell’intero nella parte

Secondo il principio ologrammatico


Le «parti» sono «concresciute» (cfr. Whitehead) nel «tutto»
Il fare un’ «esperienza» comporta un integrarla in un funzionamento psichico già
esistente.
L’ esperienza «pura» non esiste se non in quanto collocata su un sostrato esperienziale
già esistente e verrà quindi «colorata» da esso.
L’intero psichismo del soggetto verrà modificato da quell’esperienza.
Le medesime esperienze, registrate nella memoria, appaiono diverse, vengono
«riprogrammate», ogni volta che il soggetto nella sua totalità cambia.

La memoria è registrata in modo ologrammatico e richiede una continua interazione tra


parte e totalità; anche la tessitura semantica del linguaggio richiede un collegamento
analogo, poiché la definizione di una parola richiama la maggior parte delle parole
della lingua. Una precisa relazione ologrammatica esiste tra la parola e la frase; infatti il
senso della frase è nelle parole, il senso delle parole è nella frase De Angelis (1986, cit.
in De Toni, Comello, p. 140)
paradigma perturbativo dell’insegnamento
Accoppiamento strutturale (Varela,1980): accoppiamenti fra organismo e medium
(ambiente)

Durante l’ interazione con l’ambiente cambia la struttura, permane l’organizzazione (i


sistemi vivente continuano a auto-organizzarsi pur cambiando strutturalmente →
cambiano, ma restano se stessi). → passaggio da un paradigma informativo ad un
paradigma perturbativo della comunicazione
non è necessario presupporre un terreno comune fra gli interlocutori, perché ciascuno
costruisce da sé il senso sulla base del suo dominio cognitivo.

In termini educativi:
Non c’è alcun apprendimento senza una
costruzione attiva e autonoma del soggetto.
L’insegnante perturba e l’allievo rimane se
stesso, auto-riorganizzandosi
Nuovi pardigmi di apprendimento per un sistema complesso

• Il cervello non opera con rappresentazioni del mondo esterno: il


sistema di pensiero e il suo mondo nascono
contemporaneamente. (Varela).

• La previsione non è l’essenza della scienza; lo sono la


comprensione e la spiegazione (Philip Anderson)

L’unica via per intuire l’evolvere della realtà è porre attenzione ai segnali
deboli potendo i sistemi complessi, soprattutto quando in condizioni di
instabilità, modificarsi in base a sollecitazioni minime.
È opportuno comprendere le delicate dinamiche dei sistemi complessi, i
loro tempi interni, la loro sensibilità a determinate sollecitazioni anche
minime, i vincoli e le possibilità del sistema ecc. → Lewin: avere occhi e
orecchi nei punti nevralgici della situazione
Arte come esperienza

Dewey 1934, Arte come Esperienza:


Dewey fa emergere un nuovo
paradigma per l’esperienza in
generale individuato nell’artisticità.

Tesi fondamentale : L'estetico non si


intrufola nell'esperienza dall'esterno,
ma è lo sviluppo di tratti che
appartengono ad ogni esperienza
quotidiana.
La visione dello sforzo nella produzione artistica

L’arte deriva dallo sperimentare momenti di armonia;


ma l’armonia presuppone la disarmonia, perché… …laddove
ogni cosa è già completa non esiste compimento:
L’armonia così raggiunta non è semplicemente l’opposto della
disarmonia, ma «ingloba» in sé l’emozione e l’intelligenza
profuse nella lotta che hanno permesso di giungere ad essa.
Alternanza tra ordine e disordine

Per Dewey la vita è un’alternanza fra ordine e disordine: la


creatura si «mette in moto» quando percepisce una perdita
dell’equilibrio nell’interazione con l’ambiente: l’equilibrio che si
conquista produce un incremento qualitativo rispetto
all’equilibrio perduto.

Tale concetto è stato presente a lungo in psicologia nell’idea


che gli esseri viventi perseguissero l’equilibrio, l’omeostasi.
Freud ne parlava come di «principio di costanza»
dal disordine all’ordine come esperienza.

L’ordine non è imposto dal di fuori, ma è costituito dai rapporti di reazione


armonica che le energie e le interazioni producono.

L’ordine è apprezzato in un mondo che tende al caos. Dà pace e sicurezza


Se volessimo fare degli esempi a livello psicologico potremmo dire che può
amare veramente solo chi ha conosciuto l’odio e l’ha superato; che può essere
veramente temerario chi sa cos’è la paura, altrimenti è solo uno spericolato:
quell’amore, quella temerarietà contengono il loro opposto, che è stato in essi
«inglobato», «mediato», «sintetizzato»…

per Jung i contenuti della psiche collettiva (gli archetipi) hanno natura
bivalente: bene/male, forza/debolezza, calma/imprudenza ecc. Sta al percorso
di individuazione di ciascuno sintetizzarli in una unità più vasta…

Improvvisazione, Composizione, Ascolto:


l’allievo ripercorre la strada dal disordine all’ordine.
Le fasi di apprendimento: non c’è errore

Dalla cultura dell’ «or» alla cultura dell’ «and»


La vita consiste in fasi in cui l’organismo perde il passo rispetto alla marcia delle cose
circostanti e poi lo recupera, o con uno sforzo o per qualche felice circostanza.
E in una vita che si sviluppa, il ricupero non è mai un mero ritorno allo stato precedente, in
quanto esso si è arricchito dello stato di squilibrio e di resistenza attraverso il quale è passato
con successo.
Se il vuoto tra l’organismo e l’ambiente è troppo largo, l’essere vivente muore. Se la sua
attività non viene intensificata da un momentaneo dislivello, esso non fa che vegetare.
La vita si sviluppa allorché un momentaneo sbandamento permette il passaggio a un
equilibrio più vasto tra le energie dell’organismo e quelle delle condizioni in cui esso vive.
(Dewey, Arte come esperienza, cap. 1)
la contemplazione di ordine e disordine

Anche il nostro senso della bellezza è ispirato dalla combinazione di ordine e disordine
Perché il profilo di un albero spoglio piegato dal vento impetuoso contro un cielo serale
viene percepito come bello, mentre il profilo di un edificio universitario funzionale non
viene percepito come tale, nonostante tutti gli sforzi dell’architetto?
La risposta, anche se un po’ speculativa, mi sembra venire dalla nuova comprensione
dei sistemi dinamici.
Il nostro senso della bellezza è ispirato dalla combinazione armonica di ordine e
disordine quale si presenta in oggetti naturali; in nuvole, alberi, catene di montagne,
cristalli di neve. Le forme di tutti questi oggetti sono processi dinamici consolidati in
forme fisiche, e particolari combinazioni di ordine e disordine sono tipiche di tali forme
(Gert Eilenberger, Freedom, science and aestetics, in Schӧnheit im Chaos, p. 35, cit. in
Gleich, 1987, tr.it. 2000, p. 120).
Fare esperienza

Etimo latino della parola esperienza: experior, ha significati legati all’azione


(provare, tentare, mettersi alla prova, cimentarsi) e alla affetività ad essi legata
(soffrire, conoscere a proprie spese). Al passato expertus sum, indica
conosco.
i vecchi paradigmi dell’insegnamento strumentale

• una concezione elitaria e innatistica della musicalità;


• la trasmissione attraverso il codice scritto;
• la specializzazione della figura di interprete, basata sulla
centralità della tecnica;
• un iter formativo caratterizzato da lezione individuale che
culmina in esibizioni pubbliche.
i nuovi paradigmi dell’insegnamento strumentale

Il nuovo modello operativo implica, quindi, scelte metodologiche quali:


• la valorizzazione dell'esperienza, delle conoscenze e delle caratteristiche dei
partecipanti;
• un approccio globale al contenuto musicale;
• il coinvolgimento attivo e creativo nei confronti del sapere, attraverso
esplorazione, 

scoperta e problematizzazione;
• la condivisione di procedure e acquisizioni; 

• la responsabilizzazione nei confronti della progettazione, dell'attuazione e della 

valutazione dei risultati;
• l'interazione fra operatività e riflessione.
Lo sviluppo delle motivazione intrinseca

Al giorno d'oggi l'insegnante deve considerare lo sviluppo della motivazione come uno
dei compiti principali da affrontare, non una conditio sine qua non.

La soluzione più adottata è quella di rafforzare la motivazione estrinseca attraverso il


conseguimento di una ricompensa (come ad esempio nel caso dei concorsi), fondando
però, in maniera discutibile, l'impegno sulla competitività.

Più produttivo è, invece, lo sviluppo della motivazione intrinseca, quella che si alimenta
nella gratificazione personale: la condizione necessaria per poter ottenere una
situazione di interesse, curiosità, piacere è che l'insegnante stesso sia motivato ad
insegnare. L'insegnante deve, inoltre, circoscrivere i problemi e individuare strategie
per risolverli, mettendosi nei panni dell'allievo, attivando in lui attenzione e sensibilità.
Studiare uno strumento consente di

• essere nella musica: coinvolge l'individuo nei suoi aspetti psicofisici, conferisce
una maggiore capacità di lettura del reale ed una nuova possibilità di conoscenza di sé;
• diventare fruitori più curiosi e competenti: entrare in contatto con generi musicali
diversi sviluppa la curiosità e il senso critico dell'individuo anche in veste di fruitore;
• esprimere se stessi: attraverso la musica è possibile dare forma al proprio mondo
emotivo ed esprimere in forma immediata e simbolica aspetti della propria personalità
che diversamente difficilmente potrebbero emergere, facendone, in più, emergere gusti,
valori, competenze e condotte (narrazione di sè);
• consolidare l'autostima e sperimentare i propri limiti e le strategie per superarli:
l'insegnante assume un ruolo fondamentale per la costruzione dell'autostima e per
questo deve prestare attenzione nell'esposizione delle critiche, che devono essere
affrontate con serenità e in modo costruttivo, al fine di poter condividere con lo studente
o più studenti le strategie di soluzione ai problemi che si presentano;
Studiare uno strumento consente di
• costruire un'autodisciplina: dover far fronte a compiti esecutivi sempre più complessi
sviluppa una maggiore capacità di autoorganizzazione e accresce il senso di responsabilità;
• imparare a lavorare in collettività: soprattutto nel caso della musica di insieme, in quanto
il risultato del singolo coincide con il risultato del gruppo, mette l'individualità a disposizione
della collettività;
• sviluppare attenzione e concentrazione: l'esecuzione musicale mette in atto un'attivazione
psico-fisica che necessita di un'attenzione costante, in quanto una minima disattenzione
potrebbe compromettere la continuità e la fluidità della performance;
• integrare mente e corpo, affettività, logica e sensorialità e affinare capacità percettive e
psicomotorie: movimento, sensorialità e affettività interagiscono in tempo reale in vista di una
produzione sonora temporalmente organizzata;
• sviluppare capacità analitiche/cognitive e espressive/creative: la creatività non può essere
insegnata, ma è possibile creare le condizioni perchè gli studenti assumano atteggiamenti
creativi volti a realizzare prodotti artistici. E' importante abituare gli allievi a non seguire le regole
passivamente e ad applicare soluzioni pre- confezionate, ma piuttosto a porsi problemi e
sviluppare autonomamente strategie di problem solving.

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