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Illustrazione dell'anello di 's Gravesande, utilizzato per descrivere il fenomeno della dilatazione termica.
Indice
1Dilatazione volumica
2Dilatazione superficiale
3Dilatazione lineare
8Note
9Bibliografia
10Voci correlate
11Altri progetti
12Collegamenti esterni
Se la temperatura di un solido o di un liquido passa da a , il suo volume passa dal volume iniziale al volume
finale in modo che la variazione del volume sia direttamente proporzionale al volume iniziale e alla
variazione di temperatura .
dove la costante prende il nome di coefficiente di dilatazione cubica. Esso esprime l'aumento volumetrico
di un corpo, avente un volume iniziale unitario di 1 m³, quando la sua temperatura aumenta di 1 °C. Il
coefficiente di dilatazione volumica si misura in oppure in ed il suo valore numerico dipende dalla sostanza
di cui è costituito il corpo considerato. Le sostanze solide hanno un coefficiente di dilatazione volumica
dell'ordine di , mentre il coefficiente di quelle liquide è di un ordine di grandezza maggiore.
cioè
La legge precedente esprime la linearità tra volume del corpo e la temperatura a cui esso si trova, ma la
rapidità di variazione dipende dal valore iniziale che si sceglie. In effetti questa dipendenza non è rilevante
ai fini pratici in quanto il volume varia poco se le variazioni di temperatura considerate sono basse.
Nella dilatazione superficiale, l'aumento della superficie ΔS è direttamente proporzionale alla superficie
iniziale e all'incremento di temperatura
Nella dilatazione lineare, l'aumento della lunghezza del corpo è direttamente proporzionale alla lunghezza
iniziale e alla variazione di temperatura
[1]
Invece nel caso di materiali anisotropi gli effetti della dilatazione sono differenti a seconda della direzione
che si prende in considerazione, per cui la relazione che lega i coefficienti di dilatazione cubica, superficiale
e lineare dipende dalla particolare morfologia del materiale (la quale a sua volta dipende, oltre dalla
composizione chimica del materiale, dall'intero processo di produzione e lavorazione al quale è sottoposto).
Per un materiale, contrariamente a quanto si pensa, non esiste un solo coefficiente di dilatazione termica,
ma ne esistono tanti quanti sono gli stati cristallini che può assumere il materiale
(polimorfismo o allotropia).
Nei gas, a rigore, non avrebbe senso parlare di dilatazione, poiché essi non hanno un volume proprio, ma
occupano sempre tutto il recipiente che li contiene. Si parla quindi più propriamente di "espansione" del
gas.
Ove p indica che la pressione è mantenuta costante durante la espansione, e "V" indica che la espansione è
volumetrica (non lineare). Per un gas a bassa densità vale la legge di Gas ideale.
Lo stress termico, chiamato anche shock termico, è uno stato di sollecitazione interna ad
un materiale causato da variazioni termiche che, se brusche, possono causare in elementi fragili la loro
rottura.
Note[modifica | modifica wikitesto]
1. ^ Turchetti, p. 96.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Temperatura
Calore
Portale Ingegneria P
Categoria:
Termodinamica
[altre]
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