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giovedì 23 novembre 2023

Transizioni di fase
I liquidi hanno un volume proprio ma, nonostante siano una fase
condensata, assumono la forma del recipiente che li contiene in
quanto, diversamente dai solidi, possiedono interazioni
intermolecolari deboli tali da poter essere rotte e riformate
continuamente (in tempi brevissimi).

I liquidi a causa delle interazioni intermolecolari hanno uno spazio vuoto


(volume libero), all’interno della loro struttura, molto più piccolo di quello
dei gas: questo conferisce loro una bassa comprimibilità.

Come i solidi, anche i liquidi (diversamente dai gas) possiedono delle


zone super ciali con caratteristiche molto diverse da quelle all’interno
del materiale (“e etti di super cie”).

La tensione super ciale


All’interno del liquido ogni molecola è bilanciata da forze provenienti sia
dall’alto che dal basso (dovute alle varie interazioni intermolecolari),
dando una somma delle forze sulla molecola = 0.
Sulle molecole in super cie, al contrario, ci sono solamente forze
provenienti dal basso; questo sbilanciamento conferisce loro un’energia
potenziale maggiore (si tratta di una situazione energetica più instabile).
La presenza, ad esempio, di un insetto sulla super cie di una
pozzanghera può essere così spiegata (il peso del corpo
controbilancerà le spinte provenienti dalle molecole sottostanti alle sue
zampe).

Essendo dunque la super cie una situazione instabile, per la legge della
minimizzazione dell’energia, il liquido tenderà a disporsi in maniera tale
da minimizzare le zone super ciali (per la tendenza a situazioni stabili).
Questo spiega come mai le gocce d’acqua hanno una forma pressoché
sferica (minore rapporto super cie/volume possibile).

Possiamo dunque de nire la tensione super ciale come l’energia


richiesta per aumentare l’area super ciale di una unità.
Essa dipende anche dal tipo di sostanza in considerazione.

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La viscosità
Si tratta della resistenza che un liquido oppone allo scorrimento.
L’acqua, ad esempio, è meno viscosa del miele.
Anche questa proprietà dipende logicamente dalla forza delle interazioni
intermolecolari della sostanza in esame.
Dal momento che, fornendo calore si possono spezzare le interazioni
intermolecolari, la viscosità di un sistema dipenderà anche dalla sua
temperatura.
In genere i liquidi diventano meno viscosi a temperature più elevate.

La capillarità
È la capacità di un liquido di risalire all’interno di un tubicino stretto (il
capillare) contro la forza di gravità.
Fondamentalmente, grazie alle interazioni:
- Intermolecolari fra le molecole del liquido stesso (forze di coesione);
- Tra il liquidi e la parete del capillare (forze di adesione).
Il liquido riesce ad “aggrapparsi” all’interno del tubicino e quindi a
risalire no a quando non uguaglia la forza di gravità e avverrà il
bilanciamento.
Tanto più stretto è il capillare, tanto più il liquido risalirà lungo lo stesso.

Il liquido nel tubo assume una forma curva chiamata menisco:


- Concavo in H2O: adesione > coesione;
- Convesso in Hg (mercurio): coesione > adesione.

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I passaggi di stato:
L’evaporazione è il passaggio dallo stato liquido allo stato di vapore.
La condensazione è il passaggio dallo stato gassoso a quello liquido.
Le molecole in super cie sono le più soggette ad evaporare (un liquido
in un contenitore largo evaporerà prima di uno in contenitore stretto).
Maggiore è la temperatura, maggiore sarà l’energia cinetica che le
molecole avranno per “fuggire” dal liquido e dunque, maggiore sarà la
velocità di evaporazione.

- Liquidi caratterizzati da forze intermolecolari minori evaporeranno più


facilmente: volatili.
- Liquidi caratterizzati da interazioni più forti evaporeranno più
di cilmente: non volatili.

Serve calore per far evaporare un liquido, quindi l’evaporazione è un


processo endotermico.
La condensazione, d’altro canto, cede calore (ci scottiamo col vapore)
dunque si tratta di un processo esotermico.

L’entalpia di vaporizzazione (ΔHev) è l’energia necessaria a far passare


una mole di liquido allo stato gassoso.
L’entalpia di condensazione (ΔHcond) = - ΔHev (ricordiamo che si tratta
di una funzione di stato!).

Mettendo un certo liquido all’aria (sistema aperto), quest’ultimo


evaporerà a qualsiasi temperatura si trovi (una temperatura maggiore
potrebbe solo velocizzare il processo).
In un contenitore chiuso (sistema chiuso) le molecole evaporate non
hanno la possibilità di disperdersi; a questo punto avremo una
pressione generata dal gas all’interno del contenitore, sulla super cie
del suo liquido: la pressione di vapore.
Questa entità dipende logicamente:
- Dalla temperatura;
- Dalle forze intermolecolari nel liquido.

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Ad un certo punto le molecole torneranno
dalla fase gassosa alla fase liquida
mediante un processo continuo di
evaporazione e ricondensazione; dunque
le velocità del processo di evaporazione e
di ricondensazione diventerà uguale (il
liquido non tenderà più ad evaporare ed il
gas non tenderà più a ricondenensare)
Possiamo parlare di equilibrio dinamico
(le due trasformazioni avvengono allo
stessi momento ma con velocità uguale,
da far si che le quantità di gas e liquido
non cambino ).

Perturbando un sistema in equilibrio dinamico, si andrà a sbilanciare lo


stato dello stesso, favorendo una reazione rispetto all’altra.
Secondo il principio di Le Châtelier, quando un sistema in equilibrio
dinamico viene disturbato, quest’ultimo risponde in modo tale da
minimizzare la perturbazione e ritornare allo stato di equilibrio.

Quando la temperatura aumenta, più molecole andranno in fase


gassosa e quindi la pressione di vapore aumenterà.

Il punto di ebollizione di un liquido è la temperatura alla quale la sua


pressione di vapore uguaglia la pressione atmosferica.
Al punto di ebollizione anche le molecole interne (oltre a quelle di
super cie) del liquido hanno energia cinetica su ciente per passare
dallo stato liquido allo stato gassoso (con comparsa di bolle di gas).
Al punto di ebollizione l’aggiunta di calore non innalza la temperatura, in
quanto lo stesso servirà (non più per dare energia cinetica alle molecole)
per portare tutte le molecole in fase gassosa.

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Legge di Clausius-Clapeyron:
Non agg capit

La fusione è il passaggio dallo stato solido a quello liquido; il processo


inverso, da liquido a solido, prende il nome di solidificazione.
L’entalpia di fusione (ΔH fus) è l’energia necessaria a far passare una
mole du solido allo stato liquido.
L’entalpia di solidificazione (ΔHsol) = −ΔH fus.

La sublimazione è il passaggio dallo stato solido a quello gassoso; il


processo inverso, dallo stato gassoso a quello solido, prende il nome di
brinamento.
Anche in questo caso la pressione del gas in equilibrio dinamico con il
suo solido è la pressione di vapore del solido.
L’entalpia di sublimazione (ΔHsub) è l’energia necessaria a far passare
una mole di solido allo stato gassoso.
Essendo ΔH una funzione di stato, l’entalpia di sublimazione può
essere calcolata come: ΔHsub = ΔH fus + ΔHev.
Infine, l’entalpia di brinamento (ΔHbri) = −ΔHsub.

Curve di riscaldamento:

Le linee rette indicano i passaggi di stato.

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Diagrammi di fase:

Regioni: zone del grafico (condizioni di P e T) in cui abbiamo fasi stabili.


Linee o curve: rappresentano specifiche condizioni di P e T alle quali
due fasi sono in equilibrio.
Punto triplo: rappresenta le specifiche condizioni di P e T alle quali tre
fasi del sistema sono ugualmente stabili.
Punto critico: rappresenta le condizioni di P e T sopra alle quali esiste
un fluido supercritico.
Fluido supercritico: è un fluido con proprietà in parte analoghe a quelle
di un liquido (ad esempio la densità) e in parte simili a quelle di un gas
(ad esempio la viscosità).

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