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I fluidi

Solidi, liquidi e gas


Fluido

I fluidi sono sostanze capaci di scorrere o fluire.


Quindi sia i liquidi che i gas, avendo la capacità di fluire
sono considerati fluidi.

Liquidi e gas sono fluidi


Caratteristiche di un fluido

Liquido -volume limitato dalla superficie libera


Gas -diffusione nell’intero volume disponibile

Un fluido può essere:


omogeneo caratteristiche fisiche costanti per tutto il suo
volume
disomogeneo caratteristiche fisiche non costanti

Fluido “ideale”: non comprimibile, omogeneo, senza


attrito interno (non viscoso).
Densità

La massa volumica (o densità) di un liquido o un gas è un fattore che ne


determina il comportamento come fluido.
La densità ρ di una sostanza dipende dalla natura stessa della sostanza ed è il
rapporto tra la sua massa m e il suo volume V:

La densità d è direttamente proporzionale alla massa m e inversamente proporzionale


al volume V.
•La densità è una grandezza derivata.
•La densità ha le dimensioni fisiche di una massa divisa per una lunghezza al cubo.
Densità nei corpi omogenei

 Si dice OMOGENEO un corpo costituito dagli stessi atomi o dalle stesse


molecole in ogni sua parte; normalmente i corpi tendono ad essere omogenei.

In un corpo omogeneo la densità di massa è costante, ovvero uguale in ogni


suo punto

Avere densità costante vuol dire che la densità su tutto il volume del
parallelepipedo in figura è uguale a quella calcolata su un qualsiasi volumetto più
piccolo. In altre parole, per un corpo omogeneo densità globale e densità
locale in un qualsiasi punto sono le stesse.

d1=d2=d3 d1

d3
d2
Densità nei corpi disomogenei

 Consideriamo un corpo disomogeneo, ovvero fatto di porzioni di diverso


materiale. In questo caso la densità locale sarà diversa dalla densità globale.

La densità globale D di un sistema disomogeneo è uguale al rapporto tra la massa


totale M del sistema (ovvero la somma delle masse dei singoli componenti) ed il volume
totale V (ovvero la somma dei volumi dei singoli componenti)
La pressione

La pressione p esercitata da una forza che agisce in direzione perpendicolare a una


superficie è il rapporto tra il modulo F della forza e l’area S della superficie:
Pressione sui fluidi
Pertanto la stessa forza può avere effetti diversi a seconda
della superficie su cui agisce. Ad esempio chi cammina sulla
neve
Unità di misura della pressione

L'unità di misura della pressione nel Sistema Internazionale è il


pascal:

La pressione è una grandezza scalare.

 1 Pa è la pressione esercitata dalla forza di 1 N su un'area di 1 m2.

Ad esempio, un hg di sabbia sparso su un foglio di carta di area 1 m2 esercita


circa p = 1 Pa.
Pressione sui fluidi
Forze perpendicolari e parallele sui liquidi

Consideriamo il caso generale di una forza applicata in direzione qualsiasi


rispetto alla superficie.

Possiamo sempre però scomporre questa forza in una


componente perpendicolare alla superficie, capace di esercitare
una pressione su di essa, ed una componente parallela, detta
anche forza di taglio
Forze perpendicolari e parallele sui liquidi

La componente perpendicolare comprime la superficie, ed


esercita una pressione su di essa.
I liquidi sono in grado di resistere a questa forza, poiché la
pressione tende a schiacciare le molecole le une contro le
altre, ma la repulsione elettrostatica impedisce che possano
avvicinarsi oltre un certo limite.

I liquidi non sono invece in grado di opporre resistenza


alle forze di taglio: questi tendono a far scorrere gli strati
molecolari gli uni sugli altri, ed essendo le molecole debolmente
legate, esse possono scorrere le une sulle altre quasi senza
resistenza.

Dunque queste forze in condizioni di equilibrio non debbono


esserci
La pressione idrostatica

Si dice pressione idrostatica la pressione del liquido in condizioni statiche

 Poiché i liquidi sono incapaci di resistere a forze parallele (di taglio), se


all’interno di un liquido in equilibrio consideriamo una superficie qualsiasi la forza di
pressione sulla superficie deve essere puramente perpendicolare alla
superficie; se ci fosse una componente parallela, il liquido scorrerebbe e dunque
non sarebbe idrostatica

 Consideriamo il recipiente in figura pieno d’acqua. Su


qualsiasi superficie interna al liquido preme il peso di tutta
l’acqua sovrastante. Sulla parete del recipiente questo peso
genera una forza interna al liquido perpendicolare alla
parete, contrastata dalla rigidità del contenitore
 Se il liquido è a contatto con l’aria esterna, la pressione
dovuta al peso del liquido va sommata alla pressione dell’aria
sovrastante. La pressione dell’aria a livello del mare vale una
atmosfera (1 atm). La pressione atmosferica preme
dall’esterno non soltanto sulla superficie del liquido, ma su
tutte pareti del contenitore, sempre perpendicolarmente alla
superficie
La pressione Idrostatica: Legge di Stevino

Per effetto della gravità, gli strati superiori di un fluido esercitano una forza
sugli strati inferiori: ciò fa sì che la pressione nel fluido aumenti con la
profondità
Nel caso di un liquido, cioè di un fluido che può essere considerato
incomprimibile e ha pertanto densità ρ costante, vale la legge di Stevino
.

Una colonna di liquido in quiete, di altezza h, esercita alla


base una pressione (idrostatica) pari a dgh
(d densità, g accelerazione di gravità)
Legge di Stevino

La pressione dovuta al peso di un liquido è proporzionale sia


alla densità del liquido che alla sua profondità.

C
legge di Stevino

Calcoliamo la pressione idrostatica in un liquido nel caso di un


semplice recipiente rettangolare.
Consideriamo una superficie S all’interno del liquido, posta ad una
profondità h.
La pressione che agisce dall’alto su S è dovuta al peso della colonna
di liquido di altezza h che sovrasta S, più la pressione atmosferica Patm
dell’aria sopra la superficie del liquido; sia m la massa di liquido interno
alla colonna;
il peso della colonna di liquido è : Fp=mg
La massa m del liquido possiamo scriverla come densità D del liquido
per il volume V della colonna: m=dV

V è uguale a superficie S per altezza h: V=Sh

C
Legge di Stevino: i vasi comunicanti
Per quanto strana possa essere la forma del recipiente, la legge di Stevino continua a
valere.
Consideriamo il recipiente in figura: la pressione del liquido in punti posti alla stessa altezza h è
sempre uguale a Patm + Dhg
Da questo risultato deriva il principio dei vasi comunicanti: in condizioni statiche il livello del
liquido nei diversi vasi è sempre lo stesso; altrimenti, per la legge di Stevino, la pressione
nei punti ad altezza h sarebbe diversa ma questo violerebbe l’ipotesi di staticità ed il liquido
si trasferirebbe da un vaso all’altro per equilibrare orizzontalmente la pressione
Legge di Stevino: i vasi comunicanti
liquidi non miscelabili
Se il liquido contenuto è di una sola specie allora esso si distribuirà
all’interno dei vari vasi raggiungendo la stessa altezza.
Se invece ci sono almeno due liquidi distinti essi avranno una
densità diversae 
In questo caso si osserva che i due liquidi raggiungeranno altezze
diverse h1 e h2.
Infatti all’equilibrio le pressioni esercitate dalle colonne dei due
liquidi si eguagliano e si ha:

Ovvero le altezze raggiunte


nei due vasi comunicanti da
due liquidi non miscibili sono
inversamente proporzionali
alle loro densità
Legge di Pascal

Qualunque variazione di pressione in un fluido contenuto in un


recipiente chiuso è trasmessa inalterata a tutti i punti del fluido e
delle pareti del recipiente.
https://m.youtube.com/watch?
v=WbZiZaxOKnI
Iniezione

Quando facciamo un’iniezione, premiamo sul pistone della siringa,


cioè esercitiamo una pressione sulla superficie di liquido (la
medicina) che è a contatto con esso.
Questa pressione si trasmette a tutta la massa del liquido che, a
sua volta, preme, con la stessa intensità, contro tutte le pareti del
cilindro ed esce attraverso l’ago, unica via di fuga, con una velocità
tale che è funzione della pressione da noi esercitata.
La pressione atmosferica
Tutti gli oggetti sulla Terra sono sottoposti alla pressione
esercitata dalla colonna d'aria che li sovrasta: la pressione
atmosferica.
La misura della pressione atmosferica

La prima misura del peso dell’aria fu realizzata da


Evangelista Torricelli (1608-1647) nel 1643. Egli riempì di
mercurio una lunga provetta di vetro fino all’orlo, tappando
l’estremità aperta, capovolgendo la provetta, e immergendola
in una bacinella piena di mercurio, in modo che nello spazio
in alto ci fosse il vuoto
 Una volta rimosso il tappo, osservò che la provetta non
si svuotava completamente: rimaneva sollevata di ben 76 cm
sopra la superficie della bacinella !!
 Colonnina e bacinella sono come vasi comunicanti con
due sostanze diverse: il mercurio nella colonnina, e la
colonna d’aria sopra la bacinella. All’equilibrio, il peso
dell’aria tiene sollevato il mercurio di 76 cm (a livello del
mare)

Dunque la pressione atmosferica a livello del


mare è uguale alla pressione di una colonnina
di 760 mm di mercurio.
La pressione atmosferica diminuisce con l’aumentare dell’altitudine, perché
diminuisce il peso della colonna d’aria sovrastante
https://m.youtube.com/watch?
Unità di misura della pressione

https://m.youtube.com/watch?v=cHn3kQ0-
R0k
https://m.youtube.com/watch?
Archimede

Si narra che Gerone , ti ranno di


Siracusa, consegnò un lingotto d’oro
S

purissimo ad un orefice , perché g li


fabbricasse una corona.
A lavoro finito la corona fu pesata e il
peso corrispondeva a quello dell’oro.
Ciononostante Gerone sospettava che
l’orefice avesse tenuto per sé parte
dell’oro, sostituendolo con un metallo
meno prezioso, per conservare il peso,
ma non sapeva come fare per
dimostrarlo, allora chiese aiuto ad
Archimede che aveva fama di grande
genio e inventore.
Archimede, dopo aver pensato molto,
mentre faceva i l bagno, trovò la
soluzione … e per la felicità uscì nudo
dalla vasca e cominciò a correre per le
strade gridando "eureka!".

https://www.youtube.com/watch?
v=zKNCQIOVI9w
La legge di Archimede

La spinta di Archimede spiega perché


alcuni corpi in acqua affondano mentre
altri galleggiano.
Legge di Archimede: un corpo
immerso in un fluido riceve
una spinta verso l'alto di
intensità pari al peso del
volume del fluido spostato.
La spinta di Archimede
Osserviamo il cubetto di liquido, in equilibrio all’interno del
contenitore cubico più grande, anch’esso pieno dello stesso
liquido: il fatto che il cubetto sia in equilibrio equivale a dire che le
forze che agiscono su di esso nella direzione verticale hanno
risultante 0.
Questo a sua volta significa che la forza peso che spinge verso il
basso il cubetto, di modulo mg (m=dV) ossia dVg, è
controbilanciata da una forza opposta, ossia con la stessa
intensità, ma diretta verso l’alto:
tale forza è la

SPINTA DI ARCHIMEDE FA
Effetti della spinta di Archimede
Un corpo immerso nel liquido riceve una spinta dal basso
verso l’alto pari al peso del liquido spostato.
Se questa spinta è inferiore alla forza peso il corpo affonda, se è
maggiore della forza peso, il corpo affiora in superficie.
La competizione tra forza di Archimede e forza di gravità è
determinata dalle densità del corpo immerso e del liquido: se il
corpo ha densità maggiore di quella del liquido (ad esempio una
pallina di piombo in acqua) il corpo affonda; se il corpo ha densità
minore (pallina di polistirolo in acqua) la pallina galleggia
Galleggia di più un corpo grande o uno piccolo ?
un corpo pesante o uno leggero ?
Galleggia di più un corpo grande o uno piccolo ?
un corpo pesante o uno leggero ?
La risposta esatta è:
non si può dire a priori chi galleggia di più, poiché ciò che conta
non è né la dimensione (grande o piccolo) né il peso (pesante o
leggero), ma la DENSITA’ MEDIA del corpo, in rapporto alla densità
dell’acqua
Esempio:
una piccola pallina di piombo dal peso di 100 g affonda, mentre una
nave da crociera dal peso di cento tonnellate galleggia !!
Galleggiamento
esempio
La barca affonda nell’acqua fino a quando il
peso del volume d’acqua spostato non
raggiunge il peso della barca:
in quel momento peso della barca e spinta di
Archimede sono forze opposte, e il sistema è
finalmente in equilibrio
L’uomo immerso in acqua

L’acqua di mari ed oceani ha una


concentrazione di sali disciolti di circa 35
grammi/litro; il valore esatto dipende del mare
considerato; il sale disciolto in acqua è in gran parte
cloruro di sodio o sale da cucina (NaCl)
A causa del sale disciolto l’acqua marina ha una
densità di circa 1,025 Kg/litro = 1025 Kg/m , 3

ovviamente maggiore rispetto al valore dell’acqua


pura di 1 Kg/litro = 1000 Kg/m 3

Il corpo umano è in gran parte (per il 70%) fatto


di acqua; la sua densità media, 1070 Kg/m è di 3

poco superiore a quella dell’acqua. Dunque il


corpo umano in acqua affonda
Rimanere a galla in acqua di mare è più facile che
in piscina: a causa della maggiore densità
dell’acqua salata, la forza di Archimede esercitata
sulla porzione di corpo immersa è maggiore in
acqua di mare
Nel Mar Morto, tra Israele e Giordania, la salinità è enorme (300
grammi per litro) e la densità dell’acqua 1.24 Kg/litro, ovvero
1240 Kg/m3, dunque ben maggiore di quella del corpo umano !!
Affondare è impossibile, come dimostrano le foto dei turisti a bagno:
la forza di Archimede è troppo più grande della forza peso.
L’anomalia dell’acqua
Per la grande maggioranza delle sostanze, la fase solida è più densa e pesante
della fase liquida, poiché nei liquidi la distanza interatomica o intermolecolare si
espande, per cui la densità media si riduce. Ne consegue che ad esempio una biglia
di ferro immersa nel ferro fuso affonda.
L’acqua è una straordinaria eccezione: la fase solida (ghiaccio) è meno densa
e più leggera della fase liquida. Si veda nel grafico il salto di densità presente a 0
°C al passaggio da ghiaccio ad acqua
Tra 0 °C a 4 °C la densità dell’acqua aumenta. Al di sopra dei 4 °C il
comportamento ritorna regolare: la densità diminuisce con l’aumento della
temperatura

 L’acqua a 4 °C raggiunge la sua massima densità e il suo massimo peso


 Al di sotto di 0 °C si ha la transizione di fase: l’acqua diventa ghiaccio; il
ghiaccio è meno denso e più leggero dell’acqua
Mongolfiera

Il principio di Archimede vale per tutti i fluidi, dunque non solo i liquidi

ma anche i gas !! Un caso esemplare è la mongolfiera

 Al di sopra del cesto vi è un potente lanciafiamme che scalda

rapidamente l’aria interna al pallone; scaldandosi, l’aria interna si

espande e riduce la propria densità rispetto all’aria esterna più fredda:

la forza di Archimede sovrasta la forza peso, e la mongolfiera sale di

quota.

 La temperatura a cui è scaldata l’aria interna è di circa 120°C; si noti

che è molto inferiore alla temperatura di fusione del nylon (220-230

°C) di cui è fatto il pallone.

 Per scendere basta aspettare che l’aria interna torni alla stessa

temperatura di quella esterna: la forza peso dell’involucro e

dell’abitacolo riporterà la mongolfiera a terra.

https://m.youtube.com/watch?
v=7gj6NUexiCY
https://m.youtube.com/watch?v=AcwW_gG_-
QQ
Dinamica dei fluidi

I principi che regolano il moto dei fluidi sono


sempre le leggi fondamentali
della meccanica, riespresse in termini di densità
e pressione.
Fluidi reali e fluidi ideali
Fluido reale : descrivere il moto di un fluido reale è matematicamente
complicato e non del tutto conosciuto

Fluido ideale: semplificazione


La corrente nei fluidi

Finora abbiamo studiato l’idrostatica (o fluidostatica), ovvero il


comportamento dei fluidi in equilibrio statico, fermi rispetto al sistema
di riferimento prescelto
 L’idrodinamica (o fluidodinamica) studia invece il
comportamento dei fluidi in movimento.
 Un fluido è in moto quando al suo interno si genera una
corrente; si dice corrente un movimento ordinato e continuo di un
liquido o di un gas. Il moto è ordinato quando tutte le particelle del
fluido scorrono nella stessa direzione.

Il moto in discesa dell’acqua di


un fiume forma una corrente
Portata di un fluido
Definiamo PORTATA q il rapporto tra il volume che attraversa in un dato intervallo di
tempo Δt una sezione trasversale di una conduttura (il tubo in cui scorre il fluido o il letto
di un corso d’acqua) e l’intervallo Δt stesso.

L’unità di misura della portata nel SI è il m3/s


Correnti stazionarie
Definiamo una corrente STAZIONARIA se la sua portata, attraverso
qualunque sezione della conduttura, è costante nel tempo (in generale
una grandezza fisica si dice stazionaria quando il suo valore rimane
costante al trascorrere del tempo).
Correnti stazionarie

N.B. Quando una corrente è stazionaria NON è vero che la portata


di un fluido sia la stessa in qualsiasi punto la si misuri: ad esempio
la portata di un fiume è in generale maggiore al centro e molto
minore nei pressi delle rive.
Dire che la corrente di quel fiume è stazionaria significa che, al
trascorrere del tempo la portata (maggiore) al centro rimarrà
sempre la stessa, e così la portata (minore) in una sezione presso
la riva rimarrà costante.
Correnti stazionarie
Sappiamo che i liquidi sono sostanzialmente incomprimibili. Dunque, il volume da
essi occupato non può cambiare nel corso del moto. Di conseguenza, se un
certo volume di liquido fluisce in una conduttura, esso deve spingerne via un
volume uguale.

 Ne segue che una corrente stazionaria di un fluido che scorre in un


tubo singolo deve avere la stessa portata in ogni sezione del tubo, ovvero
che la portata non può variare in nessun punto della conduttura.
L’equazione di continuità

Consideriamo la sezione di un tubo più stretta nel punto A e più larga in B;


siano SA ed SB le aree delle rispettive sezioni, e vA, e vB le velocità del fluido nei
punti A e B; affinché la portata sia uguale in A e in B deve essere:

SA vA=SB vB
L’equazione di continuità

Vale pertanto l'equazione di continuità:


la portata del liquido in A e in B è costante;
la sezione trasversale della conduttura e la velocità del
liquido sono inversamente proporzionali.
L’equazione di continuità

La proporzionalità inversa tra sezione del tubo e velocità del liquido,


SavA=SBvB ,
significa che nelle strettoie i liquido fluisce più in fretta:se S si dimezza
v raddoppia e viceversa.

Quando si annaffia si blocca


parzialmente la sezione del tubo
con un dito per far sì che
l'acqua,uscendo a v maggiore,arrivi
più lontano.
L’attrito nei fluidi
La presenza di un fluido in un recipiente fa si che i corpi che si muovano al suo interno
risentano della sua presenza, e siano sottoposti ad una forza di attrito dovuta ad esso,
l’attrito viscoso.
L'attrito viscoso si oppone al moto degli oggetti nei fluidi.

1) Attrito con le pareti della conduttura.


In condizione laminare (senza vortici) le lamine di fluido a contatto con la
parete risentono dell'attrito e lo trasmettono in parte al resto del fluido.
Attrito con le pareti della conduttura
Si verifica sperimentalmente che vale la legge:

F: forza necessaria per mantenere in moto il fluido a velocità v;


S: area dello strato di fluido;
d: distanza dalla parete;
: coefficiente di viscosità (dipende dal fluido).

Il coefficiente di viscosità, come dice il nome stesso, sarà


tanto maggiore quanto intense sono le forze di attrito interno
del fluido.
https://www.youtube.com/watch?
v=To0JKssYLQc
Coefficienti di viscosità per
diversi fluidi
https://www.youtube.com/watch?
v=NZcIgmHl88Y
Circolazione sanguigna
applicazioni
Lo sfigmanometro
La fleboclisi
Trasfusioni
Il sangue `e un fluido che circola nel corpo
umano. La pressione
relativa del sangue viene misurata con un
manometro a tubo aperto
La pressione arteriosa

Per comprendere bene il funzionamento dello sfigmomanometro, è innanzitutto


necessario puntualizzare cosa si intenda comunemente con l'espressione
"pressione sanguigna".

La pressione sanguigna che si misura comunemente con lo sfigmomanometro


è detta più propriamente pressione arteriosa (del sangue che scorre nelle
arterie), in contrapposizione con la pressione venosa, quella del sangue che
scorre nelle vene. È bene avere ben chiara questa distinzione, in quanto le
due pressioni assumono valori differenti e si misurano solitamente in due scale
diverse.
Se il sangue fosse un fluido statico, avrebbe una pressione determinata solo
dalla sua altezza e dalla sua densità (per il Principio di Stevino). Ma il sangue è
continuamente pompato in circolo dal cuore in un ciclo di sistole e diastole; la
pressione è dunque variabile da un massimo (alla sistole) ad un minimo (alla
diastole).
Pressione media del corpo umano

In medicina la pressione si misura in Torr (da Torricelli);

1Torr = 133Pa = 1mm Hg a 1atm = 760Torr

La pressione media del sangue quando viene pompato dal


cuore nell’aorta è di circa pR=100 Torr

Questa è una pressione relativa e ci dice di quanto la


pressione sanguigna supera quella atmosferica. La pressione
assoluta del sangue nell’aorta è p=p0+pR=860 Torr

La pressione massima (sistolica) è circa 120 Torr e la


pressione minima (diastolica) è circa 80 Torr
Misuratore di Pressione Manuale
Come si può intuire dal suo stesso nome, il misuratore di pressione in questione si caratterizza per un funzionamento
completamente manuale. Più correttamente noti come sfigmomanometri manuali, gli strumenti di questo tipo ancora oggi
in uso sono lo sfigmomanometro a mercurio e quello aneroide.

Misuratore di Pressione a Mercurio


Il misuratore di pressione (sfigmomanometro) a mercurio fu messo a punto dal medico italiano Scipione Riva-Rocci e
viene considerato come il capostipite degli sfigmomanometri manuali per la misurazione della pressione arteriosa.
Anche se il suo utilizzo risulta essere sconsigliato a causa della tossicità e della difficoltà di smaltimento del metallo
pesante in esso contenuto, il misuratore di pressione a mercurio è utilizzato ancora oggi ed è ritenuto da molti come
lo strumento più preciso per la misurazione non invasiva della pressione arteriosa.
Ad ogni modo, lo sfigmomanometro in questione è costituito da:
Un manicotto di tela che ricopre una camera d'aria;
Una pompetta manuale - dotata di valvola - collegata al manicotto di cui sopra da un tubo di gomma;
Una colonnina di mercurio e una scala graduata sulla quale sono riportati i valori di pressione espressi in millimetri (per
intenderci, la scala graduata e la colonnina di mercurio sono del tutto simili a quelle presenti nei termometri a mercurio
utilizzati per la misurazione della temperatura corporea).
Misuratore di Pressione Aneroide
Lo sfigmomanometro aneroide è un
misuratore di pressione in cui non è presente la
colonnina di mercurio sopra descritta. Questo
strumento si compone, infatti, di:
Un manicotto costituito da una camera d'aria;
Una pompetta manuale dotata di valvola e
collegata con un tubo di gomma al manicotto;
Un manometro a orologio con ago
mobile sul quale è riportata una scala
graduata in millimetri di mercurio (mmHg).
Come si misura la pressione
Sfigmanometro

Lo strumento utilizzato per misurare la pressione sanguigna è detto sfigmomanometro


(dal greco sphygmos, "pulsazione", manos, "pressione", e -metre, "misuratore"); esso è
composto da un manicotto, una pompetta e un manometro. Lo sfigmomanometro fu
inventato nel 1896 dal medico italiano Scipione Riva Rocci.

Lo sfigmomanometro è un oggetto piuttosto semplice da utilizzare ma che richiede


comunque un misuratore esterno: misurare la propria pressione da soli è impossibile
senza falsare i risultati. Esistono oggi in commercio sfigmomanometri elettronici da polso
che permettono di stimare da soli la propria pressione, ma i dati che forniscono sono
generalmente piuttosto imprecisi ed è preferibile farsi misurare la pressione da un medico
o in una farmacia.

È quindi utile, anche dal punto di vista strettamente fisico, cercare di capire il
funzionamento dello sfigmomanometro, prima in modo strettamente pratico, poi
analizzandolo fisicamente per comprendere i principi alla base di questo utile strumento.
Come misurare la pressione
La pressione viene misurata in una posizione standard, l'arteria brachiale, il principale
vaso che fornisce sangue al braccio. La misurazione fornisce valori misurati in mmHg
oltre la pressione atmosferica. Il valore medio della pressione sistolica a riposo è circa
120 mmHg, mentre quello della diastolica è 80 mmHg. In altre posizioni i valori possono
essere molto diversi: ad esempio, nei capillari la pressione massima media è di circa 40
mmHg, mentre la minima è 30 mmHg.

La pressione arteriosa è costantemente regolata dall'organismo tramite l'emissione di


diversi ormoni in processi piuttosto complessi - basti sapere che gli sforzi sia fisici che
mentali (fatica, stanchezza, emozioni, ecc.) e gli stati patologici possono variare
considerevolmente i valori della pressione arteriosa.
Funzionamento dal punto di vista fisico
Il funzionamento dello sfigmomanometro può essere analizzato dal punto di
vista fisico solo con alcune semplificazioni: è necessario considerare il sangue
un liquido ideale, e non considerare alcuni fattori che potrebbero interferire
nella misurazione (come ad esempio gli ormoni, i fluidificanti nel sangue ecc.).
Malgrado queste semplificazioni, che andranno sicuramente ad incidere sulla
validità dei risultati sperimentali ottenuti, va detto che lo sfigmomanometro
rimane comunque uno strumento fondamentale per la medicina

All'inizio della misurazione, nel manicotto c'è aria con pressione p0 uguale alla
pressione atmosferica; il manometro collegato al manicotto è tarato in modo da
avere come zero questo valore, quindi deve segnare 0 mmHg. Nell'arteria
brachiale il sangue scorre invece a pressione variabile tra la pressione
diastolica minima e quella sistolica massima.
Funzionamento dal punto di vista fisico

Non appena la pressione del manicotto è maggiore della pressione massima


del sangue (vale a dire maggiore di pmax+p0), l'arteria si occlude e il flusso
del sangue in essa si arresta completamente. Col fonendoscopio non si
sente più nulla. Quando si è in questa situazione, comincia la misurazione
vera e propria.
Misurazione
Aprendo un po' la valvola, il manicotto si sgonfia lentamente riequilibrando la pressione
dell'aria al proprio interno con quella atmosferica. Nell'istante in cui la pressione del
manicotto torna uguale a pmax+p0, il sangue torna a scorrere nell'arteria, nuovamente in
moto vorticoso a causa del diametro ridotto dell'arteria: si tornano dunque a sentire i rumori
caratteristici con il fonendoscopio. Sul manometro è segnata in questo istante la pressione
sistolica pmax misurata in mmHg oltre la pressione atmosferica.

I suoni di Korotkoff cessano nel momento in cui la pressione esterna (quella del manicotto)
non è più tale da impedire a tutto il sangue di passare attraverso l'arteria e il sangue torna
a muoversi di moto laminare. Si assume che questo accada nell'istante in cui la pressione
del sangue è uguale alla pressione diastolica pmin+p0; la pressione segnalata sul
manometro è quindi la pressione diastolica pmax, misurata in mmHg oltre la pressione
atmosferica. Attualmente c'è dibattito tra i medici se sia da considerare vera pressione
diastolica la pressione segnalata all'ultima ricorrenza dei suoni di Korotkoff o nel primo
istante di silenzio.
Misurazione della pressione: attenzione

Le pressioni misurate corrispondono alla


pressione del sangue nell’aorta solo se il
bracciale `e applicato alla stessa altezza
del cuore altrimenti la pressione misurata
sara’ la pressione cardiaca ± il contributo
della pressione idrostatica di una colonna
di sangue di altezza Δh dove Δh e’ la
differenza in altezza tra il punto di misura
e il cuore

Nei manometri in uso per la misura della pressione relativa


del sangue nella pratica medica, `e visibile una sola colonna (lunga
e stretta). L’altra colonna, larga e corta,è contenuta nello strumento.
La colonna lunga `e tarata dal fabbricante in modo che vi si legga
direttamente la pressione relativa.
`
Effetti fisiologici
della pressione idrostatica
h (cm) 40
– 60 50
In posizione eretta, alla pressione sanguigna
60 si aggiunge la pressione idrostatica
70 (dovuta al peso del sangue)
80

0 00
90
100
– Aumento di pressione a livello dei piedi: Es.
10 110 + distanza cuore-piedi ~ 1 m; dsangue ~ dacqua
20 120 P = dgh = (103 kg/m3)•(9.8 m/s2)• (1 m)
30 130
= 9800 Pa = 9800 • (760/101200) mmHg
40 140
+60 = 74 mmHg (non trascurabile!)
50 150
60 160
70 170
80 180 pressione venosa (0+74=74)
+120
p v pa pressione arteriosa (100+74=174)
h (cm)
F. Ballarini – Fisica Applicata – Energia nei fluidi 9
Trasfusione
Per introdurre liquidi nei vasi sanguigni
bisogna vincere la pressione interna. Come?

a) Entrare in vena (bassa pressione)


invece che in arteria (alta pressione)
b) Imprimere una pressione idrostatica
maggiore della pressione interna

la sacca deve essere posta in alto in modo che la


pressione idrostatica dgh del sangue da trasfondere
che entra nell’ago sia maggiore della pressione del
sangue nella vena. L’ago ha un raggio maggiore ed è
presente un filtro all’interno del gocciolatore.
Fleboclisi

Il volumetto di soluzione contenuto nell’ago già nella


vena è sottoposto da una parte alla pressione (6-8
mmHg) del sangue nella vena e dall’altra alla
pressione idrostatica dgh della soluzione contenuta
nel tubicino sovrastante. E’ quindi necessario che il
flacone venga posto ad una altezza tale che tale
pressione idrostatica sia maggiore di quella del
sangue nella vena. Il gocciolatore serve a valutare
la portata in base al numero di goccioline nell’unità
di tempo. La valvolina permette l’afflusso dell’aria,
sotto forma di bollicine, per mantenere la pressione
atmosferica nel flacone. In pratica si regola il flusso
mediante una placchetta metallica posta sul tubicino
Per il prelievo vale il principio
inverso, cioè per far uscire sangue
dalla vena bisogna imprimere una
“de-pressione”, cioè fare in modo
che all’esterno ci sia una pressione
minore
Drenaggio

Una pressione negativa di aspirazione viene spesso


utilizzata per togliere liquidi dalle cavità del corpo. In figura è
riportato un esempio di aspirazione per la regione
gastrointestinale.

La raccolta di liquidi all’estremità esterna del tubo di drenaggio può


essere passiva (per flusso spontaneo) oppure attiva quando i l tubo è
collegato a un sistema di aspirazione; il materiale fuoriuscito va a
raccogliersi in un flacone o una sacca.
Prelievi da donatore

Per fare un prelievo di sangue da donatore invece


la sacca deve essere posta in basso, in modo che
sia la pressione del sangue nella vena, maggiore
della pressione del sangue nel tubicino, a
“spingere” il sangue.

Nel caso delle iniezioni endovenose (o dei prelievi


con siringa) è invece la forza esercitata sullo
stantuffo della siringa a provocare nel liquido
all’interno dell’ago una pressione maggiore (forza
che spinge sullo stantuffo nel caso dell’iniezione) o
minore (forza che tira indietro lo stantuffo nel caso
del prelievo) di quella del sangue nella vena.

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