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Le proprietà dei fluidi

Perché certi insetti riescono a pattinare sull'acqua anziché affondare? Perché l'acqua spruzzata su di
una lastra di vetro in certi casi si raccoglie in forma di gocce e in altri si distribuisce come una sottile
pellicola? Perché l'acqua risale lungo un tubicino sottile? Come mai con l'acqua saponata si possono
fare delle bolle, mentre con l'acqua di rubinetto non ci si riesce? Per ragioni che vedremo fra poco, la
superficie delle sostanze possiede proprietà particolari. Sono proprio le proprietà delle superfici a
consentire quei fenomeni curiosi che abbiamo descritto. Non solo, ma la superficie è anche il luogo di
contatto fra sostanze diverse. Insomma, le proprietà delle superfici sono così importanti e particolari
che esiste una branca della scienza, la fisica delle superfici, dedicata al loro studio.

Tensione di vapore
Se una sostanza allo stato liquido si trova in un recipiente avente come base superiore un pistone
mobile, e alziamo il pistone, il volume aumenta di una quantità
ΔV, si crea una depressione e alcune molecole del liquido
evaporano per contrastare la pressione esercitata sul pistone
dall’esterno, superando la forza di coesione. Le molecole però
non sono in grado di controbilanciare la pressione esercitata
dall’esterno sul pistone, e una volta raggiunta la superficie
interna di questo, ricadono all’interno dell’acqua. All’inizio il
numero di molecole che ricadono nel liquido è inferiore rispetto
al numero che evapora, però quando il primo numero aumenta
diminuisce il numero delle molecole che evaporano.

In questa situazione si dice che il vapore è saturo e la pressione


da esso esercitata si chiama
pressione o tensione del vapore
saturo. La formazione del vapore è
data dalla ricerca di un equilibrio tra
la pressione interna ed esterna e,
aumentando o diminuendo il volume
del recipiente, le molecole
evaporeranno o condenseranno fino
ad avere un bilanciamento delle
pressioni. Quando la pressione del
vapore tende a diminuire, il vapore
non è più saturo; questo accade dopo
che anche l’ultima goccia del liquido
evapora.

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Viscosità
La grandezza fisica che misura la resistenza che le particelle di un fluido incontrano nello scorrere le
une sulle altre è la viscosità, che può essere considerata come
l'attrito interno delle molecole del fluido. La viscosità si
manifesta anche quando un fluido scorre su una superficie
solida, o un solido si muove all'interno di un fluido, ed è
maggiore per i liquidi che per i gas.

La viscosità dipende dalla temperatura: nei gas aumenta con la


temperatura, poiché aumenta il
moto termico tra le particelle del
gas, mentre nei liquidi temperatura
e viscosità sono inversamente
proporzionali, perché aumentando
la temperatura diminuisce la
coesione tra le molecole.

La viscosità dipende dalla velocità


del fluido in moto e può essere
descritta da una legge dovuta a
Newton. Si consideri un fluido
contenuto in un recipiente,
sottoposto a una forza orizzontale
che provoca lo scorrimento di uno
strato su quello sottostante: se v è la
differenza di velocità dei due strati e x la loro distanza, la forza, F, che si oppone allo scorrimento,
detta resistenza viscosa, è data da:

dove A è la superficie di contatto e un fattore di proporzionalità detto


coefficiente di viscosità, diverso da un fluido all'altro.

Nel Sistema Internazionale il coefficiente di viscosità si misura in Ns/m2, ma


è più usata l'unità detta poise (simbolo P), dove 1 P = 0,1 N s/m2. L'unità del Sistema Internazionale
dunque è il decapoise (daP), dove 1 daP = 1 N s/m2. I fluidi che seguono perfettamente la legge di
Newton, data dalla formula sopracitata, sono detti newtoniani (acqua, glicerina, alcol, mercurio ecc.),
mentre in alcuni liquidi si osserva un comportamento differente (per esempio, la dipendenza dal
tempo della viscosità). La viscosità si misura con strumenti detti viscosimetri, che sfruttano lo
scorrimento dei fluidi in tubi capillari di diametro molto piccolo, o il moto di caduta di sferette di
massa e diametro noti in recipienti che contengono la sostanza in esame.

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Tensione superficiale
La tensione superficiale è la forza di coesione che si esercita fra le molecole superficiali di un liquido.
È dovuta al fatto che, mentre su una molecola
interna al liquido le forze esercitate dalle altre
molecole sono simmetriche in tutte le
direzioni, su quelle in superficie agiscono
solo forze laterali e verso l'interno del liquido.
Pertanto, sulle molecole che stanno sulla
superficie agisce una forza risultante non
nulla diretta verso il basso, appunto la
tensione superficiale, che fa sì che la
superficie del liquido, in una certa misura, si
comporti come una membrana elastica. La formazione delle
gocce e delle bolle è dovuta alla tensione superficiale.

La tensione superficiale tende a rendere minima la superficie di


una goccia e per questo motivo le bolle di sapone sono sferiche
(infatti, a parità di volume, la sfera è il solido dotato di minor
superficie). Le bolle possono formarsi anche nell'acqua, ma,
poiché l'acqua pura ha una tensione superficiale molto maggiore
di quella dell'acqua saponata, le bolle
avrebbero dimensioni così piccole da
non essere osservabili. La tensione
superficiale diminuisce all'aumento della
temperatura.

Data la presenza delle forze di coesione,


è necessario un lavoro esterno positivo
per aumentare la superficie di un fluido.
Al telaio aderisce un sottile strato di
liquido; la forza necessaria per tenere in
equilibrio il telaio è F

La tensione superficiale τ è dovuta alle forze di coesione tra le molecole del liquido
La superficie esercita una forza diretta verso l’interno tale che τ=F/2s
F: proporzionale alla lunghezza su cui agisce, tangente alla superficie
La tensione superficiale nel Sistema internazionale si misura in Newton su metro (N/m).

Uno degli effetti della tensione superficiale è la formazione di menischi sulla superficie libera di un
liquido contenuto in un recipiente: la superficie del liquido, a causa della tensione superficiale, non si
presenta perfettamente piana, ma tende ad assumere una caratteristica forma curva (detta menisco),
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con concavità (menisco concavo) o convessità (menisco convesso) rivolta verso l'alto, a seconda che il
liquido bagni o non bagni le pareti del contenitore, a seconda cioè che prevalgano le forze di adesione
tra le molecole del liquido e del recipiente o le forze di coesione tra le molecole del liquido.

Se il liquido è contenuto in un tubo molto sottile, di diametro interno


inferiore a 0,1 mm, detto capillare, le forze di tensione superficiale sono
molto evidenti. Nei capillari, infatti, la superficie libera del liquido è
talmente piccola che il fenomeno del menisco interessa praticamente tutta
la superficie. Il capillare presenta inoltre un'altra caratteristica: se si
immerge un capillare in un liquido contenuto in un recipiente, il livello
del liquido nel capillare non raggiunge lo stesso livello del liquido nel
recipiente, come succederebbe per un tubo di dimensioni maggiori, ma
subisce un innalzamento anomalo, dovuto alla tensione superficiale. Se il
liquido forma un menisco concavo, il livello del liquido subisce un
innalzamento.

Se il menisco è convesso, il livello del liquido subisce un abbassamento.


L'entità del dislivello è calcolabile mediante una legge (detta di Jurin-
Borrelli), che stabilisce che il dislivello h è direttamente proporzionale alla
tensione superficiale del liquido e inversamente proporzionale alla densità
del liquido e al raggio r del capillare:

dove g = 9,81 m/s2 è l'accelerazione di gravità. Il fenomeno, detto capillarità, si riscontra per esempio
nelle spugne e nelle carte assorbenti e assume in natura particolare importanza nella salita della linfa
lungo i fusti delle piante, che avviene contro la forza di gravità, e nella circolazione periferica del
sangue.

Bagnabilità
Legata alla tensione superficiale è anche la bagnabilità.

Una goccia di un liquido che viene deposta su di una superficie solida vi aderisce in modo maggiore o
minore a seconda della natura del liquido e di quella del solido. Per comprendere questo fenomeno
bisogna considerare che le molecole di un liquido sono soggette ad una forza di coesione che le
mantiene unite le une alle altre, ma esiste anche una forza di adesione che rappresenta la forza con cui
le molecole del liquido aderiscono alla superficie di un materiale con cui vengono in contatto.

Quando le forze di adesione sono grandi rispetto alle forze di coesione, il liquido tende a bagnare la
superficie, quando invece le forze di adesione sono piccole rispetto a quelle di coesione, il liquido

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tende a "rifiutare" la superficie. A questo proposito si parla di bagnabilità fra liquidi e solidi. Per
esempio, l'acqua bagna il vetro pulito, ma non bagna la cera.

Per valutare la bagnabilità di una superficie si usa l’angolo di contatto. L'angolo di contatto è una
grandezza termodinamica descritta dall'angolo formato dall'incontro di un'interfaccia liquido-vapore
con un'interfaccia liquido solido o, meno tipicamente, un'interfaccia liquido-liquido.

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