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• 1 molecola di CO2 acquisita/400 molecole di acqua perse via traspirazioneà L’assorbimento di CO2 è abbinato alla
perdita di acqua attraverso comuni percorsi di diffusione: quando la CO2 diffonde nelle foglie, il vapore acqueo fuoriesce
all’esterno. Siccome il gradiente di diffusione dell’acqua è molto più alto di quello dell’assorbimento di CO2, per ogni
molecola di anidride sono perse circa 400 molecole di acqua. Questo scambio sfavorevole ha un’alta influenza
sull’evoluzione della pianta, sia nella forma che nelle sue funzioni, e spiega perché l’acqua ha un ruolo così chiave nella
fisiologia delle piante.
• Il 97% dell’acqua assorbita dalle radici evapora dalla superficie delle foglie, per prevenire l’essicazione delle foglie,
l’acqua deve essere assorbita dalle radici e trasportata attraverso tutto il corpo della pianta.
• E’ fondamentale perchè la fotosintesi fa sì che le piante siano sempre a rischio di disidratazione; le piante devono per
forza prendere una molecola di CO2 dall’atmosfera (che è abbastanza rara). La CO2 di cui ha bisogno la pianta è 0,004%
, quindi ne serve tanta per effettuare la fotosintesi, gli stomi perciò devono essere aperti, però così facendo si può
disidratare perchè l’atmosfera è secca, allora perde anche tantissima acqua mentre assorbe la CO2, c’è il rischio di
disidratazione.
• Il deficit idrico causa danni consistenti ai processi cellulari delle piante e quindi alla loro crescita
Ma le piante sono attente per gestire il rischio (vedremo come).
Ci sono alcuni fenomeni come la sintesi proteica, espansione cellulare ecc. che sono compromessi quando la pianta è
sottoposta a stress idrico, altri processi vengono turbati più avanti ma appunto vengono impattati dalla carenza di acqua. Si
vede che c’è dipendenza diretta tra la produttività di acqua e vita della pianta e quanta disponibilità di acqua c’è: dove c’è
poca acqua le piante crescono poco e viceversa.
Una grande differenza tra cellule vegetali e animali è che le cellule vegetali hanno delle pareti cellulari, che permettono loro
di immagazzinare un’elevata pressione idrostatica, chiamata pressione di turgore.La pressione di turgore contribuisce alla
rigidità e alla stabilità meccanica di tessuti vegetali non lignificati.
1. L’ACQUA COME SOLVENTE E’ in grado di mantenere in soluzione ioni e macromolecole: l’acqua dissolve grandi
quantità di una vasta gamma di sostanze rispetto ad altri solventi. Fare uno schermo attorno a molecole cariche
impedisce di precipitare, dunque le mantiene in soluzione. La sua versatilità come solvente è dovuta, in parte, alle
dimensioni ridotte delle molecole. Tuttavia, l’abilità di creare legami H e la struttura polare la rendono un buon
solvente per le sostanze ioniche e per le molecole quali zuccheri e proteine che contengono gruppi polari.
2. PROPRIETÀ TERMICHE:
à ha un elevato calore specifico: Il calore specifico è la quantità di energia termica necessaria per innalzare la temperatura
di 1K per unità di massa. Quando la temperatura dell’acqua si alza, le molecole vibrano più velocemente e con maggiore
ampiezza. Dato che l’acqua ha molti legami a H bisogna alzare la temperatura per farle muovere velocemente, questo perché
i legami a H assorbono questa energia, quindi ne devo dare di più per farle muovere àL’acqua richiede una quantità di
calore alta per innalzare la sua temperatura. Questo risulta assai importante nelle piante, perché aiuta a tamponare le
fluttuazioni di temperatura.
à ha un elevato calore latente: Il calore latente è l’energia necessaria per convertire le molecole dallo stato liquido a quello
gassoso. E’ alto perchè devo spezzare tutti questi legami per far fare il passaggio di stato. Il calore latente diminuisce
all’aumentare della temperatura, raggiungendo il suo minimo al punto di ebollizione, cioè 100 °C. Per l’acqua, a 25°C (che è
la T ambiente per la maggior parte delle piante), il calore latente corrisponde a 44 kJ/mol, ed è il più alto valore conosciuto
per un liquido. La maggior parte di questa energia è utilizzata per rompere i
legami idrogeno. L’elevato calore latente dell’acqua serve a moderare la
temperatura delle foglie traspiranti, che altrimenti crescerebbe a causa
dell’energia luminosa proveniente dal sole.
L’ADESIONE L’adesione, invece, è l’attrazione dell’acqua nei confronti di una fase solida, come la parete cellulare, questa
attrazione dipende dal tipo di fase solida: se è bagnabile, idrofilo, come il vetro (es pareti cellulare), allora avrà un’adesione
maggiore rispetto ad un substrato idrofobo, l’attrazione qui è molto più bassa. Più la superficie è bagnabile più l’acqua si
diffonde sulla superficie a formare un angolo (nella foto sembra più piccolo, invece più il substrato è idrofobo maggiore sarà
l’angolo perchè l’acqua, invece di spalmarsi sulla superficie, rimane lì)→ più l’angolo è piccolo più la superficie è bagnabile
e più c’è attrazione.
La tensione superficiale e l’adesione generano le forze fisiche che spingono l’acqua attraverso il sistema vascolare della
pianta.
à Adesione e tensione spingono sulle molecole, portandole a muoversi verso l’alto attraverso il tubo finché la forza è
bilanciata dal peso della colonna d’acqua. Più il tubo è stretto, più si alza il livello dell’acqua all’equilibrio.
I movimenti di una molecola tra due compartimenti avviene in risposta a differenze di energia della molecola tra questi
stessi due compartimenti, se deve andare dal compartimento A a B o viceversa, questo movimento avviene i base alle
differenze di energia tra i due compartimenti. I due modi con cui avviene questo movimento sono:
1. diffusione (la differenza è dovuta a gradiente di concentrazione). E’ un processo passivo perchè il movimento della
molecola è guidato dal gradiente di concentrazione e coefficiente di diffusione (credo)
2. flusso di massa (la differenza è dovuta a un gradiente di pressione)
diffusione: qui non ci sono due compartimenti separati ma un unico compartimento in cui
ci sono gradienti differenti di concentrazione, se la concentrazione di molecole da una
parte è bassissima allora le molecole, in seguito alla loro agitazione termica naturale,
tendono a muoversi li perchè cercano di rendere tutto uniforme, perchè questa è la
situazione più stabile, quindi è un movimento spontaneo che avviene senza bisogno di
energia e che determina il movimimento di una sostanza ‘’secondo gradiente di
concentrazione’’. Quanto tempo ci impiega? teniamo conto che non c’è nessuna separazione (membrana, parete ecc), e la
velocità della diffusione è direttamente proporzionale al gradiente di concentrazione: più è grande la differenza di
concentrazione più la diffusione è veloce (il delta di concentrazione impatta in modo direttamente proporzionale)
Il segno meno nella legge indica che il flusso si muove da una concentrazione più alta a una più bassa.
Il coefficiente di diffusione è 10 mila volte più veloce nell’aria che nell’acqua, quindi in aria una sostanza si muove più
velocemente in aria che in acqua. La legge di Fick dice che una sostanza diffonde più velocemente quando il gradiente di
concentrazione diventa più ripido, o quando il coefficiente di diffusione aumenta.
I processi cellulari dipendono dal trasporto di molecole dall’esterno verso l’interno della cellula e viceversa. La diffusione è
un movimento spontaneo delle sostanze da regioni a maggiori concentrazioni verso
regioni a minor concentrazione. A livello di grandezza della cellula, la diffusione è il
modello principale di trasporto. La diffusione di acqua attraverso una barriera
selettivamente permeabile è definita osmosi. Le molecole in soluzione sono in
continuo movimento, collidendo le une con le altre e scambiandosi energia
cinetica. La diffusione rappresenta la tendenza naturale dei sistemi a muoversi
verso gli stati energetici più bassi possibili.
Dalla legge di fick si può estrarre un espressione che ci permette di calcolare quanto
tempo ci si mette a raggiungere la metà della concentrazione che c’era all’inizio,
questo tempo sarà diverso a
seconda della molecola
considerata, dato che c’è ancora
il coefficiente di diffusione, c’è
anche un impatto della distanza
al quadrato sul tempo di
dimezzamento: se essa è tanta o
breve influenza parecchio perchè c’è una dipendenza diretta, e in più è al
quadrato.
OSMOSI: Le membrane delle cellule vegetali sono selettivamente permeabili. Se la concentrazione di soluti è maggiore
nella cellula che nell’ambiente circostante, l’acqua diffonde nella cellula, ma i soluti non possono diffondere all’esterno. Il
movimento netto di acqua attraverso una membrana selettivamente permeabile è definito osmosi. (nel disegno il pallino
rosso è l’acqua).Nell’osmosi, il volume disponibile per il movimento di soluti è relativo alla membrana à in sintesi, è un tipo
speciale di diffusione, è il movimento netto di H20 attraverso una membrana semipermeabile da una zona ad alta
concentrazione di H20 (bassa concentrazione di soluti) ad una a bassa concentrazione di H20 (alta concentrazione di soluti).
E’ il processo attraverso il quale l’acqua è trasportata dentro e fuori la cellula.
FLUSSO DI MASSA: altro processo che guida il flusso; nel flusso di massa attraverso un tubo, la portata del flusso dipende
dal raggio del tubo, dalla viscosità del liquido e dal gradiente di pressione che
guida il flusso. Questo tipo di trasporto è descritto dall’equazione di Poiseuille:
ci da un’idea di qual è la portata del flusso espressa in m^3/s. Il raggio è alla
quarta, quindi la dimensione del tubo dentro il quale un liquido (come acqua)
si muove in risposta a un gradiente di pressione è estremamente importante
perchè una variazione anche piccole impatta molto sulla portata. C’entra
sempre il gradiente ma non di concentrazione, bensì di pressione: è il
movimento di molecole da una zona ad alta pressione a una zona a bassa. Il
flusso di massa è il meccanismo che muove l’acqua e le sostanze disciolte
attraverso lo xilema dalle radici alle foglie, media anche nel floema.
Il gradiente di potenziale rappresenta la differenza tra il potenziale di una sostanza in un dato stato e il potenziale della
stessa sostanza in uno stato standard. E’ una quantità relativa.
Se la differenza di potenziale tra un punto B (finale) e un punto A (iniziale) è minore di zero, allora il processo è spontaneo;
se è uguale a zero, ci troviamo all’equilibrio; se è maggiore di zero, il processo (movimento da A e B) non è spontaneo e
necessita di energia. L’acqua fluisce spontaneamente, senza un input energetico, a regioni con un maggiore potenziale
chimico a regioni con un potenziale minore.
SOLUTI Il potenziale osmotico, definito Ψs, rappresenta l’effetto dei soluti disciolti sul
potenziale idrico. I soluti riducono l’energia libera dell’acqua, diluendola. Il potenziale
osmotico è indipendente dalla natura specifica del soluto. Si calcola tenendo conto della
costante dei gas R, della temperatura assoluta T e della concentrazione dei soluti. Il
segno meno indica che i soluti disciolti riducono il potenziale idrico della soluzione
rispetto allo stato di riferimento dell’acqua pura. Esso è sempre una componente
negativa à è come se nella formula ci fosse un segno meno. Anche la temperatura
influisce quindi sul potenziale idrico.
Viene misurato tenendo conto della pressione atmosferica (vedi formula infatti). Pressioni positive alzano il potenziale
idrico, pressioni negative lo riducono. Il potenziale di pressione dell’acqua pura allo stato standard (a pressione atmosferica)
è pari a 0 MPa.
GRAVITÀ La gravità spinge l’acqua verso il basso, a meno che la forza di gravità
non sia bilanciata da una forza equivalente ed opposta. Il potenziale
gravitazionale, o Ψg, dipende dall’altezza dell’acqua rispetto allo stato di
riferimento, dalla densità dell’acqua e dall’accelerazione gravitazionale. E’
sempre positivo se l’altezza è positiva (vedo formula). h è l’altezza della pianta
rispetto al suolo. Se l’altezza è piccola il parametro è piccolo e quindi è
trascurabile rispetto alle altre due componenti (del soluto e di pressione),
questo succede quando consideriamo il movimento dell’acqua tra una cellula
e l’altra (si trovano molto vicine), diventa rilevante per altezze come da radici
a foglie; più la pianta è alta più questo aspetto è rilevante. Si considera
trascurabile il potenziale gravitazionale fino a 10m perchè moltiplicando per 10 viene comunque 0,1 che è un contributo
minimo, quasi trascurabile, invece, per piante che sono più alte di 10 metri e consideriamo il trasporto da radici e foglie, la
componente del potenziale gravitazionale raggiunge valori vicini a quelle delle altre due componenti e quindi non può essere
trascurata. Quindi si può semplificare l’equazione del potenziale idrico togliendo la componente gravitazionale, questo è
vero solo se le altezze sono minore di 10 m!!
La direzione del flusso è determinata dalla direzione del gradiente del potenziale idrico, e la velocità del movimento
dell’acqua è proporzionale alla grandezza del gradiente e inversamente proporzionale alla resistenza del mezzo.
Il movimento d’acqua attraverso la membrana plasmatica diminuirà con il tempo e contemporaneamente i potenziali idrici
interni ed esterni convergeranno. La velocità si avvicina allo zero con un andamento esponenziale → questo significa che
man mano che la forza drenante diventa piccola il flusso di acqua diminuisce, il flusso diminuisce man mano la differenza
tra dentro e fuori tende a ridursi, poi si arriva ad un punto in cui il sistema è all’equilibrio.
Gli elementi strutturali portano importanti contributi alle relazioni idriche delle cellule vegetali. L’elasticità della parete
cellulare definisce la relazione tra pressione di turgore e volume cellulare, mentre la permeabilità della membrana
plasmatica e del tonoplasto all’acqua influenza la velocità secondo la quale le cellule scambiano acqua con l’ambiente
circostante.
Come fa la cellula a mantenere un pot. idrico più basso di quello del suolo per
continuare ad assorbire acqua? le cellule radicali devono mantenere un
potenziale idrico più
basso del suolo, e con
un delta sufficiente per
gestire la parte della
traspirazione, quando
delta psi del suolo
diventa sempre più
negativo, la pianta
assorbe acqua solo se
anche il suo diventa
negativo, e lo è più del suolo. La pianta allora aggiusta il suo potenziale
osmotico così che questo si rifletta su una variazione del potenziale idrico, l’aggiustamento osmotico lavora sul potenziale
osmotico -> la cellula aumenta la concentrazione dei soluti e allora diminuisce la componente osmotica del potenziale idrico
e il potenziale idrico si abbassa, quindi si ha un accumulo di soluti nella cellula. I soluti sono:
1. ioni (possono essere accumulati, ma se le concentrazioni sono troppo elevate diventano troppo tossici, perchè
interferiscono con le reazioni metaboliche nel citosol -> per questo vengono accumulati nel vacuolo dove non possono
interferire con l’attività cellulare, anche se ad elevate concentrazioni.
Quando però accumula ioni la pianta contemporaneamente sintetizza
soluti osmoticamente compatibili nel citosol)
2. soluti osmoticamente compatibili (sono molecole che non danno
fastidio all’attività cellulare), queste due cose avvengono
contemporaneamente perchè altrimenti l’acqua passerebbe dal
citosol al vacuolo. i soluti sono zuccheri, glucosio ecc
Ci sono tre tipologie di movimento secondo cui l’acqua può fluire nella
radice:
È importante ricordare che l’acqua non si muove secondo uno specifico percorso, ma a seconda di come le forze e i gradienti
la guidano.
1. TRACHEIDI: lunghe, a forma di fuso, con molti fori nella loro parete
2. ELEMENTI dei VASI: corti, ma molti elementi sono collegati a formare un lungo vaso (anche qui sono presenti
numerosi fori).
La maturazione di tracheidi ed elementi dei vasi coinvolge la produzione di pareti cellulari secondarie e la successiva morte
della cellula, con la perdita del citoplasma e degli organelli. Ciò che rimane sono le spesse pareti lignificate, che creano dei
tubi vuoti attraverso i quali l’acqua può fluire incontrando una bassa resistenza. L’acqua fluisce tra le tracheidi attraverso
numerosi pori nelle pareti laterali. Questi pori sono delle regioni microscopiche in cui la parete secondaria risulta assente,
e rimane solo la parete primaria. Gli elementi dei vasi tendono ad essere più corti e larghi delle tracheidi, e hanno pareti
perforate che formano una piastra di perforazione alla fine di ogni cellula. Anche i vasi hanno dei pori sulle pareti laterali. I
vasi sono dei condotti multicellulari che variano in lunghezza sia tra specie diverse che nella stessa specie. Essi variano da
pochi centimetri a qualche metro di lunghezza.
1. espressa in m3/s
2. DX = lunghezza del vaso
3. h = viscosità del fluido
4. r = raggio
5. DΨp/DX = gradiente di pressione
Lo xilema fornisce un percorso a bassa resistenza per il movimento dell’acqua. Ovviamente, il reale
xilema ha delle pareti con una superficie irregolare, e il flusso d’acqua attraverso le piastre di perforazione e i pori aggiunge
resistenza al trasporto.
riepilogo: Un’ipotesi sul perché la perdita di acqua porti ad una diminuzione del potenziale idrico è che quando l’acqua
evapora, la superficie dell’acqua rimanente è spinta negli interstizi delle pareti cellulari, dove forma delle interfacce aria-
acqua curve. Siccome l’acqua aderisce alle microfibrille di cellulosa e ad altre componenti idrofile delle pareti, la curvatura
di queste interfacce causa una pressione negativa sull’acqua. Più acqua è rimossa dalle pareti, più questa curvatura aumenta
e, di conseguenza, più la pressione diventa negativa, come accade nel suolo. La pressione è così elevata che se non ci fossero
le pareti lignificate si avrebbe il collasso.
La teoria della coesione-tensione spiega come il movimento sostanziale dell’acqua attraverso le piante può avvenire senza
il diretto consumo di energia metabolica: l’energia che permette il movimento viene dal sole, che, incrementando la
temperatura sia delle foglie che dell’aria circostante, causa l’evaporazione dell’acqua.
La pianta deve costruire dei tessuti xilematici capaci di sopportare la grande tensione necessaria per spingere l’acqua dal
terreno. Inoltre, devono accumulare abbastanza soluti nelle loro cellule vive in modo da restare turgide anche quando il
potenziale idrico decresce a causa della traspirazione.
1. fornisce la differenza di pressione necessaria per far risalire l'acqua dalle radici
2. porta minerali e altre sostanze come gli ormoni ai germogli
3. raffredda la foglia (assorbe calore dalla foglia e lo disperde)
Durante il suo viaggio dalle foglie fino all’atmosfera, l’acqua è spinta dallo xilema nelle pareti delle cellule del mesofillo,
dove evapora negli spazi aeriferi della foglia. Il mesofillo, ricco di cellule vive, causa un’elevata resistenza al trasporto. Il
vapore acqueo, poi, esce dalla foglia attraverso le aperture stomatiche, che si trovano nella lamina inferiore (quello
superiore è impermeabile e non lascia trasparire niente). Il movimento dell’acqua liquida attraverso i tessuti viventi della
foglia è controllato dai gradienti di potenziale idrico. Tuttavia, il trasporto del vapore avviene per diffusione, quindi la parte
finale della traspirazione è controllata dal gradiente di concentrazione del vapore acqueo.
La cuticola cerosa che copre la superficie delle foglie è una barriera efficace per il movimento di acqua. È stato stimato che
solo il 5% circa dell’acqua persa dalle foglie fuoriesce dalla cuticola. Quasi tutta l’acqua persa fuoriesce per diffusione del
vapore acqueo attraverso gli stomi (il restante 95%).
Ø La differenza di concentrazione del vapore acqueo tra gli spazi aeriferi della foglia e l’aria esterna;
Ø La resistenza a questo movimento.
Ø La resistenza stomatica fogliare (rs): essa è la resistenza che gli stomi fanno alla traspirazione, cioè se sono aperti è
minore ovviamente. Questa è una regolazione che dipende interamente dalla pianta.
Ø La resistenza dello strato limite (rb), è lo strato di aria immobile che c’è a ridosso della foglia e che il vapore acqueo
deve attraversare per uscire dalla foglia e andare nell’atmosfera. Dipende dal tipo di foglia. La pianta ha delle
strutture (come presenza di tricromi) che può sfruttare per regolarla però questa resistenza è meno soggetta alla
regolazione da parte della pianta, dunque rs è l’unico fattore controllabile dalla pianta regolando
apertura/chiusura stomi
Quando la velocità del vento è alta, l’aria in movimento riduce lo spessore dello strato limite, riducendo quindi la rb. Di
conseguenza, la rs sarà la componente principale per controllare la traspirazione →
• quando l’aria è ferma, l’apertura degli stomi non determina una grande variazione del flusso di traspirazione.
Resistenza dovuta principalmente a rb
• quando l’aria è in movimento (vento), il maggior controllo è a carico di rs (apertura degli stomi comporta un forte
incremento della traspirazione, perchè è la resistenza stomatica (quindi il fatto che gli stomi siano aperti o chiusi,
ad essere importante per controllare il flusso))
Diverse condizioni anatomiche e morfologiche della foglia possono influenzare lo spessore dello strato limite. I peli sulle
superfici della foglia servono a rompere il vento. La grandezza e la forma della foglia e la sua orientazione relativa alla
direzione del vento possono influenzare il modo in cui il vento soffia sulla superficie fogliare.
STOMI Per la regolazione a breve termine della traspirazione, il controllo
delle aperture stomatiche da parte delle cellule guardia gioca un ruolo
cruciale, hanno una parete ispessita in cui le microfibrille hanno un
orientamento particolare: è radiale, e ciò è essenziale per far si che
quando varia la pressione di turgore delle cellule di guardia, le cellule si
afflosciano o diventano
più turgide variando la
dimensione del poro,
come loro regolano la
loro pressione di
turgore lo vedremo più
avanti.
• gradiente di vapor acqueo :(sensible day values): (1.27 - 0.50 mol/m3 ) = 0.77 mol/m3 (è 100 volte più grande, le
piante devono fare fotosintesi e devono acquisire una forma di CO2 poca rispetto all’acqua che perdono perché
l’atmosfera è secca)
• gradiente di CO2: (normal values): (0.015 - 0.008 mol/m3 ) =0.007 mol/m3
Il gradiente di CO è piccolo ma piuttosto costante; Il gradiente di vapore acqueo è molto più grande (100x) ma più
2
variabile
A che velocità esce l’acqua ed entra la CO2?
Dobbiamo tener conto del coefficiente di diffusione (quanto una
molecola diffonde bene), acqua e CO2 li hanno diversi, l’uscita di
acqua avviene in modo molto più veloce rispetto a quello della CO2.
Da qui possiamo dedurre un parametro che ci dice quanta CO2 entra
(e viene fissata dalla pianta) con quanta acqua esce. Il parametro si
chiama efficienza di uso d’acqua e ciò appunto dice che sono
millimoli di CO2 assimilata rispetto a moli di H20 traspirata (c’è una
differenza di mille volte)
I microscopici stomi forniscono un percorso a bassa resistenza per la
diffusione di gas attraverso l’epidermide e la cuticola. Cambiamenti
nella resistenza stomatica sono importanti per la regolazione della
perdita d’acqua e per controllare la velocità di assorbimento
dell’anidride carbonica necessaria per la fotosintesi. Si parla di compromesso fotosintesi-traspirazione.
Per i soluti non carichi questo gradiente è, di solito, una semplice funzione di differenza di concentrazione. Il trasporto
biologico può essere guidato da quattro forze maggiori: concentrazione, pressione idrostatica, gravità e campi elettrici.
Il potenziale chimico per ogni soluto è definito come la somma della concentrazione, potenziale elettrico e potenziale
idrostatico.