Osservando la struttura dell'acqua distillata, vediamo che è particolare: le sue proprietà derivano
dall’asimmetria elettronica della molecola generata dall’ossigeno che, essendo fortemente elettron
negativo, attrae gli elettroni che lo legano covalentemente ai due atomi di idrogeno (mettono in
compartecipazione i loro elettroni di legame), con un angolo di 104.5° formando un dipolo permanente con
un elevato momento (1.84 Debye).
L’acqua infatti può essere sia un donatore che un accettore di legami ad idrogeno:
Atomi biologicamente importanti, N ed O, sono elettronegativi e presentano dei lone pairs disponibili per
formare dei legami a idrogeno e possono agire da accettori di legami ad idrogeno così come da donatori. Si
forma un vero e proprio network di molecole di acqua che si può disporre attorno a tessuti, proteine,
enzimi e macromolecole in grado di formare legami ad H.
Pertanto molecole che contengono questi atomi interagiscono con l’acqua dando e accettando legami ad
idrogeno che facilitano la loro solubilità in acqua, anche se non ioniche.
Sono proprio i legami ad idrogeno tra soluto e solvente che rendono meno favoriti i legami tra soluto e
soluto (che per formarsi richiedono la rottura – energeticamente svaforita – di legami ad idrogeno soluto-
solvente).
Pertanto legami ad idrogeno, che sono forti in fase gassosa o in solventi apolari, diventano meno forti in
mezzo acquoso. L’elevata polarità dell’acqua rende più facile la dissoluzione dei sali.
Come risultato di questo fenomeno, viene fuori la cosiddetta interazione idrofobica: perchè questa
struttura idrofobica dell'acqua può essere presente attorno alla porzione apolare di un farmaco, ma può
anche essere presente attorno al recettore, e quindi anche la cavità recettoriale, che può presentare dei
gruppi ionizzabili, polari o apolari, presenterà un certo grado di molecole di acqua di solvatazione più o
meno ordinate.
Però affinché il farmaco possa esplicare la sua funzione deve venire a stretto contatto col recettore, e
formare un vero e proprio complesso, utilizzando uno o più delle tipologie di legame visti in precedenza: ma
per fare questo è necessario che si trovi a breve distanza dal sito attivo.
Per formare il complesso farmaco-recettore, le molecole di acqua di solvatazione vengono spremute fuori
dalle due superfici che si avvicinano: quando due gruppi non polari (un gruppo lipofilo di un farmaco ed un
gruppo recettoriale non polare) ciascuno solvatato si avvicinano LE MOLECOLE DI ACQUA SPREMUTE
FUORI diventano disordinate nel tentativo di associarsi l’un l’altra.
Ed essendo le forze di interazione che portano alla formazione del complesso farmaco.recettore maggiori di
quelle di solvatazione che tengono l'acqua legata alle superfici apolari, abbiamo delle molecole di acqua
che si allontanano in maniera disordinata all'inizio e poi dopo cercheranno di associarsi l'uno rispetto
all'altra.
Un certo numero di acqua che solvatavano il sistema dopo la formazione del complesso farmaco-recettore
vengono spremute fuori.
Prima erano legate molto ordinatamente, mentre dopo la spremitura vengono liberate per prima cosa
come molecole singole, quindi abbiamo un aumento di disordine del sistema.
In termini energetici: questo aumento di entropia iniziale delle molecole di acqua libere di muoversi
(ΔS>0) si traduce in una diminuzione di energia libera che stabilizza il complesso farmaco-recettore (ΔG<0).
Non è quindi una forza attrattiva di due gruppi non polari che si disciolgono l’uno nell’altro, ma è piuttosto
l’energia libera del gruppo non polare diminuita a causa dell’aumentata entropia delle molecole d’acqua
circostanti.
Il guadagno di energia libera che si accompagna al processo è una funzione del numero delle molecole
d’acqua allontanate dall’avvicinamento delle superfici apolari ed è proporzionale alle superfici delle due
parti interagenti.
Se sono delle superfici aromatiche magari potranno arrivare fino a formare un complesso a trasferimento di
carica, oppure semplicemente un'interazione dipolo-dipolo; il primo stadio sarà comunque questo
guadagno di energia libera.
A questo tipo di interazione aspecifica chiaramente si possono aggiungere altri tipi di interazione specifica
di carattere elettronico, sterico
NESSUN LEGAME VERO SI FORMA NEL COSIDDETTO LEGAME IDROFOBICO , che perciò sarebbe più corretto
chiamare associazione idrofobica.
Le prove della sua partecipazione nell’azione dei farmaci sono più qualitative che quantitative
Le forze idrofobiche vengono invocate per spiegare le interazioni fra molecole non polari in fase acquosa
quando non vi sono altre forze di legame implicate (interazioni elettrostatiche, legami ad idrogeno, o
legami a trasferimento di carica)
JENKS (1969) ha suggerito che le forze idrofobiche possono essere il più importante singolo fattore
responsabile delle interazioni intermolecolari non covalenti in soluzione acquosa