Sei sulla pagina 1di 37

DEFINIZIONE DI FLUIDO

Un fluido può essere definito come un materiale in grado di deformarsi infinitivamente se sottoposto a
sollecitazione tangenziale esterna e al cessare di questa azione non recupera la sua configurazione iniziale,
per un fluido vale la condizione di aderenza. In condizioni di quiete un fluido resiste solo agli sforzi normali.
Dalla definizione di fluido si può dedurre il concetto di continuo.

CONTINUO

Per poter parlare di continuo, considero una grandezza q e valuto la dipendenza rispetto al volume. Si
otterrà un andamento di questo tipo:

1. La media di q è fortemente dipendente dal numero di campioni e quindi dal volume, dovuto da
un’insufficienza statistica dei campioni
2. Si ha valore stabile di q, il volume contiene un numero di molecole dell’ordine di 106 e la media di q
è indipendente dal volume da cui il concetto di continuo, bisogna avere un numero
sufficientemente elevato di atomi nel volume considerato per avere medie indipendenti dal numero
di elementi contenuti nel volume stesso
3. q varia nuovamente rispetto a V perché le quantità sono funzioni dello spazio e il valore varia da
punto a punto.

La condizione affinché siano valide le ipotesi di continuo è data dal numero di knudsen dato dal rapporto tra
il libero cammino medio e la lunghezza caratteristica del problema.

λ
k n= se k n → 0 rientriamo nelle hp di continuo, altrimenti non sono valide le hp così come accade nello
L
spazio.

PROPRIETÀ DEI FLUIDI

La densità è la quantità di massa contenuta nell’unità di volume, dipende da pressione e temperatura.


Affinché il sistema sia in equilibrio stabile ci sono stati in cui il gradiente di densità è allineato con la gravità.
Nel caso del fluido riscaldato, la densità diminuisce e la temperatura aumenta. Non c’è più equilibrio stabile
quindi si instaurano moti convettivi.

La comprimibilità misura quanto facilmente varia il proprio volume conseguentemente a variazioni di


pressione. Definisco il modulo della comprimibilità come:
Il coefficiente di comprimibilità è il reciproco del modulo di comprimibilità.

dV −dρ
m=ρV → =
V ρ

p
k
=cost poliprotica (generalizzazione delle trasformazioni: isoentropica, isocora, isoterma e isobara ed è
ρ
valida per gas ideali e reali)

p
=1 isoterma
ρ
p
γ
=cost isoentropica (k=gamma) (nel diagramma di una trasformazione termodinamica di un sistema, la
ρ
linea luogo di punti nei quali l'entropia ha uno stesso valore.)

la viscosità è una proprietà dei fluidi, è un coefficiente che lega lo sforzo di taglio e la velocità di
deformazione angolare nella legge della viscosità di newton:

μ è la viscosità dinamica e si misura in Pa∙ s o in poise. La viscosità misura la facilità che ha un fluido di
diffondere la quantità di moto.

La viscosità agisce all’interno di un fluido nel modo seguente.

Dopo l’inizio della traslazione solo le molecole a contatto con la superficie di moto verranno trascinate con
essa. Gli stati sottostanti resteranno in quiete. Gli strati a contatto con la superficie a causa del moto di
agitazione termica trasferiranno parte della quantità di moto a quelle ferme che inizieranno a muoversi. Il
moto caotico delle molecole causa la diffusione della quantità di moto e μ misura l’attitudine alla diffusione,
per questo motivo nei gas un aumento di temperatura aumenta la viscosità. Invece, nei liquidi all’aumentare
della temperatura si riduce la viscosità poiché oltre al maggiore moto caotico di agitazione delle molecole si
μ
indebolisce il legame che tiene vicine le molecole. Inoltre, υ= dove υ è la viscosità cinematica e la
ρ
dipendenza dalla densità indica la dipendenza della viscosità cinematica rispetto la pressione.

La cavitazione è un fenomeno dovuto alla tensione di vapore, ovvero il valore di equilibrio della pressione
del vapore ed è una funzione crescente della temperatura. La cavitazione avviene nel momento in cui c’è un
aumento degli urti verso l’esterno dopo il restringimento di un condotto (es. Venturi). Se localmente la
pressione scende al di sotto della tensione di vapore, il liquido bolle e forma delle sacche di gas che una
volta chiuse implodono generando rumore e causando danni alle strutture. La cavitazione può avvenire a
valle delle valvole cardiache protesiche e in questo caso ci possono essere complicazioni tromboemboliche.

La tensione superficiale è una proprietà che caratterizza i liquidi in quanto un liquido in prossimità di
un’interfaccia tra liquido e gas o tra liquidi immiscibili, le forze intermolecolari non si bilanciano tra loro e
quindi si crea tensione tra le molecole che le tiene legate l’una all’altra come se si fosse una pellicola
trasparente. Si genera una forza attrattiva tra le particelle in modo tale da ridurre la loro distanza le une
F
dalle altre in modo tale da mantenere lo stato di tensione. σ = .
L
Inoltre la tensione deve essere bilanciata dalla pressione esterna per cui è valida la legge di Laplace. (bolle
=>Ostwald Ripening, la sovrapressione più piccola sarà maggiore di quella della bolla più grande, la più
piccola quindi rimpicciolisce e la più grande aumenta fino ad essere l’unica bolla presente). La combinazione
degli effetti della tensione superficiale combinata alla gravità viene definita come capillarità. In questo caso
è possibile studiare l’effetto dovuto al contatto tra liquido e solido, l’acqua ad esempio sale lungo il capillare,
si crea un menisco (superficie di separazione tra acqua e aria) ovvero una membrana superficiale su cui
agisce la tensione superficiale contrastata dalla forza peso, se le forze di adesione (fluido-capillare)
prevalgono su quelle di coesione (interne al fluido) allora il liquido bagnerà la superficie altrimenti avviene il
viceversa come nel caso del mercurio.

COMPORTAMENTO REOLOGICO DEL SANGUE

Il sangue viene definito un fluido corpuscolare e soprattutto un fluido non newtoniano dovuto alla presenza
dei globuli rossi. Si può intuire come per i valori di velocità di deformazione pari a 100 s−1 la viscosità è
costante e il sangue può ritenersi un fluido newtoniano fino al livello delle arteriole, però nel momento in
cui il valore diventa inferiore a 100 s−1 i globuli rossi tendono ad aggregarsi formando pile di cellule
chiamate rouleaux (comportamento tissotropico). Quanto più queste pile si aggregano tanto più il
comportamento reologico del sangue si discosta da quello newtoniano in quanto questo fenomeno causa
un aumento della viscosità. Superato un valore di sforzo iniziale, presenta una viscosità dinamica che
diminuisce all’aumentare della velocità di deformazione. Quindi il sangue è una via di mezzo tra un fluido
pseudoplastico (shear thinning) e un fluido di Bingham. Si può ritenere che nelle vene ed arterie più grosse
il sangue si comporti come un fluido newtoniano con viscosità mu mentre nei condotti più sottili il
comportamento non newtoniano è predominante.

Legge di pascal = la pressione non varia al variare della dell’orientazione della superficie su cui agisce

STEVINO

Legge di variazione della pressione in un fluido in quiete. A partire dall’equazione fondamentale della
fluidostatica (valida indipendentemente dal sistema di riferimento e avente come ipotesi alla base fluido
indeformabile):

∇ p = gradiente della pressione


⃗f = vettore contenente le forze di volume

È possibile determinare la variazione di pressione con la quota per un fluido soggetto solo al suo peso
quindi risulterà:

L’unica variazione dal punto di vista spaziale è lungo z. Inoltre, trascuro la variazione di densità:

La pressione cresce linearmente rispetto alla quota se la densità è costante, la legge di Stevino.

Invece nel caso di densità variabile, ovvero nei gas, considerando come ipotesi semplificativa un gas ideale
per cui vale la legge dei gas perfetti e quindi:
SPINTA DI ARCHIMEDE

La spinta di Archimede è una forza esercitata da un fluido su un corpo a causa della variazione di pressione

^z

Integro nella superficie infinitesima

Considero inoltre:

Sostituisco nell’integrale e considero i contributi di superficie ad una determinata altezza, ovvero rispetto al
volume:

Dall’equazione fondamentale della fluidostatica: (densità costante considerando fluido


incomprimibile)

Quindi un corpo immerso in un fluido riceve una spinta pari al peso del volume di fluido che viene occupato
dal volume del corpo immerso.

Se considerassi ad esempio un corpo immerso, dal secondo principio della dinamica otterrei:
Distinguo 3 casi una volta individuata l’accelerazione:

1. a z <0 affonda
2. a z >0 galleggia
3. a z =0 corpo fermo

DESCRIZIONE EULERIANA E LAGRANGIANA

L’approccio lagrangiano descrive il fenomeno associato al sistema continuo, pone l’attenzione sui singoli
elementi materiali, cioè le particelle del continuo. L’approccio euleriano descrive il fenomeno che avviene
da un punto specifico dello spazio, nel quale si troverà l’osservatore e per il quale in ogni istante di tempo
transiteranno diverse particelle. Valuto la variazione di posizione, velocità e accelerazione nel tempo.
Inoltre, viene considerato il moto del baricentro del corpo. Questo non è possibile per i fluidi, quindi, viene
utilizzato l’approccio euleriano.

DERIVATA MATERIALE

La derivata materiale è una derivata che totale che indica la variazione nel tempo di una grandezza. È
importante poiché permette di mettere in relazione l’approccio euleriano e quello lagrangiano.

Il primo termine è la derivata locale mentre il secondo è il termine convettivo

ACCELERAZIONE DI LAGRANGE

L’accelerazione utilizzando l’approccio lagrangiano è di questo tipo ed è esclusivamente in funzione del


tempo (osservatore a cavallo della particella fluida):

Nella descrizione euleriana la velocità è misurata in punti di osservazione fissi; quindi, l’accelerazione
dipenderà sia dall’istante di tempo considerato che dalla stazione di osservazione del moto della particella:

Utilizzo l’operatore di derivata materiale e ottengo:

In un flusso stazionario, l’accelerazione sarà pari al termine convettivo poiché risulta derivata locale nulla.
I termini di derivata locale sono analoghi all’approccio lagrangiano mentre il termine convettivo rappresenta
la dipendenza rispetto alle tre dimensioni quindi le equazioni della fluidodinamica sono accoppiate
spazialmente e l’accelerazione risulta essere una funzione non lineare della velocità.

Introduco la vorticità come rotore del campo di velocità

Sostituisco:

SIGNIFICATO FISICO DEL GRADIENTE DI VELOCITÀ

E = tensore di velocità di deformazione, rappresenta la traslazione angolare e lineare ed è una matrice


simmetrica

Ω = tensore di rotazione rigida, è una matrice antisimmetrica

I seguenti termini indicano la velocità relativa di dilatazione dei lati lungo x e y (dalla dilatazione pura)

Il termine seguente indica la velocità di deformazione angolare

Il termine che segue indica la velocità di rotazione rigida rispetto alla configurazione iniziale
La traccia del tensore gradiente di velocità è la somma di tutti gli elementi della sua diagonale principale

Rappresenta la velocità di variazione volumetrica di un fluido. Poiché la tr ( Ώ )=0 essendo antisimmetrico.


Se il fluido è incomprimibile anche la traccia del gradiente di velocità è nulla, questa è la conservazione della
massa in forma differenziale per fluido incomprimibile.

MOTO NELL’INTORNO DI UN PUNTO

La deformazione totale di una particella può essere scomposta in 3 moti elementari:

a) Traslazione rigida (uo è uniforme nello spazio)


b) Dilatazione pura (deformazione dei lati, ma non angolare)
c) Rotazione rigida e deformazione angolare

Dal punto b) scaturisce la definizione di velocità di deformazione lungo x e y.

Dal punto c) si ottiene la velocità di deformazione angolare e la velocità di rotazione

Dalla definizione di vorticità:


DEFORMAZIONE VOLUMETRICA DELL’INTORNO DI UN PUNTO

Quella ottenuta è la deformazione di volume indefinita poiché dipende dal tempo. In seguito ricaviamo la
velocità di deformazione volumetrica

Se il fluido è incomprimibile vale l’equazione di conservazione della massa in forma differenziale (se la
densità è costante, la sua derivata materiale è nulla)

TEOREMA DI REYNOLDS

Considero un volume di controllo V 0 fisso. Al tempo t coincide con il volume materiale V(t). Calcolo la
variazione nel tempo di una grandezza estensiva.
Guardo in maniera isolata i due contributi e li sommo

Da cui, la variazione nel tempo della grandezza estensiva è data dalla somma tra la variazione della b nel
volume di controllo e il flusso di b attraverso la superficie.

CONSERVAZIONE DELLA MASSA


Applico il teorema del trasporto di Reynolds e ottengo la conservazione della massa in forma integrale in
caso di fluidi comprimibili

Se la densità è costante, caso del fluido incomprimibile nella forma integrale

Applico il teorema della divergenza al termine di superficie

Questa relazione impone l’uguaglianza per qualunque scelta di V 0 per cui la funzione integranda deve
essere nulla.

Ottengo la conservazione della massa in forma differenziale per fluidi comprimibili

Se il flusso è incomprimibile la derivata materiale della densità è nulla e ottengo l’equazione di


conservazione della massa in forma differenziale per fluidi incomprimibili.
CONSERVAZIONE DELLA QUANTITÀ DI MOTO

Applico il secondo principio della dinamica e sostituisco la Q con la definizione di quantità di moto

Le forze di volume e superficie:

Inoltre, sostituisco T con (componente relativa alla pressione e al tensore degli sforzi):

Da cui ottengo la conservazione della quantità di moto in forma integrale:

Applico il teorema della divergenza ai termini di superficie:

Ho ottenuto l’equazione di conservazione della quantità di moto in forma differenziale.

Navier Stokes

Per la relazione costitutiva dei fluidi newtoniani, il tensore degli sforzi è dato da:

Inoltre, sostituisco al primo membro applicando la definizione di derivata materiale


Questa ottenuta è l’equazione di Navier-Stokes per fluidi comprimibili.

Aggiungo l’ipotesi di incomprimibilità da cui poiché la densità è costante

Equazione di Navier-Stokes per fluidi incomprimibili.

CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA

A partire dal primo principio della termodinamica (equivalenza tra le varie forme di energia)

la variazione dell’energia del sistema è uguale alla potenza meccanica sommata alla potenza termica (calore
introdotto nel sistema). Per esprimere in forma euleriana questa relazione introduco l’energia totale
specifica per unità di massa.

Applico il teorema del trasporto di Reynolds

In un sistema chiuso, non c’è flusso di massa e quindi considero nell’energia totale specifica il termine
relativo all’energia cinetica, energia potenziale e energia interna. L’equazione diventa:
Nel caso di sistema aperto, flusso stazionario, non ho la derivata rispetto al tempo e inoltre considero
separatamente i contributi

Potenza delle forze di pressione, potenza delle forze dovute al tensore deviatorico e infine potenza delle
forze di volume.

Si ha flusso termico ovvero quanto calore viene scambiato tra corpi di temperatura diversa. Utilizzo quindi il
postulato di Fourier e ricavo la potenza termica di superficie. Il primo termine è la potenza termica di
volume. Sostituisco e ottengo l’equazione di conservazione dell’energia in forma integrale (primo termine
derivata locale nel tempo dell’energia specifica e secondo termine flusso della superficie dell’energia
specifica):

Applico il teorema della divergenza ai termini di superficie e raccolgo tutti i termini per la proprietà di
linearità in un unico integrale:
Equazione di conservazione dell’energia in forma differenziale

BERNOULLI E BERNOULLI GENERALIZZATO

Dalla conservazione della quantità di moto

Considero f contenente solo forze di massa conservative in modo tale da porre

Funzione potenziale indipendente dal tempo. Supponendo di racchiudere in F( μ) tutti i termini viscosi e

Inoltre, considero il fluido incomprimibile e

∂ u⃗
Suppongo che il flusso sia stazionario =0 e considero trascurabili le azioni viscose F( μ)=0
∂t

=0

Questo avviene quando:

- U=0 caso statico


- Omega=0 flusso irrotazionale
- Sono paralleli tra loro quindi il prodotto vettoriale è nullo, ed è il caso del flusso di Beltrami, il fluido
avanza nella stessa direzione in cui ruota
- Moltiplicando scalarmente per u o per omega, l’equazione viene valutata lungo la linea di corrente
(luogo dei punti in cui ogni punto è tangente al vettore velocità)

Quindi considero per ipotesi l’ultimo punto e ottengo:


ovvero l’equazione di Bernoulli

Dalla conservazione dell’energia nella forma integrale, esplicito solo la potenza delle forze di pressione:

∂ u⃗
Considero il flusso stazionario =0 e incomprimibile per cui la densità è costante:
∂t

'
Considero come estremo di integrazione S0 =S ¿ + Sout + S 0 ma rispetto all’ultimo termine non c’è flusso di
massa (prodotto scalare u per n è nullo) per cui posso considerare solo i primi due termini

Il termine in parentesi è costante:

Il termine nell’integrale è la portata in massa, negativa in ingresso e positiva in uscita (se u è concorde o
meno rispetto ad n, normale alla superficie), essendo il flusso stazionario, la portata in massa sarà uguale sia
in ingresso che in uscita:

Esplicito il termine di energia specifica come somma tra l’energia interna e l’energia cinetica e dal termine di
potenza meccanica esplicito la potenza relativa all’energia potenziale
Valuto l’equazione lungo la linea di corrente e quindi la potenza meccanica si annulla poiché trascuro la
viscosità del fluido (fluido ideale), considero solo la forza peso quindi le forze di volume si annullano e la
potenza termica si annulla poiché trascuro lo scambio termico

Il fluido è incomprimibile quindi l’energia interna si mantiene costante lungo la linea di corrente. Essendo
infine la quantità in ingresso uguale a quella in uscita otterrò l’equazione di Bernoulli:

Considerando le perdite concentrate interne al circuito relative ai gomiti (penultimo), le perdite della
macchina, le perdite distribuite all’interno del circuito (relative agli elementi che costituiscono il circuito) e
la potenza meccanica della macchina positiva in caso di pompa e negativa in caso di turbina ottengo
l’equazione di Bernoulli generalizzata:

TUBO DI VENTURI

Il tubo di Venturi è un misuratore di portata che sfrutta l’equazione di Bernoulli per il suo funzionamento. È
costituito da un tratto convergente e uno divergente.

Essendo la portata costante, si ha che:

Essendoci una variazione di diametro dalla sezione 1 alla sezione 2, ci sarà un’accelerazione del flusso in
corrispondenza della sezione 2. Di conseguenza, dall’equazione di Bernoulli (applicabile poiché rientro nelle
ipotesi) e sapendo che il condotto è orizzontale quindi le altezze considerate sono le stesse
La velocità in 2 sarà maggiore di quella in 1 e di conseguenza la pressione in 2 è minore di quella in 1. Dalla
portata ricavo:

Sostituisco:

Sostituisco per ottenere la portata in relazione alla pressione e alla superficie:

se invece considerassi un fluido viscoso la pressione decresce anche nei tratti a velocità costante a causa
della forza di attrito. In questo tratto può accadere che a causa del gradiente avverso di pressione, si separi
lo strato limite e che quindi si crei una zona di ricircolo. Nel tratto divergente il gradiente di pressione sarà:
Si avrà una perdita di energia. Per ridurre al minimo la dissipazione aumento la lunghezza del tratto
∂p
divergente in modo tale da mantenere invariato p3-p2 e ridurre .
∂x
Questo principio viene utilizzato dai vaporizzatori dei profumi.

ANALISI ADIMENSIONALE

Considero un cilindro infinitamente lungo, investito da una corrente, voglio determinare la resistenza R alla
quale è sottoposto il cilindro.

R=f (U , ρ , μ , D , a)
U = velocità del flusso

D = diametro del cilindro

ρ = densità del fluido


μ = viscosità dinamica
a = velocità del suono

Questa grandezza si dovrebbe caratterizzare sperimentalmente e gli esperimenti necessari per ottenere un
andamento grafico è dell’ordine di 105 (sottostimato) e ci vorrebbe un grande dispendio economico. Per
ridurre il dispendio sperimentale le si utilizza il TEOREMA DI BUCKINGHAM, se un’equazione è
dimensionalmente omogenea, (tutti i termini di un’equazione abbiano le stesse dimensioni) può essere
ridotta nella forma di una relazione tra una serie completa di parametri adimensionali. Il numero di questi
parametri è pari a N-k. Con N parametri dimensionali e k variabili di dimensioni fondamentali (condizione
necessaria) che devono essere tra loro indipendenti (da sola non deve formare un gruppo fondamentale).

Nell’esempio ho N=6 e k=3


Ora scelgo una base di k variabili per rendere adimensionali le rimanenti applicando il metodo delle variabili
ripetute.

Numero di Mach

Numero di Reynolds che rappresenta il rapporto tra effetti viscosi e forze inerziali. Bassi valori (fino a 2100)
indicano un comportamento laminare, alti valori flussi turbolenti
Coefficiente di resistenza

La funzione si applica al fenomeno reale e a quello in scala. Essendo uguali i gruppi adimensionali per
fenomeno reale e in scala, allora saranno uguali i coefficienti di forza e i fenomeni avvengono in condizioni
di similitudine dinamica.

Se invece il numero di Mach ≤0,3 il fluido si dice incomprimibile allora può essere trascurato e si può
parlare di similitudine distorta mentre il numero di Reynolds rimane invariato poiché anche se piccolo
caratterizza moti fortemente viscosi.

GRUPPI ADIMENSIONALI

I gruppi adimensionali di interesse biologico nel caso pulsatile sono:

- il numero di Womersley che è l’equivalente del numero di Reynolds per un flusso stazionario. Indica
il rapporto tra le forze d’inerzia e quelle viscose. Il suo valore è dell’ordine di 10−3 in caso di capillari
e 20 nel caso dell’aorta ascendente.
- Il numero di Strouhal che permette di conoscere la frequenza di oscillazione dei carichi idrodinamici
sulle strutture coinvolte.

Invece, il numero di Dean è sempre di interesse biologico ma ha una sua rilevanza nel caso delle biforcazioni
o curve (es. arco aortico). Il fluido deve cambiare direzione e quindi sviluppa un gradiente di pressione (in
direzione radiale tra parete interna ed esterna) e la forza centrifuga. Queste 2 forze nel fluido viscoso non si
bilanciano e quindi generano un flusso secondario in 2 vortici, i vortici di Dean. Nel caso dell’arco aortico
vale 1500 (se il raggio di curvatura diminuisce si registra un aumento della turbolenza quindi reynolds)

LEGGE DI DARCY WEISBACH

Tramite l’analisi adimensionale è possibile mettere in relazione le perdite dovute agli effetti viscosi con le
grandezze adimensionali.

Applico l’equazione di Bernoulli aggiungendo un termine che tenga conto degli effetti viscosi e
semplificando i termini di energia cinetica (la velocità nelle due sezioni è uguale) e potenziale (non c’è
variazione di quota):

Ricavo la variazione di pressione dall’analisi adimensionale


F è il fattore d’attrito e riprendendo la relazione iniziale dall’equazione di Bernoulli e il legame tra variazione
di pressione e fattore d’attrito, ottengo la legge di Darcy Weisbach

La legge di Darcy Weisbach consente di calcolare le perdite per effetti viscosi nota la geometria del
condotto, la velocità media del flusso e il fattore d’attrito.

Tramite il diagramma di Moody, un diagramma sperimentale, è possibile determinare il fattore d’attrito noto
ε
il numero di Reynolds e il rapporto (ovvero la rugosità e il diametro).
D
STRATO LIMITE

Lo strato limite è una zona di flusso dove gli effetti viscosi del flusso non sono nulli e sono uguali agli sforzi
∂u
inerziali. Dalla legge della viscosità di Newton τ =μ . Quindi se τ è nullo:
∂y
- μ=0 il fluido è ideale;
∂u
- =0 quindi se u è costante, ovvero se il gradiente di velocità nella direzione normale a parete è
∂y
nulla nella zona di flusso indisturbato ed è possibile trascurare gli sforzi viscosi e usare l’equazione
di Bernoulli.

Nella zona di strato limite sono entrambi i contributi diversi da zero

Dalla conservazione della massa:


Lo spessore dello strato limite è la distanza dalla parete a cui la velocità u raggiunge il 99% di u

A causa dell’azione frenante dell’attrito, il fluido tende a separare e una particella che prima era vicina alla
parete viene trasportata lontano da essa. L’approssimazione dello strato limite non è più valida. Se δ
aumenta, diminuisce ∇ u⃗ fino a diventare nullo, il profilo della velocità deve necessariamente recuperare il
valore di u per y → ∞ e quindi ci sarà un cambio di concavità. Condizione necessaria affinché vi sia questo
fenomeno è il cambio di concavità del profilo di velocità ma non è condizione sufficiente. Affinché avvenga,
il gradiente di u deve essere sfavorevole ovvero maggiore di 0: il fluido si deve spostare da zone a pressione
minore a zone a pressione maggiore. Se si verificano entrambe le condizioni lo strato limite si può separare.
La separazione dello strato limite consiste nel distacco del flusso a parete e la conseguente formazione di
una zona di ricircolo. Dall’insorgere della zona di separazione in poi, non sarà più vero che le variazioni
lungo y saranno più grandi di quelle in x.

La separazione dello strato limite implica perdite di energia meccanica.

Esempi biologici di separazione dello strato limite sono:

- Aterosclerosi = si ha la formazione di una stenosi in un vaso che riduce l’area di passaggio per il
flusso ematico. All’aumentare dell’occlusione il flusso diventa complesso e le zone in cui è presente
la stenosi sono caratterizzate da forti variazioni di velocità e a valle della zona ristretta si può
verificare il distacco dello strato limite con formazione di vortici, il flusso ha velocità ridotta e
ricircola su sé stesso
- Aneurisma = causato da una dilatazione eccessiva della parete del vaso (es. aorta addominale) si ha
la formazione di grandi vortici in vicinanza delle pareti del vaso, con un conseguente aumento di
pressione nella zona rigonfia dell’aneurisma e rischio elevato di trombi. I trombi una volta entrati in
circolazione, possono essere trasportati e provocare ischemia
- Biforcazioni = in caso di diramazione asimmetrica (es. arterie renali dai margini laterali dell’aorta
discendente) la portata nei due rami (ricorda una giunzione a T) non è la stessa e si verifica una
separazione dello strato limite sulle pareti esterne e distribuzione asimmetrica degli sforzi di taglio a
parete

HAGEN POISEUILLE
Considero un tubo a sezione circolare di raggio R e lunghezza L alle cui estremità è applicata una differenza
di pressione ∆ p e cerco di determinare il campo di velocità all’interno del tubo. Utilizzo un sistema di
riferimento con coordinate cilindriche. Considero come ipotesi:

1. Flusso stazionario (derivata locale della velocità è nulla)


2. Fluido incomprimibile ρ=cost da cui dalla conservazione della massa ∇ u⃗ =0
3. Flusso unidirezionale, laminare quindi trascuro gli effetti di bordo
4. Assialsimmetria
5. Fluido newtoniano ( μ=cost ) quindi vale la relazione costitutiva dei fluidi newtoniani

Scelgo come asse di riferimento x poiché r e Φ non danno informazioni essendo nel caso di flusso
unidirezionale. Comincio da Navier-Stokes −∇ p+ μ ∇ u2 + ρ ⃗f =0, l’ultimo termine è nullo

Il flusso è laminare e in questo caso Reynolds è circa 2100. Ricavo la velocità media:
❑ 4
πR ∂p
Portata: ∫ u x ( r ) dS=
S 8μ ∂x

limiti delle relazioni ottenute: se il regime fosse turbolento (Re>4000 turbolenza completamente sviluppata,
Re>2100 transizione) e non laminare la caduta di pressione è maggiore di quella prevista dalla relazione di
Hagen-Poiseuille, cadono le hp di assialsimmetria e flusso unidirezionale.

MODELLI NON NEWTONIANI

Modello di Bingham

La viscosità dinamica viene detta viscosità di Bingham e tau con 0 è lo yeld stress, sforzo di taglio minimo
per mettere in moto il fluido.
Modello di Casson

Il modello di Casson è più accurato del modello di Bingham, anche per bassi shear rate, diversamente da
Bingham che per valori inferiori a 100 secondi alla meno 1 era più grossolano.
Power-law fluid

K è il fattore di consistenza del flusso, n indica lo scostamento dal comportamento newtoniano del sangue

Herschel–Bulkley (τ ≥ τ 0 )
Il fluido viene descritto da 3 parametri in base al comportamento reologico del fluido stesso ed è il modello che più si
avvicina al comportamento del sangue nella sua completezza tenendo conto dello yield stress, il fattore di consistenza,
lo shear rate e lo scostamento dal comportamento newtoniano

{ γ̇ =0
τ=τ 0 +k γ n
Carreau

Descrive il comportamento shear-thinning del sangue ovvero il comportamento pseudoplastico

viscosità in funzione dello shear rate

SANGUE NEL MICROCIRCOLO

Nel microcircolo il condotto ha un diametro di dimensioni simili ai globuli rossi (one-cell thick), un
dispositivo sperimentale paragonabile è costituito da un capillare che collega due serbatoi. Da questo sono
stati messi in evidenza l’effetto Fahareus e l’effetto Fahareus-Lindqvist.
EFFETTO FAHAREUS

Facendo fluire il sangue dal serbatoio al capillare i globuli rossi scorrono più lentamente a causa degli urti
tra loro nella fase di ingresso nel capillare diversamente dal plasma che scorre facilmente, effetto screening.
Questo effetto è misurabile tramite il confronto tra ematocrito del sangue nel capillare (d ≤20 μm ) Ht T e
quello del serbatoio Ht F.

Ht T
è funzione lineare Ht F e la pendenza della retta aumenta al diminuire del diametro. Invece nel
Ht F
Ht T
serbatoio d’arrivo risulta che <1
Ht F
Questo avviene poiché i globuli rossi non sono distribuiti uniformemente nel capillare, essi sono disposti in
fila al centro del canale e si ha la formazione del cell-free layer in cui scorre solo il plasma. Da cui ne
consegue che nel serbatoio di raccolta arriva più sangue con Ht D > Ht T

Al di sotto di un diametro pari a 2,7 μm non si avrà il passaggio di eritrociti. L’effetto secondo cui il sangue
non è più omogeneo è l’effetto Fahareus.

EFFETTO FAHAREUS-LINDQVIST

Nel caso di grandi vasi di diametro ¿ 500 μm , il rapporto tra portata volumetrica Q e gradiente di pressione
∂p
risulta costante e il sangue si comporta come fluido newtoniano e dalla soluzione di Hagen-Poiseuille.
∂x
L’effetto Fahareus-Lindqvist studia il comportamento del sangue nel microcircolo in quando il sangue non
può più essere approssimabile ad un fluido newtoniano. Scompongo il flusso come flusso di Hagen-
Poiseuille di fluidi immiscibili newtoniani, u P per il plasma u S per il sangue
L’ultima relazione ottenuta è la viscosità apparente ovvero la viscosità che dovrebbe avere un fluido
newtoniano per fluire con la medesima portata in un condotto di ugual diametro sotto lo stesso gradiente di
pressione

questa è la viscosità apparente che si otterrebbe se utilizzassi hagen poiseuille mentre la


relazione scritta precedentemente è legata alla portata nel caso in cui il flusso fosse regolato dalla relazione
di hagen poiseuille.

CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA INTERNA


BERNOULLI DA F=MA

Potrebbero piacerti anche