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Capitolo 1

Concetti fondamentali di
gasdinamica

La gasdinamica studia il moto dei fluidi compressibili, cioè di quei fluidi nei
quali le variazioni di pressione, dovute al moto, generano variazioni di densità
non trascurabili rispetto al valore della densità stessa.
In generale tutti i fluidi sono più o meno compressibili. Tuttavia a volte,
le variazioni di densità sono cosı́ piccole da poter essere trascurate e rendere
quindi accettabile il modello di fluido incompressibile. E’ questo ad esempio
il caso del moto dei liquidi, i quali per la loro struttura costitutiva hanno una
comprimibilità molto piccola, o il caso del moto di un gas a bassa velocità, nel
quale, essendo piccole le variazioni di pressione, sono piccole anche le variazioni
di densità.
E’ opportuno sottolineare come l’ipotesi di incomprimibilità non sia equi-
valente a quella di densità costante; la densità, infatti, è in generale funzione
della temperatura oltre che della pressione. Si pensi ad esempio alle corren-
ti marine: pur essendo l’acqua un fluido sostanzialmente incompressibile, le
differenze di temperatura generano differenze di densità che, in presenza del
campo gravitazionale, danno luogo al moto delle masse d’acqua.
I flussi nei quali il moto è originato dalle differenze di densità conseguenti
a differenze di temperatura prendono il nome di flussi a convezione naturale.
Ad eccezione dei problemi di convezione naturale, nello studio del moto di
fluidi incompressibili si hanno in generale due sole incognite: la velocità V e la
pressione p. Pertanto tali flussi possono essere studiati mediante la soluzione
delle due sole equazioni di conservazione della massa e della quantità di moto.
Nel caso di fluidi compressibili invece, l’aggiunta di un’ulteriore incognita,
la densità ρ, richiede di introdurre anche un’altra equazione: l’equazione di
conservazione dell’energia. Poiché in quest’ultima compare come nuova inco-
gnita l’energia interna e (o l’entalpia h, o la temperatura T ), sarà inoltre neces-

1
2 Capitolo 1

sario far ricorso ad una relazione che leghi fra loro le variabili termodinamiche
p, ρ, e (o p, ρ, h o p, ρ, T ), cioè ad una equazione di stato.
La differenza fra flussi incompressibili e compressibili non risiede solo nella
maggior complessità matematica di questi ultimi, ma anche nella presenza di
fenomeni fisici che non si verificano nel caso dei flussi incompressibili. Tali fe-
nomeni sono in massima parte dovuti alle diverse modalità con cui un disturbo
propaga in un fluido compressibile o incompressibile.

1.1 Velocità del suono


Da un punto di vista qualitativo ed estremamente semplificato, si può ana-
lizzare la propagazione di un disturbo, considerando un gas in quiete come
costituito da un insieme di molecole dotate di velocità di agitazione termica.
Supponiamo che il gas sia a contatto con una parete solida e che ad un certo
istante la parete venga messa in movimento con una velocità molto piccola
(come verrà meglio specificato nel seguito), ad esempio nel verso che va dalla
parete al fluido. Per effetto della impermeabilità della parete, le molecole a
diretto contatto con essa dovranno acquisire (in aggiunta alla loro velocità di
agitazione) la stessa velocità della parete. Attraverso gli urti intermolecolari
questa velocità si trasmette anche alle molecole immediatamente adiacenti e
contestualmente si riduce la distanza fra le molecole. Pertanto una particella
fluida a contatto con la parete (costituita da un insieme di molecole suffi-
cientemente grande da rendere significativa la definizione di valori medi) avrà
la stessa velocità della parete e la sua densità sarà aumentata, cosı́ come la
sua energia per unità di volume e quindi anche la sua temperatura e la sua
pressione. La condizione che la velocità della parete sia piccola è legata al
fatto che vogliamo che le variazioni di densità, pressione e temperatura ad
essa associate siano piccole rispetto ai corrispondenti valori delle grandezze
nel fluido indisturbato. Nel limite di variazioni infinitesime, il fenomeno può
essere considerato reversibile e quindi isentropico.
Il disturbo originato dalla parete si trasmette attraverso gli urti intermo-
lecolari anche alle particelle fluide successive le quali risentiranno del disturbo
tanto prima quanto più è grande la velocità media di agitazione molecolare,
cioè, quanto più è alta la temperatura del gas. La velocità con cui un disturbo
propaga nel fluido ha pertanto un valore finito che non dipende dalla velocità
della parete ma solo dalla temperatura del fluido stesso.
Nel caso esaminato il disturbo comporta un aumento della pressione e verrà
quindi denominato un’onda di compressione, alla quale sono peraltro associate
variazioni anche delle altre grandezze termodinamiche oltre che della velocità.
Nel caso in cui la parete fosse stata messa in movimento nel verso oppo-
sto a quello precedentemente definito (cioè nel verso dal fluido alla parete),
la particella fluida acquisterà ancora la stessa velocità della parete ma su-
Capitolo 1 3

birà una diminuzione di densità, pressione e temperatura. Pertanto nel fluido


propagherà in questo caso un’onda di espansione.
Il fenomeno precedentemente descritto di una parete solida in movimento
trova, ad esempio, una applicazione pratica quando si metta in vibrazione un
diapason. La parete vibrante genera una successione di onde alternativamente
di espansione e di compressione che viene percepita dall’orecchio umano come
un suono, la cui tonalità dipende dalla frequenza con cui si alternano espansioni
e compressioni e la cui intensità dipende dall’entità della perturbazione di
pressione. La velocità con cui una perturbazione infinitesima propaga in un
mezzo fluido prende pertanto il nome velocità del suono.
E’ possibile ottenere molto semplicemente l’espressione della velocità del
suono in funzione delle variabili termodinamiche applicando i principi di con-
servazione della massa e della quantità di moto.
Si consideri un’onda piana di intensità infinitesima che propaghi con velo-
cità a in un gas in quiete (Fig. 1.1.a)

B A

p + dp p p + dp p
ρ
ρ + dρ dV V =0 ρ ρ + dρ a dV a

2 1 2 1

a) b)

Fig. 1.1

Il fluido nella zona 1 (monte dell’onda) è in condizioni indisturbate, mentre


il flusso nella zona 2 (valle dell’onda), che è stato attraversato dalla perturba-
zione, avrà subito una variazione di velocità dV , di pressione dp, di densità dρ e
di temperatura dT . Queste variazioni sono positive se l’onda è di compressione
e negative se è di espansione.
Il fenomeno è evidentemente non stazionario in quanto ad ogni istante
l’onda occuperà una diversa posizione nel riferimento solidale al fluido. Nel ri-
ferimento solidale all’onda, invece, il fenomeno risulta stazionario. In questo ri-
ferimento, ottenuto dal precedente aggiungendo una velocità −a, la situazione
appare come indicato in Fig. 1.1.b.
Imponendo che il flusso di massa m (cioè la massa per unità di area e di
tempo) che entra attraverso la sezione A sia uguale a quella che esce attraverso
la sezione B si ha
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m = ρa = (ρ + dρ)(a − dV ) (1.1)
che, a meno di infinitesimi di ordine superiore, si riduce a

adρ = ρdV (1.2)


Imponendo poi che la variazione della quantità di moto nell’attraversamen-
to dell’onda sia uguale alla risultante delle pressioni che agiscono sulle superfici
A e B, si ha:

p − (p + dp) = m[(a − dV ) − a] (1.3)


che, mediante la (1.1), diventa

dp = ρadV (1.4)
Eliminando dV fra le (1.2) e (1.4), si ottiene

dp
a2 = (1.5)

Come già accennato, essendo il disturbo di intensità infinitesima, il proces-
so è isentropico. E’ quindi opportuno menzionare esplicitamente il fatto che
la trasformazione è isentropica, riscrivendo la (1.5) come

dp
 
2
a = (1.6)
dρ s=cost
Per poter dare una valutazione anche quantitativa della velocità del suono,
definita dalla (1.6), è necessario specificare la natura del gas. Ci limitiamo qui
a considerare il caso di un gas ideale, cioè di un gas la cui energia interna è
funzione unicamente della temperatura e per il quale vale l’equazione di stato

p = ρRT (1.7)
R è la costante del gas per unità di massa che è legata alla costante universale
dei gas R dalla relazione

R
R= (1.8)
m
dove m è il peso molecolare del gas. Essendo R = 8314 Joule/Kmole◦ K, per
l’aria che ha m = 28.93 Kg/Kmole, si ha R = 287 Joule/Kg◦ K.

Il calore specifico a volume costante è definito come


Capitolo 1 5

∂e
 
cv = (1.9)
∂T v=cost
Poiché per un gas ideale e = e(T ), la (1.9) si può scrivere

de
cv = (1.10)
dT
Dalla definizione dell’entalpia
p
h =e+ (1.11)
ρ
e dalla (1.7) discende che per un gas ideale anche l’entalpia è funzione unica-
mente della temperatura e quindi il calore specifico a pressione costante può
essere espresso come

dh
cp = = cv + R (1.12)
dT
Introduciamo l’ulteriore ipotesi che il gas sia anche caloricamente perfetto
cioè che siano costanti cp e cv e di conseguenza anche il loro rapporto
cp
γ= (1.13)
cv
5 7
Per i gas biatomici, come l’aria cv = R, cp = R e quindi γ = 1.4.
2 2
Mediante le (1.12) e (1.13) si possono esprimere cp e cv in funzione di γ ed
R:
γ
cp = R (1.14)
γ−1
1
cv = R (1.15)
γ−1
Per un gas ideale e caloricamente perfetto, il primo principio della termo-
dinamica può scriversi

1
 
T ds = cv dT + pd (1.16)
ρ
che, assieme all’equazione di stato scritta nella forma

dT dp dρ
= − (1.17)
T p ρ

fornisce
6 Capitolo 1

dp dρ
 
ds = cv −γ (1.18)
p ρ

Per un processo isentropico si ha quindi:

dp p
=γ (1.19)
dρ ρ
ovvero
p
= cost (1.20)
ργ
Dal confronto delle (1.6) e (1.19)
p
a2 = γ = γRT (1.21)
ρ
Questa relazione conferma, come già visto qualitativamente, che la velocità
del suono dipende essenzialmente dalla temperatura del gas, ma mette anche
in evidenza la dipendenza della natura del gas attraverso le sue costanti γ e
R.
Tornando ad esaminare le differenze fra fluidi compressibili ed incompres-

sibili, la (1.5) mostra che in un fluido incompressibile, essendo = 0, la velo-
dp
cità del suono è infinita. Un disturbo generato in un punto si risente pertanto
istantaneamente in tutti gli altri punti del fluido, a differenza di quanto accade
in un fluido compressibile, dove, essendo la velocità del suono finita, i disturbi
possono essere risentiti solo in alcune regioni del campo fluidodinamico, come
sarà chiarito nei prossimi paragrafi.

1.2 Numero di Mach


Poiché nello studio dei flussi compressibili appaiono due velocità caratteri-
stiche, la velocità del fluido e la velocità del suono, un parametro che ha
una grande rilevanza nel caratterizzare tali flussi è dato dal loro rapporto che
prende il nome di numero di Mach

V
M= (1.22)
a
Poiché sia V che a sono in genere variabili da punto a punto del campo
fluidodinamico, il numero di Mach ha valore locale anche se a volte, nello
studio del moto di un corpo in un fluido, viene indicato come numero di Mach
Capitolo 1 7

(più propriamente numero di Mach di volo) il rapporto tra la velocità della


corrente indisturbata relativa al fluido e la velocità del suono nella corrente
indisturbata.
Sulla base dei valori del numero di Mach, i flussi dei fluidi compressibili
possono essere classificati nel modo seguente:
Flussi subsonici
Sono quei flussi in ogni punto dei quali il numero di Mach è minore di 1.
Un caso particolare di tali flussi è quello per cui M = 0: ciò non significa
che è nulla la velocità (caso banale), ma che è infinita la velocità del suono e
rappresenta quindi il flusso di un fluido incompressibile. Il modello di fluido
incompressibile è dunque idoneo a rappresentare i flussi a basso numero di
Mach e quindi anche i flussi di un fluido compressibile a bassa velocità, nei quali
le variazioni di densità sono cosı́ piccole da poter essere trascurate. Al crescere
del numero di Mach, gli effetti della comprimibilità, pur non modificando da
un punto di vista qualitativo la natura del flusso, acquistano un’importanza
quantitativa sempre maggiore. Indicativamente si può dire che gli effetti della
comprimibilità non possono più essere trascurati per M > .3.
Flussi supersonici
Sono quei flussi nei quali il numero di Mach è in ogni punto maggiore di 1.
In realtà, come si vedrà meglio nel seguito, per un corpo reale, che si muova a
velocità supersonica, esiste sempre una piccola regione, nell’intorno del punto
di ristagno, nella quale il flusso è subsonico. In molti casi pratici tali regioni
sono però cosı́ piccole da poter essere trascurate.
Flussi transonici
Sono quei flussi nei quali esistono sia zone subsoniche che supersoniche.
Flussi di questo genere possono verificarsi nei condotti convergenti–divergenti
(ugelli e prese d’aria supersoniche), lungo la superficie di corpi in moto ad
elevate velocità subsoniche o nella zona anteriore di corpi arrotondati in moto
con velocità supersoniche. Mentre lo studio dei flussi transonici monodimen-
sionali non presenta particolari difficoltà, la soluzione dei flussi transonici bi–
e tridimensionali è particolarmente complessa per la contemporanea presen-
za di zone subsoniche e supersoniche, che in generale richiedono tecniche di
soluzione tra foro completamente diverse.
Flussi ipersonici
Sono flussi supersonici a numero di Mach molto elevato, che richiedono una
trattazione diversa da quella dei flussi supersonici a basso numero di Mach. Per
corpi che si muovano a velocità molto elevate (quali si verificano nel lancio di
missili o nel rientro di navette spaziali), in prossimità della parete si verificano
temperature cosı́ alte da dar luogo a fenomeni di dissociazione o anche di
ionizzazione dell’aria. In tali condizioni non è più possibile considerare l’aria
come un gas ideale e in molti casi non è neppure più accettabile l’ipotesi di
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equilibrio termochimico. Inoltre i flussi ipersonici attorno a corpi arrotondati


sono caratterizzati da forti gradienti di entropia, che rendono inapplicabile
l’ipotesi di irrotazionalità, che può essere invece utilmente adottata nello studio
dei flussi supersonici.
Il valore del numero di Mach al di sopra del quale un flusso viene con-
siderato ipersonico dipende dal tipo di fluido e dalla forma del corpo. In-
dicativamente si può dire che si entra in campo ipersonico al di sopra di
M = 5.

1.3 Propagazione dei disturbi in flussi subsonici e


supersonici
Abbiamo esaminato in precedenza la propagazione di un disturbo in un fluido
in quiete, supponendo per semplicità che l’onda fosse piana. Se consideriamo
una sorgente di disturbo puntiforme e se il fluido è omogeneo ed isotropo, la
propagazione del disturbo avverrà con la stessa velocità in tutte le direzioni e si
genererà quindi un’onda sferica nel caso tridimensionale ed un’onda cilindrica
nel caso bidimensionale. In entrambi i casi la superficie dell’onda aumenta al-
l’allontanarsi dell’onda stessa dalla sorgente. Poiché evidentemente, in assenza
di fenomeni dissipativi, l’energia associata all’onda rimane costante, l’energia
per unità di superficie, cioè l’intensità dell’onda, andrà diminuendo man mano
che l’onda propaga, a differenza di quanto avviene per un’onda piana la cui
intensità rimane costante. L’attenuazione dell’onda è una conferma dell’evi-
denza sperimentale secondo cui l’intensità del suono diminuisce all’allontanarsi
dalla sorgente.
Si consideri ora il caso in cui il fluido sia in moto rispetto alla sorgente del
disturbo o, equivalentemente, il caso di una sorgente in moto in un fluido in
quiete. Considerando dapprima il caso bidimensionale, si può supporre che
l’origine del disturbo sia costituita da un diedro semi–infinito avente angolo di
apertura infinitesimo. Il cambio di direzione che le particelle fluide subiscono
in corrispondenza del diedro costituisce un disturbo infinitesimo di velocità al
quale sono associate variazioni, anch’esse infinitesime, delle proprietà termo-
dinamiche. Pertanto il disturbo propaga nel fluido in quiete con la velocità
del suono.
Consideriamo dapprima il caso in cui il diedro venga messo in moto impul-
sivamente con velocità costante V < a , cioè con velocità subsonica. All’inizio
del moto il diedro si trovi nella posizione 1 indicata in Fig. 1.2.a. Dopo un
certo intervallo di tempo ∆t, il diedro si sarà spostato nella posizione 2 che
dista ∆x = V ∆t dal punto 1, e dopo un intervallo 3∆t (tempo al quale si
riferisce la Fig. 1.2) si troverà nel punto 4.
Durante questo intervallo di tempo la perturbazione originata nel punto
Capitolo 1 9

1
1
2 A 1
2
3 3 2
V 3
α
4 321 4 3 2 1 4 3 2 1

a) M < 1 b) M = 1 c) M > 1

Fig. 1.2

1 avrà percorso una distanza 3a∆t > 3∆x e sarà quindi rappresentata da
una circonferenza con centro nel punto 1 e raggio 3a∆t. Analogamente la
perturbazione originata all’istante 2 avrà centro nel punto 2 e raggio 2a∆t. Le
onde non sono più concentriche, come accade nel caso di sorgente in quiete,
ma sono addensate nella direzione del moto.
Dopo un tempo infinito, la perturbazione avrà interessato l’intero campo
fluidodinamico, anche se con intensità che all’infinito tende a zero. In altri
termini, nel riferimento solidale al corpo, una corrente subsonica comincia a
risentire la presenza del diedro molto prima di investire nel corpo stesso.
Nel caso in cui la velocità del diedro sia uguale alla velocità del suono
(M = 1) la situazione sarà quella rappresentata in Fig. 1.2.b. Le onde emesse
a differenti istanti saranno tutte tangenti fra loro e ad un piano normale alla
direzione della corrente, che divide il campo in due regioni: quella dietro al
corpo, in cui propagano i disturbi, e quella davanti al corpo nella quale il fluido
è indisturbato. Una corrente sonica, pertanto, non risente della presenza del
corpo fino a quando non investe il corpo stesso.
Infine, nel caso in cui si muova con velocità supersonica, il diedro si tro-
verà sempre davanti ai disturbi emessi negli istanti precedenti (Fig. 1.2.c). E’
immediato verificare che le onde emesse ai diversi istanti sono tutte tangenti
a due piani passanti per il vertice del diedro (punto 4). Questi due piani,
detti anche onde di Mach, individuano un diedro (diedro di Mach) all’interno
del quale sono confinati i disturbi, mentre all’esterno il fluido è indisturbato.
L’angolo di semi-apertura del diedro di Mach, che prende anch’esso il nome di
angolo di Mach, è dato da
10 Capitolo 1

Fig. 1.3

a∆t 1
sin α = = (1.23)
V ∆t M
come si rileva immediatamente dal triangolo 1A4 in Fig. 1.2.c. La zona di
fluido perturbata è quindi tanto più piccola quanto più grande è il numero di
Mach con cui si muove il diedro.
Nel riferimento solidale al corpo la situazione apparirà come indicato in
Fig. 1.3. Le linee di corrente rimangono indisturbate fino a quando incontrano
il diedro di Mach, attraverso il quale vengono deviate assumendo la direzione
parallela alla parete del diedro.
Nel caso tridimensionale, si può pensare il disturbo come originato da un
cono avente angolo di apertura infinitesimo. In questo caso i disturbi non
saranno più onde cilindriche, ma onde sferiche, il cui inviluppo è costituito da
un cono, detto cono di Mach.

1.4 Onde d’urto


Si è fin ora considerato solamente il caso di disturbi di intensità infinitesima.
Tuttavia nei problemi di interesse pratico, i corpi attorno ai quali si vuole stu-
diare il flusso hanno dimensioni finite e generano quindi disturbi di intensità
finita. Al fine di esaminare qualitativamente la differenza fra disturbi di in-
tensità finita e infinitesima, faremo ancora riferimento, per semplicità, al caso
di onde piane.
Consideriamo un cilindro di lunghezza infinita delimitato da un pistone e
contenente un gas inizialmente in quiete (Fig. 1.4)
Se il pistone viene messo in movimento verso destra con velocità infinite-
sima, esso darà luogo ad un disturbo infinitesimo che propaga con la velocità
del suono a0 .
Supponiamo invece di portare il pistone con una accelerazione costante dal-
la velocità u = 0 ad una velocità finita up (Fig. 1.5). Possiamo anche pensare di
Capitolo 1 11

a0
u=0 tp
T0

up u
Fig. 1.4 Fig. 1.5

realizzare tale accelerazione attraverso una serie di successive piccole variazioni


di velocità ∆ui , che potremo approssimare come variazioni infinitesime.
Il primo disturbo ∆u1 propaga con la velocità del suono nel fluido indi-
sturbato a0 . Il secondo disturbo propaga invece in un fluido che, per effetto
della prima perturbazione, ha una temperatura T1 = T0 + ∆T1 e quindi una
velocità del suono a1 > a0 . Inoltre il secondo disturbo propaga in un fluido
che ha velocità ∆u1 e quindi la velocità assoluta con cui propaga il secondo
disturbo sarà a1 + ∆u1 > a0 . Ripetendo il ragionamento precedente per i
disturbi successivi, al termine della fase di accelerazione tp , si sarà generato
un andamento spaziale della velocità quale quello indicato in Fig. 1.6.a.
u u
u
up up
B B up
B

A A A
x x x
a) b) c)
Fig. 1.6

Si è cioè generata una forma d’onda d’ampiezza finita che propaga nel
fluido con una velocità media maggiore della velocità del suono nel fluido
indisturbato. Inoltre la forma dell’onda non si mantiene costante ma, poiché
la velocità del fronte posteriore (punto B) è maggiore di quella del fronte
anteriore (punto A), l’onda diventa sempre più ripida (Fig. 1.6.b.c).
In un fluido reale il fronte posteriore non può mai raggiungere quello an-
teriore poiché, tanto più piccolo diviene lo spessore dell’onda (cioè la distanza
fra A e B), tanto più grandi diventano i gradienti di velocità e di temperatu-
ra e quindi diventano importanti gli sforzi viscosi e lo scambio di calore per
12 Capitolo 1

conduzione, anche se i coefficienti di viscosità e di conducibilità termica sono


molto piccoli, come accade per i gas. Gli sforzi viscosi sono quindi in grado di
contrastare i termini convettivi, impedendo al fronte posteriore di raggiungere
quello anteriore. L’osservazione sperimentale mostra che lo spessore dell’onda
è dell’ordine di 10−6 cm.
L’onda di compressione generata dal pistone si è quindi trasformata in
un onda di spessore molto piccolo, che propaga nel fluido con una velocità
maggiore di quella del suono nel fluido indisturbato, ed attraverso la quale la
velocità e le grandezze termodinamiche subiscono una brusca variazione. Tale
struttura prende il nome di onda d’urto.
Nello studio di flussi di interesse aeronautico, si osserva la formazione di on-
de d’urto in prossimità della parete di corpi affusolati a velocità transoniche,
davanti a corpi arrotondati a velocità supersoniche o all’interno di condotti
(ugelli o prese d’aria) nei quali si raggiungano velocità supersoniche. Tutti
questi flussi sono caratterizzati da alte velocità e quindi da valori molto eleva-
ti del numero di Reynolds. In queste condizioni appare quindi particolarmente
idonea l’adozione del modello semplificato di fluido non viscoso e non condu-
cente (fluido perfetto). Nel modello di fluido perfetto gli sforzi viscosi sono
nulli e viene quindi a scomparire la forza che contrasta il raggiungimento del
fronte anteriore dell’onda di compressione da parte del fronte posteriore. Per-
tanto in un fluido perfetto un’onda d’urto ha spessore nullo ed attraverso di
essa le grandezze cinematiche e termodinamiche sono discontinue.
Con l’adozione del modello di fluido perfetto, abbiamo quindi sostituito
ad un andamento continuo con forti gradienti delle grandezze fisiche un anda-
mento discontinuo con gradienti infiniti. Ciò è del tutto analogo al caso del
flusso in prossimità di una parete, per il quale, con un modello di fluido reale,
la velocità attraverso uno strato molto sottile (strato limite) passa dal valore
esterno al valore nullo alla parete, mentre con il modello di fluido perfetto la
velocità è discontinua alla parete.
Tuttavia mentre in quest’ultimo caso le discontinuità sono localizzate sulla
frontiera del dominio di soluzione e non causano quindi particolari problemi,
nel caso delle onde d’urto, esse possono verificarsi all’interno del dominio in
posizioni che, in generale, non sono note a priori.
Pertanto, quando si adotta il modello di fluido perfetto, è necessario con-
siderare la possibilità che le variabili siano discontinue all’interno del dominio
di soluzione.
L’analisi della propagazione di un’onda di compressione di ampiezza finita
ha mostrato che essa può mantenersi continua solo per un intervallo di tempo
finito, dopo di che degenera in un’onda d’urto. Non cosı́ accade per un’onda
di espansione.
Tornando ad esaminare il problema del pistone, supponiamo di metterlo
in movimento verso sinistra, accelerando della velocità iniziale nulla ad una
Capitolo 1 13

velocità finita up . Anche in questo caso, discretizzando la variazione di velocità


in una sequenza di variazioni ∆ui , il primo disturbo, che però in questo caso
è un’espansione, propaga con la velocità del suono nel fluido indisturbato.
Il secondo disturbo propaga in un fluido che è stato raffreddato dalla prima
espansione ed ha quindi a < a0 . La velocità assoluta con cui propaga il secondo
disturbo a1 − |∆ui | < a0 . Pertanto in questo caso il fronte posteriore dell’onda
è più lento del fronte anteriore e l’onda, anziché divenire sempre più ripida
come accade per le compressioni, diventa sempre più appiattita (Fig. 1.7).
u u

A x A x

up B up B

Fig. 1.7

In conclusione, mentre i disturbi infinitesimi propagano allo stesso modo


sia nel caso dell’espansione che in quello della compressione, la propagazione
di compressioni ed espansioni di intensità finita può dar luogo a onde d’urto
solo nel caso delle compressioni.
Capitolo 2 19

Infine, sottraendo dalla (2.25) la (2.22) moltiplicata per e, la (2.23) molti-


plicata per u e la (2.24) moltiplicata per v, si ottiene:

!
∂e ∂e ∂e ∂u ∂v ∂2T ∂2T
   
ρ +u +v +p + =k + + µφ (2.28)
∂t ∂x ∂y ∂x ∂y ∂x2 ∂y 2

dove la funzione di dissipazione φ è data da

2 2 2 2
∂u ∂v ∂u ∂v λ ∂u ∂v
   
φ=2 +2 + + + + (2.29)
∂x ∂y ∂y ∂x µ ∂x ∂y

Le (2.26–2.27–2.28) costituiscono la forma quasi-lineare delle equazioni di


Navier–Stokes (detta anche forma non conservativa). Si ricorda che un’equa-
zione è detta quasi-lineare quando i coefficienti delle derivate di ordine massimo
dipendono al più dalle derivate di ordine inferiore.
Utilizzando la notazione vettoriale ed introducendo la derivata materiale:

Dφ ∂φ ∂φ ∂φ
= +u +v (2.30)
Dt ∂t ∂x ∂y
le equazioni quasi-lineari possono scriversi più sinteticamente come


+ ρ∇ · V = 0 (2.31)
Dt
DV
ρ + ∇p = µ∇2 V + (λ + µ)∇(∇ · V ) (2.32)
Dt
De
ρ + p∇ · V = k∇2 T + µφ (2.33)
Dt
E’ talvolta conveniente esprimere l’equazione dell’energia in termini del-
l’entalpia, anziché dell’energia interna. Eliminando ∇ · V fra le (2.31) e (2.33)
si ottiene

Dh Dp
ρ − = k∇2 T + µφ (2.34)
Dt Dt

2.5 Equazioni di conservazione per un fluido perfet-


to
Per un fluido perfetto le diverse formulazioni dei principi di conservazione
possono essere ottenute molto semplicemente, ponendo a zero (in assenza di
forze di massa) i secondi membri delle equazioni (2.14) o (2.17) o (2.21) o
20 Capitolo 2

infine (2.31)–(2.32)–(2.33). Le equazioni cosı́ ottenute prendono il nome di


equazioni di Eulero.
Tuttavia, come si è visto nel capitolo precedente, mentre per un fluido
reale le variabili sono sempre continue, quando si adotta il modello di fluido
perfetto le variabili possono anche essere discontinue attraverso superfici (o
linee) all’interno del dominio. Una soluzione discontinua evidentemente non
può soddisfare, almeno in senso classico, le equazioni differenziali (2.21) o
(2.26)–(2.28), in quanto le derivate non sono definite in corrispondenza della
discontinuità. Viceversa, i principi di conservazione e le loro formulazioni
integrali seguitano a valere anche per una soluzione discontinua. Infatti nello
scrivere le (2.11) abbiamo ipotizzato solo l’integrabilità delle variabili, mentre
nel ricavare le (2.21) abbiamo utilizzato il teorema di Gauss, che presuppone
anche la derivabilità.
Pertanto una soluzione ovunque continua delle equazioni integrali è anche
soluzione delle equazioni differenziali. Tali soluzioni sono dette soluzioni clas-
siche. Invece una soluzione continua a tratti delle equazioni integrali non è
soluzione delle equazioni differenziali, a meno di non estendere il concetto di
soluzione, introducendo le soluzioni generalizzate o soluzioni deboli.
Poiché per una soluzione discontinua seguitano a valere le equazioni in-
tegrali, da queste è possibile ottenere le relazioni che legano tra loro le va-
riabili attraverso la discontinuità. Queste relazioni, che verranno ricavate nel
prossimo paragrafo, sono dette relazioni di salto.
Una soluzione continua a tratti che soddisfi le relazioni di salto attraverso la
discontinuità è una soluzione debole delle equazioni (2.21). L’introduzione del
concetto di soluzione debole, che non richiede la continuità e differenziabilità
ovunque e che comprende sia le soluzioni classiche che quelle con discontinuità,
consente di superare una limitazione connessa alle soluzioni classiche. Infatti
è possibile dimostrare che, per date condizioni iniziali, la soluzione classica è
unica, ma esiste solo per un tempo finito. Basti pensare al caso di un’onda
di compressione continua che, evolvendo, dopo un certo tempo dà luogo ad
un’onda d’urto e quindi non esiste più come soluzione classica. Viceversa una
soluzione debole esiste per un tempo qualunque ma, per date condizioni ini-
ziali, può non essere unica: con gli stessi dati iniziali, si può cioè avere più
d’una soluzione debole. Naturalmente nella realtà fisica la soluzione è invece
unica e pertanto una sola delle soluzioni deboli ha significato fisico, mentre le
altre sono soluzioni spurie. Ciò dipende dal fatto che le equazioni di Eulero
rappresentano solo un modello semplificato della realtà, nel quale in particola-
re si sono trascurati gli effetti della viscosità. Nel porre µ = 0 bisogna quindi
assicurarsi che la soluzione debole delle equazioni di Eulero sia il limite per
µ → 0 della soluzione delle equazioni di Navier–Stokes. Ma una soluzione
debole può anche essere pensata come il limite cui tende un altro set di equa-
zioni, analogo a quello di Navier–Stokes, ma aventi viscosità negativa e che
Capitolo 2 21

non hanno quindi corrispondenza con la realtà fisica. Per escludere queste
soluzioni (urti di espansione) bisogna quindi in qualche modo aver memoria
del fatto che gli effetti viscosi hanno carattere dissipativo. Ciò può essere rea-
lizzato facendo ricorso al secondo principio della termodinamica, che afferma
che l’entropia di un sistema isolato è non decrescente. In particolare si dovrà
imporre che l’entropia delle particelle che attraversano una discontinuità non
diminuisca.
Pertanto al fine di escludere le soluzioni spurie ed individuare quindi l’unica
soluzione fisicamente corretta, si dovranno integrare le equazioni di Eulero con
la condizione

d
Z
ρsdV ≥ 0 (2.35)
dt V
essendo s l’entropia per unità di massa.
La (2.35) prende il nome di condizione di entropia.

2.6 Relazioni di salto


Consideriamo nuovamente un volume materiale V all’interno del quale sia pre-
sente una superficie di discontinuità S0 che si muova con velocità w relativa-
mente al riferimento fisso (Fig. 2.1).

S1 S0 V2 S2
w
V1
U- U+

Fig. 2.1

In assenza di forze di massa e per un fluido perfetto, i principi di conser-


vazione (2.14) risultano

d
Z I
U dV + P j nj dS = 0 (2.36)
dt V S
cui va aggiunta la (2.35).
Gli integrali di volume che compaiono nelle (2.35)–(2.36) possono essere
decomposti nella somma degli integrali estesi ai volumi V1 e V2 separati fra
loro dalla superficie S0 :
Z Z Z
U dV = U dV + U dV (2.37)
V V1 V2
22 Capitolo 2

Si osservi però che il volume V1 (e cosı́ pure V2 ) non è un volume materiale


in quanto una parte della superficie che lo delimita, S1 , si muove con la velocità
del fluido, mentre l’altra parte S0 ha velocità w. Pertanto, applicando il
teorema di trasporto al volume V1 si ha:

d d
Z Z Z Z
U dV = U dV + U uj nj dS + U wj nj dS (2.38)
dt V1 dt V̄1 S1 S0

Procedendo analogamente per V2 e sostituendo nelle (2.37) e (2.36) si ha

d
Z I Z
U dV + (P j + U uj )nj dS + (U − − U + )wj nj dS = 0 (2.39)
dt V̄1 ∪V̄2 S̄1 ∪S̄2 S0

nella quale si è indicato con U − e U + il valore assunto dalle variabili conservate


a destra e a sinistra della discontinuità rispettivamente, e si è tenuto conto del
fatto che (nj )S + = −(nj )S − . Invertendo le operazioni di derivazione e di
0 0
integrazione nel primo termine e ricordando la (2.18), la (2.39) si scrive

dU
Z I Z
dV + F j nj dS + (U − − U + )wj nj dS = 0 (2.40)
V̄ dt S̄1 ∪S̄2 S0

Facendo ora il limite per S1 → S0 e S2 → S0 , il volume V̄ tende a zero


e quindi il primo termine si annulla, il valore di F j su S1 tende a F − j e
(nj )S1 → −(nj )S − , mentre il valore di F j su S2 tende a F +
j e (n )
j S2 → (n j S+ .
)
0 0
La (2.40) si riduce a
Z h  i
F+ − + −
j − F j nj − (U − U )wj nj dS = 0 (2.41)
S0

Osservando che wj nj è la componente wn della velocità della discontinuità in


direzione normale alla discontinuità stessa e introducendo la notazione

[ψ] = ψ + − ψ − (2.42)

la (2.41) fornisce

[F j ]nj = wn [U ] (2.43)

che prendono il nome di relazioni di salto o relazioni di Rankine–Hugoniot


generalizzate.
Capitolo 2 23

Procedendo in maniera del tutto identica, la (2.35) dà luogo a

[ρsuj nj ] ≥ wn [ρs] (2.44)


Si osservi che nel caso particolare di una discontinuità stazionaria si ha
w = 0 e dalla (2.43) deriva

[F j ] = 0 (2.45)
cioè, pur essendo discontinue le variabili U , i loro flussi generalizzati sono
continui attraverso la discontinuità.
Le relazioni di salto possono essere esplicitate introducendo in esse le (2.11)
e (2.18) ed utilizzando, anziché una base generica le componenti della velocità
ut , tangenziale, e un = uj nj normale alla discontinuità. Si ottiene

[ρun ] = wn [ρ]

[p + ρu2n ] = wn [ρun ]

[ρun ut ] = wn [ρut ] (2.46)

[Eun + pun ] = wn [E]

[ρsun ] ≥ wn [ρs]

che, introducendo la velocità del fluido relativa alla discontinuità

vn = un − wn (2.47)
assumono le espressioni

[ρvn ] = 0 (2.48)

[p + ρvn un ] = 0 (2.49)

[ρvn ut ] = 0 (2.50)

[Evn + pun ] = 0 (2.51)

[ρsvn ] ≥ 0 (2.52)

E’ conveniente esprimere le (2.49) e (2.51) in cui compare un in termini


24 Capitolo 2

della sola vn . Tenendo conto della (2.48), la (2.49) può scriversi

[p + ρvn un ] − wn [ρvn ] = 0

da cui

[p + ρvn2 ] = 0 (2.53)
Analogamente per la (2.51) si ha

wn2 + wt2
[Evn + pun ] + [ρvn ] − wn [p + ρun vn ] − wt [ρvn ut ] = 0
2
che, ricordando la definizione (2.10), risulta:
" !#
p v 2 + vt2
ρvn e+ + n =0 (2.54)
ρ 2
ovvero

[ρvn H] = 0 (2.55)
dove H è l’entalpia totale per unità di massa nel moto relativo alla discontinuità

vn2 + vt2
H =h+ (2.56)
2
La quantità ρvn che compare nella (2.48) è il flusso di massa che passa
attraverso la discontinuità e la (2.48) esprime il fatto che nella discontinuità
non si ha accumulo (o perdita) di massa e pertanto il flusso di massa entrante
è uguale a quello uscente.

2.7 Discontinuità di contatto


Un caso particolare di discontinuità si ha nel caso in cui il flusso di massa
attraverso la discontinuità sia nullo. Tale discontinuità prende il nome di
discontinuità di contatto.
Poiché la densità non può essere nulla, affinché sia nullo il flusso di massa
dovrà essere

vn+ = vn− = 0 (2.57)


ovvero

u+ −
n = un = wn (2.58)
Capitolo 2 25

Nel caso in cui wn 6= 0 la discontinuità di contatto si muove con la velo-


cità del fluido ed è quindi una superficie materiale. Nel caso in cui wn = 0
(discontinuità stazionaria), la discontinuità è una linea di corrente, che viene
anche detta linea di scorrimento.
Dalla (2.53) discende immediatamente

[p] = 0 (2.59)
Pertanto attraverso una discontinuità di contatto si mantengono continue
sia la velocità normale che la pressione. Viceversa dalle (2.45), (2.50), (2.52)
e (2.55) si desume che la densità, la velocità tangenziale, l’entropia, l’entalpia
e di conseguenza la temperatura possono essere discontinue con un salto di
entità qualunque.
Una discontinuità di contatto è quindi una superficie che separa due fluidi
aventi diverse caratteristiche termodinamiche o diversa velocità tangenziale
alla discontinuità. Il primo caso corrisponde, ad esempio, all’interfaccia fra
due zone di fluido aventi stessa pressione ma diversa temperatura, il secondo
al confine di un getto che fuoriesca in un ambiente in cui il fluido è in quiete.
Nella realtà fisica i fenomeni diffusivi (viscosità e conducibilità termica) fanno
sı́ che una discontinuità di contatto, se pur esiste ad un istante iniziale, non
si mantenga come tale ma divenga uno strato, il cui spessore va sempre più
aumentando, attraverso il quale si ha una variazione continua delle grandezze
termodinamiche o della velocità (strato di mescolamento).

2.8 Onda d’urto


Nel caso di un’onda d’urto per la quale vn 6= 0, le relazioni di salto possono
scriversi

[ρvn ] = 0 (2.60)

[p + ρvn2 ] = 0 (2.61)

[ut ] = 0 (2.62)

[H] = 0 (2.63)

[s] ≥ 0 se vn > 0 (2.64)

Queste relazioni consentono, come si vedrà in dettaglio nel prossimo capi-


tolo, di ottenere i valori delle grandezze a valle dell’urto, una volta che siano
noti i valori a monte (o viceversa).
Capitolo 3 33

1 dA
Eliminando il termine fra la (3.12) e la (3.8), si ottiene infine
A dx
Dē D 1
 
+ p̄ =0 (3.13)
Dt Dt ρ̄
che, in base al primo principio della termodinamica (1.16) equivale a

Ds
=0 (3.14)
Dt
La (3.14) esprime il fatto che l’entropia di una particella non varia, ovvero
che il flusso è isentropico. Si osservi che ciò non significa che l’entropia è
costante in tutto il campo in quanto essa può essere diversa da particella a
∂s ∂s
particella e quindi e possono essere diverse da zero.
∂x ∂t
Nel caso invece in cui l’entropia abbia lo stesso valore in tutto il campo il
flusso viene detto omentropico.
Nel derivare la (3.14) si è implicitamente assunta la derivabilità e continuità
delle variabili, con ciò escludendo la possibilità che siano presenti onde d’urto.
In assenza di fenomeni dissipativi è perciò del tutto logico che si pervenga alla
conclusione che il flusso è isentropico.
In altri termini, nel caso di variabili continue la (3.14) è perfettamente
equivalente alla (3.11) e, nel caso in cui si possa fare l’assunzione di flusso
omentropico, non è più necessario far ricorso alla equazione di conservazione
dell’energia, che viene sostituita da s = cost.
Per semplicità di notazione, nel seguito della trattazione dei flussi quasi-
unidimensionali si ometterà la sovralineatura delle variabili, fermo restando
che esse rappresentano il valore medio su una sezione.

3.2 Grandezze di ristagno, critiche e limite


Nel caso stazionario le (3.7), (3.10) e (3.11) si riducono alle seguenti equazioni
differenziali ordinarie

d
(ρuA) = 0 (3.15)
dx

du 1 dp
u + = 0 (3.16)
dx ρ dx

dH
= 0 (3.17)
dx
avendo utilizzato la definizione di entalpia totale (2.56). La (3.17) comporta
34 Capitolo 3

che

u2
h+ = H = cost (3.18)
2
ed esprime il fatto che in un flusso stazionario e adiabatico la somma del-
l’entalpia e dell’energia cinetica si mantiene costante, ovvero che il flusso è
omentalpico.
Nel caso in cui sia u = 0, come accade in un punto di ristagno, l’entalpia,
che viene detta entalpia di ristagno, è uguale all’entalpia totale

h0 = H (3.19)
E’ opportuno rilevare che ciò è vero sia nel caso in cui il fluido raggiunga
la condizione di ristagno attraverso un processo isentropico, sia quando lo
raggiunga mediante un processo non isentropico, come si può rilevare dal fatto
che l’entalpia totale si mantiene costante anche attraverso un fenomeno non
isentropico, quale l’onda d’urto (vedi 2.70). Esprimendo l’entalpia in funzione
della temperatura mediante la (1.12), la (3.18) può anche scriversi

u2
T+ = T0 (3.20)
2cp
nella quale T0 è la temperatura di ristagno, che in un flusso stazionario e
adiabatico coincide con la temperatura totale ed è costante.
Esprimendo cp mediante la (1.14), ricordando le (1.21–1.22), e posto
γ−1
δ= (3.21)
2
la (3.20) può scriversi come

T0
= 1 + δM 2 (3.22)
T
o anche

a2 + δu2 = a20 (3.23)


che definisce implicitamente la velocità del suono di ristagno a0 .
Se il flusso è isentropico, valgono le relazioni

1
ρ T
 
γ−1 1
= = (1 + δM 2 )− γ−1 (3.24)
ρ0 T0
γ
p T
 
γ−1 γ
− γ−1
= = (1 + δM 2 ) (3.25)
p0 T0
Capitolo 3 35

Quest’ultima relazione definisce la pressione totale p0 , cioè la pressione che


si verifica in un punto di ristagno quando la velocità del fluido viene portata
a zero attraverso un processo isentropico.
Si noti che, se il processo non è isentropico, la relazione fra p e T definita
dalla (3.25) non è più valida e quindi, pur essendo T0 = cost, la pressione
totale non è costante.
Da un punto di vista fisico, la temperatura totale rappresenta una misu-
ra dell’energia totale del fluido (somma dell’energia “termica” e dell’energia
“meccanica”) e si mantiene quindi costante se il flusso è adiabatico e stazio-
nario, indipendentemente dal tipo di processo termodinamico. La pressione
totale rappresenta, invece, una misura della sola energia meccanica e quindi,
se si verificano fenomeni dissipativi (non isentropici), nei quali parte dell’ener-
gia meccanica viene trasformata in energia termica, è logico attendersi che la
pressione totale diminuisca.
Oltre alla condizione di ristagno, un’altra condizione, che presenta parti-
colare interesse nello studio dei flussi stazionari, è quella per cui M = 1. I
valori che le grandezze assumono in corrispondenza a M = 1, vengono detti
valori critici. Dalle (3.22–3.24) si ha

T∗ 2
= (3.26)
T0 γ+1
γ
p∗ 2
 
γ−1
= (3.27)
p0 γ+1
1
ρ∗ 2
 
γ−1
= (3.28)
ρ0 γ+1

2 2
a∗ = a2 (3.29)
γ+1 0

Le grandezze critiche sono quindi direttamente proporzionali alle corri-


spondenti grandezze di ristagno e per esse valgono quindi le stesse conside-
razioni precedentemente fatte sulle grandezze di ristagno. In particolare la
velocità del suono critica a∗ è anch’essa una costante che caratterizza un flusso
stazionario e la (3.23) può anche essere scritta

γ + 1 ∗2
a2 + δu2 = a (3.30)
2
Si noti che la definizione di a∗ (e delle altre grandezze critiche) è indi-
pendente dal fatto che nel particolare flusso in esame si verifichi o meno la
36 Capitolo 3

condizione di M = 1, cosı́ come la definizione di a0 è indipendente dal fatto


che si verifichi effettivamente la condizione di ristagno.
L’introduzione di a∗ consente di definire il numero di Mach critico
u
M∗ = (3.31)
a∗
Poiché a∗ è costante, rispetto alla definizione (1.22), M ∗ presenta il van-
taggio di essere proporzionale unicamente alla velocità (è cioè una velocità
adimensionale) e di tendere ad un valore finito al tendere di M all’infinito.
Eliminando a2 /a∗2 fra la (3.30) e la relazione

a2 2
M ∗2 = M
a∗2
si ottengono le relazioni fra M ed M ∗

γ+1 2
M
M ∗2 = 2 (3.32)
γ−1 2
1+ M
2

2
M ∗2
γ+1
M2 = (3.33)
γ − 1 ∗2
1− M
γ+1

Da queste si rileva che il comportamento di M ∗ è analogo a quello di M .


Infatti, se M = 0 anche M ∗ = 0; se il flusso è subsonico, anche M ∗ < 1; se
M = 1, M ∗ = 1; se il flusso è supersonico, anche M ∗ > 1. Per M = ∞
si ha invece
s
∗ γ+1
Mmax = (3.34)
γ−1

e, nel caso di γ = 1.4, M ∗ ha quindi un valore massimo pari a 6.
Si noti che la condizione M = ∞ non corrisponde necessariamente ad
avere velocità infinita (in questo caso dovrebbe essere anche a0 = ∞), ma può
anche corrispondere ad avere velocità del suono nulla, il che comporta anche
T = p = ρ = 0.
In base alla (3.23), la velocità assume il valore
s
2
umax = a0 (3.35)
γ−1
Capitolo 3 37

Questa condizione corrisponde ad aver trasformato tutta l’energia interna


del gas in energia cinetica, facendo espandere il gas fino alla pressione nulla.
La velocità umax rappresenta quindi il valore massimo teoricamente ottenibile
per una corrente caratterizzata da a0 . Tuttavia il valore realmente ottenibile
sarà minore di umax , in quanto prima di raggiungere la condizione p = T = 0,
vengono meno le ipotesi di gas ideale e di mezzo continuo, che sono alla base
del nostro modello di fluido.

3.3 Flussi quasi-unidimensionali, stazionari, omen-


tropici
Passiamo ora ad esaminare come la soluzione delle equazioni (3.15–3.17) di-
pende dalla geometria del condotto, ovvero da A(x).
Sviluppando la derivata nella (3.15) e dividendo per ρuA, la (3.15) può
essere scritta in termini differenziali come

dA dρ du
+ + =0 (3.36)
A ρ u
mentre dalla (3.16) si ha

1
du = − dp (3.37)
ρu
Eliminando du fra le (3.36) e (3.37) ed esprimendo dρ in funzione di dp
mediante la (1.5), dato che il processo è isentropico, si ottiene

dA dp
= 2 (1 − M 2 ) (3.38)
A ρu
La relazione precedente mostra che in un condotto convergente (dA < 0)
se il flusso è subsonico (M < 1), la pressione diminuisce (dp < 0), e, in virtù
della (3.37), la velocità aumenta (du > 0). Viceversa, se il flusso è supersonico,
la pressione aumenta e la velocità diminuisce. L’opposto accade in un condotto
divergente, come è schematicamente indicato in Fig. 3.4. I condotti nei quali
si realizza un’espansione ed un’accelerazione del fluido vengono detti ugelli,
mentre quelli in cui si ha una compressione e decelerazione vengono detti
diffusori.
La differenza tra subsonico e supersonico corrisponde al fatto che per
M < 1 la variazione di velocità predomina sulla variazione di densità, men-
tre l’opposto accade per M > 1. In una espansione, ad esempio, la velocità
aumenta e la densità diminuisce: come si vede dalla (3.36), se prevale l’au-
mento di velocità (M < 1), la sezione dovrà diminuire, mentre se prevale la
diminuzione di densità (M > 1), la sezione dovrà aumentare.
Capitolo 4

Teoria delle caratteristiche

Lo studio dei flussi non stazionari di un fluido perfetto, cosı́ come quello dei
flussi stazionari supersonici, porta a dover risolvere sistemi di equazioni dif-
ferenziali per i quali è particolarmente utile il metodo delle caratteristiche.
Il metodo verrà presentato in questo capitolo con riferimento ad un generico
sistema di equazioni differenziali alle derivate parziali, del primo ordine, che
soddisfi le seguenti condizioni:

i) le variabili dipendenti siano continue;

ii) le equazioni siano quasi-lineari; ciò significa che i coefficienti mol-


tiplicativi delle derivate possono essere funzione delle variabili di-
pendenti e indipendenti, ma non delle derivate stesse;

iii) il sistema sia di natura iperbolica. Verrà chiarito nel seguito come
sia possibile verificare che quest’ipotesi sia soddisfatta.

Un generico sistema di k equazioni nelle k variabili dipendenti vj ed in n


variabili indipendenti xi ha la forma

∂v1 ∂v1 ∂v1 ∂v2 ∂vk


ai11 +ai12 +· · · ai1n +ai21 +· · · aikn +bi = 0 (i = 1, . . . , k)
∂x1 ∂x2 ∂xn ∂x1 ∂xn
(4.1)
Introducendo i vettori

dij = {aij1 aij2 . . . aijn } (4.2)


il sistema può scriversi in forma compatta

dij · ∇vj + bi = 0 (i = 1, . . . k) (4.3)

62
Capitolo 4 63

avendo fatto uso della regola dell’indice ripetuto. La forma vettoriale (4.3) ha
il vantaggio di essere invariante rispetto alla scelta del sistema di coordinate, il
che consente in ogni particolare situazione di scegliere il sistema di coordinate
nel modo geometricamente più conveniente.
Al sistema di equazioni (4.3) è in generale associato un insieme di condizioni
iniziali che specificano il valore delle variabili vj su una superficie dello spazio
ad n dimensioni. Nel caso di n = 3 questa è una superficie nel senso stretto,
mentre nel caso n = 2 questa è una linea.
Si consideri un generico punto P di tale superficie ed il piano passante per
P tangente alla superficie stessa. La conoscenza dei valori delle vj in tutti i
punti della superficie corrisponde a conoscere in ogni punto anche i valori delle
derivate di vj “lungo” la superficie. Ciò significa che in un riferimento locale
avente uno degli assi normale al piano tangente, per ogni variabile vj sono note
le derivate nelle (n − 1) direzioni che giacciono nel piano. Per i k gradienti,
che hanno nk componenti, sono quindi note le (n − 1)k componenti nel piano.
Nelle equazioni (4.3) rimangono incognite solo le k componenti dei gradienti in
direzione normale al piano, che possono pertanto essere determinate risolvendo
le k equazioni (4.3). Conoscendo le derivate normali in ogni punto è allora
possibile determinare i valori delle variabili su una nuova superficie e, ripetendo
il procedimento, determinare la soluzione in tutto lo spazio.
Tuttavia, ciò è possibile solo se è diverso da zero il determinante dei coef-
ficienti delle k componenti normali. Se questo determinante è nullo, ovvero
se esiste una combinazione lineare delle (4.3) che non contiene le k compo-
nenti normali dei gradienti, il piano è detto piano eccezionale nel punto P .
Una superficie che sia inviluppo di piani eccezionali è detta una superficie
caratteristica.
Ci proponiamo ora di verificare se per il sistema (4.3) esistono piani ecce-
zionali e di determinare la direzione della normale n a questi piani.
Consideriamo una combinazione lineare con coefficienti αi delle k equazio-
ni (4.3)

αi dij · ∇vj + αi bi = 0 (4.4)


che, introducendo i vettori

D j = αi dij (4.5)
e ponendo

C = αi bi (4.6)
può anche scriversi

D j · ∇vj + C = 0 (4.7)
64 Capitolo 4

Affinché il piano sia eccezionale, i coefficienti αi devono essere tali che


nella (4.7) non compaiano le componenti dei gradienti in direzione normale al
piano. Ciò è evidentemente verificato se i vettori D j sono paralleli al piano
stesso. Pertanto condizione sufficiente affinché un piano sia eccezionale è che

n · Dj = 0 (j = 1, . . . , k) (4.8)

E’ possibile dimostrare che questa condizione è anche necessaria.


Le (4.8), ove si sostituiscano le espressioni (4.5), costituiscono un sistema
di k equazioni omogenee nelle k incognite αi

α1 (d11 · n) + α2 (d21 · n) + · · · + αk (dk1 · n) = 0

α1 (d12 · n) + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . = 0 (4.9)
..
.
α1 (d1k · n) + . . . . . . . . . . . . . . . . . + αk (dkk · n) = 0

Affinché esista una soluzione non banale di questo sistema, deve essere
nullo il determinante dei coefficienti:

d11 · n d21 · n · · · dk1 · n


d12 · n d22 · n · · · dk2 · n


=0 (4.10)
.. .. .. ..

. . . .



d1k · n d2k · n · · · dkk ·n

Sviluppando il calcolo del determinante ed esprimendo n in termini delle


sue componenti, si ottiene una equazione algebrica di grado k in queste com-
ponenti, i cui coefficienti dipendono dai coefficienti delle equazioni (4.3) nel
punto P .
Questa equazione avrà k soluzioni, non necessariamente distinte. Se le
soluzioni sono reali, il sistema è iperbolico; se le soluzioni sono anche fra loro
distinte il sistema si dice strettamente iperbolico e per ogni punto esistono k
piani eccezionali, cioè tanti quanti sono le variabili dipendenti. Per ogni piano
eccezionale, cioè per ogni n che sia soluzione della (4.10), è ora possibile de-
terminare, risolvendo il sistema (4.9), un set di coefficienti αi e di conseguenza
i vettori D j che compaiono nella (4.7). Questa relazione mostra che lungo
un piano eccezionale le (n − 1)k componenti dei gradienti lungo il piano non
sono fra loro indipendenti e non possono quindi avere un valore arbitrario, ma
devono appunto soddisfare la (4.7). Questa relazione, valida lungo il piano
prende il nome di equazione di compatibilità.
Capitolo 4 65

4.1 Equazioni caratteristiche e di compatibilità per


flussi 1D, non stazionari, omentropici
Al fine di chiarire quanto detto in precedenza, consideriamo a titolo di esempio
la determinazione delle superfici caratteristiche e delle corrispondenti equazio-
ni di compatibilità per il sistema di equazioni che governa un flusso monodi-
mensionale, non-stazionario ed omentropico.
Poiché l’equazione (3.14) è identicamente soddisfatta, il sistema è costituito
dalle sole (3.8) e (3.10) nelle quali A = cost. In base all’ipotesi di omentro-
pia è poi possibile mediante la (1.5) esprimere ∂p/∂x in funzione di ∂ρ/∂x e
riscrivere le (3.8) e (3.10) nella forma

∂ρ ∂ρ ∂u
+ u +ρ =0 (4.11)
∂t ∂x ∂x

∂u ∂u a2 ∂ρ
+ u + =0 (4.12)
∂t ∂x ρ ∂x

Seguendo le notazioni del paragrafo precedente, si ha k = n = 2 e,


assumendo x1 = t, x2 = x, v1 = ρ, v2 = u, i vettori (4.2) risultano

( )
a2
d11 = {1 u} d12 = {0 ρ} d21 = 0 d22 = {1 u}
ρ
(4.13)
Indicando con n1 , n2 le componenti in direzione x1 e x2 del vettore n
normale alla superficie caratteristica, che in questo caso sarà una linea carat-
teristica, la condizione (4.10) risulta

a2


n1 + un2 n2
ρ
=0 (4.14)




ρn2 n1 + un2

Poiché evidentemente la direzione della linea caratteristica dipende dal


rapporto n1 /n2 , posto

n1
λ = tgϑ = − (4.15)
n2
66 Capitolo 4

la (4.14) può scriversi:

a2


u−λ
ρ
|A| = =0 (4.16)



ρ u−λ
Sviluppando il calcolo del determinante, si ha

(u − λ)2 = a2

che ammette le due soluzioni

λ1,2 = u ∓ a (4.17)
Per ogni punto P del piano x, t si hanno quindi due rette eccezionali di
equazione

dx
= u−a (4.18)
dt

dx
= u+a (4.19)
dt
Poiché in generale u ed a sono variabili da punto a punto del piano x, t, le
direzioni eccezionali sono anch’esse variabili e le (4.18) e (4.19) definiscono le
equazioni di due famiglie di linee caratteristiche, che sono inviluppo di rette
eccezionali (Fig. 4.1 e 4.2).
t t
n n1 retta eccezionale
dx = u + a
θ linea caratteristica dt
n2
P
θ P

dx =
dt u - a

x x
Fig. 4.1 Fig. 4.2

Introducendo il vettore

l = {α1 , α2 } (4.20)
Capitolo 4 67

ed utilizzando la definizione della matrice A data nella (4.16), il sistema (4.9)


può scriversi

AlT = 0 (4.21)
Consideriamo ora una delle due soluzioni (4.17) ad esempio λ1 = u − a.
Per questo valore si ha

a2
 
 a ρ 
A= 
ρ a

e la (4.21) consente di determinare il corrispondente vettore l1 . Poiché questo


è evidentemente definito a meno di una costante, senza perdita di generalità
si può porre α1 = 1 e ricavare dalla (4.21)
ρ
α2 = −
a
I vettori Dj definiti dalla (4.5) risultano

ρ ρ
 
D 1 = {1 u − a} D2 = − (a − u) (4.22)
a a
e l’equazione di compatibilità (4.7) assume la forma

∂ρ ∂ρ ρ ∂u ∂u
 
+ (u − a) − + (u − a) =0 (4.23)
∂t ∂x a ∂t ∂x
Poiché quest’equazione è valida lungo la corrispondente curva caratteri-
stica (4.18), possiamo introdurre quest’ultima nella (4.23) che risulta quindi
un’equazione alle derivate totali
dρ ρ du
− =0
dt a dt
ovvero

dρ du
− =0 (4.24)
ρ a
nella quale dρ e du rappresentano le variazioni lungo la linea caratteristi-
ca (4.18).
Ripetendo il procedimento per l’altra soluzione λ2 = u + a si ottiene
l’equazione di compatibilità valida lungo la (4.19)

dρ du
+ =0 (4.25)
ρ a
68 Capitolo 4

L’utilità delle equazioni caratteristiche e di compatibilità nella soluzione dei


flussi monodimensionali, non-stazionari verrà chiarita nel prossimo capitolo.
Per il momento si noti solamente che il problema della soluzione del sistema di
due equazioni alle derivate parziali (4.11) e (4.12) è stato ridotto alla soluzione
di due sistemi alle derivate ordinarie (4.18–4.19) e (4.24–4.25).

4.2 Formulazione matriciale


Il metodo precedentemente esposto per la determinazione delle superfici carat-
teristiche ha il pregio di metterne in evidenza il significato geometrico ma ri-
sulta particolarmente laborioso. La determinazione delle caratteristiche e delle
equazioni di compatibilità diviene più semplice facendo uso di una notazione
matriciale anziché vettoriale.
Consideriamo il caso di due sole variabili indipendenti (n = 2). Il siste-
ma (4.1) può anche scriversi

A1 v ,x1 + A2 v ,x2 + B = 0 (4.26)


in cui
   
a111 a121 · · · a1k1 a112 a122 · · · a1k2
   
 a211 ··· ··· ···   a212 ··· ··· ··· 
   
   
A1 = 
 .
 A2 =  
 .. .. .. ..   .
 .. .. .. .. 
 . . . 
  . . . 

   
ak11 ··· · · · akk1 ak12 ··· · · · akk2

   

 v1 
 
 b1 


 
 
 

   
v b
   
 2   2 

  
 
 
v= B=
 ..  .. 
. 











 . 




 
 
 

   
vk bk
   

e si è fatto uso della notazione

∂φ
φ,x1 = (4.27)
∂x1
La condizione (4.10) che determina le direzioni caratteristiche può scriversi

(A1 n1 + A2 n2 )T = 0

Capitolo 4 69

che, poiché il determinante di una matrice coincide con il determinante della


matrice trasposta, utilizzando la (4.15), equivale a

| − λA1 + A2 | = 0 (4.28)
Per i flussi non stazionari, cosı́ come per i flussi stazionari supersonici, è
sempre possibile scrivere le equazioni in modo che A1 ≡ I e la (4.28) risulta

|A2 − λI| = 0 (4.29)


che, nel caso particolare esaminato in precedenza, coincide ovviamente con
la (4.16).
La (4.29) mostra che i valori λi che individuano le direzioni caratteristiche
sono gli autovalori della matrice A2 .
Il sistema (4.9) per il calcolo dei coefficienti αi , utilizzando la notazio-
ne (4.20), assume la forma

(A2 − λI)T lT = 0

che coincide con la (4.21) e che può riscriversi

l(A2 − λI) = 0 (4.30)


Questa relazione mostra che i coefficienti αi altro non sono che le compo-
nenti lij degli autovettori sinistri li , ottenute cioè moltiplicando la matrice A
da sinistra.
Introduciamo ora la matrice degli autovalori
 
λ1 0 ··· 0
 
0 λ2
 
 
 
Λ=  (4.31)
 .. .. 

 . . 

 
0 λk
la matrice degli autovettori sinistri
   
l1 l11 l12 · · · l1k
 
 
l2  l21
 
 
  
   
L= =  (4.32)
 ..  
 .. 

 .  
 . 

   
lk lk1 · · · · · · lkk
70 Capitolo 4

e la matrice degli autovettori destri


 
r11 r21 · · · rk1
 
 r12
 

 
R = [r 1 , r 2 , . . . , r k ] = 
 .
 (4.33)
 ..


 
 
r1k · · · · · · rkk
ottenuti moltiplicando la matrice A da destra e per la quale vale la relazione

RL = I (4.34)
La matrice A2 può scriversi

A2 = R Λ L (4.35)
e la (4.26) risulta

v ,x1 + R Λ L v,x2 + B = 0 (4.36)


Premoltiplicando per L e tenendo conto della (4.34) si ha

Lv ,x1 + Λ Lv,x2 + LB = 0 (4.37)


E’ facile riconoscere che queste sono le equazioni di compatibilità.
Nel caso particolare in cui lij siano delle costanti è possibile introdurre
delle nuove variabili

u = Lv (4.38)
che sono combinazioni lineari delle variabili originarie vj per le quali le (4.37)
risultano

u,x1 + Λu,x2 + B ′ = 0 (4.39)


Poiché la matrice Λ è diagonale, in ognuna delle equazioni (4.39) compare
una sola variabile uj e la (4.39) rappresenta la forma diagonale del sistema
originario (4.26).
Nel caso più generale in cui lij sono variabili, la (4.37) viene detta forma
diagonalizzata del sistema di equazioni.
Le (4.37) e (4.39) mostrano che assumendo un diverso set di variabili di-
pendenti, gli autovalori non cambiano, ma cambiano gli autovettori (per le
variabili u si ha L = I) e di conseguenza le equazioni di compatibilità.
Capitolo 4 71

Ciò è vero per una qualunque trasformazione di variabili dipendenti. Se in-


fatti introduciamo delle nuove variabili w legate alle v dalla matrice jacobiana
T , cioè operiamo la trasformazione

∂w
=T (4.40)
∂v
la (4.36) diviene

T −1 w,x1 + R Λ LT −1 w,x2 + B = 0

ovvero

w,x1 + T R Λ LT −1 w,x2 + T B = 0 (4.41)


Ponendo

R′ = T R L′ = LT −1 B′ = T B

la (4.41) si scrive

w,x1 + R′ ΛL′ w ,x2 + B′ = 0

che è formalmente uguale alla (4.36) ma con diversi autovettori destri e sinistri,
mentre ha la stessa matrice degli autovalori.

4.3 Equazioni caratteristiche e di compatibilità per


flussi quasi–unidimensionali, isentropici
Utilizziamo il metodo matriciale per ricavare le equazioni delle caratteristiche
e quelle di compatibilità per i flussi quasi–unidimensionali, non stazionari,
isentropici.
Si osservi che nel caso non stazionario il fatto che il flusso sia isentropi-
co non significa necessariamente che sia omentropico. Si pensi ad esempio al
transitorio di un ugello nel quale sia presente un urto: a monte ed a valle
dell’urto le variabili sono continue e si può quindi utilizzare il metodo delle
caratteristiche. Poiché nel transitorio l’urto cambia posizione e quindi inten-
sità, le particelle che passano attraverso l’urto ad istanti differenti subiscono
un diverso aumento di entropia. Pertanto a valle dell’urto si avrà in generale
s,x 6= 0 e s,t 6= 0.
Le equazioni di conservazione che governano questa classe di flussi sono
le (3.8), (3.10) e (3.14). Queste equazioni possono essere espresse in termini di
una qualunque coppia di variabili termodinamiche. Poiché però la forma delle
72 Capitolo 4

equazioni di compatibilità dipende dalle variabili scelte, utilizzeremo nel segui-


to come variabili termodinamiche la velocità del suono e l’entropia che danno
luogo ad una forma particolarmente semplice delle equazioni di compatibilità.
Al fine di esprimere ρ e p, che compaiono nelle (3.8) e (3.10), in funzione
di a ed s, differenziamo logaritmicamente la (1.21)

da dp dρ
2 = − (4.42)
a p ρ
Eliminando prima dp e poi dρ fra questa e la (1.18), si ottiene

dρ 1 da ds
= − (4.43)
ρ δ a R

dp γ da ds
= − (4.44)
p δ a R

Utilizzando la (4.43) per esprimere ρ,t e ρ,x nella (3.8), si ha

A,x δa
a,t + ua,x + δau,x + δau − (s,t + us,x ) = 0 (4.45)
A R
ove l’ultimo termine è nullo in base alla (3.14). Analogamente utilizzando
la (4.44) per esprimere p,x nella (3.10), si ottiene

a a2
u,t + uu,x + a,x − s,x = 0 (4.46)
δ γR
Le equazioni (3.14), (4.45) e (4.46) possono essere scritte in forma adimen-
sionale assumendo come grandezze di riferimento; l per le lunghezze, ā per le
velocità, t̄ = l/ā per il tempo e γR/δ per l’entropia.
Seguitando ad indicare per comodità le grandezze adimensionali con gli
stessi simboli sinora usati per le grandezze dimensionali, le equazioni in forma
adimensionale risultano

δau
a,t + ua,x + δau,x + A,x = 0 (4.47)
A
a a2
u,t + uu,x + a,x − s,x = 0 (4.48)
δ δ
s,t + us,x = 0 (4.49)
Capitolo 4 73

Questo sistema può essere scritto nella forma (4.26) con


 
u δa 0 A,x
   

 a 
 
 δau 

A

 
   
 

a2
     
v= u A1 = I A2 =  a B=
 
 δ u −  0







  δ 









s 0 0 u 0
   

L’equazione (4.29) risulta quindi


h i
(u − λ) (u − λ)2 − a2 = 0

che fornisce i tre autovalori

λ1 = u − a λ2 = u + a λ3 = u (4.50)
i quali definiscono in ogni punto tre direzioni caratteristiche di equazioni

dx
= λi (i = 1, 2, 3) (4.51)
dt
Si noti che i primi due autovalori sono quelli che si otterebbero nel caso
omentropico e coincidono con i valori (4.17) ottenuti a partire dalla formula-
zione nelle variabili ρ, u.
In corrispondenza ad ognuno degli autovalori λi si possono determinare le
componenti lij del corrispondente autovettore sinistro li risolvendo il sistema
algebrico ottenibile dalla (4.30), che per il caso in esame risulta
 a
 (u − λi )li1 + li2 = 0
δ






δali1 + (u − λi )li2 = 0


a2



− li2 + (u − λi )li3 = 0


δ
Poiché gli autovettori sono definiti a meno di una costante, possiamo as-
sumere per comodità l11 = l21 = l33 = 1 ed ottenere quindi gli autovettori
sinistri

l1 = {1, −δ, −a}

l2 = {1, δ, −a} (4.52)

l3 = {0, 0, 1}
74 Capitolo 4

Analogamente gli autovettori destri si ottengono risolvendo il sistema




 (u − λi )ri1 + δari2 = 0




a 2 a
ri1 + (u − λi )ri2 − ri3 = 0



 δ δ

(u − λi )ri3 = 0

1
Assumendo, ai fini della normalizzazione, r11 = r21 = e r33 = 1, gli
2
autovettori destri risultano

1 1 
   
 

 
 
 
a 
2 2

 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

     
r1 = 1 r2 = 1 r3 = 0 (4.53)
 −
 2δ 2δ 
 
 
  
 

 
 
 
 
 

1

 
 
 
  

0   
0

L’equazione vettoriale (4.37) può allora scriversi:

      
1 −δ −a 
 a 
 u−a 0 0 1 −δ −a 
 a 

 



    

     
 1 δ −a 
 u  + 0 u+a 0 
 1 δ −a  u +
 
  
  
    

   
0 0 1 s 0 0 u 0 0 1 s
   
t x

 A,x 
 
1 −δ −a  δau

 
A 

 
 

 
 1 δ −a  = 0
  0 
  

 
0 0 1
 
0
 

che equivale alle tre equazioni scalari

A,x
(a − δu),t − as,t + (u − a) [(a − δu),x − as,x ] + δau = 0 (4.54)
A

A,x
(a + δu),t − as,t + (u + a) [(a + δu),x − as,x ] + δau = 0 (4.55)
A

s,t + us,x = 0 (4.56)


Capitolo 4 75

Come è evidente dalla definizione (4.4), la forma diagonalizzata non è altro


che una opportuna combinazione lineare delle equazioni originarie. In parti-
colare l’equazione dell’energia espressa in termini dell’entropia è già in forma
diagonale e rimane quindi inalterata. Pertanto, cosı́ come le equazioni ori-
ginarie, la forma diagonalizzata (4.54–4.56) è valida in tutto il campo e non
solo lungo le linee caratteristiche. Le equazioni (4.54–4.56) acquistano però
una forma particolarmente semplice quando vengano scritte lungo le corri-
spondenti linee caratteristiche (4.51). Infatti, considerando ad esempio una
caratteristica di pendenza λ1 , poiché lungo di essa u − a = dx/dt, la (4.54)
può scriversi:
∂ ∂ dx ∂s ∂s dx A,x
   
(a − δu) + (a − δu) −a + + δau =0
∂t ∂x dt ∂t ∂x dt A
ovvero

d ds A,x dx
(a − δu) − a + δau =0 lungo = λ1 (4.57)
dt dt A dt
e analogamente

d ds A,x dx
(a + δu) − a + δau =0 lungo = λ2 (4.58)
dt dt A dt

ds dx
=0 lungo = λ3 (4.59)
dt dt
E’ a queste equazioni che faremo riferimento con il termine di equazioni di
compatibilità.
Nel caso particolare di un flusso unidimensionale e omentropico, la (4.59) è
soddisfatta non solo lungo la traiettoria di una particella ma in tutto il campo
e le (4.57) e (4.58) possono essere integrate dando luogo a

dx
R1 = a − δu = cost lungo =u−a (4.60)
dt

dx
R2 = a + δu = cost lungo =u+a (4.61)
dt
Le grandezze R1 e R2 , che sono combinazione lineare delle variabili origi-
narie u ed a, prendono il nome di invarianti di Riemann.
Si noti che le variabili R1 e R2 possono essere introdotte nelle (4.57) e (4.58)
anche nel caso più generale dei flussi quasi–unidimensionali e isentropici, ma
sia nel caso quasi–unidimensionale omentropico, sia nel caso unidimensionale
isentropico R1 ed R2 non sono più costanti lungo le corrispondenti linee carat-
teristiche. In questo caso R1 ed R2 vengono più propriamente dette variabili
di Riemann.
76 Capitolo 4

4.4 Sistemi riducibili


La possibilità di ridurre le equazioni di compatibilità alla forma di invarianti
di Riemann è una proprietà non solo dei flussi unidimensionali, omentropici
ma di tutti i cosidetti sistemi riducibili
Un sistema di equazioni del tipo (4.26) viene detto riducibile se soddisfa
le seguenti condizioni:

i) il sistema è omogeneo

ii) il numero delle variabili dipendenti e di quelle indipendenti è pari


a due.

iii) i coefficienti delle equazioni dipendono esplicitamente solo dalle


variabili dipendenti.

In tali ipotesi il sistema (4.26) può scriversi:

v ,x1 + Av ,x2 = 0 (4.62)


con
 
a11 a12
A=  (4.63)
a21 a22
Gli autovalori della matrice A risultano

1
 h i1/2 
λi = (a11 + a22 ) ∓ (a11 − a22 )2 + 4a12 a21 (4.64)
2
e definiscono nel piano x1 , x2 , che viene detto piano fisico, due famiglie di
curve caratteristiche di equazione

dx2
= λi (4.65)
dx1
La famiglia corrispondente a λ1 , che convenzionalmente assumiamo essere
quella con il segno meno, verrà indicata con C1 e quella corrispondente a λ2
con C2 .
Gli autovettori sinistri sono dati da

li1 (a11 − λi ) + li2 a21 = 0 (4.66)


e le equazioni diagonalizzate risultano

li · (v ,x1 + λi v ,x2 ) = 0 (4.67)


Capitolo 4 77

In questa equazione (v ,x1 +λ1 v ,x2 ) rappresenta la derivata direzionale lungo


le curve caratteristiche della famiglia C1 . Introducendo una coordinata cur-
vilinea α lungo le curve C1 ed un’analoga coordinata β lungo le C2 , le (4.67)
possono scriversi

dv
l1 · = 0 lungo C1 (4.68)

dv
l2 · = 0 lungo C2 (4.69)

ovvero

li1 dv1 + li2 dv2 = 0 lungo Ci (4.70)

Integrando queste equazioni si ottiene

Z Z
li1 dv1 + li2 dv2 = Ri = cost lungo Ci (4.71)

che definiscono gli invarianti di Riemann R1 ed R2 . Si noti che il valore della


costante è in generale diverso dall’una all’altra delle curve Ci .
Utilizzando la (4.66), la (4.70) può anche scriversi

dv1 a11 − λi
= lungo Ci (4.72)
dv2 a21

In base all’ipotesi iii), il secondo membro è funzione unicamente di v1 e


v2 e la (4.72) definisce quindi due famiglie di curve nel piano (v1 , v2 ), che
verranno indicate con Γ1 e Γ2 rispettivamente. Poiché per i flussi omentropici
sia unidimensionali non stazionari, sia bidimensionali stazionari, le variabili v1
e v2 rappresentano delle velocità, il piano (v1 , v2 ) viene detto piano odografo.
Si osservi che l’integrazione delle (4.72) e quindi la costruzione delle curve
Γ1 e Γ2 non dipende dal particolare problema in esame e può quindi essere fatta
una volta per tutte. La specificità del problema si manifesta solo attraverso
la costruzione delle linee caratteristiche (4.65) che consente di stabilire una
corrispondenza fra i punti del piano fisico e quelli del piano odografo cioè
di determinare in ogni punto (x1 , x2 ) del piano fisico i valori delle variabili
dipendenti v1 e v2 .
78 Capitolo 4

Al fine di analizzare meglio la corrispondenza fra piano fisico e piano odo-


grafo consideriamo una trasformazione di variabili nella quale le variabili di-
pendenti e quelle indipendenti si scambiano di ruolo. Tale trasformazione
prende il nome di trasformazione odografa.
In base all’ipotesi di continuità delle variabili possiamo scrivere

∂v1 ∂v1
dv1 = dx1 + dx2
∂x1 ∂x2

∂v2 ∂v2
dv2 = dx1 + dx2
∂x1 ∂x2
Da queste, se lo jacobiano


∂v1 ∂v1


∂x1 ∂x2


J =
(4.73)
∂v2 ∂v2



∂x1 ∂x2

è finito e non singolare (cioè 6= ∞ e 6= 0), si può ricavare

1 ∂v2 ∂v1
 
dx1 = dv1 − dv2
J ∂x2 ∂x2

1 ∂v2 ∂v1
 
dx2 = − dv1 + dv2
J ∂x1 ∂x1
e quindi
∂v1 ∂x2 ∂v1 ∂x1
=J = −J
∂x1 ∂v2 ∂x2 ∂v2

∂v2 ∂x2 ∂v2 ∂x1


= −J =J
∂x1 ∂v1 ∂x2 ∂v1
Sostituendo queste espressioni nel sistema (4.62) si ottiene

∂x1 a22 ∂x1 1 ∂x2
− + =0






 ∂v2 a21 ∂v1 a21 ∂v1
(4.74)

∂x2 a12 a21 − a11 a22 ∂x1 a11 ∂x2



+ + =0


∂v2 a21 ∂v1 a21 ∂v1

Capitolo 4 79

Questo è un sistema di equazioni lineari nelle variabili dipendenti (x1 , x2 )


e nelle variabili indipendenti (v1 , v2 ). E’ proprio in virtù della possibilità di
ridurre il sistema quasi-lineare (4.62) alla forma lineare (4.74), che tali sistemi
vengono detti riducibili.
Le equazioni delle linee caratteristiche per il sistema (4.74) sono date da

dv1
= λ∗i (4.75)
dv2
Calcolando gli autovalori λ∗i della matrice dei coefficienti del sistema (4.74),
è facile verificare che le (4.75) coincidono con le (4.72) e rappresentano le
curve Γi , che vengono pertanto dette caratteristiche odografe. Ovviamente
le equazioni di compatibilità lungo le caratteristiche (4.75) coincidono con le
caratteristiche nel piano fisico cioè con le curve Ci .
Le caratteristiche odografe Γi sono l’immagine nel piano odografo delle
caratteristiche fisiche Ci . Questa corrispondenza però non sempre è biunivo-
ca. Immaginando di utilizzare il sistema (4.74) per ricavare i valori (x1 , x2 )
che corrispondono ad una coppia di valori (v1 , v2 ), ciò è possibile solo se lo
jacobiano (4.73) è diverso da zero.

4.5 Zone uniformi e onde semplici


Un primo caso in cui lo jacobiano è nullo si verifica quando in una regione S
del piano fisico si ha v1 = v10 = cost e v2 = v20 = cost. In questa situazione
che corrisponde ad un flusso uniforme, l’intera regione S è rappresentata nel
piano odografo da un unico punto S ′ (Fig. 4.3). Poiché la pendenza delle
caratteristiche λi dipende unicamente da v1 e v2 , essa è costante e quindi in
una regione di flusso uniforme le caratteristiche fisiche sono rette e parallele.
In considerazione del fatto che le caratteristiche odografe Γi , corrispondenti
alle Ci , si riducono ad un punto, le zone di flusso uniforme vengono anche dette
zone a zero famiglie.
x2 v2

S S’
v20
C1 C2

x1 v10 v1
Fig. 4.3

Lo jacobiano J è nullo anche quando v1 e v2 non sono fra loro indipendenti,


80 Capitolo 4

cioè quando in una regione S del piano fisico esiste una relazione v1 = v1 (v2 ).
Utilizzando questa relazione per esprimere le derivate di v1 nel sistema (4.62),
si ottiene facilmente
2
dv1 a22 − a11 dv1 a12

+ − =0
dv2 a21 dv2 a21

che coincide con la definizione delle caratteristiche odografe (4.72). Ciò signi-
fica che la relazione v1 = v1 (v2 ) non può essere arbitraria ma deve coincidere
con una delle due equazioni di compatibilità, ovvero la curva v1 = v1 (v2 ) deve
essere un arco di caratteristica Γ1 o Γ2 . Poiché queste ultime possono anche
essere definite dalle Ri = cost, il fatto che nella regione S le variabili v1 e
v2 non siano indipendenti implica che uno dei due invarianti di Riemann sia
costante in tutta la regione S e non solo lungo la corrispondente caratteristica
Ci . Le regioni nelle quali uno dei due invarianti di Riemann è costante sono
dette regioni ad onda semplice.
Supponiamo, ad esempio, che in una regione S dello spazio fisico si abbia
R1 = cost. Poiché questa relazione è rappresentata nel piano odografo da
un arco di curva Γ1 , quest’arco di curva è l’immagine dell’intera regione S.
Nei flussi ad onda semplice si ha cioè una corrispondenza degenere in cui a
superfici del piano fisico corrisponde una linea sul piano odografo, cosı́ come
nei flussi uniformi si ha una corrispondenza doppiamente degenere in cui a
superfici del piano fisico corrisponde un punto del piano odografo.
x2 v2
A S D
Γ1
a’
C2 b’
C2
c’
C’1
d’
C’’
1
ab c d
x1 v1
a) b)

Fig. 4.4

In Fig. 4.4.a è rappresentata una regione ad onda semplice S, nella quale


R1 = cost, che confina lungo le caratteristiche a e d con due regioni uniformi
A e D.
L’intero piano fisico è rappresentato nel piano odografo dal tratto a′ d′ della
curva Γ1 : tutte le caratteristiche C1 hanno la stessa immagine Γ1 , mentre
l’immagine delle caratteristiche C2 si riduce ad un punto sulla curva Γ1 (ad
Capitolo 4 81

es. il punto b′ è l’immagine della caratteristica fisica b). Si noti che il punto
a′ è l’immagine non solo della caratteristica a, ma dell’intera regione uniforme
A.
Poiché tutti i punti di una caratteristica C2 hanno la stessa immagine nel
piano odografo, lungo la C2 si ha v1 = cost e v2 = cost. Ciò può anche
essere dedotto considerando che lungo la C2 si ha R2 = cost e, poiché in tutta
la regione vale R1 = cost, queste due relazioni sono soddisfatte solo se sono
costanti sia v1 che v2 .
Pertanto le caratteristiche C2 sono rette ma, essendo i valori di v1 e v2
diversi da una all’altra delle caratteristiche C2 , esse non sono parallele.
Viceversa le caratteristiche C1 , che sono rette nelle zone uniformi, sono
curve nella zona ad onda semplice e vengono dette caratteristiche trasversali.
Naturalmente il ruolo delle caratteristiche C1 e C2 si inverte quando si
consideri una regione ad onda semplice nella quale R2 = cost, la cui immagine
nel piano odografo è costituita da un arco di curva Γ2 .
Poiché le regioni ad onda semplice sono rappresentate da una sola carat-
teristica Γi , esse vengono anche dette zone ad una famiglia.
Una regione ad onda semplice di dimensioni finite è delimitata nel piano
fisico da due caratteristiche rettilinee e da due caratteristiche curve della fa-
miglia opposta. Poiché zone a diverso numero di famiglie confinano fra loro
lungo linee caratteristiche Ci , una zona ad una famiglia può confinare lungo
le caratteristiche rettilinee solo con zone a zero famiglie e lungo le caratteri-
stiche trasversali solo con zone a due famiglie. Una zona a zero famiglie può
confinare con una zona a due famiglie al massimo in un punto.
Un esempio di un campo nel quale si hanno regimi a diverso numero di
famiglie è mostrato in Fig. 4.5.

x2

C1 C2
0

1 1
C2
C1 2

0 0
1 1

x1
Fig. 4.5
82 Capitolo 4

Il fatto poi che in un particolare problema si abbiano zone a zero, una o


due famiglie dipende in generale dalle condizioni al contorno, come sarà meglio
chiarito nel prossimo capitolo.

4.6 Il metodo delle caratteristiche per sistemi ridu-


cibili
La teoria delle caratteristiche consente di risolvere in modo molto semplice
problemi che siano governati da sistemi di equazioni riducibili. Un problema
di questo tipo dovrà essere specificato attraverso l’assegnazione delle condizioni
iniziali e di eventuali condizioni al contorno.
Consideriamo il caso in cui le condizioni iniziali siano assegnate specifican-
do i valori di v1 e v2 lungo una linea del piano fisico (ad es. l’arco AE di
Fig. 4.6.a), che, in base a quanto detto all’inizio di questo capitolo, non deve
essere una linea caratteristica.
x2 M C2 v2

P Γ1
C1 m
H L
G
E f Γ2
F D a p
C g
B b
A h
c l
d
N e
x1 v1
a) b)

Fig. 4.6.

Ad ogni coppia di valori v1 e v2 corrisponde un punto nel piano odografo


ed in questo piano il luogo dei punti che rappresentano le condizioni iniziali è
quindi un arco di curva ae che è l’immagine di AE.
Poiché per ogni punto del piano odografo passa una curva Γ1 ed una curva
Γ2 , considerando un punto come g e ricordando che le Γi hanno equazione
Ri = cost, possiamo scrivere

R1g = R1c
(4.76)
R2g = R2b
Capitolo 4 83

e, dalla soluzione di questo sistema, possiamo ottenere i valori di v1 e v2 nel


punto g in funzione dei valori noti nei punti b e c.
Per determinare poi la posizione nel piano fisico del punto G che corrispon-
de a g, utilizziamo le equazioni delle caratteristiche fisiche C1 e C2 . Approssi-
mando agli archi di curva BG e CG con dei segmenti rettilinei (ed utilizzando
quindi un’approssimazione del primo ordine), le (4.65) possono scriversi

x2G − x2C = λ1c (x1G − x1C )


(4.77)
x2G − x2B = λ2b (x1G − x1B )

che consentono di determinare le coordinate x1G e x2G .


Con lo stesso procedimento si può ottenere la soluzione per gli altri punti
della linea F L. Il procedimento utilizzato a partire dalla linea AE può quindi
essere ripetuto partendo dalla linea F L e cosı́ via, fino ad ottenere la soluzione
in tutta la regione AM E delimitata dalla caratteristica C2 passante per A e
dalla caratteristica C1 passante per E.
L’accuratezza della soluzione può essere aumentata a piacere riducendo la
spaziatura del reticolo formato dalle linee caratteristiche, cioè aumentando il
numero di punti assunti sulla linea iniziale AE.
In maniera del tutto identica si potrebbe determinare la soluzione anche
all’interno della regione AN E di Fig. 4.6.b. In generale questa soluzione ha
però solo un valore matematico, ma non un significato fisico. I sistemi iperbo-
lici infatti rappresentano dei fenomeni fisici evolutivi, nei quali cioè una delle
variabili indipendenti può variare in un’unica direzione. Si pensi ad esempio al
caso dei flussi monodimensionali, non stazionari: la variabile tempo può solo
crescere. A partire da certe condizioni iniziali possiamo studiare come evolve il
sistema al crescere di t, ma non ha senso determinare come si modificherebbe
lo stato del sistema tornando indietro nel tempo. Evidentemente in Fig. 4.6.a
si è assunto che la variabile evolutiva sia x2 .
Dall’esame della Fig. 4.6 si osserva che la soluzione in un generico punto
P dipende dalle condizioni iniziali lungo l’arco BD, ma non da quelle in punti
come A ed E. A prima vista potrebbe apparire che, poiché P dipende solo
da b e d, la soluzione nel punto P dipenda solo dai valori nei punti B e D
e non dalle condizioni iniziali in punti come C. In realtà, se si modificano i
valori di v1 e v2 nel punto C, si modificano anche i valori nei punti G e H
e di conseguenza varia la pendenza delle caratteristiche C2 nel punto G e C1
nel punto E, le quali quindi si intersecheranno in un punto P ′ diverso da P .
Si è cioè modificata la corrispondenza fra piano fisico e piano odografo e le
condizioni rappresentate da p corrispondono al punto P ′ e non più a P .
84 Capitolo 4

Poiché la soluzione nel punto P dipende dai valori di v1 e v2 in tutta la


regione compresa all’interno delle caratteristiche C1 e C2 che escono dal punto
P nel verso di x2 decrescente, questa regione viene detta dominio di dipendenza
del punto P .
x2

campo di influenza C2
C1
P

dominio di
dipendenza

x1
Fig. 4.7

Analogamente, poiché il punto P influenza la soluzione solo nei punti al-


l’interno della regione delimitata dalle caratteristiche C1 e C2 che escono dal
punto P nel verso di x2 crescente, questa regione viene detta campo di influenza
del punto P .
Se le condizioni iniziali sono assegnate lungo un’arco di lunghezza finita, il
metodo delle caratteristiche consente di determinare la soluzione solo in una
regione limitata del piano fisico (regione AM E di Fig. 4.6.a). Per determinare
la soluzione per un qualsiasi valore della variabile evolutiva è necessario far
ricorso alle condizioni al contorno.
Per fissare le idee (ma la validità di quanto si dirà nel seguito è del tut-
to generale), consideriamo un flusso unidimensionale, non stazionario in un
condotto delimitato dalle sezioni xA e xE .
In base alle condizioni iniziali, che specificano i valori di v1 e v2 per t = 0
e per xA ≤ x ≤ xE , è possibile, come si è visto, determinare la soluzione nella
regione AM E. In mancanza di altre condizioni, la soluzione in un punto come
G di Fig. 4.8.a non può essere ottenuta in quanto nella seconda delle (4.76)
non si conosce il valore di R2b . Per determinare la soluzione ad un qualsiasi
istante t, è quindi necessario assegnare per ogni t una condizione sul contorno
xA . La natura di questa condizione dipende dal particolare problema fisico,
ma in generale consiste nell’assegnare una delle due variabili dipendenti v1 o
v2 . Si noti che è sufficiente assegnare una sola delle due variabili in quanto
l’altra può essere determinata dalla relazione R1b = R1d . Analogamente nel
caso di Fig. 4.8.a si deduce che un’altra condizione deve essere assegnata sul
contorno xE .
Una situazione leggermente diversa si verifica quando, come nel caso di
Capitolo 4 85

t t
C1 C2
C1
C2 L
H
G M C1 M
G
B B

C2
A D C E A C E
xA xE x xA xE x
a) b)

Fig. 4.8

Fig. 4.8.b, le due famiglie di linee caratteristiche abbiano entrambe pendenze


λi positive (o entrambe negative). Anche in questo caso le condizioni iniziali
determinano la soluzione nella regione AM E e per calcolare il punto G è
necessario far ricorso alla condizione al contorno nel punto B. Se però si
considera un punto come H, si nota che una sola condizione sul contorno xA
non è più sufficiente a determinare la soluzione. Infatti nel punto B (cosı́ come
nel punto F ) non si dispone più della relazione utilizzata lungo la caratteristica
BD nel caso di Fig. 4.8.a, cioè non si dispone più di una informazione che
giunge sul contorno dall’interno del dominio. Pertanto nel caso di Fig. 4.8.b.
è necessario assegnare due condizioni sul contorno xA . Viceversa sul contorno
xE non è necessario assegnare nessuna condizione, in quanto in un punto come
L si ha R1l = R1c e R2l = R2b cioè si dispone di due informazioni che giungono
sul contorno dall’interno del dominio.
In conclusione vale la seguente regola generale: il numero delle condizioni
da assegnare su ogni contorno è pari al numero delle caratteristiche che entrano
dall’esterno all’interno del dominio attraverso il contorno stesso.

4.7 Relazioni di salto attraverso superfici caratteri-


stiche
All’inizio di questo capitolo abbiamo definito le superfici caratteristiche come
superfici sulle quali non possono essere determinate le componenti normali dei
gradienti delle variabili, ovvero sulle quali le derivate delle variabili in direzione
normale alla superficie stessa sono indeterminate. Ciò significa che le derivate
attraverso una superficie caratteristica possono anche avere un valore diverso
da un lato all’altro della superficie. Una superficie caratteristica può quindi
anche essere definita come una superficie attraverso la quale le derivate delle
102 Capitolo 5

alla funzione G(x) della soluzione di D’Alambert. Infatti dalla (5.3) si ha

a20 ′
(ũ,t )t=0 = g(x) = −u0 f ′ (x) − h (x)
ρ0
che, sostituita nella (5.10), fornisce

a20
G(x) = − h(x)
ρ0

5.3 Flussi ad onda semplice


Consideriamo nuovamente il problema rappresentato in Fig. 1.4, cioè quello
di un cilindro a sezione costante, contenente un gas inizialmente in quiete e
termodinamicamente uniforme, delimitato a sinistra da un pistone ed illimitato
a destra. Supponiamo poi che all’istante t = 0 il pistone venga accelerato verso
sinistra, con legge del moto arbitraria vp (t), fino a raggiungere per t = t1
una velocità v1 non trascurabile rispetto alla velocità del suono nel fluido
indisturbato a0 . Per t ≥ t1 la velocità del pistone si mantenga costante, pari
a v1 . La posizione del pistone al variare di t, cioè la traccia del pistone nel
piano (x, t), è rappresentata in Fig. 5.3 dalla curva OABC.
F.P.
t
C2
C III
II

Pistone F.A.
P
B
t1 A C1
I
O D x
Fig. 5.3

Poiché, come si è visto qualitativamente nel paragrafo 1.4, il pistone genera


un’espansione isentropica ed essendo inizialmente l’entropia costante in tutto
il campo, il flusso è omentropico. Esso è quindi governato dalle equazioni
(4.11) e (4.12) che costituiscono un sistema riducibile e che, a differenza di
quanto visto nel paragrafo precedente, non possono essere linearizzate poiché
il disturbo originato dal pistone non è trascurabile rispetto ad a0 .
Utilizzando come variabili dipendenti la velocità del fluido e la velocità del
suono, le equazioni di compatibilità assumono la forma (4.60) e (4.61).
Capitolo 5 103

Per ogni punto P del piano x, t passa una caratteristica C1 che interse-
ca il semiasse positivo delle x in un generico punto D. Poiché lungo que-
sta caratteristica R1 è costante, si ha R1P = R1D ed essendo, per t = 0,
R1 = a0 ∀ x, in tutti i punti del piano x, t si ha R1 = a0 = cost ed il flusso è
quindi ad onda semplice.
Per ogni punto lungo la traccia del pistone (ad es. il punto A) è pos-
sibile tracciare una caratteristica C2 utilizzando la condizione al contorno e
l’invarianza di R1

uA = vp (t)

R1A = aA − δuA = a0

Da queste si ricava

aA = a0 + δvp (t) (5.20)


e di conseguenza l’equazione delle caratteristiche C2 risulta
dx
= u + a = a0 + (1 + δ)vp (t)
dt
Poiché, come si è visto al paragrafo 4.5, le caratteristiche sono rette e lungo
di esse si mantengono costanti u ed a, la conoscenza delle caratteristiche C2
determina la soluzione in tutto il campo. Si osservi che, essendo vp negativa,
lungo l’arco OAB la velocità del suono diminuisce (come deve accadere in
un’espansione) ed il coefficiente angolare delle caratteristiche C2 diminuisce,
cosicché esse sono fra loro divergenti.
La caratteristica C2 passante per l’origine ha equazione x = a0 t e rap-
presenta il fronte anteriore dell’onda di espansione: per t < a0 x il disturbo
originato in O, che propaga con la velocità del suono a0 , non ha ancora rag-
giunto la sezione x e la zona I indicata in Fig. 5.3 è quindi una zona di flusso
indisturbato, cioè una zona a zero famiglie, nella quale le C1 e C2 sono rette
con pendenza −a0 ed a0 rispettivamente.
La caratteristica C2 passante per il punto B ha equazione

x = x1 + [a0 + (1 + δ)v1 ](t − t1 )

e rappresenta il fronte posteriore dell’espansione. Per t > t1 , infatti, il pistone


non genera più disturbi e la zona III è quindi una zona di flusso uniforme con
u = v1 ed a = a0 + δv1 .
La regione II, compresa fra il fronte anteriore e quello posteriore, rappre-
senta l’espansione e attraverso di essa le variabili u, a, p variano con continuità
dai valori della regione I a quelli della regione III.
104 Capitolo 5

t F.P.
u
F.P. F.A.
x C2

F.A.
v1

O x
Fig. 5.4 Fig. 5.5

In Fig. 5.4 è rappresentato qualitativamente l’andamento della velocità


ad un certo istante temporale. Naturalmente la forma del profilo di velocità
dipende dalla particolare legge assunta per il moto del pistone.
Si osservi che, al crescere di t, la distanza fra i fronti anteriore e posteriore
aumenta ed il profilo di velocità diventa quindi sempre più appiattito. Inoltre
in corrispondenza dei due fronti la velocità è continua, ma la sua derivata è
discontinua: è questo un esempio di quanto si è visto nel paragrafo 4.7.
Un caso particolare di onda di espansione si ha quando il pistone venga
accelerato istantaneamente alla velocità v1 . In questo caso la traccia del pi-
stone è una retta e la famiglia di caratteristiche C2 degenera in un fascio di
rette uscenti dalla origine (Fig. 5.5).
In quest’onda semplice centrata le variabili u, ρ, p sono discontinue nell’o-
rigine ma la discontinuità si tramuta immediatamente in un flusso continuo al
di fuori del punto 0.
Per questo stesso caso le figure 5.6.a-b, mostrano rispettivamente l’anda-
mento delle caratteristiche trasversali C1 e le traiettorie di alcune particelle.

t t
F.P.

C2 C2
C1
F.A.

O x O x
a) b)

Fig. 5.6
Capitolo 5 105

All’aumentare del valore assoluto della velocità v1 del pistone, l’espansione


diventa sempre più intensa ed il fronte posteriore sempre più ripido fino a
quando, per

a0
|v1 | = (5.21)
1+δ

il flusso a valle dell’espansione è sonico ed il fronte posteriore è verticale.


Aumentando ulteriormente v1 il flusso diventa supersonico, la pendenza del
fronte posteriore diviene negativa e l’espansione viene detta transonica.
Quando la velocità terminale del pistone v1 raggiunge il valore a0 /δ, co-
me si vede dalla (5.20), si ha a = 0 e di conseguenza si annullano anche la
temperatura, la densità e la pressione. Il valore

a0
uf = (5.22)
δ

rappresenta la massima velocità che il fluido può raggiungere e prende il nome


di velocità di fuga. Si osservi che questo valore è maggiore di quello dato
dalla (3.35) per il caso di un flusso stazionario. Ciò è dovuto al fatto che per
il flusso non stazionario in esame la velocità del suono totale non è costante,
ma aumenta a causa del lavoro esercitato dal pistone sul fluido.
Se la velocità del pistone è maggiore della velocità di fuga, il fluido non
è più in grado di restare a contatto con il pistone e fra questo ed il fluido
si genera una zona di cavitazione (cioè di vuoto), rappresentata in Fig. 5.7
dalla zona II nella quale non esistono linee caratteristiche. Il fronte posteriore
dell’espansione ha origine nel punto F in cui vp = uf : in questo punto le
caratteristiche C1 e C2 sono coincidenti e tangenti alla traiettoria del pistone.

C2
C 2 = C1 F.P.
II

F F.A.
I
O x
Fig. 5.7
106 Capitolo 5

5.4 Interazione di onde di espansione


Consideriamo il caso in cui il cilindro, anziché essere infinitamente lungo, sia
delimitato a destra da una parete solida posta all’ascissa x1 . Per rispettare la
condizione di impermeabilità, in questa sezione si dovrà imporre la condizione
al contorno u = 0, ∀ t. Quando l’onda di espansione generata dal pistone arriva
in x1 , la condizione al contorno non sarebbe più verificata, a meno che dalla
parete non abbia origine una nuova onda (onda riflessa) tale da annullare
la velocità generata dall’onda incidente. Poiché l’onda riflessa è di famiglia
opposta all’onda incidente, ad una variazione di velocità uguale ed opposta
corrisponde una variazione di pressione uguale e dello stesso segno di quella
che si ha attraverso l’onda incidente.
Con riferimento alla Fig. 5.8 si ha

uI = 0 aI = a0

uII = vp aII = a0 − δ|vp |

e dalla relazione R2II = R2III con la condizione al contorno uIII = 0

uIII = 0 aIII = a0 − 2δ|vp |

Pertanto l’onda di espansione si riflette su una parete solida come un’onda


di espansione della stessa intensità dell’onda incidente.
Poiché il tempo di riflessione è finito, l’onda incidente e quella riflessa in-
teragiscono e nel piano x, t si ha una regione (il triangolo curvilineo ABC
di Fig. 5.8) nella quale il flusso è a due famiglie e le caratteristiche sono quin-
di curve. Nella zona di penetrazione dell’onda incidente in quella riflessa la
velocità di propagazione dell’onda aumenta. Si ha infatti

λ2B = uII + aII = a0 − (1 + δ)|vp |

λ2C = uIII + aIII = a0 − 2δ|vp |

F.P.
t
F.A. C1 III

C
II B
F.P. C2 A
I F.A.
O x1 x
Fig.5.8
Capitolo 5 107

e quindi λ2C > λ2B .


Analogamente è facile verificare che |λ1B | > |λ1C | > |λ1A | e quindi anche
l’onda riflessa accelera nella penetrazione dell’onda incidente. Inoltre il fron-
te anteriore e quello posteriore dell’onda semplice, che emerge dalla zona di
penetrazione, sono divergenti come deve accadere in un’onda di espansione.
Consideriamo ora il caso in cui il cilindro sia delimitato a destra da una
superficie sulla quale, al variare del tempo, la pressione sia costante e quindi,
essendo il processo isentropico, siano costanti anche tutte le altre variabili
termodinamiche. Per annullare la diminuzione di pressione generata dall’onda
incidente, dalla superficie dovrà aver origine un’onda di compressione. Dalla
relazione R2III = R2II e dalla condizione al contorno aIII = a0 si ottiene
aII − a0
uIII = + uII = 2vp
δ
ed è facile verificare che |λ1C | > |λ1B |. Pertanto la caratteristiche C1 dell’onda
riflessa sono convergenti e tendono a coalescere (Fig. 5.9).

t t

III Traiettorie delle


C1 particelle
C1 C
IV
B
II C C2
C2 A
B
I II D III
I A
x1 x x
Fig. 5.9 Fig. 5.10

Esaminiamo ora l’interazione di due onde di espansione di diversa famiglia


rappresentata in Fig. 5.10.
Dalla zona di penetrazione ABCD emergono due onde semplici, che pro-
pagano più velocemente delle onde incidenti, fra le quali si ha una regione di
flusso uniforme (zona IV). Le condizioni del flusso in questa regione possono
essere determinate in base alle relazioni

R1IV = R1III , R2IV = R2II

dalle quali si ottiene

uIV = vd − |vs | , aIV = a0 − δ[vd + |vs |]

essendo vd e vs le velocità imposte ai contorni di destra e di sinistra rispet-


tivamente (ad esempio la velocità di due pistoni che si muovano in direzione
108 Capitolo 5

opposta). Nel caso in cui vd = |vs |, il problema è simmetrico, la velocità nella


zona IV è nulla ed il problema coincide pertanto con quello della riflessione su
parete solida esaminato in precedenza.
Si osservi infine che, se le due onde di espansione sono della stessa famiglia,
non si può avere interazione in quanto il fronte posteriore della prima onda
ed il fronte anteriore della seconda hanno la stessa velocità, appartenendo alla
stessa regione II di flusso uniforme (Fig. 5.11).

t
F.P. C2 F.A. F.P.

III C2

II F.A.
I
x
Fig. 5.11

5.5 Formazione dell’urto


Se il pistone considerato nel paragrafo precedente viene gradualmente acce-
lerato verso destra, anziché verso sinistra, oppure se il pistone che si muove
verso sinistra viene rallentato, dal pistone ha origine un’onda semplice di com-
pressione. Le relazioni viste per le onde di espansione seguitano a valere ma
i valori delle grandezze termodinamiche in corrispondenza del pistone aumen-
tano e le caratteristiche che hanno origine dal pistone sono convergenti invece
che divergenti. Pertanto, prima o poi, le caratteristiche si intersecano. Poiché
lungo ognuna della caratteristiche si mantiene costante il valore di u, nel punto
P̂ (x̂, t̂) in cui per la prima volta si incontrano due caratteristiche si dovrebbero
avere due valori distinti di u, il che è evidentemente impossibile. Ciò significa
che per t > t̂ la soluzione non esiste più come soluzione classica, ovvero che si
ha la formazione di una discontinuità (urto) per la quale non è più valida la
teoria delle caratteristiche, basata sull’ipotesi di continuità delle variabili.
Le caratteristiche convergenti formano un inviluppo, che presenta una cu-
spide nel punto P̂ (Fig. 5.12). I due rami dell’inviluppo racchiudono una
regione angolare, per ogni punto della quale passano tre caratteristiche della
stessa famiglia.
Ciò corrisponde al fatto che, proseguendo l’evoluzione dell’onda di com-
pressione indicata in Fig. 1.6 oltre la formazione della discontinuità, si perver-
Capitolo 5 109

t t
Pistone
P Inviluppo

C2

C2
P
x x
Fig. 5.12

x
Fig. 5.13

rebbe ad una situazione quale quella schematicamente indicata in Fig. 5.13,


per la quale ad una stessa ascissa corrispondono tre diversi valori di velocità.
La posizione del punto P̂ e la forma dell’inviluppo dipendono dalla parti-
colare legge del moto del pistone. Nel caso in cui l’accelerazione del pistone
all’istante iniziale ẍ(0) sia diversa da zero, è possibile dimostrare che il pun-
to P̂ si trova sulla caratteristica x = a0 t passante per l’origine ed il valore di t̂
è dato da
a0
t̂ = (5.23)
(1 + δ)ẍ(0)
Come si osserva in Fig. 5.14, in questo caso il ramo superiore dell’inviluppo
è costituito dalla retta x = a0 t.
Una particolare legge del moto del pistone è quella che dà luogo ad una
compressione centrata nella quale tutte le caratteristiche si incontrano nel
punto P̂ (x̂, t̂). Questa legge è data da
1
a0
 h i 
δ 1+δ
x(t) = x̂ + (t̂ − t) − (1 + δ) t̂ (t̂ − t)
δ
e corrisponde alla formazione istantanea di un urto al tempo t̂.
110 Capitolo 5

t t Traiettorie delle
Pistone particelle
x = a0 t

Inviluppo II x =W t

I
x = a0 t

x x
Fig. 5.14 Fig. 5.15

Una formazione istantanea si ha anche quando il pistone venga accelerato


impulsivamente ad una velocità vp costante. Poiché l’accelerazione all’istante
iniziale è infinita, la (5.23) mostra che l’urto si forma all’istante t = 0 e,
poiché la velocità del pistone rimane costante, anche l’intensità dell’urto e
la sua velocità di propagazione rimangono costanti. Si ha cioè un urto che
propaga con velocità w nel fluido in quiete (zona I) e che separa quest’ultimo
dal fluido che è già stato investito dall’urto e che si muove con la velocità del
pistone (zona II) (Fig. 5.15).
La velocità dell’urto e le condizioni termodinamiche a valle dell’urto pos-
sono essere determinate mediante le relazioni di salto per un urto non stazio-
nario. Esprimendo le velocità relative in funzione delle velocità assolute, la
relazione di Prandtl (3.49) e l’equazione di conservazione dell’energia nel moto
relativo (3.48) risultano

2
(uI − w)(uII − w) = a∗ (5.24)

γ + 1 ∗2
a2I + δ(uI − w)2 = a (5.25)
2
2
Poiché nel caso in esame si ha uI = 0, aI = a0 e uII = vp , eliminando a∗
fra le (5.24) e (5.25) si ottiene l’equazione
γ+1
w2 − vp w − a20 = 0
2
che ammette le due soluzioni
" 2 #1/2
γ+1 γ+1
w= vp ± vp + a20 (5.26)
4 4
delle quali si dovrà scegliere quella col segno +, in quanto nel caso in esame
w > 0. Una volta determinata w, che risulta evidentemente maggiore di vp ,
Capitolo 5 111

w
si può calcolare il numero di Mach relativo a monte dell’urto MI = − e,
a0
tramite le relazioni (3.53-3.55), ottenere le grandezze termodinamiche a valle
dell’urto in funzione di quelle a monte.
Si osservi che nel moto assoluto il flusso a monte dell’urto è subsonico
mentre quello a valle può essere subsonico o supersonico a seconda del valore
di vp : infatti solo nel moto relativo devono essere verificate le condizioni che
il flusso a monte sia supersonico (w > a0 ) e quello a valle sia subsonico. Nel
moto assoluto inoltre la temperatura totale non si conserva, come è evidente
considerando che uII > uI e aII > aI : il contenuto energetico nella zona II è
maggiore di quello nella zona I in quanto il pistone ha compiuto un lavoro sul
fluido.

5.6 Riflessione di un urto


Consideriamo dapprima l’interazione di un urto con una parete solida. Nel-
l’istante in cui l’urto incide sulla parete deve nascere un’altra onda tale da
annullare la velocità vp che si ha dietro l’urto incidente. L’onda deve quindi
essere di compressione e dar luogo ad una variazione di velocità finita in un
tempo nullo; essa è pertanto un urto che propaga in direzione opposta a quella
dell’urto incidente (Fig. 5.16).

t Pistone
r
III

II

i
I
x1 x
Fig. 5.16

Si può quindi formulare la seguente regola generale: quando un’onda incide


su una parete solida, essa si riflette restando della stessa natura dell’onda
incidente.
Parlando di urto riflesso si potrebbe pensare ad una riflessione speculare.
In realtà cosı́ non è in quanto, data la non linearità delle relazioni di salto,
l’urto riflesso risulta meno intenso di quello incidente, come si può verifica-
re determinando la pressione a valle dell’urto riflesso (zona III). Per fare ciò
utilizziamo nuovamente la relazione di Prandtl e l’equazione di conservazione
dell’energia rispetto allo stato II che è noto dalla soluzione dell’urto inciden-
112 Capitolo 5

te, e tenendo conto che uIII , è nota in base alla condizione al contorno (in
particolare è nulla)

2
(uIII − w)(uII − w) = a∗ (5.27)

γ + 1 ∗2
a2II + δ(uII − w)2 = a (5.28)
2
Il primo membro della (5.27) può anche scriversi:

(uIII + uII − w − uII )(uII − w) = (uII − w)2 + (uIII − uII )(uII − w)


2
Eliminando a∗ fra le (5.27) e (5.28), dividendo per a2II e ponendo

uII − w γ + 1 uII − uIII


M= , b= (5.29)
aII 4 aII
si ottiene l’equazione

M 2 − 2bM − 1 = 0 (5.30)
cui corrispondono le soluzioni

p
M2i = b − b2 + 1 (5.31)
p
M1r = b + b2 + 1 (5.32)

Si osservi che le equazioni (5.27) e (5.28) valgono sia per l’urto riflesso che
per quello incidente, con la differenza che lo stato II rappresenta lo stato a valle
per l’urto incidente e quello a monte per l’urto riflesso. La soluzione (5.31),
−1 < M2i < 0, fornisce quindi il numero di Mach relativo a valle dell’urto
incidente, mentre la (5.32), M1r > 1, dà il numero di Mach relativo a monte
dell’urto riflesso. Dalle (5.31) e (5.32) si possono ottenere le relazioni

M2i M1r = −1
(5.33)
M1r + M2i = 2b

La prima consente di ricavare molto semplicemente la velocità dell’urto


riflesso una volta risolto il problema dell’urto incidente. La seconda mostra
Capitolo 5 113

che, nel caso in cui uIII = 0,

3−γ
|wi | − |wr | = uII
2
ed indica quindi che la velocità dell’urto riflesso è minore di quella dell’urto
incidente. Utilizzando le (5.33) e (3.51), si ha

1 γM1i2 −δ
2
M1r = 2 = 2 (5.34)
M2i 1 + δM1i
mentre i rapporti di pressione attraverso l’urto incidente e quello riflesso sono
dati da

pI 2γ
= 1+ (M 2 − 1) (5.35)
pII γ + 1 2i

pIII 2γ
= 1+ (M 2 − 1) (5.36)
pII γ + 1 1r

Eliminando M1r ed M2i fra le (5.34), (5.35), e (5.36) si ottiene la relazione


pI
(3γ − 1) − (γ − 1)
pIII pII
= pI (5.37)
pII (γ − 1) + (γ + 1)
pII
Le (5.34) e (5.37) mostrano che
pII pIII
per M1i → 1 , →1 , M1r → 1 , →1
pI pII
pII 2 → 2γ pIII 3γ − 1
per M1i → ∞ , →∞ , M1r , →
pI γ −1 pII γ−1

Pertanto si ha una riflessione speculare solo nel caso limite in cui l’urto in-
cidente sia un’onda acustica o, in modo approssimato, quando l’urto incidente
sia molto debole. Viceversa, se l’urto incidente è molto intenso,
√ il numero di
Mach relativo a monte dell’urto riflesso tende al valore limite 7 (per γ = 1.4)
ed il rapporto di pressione fra valle e monte dell’urto tende ad 8.
Se la superficie su cui incide l’urto anziché essere una parete solida è una
superficie a temperatura costante (ovvero ad a = cost), dalla superficie dovrà
avere origine un’onda di espansione affinché il fluido riscaldato dall’urto torni
alla temperatura iniziale (Fig. 5.17).
Si lascia al lettore la determinazione della velocità nella zona III in base
alla condizione al contorno aIII = a0 .
114 Capitolo 5

t Pistone
III

II

I
x1 x
Fig. 5.17

Si osservi che, essendo il fenomeno non isentropico, la condizione al con-


torno T = cost non coincide con la condizione p = cost. Mentre da un punto
di vista matematico si può imporre una qualsiasi condizione al contorno, da
un punto di vista fisico solo alcune condizioni rappresentano situazioni effet-
tivamente realizzabili. In particolare una condizione T = cost non è pratica-
mente realizzabile mentre, la condizione p = cost rappresenta con sufficiente
approssimazione ciò che accade all’estremità del condotto quando esso sia in
comunicazione con un ambiente di capacità molto grande, cosicché in esso la
pressione non vari per effetto del flusso proveniente dal condotto.
Per esprimere la condizione al contorno pIII = p0 in termini della velocità
del suono, bisogna tener conto che l’entropia nella regione III è quella delle
particelle che sono state investite dall’urto ed è quindi maggiore dell’entropia
nella regione I. Il primo principio della termodinamica, adimensionalizzando
l’entropia rispetto a γR/δ, può essere scritto nella forma

da δ dp
ds = −
a γ p

Integrando questa relazione con la condizione dp = 0, si ottiene la condi-


zione al contorno

aIII = a0 exp [sII − sI ] (5.38)

5.7 Interazione di urti


E’ opportuno specificare che, cosı́ come le onde di espansione, anche gli urti
devono essere distinti in due diverse famiglie. Assumeremo la convenzione di
chiamare urti della prima famiglia quelli per i quali la zona di alta pressione si
trova a destra dell’urto stesso e urti della seconda famiglia quelli per i quali tale
zona si trova a sinistra. Ciò in analogia a quanto fatto per le onde di espansione
Capitolo 5 115

per le quali le onde della prima famiglia sono quelle aventi la zona di bassa
pressione a destra dell’espansione. Si osservi che l’appartenenza di un urto o
di un’espansione ad una famiglia non è legata alla direzione di propagazione
dell’onda stessa, come è evidente se si pensa che la direzione di propagazione
può essere invertita mediante una opportuna trasformazione galileiana.
Consideriamo l’interazione di due urti di famiglia opposta e di diversa
intensità, quali quelli generati in un fluido inizialmente in quiete da due pi-
stoni che vengano accelerati impulsivamente con velocità diverse ed in verso
opposto (Fig. 5.18)
discontinuità
di contatto
t
c II III d
v1
I IV
a P1
b

x1 x
Fig. 5.18

Seguendo la procedura vista in precedenza, si può determinare lo stato del


fluido nelle zone I e IV e la posizione del P1 nel quale i due urti si incontrano.
Dal punto P1 hanno origine due nuovi urti c e d che hanno intensità e velocità
diversa da quella degli urti incidenti. L’urto c può essere interpretato sia come
urto riflesso dell’urto a sia come una prosecuzione dell’urto b, la cui intensità
si è modificata (in particolare ridotta) nell’interazione con l’urto a.
Se esaminiamo la storia di una particella che si trovi inizialmente a sinistra
del punto x1 , essa verrà investita prima dall’urto a e quindi dall’urto c, mentre
una particella che si trovi a destra di x1 sarà investita dagli urti b e d. Ma le
due particelle contigue che si trovano immediatamente a destra e immediata-
mente a sinistra di x1 , dopo essere state investite dagli urti, devono avere la
stessa pressione e la stessa velocità. Poiché però le due particelle sono state
investite da urti di intensità diversa, avranno subito una variazione di entropia
in generale diversa. Dal punto P1 quindi, oltre agli urti c e d, nasce anche una
discontinuità di contatto che separa le particelle che sono state investite dagli
urti a e c (zona II) da quelle investite dagli urti b e d (zona III). Queste due
zone devono avere la stessa pressione e la stessa velocità

pII = pIII uII = uIII (5.39)


Poiché gli stati a monte dei due urti c e d sono noti, è sufficiente la co-
116 Capitolo 5

noscenza di un solo parametro per ognuno dei due urti (ad esempio la loro
velocità wc e wd ) per definirli completamente. Il valore dei due parametri
incogniti può dunque essere ottenuto imponendo che siano soddisfatte le due
condizioni (5.39).
La non linearità delle relazioni di salto rende necessario l’uso di un pro-
cedimento iterativo per la soluzione del problema. Si assuma ad esempio un
valore di primo tentativo pII = pIII = p′ : noto il salto di pressione, per ognuno
dei due urti è possibile determinare il numero di Mach relativo a monte e da
questo ricavare la velocità dell’urto, il numero di Mach a valle e quindi i valori
di uII ed uIII , che in generale risulteranno fra loro diversi. Se uII > uIII si
dovrà assumere per il secondo tentativo un valore p′′ > p′ cosicché i due urti
siano più intensi ed il valore di uII diminuisca, mentre quello di uIII aumen-
ta. L’uso di un metodo di interpolazione consente poi di ottenere in poche
iterazioni la soluzione per la quale uII = uIII .
Per assumere un valore plausibile della pressione di primo tentativo si può
adottare il modello isentropico (nel quale gli urti sono sostituiti da compressio-
ni isentropiche) che approssima la soluzione tanto meglio, quanto più piccola
è l’intensità degli urti. In questa approssimazione si ha

aII + δuII = R2I


(5.40)
aIII − δuIII = R1IV

da cui, tenendo conto della seconda delle (5.39),

aIII
 
aII 1+ = R2I + R1IV (5.41)
aII
ed essendo
 γ−1  γ−1
pII pIII
 
2γ 2γ
aII = aI aIII = aIV (5.42)
pI pIV
in base alla prima delle (5.39) si ricava
 γ−1
aIII aIV pI


z= =
aII aI pIV

La velocità del suono aII può quindi essere ottenuta, in funzione di gran-
dezze note nelle regioni I e IV , come

R2I + R1IV
aII = (5.43)
1+z
Capitolo 5 117

ed il valore della pressione di primo tentativo è dato da



aII
 
γ−1

p = pI
aI
Passiamo ora ad esaminare l’interazione di due urti della stessa famiglia
che, a differenza di quanto visto per le onde di espansione, si incontrano
sempre. Con riferimento alla Fig. 5.19 si ha infatti

w − uI
|MI | = >1 da cui w > uI + aI
aI

w − uII
|MII | = <1 da cui w < uII + aII
aII

t t
uII + aII W Pistone II
III
II I
uI + aI c
b P1
I a
V IV

x x
Fig. 5.19 Fig. 5.20

La velocità dell’urto è quindi maggiore di quella delle caratteristiche della


stessa famiglia che si trovano a monte e minore della velocità delle caratte-
ristiche a valle. In altre parole un urto raggiunge le onde isentropiche che si
trovano davanti e viene raggiunto da quelle che propagano dietro l’urto stesso.
A maggior ragione un urto viene raggiunto da un altro urto che propaghi nella
stessa direzione.
Supponiamo che i due urti siano generati da un pistone che subisca due
successive variazioni impulsive di velocità (Fig. 5.20). La conoscenza delle con-
dizioni iniziali (zona IV) e della condizione al contorno consente, attraverso
l’applicazione successiva del procedimento visto al paragrafo 5.4, di determi-
nare il flusso nelle regioni V e I ed il punto P1 nel quale i due urti si incontrano.
E’ intuitivo che i due urti diano luogo ad un nuovo urto c di intensità maggiore
sia di a che di b. Poiché la variazione di entropia attraverso l’urto c è diversa
(maggiore) da quella attraverso gli urti a e b, dal punto P1 dovrà avere origine
anche una discontinuità di contatto.
Si potrebbe pensare di determinare la velocità dell’urto c imponendo la
condizione pIII = pI ; ma cosı́ facendo si otterrà in generale uIII 6= uI . Per
118 Capitolo 5

soddisfare la continuità sia della velocità che della pressione a valle dell’urto
è quindi necessario disporre di un altro parametro arbitrario. Questo è dato
dalla intensità di una ulteriore onda che ha origine dal punto P1 , che nel caso
in esame risulta essere una espansione.
La determinazione dell’urto c e dell’espansione in modo da soddisfare le
condizioni (5.39) può essere ottenuta con un procedimento iterativo del tutto
analogo a quello visto in precedenza.

5.8 Problema di Riemann


Si consideri un condotto a sezione costante nel quale un setto rigido divida
una zona di sinistra (zona I), che contiene un fluido in quiete a pressione
pI , da una zona di destra (zona IV) nella quale il fluido ha u = 0 ed una
pressione pIV diversa da pI . Supponiamo pI < pIV ed esaminiamo cosa accade
quando il setto venga rimosso. La discontinuità di pressione che si ha all’istante
iniziale non può permanere ed al crescere di t “si apre” dando luogo ad un
urto che propaga verso sinistra, ad un’onda di espansione centrata che propaga
verso destra e ad una discontinuità di contatto che si muove verso sinistra con
la velocità del fluido e che rappresenta il confine fra il fluido che si trovava
inizialmente nella zona I (che è stato investito dall’urto) e quello nella zona IV
(che è stato attraversato dall’espansione). Il problema descritto rappresenta lo
schema di un importante apparato sperimentale, detto tubo d’urto, che viene
utilizzato nei laboratori per generare onde d’urto.
Questo problema è un caso particolare del più generale problema di Rie-
mann, che consiste nello studio dell’evoluzione temporale di una discontinuità
iniziale che separa due fluidi contigui, aventi in generale diversi valori di
u, p, a, γ, R. Il problema del tubo d’urto constituisce il caso particolare in
cui uI = uIV = 0 ed è facile riconoscere che anche i problemi della interazione
di urti, esaminati nel paragrafo precedente, costituiscono casi particolari del
problema di Riemann nei quali la discontinuità dei dati è generata all’istante
t1 dalla interazione di due onde. L’unica differenza è che, mentre nel caso più
generale i due stati sono completamente indipendenti e si possono assegnare
arbitrariamente 6 variabili (nel caso di un unico fluido), nella interazione di
due urti i due stati sono fra loro collegati e solo 5 grandezze possono essere
fissate indipendentemente.
La discontinuità nei dati iniziali genera due onde di famiglia opposta ed
una discontinuità di contatto. Ciascuna delle due onde può essere un urto o
un’onda di espansione e, in dipendenza dei dati iniziali, si possono verificare
le quattro situazioni schematicamente rappresentate in Fig. 5.21 dove con R è
indicata l’onda di rarefazione, con S l’urto e con C la discontinuità di contatto.
Capitolo 7

Flussi bidimensionali
stazionari con piccole
perturbazioni

7.1 Equazione del potenziale


Nell’ipotesi di fluido perfetto ed in assenza di onde d’urto, le equazioni di
conservazione (2.31), (2.32) e (2.34) per un flusso stazionario assumono la
forma

V · ∇ρ + ρ∇ · V = 0 (7.1)

V2 1
∇ + (∇ × V ) × V + ∇p = 0 (7.2)
2 ρ
1
V · (∇h − ∇p) = 0 (7.3)
ρ

dove si è fatto uso dell’espressione dell’accelerazione di Lagrange

DV ∂V V2
= +∇ + (∇ × V ) × V
Dt ∂t 2
1
Eliminando il termine ∇p tra le (7.2) e (7.3) e tenendo conto che
ρ
V · (∇ × V ) × V è identicamente nullo, si ha
!
V2
V ·∇ h+ =0 (7.4)
2

154
Capitolo 7 155

Quest’espressione mostra che l’entalpia totale si mantiene costante lungo


una linea di corrente. Nella maggior parte dei casi di interesse pratico si hanno
flussi che all’infinito a monte sono uniformi e che hanno quindi lo stesso valore
di entalpia totale sulle diverse linee di corrente. In questo caso il flusso è
omentalpico e la (7.4) si riduce a
!
V2
∇ h+ =0 (7.5)
2
ovvero

H = cost (7.6)
1
Eliminando il termine ∇p fra la (7.2) ed il primo principio della termo-
ρ
dinamica scritto nella forma

1
T ∇s = ∇h − ∇p (7.7)
ρ
si ottiene

T ∇s − (∇ × V ) × V = ∇H (7.8)
Quest’ultima espressione è nota come il teorema di Crocco ed indica che
in un flusso omentalpico si ha una vorticità diretta normalmente al vettore
velocità ed al gradiente dell’entropia. Se il flusso oltre ad essere omentalpico è
anche omentropico (∇s = 0), la (7.8) mostra che la vorticità è nulla ed il flusso
è irrotazionale. Si osservi che, utilizzando la (7.7), l’equazione di conservazione
dell’energia (7.3) può anche scriversi

V · ∇s = 0 (7.9)
ed esprime il fatto che il flusso è isentropico, ovvero che l’entropia si mantiene
costante lungo una linea di corrente. Però se l’entropia ha un diverso valore
da una linea di corrente all’altra, il flusso non è omentropico ed è quindi
rotazionale. Come si vedrà nel Capitolo 9, è questa la situazione che si verifica
nei flussi a valle di urti curvi.
Con l’ipotesi di omentalpia e omentropia, ovvero di irrotazionalità, la (7.2)
si riduce a

V2 1
∇ + ∇p = 0 (7.10)
2 ρ
nota anche come equazione di Bernoulli, e ∇p può essere espresso in funzione
156 Capitolo 7

di ∇ρ come

∇p = a2 ∇ρ (7.11)
Combinando le (7.1), (7.10) e (7.11) si ottiene

V2
V ·∇ − a2 ∇ · V = 0 (7.12)
2
che, scritta nel caso bidimensionale in termini di coordinate cartesiane, risulta

(u2 − a2 )u,x + uv(u,y + v,x ) + (v 2 − a2 )v,y = 0 (7.13)


Quest’equazione assieme alla condizione di irrotazionalità

u,y − v,x = 0 (7.14)


ed alla (7.6), che può essere scritta nella forma

a2 + δ(u2 + v 2 ) = a20 (7.15)


costituisce un sistema di due equazioni quasi-lineari più una relazione algebrica
nelle tre incognite u, v, a.
Poiché l’irrotazionalità consente di introdurre una funzione potenziale di
velocità Φ tale che

V = ∇Φ (7.16)
le due equazioni (7.13) e (7.14) possono anche essere ridotte ad un’unica
equazione del secondo ordine nell’incognita Φ
   
Φ2,x − a2 Φ,xx + 2Φ,x Φ,y Φ,xy + Φ2,y − a2 Φ,yy = 0 (7.17)

Quest’equazione prende il nome di equazione completa del potenziale per


distinguerla da quella semplificata che verrà introdotta nel prossimo paragrafo.

7.2 Metodo delle piccole perturbazioni


La soluzione del sistema di equazioni (7.17) e (7.15) presenta in genere notevoli
difficoltà dovute al fatto che le equazioni sono non lineari, Quando le condizioni
geometriche del problema lo consentano, si può allora cercare di semplificare
la soluzione linearizzando le equazioni. Tale soluzione, anche se approssimata,
fornisce spesso una descrizione sufficientemente valida dei fenomeni reali.
Analogamente a quanto visto nel paragrafo 5.1, l’idea è quella di assumere
uno stato di riferimento noto e di considerare solo piccole variazioni rispetto a
Capitolo 7 157

questo stato. In questo modo è possibile trascurare le variazioni nei coefficienti


dell’equazione (7.17), i quali risultano quindi noti.
Si consideri ad esempio il problema di un profilo alare immerso in una
corrente uniforme diretta lungo l’asse x. Se il profilo è sottile, poco arcuato
e disposto con un piccolo angolo di incidenza, la perturbazione di velocità
generata dalla presenza del profilo sarà piccola: si può cioè supporre che in
ogni punto del campo la velocità differisca di una quantità piccola dalla velocità
V∞ della corrente indisturbata.
Indicando con ũ e ṽ le componenti della velocità di perturbazione adimen-
sionalizzate rispetto a V∞ le componenti di velocità in un generico punto del
campo saranno

u = V∞ (1 + ũ)
(7.18)
v = V∞ ṽ

con

ũ ≪ 1 e ṽ ≪ 1 (7.19)
Il potenziale totale è dato dalla somma del potenziale della corrente indi-
sturbata e del potenziale di perturbazione

Φ = V∞ ℓ(x′ + φ) (7.20)
In questa espressione φ è il potenziale di perturbazione adimensionalizzato
rispetto a V∞ ℓ e con l’apice vengono indicate le coordinate adimensionalizzate
rispetto ad una lunghezza caratteristica ℓ. Le (7.18) possono anche scriversi
in termini di derivate del potenziale.

Φ,x = V∞ (1 + φ,x′ )
(7.21)
Φ,y = V∞ φ,y′

e l’equazione (7.15) può essere scritta nella forma

a2 = a2∞ + δV∞
2
− δ(Φ2,x + Φ2,y )

ovvero

1
   
2 2 2 2
a = V∞ 2
− δ φ, x′ + 2φ, x′
+ φ,y ′ (7.22)
M∞
158 Capitolo 7

avendo definito

V∞
M∞ = (7.23)
a∞
Sostituendo le (7.21) e (7.22) nella (7.17) ed omettendo per comodità gli
apici che indicano le coordinate adimensionali, si ottiene

h i
2 2
(1 − M∞ )φ,xx + φ,yy = M∞ 2(1 + δ)φ,x + (1 + δ)φ2,x + δφ2,y φ,xx
h i
2
+ M∞ 2δφ,x + δφ2,x + (1 + δ)φ2,y φ,yy (7.24)

2
+ M∞ φ,y 2(1 + φ,x )φ,xy

In base all’ipotesi di piccole perturbazioni (7.19) tutti i termini non lineari


a secondo membro della (7.24) sono in generale trascurabili rispetto ai termini
a primo membro e l’equazione del potenziale si riduce quindi all’equazione
linearizzata

2
(1 − M∞ )φ,xx + φ,yy = 0 (7.25)
Questa semplificazione non può essere fatta nel caso in cui M∞ = 0(1)
cioè nel caso di flusso transonico. Per M∞ → 1 infatti, il primo termine
della equazione (7.24) tende a zero e conseguentemente φyy diviene anch’esso
piccolo e confrontabile con i termini dominanti a secondo membro della (7.24).
In queste condizioni il coefficiente 2M∞ 2 (1 + δ)φ
,x risulta essere dello stesso
ordine di grandezza del coefficiente 1−M∞ 2 che moltiplica φ
,xx a primo membro
della (7.24) e non può quindi essere trascurato rispetto a quest’ultimo. Per
quanto riguarda il termine 2M∞ 2 φ φ
,y ,xy non è possibile valutarne a priori la
rilevanza in quanto non si conosce l’ordine di grandezza di φ,xy . Esso verrà per
ora mantenuto anche se, come si vedrà nel prossimo paragrafo, risulta essere
sempre trascurabile. Nel caso di flusso transonico l’equazione rimane pertanto
non lineare ma assume la forma semplificata

2 2 2
(1 − M∞ )φ,xx + φ,yy = M∞ (γ + 1)φ,x φ,xx + 2M∞ φ,y φ,xy (7.26)

Un altro caso nel quale l’equazione (7.24) non può essere linearizzata è
quello di flusso ipersonico. Per valori di M∞2 molto grandi infatti il coefficien-
2
te 2δM∞ φ,x che moltiplica φ,yy a secondo membro della (7.24) può risultare
anch’esso di 0(1) come quello che compare a primo membro. Questo caso è
però di limitato interesse pratico in quanto nei flussi ipersonici attorno ad un
corpo si ha sempre la formazione di un urto curvo molto intenso davanti al
Capitolo 7 159

corpo e, come già accennato, ciò comporta la rotazionalità del flusso per il
quale non è quindi più valida la (7.24).
In conclusione, nell’ipotesi di piccole perturbazioni si deve utilizzare la (7.26)
nel caso di flussi transonici, mentre si può utilizzare l’equazione lineare (7.25)
nel caso di flussi subsonici o flussi supersonici.
Si osservi che per un flusso subsonico il coefficiente 1 − M∞ 2 è positivo e

l’equazione (7.25) è quindi un’equazione ellittica. In particolare nel caso di


M∞ = 0, che corrisponde all’ipotesi di incomprimibilità (a∞ = ∞), essa si
riduce all’equazione di Laplace.
Viceversa nel caso supersonico il coefficiente 1−M∞ 2 è negativo, l’equazione

è iperbolica e risulta essere l’equazione delle onde.

7.3 I criteri di similitudine per profili alari


Consideriamo un profilo alare avente piccolo spessore, piccola curvatura e
piccolo angolo di incidenza, la cui geometria sia descritta dalla relazione

y = sf (x) (7.27)
dove y e x sono adimensionalizzate rispetto alla corda ℓ del profilo ed s è lo
spessore massimo relativo. Per una assegnata funzione f (x), al variare di s,
la (7.27) rappresenta diversi profili che possono essere ottenuti uno dall’altro
attraverso un cambio di scala in direzione y. Questi profili costituiscono una
famiglia di profili affini.
Senza specificare il valore di M∞ , il flusso attorno al profilo è retto dall’e-
quazione (7.26), la quale comprende come caso particolare la (7.25). A questa
equazione devono essere associate le condizioni al contorno, le quali esprimono
il fatto che il flusso debba essere indisturbato all’infinito ed essere tangente
alla superficie del corpo:

all’∞ φ,x = φ,y = 0 (7.28)

v dy
al corpo = (7.29)
u dx
Quest’ultima condizione, utilizzando le (7.18) con la condizione (7.19) ed
dy
esprimendo mediante la (7.27), può essere scritta
dx
φ,y = sf,x (7.30)
La soluzione dell’equazione (7.26) con le condizioni (7.28) e (7.30) dipende
dal valore dei parametri M∞ , s, γ oltre che dalla funzione f (x).
160 Capitolo 7

L’obiettivo di un criterio di similitudine è quello di ridurre il numero di


questi parametri, cosicché diverse situazioni geometriche e di flusso siano rap-
presentate dalla stessa equazione e dalle stesse condizioni al contorno. La
soluzione è quindi valida non per una singola situazione ma per una fami-
glia di diverse situazioni che vengono dette in similitudine. Ciò consente di
utilizzare i risultati ottenuti (sperimentalmente o numericamente) in una de-
terminata situazione per determinare la soluzione in un’altra situazione che
sia in similitudine con la prima.
Nel caso dei profili alari lo scopo dello studio è la determinazione delle
caratteristiche aerodinamiche, le quali possono essere calcolate ove sia noto in
ogni punto del profilo il coefficiente di pressione
p − p∞
Cp =
1 2
ρ∞ V∞
2
che, ricordando le (1.21) e (7.23), può anche scriversi
p
−1
p∞
Cp = (7.31)
1 2
γM∞
2
p
Essendo il fenomeno isentropico il rapporto può essere espresso me-
p∞
T
diante la (3.25) in funzione di . Quest’ultimo può a sua volta essere otte-
T∞
nuto dividendo per a2∞ la relazione (7.22) nella quale si trascurano i termini
quadratici nelle velocità di perturbazione
T 2
= 1 − 2δM∞ φ,x
T∞
Si ha quindi
p h i γ
2
= 1 − (γ − 1)M∞ φ,x γ−1
p∞
Poiché il secondo termine in parentesi quadra è piccolo in base all’ipote-
si (7.19), possiamo sviluppare in serie la potenza binomiale e, arrestandoci al
primo ordine, otteniamo
p 2
= 1 − γM∞ φ,x
p∞
che, sostituita nella (7.31), fornisce

Cp = −2φ,x (7.32)
Capitolo 7 161

Nell’ambito delle piccole perturbazioni il coefficiente di pressione è quindi


proporzionale al disturbo di velocità in direzione x.
Introduciamo ora la seguente trasformazione di variabili

φ
ξ=x η = λy φ∗ = (7.33)
ǫ
dove λ ed ǫ sono costanti arbitrarie da determinare in modo da ridurre il nu-
mero dei parametri che intervengono nell’equazione (7.26) e relative condizioni
al contorno. La costante λ definisce la trasformazione di scala che riporta tut-
ti i profili affini ad un unico profilo, mentre per la costante ǫ imponiamo la
condizione

ǫ≪1 (7.34)
cosicchéφ∗sia di ordine uno.
Mediante la trasformazione (7.33), l’equazione (7.26) risulta

2
(1 − M∞ )φ∗,ξξ + λ2 φ∗,ηη = ǫ(γ + 1)M∞ φ,ξ φ,ξξ + ǫλ2 2M∞
2 ∗ ∗ 2 ∗ ∗
φ,η φ,ηξ (7.35)
Nel caso non transonico, il primo termine è di ordine 1 e di conseguenza
dovrà aversi λ = 0(1), mentre i termini a secondo membro sono trascurabili
essendo di ordine ǫ.
Nel caso transonico il primo e terzo termine sono di ordine ǫ ed affinché il
secondo termine sia dello stesso ordine di grandezza dovrà aversi λ = 0(ǫ1/2 ).
Ne consegue che l’ultimo termine è di ordine ǫ2 ed è pertanto trascurabile
anche nel caso transonico. Applicando la trasformazione di coordinate alla
condizione al contorno (7.30) ed alla (7.32) si ha

λǫφ∗,η = sf,ξ (7.36)

Cp = −2ǫφ∗,ξ (7.37)
Assumiamo ora per la costante arbitraria λ il valore
s
λ=
ǫ
in modo che la (7.36) risulti indipendente da s. Con questa posizione la (7.35)
può scriversi
" #
ǫ2 2 ǫ3 2 ∗
φ∗,ηη = 2 (M∞ − 1) + (γ + 1) 2 M∞ φ,ξ φ∗,ξξ (7.38)
s s
Consideriamo ora separatamente i casi di flusso subsonico, supersonico e
transonico.
162 Capitolo 7

Flusso subsonico
In questo caso il secondo termine in parentesi quadra della (7.38) può essere
trascurato e per la costante arbitraria ǫ possiamo assumere il valore
s
ǫ= p 2
1 − M∞
L’equazione e le condizioni al contorno che governano il problema risultano

φ∗,ξξ + φ∗,ηη = 0 (7.39)

φ∗,ξ = φ∗,η = 0 all’∞ (7.40)

φ∗,η = f,ξ al corpo (7.41)

mentre il coefficiente di pressione è dato da


2s
Cp = − p φ∗
2 ,ξ
(7.42)
1 − M∞
La soluzione φ∗ (ξ, η) dipende solo dalla funzione f (ξ) ed è pertanto la
stessa per tutti i profili affini indipendentemente dal valore di s ed M∞ .
La similitudineq ottenuta attraverso una variazione della scala in direzione
y proporzionale a 1 − M∞ 2 , che prende il nome di similitudine di Prandtl–

Glauert, consente di determinare le caratteristiche aerodinamiche di un profilo


in base a quelle di un altro profilo affine. Se ad esempio si conosce il valore
Cp1 , in corrispondenza a M∞1 di un profilo avente spessore s1 , dalla (7.42) si
può ricavare il valore Cp2 per un profilo affine di spessore s2 in corrispondenza
a M∞2
!1/2
2
1 − M∞
s2 1
Cp2 = Cp1 2
(7.43)
s1 1 − M∞ 2

In particolare si può anche ottenere per uno stesso profilo come varia Cp
(e quindi anche CL e CD ) al variare del numero di Mach
1
Cp = Cpinc p 2
(7.44)
1 − M∞
dove Cpinc è il coefficiente di pressione per un fluido incompressibile, cioè in
corrispondenza a M∞ = 0.
In campo subsonico il comportamento qualitativo di un profilo è quindi
uguale a quello che si ha nel caso incompressibile e l’effetto della comprimibi-
lità è unicamenteqdi aumentare i valori di Cp , CL , CD in misura inversamente
proporzionale a 2 (Fig. 7.1).
1 − M∞
Capitolo 7 163

16
14
flusso subsonico flusso supersonico
12
Prandtl-Glauert Ackeret
d C L 10
dα 8

6
f. incompressibile
4
2
0
0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 1.2 1.4 1.6 1.8 2.0

M
Fig. 7.1

Si osservi che per M∞ → 1 tutte le caratteristiche aerodinamiche tendono


all’infinito, il che è evidentemente assurdo e dipende dal fatto che in campo
transonico non è più valida l’equazione (7.39).

Flusso supersonico
Anche in questo caso si può trascurare il termine non lineare nell’equazio-
ne (7.38) ed assumere
s
ǫ= p 2
M∞ − 1

Il problema è quindi governato dall’equazione

φ∗,ξξ − φ∗,ηη = 0 (7.45)


mentre le condizioni al contorno sono ancora date dalle (7.40) e (7.41) ed il
2 −1
coefficiente di pressione ha l’espressione (7.42) nella quale si sostituisca M∞
ad 1 − M∞ .2

La similitudine supersonica è quindi del tutto analoga a quella subsonica.


Si osservi però che al crescere di M∞ i valori dei coefficienti aerodinamici
diminuiscono come indicato anche in Fig. 7.1.

Flusso transonico
In questo caso i due termini in parentesi quadra della (7.38) sono dello stesso
ordine di grandezza e debbono quindi essere mantenuti entrambi.
164 Capitolo 7

Possiamo assumere per la costante arbitraria ǫ il valore

ǫ = s2/3 (γ + 1)−1/3 M∞
−2/3

cosicché sia unitario il coefficiente che moltiplica φ∗,ξ . Con questa posizione
l’equazione (7.38) risulta

φ∗,ηη + (k − φ∗,ξ )φ∗,ξξ = 0 (7.46)

con

2 −4/3
k = (1 − M∞ )M∞ [(γ + 1)s]−2/3 (7.47)

che prende il nome di parametro di von Karmann. Le condizioni al contorno


sono ancora date dalle (7.40) e (7.41) mentre il coefficiente di pressione risulta

2(s)2/3
Cp = − 2 1/3
φ∗,ξ (7.48)
[(γ + 1)M∞ ]
La soluzione dell’equazione (7.46) e relative condizioni al contorno dipende
non solo dalla funzione f (ξ) ma anche dal valore del parametro di von Kar-
mann. Pertanto nel caso transonico due profili sono in similitudine se oltre ad
essere affini hanno lo stesso valore di k.

7.4 Flussi supersonici con piccole perturbazioni


Nell’ipotesi di piccole perturbazioni i flussi supersonici sono governati dall’e-
quazione (7.25) che può anche scriversi

β 2 φ,xx − φ,yy = 0 (7.49)

con
q
β= 2 −1
M∞ (7.50)

Come si è visto nel § 5.1, l’equazione delle onde (7.49) ha la soluzione


generale

φ = f1 (x + βy) + f2 (x − βy) (7.51)

essendo f1 ed f2 funzioni arbitrarie, determinate dalle condizioni iniziali ed


al contorno, il cui valore rimane costante rispettivamente lungo le rette di
Capitolo 7 165

equazione

x + βy = cost
(7.52)
x − βy = cost

Queste, che sono evidentemente le equazioni delle linee caratteristiche del-


la (7.49), costituiscono due famiglie di rette parallele inclinate sull’asse x di
un angolo ±α∞ tale che

1 1
tgα∞ = =p 2 (7.53)
β M∞ − 1
Ricordando la definizione (1.23), si desume che l’angolo α∞ è proprio
dell’angolo di Mach e che le linee caratteristiche coincidono con le onde (o
linee) di Mach della prima (C1 ) e della seconda famiglia (C2 ).
Per fissare le idee, consideriamo il flusso supersonico lungo una parete che
presenti una piccola deformazione (Fig. 7.2)

C1 C2 C2

α α
A D
B
Fig. 7.2

Le condizioni iniziali, cioè le condizioni all’infinito a monte, sono di flusso


indisturbato ovvero

φ,x (−∞, y) = 0

φ,y (−∞, y) = 0
166 Capitolo 7

ed essendo il potenziale definito a meno di una costante, possiamo assumere

f1 (−∞, y) = f2 (−∞, y) = 0

Poiché il valore di f1 è costante lungo le caratteristiche C1 ed il valore della


costante è lo stesso per tutte le C1 , in tutti i punti del campo si ha

f1 (x, y) = 0 (7.54)
Siamo quindi in presenza di un flusso ad una sola famiglia nel quale sono
nulle le perturbazioni provenienti dall’infinito a monte e le perturbazioni ge-
nerate al contorno (nel tratto AB) propagano lungo le caratteristiche C2 . Ciò
corrisponde al fatto che in un flusso supersonico la variabile evolutiva è data
dalla direzione del flusso ed i disturbi propagano solo verso valle.
Con la condizione (7.54) la soluzione del problema in esame è data da

φ = f2 (x − βy) (7.55)

ũ = φ,x = f2′ (x − βy) (7.56)

ṽ = φ,y = −βf2′ (x − βy) (7.57)

avendo indicato con l’apice la derivazione rispetto all’argomento.


Per determinare il valore di f2 dobbiamo imporre la condizione al contorno,
cioè la condizione di tangenza alla parete

dy ṽ
ϑ= = (7.58)
dx 1 + ũ
dove con ϑ(x) si è indicata la pendenza locale della parete assunta positiva in
verso antiorario. Ricordando la (7.19) e sostituendo la (7.57) nella (7.58) si ha
ϑ
f2′ = −
β
La soluzione del problema risulta quindi

ũ = −ϑtgα∞ ṽ = ϑ (7.59)
e per il coefficiente di pressione (7.32) si ha


Cp = p 2 (7.60)
M∞ − 1
I valori di ũ e ṽ, essendo anch’essi funzione di x − βy, si mantengono
costanti lungo le caratteristiche C2 e quindi le linee di corrente hanno tutte la
stessa conformazione della parete cosı́ come indicato in Fig. 7.2.
Capitolo 7 167

C2 C2

α 1 + ∆V u~ α θ u~
v~ 1
1 v~
θ ∆V 1 + ∆V
∆V
a) b)
Fig. 7.3

Nel passaggio attraverso una linea di Mach come quella che ha origine nel
punto A, si ha una variazione positiva di ϑ e quindi anche del coefficiente di
pressione. Pertanto l’onda originata in A è un’onda di compressione. Viceversa
l’onda originata in D, attraverso la quale si ha una diminuzione di ϑ, è un’onda
di espansione. Le due situazioni sono rappresentate in Fig. 7.3.
Come si vede nel caso della compressione (Fig. 7.3.a) si ha una diminuzione
della velocità e nel caso dell’espansione un aumento. Si osservi che poiché
il potenziale è costante lungo una linea di Mach, quest’ultima è una linea
equipotenziale. Pertanto la variazione di velocità ∆V , che è il gradiente del
potenziale di perturbazione, è diretta normalmente alla linea di Mach.
Considerazioni del tutto analoghe a quelle svolte in precedenza possono
essere fatte per il flusso rappresentato in Fig. 7.4.

A B
D
M α

C2 C1 C1
Fig. 7.4

In questo caso si ha un flusso ad onda semplice nel quale f2 = 0 in tutto


il campo ed i disturbi originati alla parete propagano lungo le caratteristiche
C1 . Si noti tuttavia che la (7.57) risulta in questo caso

ṽ = βf1′ (x + βy) (7.61)


e conseguentemente si ha un cambio di segno sia nella prima delle (7.59) che
168 Capitolo 7

nella (7.60). Pertanto nell’attraversamento di una linea di Mach C1 si ha


un’espansione se la variazione di ϑ è positiva ed una compressione se essa è
negativa (Fig. 7.5).

∆V θ ∆V
θ
1 + ∆V v~
1
v~
u~ α 1 + ∆V
α
1
u~

C1 C1
Fig. 7.5

7.5 Profili alari supersonici


Consideriamo un profilo, immerso in una corrente supersonica, che abbia spes-
sore, curvatura e angolo di incidenza piccoli cosicché si possa utilizzare la teo-
ria delle piccole perturbazioni. L’applicazione di questa teoria allo studio dei
profili alari prende il nome di teoria di Ackeret.
Analogamente a quanto visto nel paragrafo precedente, le perturbazioni
originate dalla parete del profilo propagano nella zona superiore lungo le ca-
ratteristiche C2 ed in quella inferiore lungo le C1 (Fig. 7.6). Il campo viene
cosı́ suddiviso in due zone fra loro indipendenti ognuna delle quali è una zona
ad onda semplice.

C2
C2
l
α

C1
C1
Fig.7.6
Capitolo 7 169

In ogni punto del profilo il coefficiente di pressione dipende solo dalla in-
clinazione locale ϑ(x) della parete ed è dato dalla (7.60) con il segno positivo
nella parte superiore e con il segno negativo in quella inferiore.
La pendenza locale della superficie può essere espressa in funzione delle
caratteristiche geometriche del profilo. Con riferimento alla Fig. 7.7,

y
t ys

yi x
t h
l
Fig. 7.7

la forma del dorso ys (x) e del ventre yi (x) possono essere espresse come

ys,i (x) = h(x) ± t(x) (7.62)


essendo h la freccia della linea media e t il semispessore del profilo, adimen-
sionalizzati rispetto alla corda ℓ del profilo stesso.
La pendenza locale della superficie del profilo è data da

dy
ϑ(x) = −α (7.63)
dx
essendo α l’angolo di incidenza del profilo . Utilizzando le (7.60), (7.62) e (7.63)
il coefficiente di pressione sul dorso e sul ventre del profilo risulta

2 dh dt
 
Cps = p
2 −1
+ −α
M∞ dx dx
(7.64)
2 dh dt
 
Cpi = − p 2 − −α
M∞ − 1 dx dx

Il coefficiente di portanza del profilo può allora essere espresso come


Z 1
CL = (Cpi cos ϑi − Cps cos ϑs )dx
0

Poiché gli angoli ϑi e ϑs sono piccoli si può assumere cos ϑi = cos ϑs = 1 e


mediante le (7.64) si ottiene

4
Z 1 dh

CL = p 2 α− dx
M∞ − 1 0 dx
170 Capitolo 7

Essendo poi
Z 1 dh
dx = [h]10 = 0
0 dx
si ha

CL = p 2 (7.65)
M∞ − 1
Il coefficiente di portanza di un profilo supersonico non dipende quindi
dalla forma del profilo ma solo dall’angolo di incidenza. La (7.65) mostra
anche che CL diminuisce al crescere di M∞ , in accordo con quanto previsto
dalla similitudine supersonica.
Per quanto riguarda il coefficiente di momento rispetto al bordo di attacco,
che viene assunto positivo se picchiante, si ha
Z 1 2
 Z 1 dh

CM = (Cpi − Cps )xdx = p 2 −1
α−2 xdx
0 M∞ 0 dx

Svolgendo l’integrale per parti si ottiene


Z 1 dh
Z h(1) Z 1 Z 1
xdx = xdh = [xh]10 − hdx = − hdx
0 dx h(0) 0 0

ed il coefficiente di momento risulta

2
 Z 1 
CM = p 2 α+2 hdx (7.66)
M∞ − 1 0
ovvero
1
CM = CL + CM0 (7.67)
2
avendo posto

4
Z 1
CM0 = p 2 hdx (7.68)
M∞ − 1 0

Il coefficiente di momento rispetto ad un generico punto di ascissa ξ è dato


da
1
 
CMξ = CM − ξCL = CL − ξ + CM0
2
Ricordando che il fuoco di un profilo è il punto rispetto al quale CM non
varia al variare di α (e quindi di CL ), si può determinare la posizione del fuoco
Capitolo 7 171

ξF imponendo la condizione

dCMξ
=0
dCL

dalla quale risulta

1
ξF = (7.69)
2

CMF = CM0 (7.70)

Mentre in regime subsonico il fuoco di un profilo si trova ad un quarto della


corda, nel caso supersonico esso si trova a metà della corda stessa come d’altra
parte è evidente ove si consideri che nel caso di una lastra piana si ha una
distribuzione di pressione uniforme (Fig. 7.8.b).
Si osservi inoltre che nel caso di un profilo simmetrico il momento focale è
nullo.
Per quanto riguarda infine il coefficiente di resistenza, esso è dato da

Z 1
CD = (Cps sin ϑs − Cpi sin ϑi )dx
0

U
U
S
L N D
∆p L N
∆p

S
U α U α

a) b)
Fig. 7.8
172 Capitolo 7

Con l’approssimazione sin ϑ ∼


= ϑ ed utilizzando la (7.63) si ha

2
Z 1
CD = p
2 −1
(ϑ2s + ϑ2i )dx =
M∞ 0
" 2 2 #
2
Z 1 
dyi

dys d(yi + ys )
2
= p
2 −1
2α + + − 2α dx
M∞ 0 dx dx dx
Tenendo conto che l’integrale dell’ultimo termine è nullo, mediante le (7.62)
si ha infine
" 2 #
4
Z 1  dt Z 1  dh 2
2
CD = p 2 α + dx + dx (7.71)
M∞ − 1 0 dx 0 dx
Come si vede la resistenza, che prende il nome di resistenza d’onda, è costi-
tuita da tre termini. Di questi il primo è proporzionale a CL ed è indipendente
dalla forma del profilo: in analogia al caso subsonico (nel quale però la resi-
stenza indotta esiste solo per un’ala di allungamento finito) prende il nome
di resistenza d’onda indotta. Gli altri due termini sono invece rispettivamen-
te proporzionali al quadrato dello spessore relativo e della curvatura relativa.
Ne deriva che il miglior profilo in regime supersonico, cioè quello che a parità
di portanza ha la minor resistenza, è costituito dalla lastra piana e che tra
i profili a spessore non nullo il profilo a doppio diedro con spessore massimo
a metà della corda ha la minor resistenza a parità di spessore massimo. Si
osservi che la resistenza data dalla (7.71) non dipende dal fatto che il fluido
sia viscoso dato che nella trattazione svolta si è supposto il fluido perfetto.
Pertanto mentre nel caso subsonico la resistenza in un fluido perfetto è nulla
(paradosso di D’Alambert), nel caso supersonico oltre alla resistenza dovuta
alla viscosità si ha la resistenza d’onda.
Da un punto di vista fisico ciò può essere spiegato considerando la lastra
piana in regime subsonico e supersonico.
Nel caso subsonico (Fig. 7.8.a) la differenza di pressione fra le superfici
inferiore e superiore della lastra genera una risultante N normale alla lastra
stessa. Poiché però in questo caso si verifica l’aggiramento del bordo di attacco,
in corrispondenza a questo si genera una forte depressione che dà luogo ad una
forza di risucchio S parallela alla lastra. La risultante di N ed S è la portanza
L, normale a V∞ .
Nel caso supersonico invece non si ha l’aggiramento del bordo di attacco
e non esiste quindi la forza S. La risultante delle pressioni è costituita dalla
sola N normale alla lastra, che dà luogo alle due componenti di portanza L e
di resistenza d’onda indotta D (Fig. 7.8.b).
Nella Fig. 7.9 sono riportate a titolo di esempio le distribuzione di pressione
sul ventre (i) e sul dorso (s) per diverse forme di profilo.
Capitolo 7 173

Linea di espansione

+ + - -
U U + +
+ +
+ +
α

linea di
compressione
s
p p s
+p +p i
i
a) b)

+ + + +
U U
+ +

s i s
+p +p i
c) d)

U U
+ + + +
+ + + +
+

s s

+p i +p i
e) f)
Fig. 7.9
Capitolo 8

Flussi piani supersonici


omentropici

8.1 Caratteristiche fisiche ed odografe


Come si è visto nel capitolo precedente, le equazioni che governano un flusso
stazionario, omentalpico ed omentropico sono date dalle (7.13) e (7.14) che
qui si riscrivono nella forma

2uv v 2 − a2
u, x + u , + v, = 0 (8.1)
u2 − a2 y u2 − a2 y

v,x − u,y = 0 (8.2)

E’ immediato verificare che, se il flusso è supersonico, queste costituiscono


un sistema riducibile, il quale può quindi essere posto nella forma (4.62) con

2uv v 2 − a2
a11 = a12 = a21 = −1 a22 = 0
u − a2
2 u2 − a2

Le equazioni delle linee caratteristiche (4.65) risultano pertanto


p
dy uv ∓ a2 M 2 − 1
= λ1,2 = (8.3)
dx u2 − a2
ove si è introdotto il numero di Mach locale

(u2 + v 2 )1/2
M= (8.4)
a
Si osservi che le caratteristiche sono reali solo se M > 1.

174
Capitolo 8 175

Analogamente le equazioni di compatibilità, ovvero le equazioni delle ca-


ratteristiche odografe (4.72), risultano
p
du uv ± a2 M 2 − 1
=− = −λ2,1 (8.5)
dv u2 − a2
Dal confronto delle (8.3) e (8.5) si rileva che

dy dv dy dv
       
= −1 , = −1 (8.6)
dx C1 du Γ2 dx C2 du Γ1

Pertanto in punti corrispondenti del piano fisico (x, y) e del piano odo-
grafo (u, v) la caratteristica fisica della famiglia C1 (o C2 ) è ortogonale alla
caratteristica odografa della famiglia opposta Γ2 (o Γ1 ).
Le equazioni delle caratteristiche fisiche e odografe assumono espressioni
più semplici se il vettore velocità viene rappresentato tramite il modulo V e
la direzione ϑ che esso forma con l’asse x, anzichè in termini delle componenti
cartesiane u, v.
Utilizzando le relazioni
1 1
u = V cos ϑ v = V sin ϑ M= tan α = p
sin α M2 − 1
le (8.3) risultano

1
dy V 2 cos ϑ sin ϑ ∓ a2 / tan α cos ϑ sin ϑ ∓ 2
= = M tan α =
dx V 2 cos2 ϑ − a2 1
cos2 ϑ − 2
M

cos ϑ sin ϑ ∓ sin α cos α


=
cos2 ϑ − sin2 α
ovvero

dy
= tan(ϑ ∓ α) (8.7)
dx
Le linee caratteristiche sono quindi inclinate dell’angolo α rispetto al vet-
tore velocità ed in ogni punto la linea di corrente è bisettrice dell’angolo fra le
due caratteristiche passanti per quel punto (Fig. 8.1).
Analogamente le (8.5) assumono la forma

dV cos ϑ − V sin ϑdϑ − cos ϑ sin ϑ ± sin α cos α


=
dV sin ϑ + V cos ϑdϑ cos2 ϑ − sin2 α
176 Capitolo 8

y
C2

α V
θ
α

C1
x
Fig. 8.1

dalla quale, sviluppando e semplificando, si ottiene

1 dV 1
= ∓ tan α = ∓ p (8.8)
V dϑ M2 − 1
Al fine di integrarle in forma chiusa, le (8.8) possono essere espresse uni-
camente in termini di M e ϑ.
Per eliminare V utilizziamo l’equazione dell’energia (7.15) che in forma
differenziale si scrive
da2 + (γ − 1)V dV = 0
Introducendo in questa il numero di Mach, si ha
dV dM 2
= 2
V M [2 + (γ − 1)M 2 ]
che, sostituita nelle (8.8), fornisce l’equazione
p
M 2 − 1dM 2
dϑ = ∓
M 2 [2 + (γ − 1)M 2 ]
il cui integrale risulta essere

s s
γ+1 γ−1 p
ϑ=∓ tan−1 (M 2 − 1) ± tan−1 M 2 − 1 + cost (8.9)
γ−1 γ+1
Introducendo la funzione

s s
γ+1 γ−1 p
ω(M ) = tan−1 (M 2 − 1) − tan−1 M 2 − 1 (8.10)
γ−1 γ+1
Capitolo 8 177

140
130
120
110
100
90
80
ω 70
60
50
40
30
20
10
0
5 10 15 20 25 30

Fig. 8.2

le equazioni delle caratteristiche odografe Γ1 e Γ2 risultano

ϑ + ω = R1 = cost lungo C1
(8.11)
ϑ − ω = R2 = cost lungo C2

e, cosı́ come le (4.71), definiscono gli invarianti di Riemann R1 ed R2 .


La funzione ω(M ) è nulla per M = 1 e, nel caso di γ = 1.4, tende a
130.45◦ per M → ∞ cosı́ come indicato in Fig. 8.2. I valori di ω sono tabulati
in funzione di M in Tabella A.3.
Come già detto nel § 4.4, le caratteristiche odografe non dipendono dal par-
ticolare problema (cioè dalle condizioni iniziali e al contorno) e possono quindi
essere determinate una volta per tutte. In particolare ai fini di una rappresen-
tazione grafica è opportuno adimensionalizzare le velocità rispetto alla velocità
critica del suono. In questo modo l’intero campo nel piano odografo risulta
essere compreso fra la circonferenza sonica (M ∗ = 1) e la circonferenza di
γ + 1 1/2
 
raggio che, in base alla (3.33), corrisponde a M = ∞.
γ−1
Le equazioni (8.11) delle caratteristiche odografe rappresentano nel piano
odografo delle epicicloidi. Queste possono essere generate come la traiettoria di
γ + 1 1/2
 
un punto che si trovi sul cerchio di raggio r = −1 il quale rotoli sul
γ−1
cerchio sonico. In particolare in Fig. 8.3 sono rappresentate le due epicicloidi
Γ1 e Γ2 che corrispondono a R1 = 0 ed R2 = 0, le quali rappresentano la
traiettoria del punto che si trovava inizialmente in P .
178 Capitolo 8

v
a*

Γ2
C2 C1
P’
l O
P
θ
A C2 u
130.4° M* α a*

γ+1 Γ1
γ−1 B

C 2 C1
Fig. 8.3 Fig. 8.4

In un generico punto A dell’epicicloide il vettore ottenuto congiungendo


A con l’origine rappresenta M ∗ in direzione e modulo. La normale alla cur-
va Γ1 nel punto A rappresenta la direzione della caratteristica fisica C2 in
corrispondenza alle condizioni del punto A stesso.
Il punto P , nel quale si ha M ∗ = 1 e ϑ = 0, rappresenta un flusso sonico
con direzione orizzontale: le caratteristiche fisiche C1 e C2 sono pertanto fra
loro coincidenti e tangenti al cerchio sonico (α = 90◦ ). Ne consegue che in
corrispondenza al punto P le caratteristiche odografe Γ1 e Γ2 hanno tangente
orizzontale.
Nel punto B, che è l’altro estremo della curva Γ1 , si ha M = ∞ e α = 0:
di conseguenza anche in questo caso le caratteristiche C1 e C2 sono fra loro
coincidenti ed hanno la stessa direzione OB della velocità, la quale forma un
angolo ϑ = 130.4◦ con l’asse delle u.
Le curve Γ1 e Γ2 per valori diversi della costante che compare nelle (8.11)
possono essere ottenute semplicemente ruotando attorno all’origine di un an-
golo pari al valore della costante le curve di Fig. 8.3. Per ogni punto del
piano odografo passa quindi una e una sola caratteristica di ognuna delle due
famiglie Γ1 e Γ2 , come indicato in Fig. 8.4.

8.2 Flussi di Prandtl-Meyer


Consideriamo un flusso supersonico lungo una parete che presenti delle va-
riazioni di pendenza non piccole, cosicchè non sia possibile fare l’ipotesi di
piccole perturbazioni. Come già visto nel § 7.4, poiché all’infinito a monte il
Capitolo 8 179

flusso è uniforme, non vi sono segnali provenienti da monte; il flusso è ad una


sola famiglia ed in tutto il campo si ha R1 = cost. L’intero flusso è pertan-
to rappresentato nel piano odografo da un arco di curva Γ1 come indicato in
Fig. 8.5.b.

I C2 v
a*
II C2
θ2
1’
1 2 3 O 2’ u
4 C2 3’ a*
5 4’
III 5’ C2
6 M*=1 6’
a) b)

Fig. 8.5

La determinazione del flusso può essere effettuata molto semplicemente


sia per via grafica che per via analitica. Le condizioni iniziali M1 e ϑ1 del
flusso uniforme consentono di determinare nel piano odografo la posizione del
punto 1’ che rappresenta l’intera regione I; questa è separata dalla regione ad
onda semplice II da una caratteristica C2 la quale forma con la direzione della
corrente indisturbata l’angolo di Mach α1 = sin−1 (1/M1 ). La conoscenza del
punto 1’ consente di individuare nel piano odografo la particolare curva Γ1 che
rappresenta il flusso e sulla quale dovranno quindi trovarsi tutti gli altri stati
rappresentativi del flusso.
Poichè in ogni punto della parete deve essere soddisfatta la condizione al
contorno di tangenza della velocità alla parete stessa, in un generico punto
2 è noto l’angolo ϑ2 che il vettore velocità forma con l’asse x. Il punto 2’,
rappresentativo dello stato nel punto 2, può allora essere ottenuto nel piano
odografo dall’intersezione con la curva Γ1 della retta passante per l’origine
che forma l’angolo ϑ2 con l’asse delle ascisse. La lunghezza del segmento O2′
determina il valore di M2∗ . Tracciando poi la normale alla curva Γ1 nel punto
2’ si determina la direzione della caratteristica fisica C2 lungo la quale sono
costanti i valori di ϑ e M . Il punto 2’ rappresenta quindi l’intera caratteristica
C2 passante per 2.
Conoscendo in ogni punto del campo la direzione della velocità è possibile
tracciare le linee di corrente. Nell’esempio rappresentato in Fig. 8.5 la velocità
aumenta muovendosi lungo la parete e di conseguenza il fluido si espande. Le
linee di corrente sono pertanto tra loro divergenti cosicchè la sezione del tubo
di flusso aumenta, come deve accadere nell’espansione di un flusso supersonico.
Analiticamente, la conoscenza dei valori iniziali di ϑ e M consente di de-
180 Capitolo 8

terminare la costante R1 nella prima delle (8.11), dalla quale per ogni valore
di ϑ è immediato ricavare ω e quindi, mediante la Tabella A.3, il valore di M .
Si osservi che l’arco di curva Γ1 di Fig. 8.5.b non rappresenta solo il flusso
di Fig. 8.5.a, ma può rappresentarne infiniti. Ad esempio il flusso di Fig. 8.6,
in cui un’espansione è seguita da una compressione isentropica, è anch’esso
rappresentato dalla curva Γ1 di Fig. 8.5.b.

C2

1 2 3
4
5 6 C2
6
5
4 3 2 1
Fig. 8.6

Nella discussione precedente si è fatto riferimento ad una parete con una


variazione continua di pendenza. Tuttavia l’intera trattazione può essere estesa
identicamente al caso in cui la variazione graduale sia sostituita da uno spigolo
come indicato in Fig. 8.7. In questo caso si ha un’espansione centrata nella
quale tutte le caratteristiche C2 attraverso cui avviene l’espansione passano
per il punto P . In corrispondenza allo spigolo il flusso subisce una brusca
variazione di direzione e modulo della velocità, variazione che diviene però
continua all’interno del flusso.
C1 C1 C2 C2 C2 C1 C1 C2
C2

C1

220.4°
P
C2 C1
C2 C1 C2 C1 C1 C2
Fig. 8.7 Fig. 8.8

In Fig. 8.8 è rappresentata un’espansione di Prandtl-Meyer centrata e


completa, che è cioè rappresentata nel piano odografo dall’intera curva Γ1
di Fig. 8.3. Oltre alle rette C2 sono anche indicate in figura le caratteristiche
trasversali C1 e le linee di corrente (tratteggiate). Lo stato iniziale del flusso
è sonico mentre nello stato finale, che viene raggiunto dopo una rotazione di
Capitolo 8 181

130.4◦ , si ha M = ∞. Ciò corrisponde ad un valore nullo della velocità del suo-


no, della temperatura e della pressione ovvero ad una condizione di cavitazione.
Questa situazione è però solo teorica in quanto nella realtà prima di arrivare
alle condizioni di vuoto vengono a cadere le ipotesi di gas ideale e di mezzo
continuo sulle quali è basato il nostro modello. In precedenza considerando
il flusso su una parete convessa abbiamo esaminato il caso di una espansio-
ne attraverso linee caratteristiche della seconda famiglia. Tuttavia lungo la
stessa parete è anche possibile avere un’onda semplice di compressione come
è indicato in Fig. 8.9.a.
v
a*
C1 C1
Γ2
C2
C D
P C2 u
B A a*
C1
Γ1
C1

a) b)

Fig. 8.9

C2 C1
C2 C1

a) b)

Fig. 8.10

In questo caso la compressione avviene attraverso caratteristiche C1 e tutti


gli stati rappresentativi del flusso si trovano su una caratteristica odografa Γ2
(tratto P B in Fig. 8.9.b) lungo la quale la velocità diminuisce. Il fatto che
le caratteristiche siano rivolte verso monte, anzichè verso valle, indica che in
questo caso la compressione non è originata dalla parete ma è stata generata
in una zona a monte della regione in esame, come sarà meglio specificato nel
prossimo paragrafo.
182 Capitolo 8

Ovviamente anche nel caso di una parete concava si può verificare sia una
compressione che una espansione. Il primo caso, che corrisponde all’arco P C
di Fig. 8.9.b, si verifica quando l’onda è originata dalla parete, mentre l’espan-
sione rappresentata in Fig. 8.10.b, che corrisponde all’arco P D di Fig. 8.9.b,
è generata altrove.

8.3 Riflessione di onde


Consideriamo il condotto di Fig. 8.11.a nel quale la parete inferiore subisce
una deviazione nel tratto 1-4, mentre quella superiore è parallela alla direzione
iniziale del flusso supersonico.
L’onda di espansione della seconda famiglia che ha origine nel tratto 1-4
interagisce con la parete superiore. L’interazione inizia nel punto 1’ in cui il
fronte posteriore dell’espansione incontra la parete. A valle della caratteristica
1-1’ la corrente è diretta parallelamente al tratto di parete 1-2 (ϑ = ϑII ) e non
soddisferebbe la condizione di tangenza alla parete superiore (ϑ = 0). Per
soddisfare questa condizione è necessario che dal punto 1’ abbia origine una
nuova onda che faccia deviare la corrente di un angolo uguale ed opposto a
ϑII .
Quest’onda, che viene detta onda riflessa, è di famiglia opposta a quella
dell’onda incidente e, nel caso in esame di riflessione su parte piana, è facile
verificare che è un’onda di espansione. Attraverso la caratteristica C1 si ha
infatti

R2 = ϑII − ωII = ϑIII − ωIII = cost

ed, essendo ϑIII = 0 per la condizione al contorno,

ωIII = ωII − ϑII

Poiché ϑII è negativo, si ha MIII > MII e di conseguenza pIII < pII .
Pertanto, cosı́ come nel caso dei flussi monodimensionali non-stazionari,
l’onda riflessa da una parete piana è della stessa natura dell’onda incidente.
La zona di interazione fra l’onda incidente e quella riflessa (zona 1’-4’-10 di
Fig. 8.11.a) costituisce una regione a due famiglie nella quale le caratteristiche
sono curve.
L’onda C1 , riflessa dalla parete superiore, inizia a sua volta a rifletter-
si sulla parete inferiore nel punto 4” ed il procedimento continua con una
serie di riflessioni alternativamente sulla parete superiore ed inferiore. Nel
passaggio attraverso queste onde di espansione il flusso subisce una continua
diminuzione di pressione, cosı́ come deve accadere per un flusso supersonico
Capitolo 8 183

Fig. 8.11 [da Owczarek]

Tabella 8.1

Stato R1 R2 ϑ ω M α ϑ+α ϑ−α P/P0


1 6.17 - 6.17 0 6.17 1.300 50.3 50.3 -50.3 0.3610
2 6.17 - 16.17 -5 11.17 1.475 42.7 37.7 -47.7 0.2820
3 6.17 - 22.17 -8 14.17 1.580 39.2 31.2 -47.2 0.2420
4 6.17 - 30.17 -12 18.17 1.715 35.7 23.7 -47.7 0.1975
5 16.17 -16.17 0 16.17 1.645 37.4 37.4 -37.4 0.2200
6 16.17 -22.17 -3 19.17 1.745 35.0 32.0 -38.0 0.1890
7 16.17 -30.17 -7 23.17 1.885 32.0 25.0 -39.0 0.1530
8 22.17 -22.17 0 22.17 1.850 32.7 32.7 -32.7 0.1610
9 22.17 -30.17 -4 26.17 1.990 30.2 26.4 -34.2 0.1300
10 30.17 -30.17 0 30.17 2.140 27.9 27.9 -27.9 0.1030
11 16.17 - 40.17 -12 28.17 2.065 29.0 17.0 -41.0 0.1155
184 Capitolo 8

in un condotto divergente. Si osservi però che, a differenza dell’approssima-


zione quasi-unidimensionale, le condizioni del flusso non sono uniformi in ogni
sezione del condotto.
In particolare nel caso esaminato si ha la presenza di zone di flusso uniforme
(zone 1, 4 e 10) di zone ad onda semplice (zone 1-1’-4’-4 e 4’-10-10’-4”) e di
zone a due famiglie.
Il calcolo delle condizioni del flusso nei diversi punti del piano fisico può
agevolmente essere effettuato con il metodo delle caratteristiche. Per il flusso
di Fig. 8.11 il calcolo è riportato in Tabella 8.1 nella quale in ogni riga sono
sottolineate le due grandezze note all’inizio del calcolo ed in base alle quali
vengono calcolate tutte le altre quantità.
In particolare le condizioni nei punti 1’,2’,3’,4’ (che coincidono con quelle
dei punti 1,2,3,4) vengono determinate conoscendo il valore di R1 , che è co-
stante attraverso l’onda semplice, ed il valore di ϑ in ogni punto della parete.
Per i punti interni come 6, viene utilizzata la costanza dell’invariante R1 lun-
go la caratteristica C1 (5’-6) e dell’invariante R2 lungo C2 (3’-6). Per i punti
di parete, nei quali viene a mancare uno dei due invarianti, la condizione al
contorno di tangenza alla parete fornisce il valore di ϑ.
Le equazioni delle caratteristiche fisiche (8.7), che sono note essendo note
in ogni punto i valori di ϑ ± α, consentono poi la localizzazione nel piano fisico
dei diversi punti.
L’origine dell’onda riflessa, come si è visto, è dovuta alla necessità di sod-
disfare la condizione di tangenza sulla parete superiore. Le caratteristiche e
la natura dell’onda riflessa dipendono quindi dalla forma della parete. In par-
ticolare, se in ogni punto P ′ della parete superiore la direzione della parete è
uguale a quella della parete inferiore nel punto P da cui ha origine la caratte-
ristica dell’onda incidente (Fig. 8.12), la condizione al contorno è soddisfatta
e non nasce un’onda riflessa.
P’

Fig. 8.12

In questo caso molto particolare, nel quale la parete superiore è costituita


da una linea di corrente del flusso ad onda semplice, si ha la cancellazione
Capitolo 8 185

dell’onda incidente e la trasformazione di un flusso uniforme in un altro flusso


uniforme avente pressione più bassa, velocità più grande e diversa direzione.
Si osservi che, visto dalla parete superiore, questo caso corrisponde a quello
di Fig. 8.10.b nel quale si ha un’espansione lungo una parete concava. In
altri termini, nel caso di Fig. 8.12 la compressione che si originerebbe lungo la
parete concava superiore in assenza dell’onda incidente compensa esattamente
l’espansione che si avrebbe per la riflessione dell’onda incidente se la parete
fosse piana e l’onda risultante ha intensità nulla.
Con questo ragionamento è facile intuire che se la parete superiore è con-
vessa (Fig. 8.13.a), l’espansione dovuta alla parete superiore si somma a quella
dovuta alla riflessione dell’onda incidente e l’onda riflessa sarà quindi un’onda
di espansione di intensità maggiore dell’onda incidente.

a) b)

Fig. 8.13

Viceversa, nel caso in cui la parete superiore abbia una concavità maggiore
della curvatura della parete inferiore (Fig. 8.13.b), l’onda riflessa è un’onda di
compressione.

8.4 Ugelli supersonici


La teoria quasi-unidimensionale vista nel Cap. 3 fornisce lo strumento per la
determinazione del rapporto di area che si deve realizzare al fine di ottenere
un determinato valore del numero di Mach di uscita. Tuttavia, al di là della
approssimazione insita nella teoria quasi-unidimensionale, quest’ultima non
dà alcuna informazione su quale debba essere la forma delle pareti dell’ugello,
cioè su quale debba essere la legge A = A(x).
Il metodo delle caratteristiche fornisce invece una tecnica per determinare
il contorno del tratto divergente di un ugello supersonico in modo da ottenere
un flusso isentropico senza la formazione di onde d’urto, quali potrebbero
verificarsi in mancanza di un opportuno progetto della forma dell’ugello.
Le due principali applicazioni degli ugelli supersonici sono costituite dagli
ugelli per le gallerie supersoniche e dagli ugelli propulsivi. In entrambi i casi
Capitolo 9

Flussi piani supersonici con


onde d’urto

Nello studio dei flussi unidimensionali si è vista la possibilità che esistano onde
d’urto, le quali non possono che essere normali alla direzione della corrente.
Viceversa nei flussi multidimensionali supersonici si possono verificare onde
d’urto la cui direzione non è normale a quella del flusso (urti obliqui) o che
varia da punto a punto (urti curvi).
L’esistenza di urti obliqui può essere intuita se, con riferimento all’esempio
di Fig. 1.3, si pensa al caso in cui l’angolo del diedro non sia piccolo ma
sia tale da generare dei disturbi di intensità finita. L’inviluppo dei disturbi
sarà una superficie attraverso la quale le proprietà del flusso subiscono una
variazione non più infinitesima ma finita e che costituisce quindi una superficie
di discontinuità obliqua rispetto alla direzione della corrente. Cosı́ pure nel
caso del flusso supersonico lungo una parete concava esaminata in Fig. 9.1, è
intuitivo che le caratteristiche di compressione coalescano dando luogo ad una
linea di discontinuità non normale alla direzione della corrente.

Fig. 9.1 [da Van Dyke]

191
192 Capitolo 9

9.1 Urto obliquo


Consideriamo un urto obliquo stazionario che formi un angolo σ con la dire-
zione iniziale della corrente ed indichiamo con il pedice 1 le grandezze a monte
dell’urto, che supponiamo note, e con il pedice 2 quelle a valle (Fig. 9.2).
Le relazioni di salto (2.60)-(2.64) scritte in termini delle componenti di
velocità normali e tangenziali alla direzione dell’urto risultano
ρ1 Vn1 = ρ2 Vn2 (9.1)

p1 + ρ1 Vn21 = p2 + ρ2 Vn22 (9.2)

Vt1 = Vt2 (9.3)

Vn21 Vn22
h1 + = h2 + (9.4)
2 2
S2 ≥ S1 (9.5)
avendo tenuto conto della (9.3) nello scrivere la (9.4). Dal confronto con le
relazioni di salto (3.44)-(3.47) per un urto normale si rileva immediatamente
l’identità dei due sistemi di equazioni ove alle velocità v si sostituiscano le
componenti di velocità normale Vn . Con questa sostituzione si può quindi
ripetere la trattazione svolta nel §3.5 per ottenere i rapporti delle diverse
grandezze fra valle e monte dell’urto. Si osservi però che nel caso dell’urto
obliquo la relazione (3.48) diviene
γ−1 2  γ + 1 ∗2
a21 + Vn1 + Vt2 = a
2 2
ovvero
!
γ−1 2 γ + 1 ∗2 γ − 1 Vt2
a21 + Vn 1 = a 1−
2 2 γ + 1 a∗2

Vn2
Vt2
V1 δ
V2
Vn1 Vt1 V1 Vt V2
Vt
σ Vn1 Vn2 Vn1 Vn2

Fig. 9.2 Fig. 9.3


Capitolo 9 193

e la relazione di Prandtl risulta

γ − 1 Vt2
Mn∗1 Mn∗2 = 1 − (9.6)
γ + 1 a∗2
che coincide con la (3.50) nel caso di urto normale per il quale Vt = 0 e
Mn ≡ M .
Tuttavia, poiché anche la relazione (3.32) risulta modificata nella

γ+1 2
Mn
!
2
2 γ − 1 Vt2
Mn∗ = 1−
γ−1 2 γ + 1 a∗2
1+ Mn
2

è facile verificare che le relazioni (3.51), (3.53), (3.54) e (3.55) rimangono


inalterate purché ad M1 ed M2 si sostituiscano Mn1 ed Mn2 rispettivamente.
Le caratteristiche di un urto sono quindi, in ogni caso, determinate dal valore
di Mn1 , il quale deve essere maggiore di uno per rispettare la condizione di
entropia (9.5).
In altri termini un urto obliquo può essere visto come un urto normale
cui sia stata aggiunta in tutto il campo una velocità Vt costante diretta pa-
rallelamente all’urto stesso (Fig. 9.3). L’aggiunta di questa velocità evidente-
mente non influisce sulla variazione delle proprietà termodinamiche (pressione,
temperatura, densità, entropia) ma modifica la direzione ed il modulo della
velocità nonché le grandezze di ristagno, sia a monte che a valle dell’urto.
Da ciò derivano due importanti differenze rispetto al caso dell’urto nor-
male. La prima è che, poiché Vn varia fra monte e valle dell’urto mentre Vt
rimane costante, il flusso nel passaggio attraverso l’urto subisce una deviazio-
ne δ (Fig. 9.2). La seconda differenza è che, mentre la relazione di Prandtl
(9.6) garantisce che essendo Mn1 > 1 si ha Mn2 < 1, l’aggiunta di una velo-
cità Vt a valle dell’urto può far sı́ che si abbia M2 > 1. Pertanto nel caso di
un urto obliquo il flusso a valle dell’urto stesso può essere sia subsonico che
supersonico.
Le relazioni fra i moduli delle velocità e le loro componenti normali, o
equivalentemente fra i rispettivi numeri di Mach, possono essere ottenute con
semplici considerazioni geometriche dalla Fig. 9.2.

Mn1 = M1 sin σ (9.7)

Mn2 = M2 sin(σ − δ) (9.8)


194 Capitolo 9

Con opportune manipolazioni algebriche è anche possibile esprimere l’an-


golo di deviazione δ in funzione unicamente di M1 e σ
" #
M12 sin2 σ − 1
tan δ = 2 cot σ (9.9)
M12 (γ + cos 2σ) + 2
Come detto in precedenza un urto è completamente definito quando sia
assegnato Mn1 . Pertanto, mentre l’urto normale (che è un caso particolare di
urto obliquo per il quale σ = π/2) è completamente definito dal solo valore di
M1 , per definire un urto obliquo è necessario assegnare oltre ad M1 anche la
pendenza σ dell’urto. Con i valori di M1 e σ la (9.7) consente di determinare
ρ2 T2
Mn1 in corrispondenza al quale la Tabella A.2 fornisce i valori di Mn2 , , ,
ρ1 T1
p2 po2 a2
, e .
p1 po1 a1
Si osservi che anche il rapporto fra le pressioni totali, che come indicato dal-
la (3.60) dipende dal salto di entropia attraverso l’urto, non è influenzato dalla
presenza della componente di velocità tangenziale ed è quindi determinato dal
valore di Mn1 .
Mediante la relazione (9.9) si può calcolare l’angolo di deviazione δ che,
introdotto nella (9.8), fornisce il valore di M2 determinando completamente le
condizioni a valle dell’urto. Tuttavia in molte applicazioni pratiche l’angolo σ
formato dall’urto non è noto a priori ma deve essere determinato in modo da
realizzare un assegnato valore della pressione a valle dell’urto o un assegnato
valore della deviazione δ, che sono dettati dalle condizioni al contorno.

δ=0° a
90
δ=5° 10°
80 15° 20°
A 25° 30°
70 35°

60
B 35°

σ 50 30°
40 25°
20°
30 b 15°
10°

20 δ=0°
10
0
1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5
M1
Fig. 9.4
Capitolo 9 195

Se consideriamo quest’ultimo caso in cui sono assegnati i due parametri


M1 e δ, si può pensare di ottenere il corrispondente valore di σ risolvendo la
(9.9). Questa soluzione è rappresentata in Fig. 9.4 riportando σ in funzione
di M1 per diversi valori del parametro δ.
Si osserva che per ogni valore di δ esiste un valore minimo M1min del numero
di Mach al di sotto del quale non si ha nessuna soluzione. Per M1 > M1min si
hanno invece due soluzioni che diventano coincidenti per M1 = M1min .
Alternativamente si può dire che per ogni valore di M1 esiste un valore
massimo δmax dell’angolo di deviazione al di sopra del quale non si ha nessuna
soluzione. Il valore di δmax in funzione di M1 (o di M1min in funzione di δ) è
rappresentato in Fig. 9.5 dalla quale si rileva che δmax tende al valore limite
di 45.6◦ per M1 → ∞.
Delle due soluzioni che si verificano per M1 > M1min quella che ha un
valore di σ maggiore (soluzione A di Fig. 9.4), avendo un più alto valore di
M1n , corrisponde ad un urto più intenso e viene pertanto detta urto forte.
Viceversa la soluzione B che ha un valore di σ più piccolo viene detta urto
debole. Se si esamina il valore di M2 che corrisponde a ciascuna delle due
soluzioni (Fig. 9.6), si osserva che nel caso di urto forte il flusso a valle è sempre
subsonico, mentre nel caso di urto debole esso è in generale supersonico, fatta
eccezione per una piccola regione di M1 in prossimità di δmax .
Il fatto che si verifichi l’una o l’altra delle due soluzioni dipende in generale
dalla pressione a valle dell’urto: nel caso in cui questa è alta si verifica la
soluzione di urto forte, mentre nel caso più usuale nei problemi aeronautici in

7 3.5

6 3.0

5 2.5
δ=0°
5° 10°
4 2.0 15°
20°
M1 M2 25°
3 1.5 30°
b
45.6°

35°
2 1.0 B
A
a
1 0.5
0° 10° 20° 30° 40° 50° 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5
δ max M1
Fig. 9.5 Fig. 9.6
196 Capitolo 9

cui la pressione a valle è poco differente da quella a monte si ha la soluzione


di urto debole.
Si osservi che nel caso particolare di δ = 0 la (9.9) fornisce due soluzioni

π
cot σ = 0 σ= (9.10)
2
1
M12 sin2 σ − 1 = 0 sin σ = (9.11)
M1

La soluzione di urto forte corrisponde quindi all’urto normale attraverso il


quale non si ha deviazione della corrente ed è rappresentata dalle curve “a”
nelle Fig. (9.4) e (9.6).
La soluzione di urto debole, per la quale σ = α, è invece rappresentata
dalle curve “b” e corrisponde ad un’onda di Mach che può quindi anche essere
interpretata come un urto obliquo di intensità nulla attraverso il quale δ = 0
e M2 = M1 .
Come si è detto in precedenza in molti casi pratici l’angolo σ deve essere
determinato sulla base della conoscenza dell’angolo δ mediante la relazione
(9.9), la quale deve essere risolta con un metodo iterativo. Per evitare ciò
la Tabella A.4 fornisce in funzione dei parametri M1 e δ il valore di σ corri-
spondente alla soluzione di urto debole, mentre la Tabella A.5 fornisce quello
corrispondente alla soluzione di urto forte.

9.2 Polare dell’urto


Una rappresentazione molto conveniente di tutti gli urti che possono verificarsi
per un dato valore di M1 può essere ottenuta utilizzando un riferimento polare
nel piano odografo.
Consideriamo il piano odografo, già introdotto nel § 8.1, nel quale le ve-
locità sono adimensionalizzate rispetto ad a∗ . Consideriamo poi un flusso
diretto secondo l’asse x e definito dal valore di M1∗ che nel piano odografo è
rappresentato dal punto 1 di Fig. 9.7.a.
Per un assegnato valore di δ si può calcolare lo stato a valle dell’urto come
descritto nel paragrafo precedente e, riportando sulla direzione che forma l’an-
golo δ con l’asse delle ascisse un segmento di lunghezza pari a M2∗ , si ottiene
il punto 2 che rappresenta lo stato a valle dell’urto. La direzione dell’urto
può essere ottenuta graficamente tracciando per l’origine la normale alla retta
che congiunge i punti 1 e 2. E’ infatti facile verificare che il segmento OA
rappresenta la velocità tangenziale, che è la stessa per gli stati 1 e 2, mentre i
segmenti A1 ed A2 rappresentano la velocità normale all’urto rispettivamen-
te a monte ed a valle dell’urto stesso. Ripetendo per diversi valori di δ la
Capitolo 9 197

A
v/a * v/a*

* 2 B C
M2 *
σ δ M1 1 A δ 1
O * O
u/a u/a*
M

M
* =1

* =1
a) b)
Fig. 9.7

costruzione descritta si ottiene una curva che rappresenta lo stato a valle di


tutti i possibili urti in un flusso definito da M1 e che prende il nome di polare
dell’urto.
L’equazione della polare può essere ottenuta con opportune manipolazioni
delle equazioni dell’urto obliquo e risulta

(M1∗ − ũ)2 (ũM1∗ − 1)


ṽ 2 = (9.12)
2 2
M1∗ − ũM1∗ + 1
γ+1
essendo ũ e ṽ le componenti cartesiane della velocità adimensionalizzate ri-
spetto ad a∗ .
La (9.12) è l’equazione di una strofoide che è rappresentata in Fig. 9.7.b.
Si osservi che per ogni valore di δ la (9.12) fornisce tre soluzioni rappre-
sentate in Fig. 9.7.b dai punti A, B, C. Il punto A, che si trova all’interno del
cerchio sonico, rappresenta la soluzione di urto forte ed il punto B quella di
urto debole. Il punto C, per il quale M2∗ > M1∗ , rappresenta invece un urto
attraverso il quale si ha un aumento di velocità e quindi una soluzione con
diminuzione di entropia che non è fisicamente significativa. Pertanto i rami
della strofoide a destra del punto 1 non vengono presi in considerazione e la
polare dell’urto è costituita dalla curva rappresentata in Fig. 9.7.a.
Dall’esame della polare (Fig. 9.8.a) si rileva:

1. Il punto C nel quale la retta per l’origine è tangente alla polare corri-
sponde alla massima deviazione δmax .

2. Per ogni δ < δmax si hanno due intersezioni con la polare (punti B e D)
che rappresentano rispettivamente l’urto debole e l’urto forte.

3. I punti E ed A per i quali non si ha deviazione rappresentano rispetti-


vamente l’urto normale e l’onda di Mach.
198 Capitolo 9

v/a* v/a*

h
ac
H

M
Γ1

di
σ

ea
in
2L
δ max

C
C B
D δ α
O E A u/a* O E A u/a*
a) b)
Fig. 9.8

Se per il punto A consideriamo la costruzione grafica per determinare la


direzione dell’urto facendo tendere ad A il generico punto B, la retta HA di
Fig. 9.8.a diviene la tangente in A, mentre l’urto, la cui intensità tende a zero,
diviene una linea di Mach e forma quindi l’angolo α con l’asse x.
Pertanto la tangente alla polare nel punto A è normale alla linea di Mach
(Fig. 9.8.b). Poiché anche la caratteristica odografa nel punto A è normale
alla linea di Mach della famiglia opposta, le caratteristiche odografe nel pun-
to A sono tangenti alla polare ed è possibile dimostrare che hanno anche la
stessa curvatura della polare. Nell’intorno del punto A i punti della polare
rappresentano lo stato a valle di urti molto deboli che possono con buona ap-
prossimazione essere considerati isentropici, il che spiega il fatto che la polare
sia praticamente coincidente con le caratteristiche odografe, le quali rappre-
sentano appunto una compressione isentropica. Allontanandosi dal punto A
per una stessa deviazione δ il valore di M2∗ a valle di un urto risulta minore
di quello che si ottiene attraverso una compressione isentropica e quindi la
caratteristica odografa è esterna alla polare (Fig. 9.8.b).
Naturalmente ad ogni valore di M1∗ corrisponde una diversa polare (Fig. 9.9).

M=
v/a* M=
4
M=
2
A u/a*

0.41 2.45
Fig. 9.9
Capitolo 9 199

Per M1 = 1 la polare si riduce ad un punto sul cerchio √ sonico (punto A di



Fig. 9.9) mentre per M1 = ∞ che corrisponde a M1 = 6 la polare diviene
una circonferenza.
Si osservi infine che i punti della polare aventi v positiva rappresentano
urti che si trovano alla sinistra di un osservatore che si muova nel verso della
corrente. Questi urti vengono pertanto detti urti sinistri ed in analogia alla
convenzione assunta per le linee caratteristiche verranno indicati come urti
della seconda famiglia. Viceversa gli urti che danno luogo ad una v negativa
sono detti urti destri e verranno indicati come urti della prima famiglia.

9.3 Riflessione di urti


Consideriamo il flusso supersonico in un condotto la cui parete inferiore pre-
senti una brusca variazione di direzione (Fig. 9.10). Se l’angolo δ di deviazione
della parete è minore del valore δmax che corrisponde ad M∞ , la condizione
di tangenza alla parete a valle del punto A può essere soddisfatta se in A ha
origine un urto obliquo.

B
v/a*
M1
III
I a II b II
σ
A δ δ I
III u/a*
a) b)
Fig. 9.10

Supponiamo inoltre che la pressione a valle del condotto sia sufficiente-


mente bassa da far sı́ che l’urto originato in A sia un urto debole.
In base ai valori di MI e δ è possibile calcolare con la procedura descritta
nel § 9.1 le condizioni a valle dell’urto (zona II) e, conoscendo σ, determinare
il punto B nel quale l’urto incide sulla parete superiore. Per soddisfare la
condizione al contorno a valle di B è necessario che dal punto B abbia origine
un altro urto (urto riflesso) di famiglia opposta a quella dell’urto incidente e
tale da far deviare la corrente di un angolo −δ, cosicché il flusso nella regione
III abbia nuovamente la direzione della regione I. La determinazione del flusso
nella zona III può nuovamente essere effettuata a partire dai valori di MII
e δ. Poiché MII < MI , l’intensità dell’urto riflesso è minore di quella dell’urto
incidente e la riflessione non è quindi speculare. Gli stati II e III possono anche
200 Capitolo 9

essere determinati per via grafica con l’ausilio delle polari relative all’urto
incidente ed a quello riflesso come indicato in Fig. 9.10.b.

a
II
I σ
δ
A
Fig. 9.11

Si osservi che qualora nel punto B la parete superiore subisca la stessa


deviazione che si ha nel punto A (Fig. 9.11), la condizione al contorno a valle
di B è soddisfatta, non si genera quindi l’urto riflesso e si ha la cancellazio-
ne dell’urto incidente. La riflessione precedentemente descritta, che prende
il nome di riflessione regolare, può però verificarsi solo se δ < δmax (MII ).
Infatti, poiché MII < MI , è possibile che si verifichi la situazione in cui
δmax (MII ) < δ < δmax (MI ) per la quale il raddrizzamento della corrente
non può avvenire attraverso un urto obliquo. Con riferimento alla Fig. 9.10.b,
ciò corrisponde al fatto che, aumentando δ, la polare dell’urto riflesso non
interseca più l’asse delle ascisse.
Quando il valore di δ è cosı́ grande da rendere impossibile la riflessione
regolare, si verifica un particolare tipo di riflessione che prende il nome di
riflessione di Mach e che è schematicamente indicato in Fig. 9.12.
B
Dc δ1

a II b
I
σ
A δ
a) b) [da Shapiro]
Fig. 9.12

Quando non è possibile avere un urto riflesso, la condizione di tangenza a


valle di B può essere soddisfatta solo se l’urto è un urto normale attraverso il
quale la deviazione è nulla. Allontanandosi dalla parete superiore, l’urto c si
incurva e la corrente, che è subsonica a valle dell’urto, subisce una deviazione
verso l’alto via via crescente. Nel punto triplo D si incontrano l’urto incidente
Capitolo 9 201

a, l’urto forte c e l’urto riflesso b, il quale quindi ha origine non più dalla parete
ma dall’interno del campo. L’esistenza dell’urto riflesso b è ora nuovamente
possibile in quanto esso deve deviare la corrente non più dell’angolo δ, ma
dell’angolo δ −δ1 . Si osservi inoltre che la linea di corrente uscente dal punto D
costituisce una discontinuità di contatto. Se infatti consideriamo due particelle
che passino una immediatamente al di sopra e l’altra immediatamente al di
sotto del punto D, esse dovranno avere la stessa direzione della velocità e la
stessa pressione ma, poiché la prima ha attraversato gli urti a e b, esse avranno
subito una diversa variazione di entropia. In particolare, poiché a parità di
salto di pressione la dissipazione è maggiore nel passaggio attraverso un singolo
urto, al di sopra della linea di corrente uscente da D l’entropia è maggiore,
la pressione totale è minore e di conseguenza la velocità è minore. Pertanto
lungo la linea di corrente passante per D si ha una vorticità concentrata di
verso antiorario.
Nell’analisi del flusso di Fig. 9.10 si è ipotizzata la formazione di un urto
debole. Il fatto che la deviazione δ avvenga attraverso un urto debole o un
urto forte dipende dal valore della pressione a valle del condotto. Se questa è
sufficientemente alta la deviazione della corrente viene realizzata mediante un
urto forte (Fig. 9.13.a). Poiché a valle dell’urto il flusso è subsonico, non può
esistere un urto riflesso ed in corrispondenza alla parete superiore la condizio-
ne di tangenza può essere soddisfatta solo se δ = 0 ovvero l’urto è normale
alla parete stessa. L’urto è pertanto un urto curvo la cui intensità aumenta
passando da A a B. Nel piano odografo (Fig. 9.13.b) l’urto è rappresentato
non più da un punto ma da un arco della polare.

B
v/a *

A
C δ
A δ O B u/a*
a) b)
Fig. 9.13

Le particelle che si muovono lungo le diverse linee di corrente passano


attraverso un urto di diversa intensità e subiscono quindi un diverso aumento
di entropia. Pertanto il flusso a valle di un urto curvo non è più omentropico
e si ha un gradiente di entropia diretto normalmente alle linee di corrente. In
base al teorema di Crocco il flusso a valle dell’urto è rotazionale e nel caso di
Fig. 9.13 è facile verificare che la vorticità ha verso antiorario.
202 Capitolo 9

9.4 Interazione di urti


Un urto interagisce sempre con le onde di Mach della stessa famiglia generate
sia a monte che a valle dell’urto stesso. Con riferimento alla Fig. 9.14 per
l’onda di Mach generata in B si ha infatti
a1
sin α1 = (9.13)
V1
mentre per l’urto la relazione (9.7) fornisce

Vn 1
sin σ = (9.14)
V1

V2
V1

α2
σ
B α1 δ
C
A
Fig. 9.14

Poiché, affinché esista l’urto, la velocità normale deve essere supersonica,


si ha Vn1 > a1 e quindi σ > α1 .
Analogamente per l’onda di Mach generata nel punto C si ha
a2
sin α2 = (9.15)
V2
e dalla (9.8) si ottiene

Vn 2
sin(σ − δ) = (9.16)
V2
Poiché la velocità normale a valle di un urto è subsonica, dal confronto
delle (9.15) e (9.16) risulta

σ − δ < α2
Consideriamo ora due urti della stessa famiglia generati ad esempio da due
successive deviazioni della parete come indicato in Fig. 9.15. Poiché, in base
Capitolo 9 203

c
V d.c.
D v/a*
IV Γ2
I
a b III IV
II σ2 δ2 V ΙΙΙ θ IV = θ V
σ1 α δ2 ΙΙ
δ1 B δ1 I
A O u/a*
a) b)

c) [da Shapiro]
Fig. 9.15

alle considerazioni precedenti, si ha:

σ1 − δ1 < α e α < σ2

risulta

σ1 − δ1 < σ2

Pertanto due urti della stessa famiglia si incontrano sempre ed è intuitivo


che essi diano luogo ad un urto più intenso (urto c di Fig. 9.15.a).
Con un ragionamento del tutto identico a quello svolto alla fine del pre-
cedente paragrafo si deduce che la linea di corrente uscente dal punto D
costituisce una discontinuità di contatto.
Dal punto D deve inoltre aver origine un’altra onda che, a seconda dell’in-
tensita’ degli urti a e b, puo’ essere un’urto o un’onda di espansione. Se infatti
quest’onda non esistesse, le regioni III e V dovrebbero avere la stessa pressione
e la stessa direzione della corrente. Ma la pressione e la direzione nella regio-
ne III sono univocamente determinate dalle condizioni iniziali ed al contorno.
204 Capitolo 9

D’altra parte se a valle dell’urto c assumiamo che si abbia ϑV = ϑIII , l’urto


c è completamente determinato e risulterà in genere pV 6= pIII . Se invece dal
punto D ha origine un’altra onda è possibile regolare l’intensità di quest’ultima
e l’intensità dell’urto c in modo che siano verificate le condizioni

ϑIV = ϑV pIV = pV (9.17)

Il problema è del tutto analogo a quello visto nel caso dei flussi unidi-
mensionali non stazionari e costituisce un caso particolare del problema di
Riemann bidimensionale. Anche in questo caso la soluzione può essere ottenu-
ta con un metodo iterativo assumendo ad esempio un valore di primo tentativo
p′IV = p′V . Dal rapporto p′V /pI è possibile ottenere M1n e mediante la (9.7)
determinare l’angolo σ che, introdotto nella (9.9) (o mediante la Tabella A.4),
fornisce il valore di δ = ϑV . Nell’ipotesi che l’onda riflessa sia un’onda di
espansione come indicato in Fig 9.15, la relazione isentropica (3.25) (o la cor-
rispondente Tabella A.1) consente di determinare p0 in base ai valori di pIII
ed MIII e quindi di ottenere MIV con i valori di p′IV e p0 , che è costante attra-
verso l’espansione. La seconda delle (8.11) scritta fra gli stati III e IV consente
poi, con l’ausilio della Tabella A.3, di ottenere il valore di ϑIV che risulterà
in genere diverso dal valore ϑV precedentemente calcolato. Se ϑIV < ϑV si
dovrà ripetere il procedimento con un valore di secondo tentativo p′′IV < p′IV
cosicché diminuisca l’intensità dell’urto ed aumenti quella dell’espansione. Il
procedimento dovrà quindi essere iterato fino ad ottenere che sia soddisfatta
la condizione ϑIV = ϑV .

1100 v/a*
III δ2
V d.c.
01 IV II
M>1
I II
δ1 IV V
θIV = θV
O δ2 I u/a *
δ1 III
1100

a) b)
Fig. 9.16

Un problema di Riemann si presenta anche nella interazione fra due urti


di famiglia opposta che è rappresentata in Fig. 9.16 dove due urti di diver-
sa intensità sono generati da due diverse deviazioni delle pareti superiore ed
inferiore del condotto.
Capitolo 9 205

pE

b d
b d
p1 e

a c a c
II

a) b)

c) [da Owczarek] d) [da Ferri]

Fig. 9.17

Due urti di famiglia opposta hanno origine anche all’uscita di un ugello


sovraespanso (Fig. 9.17.a). In questo caso gli urti nascono non per soddisfare
una condizione sulla direzione della velocità ma per soddisfare la condizione al
contorno che la pressione al confine del getto debba essere uguale alla pressione
esterna pE > p1 . In base al rapporto pE /p1 è possibile determinare M1n e,
mediante le (9.7) e (9.9), i valori di σ e δ.
Come indicato in Fig. 9.17.a i due urti, che in questo caso hanno uguale
intensità e non danno quindi luogo ad una discontinuità di contatto, dopo
aver interagito si riflettono sul confine del getto. Poiché lungo quest’ultimo la
pressione deve essere costante e pari a pE , gli urti si riflettono come onde di
espansione le quali a loro volta, dopo aver interagito, si riflettono come onde
di compressione. Analogamente a quanto visto per gli ugelli sottoespansi, il
getto subisce una serie di allargamenti e restrizioni ed all’interno del getto si
hanno zone di flusso uniforme alternativamente con pressione più alta e più
bassa di pE .
206 Capitolo 9

All’aumentare di pE i due urti a e b divengono più intensi ed il numero


di Mach MII diminuisce fino a quando accade che δmax (MII ) < δ. In queste
condizioni non è più possibile il raddrizzamento della corrente attraverso gli
urti c e d. Analogamente al caso della riflessione su di una parete non si ha
più una interazione regolare ma si verifica una interazione di Mach come è
schematicamente indicato in Fig. 9.17.b. In corrispondenza all’asse del getto
il flusso a valle dell’urto e è subsonico mentre alla periferia del getto il flusso
resta supersonico.
Aumentando ulteriormente il valore di pE gli urti a e b diventano urti
forti ed il flusso nel getto diviene interamente subsonico con la conseguente
scomparsa degli urti c e d. Infine, quando il valore di pE tende al valore pd
indicato in Fig. 3.10, l’urto curvo aeb tende a diventare un urto normale nella
sezione di uscita dell’ugello.

9.5 Profili alari


Consideriamo un profilo alare di forma particolarmente semplice quale il profilo
triangolare di Fig. 9.18, supponendo ancora che δ < δmax (M1 ).

E
c g
D
M>1 V
a b D
IV
II
I IV
δ B III a
β
A C V
e f h
a) b)
Fig. 9.18

Il problema è del tutto analogo a quello di Fig. 9.10 e dal bordo di attacco
del profilo avrà quindi origine un urto obliquo. A differenza del flusso all’in-
terno di condotti, nel caso di flussi esterni la pressione a valle è sempre poco
differente da quella a monte e pertanto si ha sempre la formazione di un urto
debole.
Le condizioni del flusso nella regione II possono essere determinate me-
diante le relazioni per un urto obliquo. Dal punto B ha origine un’espansione
centrata e le condizioni nella zona III possono quindi essere determinate sfrut-
tando l’invarianza di R1 attraverso l’espansione e la conoscenza della direzione
della corrente ϑIII . A valle del bordo di uscita la corrente proveniente dal dor-
so e quella proveniente dal ventre del profilo devono avere lo stesso valore di
Capitolo 9 207

pressione e la stessa direzione (pIV = pV , ϑIV = ϑV ). Pertanto al bordo di


uscita si ha un problema di Riemann che, nel caso in esame, dà luogo supe-
riormente ad un urto ed inferiormente ad una debole onda di espansione. La
direzione della corrente al bordo di uscita non coincide quindi con la direzione
del flusso indisturbato ma forma un piccolo angolo β, che in questo caso è
positivo e che viene detto angolo di upwash. L’onda di espansione generata
nel punto B interagisce in parte con l’urto anteriore ed in parte con quello
posteriore.
Cominciamo ad esaminare l’interazione con l’urto anteriore che ha inizio nel
punto D in cui l’urto interseca il fronte posteriore dell’espansione. Possiamo
approssimare l’onda di espansione con un numero discreto di espansioni di
intensità finita quali le onde e ed f di Fig. 9.18.b. L’interazione dell’onda e
con l’urto a è del tutto analoga all’interazione di due urti della stessa famiglia.
Nel punto D si ha pertanto un problema di Riemann che dà origine ad un
nuovo urto g, di intensità minore dell’urto a, ad un’onda di espansione h e ad
una discontinuità di contatto che separa le zone IV e V ove si deve avere la
stessa pressione e la stessa direzione della corrente. Come è schematicamente
indicato in Fig. 17.b, un problema di Riemann si genera anche nell’interazione
fra l’onda incidente f e l’onda riflessa h, come pure ogni qualvolta un’onda
incidente o riflessa interseca una discontinuità di contatto. La soluzione del
campo con il metodo delle caratteristiche diviene pertanto proibitiva anche
quando si discretizzi l’onda di espansione in un numero molto piccolo di onde
di intensità finita.
In realtà l’onda di espansione generata in B è continua e la sua interazione
con l’urto a può essere immaginata come una successione infinita di atti di
interazione elementare quale quello sopra descritto. A partire dal punto D
pertanto la direzione dell’urto non varia bruscamente ma varia con continuità
dando luogo ad un urto curvo di intensità decrescente. Cosı̀ pure a valle
dell’urto non si ha una serie di discontinuità di contatto ma si ha una variazione
continua dell’entropia ed il flusso è quindi rotazionale. Allontanandosi dal
profilo l’urto tende asintoticamente ad assumere la direzione delle linee di
Mach della corrente indisturbata e la sua intensità tende quindi a zero.
All’interno dell’onda di espansione originata in B esisterà una caratteri-
stica (indicata con c in Fig. 9.18.a) che è parallela alle linee di Mach della
corrente indisturbata. La parte dell’onda di espansione che si trova a destra
della caratteristica c interagisce con l’urto b che si genera al bordo di uscita,
riducendone l’intensità e modificandone la direzione, che, a grande distanza
dal profilo, tende anch’essa a divenire parallela alle linee di Mach del flusso
indisturbato.
Allontanandosi dal profilo l’urto b diventa più ripido e ciò potrebbe a prima
vista far pensare che la sua intensità aumenti. In realtà cosı̀ non è in quanto il
208 Capitolo 9

E
B II
σ2
D
I σ1
C
Fig. 9.19

flusso a monte dell’urto b non è uniforme. Come è rappresentato in Fig. 9.19,


l’urto nel tratto DE, pur essendo più ripido di quello nel tratto CD, forma con
la direzione della corrente a monte un angolo σ2 < σ1 ed essendo MII < MI è
quindi meno intenso dell’urto CD.
Il fatto che a grande distanza dal profilo l’intensità sia dell’urto anteriore
che di quello posteriore debba tendere a zero può essere dedotto in base a
considerazioni energetiche. Consideriamo attorno al profilo un volume di con-
trollo (Fig. 9.20) il cui confine sia sufficientemente lontano dal profilo cosı̀ da
poter assumere che lungo il confine la pressione sia uguale a quella del flusso
indisturbato.
y

0 x
1 2
Fig. 9.20

Applicando a questo volume il principio della conservazione della quantità


di moto, la resistenza del profilo risulta
Z h Z h
D= ρ1 V12 dy − ρ2 V22 dy (9.18)
0 0
Capitolo 9 209

Ricordando la (3.25)
γ
p0 ρ
 
γ−1
= 1+δ V2
p γp
si ha
"  γ−1 #
γ p0 γ
ρV 2 = p −1
δ p

che sostituita nella (9.18) dà

h
(  γ−1  γ−1 )
γ p01 p02
Z 
γ γ
D = p∞ − dy (9.19)
δ 0 p∞ p∞
La resistenza dipende quindi dall’integrale della variazione di pressione
totale che si verifica per effetto degli urti al bordo di attacco ed al bordo di
uscita del profilo. Affinchè la resistenza sia finita è necessario che l’integrando,
e quindi l’intensità degli urti, tenda a zero allontanandosi dal profilo. L’espres-
sione (9.19) mostra come la resistenza di un profilo supersonico sia dovuta alla
non isentropicità e quindi alla dissipazione che si ha attraverso le onde d’urto
e giustifica il nome di resistenza d’onda.
Può a questo punto apparire sorprendente che si sia ottenuto un valore
finito della resistenza d’onda nell’ambito della teoria di Ackeret, la quale pre-
scinde dall’esistenza di onde d’urto. La spiegazione sta nel fatto che un profilo
di spessore infinitesimo genera disturbi infinitesimi ma non nulli e ad un’onda
di Mach è quindi associata una variazione infinitesima di entropia. Poichè
però le onde di Mach, non interagendo tra loro, si estendono fino all’infinito,
si ha una variazione di entropia infinitesima per una lunghezza infinita che dà
luogo ad un valore finito della resistenza.

Fig. 9.21
210 Capitolo 9

Completiamo infine la descrizione del flusso attorno al profilo di Fig. 9.18


osservando che anche dall’interazione fra l’onda di espansione e l’urto posterio-
re ha origine un sistema di onde rifratte che si estende a valle dell’urto. Utiliz-
zando una rappresentazione discreta dell’onda di espansione, a valle dell’urto
posteriore si genera un complesso sistema d’onde e discontinuità di contatto
che interagiscono fra loro, come è schematicamente indicato in Fig. 9.21 per il
caso di una lastra piana con incidenza.
Attraverso questo sistema di onde le condizioni del flusso a valle vengono
modificate fino a che a distanza infinita il flusso assume una piccola compo-
nente di velocità diretta verso il basso, come deve accadere dal momento che
sul profilo si esercita una forza diretta verso l’alto.

9.6 Calcolo dei coefficienti aerodinamici per profili


supersonici
Come si è visto all’inizio del paragrafo precedente, per un profilo di forma
semplice, quale quello di Fig. 9.18, è possibile calcolare la pressione nelle re-
gioni II e III nonchè sul ventre del profilo (in questo caso si ha p = p∞ ) e
quindi determinare i valori esatti dei coefficienti di portanza, di resistenza e di
momento. I valori esatti sono tanto più prossimi a quelli forniti dalla teoria di
Ackeret quanto più piccolo è l’angolo δ e quanto più prossimo ad 1 è il valore di
M∞ (cosicché gli urti possano essere approssimati come fenomeni isentropici).
Naturalmente la determinazione esatta dei coefficienti aerodinamici può essere
effettuata, in modo del tutto analogo, anche quando l’angolo di incidenza non
sia nullo o nel caso di un profilo a doppio diedro.
Meno semplice è il calcolo di profili con parete curva come quello rappre-
sentato in Fig. 9.22. Anche in questo caso al bordo di attacco si forma un urto
tale da deviare la corrente dell’angolo che la tangente al profilo forma con la
direzione della corrente all’infinito.
A valle dell’urto, tuttavia, lungo la parete curva si genera un’espansione
continua la quale inizia immediatamente ad interagire con l’urto. Le onde
riflesse pertanto incidono sul profilo e modificano la distribuzione di pressione
sulla superficie. Come si è già detto, un calcolo che tenga conto di tutte le
riflessioni ed interazioni fra onde discrete e discontinuità di contatto è cosı̀
complicato da risultare impraticabile. Tuttavia, poichè l’intensità delle onde
riflesse è molto piccola, non si commette un errore significativo trascurandone
l’esistenza. In questo modo sulla superficie inferiore e superiore del profilo il
flusso è ad onda semplice, come indicato in Fig. 9.22.b, e la curvatura degli
urti non interviene nel calcolo dei coefficienti aerodinamici del profilo. In altri
termini, con questa approssimazione si trascurano le variazioni di entropia e
quindi la rotazionalità a valle degli urti.
292 Capitolo 13

Talvolta risulta più conveniente definire il flusso di calore, anzichè mediante


il numero di Nusselt, utilizzando il numero di Stanton

h Nu
St = = (13.38)
ρ∞ Cp V∞ ReP r
Essendo P r = 1, l’analogia di Reynolds può allora scriversi
1
St = cf (13.39)
2

13.4 Scambio termico su lastra piana


Consideriamo nuovamente lo strato limite lungo una lastra piana già esaminato
nel paragrafo precedente, nel caso in cui la velocità del flusso sia cosı̀ alta
da non poter trascurare il termine dissipativo nell’equazione di conservazione
dell’energia.
Il problema è quindi retto dalle equazioni (13.26, 27, 28) nelle quali
dp/dx = 0.
L’equazione (13.28) può essere riscritta utilizzando come variabile dipen-
dente, al posto della temperatura, la temperatura totale

u2
T0 = T + (13.40)
2Cp
Moltiplicando la (13.27) per u e sommandola membro a membro alla
(13.28) si ha
" ! !# " 2 #
∂ u2 ∂ u2 ∂2T ∂u ∂2u
ρCp u T+ +v T+ =k 2 +µ +u 2
∂x 2Cp ∂y 2Cp ∂y ∂y ∂y

che, con semplici passaggi analitici, si riduce a

" #
∂T0 ∂T0 µ ∂ 2 T0 ∂ 2 (u2 /2Cp )
 
ρ u +v = + (P r − 1) (13.41)
∂x ∂y P r ∂y 2 ∂y 2

Nel caso in cui P r = 1, quest’equazione risulta identica alla (13.27) in


assenza di gradiente di pressione e pertanto se u è soluzione della (13.27), la
(13.28) sarà soddisfatta dalla soluzione

T0 = au + b

nella quale le costanti a, b devono essere determinate in modo da soddisfare le


Capitolo 13 293

condizioni al contorno
y=0 T0 = T = Tw , u=0
2
V∞
y=∞ T0 = T0∞ = T∞ + , u = V∞
2Cp
Si ottiene
T0∞ − Tw
a= b = Tw
V∞
e la temperatura è quindi data da

u u2
T = Tw + (T0∞ − Tw ) −
V∞ 2Cp

Mediante la (13.32) si può poi calcolare il flusso di calore alla parete

k ∂u
 
q|y=0 = (Tw − T0∞ ) (13.42)
V∞ ∂y y=0

Poichè ∂u/∂y alla parete è positiva, il flusso di calore è diretto dalla parete
verso il fluido o viceversa a seconda che Tw sia maggiore o minore di T0∞ . Si
osservi che, mentre nel caso di bassa velocità lo scambio di calore è determinato
dalla differenza di temperatura fra il fluido e la parete, nel caso di flusso ad
alta velocità ciò che conta è la differenza fra la temperatura del corpo e la
temperatura totale del flusso. Infatti all’interno dello strato limite si ha la
trasformazione dell’energia cinetica in energia interna per effetto delle forze
viscose e pertanto nel caso stazionario (q = 0, parete adiabatica) il corpo
assume una temperatura maggiore della temperatura del fluido indisturbato e
pari proprio alla temperatura totale. E’ questo il fenomeno del riscaldamento
aerodinamico, che riveste grande importanza nei flussi ipersonici (si pensi che
per M∞ = 6 e T∞ = 273◦ k si ha ∆Ta ≃ 2000◦ k). In Fig. 13.2 sono riportati gli

y T0 y T0 y T0
T V2 /2Cp T V 2 /2Cp T V 2 /2Cp

T T0 T T0 T T0
( )
dT >0
dy ( )
dT =0
d y y=0 ( dd Ty )y=0< 0
δT y=0

T T T
Tw Tw Tw
Fig. 13.2
294 Capitolo 13

andamenti qualitativi della temperatura e della temperatura totale all’interno


dello strato limite nei tre casi di Tw <> T0∞ . Come si vede, solo nel caso di
parete adiabatica la temperatura totale si mantiene costante all’interno dello
strato limite, mentre nel caso di Tw < T0∞ l’energia all’interno dello strato
limite termico è minore di quella della corrente indisturbata, in quanto si ha
cessione di calore dal fluido alla parete.

13.5 Fattore di recupero


La soluzione per la lastra piana adiabatica, vista nel paragrafo precedente, è
valida sotto l’ipotesi P r = 1. Poichè in realtà l’aria ha un numero di Prandtl
leggermente inferiore ad uno, la soluzione vista è solo un’approssimazione della
realtà. Se P r < 1, la soluzione T0 = cost. non soddisfa più l’equazione (13.41).
In corrispondenza alla parete il primo membro della (13.41) si annulla (u =
v = 0) e l’ultimo termine è negativo, cosicchè ∂ 2 T0 /∂y 2 > 0.
Inoltre, essendo la parete adiabatica, (∂T0 /∂y)y=0 = 0 ed il valore medio
di T0 all’interno dello strato limite deve essere uguale a T0∞ , in quanto il fluido
non cede nè riceve calore dalla parete. Pertanto l’andamento di T0 all’interno
dello strato limite dovrà essere del tipo indicato il Fig. 13.3, tale che le due
aree tratteggiate siano fra loro equivalenti.

T T0

T T0

Taw T
Fig. 13.3

Di conseguenza la temperatura adiabatica di parete Taw risulta minore di


T0∞ .
Tale differenza può essere quantificata introducendo il fattore di recupero

Taw − T∞
r= (13.43)
T0∞ − T∞
che rappresenta il rapporto fra l’aumento di temperatura dovuto all’attrito e
Capitolo 13 295

quello dovuto ad una compressione adiabatica. Per P r = 1 si ha evidentemente


r = 1, mentre nel caso più generale di P r 6= 1 è stato mostrato che si ha


r= Pr (13.44)

Esprimendo la temperatura totale mediante la (13.22) ed utilizzando le


(13.43) e (13.44), la temperatura adiabatica di parete risulta
 √ 2

Taw = T∞ 1 + δ P rM∞ (13.45)

13.6 Strato limite cinematico compressibile


Come già detto, nel caso di flussi ad alta velocità la soluzione dello strato limite
cinematico richiede la contemporanea soluzione di quello termico. Il problema
può però essere notevolmente semplificato nel caso di lastra piana adiabatica
con P r = 1. In questo caso infatti la pressione è costante e l’equazione di
conservazione dell’energia si riduce alla condizione che la temperatura totale
sia costante, ovvero

u2 V2
T+ = T∞ + ∞
2Cp 2Cp

che può anche scriversi

T 2
= 1 + δM∞ (1 − ũ2 ) (13.46)
T∞

Poichè la pressione è costante si ha

−1
ρ T

= (13.47)
ρ∞ T∞

mentre la variabilità della viscosità con la temperatura può essere espressa


nella forma

µ T

= (13.48)
µ∞ T∞

ove α è un coefficiente variabile fra .5 e 1 a seconda del campo di temperatura.


Alle basse temperature si ha circa α = 1.
Appendice A

Tabelle dei flussi comprimibili

297
298 Appendice A

Tabella A.1 - Flussi Isentropici, γ = 1.4


T p ρ A a
M M∗ p0 ρ0 a0
T0 A∗
.00 .00000 .10000E+01 .10000E+01 .10000E+01 ∞ .10000E+01
.01 .01095 .99998E+00 .99993E+00 .99995E+00 .57874E+02 .99999E+00
.02 .02191 .99992E+00 .99972E+00 .99980E+00 .28942E+02 .99996E+00
.03 .03286 .99982E+00 .99937E+00 .99955E+00 .19301E+02 .99991E+00
.04 .04381 .99968E+00 .99888E+00 .99920E+00 .14481E+02 .99984E+00
.05 .05476 .99950E+00 .99825E+00 .99875E+00 .11591E+02 .99975E+00
.06 .06570 .99928E+00 .99748E+00 .99820E+00 .96659E+01 .99964E+00
.07 .07664 .99902E+00 .99658E+00 .99755E+00 .82915E+01 .99951E+00
.08 .08758 .99872E+00 .99553E+00 .99681E+00 .72616E+01 .99936E+00
.09 .09851 .99838E+00 .99435E+00 .99596E+00 .64613E+01 .99919E+00
.10 .10944 .99800E+00 .99303E+00 .99502E+00 .58218E+01 .99900E+00
.11 .12035 .99759E+00 .99158E+00 .99398E+00 .52992E+01 .99879E+00
.12 .13126 .99713E+00 .98998E+00 .99284E+00 .48643E+01 .99856E+00
.13 .14217 .99663E+00 .98826E+00 .99160E+00 .44969E+01 .99831E+00
.14 .15306 .99610E+00 .98640E+00 .99027E+00 .41824E+01 .99805E+00
.15 .16395 .99552E+00 .98441E+00 .98884E+00 .39103E+01 .99776E+00
.16 .17482 .99491E+00 .98228E+00 .98731E+00 .36727E+01 .99745E+00
.17 .18569 .99425E+00 .98003E+00 .98569E+00 .34635E+01 .99712E+00
.18 .19654 .99356E+00 .97765E+00 .98398E+00 .32779E+01 .99678E+00
.19 .20739 .99283E+00 .97514E+00 .98218E+00 .31123E+01 .99641E+00
.20 .21822 .99206E+00 .97250E+00 .98028E+00 .29635E+01 .99602E+00
.21 .22904 .99126E+00 .96973E+00 .97829E+00 .28293E+01 .99562E+00
.22 .23984 .99041E+00 .96685E+00 .97620E+00 .27076E+01 .99519E+00
.23 .25063 .98953E+00 .96383E+00 .97403E+00 .25968E+01 .99475E+00
.24 .26141 .98861E+00 .96070E+00 .97177E+00 .24956E+01 .99429E+00
.25 .27217 .98765E+00 .95745E+00 .96942E+00 .24027E+01 .99381E+00
.26 .28291 .98666E+00 .95408E+00 .96698E+00 .23173E+01 .99331E+00
.27 .29364 .98563E+00 .95060E+00 .96446E+00 .22385E+01 .99279E+00
.28 .30435 .98456E+00 .94700E+00 .96185E+00 .21656E+01 .99225E+00
.29 .31504 .98346E+00 .94329E+00 .95916E+00 .20979E+01 .99169E+00
.30 .32572 .98232E+00 .93947E+00 .95638E+00 .20351E+01 .99112E+00
.31 .33637 .98114E+00 .93554E+00 .95352E+00 .19765E+01 .99053E+00
.32 .34701 .97993E+00 .93150E+00 .95058E+00 .19219E+01 .98991E+00
.33 .35762 .97868E+00 .92736E+00 .94756E+00 .18707E+01 .98928E+00
.34 .36822 .97740E+00 .92312E+00 .94446E+00 .18229E+01 .98864E+00
.35 .37879 .97609E+00 .91877E+00 .94128E+00 .17780E+01 .98797E+00
.36 .38935 .97473E+00 .91433E+00 .93803E+00 .17358E+01 .98729E+00
.37 .39988 .97335E+00 .90979E+00 .93470E+00 .16961E+01 .98658E+00
.38 .41039 .97193E+00 .90516E+00 .93130E+00 .16587E+01 .98587E+00
.39 .42087 .97048E+00 .90043E+00 .92782E+00 .16234E+01 .98513E+00
.40 .43133 .96899E+00 .89561E+00 .92427E+00 .15901E+01 .98437E+00
.41 .44177 .96747E+00 .89071E+00 .92066E+00 .15587E+01 .98360E+00
.42 .45218 .96592E+00 .88572E+00 .91697E+00 .15289E+01 .98281E+00
.43 .46257 .96434E+00 .88065E+00 .91322E+00 .15007E+01 .98201E+00
.44 .47293 .96272E+00 .87550E+00 .90940E+00 .14740E+01 .98118E+00
.45 .48326 .96108E+00 .87027E+00 .90551E+00 .14487E+01 .98035E+00
.46 .49357 .95940E+00 .86496E+00 .90157E+00 .14246E+01 .97949E+00
.47 .50385 .95769E+00 .85958E+00 .89756E+00 .14018E+01 .97862E+00
.48 .51410 .95595E+00 .85413E+00 .89349E+00 .13801E+01 .97773E+00
.49 .52433 .95418E+00 .84861E+00 .88936E+00 .13595E+01 .97682E+00
Appendice A 299

Tabella A.1 - Flussi Isentropici, γ = 1.4


T p ρ A a
M M∗ p0 ρ0 a0
T0 A∗
.50 .53452 .95238E+00 .84302E+00 .88517E+00 .13398E+01 .97590E+00
.51 .54469 .95055E+00 .83737E+00 .88093E+00 .13212E+01 .97496E+00
.52 .55483 .94869E+00 .83165E+00 .87663E+00 .13034E+01 .97401E+00
.53 .56493 .94681E+00 .82588E+00 .87228E+00 .12865E+01 .97304E+00
.54 .57501 .94489E+00 .82005E+00 .86788E+00 .12703E+01 .97206E+00
.55 .58506 .94295E+00 .81417E+00 .86342E+00 .12549E+01 .97106E+00
.56 .59507 .94098E+00 .80823E+00 .85892E+00 .12403E+01 .97004E+00
.57 .60505 .93898E+00 .80224E+00 .85437E+00 .12263E+01 .96901E+00
.58 .61501 .93696E+00 .79621E+00 .84978E+00 .12130E+01 .96797E+00
.59 .62492 .93491E+00 .79013E+00 .84514E+00 .12003E+01 .96691E+00
.60 .63481 .93284E+00 .78400E+00 .84045E+00 .11882E+01 .96583E+00
.61 .64466 .93073E+00 .77784E+00 .83573E+00 .11767E+01 .96475E+00
.62 .65448 .92861E+00 .77164E+00 .83096E+00 .11656E+01 .96364E+00
.63 .66427 .92646E+00 .76540E+00 .82616E+00 .11552E+01 .96253E+00
.64 .67402 .92428E+00 .75913E+00 .82132E+00 .11451E+01 .96140E+00
.65 .68374 .92208E+00 .75283E+00 .81644E+00 .11356E+01 .96025E+00
.66 .69342 .91986E+00 .74650E+00 .81153E+00 .11265E+01 .95909E+00
.67 .70307 .91762E+00 .74014E+00 .80659E+00 .11179E+01 .95792E+00
.68 .71268 .91535E+00 .73376E+00 .80162E+00 .11097E+01 .95674E+00
.69 .72225 .91306E+00 .72735E+00 .79661E+00 .11018E+01 .95554E+00
.70 .73179 .91075E+00 .72093E+00 .79158E+00 .10944E+01 .95433E+00
.71 .74129 .90841E+00 .71448E+00 .78652E+00 .10873E+01 .95311E+00
.72 .75076 .90606E+00 .70803E+00 .78143E+00 .10806E+01 .95187E+00
.73 .76019 .90369E+00 .70155E+00 .77632E+00 .10742E+01 .95062E+00
.74 .76958 .90129E+00 .69507E+00 .77119E+00 .10681E+01 .94936E+00
.75 .77894 .89888E+00 .68857E+00 .76604E+00 .10624E+01 .94809E+00
.76 .78825 .89644E+00 .68207E+00 .76086E+00 .10570E+01 .94681E+00
.77 .79753 .89399E+00 .67556E+00 .75567E+00 .10519E+01 .94551E+00
.78 .80677 .89152E+00 .66905E+00 .75046E+00 .10471E+01 .94420E+00
.79 .81597 .88903E+00 .66254E+00 .74523E+00 .10425E+01 .94288E+00
.80 .82514 .88652E+00 .65602E+00 .73999E+00 .10382E+01 .94155E+00
.81 .83426 .88400E+00 .64951E+00 .73474E+00 .10342E+01 .94021E+00
.82 .84335 .88146E+00 .64300E+00 .72947E+00 .10305E+01 .93886E+00
.83 .85239 .87890E+00 .63650E+00 .72419E+00 .10270E+01 .93750E+00
.84 .86140 .87633E+00 .63000E+00 .71891E+00 .10237E+01 .93613E+00
.85 .87037 .87374E+00 .62351E+00 .71361E+00 .10207E+01 .93474E+00
.86 .87929 .87114E+00 .61703E+00 .70831E+00 .10179E+01 .93335E+00
.87 .88818 .86852E+00 .61057E+00 .70300E+00 .10153E+01 .93195E+00
.88 .89703 .86589E+00 .60412E+00 .69768E+00 .10129E+01 .93053E+00
.89 .90583 .86324E+00 .59768E+00 .69236E+00 .10108E+01 .92911E+00
.90 .91460 .86059E+00 .59126E+00 .68704E+00 .10089E+01 .92768E+00
.91 .92332 .85791E+00 .58486E+00 .68172E+00 .10071E+01 .92624E+00
.92 .93201 .85523E+00 .57848E+00 .67640E+00 .10056E+01 .92479E+00
.93 .94065 .85253E+00 .57211E+00 .67108E+00 .10043E+01 .92333E+00
.94 .94925 .84982E+00 .56578E+00 .66576E+00 .10031E+01 .92186E+00
.95 .95781 .84710E+00 .55946E+00 .66044E+00 .10021E+01 .92038E+00
.96 .96633 .84437E+00 .55317E+00 .65513E+00 .10014E+01 .91889E+00
.97 .97481 .84162E+00 .54691E+00 .64982E+00 .10008E+01 .91740E+00
.98 .98325 .83887E+00 .54067E+00 .64452E+00 .10003E+01 .91590E+00
.99 .99165 .83611E+00 .53446E+00 .63923E+00 .10001E+01 .91439E+00
300 Appendice A

Tabella A.1 - Flussi Isentropici, γ = 1.4


T p ρ A a
M M∗ p0 ρ0 a0
T0 A∗
1.00 1.00000 .83333E+00 .52828E+00 .63394E+00 .10000E+01 .91287E+00
1.01 1.00831 .83055E+00 .52213E+00 .62866E+00 .10001E+01 .91135E+00
1.02 1.01658 .82776E+00 .51602E+00 .62339E+00 .10003E+01 .90981E+00
1.03 1.02481 .82496E+00 .50994E+00 .61813E+00 .10007E+01 .90827E+00
1.04 1.03300 .82215E+00 .50389E+00 .61289E+00 .10013E+01 .90673E+00
1.05 1.04114 .81934E+00 .49787E+00 .60765E+00 .10020E+01 .90517E+00
1.06 1.04925 .81651E+00 .49189E+00 .60243E+00 .10029E+01 .90361E+00
1.07 1.05731 .81368E+00 .48595E+00 .59723E+00 .10039E+01 .90204E+00
1.08 1.06533 .81085E+00 .48005E+00 .59203E+00 .10051E+01 .90047E+00
1.09 1.07331 .80800E+00 .47418E+00 .58686E+00 .10064E+01 .89889E+00
1.10 1.08124 .80515E+00 .46835E+00 .58170E+00 .10079E+01 .89730E+00
1.11 1.08913 .80230E+00 .46257E+00 .57655E+00 .10095E+01 .89571E+00
1.12 1.09698 .79944E+00 .45682E+00 .57143E+00 .10113E+01 .89411E+00
1.13 1.10479 .79657E+00 .45111E+00 .56632E+00 .10132E+01 .89251E+00
1.14 1.11256 .79370E+00 .44545E+00 .56123E+00 .10153E+01 .89090E+00
1.15 1.12029 .79083E+00 .43983E+00 .55616E+00 .10175E+01 .88928E+00
1.16 1.12797 .78795E+00 .43425E+00 .55112E+00 .10198E+01 .88766E+00
1.17 1.13561 .78507E+00 .42872E+00 .54609E+00 .10222E+01 .88604E+00
1.18 1.14321 .78218E+00 .42323E+00 .54108E+00 .10248E+01 .88441E+00
1.19 1.15077 .77929E+00 .41778E+00 .53610E+00 .10276E+01 .88277E+00
1.20 1.15828 .77640E+00 .41238E+00 .53114E+00 .10304E+01 .88113E+00
1.21 1.16575 .77350E+00 .40702E+00 .52621E+00 .10334E+01 .87949E+00
1.22 1.17318 .77061E+00 .40171E+00 .52129E+00 .10366E+01 .87784E+00
1.23 1.18057 .76771E+00 .39645E+00 .51640E+00 .10398E+01 .87619E+00
1.24 1.18792 .76481E+00 .39123E+00 .51154E+00 .10432E+01 .87453E+00
1.25 1.19523 .76191E+00 .38606E+00 .50670E+00 .10468E+01 .87287E+00
1.26 1.20249 .75900E+00 .38093E+00 .50189E+00 .10504E+01 .87121E+00
1.27 1.20972 .75610E+00 .37586E+00 .49710E+00 .10542E+01 .86954E+00
1.28 1.21690 .75319E+00 .37083E+00 .49234E+00 .10581E+01 .86787E+00
1.29 1.22404 .75029E+00 .36585E+00 .48761E+00 .10621E+01 .86619E+00
1.30 1.23114 .74738E+00 .36091E+00 .48290E+00 .10663E+01 .86451E+00
1.31 1.23819 .74448E+00 .35603E+00 .47823E+00 .10706E+01 .86283E+00
1.32 1.24521 .74158E+00 .35119E+00 .47358E+00 .10750E+01 .86115E+00
1.33 1.25218 .73867E+00 .34640E+00 .46895E+00 .10796E+01 .85946E+00
1.34 1.25912 .73577E+00 .34166E+00 .46436E+00 .10842E+01 .85777E+00
1.35 1.26601 .73287E+00 .33697E+00 .45980E+00 .10890E+01 .85608E+00
1.36 1.27286 .72997E+00 .33233E+00 .45526E+00 .10940E+01 .85438E+00
1.37 1.27967 .72707E+00 .32773E+00 .45076E+00 .10990E+01 .85269E+00
1.38 1.28645 .72418E+00 .32319E+00 .44628E+00 .11042E+01 .85099E+00
1.39 1.29318 .72128E+00 .31869E+00 .44184E+00 .11095E+01 .84928E+00
1.40 1.29987 .71839E+00 .31424E+00 .43742E+00 .11149E+01 .84758E+00
1.41 1.30652 .71550E+00 .30984E+00 .43304E+00 .11205E+01 .84587E+00
1.42 1.31313 .71262E+00 .30549E+00 .42869E+00 .11262E+01 .84417E+00
1.43 1.31970 .70973E+00 .30119E+00 .42436E+00 .11320E+01 .84246E+00
1.44 1.32623 .70685E+00 .29693E+00 .42007E+00 .11379E+01 .84075E+00
1.45 1.33272 .70398E+00 .29272E+00 .41581E+00 .11440E+01 .83903E+00
1.46 1.33917 .70111E+00 .28856E+00 .41158E+00 .11501E+01 .83732E+00
1.47 1.34558 .69824E+00 .28445E+00 .40739E+00 .11565E+01 .83561E+00
1.48 1.35195 .69537E+00 .28039E+00 .40322E+00 .11629E+01 .83389E+00
1.49 1.35828 .69251E+00 .27637E+00 .39909E+00 .11695E+01 .83217E+00
Appendice A 301

Tabella A.1 - Flussi Isentropici, γ = 1.4


T p ρ A a
M M∗ p0 ρ0 a0
T0 A∗
1.50 1.36458 .68966E+00 .27240E+00 .39498E+00 .11762E+01 .83046E+00
1.51 1.37083 .68680E+00 .26848E+00 .39091E+00 .11830E+01 .82874E+00
1.52 1.37705 .68396E+00 .26461E+00 .38688E+00 .11899E+01 .82702E+00
1.53 1.38322 .68112E+00 .26078E+00 .38287E+00 .11970E+01 .82530E+00
1.54 1.38936 .67828E+00 .25700E+00 .37890E+00 .12042E+01 .82358E+00
1.55 1.39546 .67545E+00 .25326E+00 .37496E+00 .12116E+01 .82186E+00
1.56 1.40152 .67262E+00 .24957E+00 .37105E+00 .12190E+01 .82014E+00
1.57 1.40755 .66980E+00 .24593E+00 .36717E+00 .12266E+01 .81841E+00
1.58 1.41353 .66699E+00 .24233E+00 .36332E+00 .12344E+01 .81669E+00
1.59 1.41948 .66418E+00 .23878E+00 .35951E+00 .12422E+01 .81497E+00
1.60 1.42539 .66138E+00 .23527E+00 .35573E+00 .12502E+01 .81325E+00
1.61 1.43127 .65858E+00 .23181E+00 .35198E+00 .12584E+01 .81153E+00
1.62 1.43710 .65579E+00 .22839E+00 .34827E+00 .12666E+01 .80981E+00
1.63 1.44290 .65301E+00 .22501E+00 .34458E+00 .12750E+01 .80809E+00
1.64 1.44866 .65023E+00 .22168E+00 .34093E+00 .12836E+01 .80637E+00
1.65 1.45439 .64746E+00 .21840E+00 .33731E+00 .12922E+01 .80465E+00
1.66 1.46008 .64470E+00 .21515E+00 .33372E+00 .13010E+01 .80293E+00
1.67 1.46573 .64194E+00 .21195E+00 .33017E+00 .13100E+01 .80121E+00
1.68 1.47135 .63919E+00 .20879E+00 .32664E+00 .13190E+01 .79949E+00
1.69 1.47693 .63645E+00 .20567E+00 .32315E+00 .13283E+01 .79778E+00
1.70 1.48247 .63371E+00 .20259E+00 .31969E+00 .13376E+01 .79606E+00
1.71 1.48798 .63099E+00 .19956E+00 .31626E+00 .13471E+01 .79435E+00
1.72 1.49345 .62827E+00 .19656E+00 .31287E+00 .13567E+01 .79263E+00
1.73 1.49889 .62556E+00 .19361E+00 .30950E+00 .13665E+01 .79092E+00
1.74 1.50429 .62285E+00 .19070E+00 .30617E+00 .13764E+01 .78921E+00
1.75 1.50966 .62016E+00 .18782E+00 .30287E+00 .13865E+01 .78750E+00
1.76 1.51499 .61747E+00 .18499E+00 .29960E+00 .13967E+01 .78579E+00
1.77 1.52029 .61479E+00 .18220E+00 .29635E+00 .14070E+01 .78408E+00
1.78 1.52555 .61212E+00 .17944E+00 .29315E+00 .14175E+01 .78238E+00
1.79 1.53078 .60945E+00 .17672E+00 .28997E+00 .14282E+01 .78067E+00
1.80 1.53598 .60680E+00 .17404E+00 .28682E+00 .14390E+01 .77897E+00
1.81 1.54114 .60415E+00 .17140E+00 .28370E+00 .14499E+01 .77727E+00
1.82 1.54626 .60151E+00 .16879E+00 .28061E+00 .14610E+01 .77557E+00
1.83 1.55136 .59888E+00 .16622E+00 .27756E+00 .14723E+01 .77387E+00
1.84 1.55642 .59626E+00 .16369E+00 .27453E+00 .14836E+01 .77218E+00
1.85 1.56144 .59365E+00 .16120E+00 .27153E+00 .14952E+01 .77049E+00
1.86 1.56644 .59104E+00 .15873E+00 .26857E+00 .15069E+01 .76879E+00
1.87 1.57140 .58845E+00 .15631E+00 .26563E+00 .15187E+01 .76711E+00
1.88 1.57633 .58586E+00 .15392E+00 .26272E+00 .15308E+01 .76542E+00
1.89 1.58122 .58329E+00 .15156E+00 .25984E+00 .15429E+01 .76373E+00
1.90 1.58609 .58072E+00 .14924E+00 .25699E+00 .15553E+01 .76205E+00
1.91 1.59092 .57816E+00 .14695E+00 .25417E+00 .15677E+01 .76037E+00
1.92 1.59572 .57561E+00 .14470E+00 .25138E+00 .15804E+01 .75869E+00
1.93 1.60049 .57307E+00 .14247E+00 .24861E+00 .15932E+01 .75702E+00
1.94 1.60522 .57054E+00 .14028E+00 .24588E+00 .16062E+01 .75534E+00
1.95 1.60993 .56802E+00 .13813E+00 .24317E+00 .16193E+01 .75367E+00
1.96 1.61460 .56551E+00 .13600E+00 .24049E+00 .16326E+01 .75200E+00
1.97 1.61925 .56301E+00 .13390E+00 .23784E+00 .16461E+01 .75034E+00
1.98 1.62386 .56051E+00 .13184E+00 .23521E+00 .16597E+01 .74867E+00
1.99 1.62844 .55803E+00 .12981E+00 .23262E+00 .16735E+01 .74701E+00
302 Appendice A

Tabella A.1 - Flussi Isentropici, γ = 1.4


T p ρ A a
M M∗ p0 ρ0 a0
T0 A∗
2.00 1.63299 .55556E+00 .12780E+00 .23005E+00 .16875E+01 .74536E+00
2.01 1.63751 .55309E+00 .12583E+00 .22751E+00 .17016E+01 .74370E+00
2.02 1.64200 .55064E+00 .12389E+00 .22499E+00 .17160E+01 .74205E+00
2.03 1.64647 .54819E+00 .12197E+00 .22250E+00 .17305E+01 .74040E+00
2.04 1.65090 .54576E+00 .12009E+00 .22004E+00 .17451E+01 .73875E+00
2.05 1.65530 .54333E+00 .11823E+00 .21760E+00 .17600E+01 .73711E+00
2.06 1.65967 .54092E+00 .11640E+00 .21519E+00 .17750E+01 .73547E+00
2.07 1.66401 .53851E+00 .11460E+00 .21281E+00 .17902E+01 .73383E+00
2.08 1.66833 .53611E+00 .11282E+00 .21045E+00 .18056E+01 .73220E+00
2.09 1.67262 .53373E+00 .11107E+00 .20811E+00 .18212E+01 .73057E+00
2.10 1.67687 .53135E+00 .10935E+00 .20580E+00 .18369E+01 .72894E+00
2.11 1.68110 .52898E+00 .10766E+00 .20352E+00 .18529E+01 .72731E+00
2.12 1.68530 .52663E+00 .10599E+00 .20126E+00 .18690E+01 .72569E+00
2.13 1.68947 .52428E+00 .10434E+00 .19903E+00 .18853E+01 .72407E+00
2.14 1.69362 .52194E+00 .10273E+00 .19681E+00 .19018E+01 .72246E+00
2.15 1.69774 .51962E+00 .10113E+00 .19463E+00 .19185E+01 .72084E+00
2.16 1.70182 .51730E+00 .99562E-01 .19247E+00 .19354E+01 .71923E+00
2.17 1.70589 .51499E+00 .98017E-01 .19033E+00 .19525E+01 .71763E+00
2.18 1.70992 .51269E+00 .96495E-01 .18821E+00 .19698E+01 .71603E+00
2.19 1.71393 .51041E+00 .94997E-01 .18612E+00 .19873E+01 .71443E+00
2.20 1.71791 .50813E+00 .93522E-01 .18405E+00 .20050E+01 .71283E+00
2.21 1.72187 .50586E+00 .92070E-01 .18200E+00 .20229E+01 .71124E+00
2.22 1.72579 .50361E+00 .90640E-01 .17998E+00 .20409E+01 .70965E+00
2.23 1.72970 .50136E+00 .89232E-01 .17798E+00 .20592E+01 .70807E+00
2.24 1.73357 .49912E+00 .87846E-01 .17600E+00 .20777E+01 .70649E+00
2.25 1.73742 .49689E+00 .86482E-01 .17404E+00 .20964E+01 .70491E+00
2.26 1.74125 .49468E+00 .85139E-01 .17211E+00 .21153E+01 .70333E+00
2.27 1.74504 .49247E+00 .83817E-01 .17020E+00 .21345E+01 .70176E+00
2.28 1.74882 .49027E+00 .82515E-01 .16830E+00 .21538E+01 .70020E+00
2.29 1.75256 .48809E+00 .81234E-01 .16643E+00 .21734E+01 .69863E+00
2.30 1.75629 .48591E+00 .79973E-01 .16458E+00 .21931E+01 .69707E+00
2.31 1.75999 .48374E+00 .78731E-01 .16275E+00 .22131E+01 .69552E+00
2.32 1.76366 .48158E+00 .77509E-01 .16095E+00 .22333E+01 .69396E+00
2.33 1.76731 .47944E+00 .76306E-01 .15916E+00 .22537E+01 .69241E+00
2.34 1.77093 .47730E+00 .75122E-01 .15739E+00 .22744E+01 .69087E+00
2.35 1.77453 .47517E+00 .73957E-01 .15564E+00 .22953E+01 .68933E+00
2.36 1.77811 .47306E+00 .72810E-01 .15391E+00 .23164E+01 .68779E+00
2.37 1.78166 .47095E+00 .71681E-01 .15221E+00 .23377E+01 .68626E+00
2.38 1.78519 .46885E+00 .70570E-01 .15052E+00 .23593E+01 .68473E+00
2.39 1.78869 .46676E+00 .69476E-01 .14885E+00 .23811E+01 .68320E+00
2.40 1.79218 .46468E+00 .68400E-01 .14720E+00 .24031E+01 .68168E+00
2.41 1.79563 .46262E+00 .67340E-01 .14556E+00 .24254E+01 .68016E+00
2.42 1.79907 .46056E+00 .66297E-01 .14395E+00 .24479E+01 .67864E+00
2.43 1.80248 .45851E+00 .65271E-01 .14235E+00 .24706E+01 .67713E+00
2.44 1.80587 .45647E+00 .64261E-01 .14078E+00 .24936E+01 .67563E+00
2.45 1.80924 .45444E+00 .63267E-01 .13922E+00 .25168E+01 .67412E+00
2.46 1.81258 .45242E+00 .62289E-01 .13768E+00 .25403E+01 .67262E+00
2.47 1.81591 .45041E+00 .61326E-01 .13615E+00 .25640E+01 .67113E+00
2.48 1.81921 .44841E+00 .60378E-01 .13465E+00 .25880E+01 .66964E+00
2.49 1.82248 .44642E+00 .59446E-01 .13316E+00 .26122E+01 .66815E+00
Appendice A 303

Tabella A.1 - Flussi Isentropici, γ = 1.4


T p ρ A a
M M∗ p0 ρ0 a0
T0 A∗
2.50 1.82574 .44444E+00 .58528E-01 .13169E+00 .26367E+01 .66667E+00
2.51 1.82898 .44247E+00 .57625E-01 .13023E+00 .26615E+01 .66519E+00
2.52 1.83219 .44051E+00 .56736E-01 .12879E+00 .26864E+01 .66371E+00
2.53 1.83538 .43856E+00 .55861E-01 .12737E+00 .27117E+01 .66224E+00
2.54 1.83855 .43662E+00 .55000E-01 .12597E+00 .27372E+01 .66077E+00
2.55 1.84170 .43469E+00 .54153E-01 .12458E+00 .27630E+01 .65931E+00
2.56 1.84483 .43277E+00 .53319E-01 .12321E+00 .27891E+01 .65785E+00
2.57 1.84794 .43085E+00 .52499E-01 .12185E+00 .28154E+01 .65639E+00
2.58 1.85103 .42895E+00 .51692E-01 .12051E+00 .28420E+01 .65494E+00
2.59 1.85410 .42706E+00 .50897E-01 .11918E+00 .28688E+01 .65349E+00
2.60 1.85714 .42517E+00 .50115E-01 .11787E+00 .28960E+01 .65205E+00
2.61 1.86017 .42330E+00 .49346E-01 .11658E+00 .29234E+01 .65061E+00
2.62 1.86318 .42143E+00 .48589E-01 .11530E+00 .29511E+01 .64918E+00
2.63 1.86616 .41957E+00 .47844E-01 .11403E+00 .29791E+01 .64774E+00
2.64 1.86913 .41773E+00 .47110E-01 .11278E+00 .30073E+01 .64632E+00
2.65 1.87208 .41589E+00 .46389E-01 .11154E+00 .30359E+01 .64489E+00
2.66 1.87501 .41406E+00 .45679E-01 .11032E+00 .30647E+01 .64347E+00
2.67 1.87792 .41224E+00 .44980E-01 .10911E+00 .30938E+01 .64206E+00
2.68 1.88081 .41043E+00 .44293E-01 .10792E+00 .31233E+01 .64065E+00
2.69 1.88368 .40863E+00 .43616E-01 .10674E+00 .31530E+01 .63924E+00
2.70 1.88653 .40684E+00 .42950E-01 .10557E+00 .31830E+01 .63784E+00
2.71 1.88936 .40505E+00 .42295E-01 .10442E+00 .32133E+01 .63644E+00
2.72 1.89218 .40328E+00 .41650E-01 .10328E+00 .32439E+01 .63504E+00
2.73 1.89497 .40151E+00 .41016E-01 .10215E+00 .32749E+01 .63365E+00
2.74 1.89775 .39976E+00 .40391E-01 .10104E+00 .33061E+01 .63226E+00
2.75 1.90051 .39801E+00 .39777E-01 .99939E-01 .33377E+01 .63088E+00
2.76 1.90325 .39627E+00 .39172E-01 .98852E-01 .33695E+01 .62950E+00
2.77 1.90598 .39454E+00 .38577E-01 .97777E-01 .34017E+01 .62813E+00
2.78 1.90868 .39282E+00 .37992E-01 .96714E-01 .34342E+01 .62676E+00
2.79 1.91137 .39111E+00 .37415E-01 .95664E-01 .34670E+01 .62539E+00
2.80 1.91404 .38941E+00 .36848E-01 .94627E-01 .35001E+01 .62403E+00
2.81 1.91669 .38771E+00 .36290E-01 .93601E-01 .35336E+01 .62267E+00
2.82 1.91933 .38603E+00 .35741E-01 .92587E-01 .35674E+01 .62131E+00
2.83 1.92195 .38435E+00 .35201E-01 .91585E-01 .36015E+01 .61996E+00
2.84 1.92455 .38268E+00 .34669E-01 .90595E-01 .36359E+01 .61862E+00
2.85 1.92713 .38103E+00 .34146E-01 .89616E-01 .36707E+01 .61727E+00
2.86 1.92970 .37937E+00 .33631E-01 .88648E-01 .37058E+01 .61593E+00
2.87 1.93225 .37773E+00 .33124E-01 .87692E-01 .37413E+01 .61460E+00
2.88 1.93479 .37610E+00 .32625E-01 .86747E-01 .37771E+01 .61327E+00
2.89 1.93731 .37447E+00 .32135E-01 .85813E-01 .38133E+01 .61194E+00
2.90 1.93981 .37286E+00 .31652E-01 .84890E-01 .38498E+01 .61062E+00
2.91 1.94230 .37125E+00 .31176E-01 .83977E-01 .38866E+01 .60930E+00
2.92 1.94477 .36965E+00 .30709E-01 .83075E-01 .39238E+01 .60799E+00
2.93 1.94722 .36806E+00 .30248E-01 .82184E-01 .39614E+01 .60668E+00
2.94 1.94966 .36647E+00 .29795E-01 .81302E-01 .39993E+01 .60537E+00
2.95 1.95208 .36490E+00 .29349E-01 .80432E-01 .40376E+01 .60407E+00
2.96 1.95449 .36333E+00 .28910E-01 .79571E-01 .40762E+01 .60277E+00
2.97 1.95688 .36177E+00 .28479E-01 .78720E-01 .41153E+01 .60147E+00
2.98 1.95925 .36022E+00 .28054E-01 .77879E-01 .41547E+01 .60018E+00
2.99 1.96161 .35868E+00 .27635E-01 .77048E-01 .41944E+01 .59890E+00
304 Appendice A

Tabella A.1 - Flussi Isentropici, γ = 1.4


T p ρ A a
M M∗ p0 ρ0 a0
T0 A∗
3.00 1.96396 .35714E+00 .27224E-01 .76227E-01 .42346E+01 .59761E+00
3.05 1.97547 .34959E+00 .25261E-01 .72260E-01 .44410E+01 .59126E+00
3.10 1.98661 .34223E+00 .23449E-01 .68517E-01 .46573E+01 .58501E+00
3.15 1.99740 .33506E+00 .21775E-01 .64986E-01 .48838E+01 .57885E+00
3.20 2.00786 .32808E+00 .20228E-01 .61654E-01 .51209E+01 .57279E+00
3.25 2.01799 .32129E+00 .18798E-01 .58510E-01 .53691E+01 .56682E+00
3.30 2.02781 .31466E+00 .17477E-01 .55541E-01 .56286E+01 .56095E+00
3.35 2.03733 .30821E+00 .16255E-01 .52739E-01 .59000E+01 .55517E+00
3.40 2.04656 .30193E+00 .15125E-01 .50093E-01 .61837E+01 .54948E+00
3.45 2.05551 .29581E+00 .14079E-01 .47594E-01 .64801E+01 .54389E+00
3.50 2.06419 .28986E+00 .13111E-01 .45233E-01 .67896E+01 .53838E+00
3.55 2.07261 .28405E+00 .12215E-01 .43002E-01 .71128E+01 .53296E+00
3.60 2.08077 .27840E+00 .11385E-01 .40894E-01 .74501E+01 .52763E+00
3.65 2.08870 .27289E+00 .10616E-01 .38901E-01 .78020E+01 .52239E+00
3.70 2.09639 .26752E+00 .99029E-02 .37017E-01 .81690E+01 .51723E+00
3.75 2.10386 .26230E+00 .92420E-02 .35235E-01 .85517E+01 .51215E+00
3.80 2.11111 .25720E+00 .86290E-02 .33549E-01 .89506E+01 .50715E+00
3.85 2.11815 .25224E+00 .80601E-02 .31954E-01 .93661E+01 .50223E+00
3.90 2.12499 .24740E+00 .75321E-02 .30445E-01 .97989E+01 .49740E+00
3.95 2.13163 .24269E+00 .70417E-02 .29015E-01 .10250E+02 .49264E+00
4.00 2.13809 .23810E+00 .65861E-02 .27662E-01 .10719E+02 .48795E+00
4.05 2.14436 .23362E+00 .61627E-02 .26379E-01 .11207E+02 .48334E+00
4.10 2.15046 .22925E+00 .57690E-02 .25164E-01 .11715E+02 .47880E+00
4.15 2.15639 .22500E+00 .54028E-02 .24013E-01 .12243E+02 .47434E+00
4.20 2.16215 .22085E+00 .50621E-02 .22921E-01 .12792E+02 .46994E+00
4.25 2.16776 .21680E+00 .47449E-02 .21886E-01 .13362E+02 .46562E+00
4.30 2.17321 .21286E+00 .44494E-02 .20903E-01 .13955E+02 .46136E+00
4.35 2.17852 .20901E+00 .41742E-02 .19971E-01 .14571E+02 .45717E+00
4.40 2.18368 .20525E+00 .39176E-02 .19087E-01 .15210E+02 .45305E+00
4.45 2.18871 .20159E+00 .36784E-02 .18247E-01 .15873E+02 .44899E+00
4.50 2.19360 .19802E+00 .34553E-02 .17449E-01 .16562E+02 .44499E+00
4.55 2.19836 .19453E+00 .32470E-02 .16691E-01 .17277E+02 .44106E+00
4.60 2.20300 .19113E+00 .30526E-02 .15971E-01 .18018E+02 .43719E+00
4.65 2.20752 .18781E+00 .28709E-02 .15286E-01 .18786E+02 .43337E+00
4.70 2.21192 .18457E+00 .27012E-02 .14635E-01 .19583E+02 .42962E+00
4.75 2.21621 .18141E+00 .25426E-02 .14016E-01 .20408E+02 .42592E+00
4.80 2.22038 .17832E+00 .23943E-02 .13427E-01 .21264E+02 .42228E+00
4.85 2.22445 .17530E+00 .22555E-02 .12866E-01 .22150E+02 .41869E+00
4.90 2.22842 .17235E+00 .21256E-02 .12333E-01 .23067E+02 .41516E+00
4.95 2.23229 .16948E+00 .20040E-02 .11824E-01 .24017E+02 .41168E+00
5.00 2.23607 .16667E+00 .18900E-02 .11340E-01 .25000E+02 .40825E+00
5.10 2.24334 .16124E+00 .16832E-02 .10439E-01 .27070E+02 .40154E+00
5.20 2.25026 .15605E+00 .15013E-02 .96204E-02 .29283E+02 .39504E+00
5.30 2.25685 .15110E+00 .13411E-02 .88753E-02 .31649E+02 .38872E+00
5.40 2.26314 .14637E+00 .11997E-02 .81965E-02 .34175E+02 .38258E+00
5.50 2.26913 .14184E+00 .10748E-02 .75775E-02 .36869E+02 .37662E+00
5.60 2.27484 .13751E+00 .96430E-03 .70124E-02 .39740E+02 .37083E+00
5.70 2.28030 .13337E+00 .86635E-03 .64959E-02 .42797E+02 .36520E+00
5.80 2.28552 .12940E+00 .77941E-03 .60233E-02 .46050E+02 .35972E+00
5.90 2.29051 .12560E+00 .70214E-03 .55904E-02 .49507E+02 .35440E+00
Appendice A 305

Tabella A.1 - Flussi Isentropici, γ = 1.4


T p ρ A a
M M∗ p0 ρ0 a0
T0 A∗
6.00 2.29528 .12195E+00 .63336E-03 .51936E-02 .53180E+02 .34922E+00
6.10 2.29984 .11846E+00 .57206E-03 .48293E-02 .57077E+02 .34417E+00
6.20 2.30421 .11510E+00 .51735E-03 .44947E-02 .61210E+02 .33927E+00
6.30 2.30840 .11188E+00 .46845E-03 .41870E-02 .65590E+02 .33449E+00
6.40 2.31241 .10879E+00 .42468E-03 .39037E-02 .70227E+02 .32983E+00
6.50 2.31626 .10582E+00 .38547E-03 .36427E-02 .75134E+02 .32530E+00
6.60 2.31996 .10297E+00 .35028E-03 .34020E-02 .80323E+02 .32088E+00
6.70 2.32351 .10022E+00 .31868E-03 .31797E-02 .85805E+02 .31658E+00
6.80 2.32691 .97580E-01 .29024E-03 .29744E-02 .91593E+02 .31238E+00
6.90 2.33019 .95039E-01 .26464E-03 .27845E-02 .97702E+02 .30828E+00
7.00 2.33333 .92593E-01 .24156E-03 .26088E-02 .10414E+03 .30429E+00
7.10 2.33636 .90236E-01 .22072E-03 .24460E-02 .11093E+03 .30039E+00
7.20 2.33927 .87966E-01 .20189E-03 .22950E-02 .11808E+03 .29659E+00
7.30 2.34208 .85778E-01 .18485E-03 .21550E-02 .12560E+03 .29288E+00
7.40 2.34478 .83668E-01 .16942E-03 .20249E-02 .13352E+03 .28925E+00
7.50 2.34738 .81633E-01 .15543E-03 .19040E-02 .14184E+03 .28571E+00
7.60 2.34989 .79669E-01 .14273E-03 .17915E-02 .15058E+03 .28226E+00
7.70 2.35231 .77773E-01 .13119E-03 .16868E-02 .15977E+03 .27888E+00
7.80 2.35464 .75942E-01 .12069E-03 .15893E-02 .16940E+03 .27558E+00
7.90 2.35690 .74173E-01 .11114E-03 .14984E-02 .17951E+03 .27235E+00
8.00 2.35907 .72464E-01 .10243E-03 .14135E-02 .19011E+03 .26919E+00
8.10 2.36117 .70812E-01 .94485E-04 .13343E-02 .20121E+03 .26610E+00
8.20 2.36320 .69214E-01 .87232E-04 .12603E-02 .21285E+03 .26309E+00
8.30 2.36516 .67668E-01 .80602E-04 .11911E-02 .22502E+03 .26013E+00
8.40 2.36706 .66173E-01 .74537E-04 .11264E-02 .23776E+03 .25724E+00
8.50 2.36889 .64725E-01 .68984E-04 .10658E-02 .25109E+03 .25441E+00
8.60 2.37067 .63323E-01 .63895E-04 .10090E-02 .26501E+03 .25164E+00
8.70 2.37238 .61966E-01 .59228E-04 .95582E-03 .27957E+03 .24893E+00
8.80 2.37405 .60650E-01 .54943E-04 .90590E-03 .29477E+03 .24627E+00
8.90 2.37566 .59375E-01 .51006E-04 .85904E-03 .31063E+03 .24367E+00
9.00 2.37722 .58140E-01 .47386E-04 .81504E-03 .32719E+03 .24112E+00
9.10 2.37873 .56941E-01 .44055E-04 .77369E-03 .34446E+03 .23862E+00
9.20 2.38020 .55779E-01 .40986E-04 .73480E-03 .36246E+03 .23618E+00
9.30 2.38162 .54651E-01 .38158E-04 .69822E-03 .38123E+03 .23378E+00
9.40 2.38299 .53556E-01 .35549E-04 .66378E-03 .40078E+03 .23142E+00
9.50 2.38433 .52493E-01 .33141E-04 .63134E-03 .42113E+03 .22911E+00
9.60 2.38563 .51461E-01 .30916E-04 .60077E-03 .44232E+03 .22685E+00
9.70 2.38689 .50459E-01 .28860E-04 .57194E-03 .46437E+03 .22463E+00
9.80 2.38811 .49485E-01 .26957E-04 .54474E-03 .48731E+03 .22245E+00
9.90 2.38930 .48539E-01 .25195E-04 .51907E-03 .51115E+03 .22032E+00
10.00 2.39046 .47619E-01 .23563E-04 .49482E-03 .53594E+03 .21822E+00
11.00 2.40040 .39683E-01 .12448E-04 .31369E-03 .84191E+03 .19920E+00
12.00 2.40804 .33557E-01 .69222E-05 .20628E-03 .12762E+04 .18319E+00
13.00 2.41404 .28736E-01 .40223E-05 .13998E-03 .18761E+04 .16952E+00
14.00 2.41883 .24876E-01 .24278E-05 .97596E-04 .26854E+04 .15772E+00
15.00 2.42272 .21739E-01 .15148E-05 .69679E-04 .37553E+04 .14744E+00
16.00 2.42591 .19157E-01 .97309E-06 .50795E-04 .51446E+04 .13841E+00
17.00 2.42857 .17007E-01 .64147E-06 .37719E-04 .69205E+04 .13041E+00
18.00 2.43081 .15198E-01 .43272E-06 .28473E-04 .91593E+04 .12328E+00
19.00 2.43270 .13661E-01 .29800E-06 .21813E-04 .11946E+05 .11688E+00
20.00 2.43432 .12346E-01 .20907E-06 .16935E-04 .15377E+05 .11111E+00
∞ 2.44950 .00000E+00 .00000E+00 .00000E+00 ∞ .00000E+00
306 Appendice A

Tabella A.2 - Urto Normale, γ = 1.4


ρ2 V1 T2 p2 p0 2 A∗1 a2
M1 M2 ρ 1 = V2 T1 p1 p0 1 = A∗2 a1

1.00 1.00000 .10000E+01 .10000E+01 .10000E+01 .10000E+01 .10000E+01


1.01 .99013 .10167E+01 .10066E+01 .10234E+01 .10000E+01 .10033E+01
1.02 .98052 .10334E+01 .10132E+01 .10471E+01 .99999E+00 .10066E+01
1.03 .97115 .10502E+01 .10198E+01 .10710E+01 .99997E+00 .10099E+01
1.04 .96203 .10671E+01 .10263E+01 .10952E+01 .99992E+00 .10131E+01
1.05 .95313 .10840E+01 .10328E+01 .11196E+01 .99985E+00 .10163E+01
1.06 .94445 .11009E+01 .10393E+01 .11442E+01 .99975E+00 .10195E+01
1.07 .93598 .11179E+01 .10458E+01 .11690E+01 .99961E+00 .10226E+01
1.08 .92771 .11349E+01 .10522E+01 .11941E+01 .99943E+00 .10258E+01
1.09 .91965 .11520E+01 .10586E+01 .12194E+01 .99920E+00 .10289E+01
1.10 .91177 .11691E+01 .10649E+01 .12450E+01 .99893E+00 .10320E+01
1.11 .90408 .11862E+01 .10713E+01 .12708E+01 .99860E+00 .10350E+01
1.12 .89656 .12034E+01 .10776E+01 .12968E+01 .99821E+00 .10381E+01
1.13 .88922 .12206E+01 .10840E+01 .13230E+01 .99777E+00 .10411E+01
1.14 .88204 .12378E+01 .10903E+01 .13495E+01 .99726E+00 .10442E+01
1.15 .87502 .12550E+01 .10966E+01 .13762E+01 .99669E+00 .10472E+01
1.16 .86816 .12723E+01 .11029E+01 .14032E+01 .99605E+00 .10502E+01
1.17 .86145 .12896E+01 .11092E+01 .14304E+01 .99535E+00 .10532E+01
1.18 .85488 .13069E+01 .11154E+01 .14578E+01 .99457E+00 .10561E+01
1.19 .84846 .13243E+01 .11217E+01 .14854E+01 .99372E+00 .10591E+01
1.20 .84217 .13416E+01 .11280E+01 .15133E+01 .99280E+00 .10621E+01
1.21 .83601 .13590E+01 .11343E+01 .15414E+01 .99180E+00 .10650E+01
1.22 .82999 .13764E+01 .11405E+01 .15698E+01 .99073E+00 .10680E+01
1.23 .82408 .13938E+01 .11468E+01 .15984E+01 .98958E+00 .10709E+01
1.24 .81830 .14112E+01 .11531E+01 .16272E+01 .98836E+00 .10738E+01
1.25 .81264 .14286E+01 .11594E+01 .16562E+01 .98706E+00 .10767E+01
1.26 .80709 .14460E+01 .11657E+01 .16855E+01 .98568E+00 .10797E+01
1.27 .80165 .14634E+01 .11720E+01 .17150E+01 .98422E+00 .10826E+01
1.28 .79631 .14808E+01 .11783E+01 .17448E+01 .98268E+00 .10855E+01
1.29 .79108 .14983E+01 .11846E+01 .17748E+01 .98107E+00 .10884E+01
1.30 .78596 .15157E+01 .11909E+01 .18050E+01 .97937E+00 .10913E+01
1.31 .78093 .15331E+01 .11972E+01 .18354E+01 .97760E+00 .10942E+01
1.32 .77600 .15505E+01 .12035E+01 .18661E+01 .97575E+00 .10971E+01
1.33 .77116 .15680E+01 .12099E+01 .18970E+01 .97382E+00 .10999E+01
1.34 .76641 .15854E+01 .12162E+01 .19282E+01 .97182E+00 .11028E+01
1.35 .76175 .16028E+01 .12226E+01 .19596E+01 .96974E+00 .11057E+01
1.36 .75718 .16202E+01 .12290E+01 .19912E+01 .96758E+00 .11086E+01
1.37 .75269 .16376E+01 .12354E+01 .20230E+01 .96534E+00 .11115E+01
1.38 .74829 .16549E+01 .12418E+01 .20551E+01 .96304E+00 .11144E+01
1.39 .74396 .16723E+01 .12482E+01 .20874E+01 .96065E+00 .11172E+01
1.40 .73971 .16897E+01 .12547E+01 .21200E+01 .95819E+00 .11201E+01
1.41 .73554 .17070E+01 .12612E+01 .21528E+01 .95566E+00 .11230E+01
1.42 .73144 .17243E+01 .12676E+01 .21858E+01 .95306E+00 .11259E+01
1.43 .72741 .17416E+01 .12741E+01 .22190E+01 .95039E+00 .11288E+01
1.44 .72345 .17589E+01 .12807E+01 .22525E+01 .94765E+00 .11317E+01
1.45 .71956 .17761E+01 .12872E+01 .22862E+01 .94484E+00 .11346E+01
1.46 .71574 .17934E+01 .12938E+01 .23202E+01 .94196E+00 .11374E+01
1.47 .71198 .18106E+01 .13003E+01 .23544E+01 .93901E+00 .11403E+01
1.48 .70829 .18278E+01 .13069E+01 .23888E+01 .93600E+00 .11432E+01
1.49 .70466 .18449E+01 .13136E+01 .24234E+01 .93293E+00 .11461E+01
Appendice A 307

Tabella A.2 - Urto Normale, γ = 1.4


ρ2 V1 T2 p2 p0 2 A∗1 a2
M1 M2 ρ 1 = V2 T1 p1 p0 1 = A∗2 a1

1.50 .70109 .18621E+01 .13202E+01 .24583E+01 .92979E+00 .11490E+01


1.51 .69758 .18792E+01 .13269E+01 .24934E+01 .92659E+00 .11519E+01
1.52 .69413 .18963E+01 .13336E+01 .25288E+01 .92332E+00 .11548E+01
1.53 .69073 .19133E+01 .13403E+01 .25644E+01 .92000E+00 .11577E+01
1.54 .68739 .19303E+01 .13470E+01 .26002E+01 .91662E+00 .11606E+01
1.55 .68410 .19473E+01 .13538E+01 .26362E+01 .91319E+00 .11635E+01
1.56 .68087 .19643E+01 .13606E+01 .26725E+01 .90970E+00 .11664E+01
1.57 .67769 .19812E+01 .13674E+01 .27090E+01 .90615E+00 .11694E+01
1.58 .67455 .19981E+01 .13742E+01 .27458E+01 .90255E+00 .11723E+01
1.59 .67147 .20149E+01 .13811E+01 .27828E+01 .89890E+00 .11752E+01
1.60 .66844 .20317E+01 .13880E+01 .28200E+01 .89520E+00 .11781E+01
1.61 .66545 .20485E+01 .13949E+01 .28574E+01 .89145E+00 .11811E+01
1.62 .66251 .20653E+01 .14018E+01 .28951E+01 .88765E+00 .11840E+01
1.63 .65962 .20820E+01 .14088E+01 .29330E+01 .88381E+00 .11869E+01
1.64 .65677 .20986E+01 .14158E+01 .29712E+01 .87992E+00 .11899E+01
1.65 .65396 .21152E+01 .14228E+01 .30096E+01 .87599E+00 .11928E+01
1.66 .65119 .21318E+01 .14299E+01 .30482E+01 .87201E+00 .11958E+01
1.67 .64847 .21484E+01 .14369E+01 .30870E+01 .86800E+00 .11987E+01
1.68 .64579 .21649E+01 .14440E+01 .31261E+01 .86394E+00 .12017E+01
1.69 .64315 .21813E+01 .14512E+01 .31654E+01 .85985E+00 .12046E+01
1.70 .64054 .21977E+01 .14583E+01 .32050E+01 .85572E+00 .12076E+01
1.71 .63798 .22141E+01 .14655E+01 .32448E+01 .85156E+00 .12106E+01
1.72 .63545 .22304E+01 .14727E+01 .32848E+01 .84736E+00 .12136E+01
1.73 .63296 .22467E+01 .14800E+01 .33250E+01 .84312E+00 .12165E+01
1.74 .63051 .22629E+01 .14873E+01 .33655E+01 .83886E+00 .12195E+01
1.75 .62809 .22791E+01 .14946E+01 .34062E+01 .83457E+00 .12225E+01
1.76 .62570 .22952E+01 .15019E+01 .34472E+01 .83024E+00 .12255E+01
1.77 .62335 .23113E+01 .15093E+01 .34884E+01 .82589E+00 .12285E+01
1.78 .62104 .23273E+01 .15167E+01 .35298E+01 .82151E+00 .12315E+01
1.79 .61875 .23433E+01 .15241E+01 .35714E+01 .81711E+00 .12346E+01
1.80 .61650 .23592E+01 .15316E+01 .36133E+01 .81268E+00 .12376E+01
1.81 .61428 .23751E+01 .15391E+01 .36554E+01 .80824E+00 .12406E+01
1.82 .61209 .23909E+01 .15466E+01 .36978E+01 .80376E+00 .12436E+01
1.83 .60993 .24067E+01 .15541E+01 .37404E+01 .79927E+00 .12467E+01
1.84 .60780 .24224E+01 .15617E+01 .37832E+01 .79476E+00 .12497E+01
1.85 .60570 .24381E+01 .15693E+01 .38262E+01 .79023E+00 .12527E+01
1.86 .60363 .24537E+01 .15770E+01 .38695E+01 .78569E+00 .12558E+01
1.87 .60159 .24693E+01 .15847E+01 .39130E+01 .78113E+00 .12588E+01
1.88 .59957 .24848E+01 .15924E+01 .39568E+01 .77655E+00 .12619E+01
1.89 .59758 .25003E+01 .16001E+01 .40008E+01 .77196E+00 .12650E+01
1.90 .59562 .25157E+01 .16079E+01 .40450E+01 .76736E+00 .12680E+01
1.91 .59368 .25310E+01 .16157E+01 .40894E+01 .76274E+00 .12711E+01
1.92 .59177 .25463E+01 .16236E+01 .41341E+01 .75812E+00 .12742E+01
1.93 .58988 .25616E+01 .16314E+01 .41790E+01 .75349E+00 .12773E+01
1.94 .58802 .25767E+01 .16394E+01 .42242E+01 .74884E+00 .12804E+01
1.95 .58619 .25919E+01 .16473E+01 .42696E+01 .74420E+00 .12835E+01
1.96 .58437 .26069E+01 .16553E+01 .43152E+01 .73954E+00 .12866E+01
1.97 .58258 .26220E+01 .16633E+01 .43610E+01 .73488E+00 .12897E+01
1.98 .58082 .26369E+01 .16713E+01 .44071E+01 .73021E+00 .12928E+01
1.99 .57907 .26518E+01 .16794E+01 .44534E+01 .72555E+00 .12959E+01
308 Appendice A

Tabella A.2 - Urto Normale, γ = 1.4


ρ2 V1 T2 p2 p0 2 A∗1 a2
M1 M2 ρ 1 = V2 T1 p1 p0 1 = A∗2 a1

2.00 .57735 .26667E+01 .16875E+01 .45000E+01 .72087E+00 .12990E+01


2.01 .57565 .26815E+01 .16956E+01 .45468E+01 .71620E+00 .13022E+01
2.02 .57397 .26962E+01 .17038E+01 .45938E+01 .71153E+00 .13053E+01
2.03 .57232 .27108E+01 .17120E+01 .46410E+01 .70685E+00 .13084E+01
2.04 .57068 .27255E+01 .17203E+01 .46885E+01 .70218E+00 .13116E+01
2.05 .56906 .27400E+01 .17285E+01 .47362E+01 .69751E+00 .13147E+01
2.06 .56747 .27545E+01 .17369E+01 .47842E+01 .69284E+00 .13179E+01
2.07 .56589 .27689E+01 .17452E+01 .48324E+01 .68817E+00 .13211E+01
2.08 .56433 .27833E+01 .17536E+01 .48808E+01 .68351E+00 .13242E+01
2.09 .56280 .27976E+01 .17620E+01 .49294E+01 .67886E+00 .13274E+01
2.10 .56128 .28119E+01 .17704E+01 .49783E+01 .67420E+00 .13306E+01
2.11 .55978 .28261E+01 .17789E+01 .50274E+01 .66956E+00 .13338E+01
2.12 .55829 .28402E+01 .17875E+01 .50768E+01 .66492E+00 .13370E+01
2.13 .55683 .28543E+01 .17960E+01 .51264E+01 .66029E+00 .13402E+01
2.14 .55538 .28683E+01 .18046E+01 .51762E+01 .65567E+00 .13434E+01
2.15 .55395 .28823E+01 .18132E+01 .52262E+01 .65105E+00 .13466E+01
2.16 .55254 .28962E+01 .18219E+01 .52765E+01 .64645E+00 .13498E+01
2.17 .55115 .29100E+01 .18306E+01 .53270E+01 .64185E+00 .13530E+01
2.18 .54977 .29238E+01 .18393E+01 .53778E+01 .63727E+00 .13562E+01
2.19 .54840 .29376E+01 .18481E+01 .54288E+01 .63270E+00 .13594E+01
2.20 .54706 .29512E+01 .18569E+01 .54800E+01 .62814E+00 .13627E+01
2.21 .54572 .29648E+01 .18657E+01 .55314E+01 .62359E+00 .13659E+01
2.22 .54441 .29784E+01 .18746E+01 .55831E+01 .61905E+00 .13691E+01
2.23 .54311 .29918E+01 .18835E+01 .56350E+01 .61453E+00 .13724E+01
2.24 .54182 .30053E+01 .18924E+01 .56872E+01 .61002E+00 .13756E+01
2.25 .54055 .30186E+01 .19014E+01 .57396E+01 .60553E+00 .13789E+01
2.26 .53930 .30319E+01 .19104E+01 .57922E+01 .60105E+00 .13822E+01
2.27 .53805 .30452E+01 .19194E+01 .58450E+01 .59659E+00 .13854E+01
2.28 .53683 .30584E+01 .19285E+01 .58981E+01 .59214E+00 .13887E+01
2.29 .53561 .30715E+01 .19376E+01 .59514E+01 .58771E+00 .13920E+01
2.30 .53441 .30845E+01 .19468E+01 .60050E+01 .58330E+00 .13953E+01
2.31 .53322 .30975E+01 .19560E+01 .60588E+01 .57890E+00 .13986E+01
2.32 .53205 .31105E+01 .19652E+01 .61128E+01 .57452E+00 .14019E+01
2.33 .53089 .31234E+01 .19745E+01 .61670E+01 .57016E+00 .14052E+01
2.34 .52974 .31362E+01 .19838E+01 .62215E+01 .56581E+00 .14085E+01
2.35 .52861 .31490E+01 .19931E+01 .62762E+01 .56149E+00 .14118E+01
2.36 .52749 .31617E+01 .20025E+01 .63312E+01 .55718E+00 .14151E+01
2.37 .52638 .31743E+01 .20119E+01 .63864E+01 .55289E+00 .14184E+01
2.38 .52528 .31869E+01 .20213E+01 .64418E+01 .54862E+00 .14217E+01
2.39 .52419 .31994E+01 .20308E+01 .64974E+01 .54437E+00 .14251E+01
2.40 .52312 .32119E+01 .20403E+01 .65533E+01 .54014E+00 .14284E+01
2.41 .52206 .32243E+01 .20499E+01 .66094E+01 .53594E+00 .14317E+01
2.42 .52100 .32367E+01 .20595E+01 .66658E+01 .53175E+00 .14351E+01
2.43 .51996 .32489E+01 .20691E+01 .67224E+01 .52758E+00 .14384E+01
2.44 .51894 .32612E+01 .20788E+01 .67792E+01 .52344E+00 .14418E+01
2.45 .51792 .32733E+01 .20885E+01 .68362E+01 .51931E+00 .14451E+01
2.46 .51691 .32855E+01 .20982E+01 .68935E+01 .51521E+00 .14485E+01
2.47 .51592 .32975E+01 .21080E+01 .69510E+01 .51113E+00 .14519E+01
2.48 .51493 .33095E+01 .21178E+01 .70088E+01 .50707E+00 .14553E+01
2.49 .51395 .33215E+01 .21276E+01 .70668E+01 .50303E+00 .14586E+01
Appendice A 309

Tabella A.2 - Urto Normale, γ = 1.4


ρ2 V1 T2 p2 p0 2 A∗1 a2
M1 M2 ρ 1 = V2 T1 p1 p0 1 = A∗2 a1

2.50 .51299 .33333E+01 .21375E+01 .71250E+01 .49902E+00 .14620E+01


2.51 .51203 .33452E+01 .21474E+01 .71834E+01 .49502E+00 .14654E+01
2.52 .51109 .33569E+01 .21574E+01 .72421E+01 .49105E+00 .14688E+01
2.53 .51015 .33686E+01 .21674E+01 .73010E+01 .48711E+00 .14722E+01
2.54 .50923 .33803E+01 .21774E+01 .73602E+01 .48318E+00 .14756E+01
2.55 .50831 .33919E+01 .21875E+01 .74196E+01 .47928E+00 .14790E+01
2.56 .50741 .34034E+01 .21976E+01 .74792E+01 .47540E+00 .14824E+01
2.57 .50651 .34149E+01 .22077E+01 .75390E+01 .47155E+00 .14858E+01
2.58 .50562 .34263E+01 .22179E+01 .75991E+01 .46772E+00 .14893E+01
2.59 .50474 .34377E+01 .22281E+01 .76594E+01 .46391E+00 .14927E+01
2.60 .50387 .34490E+01 .22383E+01 .77200E+01 .46012E+00 .14961E+01
2.61 .50301 .34602E+01 .22486E+01 .77808E+01 .45636E+00 .14995E+01
2.62 .50216 .34714E+01 .22590E+01 .78418E+01 .45263E+00 .15030E+01
2.63 .50131 .34826E+01 .22693E+01 .79030E+01 .44891E+00 .15064E+01
2.64 .50048 .34936E+01 .22797E+01 .79645E+01 .44522E+00 .15099E+01
2.65 .49965 .35047E+01 .22902E+01 .80262E+01 .44156E+00 .15133E+01
2.66 .49883 .35156E+01 .23006E+01 .80882E+01 .43792E+00 .15168E+01
2.67 .49802 .35266E+01 .23111E+01 .81504E+01 .43430E+00 .15202E+01
2.68 .49722 .35374E+01 .23217E+01 .82128E+01 .43071E+00 .15237E+01
2.69 .49642 .35482E+01 .23323E+01 .82754E+01 .42714E+00 .15272E+01
2.70 .49563 .35590E+01 .23429E+01 .83383E+01 .42359E+00 .15307E+01
2.71 .49485 .35697E+01 .23535E+01 .84014E+01 .42007E+00 .15341E+01
2.72 .49408 .35803E+01 .23642E+01 .84648E+01 .41657E+00 .15376E+01
2.73 .49332 .35909E+01 .23750E+01 .85284E+01 .41310E+00 .15411E+01
2.74 .49256 .36015E+01 .23858E+01 .85922E+01 .40965E+00 .15446E+01
2.75 .49181 .36119E+01 .23966E+01 .86562E+01 .40623E+00 .15481E+01
2.76 .49107 .36224E+01 .24074E+01 .87205E+01 .40283E+00 .15516E+01
2.77 .49033 .36327E+01 .24183E+01 .87850E+01 .39945E+00 .15551E+01
2.78 .48960 .36431E+01 .24292E+01 .88498E+01 .39610E+00 .15586E+01
2.79 .48888 .36533E+01 .24402E+01 .89148E+01 .39277E+00 .15621E+01
2.80 .48817 .36635E+01 .24512E+01 .89800E+01 .38946E+00 .15656E+01
2.81 .48746 .36737E+01 .24622E+01 .90454E+01 .38618E+00 .15691E+01
2.82 .48676 .36838E+01 .24733E+01 .91111E+01 .38293E+00 .15727E+01
2.83 .48606 .36939E+01 .24844E+01 .91770E+01 .37970E+00 .15762E+01
2.84 .48538 .37039E+01 .24955E+01 .92432E+01 .37649E+00 .15797E+01
2.85 .48469 .37138E+01 .25067E+01 .93096E+01 .37330E+00 .15833E+01
2.86 .48402 .37238E+01 .25179E+01 .93762E+01 .37014E+00 .15868E+01
2.87 .48335 .37336E+01 .25292E+01 .94430E+01 .36700E+00 .15903E+01
2.88 .48269 .37434E+01 .25405E+01 .95101E+01 .36389E+00 .15939E+01
2.89 .48203 .37532E+01 .25518E+01 .95774E+01 .36080E+00 .15974E+01
2.90 .48138 .37629E+01 .25632E+01 .96450E+01 .35773E+00 .16010E+01
2.91 .48074 .37725E+01 .25746E+01 .97128E+01 .35469E+00 .16046E+01
2.92 .48010 .37821E+01 .25861E+01 .97808E+01 .35167E+00 .16081E+01
2.93 .47946 .37917E+01 .25975E+01 .98490E+01 .34867E+00 .16117E+01
2.94 .47884 .38012E+01 .26091E+01 .99175E+01 .34570E+00 .16153E+01
2.95 .47822 .38106E+01 .26206E+01 .99862E+01 .34275E+00 .16188E+01
2.96 .47760 .38200E+01 .26322E+01 .10055E+02 .33982E+00 .16224E+01
2.97 .47699 .38294E+01 .26439E+01 .10124E+02 .33692E+00 .16260E+01
2.98 .47638 .38387E+01 .26555E+01 .10194E+02 .33404E+00 .16296E+01
2.99 .47579 .38479E+01 .26673E+01 .10263E+02 .33118E+00 .16332E+01
310 Appendice A

Tabella A.2 - Urto Normale, γ = 1.4


ρ2 V1 T2 p2 p0 2 A∗1 a2
M1 M2 ρ 1 = V2 T1 p1 p0 1 = A∗2 a1

3.00 .47519 .38571E+01 .26790E+01 .10333E+02 .32834E+00 .16368E+01


3.05 .47230 .39025E+01 .27383E+01 .10686E+02 .31450E+00 .16548E+01
3.10 .46953 .39466E+01 .27986E+01 .11045E+02 .30121E+00 .16729E+01
3.15 .46689 .39896E+01 .28598E+01 .11410E+02 .28846E+00 .16911E+01
3.20 .46435 .40315E+01 .29220E+01 .11780E+02 .27623E+00 .17094E+01
3.25 .46192 .40723E+01 .29851E+01 .12156E+02 .26451E+00 .17277E+01
3.30 .45959 .41120E+01 .30492E+01 .12538E+02 .25328E+00 .17462E+01
3.35 .45735 .41507E+01 .31142E+01 .12926E+02 .24252E+00 .17647E+01
3.40 .45520 .41884E+01 .31802E+01 .13320E+02 .23223E+00 .17833E+01
3.45 .45314 .42251E+01 .32471E+01 .13720E+02 .22237E+00 .18020E+01
3.50 .45115 .42609E+01 .33150E+01 .14125E+02 .21295E+00 .18207E+01
3.55 .44925 .42957E+01 .33839E+01 .14536E+02 .20393E+00 .18395E+01
3.60 .44741 .43296E+01 .34537E+01 .14953E+02 .19531E+00 .18584E+01
3.65 .44565 .43627E+01 .35245E+01 .15376E+02 .18707E+00 .18774E+01
3.70 .44395 .43949E+01 .35962E+01 .15805E+02 .17919E+00 .18964E+01
3.75 .44231 .44262E+01 .36689E+01 .16240E+02 .17167E+00 .19154E+01
3.80 .44073 .44568E+01 .37426E+01 .16680E+02 .16447E+00 .19346E+01
3.85 .43921 .44866E+01 .38172E+01 .17126E+02 .15760E+00 .19538E+01
3.90 .43774 .45156E+01 .38928E+01 .17578E+02 .15103E+00 .19730E+01
3.95 .43633 .45439E+01 .39694E+01 .18036E+02 .14475E+00 .19923E+01
4.00 .43496 .45714E+01 .40469E+01 .18500E+02 .13876E+00 .20117E+01
4.05 .43364 .45983E+01 .41253E+01 .18970E+02 .13303E+00 .20311E+01
4.10 .43236 .46245E+01 .42048E+01 .19445E+02 .12756E+00 .20506E+01
4.15 .43113 .46500E+01 .42852E+01 .19926E+02 .12233E+00 .20701E+01
4.20 .42994 .46749E+01 .43666E+01 .20413E+02 .11733E+00 .20896E+01
4.25 .42878 .46992E+01 .44489E+01 .20906E+02 .11256E+00 .21092E+01
4.30 .42767 .47229E+01 .45322E+01 .21405E+02 .10800E+00 .21289E+01
4.35 .42659 .47459E+01 .46165E+01 .21910E+02 .10364E+00 .21486E+01
4.40 .42554 .47685E+01 .47017E+01 .22420E+02 .99481E-01 .21683E+01
4.45 .42453 .47904E+01 .47879E+01 .22936E+02 .95501E-01 .21881E+01
4.50 .42355 .48119E+01 .48751E+01 .23458E+02 .91698E-01 .22080E+01
4.55 .42260 .48328E+01 .49632E+01 .23986E+02 .88062E-01 .22278E+01
4.60 .42168 .48532E+01 .50523E+01 .24520E+02 .84587E-01 .22477E+01
4.65 .42079 .48731E+01 .51424E+01 .25060E+02 .81263E-01 .22677E+01
4.70 .41992 .48926E+01 .52334E+01 .25605E+02 .78086E-01 .22877E+01
4.75 .41908 .49116E+01 .53254E+01 .26156E+02 .75047E-01 .23077E+01
4.80 .41826 .49301E+01 .54184E+01 .26713E+02 .72140E-01 .23277E+01
4.85 .41747 .49482E+01 .55124E+01 .27276E+02 .69359E-01 .23478E+01
4.90 .41670 .49659E+01 .56073E+01 .27845E+02 .66699E-01 .23680E+01
4.95 .41595 .49831E+01 .57032E+01 .28420E+02 .64153E-01 .23881E+01
5.00 .41523 .50000E+01 .58000E+01 .29000E+02 .61716E-01 .24083E+01
5.10 .41384 .50326E+01 .59966E+01 .30178E+02 .57151E-01 .24488E+01
5.20 .41252 .50637E+01 .61971E+01 .31380E+02 .52966E-01 .24894E+01
5.30 .41127 .50934E+01 .64014E+01 .32605E+02 .49126E-01 .25301E+01
5.40 .41009 .51218E+01 .66097E+01 .33853E+02 .45601E-01 .25709E+01
5.50 .40897 .51489E+01 .68218E+01 .35125E+02 .42361E-01 .26119E+01
5.60 .40791 .51749E+01 .70378E+01 .36420E+02 .39383E-01 .26529E+01
5.70 .40690 .51998E+01 .72577E+01 .37738E+02 .36643E-01 .26940E+01
5.80 .40594 .52236E+01 .74814E+01 .39080E+02 .34120E-01 .27352E+01
5.90 .40503 .52464E+01 .77091E+01 .40445E+02 .31795E-01 .27765E+01
Appendice A 311

Tabella A.2 - Urto Normale, γ = 1.4


ρ2 V1 T2 p2 p0 2 A∗1 a2
M1 M2 ρ 1 = V2 T1 p1 p0 1 = A∗2 a1

6.00 .40416 .52683E+01 .79406E+01 .41833E+02 .29651E-01 .28179E+01


6.10 .40333 .52893E+01 .81760E+01 .43245E+02 .27672E-01 .28594E+01
6.20 .40254 .53094E+01 .84153E+01 .44680E+02 .25845E-01 .29009E+01
6.30 .40179 .53287E+01 .86584E+01 .46138E+02 .24156E-01 .29425E+01
6.40 .40107 .53473E+01 .89055E+01 .47620E+02 .22594E-01 .29842E+01
6.50 .40038 .53651E+01 .91564E+01 .49125E+02 .21148E-01 .30260E+01
6.60 .39972 .53822E+01 .94113E+01 .50653E+02 .19808E-01 .30678E+01
6.70 .39909 .53987E+01 .96700E+01 .52205E+02 .18566E-01 .31097E+01
6.80 .39849 .54145E+01 .99325E+01 .53780E+02 .17414E-01 .31516E+01
6.90 .39791 .54298E+01 .10199E+02 .55378E+02 .16345E-01 .31936E+01
7.00 .39736 .54444E+01 .10469E+02 .57000E+02 .15351E-01 .32356E+01
7.10 .39683 .54586E+01 .10744E+02 .58645E+02 .14428E-01 .32777E+01
7.20 .39632 .54722E+01 .11022E+02 .60313E+02 .13569E-01 .33199E+01
7.30 .39583 .54853E+01 .11304E+02 .62005E+02 .12769E-01 .33621E+01
7.40 .39536 .54980E+01 .11590E+02 .63720E+02 .12023E-01 .34044E+01
7.50 .39491 .55102E+01 .11879E+02 .65458E+02 .11329E-01 .34467E+01
7.60 .39447 .55220E+01 .12173E+02 .67220E+02 .10680E-01 .34890E+01
7.70 .39405 .55334E+01 .12471E+02 .69005E+02 .10075E-01 .35314E+01
7.80 .39365 .55444E+01 .12772E+02 .70813E+02 .95102E-02 .35738E+01
7.90 .39326 .55550E+01 .13077E+02 .72645E+02 .89819E-02 .36163E+01
8.00 .39289 .55652E+01 .13387E+02 .74500E+02 .84878E-02 .36588E+01
8.10 .39253 .55751E+01 .13700E+02 .76378E+02 .80254E-02 .37013E+01
8.20 .39218 .55847E+01 .14017E+02 .78280E+02 .75924E-02 .37439E+01
8.30 .39185 .55940E+01 .14338E+02 .80205E+02 .71866E-02 .37865E+01
8.40 .39152 .56030E+01 .14662E+02 .82153E+02 .68061E-02 .38292E+01
8.50 .39121 .56117E+01 .14991E+02 .84125E+02 .64492E-02 .38718E+01
8.60 .39091 .56201E+01 .15324E+02 .86120E+02 .61141E-02 .39145E+01
8.70 .39062 .56282E+01 .15660E+02 .88138E+02 .57994E-02 .39573E+01
8.80 .39034 .56361E+01 .16000E+02 .90180E+02 .55036E-02 .40001E+01
8.90 .39006 .56437E+01 .16345E+02 .92245E+02 .52255E-02 .40429E+01
9.00 .38980 .56512E+01 .16693E+02 .94333E+02 .49639E-02 .40857E+01
9.10 .38954 .56584E+01 .17045E+02 .96445E+02 .47175E-02 .41285E+01
9.20 .38930 .56653E+01 .17401E+02 .98580E+02 .44855E-02 .41714E+01
9.30 .38906 .56721E+01 .17760E+02 .10074E+03 .42669E-02 .42143E+01
9.40 .38883 .56787E+01 .18124E+02 .10292E+03 .40608E-02 .42572E+01
9.50 .38860 .56850E+01 .18492E+02 .10513E+03 .38664E-02 .43002E+01
9.60 .38838 .56912E+01 .18863E+02 .10735E+03 .36828E-02 .43431E+01
9.70 .38817 .56972E+01 .19238E+02 .10961E+03 .35095E-02 .43861E+01
9.80 .38797 .57031E+01 .19617E+02 .11188E+03 .33458E-02 .44292E+01
9.90 .38777 .57088E+01 .20001E+02 .11418E+03 .31911E-02 .44722E+01
10.00 .38758 .57143E+01 .20388E+02 .11650E+03 .30447E-02 .45153E+01
11.00 .38592 .57619E+01 .24471E+02 .14100E+03 .19451E-02 .49468E+01
12.00 .38466 .57987E+01 .28943E+02 .16783E+03 .12866E-02 .53799E+01
13.00 .38368 .58276E+01 .33805E+02 .19700E+03 .87709E-03 .58142E+01
14.00 .38289 .58507E+01 .39055E+02 .22850E+03 .61379E-03 .62494E+01
15.00 .38226 .58696E+01 .44694E+02 .26233E+03 .43953E-03 .66853E+01
16.00 .38174 .58851E+01 .50722E+02 .29850E+03 .32119E-03 .71219E+01
17.00 .38131 .58980E+01 .57138E+02 .33700E+03 .23899E-03 .75590E+01
18.00 .38095 .59088E+01 .63944E+02 .37783E+03 .18072E-03 .79965E+01
19.00 .38065 .59180E+01 .71139E+02 .42100E+03 .13865E-03 .84344E+01
20.00 .38039 .59259E+01 .78722E+02 .46650E+03 .10777E-03 .88725E+01
∞ .37796 .60000E+01 ∞ ∞ .00000E-00 ∞
312 Appendice A

Tabella A.3 - Caratteristiche odografe, γ = 1.4


M ω(gradi) M ω(gradi) M ω(gradi) M ω(gradi) M ω(gradi)

1.00 .00 1.50 11.91 2.00 26.38 2.50 39.12 3.00 49.76
1.01 .04 1.51 12.20 2.01 26.66 2.51 39.36 3.02 50.14
1.02 .13 1.52 12.49 2.02 26.93 2.52 39.59 3.04 50.52
1.03 .23 1.53 12.79 2.03 27.20 2.53 39.82 3.06 50.90
1.04 .35 1.54 13.09 2.04 27.48 2.54 40.05 3.08 51.28
1.05 .49 1.55 13.38 2.05 27.75 2.55 40.28 3.10 51.65
1.06 .64 1.56 13.68 2.06 28.02 2.56 40.51 3.12 52.02
1.07 .80 1.57 13.97 2.07 28.29 2.57 40.74 3.14 52.39
1.08 .97 1.58 14.27 2.08 28.56 2.58 40.96 3.16 52.75
1.09 1.15 1.59 14.56 2.09 28.83 2.59 41.19 3.18 53.11
1.10 1.34 1.60 14.86 2.10 29.10 2.60 41.41 3.20 53.47
1.11 1.53 1.61 15.16 2.11 29.36 2.61 41.64 3.22 53.83
1.12 1.74 1.62 15.45 2.12 29.63 2.62 41.86 3.24 54.18
1.13 1.94 1.63 15.75 2.13 29.90 2.63 42.09 3.26 54.53
1.14 2.16 1.64 16.04 2.14 30.16 2.64 42.31 3.28 54.88
1.15 2.38 1.65 16.34 2.15 30.43 2.65 42.53 3.30 55.22
1.16 2.61 1.66 16.63 2.16 30.69 2.66 42.75 3.32 55.56
1.17 2.84 1.67 16.93 2.17 30.95 2.67 42.97 3.34 55.90
1.18 3.07 1.68 17.22 2.18 31.21 2.68 43.19 3.36 56.24
1.19 3.31 1.69 17.52 2.19 31.47 2.69 43.40 3.38 56.58
1.20 3.56 1.70 17.81 2.20 31.73 2.70 43.62 3.40 56.91
1.21 3.81 1.71 18.10 2.21 31.99 2.71 43.84 3.42 57.24
1.22 4.06 1.72 18.40 2.22 32.25 2.72 44.05 3.44 57.56
1.23 4.31 1.73 18.69 2.23 32.51 2.73 44.27 3.46 57.89
1.24 4.57 1.74 18.98 2.24 32.76 2.74 44.48 3.48 58.21
1.25 4.83 1.75 19.27 2.25 33.02 2.75 44.69 3.50 58.53
1.26 5.09 1.76 19.56 2.26 33.27 2.76 44.91 3.52 58.85
1.27 5.36 1.77 19.86 2.27 33.53 2.77 45.12 3.54 59.16
1.28 5.63 1.78 20.15 2.28 33.78 2.78 45.33 3.56 59.47
1.29 5.90 1.79 20.44 2.29 34.03 2.79 45.54 3.58 59.78
1.30 6.17 1.80 20.73 2.30 34.28 2.80 45.75 3.60 60.09
1.31 6.44 1.81 21.01 2.31 34.53 2.81 45.95 3.62 60.40
1.32 6.72 1.82 21.30 2.32 34.78 2.82 46.16 3.64 60.70
1.33 7.00 1.83 21.59 2.33 35.03 2.83 46.37 3.66 61.00
1.34 7.28 1.84 21.88 2.34 35.28 2.84 46.57 3.68 61.30
1.35 7.56 1.85 22.16 2.35 35.53 2.85 46.78 3.70 61.60
1.36 7.84 1.86 22.45 2.36 35.77 2.86 46.98 3.72 61.89
1.37 8.13 1.87 22.73 2.37 36.02 2.87 47.19 3.74 62.18
1.38 8.41 1.88 23.02 2.38 36.26 2.88 47.39 3.76 62.47
1.39 8.70 1.89 23.30 2.39 36.50 2.89 47.59 3.78 62.76
1.40 8.99 1.90 23.59 2.40 36.75 2.90 47.79 3.80 63.04
1.41 9.28 1.91 23.87 2.41 36.99 2.91 47.99 3.82 63.33
1.42 9.56 1.92 24.15 2.42 37.23 2.92 48.19 3.84 63.61
1.43 9.86 1.93 24.43 2.43 37.47 2.93 48.39 3.86 63.89
1.44 10.15 1.94 24.71 2.44 37.71 2.94 48.59 3.88 64.16
1.45 10.44 1.95 24.99 2.45 37.95 2.95 48.78 3.90 64.44
1.46 10.73 1.96 25.27 2.46 38.18 2.96 48.98 3.92 64.71
1.47 11.02 1.97 25.55 2.47 38.42 2.97 49.18 3.94 64.98
1.48 11.32 1.98 25.83 2.48 38.66 2.98 49.37 3.96 65.25
1.49 11.61 1.99 26.10 2.49 38.89 2.99 49.56 3.98 65.52
Appendice A 313

Tabella A.3 - Caratteristiche odografe, γ = 1.4


M ω(gradi) M ω(gradi) M ω(gradi) M ω(gradi)

4.00 65.78 5.00 76.92 7.50 93.44 10.00 102.32


4.02 66.05 5.05 77.38 7.55 93.67 10.50 103.61
4.04 66.31 5.10 77.84 7.60 93.90 11.00 104.80
4.06 66.57 5.15 78.29 7.65 94.12 11.50 105.88
4.08 66.83 5.20 78.73 7.70 94.34 12.00 106.88
4.10 67.08 5.25 79.17 7.75 94.56 12.50 107.80
4.12 67.34 5.30 79.60 7.80 94.78 13.00 108.65
4.14 67.59 5.35 80.02 7.85 95.00 13.50 109.44
4.16 67.84 5.40 80.43 7.90 95.21 14.00 110.18
4.18 68.09 5.45 80.84 7.95 95.42 14.50 110.87
4.20 68.33 5.50 81.24 8.00 95.62 15.00 111.51
4.22 68.58 5.55 81.64 8.05 95.83 15.50 112.11
4.24 68.82 5.60 82.03 8.10 96.03 16.00 112.68
4.26 69.06 5.65 82.42 8.15 96.23 16.50 113.21
4.28 69.30 5.70 82.80 8.20 96.43 17.00 113.71
4.30 69.54 5.75 83.17 8.25 96.63 17.50 114.18
4.32 69.78 5.80 83.54 8.30 96.82 18.00 114.63
4.34 70.01 5.85 83.90 8.35 97.01 18.50 115.05
4.36 70.24 5.90 84.26 8.40 97.20 19.00 115.45
4.38 70.48 5.95 84.61 8.45 97.39 19.50 115.83
4.40 70.71 6.00 84.96 8.50 97.57 20.00 116.20
4.42 70.93 6.05 85.30 8.55 97.76 20.50 116.54
4.44 71.16 6.10 85.63 8.60 97.94 21.00 116.87
4.46 71.39 6.15 85.97 8.65 98.12 21.50 117.18
4.48 71.61 6.20 86.29 8.70 98.29 22.00 117.48
4.50 71.83 6.25 86.62 8.75 98.47 22.50 117.77
4.52 72.05 6.30 86.94 8.80 98.64 23.00 118.04
4.54 72.27 6.35 87.25 8.85 98.81 23.50 118.30
4.56 72.49 6.40 87.56 8.90 98.98 24.00 118.56
4.58 72.70 6.45 87.87 8.95 99.15 24.50 118.80
4.60 72.92 6.50 88.17 9.00 99.32 25.00 119.03
4.62 73.13 6.55 88.47 9.05 99.48 25.50 119.25
4.64 73.34 6.60 88.76 9.10 99.65 26.00 119.47
4.66 73.55 6.65 89.05 9.15 99.81 26.50 119.67
4.68 73.76 6.70 89.33 9.20 99.97 27.00 119.87
4.70 73.97 6.75 89.62 9.25 100.12 27.50 120.06
4.72 74.18 6.80 89.90 9.30 100.28 28.00 120.25
4.74 74.38 6.85 90.17 9.35 100.44 28.50 120.42
4.76 74.58 6.90 90.44 9.40 100.59 29.00 120.60
4.78 74.79 6.95 90.71 9.45 100.74 29.50 120.76
4.80 74.99 7.00 90.97 9.50 100.89 30.00 120.92
4.82 75.19 7.05 91.23 9.55 101.04 30.50 121.08
4.84 75.38 7.10 91.49 9.60 101.19 31.00 121.23
4.86 75.58 7.15 91.75 9.65 101.33 31.50 121.38
4.88 75.78 7.20 92.00 9.70 101.48 32.00 121.52
4.90 75.97 7.25 92.24 9.75 101.62 32.50 121.65
4.92 76.16 7.30 92.49 9.80 101.76 33.00 121.79
4.94 76.35 7.35 92.73 9.85 101.90 33.50 121.92
4.96 76.54 7.40 92.97 9.90 102.04 34.00 122.04
4.98 76.73 7.45 93.21 9.95 102.18 ∞ 130.45
314 Appendice A

Tabella A.4 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione debole (γ = 1.4)


M1 1.00 1.01 1.02 1.03 1.04 1.05 1.06 1.07 1.08 1.09 M1
σmax 85.36 83.49 82.08 80.93 79.94 79.06 78.27 77.56 76.90 σmax
δmax .05 .14 .26 .40 .56 .73 .91 1.10 1.30 δmax
δ δ
.5 77.32 74.20 72.04 70.25 68.69 .5
1.0 74.46 71.76 1.0

M1 1.10 1.11 1.12 1.13 1.14 1.15 1.16 1.17 1.18 1.19 M1
σmax 76.30 75.73 75.21 74.72 74.26 73.82 73.41 73.02 72.66 72.31 σmax
δmax 1.52 1.73 1.96 2.19 2.43 2.67 2.92 3.17 3.42 3.68 δmax
δ δ
.5 67.29 66.01 64.83 63.72 62.68 61.70 60.77 59.89 59.04 58.23 .5
1.0 69.80 68.17 66.74 65.45 64.26 63.16 62.13 61.16 60.25 59.38 1.0
1.5 75.14 71.40 69.29 67.61 66.15 64.86 63.69 62.60 61.59 60.63 1.5
2.0 70.93 68.71 67.00 65.56 64.28 63.11 62.04 2.0
2.5 70.34 68.08 66.38 64.95 63.69 2.5
3.0 69.65 67.41 65.74 3.0
68.89 3.5

M1 1.20 1.21 1.22 1.23 1.24 1.25 1.26 1.27 1.28 1.29 M1
σmax 71.98 71.66 71.36 71.07 70.80 70.54 70.29 70.05 69.82 69.60 σmax
δmax 3.94 4.21 4.47 4.74 5.01 5.29 5.56 5.83 6.11 6.39 δmax
δ δ
.5 57.46 56.71 55.99 55.30 54.63 53.98 53.36 52.75 52.16 51.59 .5
1.0 58.55 57.75 56.99 56.26 55.56 54.88 54.22 53.59 52.98 52.39 1.0
1.5 59.73 58.88 58.07 57.29 56.54 55.83 55.14 54.48 53.84 53.22 1.5
2.0 61.05 60.12 59.24 58.40 57.60 56.84 56.12 55.42 54.75 54.10 2.0
2.5 62.55 61.50 60.53 59.61 58.75 57.93 57.16 56.42 55.71 55.02 2.5
3.0 64.34 63.11 61.99 60.97 60.02 59.13 58.29 57.49 56.73 56.01 3.0
3.5 66.72 65.10 63.74 62.54 61.45 60.46 59.53 58.66 57.85 57.07 3.5
4.0 68.09 66.03 64.47 63.15 61.99 60.93 59.96 59.06 58.22 4.0
4.5 67.28 65.35 63.85 62.58 61.46 60.44 59.49 4.5
5.0 69.90 66.50 64.69 63.26 62.04 60.95 5.0
5.5 68.46 65.75 64.06 62.69 5.5
6.0 67.38 65.05 6.0

M1 1.30 1.31 1.32 1.33 1.34 1.35 1.36 1.37 1.38 1.39 M1
σmax 69.40 69.19 69.00 68.82 68.64 68.47 68.31 68.15 68.00 67.85 σmax
δmax 6.66 6.94 7.22 7.49 7.77 8.05 8.33 8.60 8.88 9.15 δmax
δ δ
.5 51.03 50.49 49.97 49.45 48.96 48.47 47.99 47.53 47.08 46.64 .5
1.0 51.81 51.25 50.71 50.18 49.67 49.17 48.68 48.20 47.74 47.28 1.0
1.5 52.62 52.04 51.48 50.93 50.40 49.89 49.38 48.89 48.42 47.95 1.5
2.0 53.47 52.87 52.28 51.72 51.16 50.63 50.11 49.61 49.12 48.64 2.0
2.5 54.37 53.74 53.13 52.54 51.96 51.41 50.87 50.35 49.84 49.35 2.5
3.0 55.31 54.65 54.01 53.39 52.80 52.22 51.66 51.12 50.60 50.09 3.0
3.5 56.33 55.62 54.95 54.30 53.67 53.07 52.49 51.92 51.38 50.85 3.5
4.0 57.42 56.67 55.95 55.26 54.60 53.97 53.36 52.77 52.20 51.65 4.0
4.5 58.62 57.80 57.02 56.29 55.58 54.91 54.27 53.65 53.06 52.48 4.5
5.0 59.96 59.05 58.20 57.40 56.64 55.93 55.24 54.59 53.96 53.36 5.0
5.5 61.52 60.47 59.51 58.63 57.80 57.03 56.29 55.59 54.93 54.29 5.5
6.0 63.46 62.16 61.03 60.02 59.09 58.23 57.43 56.68 55.96 55.28 6.0
6.5 66.46 64.39 62.89 61.65 60.57 59.59 58.69 57.86 57.08 56.35 6.5
7.0 65.65 63.78 62.37 61.18 60.14 59.19 58.32 57.52 7.0
7.5 64.93 63.21 61.88 60.74 59.74 58.82 7.5
8.0 66.91 64.29 62.70 61.43 60.34 8.0
8.5 65.92 63.71 62.22 8.5
9.0 65.14 9.0
Appendice A 315

Tabella A.4 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione debole (γ = 1.4)


M1 1.40 1.41 1.42 1.43 1.44 1.45 1.46 1.47 1.48 1.49 M1
σmax 67.72 67.58 67.45 67.33 67.21 67.10 66.99 66.88 66.78 66.68 σmax
δmax 9.43 9.70 9.97 10.25 10.52 10.79 11.05 11.32 11.59 11.85 δmax
δ δ
.5 46.21 45.78 45.37 44.96 44.57 44.18 36.85 43.43 43.06 42.71 .5
1.0 46.84 46.41 45.99 45.57 45.17 44.77 44.39 44.01 43.63 43.27 1.0
1.5 47.50 47.05 46.62 46.20 45.79 45.38 44.98 44.59 44.22 43.84 1.5
2.0 48.17 47.72 47.27 46.84 46.42 46.00 45.60 45.20 44.82 44.44 2.0
2.5 48.87 48.40 47.95 47.50 47.07 46.64 46.23 45.82 45.42 45.04 2.5
3.0 49.59 49.11 48.64 48.18 47.74 47.30 46.88 46.46 46.06 45.66 3.0
3.5 50.34 49.84 49.36 48.88 48.43 47.98 47.54 47.12 46.70 46.30 3.5
4.0 51.12 50.60 50.10 49.61 49.14 48.68 48.23 47.79 47.36 46.95 4.0
4.5 51.93 51.39 50.87 50.37 49.88 49.40 48.94 48.49 48.05 47.62 4.5
5.0 52.78 52.22 51.68 51.16 50.65 50.16 49.68 49.21 48.76 48.32 5.0
5.5 53.68 53.09 52.52 51.98 51.45 50.94 50.44 49.96 49.49 49.04 5.5
6.0 54.63 54.01 53.41 52.84 52.29 51.75 51.24 50.74 50.25 49.78 6.0
6.5 55.65 54.99 54.36 53.75 53.17 52.61 52.07 51.55 51.05 50.56 6.5
7.0 56.76 56.05 55.37 54.73 54.11 53.52 52.95 52.41 51.88 51.37 7.0
7.5 57.98 57.20 56.46 55.77 55.11 54.48 53.88 53.31 52.75 52.22 7.5
8.0 59.37 58.48 57.67 56.91 56.19 55.52 54.87 54.26 53.68 53.11 8.0
8.5 61.01 59.96 59.03 58.17 57.38 56.64 55.95 55.29 54.66 54.06 8.5
9.0 63.19 61.79 60.63 59.62 58.72 57.89 57.12 56.40 55.72 55.08 9.0
9.5 64.50 62.72 61.40 60.29 59.32 58.44 57.63 56.88 56.18 9.5
10.0 63.95 62.31 61.05 59.98 59.04 58.19 57.41 10.0
10.5 66.36 63.48 61.94 60.73 59.71 58.80 10.5
11.0 65.44 63.07 61.61 60.46 11.0
11.5 64.82 62.72 11.5

M1 1.50 1.51 1.52 1.53 1.54 1.55 1.56 1.57 1.58 1.59 M1
σmax 66.59 66.50 66.41 66.33 66.25 66.17 66.10 66.03 65.96 65.89 σmax
δmax 12.11 12.37 12.63 12.89 13.15 13.40 13.66 13.91 14.16 14.41 δmax
δ δ
.5 42.35 42.01 41.67 41.34 41.02 40.70 40.38 40.07 39.77 39.47 .5
1.0 42.91 42.56 42.22 41.88 41.55 41.22 40.90 40.59 40.28 39.98 1.0
1.5 43.48 43.12 42.77 42.43 42.09 41.76 41.44 41.12 40.81 40.50 1.5
2.0 44.06 43.70 43.34 42.99 42.65 42.32 41.98 41.66 41.34 41.03 2.0
2.5 44.66 44.29 43.92 43.57 43.22 42.88 42.54 42.21 41.89 41.57 2.5
3.0 45.27 44.89 44.52 44.16 43.80 43.45 43.11 42.77 42.44 42.12 3.0
3.5 45.90 45.51 45.13 44.76 44.40 44.04 43.69 43.35 43.01 42.68 3.5
4.0 46.54 46.14 45.76 45.38 45.00 44.64 44.29 43.94 43.59 43.26 4.0
4.5 47.21 46.80 46.40 46.01 45.63 45.26 44.89 44.54 44.19 43.85 4.5
5.0 47.89 47.47 47.06 46.66 46.27 45.89 45.52 45.16 44.80 44.45 5.0
5.5 48.60 48.16 47.74 47.33 46.93 46.54 46.16 45.79 45.42 45.07 5.5
6.0 49.33 48.88 48.45 48.03 47.62 47.21 46.82 46.44 46.07 45.70 6.0
6.5 50.08 49.62 49.18 48.74 48.32 47.91 47.50 47.11 46.73 46.35 6.5
7.0 50.87 50.40 49.93 49.48 49.04 48.62 48.20 47.80 47.41 47.02 7.0
7.5 51.70 51.20 50.72 50.26 49.80 49.36 48.93 48.51 48.11 47.71 7.5
8.0 52.57 52.05 51.55 51.06 50.59 50.13 49.69 49.26 48.84 48.43 8.0
8.5 53.49 52.94 52.41 51.90 51.41 50.93 50.47 50.02 49.59 49.17 8.5
9.0 54.47 53.89 53.33 52.79 52.27 51.77 51.29 50.83 50.37 49.94 9.0
9.5 55.52 54.90 54.30 53.73 53.18 52.66 52.15 51.67 51.19 50.74 9.5
10.0 56.68 55.99 55.35 54.74 54.16 53.60 53.06 52.55 52.05 51.58 10.0
10.5 57.97 57.21 56.50 55.83 55.20 54.60 54.03 53.49 52.96 52.46 10.5
11.0 59.47 58.58 57.78 57.03 56.34 55.69 55.07 54.49 53.93 53.40 11.0
11.5 61.33 60.22 59.26 58.40 57.61 56.89 56.21 55.57 54.97 54.39 11.5
12.0 64.36 62.42 61.10 60.02 59.08 58.24 57.47 56.77 56.10 55.48 12.0
12.5 64.00 62.18 60.90 59.85 58.93 58.11 57.36 56.67 12.5
13.0 63.72 61.98 60.74 59.71 58.82 58.02 13.0
13.5 63.51 61.83 60.62 59.61 13.5
14.0 63.37 61.73 14.0
316 Appendice A

Tabella A.4 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione debole (γ = 1.4)


M1 1.60 1.61 1.62 1.63 1.64 1.65 1.66 1.67 1.68 1.69 M1
σmax 65.83 65.77 65.71 65.65 65.60 65.55 65.50 65.45 65.40 65.36 σmax
δmax 14.65 14.90 15.14 15.38 15.62 15.86 16.09 16.32 16.55 16.78 δmax
δ δ
1.0 39.68 39.39 39.10 38.82 38.54 38.27 38.00 37.73 37.47 37.22 1.0
2.0 40.72 40.42 40.13 39.84 39.55 39.27 38.99 38.72 38.45 38.19 2.0
3.0 41.80 41.49 41.19 40.89 40.59 40.30 40.02 39.74 39.46 39.19 3.0
4.0 42.93 42.61 42.29 41.98 41.68 41.38 41.08 40.79 40.51 40.23 4.0
5.0 44.11 43.77 43.44 43.12 42.81 42.50 42.19 41.89 41.60 41.31 5.0
6.0 45.34 44.99 44.65 44.32 43.99 43.67 43.35 43.04 42.74 42.44 6.0
7.0 46.65 46.28 45.92 45.57 45.23 44.89 44.56 44.24 43.92 43.61 7.0
8.0 48.03 47.64 47.26 46.89 46.53 46.18 45.83 45.50 45.17 44.84 8.0
9.0 49.51 49.10 48.69 48.30 47.92 47.55 47.18 46.83 46.48 46.14 9.0
10.0 51.12 50.67 50.23 49.81 49.41 49.01 48.62 48.24 47.88 47.52 10.0
11.0 52.88 52.39 51.92 51.46 51.01 50.58 50.17 49.76 49.37 48.98 11.0
12.0 54.89 54.33 53.79 53.28 52.78 52.31 51.85 51.41 50.98 50.57 12.0
13.0 57.28 56.60 55.96 55.36 54.80 54.26 53.74 53.24 52.77 52.31 13.0
14.0 60.54 59.55 58.69 57.91 57.20 56.54 55.93 55.34 54.79 54.27 14.0
15.0 63.31 61.66 60.49 59.52 58.67 57.92 57.23 56.58 15.0
16.0 63.58 61.80 60.60 59.63 16.0
M1 1.70 1.71 1.72 1.73 1.74 1.75 1.76 1.77 1.78 1.79 M1
σmax 65.32 65.28 65.24 65.20 65.17 65.13 65.10 65.07 65.04 65.01 σmax
δmax 17.01 17.24 17.46 17.68 17.90 18.12 18.34 18.55 18.76 18.97 δmax
δ δ
1.0 36.96 36.71 36.47 36.23 35.99 35.75 35.52 35.29 35.07 34.85 1.0
2.0 37.93 37.67 37.42 37.17 36.93 36.69 36.45 36.22 35.99 35.76 2.0
3.0 38.92 38.66 38.40 38.15 37.90 37.65 37.41 37.17 36.93 36.70 3.0
4.0 39.96 39.69 39.42 39.16 38.90 38.65 38.40 38.16 37.91 37.68 4.0
5.0 41.03 40.75 40.48 40.21 39.94 39.68 39.43 39.17 38.93 38.68 5.0
6.0 42.14 41.86 41.57 41.30 41.02 40.76 40.49 40.23 39.98 39.73 6.0
7.0 43.31 43.01 42.72 42.43 42.15 41.87 41.60 41.33 41.07 40.81 7.0
8.0 44.53 44.22 43.91 43.61 43.32 43.03 42.75 42.47 42.20 41.94 8.0
9.0 45.81 45.49 45.17 44.86 44.55 44.25 43.96 43.67 43.39 43.11 9.0
10.0 47.17 46.82 46.49 46.16 45.84 45.53 45.22 44.92 44.63 44.34 10.0
11.0 48.61 48.25 47.89 47.55 47.21 46.88 46.56 46.24 45.93 45.63 11.0
12.0 50.17 49.78 49.40 49.03 48.67 48.32 47.98 47.64 47.32 47.00 12.0
13.0 51.87 51.44 51.03 50.63 50.24 49.86 49.50 49.14 48.79 48.45 13.0
14.0 53.77 53.29 52.83 52.39 51.96 51.55 51.15 50.76 50.38 50.01 14.0
15.0 55.98 55.42 54.88 54.37 53.89 53.42 52.97 52.54 52.13 51.73 15.0
16.0 58.79 58.04 57.36 56.73 56.14 55.59 55.06 54.57 54.09 53.63 16.0
17.0 64.63 62.18 60.90 59.90 59.05 58.30 57.61 56.99 56.40 55.86 17.0
18.0 62.94 61.42 60.34 59.46 58.69 18.0
M1 1.80 1.81 1.82 1.83 1.84 1.85 1.86 1.87 1.88 1.89 M1
σmax 64.99 64.96 64.94 64.91 64.89 64.87 64.85 64.83 64.82 64.80 σmax
δmax 19.18 19.39 19.59 19.80 20.00 20.20 20.40 20.59 20.79 20.98 δmax
δ δ
1.0 34.63 34.41 34.20 33.99 33.78 33.58 33.38 33.18 32.98 32.79 1.0
2.0 35.54 35.32 35.10 34.89 34.68 34.47 34.26 34.06 33.86 33.66 2.0
3.0 36.47 36.25 36.03 35.81 35.59 35.38 35.17 34.96 34.76 34.56 3.0
4.0 37.44 37.21 36.99 36.76 36.54 36.32 36.11 35.90 35.69 35.48 4.0
5.0 38.44 38.21 37.97 37.74 37.52 37.30 37.08 36.86 36.65 36.44 5.0
6.0 39.48 39.24 39.00 38.76 38.53 38.30 38.08 37.86 37.64 37.42 6.0
7.0 40.56 40.31 40.06 39.82 39.58 39.34 39.11 38.89 38.66 38.44 7.0
8.0 41.67 41.41 41.16 40.91 40.67 40.42 40.19 39.95 39.72 39.50 8.0
9.0 42.84 42.57 42.31 42.05 41.79 41.55 41.30 41.06 40.82 40.59 9.0
10.0 44.06 43.78 43.51 43.24 42.98 42.72 42.46 42.21 41.97 41.73 10.0
11.0 45.34 45.05 44.76 44.48 44.21 43.94 43.68 43.42 43.16 42.91 11.0
12.0 46.69 46.38 46.08 45.79 45.50 45.22 44.95 44.68 44.41 44.15 12.0
13.0 48.12 47.80 47.48 47.17 46.87 46.58 46.29 46.00 45.73 45.46 13.0
14.0 49.66 49.31 48.98 48.65 48.33 48.01 47.71 47.41 47.12 46.83 14.0
15.0 51.34 50.96 50.59 50.24 49.89 49.56 49.23 48.91 48.59 48.29 15.0
16.0 53.20 52.78 52.37 51.98 51.60 51.23 50.88 50.53 50.19 49.86 16.0
17.0 55.34 54.85 54.38 53.93 53.50 53.09 52.69 52.31 51.94 51.58 17.0
18.0 57.99 57.36 56.78 56.23 55.71 55.23 54.76 54.32 53.90 53.49 18.0
19.0 62.31 61.03 60.05 59.24 58.52 57.87 57.27 56.71 56.19 55.71 19.0
20.0 62.10 60.91 59.99 59.21 58.52 20.0
Appendice A 317

Tabella A.4 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione debole (γ = 1.4)


M1 1.90 1.91 1.92 1.93 1.94 1.95 1.96 1.97 1.98 1.99 M1
σmax 64.78 64.77 64.75 64.74 64.73 64.72 64.71 64.70 64.69 64.68 σmax
δmax 21.17 21.36 21.54 21.73 21.91 22.09 22.27 22.45 22.63 22.80 δmax
δ δ
1.0 32.60 32.41 32.22 32.04 31.86 31.68 31.50 31.32 31.15 30.98 1.0
2.0 33.46 33.27 33.08 32.89 32.71 32.53 32.34 32.17 31.99 31.82 2.0
3.0 34.36 34.16 33.97 33.78 33.59 33.40 33.22 33.04 32.86 32.68 3.0
4.0 35.28 35.08 34.88 34.69 34.49 34.30 34.12 33.93 33.75 33.57 4.0
5.0 36.23 36.02 35.82 35.62 35.43 35.23 35.04 34.85 34.67 34.48 5.0
6.0 37.21 37.00 36.79 36.59 36.39 36.19 36.00 35.80 35.61 35.43 6.0
7.0 38.22 38.01 37.80 37.59 37.38 37.18 36.98 36.78 36.59 36.40 7.0
8.0 39.27 39.05 38.84 38.62 38.41 38.20 38.00 37.80 37.60 37.40 8.0
9.0 40.36 40.13 39.91 39.69 39.47 39.26 39.05 38.85 38.64 38.44 9.0
10.0 41.49 41.26 41.03 40.80 40.58 40.36 40.14 39.93 39.72 39.51 10.0
11.0 42.67 42.43 42.19 41.96 41.73 41.50 41.28 41.06 40.84 40.63 11.0
12.0 43.90 43.65 43.40 43.16 42.92 42.69 42.46 42.23 42.01 41.79 12.0
13.0 45.19 44.93 44.67 44.42 44.17 43.93 43.69 43.46 43.22 43.00 13.0
14.0 46.55 46.27 46.01 45.74 45.48 45.23 44.98 44.74 44.50 44.26 14.0
15.0 47.99 47.70 47.42 47.14 46.87 46.60 46.34 46.08 45.83 45.58 15.0
16.0 49.54 49.23 48.93 48.63 48.34 48.06 47.78 47.51 47.25 46.99 16.0
17.0 51.23 50.89 50.56 50.24 49.93 49.62 49.32 49.03 48.75 48.47 17.0
18.0 53.10 52.72 52.35 52.00 51.65 51.32 51.00 50.68 50.37 50.08 18.0
19.0 55.24 54.80 54.38 53.97 53.58 53.21 52.84 52.49 52.15 51.83 19.0
20.0 57.90 57.33 56.80 56.30 55.83 55.38 54.96 54.55 54.16 53.78 20.0
21.0 62.25 61.05 60.14 59.38 58.70 58.10 57.54 57.02 56.54 56.08 21.0
22.0 62.86 61.49 60.53 59.74 59.06 22.0

M1 2.00 2.02 2.04 2.06 2.08 2.10 2.15 2.20 2.25 2.30 M1
σmax 64.67 64.65 64.64 64.63 64.63 64.62 64.62 64.62 64.63 64.65 σmax
δmax 22.97 23.31 23.65 23.98 24.30 24.61 25.38 26.10 26.79 27.45 δmax
δ δ
1.0 30.81 30.48 30.15 29.84 29.53 29.22 28.49 27.80 27.14 26.52 1.0
2.0 31.64 31.31 30.98 30.65 30.34 30.03 29.29 28.59 27.93 27.29 2.0
3.0 32.50 32.16 31.83 31.50 31.18 30.87 30.11 29.40 28.73 28.09 3.0
4.0 33.39 33.04 32.70 32.37 32.04 31.72 30.96 30.24 29.55 28.91 4.0
5.0 34.30 33.94 33.60 33.26 32.93 32.60 31.83 31.10 30.40 29.75 5.0
6.0 35.24 34.88 34.52 34.18 33.84 33.51 32.72 31.98 31.28 30.61 6.0
7.0 36.21 35.84 35.48 35.13 34.78 34.45 33.65 32.89 32.18 31.50 7.0
8.0 37.21 36.83 36.46 36.10 35.75 35.41 34.60 33.83 33.10 32.42 8.0
9.0 38.24 37.86 37.48 37.11 36.75 36.41 35.57 34.79 34.05 33.36 9.0
10.0 39.31 38.91 38.53 38.15 37.79 37.43 36.58 35.78 35.03 34.33 10.0
11.0 40.42 40.01 39.62 39.23 38.86 38.49 37.62 36.81 36.05 35.32 11.0
12.0 41.58 41.15 40.75 40.35 39.97 39.59 38.70 37.87 37.09 36.35 12.0
13.0 42.77 42.34 41.92 41.51 41.11 40.73 39.82 38.96 38.16 37.41 13.0
14.0 44.03 43.58 43.14 42.72 42.31 41.91 40.97 40.09 39.28 38.51 14.0
15.0 45.34 44.87 44.42 43.98 43.55 43.14 42.17 41.27 40.43 39.64 15.0
16.0 46.73 46.23 45.76 45.30 44.86 44.43 43.42 42.49 41.62 40.81 16.0
17.0 48.20 47.68 47.18 46.69 46.23 45.78 44.73 43.76 42.86 42.03 17.0
18.0 49.79 49.22 48.69 48.17 47.68 47.21 46.10 45.09 44.16 43.30 18.0
19.0 51.51 50.89 50.31 49.76 49.23 48.73 47.56 46.49 45.52 44.62 19.0
20.0 53.42 52.74 52.09 51.49 50.91 50.36 49.11 47.98 46.95 46.01 20.0
21.0 55.64 54.83 54.09 53.40 52.76 52.15 50.78 49.56 48.47 47.47 21.0
22.0 58.46 57.39 56.46 55.63 54.87 54.17 52.62 51.28 50.09 49.03 22.0
23.0 61.20 59.63 58.43 57.43 56.55 54.70 53.18 51.86 50.70 23.0
24.0 61.28 59.77 57.22 55.36 53.83 52.53 24.0
25.0 60.86 58.06 56.14 54.61 25.0
26.0 62.69 59.12 57.08 26.0
27.0 60.55 27.0
318 Appendice A

Tabella A.4 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione debole (γ = 1.4)


M1 2.35 2.40 2.45 2.50 2.55 2.60 2.65 2.70 2.75 2.80 M1
σmax 64.68 64.71 64.74 64.78 64.82 64.87 64.91 64.96 65.00 65.05 σmax
δmax 28.08 28.68 29.25 29.80 30.32 30.81 31.29 31.74 32.17 32.59 δmax
δ δ
1.0 25.93 25.36 24.82 24.30 23.81 23.33 22.88 22.44 22.03 21.62 1.0
2.0 26.69 26.12 25.57 25.05 24.55 24.07 23.61 23.17 22.75 22.34 2.0
3.0 27.48 26.90 26.35 25.82 25.31 24.83 24.37 23.92 23.50 23.09 3.0
4.0 28.29 27.70 27.14 26.61 26.10 25.61 25.14 24.70 24.26 23.85 4.0
5.0 29.12 28.53 27.96 27.42 26.91 26.41 25.94 25.49 25.06 24.64 5.0
6.0 29.98 29.38 28.80 28.26 27.74 27.24 26.77 26.31 25.87 25.45 6.0
7.0 30.86 30.25 29.67 29.12 28.59 28.09 27.61 27.15 26.71 26.29 7.0
8.0 31.77 31.15 30.56 30.01 29.47 28.97 28.48 28.02 27.57 27.15 8.0
9.0 32.70 32.07 31.48 30.91 30.38 29.87 29.38 28.91 28.46 28.03 9.0
10.0 33.66 33.02 32.42 31.85 31.31 30.79 30.29 29.82 29.37 28.94 10.0
11.0 34.64 34.00 33.39 32.81 32.26 31.74 31.24 30.76 30.31 29.87 11.0
12.0 35.66 35.01 34.39 33.80 33.24 32.71 32.21 31.73 31.27 30.83 12.0
13.0 36.71 36.04 35.41 34.82 34.25 33.72 33.21 32.72 32.26 31.81 13.0
14.0 37.79 37.11 36.47 35.87 35.29 34.75 34.23 33.74 33.27 32.82 14.0
15.0 38.91 38.21 37.56 36.94 36.36 35.81 35.28 34.79 34.31 33.86 15.0
16.0 40.06 39.35 38.68 38.06 37.46 36.90 36.37 35.86 35.38 34.92 16.0
17.0 41.25 40.53 39.85 39.20 38.60 38.02 37.48 36.97 36.48 36.02 17.0
18.0 42.49 41.75 41.05 40.39 39.77 39.18 38.63 38.11 37.61 37.14 18.0
19.0 43.79 43.02 42.29 41.62 40.98 40.38 39.82 39.28 38.78 38.30 19.0
20.0 45.14 44.34 43.59 42.89 42.24 41.62 41.04 40.50 39.98 39.49 20.0
21.0 46.56 45.72 44.94 44.22 43.54 42.91 42.31 41.75 41.22 40.72 21.0
22.0 48.06 47.17 46.36 45.60 44.90 44.24 43.63 43.05 42.50 41.99 22.0
23.0 49.66 48.72 47.85 47.06 46.32 45.64 45.00 44.40 43.84 43.31 23.0
24.0 51.39 50.37 49.44 48.60 47.82 47.10 46.43 45.81 45.22 44.68 24.0
25.0 53.30 52.17 51.16 50.25 49.42 48.65 47.94 47.29 46.68 46.10 25.0
26.0 55.50 54.18 53.05 52.03 51.13 50.30 49.55 48.85 48.21 47.60 26.0
27.0 58.22 56.54 55.18 54.03 53.01 52.10 51.27 50.52 49.83 49.19 27.0
28.0 62.97 59.65 57.78 56.33 55.13 54.09 53.16 52.33 51.58 50.88 28.0
29.0 61.73 59.31 57.69 56.39 55.30 54.35 53.50 52.73 29.0
30.0 61.45 59.35 57.88 56.69 55.67 54.79 30.0
31.0 61.71 59.72 58.33 57.20 31.0
32.0 62.55 60.43 32.0
Appendice A 319

Tabella A.4 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione debole (γ = 1.4)


M1 2.85 2.90 2.95 3.00 3.25 3.50 3.75 4.00 4.25 4.50 M1
σmax 65.10 65.15 65.19 65.24 65.47 65.69 65.88 66.06 66.21 66.35 σmax
δmax 32.98 33.36 33.73 34.07 35.61 36.87 37.91 38.77 39.51 40.13 δmax
δ δ
1.0 21.24 20.86 20.50 20.16 18.59 17.27 16.12 15.13 14.26 13.49 1.0
2.0 21.95 21.58 21.22 20.87 19.29 17.96 16.81 15.81 14.94 14.16 2.0
3.0 22.69 22.32 21.95 21.60 20.02 18.67 17.52 16.52 15.64 14.87 3.0
4.0 23.45 23.07 22.71 22.35 20.76 19.41 18.26 17.26 16.38 15.60 4.0
5.0 24.24 23.86 23.49 23.13 21.53 20.18 19.02 18.02 17.14 16.37 5.0
6.0 25.05 24.67 24.29 23.93 22.33 20.97 19.81 18.81 17.94 17.17 6.0
7.0 25.89 25.50 25.12 24.76 23.14 21.79 20.63 19.63 18.75 17.99 7.0
8.0 26.74 26.35 25.97 25.61 23.99 22.63 21.47 20.47 19.60 18.84 8.0
9.0 27.62 27.23 26.85 26.48 24.86 23.49 22.34 21.34 20.48 19.72 9.0
10.0 28.53 28.13 27.75 27.38 25.75 24.38 23.23 22.23 21.37 20.62 10.0
11.0 29.45 29.05 28.67 28.30 26.66 25.30 24.14 23.15 22.30 21.55 11.0
12.0 30.41 30.01 29.62 29.25 27.60 26.23 25.08 24.09 23.24 22.50 12.0
13.0 31.39 30.98 30.59 30.22 28.57 27.20 26.04 25.06 24.22 23.48 13.0
14.0 32.39 31.99 31.59 31.22 29.56 28.18 27.03 26.05 25.21 24.48 14.0
15.0 33.43 33.01 32.62 32.24 30.57 29.19 28.04 27.06 26.23 25.50 15.0
16.0 34.49 34.07 33.67 33.29 31.61 30.22 29.07 28.10 27.27 26.55 16.0
17.0 35.57 35.15 34.75 34.36 32.67 31.28 30.13 29.16 28.33 27.61 17.0
18.0 36.69 36.26 35.86 35.47 33.76 32.36 31.21 30.24 29.41 28.70 18.0
19.0 37.84 37.41 36.99 36.60 34.87 33.47 32.31 31.34 30.51 29.81 19.0
20.0 39.03 38.58 38.16 37.76 36.01 34.60 33.44 32.46 31.64 30.93 20.0
21.0 40.25 39.79 39.37 38.96 37.19 35.76 34.59 33.61 32.79 32.08 21.0
22.0 41.50 41.04 40.61 40.19 38.39 36.95 35.77 34.79 33.96 33.26 22.0
23.0 42.81 42.33 41.89 41.46 39.63 38.16 36.97 35.98 35.15 34.45 23.0
24.0 44.16 43.67 43.21 42.78 40.90 39.41 38.20 37.21 36.37 35.67 24.0
25.0 45.57 45.06 44.59 44.14 42.21 40.69 39.47 38.46 37.62 36.91 25.0
26.0 47.04 46.51 46.02 45.55 43.56 42.01 40.76 39.74 38.89 38.17 26.0
27.0 48.59 48.04 47.52 47.03 44.97 43.37 42.09 41.05 40.19 39.47 27.0
28.0 50.25 49.65 49.10 48.59 46.43 44.77 43.46 42.40 41.52 40.79 28.0
29.0 52.03 51.38 50.79 50.24 47.95 46.23 44.88 43.79 42.89 42.15 29.0
30.0 53.99 53.27 52.62 52.01 49.56 47.75 46.35 45.22 44.30 43.54 30.0
31.0 56.24 55.40 54.64 53.96 51.28 49.35 47.88 46.71 45.76 44.97 31.0
32.0 59.04 57.93 57.00 56.18 53.14 51.05 49.48 48.26 47.27 46.45 32.0
33.0 61.57 60.05 58.91 55.21 52.88 51.19 49.88 48.84 47.99 33.0
34.0 63.67 57.62 54.89 53.01 51.61 50.50 49.60 34.0
35.0 60.81 57.19 55.02 53.46 52.26 51.30 35.0
36.0 60.09 57.31 55.50 54.15 53.10 36.0
37.0 60.17 57.84 56.26 55.07 37.0
38.0 60.83 58.72 57.29 38.0
39.0 62.06 59.98 39.0
40.0 64.34 40.0
320 Appendice A

Tabella A.4 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione debole (γ = 1.4)


M1 4.75 5.00 5.50 6.00 6.50 7.00 7.50 8.00 8.50 9.00 M1
σmax 66.48 66.58 66.77 66.91 67.03 67.13 67.21 67.28 67.33 67.38 σmax
δmax 40.66 41.12 41.86 42.44 42.89 43.25 43.55 43.79 43.99 44.16 δmax
δ δ
1.0 12.80 12.18 11.11 10.23 9.49 8.85 8.30 7.82 7.39 7.02 1.0
2.0 13.47 12.85 11.79 10.91 10.16 9.53 8.98 8.50 8.08 7.71 2.0
3.0 14.18 13.56 12.50 11.62 10.88 10.25 9.71 9.24 8.82 8.46 3.0
4.0 14.92 14.30 13.24 12.37 11.64 11.02 10.48 10.02 9.61 9.25 4.0
5.0 15.69 15.07 14.02 13.16 12.44 11.82 11.30 10.85 10.45 10.10 5.0
6.0 16.48 15.88 14.84 13.98 13.27 12.67 12.16 11.71 11.33 10.99 6.0
7.0 17.31 16.71 15.68 14.84 14.14 13.55 13.05 12.62 12.25 11.92 7.0
8.0 18.17 17.57 16.55 15.73 15.04 14.46 13.98 13.56 13.20 12.88 8.0
9.0 19.05 18.46 17.46 16.64 15.97 15.41 14.93 14.53 14.18 13.88 9.0
10.0 19.96 19.38 18.39 17.59 16.93 16.38 15.92 15.53 15.19 14.90 10.0
11.0 20.90 20.32 19.34 18.56 17.91 17.38 16.93 16.55 16.23 15.95 11.0
12.0 21.85 21.28 20.32 19.55 18.92 18.40 17.97 17.60 17.28 17.01 12.0
13.0 22.84 22.27 21.33 20.57 19.96 19.45 19.02 18.67 18.36 18.10 13.0
14.0 23.85 23.29 22.35 21.61 21.01 20.51 20.10 19.76 19.46 19.21 14.0
15.0 24.87 24.32 23.40 22.67 22.08 21.60 21.20 20.86 20.58 20.33 15.0
16.0 25.92 25.38 24.47 23.75 23.17 22.70 22.31 21.98 21.71 21.47 16.0
17.0 26.99 26.45 25.56 24.85 24.28 23.82 23.44 23.12 22.85 22.62 17.0
18.0 28.08 27.55 26.66 25.97 25.41 24.96 24.58 24.27 24.01 23.79 18.0
19.0 29.20 28.66 27.79 27.10 26.55 26.11 25.74 25.44 25.18 24.96 19.0
20.0 30.33 29.80 28.93 28.25 27.71 27.28 26.92 26.62 26.37 26.15 20.0
21.0 31.48 30.95 30.09 29.42 28.89 28.46 28.10 27.81 27.57 27.36 21.0
22.0 32.65 32.13 31.28 30.61 30.08 29.66 29.31 29.02 28.78 28.58 22.0
23.0 33.85 33.33 32.47 31.81 31.29 30.87 30.53 30.24 30.01 29.80 23.0
24.0 35.06 34.54 33.69 33.04 32.52 32.10 31.76 31.48 31.24 31.05 24.0
25.0 36.30 35.78 34.93 34.28 33.76 33.35 33.01 32.73 32.50 32.30 25.0
26.0 37.56 37.04 36.19 35.54 35.02 34.61 34.27 34.00 33.77 33.57 26.0
27.0 38.85 38.32 37.47 36.82 36.30 35.89 35.56 35.28 35.05 34.86 27.0
28.0 40.17 39.63 38.77 38.12 37.60 37.19 36.86 36.58 36.35 36.16 28.0
29.0 41.51 40.97 40.10 39.44 38.92 38.51 38.18 37.90 37.67 37.48 29.0
30.0 42.89 42.34 41.46 40.79 40.27 39.85 39.52 39.24 39.01 38.82 30.0
31.0 44.31 43.75 42.85 42.17 41.64 41.22 40.88 40.60 40.37 40.18 31.0
32.0 45.77 45.20 44.28 43.58 43.05 42.62 42.28 41.99 41.76 41.57 32.0
33.0 47.28 46.69 45.74 45.03 44.48 44.05 43.70 43.41 43.18 42.98 33.0
34.0 48.86 48.24 47.26 46.52 45.96 45.51 45.16 44.86 44.62 44.42 34.0
35.0 50.51 49.86 48.83 48.06 47.48 47.02 46.65 46.35 46.11 45.90 35.0
36.0 52.26 51.56 50.47 49.67 49.06 48.58 48.20 47.89 47.63 47.42 36.0
37.0 54.14 53.37 52.21 51.35 50.71 50.21 49.81 49.48 49.22 49.00 37.0
38.0 56.21 55.35 54.06 53.14 52.44 51.91 51.49 51.15 50.86 50.63 38.0
39.0 58.60 57.57 56.09 55.06 54.30 53.72 53.26 52.90 52.60 52.35 39.0
40.0 61.71 60.26 58.40 57.19 56.32 55.67 55.17 54.77 54.44 54.17 40.0
41.0 64.66 61.28 59.68 58.62 57.86 57.27 56.82 56.45 56.15 41.0
42.0 63.10 61.48 60.45 59.71 59.15 58.71 58.36 42.0
43.0 64.28 62.95 62.10 61.48 61.00 43.0
44.0 65.14 44.0
Appendice A 321

Tabella A.4 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione debole (γ = 1.4)


M1 9.50 10.00 10.50 11.00 11.50 12.00 12.50 13.00 13.50 14.00 M1
σmax 67.42 67.45 67.48 67.51 67.53 67.55 67.57 67.59 67.60 67.62 σmax
δmax 44.31 44.43 44.54 44.63 44.71 44.78 44.84 44.90 44.95 44.99 δmax
δ δ
1.0 6.68 6.38 6.10 5.86 5.63 5.42 5.23 5.06 4.89 4.74 1.0
2.0 7.38 7.08 6.81 6.56 6.34 6.14 5.95 5.78 5.62 5.48 2.0
3.0 8.13 7.84 7.57 7.34 7.12 6.92 6.74 6.58 6.43 6.29 3.0
4.0 8.93 8.65 8.40 8.17 7.96 7.77 7.60 7.44 7.30 7.17 4.0
5.0 9.79 9.52 9.27 9.05 8.86 8.68 8.51 8.36 8.23 8.10 5.0
6.0 10.69 10.43 10.20 9.98 9.80 9.63 9.47 9.33 9.20 9.09 6.0
7.0 11.63 11.38 11.16 10.96 10.78 10.62 10.47 10.34 10.22 10.11 7.0
8.0 12.61 12.37 12.15 11.96 11.79 11.64 11.50 11.38 11.27 11.16 8.0
9.0 13.62 13.38 13.18 13.00 12.84 12.69 12.56 12.45 12.34 12.24 9.0
10.0 14.65 14.43 14.23 14.06 13.91 13.77 13.65 13.54 13.44 13.35 10.0
11.0 15.70 15.49 15.31 15.14 14.99 14.86 14.75 14.64 14.55 14.47 11.0
12.0 16.78 16.58 16.40 16.24 16.10 15.98 15.87 15.77 15.68 15.60 12.0
13.0 17.88 17.68 17.51 17.36 17.23 17.11 17.01 16.91 16.83 16.75 13.0
14.0 18.99 18.81 18.64 18.50 18.37 18.26 18.16 18.07 17.99 17.91 14.0
15.0 20.12 19.94 19.78 19.64 19.52 19.41 19.32 19.23 19.15 19.09 15.0
16.0 21.27 21.09 20.94 20.81 20.69 20.58 20.49 20.41 20.33 20.27 16.0
17.0 22.42 22.25 22.11 21.98 21.86 21.76 21.68 21.60 21.52 21.46 17.0
18.0 23.60 23.43 23.29 23.16 23.05 22.96 22.87 22.79 22.72 22.66 18.0
19.0 24.78 24.62 24.48 24.36 24.25 24.16 24.07 24.00 23.93 23.87 19.0
20.0 25.97 25.82 25.68 25.56 25.46 25.37 25.29 25.21 25.15 25.09 20.0
21.0 27.18 27.03 26.89 26.78 26.68 26.59 26.51 26.44 26.38 26.32 21.0
22.0 28.40 28.25 28.12 28.01 27.91 27.82 27.75 27.68 27.62 27.56 22.0
23.0 29.63 29.49 29.36 29.25 29.15 29.07 28.99 28.92 28.86 28.81 23.0
24.0 30.88 30.73 30.61 30.50 30.40 30.32 30.25 30.18 30.12 30.07 24.0
25.0 32.14 31.99 31.87 31.76 31.67 31.59 31.51 31.45 31.39 31.34 25.0
26.0 33.41 33.27 33.14 33.04 32.95 32.86 32.79 32.73 32.67 32.62 26.0
27.0 34.69 34.55 34.43 34.33 34.24 34.15 34.08 34.02 33.96 33.91 27.0
28.0 36.00 35.86 35.74 35.63 35.54 35.46 35.39 35.33 35.27 35.22 28.0
29.0 37.32 37.18 37.06 36.95 36.86 36.78 36.71 36.65 36.59 36.54 29.0
30.0 38.66 38.52 38.40 38.29 38.20 38.12 38.05 37.99 37.93 37.88 30.0
31.0 40.02 39.88 39.76 39.65 39.56 39.48 39.41 39.35 39.29 39.24 31.0
32.0 41.40 41.26 41.14 41.03 40.94 40.86 40.79 40.72 40.67 40.62 32.0
33.0 42.81 42.67 42.54 42.44 42.34 42.26 42.19 42.13 42.07 42.02 33.0
34.0 44.25 44.10 43.98 43.87 43.78 43.69 43.62 43.56 43.50 43.45 34.0
35.0 45.72 45.58 45.45 45.34 45.24 45.16 45.08 45.02 44.96 44.90 35.0
36.0 47.24 47.09 46.96 46.84 46.74 46.66 46.58 46.51 46.45 46.40 36.0
37.0 48.81 48.65 48.51 48.40 48.29 48.20 48.13 48.06 47.99 47.94 37.0
38.0 50.44 50.27 50.13 50.00 49.90 49.80 49.72 49.65 49.58 49.53 38.0
39.0 52.14 51.97 51.81 51.68 51.57 51.47 51.39 51.31 51.24 51.18 39.0
40.0 53.95 53.76 53.60 53.46 53.34 53.23 53.14 53.06 52.98 52.92 40.0
41.0 55.90 55.69 55.51 55.35 55.22 55.11 55.00 54.92 54.84 54.77 41.0
42.0 58.06 57.82 57.61 57.44 57.29 57.16 57.04 56.94 56.85 56.77 42.0
43.0 60.62 60.31 60.05 59.84 59.65 59.49 59.36 59.23 59.13 59.03 43.0
44.0 64.31 63.74 63.30 62.96 62.68 62.44 62.25 62.07 61.93 61.80 44.0
322 Appendice A

Tabella A.5 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione forte (γ = 1.4)


M1 1.00 1.01 1.02 1.03 1.04 1.05 1.06 1.07 1.08 1.09 M1
σmax 85.36 83.49 82.08 80.93 79.94 79.06 78.27 77.56 76.90 σmax
δmax .05 .14 .26 .40 .56 .73 .91 1.10 1.30 δmax
δ δ
.5 82.75 84.58 85.53 86.17 86.63 .5
1.0 80.86 82.57 1.0

M1 1.10 1.11 1.12 1.13 1.14 1.15 1.16 1.17 1.18 1.19 M1
σmax 76.30 75.73 75.21 74.72 74.26 73.82 73.41 73.02 72.66 72.31 σmax
δmax 1.52 1.73 1.96 2.19 2.43 2.67 2.92 3.17 3.42 3.68 δmax
δ δ
.5 86.99 87.28 87.52 87.71 87.88 88.03 88.16 88.27 88.37 88.45 .5
1.0 83.58 84.30 84.85 85.30 85.67 85.98 86.26 86.49 86.69 86.88 1.0
1.5 77.47 80.37 81.65 82.54 83.22 83.77 84.22 84.61 84.94 85.24 1.5
2.0 78.69 80.18 81.17 81.93 82.54 83.05 83.48 2.0
2.5 77.43 79.03 80.09 80.89 81.54 2.5
3.0 76.50 78.13 79.21 3.0
75.81 3.5

M1 1.20 1.21 1.22 1.23 1.24 1.25 1.26 1.27 1.28 1.29 M1
σmax 71.98 71.66 71.36 71.07 70.80 70.54 70.29 70.05 69.82 69.60 σmax
δmax 3.94 4.21 4.47 4.74 5.01 5.29 5.56 5.83 6.11 6.39 δmax
δ δ
.5 88.53 88.60 88.67 88.73 88.78 88.83 88.88 88.92 88.96 89.00 .5
1.0 87.04 87.19 87.32 87.44 87.55 87.65 87.75 87.83 87.91 87.99 1.0
1.5 85.50 85.73 85.94 86.13 86.30 86.45 86.59 86.73 86.85 86.96 1.5
2.0 83.86 84.19 84.49 84.75 84.99 85.21 85.41 85.59 85.76 85.91 2.0
2.5 82.08 82.54 82.95 83.31 83.63 83.92 84.18 84.42 84.64 84.84 2.5
3.0 80.03 80.70 81.26 81.74 82.17 82.54 82.89 83.19 83.47 83.72 3.0
3.5 77.42 78.49 79.32 79.99 80.56 81.06 81.49 81.88 82.23 82.55 3.5
4.0 75.31 76.84 77.89 78.71 79.39 79.96 80.46 80.90 81.29 4.0
4.5 74.93 76.38 77.39 78.20 78.86 79.43 79.93 4.5
5.0 71.71 74.64 75.99 76.97 77.75 78.40 5.0
5.5 72.13 74.40 75.66 76.60 5.5
6.0 72.28 74.19 6.0

M1 1.30 1.31 1.32 1.33 1.34 1.35 1.36 1.37 1.38 1.39 M1
σmax 69.40 69.19 69.00 68.82 68.64 68.47 68.31 68.15 68.00 67.85 σmax
δmax 6.66 6.94 7.22 7.49 7.77 8.05 8.33 8.60 8.88 9.15 δmax
δ δ
.5 89.03 89.06 89.09 89.12 89.15 89.17 89.19 89.22 89.24 89.26 .5
1.0 88.05 88.12 88.18 88.23 88.29 88.34 88.38 88.43 88.47 88.51 1.0
1.5 87.06 87.16 87.25 87.34 87.42 87.50 87.57 87.63 87.70 87.76 1.5
2.0 86.06 86.19 86.32 86.43 86.54 86.64 86.74 86.83 86.92 87.00 2.0
2.5 85.02 85.20 85.36 85.51 85.65 85.78 85.90 86.02 86.13 86.23 2.5
3.0 83.95 84.17 84.37 84.55 84.73 84.89 85.04 85.18 85.32 85.44 3.0
3.5 82.83 83.10 83.34 83.57 83.78 83.98 84.16 84.33 84.49 84.64 3.5
4.0 81.65 81.97 82.27 82.54 82.79 83.03 83.25 83.45 83.64 83.82 4.0
4.5 80.37 80.77 81.13 81.46 81.76 82.04 82.30 82.54 82.76 82.97 4.5
5.0 78.97 79.46 79.90 80.30 80.66 80.99 81.30 81.58 81.84 82.08 5.0
5.5 77.35 78.00 78.55 79.04 79.48 79.88 80.24 80.57 80.87 81.16 5.5
6.0 75.37 76.27 77.01 77.63 78.18 78.66 79.09 79.49 79.85 80.18 6.0
6.5 72.34 74.01 75.12 75.98 76.69 77.30 77.84 78.31 78.74 79.13 6.5
7.0 72.35 73.85 74.89 75.72 76.40 77.00 77.52 77.99 7.0
7.5 72.34 73.70 74.68 75.47 76.14 76.72 7.5
8.0 70.02 72.30 73.56 74.49 75.25 8.0
8.5 70.37 72.25 73.42 8.5
9.0 70.55 9.0
Appendice A 323

Tabella A.5 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione forte (γ = 1.4)


M1 1.40 1.41 1.42 1.43 1.44 1.45 1.46 1.47 1.48 1.49 M1
σmax 67.72 67.58 67.45 67.33 67.21 67.10 66.99 66.88 66.78 66.68 σmax
δmax 9.43 9.70 9.97 10.25 10.52 10.79 11.05 11.32 11.59 11.85 δmax
δ δ
.5 89.27 89.29 89.31 89.33 89.34 89.36 89.37 89.38 89.40 89.41 .5
1.0 88.55 88.58 88.62 88.65 88.68 88.71 88.74 88.77 88.79 88.82 1.0
1.5 87.82 87.87 87.92 87.97 88.02 88.06 88.10 88.14 88.18 88.22 1.5
2.0 87.08 87.15 87.22 87.28 87.35 87.41 87.46 87.52 87.57 87.62 2.0
2.5 86.33 86.42 86.51 86.59 86.67 86.75 86.82 86.89 86.95 87.02 2.5
3.0 85.56 85.68 85.78 85.89 85.99 86.08 86.17 86.25 86.33 86.40 3.0
3.5 84.79 84.92 85.05 85.17 85.29 85.40 85.50 85.60 85.69 85.78 3.5
4.0 83.99 84.15 84.30 84.44 84.57 84.70 84.82 84.94 85.05 85.15 4.0
4.5 83.17 83.35 83.53 83.69 83.84 83.99 84.13 84.27 84.39 84.51 4.5
5.0 82.31 82.53 82.73 82.92 83.10 83.27 83.42 83.58 83.72 83.86 5.0
5.5 81.42 81.67 81.90 82.12 82.32 82.51 82.69 82.87 83.03 83.19 5.5
6.0 80.48 80.77 81.03 81.28 81.51 81.73 81.94 82.13 82.32 82.49 6.0
6.5 79.49 79.82 80.12 80.41 80.67 80.92 81.15 81.38 81.58 81.78 6.5
7.0 78.41 78.80 79.15 79.48 79.79 80.07 80.33 80.58 80.82 81.04 7.0
7.5 77.23 77.69 78.11 78.49 78.84 79.17 79.47 79.75 80.01 80.26 7.5
8.0 75.89 76.46 76.96 77.41 77.82 78.20 78.55 78.87 79.17 79.45 8.0
8.5 74.30 75.03 75.66 76.21 76.70 77.14 77.55 77.92 78.27 78.59 8.5
9.0 72.19 73.28 74.12 74.83 75.44 75.98 76.46 76.89 77.29 77.66 9.0
9.5 70.64 72.11 73.14 73.95 74.63 75.23 75.75 76.22 76.65 9.5
10.0 70.67 72.02 73.00 73.78 74.44 75.02 75.53 10.0
10.5 68.06 70.66 71.92 72.85 73.61 74.25 10.5
11.0 68.53 70.62 71.81 72.70 11.0
11.5 68.72 70.56 11.5

M1 1.50 1.51 1.52 1.53 1.54 1.55 1.56 1.57 1.58 1.59 M1
σmax 66.59 66.50 66.41 66.33 66.25 66.17 66.10 66.03 65.96 65.89 σmax
δmax 12.11 12.37 12.63 12.89 13.15 13.40 13.66 13.91 14.16 14.41 δmax
δ δ
.5 89.42 89.43 89.44 89.45 89.46 89.47 89.48 89.49 89.50 89.51 .5
1.0 88.84 88.86 88.88 88.90 88.92 88.94 88.96 88.98 89.00 89.01 1.0
1.5 88.26 88.29 88.32 88.35 88.38 88.41 88.44 88.47 88.49 88.52 1.5
2.0 87.67 87.71 87.76 87.80 87.84 87.88 87.92 87.95 87.99 88.02 2.0
2.5 87.08 87.13 87.19 87.24 87.29 87.34 87.39 87.44 87.48 87.52 2.5
3.0 86.48 86.55 86.61 86.68 86.74 86.80 86.86 86.91 86.97 87.02 3.0
3.5 85.87 85.95 86.04 86.11 86.18 86.25 86.32 86.39 86.45 86.51 3.5
4.0 85.26 85.35 85.44 85.53 85.62 85.70 85.78 85.85 85.92 86.00 4.0
4.5 84.63 84.74 84.85 84.95 85.04 85.14 85.23 85.31 85.39 85.47 4.5
5.0 83.99 84.12 84.23 84.35 84.46 84.56 84.67 84.76 84.86 84.94 5.0
5.5 83.34 83.48 83.61 83.74 83.86 83.98 84.09 84.20 84.31 84.41 5.5
6.0 82.66 82.82 82.97 83.12 83.25 83.39 83.51 83.63 83.75 83.86 6.0
6.5 81.97 82.14 82.31 82.47 82.63 82.77 82.92 83.05 83.18 83.30 6.5
7.0 81.25 81.45 81.63 81.81 81.98 82.15 82.30 82.45 82.59 82.73 7.0
7.5 80.50 80.72 80.93 81.13 81.32 81.50 81.67 81.83 81.99 82.14 7.5
8.0 79.71 79.96 80.19 80.42 80.63 80.83 81.02 81.20 81.37 81.53 8.0
8.5 78.88 79.16 79.42 79.67 79.91 80.13 80.34 80.54 80.73 80.91 8.5
9.0 78.00 78.32 78.61 78.89 79.15 79.39 79.63 79.85 80.06 80.26 9.0
9.5 77.04 77.40 77.74 78.06 78.35 78.62 78.88 79.13 79.36 79.58 9.5
10.0 75.99 76.42 76.80 77.16 77.49 77.80 78.10 78.37 78.63 78.87 10.0
10.5 74.82 75.32 75.77 76.19 76.57 76.92 77.25 77.56 77.85 78.12 10.5
11.0 73.44 74.06 74.62 75.11 75.56 75.97 76.34 76.69 77.02 77.32 11.0
11.5 71.69 72.55 73.26 73.88 74.42 74.90 75.34 75.75 76.12 76.47 11.5
12.0 68.79 70.47 71.55 72.39 73.09 73.69 74.22 74.70 75.13 75.53 12.0
12.5 68.79 70.37 71.41 72.22 72.91 73.50 74.02 74.49 12.5
13.0 68.73 70.24 71.25 72.05 72.72 73.30 13.0
13.5 68.63 70.09 71.08 71.87 13.5
14.0 68.49 69.92 14.0
324 Appendice A

Tabella A.5 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione forte (γ = 1.4)


M1 1.60 1.61 1.62 1.63 1.64 1.65 1.66 1.67 1.68 1.69 M1
σmax 65.83 65.77 65.71 65.65 65.60 65.55 65.50 65.45 65.40 65.36 σmax
δmax 14.65 14.90 15.14 15.38 15.62 15.86 16.09 16.32 16.55 16.78 δmax
δ δ
1.0 89.03 89.05 89.06 89.08 89.09 89.10 89.12 89.13 89.14 89.15 1.0
2.0 88.05 88.09 88.12 88.15 88.17 88.20 88.23 88.25 88.28 88.30 2.0
3.0 87.07 87.11 87.16 87.20 87.25 87.29 87.33 87.37 87.41 87.44 3.0
4.0 86.06 86.13 86.19 86.25 86.31 86.36 86.42 86.47 86.52 86.57 4.0
5.0 85.03 85.11 85.19 85.27 85.35 85.42 85.49 85.56 85.62 85.68 5.0
6.0 83.97 84.07 84.17 84.27 84.36 84.45 84.53 84.62 84.70 84.77 6.0
7.0 82.86 82.99 83.11 83.22 83.33 83.44 83.54 83.64 83.74 83.83 7.0
8.0 81.69 81.84 81.99 82.13 82.26 82.39 82.51 82.63 82.75 82.86 8.0
9.0 80.45 80.63 80.80 80.97 81.13 81.28 81.43 81.57 81.71 81.84 9.0
10.0 79.10 79.32 79.53 79.73 79.92 80.10 80.28 80.44 80.60 80.76 10.0
11.0 77.61 77.88 78.14 78.38 78.61 78.83 79.03 79.23 79.42 79.60 11.0
12.0 75.90 76.24 76.56 76.86 77.14 77.41 77.66 77.91 78.13 78.35 12.0
13.0 73.82 74.29 74.71 75.10 75.46 75.80 76.12 76.41 76.69 76.95 13.0
14.0 70.89 71.67 72.33 72.90 73.41 73.86 74.28 74.67 75.02 75.36 14.0
15.0 68.06 69.50 70.48 71.25 71.90 72.47 72.97 73.42 15.0
16.0 67.38 68.97 69.98 70.77 16.0
M1 1.70 1.71 1.72 1.73 1.74 1.75 1.76 1.77 1.78 1.79 M1
σmax 65.32 65.28 65.24 65.20 65.17 65.13 65.10 65.07 65.04 65.01 σmax
δmax 17.01 17.24 17.46 17.68 17.90 18.12 18.34 18.55 18.76 18.97 δmax
δ δ
1.0 89.16 89.18 89.19 89.20 89.21 89.22 89.23 89.24 89.25 89.26 1.0
2.0 88.33 88.35 88.37 88.39 88.41 88.43 88.45 88.47 88.49 88.51 2.0
3.0 87.48 87.51 87.55 87.58 87.61 87.64 87.67 87.70 87.73 87.75 3.0
4.0 86.62 86.67 86.71 86.76 86.80 86.84 86.88 86.92 86.96 86.99 4.0
5.0 85.74 85.80 85.86 85.92 85.97 86.03 86.08 86.13 86.17 86.22 5.0
6.0 84.85 84.92 84.99 85.06 85.13 85.19 85.25 85.31 85.37 85.43 6.0
7.0 83.92 84.01 84.10 84.18 84.26 84.33 84.41 84.48 84.55 84.62 7.0
8.0 82.97 83.07 83.17 83.27 83.36 83.45 83.54 83.62 83.71 83.79 8.0
9.0 81.96 82.09 82.20 82.32 82.43 82.53 82.63 82.73 82.83 82.93 9.0
10.0 80.91 81.05 81.19 81.32 81.45 81.57 81.69 81.80 81.92 82.02 10.0
11.0 79.78 79.94 80.11 80.26 80.41 80.55 80.69 80.82 80.95 81.08 11.0
12.0 78.56 78.75 78.94 79.12 79.30 79.47 79.63 79.78 79.93 80.08 12.0
13.0 77.20 77.44 77.67 77.89 78.09 78.29 78.48 78.66 78.83 79.00 13.0
14.0 75.67 75.96 76.24 76.50 76.75 76.99 77.21 77.43 77.63 77.83 14.0
15.0 73.84 74.22 74.58 74.91 75.22 75.51 75.79 76.05 76.30 76.53 15.0
16.0 71.43 72.00 72.50 72.96 73.37 73.76 74.11 74.44 74.76 75.05 16.0
17.0 66.00 68.28 69.38 70.21 70.89 71.48 71.99 72.46 72.88 73.26 17.0
18.0 67.27 68.63 69.55 70.27 70.89 18.0
M1 1.80 1.81 1.82 1.83 1.84 1.85 1.86 1.87 1.88 1.89 M1
σmax 64.99 64.96 64.94 64.91 64.89 64.87 64.85 64.83 64.82 64.80 σmax
δmax 19.18 19.39 19.59 19.80 20.00 20.20 20.40 20.59 20.79 20.98 δmax
δ δ
1.0 89.26 89.27 89.28 89.29 89.30 89.31 89.31 89.32 89.33 89.34 1.0
2.0 88.53 88.54 88.56 88.57 88.59 88.61 88.62 88.64 88.65 88.66 2.0
3.0 87.78 87.81 87.83 87.86 87.88 87.91 87.93 87.95 87.97 87.99 3.0
4.0 87.03 87.06 87.10 87.13 87.16 87.19 87.22 87.25 87.28 87.31 4.0
5.0 86.27 86.31 86.35 86.39 86.43 86.47 86.51 86.55 86.59 86.62 5.0
6.0 85.48 85.54 85.59 85.64 85.69 85.74 85.79 85.83 85.88 85.92 6.0
7.0 84.69 84.75 84.81 84.87 84.93 84.99 85.05 85.10 85.16 85.21 7.0
8.0 83.87 83.94 84.01 84.09 84.15 84.22 84.29 84.35 84.41 84.48 8.0
9.0 83.02 83.10 83.19 83.27 83.35 83.43 83.51 83.58 83.65 83.72 9.0
10.0 82.13 82.23 82.33 82.42 82.52 82.61 82.69 82.78 82.86 82.94 10.0
11.0 81.20 81.32 81.43 81.54 81.64 81.75 81.85 81.94 82.04 82.13 11.0
12.0 80.21 80.35 80.48 80.60 80.73 80.84 80.96 81.07 81.18 81.28 12.0
13.0 79.16 79.32 79.47 79.61 79.75 79.89 80.02 80.14 80.27 80.39 13.0
14.0 78.02 78.20 78.38 78.54 78.71 78.86 79.01 79.16 79.30 79.43 14.0
15.0 76.76 76.97 77.18 77.37 77.56 77.75 77.92 78.09 78.25 78.41 15.0
16.0 75.32 75.59 75.83 76.07 76.30 76.51 76.72 76.92 77.11 77.29 16.0
17.0 73.62 73.96 74.27 74.57 74.84 75.11 75.36 75.60 75.82 76.04 17.0
18.0 71.42 71.90 72.34 72.73 73.10 73.44 73.76 74.06 74.34 74.61 18.0
19.0 67.58 68.71 69.53 70.20 70.78 71.28 71.74 72.15 72.53 72.88 19.0
20.0 67.54 68.60 69.38 70.02 70.57 20.0
Appendice A 325

Tabella A.5 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione forte (γ = 1.4)


M1 1.90 1.91 1.92 1.93 1.94 1.95 1.96 1.97 1.98 1.99 M1
σmax 64.78 64.77 64.75 64.74 64.73 64.72 64.71 64.70 64.69 64.68 σmax
δmax 21.17 21.36 21.54 21.73 21.91 22.09 22.27 22.45 22.63 22.80 δmax
δ δ
1.0 89.34 89.35 89.35 89.36 89.37 89.37 89.38 89.38 89.39 89.40 1.0
2.0 88.68 88.69 88.70 88.72 88.73 88.74 88.75 88.77 88.78 88.79 2.0
3.0 88.01 88.03 88.05 88.07 88.09 88.11 88.13 88.14 88.16 88.18 3.0
4.0 87.34 87.37 87.39 87.42 87.44 87.47 87.49 87.51 87.54 87.56 4.0
5.0 86.66 86.69 86.73 86.76 86.79 86.82 86.85 86.88 86.91 86.94 5.0
6.0 85.96 86.01 86.05 86.09 86.13 86.16 86.20 86.24 86.27 86.31 6.0
7.0 85.26 85.31 85.36 85.40 85.45 85.49 85.54 85.58 85.62 85.66 7.0
8.0 84.53 84.59 84.65 84.70 84.76 84.81 84.86 84.91 84.96 85.01 8.0
9.0 83.79 83.86 83.92 83.98 84.05 84.11 84.16 84.22 84.28 84.33 9.0
10.0 83.02 83.10 83.17 83.24 83.31 83.38 83.45 83.51 83.58 83.64 10.0
11.0 82.22 82.31 82.39 82.47 82.55 82.63 82.71 82.78 82.86 82.93 11.0
12.0 81.38 81.48 81.58 81.67 81.76 81.85 81.93 82.02 82.10 82.18 12.0
13.0 80.50 80.61 80.72 80.83 80.93 81.03 81.13 81.22 81.31 81.40 13.0
14.0 79.57 79.69 79.82 79.94 80.05 80.17 80.27 80.38 80.49 80.59 14.0
15.0 78.56 78.71 78.85 78.98 79.12 79.24 79.37 79.49 79.61 79.72 15.0
16.0 77.46 77.63 77.80 77.96 78.11 78.25 78.40 78.53 78.67 78.80 16.0
17.0 76.25 76.45 76.64 76.82 77.00 77.17 77.33 77.49 77.65 77.79 17.0
18.0 74.86 75.10 75.33 75.55 75.76 75.96 76.16 76.34 76.52 76.70 18.0
19.0 73.21 73.52 73.81 74.08 74.34 74.58 74.82 75.04 75.26 75.46 19.0
20.0 71.06 71.50 71.90 72.27 72.61 72.93 73.23 73.51 73.78 74.03 20.0
21.0 67.22 68.29 69.08 69.71 70.26 70.74 71.18 71.57 71.94 72.27 21.0
22.0 66.52 67.78 68.62 69.28 69.84 22.0

M1 2.00 2.02 2.04 2.06 2.08 2.10 2.15 2.20 2.25 2.30 M1
σmax 64.67 64.65 64.64 64.63 64.63 64.62 64.62 64.62 64.63 64.65 σmax
δmax 22.97 23.31 23.65 23.98 24.30 24.61 25.38 26.10 26.79 27.45 δmax
δ δ
1.0 89.40 89.41 89.42 89.43 89.44 89.45 89.47 89.49 89.50 89.52 1.0
2.0 88.80 88.82 88.84 88.86 88.88 88.90 88.94 88.97 89.01 89.04 2.0
3.0 88.19 88.22 88.25 88.28 88.31 88.34 88.40 88.46 88.51 88.56 3.0
4.0 87.58 87.62 87.67 87.70 87.74 87.78 87.86 87.94 88.01 88.07 4.0
5.0 86.97 87.02 87.07 87.12 87.17 87.21 87.32 87.41 87.50 87.58 5.0
6.0 86.34 86.41 86.47 86.53 86.58 86.64 86.77 86.88 86.99 87.09 6.0
7.0 85.70 85.78 85.85 85.92 85.99 86.06 86.21 86.35 86.47 86.58 7.0
8.0 85.05 85.14 85.23 85.31 85.39 85.46 85.64 85.80 85.94 86.08 8.0
9.0 84.39 84.49 84.59 84.68 84.77 84.86 85.06 85.24 85.40 85.56 9.0
10.0 83.70 83.82 83.93 84.04 84.14 84.24 84.46 84.67 84.86 85.03 10.0
11.0 82.99 83.13 83.25 83.37 83.49 83.60 83.85 84.09 84.29 84.48 11.0
12.0 82.26 82.41 82.55 82.68 82.81 82.94 83.23 83.48 83.72 83.93 12.0
13.0 81.49 81.66 81.82 81.97 82.11 82.25 82.57 82.86 83.12 83.36 13.0
14.0 80.68 80.87 81.05 81.22 81.38 81.54 81.90 82.22 82.50 82.76 14.0
15.0 79.83 80.04 80.25 80.44 80.62 80.79 81.19 81.54 81.86 82.15 15.0
16.0 78.92 79.16 79.39 79.60 79.81 80.00 80.44 80.84 81.19 81.51 16.0
17.0 77.94 78.21 78.47 78.71 78.94 79.16 79.66 80.10 80.49 80.84 17.0
18.0 76.86 77.18 77.47 77.75 78.01 78.26 78.82 79.31 79.74 80.13 18.0
19.0 75.66 76.03 76.37 76.69 76.99 77.28 77.91 78.47 78.95 79.38 19.0
20.0 74.27 74.72 75.13 75.51 75.86 76.19 76.92 77.55 78.10 78.58 20.0
21.0 72.59 73.17 73.68 74.15 74.57 74.96 75.82 76.54 77.17 77.72 21.0
22.0 70.33 71.17 71.88 72.49 73.03 73.52 74.56 75.42 76.14 76.77 22.0
23.0 67.93 69.28 70.26 71.05 71.72 73.07 74.12 74.99 75.72 23.0
24.0 67.79 69.10 71.16 72.56 73.64 74.51 24.0
25.0 68.14 70.48 71.97 73.09 25.0
26.0 66.48 69.63 71.26 26.0
27.0 68.46 27.0
326 Appendice A

Tabella A.5 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione forte (γ = 1.4)


M1 2.35 2.40 2.45 2.50 2.55 2.60 2.65 2.70 2.75 2.80 M1
σmax 64.68 64.71 64.74 64.78 64.82 64.87 64.91 64.96 65.00 65.05 σmax
δmax 28.08 28.68 29.25 29.80 30.32 30.81 31.29 31.74 32.17 32.59 δmax
δ δ
1.0 89.53 89.55 89.56 89.57 89.58 89.59 89.60 89.61 89.62 89.63 1.0
2.0 89.07 89.09 89.12 89.14 89.16 89.18 89.20 89.22 89.23 89.25 2.0
3.0 88.60 88.64 88.68 88.71 88.74 88.77 88.80 88.83 88.85 88.87 3.0
4.0 88.13 88.18 88.23 88.28 88.32 88.36 88.40 88.43 88.46 88.49 4.0
5.0 87.65 87.72 87.79 87.84 87.90 87.94 87.99 88.03 88.07 88.11 5.0
6.0 87.17 87.26 87.33 87.40 87.46 87.52 87.58 87.63 87.68 87.73 6.0
7.0 86.69 86.78 86.87 86.95 87.03 87.10 87.17 87.23 87.28 87.34 7.0
8.0 86.20 86.31 86.41 86.50 86.59 86.67 86.75 86.82 86.88 86.94 8.0
9.0 85.69 85.82 85.94 86.05 86.14 86.24 86.32 86.40 86.48 86.55 9.0
10.0 85.18 85.32 85.46 85.58 85.69 85.79 85.89 85.98 86.06 86.14 10.0
11.0 84.66 84.82 84.96 85.10 85.22 85.34 85.45 85.55 85.64 85.73 11.0
12.0 84.12 84.30 84.46 84.61 84.75 84.88 85.00 85.11 85.21 85.31 12.0
13.0 83.57 83.77 83.95 84.11 84.27 84.41 84.54 84.66 84.77 84.88 13.0
14.0 83.00 83.22 83.42 83.60 83.77 83.92 84.07 84.20 84.32 84.44 14.0
15.0 82.41 82.65 82.87 83.07 83.25 83.42 83.58 83.73 83.86 83.99 15.0
16.0 81.80 82.06 82.30 82.52 82.72 82.91 83.08 83.24 83.39 83.53 16.0
17.0 81.16 81.44 81.71 81.95 82.17 82.37 82.56 82.73 82.90 83.05 17.0
18.0 80.48 80.80 81.09 81.35 81.59 81.82 82.02 82.21 82.39 82.55 18.0
19.0 79.77 80.12 80.44 80.73 80.99 81.23 81.46 81.66 81.86 82.03 19.0
20.0 79.02 79.40 79.75 80.07 80.36 80.63 80.87 81.09 81.30 81.50 20.0
21.0 78.20 78.63 79.02 79.37 79.69 79.98 80.25 80.50 80.72 80.93 21.0
22.0 77.32 77.80 78.24 78.63 78.98 79.30 79.59 79.86 80.11 80.34 22.0
23.0 76.34 76.90 77.38 77.82 78.21 78.57 78.89 79.19 79.46 79.71 23.0
24.0 75.25 75.89 76.45 76.94 77.38 77.78 78.14 78.47 78.77 79.04 24.0
25.0 73.99 74.74 75.40 75.96 76.47 76.91 77.32 77.68 78.02 78.33 25.0
26.0 72.45 73.40 74.19 74.86 75.44 75.96 76.41 76.83 77.20 77.54 26.0
27.0 70.41 71.72 72.73 73.56 74.26 74.87 75.40 75.87 76.30 76.69 27.0
28.0 66.33 69.29 70.83 71.95 72.85 73.59 74.23 74.79 75.28 75.73 28.0
29.0 67.58 69.68 71.00 72.01 72.82 73.51 74.11 74.63 29.0
30.0 67.97 69.78 70.98 71.91 72.68 73.33 30.0
31.0 67.89 69.63 70.78 71.68 31.0
32.0 67.32 69.21 32.0
Appendice A 327

Tabella A.5 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione forte (γ = 1.4)


M1 2.85 2.90 2.95 3.00 3.25 3.50 3.75 4.00 4.25 4.50 M1
σmax 65.10 65.15 65.19 65.24 65.47 65.69 65.88 66.06 66.21 66.35 σmax
δmax 32.98 33.36 33.73 34.07 35.61 36.87 37.91 38.77 39.51 40.13 δmax
δ δ
1.0 89.63 89.64 89.65 89.65 89.68 89.69 89.71 89.72 89.73 89.74 1.0
2.0 89.26 89.28 89.29 89.30 89.35 89.39 89.42 89.44 89.46 89.48 2.0
3.0 88.89 88.91 88.93 88.95 89.02 89.08 89.12 89.16 89.19 89.21 3.0
4.0 88.52 88.55 88.57 88.59 88.69 88.77 88.83 88.88 88.92 88.95 4.0
5.0 88.15 88.18 88.21 88.24 88.36 88.46 88.53 88.59 88.64 88.68 5.0
6.0 87.77 87.81 87.85 87.88 88.03 88.15 88.24 88.31 88.37 88.41 6.0
7.0 87.39 87.43 87.48 87.52 87.69 87.83 87.94 88.02 88.09 88.15 7.0
8.0 87.00 87.06 87.11 87.15 87.36 87.51 87.63 87.73 87.81 87.88 8.0
9.0 86.61 86.67 86.73 86.78 87.01 87.19 87.33 87.44 87.53 87.60 9.0
10.0 86.22 86.28 86.35 86.41 86.67 86.86 87.02 87.14 87.24 87.32 10.0
11.0 85.81 85.89 85.96 86.03 86.31 86.53 86.70 86.84 86.95 87.04 11.0
12.0 85.40 85.48 85.56 85.64 85.95 86.20 86.38 86.53 86.66 86.76 12.0
13.0 84.98 85.07 85.16 85.24 85.59 85.85 86.06 86.22 86.36 86.47 13.0
14.0 84.55 84.65 84.75 84.84 85.21 85.50 85.73 85.91 86.06 86.18 14.0
15.0 84.11 84.22 84.32 84.42 84.83 85.15 85.39 85.59 85.74 85.87 15.0
16.0 83.66 83.78 83.89 84.00 84.44 84.78 85.05 85.26 85.43 85.57 16.0
17.0 83.19 83.32 83.44 83.56 84.04 84.41 84.69 84.92 85.10 85.26 17.0
18.0 82.70 82.84 82.98 83.11 83.63 84.02 84.33 84.57 84.77 84.94 18.0
19.0 82.20 82.35 82.50 82.63 83.20 83.63 83.96 84.22 84.43 84.61 19.0
20.0 81.68 81.84 82.00 82.15 82.76 83.22 83.57 83.85 84.08 84.27 20.0
21.0 81.13 81.31 81.48 81.64 82.30 82.79 83.18 83.48 83.72 83.92 21.0
22.0 80.55 80.75 80.93 81.11 81.82 82.35 82.76 83.09 83.35 83.56 22.0
23.0 79.94 80.16 80.36 80.55 81.32 81.89 82.33 82.68 82.96 83.19 23.0
24.0 79.30 79.53 79.75 79.96 80.79 81.41 81.89 82.26 82.56 82.81 24.0
25.0 78.61 78.86 79.10 79.33 80.24 80.91 81.42 81.82 82.14 82.40 25.0
26.0 77.86 78.14 78.41 78.65 79.65 80.38 80.93 81.36 81.70 81.99 26.0
27.0 77.04 77.36 77.65 77.92 79.02 79.81 80.41 80.87 81.24 81.55 27.0
28.0 76.13 76.49 76.82 77.13 78.34 79.21 79.86 80.36 80.76 81.08 28.0
29.0 75.10 75.52 75.90 76.24 77.60 78.56 79.27 79.81 80.25 80.60 29.0
30.0 73.89 74.39 74.84 75.24 76.79 77.85 78.63 79.23 79.70 80.08 30.0
31.0 72.41 73.04 73.59 74.07 75.87 77.07 77.94 78.60 79.11 79.52 31.0
32.0 70.39 71.29 72.02 72.64 74.83 76.21 77.18 77.91 78.47 78.92 32.0
33.0 68.44 69.76 70.71 73.58 75.22 76.33 77.15 77.78 78.27 33.0
34.0 66.75 71.99 74.05 75.36 76.30 77.00 77.56 34.0
35.0 69.63 72.59 74.22 75.32 76.13 76.76 35.0
36.0 70.54 72.79 74.16 75.12 75.85 36.0
37.0 70.80 72.70 73.91 74.78 37.0
38.0 70.60 72.35 73.47 38.0
39.0 69.91 71.70 39.0
40.0 68.25 40.0
328 Appendice A

Tabella A.5 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione forte (γ = 1.4)


M1 4.75 5.00 5.50 6.00 6.50 7.00 7.50 8.00 8.50 9.00 M1
σmax 66.48 66.58 66.77 66.91 67.03 67.13 67.21 67.28 67.33 67.38 σmax
δmax 40.66 41.12 41.86 42.44 42.89 43.25 43.55 43.79 43.99 44.16 δmax
δ δ
1.0 89.74 89.75 89.76 89.77 89.77 89.78 89.78 89.78 89.78 89.79 1.0
2.0 89.49 89.50 89.52 89.53 89.54 89.55 89.56 89.56 89.57 89.57 2.0
3.0 89.23 89.25 89.28 89.30 89.31 89.33 89.34 89.34 89.35 89.36 3.0
4.0 88.97 89.00 89.03 89.06 89.08 89.10 89.11 89.12 89.13 89.14 4.0
5.0 88.72 88.74 88.79 88.83 88.85 88.87 88.89 88.90 88.91 88.92 5.0
6.0 88.46 88.49 88.54 88.58 88.62 88.64 88.66 88.68 88.69 88.70 6.0
7.0 88.19 88.23 88.30 88.34 88.38 88.41 88.43 88.45 88.47 88.48 7.0
8.0 87.93 87.98 88.05 88.10 88.15 88.18 88.21 88.23 88.25 88.26 8.0
9.0 87.66 87.71 87.80 87.86 87.91 87.95 87.98 88.00 88.02 88.04 9.0
10.0 87.39 87.45 87.54 87.61 87.67 87.71 87.74 87.77 87.79 87.81 10.0
11.0 87.12 87.18 87.29 87.36 87.42 87.47 87.51 87.54 87.56 87.58 11.0
12.0 86.84 86.91 87.03 87.11 87.18 87.23 87.27 87.30 87.33 87.35 12.0
13.0 86.56 86.64 86.76 86.85 86.92 86.98 87.03 87.06 87.09 87.12 13.0
14.0 86.28 86.36 86.49 86.59 86.67 86.73 86.78 86.82 86.85 86.88 14.0
15.0 85.98 86.08 86.22 86.33 86.41 86.48 86.53 86.57 86.61 86.64 15.0
16.0 85.69 85.78 85.94 86.06 86.15 86.22 86.28 86.32 86.36 86.39 16.0
17.0 85.38 85.49 85.66 85.78 85.88 85.96 86.02 86.07 86.11 86.14 17.0
18.0 85.07 85.19 85.37 85.50 85.61 85.69 85.75 85.81 85.85 85.89 18.0
19.0 84.75 84.87 85.07 85.21 85.32 85.41 85.48 85.54 85.59 85.62 19.0
20.0 84.43 84.56 84.76 84.92 85.04 85.13 85.20 85.27 85.32 85.36 20.0
21.0 84.09 84.23 84.45 84.62 84.74 84.84 84.92 84.99 85.04 85.08 21.0
22.0 83.74 83.89 84.13 84.30 84.44 84.54 84.63 84.70 84.75 84.80 22.0
23.0 83.38 83.54 83.79 83.98 84.13 84.24 84.33 84.40 84.46 84.51 23.0
24.0 83.01 83.18 83.45 83.65 83.80 83.92 84.02 84.10 84.16 84.21 24.0
25.0 82.62 82.80 83.09 83.31 83.47 83.60 83.70 83.78 83.85 83.90 25.0
26.0 82.22 82.41 82.72 82.95 83.12 83.26 83.36 83.45 83.52 83.59 26.0
27.0 81.79 82.00 82.33 82.57 82.76 82.90 83.02 83.11 83.19 83.25 27.0
28.0 81.35 81.57 81.92 82.18 82.38 82.53 82.66 82.76 82.84 82.91 28.0
29.0 80.88 81.12 81.50 81.77 81.98 82.15 82.28 82.39 82.47 82.54 29.0
30.0 80.39 80.64 81.05 81.34 81.57 81.74 81.88 82.00 82.09 82.17 30.0
31.0 79.86 80.13 80.57 80.89 81.13 81.32 81.47 81.59 81.69 81.77 31.0
32.0 79.29 79.59 80.06 80.40 80.66 80.86 81.02 81.15 81.26 81.35 32.0
33.0 78.67 79.00 79.51 79.88 80.17 80.38 80.56 80.69 80.81 80.90 33.0
34.0 78.00 78.36 78.92 79.33 79.63 79.87 80.05 80.20 80.33 80.43 34.0
35.0 77.25 77.66 78.28 78.72 79.05 79.31 79.51 79.68 79.81 79.92 35.0
36.0 76.42 76.87 77.56 78.06 78.42 78.71 78.93 79.10 79.25 79.37 36.0
37.0 75.45 75.98 76.76 77.31 77.72 78.04 78.28 78.48 78.64 78.77 37.0
38.0 74.29 74.93 75.84 76.48 76.94 77.29 77.56 77.78 77.96 78.10 38.0
39.0 72.82 73.63 74.75 75.50 76.04 76.44 76.75 77.00 77.20 77.36 39.0
40.0 70.63 71.87 73.38 74.32 74.97 75.45 75.81 76.10 76.33 76.51 40.0
41.0 68.41 71.44 72.77 73.63 74.23 74.67 75.02 75.29 75.52 41.0
42.0 70.30 71.73 72.60 73.20 73.66 74.01 74.29 42.0
43.0 69.73 70.94 71.68 72.21 72.62 43.0
44.0 69.46 44.0
Appendice A 329

Tabella A.5 - Angolo σ dell’urto obliquo - Soluzione forte (γ = 1.4)


M1 9.50 10.00 10.50 11.00 11.50 12.00 12.50 13.00 13.50 14.00 M1
σmax 67.42 67.45 67.48 67.51 67.53 67.55 67.57 67.59 67.60 67.62 σmax
δmax 44.31 44.43 44.54 44.63 44.71 44.78 44.84 44.90 44.95 44.99 δmax
δ δ
1.0 89.79 89.79 89.79 89.79 89.79 89.79 89.79 89.79 89.79 89.79 1.0
2.0 89.57 89.58 89.58 89.58 89.58 89.58 89.58 89.59 89.59 89.59 2.0
3.0 89.36 89.36 89.37 89.37 89.37 89.38 89.38 89.38 89.38 89.38 3.0
4.0 89.14 89.15 89.15 89.16 89.16 89.16 89.17 89.17 89.17 89.17 4.0
5.0 88.93 88.94 88.94 88.95 88.95 88.95 88.96 88.96 88.96 88.97 5.0
6.0 88.71 88.72 88.73 88.73 88.74 88.74 88.75 88.75 88.75 88.76 6.0
7.0 88.49 88.50 88.51 88.52 88.52 88.53 88.53 88.54 88.54 88.54 7.0
8.0 88.27 88.28 88.29 88.30 88.31 88.31 88.32 88.32 88.33 88.33 8.0
9.0 88.05 88.06 88.07 88.08 88.09 88.10 88.10 88.11 88.11 88.12 9.0
10.0 87.83 87.84 87.85 87.86 87.87 87.88 87.89 87.89 87.90 87.90 10.0
11.0 87.60 87.62 87.63 87.64 87.65 87.66 87.67 87.67 87.68 87.68 11.0
12.0 87.37 87.39 87.40 87.41 87.42 87.43 87.44 87.45 87.46 87.46 12.0
13.0 87.14 87.16 87.17 87.19 87.20 87.21 87.22 87.22 87.23 87.24 13.0
14.0 86.90 86.92 86.94 86.95 86.97 86.98 86.99 87.00 87.00 87.01 14.0
15.0 86.66 86.68 86.70 86.72 86.73 86.74 86.75 86.76 86.77 86.78 15.0
16.0 86.42 86.44 86.46 86.48 86.49 86.51 86.52 86.53 86.54 86.55 16.0
17.0 86.17 86.20 86.22 86.24 86.25 86.27 86.28 86.29 86.30 86.31 17.0
18.0 85.92 85.94 85.97 85.99 86.00 86.02 86.03 86.04 86.05 86.06 18.0
19.0 85.66 85.69 85.71 85.73 85.75 85.76 85.78 85.79 85.80 85.81 19.0
20.0 85.39 85.42 85.45 85.47 85.49 85.51 85.52 85.53 85.55 85.56 20.0
21.0 85.12 85.15 85.18 85.20 85.22 85.24 85.26 85.27 85.28 85.30 21.0
22.0 84.84 84.88 84.90 84.93 84.95 84.97 84.99 85.00 85.02 85.03 22.0
23.0 84.55 84.59 84.62 84.65 84.67 84.69 84.71 84.73 84.74 84.75 23.0
24.0 84.26 84.30 84.33 84.36 84.38 84.40 84.42 84.44 84.46 84.47 24.0
25.0 83.95 83.99 84.03 84.06 84.08 84.11 84.13 84.15 84.16 84.18 25.0
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