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= (T , p )
(1)
essendo T, p pressione e temperatura. La (1) nota come equazione di stato del fluido. Nel caso dei
liquidi la densit diminuisce allaumentare della temperatura. Lacqua costituisce un eccezione in
quanto presenta un massimo a 277 K (4C). Per lacqua a pressione atmosferica vale la seguente
formula empirica:
(2)
Nei liquidi la densit dipende dalla pressione assai debolmente. Il modulo di elasticit a
compressione cubica :
(3)
definito come la pressione necessaria a produrre un incremento relativo unitario della densit,
assume infatti valori di ordine di grandezza = n109 Pa (N m 2 ) , essendo n un numero di poche
unit. Per lacqua, alla temperatura di 283 K, si ha: = 2.03 109 Pa (N m 2 ) 20000 atm . La
relazione (3) pu essere scritta facendo comparire al posto della densit il volume di liquido V
considerato. A tal proposito si osservi che la massa di liquido M data dalla espressione:
M = V
(4)
V
V
(5)
Sostituendo nella (3) la variazione relativa di densit ottenuta dalla (5) in funzione della variazione
relativa di volume, si ottiene:
V p
=
(6)
Dato lelevato valore di , i liquidi variano pochissimo la loro densit anche a fronte di notevoli
aumenti di pressione: per questo motivo vengono ritenuti incomprimibili. Il modulo di elasticit a
compressione cubica praticamente indipendente dalla pressione per tutti i liquidi, mentre varia
apprezzabilmente con la temperatura, il cui aumento comporta in generale un innalzamento del
valore di . Per lacqua il modulo aumenta di circa il 10% quando la temperatura passa da 273 K a
303 K. Facendo tendere lincremento di pressione a zero nella (3) si ottiene la seguente equazione
differenziale:
d
dp
(7)
che permette di determinare la dipendenza della densit dalla pressione. Integrandola si ottiene:
= 0 e ( p p
(8)
Esercizio 1.1.1
Un volume di liquido si riduce dello 0.04% quando la sua pressione viene aumentata di p=150
N/cm2. Determinare il modulo di elasticit a compressione cubica ammettendo che questo sia
costante al variare della pressione.
Per risolvere lesercizio sufficiente applicare la formula (6), risolvendo in funzione di :
p
V
V
= 0.0004 ;
V
b) un incremento di pressione di 150 N/cm2 pari a 1500000 Pa (N/m2): bisogna ricordarsi
sempre di convertire i dati nelle unit di misura del SI.
1500000
= 3.75 109 Pa
0.0004
Esercizio 1.1.2
Determinare lincremento di pressione necessario a produrre un aumento relativo della densit
dellacqua a 283 K pari al 5%.
In questo caso conviene applicare la formula (3), risolvendo in funzione dellincremento di
pressione:
p =
1.2
Tensione superficiale.
La superficie di separazione tra due fluidi non miscibili o tra un fluido e un solido si comporta come
se fosse una membrana elastica in stato uniforme di tensione. Immaginiamo di tagliare tale
membrana lungo un segmento di linea di lunghezza L: per mantenere uniti i lembi del taglio, che
tenderebbero a separarsi, necessario applicare una forza, distribuita uniformemente sul segmento
di lunghezza L, detta tensione superficiale , agente in direzione perpendicolare alla linea del
taglio, tangente alla superficie di separazione e avente verso orientato in modo tale da riunire i
lembi del taglio, come illustrato nella figura sotto riportata.
La tensione superficiale si misura in N/m ed funzione della coppia di materiali che definiscono la
superficie di separazione oltre che della temperatura. La tabella riportata pi avanti fornisce i valori
della tensione superficiale di alcuni liquidi a contatto con laria alla temperatura di 293 K; per questi
liquidi la tensione superficiale varia poco al variare del gas, mentre si hanno variazioni importanti al
variare della temperatura. In particolare la tensione superficiale diminuisce allaumentare della
temperatura.
La tensione superficiale responsabile del fatto che piccole porzioni di liquido completamente
immerse in un aeriforme assumano forma pseudo-sferica (gocce). Tale forma infatti lunica in
grado permettere lequilibrio della forza risultante dalla distribuzione di tensione superficiale sulla
superficie di separazione con le altre forze in gioco.
Liquido
Acqua
Mercurio
Benzene
Olio doliva
La tensione superficiale fa sentire i suoi effetti quando la curvatura della superficie di separazione
sufficientemente marcata, perch in tal caso si verifica un apprezzabile salto di pressione attraverso
la superficie stessa. Per comprendere questultima affermazione, si immagini una superficie di
separazione avente la forma di calotta sferica:
pe
p=pi- pe
pi
La tensione superficiale agente lungo il bordo della superficie di separazione, avente la forma di una
circonferenza, ha una risultante agente nella direzione dellasse verticale a tratto e punto e orientata
verso il basso. Di conseguenza dovr esistere una forza di modulo uguale e verso contrario a questa
e dovuta ad un salto di pressione p esistente tra le facce della superficie di separazione, tale da far
mantenere alla superficie la forma a calotta sferica. Il salto di pressione definito come la
differenza tra la pressione interna pi e la pressione esterna pe alla calotta sferica. Nel disegno la
pressione interna evidentemente maggiore di quella esterna. La componente della tensione
superficiale lungo lasse verticale pari a:
sin ( )
(9)
La forza risultante F pari al prodotto della (9) per la lunghezza della circonferenza di bordo della
calotta:
F = sin ( ) 2R sin ( )
(10)
La componente lungo la verticale della forza causata dal salto di pressione agente sulla calotta
sferica:
F = p (R sin ( ))
(11)
deve bilanciare la (10). Eguagliando la (10) e la (11) si ottiene lespressione del salto di pressione in
funzione della tensione superficiale:
p =
(12)
Definita la quantit 2/R curvatura della superficie sferica, si vede immediatamente dalla (12) che il
salto di pressione indotto dalla tensione superficiale tanto maggiore quanto maggiore la
curvatura ossia quanto pi piccolo il raggio di curvatura. Si pu dimostrare, sotto opportune
ipotesi, che per una superficie qualsiasi si definisce curvatura della superficie in un determinato
punto la quantit:
1
1
+
R1 R2
(13)
in cui R1 , R2 sono i raggi di curvatura principali, relativi a due circonferenze definite su due piani
perpendicolari e approssimanti la superficie di separazione nellintorno di un punto. Di conseguenza
la (12) si modifica nella (di cui la (12) un caso particolare):
1
1
p = +
R1 R2
(14)
Nel contatto con una superficie solida, la superficie di separazione liquido aeriforme si comporta
come un velo che aderisce alla superficie solida. Nella figura sotto riportata vengono illustrati due
casi tipici.
d/2
R
d/2
Si tratta delle sezioni di due tubi cilindrici circolari di diametro d immersi in un contenitore aperto
di dimensioni rilevanti rispetto al diametro dei tubi e contenente liquido di data densit . La
superficie di separazione forma al contatto con la superficie esterna ed interna del tubo un angolo
pari a . Nel caso illustrato a sinistra (ad es. acqua) minore di 90 e il liquido bagna la superficie
del tubo. Nel caso a destra (ad es. mercurio) maggiore di 90 e il liquido non bagna la superficie
del tubo. La differenza di quota h riscontrata tra lesterno e linterno del tubo definita risalita
capillare e la sua espressione in funzione della densit del liquido, della tensione superficiale, del
diametro del tubo e dellangolo si ottiene con la seguente semplice considerazione: il salto di
pressione p esistente tra le facce della superficie di separazione deve necessariamente eguagliare il
peso, per unit di superficie, della colonnina liquida di altezza h:
p = gh
(15)
Daltra parte il salto di pressione anche dato dalla (12), in cui il raggio di curvatura venga espresso
tramite la:
R=
d
2 cos( )
(16)
Di conseguenza si ha:
h=
4
cos( )
gd
(17)
Esercizio 1.2.1
Determinare la pressione pi allinterno di una goccia dacqua del raggio R=0.025 mm alla
temperatura di 293 K, quando la pressione esterna pari a quella normale atmosferica: pe=101337
Pa.
Per risolvere lesercizio si deve prima applicare la formula (12) per calcolare il salto di pressione,
assumendo per la tensione superficiale il valore riportato in tabella: =0.073 N/m. Si ha dunque:
p =
2
2
=
0.073 = 5840 Pa
R
0.000025
Il raggio della sfera stato espresso in metri. Per valutare la pressione interna si ricordi la
definizione del salto di pressione, come differenza tra la pressione interna e quella esterna:
p = pi pe
pi = pe + p = 107177 Pa
Esercizio 1.2.2
Determinare, a 293 K, la risalita capillare dellacqua in un tubo di vetro del diametro d=4 mm e
del mercurio in un tubo di vetro del diametro d=2 mm.
Si applica direttamente la formula (17) che fornisce il risultato:
4
4 0.073
cos( ) =
cos(0) = 0.0074m
gd
1000 9.81 0.004
4
4 0.559
h=
cos( ) =
cos(130) = 0.0054m
gd
13546 9.81 0.002
h=
Si vede come la risalita assuma un valore tuttaltro che trascurabile, se posto a confronto con il
diametro dei tubi.
2. Idrostatica
2.1 Piano dei carichi idrostatici assoluti e relativi.
La formula (22) del II capitolo:
p
+ z = = cost
g
(18)
h*-h= patm/g
patm
patm
h*
(pa- patm)/ g
pb
zb-za
zb
pa
za
z=0
Tramite la (18), nota la pressione in un punto della massa liquida, si pu calcolare la pressione in
qualsiasi altro punto. Infatti, supposto di conoscere la pressione nel punto a quota zb, la pressione
nel punto a quota za data da:
pa
p
+ z a = b + zb
g
g
pa = pb +
g ( zb z a )
{
1
424
3
(19)
Peso
Affondamento
specifico
ossia dalla somma del valore di riferimento pb e del prodotto del peso specifico del liquido per
laffondamento del punto posto a quota za rispetto a quello posto a quota zb. La pressione aumenta
linearmente con laffondamento, come mostrato nel disegno sopra riportato, ed il coefficiente di
proporzionalit pari al peso specifico. La pressione in un punto sempre espressa rispetto ad un
valore di riferimento, come nella formula (19). Si supponga di esprimere la pressione nel punto
posto a quota za rispetto alla pressione atmosferica patm, definita come il peso della colonna daria a
livello del mare su una superficie di un centimetro quadrato ed equivalente al peso di una massa di
1.033 kg su una superficie di un centimetro quadrato, ossia a 101337 Pa o N/m2. Detta h la quota
del punto appartenente alla massa liquida in cui si ha pressione atmosferica, si ha dalla (19):
pa = patm + g (h z a )
(20)
Facendo riferimento al disegno sopra riportato, si vede come il punto appartenente al liquido, in cui
si ha pressione atmosferica, si trovi nel tubo collegato al serbatoio ed aperto allaltra estremit.
Risolvendo la (20) rispetto ad h si ottiene:
h=
pa patm
+ za
g
(21)
La formula (21) fornisce la quota del punto in cui la pressione nella massa liquida pari alla
pressione atmosferica: tale quota individua il piano dei carichi idrostatici relativi. Nel disegno il
piano dei carichi idrostatici relativi coincide con la quota raggiunta dalla superficie del liquido nel
p patm
. Se nella
tubo, pari alla somma della quota za del punto di partenza e del segmento a
g
formula (21) si pone pari a zero la pressione atmosferica, si ottiene la quota del punto in cui la
pressione assoluta nella massa liquida pari a zero: tale quota individua il piano dei carichi
idrostatici assoluti:
p
h* = a + z a
(22)
g
Si vede chiaramente che la differenza tra la posizione del piano dei carichi relativi e assoluti pari
a:
h * h =
patm
g
(23)
Ossia il piano dei carichi assoluti si trova sempre al di sopra del piano dei carichi relativi, ad una
p
distanza da esso pari a: atm . Tale distanza dipende evidentemente dal tipo di liquido in
g
considerazione: se si tratta di acqua, essendo il peso specifico pari a 9810 N/m3, si ha: h*-h=10.33
m, se si tratta di mercurio, essendo il peso specifico pari a 132871 N/m3, si ha: h*-h=0.76 m.
La differenza pa patm , che appare nella (21), detta pressione relativa. Nelle normali applicazioni
dellIdrodinamica la pressione relativa ad essere presa in considerazione. Dora in avanti si
indicher con il simbolo p la pressione relativa alla atmosferica e con il simbolo p* la pressione
assoluta. Pressione relativa e pressione assoluta sono legate dalla formula:
p = p * patm
(24)
Poich il minimo valore che la pressione assoluta pu raggiungere in un fluido il valore nullo, il
minimo valore della pressione relativa pari a:
p = patm
(25)
La pressione (relativa o assoluta) in una massa liquida in quiete pu essere agevolmente calcolata,
nota la posizione del piano dei carichi (relativo od assoluto). Prendendo in considerazione la (20),
detta h la quota del piano dei carichi idrostatici relativi rispetto al piano a quota z=0, si ha che la
pressione relativa in un punto qualsiasi, posto a quota z, data da:
p = p * patm = g
(1
h z)
23
(26)
Ossia dal prodotto dellaffondamento del punto rispetto al piano dei carichi idrostatici relativi per il
peso specifico.
Esercizio 2.1.1
Il recipiente in figura contiene un liquido di peso specifico g = 8825 N m 3 . Determinare
lindicazione del manometro semplice a mercurio ( m g = 132871 N m 3 ) ed n del manometro
metallico. Sono note le distanze: h1=18 m, h2=13 m.
Gli strumenti dei misura della pressione vengono detti manometri. I manometri semplici sono dei
tubi collegati ad una estremit alla massa liquida di cui si vuole determinare la pressione ed aperti
allaltra estremit, in modo da essere in condizioni di pressione atmosferica. Sono riempiti dello
stesso liquido di cui si vuole misurare la pressione, in tal caso sono detti piezometri, o di un altro
liquido, detto manometrico, avente determinate caratteristiche fisiche. Nel caso sotto illustrato il
liquido manometrico deve essere pi pesante del liquido di lavoro. Il dislivello raggiunto dal
liquido manometrico proporzionale alla pressione del liquido di lavoro. I manometri metallici
sono invece dei tubi di metallo, collegati ad una estremit al serbatoio, piegati a spirale e chiusi
allaltra estremit, che si riempiono del liquido di lavoro. La pressione raggiunta da questo fa
svolgere la spirale, provocando la rotazione di un indice su un quadrante graduato e consentendo
cos la determinazione della pressione. Il manometro metallico fornisce il valore della pressione
relativa in corrispondenza della quota del centro geometrico del quadrante dello strumento.
patm
patm
h2
h1
m
mg
m
z=0
Per quanto riguarda lesercizio, osserviamo innanzitutto che il serbatoio aperto e che il piano dei
carichi idrostatici relativi coincide con la superficie libera, sulla quale la pressione assoluta pari
alla pressione atmosferica e la pressione relativa nulla. Poich la pressione relativa di un punto nel
liquido pu essere calcolata come prodotto del peso specifico per laffondamento del punto rispetto
al piano dei carichi idrostatici relativi (formula (26)) si ha:
n = gh1 = 8825 18 = 158850 Pa
Per determinare il dislivello del liquido manometrico, si tenga presente che il piano orizzontale S,
passante per la superficie di separazione tra il liquido manometrico e il liquido di lavoro, un piano
isobaro. Di conseguenza, calcolando la pressione su tale piano a partire dal piano dei carichi
idrostatici relativi del liquido di lavoro e del liquido manometrico (passante per la superficie libera
di questultimo, allestremit aperta del tubo), si deve ottenere lo stesso risultato:
gh2 = m g =
8825
g
h2 =
13 = 0.86m
132871
m g
In figura riportato anche il diagramma delle pressioni. Questultimo riporta in ascisse le pressioni
e in ordinate gli affondamenti, crescenti verso il basso. Si nota come il diagramma delle pressioni
del liquido di lavoro meno inclinato rispetto alla verticale del diagramma delle pressioni del
liquido manometrico. Linclinazione rispetto alla verticale aumenta con il peso specifico del
liquido e dipende dalle scale di rappresentazione delle pressioni e delle lunghezze. Infatti nel
diagramma il generico affondamento h viene rappresentato dal segmento di H cm, con una scala
pari a h m/cm, mentre la pressione p viene rappresentata tramite un segmento di dp cm, con una
scala pari a p Pa/cm. Poich si deve avere:
p = gh p d p = g H H
Si ricava la seguente espressione per la tangente dellangolo :
tan ( ) =
dp
H
= g
H
p
Esercizio 2.1.2
Calcolare la differenza di pressione esistente tra i centri dei serbatoi cilindrici A, B, illustrati in
figura, e la differenza tra le quote dei piani dei carichi idrostatici relativi dei serbatoi suddetti. I
recipienti contengono un liquido di peso specifico g = 9810 N m 3 . Lindicazione del
manometro differenziale a mercurio ( m g = 132871 N m 3 ) pari a =1.5 m.
Il manometro differenziale misura la differenza di pressione esistente tra due punti ed costituito da
un tubo piegato ad U, riempito di liquido manometrico, le cui estremit sono collegate ai due punti
di misura. Si hanno due disposizioni: ad U e ad U rovescia. Nel primo caso il peso specifico del
liquido manometrico deve essere maggiore del peso specifico del liquido di lavoro, nel secondo
caso il peso specifico del liquido manometrico deve essere minore del peso specifico del liquido di
lavoro.
Per determinare la differenza di pressione esistente tra i centri dei serbatoi A, B sufficiente
esprimere la pressione relativa nel piano orizzontale di separazione S, partendo sia dal serbatoio A
che dal serbatoio B ed eguagliando le espressioni cos ottenute:
p = p A + g (h2 + )
p = pB + gh2 + m g
Nel centro del serbatoio A vi dunque una pressione maggiore che nel centro del serbatoio B, come
peraltro era intuibile osservando la disposizione del liquido manometrico. Per calcolare la
differenza tra le quote dei piani dei carichi idrostatici relativi sufficiente esprimere la pressione
relativa nel piano orizzontale di separazione S, partendo sia dal piano dei carichi idrostatici relativi
del serbatoio A che dal piano dei carichi idrostatici relativi del serbatoio B ed eguagliando le
espressioni cos ottenute:
p = g ( + h1 + h2 + )
g g
132871 9810
= m
=
1.5 = 18.82m
g
9810
p = g (h1 + h2 ) + m g
p.c.i.r.A
p.c.i.r.B
h1
B
PA
h2
PB
m
S
m
Esercizio 2.1.3
Calcolare la differenza di pressione esistente tra i centri dei serbatoi cilindrici A, B, illustrati in
figura.
I
liquidi
contenuti
nei
recipienti
hanno
peso
specifico
3
3
1 g = 9810 N m , 2 g = 14710 N m . Il liquido manometrico ha peso specifico:
( m g = 8335 N m 3 ). Lindicazione del manometro differenziale vale =0.5m. Le distanze sono
pari a: h1=3m, h2=2m.
In questo caso il manometro differenziale si presenta nella disposizione ad U rovescia e di
conseguenza il peso specifico del liquido manometrico minimo rispetto a quello degli altri liquidi.
Per calcolare la differenza di pressioni si dovr esprimere la pressione sul piano S, a partire dal
serbatoio A e dal serbatoio B, facendo comparire le pressioni nei centri dei serbatoi, eguagliando le
due espressioni e ricavando la differenza di pressione cercata:
p = p A 1 gh1 m g
p = pB 2 g (h1 h2 ) 2 g
Sulla destra della figura si riporta il diagramma delle pressioni dove si evidenzia il fatto che il piano
dei carichi del liquido manometrico, posto allintersezione della retta a tratto e punto in grassetto
con la verticale, si trova notevolmente pi in alto dei piani dei carichi dei due serbatoi.
p.c.i.r.m
m
2
p.c.i.r.B
p.c.i.r.A
S
1
2
h1
h2
PB
A
1
PA
E interessante calcolare la distanza tra i piani dei carichi dei due serbatoi, procedendo come nel
precedente esercizio: sufficiente esprimere la pressione relativa nel piano orizzontale di
separazione S, partendo sia dal piano dei carichi idrostatici relativi del serbatoio A che dal piano dei
carichi idrostatici relativi del serbatoio B ed eguagliando le espressioni cos ricavate:
p = 1 g (h + ) m g
g m g
g 1 g
= 1
2
h
2 g
2 g
p = 2 g ( + h )
La formula cos ottenuta differisce da quella precedente, valida nel caso di manometro differenziale
ad U con liquidi dello stesso peso specifico nei serbatoi. Considerando la presenza di due liquidi
differenti non possibile calcolare la distanza tra i piani dei carichi dei due serbatoi , a meno di
non assegnare anche la distanza h tra il piano di separazione S e il piano dei carichi di uno dei due
serbatoi. Se per si considerano due liquidi uguali ( 2 = 1 = ), nella formula sopra ricavata si
annulla il secondo termine a secondo membro, dunque non pi necessario assegnare la distanza h
per calcolare il , la cui espressione ritorna uguale a quella del manometro ad U con liquidi uguali:
g m g
salvo il fatto che la differenza tra il peso specifico del liquido di lavoro e il peso specifico del
liquido manometrico invertita rispetto a quella del manometro differenziale ad U.
Esercizio 2.1.4
In un recipiente chiuso si trovano sovrapposti tre strati di uguale spessore h (h=1m) di mercurio,
acqua e benzina, aventi peso specifico rispettivamente pari a:
1 g = 132871 N m 3 , 2 g = 9806 N m 3 , 3 g = 7845 N m 3 . Sopra il liquido di peso specifico
minore vi inoltre uno strato daria a g = 12.02 N m 3 Nota la quota hm (hm=1.2 m) raggiunta dal
mercurio nel piezometro, si determinino le quote dei piani dei carichi dei tre liquidi rispetto al
fondo e la pressione vigente nello strato daria.
Per la stabilit dellequilibrio, strati di liquidi immiscibili in quiete sovrapposti in un serbatoio si
dispongono in modo tale che gli strati pi pesanti occupino via via le parti pi profonde del
serbatoio. In teoria uno strato di liquido pesante pu trovarsi in equilibrio al di sopra di uno leggero,
ma basta una lieve perturbazione perch il sistema si porti nello stato in cui il liquido leggero si
trova al di sopra di quello pesante.
S3
a
3
S2
hm
S1
h
z=0
Dalla conoscenza della quota del mercurio nel piezometro, coincidente con la quota del piano dei
carichi del mercurio rispetto al fondo, si risale immediatamente alla pressione sul fondo:
1 ghm 1 gh
132871 1.2 132871
+h=
+ 1 = 3.71m
2 g
9810
pS 2
3 g
pS1 2 gh
3 g
16764
= 2.14m
7845
E dunque il piano dei carichi della benzina dista dal fondo di:
h3 =
pS1 2 gh
3 g
+ 2h =
16764
+ 2 = 4.14m
7845
La pressione nello strato daria pari a quella che si ha sul piano di separazione benzina-aria S3:
pS3 = pS 2 3 gh = 16764 7845 = 8919 Pa
La pressione nello strato daria varia approssimativamente come negli strati liquidi sottostanti,
tuttavia, stante il piccolo peso specifico dellaria e la ridotta estensione dello strato, pu essere
assunta costante allinterno di esso. Questo fatto messo in luce dal diagramma delle pressioni, in
cui il segmento che compete allaria verticale. Si noti altres come nel diagramma delle pressioni
gli angoli formati dalle rette dei singoli strati con la verticale vadano decrescendo verso lalto:
3<2<1, in corrispondenza del fatto che gli strati a densit crescente sono posti via via verso il
basso.
la retta intersezione tra il piano dei carichi idrostatici relativi e il piano contenente la superficie. Si
definisce retta di massima pendenza x la retta ad essa perpendicolare, appartenente al piano della
superficie A. La spinta elementare dS agente sulla superficie A, dovuta alla distribuzione di
pressione idrostatica, data dalla espressione:
dS = ghn dA
(27)
In cui:
dA una porzione elementare della superficie A;
h laffondamento del centro di figura della superficie elementare dA;
n il versore normale alla superficie A.
Poich la superficie A piana, il versore ad essa normale ha direzione costante al variare del punto
preso in considerazione sulla superficie. La spinta risultante, dovuta alla distribuzione idrostatica, si
ottiene sommando tutti i contributi elementari (27):
S = g h dA n = ghCF An
A
(28)
Per ottenere la (28) si tenuto conto della costanza del versore normale e del peso specifico.
Lintegrale h dA il momento statico della sezione calcolato rispetto al piano dei carichi: come
A
noto pari al prodotto dellaffondamento del centro di figura della superficie rispetto al piano dei
carichi per larea della superficie. In base alla figura sotto riportata, che illustra la geometria presa
in considerazione, la (28) pu anche essere espressa come:
S = ghCF An = gxCF sin ( )An
(29)
Retta di sponda y
Piano dei carichi
O
xCF
hCF h
P
n
CF
rCS
dA
CS
la spinta su una superficie piana pari al prodotto della pressione calcolata nel centro
di figura della superficie per larea della superficie. Il verso e la direzione della spinta
sono concordi al verso e alla direzione del versore normale al piano contenente la
superficie piana.
La spinta idrostatica S su una superficie piana non , in generale, applicata al centro di figura ma
applicata in un punto, detto centro di spinta, la cui determinazione viene effettuata imponendo
lequivalenza del momento della spinta. In altre parole si deve imporre la condizione che il
momento della spinta S eguagli la somma dei momenti delle spinte elementari. Considerato il
sistema di riferimento Oxy illustrato nella figura sopra riportata, sia r il vettore posizione di un
punto generico P sulla superficie piana A, di componenti x, y. Il momento della spinta idrostatica
elementare relativa al punto P dato da:
r dS = ghr n dA = ghydAi ghxdAj = gxy sin ( )dAi gx 2 sin ( )dAj
(30)
Avendo sfruttato la relazione h = x sin ( ) ed essendo i, j i versori degli assi x, y rispettivamente.
Sommando i momenti elementari (30) e tenendo conto degli elementi costanti, si ha:
(31)
Il momento risultante deve essere uguale al momento della spinta S, applicata nel centro di spinta,
di coordinate xCS , yCS incognite:
M = rCS S = gxCF sin ( )AyCS i gxCF sin ( )AxCS j
(32)
Eguagliando le espressioni (31) e (32) per componenti, si ottengono le espressioni delle coordinate
del centro di spinta:
A xydA I xy
yCS = x A = x A
CF
CF
2
x dA
I yy
x = A
=
CS
xCF A xCF A
(33)
Gli integrali che appaiono nella (33) dipendono esclusivamente dalla geometria della superficie A. Il
primo integrale detto momento di inerzia misto della figura ( I xy ) ed nullo per superfici che
ammettano come asse di simmetria una retta parallela allasse x ( il caso rappresentato nella figura
sopra riportata). Il secondo integrale il momento dinerzia della figura rispetto allasse y ( I yy ) e
gode della propriet (teorema di Huygens-Steiner) che in un sistema di riferimento con origine nel
centro di figura pu essere espresso dalla:
CF
2
I yy = I yy
+ xCF
A
(34)
Ossia dalla somma del momento dinerzia della figura rispetto ad un asse parallelo allasse y e
passante per il centro di figura ( I yyCF ) e del prodotto dellarea della superficie per il quadrato della
distanza tra il nuovo asse y (passante per il centro di figura) e il vecchio asse y (la retta di sponda).
Grazie alla (34) la coordinata x del centro di figura pu essere espressa dalla:
xCS = xCF +
I yyCF
xCF A
(35)
CF
Dalla (35) si possono trarre alcune interessanti conclusioni. Innanzitutto A e I yy
sono grandezze
sempre non nulle e positive. Viceversa xCF pu assumere sia valori positivi che negativi, a seconda
che il centro di figura si trovi al di sotto o al di sopra del piano dei carichi. In queste due eventualit
la formula (35) funziona regolarmente, trovandosi la coordinata xCS sempre pi distante
dallorigine rispetto alla coordinata xCF : infatti i due contributi della formula (35) hanno lo stesso
segno. Se per la coordinata xCF si annulla, la qual cosa si verifica quando il piano dei carichi passa
per il centro di figura, secondo la formula (35) la coordinata xCS tende ad assumere un valore
infinito. In questo caso singolare la spinta S si annulla e la superficie A sottoposta allazione di
una sola coppia.
CS
CS
y
CF
CF
B
CS
x
CF
C
x
Infatti, come si vede dalla figura sopra riportata, nei casi delle superfici A e C, la distribuzione di
pressione relativa prevalentemente negativa o positiva, e genera pertanto una spinta non nulla
applicata in CS. Nel caso della superficie B invece la parte di superficie sottoposta a pressione
relativa positiva esattamente uguale a quella sottoposta a pressione relativa negativa, di
conseguenza la spinta si annulla, ma nel complesso la superficie sollecitata a ruotare attorno
allasse y, a causa dellazione di una coppia di modulo:
CF
M = g sin ( )I yy
(36)
Allaumentare della coordinata del centro di figura xCF , diminuisce il secondo termine a secondo
membro della (35) e di conseguenza la coordinata del centro di spinta xCS tende a coincidere con
quella del centro di figura.
Esercizio 2.2.1
La paratia piana AB, quadrata, di lato a=2.5 m, forma un angolo =53 con lorizzontale,
incernierata in A e appoggiata in B ed a contatto con acqua: g=9810 Nm-3. Il punto A
affondato di hA=3 m rispetto alla superficie libera. Trascurando il peso proprio della paratia,
determinare la forza FB che si scarica sullappoggio B e il momento M necessario per aprire la
paratia.
Determiniamo innanzitutto la spinta S esercitata dallacqua sulla paratia tramite la formula (29):
2.5
a
Il modulo pari a 245145 N, il verso e la direzione coincidono con quelli della n (vedi figura).
A
hCF
hA
n
CF
P=gh
a
B
x
CF
Il punto di applicazione si calcola con la (35) ricordando che il momento dinerzia I yy
di un
CF
=
I yy
xCF
xCS = xCF +
CF
I yy
xCF A
= 5+
3.26
= 5.1m
5 2.52
Le distanze del centro di figura e del centro di spinta si intendono misurate rispetto allorigine O.
Per calcolare la forza FB necessario imporre lequilibrio della paratia alla rotazione rispetto al
punto A. Assunto positivo il verso antiorario, si ha:
a
+ xCS xCF
1.25 + 5.1 5
a
2
FB a = S + xCS xCF FB = S
= 245145
= 132378 N
a
2 .5
a
FB a = S + xCS xCF = 330946 Nm
2
e verso orario.
Esercizio 2.2.2
La paratia piana triangolare ACA incernierata lungo il lato orizzontale AA. Determinare il peso
P da applicare in B affinch la paratia sia in equilibrio sotto lazione della spinta dellacqua. Dati:
AA=2.5 m, H=1.8 m, h=1.2 m, b=1 m, g=9810 Nm-3
A
A
O
b
P
y
A
A
CF
h
CS
Come si vede dalla figura, non tutta la paratia immersa: la superficie libera infatti interseca il
piano della paratia nella retta A' A' . Il piano della paratia inoltre perpendicolare al piano dei
carichi (=90). La parte di paratia che lavora dunque quella coincidente con il triangolo
ACA, di altezza h e base A' A' . Determiniamo innanzitutto la base a = A' A' . Dalla similitudine
dei triangoli ACA e ACA, si ha:
a AA
h
1.2
2.5 = 1.67m
=
a = AA =
h H
H
1.8
Determiniamo poi la spinta S esercitata dallacqua sulla paratia tramite la formula (29), ricordando
che in un triangolo il centro di figura situato ad una distanza dalla base pari ad 1/3 dellaltezza:
S = ghCF An = g
h ah
1.2 1.67 1.2
n = 9810
n = 3932n
3 2
3
2
xCS = xCF +
CF
I yy
xCF A
h h h
+ = = 0.6m
3 6 2
Esercizio 2.2.3
In un tubo circolare di diametro D=1.5 m, ad asse orizzontale, inserita una valvola a farfalla AB,
incernierata rispetto ad un asse orizzontale O passante per il diametro. A sinistra della valvola il
tubo completamente riempito dacqua (g=9810 Nm-3) in pressione, a destra il tubo riempito
dacqua per met e sulla superficie libera vige la pressione atmosferica. Determinare il momento
occorrente a mantenere la valvola in posizione verticale di chiusura, noto che il livello dacqua
nel piezometro pari a 0.8m.
patm
hCF1=xCF1 xCS1
A
patm
O
D
1
-n
xCS2
hCF2=xCF2
2
B
x
In questo caso la spinta S deve essere determinata da entrambi i lati della paratia. La spinta agente
sul lato 1 normale alla superficie della valvola ed orientata da sinistra verso destra. La spinta
agente sul lato 2 normale alla superficie della valvola ed orientata da destra verso sinistra.
Applicando la formula (29) su entrambi i lati si ha dunque:
D D 2
1.5 1.5 2
S1 = ghCF 1 A1n = g +
n = 9810 0.8 +
n = 26870n
2 4
2
4
Per il lato 2 bisogna ricordare che il centro di figura di un semicerchio posto ad una distanza dal
2D
:
diametro pari a:
3
S 2 = ghCF 2 A2n = g
2 D D 2
2 1.5 1.52
n = 9810
n = 2759n
3 8
3
8
Bisogna ora determinare le coordinate del centro di spinta xCS su entrambi i lati, applicando la (35).
CF
Ricordiamo a tal proposito che i momenti di inerzia I yy
del cerchio e del semicerchio sono dati
rispettivamente da:
xCS 1 = xCF 1 +
xCS 2
D 4
1 4
,
D .
64 128 18
CF
I yy
1
=+
D
+
2
D 4
= 0.8 +
1.5
+
2
1.54
= 1.64m
1.5 1.52
D D
64 +
64 0.8 +
2 4
2 4
1 4
1
4
1.5
D
CF
I yy
2 D 128 18
2 1.5 128 18
2
= 0.44m
=
+
= xCF 2 +
=
+
2
2 D D
2 1.5 1.52
xCF 2 A2 3
3
3 8
3
8
xCF 1 A1
Noti i punti di applicazione delle forze ora possibile imporre lequilibrio alla rotazione della
valvola attorno ad O e determinare cos il momento necessario a tenere chiusa la valvola in
posizione verticale:
M + S1 ( xCS 1 xCF 1 ) S 2 xCS 2 = 0
(37)
Esercizio 2.3.1
Calcolare la spinta idrostatica esercitata dal liquido sulla calotta semisferica e sulla valvola conica
del serbatoio illustrato in figura. Dati: g=9810 Nm-3, mg=132871Nm-3, D=3m, d=0.6m,
a=0.15m, =60, =0.15m, h=1m
Consideriamo dapprima la calotta semisferica ABC. Lapplicazione dellequazione globale pu
essere schematizzata in passi ben distinti.
1. Scelta del volume di controllo
Il volume di controllo deve essere scelto in modo tale che la superficie di contorno contenga la
superficie curva sulla quale si deve calcolare la spinta. In altre parole, la superficie del volume di
controllo deve essere costituita, in parte o del tutto, dalla superficie curva su cui si deve calcolare la
spinta ed eventualmente da superfici ausiliarie piane, di forma semplice, reali o virtuali. Nel caso
della calotta ABC, si sceglie senzaltro come volume di controllo V il volume della calotta. Di
conseguenza la superficie del volume di controllo risulta composta dalla superficie semisferica A e
dalla base della calotta, ossia dalla superficie ausiliaria Aa piana tracciata idealmente allinterno del
liquido.
pndA
Au
123
Spinta sulla
superficie curva
1
424
3
Spinta sulla
superficie ausiliaria
piana
gkdV
=0
1
424
3
Lultima equazione pu essere risolta rispetto allopposto dellintegrale calcolato sulla superficie
curva:
pndA =
A
pndA gkdV
u
Au
La spinta S esercitata dal liquido sulla superficie curva coincide con il termine a primo membro.
Infatti i termini dellequazione globale rappresentano forze applicate al liquido. In particolare
lintegrale calcolato sulla superficie curva la forza esercitata sul liquido dalla superficie curva
ma noi stiamo cercando S ossia la forza esercitata dal liquido sulla superficie curva, dunque
esattamente lopposto dellintegrale calcolato sulla superficie curva. Possiamo perci scrivere:
S = au + G
in cui au la spinta esercitata dalla superficie ausiliaria piana sul liquido contenuto allinterno
del volume di controllo e G il peso del liquido contenuto allinterno del volume di controllo.
32
D2
= 10121
= 71539
4
4
Dunque ha verso orientato da sinistra verso destra: poich il liquido nel serbatoio in depressione la
calotta sferica viene premuta dallesterno.
Una volta calcolati i vari termini si pu infine esprimere il risultato:
S = au + G = 71539i 69343k
Si noti che la spinta S non ha componente nella direzione individuata dal versore j: questo fatto
conseguenza della simmetria della superficie semisferica rispetto al piano xz.
z
dSz dSx
dSy
dS
k
j
dSz
dS
dSy
dSx
Di conseguenza le componenti delle spinte elementari nella direzione individuata dal versore j
hanno modulo uguale e verso opposto e dunque si bilanciano reciprocamente. Il risultato finale
che la componente nella direzione individuata dal versore j nulla. Applicando lequazione globale
si ottiene il risultato finale senza dover tener conto dei dettagli intermedi. E per buona norma
controllare sempre la consistenza del calcolo.
4. Determinazione del centro di spinta
Nel caso delle superfici curve la determinazione del centro di spinta in generale un problema assai
complesso. Nel caso in esame tuttavia la forma semisferica della superficie semplifica notevolmente
il procedimento. Infatti la spinta elementare generica dS = pndA , agente sulla superficie
semisferica, normale ad essa e dunque passa per il centro O.
dS
CS
O
dS
Di conseguenza anche la spinta risultante S passa per il centro e la sua retta dazione inclinata
sullorizzontale di un angolo dato dalla:
69343
S k
= 44
= arctan
71539
Si
= arctan
ossia dato dallarco tangente del rapporto tra la componente verticale e quella orizzontale. In questo
caso dunque la spinta S ha retta dazione inclinata di 44 gradi sullorizzontale e il centro di spinta
CS, appartenente alla calotta sferica, posto al di sopra del piano diametrale ad una distanza da
questo pari a:
CS =
D
sin ( ) = 1.04m
2
Applichiamo ora lequazione globale al calcolo della spinta sulla valvola conica, ripercorrendo i
passi precedentemente descritti.
1. Scelta del volume di controllo
Scegliamo come volume di controllo la parte di cono immersa nel liquido. La superficie del volume
di controllo quindi definita dalla superficie laterale del cono e dalla superficie ausiliaria piana
circolare avente diametro d. In questo caso il volume di controllo effettivamente non contiene
liquido: il cono sar infatti costituito da qualche materiale metallico. Tuttavia possibile sostituire
idealmente il cono reale con un cono virtuale, costituito da liquido in equilibrio con lambiente
liquido circostante
2. Applicazione dellequazione globale al volume di controllo
Definito il volume di controllo e la superficie di questo, possibile applicare lequazione globale al
volume di liquido in esso contenuto, esprimendo lintegrale di superficie come la somma
dellintegrale calcolato sulla superficie curva e dellintegrale calcolato sulla superficie ausiliaria
piana:
+G = 0
pndA
123
Spinta sulla
superficie curva
Au
1
424
3
Spinta sulla
superficie ausiliaria
piana
gkdV
=0
1
424
3
Lultima equazione pu essere risolta rispetto allintegrale calcolato sulla superficie curva:
pndA gkdV
=
p
n
dA
u
A
V
u
La spinta S esercitata dal liquido sulla superficie curva coincide con il termine a primo membro.
Infatti i termini dellequazione globale rappresentano forze applicate al liquido. In particolare
lintegrale calcolato sulla superficie curva la forza esercitata sul liquido virtuale dallambiente
esterno attraverso la superficie curva e poich noi stiamo cercando S, ossia la forza esercitata
sulla superficie curva dal liquido esterno ad essa, lintegrale calcolato sulla superficie curva
coincide esattamente con S. Possiamo perci scrivere:
S = au G
in cui au la spinta esercitata dalla superficie ausiliaria piana sul liquido contenuto allinterno
del volume di controllo e G il peso del liquido contenuto allinterno del volume di controllo.
3. Calcolo dei vari termini
Si devono ora materialmente calcolare i termini sopra descritti. Il calcolo del termine G
d
0.6
=
= 0.52m
immediato, tenendo presente che laltezza del cono data da: hc =
2 tan (30)
2 tan
2
1
0.6 2
1 d2
G = gkdV = gVk = g
hc k = 9810
0.52k = 481k N
3
4
3
4
V
au la spinta esercitata sul liquido virtuale attraverso la superficie piana orizzontale, circolare, di
diametro d ed data da:
au = pCF Ak
La direzione della spinta ausiliaria coincide con quella della normale entrante, il verso dipende dal
segno della pressione relativa nel centro di figura. In questo caso infatti la pressione nel centro di
figura di questa vale:
D
au = pCF Ak = pCF
d 2
4
k = ( 26307 )
0.6 2
4
k = 7438k N
Si noti che la spinta S non ha componenti orizzontali: questo fatto conseguenza della simmetria
assiale della superficie conica. Si noti anche che nel caso di corpo immerso e di applicazione della
equazione globale con riempimento virtuale il peso del volume di liquido interviene con il segno
opposto: in altre parole il corpo riceve una spinta dal basso verso lalto pari (in modulo) al peso
del liquido contenuto nel volume del corpo (principio di Archimede).
Esercizio 2.3.2
Determinare la spinta che i liquidi contenuti nel serbatoio in figura esercitano sulle superfici
cilindriche ABC, lunghe L. Dati: L=1m, m g = 4903 N m 3 , 1 g = 7845 N m 3 , 2 g = 9810 N m 3 ,
pn
0.88
=
101337 1.013
pn = 101337
0.88
= 88032 Pa
1.013
Poich la superficie ABC cilindrica, il problema pu essere studiato nel piano individuato dagli
assi xz, i cui versori sono i, k. La presenza di due liquidi separati dal setto con le superfici
cilindriche render necessario il calcolo della spinta prima da un lato e poi dallaltro. Procediamo
quindi separatamente nei due lati, applicando lequazione globale dellidrostatica, seguendo i passi
indicati nellesercizio precedente.
Lato 1
1. Scelta del volume di controllo
Il setto forma in realt due semicilindri: AB, BC ai quali si deve applicare separatamente
lequazione globale. Il semicilindro AB infatti riempito effettivamente del liquido 1, mentre il
semicilindro BC sporge nel lato 1. La scelta pi intuitiva e pi semplice quindi quella di prendere
come volumi di controllo per il lato 1 i due semicilindri AB, BC, chiusi da due superfici ausiliarie,
piane, rettangolari, di altezza rispettivamente pari a 2 r2, 2r1 e base L.
2. Applicazione dellequazione globale al volume di controllo
Per quanto appena visto, lequazione globale si applicher con riempimento reale al semicilindro
AB e con riempimento virtuale al semicilindro BC. Perci, ricordando i risultati ottenuti
nellesercizio precedente:
S1AB = 1auAB + G1AB
1
S BC = 1auBC G1BC
In cui le forze a secondo membro sono applicate alle masse liquide contenute nei volumi di
controllo.
1
r22
0 .3 2
Lk = 7845
1k = 1109k N
G AB = 1 gVAB k = 1 g
2
2
2
2
G1 = gV k = g r1 Lk = 7845 0.2 1k = 493k N
BC
1
1
BC
2
2
Il calcolo dei termini au consiste nel calcolare le spinte sulle superfici piane rettangolari ausiliarie.
Si devono perci preliminarmente determinare le pressioni nei centri di figura di tali superfici
ausiliarie:
1
= arctan
AB
1
BC
S1BC k
493
= arctan
= arctan 1
= 042'
40548
S BC i
Nel caso del semicilindro AB la retta dazione della spinta interseca la superficie cilindrica nel
punto CS 1AB posto al di sotto del piano diametrale di una quota pari a:
( )
1
CS 1AB = r2 sin AB
= 0.3 sin(1) = 0.006m
Nel caso del semicilindro BC la retta dazione della spinta interseca la superficie cilindrica nel
1
posto al di sotto del piano diametrale di una quota pari a:
punto CS BC
( )
1
1
CS BC
= r1 sin BC
= 0.2 sin( 042' ) = 0.002m
A
1
AB
S1AB
CS 1AB
1
CS BC
S1BC
1
BC
Lato 2
1. Scelta del volume di controllo
Nel lato 2 il semicilindro BC riempito effettivamente del liquido 2, mentre il semicilindro AB
sporge nel lato 2. Quindi, anche nel lato 2, la scelta pi intuitiva e pi semplice quella di prendere
come volumi di controllo i due semicilindri AB, BC, chiusi da due superfici ausiliarie, piane,
rettangolari, di altezza rispettivamente pari a 2 r2, 2r1 e base L.
2. Applicazione dellequazione globale al volume di controllo
Per quanto appena visto, nel lato 2 lequazione globale si applicher con riempimento reale al
semicilindro BC e con riempimento virtuale al semicilindro AB:
2
2
G 2 = gV k = g r1 Lk = 9810 0.2 1k = 616k N
2
2
BC
BC
2
2
Per determinare le pressioni nei centri di figura delle superfici ausiliarie, si calcola innanzitutto la
pressione nel punto D:
pD = pn + 1 gh2 = 88032 + 7845 0.2 = 89601Pa
Possiamo ora calcolare i termini au ricordandoci che, se la pressione (relativa) positiva, essi sono
orientati verso linterno del volume di controllo e sono normali alle superfici ausiliarie:
2
2
2
auAB
AauAB ( i ) = pauAB
2r2 L( i ) = 98430 2 0.3 1( i ) = 59058i N
= pauAB
2
2
2
auBC = pauBC AauBC i = pauBC 2r1 Li = 103335 2 0.2 1i = 41334i N
Riunendo i risultati:
2
S 2AB = auAB
G 2AB = 59058i + 1387k N
2
S BC = 2auBC + G 2BC = 41334i 616k N
S 2AB k
1387
= arctan
= 121'
2
59058
S
i
AB
2
AB
= arctan
S 2BC k
616
= arctan
= 051'
2
41334
S BC i
2
BC
= arctan
Nel caso del semicilindro AB la retta dazione della spinta interseca la superficie cilindrica nel
2
posto al di sotto del piano diametrale di una quota pari a:
punto CS AB
( )
2
2
CS AB
= r2 sin AB
= 0.3 sin(121' ) = 0.007m
Nel caso del semicilindro BC la retta dazione della spinta interseca la superficie cilindrica nel
2
posto al di sotto del piano diametrale di una quota pari a:
punto CS BC
2
2
) = 0.2 sin( 051' ) = 0.003m
CS BC
= r1 sin( BC
2
CS AB
2
AB
S 2AB
2
BC
2
CS BC
2
BC
gk a = 0
grad( p )
14243T
Forze di corpo
gk 3r = 0
grad( p )
14442444
Forze di corpo
(38)
in cui le forze di corpo, oltre a tener conto della forza peso, devono tener conto delle forze
apparenti. Di conseguenza, il gradiente di pressione dato dalle espressioni:
gk aT
grad( p ) =
142
4 43
4
Forze di corpo
gk 3r
grad( p ) =
14442444
Forze di corpo
(39)
ossia un vettore avente verso opposto e modulo e direzione identici al vettore delle forze di corpo
per unit di volume. Per comprendere il significato della (39), considereremo dapprima un serbatoio
parallelepipedo, aperto, in moto uniformemente accelerato con accelerazione aT , riempito di
liquido, avente densit , che in quiete raggiunge il livello H e successivamente un contenitore
cilindrico circolare, di raggio R, in moto di rotazione attorno al suo asse, con velocit di rotazione
uniforme , riempito di liquido, avente densit , che in quiete raggiunge il livello H.
Come noto, la direzione e il verso del gradiente della pressione indicano la direzione e il verso di
massima variazione della pressione. Nelle direzioni normali al gradiente non si ha variazione di
pressione: perci le superfici perpendicolari al gradiente della pressione sono superfici isobare.
Nel primo caso, considerando una sezione del serbatoio nel piano individuato dalla direzione
verticale e dalla direzione dellaccelerazione, le superfici isobare sono piani, le cui tracce sono date
dalle rette in grassetto a tratteggio. La retta a tratto e punto, parallela alle precedenti, rappresenta la
superficie libera.
aT
-aT
aTx
aTz
g k
-aTz=- aT sin() k
k
grad(p)
-aTx=-aT cos() i
x
Nel sistema di riferimento inerziale considerato dunque, le superfici isobare non sono piani
orizzontali, bens inclinati rispetto allorizzontale dellangolo . Quanto detto illustrato in figura.
Si vede inoltre, chiaramente indicata, la direzione di massima variazione della pressione, indicata
dal gradiente. Per ottenere lequazione delle superfici isobare, le cui tracce sono le rette in grassetto
a tratteggio riportate in figura, si deve considerare che lequazione indefinita dellidrostatica:
grad( p ) + gk + a T = grad( p ) + gk + aT sin( )k + aT cos( )i = 0
(40)
(41)
(42)
che pu essere applicata sia per determinare la pressione in qualsiasi punto del serbatoio, nota la
pressione in un punto di riferimento, sia per determinare lequazione della famiglia delle superfici
isobare, ponendo p=cost e conglobandola nella costante a secondo membro:
z=
cos t aT cos( )x
g + aT sin( )
(43)
(44)
aT cos( )
g + aT sin( )
= arctan
grad( p ) =
(45)
a
=0; il serbatoio si muove in direzione orizzontale. = arctan T , grad( p ) = aT2 + g 2 .
g
=/2; il serbatoio si muove in direzione verticale. = 0 , grad( p ) = (aT + g ) . In questo
caso, se aT = g
in tutta la massa liquida.
Nel secondo caso, consideriamo un sistema di riferimento Orz solidale al contenitore cilindrico
rotante attorno al suo asse, in cui lasse z coincida con lasse di rotazione del serbatoio cilindrico e
lasse r sia lasse radiale. Inoltre lorigine O del riferimento si trovi sulla superficie libera del livello
del liquido quando il contenitore in quiete:
z
k
d
er
(46)
La componente verticale del gradiente di pressione pari alla forza peso per unit di volume,
mentre quella orizzontale alla forza centrifuga per unit di volume. Questultima dipende dalla
posizione: aumenta con la distanza dallasse di rotazione. Ponendo la (46) nella forma:
2
2 r
=0
grad p + gz
2
(47)
r2
2
(48)
nota la pressione in un punto qualsiasi. Lequazione delle superfici isobare, conglobando nella
costante della (48) la pressione, data dalla:
z = cos t +
2
2g
r2
(49)
R2
4g
di cui si innalza sui bordi. In definitiva, nel sistema di riferimento considerato, lequazione della
superficie libera assume la forma:
z=
2
2g
r2
2
4g
R2
(50)
Esercizio 2.4.1
Un serbatoio parallelepipedo, lungo L=8m, largo b=2m e profondo H=3m, contiene h=1.5m
dacqua g=9806Nm-3. Se viene sottoposto ad una accelerazione orizzontale di a=2.45 ms-2 nel
senso della lunghezza, calcolare la forza che lacqua esercita sulle due pareti estreme del
serbatoio.
z
d
H
ai
h
d
x
gk
L
-a i
Cominciamo col calcolare langolo di cui si inclina la superficie libera, tenendo conto del fatto che
in questo caso laccelerazione ha solo la componente orizzontale (=0):
aT cos( )
a
= arctan = 14
g
g + aT sin( )
= arctan
d=
L
La
2.45
tan( ) =
= 4
= 1m
2
2g
9.81
p a = g
Note le pressioni nei centri di figura si possono calcolare le spinte, i cui versi sono, rispettivamente,
i sulla superficie anteriore e i su quella posteriore:
2
aL
La
g 2 aL aLh
bi =
h
h
S a = pa Aa i =
b h +
i = 2463i N
2
2 g
2 g
2
2 g
g
2
aL
La
g
g 2 aL aLh
+
b( i ) =
h +
h +
S b = pb Aa i =
b h +
i = 61263i
2
2 g
2g
2
2 g
g
Sommando le spinte, che non hanno medesima retta dazione, si ottiene la spinta risultante:
S a + S b = bLhai = 58800i
pari alla forza dinerzia complessivamente esercitata sulla massa liquida e dovuta alla accelerazione
a.
Esercizio 2.4.2
Un serbatoio cilindrico circolare, diametro D=1 m, altezza H=2 m, contiene acqua, g=9806Nm-3,
fino ad una altezza h=1.5 m. Se il cilindro ruota attorno al proprio asse, quale velocit angolare
costante pu essere raggiunta senza far uscire lacqua? Qual la pressione in C e D, se =6
rad/s?
Adottando un sistema di riferimento Orz solidale al cilindro rotante, asse r radiale, asse z
coincidente con lasse del cilindro e origine sulla superficie libera del liquido in quiete, si visto
che il paraboloide di rotazione, in cui si trasforma la superficie libera iniziale, si abbassa sullasse
della stessa quantit d di cui si innalza sul bordo. Tale quantit pari a:
d=
2
4g
R2
Se pertanto il cilindro riempito in quiete fino allaltezza h, affinch in rotazione non fuoriesca dal
cilindro, si dovr avere che:
h+
2
4g
R2 H
2
4g
R2 H h
4 g (H h )
= 8.86rad / s
R
Consideriamo la distribuzione di pressione (48) e determiniamo la costante imponendo che per r=0,
z=
R 2 , la pressione nulla: si tratta infatti del punto della superficie libera che interseca lasse
4g
di rotazione. Si determina cos la distribuzione di pressione nella massa in rotazione:
p=
R2
r 2
gz
2
2
1000 6 2
0.52 = 12465 Pa
4
4
2
1000 6 2
2
pD = gh +
R = 9810 1.5 +
0.52 = 16965Pa
4
4
z
pC = gh
R 2 = 9810 1.5
k
d
h
er