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Introduzione
Laerdoinamica il ramo della meccanica dei fluidi che si concentra sullanalisi dellinterazione tra una corrente
fluida ed un corpo immersa in essa. Si definisce fluido la materia senza una forma propria, sia se avente volume
(liquido) sia senza volume proprio (gas).
Si introduce lipotesi del continuo, cio in ogni parte del fluido, anche piccola, c un numero molto grande di
molecole. Ci collegato al numero di Knudsen:
K n=
lpm
(liberocammino medio fratto lungh . caratt .)
b
ed inseguito si spiegher che quando il numero molto pi grande di zero varr lipotesi de continuo a differenza di
un numero di Knudsen negativo.
Si definisce particella di fluido un elemento di volume infinitesimamente piccolo sulla scala di lunghezza
(macroscopica) di nostro interesse, ma comunque grande nella di lunghezza delle molecole (microscopica).
p e densit
T =D .
51
tipo:
1
L=W C L V 2 S=W
2
Il numero di Mach
Ricordando le ipotesi iniziali si definisce il Mach come:
M=
V
a
Con v la velocit della corrente e a la velocit di propagazione dei disturbi di pressione. Il Mach di grande
importanza in quanto definisce i regimi fondamentali di moto. Inoltre il Mach collegato al concetto di fluido
compressibile ed incompressibile, infatti:
Un flusso a densit costante in tutto il campo si dice incompressibile se
M =0
in tutto il campo di
moto.
In certe condizioni anche i fluidi comprimibili (gas) si comportano come incomprimibili (liquidi): per
51
Viscosit
Si supponga di avere una parete solida ed un fluido che scorre su di essa.
Un fluido s definisce Newtoniano quando la forza
dF=
dF
V
dA
z
Con
definire:
m2
.
s
Numero di Reynolds
Il numero di Reynolds un numero adimensionale definito come:
VL VL
=
con L lunghezza di riferimento caratteristica del problema mentre V pu essere confusa con la quantit di moto
se posta la massa unitaria.
Il numero di Reynolds misura limportanza relativa delle forze di natura dinamica (convettive), associate alla
quantit di moto delle particelle, e le forze di natura viscosa.
Come il Mach, si hanno una serie di propriet:
Un fluido o un flusso non dissipativo si dice ideale
Un flusso caratterizzato da viscosit nulla (
ideale
Regimi di moto
Esistono due tipi di classificazione dei regimi di moto, che descrivono i movimenti del fluido attorno al corpo
M =1 .
51
Si distinguono inoltre:
M ' ,cr ! P : M =1, M <1 , cio il numero di Mach subsonico minimo della
corrente asintotica per il quale esiste almeno un punto del campo di moto in ci
Mach critico superiore (
M =1
M '' ,cr ! P : M =1, M >1 cio il numero di Mach supersonico minimo della
corrente asintotica per il quale tutti i punti nel campo di moto sono supersonici.
m=
m
t
La scelta di
b
4
F=m
V
si ha (
la quantit di moto):
non casuale infatti si sceglie di considerare laria attraverso una superficie circolare di
raggio b.
Una chiara conseguenza di quanto detto che la quantit daria di velocit
asso dando un contributo allaereo sotto forma di quantit di moto. Inoltre sfruttando le precedenti equazioni si ha:
1
b2
V 2C L
C L V 2 S=L=e V V
=
2
4
V eAR
Si definisce allungamento alare
b2
AR=
S
m
aumentata dopo l'interazione con l'aeromobile:
51
Per il principio di conservazione dell'energia deve esserci una forza che compie un lavoro equivalente che non puo
che essere T = D:
E sostituendo nellespressione di
C D la quantit
V
V
si ha:
non portante.
La resistenza totale di un aeromobile pari a:
Curve polari
Una curva del tipo
C D =C D ( C L )
CL
51
CD
CD
A ci si aggiunge la correzione di
C D , definito come resistenza a portanza nulla (zero lift) che trasla verso
0
destra il vertice della parabola. Inoltre ci deve essere un aintoto in quanto nota lesistenza di un
C L max che
CL
CD
Infine la curva normalmente traslata verso lalto, poich il proggettista tende a sfruttare la condizione di minimo
C D (il vertice della parabola) non a C L =0 , una situazione di volo irrealizzabile, ma a situazioni di volo
reali:
CL
CD
C D come polare:
C L =0 ;
In condizioni di alta portanza la polare del velivolo si discosta molto dallandamento parabolico che
addirittura non prevede lo stallo dellaeromobile
CL ;
Unaltra curva di fondamentale importanza la curva di portanza. Questo si fonda sul concetto di angolo
dattacco, cio prendendo una direzione tipica di riferimento dellala, langolo
e lasse vento. Definendo
C L C L ;
M e R .
51
Attenzione: dopo lo stallo laeromobile ha ancora portanza, ma ci che determina la difficolt di pilotaggio la
risposta del velivolo ai comandi.
Profilo alare
Scelta la lunghezza di corda
z= zt (x)
Con
z t ( x) d un
Per quanto concerne un profilo poco spesso e curvo di unala finita a piccoli angoli di attacco:
Idrostatica
Si assume in tutto il campo la
perpendicolare a
in particolare:
Legge di Stevino
51
dxdydz
ed
51
una
Tensore
Tensore di
di ordine
ordine 00
Grandezze scalari
Unico numero
reale
Tensore
di ordine
Tensore di
ordine 11
Tensore
di ordine
Tensore di
ordine 22
Grandezze
Conoscenza di due
vettoriali
direzioni orientate
Numero reale e
direzione orientata
grandezza in generale funzione dello spazio e del tempo f =f ( x ; y ; z ; t) , si definiscono i seguenti tensori:
51
51
Il vettore nabla
51
Divergenza di un vettore
Si definisce divergenza di un vettore la quantit:
Rotore di un vettore
Diadi
51
Tensore di ordine 2
51
quiete. Si supponga di tagliare una particella, si ha una superficie orientabile in tutte le direzioni per mezzo della
normale
t n=
n^ . Si definisce sforzo:
dF
dS
A seconda del taglio effettuato si hanno sforzi differenti, per ovviare a questo problema si esprime lo sforzo come:
Quindi ogni piano tensionale espresso dalla matrice 3x3 del tensore degli sforzi.
Come prima applicazione diretta possibile ridefinire la legge di Pascal:
d F=p n dS
dF
=p n n =p n
dS
p 0
0
=p U 0 p 0
0
0 p
p n
Riformulazione del principio di Pascal: il tensore degli sforzi in un fluido in quiete isotropo.
51
Teoremi di Gauss
51
Teorema di Stokes
Campi
51
Campi potenziali
Campi solenoidali
Equazioni di bilancio
Una grandezza G si dice estensiva quando associata (proporzionale) alla massa. Una grandezza G si dice intensiva
quando non e associata alla massa ed e funzione solo del punto. Massa, quantit di moto, energia, entropia sono
esempi di grandezze estensive mentre temperatura, pressione, viscosita sono esempi di grandezze intensive.
Per una grandezza estensiva e possibile formulare un'equazione di bilancio all'interno del volume di controllo:
51
La densit
Il flusso
caso
.
di una grandezza G d, in intensit e direzione, la quantit di G che attraversa una superficie
un tensore se G un vettore.
Questo integrale nullo qualunque sia la scelta di V se e soltanto se lintegrando nullo, da cui lequazione di
bilancio in forma differenziale:
51
Linterpretazione del primo e del terzo termine chiara, quella del secondo termine consegue dal significato della
divergenza di un flusso, che rappresenta, appunto in valore e segno, quanto si accumula (o decumula), per unit di
volume e tempo nellintorno del punto, per effetto del flusso
R= i X i
Ed informa vettoriale:
g(R ; ) , la
Derivata sostanziale
La derivata temporale fatta ad
con il simbolo:
=
t t
( )
=cost
R e t, in quella spaziale r
e t. La
relazione che intercorre tra queste due derivate pertanto quella conseguente ad un cambio di variabile
indipendente ed immediatamente ottenibile dalla nota regola di derivazione delle funzioni di funzioni:
DG G
=
Dt
t
( )
( Gt )( t )+ [( Gx ) ( xt )
i
=
xi =cost
i t =cost
Ovvero:
DG G
G
D
=
= V
=
+V
Dt t i x i
Dt
t
51
( )
x i =cost
G =g W
Effettuando un cambio di variabile si ha che
W =v +~
w , sostituendo:
G =g v + g ~
w G =g v + J G
Con
g v
V ; JG
flusso diffusivo, associato al trasporto della grandezza con la velocit molecolare relativa al moto del baricentro
della particella.
Vm
analisi basate su queste ipotesi. Ad esempio non possibile studiare levoluzione di gocce dacqua che si scindono in goccioline pi piccole]
La formula logica del bilancio in forma Lagrangiana coincide con quella in forma Euleriana, a meno del flusso,
infatti il flusso misurato in sistemi solidali al centro di massa delle particelle elementari proprio il flusso diffusivo;
quindi si ha:
Essendo
51
Per passare alla forma lagrangiana c una difficolt, infatti considerando la grandezza g costante (nulla si crea
nulla si distrugge) la sua derivata sarebbe nulla. Definito
V=
v=
1 Dv
v t
Risultato importantissimo in quanto si nota che la divergenza della velocit misura la variazione percentuale
nellunit di tempo del volume di una particella.
Inoltre se il flusso incompressibile:
La conservazione della massa assicura che in un campo di moto comprimibile e stazionario solenoidale
V .
+=V
. Inoltre per convenzione si assume
g
51
+= g
. Si definisce energia
f
con
Con
2
1 , per cui verr
trascurato:
=p U + d
d
Con
pari a:
s
d =2 ( V )0
Nel modello newtoniano, cos come nella maggior parte dei problemi di nostro interesse, il tensore degli sforzi
simmetrico.
Conservazione dellenergia
Di grande importanza per un sistema termodinamica la scelta dei tempi caratteristici e quelli necessari per
raggiungere lequilibrio. Si hanno tre casi possibili:
| |
VT
1 possibile descrivere il sistema attraversodue variabili intensive
V
| |
| |
VT
V
0 ( 1 ) e T 1 A numeri di Mach elevatinon possibile descrivere il sistema attraverso2 var .
V
V
Per il principio dellequilibrio evolutivo, si assume che i tempi caratteristici del problema fluidodinamico siano
molto maggiori del tempo caratteristico con cui il sistema termodinamico particella raggiunge il proprio equilibrio
per cui, istante per istante, la particella in equilibrio termodinamico.
Nei fenomeni a noi interessanti, le forme di energia da tener presente, sono:
Sostituendo il tutto:
51
Definito con
Jc
flusso diffusivo e
DV
V ( ) V = g V
Dt
Si ha :
Inoltre il bilancio di energia cinetica non unequazione indipendente. La prima equazione dice, come gi
anticipato, che il flusso diffusivo di energia cinetica uguale a
produzione di energia cinetica conta di due termini, uno associato alla produzione di quantit di moto e laltro al
tensore degli sforzi.
Per il bilancio dellenergia potenziale si ha, formalmente:
Con
p produzione di energia
51
D
=
+V V
Dt t
D
= g V P = g V
Dt
Questo un risultato importante poich la produzione di energia potenziale uguale e contraria al primo termine
che compare nellespressione:
(1)
Ovvero lenergia potenziale si converte esclusivamente in energia cinetica.
Il bilancio dellenergia interna si ottiene sottraendo dallequazione della conservazione dellenergia quella del
bilancio di energia cinetica e di energia potenziale:
Bilancio entropico
Lequazione differenziale del bilancio di entropia in termini della derivata sostanziale data fondamentalmente da:
Dove
JS
base al principio di equilibrio evolutivo, possibile applicare in qualsiasi istante la nota reazione di Gibbs:
du=Tds pdv
Du
Ds
Dv
=T
p
Dt
Dt
Dt
Per cui il bilancio entropico collegato a quelli del volume e dellenergia interna.
Moltiplicando lultima espressione per la densit, si ha:
Du
Dv
Ds
+ p
=T
Dt
Dt
Dt
Andando a sostituire al posto dei differenziali le espressioni del bilancio trovate in precedenza, si ottiene:
: V + p V j u =T s T J S
(2)
Per desumere da questa relazione le espressioni per il flusso e la produzione di entropia bisogna trasformare
lultimo termine, facendo comparire lespressione di una divergenza, sfruttando lidentit vettoriale:
( T J S )=T J s + J S T T J S = ( T J S ) J S T
E sostituendo nella (2):
T s =~ : V + p V J S T + J u ( J S)
51
J u=J q=T J S
Cio il flusso di entropia uguale a quello di energia interna (ovvero il flusso di calore) diviso la temperatura
assoluta
T .
Ci che rimane della penultima espressione la ricercata identit per la produzione di entropia che va ancora
trasformata.
Si vuol arrivare allespressione conclusiva:
~ : V =p U : V + 2 ( V )S : ( V )S
0
0
Primo passo dimostrare che:
p V = p U : V V =U : V
U : V =U :
( 3 V ) U +U : ( V )
U : U= ij ji = ji =3
i=1
U : V =( V ) +U : ( V )0
Ma conoscendo lidentit
U : V =( V ) +0
Come volevasi dimostrare.
Secondo passo dimostrare che:
S
2 ( V )0 : ( V ) =2 ( V )0 ( V )0
Scomponendo
2 ( V )S0 :
1
1
Tr ( V ) U + ( V )S0 + ( V )a0 =2 ( V )S0 : Tr ( V ) U +2 ( V )s0 : ( V )S0 + 2 ( V )S0 : ( V )a0
3
3
Dei tre addendi finali solo uno non si annulla, infatti il primo pari a zero perch
il terzo addendo pari a zero perch il doppio prodotto vettoriale
Si definisce
51
(ii 13 Tr ( ))=0
, mentre
A : A =0 . Dimostrazione terminata.
s =
T T 1
+
T
Tz
+
+ , con + quantit positiva, quindi il segno dettato da
e poich
e lo
1
>0 allora anche
T
>0 . Tutto ci
porta allimportante conclusione che il flusso termico va da zone a T maggiori a quelle minori, e si pu
concludere la stessa cosa per lequazione della quantit di moto, il flusso va dalle zone di alta pressione a
quelle di bassa pressione.
Che sono in realt 5 equazioni perch la terza ne ingloba 3. La chiusura del sistema implica la conoscenza delle
relazioni di stato:
51
particelle tangenti alla lastra piana immersa nel fluido. In questo modo le equazioni di continuit e quantit di
moto possono essere integrate indipendentemente dallequazione dellenergia risolvibile, se necessario,
successivamente con il campo di velocit gi noto.
Continuit
Si assume il flusso isoentropico
V=
ds=0
per cui:
1 Dv
D 1 D 1 D
1 1 D
=
=
+ V =0 2
+ V =0
v Dt
Dt 2 Dt Dt
a Dt
51
Inoltre con:
Lr
Vr
Si ottiene:
Quindi se
M 2r piccolo, anche pi infinitesimo degli altri due contributi. Cos rimane la divergenza della
velocit. Si attestato che il Mach una misura della comprimibilit del fluido:
M r 0 V =0 flusso incomprimibile
Ed inoltre se
M r=cost
=cost
dellenergia.
Quantit di moto
Stesso procedimento vale per la quantit di moto:
( V ) + ( VV )+ p=2 [ ( V )S0 ] + g
t
E posto:
quindi si battezzano:
51
Pi esplicitamente:
1 1
=
=
t t r t x i Lr x i
La seconda parte di questa equazione sar trascurata perch si lavorer con flussi veloci con
Inoltre scegliendo
Mr
1
p
M 2r
, Fr 0 .
convezione diV
diffusione reversibile diV
Energia
Si scelga per ladimensionalizzazione la
Si pu notare come la particella abbia unenergia caotica e una ordinata, rispettivamente rappresentata da
energia interna e cinetica. Ladimensionalizzazione d come risultato:
Con:
51
Le equazioni di Eulero
R e r =
=0
=0
P e r =
Queste equazioni governano la dinamica di un fluido (o di un flusso) ideale, da esse scompaiono tutti i termini che
portano a produzione di entropia. Inoltre si abbassa lordine di derivazione, infatti non sono pi presenti le derivate
seconde; bisogna prestare attenzione alle condizioni al contorno, ridotte, per il noto problema di Cauchy, rispetto
alle equazioni di N-S. Inoltre in molte applicazioni aerospaziali
termine di produzione nel bilancio della quantit di moto, sia lenergia gravitazionale nel bilancio dellenergia.
x ,
x' .
Ci sono due modi per fornire informazioni sulla deformazione della particella, sviluppando in serie:
51
E possibile calcolare
Ed inoltre
d x
dt
1=v P +
Dv
Dv
y
x=
t 2 =
Dx
Dx
t
Ma
+ , ottenendo:
1
V , si dilata secondo V
2
( V )S0 .
Teorema di Crocco
Laccelerazione della particella:
51
1
1
dh=Tds+ vdp=Tds+ dp p= hT s
V , ruota con
e si deforma secondo
Dv p
+
=g+ f d
Dt
V
V2
p
V
V2
+ + ( V ) V +
g=f d
+ h+ + + ( V ) V =T s+ f d
t
2
t
2
H= h+
V
+
2
H .
V =( V ) V
Si ha che:
v2
=0
t 2
( )
J S=
J u T
=
con =0 perch si necessitano fenomeni dissipativi
T
T
Effettuando lo stesso ragionamento per il bilancio entropico e cinetivo si hanno i due risultati
51
Il risultato:
noto come teorema di Bernoulli (generalizzato). In realt il teorema funziona sia con flusso isoentropico che con
quello omoentropico, anche se rispettivamente vengono definite come fomra debole del teorema e forma forte.
Il teorema di grande importanza, in particolare in ambito propulsivo poich fa capire che per ottenere grandi
energie cinetiche si necessitano grandi entalpie.
Riprendendo il teorema di Crocco si dimostrato che in un flusso stazionario ed ideale accade che:
M 0 con
=cost
lequazione di Gibbs:
dh=Tds+
dp
dp
p
dh= =d ( )
Conseguentemente:
dH=d
p
v2
1
+d
+d =0 p+ V 2+ =cost
2
2
() ( )
Fr 0 , quindi il termine
trascurabile.
V 1 A 1= V 2 A 2
1
1
2
2
p1 + V 1 + = p2 + V 2+
2
2
51
p1 pressione statica e
1
2
V 1 pressione dinamica .
2
Ed integrando:
Da notare come non compare la pressione e come la vorticit sia una grandezza estensiva:
= V
Circuiti
Un circuito C di una regione di controllo
VC
Teorema di Stokes
Si ha che:
51
Quando
Corollario: Se
qualsiasi circuito di
allora le circolazioni di
su
sono nulle.
Con degli opportuni tagli una regione molteplicemente connessa pu sempre essere trasformata in una regione
semplicemente connessa
Attenzione: In campo tridimensionale i volumi saranno semplicemente connessi; infatti un circuito sempre
riducibile, traslandolo su unala.
I teoremi di Helmholtz
Alcune definizioni:
Primo teorema di Helmoholtz: lintensit di un tubo vorticoso la stessa in tutte le sezioni trasversali.
Dim: la dimostrazione del primo teorema di Helmholtz immediata applicando il
teorema di Gauss al vettore vorticit nel volume indicato in figura e tenendo conto
della solenoidalit di
S1
S2
S2
51
Secondo teorema di Helmohotz: La circolazione presa nello stesso intorno a due qualsiasi circuiti irriducibili e
riconciliabili che circondino un tubo vorticoso isolato uan sola volta la stessa ed uguale, in valore assoluto,
allintensit del tubo vorticoso.
n dS
S
, deve andare
allinfinito).Detto ci per il primo principio di Helmoholtz, il vortice isolato costante. Per conoscere la velocit si
ha:
K ,R,V
Il teorema di kelvin
I teoremi precedenti si basano su una curva dello spazio, mentre il teorema di kelvin un vero e proprio circuito
materiale. Questo teorema il terzo ed ultimo teorema sui vortici, inoltre la circolazione varia nel tempo:
Dim:
Punto focale del teorema che alla fine non si ha pi una velocit su unaccelerazione. Ora secondo obbiettivo di
Lord kelvin era capire quali pezzi di
Dv
Dt
presenza della circuitazione. Sfruttando gli stessi passaggi ricavati dal Teorema di Crocco, si ha che dal bilancio
della quantit di moto:
51
Quindi:
Ora il primo termine va a zero poich per ipotesi non ci sono trasformazioni in energia interna e
, energia
D
=0 .
Dt
Alcuni Corollari:
: =V ,
Il campo di velocit governato dallequazione di Laplace con una sola incognita; inoltre da notare come
lequazione di Bernoulli, ricavata dallequazione della quantit di moto moltiplicandola per
51
tale che:
La funzione di corrente
Per campi di moto bidimensionali (ci si concentra qui sul caso piano) deve risultare
termini di
(def. di rotore):
Soddisfatta per
verr trattato. A conferma della precedente equazione, ora si riporta lo studio di un rotore in un campo generico:
dato un campo di moto
A ( A 1 ; A 2 ; A3 )
si ha che:
V = A=
x1
A1
x2
A2
](
k
A 3 A2
A 3 A1
A2 A1
j+(
)k
x3
x2 x2
x 1 x3
x 1 x2
A3
) (
bidimensionale:
( r ) = A3
Quindi, riassumendo, in un sistema di riferimento cartesiano, O(x;y), le componenti (u,v) di
da:
Dove
v=
y
x
u=
n
[spostamento
infinitesimo]
A
A
M 0 =cost V =0
2.
= , Pr 1 PL = s =0
3. Flusso ideale
=0, S T = , Fr=
t
1
1
2
2
p+ V =cost= p + V
2
2
V =0 :V =
4. Corrente uniforme
Sostituendo
V =
in
51
2 =0
In coordinate cartesiane:
2 2
+
=0
x2 y2
Ed in coordinate polari:
A questo punto si necessitano condizioni al contorno, poich senza di esse il problema darebbe inifinite soluzioni,
quindi:
dellequazione di Laplace vengono dette funzioni armoniche. Essendo questequazione lineare la somma di due
funzioni armoniche ancora armonica.
Corrente uniforme
La prima soluzione riguarda la corrente uniforma:
Per giustificare queste soluzioni si consideri una funzione generica del tipo:
=Kx
Effettuando la derivata prima e seconda si ha:
=k
x
2
=0
2
x
E lo stesso discorso vale per
2=k 2 y
3=k 1 x +k 2 y
E chiamando
k 1=v cos
k 2=v sen
Sorgente
51
V r=
Q
=
r 2 r
V =
1
=0
2
Ora per comprendere meglio cosa sia Q, si effettui lintegrale rispetto lla circonferenza in figura, si ha:
2
V r ir ir rd
0
Q
d =Q
2
Cio la portata daria. Scegliendo una curva pi complessa, si ottiene per il teorema di Gauss, sempre la stessa
portata daria (indirettamente lo si pu affermare anche per lipotesi di continuit).
Doppietta o dipolo
Si ottiene dalla sovrapposizione al limite di due sorgenti e di un pozzo di intensit uguali ed opposte mantenendo
costante il prodotto
k =Q l .
V , ,, p :
51
V
p
P1
Pr
R
k
2
=R
2 v
r
K=2 v R2
Il flusso daria, pu essere descritto come somma di linea di corrente pi il campo di moto generato da una
doppietta con asse parallelo a x:
lim =V rsen=
Per quanto concerne il campo di pressione sul cilindro non portante, per definizione :
[ ( )]
1
1
1
1
1
V
p+ V 2=cost= p + V 2 p p = V 2 V 2= V 2 1
2
2
2
2
2
V
51
c p=
p p
V
=1
1
V
V 2
2
( )
Si hanno ora tutti gli strumenti necessari per calcolare la forza aerodinamica agente sul cilindro . Partendo dal
concetto di forza esercitata in un punto, lo si estende a tutto il corpo mediante unintegrazione, moltiplicando il
tutto per -1, poich si vuol sapere la forza esercitata dal fluido sul corpo, quindi:
F=F corpo = n dS
Sb
V
n
SG
f = p U i R Rd =
0
Poich
=p U
tensore unitario
Rd un archetto infinitesimo della superficie del cilindro. Per la propriet scalare del
U i r =i r , allora:
p i r Rd
0
k n dS= k
questo motivo possibile moltiplicare e dividere per le seguenti grandezze aggirando le problematiche dellalgebra
vettoriale:
2
2
p p
1
2
f = p i r Rd =
V
i r d
2
0
0 1
V 2
2
Con
51
Definito come Paradosso di DAlambert: La resistenza aerodinamica agente su un corpo immerso in una corrente
bidimensionale ideale nulla.
Vortice isolato
E possibile ottenere nella pratica un campo simile facendo ruotare il cilindro ad una velocit angolare:
51
>0
I Punti di ristagno,
P1
mentre per
V
V , sostituendo:
=2 sen+
V
2 R V
Si ottiene:
c p=1 2 sen +
Sostituendo il
)]
2
E per la resistenza:
51
2 sen
c p=1 4 se n2 +
+
2 RV
V R
2 V R
P2
51
Il teorema di Kutta-Zukovskij
51
La condizione di Kutta
Cos come per il cilindro anche per un corpo arbitrario immerso in una
corrente ideale possibile attenere infinite soluzioni potenziali variando la
circolazione
Il secondo caso possibile (quello in basso) viene definito come condizione debole del Teorema di Kutta-Z., o meno
forte, in quanto non si necessita si un secondo punto di ristagno, ma semplicemente la stessa velocit sopra e sotto
il ventre, cio la velocit deve essere continua.
Quindi la condizione di Kutta prevede la velocit al bordo duscita deve essere continua; in particolare nulla
per bordi aguzzi e finita per bordi a cuspide. Tra gli infiti valori della circolazione
51
^x .
[ ]
y
=
arctan
2
2
x
ln r
2
d =V ( ) d dV =
d
2 r
Mentre le componenti della velocit cartesiane indotte dalla distribuzione lineare di vorticit nel punto P(x;y):
Lungo il segmento (0;c) il campo di velocit discontinuo; per il teorema di Helmholtz la circolazione deve essere
d , quindi:
51
proprio
Dove
90
n e dn , si ha:
51
u ( x ; 0 )= (x)
2
0< x< c
Tutto quello che verr studiato in questo capitolo importante per analizzare profili alari molto sottili comunque
quelli utilizzati dal 1903 al 1917. Prima di tutto bisogna analizzare la geometria del problema, quindi definendo
Le ipotesi sono:
y=C ( x )
2D
=0
t
M =0 ; = ,
Pe=
Ma non bastano queste ipotesi infatti si aggiunge che lo spessore, la curvatura e langolo dattacco siano:
lultima ipotesi:
E dimostrabile che :
dy
U y
m S b =C' ( x )= =
dx
V
x
Inoltre Glauert afferma che la funzione potenziale formata dal potenziale della corrente pi un potenziale di
disturbo:
y
=C '( x )
V cos+
x
V sen+
51
Dove
(1)
S b , si ha che:
Ed certo che si sta trattando ancora una soluzione dellequazione di Laplace, poich
1
2 r
va a zero per
r , quindi:
lim =0
Si pu notare che:
piccolo, cio la velocit di disturbo indotta dalla distribuzione di vorticit piccola rispetto alla velocit
asintotica:
Inoltre
|C ( x )| 1
C
per cui la condizione al contorno sul dorso e sul ventre del profilo pu essere imposta, con
Con
+
x ; 0 indica un punto del dorso, mentre
Ma lultimo termine del secondo ordine quindi pu essere trascurato rispetto agli altri, infatti:
V v ( x ; 0 ) C ' ( x ) V C' ( x ) u ( x ; 0 )
+
=
+
V
V
V
V
51
Diventa:
Sostituendo si ha:
1
V
2
Ora basta applicare la condizione di Kutta, in particolare quella del bordo cuspidato poich derivata del dorso e del
ventre sono uguali, il tutto da applicare al bordo duscita, quindi:
+
c ; 0
c ; 0
+
c ; 0
c ; 0
V +v
U =V +u
V =V + v
Trasformazione di Glauert
Sfruttando la seguente costruzione affermabile che:
Si assume che
C ( x ) = An cos ( m )
n=0
51
'
, quindi:
Dove:
E interessante capire quanto vale il campo di pressione della lastra_; partendo dalla considerazione:
V 2 2u
=
V
V
( )
c p=1
c p ( x ; 0 )=
2 u ( x ; 0 )
=
V
V
51
Cp :
Si pu affermare che nelle ipotesi di piccoli disturbi (profilo infinitesimamente sottile con piccola curvatura ed a
bassa incidenza) valido il principio di sovrapposizione degli effetti: il campo di moto ottenibile per
sovrapposizione delle soluzioni lastra piana ad incidenza e linea media ad incidenza nulla.
V =V + v maV =0 v=V
si ha un disturbo di una certa importanza e ci si traduce con
un fallimento della teoria e quindi un problema di infiniti.
Nella realt accade che al bordo di attacco, la linea di
corrente sono del tipo:
A questo punto possibile calcolare i vari coefficienti aerodinamici, tramite la resistenza perch nato del
paradosso di DAlambert sia pari a zero. Preso un profilo generico, si premette che:
51
f ( a ; n)
n=
cn 1
V c
2
1
a=c a V 2 c
2
Cn
Cl , ma si pu notare che:
Ca
51
c p si ha:
zl = A0
A1
2
E chiaramente
zl dipende dalla curvatura del profilo alare ed proporzionale alla curvatura stessa. Ci
Cl =Cl ( zl ) con Cl =2
Con
( zl =0) .
In modo analogo si calcola il momento di beccheggio (per unit di lunghezza) rispetto al bordo di attacco (positivo
se cabrante) ed il relativo coefficiente:
Quindi non si sta parlando altro di un sistema di forze e, come noto dalla fisica matematica, possibile
descriverlo con una risultante delle forze ed un momento. Ma manca un punto di applicazione, rintracciabile dalla
formula e definito come centro di pressione:
51
Si definisce fuoco il punto rispetto al quale il momento di beccheggio indipendente dallangolo di attacco:
x=
c
4 .
=0 :
y= T ( x ) conT ( x ) 1.
( x ; y )=V x +(x ; y)
Mentre il disturbo dato da:
Il potenziale del disturbo dato da una distribuzione lineare di sorgenti lungo la corda di intensit:
Come nel caso linea media ad incidenza, occorre verificare che la condizione al contorno sul corpo sia verificata
(imposta lungo la corda):
V y =v ( x ; 0 ) V x =V +u(x ; 0 )
Con la differenza che in questo caso le vorticit saranno disposte lungo la corda, quindi varieranno anche lungo
51
y :
T ' ( x ) V T ' ( x ) u ( x ; o )
T' ( x) V
v ( x ; o )
v ( x ; o )
v ( x ; o )
'
=T
(
x
)
=
+
=
V
V
V
V
V
V + u( x ; o )
Poich i campi indotti da un vortice e da una sorgente sono ortogonali, cio la componente di velocit sono uguali
ma scambiate, si ha applicando Glauert:
v ( x ; o ) =
Quindi
(x)
con ( x )=2 V T ' ( x)
2
V y =v ( x ; o )=
(x)
( x )=2 V T ' (x ) sicuramente una
2 , con condizione soddisfatta poich
soluzione.
51
Con
=V ( x+ y) e condizioni al contorno:
V , infatti:
+ v ( x ; o ) +v (x ; o )
V + v ( x ; o ) + v (x ; o )
y
'
'
'
'
=C ( x )=T ( x )
=C ( x )=T ( x )
V +u ( x ; o ) +u (x ; o )
+u ( x ; o ) +u (x ; o )
x
ed eliminando i temrini di secondo ordine:
v ( x ; o )
+
+ v ( x ; o ) =C ' ( x )=T ' (x)
V
Poich sono soluzioni trovate anche in precedenza e per la linearit del problema, abbiamo trovato una soluzione
plausibile. Nello specifico si giunti ad un principio di sovrapposizione degli effetti ancora pi generale in quanto:
= A0 = i
allora si avrebbe (
Cl =Cli
51
sfavorevole sulla resistenza aerodinamica; presumibilmente il profilo avr resistenza minima sullintorno di
a=2 V ( i ) cot
51
Lo strato limite