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INTRODUZIONE

I ponti termici sono zone di una struttura in cui il flusso termico non è monodimensionale (giunti murari di vario
tipo, travi in ferro, pilastri in calcestruzzo armato, ecc.) e le dispersioni termiche devono essere calcolate con
opportune relazioni di calcolo.

Figura 1 - Ponte Termico [foto]

I ponti termici devono essere eliminati, rendendoli “più curati”, evitando così fenomeni di condensa, sia
superficiale che interstiziale, creazione di muffa ed anche fenomeni dissipativi.
In un edificio, molteplici sono i ponti termici che si possono avere, come riportato nella seguente figura:

Figura 2 - Tipologie di ponti termici [1-edilclima]

1
La loro resistenza termica è notevolmente modificata dal tipo di:

o Forma: dove la disomogeneità deriva dalla disposizione geometrica di strutture uguali (angolo tra
pareti, giunto a T);

Figura 3 – Ponte termico di forma [2-UNI EN ISO 14683_2001]

o Struttura: dove si ha invece l’accostamento di strutture diverse (inserimento nelle strutture murarie di
travi in ferro);

Figura 4 – Ponte termico di struttura [2-UNI EN ISO 14683_2001]

o Ibrido o misto: cioè formati dall’unione dei due casi particolari.

Figura 5 – Ponte termico Ibrido o misto [2-UNI EN ISO 14683_2001]

2
VERIFICA TERMOIGROMETRICA
La verifica termo igrometrica delle tipologie edilizie ha lo scopo di determinare l’eventuale presenza di vapore
d’acqua condensato in un generico punto della struttura esaminata.
La formazione di condensa può, infatti, provocare:
 formazione macchie d’umidità e/o muffa con conseguente distacco dell’intonaco,
 peggioramento delle proprietà meccaniche e termofisiche dei materiali.
Nello studio dell’aria umida, si è visto che l’aria atmosferica è costituita da una miscela di aria secca e vapore
d’acqua. Se si sottrae calore ad una miscela d’aria umida può accadere che la pressione parziale del vapore
d’acqua pv, eguagli la pressione di saturazione pvs alla temperatura che la miscela assume in seguito al
raffreddamento.
In tal caso parte del vapore effettua un passaggio di fase trasformandosi in liquido: avviene cosi il fenomeno
della condensa.

RELAZIONE COSTITUTIVA DELLA DIFFUSIONE DEL VAPORE IN UN MEZZO POROSO


Per diffusione di vapore si intende un trasferimento di massa di vapore in un mezzo o tra più mezzi in contatto
fisico, a causa di una non uniforme distribuzione della concentrazione.
Osservazioni in condizioni di regime stazionario e geometria monodimensionale su pareti piane hanno portato
alla formulazione della legge costitutiva della diffusione del vapore in un mezzo isotropo [3-La verifica
termoigrometrica]

ψ = −π ∇ p (1)

La relazione ribadisce che il flusso di vapore, definito come la massa di vapore che fluisce nell’unità di tempo
per area unitaria di superficie isobarica nella direzione delle pressioni del vapore decrescente, è direttamente
proporzionale al gradiente di pressione mediante una grandezza π, definita come permeabilità al vapore del
mezzo.
Dalla relazione inoltre, si deduce che a parità di gradiente di pressione, il flusso di vapore è tanto maggiore
quanto più grande è la permeabilità del mezzo.
Per quanto sopra esposto è evidente l’analogia tra il fenomeno della diffusione del vapore con il maccanismo di
scambio termico per conduzione, e la legge di Fourier.

EQUAZIONE DIFFERENZIALE DELLA DIFFUSIONE DEL VAPORE


Le componenti del vettore flusso di vapore individuate dalla relazione (1), in coordinate cartesiane risultano:

ψ = −π ; ψ = −π ; ψ = −π (2)

3
Riferendosi al volume di controllo infinitesimo si può pervenire alla formulazione dell’equazione differenziale
del flusso di vapore.

Figura 6 – Volume di controllo [appunti]

Ne consegue che il vettore flusso di vapore ψ è dato dalla somma delle sue componenti ψ , ψ e ψ .
Il prodotto di ψ per l’area di superficie dy dz, che ha come normale l’asse x, è pari alla portata massica di
vapore entrante in dx dy dz lungo x; analogamente (ψ + dx) dy dz rappresenta la portata massica uscente da
dx dy dz lungo x. Sommando i sei contributi relativi agli assi x, y e z, la portata massica netta entrante è pari
a:
(ψ − ψ )dzdy + ψ − ψ dxdz + (ψ − ψ )dxdy = − + + dxdydz (3)

avendo espresso la ψ in serie di Taylor arrestata ai primi due termini. In regime stazionario l’equazione di
bilancio sarà quindi:

+ + =0 (4)

Sostituendo nell’equazione (4) le (2), nell’ipotesi che la permeabilità del mezzo sia omogenea lungo le tre
direzioni si ottiene:

∇ p =0 (5)

Nell’ipotesi che la geometria del sistema consente di trascurare gli effetti di bordo, le superfici isobare sono
tutte dei piani paralleli alle facce estreme della parete e il vettore flusso di massa è orientato in ogni sezione
normalmente alla parete. Ne consegue che il campo di pressione è monodimensionale e l’equazione (5) si
semplifica nella:

=0 (6)

4
con le condizioni al contorno:

p (0) = p ; p (L) = p (7)

dalla (6) si ottiene:

p (x) = c x + c (8)

e dalla (7):

( )
c =p ;c = (9)

sostituendo le (9) nelle (8) si determina che il campo di pressione del vapore è descritto dalla relazione lineare:

p (x) = p − (p −p ) (10)

Ne consegue dividendo la (10) rispetto a x:

=− (11)

Dalla (2), nelle ipotesi assunte di flusso monodimensionale è stazionario:

ψ = (p −p ) (12)

da cui:
m = (p −p ) (13)

Indicando con Rv la resistenza diffusiva al vapore e con Kv la permeanza al vapore come:

K = ;R = (14)

La (13) può essere espressa nella forma:

m = K (p −p )= (p −p ) (15)

5
Qualora la struttura sia composta da più elementi piani in serie o in parallelo si ha:


m =∑ − serie− ; m = ∑ K ∆p − parallelo − (16)
,

avendo indicato con Δpv la differenza di pressione di vapore totale pv1 - pv2.
Per quanto detto, affinché non si abbia condensa all’interno o sulle superfici limiti di una parete deve sempre
verificarsi in ogni punto la condizione:

p < p (T) (17)

È quindi necessario, per poter verificare tale condizione, conoscere l’andamento della pressione di saturazione
del vapore nei vari strati che compongono la parete piana. Ricordando che in condizioni di saturazione la
pressione è funzione della sola temperatura, è possibile ricavare l’andamento di tali pressioni una volta noto
l’andamento delle temperature in parete.

La risoluzione del problema multidimensionale di trasmissione del calore per conduzione in regime stazionario
si ottiene risolvendo l’equazione generalizzata di Fourier con le opportune condizioni al contorno:

+ + =0 (18)

La complessità della risoluzione in forma chiusa impone di ricorrere all’impiego del calcolatore.
In questi casi, il flusso termico va calcolato per ciascuna tipologia di ponte termico, col metodo FEM.
Da questo punto di vista è stato ricavato il cosiddetto coefficiente di trasmissione lineica psi ψ [W/mK], che
differisce da quello visto in precedenza che riguardava il flusso di massa.
Per le strutture che contengono i ponti termici, il procedimento di calcolo della potenza termica dispersa si
effettua sommando al valore ottenuto nel caso di monodimensionalità un termine aggiuntivo; definito attraverso
la seguente equazione:

Q̇ = ψ L (t − t ) [W] (19)

- ψ è la trasmittanza termica lineica;

- L (m) è l’estensione lineare del ponte termico (indicata anche come lk);
- (ti-te) è la differenza di temperatura tra ambiente interno ed esterno.

6
La norma UNI EN ISO 10211[4] prevede il calcolo di psi, basato sugli strumenti della modellazione numerica,
del coefficiente di accoppiamento termico L2D; una volta calcolato, è possibile utilizzare la seguente relazione
per calcolare il coefficiente psi:

ψ=L −∑ Ul (20)

dove U (W/m2K) è la trasmittanza della parete.

7
CASO STUDIO:
Di seguito riportiamo la geometria del nostro ponte termico pilastro-parete (ponte termico di tipo lineare);
con annessa la legenda dei componenti:

Figura 7 - Caso Studio [fornito dal docente]

Vogliamo capire se all’interfaccia tra i materiali o nelle intercapedini, vi possa essere un accumulo di vapore
d’acqua, che possa portare a condensa superficiale o interstiziale o alla creazione di muffa.
Nota la geometria della parete e le proprietà termofisiche dei vari strati è, quindi, necessario:
- Calcolare la trasmittanza unitaria globale della parete:

K= (21)

𝑠
dove 𝜆 è la resistenza termica unitaria del n-esimo strato;
- Calcolare il flusso termico che attraversa la parete mediante la legge costitutiva di Fourier:

q̇ = K(T − T ) (22)

8
dove T e T sono le temperature nell’ambiente esterno ed interno alla parete nell’ipotesi che T > T ;
- Determinare la temperatura all’interfaccia dei vari strati; poiché il sistema è a regime stazionario basterà
tener conto che il flusso termico che attraversa la parete è costante.
Per il caso in esame, applicando la procedura per il calcolo del flusso termico per meccanismi combinati si
ottiene, per la sezione di taglio A-A, il calcolo di K come:

1
K=
1 s s s s s s s s 1
+ + + + + + + + +
h λ λ λ λ λ λ λ λ h
e si ha:
Q̇ T −T
q̇ = = =
A 1 s s s s s s s s 1
+ + + + + + + + +
h λ λ λ λ λ λ λ λ h
T −T T −T
= = = cost.
(R +R +R +R +R +R +R +R +R +R ) R

Quindi si può scrivere considerando le singole zone:


- per lo scambio aria interna-superficie 1

T −T T −T
𝑞̇ = =
R R
da cui si ricava

T −T
T =T − R
R

Iterando questo procedimento fino al calcolo dello scambio superficie 8 - aria esterna, si determinano
quelle che sono le temperature all’interfaccia dei vari strati.

9
Geometria Sezione A-A
Ponte Termico Parete - Pilastro
0,5

0,45

0,4

0,35

0,3

0,25

0,2

0,15

0,1

0,05

0
-0,1 0,1 0,3 0,5 0,7 0,9 1,1 1,3 1,5

Figura 8 – Ponte termico Pilastro Parete

λ
s [m] [W/mK] Resistenze [m2K/W]
intonaco di calce e
gesso 0,02 0,7 0,03
tavella 0,08 0,4 0,20
perlite 0,24 0,066 3,64
tavella 0,08 0,4 0,20
malta di cemento 0,02 1,4 0,01
isolante 0,005 0,002 2,50
intonaco plastico 0,008 0,3 0,03
klinker 0,01 0,36 0,03
6,63 Rtotale
Tabella 1 – Calcolo delle resistenze

Rint
[m2K/W] Rest [m2K/W] Tint [K] Test [K]
0,13 0,04 293,15 275,15
Tabella 2 – Resistenze e Temperature interne ed esterne

10
T [K] T [°C]
aria interna - superficie
1 292,80 19,65
sup 1 - sup 2 292,72 19,57
sup 2 - sup 3 292,18 19,03
sup 3 - sup 4 282,31 9,16
sup 4 - sup 5 281,77 8,62
sup 5 - sup 6 281,73 8,58
sup 6 - sup 7 274,94 1,79
sup 7 - sup 8 274,87 1,72
superficie 8 - aria
esterna 274,80 1,65
Tabella 3 – Temperature all’interfaccia tra i vari strati

Dai valori della temperatura calcolati, è possibile determinare, con l’ausilio delle tabelle di saturazione i
corrispondenti valori della pressione di saturazione pvs.

Tabella 4 – Tabella di saturazione [5-Termodinamica degli stati]

Noti tali valori è possibile costruire il diagramma delle pressioni di saturazione in funzione dell’ascissa corrente
considerando che la variazione di p è lineare nell’interno di ciascuno strato.
Mediante i valori delle temperature interna ed esterna dell’aria, si ricavano i valori delle pressioni di saturazione;
in base a tali valori, ed alla conoscenza dei valori dell’umidità relativa interna (70%) ed esterna (90%) dell’aria
è possibile determinare, mediante la relazione di definizione dell’umidità relativa, i corrispondenti valori della
pressione parziale del vapore.
Note le caratteristiche geometriche ed igrometriche dai vari strati che compongono la parete, si determina la
permeanza globale unitaria Kv.

11
Noto Δp è possibile determinare il flusso di vapore:

ψ=K p , −p , (23)

E’ possibile determinare la pressione parziale del vapore sulle interfacce tra i vari strati, con una procedura del
tutto analoga a quella utilizzata per il calcolo delle temperature.
Poiché il sistema è in regime stazionario il flusso di massa è costante, a meno di condensa interna.
Va precisato che, nel fenomeno della diffusione del vapore non vengono definite le conduttanze superficiali
interne ed esterne come nella trasmissione del calore, ma la pressione parziale di vapore all’interfaccia tra parete
e l’ambiente interno/esterno è pari alla pressione parziale di vapore che regna in ciascuno degli ambienti.
In tali ipotesi la pressione del vapore dell’aria interna ed esterna coincidono con i valori di pressione parziale
del vapore sulle superfici limiti della parete.
Ciò premesso, si ottiene:
- sulla superficie 1:

𝑝 =𝑝 ,

- per il primo strato

p , −p , p , −p ,
ψ= =
R , R

da cui si ricava

p , −p ,
p , =p , − R
R ,

Iterando tale procedimento, e noti i valori delle pressioni parziali del vapore alle interfacce tra i vari strati, è
possibile tracciare un diagramma di confronto tra i valori puntuali di pvs e pv all’interfaccia tra i vari strati; si
determina in questo modo l’esistenza o meno di fenomeni di condensa sia superficiali che interni alla parete e
l’estensione della zona ad essa interessata.

12
Grafico delle pressioni
20
18
16
pv, pvs [mmHg] 14
12
10
pv [mmHg]
8
6 pvs [mmHg]
4
2
0
0 2 4 6 8 10
spessore [mm]

Figura 9 – Confronto tra pv e pvs nella sezione di muro A-A

Dal confronto dei valori puntuali di pvs e pv all’interfaccia tra i vari strati, si evince che i valori di pv sono
minori di quelli di pvs, ovvero non vi è l’esistenza del fenomeno di condensa sia superficiale che interstiziale
alla parete.

13
SOLUZIONE MODELLO NUMERICO
Il problema è stato implementato al software Comsol Multiphysics.
È stata scelta la fisica “Trasmissione di calore nei solidi” essendo il flusso monodimensionale che si sposta dalla
parete a temperatura più alta a quella più bassa fatto con studio stazionario.
Sono stati, inseriti i parametri di resistenza interna, Rsi [m2 K/W] e di resistenza esterna Rse [m2 K/W]:

Rse 0.04[m^2*K/W] resistenza esterna


Rsi 0.13[m^2*K/W] resistenza interna
Tabella 5 – Parametri resistenza interna ed esterna

Successivamente è stata costruita la geometria del Caso studio, con la creazione di diversi rettangoli posizionati,
come riportato nella figura, su di un piano cartesiano dando loro il giusto input di posizione, dimensione e
forma:

Figura 10 – Geometria del modello

Viene poi inserito, per ogni geometria, il corrispondente materiale che lo rappresenta; tale operazione può essere
svolta analogamente in due modi, il primo è quello di prendere i materiali desiderati dalla libreria di Comsol
Multiphysics; il secondo metodo, quello adoperato da noi, quello di inserire i valori di conducibilità termica λ
[W/mK], densità ρ [kg/m3], calore specifico cp [J/kgK] a mano nel calcolatore; come si evince in figura:

14
Conducibilità Calore specifico a
Materiale termica Densità pressione costante
[W/mK] [kg/m3] [kJ/kgK]
Klinker 0,360 600 1,00
Intonaco plastico 0,300 1300 0,84
Isolante 0,002 788 1,29
Malta di cemento 1,400 2000 1,00
Tavella 0,400 775 0,84
Perlite 0,066 100 0,90
Tavella 0,400 775 0,84
Intonaco di calce 0,700 1400 1,00
e gesso
CLS armato 2,500 2400 1,00
Tabella 6 – Valori dei materiali da inserire in comsol

Figura 11 – Materiali del modello

Una volta inseriti opportunamente i valori per i rispettivi materiali, si passa ad impostare quelle che sono le
nostre condizioni al contorno per il flusso di calore.

15
Fissiamo l’isolamento termico sui tagli del muro del ponte termico, quindi scriviamo la relativa condizione al
contorno ovvero −kA∇T = 0; in comsol analogamente scritta come −n ∗ q = 0 dove q = −d k∇T.
Il flusso di calore sulla superficie interna su quella esterna, impostiamo le relative condizioni al contorno, che
sono di tipo convettivo specificando il coefficiente di trasporto termico h = , definito come l’inverso della

resistenza a cui associamo la temperatura, espressa in [K] dell’ambiente che stiamo considerando, cioè interno
od esterno, ed il flusso termico convettivo q = h(T − T), come riportato nelle figure di seguito inserite:

−kA∇T = 0

Figura 12 – Isolamento termico

1
q = h(T − T); h = ; T = 275,15[K]
R

1
q = h(T − T); h = ;T = 293,15[K]
R

Figura 13 – Flusso termico

16
Successivamente creiamo una Mesh fitta:

Figura 14 – Mesh

ed infine procediamo al calcolo dello studio stazionario.


I risultati di questo studio ci forniscono quelle che sono:
L’andamento delle temperature all’interno del ponte termico e le linee di flusso termico (frecce in bianco)
all’interno di esso; si vede come all’interno della muratura, la temperatura varia di pochi gradi (come si vedrà
in seguito sui grafici dell’andamento della temperatura sulle linee di taglio di figura 17), la dispersione avviene
dall’isolante in poi, ciò permette al ponte termico di non avere gli effetti indesiderati come condense e muffa;
ciò è possibile perché il ponte termico è curato.

Figura 15 – Temperature e Flusso termico

17
Successivamente sono state costruite delle linee di taglio 2D in corrispondenza della stratigrafia muraria
comprendente tavelle perlite tavelle, e nella parte riguardante il pilastro; andando a studiare quelli che sono gli
andamenti di temperatura all’interno di essi e successivamente mettendo a confronto in un diagramma gli
andamenti di tali temperature; come si evince dalle figure riportate di seguito:

Figura 16 – Linee di taglio 2D

Figura 17 – Andamento delle temperature

Ci mostrano la temperatura in rosso, che rappresenta quello che succede all’interno della prima linea di taglio,
quando la temperatura varia dall’interno della struttura a 20 °C verso l’esterno a 2 °C, attraversando i diversi
materiali. L’andamento è pressoché lineare quando attraversa lo strato di tavelle che risulta essere più conduttivo
(λ=0.4 W/mK) e per questo motivo denominato conduttore; a differenza della perlite (λ=0.066 W/mK) che è
chiamato isolante a causa del suo minor valore di conducibilità termica; la temperatura in verde rappresenta ciò
che succede nella linea di taglio sul pilastro con una conduttività elevata (λ=2.5 W/mK).
Mentre si vede in prossimità dell’isolante, perlite espansa in granuli, che ha conducibilità bassissima (λ=0.02
W/mK) l’andamento verticalizzato della temperatura.

18
Osservando invece le isoterme, che sono normali alle linee di flusso, ci rendiamo conto che in adiacenza con il
pilastro vi è un innalzamento della temperatura; ma risultano essere più elevati i gradienti di temperatura, in
corrispondenza dell’isolamento termico.
Nella zona dell’isolante ci sono molte più isoterme (le linee differiscono della stessa quantità di temperatura) se
sono più vicine tra loro vuol dire che la stessa differenza di temperatura si ha in uno spazio molto più piccolo,
che corrisponde proprio a gradienti di temperatura maggiori.

Figura 18 – Isoterme

Quanto visto riguarda un ponte termico curato.


Vediamo invece cosa succede al ponte termico che non è isolato termicamente.
I risultati di questo studio ci forniscono quelle che sono l’andamento delle temperature all’interno del ponte
termico e le linee di flusso termico (frecce in bianco) all’interno di esso; si vede come all’interno della muratura,
la temperatura varia repentinamente già a metà di essa (come si vedrà in seguito sui grafici dell’andamento della
temperatura sulle linee di taglio di figura 21), la grossa dispersione avviene all’interno della muratura stessa,
qui perciò si avranno gli effetti indesiderati come condense e muffa.

Figura 19 – Temperature e Flusso termico ponte termico non curato

19
Figura 20 – Linee di taglio 2D ponte termico non curato

Figura 21 – Andamento delle temperature ponte termico non curato

A differenza del grafico visto in precedenza, qui si vede proprio il decadimento della temperatura attraverso il
materiale, ciò comporta la formazione di condensa superficiale e muffa; cosa che prima veniva evitata
dall’isolante.

20
Osservando invece le isoterme, nel caso di ponte termico non curato, i più elevati gradienti di temperatura si
hanno in corrispondenza del pilastro.

Figura 22 – Isoterme ponte termico non curato

Passiamo invece adesso a calcolare la trasmittanza termica lineica:

ψ=L −∑ Ul (24)

facendo un confronto su quello che sarà L2D calcolato con l’ausilio del comsol (per i casi visti di ponte termico
curato e non curato) e quello da norma UNI EN ISO 14683_2001.
Iniziamo a vedere in primis come calcolare, con l’ausilio del comsol L2D.
Scriviamo la formula del calcolo di L2D:

̇
L = ∗( )
(25)

Dal calcolatore prendiamo il valore, facendo un’integrazione su linea, del flusso termico Q̇, avendo impostato
l’espressione inerente al flusso termico ht.ntflux, come si evince dalla figura 23 riportata di seguito; quindi
sapendo che lk lunghezza lineare del ponte termico che consideriamo pari ad 1 /m/, e che la differenza di
temperatura Ti-Te è uguale proprio a 18 /K/:

,
L = ∗( )
= 0,42 (26)

21
ht.ntflux

Q̇=7,4672 [W/m]
Figura 23 – Integrale su linea

Passiamo ora a confrontarlo con quello che viene riportato in normativa UNI EN ISO 14683_2001, come
riportato nella seguente figura:

Figura 24 – ponte termico parete pilastro [2-UNI EN ISO 14683_2001]

Il confronto che andremo a fare e quello di stimare l’errore, ovvero vedere di quanto differisce la soluzione
calcolata a mano con quella riportata da norma; quindi avremo:

. .
𝐿 𝑒𝑟𝑟𝑜𝑟𝑒 = 100 ∗ .
= 80% (27)

22
C’è da precisare anche che la differenza tra gli L2D è dettata dal fatto che il ponte termico che noi abbiamo
simulato è “curato” a differenza di quello da norma, e che la lunghezza della nostra geometria è inferiore rispetto
ad essa.
Un ulteriore confronto che possiamo fare e quello tra gli L2D tra il ponte termico curato e non curato.
Per il ponte termico curato ricordiamo che L2D vale:

L = 0,42 (28)

Mentre per il ponte termico non curato, il flusso termico risulta essere uguale a Q̇ = 33,72 ,quindi:

,
L = ( )
= 1,87 (29)

Come già ci aspettavamo L2D è più elevato rispetto a quello visto in precedenza, perché, la non cura del ponte
termico fa si che ci sia una maggiore dispersione e quindi un maggior flusso termico dall’ambiente interno a
quello esterno.
Volendo confrontare il valore di L2D appena calcolato con quello da norma vedremo che:

, ,
𝐿 𝑒𝑟𝑟𝑜𝑟𝑒 = 100 ∗ ,
= 11% (30)

l’errore stimato risulta molto più accettabile rispetto a quello visto in precedenza, anche se la geometria vista
non si eguaglia, come in precedenza, a quella della norma; solo che essendo entrambi i casi privi di isolamento
sul pilastro i valori di L2D tendono ad assomigliarsi, quindi la stima dell’errore sembra più verosimile.
Ora passiamo invece a calcolare la quantità da sottrarre a L2D ovvero ∑ U l , ricordando che U è la trasmittanza
della parete, calcolata come:

U= (31)

dove s è lo spessore del materiale [cm] e λ la conducibilità termica [W/mK], mentre Rint e Rest sono le resistenze
superficiali interne ed esterne fissate dalla norma UNI EN ISO 14683_2001; mentre lj è la lunghezza del nostro
ponte termico, che nel caso specifico è di 155 [cm].

23
λ Resistenze
s [m] [W/mK] [m2K/W]
intonaco di calce e
gesso 0,02 0,7 0,03
tavella 0,08 0,4 0,20
perlite 0,24 0,066 3,64
tavella 0,08 0,4 0,20
malta di cemento 0,02 1,4 0,01
isolante 0,005 0,002 2,50
intonaco plastico 0,008 0,3 0,03
klinker 0,01 0,36 0,03
Tabella 6 – Calcolo delle resistenze

Rint Rest
[m K/W] [m2K/W]
2

0,13 0,04
Tabella 7 – Valori normati

Quindi la trasmittanza termica lineica del caso studio sarà:

ψ=L −∑ U l = 0,42 − 0,23 = 0,19 (32)

mentre quella del caso col ponte termico non curato:

ψ=L −∑ U l = 1,87 − 0,37 = 1,50 (33)

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BIBLIOGRAFIA
[1] Edilclima
[2] UNI EN ISO 14683_2001
[3] La verifica termoigrometrica
[4] UNI EN ISO 10211_1998
[5] Appunti del corso di Modelli Numerici
[6] Appunti del corso di Energetica degli Edifici

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