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1
le lirr = vdp + (v22 v12 ) + g ( z2 z1 )
2
1
(2)
le + qe = (h2 h1 )
(3)
le = lirr + vdp
(4)
Nel capitolo precedente, per convenzione, si era assunto positivo il lavoro se fatto sul sistema, e il
calore positivo se entrante nel sistema. Tuttavia pi comodo operare sempre con lavori positivi, e
quindi verranno cambiati i segni in maniera tale da ottenere sempre Le > 0. Quindi, lequazione (3)
diventa:
le = (h2 h1 ) qe > 0
(5)
le = (h1 h2 ) + qe > 0
(6)
Pagina 1 di 32
le = vdp + lirr
(7)
(8)
le = vdp lirr
1
Nel seguito si analizzer il caso si una turbomacchina operatrice (compressore) e poi di una
macchina motrice (turbina).
P2
P2
P
N
P1
2
T = cost
2
1
P1
1
M
v1
Consideriamo un gas perfetto e una trasformazione ideale (lirr = 0). Le due forme dellequazione
dellenergia (5) e (7) forniscono:
le = qe
2
le = vdp =
1
(9)
RT
p
dp = RT1 ln 2
p
p1
(10)
Pagina 2 di 32
Tale trasformazione risulta per irrealizzabile nella pratica. Le trasformazioni nelle macchine
dinamiche (continue) sono infatti estremamente veloci. Non c tempo n superfici di scambio
termico sufficienti perch il fluido, nellattraversamento della macchina, riesca a cedere (o ricevere)
calore. allora possibile considerare sempre le trasformazioni nelle macchine dinamiche
adiabatiche; la (5) diventa:
le = (h2 h1 )
Da tali considerazioni risulta quindi che la trasformazione ideale con cui confrontarsi non tanto
quella isoterma reversibile, quanto quella adiabatica ideale, e cio la trasformazione isoentropica.
Con riferimento alla Figura 2, e sempre nelle ipotesi di gas perfetto, si ricava:
(le )s = h2 s h1 = C p (T2 s T1 )
che, nel piano (T,s), rappresentato dallarea A02sB.
Ricordando che, per una trasformazione adiabatica isentropica di un gas perfetto vale pv = cost e
che vale la relazione di Mayer R = C p Cv , si ricava:
1
(le )s =
RT1 1
Una forma identica la si ottiene anche a partire dalla (7), imponendo Lirr = 0.
Pagina 3 di 32
a)
Ls
P
P2
2s
P1
0
s = cost
P1
P2
2s
1
M
v1
LCR 2
P2
P2
2s
Ls
P1
1
b)
T
2s
P
P2
2s 2
Ls
LCR
P1
0
P1
Lw
M
v1
A
2
2s
Lr
Ls
P2
P1
s
Figura 2: compressione adiabatica ideale a) e reale b).
Pagina 4 di 32
B C
Con riferimento alle trasformazioni tracciate nei piani (p,v), (T,s) ed (h,s) riportate in Figura 2a, si
osserva come il lavoro compiuto sul fluido sia maggiore rispetto al caso isotermo.
Inoltre, che le aree tratteggiate nel piano (p,v) e in quello (T,s) rappresentano il lavoro scambiato,
essendo la trasformazione adiabatica reversibile.
Nella realt, la trasformazione sar tale da far s che il fluido si trovi alluscita del compressore
ancora allo stesso livello di pressione p2, ma con unentropia maggiore rispetto al caso isentropico,
come mostrato dal punto 2 in Figura 2b. In questo caso, il lavoro scambiato con lesterno vale:
l e = h2 h1 = Area(A02C)
che, nel piano (T,s), consiste nellarea A02C. Il percorso seguito dal fluido per passare dal punto 1
al punto 2 pu essere qualunque.
possibile approssimare la trasformazione reale con una trasformazione politropica reversibile, in
cui si suppone che il calore (che nella realt legato alle irreversibilit) venga scambiato
reversibilmente:
n 1
n
RT1 n 1
n 1
Cerchiamo di individuare nei diversi piani larea che rappresenta la differenza tra il lavoro reale e
quello ideale. Il lavoro reale nel piano (p,v) consiste nellarea M12N. Si fa notare come il volume
specifico nel punto di fine compressione reale sia maggiore rispetto al caso ideale, a causa delle
perdite. Sempre nel piano (p,v) si ha quindi:
2
(l e )r (l e )s = vdp + l irr
1
2s
2
2s
Nel piano (p,v) non si vede chiaramente tutto il lavoro scambiato; larea 212s rappresenta la
differenza tra i due integrali, mentre non ben identificabile il lavoro perso per attrito; meglio
considerare il piano (T,s):
(l e )r (l e )s = (l e ) y + (q e ) y (l e )s
= (l e ) y (l e ) s + (q e ) y
Tale differenza rappresentata dallarea B2s2C nel piano (T,s). Si ricorda che (Qe)y > 0 in quanto
entrante nel sistema. Questo calore nella realt legato alle perdite, essendo la trasformazione
adiabatica. Esso dato dalla relazione
q = Tds = dq e + dl irr
che, per una trasformazione adiabatica diventa:
(q e ) y
= l irr = Tds
1
ed quindi rappresentato, nel piano (T,s), dallarea sottesa dalla trasformazione 1-2. Ne segue che
il lavoro perso coincide con larea B12C, inferiore alla differenza tra lavoro reale e lavoro ideale
Pagina 5 di 32
(h2 h2s ) , mentre larea 212s rappresenta quello che viene chiamato lavoro di contro-recupero. Ne
risulta quindi che, per comprimere il fluido dalle condizioni 1 alle condizioni 2, il lavoro speso
maggiore rispetto alla somma tra lavoro ideale e lavoro perso. La quota parte di lavoro che
necessario fornire al fluido il lavoro di contro-recupero, dovuto al fatto che, mentre si comprime,
il fluido si riscalda di pi rispetto al caso ideale. Il fenomeno del contro-recupero allora un effetto
termodinamico legato alla variazione di volume specifico durante la compressione. Se infatti si
pensa di approssimare la compressione con una serie di compressioni infinitesime pj, cos come
schematizzato in Figura 3, il lavoro complessivamente speso pu essere cos approssimato:
2
j =1
l = vdp + l irr v j p j + l w
essendo vj il volume specifico medio sul singolo intervallo di compressione. evidente che, col
procedere della compressione, il volume specifico aumenta rispetto al caso ideale, a causa della
generazione di calore causata dalle perdite. Ogni incremento ulteriore di pressione richiede quindi
un lavoro maggiore rispetto allo step precedente. Lentit del contro-recupero quindi funzione del
rapporto di compressione. Quanto pi il rapporto di compressione elevato, tanto maggiore sar il
lavoro di contro-recupero. Esso tuttavia non una perdita, nel senso che non dipende dalla bont
con cui si realizza la macchina, ma insito nella trasformazione.
Per valutare le prestazioni di un compressore, si definisce il rendimento del compressore come il
rapporto tra lavoro ideale e lavoro reale. A seconda del tipo di trasformazione considerata come
trasformazione ideale, si distingue tra rendimento adiabatico e rendimento politropico:
c,ad =
c ,y =
l s h2 s h1
=
l r h2 h1
Ly
Lr
Ls + Lcr
n 1
=
> c,ad
Lr
n 1
Pagina 6 di 32
c ,ad =
1
y
1
1
il cui andamento riportato in Figura 4, dove sono tracciate le curve di ad in funzione di , con y
a parametro. In accordo a quanto detto in precedenza, si vede come il rendimento adiabatico
diminuisca al crescere del rapporto di compressione, a causa del fenomeno del contro-recupero. Per
1, il rendimento adiabatico tende a quello politropico.
Il rendimento politropico tiene quindi conto solo delle dissipazioni che avvengono allinterno della
macchina, depurate degli effetti termodinamici (contro-recupero).
Pagina 7 di 32
Compressione inter-refrigerata
Si visto come il minimo lavoro di compressione sia ottenibile tramite una trasformazione
isoterma. Si inoltre osservato come tale trasformazione non sia praticabile nella realt, le
macchine realizzando trasformazioni adiabatiche. Ci si chiede allora se, tramite opportune soluzioni
impiantistiche, sia comunque possibile individuare una o pi trasformazioni che permettano di
ridurre il lavoro di compressione. La risposta la compressione inter - refrigerata, che consiste nel
suddividere la compressione in una serie di compressioni elementari, intercalate da raffreddamenti
dellaria, cos come mostrato in Figura 5, limitatamente al caso di una trasformazione ideale.
Laria, aspirata dallambiente, viene dapprima compressa fino alle condizioni 2; entra quindi in uno
scambiatore di calore dove viene raffreddata fino alla temperatura T2. Subisce quindi una seconda
compressione fino alle condizioni 3, e cos di seguito. Si nota inoltre che in Figura 5 sono trascurate
eventuali perdite di carico negli scambiatori, per cui i processi di scambio termico risultano essere a
pressione costante.
evidente che il lavoro di compressione totale sar inferiore rispetto al caso senza interrefrigerazione, a parit di rapporto di compressione totale ; la semplice divergenza delle isobare
spiega infatti come convenga comprimere a temperature inferiori, e quindi a volumi specifici
minori. Per ragioni di costi e di limitazioni sulla complicazione impiantistica, nella realt si realizza
una o, al massimo, due inter-refrigerazioni.
Ci chiediamo ora se esista un livello di pressione ottimo a cui suddividere la compressione. Per fare
ci ci limitiamo al caso di una sola inter-refrigerazione, per cui in Figura 5 ci fermiamo al punto 3.
Siano 1 = p2/p1 e 2 = p3/p2 i rapporti di compressione dei due stadi di compressione. La
definizione del livello di pressione ottimo p2, equivale a scegliere il valore di 1 che minimizza il
lavoro di compressione.
Il lavoro di compressione ideale dato da:
Pagina 8 di 32
(l e )s
1
1
R T1 1 1 + T2 ' 2 1
=l +l =
II
sapendo che 2 = 1 , con = p3/p1 pari al rapporto di compressione globale, e imponendo che
sia nulla la derivata del lavoro rispetto a 1, si ricava:
(Le )s
1
=0
T
1 = 2'
T1
2( 1)
(11)
1 =
l e = (ht1 ht 2 ) (h1 h2 )
Con riferimento alle trasformazioni tracciate in Figura 6, consideriamo dapprima il caso
isentropico. In maniera del tutto analoga a quanto fatto per il compressore, si ottiene che:
l s = h1 h2 s = c p (T1 T2 s )
(l e )s
1
=
RT1 1 1
1
Anche in questo caso, possibile individuare graficamente i lavori scambiati attraverso le aree
sottese dalle trasformazioni: larea M12sN nel piano (p,v) e larea A01B nel piano (T,s), entrambe
tratteggiate in Figura 6.
Nel caso reale, il lavoro diventa:
l e = h1 h2
che corrisponde allarea C01B nel piano (T,s). Approssimando ancora la trasformazione reale con
una politropica reversibile di esponente n, si ottiene:
Pagina 9 di 32
P
P1
P2
LR
2
M
2s
P1
Lr
LR
0
1
P2
2
2s
Lr
Ls
2
P1
P2
Lw
A C
2s
s
Figura 6: espansione adiabatica.
(l e ) y
n
1
=
RT1 1 n 1
n 1
che, nel piano (p,v), rappresentato dallarea M12N. Si nota come ora il volume specifico nel
punto di fine espansione reale sia maggiore rispetto al caso ideale. Oppure:
l y = h1 h2 = c p (T1 T2 ) + (q e ) y
Anche in questo caso, il calore scambiato reversibilmente con lesterno in realt generato
internamente a causa delle dissipazioni. Esso quindi vale, essendo la trasformazione nella realt
adiabatica:
(q e ) y
= l irr = Tds
1
(l e )s (l e )r
2s
2
2s
2
Pagina 10 di 32
Come si detto in precedenza, il lavoro perso non chiaramente individuabile nel piano (p,v),
mentre la differenza tra gli integrali tra parentesi coincide con larea 212s. Consideriamo allora il
piano (T,s), sapendo che, in questo piano, il lavoro reale scambiato corrisponde allarea C01B:
(l e )s (l e )r = (l e )s (l e ) y + (qe ) y
= (l e ) s (l e ) y + (q e ) y
essendo qe < 0 in quanto uscente dal sistema. La differenza tra i due lavori, reale e ideale, consiste
nellarea A00C che, in prima approssimazione, pu essere ritenuta uguale allarea B2s2D. Tale
area pu essere interpretata come la differenza tra larea B12D, che sappiamo corrispondere al
lavoro perso, e larea 212s. Ne segue che il lavoro perso maggiore della differenza tra lavoro
ideale e lavoro reale (h2s h2 ) , e questa differenza larea 212s che rappresenta quello che viene
chiamato lavoro di recupero. Questo lavoro di recupero, come quello di contro-recupero nel caso
della compressione, dovuto al fatto che, mentre espande, il volume specifico del fluido aumenta in
maniera maggiore rispetto al caso ideale, e quindi fornisce pi lavoro. Se si pensa infatti, in
analogia a quanto fatto per il compressore, di suddividere lespansione in tanti step successivi, ogni
ulteriore espansione avviene con un fluido caratterizzato da un volume specifico maggiore rispetto
al caso ideale, che quindi compir un lavoro maggiore. Il recupero quindi un effetto
termodinamico che aumenta al crescere del rapporto di espansione, legato alla presenza di
dissipazioni.
Si definisce il rendimento della turbina come il rapporto tra il lavoro reale e il lavoro ideale. A
seconda che il lavoro di recupero venga o meno considerato, si distingue tra rendimento adiabatico
e rendimento politropico:
t ,ad =
t , y =
l r h1 h2
=
l s h1 h2 s
lr
n 1
=
< t , ad
ls + lr
n 1
in cui lesponente della politropica n ora inferiore a . Ci fa s che il rendimento adiabatico sia
sempre maggiore del rendimento politropico. In analogia al caso del compressore possibile
ricavare una relazione che lega i due rendimenti:
1
1 1
t ,ad =
Pagina 11 di 32
il cui andamento riportato in Figura 7, dove sono tracciate le curve di ad in funzione di , con y
a parametro. Si osserva come il rendimento adiabatico ora aumenti al crescere del rapporto di
espansione, grazie allapporto positivo del fenomeno del recupero. Ancora per 1, il rendimento
adiabatico tende a quello politropico.
Anche in questo caso quindi il rendimento politropico tiene conto solo delle dissipazioni che
avvengono allinterno della macchina, depurate degli effetti termodinamici (recupero), risultando
indipendente dal rapporto di espansione.
Pagina 12 di 32
l e = (ht1 ht 2 )
Pagina 13 di 32
La parte mobile (girante) ha la funzione di scambiare lavoro tra il fluido e la macchina, quindi ci
che fa trasformare lenergia cinetica e di pressione del flusso in energia meccanica allalbero della
macchina.
quindi
(ht1 - ht2) = 0
ht1 = ht2
v =u+w
Dove:
- v la velocit assoluta;
- u la velocit periferica;
- w la velocit relativa.
Velocit periferica
Si visto come una macchina a fluido sia composta da una parte rotante, detta rotore o girante, e da
una parte fissa, detta statore.
I rotori delle macchine a fluido compiono un moto rotatorio intorno allasse della macchina.
Supponendo che funzioni a regime, si pu ritenere che le parti mobili si muovano alla velocit u,
detta velocit periferica o di trascinamento.
u =r =
Dn
60
Dove:
- la velocit angolare (rad/sec);
- r il raggio della girante;
- n il numero di giri (giri/min);
- D il diametro della girante.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Osservazioni
Posto r il raggio della paletta in ingresso alla girante espresso in metri, un giro completo della
girante corrisponde ad una traiettoria percorsa dalla paletta di 2r metri. Quindi ad una velocit di n
giri al minuto della girante corrisponder una traiettoria percorsa dalla paletta di 2rn metri.
n giri al minuto = 2rn (metri/minuto) = Dn (metri/minuto) = (Dn)/60 (metri/secondo)
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------A secondo che si stia considerando il triangolo delle velocit:
Pagina 15 di 32
ax
Figura 8: schema di massima della sezione meridiana di una pompa centrifuga (con ax direziona assiale, r
direzione radiale e tg direzione tangenziale).
In particolare si definiscono:
- Da il diametro misurato allapice della palettatura in ingresso;
- Db il diametro misurato alla base della palettatura in ingresso;
- D1 il diametro medio in ingresso;
- l1 laltezza di pala in ingresso alla girante;
- D2 il diametro misurato esterno della girante;
- l2 laltezza di pala in uscita alla girante.
Dove:
D1 =
Da + Db
2
l1 =
Da Db
2
tg
v1
ax
Figura 9: paletta statorica osservatore assoluto (triangoli delle velocit in ingresso).
Un eventuale osservatore relativo, solidale con la paletta, cio seduto sopra la paletta, vedr,
sempre nel caso di palettatura statorica, quindi fissa, il flusso andare contro la palettatura con una
velocit, detta velocit relativa (w1), analoga alla velocit vista dallosservatore assoluto (Figura
10).
v1 = w1
tg
v1 = w1
ax
Figura 10: paletta statorica osservatore relativo (triangoli delle velocit in ingresso).
Nel caso invece di palettatura mobile di una turbomacchina, cio nel caso di palettatura rotorica, la quale ruoto
insieme allasse di rotazione della macchina con una certa velocit periferica (u1), losservatore assoluto vede il
flusso muoversi con la sua velocit assoluta (v1) e la palettatura allontanarsi dal flusso con la sua velocit
periferica (u1), tangenziale allalbero di rotazione (
Figura 11).
u1
tg
v1
ax
Figura 11: paletta rotorica osservatore assoluto(triangoli delle velocit in ingresso).
Pagina 17 di 32
Un osservatore relativo, essendo seduto sulla paletta in movimento avr limpressione di essere
fermo, visto che si muove solidalmente alla palettatura rotorica, e che sia il flusso ad aver cambiato
velocit ed a muoversi con una velocit diversa dal quella assoluta, detta velocit relativa (w1)
(Figura 12).
tg
u1
w1
v1
ax
Figura 12: paletta rotorica osservatore relativo (triangoli delle velocit in ingresso).
v2
tg
ax
Figura 13: paletta statorica - osservatore assoluto (triangoli delle velocit in uscita)
Un eventuale osservatore relativo, solidale con la paletta, cio seduto sopra la paletta, vedr,
sempre nel caso di palettatura statorica, quindi fissa, il flusso lasciare la palettatura con una
velocit, detta velocit relativa (w2), analoga alla velocit vista dallosservatore assoluto.
v 2 = w2
v2 = w2
tg
ax
Figura 14: paletta statorica osservatore relativo (triangoli delle velocit in uscita).
Pagina 18 di 32
Nel caso invece di palettatura mobile di una turbomacchina, losservatore assoluto vede il flusso
allontanarsi dalla paletta con sua certa velocit assoluta (v2) che non sar pi tangente al bordo
duscita della pala, essendo la paletta in movimento. Sar invece un osservatore relativo, essendo
seduto sulla paletta in movimento, il quale ha limpressione di essere fermo, visto che si muove
solidalmente alla palettatura rotorica, che vedr il flusso allontanarsi dalla palettatura con una
velocit relativa (w2) che tangente al bordo duscita della pala.
tg
w2
u2
v2
ax
Figura 15: paletta rotorica osservatore relativo (triangoli delle velocit in uscita).
compressore centrifugo), dove lingresso del flusso avviene nel piano (assiale tangenziale) mentre
luscita del flusso avviene nel piano (radiale tangenziale) con conseguente variazione del diametro
e quindi della velocit relativa.
ax
Figura 16: pompa centrifuga ingresso nel piano (assiale tangenziale) ed uscita nel piano (radiale
tangenziale).
Con
u1 u2
u1 =
D1n
u2 =
60
D2 n
60
Essendo
D1 =
Da + Db
2
Quindi lequazione di conservazione dellenergia a cavallo del rotore, dal punto di vista
dellosservatore relativo, assumer la seguente forma:
qe + le = (h2 h1) + (w22-w12) - (u22-u12)
Se poi si considera che, dal punto di vista dellosservatore relativo, tra macchina e fluido non vi
stato scambio di lavoro alcuno (le = 0) e che la macchina pu essere considerata sostanzialmente
adiabatica (qe = 0) si ha che
(h2 h1) + (w22-w12) - (u22-u12) = 0
Cio
hi + wi2 - ui2 = cost
(rotalpia)
che non altro che la rotalpia o entalpia totale relative (htr), quindi a cavallo del rotore la
rotalpia si conserva.
Pagina 20 di 32
htr = cost
2
ROTORE
STATORE
si ottiene che
le = ht2 ht1
esplicitando le entalpie totali si ha
le = ht2 ht1 = (h2 h1) + (v22-v12)
Tra i punti 1 e 2 si a cavallo del rotore, dove sappiamo conservarsi lentalpia totale relativa, quindi
htr1 = htr2 h1 + w12 - u12 = h2 + w22 - u22
2
le = 1 (v22 v12 ) + 1 ( w12 w22 ) + 1 (u 22 u12 )
2
2
2
2
2
2
2
1
1
(h2 h1 ) = 2 ( w1 w2 ) + 2 (u 2 u1 )
Quindi per una macchina operatrice si avr che il lavoro effettivamente ceduto dalla macchina
al fluido sar pari a:
l e = 1 (v 22 v12 ) + 1 ( w12 w22 ) + 1 (u 22 u12 )
2
2
2
1
STATORE
ROTORE
2
le = 1 (v12 v22 ) + 1 ( w22 w12 ) + 1 (u12 u 22 )
2
2
2
2
2
2
2
1
1
(h1 h2 ) = 2 ( w2 w1 ) + 2 (u1 u 2 )
Quindi per una macchina motrice si avr che il lavoro effettivamente ceduto dal fluido alla
macchina sar pari a:
Pagina 23 di 32
Prendiamo ora in esame il caso di una macchina operatrice centrifuga (pompa o compressore
centrifugo), quindi ingresso del fluido nel pianto (assiale tangenziale) ed uscita nel piano (radiale
tangenziale).
l e = 1 (v 22 v12 ) + 1 ( w12 w22 ) + 1 (u 22 u12 )
2
2
2
tg
v1
ax
w1
u1
Figura 19: triangolo delle velocit in ingresso al rotore di una pompa centrifuga.
Come di pu facilmente vedere la velocit assoluta (v1) e la velocit relativa (w1) hanno la
medesima componente di velocit in direzione assiale.
v1ax = w1ax
rad
v2
tg
u2
w2
Figura 20: triangolo delle velocit in uscita dal rotore di una pompa centrifuga.
Come di pu facilmente vedere la velocit assoluta (v1) e la velocit relativa (w1) hanno la
medesima componente di velocit in direzione radiale.
v2r = w2r
Si riprenda ora dellequazione di conservazione dellenergia per macchine operatrici, a cavallo di
uno stadio, pocanzi trovata
Pagina 24 di 32
Esplicitando tutti i termini in funzione delle loro componenti assiali, tangenziali e radiali
2
2
2
v1 = v1ax + v1tg
2
2
2
w1 = w1ax + w1tg
2
2
2
v2 = v2 r + v2tg
w2 = w2 + w2
2r
2 tg
2
v22r = w22r
2
2
v1ax = w1ax
2
2
v 2 tg v1tg = (v 2tg + v1tg ) (v 2tg v1tg )
2
w1tg w22tg = (w1tg + w2tg ) (w1tg w2tg )
2
u 2 u12 = (u 2 + u1 ) (u 2 u1 )
Ponendo a sistema
l e = 1 (v 2tg + v1tg ) (v 2tg v1tg ) 1 (w2tg + w1tg ) (w2tg w1tg ) + 1 (u 2 + u1 ) (u 2 u1 )
2
2
2
] [
Esplicitando si ha
l e = 1 [(v 2tg + v1tg ) (v 2tg v1tg ) (v 2tg + v1tg ) (v2tg v1tg ) + (v 2tg + v1tg ) (u 2 u1 ) +
2
+ (u 2 + u1 ) (v 2tg v1tg ) (u 2 + u1 ) (u 2 u1 ) + (u 2 + u1 ) (u 2 u1 )]
Semplificando
le = 1
[(v
2 tg
Esplicitando si ottiene
Pagina 26 di 32
l e l irr =
( p p1 )
1 2
v 2 v12 + g ( z 2 z1 ) + 2
2
( p p1 )
1 2
v2 v12 + g ( z 2 z1 ) + 2
2
lirr = 0
lid = gH
In condizioni ideali il lavoro ceduto dalla macchina al fluido coincide con il lavoro assorbito dal
fluido sotto forma di incremento di energia cinetica, di energia potenziale gravitazionale e di
energia di pressione, che non altro che la prevalenza.
( p p1 ) + (z z )
1 2
v2 v12 + 2
2
1
2g
g
Pagina 27 di 32
(H) = m
Si definisce pertanto Trinomio di Bernoulli
-
1
1
p
p
H = v22 + 2 + z 2 v12 + 1 + z1
g
g
2g
2g
1
1
p
p
H = v12 + 1 + z1 v22 + 2 + z 2
g
g
2g
2g
per una macchina operatrice (pompa), come il rapporto tra il lavoro che idealmente (lid) la
macchina dovr cedere al fluido per determinare un aumento dellenergia meccanica per
unit di massa del fluido pari alla prevalenza (gH) e il lavoro che realmente (lr) la macchina
dovr fornire al fluido tenuto conto delle perdite per attrito tra macchina e fluido.
idr , pompa =
-
lid
gH
=
l r gH + lirr
per una macchina motrice (turbina idraulica), come il rapporto tra il lavoro che realmente (lr)
la macchina riceve dal fluido per unit di massa, a seguito di una riduzione dellenergia
meccanica per unit di massa del fluido, che pari alla prevalenza (gH), e il lavoro che
idealmente (lid) la macchina avrebbe dovuto ricevere dal fluido.
idr ,turbina =
lr gH lirr
=
lid
gH
Pagina 28 di 32
V12 V22
2
L
(turbina)
(12)
Dove al numeratore vi quella parte di lavoro che non deriva dalla variazione di velocit assoluta a
cavallo del rotore, ma legata al campo di pressione. Questultimo termine pu essere chiamato
lavoro di reazione.
Nel caso di macchine operatrici a fluido comprimibile (compressori), essa diventa:
V22 V12
2
L
(compressore)
(13)
La definizione di grado di reazione non univoca in letteratura. Nel caso di un fluido comprimibile,
per noi il grado di reazione definito come il rapporto tra il salto entalpico ideale elaborato dal
rotore ed il salto entalpico ideale elaborato dallo stadio:
hs ,rot
hs ,stadio
(14)
La relazione appena scritta non coincide con le precedenti, a meno di non considerare o le
variazioni di energia cinetica tra ingresso ed uscita dello stadio trascurabili (il che pu essere
assunto con buona approssimazione per macchine mono stadio) o lo stadio ripetitivo (e quindi V0 =
V2). Ovviamente anche a patto di considerare le trasformazioni ideali (h = hs). Infatti, ad esempio
nel caso della turbina, il lavoro compiuto dallo stadio pari alla variazione di entalpia totale a
cavallo dello stadio, e quindi anche del rotore, essendo lentalpia totale costante nello statore. Il
numeratore dellequazione (14) quindi diventa:
ls = ht 0 ht , 2 s
V12s V22s
V12s V22s
V12s V22s
=
h
=
h
s
t0
t ,2s
t ,1s
t ,2s
h
=
h
=
h
2
2
2
t
0
t
1
t
,
1
s
= h1s h2 s = hs , rot
2
2
(15)
Per quanto riguarda invece il denominatore, introducendo lipotesi di stadio ripetitivo (V0 = V2) si
ricava:
Ls = ht 0 ht ,2s = h0 h2s +
V02 V22s
= h0 h2s = hs,stadio
2
(16)
Quando = 0 lo stadio si dice ad azione: tutta laccelerazione avviene nello statore, attraverso la
riduzione della sezione di passaggio, per fluidi sub sonici, cos da convertire energia di pressione in
energia cinetica, mentre nel rotore il flusso viene solo deflesso. Vedremo che questi stadi sono
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caratterizzati dalla presenza di alte velocit, e quindi alte perdite e rendimenti limitati. Quando
invece > 0 lo stadio si dice a reazione: accelerazione e deflessione del flusso avvengono in
parte sia nello statore sia nel rotore. Gli stadi a reazione presentano minori velocit rispetto a quelli
ad azione, e quindi minori perdite e maggiori rendimenti.
Vedremo che, se si confrontano le due tipologie di stadi a parit di sollecitazioni, e cio a parit di
velocit periferica U, gli stadi ad azione presentano alti Vt, e quindi elevati lavori. Gli stadi a
reazione viceversa sono caratterizzati da minori valori di Vt, e quindi permettono di elaborare salti
entalpici inferiori.
prot
pstadio
(17)
Nelle turbine idrauliche ad azione (ad esempio la Pelton) la variazione di quota piezometrica viene
trasformata completamente di energia cinetica allinterno del distributore. Mentre turbine idrauliche
a reazione (ad esempio Francis e Kaplan) la variazione di quota piezometrica viene trasformata solo
in parte in energia cinetica allinterno del distributore e in parte viene utilizzata allinterno della
girante.
Trattandosi perlopi, come detto, di macchine mono stadio, lipotesi di trascurare la variazione di
energia cinetica a cavallo dello stadio pu essere ritenuta accettabile, cos come quella di trascurare
la variazione di quota (z1 = z2). Con queste ipotesi, la relazione (15) del tutto analoga alla (12),
infatti:
L
2
2
2
p1 p2
V 2 V22
V 2 V22 prot
+ 1
+ g (z1 z 2 ) 1
=
2
2
(18)
L=
pt 0 p t 2
p0 p2
1 2
v + z
2
V02 V22
p
+ g (z0 z2 ) = stadio
2
(19)
Nel caso di una turbina Pelton, quindi macchina ad azione, lacqua portata alla girante della
macchina attraverso una condotta forzata che collega la turbina al bacino di monte.
La condotta ha il compito di convertire lenergia potenziale gravitazionale dellacqua posta nel
bacino a monte in energia di pressione nel condotto e in energia cinetica allugello, quindi
allingresso della girante.
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Figura 21: il bacino di monte (1) collegato tramite una condotta forzata alla cassa della Pelton, lacqua dopo
aver attraversato la girante, contenuta nella cassa, scaricata nel bacino di valle (2).
Allinterno della cassa, dove si trova la girante, vi aria, la cassa non piena dacqua e quindi la
pressione atmosferica. Pertanto tra ingresso e uscita della girante non vi variazione di pressione
(prot = 0) quindi la macchina ad azione.
Nelle turbine a idrauliche a reazione (Francis e Kaplan) la girante immersa completamente
nellacqua e la pressione in ingresso alla girante quindi maggiore della pressine atmosferica.
Allinterno dei condotti della girante lenergia di pressione condotta in energia cinetica.
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Figura 23: turbina Francis, lacqua entra nella voluta da cui accede al distributore, dove la sezione di passaggio
diminuisce convertendo energia di pressione in energia cinetica (flusso subsonico), che la distribuisce sulle
palette della girante.
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