Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Q Ci,o T0
r(Ci,u Tu)
Ci,u Tu Q Ci,u Tu
in ogni punto del reattore. Quanto detto implica che la corrente in uscita dal reattore ha
Per modellare questo tipo di reattore, e tutti gli altri che incontreremo, s’impiegano le
Nel caso del CSTR noi assumeremo sempre valida l’ipotesi di sistema ideale ovvero di
perfetta miscelazione. In altre parole si assume che in questo tipo di reattore si ha una
temperatura uguali in ogni punto del reattore. Pertanto i bilanci possono essere riferiti
all’intero reattore.
1
CSTR ISOTERMO IN REGIME STAZIONARIO
processo:
Se la temperatura è costante vuol dire che la temperatura in uscita del reattore, che
ricordiamo essere uguale - per un CSTR - a quella presente nel reattore, coincide con
quella in ingresso; pertanto non occorre nessuna equazione di bilancio per descrivere
l’andamento della temperatura all’interno del reattore. Per modellare un CSTR ideale ed
isotermo bisogna quindi scrivere solo bilanci di materia. In una forma del tutto generale
Nel caso specifico poiché stiamo modellando un reattore in regime stazionario si ha che
2
Con il simbolo V si è inteso indicare il volume del fluido reagente contenuto nel
V
QC0 = QCu + V r (Cu ) ⇔ C0 − Cu = r (Cu ) (1)
Q
sistema. Ovvero esprime il tempo che (mediamente) il fluido trascorre nel reattore.
C0 − Cu
= r (Cu ) (2)
τ
Il grado di conversione per una reazione può essere definito come segue:
C0 − Cu
x= (3)
C0
da cui
Cu = C0 (1 − x )
(non si è avuta reazione, la concentrazione del reagente in uscita dal reattore è uguale a
3
C0 x
= r (C0 (1 − x )) (4)
τ
C0 x
= kC0 (1 − x ) , da cui
τ
x
kτ = (5)
1− x
kτ Da
x= =
1 + kτ 1+Da
r (C0 )
Per una reazione di ordine qualsiasi il numero di Damköhler è definito come τ.
C0
Attraverso il numero adimensionale di Damköhler (Da) sono confrontati due tempi
caratteristici del sistema: il tempo di residenza τ ed il tempo di reazione C0 r (C0 ) .
residenza è molto più grande del tempo caratteristico della reazione, e quindi la reazione
molto minore di 1, il reattore risulta sottoutilizzato: occorre lasciare che la reazione vada
4
ESERCIZIO 1
In tutti e tre i casi proposti impiegare una cinetica del primo ordine (kC).
ESERCIZIO 2
In tutti e tre i casi proposti impiegare una cinetica del secondo ordine (kC2).
1+2Da − 4Da+1
Dimostrare che la soluzione per x nel caso in esame è: x =
2Da
TRANSITORIO
d
QC0 = QCu + V r (Cu ) + (VCu )
dtˆ
5
dove tˆ è il tempo dimensionale. Se il volume e la portata sono costanti, introduciamo
tˆ
t= per scrivere:
τ
C0 − Cu 1 dCu
= r (Cu ) +
τ τ dt
C0 − Cu
e ricordando che il grado di conversione è definito come x = da cui
C0
Cu = C0 (1 − x ) , si scrive
d
C0 x = τ r (Cu ) + C0 (1 − x )
dt
cioè
dx r (Cu )
=τ −x
dt C0
Per una reazione del primo ordine si ha, come già visto, r (Cu ) = kCu = kC0 (1 − x ) e
dx
= Da − (1 + Da ) x
dt
soluzione analitica:
Da −Da + x0 + Dax0
x= + exp − (1 + Da ) t
1 + Da 1 + Da
cioè, posto
Da
x∞ =
1 + Da
6
si scrive
x
x = x∞ 1 + −1 + x0 + 0 exp − (1 + Da ) t
Da
Si vede che la soluzione è così espressa come la soluzione asintotica moltiplicata per
1+ il transitorio. La figura che segue riporta le soluzioni per Da=0.1, 1, 5 e 10, con
Nel caso di reazione globale isoterma del secondo ordine si ha r (Cu ) = kCu2 , da cui
C0 x d (1 − x) dx
= r (C0 (1 − x )) + C0 = kC02 (1 − x ) − C0
2
τ dt dt
e cioè
dx kτ C02
(1 − x ) = − x + Da (1 − x )
2 2
= −x +
dt C0
La figura che segue riporta le soluzioni per Da=0.1, 1, 5 e 10, con x0 = 0 . Le curve
7
In tutti i discorsi fatti fino ad ora si è assunto implicitamente che il volume del fluido
quest’ultimo caso, la variazione del numero di moli (la temperatura per le ipotesi fatte è
costante) per effetto della reazione fa variare il volume del sistema. Si può, per
semplicità, assumere in questi casi che la variazione del volume segua linearmente la
conversione:
Che cosa accade se non è più possibile trascurare le variazioni di temperatura per effetto
della reazione? Sicuramente l’equazione di bilancio (2) non sarà più sufficiente da sola
a modellare un CSTR ideale. Infatti ricordando che la velocità di reazione dipende dalla
8
C0 − Cu
= r (Cu , T ) (5)
τ
temperatura T in uscita dal reattore. Quando il sistema non può essere considerato
come segue:
ρ c p (T0 − Tu ) = C0 ∆H r x
dato che il reattore è adiabatico e non vi sono perdite di energia attraverso le pareti. Si
ha
C0 ∆H r
Tu = T0 − x
ρcp
C0 ( −∆H r )
ovvero, posto β = , si scrive
ρ c pT0
9
Tu = T0 (1 + β x )
Per una reazione con velocità dipendente dalla temperatura secondo la legge di
Arrhenius, si ha:
r (Cu , Tu ) = k (Tu ) f (Cu ) = k0 exp ( − Ea / ℜTu ) f (Cu ) = k0 exp − Ea / ℜT0 (1 + β x ) f (Cu )
Sostituendo nella (5) per una reazione del primo ordine, cioè con f (Cu ) = Cu , si
C ∆H
x − τ k0 (1 − x ) exp − Ea ℜ T0 − 0 r x = 0
ρcp
Ea
ovvero, posto γ = ed effettuate le dovute sostituzioni:
ℜT0
γβ x
x − k0τ (1 − x) exp ( −γ ) exp =0
1+ β x
In questa espressione si riconosce che, per β = 0 ossia per reazione in cui non vi è
x − k0 exp ( −γ )τ (1 − x) = x − Da(1 − x) = 0
E
k = k0 exp ( −γ ) = k0 exp − a
ℜT0
primo ordine, da cui la definizione adottata per il numero di Damköhler in questo caso,
coerente con quella del reattore isotermo. Dopo quest’ultima definizione, l’espressione
γβ x
x − Da(1 − x) exp =0
1+ β x
10
REATTORE CONTINUO A MESCOLAMENTO (CSTR) NON ISOTERMO IN
REGIME TRANSITORIO
l’equazione instazionaria di bilancio di materia per un CSTR non isotermo con singola
reazione:
d
QC0 = QCu + V r (Cu , Tu ) + (VCu )
dtˆ
tˆ
t= per scrivere:
τ
C0 − Cu 1 dCu
= r (Cu , Tu ) +
τ τ dt
C0 − Cu
e ricordando che il grado di conversione è definito come x = da cui
C0
Cu = C0 (1 − x ) , si scrive
d
C0 x = τ r (Cu , Tu ) + C0 (1 − x )
dt
cioè
dx r (Cu , Tu )
=τ −x
dt C0
Per una reazione del primo ordine si ha, come già visto,
11
dx
= (1 − x )τ k (Tu ) − x
dt
CASO ADIABATICO
C0 ( −∆H r )
β= , analogamente al caso stazionario adiabatico, la seguente relazione
ρ c pT0
Tu = T0 (1 + β x )
da cui
Ea
dove si è posto γ = . Come per il caso stazionario, si definisce il numero di
ℜT0
γ γβ x 1 γβ x
k (Tu ) = k0 exp − = k0 exp −γ + = Da exp
1+ β x 1+ β x τ 1+ β x
e cioè
dx γβ x γβ x
= Da exp − 1 + Da exp x
dt 1+ β x 1 + β x
12
reattore. Si noti che, per β = 0 , ossia reazione isoterma, l’equazione restituisce quella
quella di bilancio di materia e quella di bilancio di energia. Difatti, non esiste più un
scrive come:
d
Q ρ c pT0 = Q ρ c pTu + US (Tu − T∞ ) + V ∆H r r (Cu , Tu ) +
dtˆ
(V ρ c pTu )
In questa equazione U è il coefficiente di scambio termico (energia scambiata per unità
di superficie, di tempo e per grado Kelvin), S è l’area della superficie esterna del
che scompare nell’unità di tempo per effetto della reazione chimica ed è ovviamente
tˆ
t= per scrivere:
τ
T0 − Tu US 1 dTu
ρcp = (Tu − T∞ ) + ∆H r r (Cu , Tu ) + ρ c p
τ V τ dt
13
C0 ( −∆H r ) C − Cu
Definiamo come già fatto prima β = , il grado di conversione x = 0 e
ρ c pT0 C0
Tu − T0
la temperatura adimensionale θ = , dove Tad = T0 (1 + β ) è la massima
Tad − T0
Tu = T0 + (Tad − T0 )θ = T0 (1 + βθ ) e sostituendo, si ha
T0 − T0 (1 + βθ ) US
ρcp = T0 (1 + βθ ) − T∞
τ V
1d
+ ∆H r r (Cu , Tu ) + ρ c p T0 (1 + βθ )
τ dt
T0 − T0 (1 + βθ ) US
ρcp = T0 (1 + βθ ) − T∞
τ V
1d
+ ∆H r k (Tu ) C0 (1 − x ) + ρ c p T0 (1 + βθ )
τ dt
USτ d
− βθ = β (θ − θ ∞ ) − βτ k (Tu )(1 − x ) + (1 + βθ )
V ρcp dt
USτ
Definiamo infine φ = e riordiniamo per scrivere l’equazione di bilancio
V ρcp
dθ
= −θ − φ (θ − θ ∞ ) + τ k (Tu )(1 − x )
dt
L’equazione di bilancio di materia è uguale a quella già ricavata prima di fare l’ipotesi
di adiabaticità:
14
dx
= (1 − x )τ k (Tu ) − x
dt
si ha
dθ γβθ θ γβθ
= Da exp − x + Da exp 1 + βθ x − φ (θ − θ ∞ )
dt 1 + βθ
dx γβθ γβθ
= Da exp − 1 + Da exp 1 + βθ x
dt 1 + βθ
x(0) = x0 e θ (0) = θ 0
Si osservi che, nel caso adiabatico ossia φ = 0 , le due equazioni possono combinarsi per
dare
dθ dx
= −θ + x
dt dt
15
REATTORE PERFETTAMENTE MISCELATO DISCONTINUO (BATCH)
Si tratta di un reattore non continuo, batch, per il quale non c’è nessuna portata entrante
r(Ci,u Tu)
Ci,u Tu
In questo tipo di operazioni, i reagenti sono caricati all’interno del reattore dove sono
continuamente mescolati e lasciti reagire per un tempo necessario ad ottenere una data
reattore e, per l’ipotesi di perfetta miscelazione, sono uguali in ogni punto del reattore.
Non ci sono quindi variabili spaziali e le grandezze dipenderanno soltanto dal tempo.
Nel caso del reattore batch, determineremo il tempo di permanenza necessario per
ottenere una conversione desiderata. In base a questo tempo può essere scelto il volume
del reattore. Osserviamo che per un reattore di tipo batch il tempo necessario affinché
una reazione giunga a completamento non dipende dal volume del reattore come nel
caso del CSTR: questo tempo è determinato solo dalla reazione chimica, mentre il
16
Assumiamo per semplicità che il processo che si vuole modellare possa essere
Per determinare l’andamento delle concentrazioni all’interno del reattore nel tempo
visto che la concentrazione è la stessa in ogni punto del volume del reattore, per
l’ipotesi di perfetta miscelazione le variabili sono degli scalari. Poiché nel tempo invece
ovvero t+dt.
V C(t) (1)
V C(t+dt) (2)
tempo t+dt perché in quest’intervallo di tempo parte del reagente si è consumato per
17
r(C(t)) V dt (3)
Raggruppando i termini (1), (2) e (3), l’equazione di bilancio per un reattore batch
V C ( t ) =V C ( t+dt ) +V r ( t ) dt (4)
sufficientemente piccolo:
dC
C ( t+dt ) =C ( t ) + dt + O(dt 2 ) (5)
dt
dC
0= + r(C(t)) (6)
dt
ordinaria del primo ordine. Per chiudere il bilancio bisogna, pertanto, specificare anche
una condizione iniziale. Questa può essere rappresentata dal valore della concentrazione
all’interno del reattore al tempo zero, in altre parole al quel tempo al quale ha inizio il
processo.
18
dC
+ r(C(t)) = 0
dt (7)
C(0)=C0
In termini di grado di conversione, l’equazione di bilancio (7) può essere riscritta come
segue:
dx
C0 + r(x(t)) = 0
dt (8)
x(0)=x 0
xf
dx
t f =C0 ∫ (9)
x0 ( )
r x
k
A →B
r=k C A
xf
dx
t f =CA0 ∫
0
C A0 k (1-x )
19
pertanto:
1 1 1 − Da
t f = ln ⇔ kt f =Da= ln ⇔ xf = 1− e
k 1-x f 1-x
f
Si può osservare come, essendo la reazione del primo ordine, il risultato non dipende
aumentano in maniera proporzionale sia il numero di moli che devono reagire, sia la
Esercizio
A→B
rA = kC An
20
rA=k (CA0 (1-x))n
xf xf xf
dx dx dx
t f =CA0 ∫ = ∫ kC (1 − x )
n-1
⇒ kCA0 tf = ∫ (1 − x )
0
r (x ) 0
n-1
A0
n
0
n
1 1
kC n-1
A0 t f = Da = − 1
n − 1 (1 − x )n −1
equazioni di bilancio ricavate la lezione precedente. Se il volume varia per effetto della
reazione bisogna, nel bilancio, tenere in conto anche la dipendenza del volume dal
tempo, e pertanto:
equivalentemente:
d(VC)
-d(VC)= Vrdt ⇒ - = Vr (2)
dt
21
concentrazione che avviene all’interno del reattore per effetto della reazione. Quindi
conviene considerare una funzionalità del tipo V(C(t)). Per il teorema sulla derivazione
dV dC dC dC C dV
C +V = −Vr ⇒ V 1 + = − Vr (3)
dC dt dt dt V dC
dilatazione cubica del sistema, questo coefficiente esprime appunto come varia il
volume del sistema al variare della concentrazione del sistema. Sfruttando la definizione
di grado di conversione l’equazione (3) può essere scritta in una forma più semplice.
V0 C0 -VC VC
x= =1- (4)
V0 C0 V0 C0
dx 1 d ( VC )
=- (5)
dt V0 C0 dt
dx 1
= Vr (6)
dt V0 C0
22
Quest’espressione è molto comoda nel caso che si disponga di un’equazione costitutiva
che descrive le variazione del volume con la conversione del sistema, in tal caso si può
ottenere un’equazione nella sola incognita x(t). Se il volume varia linearmente con la
dx 1
= V0 (1+åx ) r (7)
dt V0 C0
variabile:
xf
dx
t f =C0 ∫ (8)
0 (1+åx ) r
23
REATTORE CON FLUSSO A PISTONE (PFR)
Questo tipo di reattore è caratterizzato dal fatto che il moto dei fluidi attraverso il
sovrappone con un elemento di fluido che sta avanti o indietro. In questi reattori si ha
una completa miscelazione solo nella direzione ortogonale al moto ma non in quella del
flusso a pistone (PFR) tutti gli elementi di fluido hanno lo stessa velocità e quindi lo
esprime una totale assenza di mescolamento nella direzione del moto. Tuttavia le
24
Osserviamo che, mentre in un CSTR vi è una completa miscelazione, nel caso del PFR
del reattore con un flusso a pistone. Le situazioni reali sono sostanzialmente intermedie
tra il CSTR e il PFR, questi due schemi di reattori rappresentano i casi estremi della
raggiungendo le condizioni di uscita; nel secondo caso il fluido cammina con un moto a
Non appena il fluido entra nel reattore, esso inizia a reagire e la sua concentrazione
inizia a diminuire secondo la curva che ha una curvatura verso l’alto. La pendenza di
questa curva ci mostra come la concentrazione del fluido diminuisce sempre meno
velocemente man mano che reagisce, e ciò è giustificato dal fatto che il diagramma
25
riferito in figura 2 si riferisce ad un caso in cui la velocità di reazione aumenta
può infatti notare che la pendenza diminuisce man mano che varia la concentrazione.
E’ importante osservare che, nel caso in cui la velocità di reazione è una funzione
crescente della concentrazione, il reattore con flusso a pistone (PFR) è più efficiente di
avviene alla concentrazione più bassa, quella d’uscita, mentre nel caso del PFR, essendo
i valori della concentrazione più alti di Cu, la reazione avviene più velocemente. Si può
dr(C)
affermare che se > 0 allora un reattore tipo PFR è più efficiente di un CSTR: per
dC
ottenuto per una generica reazione espressa da una velocità di reazione non-lineare la
seguente equazione:
Cf
dC
t f =- ∫ (9)
C0 ( )
r C
Bisogna osservare che quando si scrive un’equazione di questo tipo l’incognita può
1) Trovare il tempo necessario affinché mediante una reazione il fluido passi da una
progetto.
26
2) Valutare la concentrazione cui arriva il sistema dopo un dato tempo t noto. Si tratta
Nel caso di un reattore PFR, poiché tutto è allo stazionario e non dipende pertanto dal
per ottenere una data conversione; il problema classico di analisi è quello, per una data
rispondere a queste domande occorre ancora una volta eseguire i bilanci di materia e
d’energia (nel caso di problema non isotermo) sul reattore. Assumiamo per il momento
C(z). Per tale conto è necessaria un’equazione differenziale. Essendo il sistema allo
grandezze cambiano con z. Il sistema di riferimento per cui scriveremo il bilancio sarà
z z+dz z
27
Detta Q la portata volumetrica in alimentazione al sistema, allora Q ∆t rappresenta il
volume entrato nel sistema attraverso la sezione S del reattore nell’intervallo di tempo
∆t. QC(z) ∆t rappresentano le moli entranti nel sistema attraverso la sezione di ingresso
nell’intervallo di tempo ∆t. Queste moli in parte reagiscono ed in parte escono dal
sistema. Le moli uscenti sono QC(z+dz) ∆t mentre quelle che reagiscono nell’intervallo
Ancora una volta si può espandere in serie di Taylor C(z+dz) e troncare ai termini del
primo ordine:
dC
C ( z+dz ) = C ( z ) + dz (11)
dz
dC S
dz + Q r ( C(z) ) =0
(12)
C ( z=0 ) = C
0
28
La 12 esprime l’equazione di bilancio di massa per un reattore PFR ideale in condizioni
L Cf Cf
Sdz dC V dC
∫0 Q = − C∫ r (C ) ⇒ Q = − C∫ r (C ) (13)
0 0
scritta anche in termini di conversione, anzi per sistemi a densità variabile è conveniente
far uso della conversione, mentre per sistemi a densità costante non c’è una particolare
preferenza.
Si può osservare che per qualunque tipo di reattore le equazioni costitutive mettono in
Osserviamo che S/Q rappresenta il rapporto fra la sezione trasversale del reattore e la
velocità.
S 1
=
Q v
v rappresenta pertanto la velocità con cui il fluido si muove all’interno del reattore, e se
29
Moltiplicando e dividendo l’equazione 12 per la velocità v si ha:
dC
d ( z/v ) + r (C(z) ) =0
(14)
C ( z=0 ) = C
0
z rappresenta per com’è stata definita la distanza della sezione del reattore che si sta
considerando dal punto d’ingresso e, pertanto, z/v è il tempo che una particella di fluido
) z
impiega per muoversi dall’ingresso fino al punto z. Indichiamo con t = . L’equazione
v
14 diventa:
dC
) + r ( C(z) ) =0
dt (15)
C ( z=0 ) = C0
elementare: per il fluido non c’è alcuna differenza fra i due casi. Nel reattore batch il
fluido è introdotto nel reattore ed ha t secondi di tempo per reagire. Il fluido in altre
parole “sapeva” che era stato introdotto in un ambiente in cui poteva avvenire una
reazione e in tale ambiente c’era stato t secondi. Nel caso del PFR, ancora una volta, il
fluido che si trova in una sezione di un sistema in cui può avvenire una reazione ed in
30
Esercizio
A → 3R
avviene in un reattore tipo PFR alla temperatura di 215 °C alla pressione di 5 atm e con
la seguente cinetica:
Esercizio
4 PH 3 → P4 + 6 H 2
Quali sono le dimensioni di un reattore con flusso a pistone funzionante a 649 °C e 4.6
fosfina pura?.
31