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1.

1 Rendimento isoentropico
La compressione o lespansione di un fluido un operazione molto comune nei processi tecnologici. Basti pensare che qualunque motore per poter funzionare ha bisogno di una fase di compressione e di una di espansione. Nel Capitolo 4 abbiamo dimostrato che, si pu ritenere, con buona approssimazione, adiabatica, sia la compressione, sia lespansione di un fluido. Se poi la trasformazione, oltre ad essere adiabatica anche reversibile, (o almeno internamente reversibile) possediamo degli strumenti matematici per valutare landamento della trasformazione. I ragionamenti che faremo in questo capitolo valgono per tutti i fluidi, anche se noi focalizzeremo lattenzione sui gas ideali. Consideriamo la compressione adiabatica di Figura 7-2.
T p2

2' 2 p1

1 s

Figura 7-2:Compressione adiabatica La trasformazione irreversibile tratteggiata per chiarezza; in realt non potrebbe essere rappresentata nel piano termodinamico in quanto non formata da stati di equilibrio. Se la trasformazione fosse isoentropica, note le condizioni termodinamiche del punto 1 e una variabile termodinamica del punto 2 (pressione, temperatura o volume specifico), saremmo in grado di valutare le altre tramite le formule (7-47) (7-48) (7-49). Inoltre sarebbe possibile valutare il lavoro di volume e quello tecnico. Purtroppo nella realt la trasformazione, a causa dei fenomeni dissipativi sempre presenti, sar adiabatica ma non isoentropica, avendo, quindi, un entropia di fine compressione maggiore. Ci comporta una temperatura maggiore e quindi un lavoro maggiore. Risulta utile definire il rendimento di compressione isoentropico come il rapporto tra il lavoro ideale della compressione e quello reale:

is ,c =

Lid h2 h1 = Lr h2 ' h1

(7-64)

In modo analogo si pu definire un rendimento isoentropico di espansione. Come si pu vedere in Figura 7-3 a causa delle irreversibilit lentropia e la temperatura di fine espansione saranno maggiori, e quindi il lavoro ottenibile sar minore di quello ideale. In questo caso il rendimento

pari al rapporto tra il lavoro reale che ottengo e quello ideale che otterrei in una trasformazione isoentropica.

is ,e =
T

Lr h1 h2 ' = Lid h1 h2
p1

(7-65)

p2

2'

Figura 7-3: Espansione adiabatica. I rendimenti isoentropici sono noti in base statistica per le varie macchine. In tal modo in fase di progetto sono in grado di valutare il lavoro e le condizioni termodinamiche di uscita del fluido dalla macchina. Se consideriamo per esempio la compressione di un gas ideale, noto il rapporto di compressione posso valutare il lavoro tecnico ideale. La potenza tecnica reale uguale a: Lr = Lid = m (h1 h2 ) = m c p (t1 t 2 ) (7-66)

is ,c

is ,c

is ,c

E la temperatura di fine compressione uguale a:

t2' =

lid c pis ,c

+ t1

(7-67)

Analogamente si opera in un espansione:


t 2 ' = t1 is ,e lid cp

(7-68)

Esempio 7-5 Considerando la compressione isoentropica dellesempio 7-4 calcolare la potenza tecnica reale e la temperatura di uscita dal compressore, supponendo un rendimento isoentropico pari a is ,c = 0,75 . Svolgimento

La potenza tecnica reale di compressione uguale a:

Lr =

is,c

Lid

=
k 1 k

45070 = 60093 kW 0,75

T2 = T1
T2 ' = Lr

= 273,15 30

1, 4 1 1, 4

= 721,8 K = 448,7 o C

mc p

+T 1 =

60093 + 273,15 = 856,6 K = 583,4 o C 100 1,03

1.2 Compressori
1.2.1 Introduzione
In questo paragrafo ci occuperemo dei compressori alternativi, lasciando ai corsi di macchine lanalisi degli altri tipi di compressori volumetrici e di quelli centrifughi e assiali. Ci nonostante molte delle nozioni generali che vedremo sono applicabili a tutti i tipi di compressori. In linea teorica la compressione adiabatica o comunque politropica con un esponente n molto vicino a k, non lunica compressione possibile. Da un punto di vista termodinamico sarebbe pi conveniente eseguire una compressione isoterma. Si pu, infatti, dimostrare che la pendenza delle curve isoterme in un piano p-v minore di quella delle curve isoentropiche. Per farlo basta calcolare la derivata parziale della pressione a temperatura costante ed a entropia costante La curva che rappresenta una trasformazione isoterma

p=
Per cui

Cost v

(7-69)

Cost p p = 2 = v v v T

(7-70)

La curva rappresentativa di una trasformazione isoentropica pv k = Cost Per cui


p p k 1 = k = Cost k v v v s

(7-71)

(7-72)

Da cui si ricava che la pendenza della isoentropica k volte maggiore di quella della isoterma.

Ricordando che nel piano p-v il lavoro tecnico rappresentato dallarea sottesa dalla curva rispetto allasse delle ordinate, si vede graficamente in Figura 7-4 che il lavoro risparmiato rappresentato dallarea tratteggiata.
p p2

pvk=cost

pv=cost

p1

Figura

7-4:Lavoro tecnico risparmiato con una compressione isoterma rispetto ad un isoentropica,

Purtroppo da un punto di vista tecnico non facile costruire un compressore che esegua una compressione isoterma. Bisognerebbe comprimere e contemporaneamente sottrarre calore. In pratica si utilizzano compressori a pi stadi con una interrefrigerazione che si esegue facendo passare il fluido che esce da uno stadio dentro uno scambiatore di calore prima di entrare nello stadio successivo. Come si vede in Figura 7-5 larea tratteggiata indica il risparmio di lavoro tecnico che si ottiene con la refrigerazione intermedia. Al variare della pressione intermedia cambia il lavoro tecnico risparmiato. Per trovare il valore della pressione intermedia che massimizza il risparmio bisogna esprimere il lavoro di compressione in funzione della pi e derivarlo.
k 1 k 1 pi k p u k k (7-73) = l12 + l34 = + 1 pe ve 1 p e pi k 1

lTot

p pu

pvk=cost pi 3 2

pv=cost

pe 1

Figura 7-5:Compressione con interrefrigerazione


k 1 k 1 1 1 2 k 1 k k lTot k k 1 p p k k 1 p k = 0 (7-74) = pe ve u i i pi k 1 k pe k

La (7-74) si annulla per: pi = pe pu (7-74)

Derivando una seconda volta si vede che questo effettivamente un minimo. Nella sovralimentazione dei motori alternativi, sia ad accensione comandata (ciclo Otto), che spontanea (ciclo Diesel) si raffredda il gas alluscita del compressore. Tale operazione ha il pregio di consentire limmissione dellaria compressa in camera di combustione ad una temperatura minore. Questo fatto, oltre ad aumentare la massa di aria (e quindi di combustibile) immessa nella camera, non permette nei motori a ciclo Otto che avvenga linnesco della combustione prima che scocchi la scintilla evitando, cos, il fenomeno noto come battito in testa.

1.2.2 Compressori alternativi


I compressori alternativi sono costituiti da un cilindro in cui si muove un pistone, comandato da un sistema biella manovella. Il pistone si muove tra il punto morto superiore (PMS) e il punto morto inferiore (PMI). Per motivi tecnici necessario lasciare uno spazio tra la testata del compressore e il PMS. Chiameremo questo spazio volume nocivo. Sulla testata sono presenti le valvole di aspirazione e di mandata. Di solito le valvole sono costituite da dischi di acciaio inossidabile che aprono e chiudono per effetto della pressione differenziale che si genera sui due lati del disco valvola. Il funzionamento ideale di un compressore alternativo schematizzato in Figura 7-6, mentre in Figura 7-7 indicato il funzionamento reale.

pm

pa
4

Va Vg

1 V

Vn
V.S.

V.A. PMS

Figura

7-6:

funzionamento ideale di compressore alternativo

PMI

un

Il pistone arrivato al punto morto superiore (punto 3) comincia la corsa di ritorno con tutte le due valvole chiuse. Al punto 4 si apre la valvola di aspirazione. Giunto il pistone al punto morto inferiore (punto 1) si inverte la corsa con tutte due le valvole chiuse. Quando si raggiunge la pressione di mandata si apre la valvola di scarico (punto 2) e comincia la corsa di mandata con lespulsione del fluido aspirato. Nel punto 3 si chiude la valvola di mandata e ricomincia il ciclo. Come si intuisce da questa descrizione il compressore non opera in regime stazionario. Inoltre il ciclo appena descritto e raffigurato nella figura 7-6 non un ciclo termodinamico in quanto la massa che opera nel ciclo non rimane costante. Questi cicli assumono il nome di cicli indicati o dinamici. Al momento di chiusura della valvola di mandata il volume V3 uguale al volume nocivo Vn e la massa contenuta nel cilindro la chiameremo mn.. Nel punto 1 il compressore avr aspirato la massa ma e quindi la massa totale nel cilindro sar uguale a mn + ma. Nella trasformazione 1-2 il compressore comprime la massa mn + ma ed infine nello scarico viene espulsa la massa ma. Il lavoro compiuto dal compressore uguale alla somma dei lavori delle singole fasi.

Ltot = L+ 1 + L1 + L3 + L+4 4 2 2 3
Il lavoro di aspirazione uguale a

(7-75)

L+1 = pa (V1 V4 ) = pa (mn + ma )va pa mn va = ma va pa 4


Il lavoro di compressione vale:
L12 = pdV = (ma + mn )
V2 V1 vm

(7-76)

va

pdv

(7-77)

Il lavoro di mandata (espulsione del fluido a p costante) uguale a:

L3 = pm (V3 V4 ) = pm mn vm pm (ma + mn )vm = ma vm pm (7-78) 2


p

1 4
V

V.S.

V.A. PMS PMI

Figura

7-7:

funzionamento reale di compressore alternativo

un

Il lavoro di espansione uguale a:

L+4 = pdV = mn pdv = mn 3


V3 vm

V4

va

vm

va

pdv

(7-79)

Il lavoro totale , quindi, uguale a:


vm Ltot = ma pa v a pm v m + pdv va

(7-80)

Ricordando che:
d ( pv ) = pdv + vdp

(7-81)

Si ottiene che:

Ltot = ma

pm pa

vdp

(7-82)

Abbiamo appena dimostrato che il lavoro tecnico non differisce tra una macchina operatrice reversibile che lavora in modo continuo da una che lavora in modo discontinuo.

Un parametro importante per la progettazione dei compressori alternativi il rendimento volumetrico definito come il rapporto tra il volume aspirato e quello effettivamente generato dalla macchina (vedi Figura 7-6).

v =

Va Vg

(7-83)

In realt improprio definire questo parametro rendimento in quanto non ci riferiamo a rapporti di energia. Daltronde, come vedremo tra poco, il rendimento volumetrico effettivamente legato al funzionamento della macchina e inoltre questa la dizione che comunemente viene utilizzata. Il volume aspirato uguale a:

Va = Vn + Vg V4
Se definiamo con rp il rapporto tra la pressione di mandata e quella di aspirazione

(7-84)

rp =

pm pa

(7-85)

e ricordando che lespansione da 3 a 4 isoentropica possiamo scrivere che:


V 4 = r Vn
1 k p

(7-86)

Da cui
1 1 rpk Va = Vn + Vg r Vn = Vg + Vn 1 k p

(7-87)

Sostituendo, infine la (7-87) nella (7-83) si ottiene:

v = 1

Vn Vg

1 k rp 1

(7-88)

Come si vede il rendimento volumetrico diminuisce allaumentare del rapporto di compressione. A parit, invece, di rapporto di compressione il rendimento volumetrico aumenta al diminuire del volume nocivo. In questo caso evidente che per una macchina ideale il rendimento volumetrico non influenza il lavoro di compressione che per quanto abbiamo visto nelle (7-82) e (7-52) dipende solo dalla massa aspirata e dal rapporto di compressione. Un valore basso del rapporto di compressione implica semplicemente che bisogna utilizzare macchine pi grandi per elaborare la stessa portata daria. In un compressore reale la situazione pi complessa. Quando il pistone raggiunge il punto 4 la valvola non aprir immediatamente; si creer, cos, una depressione che far aprire la valvola, che a causa della sua elasticit comincer a vibrare generando delle pulsazioni della pressione. Inoltre a causa delle perdite di carico nellattraversamento della valvola la pressione si abbasser ulteriormente per poi risalire ad un valore leggermente inferiore alla pressione di aspirazione, quando si chiuder la valvola (punto 1).

Un processo analogo avviene alla pressione di mandata. Il compressore raggiunge una pressione maggiore di quella di mandata, si apre la valvola e comincia lespulsione del fluido. La pressione comincia a calare fino a che la valvola chiude (punto 3). Oltre alle perdite di carico dovute alla laminazione del fluido nellattraversamento delle valvole, vi sono altre cause di irreversibilit (attriti meccanici, fenomeni turbolenti), che generano un innalzamento della temperatura del fluido. Linnalzamento della temperatura provoca principalmente due fenomeni: linnalzamento della temperatura di fine compressione, che pu portare allaccensione dellolio lubrificante. laumento del volume specifico e quindi la diminuzione dellaria aspirata. Questo fenomeno comporta il peggioramento del coefficiente di riempimento del cilindro.

Per questi motivi in un compressore monostadio si cerca di non superare il valore di rp = 9 10. Se servono rapporti di compressione pi alti si ricorre a compressori pluristadio con interrefrigerazione.

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