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CORSO DI MACCHINE

Le macchine operatrici
Le Macchine Operatrici Dinamiche
Le pompe Centrifughe

DIPARTIMENTO di INGEGNERIA INDUSTRIALE - DII


UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II
Le Macchine Operatrici sono tutte quelle in cui forniamo lavoro
dall’esterno e lo ritroviamo, a meno delle perdite, in seno ad un fluido sotto
forma di aumento di pressione (o di quota) e, in alcuni casi di temperatura
del fluido.

Gli allievi hanno già incontrato questo tipo di macchina nel caso degli
impianti con Turbina a Gas dove, come noto, una parte dell’impianto e del
Ciclo termodinamico è svolto dal Compressore. Ancora, negli Impianti a
Vapore una parte del ciclo (e dell’impianto) e svolta dalla Pompa.
In quei casi era evidente che il lavoro necessario era prelevato dal lavoro
ottenuto dalla Turbina.
Le Macchine Operatrici che studieremo sono, sostanzialmente, le Pompe
ed i Compressori.

Essi possono essere Dinamici e Volumetrici a seconda, come noto, se la


sede dello scambio di lavoro è un volume costante (e lo scambio di lavoro
avviene per effetti dinamici) o un volume variabile (sistema cilindro-
pistone).
In tal senso avremo le Pompe Dinamiche (centrifughe) e le Pompe
Volumetriche ed i Compressori Dinamici (centrifughi) e Volumetrici
LE POMPE
Sono tra le macchine quelle più diffuse e, nemmeno ce ne accorgiamo
ma, durante la nostra comune giornata ce le ritroviamo costantemente.

L’acqua con cui ci laviamo la mattina arriva al nostro rubinetto “pompata”


dall’acquedotto o dall’Autoclave casalinga.
La nostra casa è riscaldata dai termosifoni in cui la circolazione dell’acqua
è garantita da una pompa (le sue peculiarità).
Prendiamo l’automobile per andare al lavoro e in essa ci sono una serie di
pompe che permettono il funzionamento del motore (pompa di
lubrificazione (*) – Pompa di circolazione dell’acqua di raffreddamento del
motore (**) – pompe del circuito di alimentazione (***)).
Nel Cantiere o nell’industria in cui lavoriamo ci sono processi che non
possono svolgersi se non con l’azione di pompe sia Dinamiche che
volumetriche. In fondo il nostro cuore non è altro che una Pompa
(volumetrica).

Oggi attraverso le pompe si cerca anche di effettuare alcuni particolari


processi di recupero energetico - PAT
La prima descrizione di una pompa si deve ad Archimede nel III Secolo a.C.
Si trattava di un trasportatore a vite noto come vite di Archimede (veniva
azionata grazie all’energia sviluppata da uomini (schiavi) ed utilizzata per
“sollevare” acqua o sabbia o altri “fluidi”densi.

Questo tipo di pompa, di tipo “volumetrico” sposta quantità costanti di liquido


ad ogni rotazione. Per limitare i trafilamenti tra vite e statore, si usa per
basse prevalenze ed alte portate. È oggi utilizzata come idrovora, come
mezzo di sollevamento negli impianti di depurazione delle acque e/o, in
generale per il “pompaggio” di fluidi densi (cemento).
• Le pompe sono macchine operatrici che elaborano un liquido al quale
trasferiscono energia meccanica prelevata dall'esterno. Diversamente dai
compressori, che operano su gas e vapori, le pompe non rientrano nella categoria
delle macchine termiche in quanto le variazioni di temperatura che si riscontrano
nel liquido trattato sono molto modeste né eventuali scambi termici con l'esterno
modificano, in misura apprezzabile, il lavoro di compressione.

• Si ritiene opportuno soffermarsi sulle grandezze fondamentali che caratterizzano il


funzionamento di una pompa qualunque sia la categoria di appartenenza:

• la prevalenza totale Ht o lavoro specifico trasferito all'unità di peso o di massa di


fluido elaborato, espressa rispettivamente in metri [kpm/kp] o in [kJ/kg];
• la velocità di rotazione n dell'albero, generalmente espressa in giri/min;
• la portata volumetrica Q di fluido che attraversa la macchina, generalmente
espressa in m3/s;
• la potenza P assorbita, cioè fornita all'albero della macchina, generalmente
espressa in kW;
• il rendimento ηp della pompa, che tiene conto di tutti gli effetti dissipativi nella
macchina.
La noria (nome di origine arabo-spagnola), che risale al medio evo,
consente il superamento di prevalenze più alte, limitate solo dalla
complessità tecnica della realizzazione della pompa. È ancor oggi usata,
specie in agricoltura, per medie portate e basse prevalenze.

Il progresso tecnico che ha consentito intorno al 1600 la realizzazione di sistemi


biella/manovella e pistone/cilindro, ha permesso la realizzazione di pompe a
stantuffo (volumetriche) che, avendo limiti molto più alti di portata e prevalenza,
consentivano il pompaggio continuo di grandi quantità di fluido a grandi altezze
o distanze: caso tipico, il pompaggio dell'acqua dalle miniere profonde.
L'avvento, poi, del Impianti per la produzione di energia di rilevante potenza
(impianti a vapore con macchine alternative) ha consentito di perfezionare
questo tipo di pompe, ed ha consentito di raggiungere potenze (e quindi portate
e prevalenze) assai più alte.
A partire sai primi anni del 1900, dapprima per il miglioramento degli
impianti per la produzione di energia, poi per la diffusione degli impianti
con turbina e dei motori elettrici sono state sviluppate le pompe di tipo
dinamico (pompe centrifughe).

LA CARATTERISTICA DI UNA POMPA e IL PUNTO


DI EFFETTIVO FUNZIONAMENTO
Le pompe sono “caratterizzate” da una “portata”, ovvero la quantità di
fluido spostata nell'unità di tempo con una “prevalenza”, ovvero il dislivello
massimo di sollevamento.

Altre grandezze che le caratterizzano sono il “rendimento”, la “potenza” e


“l’altezza massima di aspirazione”. Di quest’ultima se ne parlerà
diffusamente verso la fine di questo capitolo dedicato alle pompe.
LA PREVALENZA
• Per precisare il concetto di prevalenza totale, si fa
riferimento al generico schema relativo ad un
impianto nel quale la pompa P provvede a sollevare
un liquido dal serbatoio S1 al serbatoio S2 nei quali
il pelo libero dell'acqua si trova ad altezza diversa
rispetto ad un piano di riferimento (z2-z1), e nei
quali regnano pressioni diverse (p2> p1).

• Si definisce prevalenza totale Ht della pompa


l'energia meccanica che un chilogrammo di
fluido acquista attraversando la pompa tra la
flangia di aspirazione A e la flangia di mandata
B.
• Tale energia meccanica la si ritrova in seno al fluido parte sotto forma di
incremento di energia potenziale gravitazionale (zB - zA) dovuto all'innalzamento
subito dal fluido dalla flangia di aspirazione A a quella di mandata B, parte sotto
forma di incremento dì energia cinetica quando, come sovente accade, la bocca di
mandata ha un diametro più piccolo di quello della bocca di aspirazione, parte sotto
forma di incremento di energia di pressione:
nella quale la differenza (zB - zA) è espressa in m, la velocità c in m/s,
l'accelerazione g in m/s2, la pressione p in kp/m2 ed il peso specifico γ in kp/m3

• L'energia meccanica Lmecc trasferita al fluido dall'organo mobile della pompa,


volumetrica o dinamica, è certamente maggiore della prevalenza totale Ht in quanto
un'aliquota del lavoro meccanico Lmecc prelevato dall'esterno viene trasferito al
fluido nella forma degradata di energia termica (a causa delle perdite nella
macchina) e tale aliquota non può evidentemente contribuire ad elevare il valore
della prevalenza costituita esclusivamente dall'energia incamerata dal fluido in
forma meccanica, cioè di prima specie, pari alle tre forme di energia che
compaiono nella relazione in alto

avendo indicato con Hp il lavoro dissipato nella pompa


espresso in metri [kpm/kp]

Si definisce inoltre prevalenza manometrica Hm:

Per cui:
• Si osservi che l'inserimento della pompa nel circuito consente il
trasferimento del liquido dal serbatoio S1 al serbatoio S2 incrementandone
l'energia potenziale gravitazionale della quantità (z2 – z1); consente inoltre
di vincere la differenza di pressione tra i due serbatoi [differenza
piezometrica (p2 – p1)/γ], di accelerare in genere il fluido dalla velocità c1
alla velocità c2 e di vincere le resistenze al moto (perdite di carico Hc) che si
verificano nella condotta che collega i due serbatoi.

• L'energia occorrente al fluido per realizzare il


funzionamento descritto non può che essere
attinta dalla prevalenza totale Ht

• Per cui il lavoro meccanico Lmecc prelevato


dall'esterno si può esprimere come:
• Molto frequentemente accade che il fluido è in quiete nel serbatoio dal
quale viene prelevato (c1= 0) e che l'energia cinetica corrispondente alla
velocità c2 nel tubo di mandata viene dissipata nel serbatoio di arrivo a
causa dell'arresto del liquido; tale energia può essere considerata
anch'essa una perdita del circuito esterno e viene detta perdita di
sbocco. Nell'ipotesi di c1= 0 si ottiene pertanto:

Hu

La somma dei primi due termini viene detta prevalenza utile ed indicata con
Hu. La prevalenza totale pertanto può anche essere espressa come somma
della prevalenza utile Hu e delle perdite nella condotta e di sbocco entrambe
crescenti con il quadrato della velocità:
Se, come è il caso più comune, p2=p1=patm allora Hu = z2 – z1
• Una volta nota la prevalenza totale Ht [m] e la portata volumetrica Q[m3/s] si può
facilmente determinare la potenza richiesta dalla pompa mediante l'espressione:

avendo indicato con ρ[kg/m3] la densità del liquido e con g[m/s2] l'accelerazione di
gravità; ηp è il rendimento della pompa, espresso evidentemente dal rapporto tra
l’energia che si ritrova in seno al fluido sotto forma meccanica e l’energia
meccanica totale prelevata dall’esterno:

• Volendo esprimere la potenza in CV, si può utilizzare l’espressione seguente in


cui γ [kp/m3] è il peso specifico del liquido considerato
• In corrispondenza di un assegnato valore della portata Q e della velocità di
rotazione n, il liquido elaborato dalla pompa, qualunque esso sia, può raggiungere,
una volta uscito dalla macchina, sempre la stessa altezza il cui valore, espresso in
metri, è pari al valore della prevalenza, espresso anch'esso in metri, fornita dalla
pompa per quegli assegnati valori di Q e di n. In altre parole, la prevalenza è
indipendente dal peso specifico del liquido trattato.
• Il discorso è diverso però se si vuole valutare l'incremento di pressione Δp
registrato nei tre differenti liquidi nell'attraversamento della pompa ed è facile
prevedere che esso sarà tanto maggiore quanto maggiore è il peso specifico del
liquido trattato.

• Infatti, nell'ipotesi che le bocche di aspirazione e di mandata della pompa abbiano


lo stesso diametro e che si trovino alla stessa quota rispetto ad un piano di
riferimento, la prevalenza totale Ht coincide con la prevalenza manometrica Hm e si
ha quindi:

• È opportuno indagare infine sull'influenza che il


tipo di fluido elaborato riveste nei confronti della
potenza P assorbita dalla pompa, che può essere
espressa mediante la relazione: nella quale Q è espressa in
m3/s , γ in kp/m3, Ht in kpm/kp

• Discende che in corrispondenza di assegnati valori della portata volumetrica Q


e della velocità di rotazione n, la potenza P varia linearmente con il peso
specifico γ del fluido trattato.
• Dunque per assegnati valori della portata volumetrica Q e della velocità di
rotazione n, una variazione del peso specifico γ del fluido elaborato non altera la
prevalenza Ht fornita dalla pompa, non altera cioè l'energia incamerata nella forma
meccanica (di prima specie) da ciascun kp del fluido trattato, ma comporta una
variazione dell'incremento di pressione Δp misurato nel fluido tra monte e valle
della pompa e quindi della potenza P assorbita da quest'ultima.

•A maggior chiarimento, nei


diagrammi qui di fianco si riportano
rispettivamente le prestazioni (già
viste) della pompa quando elabora
alcool (γ = 800 kp/m3) e quando
elabora trielina (γ = 1.500 kp/m3).

• Il diagramma HQ ha dunque validità generale, nel senso che non è riferito ad un


particolare fluido ma solo alla geometria della girante e alla sua velocità di rotazione
• Si nota invece che gli andamenti di Δp e di P in funzione di Q sono sensibilmente
diversi a seconda se la pompa elabora alcool o trielina e si nota che i valori più
elevati di Δp e di P si riferiscono alla trielina cioè al liquido caratterizzato da un
valore più elevato del peso specifico γ. Tali diagrammi dunque, contrariamente al
diagramma HQ, non hanno validità generale ma valgono solo per un certo fluido
caratterizzato da quel valore del peso specifico γ
alcol trielina alcol trielina

• Anche il diagramma che riporta l'andamento di ηp con Q non è riferito ad un


particolare valore di γ ed ha quindi validità generale al pari del diagramma HQ in
quanto il rendimento politropico risulta espresso dal rapporto:

cioè due quantità che dipendono dalla geometria della girante e


dalla sua velocità di rotazione n, ma non dal fluido trattato.
• Vogliamo descrivere, dapprima, il funzionamento ideale della macchina e
quindi la sua correzione in funzione delle perdite di tipo fluodinamico che
si verificano quando la macchina è attraversata da un fluido reale e quindi
viscoso.
• Allo scopo si prenda in esame la relazione di Eulero relativa al
trasferimento di lavoro in una macchina dinamica nella forma:

• Nell'ipotesi che il vettore velocità


assoluta c1 del fluido in ingresso
risulta ortogonale al vettore velocità
periferica u1 della girante, si ha:

• La seconda relazione ribadisce che il lavoro trasferito non dipende dal tipo di
fluido elaborato ma soltanto dalla geometria della girante e dalla velocità
periferica u2 ovvero, per una assegnata girante, dalla velocità di rotazione n.
Le pompe centrifughe

Una pompa centrifuga è costituita essenzialmente dai seguenti elementi:


- una girante (2), che trasferisce al liquido l'energia meccanica prelevata
dall'esterno;
- un diffusore (1), costituito da una corona di pale fisse che delimitano condotti
divergenti nel senso del moto, destinati alla trasformazione di energia cinetica in
energia di pressione, seguiti a loro volta dalla cassa a spirale (3) che ha sia la
funzione di recupero dell'energia cinetica (analogamente al diffusore), sia la
funzione di convogliare il fluido alla tubazione di mandata.

• Il campo d'impiego è vastissimo, ed


invade quello delle macchine volumetriche
alternative le quali sono confinate nei campi
di applicazione che richiedono pressioni
estremamente elevate con portate
modeste, ovvero quando la viscosità del
fluido elaborato è tanto elevata da rendere
sconveniente l'utilizzazione della pompa
centrifuga.
Campi di applicazioni e vantaggi delle pompe centrifughe

• Tale tipo di macchina può elaborare fluidi di natura molto variabile quali l'acqua
dolce o di mare, gli idrocarburi, soluzioni dell'industria chimica, con pressioni oggi
superiori a 400 bar, temperature da 100°C a 400°C e portate oltre i 150.000 m3/h.

• Tale versatilità giustifica la grande varietà di applicazione: raffinerie, impianti


chimici, impianti di accumulazione di irrigazione, servizio alimento caldaie, iniezione
acqua, trasferimento di prodotti petroliferi in oleodotti.

• Lo sviluppo delle pompe centrifughe può ascriversi a diversi fattori:


 possibilità di accoppiamento a motori veloci di ogni tipo (elettrici, diesel, turbine a
vapore, turbine a gas):
 facilità di regolazione e rendimenti elevati che, nelle macchine più grandi,
superano il 90%;
 ingombro modesto e costo contenuto in relazione alle prestazioni;
 limitato numero di parti mobili, dotate peraltro di moto continuo, da cui derivano
grande semplicità costruttiva e sicurezza di esercizio.
Ricordando che il Lavoro per unità di Massa Trasferibile al fluido è H

Nel caso teorico di moto Strazionario, Senza Attrito e Unidimensionale (ipotesi che si
realizzano solo se fosse possibile che ogni filetto fluido fosse perfettamente in
influenzato da tutti quelli adiacenti e quindi cose se vi fossero infinite pale) tale
prevalenza (teorica euleriana ad infinite pale) è uguale a

Ma Ne consegue

Volendo esplicitare in funzione della portata Q che a sua volta sarà funzione anche
di n (numero di giri della pompa) la precedente espressione potrà essere scritta
come

Che possiamo sintetizzare in


Diagrammando la precedente espressione abbiamo

Caratteristica interna teorica


Eliminando l’ipotesi di Unidimensionalità, cioè tenedo
conto del numero finito di pale si deve introdurre una
Caratteristica euleriana a z pale

Con σ Fattore di Slip. Tiene conto del vortice interno al vano


interpalare

Esistono molteplici espressioni del Fattore di Slip sia di tipo


teorico che di tipo sperimentale
• Sottraendo alla caratteristica interna teorica il lavoro speso per vincere le
resistenze (dovute sia agli attriti del fluido nella macchina che agli urti dello stesso
sulla palettatura quando non si funziona alla portata di progetto), si perviene alla
caratteristica interna reale della pompa che evidentemente non rappresenta più
tutto il lavoro meccanico trasferito all'unità di peso ma solo quell'aliquota che si
ritrova in seno al fluido nella forma indegradata di energia di prima specie

• È immediato individuare
nel rapporto dei segmenti
AB/AC il rendimento
politropico ηp della pompa.
Caratteristica interna reale

• Essa non rappresenta tutto il


lavoro Lmecc trasferito a ciascun
chilopond di fluido, ma solo
quell'aliquota che si ritrova in seno
allo stesso nella forma indegradata
di energia meccanica.

• La curva riportata dipende dalla geometria della girante, individuata dal valore del
diametro esterno D2 e dalla forma delle pale, nonché dalla velocità di rotazione n,
ma prescinde dal tipo di fluido elaborato
• Se la pompa è attraversata da una portata di 160 m3/h di acqua ciascun kp di acqua
incamera energia meccanica, quindi di prima specie, pari a 60 kpm; ma se
successivamente la stessa pompa elabora una portata di 160 m3/h di alcool e poi di
triclina ciascun kp di alcool e di trielina incamererà sotto forma di energia meccanica
gli stessi 60 kpm
Punto di funzionamento e regolazione della portata
• Per individuare il punto di funzionamento di una pompa inserita in un circuito
bisogna conoscere la caratteristica interna della macchina e la caratteristica
esterna o del circuito, ottenuta a sua volta dalla somma della prevalenza utile Hu e
delle perdite di carico Hc del circuito, queste ultime com'è noto variabili con la
portata con legge quadratica e dipendenti essenzialmente dal diametro, dalla
lunghezza e dalla conformazione della condotta.
• La pompa si porta automaticamente a funzionare nel punto C in cui la
caratteristica interna i interseca la caratteristica esterna e

Fra i numerosi sistemi possibili per


effettuare la regolazione, quelli più
generalmente adoperati sono:

Variazione della caratteristica esterna;


Variazione della caratteristica interna;
By-pass
Variazione della caratteristica esterna
• Un metodo di regolazione che può considerarsi fra i più usati - almeno nel campo
delle piccole pompe - è quello, che si realizza introducendo perdite di carico
addizionali e regolabili disponendo sul circuito di mandata una valvola di
strozzamento che va ad alterare la caratteristica esterna del circuito. Siano i ed e,
rispettivamente, la caratteristica interna della pompa e la caratteristica esterna del
circuito a valvola V completamente aperta. In tali condizioni il punto di
funzionamento è in C ed è caratterizzato da una portata Qc.

• Chiudendo la valvola V di
un certo valore, si creano
perdite di carico che si
sommano alle normali
perdite di carico del circuito.
Pertanto la curva della
prevalenza richiesta alla
pompa passa da e a f. Il
punto di funzionamento si
sposta da C a F, con
diminuzione della portata a
prevalenza utile Hu costante.
• Una tale regolazione è evidentemente di tipo dissipativo ed influisce
sensibilmente sul rendimento del complesso in quanto le perdite associate al
diminuito valore della portata sono superiori a quelle richieste dal circuito esterno
senza l'intervento sulla valvola V. Tale sistema risulta quindi adatto quando alla
pompa è richiesto un funzionamento a portata ridotta solo per brevi periodi.

• Tuttavia, se si prevede di funzionare per


lungo tempo con valvola V strozzata è
preferibile che la caratteristica interna
della pompa sia piuttosto piatta in modo
da realizzare perdite addizionali piuttosto
contenute anche in corrispondenza di
forti diminuzioni della portata
Variazione della caratteristica interna
• Variando il numero di giri della macchina le curve caratteristiche interne della
pompa individuano diversi punti di funzionamento ottenendosi così, sempre con la
stessa prevalenza utile Hu, le portate richieste
• Tale metodo, dal punto di vista energetico, è da preferirsi al precedente in quanto
non comporta un apprezzabile incremento delle perdite tanto che se la variazione
della velocità è contenuta intorno al 10% il rendimento della pompa rimane
inalterato.

• Tale metodo richiede la variazione


della velocità della macchina,
generalmente mossa da un motore
elettrico a corrente alternata a
velocità costante.
• E’ possibile variare il numero di giri di una pompa anche quando questa è mossa
da un motore elettrico a velocità costante, interponendo tra le due macchine un
variatore di giri che può essere di tipo meccanico, elettromagnetico, o idraulico
come talvolta accade per le pompe di alimento degli impianti a vapore, con perdite
per scorrimento che però comportano una riduzione del rendimento della
trasmissione.

• La tendenza attuale è perciò quella di impiegare motori elettrici a frequenza


variabile, utilizzanti convertitori statici a tiristori, che presentano il grande vantaggio
di mantenere il rendimento praticamente costante
By-pass
• La pompa funziona normalmente con una portata QA e con una prevalenza utile Hu.
Se si vuole ridurre la portata a Q2 basta aprire la valvola V in modo da far rifluire
parte del liquido di nuovo a monte della pompa, sino ad avere, nella tubazione di
mandata, la portata desiderata Q2.

• Essendo costante la velocità della


pompa, la portata da essa elaborata
sarà Q1, cioè quella relativa ad una
prevalenza richiesta pari a:

e la portata da bypassare risulta:

• È evidente che anche questo metodo è di tipo dissipativo, elaborando la


macchina una portata maggiore di quella inviata all'utilizzazione. In particolare le
perdite che si accompagnano a tale sistema di regolazione sono maggiori di quelle
relative al sistema di strozzamento che pertanto risulta il più diffuso.
La cavitazione
• Durante l'esercizio di una pompa centrifuga si può verificare il fenomeno della
cavitazione che ne impedisce il regolare funzionamento e che quindi va
combattuto. L’insorgere della cavitazione, oltre a rendere del tutto irregolare il
funzionamento dell'impianto in cui la pompa è inserita, può compromettere la
resistenza meccanica della pompa stessa.

• La pressione del liquido, nel percorso dal


serbatoio di aspirazione a quello di mandata è
generalmente diversa da punto a punto
• La pressione nella sezione Ω2, risulta
certamente minore della pressione nella sezione
Ω1, per effetto della differente altezza di Ω2
rispetto a Ω1, delle perdite di carico Δpc nel tratto
Ω1-Ω2 e dell'eventuale aumento di velocità del
fluido, sempre tra le sezioni Ω1 e Ω2
• Se la pressione in un punto qualunque • La sezione a più alto rischio nei
del circuito risulta inferiore alla pressione confronti della cavitazione è quella
di saturazione relativa alla temperatura nella quale si raggiungono i valori più
di esercizio del liquido pompato, si ha, in bassi della pressione e tale sezione è
quel punto, evaporazione con quella all'ingresso della girante detta
formazione di cavità o sacche di vapore, anche occhio della girante
cioè cavitazione.

Il motivo risiede nel fatto che l'energia spesa dal


fluido :
• per raggiungere tale sezione e cioè per superare il
dislivello che lo separa dall'occhio della girante
• per vincere le perdite di carico nella tubazione che
collega il serbatoio alla girante
• per incrementare eventualmente la propria velocità
è stata attinta dal proprio patrimonio energetico,
costituito dall'energia di pressione che esso ha nel
serbatoio da cui viene prelevato.
• La formazione di sacche di
vapore all'interno della girante ha
come primo effetto una repentina e
forte riduzione della portata in
quanto esse creano un ostacolo al
passaggio del fluido,
accompagnata da una caduta della
prevalenza e del rendimento.

• Un secondo effetto, di tipo meccanico, è dovuto al fatto che tali sacche di vapore,
raggiungendo attraverso la girante zone a più alta pressione, vengono schiacciate
dal liquido in tempi brevissimi (dell'ordine di 10-5s) determinando fortissime
sovrapressioni locali che sottopongono il metallo a gravose sollecitazioni.

• Per effetto della cavitazione, dunque, fenomeno come visto essenzialmente


instabile, si producono sulla girante una serie di urti da parte della corrente liquida
che si susseguono con frequenza più o meno elevata sollecitando la girante a fatica
e producendo vibrazioni anomale e notevoli corrosioni sulla superficie del materiale
della girante stessa.
• Pertanto, per evitare che si verifichino fenomeni di evaporazione in seno al fluido
bisogna essere sicuri che la pressione in ogni punto del circuito, in particolare
nell'occhio della girante sia maggiore della pressione di saturazione relativa alla
temperatura di esercizio del liquido pompato

• Con riferimento alla


sezione longitudinale di
una pompa, si applichi il
teorema di Bernoulli tra
la flangia di aspirazione
e l’ingresso delle pale
della girante, cioè tra il
punto A ed il punto 1
dove esiste la massima
depressione
dove con Y si sono indicate le perdite di carico
complessive lungo il tratto A-1 costituite dala
somma dalle perdite di carico Δpc distribuite
appunto lungo il tratto A-1 e di quelle concentrate
nel punto 1

• Le perdite concentrate, dovute al fatto che la vena fluida entra nella girante con
deviazioni più o meno pronunciate, sono proporzionali al termine w12/2g (w1 è la
velocità relativa del fluido in ingresso alla girante) secondo un coefficiente di
proporzionalità λ di complessa valutazione dipendente dalla portata e dal numero
di giri della pompa nonché, in misura ridotta, dalle caratteristiche fisiche del fluido
(in particolare la sua viscosità).

• La pressione p1 che regna nel punto di massima depressione è data quindi dalla
differenza tra il termine (pA/γ + cA2/2g) che prende il nome di pressione totale nel
punto A, cioè alla flangia di ingresso, ed il termine comprensivo dell'energia cinetica
in ingresso alla girante e della caduta di pressione dovuta alle perdite (C12/2g + Δpc
+ λw12/2g)
• Se si vuole evitare il fenomeno
della cavitazione, la pressione p1
deve risultare maggiore della
pressione di saturazione ps del
fluido alla temperatura di esercizio:

• NPSH,R (Net Positive Suction Head, Required, cioè carico totale netto richiesto
all'aspirazione) è costituito dalla somma dell'energia cinetica posseduta dal
chilogrammo di fluido in ingresso alla girante e dell'energia di pressione degradata
a causa delle perdite nel corpo pompa e all'imbocco della girante stessa; esso è
un dato caratteristico della pompa.

• NPSH,A (Net Positive Suction Head, Available cioè carico totale netto disponibile
all'aspirazione) rappresenta il patrimonio energetico di cui il fluido può disporre nel
corpo della pompa dal punto A al punto 1; esso è un dato caratteristico del circuito
• Emerge che il punto in cui inserire la pompa lungo il circuito deve essere
valutato con grande attenzione in quanto bisogna garantirsi nei confronti del
pericoloso fenomeno della cavitazione che viene evitato sempreché risulti
verificata la disuguaglianza:

• Se durante l'esercizio si realizza un aumento della temperatura del liquido trattato,


si creano condizioni favorevoli per la cavitazione in quanto ps aumenta e quindi
NPSH,A si riduce; analogamente, se la pompa viene disposta nel circuito con l'asse
verticale, NPSH,R cresce della quantità (z1-zA) relativa all'innalzamento del liquido
dalla flangia di ingresso al punto di massima depressione, favorendo anche in
questo caso la cavitazione.

• Si osservi infine che variando il tipo di fluido che circola nell'impianto si avrà in
genere una variazione di NPSH,A dovuta al differente valore della pressione di
saturazione e al differente valore di γ che caratterizzano il nuovo fluido.
Accorgimenti per allontanare la cavitazione

• È evidente che eventuali interventi sul circuito esterno modificheranno il valore di


NPSH,A mentre la scelta di una pompa diversa modificherà il valore di NPSH,R.

• Per aumentare NPSH,A si può:


 far lavorare la pompa sotto battente, il che è possibile quando la pompa preleva
il liquido da un serbatoio che può essere posto in posizione più elevata rispetto al
piano di appoggio della pompa. Tale sistemazione non può evidentemente essere
realizzata quando la pompa aspira dal mare o da un lago. Si badi che innalzare di
qualche metro il serbatoio può a volte risultare vantaggioso in quanto consente di
selezionare una pompa a più alto NPSH,R e quindi più economica;

 abbassare la pompa avvicinandola al pelo libero del serbatoio da cui essa


preleva il liquido;
 ridurre le perdite di carico nelle tubazioni che collegano la pompa al serbatoio da
cui aspira;
 raffreddare il liquido in modo da ridurne la pressione di saturazione.
• Per ridurre NPSH,R si può:

 selezionare pompe a bassa velocità di rotazione in modo da ridurre le perdite nel


corpo pompa, in particolare all'imbocco della girante. Va precisato però che tale
soluzione non è in genere la più economica in quanto una pompa caratterizzata da
una bassa velocità di rotazione è più grande e quindi più costosa di una pompa,
selezionata per lo stesso servizio, che giri veloce;

 impiegare un inducer a monte della girante.


L'inducer è una girante di tipo assiale caratterizzata da un valore di NPSH,R
considerevolmente inferiore a quello della girante centrifuga. Montato a sbalzo sullo
stesso albero della girante centrifuga genera una prevalenza sufficiente ad evitare
problemi di cavitazione nella girante principale quando NPSH,A è troppo basso.

La presenza dell'inducer può ridurre il valore di NPSH,R fino al 50-60% del valore
originale il che è di grande utilità quando, ad esempio in caso di ampliamento
dell'impianto, NPSH,A risulta insufficiente.
• Va comunque precisato che l'inducer, pur rappresentando una risposta adeguata
a molte situazioni, deve essere utilizzato con cautela perché il campo di
funzionamento delle pompe con inducer è generalmente più limitato

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