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POMPE DI

TRASFERIMENTO
Tutto quello che devi sapere per la corretta
selezione della tua pompa
PREFAZIONE

Q
guida
uesta breve guida sulle peculiarità delle pom-
pe volumetriche a pistone e sulla loro scelta in
ambito impiantistico non vuole essere nè una
esaustiva nè fornire tutti gli elementi di natura
teorica che si trovano naturalmente sui testi didattici già
presenti in commercio.

Al contrario vuole essere solamente una raccolta di


informazioni frutto dell’ esperienza tecnica maturata
sul campo allo scopo di poter fornire consigli utili agli
impiantisti o a coloro che si trovano a dover installare o
valutare l’acquisto di una pompa di questo tipo.

Le considerazioni che sono qui riportate devono quindi


essere interpretate come derivanti dall’osservazione e
dalla pratica diretta in cantiere, luogo in cui tutte le no-
zioni di tipo teorico si scontrano inevitabilmente con la
realtà, sia in termini di performance, che di esperienza
d’uso - lato utente - che di funzionamento - lato impian-
tistico.

E’ in tal senso che queste informazioni devono essere


recepite, senza la presunzione di fornire indicazioni uni-
voche, ma solamente di presentare spunti di riflessione.

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Perché dovrei usare una pompa a pistoni
al posto di una centrifuga?

D iciamolo chiaramente, la pompa che trova il maggior impiego nella maggio-


ranza dei settori industriali che conosciamo, è la pompa centrifuga.
Oggigiorno, la pompa centrifuga è in grado di affrontare liquidi con caratte-
ristiche molto diverse dall’acqua, grazie soprattutto allo sviluppo di materiali e di solu-
zioni che questo tipo di pompa ha avuto dalla sua nascita.

Le centrifughe vengono realizzate in materiali metallici, sintetici, superleghe, ecc, in


modo che si possano af- frontare liquidi aggressivi


come acidi e basi, liquidi abrasivi, liquidi con corpi
grossolani ed oltre.
Anche quando bisogna la centrifuga è sicuramente fronteggiare portate che
la pompa che viene utilizzata
diventano significative, la dappertutto, anche quando prima scelta che si fa è
quella di utilizzare una questa scelta è insensata! centrifuga.


Infine, una delle caratte- ristiche che la rende più
utilizzata è senza ombra di dubbio il prezzo.
Per tutti questi motivi, la centrifuga è sicuramente
la pompa che viene utilizzata dappertutto, anche quando questa scelta è insensata!
Esistono infatti una serie di condizioni e campi di utilizzo che rendono le pompe cen-
trifughe inutilizzabili e che decretano il successo netto di un’altra tipologia di pompe:
le pompe volumetriche.
Queste condizioni sono:
1. Necessità di pompare fluidi viscosi ed abrasivi
2. Necessità di spingersi a pressioni alte
3. Necessità di dover operare con un rendimento pressoché costante al variare delle
condizioni di funzionamento dell’impianto.

Quando serve soddisfare questi requisiti è allora necessario spostarsi verso le pompe
volumetriche.

Differenza tra pompe centrifughe e pompe volumetriche


Senza scendere troppo nell’accademico, vediamo la principale differenza tra le pom-
pe volumetriche e le pompe centrifughe. La prima cosa da chiarire è che le pompe
centrifughe appartengono ad una macro categoria che risponde al nome di macchi-
ne dinamiche, per cui la prima distinzione che possiamo fare è appunto tra macchine
dinamiche e macchine volumetriche.
• Macchine dinamiche: è presente un flusso continuo tra ingresso ed uscita, perciò
in regime stazionario la portata è costante. In queste macchine il trasferimento di
energia avviene per mezzo di forze fluidodinamiche che fanno, nella fattispecie,

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aumentare la quantità di moto del fluido per lezzo di pale attraverso uno parte
ruotante (detta girante). La caratteristica della pompa dipende quindi dai “triangoli
di velocità”, ovvero dalla forme della pala stessa e quindi da come è costruita la
pompa. In queste macchine, la portata erogata dipende dalla prevalenza (quindi
dalla pressione).
• Macchine volumetriche: in queste macchine, il fluido è forzato in uno spazio finito
che viene poi spinto fuori da questo volume. Detto più semplicemente, le pompe
volumetriche spostano una quantità di liquido costante per ogni ciclo di funziona-
mento. La portata di fluido è quindi fluttuante in funzione della frequenza di funzio-
namento: la portata erogata non dipende dalla prevalenza, ma dal numero di cicli
per unità di tempo. Si tratta quindi di macchine con un funzionamento periodico
nelle quali il trasferimento della energia dipende dalla pressione statica che si eser-
cita sulle parti mobili della macchina.

Tradotto in aspetti concreti, riepiloghiamo i vantaggi delle pompe volumetriche:


• La portata erogata è indipendente dalla prevalenza
• Le pompe volumetriche sono adatte a trasportare liquidi viscosi. Nelle centrifughe,
l’aumento di viscosità provoca un aumento delle perdite di carico ed un abbassa-
mento del rendimento. Contrariamente nelle volumetriche si ha un miglioramento
del riempimento della pompa con un miglioramento della efficienza
• Le pompe volumetriche sono ideali anche in condizioni di regime variabile (visco-
sità, temperatura, pressione, ecc…)
• Perdite interne praticamente indipendenti dalla prevalenza e corrispondentemente
possibilità di rendimenti molto elevati (se rapportati alle centrifughe) alle alte pre-
valenze.

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COSE DA CONSIDERARE
QUANDO SCEGLI UNA POMPA

Q
ed
uando scegli una pompa per il tuo impianto, devi tenere bene a mente il com-
pito di questa e le caratteristiche dell’applicazione di tuo interesse.
Uno degli errori più classici che si può fare è tenere in considerazione solo
esclusivamente il prezzo di acquisto, senza capire e prevedere i problemi
che si potranno avere durante il funzionamento se si utilizza la macchina sbagliata.
Nei trasferimenti in pressione o nelle applicazioni di alimentazione dei filtripressa, mol-
te volte vengono utilizzate le pompe centrifughe senza una precisa motivazione tecni-
ca. E’ sì vero che questa tipologia di pompe può costare di meno per quanto riguarda
l’acquisto iniziale, ma è altrettanto vero che le pompe dinamiche – di questa tipologia
fanno parte le centrifughe – hanno dei limiti e degli svantaggi che andiamo qui ad
analizzare.
Innanzitutto le pompe centrifughe, per applicazioni in cui la pressione è il fattore pre-
dominante (come ad esempio l’alimentazione di un filtropressa) o, più in generale,
altre applicazioni in cui si deve trasferire un fluido viscoso a lunghe distanze/altezze,
difficilmente superano i 6-7 bar di pressione a meno di spingerci molto in alto con le
taglie e, di conseguenza, con la potenza installata e con i prezzi.
In secondo luogo, devi considerare che le pompe centrifughe hanno un rendimento
che non è costante.
Se analizziamo infatti la curva caratteristica di una pompa centrifuga, vediamo che il
rendimento ottimale si ha solamente in corrispondenza di un solo determinato punto
che rappresenta una coppia di valori Prevalenza (e quindi pressione) / Portata: esiste,
quindi, solo un solo punto per il quale si ottiene un rendimento idraulico massimo.

Al di fuori del punto ottimale, il rendimento cala sempre, quindi


se varia la portata o la pressione che hai nel tuo impianto o nella
tua applicazione, devi mettere mano al portafoglio. il rendimento
della pompa – che dipende dai triangoli di velocità e quindi da come
la pompa è costruita – si abbasserà inesorabilmente.

Tradotto in parole povere: se ti troverai ad operare con la pompa in una condizione di


portata e di pressione che non è ottimale (quindi praticamente sempre), devi mettere
mano al portafoglio: un basso rendimento significa un più alto consumo energetico.
Ancora più in soldoni:
tutte le volte che nel tuo
impianto la condizione di
funzionamento si sposta
dalla coppia di valori di
pressione e portata che
corrispondono al massi-
mo del rendimento, stai

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perdendo soldi perché hai una maggior energia sprecata.
Con le pompe volumetriche è possibile evitare questo, in quanto il rendimento è prati-
camente sempre costante e la portata non varia al variare della pressione.

Questa è una caratteristica intrinseca a tutte le pompe volumetriche, e quindi anche


quelle a pistone o pistone membrana: la portata è costante indipendentemente dal
valore di pressione che si genera (o anche il contrario). Questo perché, la pressione è
decisa dalle condizioni di funzionamento del lato operatore.

Se vuoi modulare l’assorbimen-


to di potenza della tua pompa a
seconda delle reali esigenze del
tuo impianto, ed in questo modo
risparmiare ancora di più (ovvero
guadagnare durante l’uti-
lizzo) allora puoi utilizzare una
pompa della gamma Autemi, dota-
to di sistema ESS.

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fai il conto economico,
ma fallo fatto bene

N
zionare.
on mi stancherò mai di ripetere che il conto economico per l’installazio-
ne di una macchina va fatto considerando tutti i parametri. E’ opportuno,
quindi, considerare soprattutto il costo energetico annuale per farla fun-

Questo perché attratti dal costo iniziale della macchina ci dimentichiamo di conside-
rare, per un bilancio corretto, quanto ci costa farla funzionare: è la stessa cosa che
fronteggiamo quando dobbiamo fare il calcolo di quale auto ci conviene acquistare;
dobbiamo considerare sia il costo iniziale dell’automobile, ma dobbiamo anche sape-
re quanto consuma ed in base al nostro chilometraggio annuale faremo un calcolo di
convenienza.
Se questo lo facciamo a livello personale, a maggior ragione è doveroso farlo a livello
industriale per evitare spiacevoli sorprese durante l’utilizzo.
E’ quindi bene fare un piccolo schema riepilogativo per capire quale sia la soluzione
migliore.

Facciamo un esempio numerico:


Per prima cosa dobbiamo sapere quanto è il costo (lordo) di 1 kWh di potenza.
Questo dipende da quale è la no-
stra fascia di appartenenza, ma
possiamo usare dei valori medi
desumibili visitando ad esempio il
sito di Arera (www.arera.it) in cui si
trova la relazione annuale Arera/
elaborazione con dati Eurostat.
Scopriamo il costo lordo (con le imposte) di 1 kWh.
Supponiamo che sia ad esempio 0.19 €/kWh.

CURVA CARATTERISTICA POMPA CENTRIFUGA

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A questo punto devo sapere quante CURVA CARATTERISTICA POMPA A PISTONI

ore al giorno funziona il mio impian-


to e parimenti quanti giorni/anno in
modo da ottenere le ore annuali di
funzionamento
Esempio:
Funzionamento impianto:
8h/day – 320 day/year
da cui,
8*320 = 2560 h/year di funzionamento impianto.

Consumo pompa A:
17 kW * 2560 h = 43520 kWh
Consumo pompa B:
8.6 kW * 2560 h = 22016 kWh
Costo energetico pompa A:
43520 kWh * 0.19 €/kWh = 8268.80 €
Costo energetico pompa B:
22016 kWh * 0.19 €/kWh = 4183.04 €

Già da questo vediamo come la pompa B, sebbene costi di più, ha un costo annuale
energetico che è la metà della pompa A. Quindi in definitiva, ogni anno con la pompa
B hai in tasca € 4085.76 in più rispetto alla pompa A.

La domanda è quindi: quando è che la


scelta della pompa B diventa più eco-
nomica in assoluto rispetto alla pompa
A? Semplice, basta fare una proiezione
dei costi annuali su di un orizzonte tem-
porale di ad esempio 10 anni.

A questo specchietto è meglio associa-


re un semplice grafico che mostra mol-
to più chiaramente cosa avviene.

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Come visibile, al 5° anno i costi delle due soluzioni


il costo energetico annuale
si equivalgono. Questo significa che a partire dal 5°
anno, se utilizzo la Pompa B, ogni anno risparmio
di una pompa a pistoni, è la 4085.76 € di costi energetici.
metà rispetto ad una pompa Visto che la vita utile di una buona pompa a pisto-
centrifuga.
ni, se trattata “bene”, può arrivare anche a 20 anni

“ significa che alla fine della sua vita, ho risparmiato


rispetto alla soluzione A ben 15*4058.76 = 60881,4 €.

Questo calcolo esemplificativo è stato fatto considerando 8h di


funzionamento al giorno e con i costi energetici appena visti.
Chiaramente più utilizzo la pompa, più la forbice si allarga e più
risparmio.

La funzione che rappresenta il costo economico di una pompa durante il suo funzio-
namento (a parte il costo della manutenzione) è in prima approssimazione una sem-
plice retta la cui pendenza è il costo annuale della pompa stessa:

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Per calcolare analiticamente il punto di pareggio basta uguagliare le due rette che
rappresentano rispettivamente la pompa A e la pompa B.

costo A = c.iniz.A + tg b1 * t
costo B = c.iniz.B + tg b2 * t

ricavando t avrò che:

t = (c.iniz.B – c.iniz.A)/[ore annuali utilizzo pompa*(pot.A – pot.B)*costo unitario €/kWh]


quindi numericamente, con i valori dell’esempio precedente:
t = (26000-6000) € / [2560 h/year * (17 kW – 8.6 kW)* 0.19 €/kWh] = 4.89 year

Ecco che analiticamente abbiamo trovato il lasso temporale a partire dal quale la
pompa B inizia ad essere vantaggiosa economicamente rispetto alla pompa A (4.89
anni nel nostro caso).

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I VANTAGGI DELLE POMPE
A PISTONI A PORTATA VARIABILE

L e pompe della serie Dragon di Autemi, sia a pistone che pistone-membrana,


sono dotate del sistema Energy Saving System.

Cosa è il sistema Energy Saving System?


E’ un particolare sistema di ge- stione che modula il valore del-
la portata di fluido erogata dalla pompa in funzione
della pressione che si crea.
Questo sistema consente di
farti risparmiare energia in ter-
mini di Poten- za elettrica – e
quindi di kWh – che a fine
anno incido- no notevolmente
sui costi di impianto.
Tale siste- ma è particolarmente
apprezzato du- rante la fase di riempimento di un
filtropressa o du- rante il trasferimento di fluidi quando
non mi serve tutta la portata al massimo valore di pressione nomina-
le della pompa.


Utilizzare il sistema ESS per riempire un filtropressa o per tutte le
applicazioni in cui è necessario modulare i fattori portata/pressione, è la
via più semplice per risparmiare soldi.


Facciamo un esempio:
Supponiamo di dovere riempire un filtropressa.
Nella fase iniziale, in cui il filtro è vuoto, ho bisogno di avere un alto valore di portata
per iniziare a riempire le camere. La pressione sarà evidentemente bassa.
Mano a mano che il filtropressa si riempie, fino ad un certo valore di pressione che
possiamo scegliere, la pompa continua ad erogare la massima portata nominale.
Raggiunta la pressione impostata, interviene il sistema ESS: la pompa abbassa gra-
dualmente la pressione sino ad arrivare a una portata nulla una volta che si è raggiun-
ta la pressione massima di esercizio.

A differenza dei sistemi pompanti dotati di inverter, il sistema ESS


permette di annullare la portata a pressione massima.

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Durante la fase finale di riempimento del filtropressa infatti, non mi serve avere tutta
la portata nominale, ma è doveroso abbassare la portata per finire il riempimento al
valore di pressione massimo.

Avere la portata massima alla pressione massima è controproducente perché intasa


il filtropressa: gli daremmo più portata di quella di cui necessita.

Questo aspetto sarà maggiormente dettagliato nel paragrafo “UN TIPICO ERRORE –
PARTE 2”, successivamente.

Questo effetto lo puoi applicare anche ai trasferimenti in pressione o, più in generale,


a tutti i casi di riempimento, quando non ti serve avere la portata massima alla pres-
sione massima.
in questo modo riesci a risparmiare circa il 30% di consumo
energetico!

Ecco perché le pompe dotate di questo sistema hanno circa la metà della potenza
installata!

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Se invece non vuoi avere questo beneficio, ma vuoi avere sempre pressione massima
e portata massima non c’è problema, basta installare la motorizzazione necessaria e
togliere il sistema ESS sostituendolo con un sistema di distribuzione classico.

SFATIAMO UN MITO:
La mia pompa consuma meno.
Ti invito a riflettere sui valori di poten-
za installata nelle pompe: la potenza
installata è una grandezza fisica che
dipende dai valori di portata e pres-
sione che necessiti – non si scappa,
è fisica.
A meno dei rendimenti, che cambia-
no per ogni tipologia di macchina, la
potenza vale:
P=d*g*Q*H
d = Densità del fluido da pompare
g = Accelerazione di gravità
Q = Portata
H = Prevalenza
Il resto poi dipende dal rendimento
della macchina, ma non può mai es-
sere inferiore al valore teorico dato
dal prodotto pressione per portata.
Se un costruttore di pompe ti dice
che il suo prodotto per raggiungere
quei valore di pressione e di portata
impiega meno potenza, ti sta ingan-
nando o ti sta dicendo una mezza
verità.

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perchè montare il soft-start o
l’inverter è sempre una buona idea

I n questa breve riflessione, vorrei trasmettere il concetto dell’importanza della cor-


retta gestione della pompa di alimentazione del filtropressa, o più in generale di
tutti quei casi in cui si ha un trasferimento di fluidi in pressione.

Abbiamo infatti visto come durante la fase di filtrazione sia importante adattare la pom-
pa alle richieste del filtropressa, chiaramente in termini sia di pressione che di portata.

Le pompe a pistone o pistone/membrana di Autemi srl dotate di sistema a risparmio


energetico E.S.S. sono in grado di comportarsi in questo modo.
Questo è reso possibile grazie alla particolare soluzione tecnologica applicata alla
centrale idraulica che comanda appunto la pompa di alimentazione.

Tuttavia, questa soluzione concettuale la si può traslare anche alle pompe a pistone
o a pistone membrana a comando meccanico – quindi, per intenderci, la nostra serie
LIBRA.

E’ infatti possibile equipaggiare una semplice pompa a pistone a comando meccani-


co con un inverter che vada a modulare il regime di rotazione del motore a seconda
del valore di pressione letto con ad esempio un trasduttore di pressione con un se-
gnale 4-20 mA.
In questo
modo si può
modulare la
portata una
volta che si
raggiunge
la pressione
desiderata,
program-
mando op-
portunamen-
te l’inverter.
Rispetto al
sistema ESS
però, per
limiti elettrici legati al raffreddamento del motore, non è possibile arrivare a portata
nulla al massimo della pressione.

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Adottare questa soluzione è importantissimo anche per aumentare la vita utile della
pompa: nelle eventuali ripartenza della pompa posso evitare bruschi avvii in pressio-
ne.

La classica logica di gestione della pompa nelle applicazioni di filtro-


pressatura: START & STOP
Supponiamo che durante la fase di fine filtrazione, la logica della filtropressa imponga
alla pompa di fermarsi al raggiungimento di una determinata pressione e la faccia
ripartire ad un altro valore di pressione (che sarà comunque alto e vicino al valore di
fine filtrazione).
Questi attacca e stacca prolungati e con valori di pressione alti, possono provocare
danni alla pompa se ripetuti costantemente, in particolare se l’operatore ha settato i
valori di pressione di start e di stop molto prossimi tra loro.
Tale comportamento è fisiologico per qualsiasi pompa a pistone a comando mecca-
nico che non sia comandata da inverter.

Se vuoi utilizzare questo tipo di logica nella gestione della pompa, un’alternativa può
essere costituita dall’utilizzo del soft start: in questo modo la ripartenza avviene in ma-
niera graduale, evitando i bruschi colpi all’avvio, che possono danneggiare gli organi
di moto.
Non si risolve il problema del contenimento energetico, ma almeno si salvaguarda la
vita della pompa.

Per esperienza personale, ho visto diverse pompe che gestite male


con le ripartenze duravano pochi mesi, mentre una volta sistemata
la gestione, sia come logica di funzionamento che come
inserimento dell’inverter hanno continuato a funzionare diversi
anni con la sola manutenzione programmata.

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ti serve veramente
la pompa a membrana?

I n questa parte voglio nuovamente affrontare il tema della scelta della pompa
inserendo una nuova variante: la membrana.

Talvolta succede che venga scelta una pompa a membrana solamente per abitudi-
ne o perché più in generale si pensa che una pompa a pistone non sia in grado di
trasferire fluidi viscosi o abrasivi.

In linea generale, non è sbagliato affidarsi ad una pompa a membrana, perché di


sicuro si riesce a pompare il fluido in maniera efficace.

Esistono tuttavia dei casi, in cui non è necessario spingersi sull’applicazione della
membrana, ma si possono ottenere degli ottimi risultati con una pompa a pistone.

Con la tecnologia dei rivestimenti ceramicati sfruttata nelle pompe a pistone della
gamma di AUTEMI, si riescono a pompare ugualmente fluidi sia viscosi che abrasivi
senza dovere ricorrere all’utilizzo della membrana: il rivestimento duro delle parti a
contatto con il fluido da pompare (tipicamente camicia ed asta pompante) unita-
mente alla caratteristica costruttiva del pistone pompante, consentono una vita utile
più che sufficiente per eseguire uno o due interventi manutentivi all’anno.

E’ il caso ad esempio di un nostro cliente, che per pompare una lecitina di girasole,
estremamente viscosa con temperatura di circa 80°C ha sostituito le pompe a mem-
brana con le pompe a pistone a portata variabile ceramicate.

Non ci credi? Ecco la sua testimonianza (la puoi trovare anche sul nostro sito www.
autemi.com)


Nel nostro stabilimento utilizziamo le pompe a pistoni a portata variabile
modello “Dragon” della ditta Autemi.
E’ un ottimo prodotto per pompaggio di prodotti molto viscosi ed una più
che valida alternativa alle pompe a membrana od alle pompe mono ri-
spetto alle quali richiede minor manutenzione e potenza installata.
Siamo molto soddisfatti del prodotto per molti fattori tra’ i più
importanti sono:
la manutenibilità, la robustezza, la facilità di gestione e la collabora-
zione, disponibilità e competenza del loro servizio tecnico, sempre reatti-
vo e disponibile alle richieste anche in situazioni di emergenza.


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La scelta della pompa a pistoni, rispetto ad una a membrana, comporta almeno un
triplice vantaggio:

• A parità di prestazioni in termini di pressione e portata, la pompa a pistone costa


meno (perché chiaramente manca tutto l’apparato della membrana).
• I ricambi di una pompa a pistone costano meno di quelli di una pompa a membra-
na.
• La manutenzione di una pompa a pistone è molto più semplice se paragonata a
quella di una pompa a membrana.

Perciò è opportuno valutare anche la possibilità di utilizzare una semplice pompa a


pistoni prima di optare, ad occhi chiusi, per una pompa a membrana.

Ti invito a consultare il nostro staff tecnico per sapere se il tuo


prodotto può essere trasferito con una nostra pompa a pistoni.

SFATIAMO UN MITO:
Collego la pompa all’impian-
to e me ne dimentico.
Niente di più sbagliato. Le pompe, in
un qualsiasi impianto, hanno la stes-
sa importanza e strategicità di una
qualsiasi altra macchina di processo
o di linea ben più costosa.
E’ estremamente importante rea-
lizzare manutenzioni programmate
con scadenze regolari.
Questo discorso è tanto più vero
quanto più la pompa è sollecitata
durante il suo esercizio (materiali
abrasivi, viscosi, acidi, ecc…)
E’ assolutamente normale che una
pompa a pistoni impiegata in trasfe-
rimenti o riempimenti gravosi, richie-
da la sostituzione dei componenti
soggetti a normale usura (come ca-
micia, pistone, asta e guarnizioni)
ogni semestre o quadrimestre; come
è assolutamente normale cambiare
la girante di una pompa centrifuga.

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un tipico errore - parte 1
impianti di disidratazione, filtropressatura

U na delle pratiche che si trova frequentemente negli impianti di disidratazione


fanghi, è quello di utilizzare due pompe in parallelo per l’alimentazione del
filtropressa.

La descrizione “in parallelo”, a dire il vero, non è neanche del tutto corretta in quanto
le pompe non si trovano a funzionare assieme, ma semplicemente alimentano in se-
quenza il filtropressa.

Cosa vuol dire?


Semplicemente che è prevista, di solito, una pompa a centrifuga per il riempimento
“rapido” ed una pompa (solitamente in questo caso volumetrica) per la fase finale
della filtrazione.
Questo perché, come abbiamo visto, si segue la richiesta del filtro durante la fase di
filtrazione ed anche perché le pompe centrifughe sono adatte nella fase iniziale in cui
serve una portata alta, ma a bassi di valori di pressione.
Quando poi le pompe centrifughe non riescono a raggiungere la pressione neces-
saria per finire la filtrazione, viene fatta partire la pompa volumetrica che tipicamente
eroga una pressione più alta ed un più basso valore di portata.
In questo modo è possibile quindi condurre la fase di filtrazione sia nella fase di riem-
pimento che in quella finale.

Il problema, però, è che bisogna gestire due pompe, con il conseguente aggravio di
costi che deriva dal gestire due macchine al posto di una.
Con le pompe a pistone a portata variabile di Autemi, è possibile rimediare a questa
scelta ed utilizzare solamente una pompa che si occupa sia della fase di riempimento
che di quella finale di aumento della pressione.

Le pompe a pistone a comando idraulico, infatti, sanno adattarsi alla richiesta del fil-
tropressa e riescono ad erogare la portata massima nella fase di riempimento per poi
abbassare la portata e continuare la fase di aumento di pressione, in modo da conte-
nere l’assorbimento energetico (regolazione a potenza costante).

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un tipico errore - parte 2
impianti di disidratazione, filtropressatura

U no degli altri errori che spesso commettono alcuni impiantisti, o chi installa
un filtropressa a piastre nel proprio stabilimento, è sbagliare la scelta della
pompa o, ancora peggio, optare per una pompa economica poco adatta
perché il budget a disposizione è rimasto rosicato dalla installazione del filtropressa.
E’ uso comune infatti pensare che la bontà del processo di filtrazione dipenda sola-
mente dalla filtropressa, e che la pompa non contribuisca molto a questa fase.

Nulla di più sbagliato: la pompa di alimentazione gioca un ruolo cruciale nella filtra-
zione, talvolta anche in misura maggiore del filtropressa!

Questo è un concetto che non mi stancherò mai di ripetere:


il macchinario che esegue la filtrazione è la pompa, non il
filtropressa.

E’ facile capire il motivo per cui la pompa ricopre u ruolo cardine nel processo di
filtrazione: banalmente, se si rompe una tela del filtropressa o se per caso qualche
funzione automatica non è più rispondente, riesco comunque a portare a termine la
filtrazione o a fare qualche altro ciclo di emergenza. Se la pompa invece è fuori uso,
non esiste metodo per riuscire a fare la filtrazione.

Questo spiega anche perché in un impianto di serie A, esistono sempre due pompe in
parallelo (una di scorta all’altra) proprio per ovviare a questo problema o per fare ma-
nutenzione preventiva e programmata senza bisogno di fermare temporaneamente
l’impianto.

Idealizzando al massimo, un filtropressa altro non è che un telaio


con un cilindro idraulico che tiene in pressione una serie di elemen-
ti filtranti (piastre e tele). Fine.

In realtà nessuno considera che è la pompa quella che convoglia all’interno del filtro-
pressa il liquido che deve essere pressato, per cui ne è la responsabile diretta di come
avviene la fase di riempimento.

Pensaci, il nome “filtropressa” stesso ti fa capire che la filtrazione


avviene meccanicamente per effetto della pressione. E chi è il re-
sponsabile della pressione? La pompa ovviamente.

Ci sono poi da considerare almeno due fattori, ovvero dimensionamento corretto e la


gestione della pompa.
Innanzitutto, la pompa deve avere la capacità di far ottenere un panello solido, suf-
ficientemente compatto e disidratato. Questo può voler dire che la pressione di ali-

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mentazione del fango deve raggiungere certi valori di pressione: ci sono casi in cui
possono bastare 6 bar, ma ci sono anche casi in cui è necessario arrivare a 12-14 bar.

La differenza in termini di compattezza del panello, e quindi in relazione al grado


di secco in uscita, la paghi a fine anno quando si fanno i conti delle spese di smal-
timento.

Altra questione è quella della portata: non posso mandare tutta la portata che desi-
dero alla filtropressa, perché le tele si intaserebbero, avrei una resistenza di ingresso
che si tradurrebbe in una lettura errata della pressione di alimentazione della pompa e
sarebbe molto difficile gestire il ciclo di filtrazione. La portata della pompa deve essere
adeguata a ciò che il filtropressa mi consente di trasmettergli.
Si arriva, in ultimo, al tema della gestione.
Abbiamo già spiegato il metodo corretto di gestire la pompa di alimentazione, soprat-
tutto volumetrica, durante il riempimento del filtropressa.

E’ importante evitare cicli di filtrazione discontinui o pulsanti, perché non aiuta ad


ottenere compattezza nel panello di scarico e possono provocare problemi e rot-
ture meccaniche.

Le pompe a pistone o
pistone/membrana Autemi pos-
sono soddisfare le tue
esigenze.
Dai una occhiata alla nostra
gamma. Ti consiglio di andare
sul sito www.autemi.com

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INDICE
AUTEMI S.R.L.
LA NOSTRA STORIA
Autemi Srl nasce nel 2015 come
trasformazione della società di
ingegneria “Min-
ghetti Enginee-
ring” fondata nel
1981 ed operativa
nel settore del
trattamento ac-
que reflue e dei
fanghi civili ed
industriali.
Grazie a questa
notevole espe-
rienza – più che
trentennale – ac-
quisita sul campo,
Autemi Srl è oggi
in grado di pro-
gettare, costruire
ed installare linee di macchine
rivolte al settore della filtrazione
e disidratazione dei fanghi, delle
acque di processo e del pom-
paggio di fluidi.
Il dinamismo, la flessibilità e la
capacità di adeguarsi alle esi-
genze del cliente, ci consente di
offrire soluzioni personalizzate e
soddisfare le singole specifiche
richieste.

PERCHE’ DOVREI USARE UNA


A PISTONI AL POSTO DI UNA CENTRIFUGA ......................2

COSE DA CONSIDERARE QUANDO SCEGLI


UNA POMPA .......................................................................4

FAI IL CONTO ECONOMICO, MA FALLO BENE! ..................6

I VANTAGGI DELLE POMPE A PISTONI A


PORTATA VARIABILE ..........................................................10

PERCHE’ MONTARE IL SOFT-START O


L’INVERTER E’ SEMPRE UNA BUONA IDEA ........................13

TI SERVE VERAMENTE LA POMPA A MEMBRANA? ...........15

UN TIPICO ERRORE ............................................................17

UN TIPICO ERRORE - PARRTE 2 .........................................18

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