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Dimensionamento dei collettori di scarico

Innanzitutto iniziamo col dire che non è possibile progettare un sistema di scarico “perfetto” e questo
principalmente per due motivi:
Il primo è che lo scarico perfetto non esiste. Bisogna sempre trovare il giusto compromesso che tenga
conto delle varie esigenze e caratteristiche di utilizzo di un dato motore.
Il secondo è che per quanto accurati possano essere i calcoli effettuati, essi non potranno mai tener conto
di tutte le innumerevoli variabili possibili, per cui tra la teoria e la pratica riscontreremo sempre delle
differenze che andranno poi corrette per via sperimentale.
È pertanto evidente come per affrontare la progettazione e realizzazione degli scarichi occorrano
competenze ed esperienza specifiche.
A ogni modo a noi tutto questo interessa relativamente visto che non ci occupiamo di progettazione di
sistemi di scarico, quello che ci interessa è capire come il dimensionamento del sistema di scarico influenzi
in maniera significativa le capacità respiratorie del motore e quindi la necessità di provvedere da parte
nostra ad adeguare la carburazione del motore.

Una tra le più accreditate formule per il dimensionamento dei collettori di scarico, tratta dal libro “Motori
ad alta potenza specifica” di Giacomo augusto Pignone è la seguente:

Dove i diversi termini assumono il seguente significato:


Una formula molto più semplice elaborata sulla base di dati sperimentali è quella fornita dall’americano
Philip H.Smith che suggerisce la seguente relazione:

Nella quale i parametri sono i seguenti:

È da precisare che questa formula è stata sviluppata tenendo conto dei valori di misura anglosassoni e
pertanto i dati in essa vanno inseriti in pollici e il risultato sarà espresso in piedi.

Sarà pertanto necessario convertire le misure secondo i seguenti coefficienti di conversione


dalle unità anglosassoni a quelle metriche:

Un ulteriore formuletta molto semplificata ma che a quanto pare ha comunque una sua validità, almeno
come base di partenza approssimativa è la seguente:

13000 ∗ AS
𝐿=
𝑅𝑃𝑀 𝑚𝑎𝑥 ∗ 6
Dove

L= lunghezza del collettore


AS = durata della fase di scarico
13000 e 6 sono costanti di calcolo

La durata della fase di scarico AS è data dall’apertura scarico in gradi prima del PMI+ 180°+ chiusura
scarico in gradi dopo il PMS

Il risultato della formula è espresso in cm

Il diametro del collettore primario invece segue la formula di massima:

𝑉1 ∗ 2
∅=2∗√
𝐿 ∗ 3.14
Dove:

V1= cilindrata unitaria in cm3


L= lunghezza del collettore primario
La lunghezza del collettore secondario è SEMPRE un multiplo della lunghezza del primario, il suo diametro
invece segue la formula di massima:

𝑉1
∅=2∗√
𝐿 ∗ 3.14

Il diametro sia del collettore primario che del secondario, è bene sia aumentato del 10% al fine di
compensare le perdite di carico introdotte dalle eventuali curve necessarie, le quali non devono comunque
mai avere un raggio di curvatura inferiore a 4 volte il diametro della tubazione sulla quale vengono
effettuate.

Entro certi limiti, un aumento del diametro dei condotti favorisce la potenza massima (salvo il caso in cui
non si ecceda e quindi si comporta come uno scarico libero), mentre una diminuzione del diametro
favorisce la coppia in basso.

Un ulteriore fattore molto importante è come i vari rami del collettore, una volta che ne sia stata stabilita la
lunghezza, vengono collegati tra loro. Infatti come per il lato aspirazione, anche quì ci si ritrova a dover fare
i conti con le interferenze reciproche tra i vari cilindri. Interferenze che bisogna fare in modo di eliminare, o
a volte sfruttare, ma qui entreremmo troppo sul tecnico, il che in questa sede non ci interessa. Ci basti
sapere come regola generale che solitamente sarebbe bene evitare il congiungimento di due cilindri aventi
le fasi di scoppio in successione e che nel caso più comune dei motori a quattro cilindri un collettore
quattro-due-uno favorisce la coppia ai bassi/medi regimi, mentre un quattro in uno favorisce la potenza
massima.

Perché è necessario svolgere tutti questi calcoli?

Lo scopo è come per i condotti di aspirazione, quello di sfruttare il fenomeno della risonanza al fine di
ottenere un miglior rendimento volumetrico del motore.

Detto in termini molto semplicistici e senza scomodare troppo la fisica, ciò che accade è questo:
Quando si apre la valvola di scarico si genera nel collettore un'onda di pressione positiva che viaggia alla
velocità del suono (circa 300mt/s). Nel momento in cui quest'onda raggiunge la fine dello scarico primario,
essa si espande e genera all'interno del collettore un'onda inversa di pressione negativa (un vuoto) che
viaggia indietro verso la valvola.
Il “trucco” consiste nel fare in modo che quest’onda di pressione negativa raggiunga la valvola di scarico nel
momento esatto in cui si trova nella fase di incrocio con quella di aspirazione. In questo momento il volume
della camera di scoppio è al minimo, quindi quest’onda di pressione negativa riesce attraversando la
camera di combustione , a penetrare nel condotto di aspirazione favorendo la stessa prima che il pistone
abbia cominciato la sua fase discendente.

Giuseppe Buccarelli

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