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SCELTA DEL GRUPPO MOTORE POMPA

Relativo al sistema di sollevamento.

La selezione del gruppo motore-pompa, consiste nell’individuare tra i vari modelli che sono disponibili a
livello commerciale, quel modello più adatto alle condizioni operative dell’impianto. Dobbiamo individuare
quel gruppo motore, che per quel valore della portata di progetto, valore che già abbiamo a livello
progettuale, fornisca quel carico energetico, quella prevalenza, che sia uguale o maggiore al massimo nei
limiti ammissibili, all’altezza manometrica richiesta dall’impianto, che noi abbiamo già calcolato. Non
bisogna verificare solo questo, ma bisogna verificare che, nelle condizioni operative dell’impianto questo
gruppo motore, operi con dei rendimenti sufficientemente elevati, ossia quanto più vicini alla cosiddetta
condizione di best efficiency point. Infine, andremo a verificare che, nel funzionamento, non si verifichino
fenomeni di cavitazione andando a valutare il carico netto assoluto di aspirazione.

Ricordiamo il concetto di prevalenza manometrica.

Prevalenza manometrica

La prevalenza manometrica non è altro che l’altezza geodedica + le perdite di carico relative al tratto a
sollevamento + carico residuo al serbatoio di arrivo che abbiamo imposto pari a 5m. Per evitare di trovarci
con delle perdite di carico superiori rispetto a quelle che avevamo calcolato aggiungiamo questo carico
residuo al serbatoio di arrivo. Nel calcolo della prevalenza manometrica andiamo a trascurare quelle
perdite di carico che si hanno nella condotta di aspirazione, che va dal serbatoio A al sistema di
sollevamento, perché rappresentano delle aliquote inferiori rispetto al resto del calcolo.

Sulla tavola Autocad va fatto uno zoom sul sistema di sollevamento evidenziando dunque tutte quelle
strumentazioni che rientrano nel sistema di sollevamento, quindi il gruppo motore-pompa, le due valvole di
intercettazione, che abbiamo a monte e a valle del sistema di sollevamento e che ci servono ad isolare il
sistema di sollevamento, utile soprattutto nel caso in cui vogliamo bloccare il flusso per svolgere delle opere
di manutenzione.

Nel momento in cui andiamo a fare la selezione del gruppo motore-pompa, dobbiamo fare riferimento alle
curve caratteristiche.

Curve caratteristiche di impianto e del gruppo motore-pompa

Le curve del gruppo motore-pompa sono fornite dal produttore, le curve di impianto sono le nostre, siamo
noi a doverle definire. Una curva caratteristica non è altro che la rappresentazione del legame tra la portata
e la prevalenza manometrica. La curva caratteristica di impianto è la nostra relazione tra portata e
prevalenza manometrica, ovvero quella relativa alle nostre condizioni di funzionamento. Poiché l’altezza
geodedica è il carico residuo sono valori costanti, la curva dipenderà soltanto dal valore delle perdite di
carico, che a sua volta dipende dal valore della portata di progetto, cioè dalla formula di resistenza. Per
disegnare le curve caratteristiche dobbiamo considerare degli intervalli di valori di portata, andando da un
valore minimo di portata pari a zero fino ad un valore massimo facendo in modo da portare in conto anche
il nostro valore di portata. Ad esempio, se abbiamo una portata di progetto di 30 l/s potremmo immaginare
di fare degli intervalli di portata che arrivino fino a 50 l/s e considerare portate che vanno da 5 l/s in poi,
andando a costruire la curva in Excel, applicando per ogni portata la formula di resistenza, che nel nostro,
caso, parlando dell’acciaio, sarà quella di Scimemi- Veronesi. A questo punto possiamo tracciare la curva
caratteristica di impianto, a tubi nuovi e a tubi usati.

Su questo stesso diagramma dovremo andare a riportare anche la curva caratteristica del gruppo motore-
pompa scelto, la quale ci viene data, solitamente in forma tabellare, dal catalogo del produttore, è una
curva che rappresenta il rapporto tra portata e prevalenza manometrica, per quello specifico gruppo
motore-pompa scelto e ci permette quindi di andare ad individuare il punto di funzionamento
dell’impianto. Dall’incontro delle due curve, quella della curva caratteristica di impianto a tubi usati e della
curva caratteristica del gruppo motore-pompa scelto possiamo il punto di funzionamento dell’impianto,
che si troverà in corrispondenza della nostra portata di progetto.

Nel caso ideale, potrebbe capitare che, proprio nel punto di funzionamento dell’impianto, il gruppo motore
pompa riesca a fornire la prevalenza necessaria al sollevamento e che quindi, in condizione di tubi usati non
ci sia alcun carico da dissipare. Naturalmente ci sarà comunque un carico da dissipare a tubi nuovi, dato
che le perdite di carico sono minori e la curva è più bassa. Solitamente accade che il carico fornito dal
gruppo motore-pompa in corrispondenza della portata di progetto è un po' superiore rispetto a quello
necessario, difficilmente troveremo quel gruppo motore pompa che per la nostra effettiva portata di
progetto ci dia esattamente la prevalenza di cui abbiamo bisogno. Nel caso in cui la prevalenza
manometrica fornita dalla pompa in corrispondenza della nostra portata di progetto sia superiore a quella
in condizione di tubi usati che è necessaria, dovremo andare a verificare che questo carico da dissipare sia
inferiore a 6-8 metri, perché altrimenti la scelta del gruppo motore-pompa risulterebbe inefficiente da un
punto di vista economico, andremmo a fornire una potenza maggiore di quella necessaria con conseguente
spreco energetico ed economico. Ciò che dobbiamo verificare è che il carico da dissipare a tubi usati sia
inferiore a 6-8 metri. Se la prevalenza manometrica è maggiore di quella di impianto a tubi usati, bisognerà
ricavare la curva effettiva caratteristica di impianto, cioè quella curva che porta in conto il carico in eccesso
che bisognerà dissipare a causa della maggiore prevalenza fornita dal gruppo motore che abbiamo scelto.
In questo caso dovremo anche andare a disegnarla in relazione e quindi andiamo a definire quella curva,
che al valore di portata di progetto, assocerà la prevalenza manometrica di impianto pari a quella
effettivamente fornita dal gruppo motore pompa scelto, e che tenga in conto il carico in eccesso da
dissipare. Volendo costruire questa curva, bisognerà fare nuovamente riferimento a quegli step di portata
utilizzati per disegnare la curva caratteristica di impianto e calcolare quindi il corrispondente carico da
dissipare. Se la prevalenza manometrica della pompa è superiore rispetto a quella a tubi usati, potremmo
andare a valutare il carico da dissipare come la quota geodedica + il carico residuo + il coefficiente di
resistenza per la portata, elevato ad n. Quindi, semplicemente, identifichiamo questo parametro r per
andare poi ad ottenere questa relazione, che ci permette, per i vari step di portata, di andare a definire la
curva effettiva di impianto.

Come tracciare la curva effettiva di impianto?

Una volta tracciata la curva del gruppo motore-pompa, attraverso Excel ne identifichiamo l’equazione
madre. Andando ad inserire il nostro valore della portata all’interno di questa equazione, possiamo
ottenere il valore della prevalenza manometrica effettiva e quindi il carico da dissipare. Nota la prevalenza
manometrica effettiva, possiamo banalmente utilizzare la formula e trovare il nostro parametro r .

A questo avremo tracciato la curva effettiva di impianto e quindi l’effettivo punto di funzionamento.

Parametri caratteristici del gruppo motore-pompa

Abbiamo ad esempio, il numero di giri del motore elettrico, il rendimento. Il rendimento che prendiamo in
considerazione come rendimento totale, non è altro che dato dal rendimento della pompa e dal
rendimento del motore.

Il rendimento della pompa è pari al rapporto tra la potenza utile e la potenza assorbita dalla pompa.

Il rendimento del motore è pari alla potenza assorbita dalla pompa e la potenza assorbita dal motore. Sono
insieme, il prodotto tra il rendimento della pompa e il rendimento del motore che ci danno il rendimento
che indichiamo come il rendimento del gruppo motore-pompa, il quale sarà sempre inferiore ad uno.

Un altro parametro caratteristico è il numero di giri specifico.


Prima di procedere a capire come scegliere effettivamente il gruppo motore-pompa facciamo qualche
considerazione sul posizionamento delle pompe.

Posizionamento delle pompe

Nel momento in cui scegliamo delle elettropompe e le poniamo in parallelo osserviamo che, in
corrispondenza della stessa prevalenza, riusciremo ad innalzare una portata doppia, o sommata in base al
fatto che le elettropompe siano identiche o meno, riusciremo a sollevare una portata superiore rispetto a
quella che riusciremmo a sollevare per la stessa prevalenza manometrica con un’unica elettropompa.

Nel caso in cui, invece, ci trovassimo ad operare con elettropompe uguali in serie, avremo che, in
corrispondenza di due elettropompe in serie, la curva caratteristica si alza, cioè riusciamo, a parità di
portata a sollevare la portata per una prevalenza maggiore, ed è ciò che accade anche nel caso in cui
utilizziamo delle pompe multistadio, le quali non fanno altro che riprodurre il funzionamento di pompe che
operano in serie l’una dietro l’altra.

Detto ciò, possiamo passare agli step operativi che faremo per operare la nostra scelta.

Operazioni che ci permettono di scegliere il gruppo motore pompa.

La prima cosa da fare è la scelta della tipologia di elettropompa: Dovremmo trovare quella tipologia che ci
permette di sollevare la nostra portata di progetto a quella determinata prevalenza manometrica di
progetto. Individuata la tipologia, possiamo andare a scegliere un catalogo di un produttore (Lowara), e
andare ad individuare per quella tipologia di pompa la famiglia più idonea per le nostre condizioni di
funzionamento, il modello e andare poi infine a valutare le curve caratteristiche delle prestazioni del
gruppo motore ed effettuare la verifica finale a cavitazione.

Prima di tutto faremo riferimento al diagramma della tipologia di pompa, supponiamo di essere nel caso di
una portata di 30 l/s da trasformare in l/min.

Tra le varie tipologie abbiamo le pompe ad elica, cioè quelle composte da un’elica calettata sull’asse
motore e che sono per lo più adatte nel caso sia necessario sollevare delle portate che possono essere sia
medie che elevate, però per piccole prevalenze. Molto più probabile che valgano per un caso di un
impianto chimico, industriale, o sanitario.

Abbiamo poi le pompe centrifughe, formate da una cosiddetta girante, che aspira il fluido da una tubazione
di aspirazione che comunica con il centro della pompa e che trasferisce al liquido l’energia meccanica
trasmessa dal motore sottoforma di energia cinetica. Questa girante si muove in una camera che viene
detta diffusore o anche chiocciola e dentro la quale si muove il liquido spinto dalla forza centrifuga che
viene espressa dalla girante. In questo diffusore accade che l’energia cinetica del liquido si trasforma in
energia di pressione perché si ha un’ulteriore trasformazione dovuta all’aumento della sezione della
chiocciola che provoca una diminuzione della velocità del fluido e un aumento della pressione del liquido.
Va ancora detto che, a seconda della direzione del flusso in uscita, si distinguono pompe a flusso radiale e
pompe a flusso assiale, e nel caso delle pompe a flusso assiale, l’entrata e l’uscita sono parallele mentre nel
caso delle pompe a flusso radiale, l’entrata e l’uscita sono ortogonali tra loro.

Le maggiori prevalenze si ottengono mettendo delle pompe in serie o anche delle pompe multistadio.
Perché le pompe centrifughe multistadio sono pompe con più di una girante, per cui, il liquido entra nella
prima girante e all’uscita entra la seconda. La prevalenza è data dalla somma dei singoli stadi e quindi
funzionano un po' come delle pompe in serie.

Infine, un’ulteriore tipologia è quella delle pompe volumetriche, sono delle tipologie che sfruttano la
variazione di volume all’interno di una camera, che provoca a sua volta l’aspirazione o la spinta su un fluido.
Possono essere rotative o alternative, una pompa rotativa è una pompa volumetrica che ha questa camera
che contiene delle palette guidate da un albero rotante per cui la portata erogata sarà direttamente
proporzionale alla velocità di rotazione e questa tipologia di pompa riesce a spostare quantità costanti di
liquido ad ogni rotazione sfruttando la variazione di volume causata dall’ingranamento dei denti delle
ruote. La variazione di volume in una poma alternativa come una pompa volumetrica a pestone, si ottiene
con lo scorrimento di un pistone all’interno di un cilindro e nel momento in cui questo pistone va indietro,
la valvola di sotto si apre aspirando l’acqua dalla condotta o dal serbatoio, nel momento in cui il pistone
andrà avanti, la valvola di sotto andrà chiusa e si aprirà quella di sopra in modo tale da impedire il deflusso
in basso e procedere con il sollevamento, si tratta di pompe che si usano per lo più per portate medio-basse
e prevalenze piuttosto elevate.

Scelta la tipologia di pompa, potremo andare a scegliere il catalogo relativo a quella tipologia fornito da un
produttore, che è un manuale in cui vengono riportate le caratteristiche per quanto riguarda le varie
prestazioni di diverse famiglie e serie di pompe e che noi dovremmo analizzare per risalire al modello
adatto alle nostre condizioni di funzionamento. Entriamo nel catalogo del produttore relativo a quella
tipologia e andiamo ad individuare tramite i diagrammi a quale famiglia fare riferimento.

Identifichiamo il rendimento effettivo. Quando abbiamo calcolato la potenza del sistema di sollevamento
nel criterio economico per valutare il costo energetico, abbiamo utilizzato un rendimento di 0,7, quello che
immaginiamo essere ottimale

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