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IMPIANTI ELETTRICI UTILIZZATORI IN BASSA TENSIONE


Determinazione del carico convenzionale
Il calcolo del carico convenzionale di un circuito o di un impianto è una delle prime fasi
della progettazione elettrica.
Dopo aver definito alcune grandezze fondamentali, vedremo i metodi di calcolo più usati.
Diagramma di carico, potenza convenzionale e corrente d'impiego
In generale la potenza elettrica assorbita da un apparecchio utilizzatore può essere
costante oppure variabile nel tempo.
Tipici utilizzatori che funzionano con potenza costante sono gli apparecchi illuminanti,
mentre i motori elettrici assorbono una potenza dipendente da quella resa e dal valore che
assume il rendimento in quella particolare condizione di carico.
Se si rappresentano, su un piano cartesiano, i valori che assume la potenza attiva in
funzione del tempo per le varie condizioni di funzionamento, si ottiene il grafico del
diagramma di carico dell'apparecchiatura considerata.
Il diagramma di carico può essere anche riferito a un circuito o ad un intero impianto: in
questi casi rappresenta l'andamento della potenza assorbita dal circuito o dall'impianto.
La determinazione del diagramma di carico è un problema di non facile soluzione,
specialmente nel caso di apparecchiature funzionanti a regimi molto variabili nel tempo , e
fornisce in generale delle curve con andamento irregolare , come indicato nella figura.

Per semplificare il problema, si può approssimare la curva di carico mediante tratti


rettilinei, ottenendo un diagramma di carico a gradini, indicato nella figura con la linea
tratteggiata detta curva integrale, che rappresenta un andamento fittizio equivalente a
quello reale in quanto ha in comune con il diagramma di carico reale l'area sottesa, pari
all’energia elettrica assorbita nell'intervallo di tempo 0 - t 1 .
Quando, a causa della variabilità del carico, non si fa riferimento alle reali condizioni di
funzionamento ma a ipotesi semplificative e a coefficienti empirici fissati con criteri
statistici, si parla di carico convenzionale , che può essere inteso sia come valore della
potenza sia della corrente, a seconda dei casi.
La potenza convenzionale di un circuito elettrico è la potenza attiva per la quale deve
essere dimensionato il circuito, determinata non in base al suo effettivo funzionamento,
ma tenendo conto della potenza di targa degli utilizzatori fissi alimentati, della potenza
massima dei gruppi di prese a spina collegati al circuito e di opportuni coefficienti, valutati
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statisticamente oppure in base al funzionamento degli utilizzatori, mediante i quali si tiene


conto della potenza mediamente richiesta dai singoli carichi elettrici collegati al circuito in
esame e della contemporaneità di funzionamento ipotizzabile nel caso dell'alimentazione
di più carichi.
Estendendo questo discorso al complesso dei circuiti che costituiscono un impianto
elettrico utilizzatore, si arriva a definire la potenza convenzionale dell'intero impianto.
Dato che un circuito funziona generalmente con tensione costante, a un certo valore della
potenza attiva corrisponde un determinato valore della corrente elettrica circolante.
Si definisce corrente d'impiego l b la corrente che può fluire in un circuito nel servizio
ordinario, escludendo quindi il funzionamento con sovracorrenti dovute a sovraccarichi e
cortocircuiti.
Per la sua determinazione si fa riferimento alla potenza attiva P (effettiva o convenzionale)
transitante nel circuito, alla tensione V di alimentazione e al fattore di potenza cosφ,
secondo le relazioni seguenti:
𝑃
• corrente continua 𝐼𝑏 =
𝑉
𝑃
• corrente alternata monofase 𝐼𝑏 =
𝑉𝑉𝑉𝑉𝑉
𝑃
• corrente alternata trifase 𝐼𝑏 =
√3𝑉𝑉𝑉𝑉𝑉

Fattore di utilizzazione
Si consideri un apparecchio elettrico utilizzatore e si indichi con P an la potenza attiva
assorbita nominale che l'apparecchio richiede alla rete di alimentazione quando funziona
secondo i dati di targa e con P la potenza attiva assorbita durante il regime di
funzionamento considerato.
Si definisce come fattore (o coefficiente) di utilizzazione il rapporto tra la potenza
assorbita e quella nominale:
𝑃
𝐾𝑢 =
𝑃𝑎𝑎
Trattandosi del rapporto fra due grandezze omogenee, il valore di K u è espresso da un
numero decimale adimensionato.
Può anche essere dato in valore percentuale, usando la relazione:
𝐾𝑢 % = 100𝐾𝑢
La conoscenza del fattore di utilizzazione relativo a un determinato modo di
funzionamento consente di calcolare la potenza mediamente assorbita dall’utilizzatore in
funzione di quella nominale:
𝑃 = 𝐾𝑢 𝑃𝑎𝑎
A seconda del valore assunto da K u si possono avere le tre condizioni di carico seguenti:
• K u < 1 ( P< P an ) quando il funzionamento avviene con carico ridotto;
• K u = 1 ( P= P an ) quando il funzionamento avviene con carico nominale;
• K u > 1 (P> P an ) quando il funzionamento avviene con carico superiore a quello
nominale (sovraccarico).
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I valori del fattore di utilizzazione da assumere nei calcoli possono essere determinati
analiticamente oppure mediante apposite tabelle.
Nel primo caso deve essere noto il diagramma di carico dell’utilizzatore.
Nell'esempio di figura si suppone che la potenza vari a gradini, rimanendo costante in
determinati intervalli di tempo. In questo modo sono già note le potenze da assumere
durante i vari periodi di funzionamento e, a rigore, non è neanche necessario calcolare i
valori di K u relativi ai diversi modi di funzionamento.

In assenza di indicazioni precise sul regime di funzionamento del carico alimentato si


ricorre a valori empirici dettati dall'esperienza, come quelli riportati nella tabella.
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ESEMPIO
Calcolo della potenza convenzionale di un motore elettrico
Calcolare la potenza convenzionale assorbita da un motore elettrico di potenza nominale
P n = 11 kW, rendimento nominale η n = 0,88 e funzionante a 3/4 di carico.
Dato che la potenza nominale di un motore è quella resa, la potenza nominale assorbita è
data da:
𝑃𝑛 11
𝑃𝑎𝑎 = = = 12,5 𝑘𝑘
𝜂𝑛 0,88
Applicando la formula
𝑃 = 𝐾𝑢 𝑃𝑎𝑎
con K u = 3/4 = 0,75 si ricava:
𝑃 = 𝐾𝑢 𝑃𝑎𝑎 = 0,75 ∗ 12,15 = 9,375 𝑘𝑘
Fattore di contemporaneità
Quando un circuito elettrico alimenta più utilizzatori, occorre considerare che non sempre
funzioneranno tutti contemporaneamente. La valutazione esatta della potenza totale
assorbita richiede la conoscenza di tutte le combinazioni di carico possibili ed è alquanto
difficoltosa, specialmente nel caso di molti utilizzatori con caratteristiche diverse.
La potenza media totale assorbita sarà in ogni caso minore (al limite uguale) della
somma delle potenze dei singoli utilizzatori:
𝑛

𝑃𝑡 ≤ (𝑃1 + 𝑃2 +. . . +𝑃𝑛 ) = � 𝑃𝑖
𝑖=1
Si tiene conto della riduzione della potenza introducendo un apposito coefficiente che lega
la somma delle varie potenze a quella totale convenzionale.
Si definisce fattore (o coefficiente) di contemporaneità il rapporto adimensionato:
𝑃𝑡
𝐾𝑐 =
∑𝑛𝑖=1 𝑃𝑖
In valore percentuale si ha: K c % = 100 K c . Il caso limite K c = 1 si ha quando tutti i carichi
funzionano sempre contemporaneamente.
Stabilito il valore di K c adatto al caso, si determina la potenza totale convenzionale con
la relazione:
𝑛

𝑃𝑡 = 𝐾𝑐 � 𝑃𝑖
𝑖=1
I valori del fattore di contemporaneità da assumere nei calcoli possono essere dedotti nei
due modi seguenti:
• se è noto il regime di funzionamento dell'impianto e le combinazioni possibili dei
vari carichi, si possono attribuire a K c i valori effettivi per i diversi gruppi di
utilizzatori;
• in mancanza di indicazioni precise si fa ricorso a valori empirici dettati
dall'esperienza, come quelli riportati nella tabella F1.2.
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ESEMPIO
Potenza di un gruppo di motori
Determinare la potenza totale convenzionale assorbita da un gruppo di 10 motori elettrici,
avente ognuno potenza assorbita pari a 1,5 kW.
Se il funzionamento fosse contemporaneo il gruppo assorbirebbe una potenza di 15 kW.
Assumendo Kc = 0,6 (tabella F1.2), la potenza totale convenzionale è data da:
𝑃𝑐 = 𝐾𝑐 ∗ 15 = 0,6 ∗ 15 = 9 𝑘𝑘
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Potenza convenzionale dei gruppi di prese


In tutti gli impianti, civili e industriali, sono presenti prese, di tipo monofase e trifase. La
potenza che viene assorbita dagli utilizzatori collegati alle prese è di difficile valutazione, in
quanto dipende dal numero di prese contemporaneamente funzionanti e dalla corrente
erogata al carico tramite ciascuna presa, poiché non è detto che ogni singola presa venga
utilizzata alla sua corrente nominale.
La potenza massima che tramite una presa può essere trasferita all’utilizzatore collegato,
riferita alla tensione nominale V n del sistema e alla corrente nominale I n della presa, è
data da:
𝑃𝑀 = 𝑉𝑛 ∗ 𝐼𝑛 ∗ 𝑐𝑐𝑐𝜑𝑛 per una presa monofase;

𝑃𝑀 = √3𝑉𝑛 ∗ 𝐼𝑛 ∗ 𝑐𝑐𝑐𝜑𝑛 per una presa trifase.


Nelle formule precedenti si possono assumere come valori del fattore di potenza
convenzionale 0,8 per le utenze trifase e 0,9 per quelle monofase, salvo casi particolari di
utilizzatori con basso valore del cos φ.
Per tener conto del fatto che le prese possono funzionare con corrente minore di quella
nominale e non tutte contemporaneamente, la potenza che si otterrebbe moltiplicando P M
per il numero N delle prese deve essere ridotta moltiplicando la per un fattore
complessivo di utilizzazione e contemporaneità K P , secondo la relazione:
𝑃𝑐 = 𝑁 ∗ 𝑃𝑀 ∗ 𝐾𝑃
I valori da attribuire a K P non possono essere stabiliti con precisione, in quanto dipendono
dal grado di utilizzazione complessiva del gruppo prese.
Valori mediamente adottabili sono i seguenti:
• da 0,05 a 0,2 per prese monofase installate in impianti a destinazione civile;
• da 0,15 a 0,4 per prese monofase e trifase installate in impianti industriali o del
settore terziario.
Per esempio, la potenza convenzionale da attribuire a un circuito comprendente 10 prese
trifase, da 16 A, 400 V (P M = 8,8 kW) varierà, in base ai valori indicati, da 13,2 kW a 35,2
kW.
E’ evidente che, quando si possiedono informazioni più precise sull'utilizzazione delle
prese stesse, è possibile determinare valori di potenza più aderenti alla realtà.
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Potenza convenzionale dei motori elettrici


Per un motore elettrico la potenza nominale (di targa) è quella utile. Indicando con P n , tale
potenza e con η n , il rendimento nominale, la potenza assorbita nominale è uguale a:
𝑃𝑛
𝑃𝑎𝑎 =
𝜂𝑛
A tale potenza corrisponde la corrente nominale assorbita che , per un motore funzionante
in corrente alternata trifase con tensione nominale V n , e fattore di potenza nominale
cosφ n , è data da:
𝑃𝑎𝑎 𝑃𝑛
𝐼𝑛 = = =
√3𝑉𝑛 ∗cos 𝜑𝑛 √3𝑉𝑛 ∗𝜂𝑛 ∗cos 𝜑𝑛
Nel funzionamento a tensione nominale, ma con potenza erogata, cosφ e rendimento
diversi da quelli nominali, la potenza resa è K u *P n ; la potenza assorbita e la corrente si
calcolano con le relazioni:
𝑃 𝐾𝑢 𝑃𝑛
𝑃𝑎 = =
𝜂 𝜂
𝑃𝑎 𝐾𝑢 𝑃𝑛
𝐼= = =
√3𝑉𝑛 ∗cos 𝜑 √3𝑉𝑛 ∗η∗cos 𝜑
Per l'applicazione delle formule precedenti occorre conoscere i valori di η e di cosφ relativi
al regime di funzionamento considerato; se esso varia nel tempo è necessario conoscere i
relativi grafici di variazione in funzione della potenza, circostanza che complica
notevolmente i calcoli, rendendo impossibile la determinazione esatta di P a e l in molti casi
pratici.
Si può semplificare il calcolo se il fattore di utilizzazione è noto come rapporto tra le
potenze assorbite (e non tra quelle rese) . In questo modo la relazione diventa:
𝐾𝑢 𝑃𝑛
𝑃𝑎 = 𝐾𝑢 𝑃𝑎𝑎 =
𝜂𝑛
in cui compare il valore del rendimento nominale, generalmente noto.
Per la corrente si può fare riferimento, in mancanza dei valori di η e cosφ, al valore della
corrente nominale oppure applicare in modo approssimato la
𝑃𝑎 𝐾𝑢 𝑃𝑛
𝐼= = =
√3𝑉𝑛 ∗cos 𝜑 √3𝑉𝑛 ∗𝜂𝑛 ∗cos 𝜑𝑛
usando i valori nominali del rendimento e del fattore di potenza.
Nel caso di più motori bisogna tener conto del fattore di contemporaneità, per cui la
potenza assorbita da un gruppo di N motori aventi le stesse caratteristiche è data da:
𝑃𝑛
𝑃𝑐 = 𝑁𝑃𝑎𝑎 𝐾𝑢 𝐾𝑐 = 𝑁 𝐾 𝐾
𝜂𝑛 𝑢 𝑐
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ESEMPIO
Potenza convenzionale assorbita da un gruppo di motori asincroni trifase
Calcolare la potenza assorbita da un gruppo di 5 motori asincroni trifase di potenza
nominale 11 kW e rendimento nominale 0,87.
Si applica la relazione precedente, assumendo per K u , e K c i seguenti valori: K u = 0,8
(tabella F1.1) e K c = 0,8 (tabella F1.2):
𝑃𝑛 11
𝑃𝑐 = 𝑁 𝐾𝑢 𝐾𝑐 = 5 ∗ ∗ 0,8 ∗ 0,8 = 40,5 𝑘𝑘
𝜂𝑛 0,87
Nella tabella F1.3 sono riportate le caratteristiche di targa di una serie di motori asincroni
trifasi con rotore a gabbia.
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ESERCIZIO
Potenza convenzionale e corrente d'impiego di una linea
Mediante una linea funzionante in corrente alternata trifase, con V n =400 V, vengono
alimentati i seguenti gruppi di carichi:
• n. 8 m.a.t., 6 poli, potenza nominale P n = 7,5 kW;
• n. 2 forni a resistenza (carichi ohmici), potenza nominale P n = 18 kW, che possono
funzionare contemporaneamente;
• n. 4 prese trifase, V n = 400 V, I n = 16 A.
Si vogliono determinare le potenze convenzionali e le correnti assorbite dai singoli gruppi
di carichi, la potenza convenzionale e la corrente d'impiego totali.
Per il primo gruppo, dalle tabelle F1.1, F1.2 ed F1.3 si ricavano i valori dei coefficienti di
utilizzazione, di contemporaneità e del rendimento, ottenendo:
K u1 = 0,75, K c1 = 0,7 e η n = 0,86.
La potenza convenzionale si calcola con l'applicazione della formula:
𝑃𝑛1 7,5
𝑃𝑐1 = 𝑁1 𝐾𝑢1 𝐾𝑐1 = 8 ∗ ∗ 0,75 ∗ 0,7 = 36,6 𝑘𝑘
𝜂𝑛 0,86
Per il gruppo dei due forni si assumono i valori K u2 = 1 (da tabella F1.1) e K c1 = 1
(funzionamento contemporaneo); la potenza convenzionale è data da:
𝑃𝑐2 = 𝑁2 𝑃𝑛2 𝐾𝑢2 𝐾𝑐2 = 2 ∗ 18 ∗ 1 ∗ 1 = 36 𝑘𝑘
Se si assume un cosφ n =0,8, la potenza massima di ogni presa trifase da 16 A è uguale a:

𝑃𝑀 = √3 𝑉𝑛 𝐼𝑛 cos 𝜑𝑛 = √3 ∗ 400 ∗ 16 ∗ 0,8 = 8868 𝑊


Scegliendo un fattore complessivo di utilizzazione e contemporaneità K p , = 0,4 la potenza
convenzionale del gruppo prese è pari a: 1
𝑃𝑐3 = 𝑁3 𝑃𝑀 𝐾𝑝 = 4 ∗ 8868 ∗ 0,4 = 14189 𝑊 = 14,2 𝑘𝑘
La potenza convenzionale totale è data dalla somma di quelle dei vari gruppi:
𝑃𝑐 = 𝑃𝑐1+ 𝑃𝑐2+ 𝑃𝑐3 = 36,6 + 36 + 14,2 = 86,8𝑘𝑘
Per calcolare le correnti convenzionali assorbite dai vari gruppi di carichi si ipotizza, per i
motori , il valore cosφ 1 =0,74 uguale a quello nominale riportato nella tabella F1.3; per gli
altri gruppi i valori del fattore di potenza sono già stati indicati. Si ottiene:
𝑃𝑐1 36600
𝐼1 = = = 71,4 𝐴=
√3𝑉𝑛 ∗cos 𝜑1 √3∗400∗0,74
𝑃𝑐2 36000
𝐼2 = = = 52 𝐴=
√3𝑉𝑛 ∗cos 𝜑2 √3∗400∗1
𝑃𝑐3 14189
𝐼3 = = = 25,6 𝐴=
√3𝑉𝑛 ∗cos 𝜑3 √3∗400∗0,8
La corrente d'impiego totale non è data dalla somma delle singole correnti, a causa dello
sfasamento tra le stesse; si può usare il teorema di Boucherot, mediante il quale si ricava:
𝑄𝑐 = 𝑄𝑐1+ 𝑄𝑐2+ 𝑄𝑐3 = 𝑃𝑐1 tan 𝜑1 + 0 + 𝑃𝑐3 tan 𝜑3 =
= 36,6 ∗ 0,909 + 14,2 ∗ 0,75 ≈ 44 𝑘𝑘𝑘𝑘
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𝑆𝑐 = �𝑃𝑐2 + 𝑄𝑐2 = �86,82 + 442 = 97,3 𝑘𝑘𝑘


𝑆𝑐 97300
𝐼𝑏 = = = 140 𝐴
√3𝑉𝑛 √3 ∗ 400
Potenza convenzionale totale di un impianto
Per determinare la potenza convenzionale totale di un impianto si può procedere in diversi
modi, a seconda del tipo d'impianto e del grado di approfondimento richiesto dal calcolo.
Somma delle potenze convenzionali dei vari circuiti
L'impianto viene suddiviso nei vari circuiti che lo compongono (illuminazione, prese,
utilizzatori fissi ecc.), per ognuno dei quali si valuta la potenza convenzionale utilizzando i
fattori di contemporaneità e di utilizzazione introdotti nei paragrafi precedenti.
Indicando con P 1 , P 2 , . .. , P n le potenze attive convenzionali degli n circuiti individuati, si
calcola la potenza convenzionale totale con la relazione:
𝑛

𝑃𝑡 = (𝑃1 + 𝑃2 +. . . +𝑃𝑛 ) = � 𝑃𝑖
𝑖=1
senza applicare nessun ulteriore fattore di riduzione se i vari circuiti possono funzionare
contemporaneamente, altrimenti si tiene conto della condizione di carico più gravosa.
Applicazione di un coefficiente di riduzione globale
Questo metodo di calcolo, meno accurato di quello precedente, consiste nel determinare
la potenza convenzionale totale mediante la procedura seguente:
• si calcola la potenza totale installata come somma delle potenze assorbite nominali
di tutti i carichi presenti nell'impianto (utilizzatori fissi, prese a spina ecc.), senza
tener conto di alcuna riduzione per utilizzazione e contemporaneità;
• si moltiplica tale potenza per un coefficiente di riduzione che tenga conto
globalmente sia dell'utilizzazione dei singoli carichi sia della loro contemporaneità,
senza distinguere tra i vari circuiti .
L' attendibilità del calcolo dipende dall’accuratezza nella scelta del valore del fattore di
riduzione, che va fatta dopo un attento esame delle caratteristiche di funzionamento
dell'impianto.
Valori medi orientativi del coefficiente di riduzione, nel caso di impianti civili di grandi
dimensioni, sono riportati nella tabella F1.4.
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Uso della potenza specifica


La potenza apparente specifica S sp (VA/m2) di un impianto è il rapporto tra la potenza
apparente totale e l'area dell'edificio entro cui l'impianto è installato.
Dopo aver fissato un appropriato valore di S sp si può valutare la potenza attiva
convenzionale totale con la relazione:
𝑃𝑡 = 𝑆𝑡 cos 𝜑 = 𝑆𝑠𝑠 Acos 𝜑
dove A è l'area e cosφ è il fattore di potenza globale dell’impianto.
Questo metodo si può applicare per determinare la potenza da installare in prima
approssimazione, per esempio nella fase del progetto preliminare se non sono ancora noti
i carichi elettrici che saranno effettivamente installati nell’impianto.
Valori medi orientativi della potenza specifica, per alcune applicazioni industriali e civili,
sono riportati nella tabella F1.5.

Esempio
Calcolo della potenza convenzionale per un open-space adibito a uffici
Determinare la potenza convenzionale totale per un ambiente open-space adibito a uffici,
di superficie 400 m2.
In base al valore della potenza apparente specifica (tabella F1.5) e ipotizzando pari a 0,9 il
f.d.p. globale, con l'applicazione della
𝑃𝑡 = 𝑆𝑡 cos 𝜑 = 𝑆𝑠𝑠 Acos 𝜑 = 70 ∗ 400 ∗ 0,9 = 25,2𝑘𝑘
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Esempio
Calcolo della potenza convenzionale per un appartamento
Calcolare il valore della potenza da installare in un appartamento di superficie 120 m2,
adibito ad abitazione e alimentato con tensione nominale 230 V. Il carico è così costituito:
• potenza totale degli apparecchi illuminanti pari a 1000 W;
• n. 10 prese da 10 A;
• n. 3 prese da 16 A;
• n. 1 scaldacqua elettrica da 1500 W.
Per il circuito dell’illuminazione, assumendo un fattore di contemporaneità 0,8, la
potenza convenzionale vale:
P c1 = P 1 K c1 = 1000 * 0,8 = 800 W
Per i due circuiti delle prese, scegliendo un fattore di riduzione pari a 0,1 per le prese da
10 A e 0,15 per quelle da 16 A, con fattore di potenza 0,9 per entrambi, le potenze
convenzionali sono uguali a:
P c2 = N 2 P M2 K p2 = N 2 V n I 2n cos φ n K P2 = 10 * 230 * 10 * 0,9 * 0,1 = 2070 W
P c3 = N 3 P M3 K p3 = N 3 V n I 3n cos φ n K P3 = 3 * 230 * 16 * 0,9 * 0,15 = 1490 W
Per lo scaldacqua elettrico la potenza convenzionale è uguale a quella di targa, essendo
unitari i valori del fattore di utilizzazione e di quello di contemporaneità:
P c4 = P 4 = 1500 W
La potenza convenzionale totale, somma di quelle parziali, è data da :
P c = P c1 + P c2 + P c3 + P c4 = 800+2070+1490+1500=5860
Valora a cui corrisponde la potenza contrattuale di 6 kW.
La potenza calcolata con il metodo indicato non è molto differente da quella che si ricava
mediante il valore della potenza specifica della tabella F1.5. Considerando che, con fattore
di potenza circa pari a uno, la potenza apparente coincide con quella attiva, al valore
specifico di 40 W/m2 corrisponde la potenza totale:
P c = 120x40=4800W
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Corrente d'impiego termicamente equivalente


Si supponga che un carico elettrico, durante un periodo di lavoro di durata T, assorba una
corrente con valore efficace variabile nel tempo secondo un andamento a gradini (figura),

in cui sono indicati con t 1 , t 2 , ... , t n le durate degli intervalli in cui può essere suddiviso il
tempo T e con I 1 , I 2 , I n i corrispondenti valori efficaci assunti dalla corrente.
Si definisce corrente d'impiego termicamente equivalente la corrente di valore efficace
l b supposto costante nel tempo T che ha lo stesso effetto termico della corrente variabile.
Dalla definizione precedente si deduce che la corrente termicamente equivalente, se
circola per il tempo T in un elemento di circuito avente resistenza R, deve produrre la
stessa energia termica, pari a W = R*I2 b *T, della corrente effettiva; deve quindi essere
verificata la condizione:
𝑅𝐼𝑏2 𝑇 = 𝑅(𝐼12 𝑡1 + 𝐼22 𝑡2 + . . . . +. 𝐼𝑛2 𝑡𝑛 )
da cui si ricava:

1 1 𝑛
𝐼𝑏 = � (𝐼12 𝑡1 + 𝐼22 𝑡2 + . . . . +. 𝐼𝑛2 𝑡𝑛 ) = � � 𝐼𝑖2 𝑡𝑖
𝑇 𝑇 1=1

Quando la legge di variazione della corrente non è riconducibile a una sequenza di valori
costanti, la sommatoria va sostituita con un integrale definito, per risolvere il quale occorre
conoscere la legge di variazione dell'intensità di corrente nel tempo.
ESEMPIO Calcolo della corrente d'impiego per un carico variabile ciclicamente
Calcolare la corrente d'impiego assorbita da un motore elettrico che funziona con cicli di
durata T= 480 s, durante i quali assorbe le correnti I 1 = 250 A per t 1 = 120 s e I 2 =50 A per
t 2 =360 s.
Mediante l'applicazione della formula precedente si ricava:

1 1
𝐼𝑏 = � (𝐼12 𝑡1 + 𝐼22 𝑡2 ) = � (2502 ∗ 120 + 502 ∗ 360) = 132,3 𝐴
𝑇 480
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In alcuni casi l'applicazione della formula precedente comporta semplicemente la


moltiplicazione della corrente nominale per un fattore maggiore di 1, che tiene conto dei
periodi in cui la corrente è maggiore di quella nominale.
È tipico il caso dei motori degli ascensori che, come tutti i motori asincroni trifasi,
assorbono all'avviamento una corrente superiore a quella nominale; in questo caso si può
assumere:
• I b = 1,8 I n per gli ascensori elettrici;
• I b = 1,2 I n per gli ascensori oleodinamici.

Esercizio 1
Valutare, scegliendo opportunamente le potenze specifiche, la potenza convenzionale
totale da installare in un edificio industriale, comprendente:
• un capannone di 1500 m2 di superficie, adibito a lavorazioni meccaniche;
• una palazzina per uffici, a due piani, ciascuno di 80 m2 di superficie;
• un fabbricato adibito a servizi, spogliatoio e mensa, di 150 m2 di superficie totale.
Esercizio 2
Un impianto industriale comprende i seguenti circuiti:
• un circuito f.m. per l'alimentazione di macchine utensili, trifase, funzionante a 400 V
e a cui sono collegati n. 5 m.a.t. di potenza nominale 5,5 kW, 4 poli;
• un circuito f.m. trifase, con tensione 400 V, per l'alimentazione di n. 4 prese 3P +T,
16 A;
• un circuito per l'illuminazione, monofase con tensione 230 V, per l'alimentazione di
n. 20 apparecchi fluorescenti di potenza 2 x 58 W, per ciascuno dei quali è
ipotizzabile una perdita nel reattore di 8 W;
• un circuito per l'alimentazione dei servizi e degli uffici, monofase con tensione 230
V, per il quale la potenza convenzionale è pari a 3 kW, con f.d.p. 0,9.
Scegliendo opportunamente i valori dei coefficienti di riduzione applicabili al caso,
calcolare la potenza convenzionale di ogni circuito, la potenza convenzionale totale e le
correnti d'impiego di ogni circuito.
Esercizio 3
Mediante un 'unica linea dorsale , funzionante in corrente alternata trifase con tensione
400 V, vengono alimentati i seguenti carichi:
• n. 6 m.a.t. di potenza nominale 7,5 kW, 4 poli;
• n. 4 prese tripolari con corrente nominale 16 A.
Assumendo gli opportuni valori dei coefficienti di riduzione, calcolare la potenza
convenzionale e la corrente d'impiego della linea.
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Esercizio 4
Calcolare la corrente d'impiego termicamente equivalente per una linea trifase che
alimenta un carico con funzionamento periodico, avente le seguenti caratteristiche:
• tensione nominale 400 V;
• potenza attiva nominale assorbita 50 kW;
• potenza reattiva nominale assorbita 40 kvar.
La durata totale del ciclo di funzionamento è di 10 min. Durante il periodo di lavoro, pari al
25% del tempo totale, si ha un sovraccarico del 30%, mentre durante il periodo di
funzionamento a vuoto il carico assorbe il 10% della potenza attiva nominale. Si può
ritenere costante e pari a quella nominale la potenza reattiva assorbita.
[Risultato: I b = 74,7 A]
Esercizio 5
Un carico trifase funzionante con tensione 400 V, assorbe le potenze nominali P an = 30
kW e Q an = 25 kvar.
Il ciclo di funzionamento è il seguente:
• per 2 ore con potenza attiva nominale;
• per 3 ore con un sovraccarico del 20%;
• per 2 ore con fattore di utilizzazione 0,8.
Durante i tre periodi la potenza reattiva assorbita si può ritenere sempre uguale a quella
nominale.
Calcolare i valori del fattore di potenza nelle varie condizioni di carico e la corrente
d'impiego termicamente equivalente; disegnare, in scala, il diagramma di carico.
[Risultati: cosφ 1 = 0,768; cosφ 2 = 0,821; cosφ 3 = 0,6925; I b = 57,8 A]
Esercizio 6
In un impianto elettrico vengono effettuate le seguenti misure sul circuito di alimentazione
di un gruppo di 12 motori elettrici uguali tra loro, aventi ognuno potenza nominale 5 kW,
rendimento nominale 0,83 e funzionanti tutti allo stesso modo:
• misura della potenza assorbita da un singolo motore: 4,8 kW;
• misura della potenza assorbita da tutto il gruppo: 41 kW.
Ricavare i valori dei fattori di utilizzazione e di contemporaneità.
[Risultati: K u = 0,797; K c = 0,712]

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