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Domande per l’esame orale di Fisica Generale II

1. Cos'è la quantizzazione della carica elettrica?


La carica elettrica è quantizzata, varia a salti, ossia per un’unità discreta, e non può essere divisa in
parti infinitamente piccole. L’unità discreta è la carica e di una particella elementare (elettrone o
protone).

2. Cosa stabilisce il principio di conservazione della carica e come si esprime in forma di equazione?
In condizioni statiche la carica elettrica totale contenuta all’interno di un fissato volume resta
costante nel tempo; anche in situazioni in cui si generano o si distruggono particelle elementari la
carica totale resta costante: non si osserva mai la comparsa (o scomparsa) di una particella carica
senza che si osservi la comparsa (o scomparsa) di una particella con carica di segno opposto.
Inoltre il principio si può esprimere matematicamente tramite l’equazione di continuità:
𝑑𝑄𝑖𝑛𝑡 𝑑
𝛷𝑗 = − ⇔ ∯ 𝑗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = − ∭ 𝜌𝑑𝑉
𝑑𝑡 𝑆 𝑑𝑡 𝑉

3. Cosa stabilisce il principio di sovrapposizione per la legge di Coulomb?


In un insieme di tre o più cariche puntiformi, l’iterazione tra due cariche elettriche è indipendente
dalla presenza di altre cariche elettriche circostanti, e la forza risultante su una qualunque carica è
la somma vettoriale di tutte le forze agenti sulla carica.

4. L'unità di misura fondamentale per l'elettromagnetismo nel Sistema Internazionale ed esempi di


altre unità derivate.
L’unità fondamentale è l’Ampere (A). Le unità derivate sono:
Coulomb, 𝐶 = 1 𝐴 ∙ 1 𝑠 Volt, 𝑉 = 1 𝐽 Ohm, Ω =
1𝑉 Weber, 𝑊𝑏 = 𝑉 ∙ 𝑠
1𝐶 1𝐴
𝑉∙𝑠 1𝐴 1 𝑉∙𝑠 1𝐶
Tesla, 𝑇 = 𝑚2
Siemens, 𝑆 = = Henry, 𝐻 = 𝐴 Farad, 𝐹 = 1𝑉
1𝑉 Ω

5. Definizione di campo elettrostatico con carica di prova.


Supponiamo che una particella carica, che chiameremo carica di prova, si trovi nel punto P vicino
a un gruppo di particelle cariche. Il campo elettrico 𝐸⃗⃗ in P dovuto al gruppo di particelle cariche è
definito come rapporto tra la forza elettrica 𝐹⃗ esercitata dal gruppo sulla particella di prova, e la
carica 𝑞0 della particella di prova stessa:
𝐹⃗ 𝑁 𝑉
𝐸⃗⃗ = , [𝐸⃗⃗ ] = [ ] = [ ]
𝑞0 𝐶 𝑚
Il campo elettrico:
✓ non dipende dalla carica della particella di prova
✓ dipende dal valore delle cariche e dalla loro distribuzione
✓ dipende dal punto P (in cui si trova la carica di prova)

6. Come si calcola il campo elettrico se è nota la distribuzione (discreta) delle cariche?


𝐸⃗⃗ generato da due o più cariche puntiformi è la somma vettoriale dei contributi al campo prodotti
da ciascuna carica singolarmente, cioè si applica il principio di sovrapposizione:
1 𝑞 𝑞 𝑞 𝑞 𝑞 𝑞 𝑞 𝑞 1 𝑞
𝐹⃗ = ( 0 2 1 𝑟̂1 + 0 2 2 𝑟̂2 + ⋯ + 0 2𝑛 𝑟̂𝑛 ) = 0 ∑𝑛𝑖=1 2𝑖 𝑟̂𝑖  𝐸⃗⃗ =
4𝜋𝜀0 𝑟1 𝑟2 𝑟𝑛 4𝜋𝜀0 𝑟𝑖
∑𝑛𝑖=1 2𝑖 𝑟̂𝑖
4𝜋𝜀0 𝑟𝑖

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7. Come si calcola il campo elettrico se è nota la distribuzione (continua) delle cariche?


Il campo elettrico infinitesimo 𝑑𝐸⃗⃗ generato da un elemento di carica 𝑑𝑞 in un punto P è:
1 𝑑𝑞 1 𝑑𝑞
𝑑𝐸⃗⃗ = 2 𝑟̂ ⇒ 𝐸⃗⃗ = ∫ 2 𝑟̂ con 𝑟: distanza tra il punto P e 𝑞
𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑧.𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑟
4𝜋𝜀0 𝑟 4𝜋𝜀0

8. Definizione di densità di carica di volume, di superficie e lineare.


La densità di carica elettrica indica il rapporto tra la quantità di carica elettrica presente in una
regione dello spazio e la regione stessa.
𝑑𝑞
λ = 𝑑𝑙 per una distribuzione lineare di cariche
𝑑𝑞
σ= 𝑑𝐴
per una distribuzione superficiale di cariche
𝑑𝑞
ρ= 𝑑𝑉
per una distribuzione volumetrica di cariche

9. Definizione di dipolo elettrico e di momento di dipolo.


Un dipolo elettrico, nella sua forma più semplice, è costituito da due cariche puntiformi di valore
assoluto uguale e segno opposto poste a distanza molto piccola. Un dipolo è caratterizzato dal
momento di dipolo elettrico 𝑝⃗, il cui modulo è dato dal prodotto del valore assoluto della carica
per la distanza tra le due cariche ⇒ 𝑝⃗ = (𝑑𝑞)𝑘̂ con 𝑑: distanza tra le due cariche; 𝑘: versore con
direzione posta lungo la retta congiungente le due cariche e verso diretto dalla carica negativa
verso quella positiva.

10. Che relazione c'è fra modulo del campo elettrico e le linee di forza?
La densità di linee di forza per unità di superficie dipende dal modulo del campo. Nelle regioni in
cui le linee sono vicine, o fitte, 𝐸⃗⃗ è grande, mentre dove sono rade 𝐸⃗⃗ è piccolo. Inoltre la direzione
del campo è sempre tangente alle linee di forza.

11. Come è definito il flusso di un campo attraverso una superficie piana infinitesima?
Il flusso di un generico campo vettoriale 𝑣⃗ è una grandezza scalare che dipende dal campo e dalla
superficie rispetto alla quale viene calcolato ∆𝑆⃗, vettore superficie (perpendicolare alla superficie
e con modulo l’area della stessa).

𝛷𝑣 = ∬ 𝑣⃗ ∙ ∆𝑆⃗ = ∬ 𝑣⃗ ∙ 𝑛̂∆𝑆⃗
𝑆 𝑆
Per esempio, nel caso del campo elettrico il flusso di 𝐸⃗⃗ attraverso una qualsiasi superficie è dato
da Φ𝐸 = ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑛̂𝑑𝑆⃗ = ∬ 𝐸 cos 𝜗 𝑑𝑆
𝑆 𝑆 𝑆

12. Il flusso del campo elettrico è una grandezza fisica scalare o vettoriale?
Scalare, in quanto è descritto dall’integrale di un prodotto scalare tra due vettori.

13. La legge di Gauss può essere dedotta usando due leggi fondamentali dell'elettrostatica, quali?
Può essere dedotta:
✓ dalla legge di Coulomb:
prendiamo in considerazione un sistema con 𝑞 carica di prova a distanza 𝑟1
dalla calotta 1 e a distanza 𝑟2 dalla calotta 2.
Tutte le facce del volumetto, tranne la calotta 1 e 2, sono radialmente
allineate con ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐸𝑞 (campo elettrico generato da 𝑞) ⇒ Φ𝑟𝑎𝑑 = 0. I flussi che
attraversano le calotte sono invece, rispettivamente: Φ1 = ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = 𝑆1

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𝑞 𝑞 𝑞 𝑞
∬𝑆 − 4𝜋𝜀 2 𝑑𝑆 = − 4𝜋𝜀 2 ∬𝑆 𝑑𝑆 = − 4𝜋𝜀 2 ∆𝑆1 e, analogamente, Φ2 = 4𝜋𝜀 2 ∆𝑆2. Ma
1 0 𝑟1 0 𝑟1 1 0 𝑟1 0 𝑟2
dal momento che le calotte sferiche sono delimitate dalle medesime facce piane radiali
∆𝑆2 𝑟2 𝑞 𝑟22 𝑞
∆𝑆1
= 𝑟22 , si può quindi riscrivere Φ2 come Φ2 = 4𝜋𝜀 2 2 ∆𝑆1 = 4𝜋𝜀0 𝑟12
∆𝑆1 = −Φ1 . Il flusso
1 0 𝑟2 𝑟1
totale attraverso una superficie chiusa con carica 𝑞 esterna sarà infine:
Φ𝑡𝑜𝑡 = Φ𝑟𝑎𝑑 + Φ1 + Φ2 = 0 + Φ1 − Φ1 = 0
Se invece la carica fosse posta al centro di una sfera di raggio 𝑟, si avrebbe 𝐸⃗⃗ parallelo a 𝑆⃗ in
𝑞 𝑞
ogni punto della superficie e quindi Φ𝐸 = ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = 𝐸𝑟 ∬ 𝑑𝑆 = 𝑆
2
2 4𝜋𝑟 = . 𝑠 4𝜋𝜀0 𝑟 𝜀0
✓ Dal principio di sovrapposizione:
prendiamo in considerazione un sistema misto, con cariche esterne ed
interne. Per il principio di sovrapposizione si ottiene 𝐸⃗⃗ = 𝐸⃗⃗1 + 𝐸⃗⃗2 + 𝐸⃗⃗3
Φ𝐸 = ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = ∬ (𝐸⃗⃗1 + 𝐸⃗⃗2 + 𝐸⃗⃗3 ) 𝑑𝑆⃗ = ∬ 𝐸
𝑆 𝑆
⃗⃗⃗⃗⃗1 ∙ 𝑑𝑆⃗ +
𝑆
𝑞 𝑞 𝑄
𝐸2 ∙ 𝑑𝑆⃗ + ∬𝑆 ⃗⃗⃗⃗⃗
∬𝑆 ⃗⃗⃗⃗⃗ 𝐸3 ∙ 𝑑𝑆⃗ = 𝜀 1 + 0 + 𝜀 3 = 𝜀𝑖𝑛𝑡 (valori ottenuti dai calcoli precedenti)
0 0 0
𝑄𝑖𝑛𝑡 ∑𝑞
In conclusione: Φ𝐸 = 𝜀0
ovvero ∯𝑆 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = 𝜀
𝑐ℎ𝑖𝑢𝑠𝑎 0

14. Enunciare e discutere la legge di Gauss per il campo elettrico in forma integrale.
Il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa arbitraria è pari alla somma algebrica
delle cariche contenute all’interno del volume delimitato dalla superficie diviso per la costante
dielettrica nel vuoto.
𝑄 1
Φ𝐸 = 𝑖𝑛𝑡 ⇒ ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = ∭ 𝜌 𝑑𝑉
𝜀0 𝑆 𝜀0 𝑉𝑖𝑛𝑡

15. Enunciare e discutere la legge di Gauss per il campo elettrico in forma differenziale.
Il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa arbitraria è pari alla somma algebrica
delle cariche contenute all’interno del volume delimitato dalla superficie diviso per la costante
dielettrica nel vuoto.
𝑑𝑄 𝑑𝑄 𝜌
𝑑Φ = 𝑖𝑛𝑡 , dove 𝑖𝑛𝑡 = 𝜌 (con 𝑑𝑣 volumetto infinitesimo) ⇒ 𝑑𝑖𝑣𝐸⃗⃗ =
𝜀0 𝑑𝑣 𝜀0

16. Quanto vale, in ogni punto dello spazio, il campo elettrico generato da un piano uniformemente
carico?
Prendiamo ccome superficie gaussiana un cilindro circolare retto
centrato sull’origine il cui asse coincida con l’asse 𝑥 e uscente dalla
lamina.

Φ𝐸 = ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = 𝐸2∆𝑆


𝑆
𝑄𝑖𝑛𝑡 𝜎∆𝑆
Per la legge di Gauss Φ𝐸 = 𝜀0
, ma 𝑄𝑖𝑛𝑡 = 𝜎∆𝑆 ⇒ Φ𝐸 = 𝜀0
𝜎∆𝑆 𝜎
Uguagliando le due equazioni si ottiene 2𝐸∆𝑆 = 𝜀0
⇒ 𝐸 = 2𝜀 . Attraverso ∆𝑆 avremo quindi
0
𝜎
𝐸𝑦 = 𝐸𝑧 = 0, mentre 𝐸 = 𝐸𝑥 = 2𝜀0
. Il risultato ottenuto vale solo in prossimità della lamina.

17. Quanto vale, in ogni punto dello spazio, il campo elettrico generato da un filo rettilineo (di lunghezza
infinita) uniformemente carico?
Prendiamo come superficie gaussiana un cilindro circolare retto con asse coincidente con l’asse 𝑧
e consideriamo il punto P a distanza 𝑅 dalla distribuzione di carica. Il flusso attraverso la base

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inferiore e superiore del cilindro è nulla in quanto 𝐸⃗⃗ e ∆𝑆⃗ sono


perpendicolari tra loro in ogni punto. Mentre il flusso attraverso la
superficie è
Φ𝐸 = ∯ 𝐸⃗⃗ ∙ ∆𝑆⃗ = 𝐸𝑅 (2𝜋𝑅ℎ)
𝜆ℎ
Per la legge di Gauss 𝐸𝑅 (2𝜋𝑅ℎ) = 𝜀0
, sapendo che 𝑄𝑖𝑛𝑡 = 𝜆ℎ.
𝜆
Risolvendo quindi per 𝐸𝑅 si ottiene: 𝐸𝑅 = 2𝜋𝜀 (il risultato
0𝑅
ottenuto vale solo in prossimità del filo)

18. Quanto vale, in ogni punto dello spazio, il campo elettrico generato da una sfera uniformemente
carica?
Prendiamo come superficie gaussiana una superficie sferica di raggio 𝑟 concentrica alla sfera carica
di raggio 𝑟0 . Analizziamo due casi:
- Se 𝑟 < 𝑟0 : trattandosi di una sfera, l’unica componente del campo elettrico presente è 𝐸𝑟 per
cui Φ𝐸 = 𝐸𝑟 (4𝜋𝑟 2 ). Per applicare la legge di Gauss abbiamo bisogno del valore di 𝑄𝑖𝑛𝑡 dato
𝑄
dal prodotto tra densità volumetrica di carica, 𝜌 = 4𝜋𝑟3 /3, e il volume della sfera delimitata
0
4𝜋𝑟 3 𝑟3
dalla superficie gaussiana: 𝑄𝑖𝑛𝑡 = 𝜌 3 = 𝑄 𝑟3. Il campo elettrico all’interno di una sfera
0
carica uniformemente è quindi
𝑄(𝑟 3 /𝑟03 ) 𝑄𝑟
𝐸𝑟 (4𝜋𝑟 2 ) = 𝜀0
⇒ 𝐸𝑟 = 4𝜋𝜀 3
0 𝑟0
- Se 𝑟 > 𝑟0 : essendo la sfera delimitata dalla gaussiana più grande della sfera carica, 𝑄𝑖𝑛𝑡 = 𝑄.
Procedendo con un ragionamento analogo a quello precedente si ha che il campo elettrico
all’esterno di una sfera carica uniformemente è
𝑄 𝑄
𝐸𝑟 (4𝜋𝑟 2 ) = 𝜀 ⇒ 𝐸𝑟 = 4𝜋𝜀 𝑟2
0 0

19. Quanto vale il campo elettrico di un dipolo a grandi distanze dallo stesso?
𝑝 cos 𝜗
In un dipolo elettrico di momento 𝑝⃗ = (2𝑎𝑞)𝑘̂ il potenziale in punti lontani vale 𝑉 = con
4𝜋𝜀0 𝑟 2
𝑧 𝑝 𝑧
𝑟 = √𝑥 2 + 𝑦 2 + 𝑧 2 e cos 𝜗 = , quindi 𝑉 = . Derivando parzialmente 𝑉 si ha:
𝑟 4𝜋𝜀0 𝑟 3
3
𝜕𝑉 𝑝 (− )(2𝑥)𝑧 𝑝 3𝑥𝑧 𝜕𝑉 𝑝 3𝑦𝑧 𝜕𝑉 𝑝 3𝑧 2 1
2
𝐸𝑥 = 𝜕𝑥 = 4𝜋𝜀 (𝑥 2 +𝑦 2 +𝑧 2 )5/2
= 4𝜋𝜀 5 , 𝐸𝑦 = 𝜕𝑦 = 4𝜋𝜀 5 e 𝐸𝑧 = = 4𝜋𝜀 ( 𝑟5 − 𝑟3 )
0 0 𝑟 0 𝑟 𝜕𝑧 0
2
1 3(𝑝⃗ ∙ 𝑟̂ )𝑟̂ − 𝑝⃗ 1 3𝑝 𝑥𝑧 3𝑝 𝑦𝑧 3𝑝 𝑧 𝑝
𝐸⃗⃗ = = [ 𝑖̂ + 𝑗̂ + ( − ) 𝑘̂ ]
4𝜋𝜀0 𝑟3 4𝜋𝜀0 𝑟5 𝑟5 𝑟5 𝑟3

20. Come si comportano le cariche in un conduttore solido metallico immerso in un campo elettrico?
In un conduttore in condizioni statiche le cariche in eccesso si dispongono in modo da realizzare
(in media macroscopica) la condizione: 𝐸⃗⃗ = 0 (all'interno). L'eccesso di carica si trova invece sulla
superficie, distribuito con una densità superficiale σ. In generale la densità di carica varia da punto
a punto: un conduttore elettricamente neutro può presentare una densità di carica positiva su una
parte della propria superficie e una densità di carica negativa su un'altra parte, in modo che la
carica totale sia pari a zero.

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21. Quanto vale il campo elettrico all'interno di un conduttore? Giustificare entro che limiti vale quanto
detto.
All’interno di un conduttore 𝐸⃗⃗ = 0 quando le cariche sono in equilibrio statico. Se non lo fossero i
portatori di carica sarebbe liberi di muoversi andando a creare delle correnti perpetue. Il campo
elettrico è quindi pari a 0 solo in condizioni statiche.

22. Quanto vale il campo elettrico immediatamente all'esterno di un conduttore?


Nelle immediate vicinanze della superficie di un conduttore il campo è diretto perpendicolarmente
⃗⃗⃗⃗𝑡 = 0 (se si avesse componente tangenziale 𝐸
alla superficie, infatti 𝐸 ⃗⃗⃗⃗𝑡 , i portatori di carica si
muoverebbero lungo la superficie per effetto della forza tangenziale e non vi sarebbero condizioni
di equilibrio elettrostatico) e 𝐸⃗⃗ = ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐸𝑛 . Considerando come superficie gaussiana un cilindretto che
trapassa la superficie con asse perpendicolare a quest’ultima, si ha che il flusso attraverso la
superficie laterale del cilindro è nullo poiché 𝐸⃗⃗ è perpendicolare a ∆𝑆⃗ in ogni punto, e che il flusso
attraverso la base del cilindro interna al conduttore è nullo, in quanto 𝐸⃗⃗ = 0 all'interno del
conduttore. Invece il flusso relativo alla base (di area ∆𝑆) esterna al conduttore (ma nelle sue
immediate vicinanze) vale Φ = 𝐸𝑛 ∆𝑆 perché 𝐸⃗⃗ è parallelo a 𝑑𝑆⃗. Per l'intero cilindro Φ𝐸 = 𝐸𝑛 ∆𝑆.
𝜎∆𝑆
La carica contenuta nel cilindro è ∑ 𝑞 = 𝜎∆𝑆, cosicché per la legge di Gauss si ha: 𝐸𝑛 ∆𝑆 = 𝜀
0
𝜎
ossia 𝐸𝑛 = 𝜀0
.

23. Energia potenziale elettrostatica per una carica di prova immersa nel campo di un numero qualsiasi
di cariche puntiformi fisse.
Definizione di energia potenziale elettrostatica: lavoro compiuto contro la forza elettrica, quando
la particella di prova viene portata da un punto molto lontano fino ad una distanza 𝑟 dalla carica
puntiforme.
𝑟
𝑈(𝑟) = − ∫ 𝐹⃗ ∙ 𝑑𝑙⃗

Supponiamo che la particella di prova sia immersa nel campo generato da due cariche puntiformi
𝑞1 e 𝑞2 . Per il principio di sovrapposizione, la forza elettrica 𝐹⃗ agente sulla particella di prova è:
𝐹⃗ = 𝑞0 𝐸⃗⃗ = 𝑞0 (𝐸
⃗⃗⃗⃗⃗1 + ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐸2 ). Il lavoro compiuto dalla forza elettrica quando la particella di prova
𝑏 𝑏 𝑏 𝑏
viene portata da 𝑎 a 𝑏 è 𝑊 = ∫ 𝐹⃗ 𝑑𝑙⃗ = ∫ 𝑞0 ( ⃗⃗⃗⃗⃗
𝑎 𝑎
𝐸2 )𝑑𝑙⃗ = 𝑞0 (∫ ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐸1 + ⃗⃗⃗⃗⃗ 𝐸1 𝑑𝑙⃗ + ∫ ⃗⃗⃗⃗⃗
𝑎
𝐸2 𝑑𝑙⃗ )
𝑎
𝑞0 𝑞1 𝑞2 𝑞0 𝑞
Ponendo 𝑈∞ = 0 si ha 𝑈 = ( + ), in generale con 𝑖 cariche puntiformi 𝑈 = ∑ 𝑖.
4𝜋𝜀0 𝑟1 𝑟2 4𝜋𝜀0 𝑟𝑖

24. Dare la definizione di potenziale elettrostatico.


Il potenziale elettrostatico è un campo scalare definito come l'energia potenziale elettrostatica per
𝑈
unità di carica: 𝑉 = (per 𝑞0 molto piccola).
𝑞0

25. Qual è l'unità di misura del potenziale elettrostatico e come si definisce?


1𝐽
L'unità di misura è il Volt: 1𝑉 = 1𝐶. Tra due punti A e B, appartenenti a uno spazio sede di un
campo elettrico di tipo conservativo, c'è una differenza di potenziale PB – PA di 1 𝑉 se nello
spostamento da A a B della carica di 1 𝐶 il campo elettrico compie su di essa un lavoro di −1 𝐽.

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26. Potenziale prodotto da un numero qualsiasi di cariche puntiformi fisse.


È dato dalla somma dei potenziali generati dalle cariche puntiformi presi singolarmente
1 𝑞𝑖
𝑉= ∑
4𝜋𝜀0 𝑟𝑖
(dove 𝑟𝑖 è la distanza tra la particella i-esima e il punto P in cui si valuta il potenziale)

27. Potenziale prodotto da distribuzioni continue di carica.


𝑁
1 𝑞𝑖 1 𝑑𝑞
𝑉= lim ∑ = ∫
4𝜋𝜀0 𝑁→∞ 𝑟𝑖 4𝜋𝜀0 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑜 𝑟
𝑞𝑖 →0 𝑖=1
(dove 𝑟 è la distanza di 𝑑𝑞 dal punto P in cui si valuta il potenziale)

28. Dare la definizione di differenza di potenziale elettrico.


Se 𝑈𝑏 − 𝑈𝑎 rappresenta la variazione di energia potenziale elettrica di una particella di prova con
carica 𝑞0 quando viene spostata dal punto 𝑎 al punto 𝑏, la differenza di potenziale tra i punti 𝑎 e 𝑏
𝑈 −𝑈
è definita come: 𝑉𝑏 − 𝑉𝑎 = 𝑏 𝑎 (per 𝑞0 piccola).
𝑞0

29. Come si calcola la differenza di potenziale se è noto il campo elettrico?


𝑈𝑏 −𝑈𝑎 𝑏
Sappiamo che 𝑉𝑏 − 𝑉𝑎 = 𝑞0
ed anche che 𝑈𝑏 − 𝑈𝑎 = −𝑞0 ∫𝑎 𝐸⃗⃗ 𝑑𝑙⃗. Combinando le due
𝑏
equazioni si ottiene quindi 𝑉𝑏 − 𝑉𝑎 = − ∫𝑎 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑙⃗.

30. Come si ricava il campo elettrico se è nota la funzione potenziale elettrico?


𝑏
Sappiamo che 𝑉𝑏 − 𝑉𝑎 = − ∫𝑎 𝐸⃗⃗ 𝑑𝑙⃗ con 𝑎 = (𝑥, 𝑦, 𝑧)𝑇 e 𝑏 = (𝑥 + ∆𝑥, 𝑦, 𝑧)𝑇 , e dal momento che
i due punti hanno le stesse coordinate 𝑦 e 𝑧, integriamo lungo una linea parallela all’asse 𝑥:
𝑑𝑙⃗ = 𝑑𝑥′𝑖̂. Quindi 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑙⃗ = (𝐸𝑥 𝑖̂ + 𝐸𝑦 𝑗̂ + 𝐸𝑧 𝑘̂ ) ∙ (𝑑𝑥′𝑖̂ ). Dall’equazione riportata sopra si ha che
𝑥+∆𝑥
𝑉(𝑥 + ∆𝑥, 𝑦, 𝑧) − 𝑉(𝑥, 𝑦, 𝑧) = − ∫𝑥 𝐸𝑥 𝑑𝑥′, ed ammettendo che 𝐸𝑥 sia costante nell’intervallo
considerato si ottiene ∆𝑉 = −𝐸𝑥 ∆𝑥.
𝑉(𝑥+∆𝑥,𝑦,𝑧)−𝑉(𝑥,𝑦,𝑧) 𝜕𝑉
lim = −𝐸𝑥 ⇒ 𝐸𝑥 = −
∆𝑥→0 ∆𝑥 𝜕𝑥
𝜕𝑉 𝜕𝑉
Con un procedimento analogo si ottiene lo stesso risultato anche per 𝐸𝑦 = − 𝜕𝑦 e 𝐸𝑧 = − 𝜕𝑧 ,
𝜕𝑉 𝜕𝑉 𝜕𝑉
quindi 𝐸⃗⃗ = − (𝜕𝑥 𝑖̂ + 𝜕𝑦 𝑗̂ + 𝜕𝑧 𝑘̂ ) = −𝑔𝑟𝑎𝑑 𝑉. L’equazione ottenuta descrive la relazione tra
campo elettrico e potenziale, ma bisogna fare attenzione perché per determinare il campo elettrico
in un punto è necessario conoscere il valore del potenziale in un intorno di punti (bisogna
conoscere la funzione potenziale).

31. Che cos'è una superficie equipotenziale?


Una superficie equipotenziale è una superficie sulla quale il potenziale è costante. Le forze
elettriche non compiono lavoro quando una particella carica si sposta su una superficie
equipotenziale. Sono utili per farsi un'idea intuitiva dell'andamento spaziale del potenziale. La
distanza tra le superfici equipotenziali rappresentate indica l'intensità del campo elettrico (le
superfici si addensano maggiormente nelle regioni in cui 𝐸⃗⃗ è più intenso).

32. Che relazione c'è fra le superfici equipotenziali e le linee di forza del campo elettrico?
Le superfici equipotenziali in un campo uniforme sono piani paralleli tra loro e perpendicolari a 𝐸⃗⃗ .

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Ciò deve verificarsi in tutti i casi perché, se 𝐸⃗⃗ avesse una componente tangente a una superficie, la
forza elettrica compirebbe lavoro quando la particella carica si muove sulla superficie. Pertanto, 𝐸⃗⃗
non può avere componente tangenziale ed è sempre perpendicolare alle superfici equipotenziali.
Le linee di forza del campo elettrico inoltre sono sempre perpendicolare alle superfici
equipotenziali.

33. Cosa si può dire del potenziale in un conduttore?


Poiché 𝐸⃗⃗ = 0 all'interno di un conduttore, il volume occupato da un conduttore deve avere
𝑏
potenziale uniforme. Per dimostrarlo consideriamo l’equazione 𝑉𝑏 − 𝑉𝑎 = − ∫𝑎 𝐸⃗⃗ 𝑑𝑙⃗. Scegliendo
un cammino che giace interamente nel conduttore, si ha 𝐸⃗⃗ = 0 ⇒ 𝑉𝑏 = 𝑉𝑎 . Tutti i punti interni del
conduttore sono dunque allo stesso potenziale. La superficie del conduttore è infatti una superficie
equipotenziale.

34. Cos'è uno schermo elettrostatico?


Il campo è nullo e il potenziale è uniforme non soltanto all'interno di un conduttore, ma anche in
una cavità contenuta in un conduttore (ammettendo che non vi siano corpi carichi nella cavità). Se
𝐸⃗⃗ = 0 all'interno della cavità ed è uguale a 0 in ogni punto della superficie della cavità, è possibile
mantenere una regione dello spazio libera da campi racchiudendola in un conduttore. Questo
procedimento viene detto schermatura elettrostatica.

35. Cos'è la rigidità dielettrica? Dare l'ordine di grandezza per buoni isolanti.
La rigidità dielettrica di un materiale isolante è l'intensità massima 𝐸𝑀𝐴𝑋 del campo elettrico che
può sussistere nel materiale senza che si verifichi la scarica.
𝑉
Aria secca (1 atm): 3 ∗ 106 𝑚
𝑉
Teflon: 60 ∗ 106 𝑚
𝑉
Polistirolo: 25 ∗ 106 𝑚
𝑉
Carta: 15 ∗ 106
𝑚

36. Quanto vale la circuitazione del campo elettrico statico su una qualunque linea chiusa?
La forza di Coulomb e di conseguenza il campo elettrostatico sono conservativi, dunque la loro
circuitazione è sempre nulla.

∮ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑙⃗ = 0
𝑐𝑢𝑟𝑣𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑠𝑎 𝛾

37. Quanto vale il rotore del campo elettrostatico?


Premessa: Il rotore di un campo vettoriale è un operatore vettoriale che descrive la rotazione
infinitesima, associando ad ogni punto dello spazio un vettore. La sua lunghezza è il valore della
circuitazione del campo (ossia la sua integrazione lungo un percorso chiuso) per unità di area, cioè
nel limite in cui la curva di integrazione si riduce ad un punto.
∮ 𝐸⃗⃗ 𝑑𝑙⃗
(𝑟𝑜𝑡𝐸⃗⃗ )𝑧 = lim
𝑑𝑆→0 𝑑𝑆
Nel caso del campo elettrostatico l'integrale che compare nell'equazione è certamente nullo, per
cui 𝑟𝑜𝑡𝐸⃗⃗ = 0.

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38. Che cosa è un condensatore?


Un condensatore è un dispositivo costituito da due conduttori tra loro isolati, posti l'uno vicino
all'altro in modo da poter assumere che vi sia induzione totale. Durante il normale funzionamento
in un circuito, le armature del condensatore possiedono cariche di uguale valore assoluto, ma di
segno opposto. Un condensatore consente di immagazzinare temporaneamente l'energia nei
circuiti, ma può anche immagazzinare e liberare energia conformemente alle funzioni del circuito.

39. Dare la definizione di capacità di un condensatore.


La capacità di un condensatore è il rapporto tra la carica (in valore assoluto) su un'armatura e la
𝑄
differenza di potenziale tra le armature (in valore assoluto): 𝐶 = 𝑉 . La capacità è una misura della
sua attitudine a contenere cariche: più è capace un condensatore, più carica potrà contenere
un'armatura a parità di d.d.p.

40. Come si chiama e come è definita l'unita di misura della capacità di un condensatore?
1𝐶
La capacità si misura in Farad, 1𝐹 = 1𝑉 (in onore del fisico Michael Faraday). 1 𝐹 è la capacità di un
condensatore che con 1 𝐶 di carica per armatura ha una differenza di potenziale pari a 1 𝑉. Un
Farad è un’unità di misura molto grande, in quanto il Coulomb è un'unità di misura altrettanto
grande → di solito gli ordini di grandezza vanno da 10−12 𝐹 = 𝑝𝐹 a 10−6 𝐹 = 𝜇𝐹.

41. Quanto vale la capacità di un condensatore piano nel vuoto, se è nota la sua superficie e la distanza
fra le piastre?
Se le dimensioni delle armature di un condensatore sono maggiori della distanza tra i piatti, la
𝑄
densità superficiale di carica sulle superfici affacciate è uniforme (|𝜎| = 𝐴 ), il campo nella regione
𝜎 𝑄
compresa tra i piatti è uniforme (𝐸 = 𝜀0
= 𝜀0 𝐴
) e il potenziale tra i due piatti varia linearmente
con la distanza. Quindi la differenza di potenziale tra le armature del condensatore è
𝑑
𝑄𝑑
∆𝑉 = 𝑉 = ∫ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑙⃗ = 𝐸𝑑 =
0 𝜀0 𝐴
𝑄 𝜀 𝐴
Come era prevedibile, la differenza di potenziale è proporzionale a 𝑄. Pertanto 𝐶 = = 0 e
𝑉 𝑑
quindi la capacità di un condensatore piano dipende dall'area dei piatti e dalla loro distanza.

42. Quanto vale la capacità di un condensatore piano riempito di un materiale, se è nota la costante
dielettrica relativa del mezzo, la superficie e la distanza fra le piastre?
Se in un condensatore piano carico si inserisce del materiale isolante tra le armature, il potenziale
tra le due sarà pari ad un valore 𝑉, sempre < 𝑉0 (ossia il valore misurato nel vuoto), che dipenderà
dal materiale isolante usato. Il rapporto tra 𝑉0 e 𝑉 fornisce 𝜅, chiamato costante dielettrica relativa
𝑉0 𝑄 𝐶 𝐶 𝜅(𝜀0 𝐴)
(del dielettrico/isolante). 𝜅 = 𝑉
=𝐶 = 𝐶 , pertanto 𝐶 = 𝜅𝐶0 =
0𝑄 0 𝑑

43. Che relazione esiste fra la densità di energia elettrostatica ed il campo elettrostatico in una regione
dello spazio vuoto?
𝑄 𝑄
𝑞 1 𝑄 2 1 2 1 𝜀0 𝐴 1
𝑈 = ∫ 𝑉 𝑑𝑞 = ∫ 𝑑𝑞 = = 𝐶𝑉 = ( ) (𝐸𝑑)2 = 𝜀0 𝐸 2 (𝐴𝑑)
0 0 𝐶 𝐶 2 2 2 𝑑 2
Il fattore 𝐴𝑑 è il volume della regione compresa tra i piatti, che corrisponde alla regione sede del
campo elettrico (trascurando gli effetti di bordo). Poiché l'energia è proporzionale al volume
occupato dal campo, introduciamo la densità di energia potenziale u, definita come

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𝑈 1
𝑢= = 𝜀0 𝐸 2
𝐴𝑑 2

44. Che relazione esiste fra la densità di energia elettrostatica ed il campo elettrostatico in una regione
dello spazio in cui è presente un materiale isolante?
𝑉
I dielettrici sono caratterizzati da una costante dielettrica relativa 𝜅 = 𝑉0. Facendo le dovute
1 𝑉 2 𝑈0 𝑢0 1 𝜀0 𝐸 2
sostituzioni, si ottiene 𝑈 = (𝜅𝐶0 ) ( 0 ) = ⇒ 𝑢= = .
2 𝜅 𝜅 𝜅 2 𝜅

45. Un condensatore piano viene dapprima caricato e poi isolato. Come cambiano la sua differenza di
potenziale, capacità e campo elettrico quando viene successivamente inserito un materiale
dielettrico (isolante) al suo interno?
𝑉 𝐸 𝑈 𝐶
Da 𝜅 = 𝑉0 = 𝐸0 = 𝑈0 = 𝐶 si ottiene che il potenziale, il campo elettrico e l’energia elettrostatica si
0
1
riducono di un fattore 𝜅, mentre la capacità aumenta di un fattore 𝜅.

46. Spiegare, qualitativamente, il meccanismo microscopico di polarizzazione elettronica della materia


posta in un campo elettrico.
Nell’atomo, in assenza di campo elettrico esterno, si può ritenere che il baricentro delle cariche
negative (elettroni) coincida con il baricentro delle cariche positive (nucleo); quindi a riposo il
momento di dipolo è nullo. In presenza di un campo elettrico esterno 𝐸𝑒𝑥𝑡 , la forza esercitata dal
campo sul nucleo ha direzione opposta rispetto alla forza esercitata dal campo sulla nube
elettronica. All'equilibrio la posizione del nucleo ed il centro della distribuzione di carica negativa
non coincidono a causa delle forze che agiscono sul nucleo e sugli elettroni per effetto di 𝐸𝑒𝑥𝑡 e a
causa delle forze che agiscono tra il nucleo e gli elettroni (forze che tendono a far coincidere il
nucleo e il centro della carica negativa). In seguito all'applicazione del campo esterno, l'atomo
presenta un momento di dipolo indotto, e un atomo in queste condizioni viene detto polarizzato.

47. Dare e commentare la definizione di corrente elettrica.


L'intensità di corrente caratterizza il flusso della carica attraverso un materiale. Preso in
considerazione un tratto di filo conduttore, con dei portatori di carica positivi in moto verso destra,
sia 𝑑𝑄 il valore assoluto della carica che nel tempo 𝑑𝑡 attraversa la sezione trasversale piana del
𝑑𝑄
conduttore indicata con 𝑆. L'intensità di corrente 𝐼 nel filo è: 𝐼 = 𝑑𝑡 .
Dal punto di vista microscopico ammettendo che ogni portatore abbia una velocità di deriva ⃗⃗⃗⃗⃗,𝑣𝑑 si
trova che tutti i portatori contenuti nel cilindro di volume 𝑆𝑑𝑙 = 𝑆𝑣𝑑 𝑑𝑡 attraversano la superficie
𝑑𝑄 𝑛𝑆𝑣𝑑 𝑑𝑡|𝑞|
contrassegnata con 𝑆 nell'intervallo 𝑑𝑡. Quindi 𝐼 = 𝑑𝑡
= = 𝑛𝑆𝑣𝑑 |𝑞|.
𝑑𝑡

48. Dare e commentare la definizione di densità di corrente.


L'intensità di corrente elettrica caratterizza il flusso della carica attraverso l'intera sezione di un
conduttore. Per descrivere il flusso della carica in singoli punti interni a un conduttore, si usa la
densità di corrente 𝑗⃗, che è una grandezza vettoriale. Se la densità di corrente è uniforme, il suo
𝐼
modulo è il rapporto tra l'intensità di corrente 𝐼 e l'area 𝑆 della sezione: 𝑗 = 𝑆; addentrandosi
𝑛𝑆𝑉 |𝑞|
invece nel mondo microscopico si ha che 𝑗 = 𝑆𝑑 = 𝑛𝑣𝑑 |𝑞| ⇒ 𝑗⃗ = 𝑛𝑞𝑣 ⃗⃗⃗⃗⃗.
𝑑 Con due (o più)
portatori di carica di tipo 𝑎 e di tipo 𝑏: 𝑗⃗ = 𝑛𝑞𝑣
⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗
𝑑𝑎 + 𝑛𝑞𝑣
⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗.
𝑑𝑏

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49. Come si ricava la corrente attraverso una superficie se è nota la densità di corrente?
Se la velocità di deriva dei portatori di carica varia da punto a punto all'interno di un materiale, la
densità di corrente varia in modo corrispondente. In questo caso l'intensità di corrente 𝐼 attraverso
una superficie può essere determinata calcolando l'integrale di superficie della densità di corrente
𝑗⃗: 𝐼 = ∬ 𝑗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗, quindi l'intensità di corrente attraverso una superficie è il flusso della densità di
corrente attraverso quella superficie.

50. Che moto hanno i portatori di carica in un materiale resistivo?


Il fisico tedesco Paul Drude nel 1900 propose un modello atto a spiegare la conduzione (e quindi il
moto dei portatori di carica) nei metalli, che devono però verificare la legge di Ohm.
Sapendo che 𝑗⃗ = 𝑛𝑞𝑣 ⃗⃗⃗⃗⃗ ⃗⃗ 𝑣𝑑 e 𝐸⃗⃗ sono proporzionali. Vale a dire che
𝑑 e 𝑗⃗ = 𝜎𝐸 , concludiamo che ⃗⃗⃗⃗⃗
l'applicazione di un campo fa muovere i portatori con una velocità media costante di modulo 𝑣𝑑 .
Ma, per la seconda legge di Newton, se la forza fornita dal campo fosse l'unica forza agente su un
portatore dovrebbe essere costante l'accelerazione, non la velocità. Ciò significa che, quando un
portatore si muove all'interno del metallo, devono essere presenti altre forze. Inoltre, dal momento
che la velocità media è costante, la risultante di tutte le forze applicate a un portatore deve essere
in media nulla. La situazione è analoga a quella di una biglia che rotola lungo un piano inclinato
disseminato di pioli. Quando all'inizio viene lasciata andare, la biglia accelera lungo la distesa a
causa della componente della forza gravitazionale parallela al piano inclinato, componente che non
è equilibrata. Quando comincia a urtare i pioli, constatiamo che il suo moto, se si fa la media su
molti urti, è caratterizzato da una velocità media costante diretta lungo la discesa. Il modello di
Drude stabilisce un'analogia tra un elettrone libero e la biglia, tra gli ioni del reticolo e i pioli, mentre
il campo applicato è l'analogo della componente del campo gravitazionale parallela al piano
inclinato. Drude ipotizzò che gli elettroni liberi nei metalli fossero gli elettroni di valenza, che sono
debolmente legati agli atomi quando non fanno parte di un reticolo. Quando gli atomi invece sono
affiancati in un solido, questi elettroni sono liberi di muoversi attraverso il materiale. Quindi la
densità dei portatori 𝑛 è il prodotto di un numero intero piccolo per la densità di atomi del
𝑣𝑑 Applicando un campo elettrico e disponendo l'asse 𝑥 nella direzione di 𝐸⃗⃗ ,
materiale. 〈𝑣⃗〉 = ⃗⃗⃗⃗⃗
l'unica forza esercitata su un elettrone libero tra un urto e l'altro sarebbe ∑ 𝐹⃗ = 𝑚𝑎⃗ ⇔
𝐹⃗ 𝑒𝐸⃗⃗
𝑎⃗ = 𝑚 = − 𝑚 . La componente 𝑥 della velocità di un elettrone libero dopo un urto in funzione del
𝑒𝐸
tempo è quindi 𝑣𝑥 = 𝑣𝑥0 + 𝑎𝑥 𝑡 = 𝑣𝑥0 − ( ) 𝑡, dove 𝑣𝑥0 è la componente della velocità
𝑚
𝑒𝐸
immediatamente dopo l’urto. In media si ha 〈𝑣𝑥 〉 = 〈𝑣𝑥0 〉 − ( 𝑚 ) 𝜏, dove 𝜏 caratterizza l'intervallo
di tempo tra gli urti (tempo libero medio o di rilassamento). Supponendo che la velocità di un
elettrone dopo ogni urto sia diretta casualmente rispetto al campo elettrico, si ha 〈𝑣𝑥0 〉 = 0, ossia
𝑒𝐸 𝑒𝐸𝜏
〈𝑣𝑥 〉 = − ( ) 𝜏 e quindi, essendo ⃗⃗⃗⃗⃗
𝑣𝑑 = 〈𝑣𝑥 〉𝑖̂, risulta ⃗⃗⃗⃗⃗
𝑣𝑑 = − 𝑚 𝑖̂ .
𝑚
Il modello di Drude però è piuttosto approssimativo in quanto la seconda legge di Newton non è
applicabile al moto di un elettrone in un metallo a causa delle numerose forze “irregolari” presenti.

51. Enunciare e discutere la legge di Ohm.


Denotando con 𝑉 la differenza di potenziale elettrico ai capi di un conduttore elettrico e con 𝐼
l'intensità di corrente elettrica che lo attraversa, la legge di Ohm ha la forma: 𝑉 = 𝑅𝐼, dove 𝑅 è la
resistenza elettrica caratteristica del conduttore: si tratta di una costante, indipendente dall'entità
della corrente. La legge di Ohm è valida solo nei materiali ohmici, ovvero dove la dipendenza tra 𝑉
e 𝐼 è lineare e la costante di proporzionalità è proprio 𝑅.

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52. Che relazione c'è fra densità di corrente e campo elettrico in un materiale resistivo (legge di Ohm
microscopica)?
Se un campo elettrico 𝐸⃗⃗ viene applicato ad un materiale conduttore, nel materiale si produce un
corrente di densità 𝑗⃗, che dipende dal campo elettrico in quel punto. Tale dipendenza è espressa
in termini di una proprietà del materiale chiamata conducibilità 𝜎: 𝑗⃗ = 𝜎𝐸⃗⃗ . Maggiore sarà la
conducibilità del materiale, maggiore sarà la densità di corrente a parità di campo elettrico
applicato.

53. Dare la definizione di conducibilità e resistività elettrica.


Ammettiamo che 𝑗⃗ e 𝐸⃗⃗ siano uniformi all'interno del conduttore, cosicché 𝐼 = 𝑗𝑆 e 𝑉 = 𝐸𝑙.
𝑙
Sostituendo 𝑉 e 𝐼 nell'equazione 𝑉 = 𝑅𝐼, si ottiene: 𝐸𝑙 = 𝑗𝑆𝑅 ⇒ 𝑗 = 𝑆𝑅 𝐸, poiché 𝑗⃗ = 𝜎𝐸⃗⃗ ⇒
𝑙 1
𝜎 = 𝑆𝑅, ovvero (per la seconda Legge di Ohm) 𝜎 = 𝜌 con 𝜌: resistività del materiale.
La resistività elettrica, anche detta resistenza elettrica specifica, è l'attitudine di un materiale ad
𝑅𝑆
opporre resistenza al passaggio delle cariche elettriche. 𝜌 =
𝑙

54. Come si chiama, e come è definita, l'unita di misura della resistenza elettrica?
1𝑉
L’unità di misura della resistenza è l’Ohm: 1Ω = . Un resistore ha resistenza pari a 1 𝛺 quando
1𝐴
una differenza di potenziale ai suoi capi pari a 1 𝑉 genera una corrente di intensità pari a 1 𝐴.

55. Come si inserisce e che perturbazione introduce in un circuito di resistenza totale R uno strumento
di misura della corrente?
Lo strumento di misura della corrente si chiama amperometro ed è composto da un componente
principale, atto a rilevare la corrente (ad esempio un galvanometro), in parallelo con una resistenza
𝑅𝑝 (detta deviatore). Un amperometro deve essere disposto in serie con l’elemento ai capi del
quale si vuole misurare l’intensità di corrente 𝑖 ( elementi in serie sono percorsi dalla stessa 𝑖).
Perché il risultato della misura sia il più preciso possibile, la resistenza interna 𝑅𝑖 dell’amperometro
deve essere molto piccola (𝑅𝑖 → 0). Inoltre la perturbazione che lo strumento introduce nel
circuito è pari a 𝑅𝑖 , data dal parallelo tra 𝑅𝑝 e la resistenza interna del rilevatore 𝑅𝑑 , quando nel
circuito scorre una intensità di corrente massima.
𝑅𝑑 𝑅𝑝
𝑅𝑖 =
𝑅𝑑 + 𝑅𝑝

56. Come si inserisce e che perturbazione introduce in un circuito di resistenza totale R uno strumento
di misura della differenza di potenziale?
Lo strumento di misura della tensione si chiama voltmetro ed è composto da un componente
principale, atto a rilevare la corrente (ad esempio un galvanometro), in serie con una resistenza 𝑅𝑠 .
Il rilevatore di corrente ha una resistenza interna 𝑅𝑑 ed è attraversato da una corrente 𝐼𝑓𝑠 . Un
voltmetro deve essere disposto in parallelo con l’elemento ai capi del quale si vuole misurare la
tensione 𝑉 ( elementi in parallelo ai loro capi hanno la stessa 𝑉). Perché il risultato della misura
sia il più preciso possibile, la resistenza interna 𝑅𝑖 del voltmetro deve essere molto grande
(𝑅𝑖 → ∞). Inoltre la perturbazione che lo strumento introduce nel circuito è pari a 𝑅𝑖 , data dalla
serie tra 𝑅𝑠 e 𝑅𝑑 , quando ai capi del voltmetro è applicata una differenza di potenziale massima.
𝑉
𝑅𝑖 = 𝑅𝑠 + 𝑅𝑑 = 𝑚𝑎𝑥𝐼
(per la legge di Ohm)
𝑓𝑠

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57. Quanto vale la potenza dissipata in un resistore in funzione della resistenza e della corrente?
∆𝑈 𝑉∆𝑄 ∆𝑄
𝑃𝑅 = − = − =𝑉 = 𝑉𝐼
∆𝑡 ∆𝑡 ∆𝑡
Legando a questa equazione la legge di Ohm, si ottiene: 𝑃𝑅 = 𝑅𝐼 2 , tale forma è conosciuta come
legge di Joule.

58. Quanto vale la potenza dissipata in un resistore in funzione di resistenza, corrente e differenza di
potenziale?
𝑉2
𝑃𝑅 = 𝑉𝐼 = 𝑅𝐼 2 = 𝑅
(stessa derivazione della domanda 57)

59. Quanto vale la potenza erogata da un generatore di tensione in funzione della fem, della corrente e
della resistenza interna?
In una batteria o generatore di tensione con resistenza interna 𝑟, si ha una potenza in uscita pari a
𝑃𝑢 = 𝑉𝐼, essendo 𝑉 = ℰ − 𝐼𝑟, si ha: 𝑃𝑢 = 𝐼(ℰ − 𝐼𝑟) = 𝐼ℰ − 𝐼 2 𝑟 = 𝑃ℰ − 𝑃𝑟 , dove 𝑃𝑟 è la potenza
dissipata dalla resistenza interna come calore, 𝑃ℰ la potenza spesa dalla fem.

60. Come varia nel tempo la carica presente su un condensatore C che viene caricato da una batteria con
fem e attraverso una resistenza R?
Prendiamo in considerazione un circuito RC con interruttore S. Quando
S viene chiuso, la batteria incomincia a trasferire portatori da
un'armatura del condensatore all'altra e nel circuito circola una
corrente.
Dalla legge di Kirchoff per le maglie si ottiene
𝑞
ℰ + (− ) + 0 + (−𝑖𝑅) = 0 (Si noti che 𝑉𝑐 < 𝑉𝑑 a causa di come
𝐶
𝑑𝑞 1
sono disposte armatura positiva e negativa) ⇔ ℰ𝐶−𝑞
= 𝑅𝐶 𝑑𝑡
Per risolvere l’equazione differenziale poniamo 𝑢 = ℰ𝐶 − 𝑞 ⇒ 𝑑𝑢 = −𝑑𝑞. L’equazione allora
𝑑𝑢 1 𝑡
diventa 𝑢 = − 𝑅𝐶 𝑑𝑡; integrandola si ottiene ln(ℰ𝐶 − 𝑞) = − 𝑅𝐶 + 𝑐𝑜𝑠𝑡. Determiniamo la
costante d’integrazione facendo uso delle condizioni iniziali (𝑡 = 0 e 𝑞 = 0): ln(ℰ𝐶) = 𝑐𝑜𝑠𝑡.
𝑡
𝑡 ℰ𝐶−𝑞 𝑡 ℰ𝐶−𝑞
Sostituendo si ha: ln(ℰ𝐶 − 𝑞) = − 𝑅𝐶 + ln(ℰ𝐶) ⇔ ln ( ℰ𝐶
) = − 𝑅𝐶 ⇔ ℰ𝐶
= 𝑒 −𝑅𝐶 .
Risolvendo infine rispetto a q:
𝑡
𝑞(𝑡) = ℰ𝐶 (1 − 𝑒 −𝑅𝐶 )

61. Dimostrare le leggi che regolano la scarica di un condensatore attraverso una resistenza.
Prendiamo in considerazione lo stesso circuito della domanda 60, nell’istante in cui l’interruttore
viene chiuso, i portatori di carica cominciano a scorrere nel circuito per neutralizzare la carica
localizzata sulle armature, si forma quindi una corrente che scorre dall’armatura positiva verso
𝑑𝑞
quella negativa: 𝑖 = − 𝑑𝑡 (la carica presente sulle armature diminuisce)
𝑞 𝑑𝑞 1
La legge di Kirchoff sulle maglie fornisce: −𝑖𝑅 + 𝐶 = 0 ⇔ 𝑞
= − 𝑅𝐶 𝑑𝑡. Integrando l’equazione
𝑡
𝑞 𝑡
ottenuta si ha ln (𝑄 ) = − 𝑅𝐶 ⇔ 𝑞(𝑡) = 𝑄0 𝑒 −𝑅𝐶
0
Per 𝜏 = 𝑅𝐶 grande → il condensatore si carica (o scarica) lentamente
Per 𝜏 = 𝑅𝐶 piccola → il condensatore si carica (o scarica) velocemente
La carica diminuisce esponenzialmente con il tempo e tende asintoticamente a 0.

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𝑡
𝑑𝑞 𝑑
Consideriamo la corrente che circola nel circuito. Poiché 𝑖 = − 𝑑𝑡 ⇒ 𝑖(𝑡) = − 𝑑𝑡 (𝑄0 𝑒 −𝑅𝐶 ) =
𝑄0 − 𝑡 𝑉0 − 𝑡 𝑄0
𝑅𝐶
𝑒 𝑅𝐶 = 𝑅
𝑒 𝑅𝐶 in quanto 𝑉0 = 𝐶

62. Come si definisce il campo magnetico B mediante la forza di Lorentz?


Consideriamo una particella di carica 𝑞 dotata di una velocità 𝑣 in un certo punto. Il campo
vettoriale 𝐵⃗⃗ in quel punto è definito come il campo che esercita sulla particella carica una forza 𝐹⃗ ,
chiamata forza di Lorentz: 𝐹⃗ = 𝑞𝑣⃗ × 𝐵 ⃗⃗. Vale a dire che 𝐵
⃗⃗ in un dato punto è il vettore che produce
la forza magnetica (data dall'equazione suddetta) su una particella carica in moto con una qualsiasi
velocità 𝑣⃗ in quel punto.

63. Quanto vale la forza magnetica su un elemento di volume percorso da una densità di corrente
costante?
Consideriamo un segmento di lunghezza 𝑙 di un sottile filo rettilineo con sezione di area 𝐴 percorso
da una corrente di intensità 𝐼 e situato in un campo uniforme 𝐵 ⃗⃗. Calcoliamo la somma delle forze
magnetiche agenti sui portatori di carica servendoci del valore medio della loro velocità, ossia della
velocità di deriva ⃗⃗⃗⃗⃗.
𝑣𝑑 Il numero di portatori di carica nel segmento è 𝑁 = 𝑛𝐴𝑙, dove 𝑛 è il numero
di portatori per unità di volume e 𝐴𝑙 è il volume del segmento del conduttore. Se 𝑞 rappresenta la
carica di ciascun portatore, la forza magnetica totale agente sulla carica totale 𝑁𝑞 è:
𝐹⃗ = 𝑁𝑞𝑣 ⃗⃗⃗⃗⃗ ⃗⃗
𝑑 × 𝐵 = 𝑛𝐴𝑙𝑞𝑣 ⃗⃗⃗⃗⃗ ⃗⃗
𝑑 × 𝐵 . La densità di corrente vale 𝑗⃗ = 𝑛𝑞𝑣 ⃗⃗⃗⃗⃗, ⃗ ⃗⃗
𝑑 si ha quindi: 𝐹 = 𝐴𝑙𝑗⃗ × 𝐵 .
Siccome 𝐼 = 𝑗𝐴 ⇒ 𝐹⃗ = 𝑛𝑞𝑣𝑑 𝐴𝑙⃗ × 𝐵 ⃗⃗, perché 𝑙⃗ ha la stessa direzione della velocità di deriva. Infine
si ottiene: 𝐹⃗ = 𝐼𝑙⃗ × 𝐵⃗⃗. In espressione generale: 𝐹⃗ = ∫ 𝐼𝑑𝑙⃗ × 𝐵 ⃗⃗.

64. Quanto vale la forza magnetica su un tratto di filo percorso da corrente?


L'intensità di corrente 𝐼 è costante lungo un conduttore rettilineo immerso in un campo di
induzione magnetica 𝐵 ⃗⃗. Partendo dall'equazione generale 𝐹⃗ = ∫ 𝐼𝑑𝑙⃗ × 𝐵 ⃗⃗ (valida anche se il campo
non è uniforme) si ottiene 𝐹⃗ = 𝐼(∫ 𝑑𝑙⃗) × 𝐵 ⃗⃗, poichè i valori costanti possono essere portati fuori
dal segno di integrale (attenzione! Il prodotto vettoriale non è commutativo, quindi 𝐵 ⃗⃗ viene portato
⃗ ⃗
fuori solo a destra). Essendo ∫ 𝑑𝑙 = 𝑙 , ossia lo spostamento da un estremo all'altro del segmento
di conduttore considerato, si ha 𝐹⃗ = 𝐼𝑙⃗ × 𝐵⃗⃗.

65. Dare la definizione di momento magnetico di una spira piana percorsa da corrente.
Il momento di dipolo magnetico di una spira piana è 𝑚 ⃗⃗⃗ = 𝐼𝑆⃗ =
𝐼∬ 𝑑𝑆⃗. L'unità SI del momento di dipolo magnetico 𝑚
𝑠𝑢𝑝.𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎
⃗⃗⃗ è 𝐴𝑚2 . La
direzione di 𝑚 ⃗⃗⃗ è quella del vettore superficie, ossia perpendicolare al piano
della spira, il verso invece è determinato dalla regola della mano destra.

66. Quanto vale il momento delle forze su una spira percorsa da corrente e posta in un campo magnetico
uniforme?
Il momento della forza magnetica agente su una spira piana è pari a 𝜏⃗ = 𝐼𝑆⃗ × 𝐵 ⃗⃗ ⇒ 𝜏⃗ = 𝑚 ⃗⃗. Se
⃗⃗⃗ × 𝐵
una bobina percorsa da corrente è orientata in un campo di induzione magnetica uniforme c'è un
momento che tende ad allineare la bobina in modo che 𝑆⃗ e 𝐵 ⃗⃗ siano nuovamente paralleli. Da notare
che una bobina con N spire ha momento delle forze: 𝜏⃗ = 𝑁𝐼𝑆⃗ × 𝐵 ⃗⃗.

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67. Quanto vale l'energia potenziale di un dipolo magnetico immerso in un campo magnetico? Come
tende ad allinearsi il dipolo rispetto al campo B?
Come nel caso del dipolo elettrico, c'è un'energia potenziale associata a un dipolo magnetico
immerso in un campo magnetico. Consideriamo una spira rettangolare percorsa da corrente. Il
momento meccanico che agisce su tale spira, per effetto del campo magnetico, è dato
dall'equazione: 𝜏⃗ = 𝑚 ⃗⃗. Il lavoro compiuto dal campo magnetico per ruotare di 𝑑𝜗 è quindi:
⃗⃗⃗ × 𝐵
𝑑𝑊 = 𝜏𝑑𝜗 = −𝑚𝐵 sin 𝜗 𝑑𝜗 (il segno negativo è dovuto al fatto che momento magnetico e
rotazione meccanica hanno versi opposti).
𝜗2 𝜗2
𝑈(𝜗2 ) − 𝑈(𝜗1 ) = − ∫ 𝑑𝑊 = 𝑚𝐵 ∫ sin 𝜗 𝑑𝜗 = 𝑚𝐵 cos 𝜗1 − 𝑚𝐵 cos 𝜗2
𝜗1 𝜗1
L'energia potenziale di dipolo ha dunque forma: 𝑈(𝜗) = −𝑚𝐵 cos 𝜗 = −𝑚 ⃗⃗. C'è quindi un
⃗⃗⃗ ∙ 𝐵
momento che tende ad allineare la bobina in modo che 𝑆⃗ e 𝐵
⃗⃗ siano nuovamente paralleli, in modo
da diminuire l'energia potenziale.

68. Enunciare e commentare la legge di Biot-Savart per un elemento di filo rettilineo.


Consideriamo una distribuzione di corrente come in figura. Un elemento di
corrente 𝐼𝑑𝑙⃗ produce un contributo 𝑑𝐵 ⃗⃗ al campo di induzione magnetica in
un punto P. Se 𝑟 rappresenta la distanza dell'elemento di corrente dal punto
P, e il versore 𝑟̂ è diretto dall'elemento di corrente al punto P, la legge di Biot-

⃗⃗ = 𝜇0 𝐼𝑑𝑙2×𝑟̂ . La direzione di 𝑑𝐵
Savart per un infinitesimo di corrente è: 𝑑𝐵 ⃗⃗ è
4𝜋 𝑟
data dalla direzione del prodotto vettoriale 𝐼𝑑𝑙⃗ × 𝑟̂ , mentre il verso è dato
dalla regola della mano destra.

69. Enunciare e commentare la legge di Biot-Savart per un filo infinito.


Consideriamo una distribuzione di corrente lungo l’asse 𝑥 (come in
figura) a distanza 𝑅 da un punto P e un elemento di corrente 𝐼𝑑𝑙⃗
che produce un contributo 𝑑𝐵 ⃗⃗ al campo di induzione magnetica in
P. Sapendo che 𝑟 = 𝑥 + 𝑅 2, che 𝐼𝑑𝑙 = 𝐼𝑑𝑥 e che sin 𝜗 =
2 2
𝑅 𝜇 𝐼𝑑𝑥 sin 𝜗 𝜇 𝐼𝑅𝑑𝑥
sin(𝜋 − 𝜗) = 1 , si ha 𝑑𝐵 = 4𝜋0 𝑥 2 +𝑅2
= 4𝜋0 (𝑥2 +𝑅2 )3/2 ⇒
(𝑥 2 +𝑅 2 )2
𝜇 +∞ 𝐼𝑅 𝜇0 𝐼𝑅 2 𝜇 𝐼
𝐵 = ∫ 𝑑𝐵 = 4𝜋0 ∫−∞ 3 𝑑𝑥 = ⃗⃗ ha direzione perpendicolare al piano
= 2𝜋0 𝑅, dove 𝐵
4𝜋 𝑅2
(𝑥 2 +𝑅2 )2
della pagina e verso uscente da essa.

70. Disegnare, in modo qualitativo, le linee del campo di induzione magnetica generato da una spira
circolare percorsa da una corrente.
Le linee sono tracciate in un piano perpendicolare al piano della spira. Inoltre, il
campo di induzione magnetica è più intenso al centro della spira rispetto che
all’esterno e la sua direzione è sempre tangente alle linee di campo.

71. Enunciare la legge di Ampere per campi magnetici statici nella sua forma integrale.
La legge di Ampere afferma che l'integrale di linea dell'induzione magnetica lungo qualche percorso
chiuso dipende soltanto dalla somma delle correnti stazionarie 𝐼𝑐𝑜𝑛𝑐 che attraversano una
superficie che ha il percorso chiuso come intorno:

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⃗⃗ ∙ 𝑑𝑟⃗ = 𝜇0 𝐼𝑐𝑜𝑛𝑐 che può essere scritta in forma integrale ∮ 𝐵


∮𝐵 ⃗⃗ ∙ 𝑑𝑟⃗ = 𝜇0 ∬ 𝑗⃗ 𝑑𝑆⃗
𝛾 𝑆 𝛾

72. Enunciare la legge di Ampere per campi magnetici statici nella sua forma locale.
Consideriamo la relazione in cui 𝑆 è una generica superficie che ha come contorno la curva chiusa
𝛾: ∮ 𝐵 ⃗⃗𝑑𝑟⃗ = 𝜇0 ∫ 𝑗⃗ 𝑑𝑆⃗, dove 𝑗⃗ indica la densità di corrente che genera il campo magnetico 𝐵
⃗⃗.
𝛾 𝑆𝛾

Applicando il teorema del rotore all’integrale al primo membro, si trova: ⃗⃗𝑑𝑙⃗ =


∮𝛾 𝐵
⃗⃗) 𝑑𝑆⃗ = 𝜇0 ∫ 𝑗⃗ 𝑑𝑆⃗, ovvero: ∮ (∇
⃗⃗ × 𝐵
∮𝑠 (∇ ⃗⃗ − 𝜇0 𝑗⃗) 𝑑𝑆⃗ = 0. Dovendo valere questa relazione
⃗⃗ × 𝐵
𝛾 𝑆 𝛾 𝑠 𝛾
⃗⃗ × 𝐵
per ogni dominio d’integrazione 𝑆𝛾 , si ha: ∇ ⃗⃗ = 𝑟𝑜𝑡𝐵
⃗⃗ = 𝜇0 𝑗⃗.

73. Quanto vale, in ogni punto dello spazio, il campo di induzione magnetica di un cilindro percorso da
una corrente uniforme?
Analizziamo due casi:
𝜇 𝐼
- Se 𝑟 > 𝑟0 , ossia si considera un punto esterno al cilindro: 𝐵 = 0 , in quanto è come
2𝜋 𝑟
considerare il campo in un punto a distanza 𝑅 da una lunga distribuzione uniforme di corrente;
- Se 𝑟 < 𝑟0 , ossia si considera un punto interno al cilindro: essendo la distribuzione di corrente
𝐼 𝑟2
uniforme 𝑗 = , la corrente concatenata 𝐼𝑐𝑜𝑛𝑐 risulta 𝐼𝑐𝑜𝑛𝑐 = ∑ 𝑖 = 𝑗𝜋𝑟 2 = 𝐼 ⇒
𝜋𝑟02 𝑟02
𝜇0 𝐼𝑐𝑜𝑛𝑐 𝜇0 𝐼𝑟
𝐵= =
2𝜋 𝑟 2 2𝜋 𝑟02

74. Quanto vale, in ogni punto dello spazio, il campo di induzione magnetica di un solenoide rettilineo
indefinito percorso da una corrente costante?
All’interno il campo di induzione magnetica 𝐵 ⃗⃗ è uniforme e parallelo all’asse del solenoide. La
corrente 𝐼𝑐𝑜𝑛𝑐 che lo percorre è pari a 𝐼𝑐𝑜𝑛𝑐 = 𝑁𝐼 = 𝑛𝐿𝐼 (con 𝐿: lunghezza del segmento di filo
con estremi 𝑎 e 𝑏). ∮ 𝐵 ⃗⃗ ∙ 𝑑𝑟⃗ = 𝐵 ∫𝑏 𝑑𝑟 = 𝐵𝐿 ⇒ 𝐵𝐿 = 𝜇0 𝐼𝑐𝑜𝑛𝑐 = 𝑛𝐿𝐼𝜇0 . Risolvendo per 𝐵 si
𝑎
ottiene infine 𝐵 = 𝜇0 𝑛𝐼.
All’esterno invece il campo si può ritenere idealmente nullo.

75. Quanto vale la forza magnetica fra due fili rettilinei percorsi da corrente?
Consideriamo due lunghi fili paralleli percorsi da corrente 𝐼1 e 𝐼2 a distanza 𝑅
tra loro. Sia ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐵2 il campo di induzione magnetica generato dalla corrente 𝐼2 nella
𝜇 𝐼
posizione del filo percorso da 𝐼1 , si ha 𝐵2 = 2𝜋0 𝑟2 . La forza esercitata da questo
campo sull’elemento di corrente 𝐼1 𝑑𝑙⃗ si ricava dall’equazione 𝐹⃗ = 𝐼1 𝑙⃗ × ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐵2 ⇒
𝜇0 𝐼1 𝐼2
𝐹 = 𝐼1 𝑙𝐵2 = 𝑙
2𝜋 𝑅
Se le due correnti sono equiverse, i due fili si attrarranno; invece se le correnti hanno versi opposti,
i due fili si respingono.

76. Come è definito l'Ampere, l'unità di misura della corrente elettrica?


L'Ampere è l'intensità di corrente che, passando in due lunghi (idealmente infiniti) fili rettilinei e
𝑁
paralleli posti a distanza di 1 m, genera tra i fili una forza per unità di lunghezza di 2 × 10−7 𝑚 :
𝜇0 (1𝐴)(1𝐴)
𝐹= 2𝜋(1𝑚)
1𝑚 = 2 × 10−7 𝑁 con 𝐹: intensità della forza agente su un segmento di un filo.

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77. Cos’è un campo solenoidale?


In analogia con la definizione di campi conservativi, che chiamava in causa il lavoro lungo una linea
chiusa, si definiscono solenoidali i campi per i quali risulta nullo il flusso attraverso una qualsiasi
superficie chiusa. Dalla definizione si ricava che per un campo di questo tipo il flusso è identico per
tutte le superfici aperte delimitate da uno stesso contorno (e con orientamento concorde).
Essendo 𝛷𝐵 = ∬ 𝐵 ⃗⃗𝑑𝑆⃗ = ∭ 𝑑𝑖𝑣𝐵 ⃗⃗ 𝑑𝑉 = 0, si ha che 𝐵
⃗⃗ è un campo a divergenza nulla e quindi
𝑆𝛾 𝑉
anche a flusso nullo: infatti il campo di induzione magnetica è un campo solenoidale.

78. Enunciare e commentare la legge di Gauss per il campo magnetico.


La legge di Gauss afferma che il flusso magnetico attraverso qualunque superficie chiusa è nullo:
Φ𝐵 = 0 ovvero ∯ 𝐵⃗⃗𝑑𝑆⃗ = 0. Sembra cioè che non vi sia alcun analogo magnetico della
𝑆 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑠𝑎
carica elettrica. Se la cosiddetta carica magnetica esistesse, assumerebbe la forma di un monopolo
magnetico, ossia un polo magnetico isolato (un polo nord isolato, per esempio), ma l'esistenza dei
monopoli magnetici non ha finora trovato conferme sperimentali attendibili. In assenza di
monopoli magnetici, la più semplice sorgente del campo magnetico è un dipolo magnetico che fa
⃗⃗ si chiuda sempre su se stessa.
sì che ogni linea di forza di 𝐵

79. Enunciare e commentare la legge di legge di Gauss per il campo magnetico in forma differenziale.
La legge di Gauss afferma che il flusso magnetico attraverso qualunque superficie chiusa è nullo:
Φ𝐵 = 0 ovvero ∯ ⃗⃗𝑑𝑆⃗ = 0. Poiché per il campo di induzione magnetica 𝐵
𝐵 ⃗⃗, come si è
𝑆 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑠𝑎
osservato nella domanda 78, non esiste una grandezza fisica che svolga il ruolo svolto dalla carica
per il campo elettrico 𝐸⃗⃗ , possiamo scrivere Φ𝐵 = ∬ 𝐵 ⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = ∭ 𝑑𝑖𝑣𝐵 ⃗⃗ 𝑑𝑉 = 0 ⇔
𝑆𝛾 𝑉
⃗∇⃗ ∙ 𝐵
⃗⃗ = 𝑑𝑖𝑣𝐵
⃗⃗ = 0.

80. In quali situazioni la legge di Ampere è inadeguata?


La legge di Ampere è inadeguata nel caso di correnti che scorrono in fili
discontinui (ad esempio in presenza di condensatori): alimentando un
condensatore piano in carica con l'intensità di corrente istantanea 𝐼, la
superficie 𝑆2 è attraversata dalla corrente 𝐼, mentre la superficie 𝑆1 non è
attraversata da questa corrente perché si trova nello spazio tra le armature
del condensatore. C'è un accumulo di carica sull'armatura compresa tra 𝑆1
e 𝑆2 : il condensatore si carica. La rapidità con cui la carica si accumula
𝑑𝑄
sull'armatura è 𝑑𝑡 che è esattamente uguale alla corrente 𝐼. Dal momento
che la corrente concatenata con il percorso chiuso sembra dipendere dalla particolare superficie
scelta per il calcolo, in questo caso c'è un'incoerenza con la legge di Ampere.

81. Definire la corrente di spostamento e la sua densità.


|𝜎| 𝑄
L'intensità del campo elettrico tra le armature è dato da 𝐸 = 𝜀0
= 𝜀 𝐴, in termini di flusso del
0
campo elettrico: Φ𝐸 = ∫ 𝐸⃗⃗ 𝑑𝑆⃗ = 𝐸𝐴, perché 𝐸 ≠ 0 soltanto nella regione tra le armature.
𝑑𝑄 𝑑Φ
Risolvendo l'equazione rispetto a 𝑄 si ottiene: 𝑄 = 𝜀0 Φ𝐸 ⇒ 𝐼 = 𝑑𝑡 = 𝜀0 ( 𝑑𝑡𝐸 ). Stiamo dicendo
𝑑Φ𝐸
praticamente che la corrente 𝐼 che attraversa la superficie 𝑆2 è pari a 𝜀0 ( 𝑑𝑡
) per la superficie 𝑆1 .

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𝑑Φ𝐸
Definiamo questa corrente efficace come corrente di spostamento: 𝐼𝑠 = 𝜀0 ( 𝑑𝑡
); dove la sua
𝐼𝑠
densità di corrente è 𝑗⃗ = 𝐴
.
[N.B. la corrente di spostamento non comporta lo spostamento di cariche elettriche.]

82. Enunciare e commentare la legge di Ampere modificata in forma integrale.


⃗⃗ ∙ 𝑑𝑟⃗⃗⃗ = 𝜇0 (𝐼𝑐𝑜𝑛𝑐 + 𝜀0 𝑑Φ𝐸 ) in forma integrale si
Partendo dalla Legge di Ampere modificata: ∮ 𝐵 𝑑𝑡
ha: ⃗⃗ ∙ 𝑑𝑟⃗⃗⃗ = 𝜇0 (∬ 𝑗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ + 𝜀0 𝑑 ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗). Se si tiene conto della corrente di
∮𝛾 𝐵 𝑆 𝛾 𝑑𝑡 𝑆 𝛾
spostamento – trattandola come una corrente vera e propria – la corrente totale concatenata con
il percorso chiuso è la stessa per qualunque superficie che abbia quest'ultimo come contorno.

83. Enunciare e commentare la legge di Ampere modificata in forma differenziale.


Partendo dalla legge di Ampere modificata in forma integrale ∮ 𝐵 ⃗⃗ ∙ 𝑑𝑟⃗⃗⃗ = 𝜇0 (∬ 𝑗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ +
𝑆 𝛾
𝑑
𝜀0 𝑑𝑡 ∬𝑆 ⃗⃗𝑑𝑙⃗ = ∮ (∇
𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗) e sapendo (dalla legge di Ampere non modificata) che ∮𝛾 𝐵 ⃗⃗) 𝑑𝑆⃗,
⃗⃗ × 𝐵
𝛾 𝑠 𝛾

si ottiene ∮𝑠 (∇ ⃗⃗) 𝑑𝑆⃗ = 𝜇0 (∬ 𝑗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ + 𝜀0 𝑑 ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗)


⃗⃗ × 𝐵 ⇔ ⃗⃗ × 𝐵
∮𝑆 (∇ ⃗⃗ −
𝛾 𝑆 𝛾 𝑑𝑡 𝑆 𝛾 𝛾
𝜕𝐸
𝜇0 (𝑗⃗ + 𝜀0 )) 𝑑𝑆⃗ = 0. Dovendo valere questa relazione per ogni dominio di integrazione 𝑆𝛾 , si
𝜕𝑡
⃗⃗ = 𝜇0 (𝑗⃗ + 𝜀0 𝜕𝐸 )
ha in conclusione che 𝑟𝑜𝑡𝐵
𝜕𝑡

84. Enunciare e commentare la legge di Faraday dell'induzione elettromagnetica.


𝑑Φ𝐸
ℰ=−
𝑑𝑡
La forza elettromotrice indotta dipende dalla rapidità di variazione del flusso magnetico. Il segno
1 𝑊𝑏
negativo si riferisce al senso della fem indotta nel circuito (legge di Lenz). 1 𝑉 =
1𝑠

85. Enunciare e commentare la legge di Lenz.


Il senso della corrente indotta (dalla variazione del campo magnetico) è tale che il suo contributo
al campo magnetico si opponga alla variazione del flusso magnetico che produce la corrente
indotta stessa.

86. Fare un esempio di applicazione della legge di Faraday.


Consideriamo una bobina costituita da 𝑁 spire di raggio 𝑅 con asse parallelo al campo di induzione
magnetica uniforme 𝐵 ⃗⃗, sapendo che l’intensità di 𝐵
⃗⃗ varia linearmente con il tempo. Applicando la
legge di Faraday si può determinare il valore della fem indotta nella bobina:
𝑑Φ𝐵 𝑑(𝐵𝜋𝑅 2 ) 𝑑𝐵
ℰ = −𝑁 = −𝑁 = −𝑛𝜋𝑅 2
𝑑𝑡 𝑑𝑡 𝑑𝑡

87. Enunciare e commentare la legge di Faraday in forma differenziale.


Partiamo da due considerazioni: nel campo elettrostatico si ha che ∮ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑙⃗ = 0 e 𝑟𝑜𝑡𝐸⃗⃗ = 0, cioè
il campo elettrico è conservativo e irrotazionale. Però sappiamo che un campo elettrico generato
𝑑Φ
da un campo magnetico variabile, non è più conservativo e si ha ∮ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑙⃗ = − 𝑑𝑡𝐵 =
𝑑
⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗.
− 𝑑𝑡 ∬𝑆 𝐵
𝛾

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𝑑
⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ ⇔ ∬ (𝑟𝑜𝑡𝐸⃗⃗ + 𝜕𝐵) 𝑑𝑆⃗ = 0
∬𝑆 𝑟𝑜𝑡𝐸⃗⃗ 𝑑𝑆⃗ = − 𝑑𝑡 ∬𝑆 𝐵
𝛾 𝛾𝑆 𝜕𝑡 𝛾
𝜕𝐵 ⃗⃗
Da cui si conclude che 𝑟𝑜𝑡𝐸⃗⃗ = − 𝜕𝑡 .

88. Dare una definizione del coefficiente di autoinduzione e commentarne l'importanza.


L’autoinduttanza 𝐿 è la grandezza fisica che lega la corrente 𝐼 che scorre in un dato circuito con il
flusso del campo di induzione magnetica 𝐵(𝐼), generato dal passaggio di corrente nel circuito
stesso. Ciò si desume dalla relazione lineare tra il campo magnetico e la corrente che lo genera
dalla legge di Biot-Savart.
Φ𝐵 = 𝐿𝐼 dove 𝐿 dipende solo dalle caratteristiche geometriche del circuito.

89. Come si chiama e come è definita l'unità di misura del coefficiente di autoinduzione?
1𝑉𝑠 1𝑊𝑏
L'unità di misura SI dell'autoinduttanza è l'Henry (H), 1𝐻 = = . I valori si aggirano
1𝐴 1𝐴
−3 −6
solitamente tra 10 𝐻 = 𝑚𝐻 e 10 𝐻 = 𝜇𝐻.

90. Ricavare il coefficiente di autoinduzione nel caso di solenoide indefinito.


𝑑Φ 𝑑𝑖
Sappiamo che la fem indotta in una bobina con 𝑁 spire è ℰ = −𝑁 𝑑𝑡𝐵 = −𝐿 𝑑𝑡 e che vale
l'equazione: 𝑁Φ𝐵 = 𝐿𝑖. Consideriamo un solenoide indefinito con spire di lunghezza 𝑙, sezione di
area 𝑆 e 𝑛 spire per unità di lunghezza. L'intensità del campo magnetico è data da 𝐵 = 𝜇0 𝑛𝑖.
Ciascun giro dell'avvolgimento è approssimativamente una spira piana di area S e il flusso
concatenato con una spira è Φ𝐵 = ∫ 𝐵 ⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = ∫ 𝐵𝑑𝑆 = 𝐵𝑆 = 𝜇0 𝑛𝑖𝑆. In un solenoide di lunghezza
𝑙 vi sono 𝑁 = 𝑛𝑙 spire, cosicché 𝑁Φ𝐵 = (𝑛𝑙)(𝜇0 𝑛𝑖𝑆) = 𝜇0 𝑛2 𝑆𝑙𝑖 ⇒ 𝐿 = 𝜇0 𝑛2 𝑆𝑙. Abbiamo
trascurato gli effetti di estremità.

91. Scrivere l'equazione del circuito LR e ricavarne la costante temporale 𝝉𝑹𝑳 .


𝑑𝑖
𝐿 + 𝑅𝑖 = 𝑓𝑒𝑚 = ℰ0
𝑑𝑡
𝑑𝑖 𝑅
Cerchiamo di capire meglio: 1−ℰ /𝑅 = − 𝐿 𝑑𝑡. Integrando entrambi i membri si ottiene
0
ℰ 𝑅
ln (𝑖 − 𝑅0 ) = − (𝐿 ) 𝑡 + ln 𝑘, dove k è una costante d’integrazione. Se l'induttanza ha corrente
𝑡
ℰ ℰ −
nulla all'inizio (𝑡 = 0) si ha 𝑘 = − 𝑅0 . La soluzione ha forma esponenziale: 𝑖(𝑡) = 𝑅0 (1 − 𝑒 𝜏𝐿 ),
dove troviamo il parametro temporale caratteristico – ossia la costante di tempo induttiva –
𝐿 ℰ
𝜏𝐿 = 𝑅. L'intensità di corrente aumenta da 0 al valore asintotico 𝑖 = 𝑅. La costante di tempo
induttiva determina la scala temporale delle variazioni di corrente.

92. Cosa succede quando si esclude la batteria nel circuito LR a regime?


Sostituendo la batteria con un cortocircuito, l'induttanza si scaricherà sulla resistenza 𝑅:
𝑡
𝑑𝑖 𝑑𝑖 𝑅 𝑖(𝑡) 𝑅 −
𝐿 𝑑𝑡 + 𝑅𝑖 = 0 ⇔ 𝑖
= − 𝐿 𝑑𝑡. Integrando si ottiene ln ( 𝑖 ) = − 𝐿 𝑡 ⇒ 𝑖(𝑡) = 𝑖0 𝑒 𝜏𝐿
. L'intensità
0
della corrente decresce esponenzialmente dal valore iniziale 𝑖0 a 0.

93. Come si determina, che valore ha e dove si localizza l'energia immagazzinata da un'induttanza
percorsa da corrente?
La potenza è la rapidità di trasformazione dell'energia ed è data dall'equazione 𝑃 = 𝑖𝑉.
Nell'induttanza abbiamo due fattori di trasformazione dell'energia: l'energia dissipata per effetto
Joule a causa della resistenza ohmica (𝑃 = 𝑖 2 𝑅) e la variazione dell'intensità di corrente, la quale

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𝑑𝑖
genera una fem autoindotta, pari a 𝑉 = 𝐿 𝑑𝑡, ai capi dell'induttanza; la potenza assorbita in
𝑑𝑖
quest’ultima trasformazione è 𝑃 = 𝐿𝑖 𝑑𝑡. Se l'intensità di corrente aumenta nell'induttanza, il senso
della fem autoindotta è opposto a quello della corrente e i portatori di carica perdono energia
potenziale; se invece l'intensità di corrente diminuisce, il senso della fem autoindotta coincide con
quello della corrente e i portatori di carica acquistano energia potenziale. Dal momento che i
portatori possono sia acquistare che perdere energia potenziale, deve esserci dell'energia
immagazzinata nell'induttanza: questa energia viene immagazzinata quando l'intensità di corrente
aumenta e recuperata quando l'intensità di corrente diminuisce.
𝑑𝑈 𝑑𝑖 1
𝑝 = 𝑑𝑡 e 𝑃 = 𝐿𝑖 𝑑𝑡 ⇒ 𝑑𝑈 = 𝐿𝑖𝑑𝑖 ⇒ 𝑈 = 2 𝐿𝑖 2
La costante di integrazione viene scelta in modo che l'energia immagazzinata in un'induttanza sia
nulla quando 𝑖 = 0. L'energia viene immagazzinata nel campo magnetico.

94. Che relazione esiste fra la densità di energia magnetica ed il campo magnetico in una regione dello
spazio vuoto?
1 1 𝐵2
𝑈 = 𝐿𝑖 2 = 𝜇0 𝑛2 𝑆𝑙𝑖 2 = 𝑆𝑙 con 𝑆𝑙: volume della regione interna dell'induttanza
2 2 2𝜇0
𝐵2
La densità di energia magnetica è quindi 𝑢𝐵 = . Gli esperimenti dimostrano che l'espressione
2𝜇0
è valida per qualunque campo magnetico.

95. Come si definisce il coefficiente di mutua induzione?


Consideriamo due bobine in quiete appartenenti a due circuiti distinti, entrambe percorse da
correnti che variano nel tempo, come anche il campo magnetico che producono. Il flusso
concatenato con ciascuna spira di una bobina varia a causa della corrente nella bobina adiacente.
Questi contributi alle variazioni del flusso e le corrispondenti fem indotte si aggiungono ai
contributi autoindotti. L'interazione tra le bobine è quindi reciproca e l'effetto è chiamato mutua
induzione. Indichiamo con Φ21 il flusso concatenato con una spira della bobina 2 e dovuto al campo
magnetico ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐵1 prodotto dalla bobina 1. In assenza di materiali magnetici nei dintorni 𝑁2 Φ21 è
proporzionale a 𝑖1 . La costante di proporzionalità è chiamata coefficiente di mutua induzione
𝑀 = 𝑀12 = 𝑀21: 𝑁2 Φ21 = 𝑀𝑖2 , [𝑀] = 𝐻 (Henry)
𝑑Φ21 𝑑(𝑁2 Φ21 ) 𝑑(𝑀𝑖2 ) 𝑑𝑖2
𝑉21 = −𝑁2 =− =− = −𝑀
𝑑𝑡 𝑑𝑡 𝑑𝑡 𝑑𝑡

96. Spiegare il principio di funzionamento di un trasformatore in corrente alternata.


Un trasformatore è composta da due bobine avvolte su un nucleo di ferro, aventi rispettivamente
𝑁𝑝 spire (avvolgimento primario) e 𝑁𝑠 spire (avvolgimento secondario). Spesso si considera il
primario come avvolgimento di ingresso e il secondario come avvolgimento in uscita. Il campo
magnetico generato dalle correnti che circolano negli avvolgimenti è in gran parte concentrato nel
ferro ed il flusso magnetico concatenato con ciascuna spira è praticamente lo stesso. Il nucleo di
ferro fa sì che se il flusso varia, in ciascuna spira sarà indotta la stessa fem. Quindi la fem indotta
𝑑Φ 𝑑Φ
nel secondario è 𝑉𝑠 = 𝑁𝑠 ℰ = −𝑁𝑠 𝑑𝑡𝐵; analogamente nel primario 𝑉𝑝 = 𝑁𝑝 ℰ = −𝑁𝑝 𝑑𝑡𝐵. Si
𝑉𝑠 𝑁𝑠 𝑖
hanno quindi le seguenti relazioni: = = 𝑝 . Se 𝑁𝑠 > 𝑁𝑝 il trasformatore si dice “in salita”
𝑉𝑝 𝑁𝑝 𝑖𝑠
(ossia trasforma da bassa ad alta tensione), mentre se 𝑁𝑠 < 𝑁𝑝 si dice “in discesa” (ossia trasforma
da alta a bassa tensione). Il trasformatore è quindi una macchina non controllata in tensione.

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97. Dare la definizione di sostanza diamagnetica e paramagnetica.


Sostanza diamagnetica: sostanza composta da molecole con tutti gli elettroni accoppiati, di modo
che il materiale ha un momento magnetico risultante pari a zero e quindi anche 𝑀 ⃗⃗⃗ = 0. Tuttavia,
in presenza di un campo di induzione magnetica esterno, le molecole acquistano un piccolo
momento magnetico. La direzione del momento magnetico indotto è opposta a quella del campo
di induzione magnetica, come anche quella della magnetizzazione. 𝐵 ⃗⃗ ≤ ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐵0 , 𝜇𝑟 ≤ 1
Sostanza paramagnetica: sostanza composta da molecole con uno o più elettroni non accoppiati,
che causano nel materiale un momento di dipolo permanente. In assenza di campi i dipoli si
dispongono in modo casuale e il momento magnetico totale ⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗
𝑚 𝑇𝑂𝑇 ≈ 0 e quindi anche 𝑀 ⃗⃗⃗ = 0. Se
si applica un campo magnetico i dipoli tenderanno ad allinearsi con questo mutando la propria
orientazione, cosa che implica una diminuzione dell'energia potenziale (𝑈 = −𝑚 ⃗⃗). Alla tendenza
⃗⃗⃗𝐵
all'allineamento con il campo magnetico si oppongono i moti termici casuali delle molecole.
L'allineamento globale è un allineamento parziale dei momenti magnetici molecolari con 𝐵 ⃗⃗ e per i
materiali isotropi la magnetizzazione è parallela al campo. Se il campo applicato viene eliminato, si
torna alle condizioni iniziali. La magnetizzazione inoltre decresce con la temperatura secondo la
⃗⃗
legge di Curie: 𝑀⃗⃗⃗ = 𝐶𝐵 . ⃗⃗ ≥ 𝐵
𝐵 ⃗⃗⃗⃗⃗0 , 𝜇𝑟 ≥ 1
𝜇0 𝑇

98. Spiegare il ciclo di isteresi di una sostanza ferromagnetica.


Consideriamo un toroide di materiale ferromagnetico, supponiamo inizialmente che il nucleo non
sia magnetizzato e che nel toroide non circoli corrente, si ha: 𝑀 = 0, 𝐻 = 0 e 𝐵 = 0. L'intensità di
corrente viene elevata fino a un valore 𝑖 che corrisponde al valore di 𝐻 = 𝑛𝑖. Durante questo
processo, il modulo del campo 𝐵 ⃗⃗ e il flusso Φ𝐵 = 𝐵𝑆 (concatenato con ciascuna spira) variano e di
conseguenza viene indotta una fem nella bobina. La bobina è collegata a un apparecchio che
permette la misura della carica 𝛥𝑄 che lo attraversa, ∆𝑄 = ∫ 𝑖𝑒 𝑑𝑡. Poiché la corrente indotta 𝑖𝑒 è
𝑑𝐵
proporzionale alla fem indotta 𝑉𝑒 = 𝑁𝑆 𝑑𝑡 , anche l'integrale ∆𝑄 = ∫ 𝑖𝑒 𝑑𝑡 è proporzionale
𝑑𝐵
all'integrale 𝑁𝑆 ∫ ( ) 𝑑𝑡 = 𝑁𝑆∆𝐵. In tal modo, la variazione ∆𝐵 del modulo dell'induzione
𝑑𝑡
magnetica viene determinata misurando la carica che attraversa la bobina esploratrice. Facendo
variare gradualmente l'intensità di corrente nel toroide, si
ottengono coppie di valori delle componenti toroidali 𝐻 e 𝐵
dei rispettivi campi. La componente dell'intensità del campo
magnetico 𝐻 viene fatta variare in modo che la curva venga
percorsa nel verso indicato dalle frecce. Seguendo la figura:
partendo da 0, aumentando la corrente, aumenta 𝐻 e, in
una prima fase, 𝐵 cresce molto rapidamente.
Successivamente, la crescita è più contenuta fino a tendere
a un valore di saturazione, punto 𝑆. Il tratto 𝑂𝑆 viene detto
“curva di prima magnetizzazione”. A saturazione raggiunta
si diminuisce gradualmente l'intensità della corrente, ottenendo coppie di valori 𝐻 e 𝐵 che
individuano il tratto 𝑆𝑅 che si discosta significativamente dalla curva di prima magnetizzazione. È
evidente l'irreversibilità dell'orientamento assunto dai domini magnetici. Quanto l'intensità 𝑖
decresce, in corrispondenza del valore 𝐻 = 0, si ha 𝐵 ≠ 0, punto R della curva. In questo stato il
nucleo ferromagnetico ha una magnetizzazione permanente. Dato che 𝐻 e 𝐵 sono le componenti
toroidali dei campi, valori negativi di esse corrispondono a un'inversione del loro orientamento. Il
segno di 𝐻 passa da valori positivi a valori negativi invertendo il senso della corrente
nell'avvolgimento toroidale (curva 𝑅𝐶𝑆′). Per annullare nuovamente 𝐵, bisogna quindi aumentare

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l'intensità dalla corrente fino a raggiungere il valore di 𝐻 corrispondente al punto 𝐶; questo valore
si chiama “campo coercitivo”. Aumentando ancora la corrente si raggiunge la magnetizzazione di
saturazione opposta, corrispondente al punto 𝑆′. Il cammino chiuso 𝑆𝑅𝐶𝑆′𝑅′𝐶′𝑆 rappresenta il
ciclo di isteresi della sostanza. È evidente che a ogni valore di 𝐻 corrispondono differenti valori di
𝐵. Nei materiali ferromagnetici cosiddetti duri, usati per i magneti permanenti, il ciclo di isteresi è
molto largo, quindi il campo coercitivo e il valore della magnetizzazione residua sono elevati. I
materiali ferromagnetici cosiddetti dolci, usati per esempio negli elettromagneti, sono
caratterizzati da un ciclo di isteresi molto stretto, rendendoli più facili da smagnetizzare; inoltre la
saturazione può raggiungere valori molto alti, superiori rispetto a quelli duri e per molti la
magnetizzazione residua è molto inferiore a quella di saturazione.

99. Scrivere le quattro equazioni di Maxwell in forma integrale.


Legge di Gauss per 𝐸⃗⃗ 1
∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = ∭ 𝜌 𝑑𝑉
𝑆 𝜀0 𝑉𝑖𝑛𝑡
Legge di Gauss per 𝐵 ⃗⃗
∯ ⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ = 0
𝐵
𝑆 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑠𝑎
Legge di Faraday 𝑑
∮ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑙⃗ = − ∬ 𝐵 ⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗
𝛾 𝑑𝑡 𝑆𝛾
Legge di Ampere - Maxwell 𝑑
⃗⃗ ∙ 𝑑𝑟⃗⃗⃗ = 𝜇0 (∬ 𝑗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗ + 𝜀0
∮ 𝐵 ∬ 𝐸⃗⃗ ∙ 𝑑𝑆⃗)
𝛾 𝑆𝛾 𝑑𝑡 𝑆𝛾

100. Scrivere le quattro equazioni di Maxwell in forma differenziale in assenza di sorgenti.


Le quattro equazioni di Maxwell in forma differenziale nel vuoto in assenza di sorgenti sono:
Legge di Gauss per 𝐸⃗⃗ 𝑑𝑖𝑣 𝐸⃗⃗ = 0
Legge di Gauss per 𝐵 ⃗⃗ 𝑑𝑖𝑣 𝐵 ⃗⃗ = 0
Legge di Faraday 𝜕𝐵⃗⃗
𝑟𝑜𝑡 𝐸⃗⃗ = −
𝜕𝑡
Legge di Ampere - Maxwell 𝜕𝐸⃗⃗
𝑟𝑜𝑡 𝐵⃗⃗ = 𝜀0 𝜇0
𝜕𝑡

101. Scrivere le quattro equazioni di Maxwell in forma differenziale nel vuoto.


Legge di Gauss per 𝐸⃗⃗ 𝜌
𝑑𝑖𝑣 𝐸⃗⃗ =
𝜀0
Legge di Gauss per 𝐵 ⃗⃗ ⃗⃗
𝑑𝑖𝑣 𝐵 = 0
Legge di Faraday 𝜕𝐵⃗⃗
𝑟𝑜𝑡 𝐸⃗⃗ = −
𝜕𝑡
Legge di Ampere - Maxwell 𝜕𝐸⃗⃗
𝑟𝑜𝑡 𝐵⃗⃗ = 𝜇0 (𝑗⃗ + 𝜀0 )
𝜕𝑡

102. Dare l'equazione e la soluzione del circuito oscillante LC.


𝑑𝑖 𝑞 𝑑2 𝑞 1
𝐿 𝑑𝑡 + 𝐶 = 0 ⇔ 𝑑𝑡 2 = − 𝐿𝐶 𝑞
In base alle nostre conoscenze, ci attendiamo che la carica del condensatore nel circuito LC vari
sinusoidalmente con il tempo: 𝑞(𝑡) = 𝑄𝑚 cos(𝜔0 𝑡 + 𝜑), dove 𝑄𝑚 è la carica massima del
condensatore, 𝜔0 è la pulsazione (o frequenza angolare) dell'oscillazione e 𝜑 la costante di fase.

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𝑑𝑞
L'intensità della corrente è 𝑖(𝑡) = 𝑑𝑡 = −𝜔0 𝑄𝑚 sin(𝜔0 𝑡 + 𝜑), ossia 𝑖(𝑡) = −𝐼𝑚 sin(𝜔0 𝑡 + 𝜑),
dove 𝐼𝑚 = 𝜔0 𝑄𝑚 è l'intensità massima della corrente. Deriviamo ancora una volta l'espressione
di 𝑖(𝑡) trovata e la confrontiamo con l'equazione del circuito:
𝑑𝑖 𝑑
= [−𝜔0 𝑄𝑚 sin(𝜔0 𝑡 + 𝜑)] = −𝜔02 𝑄𝑚 cos(𝜔0 𝑡 + 𝜑) = −𝜔02 𝑞(𝑡)
𝑑𝑡 𝑑𝑡
𝑑2 𝑞 1 1 1 𝜔
2 = − 𝑞 ⇔ −𝜔02 𝑞(𝑡) = − 𝑞(𝑡) ⇔ 𝜔0 = . La frequenza dell’oscillazione è 𝑣0 = 0 .
𝑑𝑡 𝐿𝐶 𝐿𝐶 √𝐿𝐶 2𝜋
Le costanti 𝑄𝑚 e 𝜑 sono determinate dalle condizioni iniziali.

103. Come variano l'energia e i campi nel circuito oscillante LC?


1 𝑞2
Sappiamo che l'energia elettrica immagazzinata da un condensatore è 𝑈𝐸 = 2 𝐶
e che l'energia
1 2
magnetica immagazzinata in un induttore è 𝑈𝐵 = 2
𝐿𝑖 . Servendoci delle equazioni precedenti
1 𝑞2 (𝑡) 1
𝑞(𝑡) = 𝑄𝑚 cos(𝜔0 𝑡 + 𝜑) e 𝑖(𝑡) = −𝐼𝑚 sin(𝜔0 𝑡 + 𝜑), si ha che: 𝑈𝐸 = e 𝑈𝐵 = 𝐿𝑖 2 (𝑡) =
2 𝐶 2
2
1 𝑄𝑚
2 𝐶
sin2(𝜔0 𝑡 + 𝜑). L’energia elettromagnetica è quindi
2 2
1 𝑄𝑚 1 𝑄𝑚
𝑈 = 𝑈𝐸 + 𝑈𝐵 = [cos2 ( 𝜔0 𝑡 + 𝜑) + sin2(𝜔0 𝑡 + 𝜑)] =
2 𝐶 2 𝐶
Anche i campi oscillano: si parte con energia elettrica massima e energia magnetica minima (nulla)
le quali poi variano sinusoidalmente alternandosi.

104. Dare l'equazione e la soluzione del circuito puramente resistivo in corrente alternata.
Circuito con sorgente di tensione alternata con una resistenza in serie.
𝑓𝑒𝑚 = 𝑉(𝑡) = 𝑉𝑚 sin(𝜔𝑡), per la legge di Kirchoff sulle maglie 𝑉𝑚 sin(𝜔𝑡) = 𝑖𝑅, risolvendo
𝑉 𝑉
rispetto a 𝑖, si ha 𝑖 = 𝑅𝑚 sin(𝜔𝑡). In particolare per una resistenza ohmica: 𝐼𝑚 = 𝑅𝑚.

105. Dare l'equazione e la soluzione del circuito puramente capacitivo in corrente alternata.
Circuito con sorgente di tensione alternata con un condensatore in serie.
𝑞
𝑉𝑚 sin(𝜔𝑡) = 𝐶, risolvendo rispetto a 𝑞, si ha: 𝑞 = 𝐶𝑉𝑚 cos(𝜔𝑡) ⇒ 𝑄𝑚 = 𝐶𝑉𝑚
𝑑𝑞 𝑑
Per determinare la corrente: 𝑖(𝑡) = 𝑑𝑡
= 𝑑𝑡 [𝐶𝑉𝑚 cos(𝜔𝑡)] = 𝜔𝐶𝑉𝑚 sin(𝜔𝑡) = 𝜔𝐶𝑉𝑚 sin(𝜔𝑡 +
𝜋 𝜋
).La tensione è dunque in ritardo rispetto alla corrente di . L'ampiezza della corrente oscillante
2 2
è 𝐼𝑚 = 𝜔𝐶𝑉𝑚 . Per trovar un'analogia con la resistenza, introduciamo la reattanza capacitiva
1 𝑉𝑚 𝑉
Χ 𝐶 = 𝜔𝐶, infatti: 𝐼𝑚 = 1/𝜔𝐶 = Χ𝑚.
𝐶

106. Dare l'equazione e la soluzione del circuito puramente induttivo in corrente alternata.
Circuito con sorgente di tensione alternata con un'induttanza in serie.
𝑑𝑖 𝑚 𝑉
𝑉𝑚 sin(𝜔𝑡) = 𝐿 𝑑𝑡, integrando e risolvendo per 𝑖 si ottiene 𝑖 = − 𝜔𝐿 cos(𝜔𝑡) + 𝑐𝑜𝑠𝑡. La costante
rappresenta la componente della corrente stazionaria, essendo la fem oscillante attorno allo 0.
Quindi la corrente oscilla simmetricamente rispetto a 0  la componente stazionaria = 0.
𝑚𝑉 𝑚 𝑉 𝜋 𝑚 𝑉
𝑖 = − 𝜔𝐶 cos(𝜔𝑡) = 𝜔𝐿 sin (𝜔𝑡 − 2 ) L'ampiezza della corrente è 𝐼𝑚 = 𝜔𝐿 . Si definisce come
𝑉𝑚
reattanza capacitiva Χ 𝐿 = 𝜔𝐿 ⇒ 𝐼𝑚 = . La tensione è in anticipo rispetto alla corrente.
Χ𝐿

107. Quanto valgono la reattanza della capacità e dell'induttanza?


1 𝑉 𝑉
𝑋𝐶 = 𝜔𝐶 ⇒ 𝐼𝑚 = 𝑋𝑚 ; 𝑋𝐿 = 𝜔𝐿 ⇒ 𝐼𝑚 = 𝑋𝑚
𝐶 𝐿

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108. Dare l'equazione e la soluzione stazionaria del circuito RLC in serie con fem sinusoidale col metodo
dei fasori.
𝑑𝑖 𝑞
𝐿 + 𝑖𝑅 + = 𝑉
𝑑𝑡 𝐶
𝑉 = 𝑉𝑚 sin(𝜔𝑡) : tensione di alimentazione. I parametri che caratterizzano il circuito sono: 𝐿, 𝑅,
𝐶, 𝑉𝑚 e 𝜔. Gli elementi essendo posti in serie, sono percorsi dalla stessa intensità di corrente. Ci
aspettiamo che la corrente abbia forma: 𝑖(𝑡) = 𝐼𝑚 sin(𝜔𝑡 + 𝜑). Costruiamo un diagramma dei
fasori per determinare 𝜑 e 𝐼𝑚 . Costruiamo dunque 4 fasori: 𝐼⃗ per la corrente
e𝑉⃗⃗⃗⃗𝐿 , ⃗⃗⃗⃗ ⃗⃗⃗⃗⃗
𝑉𝑐 , 𝑉 𝑅 per le tensioni ai capi dei vari elementi. Si ha:
- ⃗⃗⃗⃗⃗
𝑉 ⃗
𝑅 è parallelo a 𝐼 perché la tensione è in fase con la corrente
𝜋
- ⃗⃗⃗⃗⃗𝑉𝐶 è in ritardo di rispetto a 𝐼⃗
2
- 𝑉 ⃗⃗⃗⃗𝐿 è in anticipo di 𝜋 rispetto a 𝐼⃗
2
I moduli di questi fasori sono: 𝑉𝑅𝑚 = 𝐼𝑚 𝑅, 𝑉𝐶𝑚 = 𝐼𝑚 𝑋𝑐 , 𝑉𝐿𝑚 = 𝐼𝑚 𝑋𝐿 . Si ha
⃗⃗⃗⃗𝐿 + ⃗⃗⃗⃗
𝑉 𝑉𝑐 + 𝑉 ⃗⃗⃗⃗⃗ ⃗⃗⃗⃗ ⃗⃗⃗⃗
𝑅 = 0. Siccome 𝑉𝐿 e 𝑉𝑐 giacciono sulla stessa retta, in direzioni opposte, li combiniamo
in un unico fasore 𝑉 ⃗⃗⃗⃗𝐿 + ⃗⃗⃗⃗
𝑉𝑐 con modulo |𝑉𝐶𝑚 − 𝑉𝐿𝑚 |. Dal momento che 𝑉 ⃗⃗ costituisce l'ipotenusa di
un triangolo rettangolo i cui cateti sono (𝑉 ⃗⃗⃗⃗𝐿 + ⃗⃗⃗⃗ ⃗⃗⃗⃗⃗
𝑉𝑐 ) e 𝑉 2 2
𝑅 , il teorema di Pitagora fornisce: 𝑉𝑚 = 𝑉𝑅𝑚 +
𝑉
(𝑉𝐶𝑚 − 𝑉𝐿𝑚 )2. Risolvendo rispetto a 𝐼𝑚 si ottiene 𝐼𝑚 = 2
𝑚
2
. In analogia con una
√𝑅 +(𝑋𝐶 −𝑋𝐿 )
resistenza di un circuito in corrente continua, introduciamo l'impedenza 𝑍 di un circuito in corrente
alternata: 𝑍 = √𝑅 2 + (𝑋𝐶 − 𝑋𝐿 )2. La differenza di fase tra 𝐼⃗ e 𝑉
⃗⃗ può essere determinata a partire
𝑉𝐶𝑚 −𝑉𝐿𝑚 𝑋𝐶 −𝑋𝐿
dal triangolo delle tensioni: tan 𝜑 = 𝑉 = 𝑅
𝑅𝑚

109. Come si definisce l'impedenza del circuito RLC in serie?


𝑉𝑚
𝑍= = √𝑅 2 + (𝑋𝐶 − 𝑋𝐿 )2
𝐼𝑚

110. Quanto vale lo sfasamento della corrente rispetto alla tensione di alimentazione nel circuito RLC in
serie?
𝑋𝐶 − 𝑋𝐿
tan 𝜑 =
𝑅
- se 𝑋𝐶 > 𝑋𝐿 la tensione è in ritardo (𝜑 > 0)
- se 𝑋𝐶 < 𝑋𝐿 la tensione è in anticipo (𝜑 < 0)

111. Definire la condizione di risonanza del circuito RLC in serie con fem sinusoidale.
La risonanza è un fenomeno comune tra i sistemi che hanno la tendenza a oscillare a una
particolare frequenza. Questa frequenza di oscillazione è chiamata frequenza naturale o propria
del sistema. Supponiamo che un circuito RLC in serie sia alimentato da una sorgente in c.a. la cui
frequenza può essere fatta variare. Consideriamo l'ampiezza 𝐼𝑚 mentre facciamo variare la
frequenza mantenendo costanti le altre grandezze (𝑅, 𝐿, 𝐶 e 𝑉𝑚 ). L'equazione mostra che
𝑉
l'ampiezza della corrente è limitata dall'impedenza del circuito: 𝐼𝑚 = 𝑍𝑚, dove
1
𝑍 = √𝑅 2 + (𝑋𝐶 − 𝑋𝐿 )2 . Poiché 𝑋𝐶 = 𝜔𝐶 e 𝑋𝐿 = 𝜔𝐿 c'è una particolare frequenza 𝜔0 alla quale
𝑉𝑚
𝑋𝑐 = 𝑋𝐿 e quindi l'impedenza è minima (𝑍 = 𝑅) e la corrente ha il valore massimo 𝐼𝑚 = 𝑅
. Questa
1
particolare frequenza angolare viene detta frequenza angolare di risonanza: 𝜔0 = . Spesso è
√𝐿𝐶
chiamata frequenza angolare naturale del circuito. Dal punto di vista esterno, il circuito ha
comportamento resistivo e la tensione è in fase con la corrente.

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112. Che cosa limita la corrente in un circuito RLC a frequenze molto inferiori di quella di risonanza?
A frequenze molto minori di 𝜔0 un circuito è prevalentemente capacitivo e la corrente è limitata
soprattutto dalla reattanza capacitiva.

113. Che cosa limita la corrente in un circuito RLC a frequenze molto superiori di quella di risonanza?
A frequenze molto maggiori di 𝜔0 un circuito è prevalentemente induttivo e la corrente è limitata
soprattutto dalla reattanza induttiva.

114. Definire i valori efficaci della tensione e della corrente in un circuito RLC in alternata.
Il valore efficace di una grandezza è la radice quadrata del valore medio del quadrato della
grandezza.
𝑉𝑚
𝑉𝑒𝑓𝑓 = √〈𝑉 2 〉 = √〈𝑉𝑚2 sin2(𝜔𝑡)〉 = 𝑉𝑚 √〈sin2(𝜔𝑇)〉 =
√2
2
𝐼𝑚
𝐼𝑒𝑓𝑓 = √〈𝐼 〉 =
√2

115. Definire la potenza media e il fattore di potenza in un circuito RLC in alternata.


La potenza istantanea 𝑃 dissipata nella resistenza è 𝑃 = 𝑅𝑖 2 . Utilizzando l'equazione 𝑖(𝑡) =
𝐼𝑚 sin(𝜔𝑡 + 𝜑), si ottiene 𝑃 = 𝑅[𝐼𝑚 sin(𝜔𝑡 + 𝜑)]2 . La potenza media dissipata nella resistenza è
2 1 2 2
〈𝑃〉 = 𝐼𝑚 𝑅 〈sin2 (𝜔𝑡 + 𝜑)〉 = 2 𝐼𝑚 𝑅 = 𝐼𝑒𝑓𝑓 𝑅. Conosciamo l'espressione 𝑉𝑒𝑓𝑓 = 𝑍𝐼𝑒𝑓𝑓 ossia
𝑉𝑒𝑓𝑓 𝑅
𝐼𝑒𝑓𝑓 = . Sostituendo nell'equazione si ottiene 〈𝑃〉 = 𝐼𝑒𝑓𝑓 𝑉𝑒𝑓𝑓 . Dal diagramma
𝑍 𝑍
𝑅
dell’impedenza si può capire che cos 𝜑 = 𝑍
, dove cos 𝜑 è chiamato fattore di potenza. Nel caso di
risonanza cos 𝜑 = 1.

116. Definire e commentare il fattore di merito in un circuito RLC in alternata.


Il fattore di merito è un parametro adimensionale correlato all'acutezza del picco di risonanza nel
grafico di 〈𝑃〉 in funzione di 𝜔. In pratica il fattore di merito è legato alla “larghezza” della curva.
𝐿 1 𝐿 1 𝐿
𝑄 = 𝜔0 = = √
𝑅 √𝐿𝐶 𝑅 𝑅 𝐶
È evidente che un circuito con fattore di merito basso (𝑄 → 0) ha una risposta in frequenza molto
“piatta”: la potenza assorbita è elevata per un'ampia gamma di frequenze. Al contrario un circuito
con fattore di merito elevato (𝑄 → ∞) è molto “selettivo”; anche piccoli scostamenti dalla
frequenza di risonanza comportano una notevole riduzione della potenza assorbita. Un circuito RLC
a elevato fattore di merito può essere usato per selezionare una particolare frequenza, come
avviene nel circuito di sintonia di un ricevitore radio.

117. Scrivere l'equazione di un'onda piana e di un'onda nello spazio tridimensionale.


Un’onda piana è un’onda in cui compare una sola coordinata spaziale (𝑥) ed è descritta dalla
funzione d’onda 𝑓(𝑥, 𝑡) = 𝑓𝑝 (𝑥 = 𝑣𝑡) + 𝑓𝑟 (𝑥 + 𝑣𝑡), dove 𝑓𝑝 e 𝑓𝑟 rappresentano rispettivamente
𝜕2 𝑓 1 𝜕2 𝑓
un’onda progressiva ed un’onda regressiva. La sua equazione rappresentativa 2 − =0è
𝜕𝑥 𝑣 𝜕𝑥 2
un caso particolare della generica equazione delle onde (in tre dimensioni)
𝜕2𝑓 𝜕2𝑓 𝜕2𝑓 1 𝜕2𝑓
+ + + =0
𝜕𝑥 2 𝜕𝑦 2 𝜕𝑧 2 𝑣 𝜕𝑡 2

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118. Ricavare l'equazione delle onde elettromagnetiche piane lungo un asse dalle equazioni Maxwell nel
vuoto.
Le equazioni di Maxwell in forma differenziale in assenza di sorgenti (ossia con 𝜌 = 0 e 𝑗⃗ = 0) sono:
⃗⃗ ⃗⃗
⃗⃗ = 0, 𝑟𝑜𝑡 𝐸⃗⃗ = − 𝜕𝐵 e 𝑟𝑜𝑡 𝐵
𝑑𝑖𝑣 𝐸⃗⃗ = 0, 𝑑𝑖𝑣 𝐵 ⃗⃗ = 𝜀0 𝜇0 𝜕𝐸. Assumiamo ora che i campi dipendano
𝜕𝑡 𝜕𝑡
da una sola coordinata spaziale (𝑥), oltre che dal tempo 𝑡; le derivate parziali rispetto alle variabili
𝑦 e 𝑧 sono quindi nulle, mentre le equazioni in termini di derivate assumono la forma:
𝜕𝐵𝑥 𝜕𝐸𝑥
0=− 0 = 𝜀0 𝜇0
𝜕𝑡 𝜕𝑡
𝜕𝐸𝑥 𝜕𝐵𝑥 𝜕𝐸𝑧 𝜕𝐵𝑦 𝜕𝐵𝑧 𝜕𝐸
𝜕𝑥
= 0, 𝜕𝑥
= 0, − 𝜕𝑥
=− 𝜕𝑡
e − 𝜕𝑥
= 𝜀0 𝜇0 𝜕𝑡𝑦
𝜕𝐸𝑦 𝜕𝐵𝑧 𝑧 𝜕𝐵𝑦 𝜕𝐸
{ 𝜕𝑥 = − 𝜕𝑡 { 𝜕𝑥 = 𝜀0 𝜇0 𝜕𝑡
Al fine di ottenere un’equazione che contenga solo il campo elettrico (o solo quello magnetico),
deriviamo la terza equazione del terzo blocco rispetto a 𝑥 e la seconda equazione del quarto blocco
𝜕2 𝐸𝑦 𝜕2 𝐵 𝜕2 𝐵 𝜕2 𝐸𝑦
rispetto al tempo 𝑡 ottenendo così 𝜕𝑥 2 = − 𝜕𝑥𝜕𝑡𝑧 e − 𝜕𝑡𝜕𝑥𝑧 = 𝜀0 𝜇0 𝜕𝑡 2 . Assumendo che siano
verificate le condizioni che consentono di scambiare l’ordine delle derivate (teor. di Young – Analisi
𝜕2 𝐸𝑦 1 𝜕2 𝐸𝑦
II), si ottiene per la componente 𝐸𝑦 l’equazione delle onde piane = , dove 𝑐 è la
𝜕𝑥 2 𝑐 2 𝜕𝑡 2
1
velocità delle onde elettromagnetiche nel vuoto e vale 𝑐 = .
√𝜀0 𝜇0

119. Definire il vettore di Poynting e spiegarne il significato fisico.


𝐵2
Un'onda ha una densità di energia elettromagnetica 𝑢𝑒𝑚 = 𝑢𝑒 + 𝑢𝑚 = 2𝑢𝑒 = 2𝑢𝑚 = 𝜇 = 𝜀0 𝐸 2 .
0
L'intensità dell'onda, ovvero l'energia per unità di tempo e unità di superficie, è data
𝐸2
dall'espressione: 𝑆 = 𝑢𝑒𝑚 𝑐 = 𝜀0 𝐸 2 𝑐 = ; volendo costruire un vettore di propagazione,
√𝜇0 /𝜀0
sappiamo che la direzione di propagazione è perpendicolare alle direzioni dei campi 𝐸⃗⃗ e 𝐵
⃗⃗
1 1
(perpendicolari tra loro): 𝑆⃗ = 𝐸⃗⃗ × 𝐵
⃗⃗. Nel caso di un'onda piana 〈𝑆〉 = 𝐸0 𝐵0 , essendo
𝜇0 2𝜇0
1
𝑆= 𝐸 𝐵 sin2 (𝑘𝑥
𝜇0 0 0
− 𝜔𝑡). Il vettore ha quindi come modulo l’intensità dell’onda, mentre
direzione e verso sono quelle in cui l’energia viene trasportata.

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