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Se ci sono più cariche puntiformi, l’energia potenziale elettrica del sistema è data dalla
somma delle energie potenziali di tutte le possibili coppie di cariche. L’energia potenziale
di un sistema di cariche è uguale al lavoro fatto dalle forze elettriche quando il sistema
viene disgregato, cioè tutte le cariche sono portate a distanza infinita tra loro.
Il lavoro da A a B è >0 quando ∆V è <0 (VB < VA) —> il moto spontaneo delle cariche
positive è da punti a potenziale maggiore verso punti a potenziale minore. Per le cariche
negative vale la proprietà opposta.
➔ le cariche positive passano spontaneamente da punti a potenziale più alto verso
punti a potenziale più basso
➔ le cariche negative passano da punti a potenziale più basso a punti a potenziale
più alto
Come il campo elettrico è rappresentato dalle linee di campo, il potenziale elettrico è
rappresentato dalle superfici equipotenziali.
SUPERFICIE EQUIPOTENZIALE = luogo dei punti dello spazio in cui il potenziale
elettrico assume uno stesso valore. Esse sono formate dai punti che hanno la stessa
distanza r dalla carica —> superfici sferiche con centro Q, ⊥ alle linee di campo.
In ogni punto una superficie equipotenziale è ⊥ alla linea di campo che passa per quel
punto. Vale anche per il dipolo elettrico (2 cariche uguali e opposte).
Qeq = Q1 +Q2 …
IN SERIE
1 1 −1
Ceq = ( 𝐶1 + 𝐶2
+ ...)
Qeq = Q1 = Q2 ∆𝑉𝑒𝑞 = ∆𝑉1 + ∆𝑉2 ...
Il fisico tedesco Ohm verificò sperimentalmente che esiste un’ampia classe di conduttori,
che comprende i metalli e le soluzioni di acidi, basi e sali, per i quali la curva
caratteristica è una retta passante per l’origine —> conduttori ohmici.
PRIMA LEGGE DI OHM = nei conduttori ohmici l'intensità di corrente è direttamente
∆𝑉
proporzionale alla differenza di potenziale applicata ai loro capi. i = 𝑅
La costante R si chiama resistenza elettrica e si misura in V/A = Ω (Ohm).
Un conduttore ideale avrebbe R nulla: il moto delle cariche non troverebbe alcun
impedimento. Resistore = componente dei circuiti elettrici che segue la prima legge di
Ohm (ex filo di rame o alluminio).
ieq = i1 = i1
∆Veq = ∆V1 + ∆V2 …
Req = R1 + R2 …
RESISTORI IN PARALLELO
ieq = i1 + i2 …
∆Veq = ∆V1 = ∆V2
L’amperometro che misura la corrente e il voltmetro (∆V) hanno una propria resistenza
(interna) e sono attraversati da corrente.
-un buon amperometro deve avere una resistenza interna molto piccola (in serie con le
altre R)
-un buon voltmetro deve avere una resistenza interna molto grande (in parallelo);
corrente del voltmetro piccola per non alterare la ∆V
Legge dei nodi/ prima legge: la somma delle intensità delle correnti entranti in un nodo
è uguale alla somma delle intensità delle correnti uscenti —> conseguenza del principio
di conservazione della carica elettrica.
Legge delle maglie / seconda legge: la somma algebrica delle differenze di potenziale
che si incontrano percorrendo una maglia è uguale a zero. —> una carica q che
percorre l'intera maglia alla fine ha la stessa energia potenziale dell’inizio —> principio di
conservazione dell'energia.
La resistenza interna misura l’impedimento al moto delle cariche che si ha all’interno del
generatore reale. Un generatore reale è descritto come un generatore ideale con fem,
posto in serie a una resistenza interna r. Se non circola corrente fem = ∆V
Elettrometro misura la fem di un generatore reale.
SPIEGAZIONE MICROSCOPICA EFFETTO JOULE: un conduttore metallico percorso
da corrente si scalda perché gli ioni del reticolo cristallino assorbono, attraverso gli urti,
l’energia cinetica degli elettroni accelerati dalla forza elettrica (aumenta la temperatura).
Velocità di deriva = velocità media degli elettroni di conduzione di un metallo.
PROCESSO DI SCARICA
Alla fine del processo di scarica, l’energia che era immagazzinata nel condensatore si è
dissipata interamente nella resistenza per effetto Joule.
La carica istantanea di un condensatore (che transita dall’istante iniziale fino a t) è la
primitiva della funzione i(t), che soddisfa l’appropriata condizione iniziale.
CAMPO MAGNETICO
Si chiamano sostanze ferromagnetiche i materiali che possono essere magnetizzati (ex
ferro, nichel, cobalto). L’ago magnetico di una bussola è una piccola calamita e
l’estremità dell’ago magnetico che punta verso Nord si chiama polo nord dell’ago e
viceversa. Ogni magnete ha un polo nord e un polo sud.
Angolo di 11°
Un magnete genera un campo magnetico nello spazio che lo circonda. La direzione di B
è data dalla retta che unisce i poli del magnete e il suo verso va dal polo sud al polo
nord di tale magnete (freccia della bussola).
Le linee del campo magnetico si disegnano secondo lo stesso criterio del campo
elettrico (al posto della carica c’è il magnete). Le linee di campo magnetico in ogni punto
sono tangenti alla direzione del campo magnetico, escono dal polo nord ed entrano nel
polo sud dei magneti, hanno una densità direttamente proporzionale all’intensità del
campo magnetico.
CONFRONTO E e B
-esistono polo nord e sud come esistono cariche + e -
-due poli dello stesso tipo si respingono come due cariche dello stesso tipo
-sono entrambi campi vettoriali che descrivono gli effetti di una forza
-linee di E vanno dalle cariche + a quelle -, come linee di B vanno dal polo nord al sud
Però per elettrizzare un corpo ci sono vari metodi (aggiungere o togliere elettroni), ma
per il campo magnetico non è così.
Infatti polo nord e sud magnetici esistono solo in coppia; se divido un magnete, ciascuno
dei frammenti avrà un polo nord e un polo sud.
Magnetizzazione è analoga alla polarizzazione elettrica (dipoli elettrici e magnetici).
Nel 1821 il fisico inglese Faraday osservò che un filo percorso da corrente, in un campo
magnetico, subisce una forza.Il verso della forza magnetica si ottiene ponendo il pollice
della mano dx nel verso della corrente e le altre dita nel verso del B; il verso dell F è
quello che esce dal palmo della mano.
→ c’è una relazione tra corrente elettrica e campo magnetico
Ampere constatò che due fili rettilinei e paralleli si attraggono se sono percorsi da
corrente nello stesso verso e viceversa.
Legge di Ampere: la forza che agisce su un tratto di lunghezza l di ciascuno dei due fili
è direttamente proporzionale a l e alle intensità i1 e i2 delle due correnti che circolano;
inoltre è inversamente proporzionale alla distanza d tra i fili.
µ
Se i1=i2= 1 e d=1 —> F= 2π
su ogni metro di lunghezza di ciascun filo.
La nuova definizione dell’Ampere (2019) si basa sulla carica elementare (elettrone). Una
corrente di 1A corrisponde al transito di un numero di cariche elementari uguale a 1/
−19
1/ 1, 602 · 10 ogni secondo. Il cambiamento di definizione non altera il valore di µ
che però non viene più considerato esatto.
B dipende solo dalle caratteristiche del magnete o della corrente elettrica da cui ha
𝐹
origine. B = 𝑖𝑙
(Tesla). —> quando il filo è ⊥ alle linee di campo
SOLENOIDE
E’ una bobina di filo conduttore avvolto a elica; insieme di tante spire circolari uguali,
poste l’una affianco all’altra. Passo del solenoide = distanza tra due spire contigue.
Il campo magnetico esterno al solenoide infinito percorso da corrente è nullo, mentre
MOTORE ELETTRICO
E’ un dispositivo che trasforma energia elettrica in energia meccanica. Ex automobili,
elettrodomestici, computer…
Un modello semplice di motore elettrico a corrente continua consiste in una spira
rettangolare immersa in un campo magnetico uniforme, libera di ruotare attorno a un
Il verso convenzionale della corrente elettrica è opposto a quello del moto degli elettroni.
Il campo magnetico è generato da cariche elettriche in movimento e, a loro volta, le
cariche elettriche in movimento sono soggette a forze quando si trovano in un B.
Una carica puntiforme q che si muove con velocità v in un campo magnetico B risente di
EFFETTO HALL
Metto in un campo magnetico una lamina conduttrice percorsa da corrente
Se una lamina conduttrice è percorsa da i in direzione ⊥ a un B, tra i suoi margini, in
direzione trasversale sia al campo che alla corrente, si crea una ΔV il cui segno dipende
dal segno dei portatori di carica in movimento all’interno del materiale.
Scoprì che nei metalli le cariche libere sono elettroni.
In un campo magnetico uniforme, una particella carica con v iniziale ⊥ alle linee
di campo compie un moto circolare uniforme.
Essendo B uniforme, la F di Lorentz e v giacciono sempre sullo stesso piano: quello ⊥ a
B. La F di Lorentz è sempre ⊥ a v (modulo invariato). Ne consegue che il modulo della
F di Lorentz è costante: v e B formano un angolo di 90° (modulo del prodotto vettoriale è
il prodotto dei moduli) e hanno modulo costante. La F di Lorentz costituisce una F
prodotti scalari
Quando le linee del B escono dalla faccia positiva della S il flusso è positivo perché
l'angolo è acuto; se entrano nella faccia positiva il flusso è negativo perché l’angolo
ottuso.
TEOREMA DI GAUSS: il flusso del campo magnetico attraverso qualunque superficie
chiusa è uguale a 0.
Il teorema di Gauss per il campo elettrico:ϕ(𝐸) = q/ε
Dal teorema di Gauss per il campo elettrico sappiamo che il flusso di tale campo
attraverso una S chiusa è direttamente proporzionale alla carica elettrica totale
all’interno della S. Quindi il flusso è 0 se la carica totale è nulla.
Mentre esistono cariche elettriche isolate, non esistono cariche magnetiche isolate (cioè
poli magnetici nord separati dai poli sud e viceversa).
All’interno di qualunque superficie chiusa la carica magnetica è nulla perché i poli nord
compensano i poli sud. Le linee di campo elettrico hanno origine dalle cariche + e
terminano nelle cariche -; il flusso del campo elettrico attraverso una S chiusa può
essere positivo o negativo. Le linee del campo magnetico non hanno né inizio né fine,
ma sono linee chiuse o infinite.
A ogni linea di campo entrante in una S chiusa (contributo negativo al flusso) ne
corrisponde sempre una uscente (contributo positivo al flusso); pertanto il flusso totale è
nullo.
La circuitazione del campo magnetico lungo una linea chiusa orientata ( ) si definisce in
modo analogo alla circuitazione del campo elettrico.
𝑛
Γ(𝐵) = ∑ 𝐵 · ∆𝑙 (Tesla per metro).
𝑗=1
La circuitazione di un campo elettrostatico è 0, nel campo magnetico è ≠0.
TEOREMA DI AMPERE
Una corrente è concatenata con il cammino chiuso L se attraversa una S che ha L come
contorno.
Secondo il teorema di Ampere la circuitazione del campo magnetico lungo qualunque
cammino chiuso L è direttamente proporzionale alla corrente totale concatenata con L.
La corrente totale concatenata è espressa dalla somma delle correnti concatenate con
L; ciascuna di queste correnti è presa con il segno + se B che genera ha lo stesso
verso del cammino L e viceversa.
A differenza del campo elettrostatico, il campo magnetico non è conservativo.
La circuitazione non dipende dal raggio del cammino L.
Campo magnetico all’interno di un filo percorso da corrente è direttamente proporzionale
alla distanza r dall’asse.
PROPRIETA’ MAGNETICHE DEI MATERIALI
Ampere aveva fatto l’ipotesi che anche i campi dei magneti avessero origine da correnti
elettriche, che fossero dovuti all’effetto complessivo di tante correnti elettriche
microscopiche.
Le sostanze che sono debolmente attratte da un campo magnetico si dicono
paramagnetiche; quelle debolmente respinte sono diamagnetiche. I materiali
ferromagnetici sono fortemente attratti dai magneti
Ferromagnetiche: hanno momenti magnetici grandi che si allineano facilmente con il
campo magnetico esterno e generano un campo magnetico intenso. I campi interno ed
esterno hanno la stessa direzione, verso. Btot = Bint + Bext. Anche se Bext è uniforme,
Btot è maggiore all’interno del materiale (dove le linee di campo si addensano).
Paramagnetiche: hanno momenti magnetici deboli. Il loro allineamento con Bext
avviene come nelle ferromagnetiche. Btot = Bext + Bint è poco maggiore di Bext e
l’addensamento delle linee di campo all'interno del materiale è trascurabile.
Diamagnetiche: hanno momenti magnetici nulli, perché al loro interno gli effetti
magnetici dovuti ai singoli elettroni si compensano.Ma l’applicazione di un Bext disturba
questo equilibrio e genera deboli momenti magnetici che hanno verso contrario a quello
di Bext, che si oppone a Bint. Btot = Bext + Bint è minore di Bext e le linee di Btot
tendono a diradarsi nel materiale (effetto impercettibile).