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POTENZIALE ELETTRICO

Parallelismo tra forza di gravitazione universale di Newton e forza elettrica di Coulomb.

L’interazione gravitazionale è sempre attrattiva; dunque la F gravitazionale sul secondo


corpo ha verso opposto rispetto al versore r che punta dal primo al secondo. Il lavoro di
F gravitazionale è >0 quando m2 si avvicina a m1 e viceversa.
L’interazione elettrica è attrattiva se le cariche hanno segni opposti e repulsiva se hanno
lo stesso segno. Nel primo caso il lavoro è positivo quando Q2 si avvicina a Q1 e
viceversa.
Le due forze hanno espressioni matematiche della stessa forma e hanno le stesse
proprietà—> se la F di Newton è conservativa, anche quella di Coulomb lo è. Come
per tutte le forze conservative, anche per quella elettrica possiamo definire un’energia
potenziale.

Nell’interazione gravitazionale quando il lavoro è positivo, l’energia cinetica di m2


aumenta e l’energia potenziale gravitazionale U delle due masse diminuisce. Più le
masse sono vicine, più U è piccola.

Analogamente, quando Q1 e Q2 hanno segni opposti (forza attrattiva), l’energia


potenziale elettrica U del sistema diminuisce quando Q2 si avvicina a Q1. Più le
cariche sono vicine, più è piccola.

ENERGIA POTENZIALE GRAVITAZIONALE (r—>∞)

ENERGIA POTENZIALE ELETTRICA


Se le due cariche hanno segni discordi U aumenta all’aumentare di r (restando sempre
negativa) e viceversa. E’ il lavoro compiuto dalla forza elettrica quando le cariche sono
spostate a distanza infinita tra loro.
2
Analogie con Forza elastica della molla (U=½ k𝑠 ) e Gravitazione della forza peso
(mgh).

Se ci sono più cariche puntiformi, l’energia potenziale elettrica del sistema è data dalla
somma delle energie potenziali di tutte le possibili coppie di cariche. L’energia potenziale
di un sistema di cariche è uguale al lavoro fatto dalle forze elettriche quando il sistema
viene disgregato, cioè tutte le cariche sono portate a distanza infinita tra loro.

F = qE come F = mg —> non dipendono dalle distanze


U peso = mgh come U = qEh (se q<0 E⊗)
L’energia potenziale elettrica U di una carica puntiforme e di un piano infinito di carica
negativa diminuisce all’avvicinarsi di q al piano se q è positiva, aumenta se q negativa.

Potenziale elettiroc della caroca puntiforme nel punto considerato è V = U/q

---> grandezza scalare


V è nullo nei punti a distanza infinita da Q

Tensione elettrica o differenza di potenziale elettrico. Mentre V come U dipende dalla


scelta dello stato in cui si fissa il suo 0, la ∆V come ∆U ne è indipendente.

La F elettrica dipende dalla carica di prova, il campo elettrico E no.


Potenziale elettrico a distanza z dal piano: V = Ez. Nel campo generato da un piano
infinito di carica negativa, la differenza di potenziale tra 2 punti è direttamente
proporzionale alla differenza tra le loro distanze dal piano e il potenziale è maggiore nel
punto più lontano. Per un piano infinito di carica positiva, la proporzionalità diretta con ∆z
c’è ancora, ma differisce per un segno: ∆V = -E∆z e il potenziale è maggiore nel punto
più vicino.

Il lavoro da A a B è >0 quando ∆V è <0 (VB < VA) —> il moto spontaneo delle cariche
positive è da punti a potenziale maggiore verso punti a potenziale minore. Per le cariche
negative vale la proprietà opposta.
➔ le cariche positive passano spontaneamente da punti a potenziale più alto verso
punti a potenziale più basso
➔ le cariche negative passano da punti a potenziale più basso a punti a potenziale
più alto
Come il campo elettrico è rappresentato dalle linee di campo, il potenziale elettrico è
rappresentato dalle superfici equipotenziali.
SUPERFICIE EQUIPOTENZIALE = luogo dei punti dello spazio in cui il potenziale
elettrico assume uno stesso valore. Esse sono formate dai punti che hanno la stessa
distanza r dalla carica —> superfici sferiche con centro Q, ⊥ alle linee di campo.
In ogni punto una superficie equipotenziale è ⊥ alla linea di campo che passa per quel
punto. Vale anche per il dipolo elettrico (2 cariche uguali e opposte).

E’ possibile calcolare il campo elettrico in un punto dello spazio se si conosce


l’andamento del potenziale elettrico nei dintorni di quel punto. Dal campo elettrico si
calcola il potenziale e viceversa.
Il verso del campo elettrico è quello in cui si muovono le cariche +, da punti a potenziale
maggiore a punti a potenziale minore.

La circuitazione è sempre riferita a una linea chiusa orientata, divisa in n parti


𝑛
piccolissime. Γ(𝐸) = 𝐸1∆𝑙1 + 𝐸2∆𝑙2... = ∑ 𝐸∆𝑙1 che è la sommatoria delle differenze
𝑖=1
di potenziale che si incontrano spostandosi lungo la superficie chiusa. La sommatoria si
semplifica nella differenza tra il potenziale nell’ultimo punto del percorso e quello del
primo. Questa differenza è nulla, poiché un potenziale assume in un punto un unico
valore. Questo perché il campo elettrico è conservativo. Γ(𝐸) = 0, qualunque sia il
cammino orientato lungo il quale è calcolata. Questo si verifica quando le cariche sono
in equilibrio (caso elettrostatico) ≠ 𝑀𝑎𝑥𝑤𝑒𝑙𝑙 (cariche in movimento).

Si chiama equilibrio elettrostatico la condizione in cui tutte le cariche presenti sui


conduttori in esame sono ferme. All’equilibrio la carica elettrica presente in un
conduttore si trova tutta sulla sua superficie esterna.
∆𝑄
Densità superficiale di carica σ = ∆𝑆
. In un conduttore in equilibrio elettrostatico la
carica si concentra nelle parti più incurvate. Dunque la densità di carica σ ha modulo
maggiore dove la curvatura della superficie è maggiore e viceversa.

All’interno di un conduttore carico in equilibrio elettrostatico (cariche ferme) il campo


elettrico è 0. Sulla superficie di un conduttore carico in equilibrio elettrostatico il campo
elettrico è ⊥ alla superficie stessa.
All'interno e sulla superficie di un conduttore carico in equilibrio elettrostatico, il
potenziale elettrico ha lo stesso valore in ogni punto. La superficie di un conduttore in
equilibrio è una superficie equipotenziale. La carica totale contenuta in qualunque
superficie chiusa interna al conduttore è nulla (applicazione teorema di Gauss).

Il problema generale dell'elettrostatica consiste nel determinare, all'equilibrio


elettrostatico, il potenziale elettrico V, oppure il campo elettrico, in tutti i punti dello
spazio.
TEOREMA DI COULOMB: in condizioni di equilibrio elettrostatico la densità di carica σ
in un punto P della superficie di un conduttore e il modulo E del campo elettrico in quel
|σ|
punto sono legati dall’equazione E =
ε
, dove ε è la costante dielettrica assoluta del
mezzo isolante in cui è immerso il conduttore. Il campo elettrico sulla superficie di un
conduttore è il campo che esiste fuori dal conduttore a una distanza infinitesima da
esso. ϕ (𝐸) = 𝐸 ∆𝑆. In prossimità delle punte di un conduttore carico, il E è molto
intenso.
Dove si fissa lo zero del potenziale?
● infinito: è vantaggiosa quando il campo è generato da un numero finito di cariche
puntiformi
● a terra: conduttore ha lo stesso potenziale della terra
● a massa (ex automobile o aereo, metalli isolati dal terreno):conduttore collegato
elettricamente a un involucro metallico (stesso potenziale dell’involucro).

All’equilibrio elettrostatico la carica Q e il potenziale V di un conduttore isolato sono


direttamente proporzionali tra loro. Il rapporto costante tra la carica e il potenziale di un
conduttore è chiamato capacità di un conduttore. C = Q /V (F → Farad da Faraday)
La capacità di una sfera conduttrice di raggio R dipende solo da R e dalla costante
dielettrica assoluta ε del mezzo in cui è immersa, ed è direttamente proporzionale a
queste due grandezze. C = 4πε𝑅
All’equilibrio 2 sfere conduttrici hanno cariche direttamente proporzionali ai loro raggi e
densità di carica inversamente proporzionali ai loro raggi.

La Terra è un conduttore su cui è distribuita una carica elettrica negativa.


Condensatore = sistema costituito da due conduttori, chiamati armature, separati da un
mezzo isolante e fatti in modo che, quando uno di essi riceve una carica Q, l’altro
acquisti, per induzione elettrostatica, una carica -Q. I condensatori dei circuiti elettrici
servono a immagazzinare carica elettrica, o a separare la carica positiva da quella
negativa accumulando energia.
Un condensatore piano è formato da due lastre metalliche piane e parallele di uguale
estensione, poste a distanza piccola rispetto alle loro dimensioni. Quando è caricata, la
prima armatura passa da un potenziale nullo a V; la seconda armatura rimane al
potenziale nullo di terra. Capacità del condensatore: C = Q / ∆𝑉
Il campo elettrico di un condensatore piano e infinito è nullo all'esterno; invece all’interno
è uniforme e ⊥ alle armature, nel verso che va da quella positiva a quella negativa, con
modulo E = σ/ε
𝑆
La capacità di un condensatore piano è C = ε 𝑑
–-> dipende unicamente dalla geometria
Se nel condensatore è presente un isolante C = ε𝑟 𝐶→ l’isolante aumenta la capacità di
un condensatore.
Capacità equivalente = capacità di un singolo condensatore che accumula la stessa
carica elettrica dell'intera rete di condensatori, quando ∆𝑉 tra le sue armature è uguale a
quella presente tra i terminali della rete.

Qeq = Q1 +Q2 …
IN SERIE

1 1 −1
Ceq = ( 𝐶1 + 𝐶2
+ ...)
Qeq = Q1 = Q2 ∆𝑉𝑒𝑞 = ∆𝑉1 + ∆𝑉2 ...

ENERGIA IMMAGAZZINATA IN UN CONDENSATORE

DENSITA’ DI ENERGIA ELETTRICA DI UN CONDENSATORE


1 2
E’ il rapporto tra l’energia da esso immagazzinata e il suo volume interno. w = 2
ε𝐸 ,
vale anche nel vuoto dove dipende solo dal modulo del campo E. Non c’è bisogno di
materia per immagazzinare energia.
𝑄
ϕ(𝐸) = ε
Γ(𝐸) = 0 —-> Maxwell

CORRENTE ELETTRICA CONTINUA


∆𝑄
Corrente elettrica = moto ordinato di cariche elettriche. i = ∆𝑡
Intensità di corrente elettrica = rapporto tra la quantità di carica che attraversa una
sezione trasversale di un conduttore e l'intervallo di tempo impiegato. Ampere. Misurata
𝑑𝑄(𝑡)
con l’amperometro. Intensità di corrente elettrica istantanea: i= 𝑑𝑡
Si definisce come verso della corrente elettrica quello in cui si muovono le cariche
positive. Il verso convenzionale della corrente elettrica è quello che fa passare da punti a
potenziale più alto verso punti a potenziale più basso.
Una corrente si dice continua quando la sua intensità non cambia nel tempo (carica e
tempo sono direttamente proporzionali).
La differenza di potenziale genera una corrente elettrica. Questa corrente, man mano
che fluisce, tende ad annullare la differenza di potenziale. Per mantenere la corrente,
occorre ricreare il dislivello di potenziale con una pila o con un altro generatore di
tensione.
GENERATORE IDEALE DI CORRENTE CONTINUA = dispositivo capace di mantenere
tra i suoi capi una differenza di potenziale costante, per un tempo indeterminato e
qualunque sia la corrente da cui è attraversato.
Circuito elettrico = insieme di conduttori connessi tra loro e collegati a un generatore.
-se la catena di conduttori non è interrotta, il circuito si dice chiuso e in esso passa una
corrente elettrica
-se la catena è interrotta, il circuito è aperto e non passa corrente

Conduttori in serie —> stessa corrente


Conduttori in parallelo—> stessa ∆𝑉

Il fisico tedesco Ohm verificò sperimentalmente che esiste un’ampia classe di conduttori,
che comprende i metalli e le soluzioni di acidi, basi e sali, per i quali la curva
caratteristica è una retta passante per l’origine —> conduttori ohmici.
PRIMA LEGGE DI OHM = nei conduttori ohmici l'intensità di corrente è direttamente
∆𝑉
proporzionale alla differenza di potenziale applicata ai loro capi. i = 𝑅
La costante R si chiama resistenza elettrica e si misura in V/A = Ω (Ohm).
Un conduttore ideale avrebbe R nulla: il moto delle cariche non troverebbe alcun
impedimento. Resistore = componente dei circuiti elettrici che segue la prima legge di
Ohm (ex filo di rame o alluminio).

Resistenza equivalente = quando un singolo resistore, sottoposto alla stessa differenza


di potenziale che hanno i terminali della rete, assorbe ddal generatore la stessa corrente
elettrica.
∆𝑉 = iR
RESISTORI IN SERIE

ieq = i1 = i1
∆Veq = ∆V1 + ∆V2 …
Req = R1 + R2 …
RESISTORI IN PARALLELO
ieq = i1 + i2 …
∆Veq = ∆V1 = ∆V2

L’amperometro che misura la corrente e il voltmetro (∆V) hanno una propria resistenza
(interna) e sono attraversati da corrente.
-un buon amperometro deve avere una resistenza interna molto piccola (in serie con le
altre R)
-un buon voltmetro deve avere una resistenza interna molto grande (in parallelo);
corrente del voltmetro piccola per non alterare la ∆V

LEGGI DI KIRCHHOFF (1824-1887)


★ nodo = punto in cui convergono tre o più conduttori
★ ramo = ciascuno dei conduttori che congiungono due nodi
★ maglia = due o più rami che hanno estremi comuni (connettono i due stessi nodi
formando un tratto chiuso del circuito)

Legge dei nodi/ prima legge: la somma delle intensità delle correnti entranti in un nodo
è uguale alla somma delle intensità delle correnti uscenti —> conseguenza del principio
di conservazione della carica elettrica.
Legge delle maglie / seconda legge: la somma algebrica delle differenze di potenziale
che si incontrano percorrendo una maglia è uguale a zero. —> una carica q che
percorre l'intera maglia alla fine ha la stessa energia potenziale dell’inizio —> principio di
conservazione dell'energia.

EFFETTO JOULE = trasformazione di energia elettrica in energia interna del resistore in


quanto aumenta la temperatura poiché aumenta l’energia cinetica delle particelle. (ex
phon, ferro da stiro). Non circola corrente continua ma alternata, che cambia verso
periodicamente e ha un’intensità oscillante.
In un resistore percorso da corrente, la potenza dissipata per effetto Joule esprime la
2
rapidità con cui l’energia elettrica è trasformata in energia interna del resistore. P = R𝑖
Anche per i fenomeni elettrici vale il principio di conservazione dell’energia totale.

Forza elettromotrice fem di un generatore = rapporto tra il lavoro che il generatore


compie per spostare al suo interno una carica positiva q dal polo negativo al polo
𝑊
positivo e la carica q stessa: fem = 𝑞
.
Per un generatore ideale il lavoro W è l’opposto di quello compiuto dalle forze elettriche.
La fem di un generatore ideale è uguale alla differenza di potenziale che esso mantiene
ai propri estremi. Per un generatore reale la fem è la differenza di potenziale massima
che può avere tra i poli. Quando circola corrente, la differenza di potenziale tra polo
positivo e negativo di un generatore reale è < fem.

La resistenza interna misura l’impedimento al moto delle cariche che si ha all’interno del
generatore reale. Un generatore reale è descritto come un generatore ideale con fem,
posto in serie a una resistenza interna r. Se non circola corrente fem = ∆V
Elettrometro misura la fem di un generatore reale.
SPIEGAZIONE MICROSCOPICA EFFETTO JOULE: un conduttore metallico percorso
da corrente si scalda perché gli ioni del reticolo cristallino assorbono, attraverso gli urti,
l’energia cinetica degli elettroni accelerati dalla forza elettrica (aumenta la temperatura).
Velocità di deriva = velocità media degli elettroni di conduzione di un metallo.

SECONDA LEGGE DI OHM: la resistenza R di un filo conduttore è direttamente


proporzionale alla sua lunghezza l e inversamente proporzionale alla sua area
𝑙
trasversale A: R=ρ 𝐴
dove ρ è la resistività (Ω𝑚) che dipende dal
materiale di cui è fatto il filo e dalla sua temperatura (tabella). In base alla resistività
possiamo dire se un materiale è un buon conduttore (i grande) o un semiconduttore o
un buon isolante (ρ grande, i piccola). Ex conduttore (ferro, argento, rame);
semiconduttore (germanio, silicio); isolante (vetro, polietilene).

La resistività dei metalli aumenta al crescere della temperatura. Se la temperatura è


maggiore, gli ioni del reticolato oscillano attorno alle posizioni di equilibrio più
velocemente e con maggiore ampiezza. Ciò rende più probabili gli urti tra elettroni di
conduzione e ioni e aumenta l’impedimento opposto dal reticolato al moto degli elettroni.

A basse temperature la resistività dei metalli può avere 2 andamenti diversi:


1) Nella maggior parte dei casi, la resistività si stabilizza ad un valore minimo al
tendere della temperatura a 0
2) In alcuni metalli (ex mercurio) la resistività si annulla bruscamente quando T
scende ad un certo valore e resta nulla per i valori di T inferiori.
Per i metalli che si comportano come il mercurio (superconduttori), la temperatura
specifica al di sotto della quale si annulla la resistività è chiamata T critica. Fenomeno di
superconduttività scoperto dal fisico olandese Onnes nel 1911, mentre studiava la
resistività del mercurio.

PROCESSO DI CARICA DEL CONDENSATORE (chiusura interruttore)


Considero un circuito in cui sono collegati in serie un generatore di tensione con una
fem, un resistore R, un condensatore C, un amperometro A e un interruttore I, (r
trascurabile). ∆𝑉 = fem.

Il prodotto RC è un tempo caratteristico del circuito che misura quanto rapidamente il


condensatore di capacità C si carica attraverso il resistore R. t=5RC quando i=0
La corrente accumula carica elettrica nel condensatore e dissipa energia per effetto
Joule nel resistore.
Se si usa un condensatore per immagazzinare una certa quantità di energia potenziale
elettrica, nel processo di carica se ne dissipa una quantità uguale, che va ad aumentare
l’energia interna degli elementi del circuito e dell’ambiente.

PROCESSO DI SCARICA
Alla fine del processo di scarica, l’energia che era immagazzinata nel condensatore si è
dissipata interamente nella resistenza per effetto Joule.
La carica istantanea di un condensatore (che transita dall’istante iniziale fino a t) è la
primitiva della funzione i(t), che soddisfa l’appropriata condizione iniziale.

CAMPO MAGNETICO
Si chiamano sostanze ferromagnetiche i materiali che possono essere magnetizzati (ex
ferro, nichel, cobalto). L’ago magnetico di una bussola è una piccola calamita e
l’estremità dell’ago magnetico che punta verso Nord si chiama polo nord dell’ago e
viceversa. Ogni magnete ha un polo nord e un polo sud.

poli dello stesso tipo si respingono e viceversa.


La Terra è un magnete: il polo sud del magnete Terra è posto in prossimità del polo Nord
geografico, ma non coincide con esso. Gli aghi della bussola non puntano esattamente
verso il polo nord geografico, ma verso una zona a esso vicina (polo nord magnetico)

Angolo di 11°
Un magnete genera un campo magnetico nello spazio che lo circonda. La direzione di B
è data dalla retta che unisce i poli del magnete e il suo verso va dal polo sud al polo
nord di tale magnete (freccia della bussola).
Le linee del campo magnetico si disegnano secondo lo stesso criterio del campo
elettrico (al posto della carica c’è il magnete). Le linee di campo magnetico in ogni punto
sono tangenti alla direzione del campo magnetico, escono dal polo nord ed entrano nel
polo sud dei magneti, hanno una densità direttamente proporzionale all’intensità del
campo magnetico.
CONFRONTO E e B
-esistono polo nord e sud come esistono cariche + e -
-due poli dello stesso tipo si respingono come due cariche dello stesso tipo
-sono entrambi campi vettoriali che descrivono gli effetti di una forza
-linee di E vanno dalle cariche + a quelle -, come linee di B vanno dal polo nord al sud
Però per elettrizzare un corpo ci sono vari metodi (aggiungere o togliere elettroni), ma
per il campo magnetico non è così.
Infatti polo nord e sud magnetici esistono solo in coppia; se divido un magnete, ciascuno
dei frammenti avrà un polo nord e un polo sud.
Magnetizzazione è analoga alla polarizzazione elettrica (dipoli elettrici e magnetici).

Oersted intuì che un filo percorso da corrente genera un campo magnetico.


In un piano ⊥ al filo le linee di campo magnetico sono circonferenze concentriche con il
filo. Il verso delle linee di campo si ottiene puntando il pollice della mano destra nel
verso della corrente: le altre dita chiudendosi danno il verso di B.

Nel 1821 il fisico inglese Faraday osservò che un filo percorso da corrente, in un campo
magnetico, subisce una forza.Il verso della forza magnetica si ottiene ponendo il pollice
della mano dx nel verso della corrente e le altre dita nel verso del B; il verso dell F è
quello che esce dal palmo della mano.
→ c’è una relazione tra corrente elettrica e campo magnetico
Ampere constatò che due fili rettilinei e paralleli si attraggono se sono percorsi da
corrente nello stesso verso e viceversa.

Legge di Ampere: la forza che agisce su un tratto di lunghezza l di ciascuno dei due fili
è direttamente proporzionale a l e alle intensità i1 e i2 delle due correnti che circolano;
inoltre è inversamente proporzionale alla distanza d tra i fili.

µ
Se i1=i2= 1 e d=1 —> F= 2π
su ogni metro di lunghezza di ciascun filo.
La nuova definizione dell’Ampere (2019) si basa sulla carica elementare (elettrone). Una
corrente di 1A corrisponde al transito di un numero di cariche elementari uguale a 1/
−19
1/ 1, 602 · 10 ogni secondo. Il cambiamento di definizione non altera il valore di µ
che però non viene più considerato esatto.

B dipende solo dalle caratteristiche del magnete o della corrente elettrica da cui ha
𝐹
origine. B = 𝑖𝑙
(Tesla). —> quando il filo è ⊥ alle linee di campo

Se conosciamo B possiamo determinare la F che agisce su un pezzo di filo di lunghezza


l percorso da una corrente i.
Se il filo non è ⊥ alle linee di campo, la F è più piccola. F = il × B·sinα

Legge di Biot-Savart (1820): in un punto a distanza d da un filo rettilineo, molto lungo

rispetto a d, in cui passa una corrente i,


Fino ad ora abbiamo analizzato i casi in cui la corrente scorreva su un filo rettilineo.
SPIRA CIRCOLARE
In ogni punto dell’asse di una spira circolare il campo magnetico B è ⊥ al piano che
contiene la spira.

SOLENOIDE
E’ una bobina di filo conduttore avvolto a elica; insieme di tante spire circolari uguali,
poste l’una affianco all’altra. Passo del solenoide = distanza tra due spire contigue.
Il campo magnetico esterno al solenoide infinito percorso da corrente è nullo, mentre

quello interno è uniforme e parallelo all’asse del solenoide.

MOTORE ELETTRICO
E’ un dispositivo che trasforma energia elettrica in energia meccanica. Ex automobili,
elettrodomestici, computer…
Un modello semplice di motore elettrico a corrente continua consiste in una spira
rettangolare immersa in un campo magnetico uniforme, libera di ruotare attorno a un

asse perpendicolare alle linee di campo.


Dal momento che il verso della corrente cambia ad ogni mezzo giro, la coppia di forze
magnetiche mantiene la spira in rotazione. Il momento risultante delle forze magnetiche
sulla spira ha modulo M = i AB sinα
Una spira percorsa da corrente, posta in un campo magnetico B, tende a ruotare in
modo da portare il suo vettore superficie A nella stessa direzione e nello stesso verso di
B.

Il verso convenzionale della corrente elettrica è opposto a quello del moto degli elettroni.
Il campo magnetico è generato da cariche elettriche in movimento e, a loro volta, le
cariche elettriche in movimento sono soggette a forze quando si trovano in un B.

Una carica puntiforme q che si muove con velocità v in un campo magnetico B risente di

una forza: ⇾ Forza di Lorentz, ⊥ al piano definito dai vettori v e B


(verso dato dalla regola della mano destra): se la carica è positiva pollice nel verso di v e
dita di B; se è negativa pollice nel verso opposto a v.
Carica in movimento soggetta contemporaneamente a forza elettrica e di Lorentz:
se hanno lo stesso modulo, la risultante è nulla e per il 1 principio della dinamica, la v è
costante in modulo, direzione e verso.
Il moto degli elettroni ha la stessa direzione del campo elettrico ma verso opposto.

EFFETTO HALL
Metto in un campo magnetico una lamina conduttrice percorsa da corrente
Se una lamina conduttrice è percorsa da i in direzione ⊥ a un B, tra i suoi margini, in
direzione trasversale sia al campo che alla corrente, si crea una ΔV il cui segno dipende
dal segno dei portatori di carica in movimento all’interno del materiale.
Scoprì che nei metalli le cariche libere sono elettroni.

MOTO DI UNA CARICA IN UN CAMPO MAGNETICO UNIFORME


La F di Lorentz che agisce su una carica q in moto in un B, ha sempre direzione ⊥ alla v
della carica e quindi al suo spostamento Δs, il lavoro W compiuto dalla F di Lorentz è
sempre nullo. ΔK = W = 0. Quindi l’energia cinetica della carica puntiforme non cambia.
La F di Lorentz non può cambiare il modulo della v di una particella carica; essa
modifica invece la direzione del suo vettore.

In un campo magnetico uniforme, una particella carica con v iniziale ⊥ alle linee
di campo compie un moto circolare uniforme.
Essendo B uniforme, la F di Lorentz e v giacciono sempre sullo stesso piano: quello ⊥ a
B. La F di Lorentz è sempre ⊥ a v (modulo invariato). Ne consegue che il modulo della
F di Lorentz è costante: v e B formano un angolo di 90° (modulo del prodotto vettoriale è
il prodotto dei moduli) e hanno modulo costante. La F di Lorentz costituisce una F

centripeta di un moto circolare uniforme.

Quando la v è obliqua rispetto al campo, la F di Lorentz nella direzione di Vx (parallela)


non causa alcuna accelerazione, allora per il 1 principio della dinamica, il moto della
carica è rettilineo uniforme. Nella Vy la F di Lorentz produce un moto circolare uniforme.
Il moto della carica è la composizione di un moto rettilineo uniforme con velocità Vx
nella direzione parallela a B e moto circolare uniforme con velocità Vy nel piano ⊥ a B.
La composizione dei 2 moti dà come traiettoria un’elica cilindrica a passo costante. Se il
B non è uniforme le traiettorie delle particelle cariche sono eliche incurvate che
diventano più strette dove B è più intenso. Raggio e passo sono inversamente
proporzionali al modulo di B.

FLUSSO DEL CAMPO MAGNETICO


Il flusso del campo magnetico attraverso una superficie piana è dalla sommatoria dei

prodotti scalari
Quando le linee del B escono dalla faccia positiva della S il flusso è positivo perché
l'angolo è acuto; se entrano nella faccia positiva il flusso è negativo perché l’angolo
ottuso.
TEOREMA DI GAUSS: il flusso del campo magnetico attraverso qualunque superficie
chiusa è uguale a 0.
Il teorema di Gauss per il campo elettrico:ϕ(𝐸) = q/ε
Dal teorema di Gauss per il campo elettrico sappiamo che il flusso di tale campo
attraverso una S chiusa è direttamente proporzionale alla carica elettrica totale
all’interno della S. Quindi il flusso è 0 se la carica totale è nulla.
Mentre esistono cariche elettriche isolate, non esistono cariche magnetiche isolate (cioè
poli magnetici nord separati dai poli sud e viceversa).
All’interno di qualunque superficie chiusa la carica magnetica è nulla perché i poli nord
compensano i poli sud. Le linee di campo elettrico hanno origine dalle cariche + e
terminano nelle cariche -; il flusso del campo elettrico attraverso una S chiusa può
essere positivo o negativo. Le linee del campo magnetico non hanno né inizio né fine,
ma sono linee chiuse o infinite.
A ogni linea di campo entrante in una S chiusa (contributo negativo al flusso) ne
corrisponde sempre una uscente (contributo positivo al flusso); pertanto il flusso totale è
nullo.
La circuitazione del campo magnetico lungo una linea chiusa orientata ( ) si definisce in
modo analogo alla circuitazione del campo elettrico.
𝑛
Γ(𝐵) = ∑ 𝐵 · ∆𝑙 (Tesla per metro).
𝑗=1
La circuitazione di un campo elettrostatico è 0, nel campo magnetico è ≠0.

TEOREMA DI AMPERE
Una corrente è concatenata con il cammino chiuso L se attraversa una S che ha L come
contorno.
Secondo il teorema di Ampere la circuitazione del campo magnetico lungo qualunque
cammino chiuso L è direttamente proporzionale alla corrente totale concatenata con L.
La corrente totale concatenata è espressa dalla somma delle correnti concatenate con
L; ciascuna di queste correnti è presa con il segno + se B che genera ha lo stesso
verso del cammino L e viceversa.
A differenza del campo elettrostatico, il campo magnetico non è conservativo.
La circuitazione non dipende dal raggio del cammino L.
Campo magnetico all’interno di un filo percorso da corrente è direttamente proporzionale
alla distanza r dall’asse.
PROPRIETA’ MAGNETICHE DEI MATERIALI
Ampere aveva fatto l’ipotesi che anche i campi dei magneti avessero origine da correnti
elettriche, che fossero dovuti all’effetto complessivo di tante correnti elettriche
microscopiche.
Le sostanze che sono debolmente attratte da un campo magnetico si dicono
paramagnetiche; quelle debolmente respinte sono diamagnetiche. I materiali
ferromagnetici sono fortemente attratti dai magneti
Ferromagnetiche: hanno momenti magnetici grandi che si allineano facilmente con il
campo magnetico esterno e generano un campo magnetico intenso. I campi interno ed
esterno hanno la stessa direzione, verso. Btot = Bint + Bext. Anche se Bext è uniforme,
Btot è maggiore all’interno del materiale (dove le linee di campo si addensano).
Paramagnetiche: hanno momenti magnetici deboli. Il loro allineamento con Bext
avviene come nelle ferromagnetiche. Btot = Bext + Bint è poco maggiore di Bext e
l’addensamento delle linee di campo all'interno del materiale è trascurabile.
Diamagnetiche: hanno momenti magnetici nulli, perché al loro interno gli effetti
magnetici dovuti ai singoli elettroni si compensano.Ma l’applicazione di un Bext disturba
questo equilibrio e genera deboli momenti magnetici che hanno verso contrario a quello
di Bext, che si oppone a Bint. Btot = Bext + Bint è minore di Bext e le linee di Btot
tendono a diradarsi nel materiale (effetto impercettibile).

Permeabilità magnetica relativa: B = µ𝑟 · 𝐵𝑒𝑥𝑡


Per le sostanze paramagnetiche e diamagnetiche µ𝑟 è costante.
Diamagnetiche: µ𝑟 < 1
Paramagnetiche: µ𝑟 > 1
3 5
Ferromagnetici: µ𝑟 molto grande (10 − 10 )
CICLO DI ISTERESI MAGNETICA
Per determinare la relazione tra Btot e Bext nelle sostanze ferromagnetiche, avvolgiamo
un solenoide attorno a un lungo cilindro di materiale ferromagnetico.

Il solenoide attraversato da una corrente i fornisce Bext dato dalla formula .


Tenendo fissi N e l, modifichiamo Bext cambiando i.
Se misuriamo il valore di Btot al variare di Bext, otteniamo una curva chiusa perché è
diverso a seconda che Bext aumenti o diminuisca → ciclo di isteresi magnetica.
● Nel tratto Oa al crescere di Bext aumenta anche Btot (non andamento lineare
perchè µ𝑟 non è costante). Il tratto Oa è la curva di prima magnetizzazione e
descrive il passaggio allo stato di saturazione (momenti magnetici allineati con
Bext). Superato il livello di saturazione, Bint rimane costante.
● se compio il percorso a ritroso (da Bext a 0) descrive un altro tratto (a-b in alto).
Quando Bext si annulla rimane un campo magnetico residuo (b). Per eliminare
questo residuo (azzerare Btot) bisogna far diventare negativo Bext (cambiando il
verso di i). Così il sistema giunge al punto (c,0).
Curva di isteresi magnetica che non passa più per l’origine.

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