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Circuiti a corrente alternata
Se abbiamo circuiti con impedenze in serie, possiamo ottenere un’impedenza equivalente che è
somma delle singole impedenze Z = Z1 + Z2 + Z3
Se abbiamo delle impedenze in parallelo, possiamo ottenere un’impedenza equivalente che è
legata ad esse con la relazione: 1 /Z = 1/ z1 + 1 /Z2 + 1 / Z3 e cosa via.
Di questi, il valore più importante è quello della POTENZA ATTIVA che è rappresentata geometricamente
dal prodotto della tensione V per la componente della corrente che è in fase con la tensione, che vale I *cos
ϕ.
Cosa significa?
La potenza attiva è la potenza che può trasformarsi in potenza utile, il valore della potenza attiva
moltiplicato per il tempo ci dice quant’è l’energia che spendiamo, quant’è l’energia termica, luminosa,
meccanica che utilizziamo che non è altro che l’energia che ci viene misurata dal contatore e che paghiamo
nella bolletta dell’ENEL.
La corrente I ha due componenti, una di queste due componenti giace sullo stesso asse dove giace la
tensione, mentre l’altra è perpendicolare alla tensione. Tra tensione e corrente c’è un angolo chiamato ϕ
(fi) che è l’angolo di fase; la componente della corrente che giace sullo stesso asse della tensione è data dal
prodotto I x il coseno dell’angolo di fase.
Fattore di potenza = cos ϕ
La potenza reattiva misura il prodotto della tensione per la componente della corrente che è
perpendicolare alla tensione stessa I sen ϕ che non è in fase con la tensione ma è perpendicolare, cioè è in
quadratura.
Se nel circuito ci sono capacità e induttanza, la potenza reattiva è impegnata nella creazione del campo
elettrico nel condensatore e del campo magnetico nello spazio circostante quindi questa potenza, dal
punto di vista fisico, si traduce in corrente che è impegnata nel creare un campo elettrico sul condensatore
e un campo magnetico sullo spazio ed è corrente che non produce energia utilizzabile, me dissipa energia
per effetto Joule, è corrente che non produce energia ma anzi la spreca. E’ per questo motivo che gli enti
che forniscono energia elettrica impongono di limitare la potenza reattiva: nel caso più comune, quello
dove il carico è attivo, c’è una forte potenza reattiva e può esserci se c’è nel circuito ci sono molti motori.
Se l’angolo di fase della corrente è eccessivo, per evitare di pagare un sovraprezzo si può compensare la
componente induttiva inserendo nel circuito una capacità di valore sufficiente a riportare l’angolo ϕ ai
valori indicati dall’ente fornitore e questa tecnica si chiama RIFASAMENTO e viene attuata mediante
l’impiego di appositi condensatori. L’angolo ϕ deve stare entro certi limiti indicati dal fornitore di energia
perché se eccede a questi limiti si possono avere dei problemi: se questo angolo assume certi valori per cui
si ha una potenza reattiva molto maggiore non è una bella cosa perché significa che stiamo sprecando
corrente, energia perché oltre a non alimentare il circuito, l’energia viene anche dissipata per effetto Joule.
La misura della potenza attiva richiede l’utilizzo di uno strumento apposito, il WATTMETRO che comprende
due bobine attraversate una dalla corrente del circuito e l’altra da una corrente che è proporzionale alla
tensione. La deviazione complessiva dell’indice del WATTMETRO è proporzionale al prodotto dei due valori
e anche al coseno della differenza di fase.