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Entra in scena un nuovo personaggio, Caliban che viene presentato prima da Prospero e poi da se stesso: vi

è quindi un’altra autopresentazione di un personaggio, la sua è molto poetica.


Il suo nome è Calibano, e questo evoca un altro nome famigliare tra le persone inglesi, che è cannibale e
probabilmente è una sorta di gioco di parole oppure Shakespeare non aveva ben capito e scrisse male il
nome.
C’è uno stretto collegamento tra questo personaggio e l’America, la nuova terra, il primo che incontrò i
cannibali fu Colombo, il quale chiese il loro nome ad un gruppo di persone che stavano sulla riva, e li definì
cannibali ovvero persone che mangiano altri esseri umani. C’era una sorta di credenza, che da una parte era
vera, perché alcune persone nei Caraibi e in altre parti d’America mangiavano i loro nemici e lo facevano
senza rispetto, perché questi provavano ad essere simili a questi eroi che avevano ucciso ma quando questi
erano già morti.
Calibano è un altro servo di Prospero ma inferiore rispetto ad Ariel: lui riesce ad avere un impatto negativo
sulle persone, è come un veleno e non è solo il figlio di una strega ma è anche figlio di Satana.
Calibano fa una descrizione dell’isola, l’isola era sua, perché i primi ad arrivarci furono lui e sua madre
Sycorax.
In linguaggio di Calibano riesce a creare un poema affascinante, lascia che siano le parole a dire la verità e
usa delle perifrasi molto evocative per descrivere la grande luce ( la grande luce è il sole, quella più piccola
è la luna).
Shakespeare cerca di farci arrivare il senso di magnifico che era tipico delle persone inglesi ma anche dei
nativi nel momento del loro primo incontro; il linguaggio dei nativi era molto selvaggio, non rifinito ma allo
stesso momento molto evocativo. Quindi questa è la prima creazione poetica che troviamo nell’opera.
Calibano è stato privato del suo regno da Prospero, che in un primo momento era stato vittima a Milano ma
ora stava commettendo lo stesso crimine nell’isola, quindi possiamo vedere come ci siano echi della stessa
storia.
Diversi antropologi analizzarono il momento del primo incontro tra nativi ed europei, questi ultimi erano in
una posizione di svantaggio perché non conoscevano i territori, non sapevano come sopravvivere in questi
luoghi e i nativi gli aiutarono, erano persone molto generose perché diedero loro acqua e cibo.
Gli inglese e gli europei erano molto fieri della loro lingua, della loro cultura e per questo diedero ai nativi
delle parole per dare un nome al loro mondo, ma questo era molto ingiusto da parte degli europei perché
loro stavano incontrando un’altra civiltà, un’altra cultura con una propria religione e una propria lingua, e
loro cercarono comunque di rimpiazzare la loro cultura, sostituendola. I nativi inizialmente non capirono le
loro intenzioni e non sapevano che gli inglesi erano arrivati li per stabilizzarsi, quindi vedremo una
descrizione edenica nelle prime cronache scritte dagli inglese stabilizzatosi in America; iniziarono a
colonizzare il Nord Carolina e dopo incontrarono la tribù degli Algonkin, diversa dalle altre con i propri
dialetti e la propria lingua.
Un uomo del tempo elisabettiano, Hariet, scrisse alcune parole sugli algonquin e le tradusse in inglese, era
un intellettuale che cerco di capire questa nuova colonizzazione, cercando di essere una sorta di Dio tra
inglesi e queste nuove tribù.
Per sopravvivere gli inglesi avevano bisogno di capire dove fosse l’acqua salata e i nativi glielo mostrarono.
Quando Calibano capì che Prospero non era un suo parente, non era un amico e anzi, diventò il re dell’isola,
allora si pentì di esser stato troppo amichevole nei suoi confronti perché così perse la sua isola, e divenne
un suo servo.
Come Ariel che venne imprigionato in un pino, Calibano venne imprigionato ina una roccia, perse quindi la
sua libertà e il resto dell’isola e non poteva più muoversi liberamente da una parte all’altra dell’isola.
Calibano impersona i nativi americani, che vennero crudelmente sottomessi e perseguitati dagli inglesi, o
europei in generale.
La storia di Calibano è molto simile a quella dei nativi, vediamo come si incontrano due culture differenti tra
loro e come tra di loro si insegnano differenti cose.
Ma vedremo anche presto che come Calibano, questi nativi divennero presto nemici degli inglesi quando
capirono che questi volevano conquistare e sfruttare il loro paese, iniziando a costruirci le loro case e per
questo i nativi iniziarono ad attaccare i gruppi inglesi e molti di loro vennero crudelmente condannati.
Calibano cambiò il suo modo di vedere Prospero quando vide che questo occupò completamente l’isola e
quindi si trovava li per rimanerci: in The Tempest abbiamo quindi un’accusa contro Prospero che viene
accusato di inganno, nonostante sapesse cosa fosse visto che anche lui venne ingannato da suo fratello
Antonio, e nonostante ciò divenne un usurpatore nell’isola.
Quindi in questo passaggio abbiamo una rivisitazione della storia raccontata da Prospero e questo è un
primo avvertimento per i personaggi sul palcoscenico, ma anche per i lettori, e per gli spettatori, da qui
capiamo che la prima impressione può non essere reale, giusta e un personaggio è costituito da diverse
esperienza, formato da diversi tratti che ci condannano tutti insieme.
Quindi dobbiamo essere prudenti quando giudichiamo un personaggi nel palcoscenico, ma anche quando
giudichiamo una persona nella vita reale.
In un passaggio scritto da Samuel Daniel nel 1599, viene descritta la diffusione dell’inglese nelle terre
sconosciute o nelle rive straniere che potrebbe migliorare la conoscenza di nazioni sconosciute. Gli inglesi
pianificarono di conquistare il mondo attraverso la loro lingua, pensavano che l’America fosse una tabula
rasa dove loro potevano scrivere la loro storia con la loro lingua e ridefinire questa popolazione con un
accento uguale al loro. E’ un progetto di assimilazione culturale molto suggestivo e sorprendente.
Nel 1599 l’inglese non era così tanto diffuso in Europa e nel mondo, ed è interessante vedere come questo
poeta pensò a questo tipo di progetto culturale come un progetto di conquista; questo progetto si avverò
nei nostri giorni, infatti l’inglese è la lingua più parlata nel mondo, è come una sorta di lingua franca e tutti
dovrebbero conoscere l’inglese per comunicare con altre persone. Ma in questo periodo storico, l’inglese si
trovava in una posizione inferiore se comparato con altri lingue come il latino, l’italiano e il francese ma
Daniel pensava che la sua lingua fosse giusta per essere esportata in terre straniere e che potesse essere
utile per colonizzare persone, e i colonizzatori raggiunsero questo obiettivo.
Gli spagnoli fecero lo stesso ma loro accettarono qualche parola proveniente dal vocabolario dei nativi,
infatti lo spagnolo venne arricchito da ciò mentre gli inglese provarono a proteggere la loro lingua dalle
contaminazioni perché volevano mantenere la loro purezza a livello morale e culturale, per questo motivo
gli inglesi cercarono di mantenere dei confini tra loro e i nativi.
Gli inglese vivevano sopra le colline mentre i nativi erano confinati nelle loro foreste, loro evitavano di
andare nelle foreste per proteggere la propria cultura, provarono anche ad evitare che di sposare le ragazze
native: vi era quindi una rigida separazione tra queste due culture. Cercarono anche di addomesticare i
nativi, di farli entrare nella loro cultura, cercando di fare convertire alla loro religione e alcuni si
convertirono perché pensavano che il Dio inglese fosse più potente rispetto al loro Dio, per questo
dovevano sottomettersi a questo Dio e agli inglesi.

Con Calibano sembra che Shakespeare volesse raccontare ciò che sarebbe accaduto poi nella nostra storia,
è vero che gli inglesi trasferirono la loro lingua nelle colonie, la loro cultura e la loro letteratura ma grazie
alla loro lingua, i nativi poterono raccontare la loro versione della storia.
Esiste un libro chiamato The empire writes back, dove un nativo racconta la sua esperienza con toni aspri.

La magia nera è usata ancora per emarginare le persone, nativi e donne vivevano in una posizione più
debole ma allo stesso tempo potevano comunque visitare un modo alternativo a quello patriarcale dove i
ruoli erano fissati.

Prospero nella sua isola e nelle sue parole, usa dei criteri di esclusione e differenziazione: lui cerca di
escludere tutti i personaggi che non condividono la sua cultura, come Ariel, Calibano e Sycorax e vive fianco
a fianco con sua figlia Miranda che è una giovane ragazza bianca. Quindi cerca di mantenere dei confini in
questa isola, non tutti vivono nella stessa parte dell’isola.
L’arte di Prospero è quella di dividere le persone per far in modo che facciano esperienza diverse: Calibano
è molto simile alle persone inglese perché molti nativi vennero trasportati in Inghilterra dove vanivano
esibiti al pubblico che poteva guardarli e descriverli, in un primo periodo della colonizzazione questi erano
considerati meravigliosi, molto amichevoli e molto simili alla razza europea.

Più avanti si va con la colonizzazione, più capiamo che queste persone erano veramente brave e generose
ma non pronte a lasciare che le loro terre cadessero sotto il potere inglese, ed è per questo che iniziarono
dei conflitti molto aspri tra loro e molte persone vennero uccise; in questo momento di conflitti, l’idea che
gli inglesi avevano dei nativi cambiò perché ora venivano associati al diavolo, all’oscurità e vennero
degradati come se fossero animali. Per esempio Calibano è collegato a delle azioni molto brutte, infatti
venne animalizzato e chiamato cane o associato ad altri animali.

Con l’uso della parole “vessel” ci è chiaro che i nativi erano completamente assorbiti dalle istituzioni
medievali europee, loro dovevano completamente obbedire agli inglesi e sottomettersi a loro e loro
accettarono questo perché convinti che gli inglesi fossero più potenti e che anche il loro Dio lo fosse.
Una delle scene più caratteristiche nei racconti di viaggio, è quando gli inglesi usarono le loro armi contro i
nativi che vedendo il fuoco pensarono che fosse qualcosa di divino ed è per questo che rimasero
impressionati dal Dio cristiano che associavano a questo fantastico fenomeno che loro non conoscevano.
Per i nativi, la Bibbia era qualcosa di magico che gli inglesi usavano per dominarli ed è per questo che
decisero di cambiare la loro religione.
Questa fu una vera e propria assimilazione culturale basata sulla paura, e della potenza degli inglesi che
erano supportati dal potere di Dio, ed è per questo che anche Calibano fece sottomettere da Prospero.
Qui nuovamente vi è un caso di INTERTESTUALITA’ perché ci sono citazioni dei travel reports scritti nell’era
elisabettiana e giacobina: c’è un riferimento a questi travel report quando Calibano parla perché usa le
stesse frasi usati dai nativi nei report inglesi, ovviamente la voce dei nativi venne silenziata e abbiamo
quindi solo la loro versione della storia, ascoltando appunto i racconti orale in quanto non avevano un
sistema di scrittura. Questi racconti orale venivano tramandati di padre in figlio, e possiamo capire da qui
come loro vissero il trauma della conquista da parte degli inglesi, conosciamo alcune parti dei loro discorsi
perché vennero assorbiti appunto in questi racconti di viaggio e le parole attribuite ai nativi son le stesse
che vengono usate da Calibano.
Non sappiamo quanto questi reports siano affidabili, considerando che gli inglesi non parlavano algonkin,
ovvero dialetto parlato nel nord Carolina, ma loro pretendevano di capirlo.
Siamo a conoscenza di alcune parole del linguaggio nativo grazie ad Harriot che scrisse e pubblico alla fine
del 16 secolo, un glossario.

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