american
Prima che accadesse tutto ciò:
Il nord america, scenario principale della rivoluzione americana, prima era abitato dai nativi
americani, i pellerossa, una civiltà di origine precolombiana (prima della colonizzazione europea)
che aveva cominciato a convivere con i colonizzatori spagnoli.
si vivevano in villaggi di tende (tepee) e avevano una forte spiritualità legata principalmente alla
natura e a complessi e poco conosciuti riti tradizionali.
La loro attività fondamentale era la caccia, in genere con arco e frecce in groppa ai cavalli, introdotti
nel nuovo mondo dagli spagnoli che diventarono presto di largo uso tra gli indiani.
In quest’ultima immagine un capo tribù,
Nell’immagine
riconoscibile
Nell’immagine dallevediamovediamo
numerose un piume le che
pellerossa
gliintento tipiche
avvolgono abitazioni,
il capo,
a cacciare le piume
un didi aquila,
bisonte, fonte
architettura
infatti,
indispensabile disemplice,
hanno significato
cibo e di dovecon
libertà
risorse, e
forza, oltre
arcoa ecostituire
abitavano un legame col
gliaindiani.
frecce cavallo
divino.
Scoppia in Europa la guerra dei sette anni:
Tutto nasce da questa guerra, che iniziò nel 1756 (e finì nel
1763) appena dopo la pace di Aquisgrana, la quale pose fine alla
guerra di successione austriaca.
Gli schieramenti erano Inghilterra e Prussia contro Francia,
Austria, Russia e più tardi Spagna.
La posta in palio era il predominio sui mari e sulle colonie, cui
aspiravano specialmente Francia e Inghilterra.
Per questo motivo essa venne combattuta in Europa e nelle
indie sia orientali che occidentali, essa assunse dimensioni
quasi mondiali.
Per la Francia la guerra si concluse con un vero e proprio disastro,
infatti, con la pace di Parigi (1763), dovette cedere l’intero Canada
e tutti i suoi possedimenti nord americani.
Inoltre l’Inghilterra ottenne dalla Spagna (alleata con la francia)
anche la Florida.
L’impero coloniale britannico
era sempre più vasto e
comprendeva ormai tutti i 5
continenti, anche l’Australia.
Tuttavia quest’ultima era
una colonia penale, ovvero un
luogo dove venivano deportati
i criminali condannati al lavoro
forzato.
Nascono le prime 13 colonie inglesi in America
Nell’America settentrionale, vicino alle coste affacciate sull’Atlantico,
tra il 1600 ed il 1700 gli inglesi avevano fondato ben 13 colonie,
che intorno al 1770 contavano già 2,5 milioni di persone.
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pala
Le religioni professate erano diverse, c’erano puritani (movimento Oceano
ti Ap
religioso di protestantesimo inglese ispirato al calvinismo), cattolici, Atlantico
ebrei e molte altre.
Mon
La popolazione era così varia perchè i motivi che spingevano a
emigrare erano molti:
I primi coloni inglesi erano sbarcati in Virginia (1607), essi erano in gran parte avventurieri, allettati dal miraggio
dell’oro.
Invece i “padri pellegrini”, approdati in Massachusetts nel 1620 erano puritani, in ga dalla persecuzione in
Inghilterra di Carlo I a causa della loro religione.
Ancora diversa l’origine della Georgia, (l’ultima delle colonie), popolata all’inizio da un gruppo di condannati per
piccoli reati ai quali era stata offerta la possibilità di rifarsi una vita nel Nuovo Mondo.
Fra le colonie inglesi più meridionali e quelle del centro-nord c’erano grandi differenze…
Infatti in quelle a mezzogiorno si erano sviluppate ricche piantagioni di canna da zucchero, tabacco,
indaco (un colorante), cotone e riso.
se appartenevano a grandi latifondisti, che abitavano in lussuose ville di campagna; al loro servizio
c’erano numerosi schiavi neri e conservavano costumi signorili della nobiltà inglese campagnola.
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La vita degli schiavi neri era durissima; lavoravano costantemente senza pause e pochi pasti e
acqua per ottimizzare la produzione e i costi. Anche la vita di uno schiavo in salute non
superava i dieci anni in una piantagione.
si non avevano alcun diritto ed erano costretti al lavoro incessante fino allo sfinimento.
Non meno indegno era il trasporto verso le americhe che, come abbiamo visto nei capitoli
precedenti, era anch’esso in condizioni di scarsa igiene, che li vedeva stipati su navi con
l’assenza di spazio per sedersi e per fare i bisogni.
Si dovrà aspettare fino al 1865 per l’abolizione ufficiale della schiavitù, ma pensare che queste
pratiche disumane sono andate avanti fino a un secolo e mezzo fa è assurdo.
Nelle colonie del nord nascono importanti città e piccoli proprietari
Nel centro e nel nord, invece,
predominava la piccola proprietà. Nell’immagine uno scorcio
La maggior parte dei coloni conduceva di Boston nel 1801
una vita modesta, benché non povera,
nelle piccole fattorie le famiglie di
agricoltori lavoravano duro per procurarsi
tutto ciò di indispensabile per vivere, oltre
al cibo e l’acqua. Infatti numerosi cittadini
erano anche pescatori, mercanti e artigiani,
che producevano abiti, attrezzi da lavoro e
mobili domestici.
Qui sorgevano le città più popolose e vivaci,
che ospitavano manifatture e piccole
fabbriche, dei veri e propri centri di
commercio con L’Inghilterra; queste città
erano:
Nell’immagine una cartina
tematica che illustra la
distribuzione delle attività delle
colonie, con indicate le città più
importanti:
> Boston
> Philadelphia
In i l guerr
’indipende
american
L’economia delle colonie era tuttavia sottoposta agli interessi dell’Inghilterra. Quest’ultima imponeva ai coloni
di vendere i loro prodotti esclusivamente alla madrepatria ed evitava loro di impiantare industrie che potessero
fare concorrenza a quelle inglesi; così era proibita la produzione locale di tessuti di lana, stoffe, cappelli...
Queste leggi erano vantaggiose per l’Inghilterra, ma non per i coloni che ci avrebbero guadagnato di più
vendendo i prodotti ad altri paesi e fabbricare da sé i propri manufatti.
Per rendere ancora più efficace la loro protesta i coloni boicottarono le merci inglesi aumentate di prezzo,
ovvero rifiutarono di acquistarle.
Quando poi, nel 1773, il governo britannico assegnò alle indie il monopolio della vendita del tè con grave
danno ai commercianti delle colonie, numerosi cittadini di Boston, sotto le vesti di Indiani pellerossa,
assalirono tre navi della Compagnia e rovesciarono in mare tutto il carico, ovvero milioni di foglie di tè
inglese, in mare.
Questo storico episodio che prese il nome di Tea Party di Boston, verificatosi il 16 Dicembre 1773, fece
scattare l’Inghilterra, che subito mandò numerose truppe in America per ridurre i ribelli all’obbedienza.
Le 13 colonie si separano dalla madrepatria
I comportamenti ostili dell’Inghilterra spinsero i coloni ad azioni estreme, che li allontanarono ulteriormente dalla
madrepatria.
Il principale motivo è l’assemblea a Philadelphia, detta Congresso, dove i coloni, ben decisi a difendere la
propria autonomia senza però dichiarare guerra.
Inoltre nelle colonie, prima amministrate da governatori inglesi, erano state istituite delle assemblee legislative
locali che assunsero importanza via via sempre maggiore.
Si erano poi formate delle milizie coloniali, cioè forze armate che non rispondevano più al governo ufficiale, ma
ai ribelli.
Nel 1775 l’esercito inglese, giunto in America, attaccò le milizie coloniali. Si riunì un secondo Congresso nel quale
si sancì la separazione dalla madrepatria e l’indipendenza.
Viene approvata la dichiarazione d’indipendenza
La Dichiarazione d’indipendenza, scritta da Thomas Jefferson, fu approvata il 4 Luglio 1776, è
infatti proprio in questo giorno che negli Stati Uniti d’America è festa nazionale; questa
dichiarazione conteneva tre punti fondamentali:
1- Tutti gli uomini sono creati uguali e hanno diritto alla vita, alla libertà e
alla ricerca della felicità.
2- I governi sono istituiti per garantire questi diritti.
3- Quando un governo opera in contrasto con questi princìpi, è diritto del
popolo abolirlo ed istituirne uno nuovo.
Il nuovo Stato Americano intendeva dunque fondarsi sulle principali idee illuministe, che non hanno
trovato confine in europa, ma si sono diffuse anche nel Nuovo Mondo.
I coloni vincono la guerra d’indipendenza
L’Inghilterra, a quel tempo lo stato più potente del mondo, non poteva certo restare impassibile e
accettare l’indipendenza delle colonie.
Dichiarò quindi guerra alle ex colonie e inviò in America armamenti e giubbe rosse (così chiamate
le truppe inglesi), ottenendo inizialmente schiaccianti vittorie.
Gli inglesi erano infatti avvantaggiati: disponevano di soldati addestrati e potevano contare sui
lealisti, (i coloni rimasti fedeli alla madrepatria) e su alcune tribù indiane, che puntavano a
frenare l’avanzata degli stranieri nella loro terra.
I coloni, d’altro canto, si battevano con coraggio ed ostinazione, ma non erano abituati alle lunghe
campagne di guerra né alla disciplina militare.
Toccò a grandi eroi riprendere le redini del paese Americano, che aveva bisogno di riscatto e vittorie contro gli
inglesi.
Il primo obiettivo era quello di trasformare truppe indisciplinate in un vero esercito efficiente e vittorioso,
posto nelle mani del generale George Washington.
Intanto Benjamin Franklin, uomo politico e di scienza, un grande genio celebre per la sua invenzione del
parafulmine, percorreva l’Europa per sostenere la causa dei coloni nel Nuovo Mondo contro il governo inglese.
Nel 1777 i coloni riportarono la prima grande vittoria a Saratoga, nello stato federato di New York.
Incoraggiate dall’evento Spagna, Francia e più tardi Olanda dichiararono guerra al Regno Unito, nella speranza
di rivendicare i territori confiscati ed infliggere il colpo di grazia al commercio inglese.
Il corso della guerra venne influenzato dalle “new entry”: le giubbe rosse vennero sconfitte definitivamente a
Yorktown (1781) da un esercito per metà americano e per metà francese.
Nascono gli “United States of America”
La guerra si concluse con il trattato di Versailles, con il quale la Gran
Bretagna fu costretta a riconoscere, nel 1783, l’indipendenza delle colonie
ed ad attribuire loro un vasto territorio fino al fiume Mississippi (oltre
che a restituire la Florida alla Spagna).
Il nuovo stato prese il nome di Stati Uniti d’America, (United States of
America, o abbreviato, USA)
Il congresso stabilì che la bandiera dovesse avere tredici strisce alternate
bianche e rosse e che l’unione fosse simboleggiata da 13 stelle bianche
su sfondo azzurro.
La bandiera originale
L’evoluzione della bandiera Statunitense
La bandiera aveva tredici strisce (stripes) alternate bianche e rosse, rimaste invariate le
quali tuttora simboleggiano le prime tredici colonie, che sono state le basi per la nascita
del continente come lo conosciamo oggi.
L’aspetto che nel tempo si è modificato sono le stelle (stars) su sfondo blu: sono aumentate
notevolmente, da 13 a 50, con l’aggiunta degli stati nati col passare del tempo e anche la
disposizione delle stesse, infatti non sono più disposte circolarmente ma in righe
alternate.
Molti indiani morirono anche in seguito a malattie infettive, portate nel continente dai colonizzatori
bianchi.
La grande riduzione di bisonti nell’ecosistema contribuì a decimare i pellerossa, visto che con le armi
da fuoco gli europei ne fecero strage, a tal punto di causarne quasi l’estinzione.
Le tribù indiane superstiti furono richiuse in riserve, territori piccoli e poveri dove potevano vivere
secondo le loro tradizioni, ma strettamente controllati dal governo.
La febbre dell’oro
La corsa all'oro o febbre dell'oro fu un reale periodo della storia americana in cui moltissimi uomini "impazzirono"
a causa di una sfrenata ricerca dell'oro in California, precisamente nei fiumi e nelle miniere della Sierra Nevada ma
che arrivò poi fino all’Alaska.
Alcuni pionieri ebbero fortuna, diventando davvero ricchi, ma la maggioranza trovò poche pepite, che bastavano a
malapena al proprio sostentamento.
Quando i pionieri arrivarono in Alaska, scoprendo le grandi ricchezze minerarie nei fiumi e nel sottosuolo, partì
l’uso dei cani da slitta mer muoversi tra ghiacci.
Da qui sono nati romanzi famosissimi come Zanna Bianca ed il Richiamo della Foresta, scritti da Jack London.
Fine
Grazie
Lavoro svolto a tutti Monti
da: Thomas