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DANIEL DEFOE

Daniel Defoe nacque a Londra, probabilmente nel 1660. Suo padre si rifiutò di registrare la data di nascita di suo
figlio nel registro parrocchiale e per questo motivo ci sono dei dubbi circa la sua data di nascita. Viveva in una
famiglia benestante dalla quale ricevutte una buona educazione. Dal momento che era un dissenter, non poté
frequentare l'università di Oxford. Studiò perciò in un'accademia ma poi decise di entrare nel mondo del business
diventando un commerciante di calze all'ingrosso. Iniziò così a costruire il proprio patrimonio. Viaggiò molto, per ben
due o tre anni: prima in Portogallo, poi in Spagna, Italia, Olanda e quando tornò in Inghilterra prese parte alla vita
politica. Nel 1685 prese parte di una ribellione contro l'elezione del re Cattolico James II e nel 1688 fu a capo
dell'esercito di William of Orange. Morì a Moorfields nel 1731.

ROBINSON CRUSOE

 Nella prima parte l’autore ha cercato di fornire un quadro generale del personaggio, visto come un
esponente della nuova middle class e ci spiega come Robinson lascia la sua famiglia per fare fortuna: va in
Brasile e diventa un famoso colonizzatore fino al giorno in cui, durante una spedizione in Africa, fu
naufragato su un’isola deserta.

 Nella seconda parte ha messo in evidenza il tema della solitudine: Robinson rimane 38 anni sull’isola.

 Nella terza ed ultima parte ha tentato di spiegare i caratteri che hanno sempre portato a considerare
Robinson l’homo economicus per eccellenza.

Le avventure di Robinson Crusoe (The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe) è l’opera più nota
di Daniel Defoe (1660-1731) unanimemente considerato il padre del romanzo moderno. Il libro racconta le
avventure di un giovane marinaio inglese, che naufraga su un’isola deserta nell’Atlantico e vi resta per quasi
ventotto anni; durante questo periodo, avrà tempo e occasione di mettere alla prova tutte le sue capacità di
adattamento all’ambiente, vivendo al tempo stesso grandi avventure.
Robinson Crusoe è il primo romanzo di Daniel Defoe, che lo pubblica nel 1719, all’età di ormai sessant’anni, dopo
una vita passata tra attività commerciali, una ricca carriera giornalistica, la politica e addirittura lo spionaggio. Già
pochi mesi dopo la sua pubblicazione, il romanzo conosce un grandissimo successo presso il pubblico borghese del
tempo; col tempo Robinson Crusoe diventerà una delle letture più popolari per adulti e bambini di tutto il mondo e
una delle opere letterarie più importanti della letteratura occidentale.

RIASSUNTO
Il romanzo, ambientato nella seconda metà del XVII secolo, è narrato in prima persona ed incentrato sulla figura di Robinson Crusoe, un
ragazzo inglese della classe media che decide di prendere la via del mare contro i desideri del padre, che lo vorrebbe avvocato. La nave su cui
viaggia Robinson fa subito naufragio ma egli non si scoraggia e si imbarca per una seconda volta. Anche in questo caso, l’esito è infelice:
Robinson è catturato da alcuni pirati e preso come schiavo a Salé, in Africa. Dopo due anni, il protagonista fugge abilmente insieme a un
ragazzo arabo di nome Xury e viene recuperato dal capitano portoghese di una nave. Robinson cede Xury al capitano (strappandogli la
promessa di liberarlo dopo dieci anni di servizio o dopo la sua conversione alla fede cristiana) e giunge in Brasile, dove il capitano lo aiuta a
fondare una piantagione di canna da zucchero, riportando interessanti successi commerciali.
Dopo alcuni anni tranquilli, Robinson si rimette per mare per intraprendere la redditizia tratta degli schiavi dall’Africa. È in questa circostanza
che si verifica la circostanza decisiva della sua vita: dopo un altro naufragio, non lontano da Trinidad, egli si ritrova su un’isola alla foce del
fiume Orinoco (Venezuela), che poi chiamerà Isola della Disperazione. Grazie ad alcuni attrezzi recuperati fortunosamente dalla nave
naufragata, il protagonista riesce a costruirsi un’abitazione, tiene un diario, si fabbrica un rudimentale calendario, cominciando a coltivare e
anche ad allevare alcune capre. Robinson, che ha la sola compagnia di qualche animale (tra cui un cane, due gatti e, più avanti, un pappagallo
ammaestrato) in pratica ricostruisce sull’isola deserta il mondo inglese da cui proviene, dimostrando come, con ingegno, razionalità e spirito
d’intraprendenza si possano superare le difficoltà più impervie. Come egli annota nel proprio diario, impara giorno per giorno a far crescere
l’orzo e l’uva, a cacciare, a lavorare la ceramica per le proprie esigenze; dopo un sogno rivelatore, durante un attacco di febbre, egli scopre
pure la fede. La Bibbia sarà così la sua unica e decisiva lettura: il suo impegno concreto di fronte alle insidie della Natura si unisce
spontaneamente con la fiducia, prima o poi, nell’aiuto della Provvidenza divina.
Dopo alcuni anni di totale solitudine, Robinson scopre di non essere solo: prima nota un’altra impronta umana sulla spiaggia, poi scopre che
sulla sua isola un gruppo di cannibali è solito sacrificare le proprie vittime. Quando questi si recano lì con una nuova preda, Robinson li
attacca e li uccide, salvando un selvaggio a cui egli darà il nome di Venerdì, in onore del giorno della settimana in cui quest’ultimo è stato
liberato. Venerdì è un ragazzo gentile e intelligente e presto si affeziona a Crusoe, che gli legge la Bibbia e lo converte al Cristianesimo. Con lui
Robinson libera altre due vittime dei cannibali: una è il padre di Venerdì, l’altra un marinaio spagnolo che svela al protagonista come sulla
terraferma ci siano altri naufraghi spagnoli. Robison organizza allora un piano per cui lo spagnolo e il padre di Venerdì avrebbero dovuto
ritornare a terra, radunare gli altri marinai, costruire una nave e tornare verso l’Europa.
Tuttavia, prima che ciò si verifichi, sopraggiunge una nave inglese di ammutinati, che vogliono abbandonare a riva il comandante; Robinson,
dopo essersi accordato con quest’ultimo, sbaraglia gli ammutinati, li lascia sull’isola e si impadronisce della nave, con cui, il 19 dicembre 1686,
Crusoe salpa per l’Inghilterra, dove giunge l’11 giugno del 1687. Qui, dopo che è stato dato per morto da tutta la famiglia, scopre di essere
ricchissimo: recatosi a Lisbona, scopre per il tramite del capitano portoghese che le sue piantagioni in Brasile sono diventate molto
produttive. Mentre trasporta via terra le sue ricchezze, sempre seguito dal fedele Venerdì, il protagonista si scontra sui Pirenei con un branco
di lupi affamati. Egli poi vende la pitangione, si sposa e ha tre figli, diventa per un breve periodo governatore dell’isola che lo ha ospitato per
quasi trent’anni e infine si ritira a vita privata nella natia Inghilterra.
Robinson, un avventuriero borghese e devoto
Robinson Crusoe è un romanzo d’avventura che è stato letto da molte parti come un’opera che celebra l’avvento e
l’ascesa della moderna classe borghese, celebrandone i valori e gli ideali dell’imprenditorialità, della dinamicità,
della fiducia nei propri mezzi per conquistarsi benessere e riconoscimento sociale. Robinson è il prototipo dell’uomo
borghese e, in questo senso, la religione riveste un ruolo di grande importanza nell’economia del romanzo di
Defoe. Prima di imbarcarsi per il suo primo viaggio, il padre di Robinson tenta di farlo desistere affermando che Dio
non benedice questa sua partenza. Una volta sull’isola, dopo esser scampato a numerosi pericoli, Crusoe viene
visitato in sogno da un misterioso essere che lo accusa di non essersi pentito delle sue cattive azioni. Nella sua
solitudine, Dio diventa il suo interlocutore e la Bibbia la sua guida morale ed esistenziale. Robinson comincia allora
a inquadrare la sua avventura e gli eventi che si susseguono in una prospettiva cristiana e provvidenziale: la
disubbidienza al padre come peccato, il naufragio come susseguente punizione, l’approdo sull’isola e i fortunosi
incontri (come quello con Venerdì o con la nave inglese) come tappe di un itinerario di fede che, per essere davvero
completo, prevede il superamento di tutte le difficoltà possibili e, quindi, la maturazione del protagonista principale.
In effetti, nella fittizia introduzione d’autore, di mano dello stesso Defoe, che apre il romanzo si legge:
La storia è narrata con sobrietà, serietà e applicando con sentimento religioso gli eventi ai fini ai quali i saggi sempre
li applicano, cioè a insegnare agli altri con l’esempio, e a giustificare e onorare la saggezza della Provvidenza nelle
nostre più varie circostanze, comunque si presentino.
Anche nelle Serie riflessioni nella vita e nelle sorprendenti avventure di Robinson Crusoe (1720), ovvero in un
tentativo di Defoe di “continuare” le avventure del suo eroe, lo scrittore inglese si soffermerà sui modi di azione della
Provvidenza, affermando che essa agisce in tempi e modi incerti, onde evitare che l’uomo non prenda cura di sé e
non rifletta sulle sue azioni dando per scontato che essa si manifesti.
Robinson Crusoe è quindi un nuovo tipo di eroe romanzesco, che si rivolge direttamente al lettore borghese
mettendo in campo i valori in cui quest’ultimo si rispecchia maggiormente: la fiducia incrollabile nei propri mezzi e la
fede serena (ma non per questo passiva o supina) nella benevolenza di Dio, che illuminerà solo chi dimostrerà di
impegnarsi attivamente per migliorare il proprio destino.
Importante resta il fatto che a questo testo si rifanno diversi autori. Tra i più famosi ricordiamo: J. Bunyan con The
Pilgrim’s Progress e J. Milton con Paradise Lost. Queste produzioni sono accomunate da un unico tema: il tema della
Provvidenza, che viene esaltato attraverso un racconto biografico che viene proposto come esempio da meditare.
Nello scrivere quest’opera, Daniel Defoe si è ispirato ad una storia vera: si narra dell’avventura del marinaio
Alexander Selkirk, il quale venne sbarcato dai suoi compagni su un’isola deserta al largo del Cile, dove visse per
alcuni anni in completa solitudine, fino a quando non venne ritrovato 4 anni più tardi allo stato quasi selvaggio da
una nave di passaggio. Il romanzo, che Defoe scrisse spinto dalla necessità di finanziare il matrimonio di sua figlia,
prende ispirazione da un fatto vero accaduto al marinaio scozzese Alexander Selkirk che aveva trascorso quattro anni
e quattro mesi in solitudine su una delle Isole Juan Fernández. La vicenda era stata narrata da Rogers e pubblicata
qualche anno prima. Sono molti i punti di contatto tra le due storie. L'isola su cui Selkirk visse, Más a Tierra, è stata
poi chiamata "Isola Robinson Crusoe".
La forma letteraria che si afferma con i romanzi di Defoe è il prodotto della middle class, che aveva cominciato a
sperimentare forme nuove ed originali.
Il tema della middle class è presente in forma esplicita nel Robinson, nelle pagine iniziali che precedono la partenza
del protagonista quando il padre associa questa classe (indicata come middle state) alla condizione più felice al
mondo, al riparo dai pericoli che ci sono nelle classi superiori e quelle inferiori. Il discorso del padre di Robinson è
l’elogio di una condizione sociale nuova, ma tendenzialemnte statica, volta alla conversazione. Nonostante gli
avvertimenti del padre, Robinson decide di partire, aprendo così la porta al nuovo mondo e all’improvviso e
all’ignoto.

Su questa contrapposizione la critica ha molto discusso interpretandola:

 Come una differenza tra vecchie e nuove generazioni all’interno della middle class, e vedendo le vicende
successive come un’allegoria del ciclo disubbidienza-punizione-pentimento-perdono.
 Altri critici hanno invece interperato la decisione di Robinson come un segno caratteristico della nuova classe
ormai cosciente di se stessa e volta alla conquista del mondo.

Insomma, il mondo che si apre davanti all’individuo della middle class è un mondo aperto alla conoscenza e alla
trasformazione. Sono due le caratteristiche che l’uomo nuovo ora possiede: inquietudine terrena e certezza
ultraterrena. Da questo binomio, nasce la forza di questi uomini che si accingono a conquistare e trasformare il
mondo.

Questo ci spiega il motivo per il quale il ruolo dei contratti è molto importante in tutti i romanzi di Defoe e in
particolare in Robinson. Il contratto è l’unica forma di intesa che può essere stabilita tra gli uomini. Gli unici esseri
umani con i quali Robinson non stipula contratti sono i selvaggi e infatti non stipula nessun tipo di contratto con
Venerdì perché non ha i requisiti per farlo.
Insomma, gli elementi essenziali di Robinson sono: l’inquietudine, l’isolamento e l’autosufficienza. Sono tutti
elementi che gli hanno conferito un aspetto emblematico così ricco.
Oltre al tema della Provvidenza e quello della Middle class, i temi più importanti sono:

 Tema della natura (Rousseau)


 Tema del lavoro (lavorare per dimostrare al padrone il buon operato per ottenere più ricompense)
 Individualismo economico e capitalistico (Marx)
 Tema del viaggio
Joyce vede Robinson come il prototipo dell’inglese che avrebbe acquistato e trasformato il mondo. Egli possiede
tutta l’anima inglese: la crudeltà, la persistenza, l’intelligenza, la religiosità.
Il colonialismo: Robinson è il simbolo della colonizzazione ed è particolare perché egli va a fondo del pensiero
umano, ripercorre tutti i possibili aspetti del colonialismo. Uno storico ingles,e Stephen Heyer, ha visto che il
rapporto che intercorre tra Robinson e Friday, segua lo stesso schema del rapporto che intercorre tra il colonizzatore
e il colonizzato. Il loro rapporto è suddiviso in 8 fasi:

1. Designare i ruoli: Robinson fa capire a Venerdì che deve fare quello che lui gli dice di fare. Infatti egli chiama
Venerdì Friday per ricordargli il giorno in cui il padrone lo ha salvato, gli insegna a dire padrone e di rivolgersi
a lui con quella parola.
2. Civilizzare: Robinson riveste le nudità di Friday e questo viene letto come un piacere da parte del civilizzatore
di civilizzare a modo suo e allo stesso tempo, quindi, c'è sempre un senso di superiorità.
3. Rapporto egocentrico e utilitaristico: Robinson assegna a Venerdì un posto per dormire. Gli insegna a dire
solo Sì padrone e no padrone e gli spiega quando usare queste parole. Robinson è il colonizzatore ed è colui
che strappa al colonizzato le sue credenze e la sua lingua, obbligandolo a parlare l'inglese. Da ciò si evince
che il rapporto tra i due personaggi è egocentrico. Non chiede a Venerdì quale fosse il suo nome ma glielo
impone per fargli ricordare che gli ha salvato la vita. A questo punto ricordiamo l'opera di Shakespeare, The
Tempest, dove il protagonista Calebano viene istruito, forse fin troppo. Egli era mezzo uomo e mezzo pesce.
Gli viene insegnato un linguaggio proprio degli umani, a tal punto che diventerà onnisciente della sua
situazione e potrà difendersi da solo.
4. Lavorare per il padrone: Friday viene educato per soddisfare i desideri di Robinson, gli insegna infatti a fare
lavori come la mietitura, la semina, etc.
5. Terrorizzare il sottomesso: Robinson terrifica Venerdì con l’uso delle armi e lo fa uccidendo il capretto. In
questo modo egli non solo capisce che deve elogiare il padrone perché è superiore a lui, ma comincerà a
nascere in lui un sentimento di paura.
6. Divisione del lavoro: Robinson insegna a Venerdì a cucinare.
7. Insegnamento della religione: Robinson impone a Venerdì la propria religione cristiana.
8. Mai giungere alla pace: Robinson non si fida ancora di Venerdì. Lo interroga continuamente per conoscere
nuove cose riguardo il suo conto, ma poi se ne pente. Questo perché il colonialismo è un continuo sondare la
lealtà del suddito.

Per quanto riguarda il processo di colonizzazione, molti studiosi hanno trovato una somiglianza del Robinson Crusoe
con l'opera di Shakespeare The Tempest pubblicata nel 1610-1611 e anche con l’opera di Aphra Behn, Oroonoko or
The Royal Slave pubblicata nel 1688 perché sono accomunati dal fatto che affrontano la problematica della
colonizzazione e degli effetti che questa provoca sui coloni e sui colonizzati. Per quanto riguarda The Tempest, molti
studiosi hanno osservato che nella coppia Prospero-Calibano, ci sono molte caratteristiche della coppia Robinson-
Venerdì, dove il primo nome di ogni coppia rappresenta la civiltà e il potere della tecnica, il secondo invece il mondo
primitivo. The Tempest, infatti, ha sempre ispirato autori antichi e contemporanei. Mentre Shakespeare pensa che il
commercio con le colonie sia frutto dell' ambizione umana e non intravede nessun tipo di guadagno, la successiva
generazione di intellettuali inglesi, vede nelle colonie una risorsa indispensabile per il benessere del paese. Tuttavia
quando Shakespeare compose la sua opera, il fenomeno del colonialismo non si era ancora diffuso del tutto.
Aphra Behn, invece, è stata definita da Virginia Woolf, la prima vera scrittrice che la letteratura inglese abbia mai
conosciuto. Sebbene l’invenzione del novel sia sempre stato attribuito a Daniel Defoe, in realtà Behn l'ha anticipato
di 30 anni. La storia di Oroonoko è la storia di uno schiavo di sangue reale. Behn precisa di aver ascoltato in prima
persona parte della vicenda dello schiavo Oroonoko (ciò testimonia che la presenza del narratore nell'opera è molto
forte) e di aver visto quanto era accaduto allo schiavo dal momento in cui venne deportato nei Caraibi, fino a quando
la morte lo avrebbe raggiunto. Behn non si limita a descrivere luoghi e situazioni in modo reale, ma lascia che la sua
opinione venga sempre resa nota. L'impatto che la scrittrice ebbe con il nuovo mondo fu decisamente positivo: la
bellezza e la ricchezza di queste terre la meravigliavano sempre di più. Questo è il motivo per cui in Oroonoko non
compare nessun tipo di denuncia verso lo sfruttamento delle colonie. Aphra Behn però riconosce che la vita degli
schiavi non era affatto facile, ma è consapevole della ricchezza che il commercio delle colonie poteva portare alla
corona britannica. Di conseguenza, non condanna apertamente il colonialismo, perché ne riconosce il potenziale
economico, ma allo stesso tempo non accetta la precarietà delle condizioni di vita degli schiavi e lascia che sia il
lettore a giudicarle. Behn conosceva Shakespeare ed è probabile che avesse letto The Tempest.

BEHN SHAKESPEARE DEFOE


Si ispira alla realtà quotidiana e ha Descrive l’isola di The Tempest Per lui la colonializzazione non è un processo negativo, ma èuna
accettato lo stato dei fatti: l’impero come un mondo desolato e fonte di arricchimento per le popolazioni da colonizzare e non tanto
era nato e si stava espandendo e fantasioso e dove viene reso per i colonizzatori. Infatti il suo Robinson Crusoe è il primo romanzo
quindi non restava che renderlo noto un profondo disprezzo per del passato in cui compaiono ideali di tipo di capitalistico: positività
sempre più stabile e servirsi delle la società coloniale. per superare le difficoltà della vita, fiducia nella Provvidenza che ci
ricchezze che il commercio con le guida e aiuta. Robinson fa di Friday un uomo civile e per questo
colonie produceva. Allo stesso Friday non si sente oppresso come Calibano e Oroonoko. La sua
tempo però, denuncia lo scelta non è stata forzata, ha deciso liberamente di essere
sfruttamento coloniale. cristianizzato e di seguire Robinson perché ha capito che la sua
Sono entrambi fiduciosi nelle generazioni future: essi infatti pensano sottomissione a Robinson poteva recargli solo vantaggi. Friday
che solo i giovani possono, attraverso le testimonianze scritte, valutare quindi, rinuncia alla sua libertà e alla sua individualità per
obiettivamente e trovare una soluzione alla schiavitù. migliorarsi, invece Calibano e Oroonoko ci rinunciano.

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