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Riassunto manuale di cultura e letteratura inglese, Crisafulli.

Alla ne dell’800 l’Inghilterra era il più vasto impero coloniale della storia.

I numerosi resoconti di viaggi in uenzavano la produzione letteraria successiva: la colonia è


dipinta come un luogo paradisiaco, esotico ma allo stesso tempo è sinonimo di paura dello
sconosciuto.

TEMI CENTRALI - uomo conquistatore, rappresentazione dell’altro come entità sconosciuta.


L’a ermazione di autorità viene usata per descrivere i rapporti con le popolazioni dei paesi
dominati al ne di legittimare il potere europeo.

Le letterature coloniali nascono in Canada, la prima grande colonia su cui punta l’Inghilterra.

“The History of Emily Montague” di Brooke è il primo romanzo de nito canadese. Si tratta di un
romanzo epistolare: lettere tra Inghilterra e la Colonia.

Nasce comunque molto più poesia che narrativa: il primo poeta è considerato Oliver Goldsmith, il
cui Topos è il rapporto con il landscape, completamente diverso dalla madre patria.

Vengono adattate forme diverse per esprimersi: il “long poem” perché per descrivere si devono
usare molte parole; il catalogo e l’elenco. Inoltre vi era un’assenza di legge sul copyright, quindi,
inizialmente, nessun interesse a creare opere nuove perché si potevano copiare direttamente da
Londra i più grandi successi.

Dal 1860 gli inglesi che vivono stabilmente in Canada vengono premiati con il “DOMINION”, una
certa autonomia/statuto speciale, anche se la regina è u cialmente quella inglese.

Poeti della confederazione - da un lato una poesia che esalta tali trasformazioni politiche,
dall’altra una poesia che continua a rivolgersi al landscape.

Un sostanziale cambiamento avviene negli anni 20 del ‘900, quando iniziano a penetrare le
in uenze dello sperimentalismo europeo e nord americano.

La svolta de nitiva si ha però con il MODERNISMO, che attua una rivoluzione anche in termini
geogra ci: il baricentro culturale si sposta a Montreal; il gruppo di Montreal propone una poesia
“traditional, catholic and alive”, che tenga conto di elementi simbolici, meta sici e cubisti che
caratterizzano le nuove istanze moderniste.

Negli anni ’30 si inizia poi a spostare l’attenzione sull’ambiente urbano e sulla narrativa di
impegno sociale. Importante è il tema del rapporto uomo/società nel contesto urbano degradato
dalle grandi metropoli e c’è una contrapposizione sempre più netta tra campagna e città.

Altra dicotomia importante è quella riguardante la dama angelica e non.

I CARAIBI - in queste colonie lo sviluppo della letteratura è molto di cile a causa della scarsa
alfabetizzazione delle popolazioni e per la diversi cazione linguistica.

A parte l’autobiogra a di un ex schiavo africano, la letteralizzazione è a data ad autori inglesi.

Un ibrido letterario è “The English in the West Indie” di Fronde che suscita una grossa polemica
tra gli abitanti nativi che non si riconoscono nella descrizione e provoca la risposta di J. Thomas
con “Frodatrice”, il primo inizio di letteratura nativa, di a ermazione di una propria identità, altra
da quella costruita dai colonizzatori.

Spesso il tema sarà quello dell’esilio e del confronto con il mondo di lingua inglese che evidenzia
la loro condizione di subalternità razziale e sociale: se da un lato il contatto con la madrepatria
fornisce loro le parole per raccontare la propria esperienza, dall’altro riempie ancora più di
nostalgia la divisione dalla patria.

L’AUSTRALIA - nacque come insediamenti per galeotti e deportati; fu popolata per molti anni da
detenuti e soldati britannici. Verso la ne dell’800 iniziarono ad arrivare anche liberi coloni e di
conseguenza la prima produzione letteraria locale in lingua inglese avviene ad opera dei primi
emigrati.

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Uno dei primi poeti galeotti fu Francis MacNamara: ballate ispirate a quelle irlandesi ma
ambientate in quello che viene descritto come l’inferno sulla terra. Anche sul versante narrativo i
primi romanzi sono resoconti di vita dura e degradata.

Il primo poeta australiano è Charles Harpun, con il quale si assiste ad un mutamento


generazionale di scrittori che essendo ormai nativi australiani si pongono in rapporto diretto e
dialogico con il paese.

Si forma un primo modello poetico australiano che ingloba la tradizione inglese e la trasforma
radicandola nel nuovo territorio.

In NUOVA ZELANDA - la produzione è meno intensa e investe problematiche propriamente


coloniali. Questo perché la componente anglofona ha mantenuto un’identità molto marcata, la
società è ancora agricola e gli scrittori hanno preferito inserirsi nel “mainstream” (tendenza,
corrente principale) inglese.

Ciò no alla prima guerra, quando si inizia a sviluppare un grande orgoglio nazionale.

Lo sviluppo della letteratura no al secondo dopo guerra muoverà in due direzioni: quella
coloniale e quella realista.

Si distingue tra letteratura anglo-indiana, prodotta da scrittori di origine inglese o nativi che
narrano storie relative al contesto indiano dell’800, e letteratura indo-inglese, scritta da autori
indiani in lingua inglese dal ‘900 ai giorni nostri.

I testi anglo-indiani sono di 3 tipi:

Letteratura dal ‘700 al ‘900 di funzionari, missionari e soldati che hanno vissuto lì ma non hanno
sviluppato un vero sentimento di appartenenza e descrivono da un punto di vista legato alla
propria cultura d’origine.

Autori inglesi che hanno vissuto lì e hanno instaurato un rapporto profondo e complesso.

Autori dell’800 nativi indiani, provenienti da scuole o università britanniche che possiedono una
padronanza tale da pubblicare in lingua inglese.

Fino alla ne dell’800 ci sono comunque pochi risultati in campo letterario, solo con Kipling si può
parlare di una letteratura inglese che si occupasse dell’India.

Kipling inizia come giornalista e reporter. Nel 1894 viene poi pubblicato “Il libro della giungla” e nel
1907 vince il Nobel.

Egli fu un importante punto di riferimento culturale della sua epoca sia per la prospettiva coloniale
sia per l’attenzione alla condizione umana.

1887 - Incoronazione della regina Vittoria come Imperatrice d’India; nelle coste più elevate inizia
l’interesse di esprimersi nella lingua dei colonizzatori.

Si inizia a sentire il bisogno di aprirsi al mondo e di spiegare in una lingua universalmente


conosciuta il proprio pensiero, costruire un ponte fra i due mondi per una reciproca conoscenza.

LETTERATURA POST-COLONIALE - 1947: L’India ottiene l’indipendenza; a partire dagli anni ’50
il processo di decolonizzazione accelera in Africa.

L’impero è trasformato in un Commonwealth, una rete commerciale.

Questo sommovimento è attraversato da idee di autonomi e ricerche di a ermazione di una nuova


identità che comporta la trasformazione delle letterature di lingua inglese in due direzioni:

La prima interessa i Dominios, tende a superare la stasi del modernismo: nuove strategie per una
nuova letteratura.

Nella seconda la dialettica del rapporto subisce cambiamenti. E’ la direzione presa dagli scrittori
africani e dei Caraibi i quali scelgono obbligatoriamente l’inglese per raccontare e riappropriarsi
del loro mondo.

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CANADA - Negli anni ’50 Robertson Davies scrive la trilogia di Salterton che sono un atto di
accusa contro l’ignoranza e l’immobilismo del vecchio establishment accademico vittoriano che
impedisce il formare e l’a ermare di una cultura canadese autonoma.

Così da una parte vi è una poesia metropolitana elegante, allusiva, tradizionale nella forma e nel
tono, dall’altra componimenti brevi, pieni di riferimenti alla storia e al mito che ritraggono la scena
canadese.

Sono questi gli anni del “rinascimento canadese”, quando l’intento regionale si ra orza attraverso
il recupero della storia locale e della memoria personale.

Il Canada dei grandi spazi e della natura incontaminata delle guerre per i diritti civili e la tutela
delle minoranze diviene nalmente una patria, il luogo della ritrovata serenità, dove il poeta può
abbandonarsi ad un viaggio indietro nel tempo alla ricerca delle proprie radici.

Non è un caso che avvengono le voci delle minoranze prime fra tutte quella ebraica.

La letteratura femminile riprende le caratteristiche delle origini: una poesia scritta da dame che
parla di donne, che identi ca la femminilità e il processo naturale.

Si ha, inoltre, il prolungare di piccoli teatri che iniziano a mettere in scena esclusivamente testi di
autori canadesi.

Si individua il “documentary drama”, costruito intorno a fatti di cronaca ed il “Conventional


realism”, che ripropone elementi della storia passata per un analisi della società contemporanea,
un’identità che si va delineando.

In Australia e Nuova Zelanda assistiamo ad un processo pressoché analogo: dagli anni ’50, la
letteratura cerca di uscire dal “modernismo marcato” prendendo due direzioni: quella di un
impegno più maturo, distaccato dalla mistica del “Bush” e da altre caratteristiche auto-isolanti,
dall’altro quella della produzione aborigena.

In AFRICA, a partire dagli anni ’30, gli scrittori iniziano ad occuparsi dell’apartheid.

La nascita della letteratura africana post coloniale si fa risalire ad Albert Achebe e al suo primo
romanzo “Things Fall Apart”. Ancora più della narrativa la poesia africana in lingua inglese è
caratterizzata dalla sperimentazione stilistica e linguistica e della contaminazione britannica.

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