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L'EDUCATORE PROFESSIONALE organizza e gestisce progetti e servizi educativi e

riabilitativi all'interno dei servizi sanitari o all'interno di servizi socio-educativi, destinati a persone


in di coltà: minori, tossicodipendenti, alcolisti, carcerati, disabili, pazienti psichiatrici e anziani.

Lavora in équipe multidisciplinari, stimola i gruppi e le singole persone a perseguire l'obiettivo di


reinserimento sociale de nendo interventi educativi, assistenziali e sanitari rispondenti ai bisogni
individuali attraverso lo sviluppo dell’autonomia, delle potenzialità individuali e dei rapporti sociali
con l’ambiente esterno.

La recente Legge di Bilancio 2018 introduce una distinzione tra l'EDUCATORE PROFESSIONALE
SOCIO-SANITARIO, che può operare sia all'interno di strutture sanitarie, sia in cooperative e
comunità, e l'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO che lavora all'interno dei
servizi educativi e sociali di organizzazioni pubbliche e del Terzo Settore.

La Legge di Bilancio 2018 ha creato pertanto un doppio canale formativo per accedere alla
professione di Educatore professionale, prevedendo il conseguimento della laurea triennale in
Scienze dell'Educazione (classe di laurea L-19) per lavorare come Educatore socio-pedagogico e
la laurea triennale in Educazione Professionale (classe di laurea L/SNT2) per lavorare come
Educatore socio-sanitario.

L'Educatore professionale socio-sanitario deve essere iscritto all'albo degli Educatori


professionali, istituito dal DM 13 marzo 2018 sulla base della Legge 3/2018.

Come detto, in Italia, le gure educative fuori dal contesto scolastico iniziano a di ondersi intorno
agli anni ’60-’70 con il nuovo concetto di “tutela della salute”. Fondamentale per questo
cambiamento fu la deistituzionalizzazione che portò alla chiusure delle scuole speciali e
all’istituzione dei servizi territoriali per disabili.

Nel 1971 poi nasce l’asilo nido comunale: l’assistenza ai bambini di età no ai tre anni diviene un
servizio sociale d’interesse pubblico per cui è richiesta la gura dell’educatore per la prima
infanzia. Parallelamente, nel 1978, si procede alla chiusura dei manicomi e all’organizzazione di
servizi territoriali di prevenzione, sostegno e riabilitazione di pazienti psichiatrici e delle loro
famiglie.

Alla ne degli anni ’80 si introduce un altro settore di impiego per gli educatori in strutture per la
rieducazione di minori nelle quali si prevede personale di servizio sociale e pedagogico.

Successivamente, nel 1990, sono istituiti presso le allora USL i servizi per le tossicodipendenze
(SERT), oggi SERD (servizi per le dipendenze), che prevedono oltre al medico, allo psicologo,
all’assistente sociale e all’infermiere, anche la gura dell’educatore.

A inizio XX secolo poi si assiste al passaggio di potere alle regioni rispetto alla podestà legislativa,
in riferimento a ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello stato, inclusa
quella socio-assistenziale.

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