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SOCIALE
GIOVANNI SPECIALE VE
WELFARE
Il Welfare è un insieme di politiche pubbliche, messe in atto dallo stato, volte a migliorare le
condizioni di vita che garantiscono assistenza e benessere ai cittadini. Lo stato interviene
nell’economia di mercato regolando la distribuzione dei redditi e prevedendo un sostegno per i
cittadini in difficoltà. Nella sua forma più ampia il welfare si impegna a fornire servizi a tutta la
collettività. Ian Gough (studioso) specifica che il welfare è il potere esercitato dallo stato per
favorire l’adattamento della forza lavoro ai cambiamenti di mercato e mantenere la popolazione
non lavorativa in una società capitalistica, è quindi compito dello stato colmare gli squilibri che il
mercato crea. Asa Briggs (storico) individua i tre obbiettivi del welfare:
MODELLO LIBERALE: diffuso nei paesi anglosassoni, non prevede assistenza sociale a carattere
universale ma iniziative indirizzate a specifiche categorie sociali, i cittadini indigenti.
MODELLO CONSERVATORE: adottato da Germania, Paesi Bassi, Francia, collega le prestazioni
sociali alla condizione occupazionale dell’individuo: secondo il tipo di lavoro svolto vengono
stipulate assicurazioni sociali che comportano determinate tutele da parte dello stato.
MODELLO MEDITERRANEO O FAMILISTA: presente in Italia, Grecia e Spagna, ovvero dove
la famiglia viene percepita come la principale fornitrice di cura e assistenza.
Questo modello è inoltre caratterizzato da una spesa pubblica sbilanciata verso certi settori piuttosto
che in altri.
Seneca
Anche Seneca nei sette libri del De Beneficis tratta il tema della beneficenza e della gratitudine
attraverso una dettagliata casistica per cui vengono definiti i modi e le circostanze in cui fare
benefici e per cui i beneficiati devono esprimere gratitudine. Il beneficium a Roma era una pratica
molto antica e radicata nella cultura, era una forma di comunicazione sociale con effetti sulla
società romana simili a quelli dell’amicizia, pero l’amicizia per i romani era un legame politico
prima che sentimentale e si esercitava tra eguali, invece il beneficio è un ponte istituito tra figure
sociali diverse, il benefattore e il beneficiato. Un po’ quello che dovrebbe accadere tra stato e
cittadino nel welfare
L'assistenza sociale ha come scopo la tutela degli interessi presenti nei cittadini. Si tratta dunque di
interventi a sostegno dei cittadini che in dato momento si trovano in particolari condizioni di
indigenza, devianza o emarginazione. Per aiutare le persone in difficoltà, lo Stato crea una rete di
servizi alla persona, Come centri ricreativi per i minori, consultori familiari... Il proposito di queste
istituzioni è quello di reintegrare nella società anche i cosiddetti soggetti a rischio, con interventi
mirati a rimuovere le cause del disagio e, di conseguenza, a cercare di dare loro una nuova
collocazione nella società. Dell'assistenza fa parte la prevenzione, ossia quell'insieme di interventi
che vogliono prevenire comportamenti e situazioni rischiose.
La previdenza è anch’essa una forma di assistenza, ma proiettata verso il futuro. La previdenza
sociale mette in atto misure tese a prevenire le conseguenze negative di determinati eventi che
possono colpire e mutare la vita di un individuo: la perdita del lavoro, un infortunio ecc. ll settore
più importante della politica previdenziale è quello legato al sistema pensionistico. In Italia si è
passati dal sistema retributivo a quello contributivo, allungando in tal modo l’età per andare in
pensione
L’STRUZIONE
L’istruzione è un altro ambito nevralgico delle politiche sociali. L’Art.34 dice che “La scuola è
aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”. Da un
buon sistema scolastico dipende infatti un buon sistema Paese. L'istruzione è anche uno strumento
di democrazia, perché consente alle persone di conoscere i propri diritti e comprendere quale sia il
modo migliore per farli valere: per questa ragione i regimi autoritari hanno spesso una scarsa
propensione allo sviluppo dell'istruzione. Nei paesi democratici l'istruzione è al centro di grande
attenzione. In molti casi l'universalità dell'istruzione scolastica nel livello primario e secondario è
resa possibile dalla dalla presenza di tasse scolastiche puramente "simboliche".
Nell'ottica del Welfare, anche gli adulti hanno diritto alla formazione, innanzitutto coloro che non
hanno ricevuto l'istruzione prevista in età scolare. Ci sono infatti scuole serali rivolte ad adulti
rimasti esclusi nel processo formativo o a numerosi sono gli immigrati che hanno bisogno di nuove
conoscenze e competenze adeguate al Paese d'accoglienza. Accanto a queste esigenze più
specificamente scolastiche, si collega poi il lifelong learning: il diritto allo studio per adulti e
anziani che vogliono migliorare la propria conoscenza.
L’ABITAZIONE
Un terzo settore di intervento delle politiche sociali è costituito dalla casa: luogo dove trascorrere la
propria vita, fondamentale per tutti. La residenza è indispensabile per esercitare altri diritti: avere
un documento d'identità, l'assistenza sanitaria, un posto di lavoro. Essere "senza fissa dimora"
significa non poter godere appieno dei diritti di cittadinanza. Per quanto riguarda il diritto
all'abitazione, Chiara Saraceno spiega che dalla seconda guerra mondiale agli anni Ottanta è
possibile individuare "tre modelli di titolo dell’abitazione”:
SISTEMA DUALE: particolarmente presente in Irlanda e nel Regno Unito, prevede abitazioni di
proprietà privata per il cui acquisto esiste un sostegno fiscale, e un'edilizia popolare, che resta di
proprietà pubblica con affitti molto bassi.
SISTEMA UNITARIO: tipico dell'allora Germania occidentale (la Rft) e della Danimarca: negli
affitti il settore privato compete con quello sociale in condizioni di sostanziale parità;
SISTEMA EST EUROPEO: nel quale l'abitazione è definita un diritto sociale garantito dallo
Stato comunista, proprietario degli immobili affittati a prezzi molto calmierati, con un basso costo
per gli inquilini ma un alto costo per lo Stato, costretto a venderli già prima della caduta dei vari
regimi. Con gli anni Novanta la situazione cambia in tutti i sistemi. Nei primi due, diminuisce molto
l'edilizia pubblica con una privatizzazione degli appartamenti, spesso in vendita a prezzi vantaggiosi
agli stessi inquilini; nei Paesi dell'est europeo, la fine dei regimi comunisti ha portato a una
restituzione degli immobili ai proprietari originari, o ai loro eredi, o alla vendita senza "calmiere",
con aumento dei prezzi delle case con gravi ricadute sociali.
Nel complesso, quindi, le politiche abitative hanno cambiato indirizzo. Dallo sfruttamento di un
bene si passa al suo possesso. L'acquisto di una casa è diventato uno status symbol, ma anche un
investimento di denaro.
FAMIGLIA E MATERNITA’.
Altro settore interessato agli interventi del Welfare è costituito dalla famiglia e dalla maternità. Nel
corso del secondo dopoguerra man mano che L’occupazione femminile è andata crescendo, si è
imposta la necessità di un sostegno alle famiglie nella cura dei figli.
Le misure prese a favore delle famiglie sono molteplici, come gli sgravi fiscali o gli assegni. Un
altro aspetto importante è costituito dai congedi di maternità e genitoriali: si riconosce a madri e
padri un tempo da dedicare alla gravidanza e alla nascita dei figli; per la madre, un periodo che può
andare da 2 mesi prima a tre mesi dopo il parto e che può variare comunque da Paese a Paese. È da
notare come il congedo di paternità si sia aggiunto in un secondo tempo rispetto al congedo di
maternità: in questo modo la società ha riconosciuto e anche promosso per il padre gli stessi diritti e
doveri attribuiti alla madre nei confronti dei figli. Alcuni articoli della Costituzione italiana come
l’Art. 29 prevede sull’eguaglianza tra marito e moglie; Art 30 il dovere di prendersi cura dei figli;
Art 31 prevede misure economiche che lo stato attua in favore di famiglia, maternità e gioventù.
Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di collaborare con Parsifal, che ci ha spiegato dinamiche ed
organizzazione di una cooperativa. Tipo A: cooperative di produzione di lavoro, fa lavorare i soci.
Tipo B: favorisce i soci con problematiche (ex detenuti disabili). Ci ha spiegato come nasce una
cooperativa, che si costituisce con un atto pubblico e formale, redatto presso un notaio. Si redige
lo statuto in cui si trova tutto ciò che fa di quella cooperativa, quella cooperativa. L’oggetto speciale
è importante, se non si è previsto qualcosa allora quel servizio non si può fare. Lo si può definire un
Core business: il ricavo ha a che fare con la mission e le attività educative, per mantenere queste
associazioni (realizzando anche progetti e ottenendo bandi) . Tale esperienza è stata formativa sia
dal punto di vista teorico perché ho arricchito le mie conoscenze in merito al Terzo settore, ma
anche dal punto di vista pratico, perché mi ha dato la possibilità di interagire (anche se online) con i
soggetti che sono i destinatari della loro mission. Ci è stata data la possibilità di conoscere il dietro
le quinte dell’associazione, l’organizzazione delle attività rivolte ai disabili (uscite-socializzazione-
autonomia) e agli anziani (progetto tramite meet).
L’esperienza del terzo anno mi ha fatto riflettere sul ruolo che a famiglia e la scuola hanno sullo
sviluppo cognitivo del bambino, in particolare attraverso lo strumento della lettura ad alta voce
Rivolta al bambino. E’ stato particolarmente bello come questo crei un ambiente favorevole allo
sviluppo della curiosità dei bambini, a cui veniva data la possibilità di intervenire con domande o
riflessioni. Abbiamo anche avuto la possibilità di svolgere attività con i bambini, sia al chiuso con i
materiali forniti dalla scuola che all’aperto. Ciò che personalmente mi ha segnato di più è stato il
comprendere quanto la famiglia influisca nel comportamento dei bambini e di come questi possono
rispondere in maniera completamente differente anche di fronte le stesse esperienze (es di una
bambina presente in classe)