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GEDDES DA FILICAIA
CAP. 1 – LA SIRENA DEL DOPPIO BINARIO HA INIZIATO IL SUO CANTO DA OLTRE UN VENTENNIO!
- I precedenti
ITA – SSN NASCE NEL 1978, prima offensiva nelle elezioni del ’96, con Polo delle Libertà (FI, Lega e Radicali)
che vogliono uscire dal SSN, con il governo dell’Ulivo (ministra Bindi), Confindustria si pronuncia per una
copertura totale a carico dello Stato per le fasce più povere per arrivare poi a un’assicurazione obbligatoria
lasciando allo Stato una parte minoritaria, sul modello USA.
- Personale sanitario
Costante riduzione del personale dipendente dal SSN, in maggioranza infermieri, dall’ampissima presenza
femminile, riduzione di 35.000 unità che supera del 50% rispetto ai tagli effettuati nel resto della pubblica
amministrazione. IN PIÙ, BLOCCO DEL TURNOVER, ESTERNALIZZAZIONE DI SERVIZI e BLOCCO DEI CONTRATTI
che dura da 7 anni, che causa un impoverimento e un invecchiamento della forza lavoro. Paragonando i dati
italiani con quelli europei (età media del personale medico/professioni sanitarie e rapporto tra n° di
infermieri/x1000 abitanti, i dati sono agghiaccianti). Sarebbero necessari piani di assunzioni massive, ma le
poche azioni intraprese servono a malapena a coprire il turnover.
- Investimenti
PATRIMONIO EDILIZIO – OSPEDALI, STRUTTURE DI RICOVERO PER LUNGO-DEGENTI (residenze assistite,
centri di riabilitazione, ecc.) e RETE TERRITORIALE (Case della salute, poliambulatori, strutture
territoriali). Spicca la necessità di adeguamento antisismico e antincendio, l’epoca di progettazione e anni
di realizzazione che spesso non rispettano questi parametri, anche in casi in cui la progettazione e la
realizzazione siano state effettuate dopo l’entrata in vigore della normativa antisismica.
TECNOLOGIE SANITARIE – insieme di tecnologie presenti nelle diverse strutture sanitarie (maggior parte,
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI), patrimonio caratterizzato da: SOVRADIMENSIONAMENTO e
OBSOLESCENZA. Non si tratta particolarmente del numero effettivo di questi strumenti, ma del fatto che
sono MAL DISTRIBUITI sul territorio nazionale, SOTTOUTILIZZATI e largamente OBSOLETI (che porta a
frequenti interruzioni del servizio, lunghe e costose riparazioni con l’impossibilità di adeguamenti e
upgrade di software perché fuori mercato).
SISTEMI INFORMATICI – tessera sanitaria, cartella clinica elettronica, wifi nelle strutture sanitarie,
trasmissione a distanza di immagini e referti -> investimenti nell’ICT. Situazione sconfortante:
1. Elevata frammentazione dei sistemi informativi fra le diverse Amministrazioni
2. Hardware e software spesso datati e obsoleti
3. Utilizzo del cloud prevalentemente come elemento tattico e non ancora strategico di integrazione
4. Forte customizzazione, data da una tendenza a adattare il singolo prodotto anche in termini di
software all’utente, con conseguenti elevati costi di gestione e rallentamento nei processi di
integrazione delle banche dati
5. Scarsa efficienza della spesa e limitato coordinamento tra gli enti per mancanza di organicità
6. Competenze digitali presenti in modo disomogeneo
Nonostante gli scarsi investimenti degli ultimi anni, il settore sanitario è riuscito a riorganizzarsi e a gestire
con una discreta efficienza e resilienza le poche risorse a fronte di un aumento della popolazione anziana
(che fa aumentare i costi sanitari!), blocco del turnover, ecc.
OPPORTUNITÀ
Secondo chi sostiene l’adeguatezza di un secondo pilastro, quest’intermediazione consentirebbe di acquisire
prestazioni a prezzi più vantaggiosi, di ridurre o eliminare l’evasione da parte dei professionisti e di evitare la
necessità di spese impreviste che possono portare a difficoltà economiche o alla rinuncia delle cure. Allo
stesso tempo, un’espansione di queste soluzioni presentano problematiche e rischi, come:
L’incremento di prestazioni inappropriate – nel mercato sanitario una maggiore offerta genera
domanda, specialmente se non vi sono meccanismi di controllo. G. sottolinea il fatto che questi fondi
(sempre più sostitutivi, che quindi replicano i servizi offerti dal SSN!) offrono spesso una serie di
accertamenti denominati come “preventivi” ma spesso con una frequenza che durante gli anni diventa
completamente spropositata e inappropriata, con questo si potrebbero verificare casi di sovradiagnosi,
con evidenti squilibri costi/benefici.
L’indebolimento della continuità assistenziale – altra obiezione, frammentazione dei percorsi
diagnostico-terapeutici, con conseguente indebolimento della continuità assistenziale. Problematiche
che G. sottolinea è quella dei pazienti CRONICI (in aumento nei prossimi anni), che sono destinatari della
maggior parte delle ricette erogate e che frequenta maggiormente i reparti di medicina generale. In
questi casi, i programmi che prevedono vie secondarie (fondi sostitutivi), oltre a fornire possibili
duplicazioni di interventi, anche una frammentazione della continuità assistenziale, che nel caso di
patologie croniche è necessaria specialmente per fornire al paziente un’assistenza personalizzata sui
propri bisogni.
Problemi di efficienza – chi sostiene questi piani, spesso menziona una maggiore efficienza finanziaria di
questi, ma, specialmente rispetto al SSN non è vero. Internazionalmente, la diffusione di coperture
private aumenta i costi della sanità nel loro complesso e un’eventuale riduzione della spesa statale
verrebbe controbilanciata da un maggiore incremento della spesa complessiva delle famiglie (aumenti
dei costi dell’assicurazione!) con un impoverimento dei bilanci familiari.
Problemi di equità – tutela maggiore ai soggetti in età lavorativa, OCCUPATI con tipologie di contratto
standard e benefici di welfare aziendale, lasciando fuori tutta una serie di categorie, dai lavoratori con
contratti più fragili, precari, arrivando ai pensionati.
NECESSITÀ
Ipotesi: sistema misto, con fondi e assicurazioni per un’ampia quota della popolazione con la copertura
prevalente e in molti casi esclusiva delle prestazioni ambulatoriali specialistiche e diagnostiche, lasciando al
sistema pubblico la parte più impegnativa e meno espansibile e redditizia, oltre che le altre attività per una
quota di popolazione che non ha, per motivi economici e occupazionale, la possibilità di accedere al mercato
assicurativo.
Si basa su 2 elementi: 1) il definanziamento del SSN, 2) la capacità di assicurazioni e fondi di ridurre nel breve
periodo e anche nei decenni futuri la spesa sanitaria pubblica.
(analisi di dati)
BISOGNO DI NUOVI OBIETTIVI per chi ipotizza che l’estensione di un secondo pilastro possa aumentare
l’universalismo della sanità:
1. ADEGUATO FINANZIAMENTO del SSN!
2. PROMOZIONE DI FONDI REALMENTE INTEGRATIVI che si concentrino su quei settori necessari e lasciati
scoperti (assistenza domiciliare e agli anziani non autosufficienti, cure odontoiatriche o oculistiche…)
3. FONDI SANITARI TERRITORIALI, ad es., a base regionale, aperti a tutti -> collaborazione fra istituzioni
territoriali e mutualità aziendali…
LIBERTÀ
Contrasto fra le libertà dell’operatore economico (libertà di iniziativa, tutela della proprietà privata) e quelle
del contraente (libera scelta rispetto alle forme di tutela e promozione della propria salute, sia nella tipologia
di prestazioni che nelle modalità di erogazione), insieme a queste, vantaggio di poter ricorrere a una rete di
erogatori di servizi strutturata e indicata dall’assicuratore ritenuta adeguata sotto diversi aspetti; fattori che
determinano l’orientamento a forme assicurative da parte di singoli individui ma anche da parte di specifiche
categorie professionali.
- Il medico che ti può salvare la vita (contribuendo al contenimento della spesa sanitaria)
“La medicina d’emergenza e quella specialistica sono fondamentali, ma è il apporto prolungato tra medici di
base e pazienti che fa la differenza”, in diversi paesi del mondo è stato provato che, un potenziamento dei
servizi di medicina di base, specialmente in aree povere, coinvolgendo tutta la popolazione (soprattutto
quella più fragile), i benefici che si traggono sono molti e hanno diretti impatti sulla spesa totale statale.
Incrementa l’accesso ai servizi sanitari dei gruppi più deprivati della popolazione
Svolge un ruolo attivo nella promozione di interventi preventivi individuali, specialmente su individui a
rischio o nei primi stadi di una qualche patologia, al fine di ridurne l’esposizione o rallentarne l’evoluzione
Effettuano un’azione precoce sulle problematiche di salute, prima che queste comportino la necessità di
interventi specialistici o di ricovero (più costosi)
Orientano verso accertamenti appropriati riducendo la underdiagnosis/undertreatment offrendo una
barriera efficace rispetto alla sovradiagnosi
In ITA questo si verifica solo parzialmente e in maniera disomogenea, certamente non è uno strumento
miracoloso, però bisogna tenerne conto all’ora di progettare politiche sanitarie.
- Innovazione e manutenzione
Ritorna sull’importanza della manutenzione per arrivare all’innovazione, perché l’una non esiste senza l’altra
e viceversa, quindi un uso prioritario del cacciavite, che porta anche a benefici economici, in quanto
aumenterebbe l’occupazione migliorando l’efficienza di edifici, strutture, sistemi, ecc.
CAP. 10 – DALLA RIDUZIONE DEGLI SPRECHI ALLA RIDUZIONE DEI BISOGNI
Secondo G., un’efficace riduzione degli sprechi non può non comportare anche un efficace ventaglio di azioni
volte a RIDURRE I BISOGNI, le PATOLOGIE – la loro incidenza, prevalenza, disabilità conseguenti e il derivante
consumo di risorse sanitarie; identificare i fattori di rischio, determinanti di salute, ecc. QUINDI, non solo
concentrarsi sulle principali cause di morte, ma anche l’incidenza che certe patologie hanno sullo stile di vita
in termini di anni persi (YLL), o anni trascorsi in uno stato di disabilità/malattia (YLD), la somma di questi,
risulta in un ulteriore parametro (DALY), che corrisponde all’attesa di vita corretta per disabilità e offre un
quadro più dettagliato.
(lettura dei dati delle tabelle)
Ma ci sono campanelli di allarme riguardanti alcuni fattori di rischio che potrebbero far aumentare l’incidenza
e la presenza di certe patologie? ECCOME! Attività fisica e sovrappeso/obesità su tutti, ma anche il fumo.