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Carla Guerriero
a.a. 2019-2020
BIBLIOGRAFIA
Folland, S., Goodman, A. & Stano 2010, M. Economics of Health and Health Care. London:
Prentice Hall – Ch.1-7.
OECD (2016), “Health at a Glance: Europe 2016. State of Health in the EU Cycle”
Getzen, T.E. (2000), Health Care is an Individual Necessity and a National Luxury: Applying
Multilevel Decision Models to the Analysis of Health Care Expenditures. Journal of Health
Economics, 19, 259-270
La rilevanza dell’economia sanitaria
Nel 2015 (dati disponibili più recenti pubblicati sul rapporto “Health at a Glance”,
OCSE, 2016) i Paesi facenti parte dell’Unione Europea hanno destinato, in media,
il 9.9% del proprio PIL in spesa sanitaria (pubblica e privata).
La spesa sanitaria in rapporto al pil
La spesa sanitaria in rapporto al pil
Il grafico precendente mostra la spesa sanitaria (suddivisa tra spesa pubblica e privata)
in rapporto al PIL dei paesi Europei, suddivisi tra Paesi che appartengono all’Unione
Europea e Paesi che non appartengono all’Unione Europea.
Tra i primi, le prime tre posizioni della “classifica” riguardante le risorse destinate alla
spesa sanitaria, sono occupate da Germania , Svezia e Francia che spendono circa
l’11% del PIL in sanità. Seguono Paesi Bassi, la Danimarca, il Belgio e l’ Austria che
destinano più del 10% del PIL al settore sanitario. All’ ultimo posto la Romania la cui
spesa sanitaria si aggira intorno al 5% del PIL.
Il grafico non contempla gli Stati Uniti che, tuttavia, è il paese OCSE più
“spendaccione”: circa il 16.9% del PIL viene assorbito dalla sanità nonostante la
performance Americana non sia di altissima qualità: l’OCSE posizione gli Stati Uniti al
37esimo posto solo prima di Slovenia e Cuba. Inoltre, la sanità Americana è
caratterizzata dalla forte presenza di assicurazioni private (solo il 20% circa della
popolazione è coperto da assicurazioni pubbliche ) e il numero di non assicurati,
nonostante le riforme, resta piuttosto alto.
La spesa sanitaria in rapporto al pil
La spesa sanitaria pubblica in rapporto al PIL in Americana è quasi pari a quella Italiana:
l’Italia, tuttavia, è caratterizzata da un Sistema Sanitario di tipo Beveridge con copertura
universale.
Secondo i dati dell’OCSE nel 2015 l’Italia ha speso circa il 9% del PIL (considerando sia
spesa pubblica che privata). L’Italia spende meno della media Europea: ma non si tratta di
una cattiva notizia, infatti, ancora secondo i dati dell’OCSE, gli indicatori di qualità
dell'assistenza primaria e ospedaliera in Italia rimangono al di sopra della media OCSE in
molte aree nonostante i livelli di spesa sanitaria inferiori ad altri Paesi OCSE ad alto reddito.
Tuttavia, l’Italia rimane arretrata rispetto ad altri Paesi sull’assistenza agli anziani e la
prevenzione delle malattie non trasmissibili. .
Restando ancora in Europa ma fuori dall’EU, il Paese che destina più risorse alla sanità è la
Svizzera con l’11.5% del PIL mentre a chiudere la classifica ci sono Albania e Turchia con il
5.9% il 5.2% del PIL , rispettivamente.
La spesa sanitaria negli Stati Uniti
La spesa sanitaria Americana, come abbiamo intuito, è piuttosto rilevante. La figura
che segue mostra il trend della spesa dal 1960 al 2020 (gli ultimi anni individuati dai
quadretti non colorati, sono previsioni della futura spesa) (dati U.S. Health
Expenditure Shares, 1960–2020. Fonte: Centers for Medicare and Medicaid
Services). La spesa continuerà a cresce causa anche di un forte aumento della
tecnologia, ma anche per effetto dell’invecchiamento della popolazione (un
problema piuttosto sentito anche in Europa e in Italia, che vanta il primo posto
come paese più vecchio del Vecchio Continente).
I driver della spesa sanitaria
Il grafico qui di seguito mostra I principali driver della spesa sanitaria, che si
dividono tra driver demografici e non demografici.
Nel corso degli ultimi decenni, soprattutto in Europa, si è sperimentata una
caduta nel tasso di fertilità, cui si è accompagnato un costante aumento della
vita media, due fattori demografici che indicano il progressivo
invecchiamento della popolazione. Potenzialmente, la domanda di servizi
sanitari così come la spesa sanitaria potranno aumentare per fare fronte a
bisogni crescenti di una popolazione sempre più anziana.
Un altro importante driver, non demografico, è il reddito.
I driver della spesa sanitaria
2. bene capitale.
Salute come bene consumo
U= U (X,H)
La Funzione di Utilità per la Salute
Ogni individuo può impiegare health inputs tra cui sono incluse non solo
cure mediche ma dieta, esercizio fisico, reddito, tempo ecc. che gli
permettono di mantenere un certo stock di salute o di incrementarlo. Lo
stock di salute si traduce in un health output: giorni di salute (healthy days)
che consentono di dedicarsi alle attività personali e di lavorare producendo
reddito.
Salute come bene capitale
INPUTS
OUTPUT
Giorni in
salute utili
Stock di
Processo di all’attività
Produzione salute personale e
lavorativa
Assumiamo, per il momento, che il tempo speso a produrre salute e il tempo perso in
malattia siano costanti, e che ciascun individuo debba scegliere il tempo da dedicare a
lavoro e tempo libero.
Il vincolo di bilancio che ciascun individuo dovrà soddisfare sarà quindi:
Y= w(365-TH - TL - TB )
dove w è il salario giornaliero.
Labour-leisure Trade-off
Indichiamo sull'asse delle ordinate il reddito
Y e sull'asse delle ascisse il tempo libero
(TB).
Leggeremo il tempo libero spostandoci
verso destra e il tempo dedicato al lavoro TW
verso sinistra.
Ciascun individuo ha a disposizione 365
giorni all'anno, alcuni di essi sono persi a
causa di malattie, altri sono dedicati alla
produzione di salute. Assumiamo che un
individuo consideri il tempo impiegato nel
produrre salute come un'attività “health
improving”. Il tempo restante può essere
allocato tra lavoro e tempo libero. La curva
VS la cui inclinazione è il salario w, è il
vincolo di bilancio.
Labour-leisure Trade-off
Se un individuo decide di allocare il
suo restante tempo (al netto della
malattia e dell'investimento in salute)
in modo tale che il tempo libero
corrisponde ad S non lavorerà e il suo
reddito sarà però pari a zero. Quindi
non avrà reddito da utilizzare nelle
altre attività. Se invece si sposta da S
verso sinistra (cioè verso l'origine degli
assi) dedicherà una parte del suo
restante tempo al lavoro. La scelta
ottimale, data la curva di indifferenza
tra reddito e tempo libero che
rappresenta le sue preferenze, sarà
un tempo libero pari ad A a cui
corrisponde un reddito Y2.
L'Impatto dell'Investimento in Salute
365-TH-TL = TB + TW
Il modello:
H ,M
S=FD
John ha lavorato per anni in un'industria chimica. Decide di cambiare lavoro per
spostarsi in un ambiente meno inquinato. Assumendo che il tasso di deterioramento
della salute non dipenda solo dal tempo ma anche dall'inquinamento a cui si è
esposti, come cambio lo stock di salute di John?
Esercizio 2
Come è possibile notare nel grafico, dove sull’asse delle ascisse è riportato il
numero di giorni trascorso dall’inizio dell’anno, l’evoluzione nel tempo del
numero di individui in gravi condizioni è approssimata al meglio da una curva
esponenziale, con un tempo di raddoppio vicino
ai 2,6 giorni (per confronto, è riportata nel grafico anche una estrapolazione
lineare dei dati
Estendendo in avanti ai prossimi giorni l’estrapolazione esponenziale, che gli indicatori
statistici mostrano affidabile (certamente e soltanto su tempi abbastanza brevi), e
molto più attendibile di un comportamento lineare o a potenza, si nota come il
numero di posti letto richiesti in terapia intensiva cresca rapidissimamente nella
prima settimana di marzo, configurando una situazione di ovvia crisi per le strutture
sanitarie del territorio, poiché potrebbero essere richiesti almeno 350 posti letti in
terapia intensiva entro il 5 marzo (ed ancora di più successivamente)
Se nei prossimi giorni si osserverà una crescita in accordo con queste previsioni, vorrà
dire che le misure già adottate dal Governo sono insufficienti a scongiurare scenari
insostenibili per il sistema sanitario delle regioni interessate. Inoltre, è del tutto
probabile che anche le rimanenti regioni italiane seguiranno lo stesso destino
innescando una sorta di effetto domino in cui le ultime regioni a essere colpite non
potranno nemmeno beneficiare del sostegno di quelle vicine, ormai alle corde.
ESERCIZIO
La percentuale dei contagiati che finiscono in terapia intensiva è sempre quella: il 10%
del totale mostra sintomi più gravi della media, e ha pertanto bisogno di aiuti nella
respirazione. Considerando che i contagiati in Lombardia sono tra i 900 e i mille,
ancora il sistema tiene, visto che sono circa un centinaio i ricoverati in terapia
intensiva. Ma chiaramente non va sottovalutato l’impatto e bisogna capire cosa può
succedere se il contagio aumenterà invece di ridursi.
Offerta di letti in terapia intensiva in Italia è pari a 5.090 posti (8,42 per 100.000 ab.).
Se la crescita continuerà ad essere esponenziale in che data l’offerta sarà superata dalla
domanda?