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Scienza delle Finanze

Carla Guerriero

a.a. 2019-2020
BIBLIOGRAFIA

Folland, S., Goodman, A. & Stano 2010, M. Economics of Health and Health Care. London:
Prentice Hall – Ch.1-7.
OECD (2016), “Health at a Glance: Europe 2016. State of Health in the EU Cycle”
Getzen, T.E. (2000), Health Care is an Individual Necessity and a National Luxury: Applying
Multilevel Decision Models to the Analysis of Health Care Expenditures. Journal of Health
Economics, 19, 259-270
La rilevanza dell’economia sanitaria

L’Economia Sanitaria studia l’allocazione delle risorse nel settore sanitario.


Il settore sanitario è diventato uno dei settori con un maggiore peso nell’economia
dei paesi sviluppati (il settore che assorbe più risorse negli Stati Uniti, ad esempio,
in termini di spesa in rapporto al prodotto interno lordo- PIL). Questo spiega il
motivo per cui l’economia sanitaria si è guadagnata un posto come specifica
disciplina tra gli economisti.

Nel 2015 (dati disponibili più recenti pubblicati sul rapporto “Health at a Glance”,
OCSE, 2016) i Paesi facenti parte dell’Unione Europea hanno destinato, in media,
il 9.9% del proprio PIL in spesa sanitaria (pubblica e privata).
La spesa sanitaria in rapporto al pil
La spesa sanitaria in rapporto al pil
Il grafico precendente mostra la spesa sanitaria (suddivisa tra spesa pubblica e privata)
in rapporto al PIL dei paesi Europei, suddivisi tra Paesi che appartengono all’Unione
Europea e Paesi che non appartengono all’Unione Europea.
Tra i primi, le prime tre posizioni della “classifica” riguardante le risorse destinate alla
spesa sanitaria, sono occupate da Germania , Svezia e Francia che spendono circa
l’11% del PIL in sanità. Seguono Paesi Bassi, la Danimarca, il Belgio e l’ Austria che
destinano più del 10% del PIL al settore sanitario. All’ ultimo posto la Romania la cui
spesa sanitaria si aggira intorno al 5% del PIL.
Il grafico non contempla gli Stati Uniti che, tuttavia, è il paese OCSE più
“spendaccione”: circa il 16.9% del PIL viene assorbito dalla sanità nonostante la
performance Americana non sia di altissima qualità: l’OCSE posizione gli Stati Uniti al
37esimo posto solo prima di Slovenia e Cuba. Inoltre, la sanità Americana è
caratterizzata dalla forte presenza di assicurazioni private (solo il 20% circa della
popolazione è coperto da assicurazioni pubbliche ) e il numero di non assicurati,
nonostante le riforme, resta piuttosto alto.
La spesa sanitaria in rapporto al pil

La spesa sanitaria pubblica in rapporto al PIL in Americana è quasi pari a quella Italiana:
l’Italia, tuttavia, è caratterizzata da un Sistema Sanitario di tipo Beveridge con copertura
universale.
Secondo i dati dell’OCSE nel 2015 l’Italia ha speso circa il 9% del PIL (considerando sia
spesa pubblica che privata). L’Italia spende meno della media Europea: ma non si tratta di
una cattiva notizia, infatti, ancora secondo i dati dell’OCSE, gli indicatori di qualità
dell'assistenza primaria e ospedaliera in Italia rimangono al di sopra della media OCSE in
molte aree nonostante i livelli di spesa sanitaria inferiori ad altri Paesi OCSE ad alto reddito.
Tuttavia, l’Italia rimane arretrata rispetto ad altri Paesi sull’assistenza agli anziani e la
prevenzione delle malattie non trasmissibili. .
Restando ancora in Europa ma fuori dall’EU, il Paese che destina più risorse alla sanità è la
Svizzera con l’11.5% del PIL mentre a chiudere la classifica ci sono Albania e Turchia con il
5.9% il 5.2% del PIL , rispettivamente.
La spesa sanitaria negli Stati Uniti
La spesa sanitaria Americana, come abbiamo intuito, è piuttosto rilevante. La figura
che segue mostra il trend della spesa dal 1960 al 2020 (gli ultimi anni individuati dai
quadretti non colorati, sono previsioni della futura spesa) (dati U.S. Health
Expenditure Shares, 1960–2020. Fonte: Centers for Medicare and Medicaid
Services). La spesa continuerà a cresce causa anche di un forte aumento della
tecnologia, ma anche per effetto dell’invecchiamento della popolazione (un
problema piuttosto sentito anche in Europa e in Italia, che vanta il primo posto
come paese più vecchio del Vecchio Continente).
I driver della spesa sanitaria
Il grafico qui di seguito mostra I principali driver della spesa sanitaria, che si
dividono tra driver demografici e non demografici.
Nel corso degli ultimi decenni, soprattutto in Europa, si è sperimentata una
caduta nel tasso di fertilità, cui si è accompagnato un costante aumento della
vita media, due fattori demografici che indicano il progressivo
invecchiamento della popolazione. Potenzialmente, la domanda di servizi
sanitari così come la spesa sanitaria potranno aumentare per fare fronte a
bisogni crescenti di una popolazione sempre più anziana.
Un altro importante driver, non demografico, è il reddito.
I driver della spesa sanitaria

Un altro driver importante, non demografico, che spiega l’andamento della


spesa sanitaria è il reddito. Il PIL pro-capite è uno dei fattori che spiega le
principali differenze tra i Paesi in termini di spesa sanitaria: un reddito più
elevato comporta una domanda maggiore di servizi sanitari e una domanda di
servizi di qualità più elevata, caratterizzati, ad esempio, da una maggiore
tecnologia (new health technologies).
L’economia puo’ essere applicate al settore
sanitario e alle dinamiche che lo riguardano?

La risposta a questa domanda è : certamente sì!

Ma occorre tenere conto che la salute ha delle caratteristiche peculiari e


così i modelli che rientrano nell’ambito dell’economia sanitaria.

Qui di seguito vedremo le principali caratteristiche del modello più citato


nella letteratura che caratterizza l’economia sanitaria.
La salute per gli economisti

A partire dal seminale lavoro di Arrow “Uncertainty and the Welfare


Economics of Medical Care”, pubblicato nel 1963 sull’autorevole rivista
The American Economic Review, si è sviluppato un crescente interesse
rispetto al settore sanitario e alle caratteristiche socioeconomiche che
tendono ad influenzare lo stato di salute individuale.

Il primo rilevante lavoro teorico ed empirico dopo l’approccio di Arrow è


attribuibile a Grossman: il suo articolo “On the Concept of Health Capital
and The Demand for Health”, pubblicato nel 1972 su Journal of Political
Economy, può essere considerato la pietra miliare dell’economia
sanitaria.
La salute per gli economisti

Prima dei contributi sopra citati, la letteratura si basava sull’assunzione


che gli individui trattassero la salute come un fattore esogeno, non
riconoscendo loro la possibilità di assumere comportamenti che
potessero aumentarne o ridurne i rischi. Negli ultimi quarant’anni questa
assunzione è stata superata grazie al contributo di Grossman, nel quale
viene introdotto il concetto di salute come il risultato di un processo di
produzione.

La produzione di salute è diventata un problema centrale per l'economia


sanitaria: importante è capire quali sono le determinanti della salute, i
contributi delle cure mediche e del sistema sanitario, le decisioni
individuali e gli interventi di politica pubblica che possono massimizzare il
benessere individuale.
La salute per gli economisti

L’elemento che più caratterizza il


modello di Grossman consiste
nell’interpretare la salute al tempo
stesso come:

1. bene di consumo, che concorre


all’aumento dell’utilità individuale; e
come

2. bene capitale.
Salute come bene consumo

In termini economici, la salute H al


pari di altri beni X, influisce
positivamente sull’utilità ed il
benessere individuale (intesi come
grado di soddisfacimento dei bisogni)
ma non può essere un valore di
scambio (non si può acquistare la
salute di altri, cosi come non si può
vendere la propria):

U= U (X,H)
La Funzione di Utilità per la Salute

L'inclinazione positiva indica che


un incremento dello stock di
salute aumenta l'utilità degli
individui.
Vale anche in questo caso la
legge dell'utilità marginale
decrescente: la funzione di utilità
per la salute si appiattisce
spostandosi verso destra. Da un
certo livello in poi di salute, un
ulteriore aumento dello stock di
salute genera un aumento della
soddisfazione ma in maniera via
via decrescente.
La Salute: Bene Capitale
La salute nella concezione “bene capitale” è desiderabile in quanto
aumenta il tempo da dedicare a tempo libero e lavoro e quindi alla
produzione di reddito.

L'immagine che segue è una semplice rappresentazione grafica di ciò che


si intende per salute come stock di capitale: lo stock di capitale salute si
evolve nel tempo e si deteriora ad un naturale tasso di deterioramento.

Ogni individuo può impiegare health inputs tra cui sono incluse non solo
cure mediche ma dieta, esercizio fisico, reddito, tempo ecc. che gli
permettono di mantenere un certo stock di salute o di incrementarlo. Lo
stock di salute si traduce in un health output: giorni di salute (healthy days)
che consentono di dedicarsi alle attività personali e di lavorare producendo
reddito.
Salute come bene capitale

INPUTS
OUTPUT

Giorni in
salute utili
Stock di
Processo di all’attività
Produzione salute personale e
lavorativa

Le prestazioni sanitarie si trasformano in un bene di investimento attraverso


cui la salute aumenta (prevenzione) o viene reintegrata (cure sanitarie).
La Relazione tra Stock di Salute e
Giorni di Salute
La figura qui accanto mostra la funzione
di produzione di “healthy days” (giorni in
salute) con un solo input: lo stock di
salute stesso. Maggiore è lo stock di
salute e maggiore sarà il numero di
healthy days fino ad un massimo naturale
di 365 giorni in un anno. L’inclinazione
della curva mostra che, anche in questo
caso, vale la legge della produttività
marginale decrescente: la funzione di
produzione si appiattisce verso destra ciò
indica che un incremento dello stock di
salute contribuisce in modo via via
decrescente all’aumento di healthy days.
Il livello minimo di stock di salute è Hmin a
cui corrisponde un numero di healthy
days pari a zero: la morte.
La domanda di salute
Gli individui dedicano risorse alla produzione di salute poiché uno stock di
salute maggiore consente di produrre altri beni e di dedicarsi ad altre attività
e fornisce utilità. Ma produrre il bene capitale salute ha un costo?
Per rispondere a questa domanda consideriamo la scelta di investimento di
un centro che effettua esami radiografici e diagnostica che dovrà dotarsi di
apparecchiatura idonea. Supponiamo che l’acquisto dell’apparecchiatura
costi al centro 200 mila euro e che il suo prezzo resti costante nel tempo.
Supponiamo anche che l’apparecchiatura consenta al centro un ricavo di 40
mila euro l’anno. Come facciamo a stabilire se essa costituisce un buon
investimento?
Per stabilirlo consideriamo un investimento alternativo. Il centro radiologico
potrebbe versare 200 mila euro su un conto corrente e ricevere un tasso di
interesse pari al 5%. Il denaro gli frutterà in cinque anni 55 mila 256 euro:

200.000 x 1.05= 210.000 alla fine del primo anno


210.000 x 1.05= 220.500 alla fine del secondo anno
220.500 x 1.05= 231.525 alla fine del terzo anno
231.525 x 1.05= 243.101 alla fine del quarto anno
243.101 x 1.05= 255.256 alla fine del quinto anno.
La domanda di salute

Il tasso di interesse, tuttavia, non rappresenta l’unico “costo” a cui va in


contro la clinica acquistando il macchinario. Il macchinario per la radiologia
come bene capitale è soggetto a deterioramento.
Indichiamo con δ il tasso di deterioramento/ ammortamento. Assumiamo
che la macchina si deteriori in cinque anni del 50%. Il ricavo generato
dall’investimento dovrà coprire l’ammortamento del macchinario che
ammonterà a 100 mila euro e il costo opportunità ossia l’interesse che si
sarebbe ricavato lasciando il denaro su un conto corrente per cinque anni.
Nel nostro esempio il tasso di rendimento in cinque anni del macchinario è il
20% (40 mila /200 mila). Poiché si tratta di un buon investimento, la clinica
potrebbe decidere di acquistare anche più di un macchinario.
La domanda di salute
Anche la salute è un bene capitale, che si deteriora nel tempo ad un tasso
naturale di deterioramento che indicheremo con δ; investire risorse in salute
ha un costo opportunità che indichiarmo con r.

La domanda ottimale di salute si otterrà dall’uguaglianza tra la MEI (Marginal


Efficiency of Investment- efficienza marginale dell’investimento) e la somma di
r e δ. Nel grafico accanto il livello ottimale di stock di salute è rappresentato da
H0, con equilibrio in A. La MEI è inclinata negativamente, questo rispecchia
ancora la produttività marginale decrescente del capitale salute.
L’invecchiamento
Il tasso di deterioramento dipende dall’età di ciascun individuo: δ è una
funzione crescente dell’età.

Maggiore è l’età maggiore è il tasso di deterioramento. Lo scorrere degli


anni fa aumentare il tasso δ da δ0 a δ1 e ancora da δ1 a δD riducendo lo
stock ottimale di salute prima ad H1 e poi ad Hmin.
La variazione delle condizioni
socioeconomiche
Un miglioramento delle condizioni socioeconomiche comporta un aumento dello stock
di salute. Basandosi sulla teoria di Grossman un aumento del livello di istruzione, ad
esempio, avrebbe un impatto positivo sullo stock di salute poiché aumenterebbe la
produttività marginale degli input utilizzati per produrla. La curva MEI si sposterebbe
verso destra e a parità di tasso di interesse e di tasso di deterioramento, sarebbe
possibile raggiungere un livello di salute più elevato: H0 a H2 in corrispondenza del
nuovo punto di equilibrio C.
La variazione delle condizioni
socioeconomiche
Il modello di Grossman offre quindi anche un interessante framework per
studiare come le disparità socioeconomiche possano comportare una
diseguale distribuzione della salute.
Il Tempo Dedicato alla Produzione di Salute
L'impiego del tempo nel modello di Grossman può essere illlustrato dal problema Labour-
Leisure Trade-Off.
Assumiamo che ciascun individuo sia caratterizzato da una funzione di utilità
U= u(Y, TB)
Dove Y rappresenta il reddito di un individuo e TB rappresenta il tempo libero.

Assumendo che il periodo di riferimento sia un anno, il tempo totale a disposizione di


ciascun individuo sarà T= 365 giorni che potranno essere allocati nel seguente modo:

T= 365= TH(improving health) + TL(lost to illness) + TW(working)+ TB (leisure)

Assumiamo, per il momento, che il tempo speso a produrre salute e il tempo perso in
malattia siano costanti, e che ciascun individuo debba scegliere il tempo da dedicare a
lavoro e tempo libero.
Il vincolo di bilancio che ciascun individuo dovrà soddisfare sarà quindi:
Y= w(365-TH - TL - TB )
dove w è il salario giornaliero.
Labour-leisure Trade-off
Indichiamo sull'asse delle ordinate il reddito
Y e sull'asse delle ascisse il tempo libero
(TB).
Leggeremo il tempo libero spostandoci
verso destra e il tempo dedicato al lavoro TW
verso sinistra.
Ciascun individuo ha a disposizione 365
giorni all'anno, alcuni di essi sono persi a
causa di malattie, altri sono dedicati alla
produzione di salute. Assumiamo che un
individuo consideri il tempo impiegato nel
produrre salute come un'attività “health
improving”. Il tempo restante può essere
allocato tra lavoro e tempo libero. La curva
VS la cui inclinazione è il salario w, è il
vincolo di bilancio.
Labour-leisure Trade-off
Se un individuo decide di allocare il
suo restante tempo (al netto della
malattia e dell'investimento in salute)
in modo tale che il tempo libero
corrisponde ad S non lavorerà e il suo
reddito sarà però pari a zero. Quindi
non avrà reddito da utilizzare nelle
altre attività. Se invece si sposta da S
verso sinistra (cioè verso l'origine degli
assi) dedicherà una parte del suo
restante tempo al lavoro. La scelta
ottimale, data la curva di indifferenza
tra reddito e tempo libero che
rappresenta le sue preferenze, sarà
un tempo libero pari ad A a cui
corrisponde un reddito Y2.
L'Impatto dell'Investimento in Salute

Supponiamo ora che il tempo dedicato


all'attività health improving aumenti:
nel tempo un incremento degli
investimenti in salute riducendo il
tempo perso in malattia, aumenta il
tempo a disposizione da allocare tra
lavoro e tempo libero:

365-TH-TL = TB + TW

La labour-leisure trade-off line si


sposta parallelamente verso destra
permettendo una scelta ottima che
prevede un tempo libero e un reddito
maggiore.
Il Consumo di Farmaci e il Modello Di
Grossman
Farmaci e Produzione di Salute

Il modello:

H  ,M
S=FD

Assumiamo che lo stato di salute individuale corrente HS possa essere


rappresentato da una funzione di produzione con due input: D ed M. Dove
D rappresenta i farmaci con obbligo di prescrizione, e M le altre cure
mediche nello stesso periodo, data l’esistente tecnologia e sapere medico.
Rappresentiamo quindi la mappa delle curve di isoquanto. Ma quale forma
avranno?
I Farmaci: Sostituti o Complementi?
La figura 1 mostra tre differenti effetti dei
medicinali e la loro relazione con le altre cure
mediche. L’isoquanto 1 mostra che i farmaci
(per esempio gli analgesici, antibiotici,
psicotropi) devono essere utilizzati in una
proporzione fissa con le altre cure (per
esempio fisioterapia, counseling ed in alcuni
casi operazioni chirurgiche). In questo caso,
gli input D e M sono perfettamente
complementari e non sono sostituibili tra loro.

All’altro estremo, l’isoquanto 2 riflette una


funzione di produzione nel quale i due fattori
sono sostituti perfetti. Il tasso marginale di
sostituzione tecnica (TMST) è costante, ciò
significa che i farmaci e le altre cure mediche
possono essere gli uni i sostituti degli altri ad
un tasso costante. L’isoquanto 3 rappresenta
una situazione intermedia nel quale D e M
possono essere sostituiti uno dell’altro, ma
quando il TMST è in diminuzione: una
quantità sempre minore di M è necessaria per
sostituire l’aumento di un’unità di D.
I Farmaci: Sostituti o Complementi?

E’ plausibile pensare che farmaci e cure


mediche non siano né perfettamente
succedanei né complementari. Si può
affermare che ci sia una certa
sostituibilità, anche se la sua estensione
può cambiare a seconda dei pazienti o
delle loro condizioni.

Spetterebbe alla farmacologia e altri


studi clinici determinare non solo la
sostituibilità, ma anche le porzioni “non
economiche” di un isoquanto ovvero
quelle combinazioni che non possono
essere selezionate. Queste combinazioni
si presentano quando l’aumento di D oltre
certi limiti (per esempio il segmento
tratteggiato FG) non provocherà benefici:
gli incrementi in D al di là di un certo
punto possano danneggiare il paziente e
richiedere un maggiore intervento medico
per mantenere lo stesso livello di salute.
In questa regione (arco GH) l’isoquanto
avrà una pendenza positiva. Una logica
simile può applicarsi alla porzione
verticale di un isoquanto con incrementi
di M.
La Scelta Ottima del Consumatore

Dato un livello di salute


individuale HS1, la combinazione
di D e di M che minimizza i costi è
rappresentata da E, in questo
caso l’isoquanto HS1 è tangente
al vincolo di bilancio AB. La
combinazione ottimale è
rappresentata da D1 e M1.

A parità di output HS1 una


riduzione del prezzo del farmaco
D permetterà al consumatore di
ridurre la quantità di M in favore di
D (da D1 a D2) il nuovo equilibrio
si sposterà in E’’. E’ chiaro che la
sostituzione tra D ed M deve
avvenire in modo tale da non
nuocere al consumatore ( si veda
figura 1).
Esercizio 1

Rispondete alle seguenti domande con l'aiuto di grafici:


1. Supponiamo che Sara abbia 19 anni, un diploma di scuola superiore e che il suo
datore di lavoro le offra un salario 8 euro all'ora. Se Sara decide di iscriversi
all'università. A l'età di 24 anni Sara sarà laureata e il suo nuovo lavoro le permetterà
un salario più alto, pari a 15 euro all'ora. Quale influenza avrà il nuovo salario sullo
stock di salute di Sara?
2. Quale influenza avrà la laurea sullo stock di salute di Sara?
3. Supponiamo ora che il salario di Sara resterà lo stesso (15 euro) per i prossimi 20
anni, mentre sarà invecchierà. Mostrate cosa accade allo stock di salute di Sara se il
tasso di deprezzamento della salute dipende dall'età.
Esercizio 1

Assumendo che lo stock ottimale di salute di


Sara sia A, un aumento del salario e del
livello di istruzione (che aumenta l'efficienza
produttiva) per Sara fa spostare verso
destra la curva di produttività marginale MEI
e lo stock di salute, a parità di tasso di
ammortamento e di tasso di interesse,
aumenta da H0 a H2 con nuovo punto di
equilibrio in C. Il tasso di deterioramento
dipende dall’età di ciascun individuo: δ è
una funzione crescente dell’età. Maggiore è
l’età maggiore è il tasso di deterioramento.
Lo scorrere degli anni per Sara fa
aumentare il suo tasso di deterioramento da
δ0 a δ1 riducendo lo stock ottimale di salute
ad H1 . Nel corso della vita di Sara il tasso
di deterioramento continuerà ad aumentare
ad esempio da δ1 a δD lo stock di salute
continuerà a diminuire fino ad Hmin.
Esercizio 2

John ha lavorato per anni in un'industria chimica. Decide di cambiare lavoro per
spostarsi in un ambiente meno inquinato. Assumendo che il tasso di deterioramento
della salute non dipenda solo dal tempo ma anche dall'inquinamento a cui si è
esposti, come cambio lo stock di salute di John?
Esercizio 2

Lo stock di salute di ottimale di John aumenta. Tornando al grafico precedente e


immaginando che lo stock di salute ottimale di John sia H1 una riduzione del tasso di
deterioramento sposterebbe l'equilibrio in A a cui corrisponde un più alto livello di
salute (H0).
Caso COVID-19
Background:
Nel febbraio 2020 è stato identificato nel Nord Italia un focolaio di infezione da
coronavirus SARSnCOV- le cui proporzioni suggeriscono un notevole stato di
avanzamento pregresso al momento dell’identificazione del primo paziente (20
febbraio). A partire da tale data è stato rilevato giornalmente un numero sempre
crescente di casi di infezione, tanto da superare in dieci giorni il numero di mille
soggetti trovati infetti.

La strategia di campionamento dei soggetti da sottoporre a test è stata inizialmente


difforme sul territorio nazionale. Il Veneto, ad esempio, ha campionato su base
geografica (cerchi concentrici intorno ai comuni della regione e in qualche caso
intorno agli ospedali), mentre altre regioni hanno invece campionato soprattutto sulla
base della possibilità di infezione connessa alla prossimità con casi già noti. La
strategia è stata successivamente trasformata ed unificata, e si è modificata in un
campionamento dei soli soggetti sintomatici.
Caso COVID-19
Esiste tuttavia almeno un dato che, per ovvie ragioni, non è affetto dalle differenze di
campionamento illustrate, consistente nel numero cumulato di soggetti sottoposti a
terapia intensiva. Questo vale anche per il numero di decessi, il quale tuttavia,
essendo fortunatamente ancora molto piccolo, è soggetto a maggiori fluttuazioni
statistiche nella sua evoluzione giornaliera.
ANALISI:
Il numero di morti cumulato ed il numero di pazienti in terapia intensiva cumulato sono
stati ottenuti grazie alle comunicazioni della protezione civile che, a far data dal 24
febbraio, hanno aggiornato gli italiani sull’andamento dell’epidemia. L’evoluzione di
questi due numeri, a partire dal 24 febbraio, è rappresentata nei due grafici seguenti.
la curva di crescita dei casi positivi è data dalla seguente funzione esponenziale

dove t indica il numero di giorni a partire da domenica 1 marzo 2020.


Per esempio, se si vuole calcolare la curva di crescita in corrispondenza di domenica 8
marzo, basta inserire t=7 nella formula:
PREVISIONI:
Previsione Italia: Se le misure distanziamento sociale nelle sue varie forme (chiusura di
scuole, università, sospensione di eventi pubblici, minor uso di mezzi di trasporto
pubblici, telelavoro, etc.) non sono sufficientemente radicali o tardano ad avere
effetto a causa dei tempi di incubazione, la crescita continuerà a seguire la curva
esponenziale. In tal caso, nel corso di una settimana (da 1/3 a 8/3) si avrà all’incirca
una decuplicazione del numero dei positivi al Covid-19, che passeranno da dal 1
marzo all’otto marzo da 1.577 a
………………………………………..
PREVISIONI:
Previsioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna: con lo stesso metodo usato per l’Italia,
può essere stimata la curva di crescita esponenziale dei pazienti Covid-19 positivi
nelle tre regioni più colpite. Per le tre curve regionali, è sembrato più robusto scartare
i primi punti con poche decine di pazienti positivi. Pertanto, per avere dati più
omogenei e recenti, sono stati utilizzati solo i dati degli ultimi 4 giorni. Il grafico e in
scala logaritmica
È possibile notare che nella scala logaritmica le quattro osservazioni (blu) sono
ragionevolmente allineate lungo una retta, ovvero che stanno seguendo una crescita
di natura esponenziale. Italia, Lombardia e Veneto hanno una pendenza simile e
minore di quella dell’Emilia Romagna. Tale pendenza è associata al tempo di
raddoppio (doubling time) ovvero il numero di giorni necessario a far raddoppiare i
pazienti positivi:

Italia: 2,19 giorni


Lombardia: 2,45 giorni
Veneto: 2,46 giorni
Emilia Romagna: 1,91 giorni
I diversi valori del doubling time potrebbero dipendere, almeno in parte, dalle diversa
natura ed efficacia delle misure adottate. In ogni caso, se confermati nei giorni a
venire, essi risultano fonte di grande preoccupazione per la tenuta del sistema
sanitario.
Nell’ultimo grafico sono riportate le curve di crescita in scala naturale, indicando le
previsioni relative a domenica 8 marzo.
Se nei prossimi giorni si osserverà una crescita in accordo con queste previsioni, vorrà
dire che le misure già adottate dal Governo sono insufficienti a scongiurare scenari
insostenibili per il sistema sanitario delle regioni interessate. Inoltre, è del tutto
probabile che anche le rimanenti regioni italiane seguiranno lo stesso destino
innescando una sorta di effetto domino in cui le ultime regioni a essere colpite non
potranno nemmeno beneficiare del sostegno di quelle vicine, ormai alle corde.
DOVE E’ IL PROBLEMA?
Come è possibile notare nel grafico, dove sull’asse delle ascisse è riportato il
numero di
giorni trascorso dall’inizio dell’anno, l’evoluzione nel tempo del numero di
individui in gravi
condizioni è approssimata al meglio da una curva esponenziale, con un tempo
di raddoppio vicino
ai 2,6 giorni (per confronto, è riportata nel grafico anche una estrapo

Come è possibile notare nel grafico, dove sull’asse delle ascisse è riportato il
numero di giorni trascorso dall’inizio dell’anno, l’evoluzione nel tempo del
numero di individui in gravi condizioni è approssimata al meglio da una curva
esponenziale, con un tempo di raddoppio vicino
ai 2,6 giorni (per confronto, è riportata nel grafico anche una estrapolazione
lineare dei dati
Estendendo in avanti ai prossimi giorni l’estrapolazione esponenziale, che gli indicatori
statistici mostrano affidabile (certamente e soltanto su tempi abbastanza brevi), e
molto più attendibile di un comportamento lineare o a potenza, si nota come il
numero di posti letto richiesti in terapia intensiva cresca rapidissimamente nella
prima settimana di marzo, configurando una situazione di ovvia crisi per le strutture
sanitarie del territorio, poiché potrebbero essere richiesti almeno 350 posti letti in
terapia intensiva entro il 5 marzo (ed ancora di più successivamente)
Se nei prossimi giorni si osserverà una crescita in accordo con queste previsioni, vorrà
dire che le misure già adottate dal Governo sono insufficienti a scongiurare scenari
insostenibili per il sistema sanitario delle regioni interessate. Inoltre, è del tutto
probabile che anche le rimanenti regioni italiane seguiranno lo stesso destino
innescando una sorta di effetto domino in cui le ultime regioni a essere colpite non
potranno nemmeno beneficiare del sostegno di quelle vicine, ormai alle corde.
ESERCIZIO
La percentuale dei contagiati che finiscono in terapia intensiva è sempre quella: il 10%
del totale mostra sintomi più gravi della media, e ha pertanto bisogno di aiuti nella
respirazione. Considerando che i contagiati in Lombardia sono tra i 900 e i mille,
ancora il sistema tiene, visto che sono circa un centinaio i ricoverati in terapia
intensiva. Ma chiaramente non va sottovalutato l’impatto e bisogna capire cosa può
succedere se il contagio aumenterà invece di ridursi.
Offerta di letti in terapia intensiva in Italia è pari a 5.090 posti (8,42 per 100.000 ab.).
Se la crescita continuerà ad essere esponenziale in che data l’offerta sarà superata dalla
domanda?

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