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Immigrazione e mercato del

lavoro
Lezione 8
Definizioni
• Si definiscono «immigrati» gli individui che vivono in un paese
diverso da quello in cui sono nati
• Tra il 1965 e il 2013, il numero di immigrati a livello mondiale è più
che triplicato, crescendo da 75 a 231 milioni
– La percentuale di immigrati sul totale della popolazione mondiale è passata dal 2,3% nel
1965 al 3,2% nel 2013
– Nei paesi sviluppati (Europa, Nord America, Australia, Nuova Zelanda e Giappone) la
percentuale di immigrati sulla popolazione nel 2013 ha raggiunto il 10,8%
– In Italia, tale percentuale era pari al 9,4% nel 2013 (circa 5,7 milioni)
• L’immigrazione è un fenomeno complesso che trasforma l’economia
e la società tanto dei paesi di origine...
– es. conseguenze del brain drain o il ruolo fondamentale delle rimesse dei migranti
• ...che dei paesi di destinazione
– focus sulle interazioni tra migrazioni (internazionali) e mercato del lavoro
Scelta migratoria e autoselezione dei
migranti
• Esistono due tipi di migrazioni:
– dovute alla fuga da guerre e persecuzioni (rifugiati o richiedenti asilo politico)
– dovute a motivazioni strettamente economiche (i cosiddetti «migranti economici»)
• Anche se i due tipi di migrazione sono diversi, dal punto di vista
economico, i migranti si spostano in entrambi i casi per
massimizzare il proprio benessere
• «Le differenze nel beneficio economico netto, e soprattutto
le differenze nei salari, sono le cause principali delle migrazioni»
(John Hicks, 1932)
– questa intuizione rimane alla base dell’analisi economica delle scelte migratorie.
Scelta migratoria e autoselezione dei
migranti
• Assumiamo che un individuo che risiede nel paese O (origine)
debba scegliere se trasferirsi o meno nel paese D (destinazione)
• Lo spostamento da O a D ha un costo C che include i costi monetari
(costi di trasporto, di ricerca di una nuova abitazione) e quelli non
monetari (distacco dalla famiglia, fatica di ambientarsi)
𝑝
• Sia 𝑤𝑖 il flusso di salari futuri che l’individuo i riceverà nel
paese p (dove p = O, D)
• La decisione di migrare o meno dipenderà dal seguente indicatore:
𝐷 𝑂
𝐼𝑖 = 𝑤𝑖 − 𝑤𝑖 − 𝐶𝑖
– Se 𝐼 > 0 (ovvero, il flusso di salari futuri in D al netto dei costi di migrazione è superiore
al flusso di salari futuri in O)→ l’individuo deciderà di migrare verso D
– Se 𝐼 < 0 l’individuo deciderà invece di rimanere in O
Scelta migratoria e autoselezione dei
migranti
• La scelta migratoria è basata sul differenziale nel flusso di guadagni
futuri tra i due paesi, non solo sul differenziale salariale corrente
• Nota che costi migratori elevati possono impedire la migrazione
anche in presenza di differenziali salariali positivi
– la riduzione sostanziale dei costi di trasporto negli ultimi decenni ha contribuito
notevolmente all’incremento mondiale del numero di migranti
• La scelta di migrare è spesso compiuta non individualmente ma viene
presa dall’intero nucleo familiare
• Considerando una famiglia composta da due individui, 1 e 2, che vive nel
paese O, la scelta migratoria familiare sarà determinata da:
𝐼 𝑓 = 𝐼1 + 𝐼2
– La famiglia deciderà di emigrare solo se 𝐼 𝑓 > 0 (ovvero, se la somma dei flussi di redditi
familiari in D al netto dei costi dell’emigrazione è > della somma dei redditi familiari in O)
Scelta migratoria in ambito familiare
Autoselezione dei migranti
• Perché i guadagni attesi differiscono tra individui e tra paesi?
• Esiste un’eterogeneità tra individui e tra paesi e questo
spiegherebbe perché a migrare sono gli individui con determinate
caratteristiche piuttosto che altre (modello di Borjas, 1987)
• Gli individui differiscono per il livello di competenze (istruzione o
insieme di altre abilità che non dipendono dal livello di istruzione)
• 𝑠𝑖 𝑝 misura le competenze «standardizzate» dell’individuo i nel
paese p:
– indica di quanto le competenze dell’individuo si discostano dalla media del paese
– per definizione 𝐸 𝑠𝑖 𝑝 = 0
• Il paese di origine O e quello di destinazione D differiscono sia per il
livello medio dei salari sia per la remunerazione delle competenze
Autoselezione dei migranti
• Assumiamo per semplicità che il livello medio di competenze sia lo
stesso in O e in D, e che le competenze siano perfettamente
trasferibili tra paesi, cioè:
𝑠𝑖 = 𝑠𝑖 𝐷 = 𝑠𝑖 𝑂
• Sia 𝜇 𝑝 il salario medio (in log) e 𝜎 𝑝 la remunerazione delle
competenze nel paese p, otteniamo il salario dell’individuo i nel
paese p come:
𝑙𝑛 𝑤𝑖 𝑝 = 𝜇 𝑝 + 𝜎 𝑝 𝑠𝑖
– una maggiore remunerazione delle competenze (↑ 𝜎 𝑝 ) implica una distribuzione salariale
più ampia, e quindi maggiore disuguaglianza
• Assumiamo inoltre che anche se i costi di migrazione Ci variano tra
individui, il loro ammontare in termini di tempo sia costante
– tutti gli individui devono lavorare lo stesso numero di unità di tempo – misurate da 𝜋 –
𝐶
per poter finanziare la propria migrazione: 𝜋 = 𝑖𝑂
𝑤𝑖
Autoselezione dei migranti
• Possiamo dunque ridefinire l’indice come:
𝐼𝑖 = ln 𝑤𝑖 𝐷 − ln 𝑤𝑖 𝑂 + 𝐶𝑖 ≈ 𝜇𝐷 − 𝜇𝑂 − 𝜋 + (𝜎 𝐷 − 𝜎 𝑂 )𝑠𝑖
• Dunque per ciascun individuo i, la decisione di migrare
dipende da due fattori:
– la differenza nei redditi medi, al netto dei costi di migrazione, tra il paese di origine e
quello di destinazione (𝜇 𝐷 − 𝜇 𝑂 − 𝜋)
– la differenza nel rendimento delle competenze tra i due paesi (𝜎 𝐷 − 𝜎 𝑂 )
• Per ciascun livello di competenze, un ↑ del salario medio in D, o una
↓ costi migratori, rendono più conveniente la migrazione
• Un ↑ dei salari medi in O comporta una ↓ nei guadagni dalla
migrazione e conseguentemente una ↓ della probabilità di emigrare
Autoselezione dei migranti
• Questi effetti medi determinano però solo in parte il processo di
autoselezione dei migranti, che dipende invece dal rendimento
relativo delle competenze nei due paesi
• Assumiamo per semplicità che i salari medi al netto dei costi
migratori siano uguali in O e in D, cioè che: 𝜇𝐷 − 𝜇𝑂 − 𝜋 = 0
1. Se 𝜎 𝐷 > 𝜎 𝑂
– i migranti saranno positivamente selezionati in termini di competenze dalla popolazione
del paese O (es. da Italia verso UK)
• poiché i rendimenti delle competenze sono più alti in D che in O, saranno gli individui più
competenti (superiori alla media, s > o) a trarre maggiore beneficio dalla migrazione

2. Se 𝜎 𝐷 < 𝜎 𝑂
– avremo un’immigrazione selezionata negativamente dalla popolazione del paese di
origine (es. da Messico verso USA)
Rendimento delle competenze e
autoselezione dei migranti
Autoselezione dei migranti
• L’ipotesi 𝜇𝐷 − 𝜇𝑂 − 𝜋 = 0 è realistica per migrazioni tra paesi simili
economicamente (es. Italia e UK) ma è irrealistica in generale
• Come cambia la selezione degli immigrati se il reddito medio in D è
superiore a quello in O, al netto dei costi di migrazione?
• Il tipo di selezione non cambia, poiché è unicamente determinata
dalla differenza tra 𝜎 𝐷 e 𝜎 𝑂 (che definisce la pendenza della retta I)
– cambiamenti nel reddito medio relativo di O e D si riflettono in spostamenti
dell’intercetta della retta I, influenzando solo l’intensità della selezione
• Se 𝜇𝐷 − 𝜇𝑂 − 𝜋 > 0, ↑ l’intervallo di competenze per le quali la migrazione
è conveniente, e di conseguenza
– ↓ il livello medio delle competenze dei migranti nel caso 𝜎 𝐷 > 𝜎 𝑂 , attenuando la
selezione positiva
– ↑ il livello medio delle competenze nel caso 𝜎 𝐷 < 𝜎 𝑂 , attenuando la selezione negativa
Assimilazione nel mercato del lavoro
del paese ospite
• Un modo per stimare la velocità di assimilazione degli immigrati nel
mercato del lavoro del paese ospite con dati cross-section è:
𝑙𝑛 𝑤𝑖 = 𝛼𝑖𝑚𝑚𝑖 + 𝛽𝑎𝑛𝑛𝑖𝑖 + 𝛾età𝑖 + 𝑋𝛿 + 𝜀𝑖
– 𝛼 misura la differenza tra i salari degli immigrati al loro arrivo nel paese e quelli dei nativi
della stessa età e con le stesse caratteristiche individuali 𝑋
– 𝛽 cattura l’effetto di ciascun anno addizionale di permanenza nel paese sui salari degli
immigrati, ovvero la loro velocità di assimilazione nel mercato del lavoro
• Chiswick [1978] con dati USA stima 𝛼 < 0 (una penalità salariale
iniziale per gli immigrati al loro arrivo) e 𝛽 > 0 (una crescita salariale
annuale più rapida per gli immigrati rispetto ai nativi)
– Il capitale umano non è perfettamente trasferibile tra paesi (es. la conoscenza della
lingua ha valore più alto nel paese di origine rispetto al resto del mondo) → 𝛼 < 0
– Col tempo il capitale umano dei migranti cresce più rapidamente di quello dei nativi (es.
Imparano la lingua e allargano il network professionale) → 𝛽 > 0
Assimilazione nel mercato del lavoro
del paese ospite
• Il limite dell’analisi dei dati cross-section è che si rischia di
interpretare la differenza nei livelli salariali di immigrati con diversa
anzianità migratoria come dovuta all’assimilazione nel paese di
destinazione quando invece è semplicemente dovuta a differenze
nelle caratteristiche delle diverse coorti di immigrati (Borjas, 1985)
– l’utilizzo di dati che si riferiscono ad un solo momento nel tempo non permette di
distinguere tra l’effetto permanenza (la velocità di assimilazione) e l’effetto coorte (la
differenza nello svantaggio salariale iniziale)
• Per poter distinguere tra l’effetto coorte e l’effetto permanenza
abbiamo bisogno di osservazioni sui salari delle stesse coorti di
immigrati in almeno un altro momento del tempo (dati panel)
Assimilazione lavorativa: effetto
coorte vs effetto permanenza
Immigrazione e mercato del lavoro
del paese ospite
• Quali sono le conseguenze dell’immigrazione sul mercato del lavoro
dei paesi ospiti?
• Analizzare in maniera strutturata gli effetti dell’immigrazione sulle
prospettive salariali e occupazionali dei lavoratori autoctoni
• Studiare i canali attraverso i quali cambiamenti nell’offerta relativa
dei fattori produttivi causati dall’immigrazione influenzano i salari
(Dustmann, Glitz e Frattini [2008] e Frattini [2012])
Modello base
• Consideriamo un’economia in cui si produce un solo bene (Y) con
una tecnologia RSC, utilizzando come input lavoro qualificato (Q) e
non qualificato (N), complementari nella produzione:
𝑌 = 𝑓 (𝑄, 𝑁)
• I lavoratori possono essere autoctoni (A) o immigrati (M)
• Assumiamo che autoctoni e immigrati con lo stesso tipo di
qualifiche siano perfettamente interscambiabili:
Q = AQ + MQ e 𝑁 = 𝐴𝑁 + 𝑀𝑁
• Assumiamo che tutti (autoctoni e immigrati) siano disposti a
lavorare per qualsiasi livello di salario (offerta di lavoro rigida)
Modello base
• In equilibrio competitivo il salario di ciascun tipo di lavoratori deve
uguagliare la produttività marginale del rispettivo tipo di lavoro:
wQ = fQ (Q, N) 𝑒 wN = fN(Q, N)
• L’ipotesi RSC garantisce che il prodotto totale sia ripartito tra
lavoratori qualificati e non qualificati proporzionalmente al
contributo di ciascun fattore alla produzione complessiva, cioè:
Y = wQ Q + wN N
• Nel periodo 1 esistono solo lavoratori nativi (Q1 = AQ , N1 = AN)
– L’economia è in equilibrio nel punto B, dove tutti i lavoratori autoctoni non qualificati
(AN) sono impiegati con salario wN1
– Il monte salari spettante ai lavoratori nativi non qualificati è wN1 × AN, rappresentato
graficamente dal rettangolo wN1-B-AN-0
– mentre ai nativi qualificati spetta la rimanente fetta di prodotto wQ1 × AQ = Y1 − wN1 × AN,
rappresentata graficamente dal triangolo A-B-wN1
Effetto dell’immigrazione con offerta
di lavoro rigida
Modello base
• Nel periodo 2 vi è un flusso migratorio (M), che supponiamo sia
interamente composto da lavoratori non qualificati (M = MN)
• L’immigrazione fa ↑ l’offerta di lavoro non qualificato, comportando
dunque un eccesso di offerta di lavoro N al livello di salario iniziale
– Ciò permette alle imprese di soddisfare la propria domanda a un salario inferiore
rispetto al periodo 1 → wN2 < wN1
• La ↓ dei salari dei lavoratori non qualificati fa ↑ la domanda di lavoro
non qualificato
• Alla fine del periodo 2 l’economia ritorna a un nuovo equilibrio in
cui tutti i lavoratori non qualificati (sia immigrati che nativi) sono
occupati ma a un salario inferiore a quello del periodo 1
– Nota che la produzione totale è cresciuta rispetto al periodo 1
Modello base
• Effetto distributivo dell’immigrazione:
– Nel nuovo equilibrio, la quota di prodotto totale che va ai lavoratori nativi non qualificati
è diminuita di un ammontare rappresentato dalla superficie del rettangolo wN1-B-D-wN2 ,
che è stata interamente trasferita ai lavoratori qualificati
• Effetto scala dell’immigrazione:
– l’aumento dell’offerta di lavoro non qualificato fa aumentare le dimensioni dell’economia
di un ammontare rappresentato dall’area B-C-(AN + MN)-AN
• Gli immigrati tuttavia vengono remunerati utilizzando solo parte di
questo prodotto aggiuntivo
– il monte salari complessivo spettante agli immigrati, che sono tutti lavoratori non
qualificati, è infatti wN2 × M, che corrisponde all’area del rettangolo D-C-(AN + MN)-AN
• La differenza tra il prodotto aggiuntivo generato dall’immigrazione e
la quota di prodotto che va agli immigrati è detta surplus
dell’immigrazione, interamente catturato dai lavoratori qualificati
Modello base
• Sotto l’ipotesi di offerta di lavoro rigida, l’immigrazione ha due
effetti sul mercato del lavoro del paese ospite:
1. Fa ↑ il salario medio della popolazione autoctona, poiché i lavoratori
autoctoni si appropriano del surplus dell’immigrazione
2. I guadagni della migrazione sono distribuiti in modo disuguale:
• diminuiscono i salari dei lavoratori autoctoni che competono con gli immigrati
(ovvero quelli non qualificati)
• mentre aumentano i salari dei lavoratori autoctoni che sono complementari agli
immigrati nella produzione (ovvero quelli qualificati)
• Se permettiamo che l’offerta di lavoro sia almeno in parte elastica,
l’immigrazione avrà effetti non solo sui salari, ma anche
sull’occupazione della popolazione autoctona
– Un ↑ dell’offerta di lavoro non qualificato, infatti, porterà alcuni lavoratori nativi non
qualificati a non essere più disposti a lavorare al nuovo salario di equilibrio più basso
Effetto dell’immigrazione con offerta
di lavoro elastica
Canali alternativi di aggiustamento
• Il mercato del lavoro può ritornare in equilibrio a seguito di uno
shock all’offerta di lavoro dovuto all’immigrazione non solo
attraverso cambiamenti nel prezzo dei fattori ma anche attraverso:
– Cambiamento nella composizione del prodotto: il cambiamento nei salari relativi tra
lavoratori qualificati e non farà spostare la produzione dal settore avanzato a quello
tradizionale riportando i salari al livello dell’equilibrio preimmigrazione
– Cambiamento tecnologico: senza alterare né i livelli di occupazione né i salari di
equilibrio né la composizione settoriale della produzione, l’economia può continuare a
produrre gli stessi beni utilizzando più intensamente i fattori produttivi la cui offerta
relativa è aumentata per via dell’immigrazione (es. Australia vs California per vino)
– Cambiamento nelle mansioni dei nativi: immigrati e nativi tenderanno a specializzarsi in
tipi di occupazione diversi: i lavoratori nativi non qualificati lasceranno le occupazioni
che richiedono lo svolgimento di compiti più manuali per specializzarsi in occupazioni
dove le competenze linguistiche e di comunicazione sono più importanti

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